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Santuario Madonna delle Grazie di Conserra (San Giuseppe)

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CONSIGLIO<br />

REGIONALE<br />

DEL PIEMONTE<br />

COMUNITA’ COLLINARE<br />

<strong>di</strong> MUNFRIN<br />

Comune<br />

<strong>di</strong> Fubine<br />

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Realizzazione:<br />

Litogra�a Viscar<strong>di</strong> (AL)<br />

Fotogra�e:<br />

FEDERICA CASTELLANA<br />

GIORGIO LONGO<br />

MASSIMO BRUSASCO<br />

ALESSANDRO CARLEVARO<br />

Finito <strong>di</strong> stampare<br />

Luglio 2011<br />

DISTRIBUZIONE GRATUITA


È<br />

terminata l’esperienza del comune <strong>di</strong> Fubine alla trasmissione televisiva<br />

<strong>di</strong> Rai 2 “Mezzogiorno in Famiglia”, dopo aver partecipato a tutte le puntate<br />

del Mese <strong>di</strong> Marzo, ai primi due week end <strong>di</strong> Aprile ed aver <strong>di</strong>sputato i<br />

quarti <strong>di</strong> finale nella trasmissione del 7/8 Maggio. Evento positivo che ha determinato<br />

una maggior consapevolezza <strong>delle</strong> potenzialità del nostro territorio.<br />

<strong>Grazie</strong> alla continua ricerca <strong>di</strong> materiale da proporre agli spettatori televisivi, infatti<br />

sono emerse le peculiarità che contrad<strong>di</strong>stinguono il nostro paese: il potenziale turistico<br />

dei paesaggi immersi nella natura, le produzioni tipiche locali, l’arte, le origini e<br />

tra<strong>di</strong>zioni, la storia, il folclore, l’enogastronomia tipica con tocchi <strong>di</strong> originalità, ma soprattutto<br />

l’impegno che tutti hanno profuso per valorizzare e <strong>di</strong>vulgare le bellezze <strong>di</strong><br />

Fubine.<br />

E proprio grazie alla trasmissione televisiva, con le eccellenti presentazioni <strong>di</strong> Massimo<br />

Brusasco, si è posto l’accento sui tesori d’arte e personaggi storici illustri, patrimonio<br />

del Comune <strong>di</strong> Fubine.<br />

Un apprezzamento sentito per i ragazzi che hanno rappresentato Fubine in stu<strong>di</strong>o a<br />

Roma; oltre ad un riconoscimento per tutte le Associazioni che con il loro lavoro e<br />

la loro presenza hanno consentito la realizzazione <strong>delle</strong> riprese in <strong>di</strong>retta ed in particolare<br />

la Pro Loco Fubinese, instancabile e ben rappresentata dal Suo Presidente<br />

Federica Montiglio, e la Compagnia Teatrale Fubinese, guidata dal “Cavaliere Volante<br />

Caprilli” interpretato dal Presidente Massimo Bosia in occasione <strong>di</strong> una <strong>delle</strong> rievocazioni<br />

storiche che hanno arricchito le riprese.<br />

Un grazie a tutti i citta<strong>di</strong>ni per la numerosa partecipazione ed il coinvolgimento, ma<br />

soprattuto un invito a tutti coloro che a Fubine non ci sono mai stati:<br />

VENITE A VISITARCI!<br />

Un ringraziamento particolare alla Fondazione Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> Alessandria<br />

ed al Consiglio Regionale del Piemonte, che con l’apporto <strong>di</strong> contributi sostanziosi<br />

hanno fatto sì che tutto questo fosse realizzabile.<br />

IL SINDACO<br />

Lino Pettazzi<br />

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4<br />

Cartoline <strong>di</strong> Fubine<br />

La Chiesa Parrocchiale<br />

Nel luogo in cui oggi si può ammirare la Parrocchiale <strong>di</strong> Fubine,de<strong>di</strong>cata a <strong>San</strong>ta<br />

Maria Assunta, sorgeva, secondo la tra<strong>di</strong>zione,un tempio pagano de<strong>di</strong>cato prima a<br />

Venere, dea della bellezza e successivamente a Diana, dea della Luna e della Caccia<br />

(forse per la posizione del luogo, immerso tra boschi e colline). Nel VI sec. DC il tempio<br />

venne adattato alla religione cristiana e nell’anno 1000 fu annesso alla Diocesi <strong>di</strong><br />

Asti: <strong>di</strong> quel periodo è ancora conservata l’antica Fonte Battesimale in pietra grezza.


