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23 luglio 2011 Editoriale Piccoli Comuni, si volta pagina di Giovanni Nuzzo I pochi abitanti delle piccole realtà municipali dovranno associarsi in virtù della manovra finanziaria che mette un freno alla spesa pubblica. Non più un segretario comunale per ogni sede municipale, non più un dirigente scolastico per ogni polo, ma più succursali, lo stesso vale anche per il servizio di Polizia municipale che sarà articolato su più Comuni. Messi tutti in riga il provvedimento finanziario sui tagli e accorpamenti interessa circa 5.800 Comuni italiani, che contano una popolazione inferiore a 5mila abitanti, imponendo loro di consorziarsi per mettere un freno alle finanze. Da oggi occorre convivere con le realtà limitrofe e se sino ad oggi spesso è prevalso il campanile e ci si è guardati in cagnesco, d’ora in poi tutti gli amministratori dovranno effettuare un lavoro di gruppo. Comunque, entro il 2013 i Palazzi di città dovranno adeguarsi per dar corso alla riforma di contenimento. La rivolta è già in atto nelle piccole realtà perché il campanilismo esasperato già regnava tra capoluogo e frazioni, figuriamoci oggi tra Comuni diversi. Gli umori non sono tra i migliori, il malcontento serpeggia tra sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini. È vero che da oltre un decennio sono state istituite le Unioni dei Comuni che avrebbero dovuto consorziare alcuni servizi (Tarsu, Polizia municipale, Tributi, Servizi sociali, Trasporti), ma di fatto molti di questi settori non sono mai decollati. Ogni realtà locale ha sempre difeso la sua identità, qualità per costruire il futuro andando avanti a colpi di gomito facendo risuonare il grido di dolore dei propri abitanti. C’è chi lamentava la scarsa visibilità del Comune, discriminazioni per le frazioni, c’è chi contestava che sul codice fiscale, sulla carta d’identità, sulle schede elettorali e sull’elenco telefonico non veniva riportata la frazione, ma il Comune di residenza. I campanili non sono più tollerabili. OPINIONI açéç=äÛrÑçI=ä~=appleëíÉää~Ò=åÉä=Å~ãéç `çåíáåì~=äÛáåî~ëáçåÉ=ÇÉÖäá=~äáÉåá=åÉä=p~äÉåíç=E~äãÉåç=ëìä=ïÉÄFK=açéç=áä=îáÇÉç=éìÄÄäáÅ~íç=ëì=vçìqìJ ÄÉ=ÅÜÉ=êáéêÉåÇÉî~=ìå=rÑç=áåíÉåíç=~=ÇáëÉÖå~êÉ=ìå~=ëíÉää~=åÉá=éêÉëëá=ÇÉää~=ëí~íì~=Çá=p~åíÛlêçåòçI=~êJ êáî~=~ÇÉëëç=ä~=Ñçíç=JÇáÑÑìë~=íê~ãáíÉ=c~ÅÉÄççâJ=Çá=ìå~=ëíÉää~=áå=ìå~=Å~ãé~Öå~=íê~=cêáÖçäÉ=É=qçêêÉ=`Üá~åJ Å~K=mêçéêáç=ä~=ëíÉää~=ê~ééêÉëÉåí~=áä=Ñáäç=ÅçåÇìííçêÉ=Çá=èìÉëí~=appleÅ~ãé~Öå~=rÑçÒI=ÅÜÉ=éìåí~=~Ç=~ííáê~êÉ äÛ~ííÉåòáçåÉ=íê~ãáíÉ=á=ãÉòòá=éêçéêá=ÇÉä=îáê~ä=ã~êâÉíáåÖK=j~=ëì=Åçë~\=Ð=~åÅçê~=éêÉëíç=éÉê=ÇáêäçK= `áåòá~=j~êÖ~êáíç La Grotta dei Cervi, definita “il Santuario della Preistoria”, prezioso scrigno salentino per l’incommensurabile valore artistico e culturale, è sita nel Territorio di Otranto, in un paesaggio da sogno naturalistico eccezionale, in quanto ancora, per fortuna, sottratto all’antropizzazione. Al momento della scoperta, avvenuta agli inizi degli anni ’70 ad opera dei soli cinque miei amici speleologi del Gruppo De Lorentiis di <strong>Maglie</strong>: Severino Albertini, Remo Mazzotta, Isidoro Mattioli, Enzo Evangelisti e Daniele Rizzo, i preziosissimi pittogrammi, attestanti la storia dell’umanità