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Bruni e la presenza della miniera e del forno. Circa quest’ultimo, l’Oldelli richiama il<br />
passaggio di proprietà del forno (l’unico in Ticino a quell’epoca) dal Bruni a Giovanni<br />
di Rocco Airoldi, negoziante di Lugano, nel 1813.<br />
Ulteriore conferma di questo passaggio di proprietà, viene da una lettera che, il 18<br />
ottobre 1813, Giovanni Airoldi scrisse al Gran Consiglio del Cantone Ticino richiedendo<br />
il permesso di coltivare una miniera di ferro e rame sita nel territorio di Medeglia,<br />
in un fondo acquistato con instromento del 9 ottobre 1813. In questa lettera l’Airoldi<br />
sosteneva di essere il proprietario di una «fabbrica di ferro nella Valle Morobbia».<br />
Secondo l’Oldelli, il passaggio di proprietà segnò pure un miglioramento nella qualità<br />
del ferro prodotto «per essere di buona qualità e ben lavorati, erano di molto<br />
credito».<br />
Nel 1853 entrò in vigore la Legge sulle miniere in cantone Ticino, che disciplinava<br />
la ricerca e l’estrazione del minerale dalla roccia. Di pari passo venne compilato un<br />
registro delle miniere, dove<br />
sono annotate le concessioni<br />
e che è attualmente<br />
conservato presso il Museo<br />
cantonale di storia naturale<br />
di Lugano.<br />
Lo stesso anno Luigi Lavizzari<br />
visitò la zona mineraria<br />
della Valle Morobbia e<br />
descrisse i siti di estrazione,<br />
da tempo abbandonati,<br />
sfruttati dal dottor Bruni,<br />
situati sotto il sentiero fra<br />
l’Alpe Valletta e l’Alpe di<br />
Pisciarotto e comprendenti<br />
una galleria lunga 200<br />
passi.<br />
10<br />
Figura 5.<br />
Risposta del Municipio di<br />
Sant’Antonio all’inchiesta<br />
promossa nell’ambito<br />
dell’Esposizione universale<br />
di Ginevra del 1896.