Fubine e quin<strong>di</strong> la sua chiesa, subisce le influenze dei vari Signori e <strong>delle</strong> varie<br />

città <strong>di</strong> cui è crocevia: intorno al 1200 la chiesa passa sotto la Diocesi <strong>di</strong> Acqui -<br />

Alessandria, nel 1300 è proprietà dei Marchesi del Monferrato che possedevano tutto<br />

il territorio dell’alto e basso Monferrato, che aveva come via <strong>di</strong> comunicazione la<br />

Strada Franca.<br />

Sempre nel 1300 la fabbrica della chiesa viene ricostruita in puro stile romanico<br />

e intitolata a <strong>San</strong> Cristoforo, patrono <strong>di</strong> Fubine: sulla facciata principale giunta inalterata<br />

fino a noi, spicca il pregevole rosone in cotto restaurato nell’anno 2010 per volere<br />

del compianto Sindaco Gianni Baucia. Rosone che, con le sue splen<strong>di</strong>de formelle<br />

rappresenta l’esempio più figurativo tra tutti i rosoni <strong>delle</strong> cattedrali del Piemonte.<br />

Risale alla stessa epoca il protiro, a lato dell’ingresso principale, piccolo portico<br />

su due colonne, dove un tempo si raccoglievano i fedeli in me<strong>di</strong>tazione prima <strong>di</strong> entrare<br />

nella chiesa.<br />

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6<br />

Tra il 1490 ed il 1512 furono terminati i lavori con l’erezione dell’abside e la<br />

chiesa viene nominata Parrocchia ed intitolata a <strong>San</strong>ta Maria Assunta nel 1519. Nel<br />

2012 ricorre pertanto il cinquecentenario della costruzione della primitiva fabbrica<br />

romanica e del nostro meraviglioso rosone.<br />

Passano tre secoli e la chiesa, nonostante i saccheggi subiti, viene arricchita<br />

del coro risalente al 1711 che ancora oggi possiamo ammirare e passa sotto la Diocesi<br />

<strong>di</strong> Casale. Solo nella metà del 1800 è rimaneggiata in stile neogotico e assume<br />

l’aspetto attuale con l’aggiunta <strong>delle</strong> due navate laterali su cui si aprono 10 cappelle<br />

e la costruzione del campanile alto 56m., <strong>di</strong> forma ogivale, con archi lunghi e stretti,<br />

dalle eleganti bifore, con sottili colonnine e ricami rossicci, ispirato al campanile <strong>di</strong><br />

Giotto <strong>di</strong> Firenze.


L’antico campanile venne demolito nel 1858, in quanto pericolante, e sostituito<br />

su progetto dell’architetto Angelo Martini con quello attuale. Con i suoi 56 metri <strong>di</strong> altezza,uno<br />

dei più alti del Monferrato, esso rende riconoscibile da lontano il paese, <strong>di</strong><br />

cui è giustamente il simbolo più noto, come tale ricordato nella prima strofa della<br />

“Canson ‘d Fibin i “ del poeta <strong>di</strong>alettale Ernesto Rossi, musicata dal Maestro Felice<br />

Testa.<br />

Durante tutto l’arco del 1800 la Chiesa viene abbellita ed arricchita <strong>delle</strong> sue<br />

opere maggiori: l’altare maggiore, in marmo policromo, la statua della Beata Vergine<br />

in marmo bianco <strong>di</strong> Carrara, <strong>di</strong> stile barocco e <strong>di</strong> probabile scuola berniniana proveniente<br />

da uno spoglio napoleonico, la via Crucis: opera giovanile del pittore piemontese<br />

Paolo Gaidano (1861 1916), le quattor<strong>di</strong>ci tavole risalgono al 1883 e furono<br />

acquistate fortunosamente dall’arciprete dell’epoca, che riuscì a sottrarle ad un importante<br />

committente americano; e l’organo Mentasti del 1874, <strong>di</strong> 2000 canne.<br />

I restauri più rilevanti sono stati fatti agli affreschi <strong>delle</strong> tre navate verso la metà<br />

del 1900, finanziati dallo “zio d’America”, il commendatore Pietro Robotti, realizzati<br />

dal pittore casalese Costantino Sereno che nello stesso periodo ha operato nel<br />

Duomo <strong>di</strong> Casale Monferrato e nel <strong><strong>San</strong>tuario</strong> della Consolata <strong>di</strong> Torino.<br />

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Inoltre, nella cappella <strong>di</strong> fondo della navata sinistra si può ammirare il Polittico<br />

del <strong>San</strong>to Rosario, opera del 1854, costituita da 15 tavole in legno <strong>di</strong> Ambrogio Oliva,<br />

suocero <strong>di</strong> Guglielmo Caccia detto il Moncalvo. Nella nicchia che ne sormonta la<br />

parte centrale è collocata una pregevole statua della Vergine del Rosario seduta in<br />

trono. Interessanti anche i due putti, sempre <strong>di</strong> probabile scuola berniniana.<br />

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Cappella dei Conti<br />

Cacherano <strong>di</strong> Bricherasio: la Cripta<br />

La cripta della Cappella Bricherasio è tra gli e<strong>di</strong>fici artisticamente più importanti<br />

<strong>di</strong> Fubine per la presenza <strong>di</strong> una <strong>delle</strong> più belle opere del grande scultore Leonardo<br />

Bistolfi (Casale Monferato 1859 La Loggia 1933). Con il monumento funerario per il<br />

conte Emanuele Cacherano <strong>di</strong> Bricherasio, realizzato nel 1905, l’artista casalese ha<br />

lasciato a Fubine un autentico capolavoro caratterizzato dal tema della pietà michelangiolesca.<br />

