Il domenicano P. Schillebeeckx condannato per ... - Chiesa viva
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tandole alla <strong>Chiesa</strong>; occorre, quindi, seguire una<br />
pastorale che o<strong>per</strong>i al di fuori dell’istituzione-<br />
<strong>Chiesa</strong>. Solo così si può purificare la stessa<br />
<strong>Chiesa</strong>».<br />
Che tristezza! Ma è quello che si è fatto e ancora<br />
si fa, dopo il Vaticano II, ovunque, facendo sparire<br />
con la Fede anche la pratica religiosa. Ben disse, <strong>per</strong>ciò,<br />
il vescovo Roermond, mons. Gijsen:<br />
«La <strong>Chiesa</strong> è la Madre che conduce tutti i suoi<br />
figli al Padre. <strong>Il</strong> separarsi dalla <strong>Chiesa</strong> significa<br />
smarrire la via che conduce a Dio»!<br />
Invece, il salesiano Karotemprl andava suggerendo<br />
che anche la “nuova evangelizzazione” deve<br />
essere “senza Cristo”!<br />
Ecco l’anima del <strong>domenicano</strong> belga-olandese,<br />
<strong>Schillebeeckx</strong>, che ebbe a dire:<br />
«<strong>Il</strong> Vaticano II è stato una specie di conferma<br />
di quanto avevano fatto i “nuovi” teologi prima del<br />
Concilio: Rahner, Chenu, Congar, e altri. Si trattava<br />
di un rinnovamento teologico non più nella<br />
scia della neoscolastica, abbandonata ancor<br />
prima del Concilio… ».<br />
Dunque, il Concilio non fu affatto il punto di<br />
partenza di una nuova teologia, ma solo il sigillo<br />
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