di ol- La lettera tre 6mila anni, apparivano perfettamente integri in quanto protetta, nel corso dei millenni da un delicatissimo equilibrio microclimatico stabile, ancora non alterato dalla presenza umana. Con l’obiettivo di salvaguardarne l’integrità, presentai nel 1998 alla Sovrintendenza di Taranto, alla Provincia di Lecce e ad altre istituzioni, un progetto di fruizione della Grotta tramite la Realtà Virtuale 3D Avvolgente, definito “rivoluzionario” dalla Stampa, che, se a suo tempo realizzato, avrebbe evitato alla Grotta, sebbene ufficialmente chiusa, il continuo andirivieni umano e di conse- guenza la inevitabile, da sempre paventata, dissolvenza delle pitture, su cui oggi si discute e si versano lacrime di coccodrillo. Ora si chiede d’impedire un altro scempio: la costruzione di una costosissima grotta-copia sintetica, oltretutto a possibile rischio diossina, ad imitazione di quanto realizzato a Lascaux, che, oltretutto, con la realizzazione delle inevitabili strutture di supporto (parcheggi, ristoranti e quant’altro) distruggerebbe per sempre un luogo d’incanto […]. Riccardo Rella Presidente del Gruppo SpeleoTrekkingSalento La lucerna a cura di fra Roberto Francavilla 3 Il Regno dei Cieli è simile ad un tesoro nascosto nel campo. È simile anche ad un mercante che va cercando perle preziose. Trovata una perla di gran valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Si completa il discorso in parabole, raccontate dal sapiente Maestro per istruire la folla e i suoi discepoli della prima ora e noi discepoli di quest’ora. Si tratta di un tesoro nascosto e di una perla preziosa: pur di averla si fanno gesti esagerati agli occhi dei benpensanti, ma l’interessato non si preoccupa di cosa pensano gli altri! San Paolo direbbe: “Considero tutto una spazzatura, pur di guadagnare Cristo Gesù!”. Il calendario di metà luglio ci offre dei santi che hanno fatto proprio così: uno è san Lorenzo da Brindisi (21 luglio), frate cappuccino del 1500. Per le sue doti diplomatiche egli ebbe dalla Curia romana incarichi prestigiosi presso principi e regnanti del tempo, non facendone per nulla motivo di vanto, rimanendo un ammirabile frate dedito alla preghiera e testimoniando semplicità e rigore morale tra lo sfarzo delle corti imperiali d’Europa. L’altra è santa Maria Maddalena (22 luglio), una delle donne dei Vangeli al seguito di Gesù, chiacchierata per i suoi trascorsi (!) ma del tutto indifferente al giudizio altrui, da quando il Maestro le ha cambiato il cuore al punto da seguirlo non solo per le strade di Galilea, ma sino al Calvario, meritando di essere la prima persona ad incontrare il Risorto e inviata ad annunciarlo agli apostoli. Sant’Agostino la chiamerà “l’apostola degli apostoli”. Cari amici di <strong>Bel</strong>paese, nel cuore dell’estate penso a quanti ancora oggi, scoprendo in Cristo Gesù “il tesoro nascosto e la perla preziosa”, lasciano tutto e tutti pur di conquistarlo; alludo a tutti coloro che in questa calura estiva trovano il tempo e il modo di dedicarsi alla ricerca del senso, per decidersi come Paolo di Tarso e Francesco d’Assisi a seguire le orme di Cristo, alla scuola della parola, testimoniata dai santi di ieri e di oggi.