Il conte Emanuele <strong>di</strong>steso nella quiete della morte, è effigiato con la <strong>di</strong>visa del<br />

reggimento al quale apparteneva, e vegliato pietosamente da un angelo col capo velato,<br />

che pare rappresentare la madre.<br />

Il Bistolfi stesso dettò l’epigrafe collocata sul fondo:<br />

Qui sotto il simulacro in cui l’infinita pietà<br />

Della madre dolorosa<br />

Volle evocare l’effigie del suo eletto<br />

E il perpetuo lutto onde si cinse il cuore straziato dei suoi<br />

Posa la salma del conte<br />

Emanuele Cacherano <strong>di</strong> Bricherasio


Morto a 35 anni il 3 ottobre 1904<br />

Che sotto la <strong>di</strong>visa del soldato alla coscienza del dovere<br />

Educata e temprata la prima giovinezza<br />

All’alta nobiltà del casato<br />

Attinse quin<strong>di</strong> le volontà costanti e le fervide energie<br />

Sdegnoso <strong>delle</strong> lusinghe <strong>di</strong> como<strong>di</strong> fasti<br />

Per <strong>di</strong>rigere la vita operosa troppo breve<br />

E per la vastità del sogno<br />

Ma feconda <strong>di</strong> iniziative coraggiose e <strong>di</strong> generose speranze<br />

Alle conquiste della rigeneratrice nobiltà del lavoro<br />

Imponendo alle genti della sua casta il rispetto<br />

E l’ammirazione e agli umili l’amore<br />

Umile egli stesso nella grandezza dell’oprare<br />

Grande nell’umiltà del volere.<br />

Oltre al più celebre Monumento, la Cappella ospita un altro, ancorchè meno<br />

noto, capolavoro <strong>di</strong> Leonardo Bistolfi, il bassorilievo funerario scolpito per onorare<br />

la memoria della Marchesa Teresa Massel <strong>di</strong> Caresana, madre del conte: <strong>di</strong> grande<br />

rigore la struttura compositiva, nella quale si accampa la figura dell’angelo dalle gran<strong>di</strong><br />

ali. La fisionomia complessiva dell’opera testimonia l’approdo simbolista della matura<br />

arte bistolfiana.<br />

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<strong><strong>San</strong>tuario</strong> <strong>Madonna</strong> <strong>delle</strong> <strong>Grazie</strong> <strong>di</strong> <strong>Conserra</strong><br />

(<strong>San</strong> <strong>Giuseppe</strong>)<br />

La più antica parrocchiale <strong>di</strong> Fubine fu la Chiesa <strong>di</strong> <strong>San</strong> Pietro, che sorgeva extra<br />

muros nella regione <strong>di</strong> Campus Serrae. L’e<strong>di</strong>ficio abbandonato, andò in rovina e fornì<br />

materiale e<strong>di</strong>lizio per la costruzione del piccolo <strong><strong>San</strong>tuario</strong>.<br />

Due curiose celle campanarie a campaniletto con guglia culminano sulla facciata<br />

ottocentesca. Facciata e pareti laterali presentano alternanza <strong>di</strong> arenaria e mattoni<br />

a più corsi. La piccola abside romanica è ben più bassa del resto dell’e<strong>di</strong>ficio, <strong>di</strong><br />

costruzione più tarda; ha paramento in mattoni e zoccolatura leggermente aggettante<br />

incementata; è <strong>di</strong>visa da due lesene in tre campiture su cui si aprono tre piccole monofore<br />

con arco monolitico a tutto sesto <strong>di</strong> arenaria. Coronamento ad archetti pensili<br />

monolitici poggianti su mensoline <strong>di</strong> pietra; soprastante cornice con motivo <strong>di</strong> mattoni<br />

a denti <strong>di</strong> sega. Fu restaurata nel 1833, con l’alternanza <strong>di</strong> tufo e <strong>di</strong> cotto capace <strong>di</strong><br />

creare un piacevole e delicato effetto cromatico.<br />

All’interno sono conservate numerose tele ex voto risalenti al XIX secolo.


Lo Spalto<br />

Fra i luoghi più suggestivi <strong>di</strong> Fubine, lo spalto, che conduce verso la bella Chiesetta<br />

dei Battuti o Disciplinanti, un tempo nota come l’Immacolata.<br />

Gli alti muraglioni su cui insiste lo Spalto sono ciò che resta <strong>delle</strong> antiche mura<br />

<strong>di</strong>fensive; al <strong>di</strong> sotto del Ponte un tempo correva l’ampio fossato <strong>di</strong> cui è rimasta memoria<br />

nella toponomastica popolare (al Fos).<br />

Sullo Spalto poggia anche, attraverso una serie <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> arcate, la parte occidentale<br />

dell’imponente casa Pane, <strong>di</strong> stile settecentesco, la cui facciata è prospiciente<br />

la piazza del Municipio e della Chiesa.<br />

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14<br />

Alla sommità del Castello Bricherasio si trova il Giar<strong>di</strong>no Pensile,<br />

terrazza panoramica sulle belle colline monferrine


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Concorso Fubine in Fiore 2009 - Primi tre classificati


