Ricordare il futuro - Universita' degli Studi "Magna Graecia"

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11.01.2013 Views

Attualmente si riconosce che la definizione del margine circonferenziale delle neoplasie del retto medio e basso rappresenta un compromesso ideale di accuratezza e rilevanza clinica ai fini della formulazione prognostica, pertanto si ritiene che questo sia il parametro su cui intervenire per ottenere un miglioramento della prognosi. (1) Lo studio del margine circonferenziale può essere eseguito mediante TAC multislice, RMN, ECO endoscopia e PET, tra loro variamente combinate. Questo protocollo si prefigge lo scopo di prevenire le recidive locali e possibilmente di aumentare la sopravvivenza a lungo termine nei pazienti con neoplasia del retto medio e basso (T3 e T4; M0). Attraverso una combinazione ottimale di chemioterapia, radioterapia e chirurgia, si opererà per garantire un margine circonferenziale di resezione libero da malattia, unitamente alla prevenzione delle metastasi a distanza. Gli incoraggianti risultati ottenuti con la radio-chemioterapia post-operatoria nei pazienti operati per carcinoma del retto hanno indotto a proporre tale trattamento anche a livello pre-operatorio. La radioterapia pre-operatoria offre potenziali vantaggi rispetto al trattamento post-operatorio che possono essere distinti in: vantaggi biologici, per la diminuzione del fenomeno di “seeding” durante la manipolazione chirurgica e la maggiore radiosensitività di cellule ben ossigenate; vantaggi funzionali, con maggiore possibilità di eseguire interventi conservativi (anastomosi colorettali basse o coloanali); vantaggi tecnici, maggior numero di interventi radicali; vantaggi in termini di tossicità, con minore incidenza di effetti collaterali acuti in assenza di aderenze sulle anse ileali che possono quindi essere meglio dislocate e preservate dai danni da radiazione. Tuttavia, nei trials eseguiti sino ad ora, è stata dimostrata una riduzione delle recidive locali nei pazienti sottoposti a radioterapia pre-operatoria ma la sopravvivenza non ha subito sostanziali modificazioni, verosimilmente per la comparsa di metastasi a distanza. Si è pensato pertanto di introdurre il trattamento combinato radio-chemioterapico a livello pre-operatorio per ottenere ulteriori vantaggi: vantaggi in termini di dosi, i pazienti sono in grado di tollerare dosi maggiori con minore incidenza di effetti collaterali acuti; vantaggi in termini di risposta alla radioterapia, con incremento del downstaging e dell’indice di resecabilità; vantaggi in termini di tempo, non c’è ritardo nell’inizio della terapia sistemica; vantaggi in termini di volume di tessuto metastatatico, il trattamento viene eseguito in pz. M0 per cui le metastasi, se presenti, sono comunque in fase subclinica. Poiché questa terapia combinata non è esente da morbilità, non è in grado di dare gli stessi risultati in tutti i pz. e ritarda l’approccio chirurgico, abbiamo scelto di trattare solamente i pazienti con una prognosi peggiore (T3 e T4, M0), che comunque possono beneficiare di entrambi i trattamenti. Unità Operative coinvolte: Chirurgia Oncologica: La chirurgia deve quindi porsi l’obiettivo di raggiungere il massimo controllo locale della malattia. A tale scopo l’intervento chirurgico verrà eseguito 4 settimane dopo la fine della radioterapia e verrà condotto secondo i criteri standard di asportazione totale del mesoretto, con integrità della fascia mesorettale (TME) e tecnica nerv sparing. Il pezzo operatorio dovrà essere consegnato integro all’Anatomia Patologica allo scopo di consentire un adeguato studio del margine circonferenziale. Nella fase preliminare i target da raggiungere sono il downstaging e downsizing delle lesioni tumorali al fine di poter eseguire resezioni R0 anche nei tumori T4 e di ridurre il numero di addomino-perineali; inoltre verrà valutata l’incidenza di complicanze post-operatorie, in primo luogo il numero di fistole (se

