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Ricordare il futuro - Universita' degli Studi "Magna Graecia"

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1. UNITÀ DI CHIMICA FARMACEUTICA<br />

Coordinatore dell’Unità: Stefano Alcaro (Professore Associato, SSD CHIM/08 –Chimica Farmaceutica).<br />

Componenti dell’Unità: Francesco Ortuso (Ricercatore); Anna Artese (Borsista); Raffaele Pasceri<br />

(Borsista).<br />

Collaborazioni: The Ohio-State University (USA); The University of Innsbruck (Austria); The Open<br />

University (UK); Università “La Sapienza” di Roma.<br />

La Chimica Farmaceutica del Dipartimento di Scienze Farmacobiologiche del nostro Ateneo è<br />

caratterizzata da una vocazione piuttosto innovativa, legata allo sv<strong>il</strong>uppo ed all’ut<strong>il</strong>izzo di tecniche<br />

computazionali. Nel 1998, quindi circa 10 anni or sono, è stato fondato <strong>il</strong> CCLab, Laboratorio di Chimica<br />

Farmaceutica Computazionale (cclab.unicz.it), grazie all’apporto dei Proff. Franco Chimenti e<br />

Domenicantonio Rotiroti.<br />

Le linee di ricerca del CCLab sono essenzialmente suddivise in due sezioni.<br />

La prima linea di ricerca (nuove metodologie computazionali) ha principalmente coinvolto la creazione di<br />

due approcci di calcolo rispettivamente denominati MOLINE e GBPM. MOLINE, acronimo di<br />

MOLecular INteraction Evaluation (Alcaro, S. et al J. Comp. Chem., 2000, 21, 515-530), nasce per lo<br />

studio del meccanismo di riconoscimento enantioselettivo di specie chimiche caratterizzate dalla presenza<br />

di centri di asimmetria. Il metodo permette la generazione di complessi bimolecolari usando un paradigma<br />

innovativo caratterizzato da alcuni elementi peculiari. Un modulo specifico di MOLINE è dedicato alla<br />

stima delle funzioni di stato che regolano <strong>il</strong> processo di riconoscimento molecolare e che hanno diretta<br />

connessione con dati macroscopici sperimentalmente determinab<strong>il</strong>i (Alcaro, S. et al J. Comp. Chem.,<br />

2007, 28, 1119-1128). Questa peculiarità ha consentito l’applicazione del metodo in svariati campi della<br />

ricerca farmaceutica a partire dalle interazioni di tipo host-guest, tipicamente di interesse in Chimica<br />

Analitica e Supramolecolare, fino a quelle tra ligando-macromolecola che hanno maggiori ricadute nella<br />

Chimica delle sostanze biologicamente attive. Il metodo GBPM, acronimo di Grid Based Pharmacophore<br />

Model (Ortuso, F. et al Bioinformatics, 2006, 22, 1449-55.), nasce per effettuare la generazione originale<br />

ed innovativa di modelli farmacoforici tridimensionali a partire da strutture cristallografiche di complessi<br />

tra ligandi e macromolecole di interesse farmaceutico. Esso usa come motore computazionale <strong>il</strong> ben noto<br />

approccio di calcolo del Prof. Peter Goodford, conosciuto nella comunità scientifica come metodo GRID.<br />

L’innovazione di GBPM sta nel calcolo differenziale tridimensionale delle MIFs (molecular interaction<br />

field) ottenute sul complesso e i suoi singoli componenti che vengono tradotte in un modello<br />

farmacoforico oggettivo. Le ricadute del metodo sono molteplici sia in campo farmaceutico nel disegno

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