Concorso Fubine in Fiore 2010 - Primi tre classificati<br />

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Tra storia e leggenda<br />

Il Rosone della Chiesa Parrocchiale<br />

Manifattura in laterizio <strong>di</strong> maestri<br />

artigiani <strong>di</strong> probabile scuola cremonese<br />

del 400. (Fornaca R.)<br />

Nel rosone della nostra chiesa<br />

sono rappresentati otto gironi<br />

concentrici <strong>di</strong> formelle raffiguranti<br />

fregi <strong>di</strong> flora con sacra simbologia<br />

<strong>di</strong> natura allegorica alternati a riferimenti<br />

classici.<br />

Di notevole rilevanza è il IV girone<br />

con 33 formelle <strong>di</strong> grande<br />

importanza simbolica in quanto<br />

nella figura umana è possibile<br />

identificare l’iconografia <strong>di</strong> <strong>San</strong><br />

Cristoforo, nostro Patrono.


La Dinastia dei Marchesi Paleologo <strong>di</strong> Monferrato<br />

Margherita e Federico: un matrimonio che ha fatto la storia del Monferrato<br />

Il feudo <strong>di</strong> Fubine appartenne al Marchesato del Monferrato a partire dal 1164.<br />

La storia del Marchesato <strong>di</strong> Monferrato è rappresentata dalle seguenti <strong>di</strong>nastie: gli<br />

ALERAMICI dal 967 al 1305; i PALEOLOGI dal 1306 al 1536; i GONZAGA dal 1536 al<br />

1627 ed i GONZAGA–NEVERS dal 1628 al 1708.<br />

Il 16 novembre 1531 Federico II Gonzaga Duca <strong>di</strong> Mantova, figlio <strong>di</strong> Francesco<br />

II e <strong>di</strong> Isabella d’Este, sposò Margherita figlia <strong>di</strong> Guglielmo IX e <strong>di</strong> Anna d’Alençon,<br />

che fu l’ultima <strong>di</strong>scendente della <strong>di</strong>nastia dei Marchesi Paleologo <strong>di</strong> Monferrato.<br />

Il passaggio del Marchesato del Monferrato ai Gonzaga deve quin<strong>di</strong> attribuirsi<br />

all’abile regia <strong>di</strong> due donne autorevoli e sagge nel governare, Anna d’Alençon e la figlia<br />

Margherita, in quanto altrimenti con l’estinzione del Casato dei Paleologo <strong>di</strong> Monferrato,<br />

il Marchesato avrebbe perso la sua autonomia ed ora desterebbe un minor<br />

interesse culturale e storico rispetto al notevole fermento che lo caratterizzò e alle<br />

sue prestigiose ed affascinanti vicende.<br />

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20<br />

Questo matrimonio venne celebrato con gran pompa a Casale, già allora Capitale<br />

del Monferrato, e nel mese successivo gli sposi si trasferirono, per via fluviale<br />

sul Po, a Mantova dove il Duca Federico proseguì l’abbellimento del Palazzo Ducale<br />

e del Palazzo del Tè, nonostante i frequenti e devastanti conflitti bellici perdurati per<br />

molti sventurati decenni che causarono saccheggi, carestie e terribili epidemie alla<br />

popolazione.<br />

Margherita e Federico ebbero sette figli e il loro primogenito Francesco III sposò<br />

Caterina d’Austria figlia dell’Imperatore Fer<strong>di</strong>nando I.<br />

Nel 1574 poi, lo Stato <strong>di</strong> Monferrato fu elevato da Marchesato al rango <strong>di</strong> Ducato,<br />

per cui da allora i <strong>di</strong>scendenti dei Gonzaga assunsero il titolo <strong>di</strong> Duchi <strong>di</strong> Monferrato<br />

oltreché <strong>di</strong> Mantova e poterono fregiarsi dell’onorificenza <strong>di</strong> Altezza<br />

Serenissima.<br />

Inoltre Casale Monferrato fu ritenuta una <strong>delle</strong> città più colte e raffinate dell’epoca;<br />

qui confluirono aristocratici, eru<strong>di</strong>ti ed artisti da molte altre località e fu ammirata per<br />

la sua bellezza e l’animazione sociale da tutti i viaggiatori <strong>delle</strong> corti europee.<br />

La centralità e la strategicità del Monferrato furono <strong>di</strong> conseguenza chiare a tutte<br />

le potenze d’Europa quando nel 1590 iniziarono i lavori per la costruzione della Cittadella<br />

<strong>di</strong> Casale, che può a pieno titolo essere definita “Il Castello del Monferrato” e<br />

destinata a <strong>di</strong>ventare una <strong>delle</strong> più formidabili fortezze europee elevando pertanto il<br />

Monferrato a vero Stato dell’Europa.<br />

E antiche memorie tramandano che il vino <strong>di</strong> Fubine fosse ben conosciuto e<br />

molto apprezzato già 500 anni fa presso le corti dei Gonzaga sia <strong>di</strong> Casale che <strong>di</strong><br />

Mantova, tanto da generare veri e propri flussi commerciali verso tali transiti.