questo non risulterà superiore ai pz. di controllo potrà essere preso in considerazione l’approccio laparoscopico). A lungo termine i target da raggiungere sono rappresentati da: ridotta incidenza di recidive locali, con conseguente miglioramento della qualità di vita, e aumento della sopravvivenza a lungo termine. Servizio di Endoscopia: Il contributo del Servizio consiste nella selezione dei pazienti che verranno arruolati mediante endoscopia tradizionale con biopsie, per la precisazione diagnostica, e mediante ECO- endoscopia, per la definizione del margine circonferenziale oltre che del T e dell’N a livello pre-operatorio. E’ prevista anche la raccolta di campioni di tumore al fine di future determinazioni di biologia molecolare per l’individuazione dei soggetti da arruolare (responder) e da escludere (non responder). Oncologia Impostazione dello schema di chemioterapia pre-operatoria da associare al trattamento radioterapico. E’ prevista la raccolta di campioni di siero al fine di future determinazioni di biologia molecolare per l’individuazione dei soggetti da arruolare (responder) e da escludere (non responder) con formulazione anche di terapie personalizzate. Radiologia Il contributo previsto consiste nella stadiazione pre-operatoria mediante TAC multislice e RMN. Anatomia Patologica Oltre al tradizionale studio del pezzo operatorio con accurato studio del margine circonferenziale, andrà formulato uno score per esprimere l’entità ed il tipo di risposta alla radio-chemioterapia. 3) Itumori T4 del colon: trattamento di chemioterapia in ipertermia di “prima linea”. Componenti dell’Unità: R. Marasco, C. Cosco , P. Cosimo, G. Ruggiero, V. Cosco, R. Spagnuolo, I. Luppino, U. Prati, L. Roveda, A. Puzziello, G. Vescio, M.G. Fava, A. Valente, R. DeVinci, D.Voci Descrizione della linea di ricerca: L’Evidence Based Medicine e gli studi scientifici sul trattamento del cancro del colon-retto hanno sottolineato ormai da tempo la validità dei trattamenti integrati e/o sequenziali al fine di apportare dei vantaggi sia in termini di intervallo libero da malattia che di sopravvivenza in questi pazienti, potendo la chirurgia guarire solo il 45-50% dei casi. Il trattamento adiuvante andrebbe intrapreso entro 6-8 settimane da quello chirurgico, scegliendo il più opportuno regime da somministrare, soprattutto in termini di tossicità e compliance; ormai esistono protocolli considerati standard con indicazione assoluta per alcuni stadi di patologia e sono iniziati gli studi che prevedono l'utilizzo di combinazioni contenenti dei nuovi farmaci (Oxaliplatino, Irinotecan, Raltitrexed, Fluoropirimidine per via orale) con notevoli ripercussioni sui progressi nell'ambito del trattamento della malattia metastatica. Non esiste ancora una risposta definitiva circa la necessità di trattamento dei pazienti in stadio II (Dukes B2), dove lo schema terapeutico viene individualizzato sulla base di alcuni fattori prognostici quali i parametri patologici di grading G3, invasione vascolare e linfatica, ulcerazione, numero di linfonodi asportati/esaminati inferiore a 8 o clinici, perforazione, occlusione intestinale, che sembrano in grado di identificare pazienti ad alto rischio di

Attualmente si riconosce che la definizione del margine circonferenziale delle neoplasie del retto medio e<br />

basso rappresenta un compromesso ideale di accuratezza e r<strong>il</strong>evanza clinica ai fini della formulazione<br />

prognostica, pertanto si ritiene che questo sia <strong>il</strong> parametro su cui intervenire per ottenere un<br />

miglioramento della prognosi. (1) Lo studio del margine circonferenziale può essere eseguito mediante<br />

