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Ricordare il futuro - Universita' degli Studi "Magna Graecia"

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CONCLUSIONI: Gli scopi del monitoraggio intraoperatorio del nervo facciale sono di<br />

identificare <strong>il</strong> nervo, di ridurne al minimo i traumatismi chirurgici ed infine di prevedere <strong>il</strong> risultato<br />

funzionale alla fine dell'intervento. Il Neurosign 400 è un apparecchio a quattro canali per <strong>il</strong><br />

monitoraggio dei nervi motori, progettato per essere usato negli interventi chirurgici sulla testa e sul<br />

collo; effettua <strong>il</strong> monitoraggio dei nervi motori rivelando i potenziali EMG generati nei muscoli<br />

controllati dai nervi a rischio. Il segnale viene elaborato, ed è presentato mediante un amplificatore ed un<br />

altoparlante, e al neurofisiologo tramite un display. La riduzione del rischio di ledere <strong>il</strong> nervo si ottiene<br />

proprio attraverso <strong>il</strong> continuo feed-back sonoro in relazione alle manovre chirurgiche. Infine, la<br />

previsione del risultato funzionale postoperatorio si potrebbe ottenere attraverso <strong>il</strong> rapporto tra le risposte<br />

agli stimoli a valle ed a monte del tratto di nervo manipolato. Il monitoraggio continuo intraoperatorio<br />

risulta un valido strumento in grado di aiutare <strong>il</strong> chirurgo nella identificazione anche delle branche più fini<br />

del nervo facciale, soprattutto in situazioni complesse. Visti i risultati gli autori raccomandano l'ut<strong>il</strong>izzo<br />

del monitoraggio in caso di recidive, aderenze della neoplasia con la ghiandola, tumori delle porzioni<br />

periferiche e profonde della parotide e neoplasie in età pediatrica.<br />

Nuovo sistema di fissazione rigida tridimensionale in materiale riassorbib<strong>il</strong>e con l'ut<strong>il</strong>izzo di<br />

ultrasuoni nella chirurgia dello scheletro facciale<br />

OBIETTIVI: L'ut<strong>il</strong>izzo dei sistemi di fissazione riassorbib<strong>il</strong>i in chirurgia max<strong>il</strong>lo-facciale è<br />

iniziato intorno agli anni ‘70 con Cutright e Getter e ha trovato impiego soprattutto nei pazienti in<br />

età evolutiva e, negli adulti, per le fratture del terzo medio-superiore dello scheletro facciale.<br />

Tuttavia dai dati della letteratura è emerso che tale sistema presenta diversi fattori limitanti come una<br />

bassa stab<strong>il</strong>ità meccanica, una scarsa maneggevolezza del sistema, tempi di applicazione piuttosto<br />

lunghi e fac<strong>il</strong>ità di rottura delle teste delle viti. Pertanto è stata ideata una nuova tecnica di fissazione<br />

delle viti e delle placche all'osso, ut<strong>il</strong>izzando un sistema ad ultrasuoni che, unito al materiale<br />

riassorbib<strong>il</strong>e, è in grado di fornirci un metodo più semplice, più veloce e soprattutto più stab<strong>il</strong>e. In<br />

particolare quest'ultimo dato ha consentito di allargare le indicazioni all'ut<strong>il</strong>izzo del sistema, non solo<br />

in traumatologia ma anche nella patologia dismorfica, nella mal formativa e nelle ricostruzioni post-<br />

oncologiche dello scheletro facciale. Lo scopo di questo lavoro è pertanto dimostrare la veridicità<br />

dei vantaggi di questo nuovo sistema.

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