Piccola Storia del Mercato <strong>di</strong> Fubine<br />

Il 22 agosto 1546 il<br />

Conte Giovanni Bernardo <strong>di</strong><br />

Mazzè vendette il feudo <strong>di</strong> Fubine<br />

al nobile mantovano<br />

Giovan Battista Alberigi per<br />

1.500 scu<strong>di</strong> d’oro del sole<br />

che corrispondono a circa un<br />

milione e cinquecentomila<br />

degli attuali euro.<br />

Tale ven<strong>di</strong>ta fu riconosciuta<br />

me<strong>di</strong>ante investitura<br />

ufficiale resa al Conte Alberigi<br />

dalla Marchesa Anna d’Alençon<br />

quale reggente dello<br />

Stato <strong>di</strong> Monferrato e riguardò<br />

l’acquisizione <strong>di</strong> tutti i “Diritti Feudali” compresi i red<strong>di</strong>ti derivanti dal pedaggio.<br />

L’Alberigi volle allora ingraziarsi i Fubinesi me<strong>di</strong>ante l’emanazione <strong>di</strong> un provve<strong>di</strong>mento<br />

gra<strong>di</strong>to ai paesani locali, facendolo firmare anche alla Marchesa Anna d’Alençon<br />

con cui si concedeva ai Fubinesi <strong>di</strong> fare, da allora e per sempre, mercato ogni<br />

venerdì, a cui avrebbero potuto accedere tutte le persone sia dello Stato <strong>di</strong> Monferrato<br />

che forestiere con ogni genere <strong>di</strong> merci per comprare, vendere e commerciare liberamente.<br />

Da questo importante episo<strong>di</strong>o storico ebbe origine il tra<strong>di</strong>zionale mercato del<br />

venerdì a Fubine che si è conservato immutato da 465 anni fino ai nostri giorni come<br />

uno dei principali momenti della<br />

vita sociale del paese.<br />

Inoltre la posizione strategica<br />

<strong>di</strong> Fubine, sia per la sua<br />

collocazione <strong>di</strong> terra <strong>di</strong> confine<br />

tra lo Stato <strong>di</strong> Monferrato e lo<br />

Stato <strong>di</strong> Milano che per il suo<br />

ruolo <strong>di</strong>fensivo lungo una linea<br />

<strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti fortificati, determinò<br />

nel corso dei secoli una<br />

notevole fioritura economica del<br />

borgo pur anche intervallata da<br />

durissimi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> guerre e carestie.<br />

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22<br />

Fubine infatti costituì una<br />

tappa obbligata della cosiddetta<br />

“Strada Franca”, che è stata un’importante<br />

via <strong>di</strong> comunicazione commerciale<br />

<strong>di</strong> origine me<strong>di</strong>evale che si<br />

snodava lungo la <strong>di</strong>rettrice nord sud<br />

del Piemonte e che metteva in comunicazione<br />

il territorio del Basso<br />

Monferrato presso Casale Monferato<br />

lungo il fiume Po, con l’Alto Monferrato<br />

verso l’Appennino Ligure e la riviera<br />

genovese.<br />

A Fubine veniva compilata la<br />

bolletta attestante il carico <strong>delle</strong><br />

merci e <strong>di</strong> cui i conducenti <strong>delle</strong> bestie<br />

da soma dovevano munirsi per<br />

permettere i dovuti controlli da parte<br />

dei gabellieri soprattutto durante l’attraversamento<br />

del fiume Tanaro che<br />

avveniva per mezzo <strong>di</strong> traghetti<br />

presso Felizzano dove non esisteva ancora il ponte.<br />

Nonostante la situazione <strong>delle</strong> strade che tra il XVI e il XVII sec. si riduceva a<br />

<strong>delle</strong> specie <strong>di</strong> piste fangose d’inverno e polverose d’estate, e che per i lunghi trasferimenti<br />

commerciali erano utilizzati solo i trasporti a basto (mentre i carri erano destinati<br />

ai trasporti agricoli in pianura), molte erano le merci viaggianti e quasi tutte derrate<br />

alimentari. Viaggiavano allora in <strong>di</strong>rezione sud verso Genova grano, riso, carni salate,pollame,<br />

tele e vino, mentre erano <strong>di</strong>retti al nord verso Casale Monferrato, Trino,<br />

Vercelli e Ivrea olio, sale,<br />

pesci salati e i formaggi transitavano<br />

nei due sensi.<br />

La memoria <strong>di</strong> questi<br />

transiti si è impressa in alcuni<br />

toponimi rurali relativi a<br />

nomi <strong>di</strong> cascine o zone <strong>di</strong><br />

campagna come “le cascine<br />

del Mercante”, “le cascine<br />

dell’Olio”, “la regione Mercato”<br />

e nella devozione religiosa<br />

– popolare che ha<br />

<strong>di</strong>sseminato la campagna <strong>di</strong><br />

innumerevoli siti e chiesette.