TAC multislice, RMN, ECO endoscopia e PET, tra loro variamente combinate. Questo protocollo si<br />

prefigge lo scopo di prevenire le recidive locali e possib<strong>il</strong>mente di aumentare la sopravvivenza a lungo<br />

termine nei pazienti con neoplasia del retto medio e basso (T3 e T4; M0). Attraverso una combinazione<br />

ottimale di chemioterapia, radioterapia e chirurgia, si opererà per garantire un margine circonferenziale di<br />

resezione libero da malattia, unitamente alla prevenzione delle metastasi a distanza. Gli incoraggianti<br />

risultati ottenuti con la radio-chemioterapia post-operatoria nei pazienti operati per carcinoma del retto<br />

hanno indotto a proporre tale trattamento anche a livello pre-operatorio. La radioterapia pre-operatoria<br />

offre potenziali vantaggi rispetto al trattamento post-operatorio che possono essere distinti in: vantaggi<br />

biologici, per la diminuzione del fenomeno di “seeding” durante la manipolazione chirurgica e la<br />

maggiore radiosensitività di cellule ben ossigenate; vantaggi funzionali, con maggiore possib<strong>il</strong>ità di<br />

eseguire interventi conservativi (anastomosi colorettali basse o coloanali); vantaggi tecnici, maggior<br />

numero di interventi radicali; vantaggi in termini di tossicità, con minore incidenza di effetti collaterali<br />

acuti in assenza di aderenze sulle anse <strong>il</strong>eali che possono quindi essere meglio dislocate e preservate dai<br />

danni da radiazione. Tuttavia, nei trials eseguiti sino ad ora, è stata dimostrata una riduzione delle recidive<br />

locali nei pazienti sottoposti a radioterapia pre-operatoria ma la sopravvivenza non ha subito sostanziali<br />

modificazioni, verosim<strong>il</strong>mente per la comparsa di metastasi a distanza. Si è pensato pertanto di introdurre<br />

<strong>il</strong> trattamento combinato radio-chemioterapico a livello pre-operatorio per ottenere ulteriori vantaggi:<br />

vantaggi in termini di dosi, i pazienti sono in grado di tollerare dosi maggiori con minore incidenza di<br />

effetti collaterali acuti; vantaggi in termini di risposta alla radioterapia, con incremento del downstaging<br />

e dell’indice di resecab<strong>il</strong>ità; vantaggi in termini di tempo, non c’è ritardo nell’inizio della terapia<br />

sistemica; vantaggi in termini di volume di tessuto metastatatico, <strong>il</strong> trattamento viene eseguito in pz. M0<br />

per cui le metastasi, se presenti, sono comunque in fase subclinica.<br />

Poiché questa terapia combinata non è esente da morb<strong>il</strong>ità, non è in grado di dare gli stessi risultati in<br />

tutti i pz. e ritarda l’approccio chirurgico, abbiamo scelto di trattare solamente i pazienti con una prognosi<br />

peggiore (T3 e T4, M0), che comunque possono beneficiare di entrambi i trattamenti.<br />

Unità Operative coinvolte:<br />

Chirurgia Oncologica:<br />

La chirurgia deve quindi porsi l’obiettivo di raggiungere <strong>il</strong> massimo controllo locale della malattia. A tale<br />

scopo l’intervento chirurgico verrà eseguito 4 settimane dopo la fine della radioterapia e verrà condotto<br />

secondo i criteri standard di asportazione totale del mesoretto, con integrità della fascia mesorettale<br />

(TME) e tecnica nerv sparing. Il pezzo operatorio dovrà essere consegnato integro all’Anatomia<br />

Patologica allo scopo di consentire un adeguato studio del margine circonferenziale.<br />

Nella fase preliminare i target da raggiungere sono <strong>il</strong> downstaging e downsizing delle lesioni tumorali al<br />

fine di poter eseguire resezioni R0 anche nei tumori T4 e di ridurre <strong>il</strong> numero di addomino-perineali;<br />

inoltre verrà valutata l’incidenza di complicanze post-operatorie, in primo luogo <strong>il</strong> numero di fistole (se

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