I Conti Cacherano <strong>di</strong> Bricherasio<br />

Nella zona del paese che la tra<strong>di</strong>zione definisce “i Cappuccini” sorge la Cappella<br />

mortuaria dei Conti Cacherano Bricherasio. In stile neogotico, fu e<strong>di</strong>ficata nel 1839<br />

dal Cav. Luigi <strong>di</strong> Bricherasio, in una piccola, suggestiva radura delimitata da alti cipressi,<br />

dove fino al 1708 sorgeva il convento dei padri Francescani Cappuccini.<br />

Nella Cappella si conserva la traccia dell’incrociarsi dei destini <strong>di</strong> tre pesonaggi<br />

a vario titolo illustri, fra loro uniti, tra fine Ottocento e primo Novecento, da un vincolo<br />

<strong>di</strong> amicizia che il monumento funebre sancisce: il Conte Emanuele Cacherano, gentiluomo<br />

<strong>di</strong> moderna intelligenza e sensibilita’, fondatore della FIAT; il Capitano Federico<br />

Caprilli, celebre caposcuola dell’equitazione moderna e il grande scultore<br />

casalese Leonardo Bistolfi.<br />

Sul retro del piccolo altare, all’interno della cappella, si trova la lapide commemorativa:<br />

S.GIOVANNI BOSCO<br />

BENEDETTA LA CAPPELLA<br />

CELEBRAVA A QUESTO ALTARE<br />

PEL PRIMO LA SANTA MESSA<br />

L’11.X.1876<br />

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Leonardo Bistolfi<br />

La cripta della Cappella Bricherasio è uno degli e<strong>di</strong>fici artisticamente più importanti<br />

<strong>di</strong> Fubine per la presenza in essa <strong>di</strong> una straor<strong>di</strong>naria opera <strong>di</strong> LEONARDO BI-<br />

STOLFI (Casale Monferrato, 1859 – La Loggia, 1933), uno dei massimi scultori<br />

europei attivi tra Ottocento e Novecento. Egli – ha scritto Rossana Bossaglia, una<br />

<strong>delle</strong> sue più accre<strong>di</strong>tate stu<strong>di</strong>ose – seppe “formulare un nuovo linguaggio espressivo<br />

che, lasciati alle spalle i modelli del Romanticismo storico, dopo avere attraversato<br />

una breve e significativa stagione verista, puntava verso il moderno Simbolismo. Bistolfi<br />

si colloca tra i massimi interpreti <strong>di</strong> questa grande tendenza fine Ottocento, la<br />

quale intendeva rappresentare, attraverso figure naturalisticamente leggibili, significati<br />

e valori altri; anzi, la formula stilistica <strong>di</strong> Bistolfi è quella che meglio traduce ideologia<br />

e sensibilità simbolista nel panorama internazionale della scultura”. Amico e corrispondente<br />

<strong>di</strong> eminenti artisti e letterati (particolarmente interessanti i rapporti, recentemente<br />

lumeggiati dalla critica, con Giovanni Pascoli), e autore <strong>di</strong> importanti<br />

monumenti funebri e commemorativi per insigni personaggi del suo tempo (Carducci,<br />

Cavour, Garibal<strong>di</strong>, Vittorio Emanuele II, etc.), il Bistolfi ha lasciato nella ‘cripta dei Cappuccini’a<br />

Fubine, con questo Monumento funerario per il conte Emanuele Cacherano<br />

<strong>di</strong> Bricherasio, del 1905, un autentico capolavoro.<br />

Emanuele Cacherano <strong>di</strong> Bricherasio<br />

Figlio del conte Luigi, <strong>di</strong>scendente da una <strong>delle</strong> più cospicue famiglie dell’aristocrazia<br />

provinciale subalpina stanziatasi dall’Astigiano nel Pinerolese sin dal tardo<br />

Trecento, a capo del feudo <strong>di</strong> Bricherasio, e <strong>di</strong> Teresa Massel <strong>di</strong> Caresana, nacque a<br />

Torino il 25 agosto 1869. Compiuti i primi stu<strong>di</strong> con precettori privati e nel collegio <strong>di</strong><br />

Mondragone presso Frascati, entrò a 17 anni nella Scuola militare <strong>di</strong> Modena, uscendone<br />

col grado <strong>di</strong> sottotenente nel reggimento Piemonte Reale Cavalleria. Rientrato<br />

dopo otto anni nella vita civile, sviluppò vari interessi intellettuali e culturali, e fu tra i<br />

primi esponenti della vecchia nobiltà terriera a percepire l’importanza anche sociale<br />

dello sviluppo industriale dell’economia e in particolare della nascente industria motoristica.<br />

Fu tra i primi promotori della costituzione in Italia dell’Automobile Club e nel<br />

vecchio palazzo torinese dei Bricherasio il 1° luglio 1899 insieme con Giovanni<br />

Agnelli, Roberto Biscarelli <strong>di</strong> Ruffia, Ludovico Scarfiotti e Cesare Goria Gatti firmò<br />

l’atto costitutivo della FIAT, <strong>di</strong> cui tenne la vicepresidenza. Morì in circostanze misteriose<br />

nel Castello <strong>di</strong> Agliè il 10 ottobre 1904 e fu sepolto nella Cappella gentilizia <strong>di</strong><br />

Fubine in cui l’anno seguente Leonardo Bistolfi, amico <strong>di</strong> lui e della sorella contessina<br />

Sofia, eresse quello splen<strong>di</strong>do monumento che costituisce una <strong>delle</strong> più notevoli<br />

espressioni della scultura funeraria del primo Novecento.


Il Cavaliere Volante<br />

LA STAMPA Lunedì 28 Marzo 2011<br />

Nella Cripta della Cappella Bricherasio <strong>di</strong> Fubine è sepolto anche il capitano Federico<br />

Caprilli (Livorno, 1868 Torino, 1907), che del conte Emanuele, suo compagno<br />

nella Scuola militare <strong>di</strong> Modena da cui uscì sottotenente del reggimento Piemonte<br />

Reale Cavalleria, fu per tutta la vita amico fraterno.<br />

Promosso tenente frequentò il corso magistrale a Pinerolo e quello complementare<br />

d’equitazione <strong>di</strong> campagna alla scuola <strong>di</strong> Tor <strong>di</strong> Quinto a Roma. I suoi ripetuti<br />

successi in gare e concorsi ippici favorirono la sua nomina a istruttore in vari corsi,<br />

in cui applicò il suo metodo audacemente innovativo, con cui rivoluzionò l’arte dell’equitazione,<br />

contrapponendo alla tecnica detta “<strong>di</strong> scuola” o “<strong>di</strong> maneggio” quella co-<br />

25


26<br />

siddetta “naturale”, da lui propagandata anche con vari scritti e articoli, e consistente<br />

nell’assecondare l’azione istintiva del cavallo, prima costretto a movimenti e atteggiamenti<br />

non naturali e a subire comportamenti del cavaliere che lo impacciavano e<br />

danneggiavano.<br />

La bontà della nuova scuola rifulse nel grande concorso ippico internazionale<br />

<strong>di</strong> Torino del 1902 (cui parteciparono più <strong>di</strong> 500 ufficiali <strong>di</strong> cavalleria provenienti da<br />

tutta Europa), in cui Caprilli, promosso l’anno prima Capitano, conquistò il titolo <strong>di</strong><br />

campione italiano, il premio dell’imperatore <strong>di</strong> Germania e, fuori gara, il record mon<strong>di</strong>ale<br />

in elevazione e in estensione. Vincitore nella primavera del 1907 del 1° premio<br />

per cavallo d’arma al Concorso ippico <strong>di</strong> Roma.<br />

Il 6 <strong>di</strong>cembre dello stesso anno Caprilli ando’da Pinerolo a Torino per un appuntamento<br />

galante al ristorante “Del Cambio”, ma pare che la dama non arrivo’mai.<br />

Monto’un cavallo, forse scartato dalla duchessa d’Aosta, e attraversò la città. Di lì a<br />

poco il morello tornò scosso alla scuderia ed i soccorsi trovarono il cavaliere con<br />

un’ampia frattura alla base cranica, talmente grave che il Capitano morì la mattina<br />

successiva a soli 39 anni.<br />

Ma se quando Federico Caprilli prese il cavallo lo stesso era tranquillo, cosa<br />

poteva averlo spaventato tanto da fuggire al galoppo? Pare che alcuni testimoni avessero<br />

u<strong>di</strong>to degli spari, ma non si seppe mai altro. Ancora pare che il cavaliere “precipito’con<br />

la testa in avanti”, mentre i me<strong>di</strong>ci scrissero <strong>di</strong> una frattura alla base del<br />

cranio.<br />

Questo e altri dubbi ancora oggi rendono misteriosa la drammatica morte del<br />

cavaliere volante, sia allora che adesso sorgono inquietanti interrogativi: perché sul<br />

letto <strong>di</strong> morte le uniche parole pronunciate furono “Fuoco – Fuoco “? Come mai fu<br />

subito cremato, ad<strong>di</strong>rittura il giorno seguente la sua morte e per <strong>di</strong> più senza autopsia?<br />

Come mai aveva scritto il proprio testamento a neanche trentanove anni?<br />

Romanzesca fu, in effetti, la sua vita,tanto che <strong>di</strong>etro le biografie più o meno ufficiali<br />

restano celati amori passionali, figure <strong>di</strong> nobildonne,attrici e mariti tra<strong>di</strong>ti: ma<br />

anche storie <strong>di</strong> sfide olimpiche , <strong>di</strong> militari gelosi <strong>delle</strong> sue capacità e <strong>di</strong> promozioni<br />

negate, fino al mistero più grande che circondò la sua morte.<br />

Fu cremato e, per questo, per molti anni le sue ceneri furono sepolte in terra<br />

sconsacrata. Solo anni dopo furono raccolte nella cripta della famiglia Bricherasio a<br />

Fubine.<br />

La sua sepoltura nella Cappella Bricherasio, da lui espressamente desiderata<br />

e voluta dalla contessina Sofia, sembrò accre<strong>di</strong>tare l’opinione dell’esistenza <strong>di</strong> un<br />

forte legame affettivo, forse anche prelu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> prossime nozze, tra i due giovani.


Il Cenacolo <strong>di</strong> Sofia <strong>di</strong> Bricherasio<br />

Il rapporto artistico tra la<br />

contessa e Lorenzo Delleani –<br />

sommo interprete della pittura<br />

piemontese <strong>di</strong> fine ottocento si<br />

fa risalire al 1886, data in cui il<br />

maestro fu ospite dei Conti <strong>di</strong><br />

Bricherasio nel castello <strong>di</strong> Fubine,<br />

ed in quello <strong>di</strong> Miradolo.<br />

Sofia <strong>di</strong>venne sua allieva,<br />

facendo notevoli progressi – soprattutto<br />

nella produzione <strong>di</strong> tavolette<br />

<strong>di</strong> paesaggio, <strong>di</strong>pinte dal<br />

vero con una tecnica rapida,<br />

tesa a cogliere l’impressione visiva<br />

– tanto da venire selezionata<br />

tra i pittori piemontesi per<br />

partecipare alla I e<strong>di</strong>zione della<br />

Biennale <strong>di</strong> Venezia.<br />

Sofia fu esponente <strong>di</strong> quel<br />

fenomeno culturale particolarmente<br />

<strong>di</strong>ffuso nel Piemonte<br />

dell’Ottocento, che va sotto il<br />

nome <strong>di</strong> “<strong>di</strong>lettantismo aristocratico”,<br />

sotto cui si raggrupparono<br />

quegli artisti che, per privilegio<br />

<strong>di</strong> nascita, potevano de<strong>di</strong>carsi<br />

alla pittura per puro <strong>di</strong>letto <strong>di</strong><br />

svago, senza le pressioni del<br />

mercato ed incombenze <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne<br />

pratico.<br />

La Contessa aveva creato<br />

un vero e proprio cenacolo artistico<br />

e culturale, i cui esponenti<br />

<strong>di</strong> spicco furono proprio il fratello<br />

Emanuele, lo scultore Bistolfi, il Cavaliere Caprilli ed il pittore Delleani il quale<br />

ebbe un intenso rapporto con il territorio alessandrino soprattutto con Fubine, sede<br />

del castello <strong>di</strong> cui proprio Sofia <strong>di</strong> Bricherasio fu proprietaria (oltre che <strong>di</strong> Palazzo Bricherasio<br />

<strong>di</strong> Torino e del Castello <strong>di</strong> Miradolo) fino al 1950, anno della sua morte.<br />

27


28<br />

La contessa Sofia <strong>di</strong> Bricherasio (1867 1950), ultima<br />

<strong>di</strong>scendente della famiglia, fu promotrice <strong>di</strong> numerose<br />

opere filantropiche tra cui l’e<strong>di</strong>ficazione, poco<br />

lontano dalla Cappella, dell’Asilo Infantile da lei stessa<br />

de<strong>di</strong>cato alla madre.<br />

Realizzato nei primissimi anni del Novecento, inizialmente<br />

progettato come residenza estiva del Conte<br />

<strong>di</strong> Bricherasio, fu donato successivamente dalla Contessina<br />

Sofia al Paese per ospitare un asilo infantile<br />

per i bambini della zona.<br />

Ampio fabbricato <strong>di</strong> gusto eclettico ed elevata<br />

qualità artistico architettonica, sfoggia sulla facciata principale una mirabile lapide<br />

commemorativa in bronzo, che risulta essere una pregevole scultura autografata da<br />

Leonardo Bistolfi.<br />

Dopo la morte della Contessina nel 1850, passò per un periodo all’Opera Missionaria<br />

Don Orione e ospitò per alcuni anni una struttura per anziani. Acquistata nel<br />

2000 dal Municipio e ristrutturata, accoglie ora la Scuola dell’Infanzia.<br />

Il Tramway<br />

Mezzo <strong>di</strong> locomozione del<br />

primo Novecento, che passava dal nostro<br />

paese nella zona che ancora oggi<br />

chiamiamo “La Stazione”. A pochi chilometri<br />

da Fubine, in Altavilla Monferrato,<br />

è visitabile il Museo del Tramway.


Lo Zio d’America<br />

Pietro Robotti, nato a Fubine nel 1900, emigrato poco più che ventenne a New<br />

York, riuscì ad affermarsi in breve tempo, <strong>di</strong>ventando proprietario dello Chateaux Richelieu,<br />

uno dei locali più lussuosi della metropoli. Nel 1984, ritiratosi dagli affari, si<br />

de<strong>di</strong>cò interamente ad opere <strong>di</strong> beneficienza, soprattutto a vantaggio del suo paese<br />

natale (a lui si devono, tra l’altro, il restauro della Chiesa Parrocchiale, parecchie importanti<br />

donazioni <strong>di</strong> immobili e la costruzione dell’imponente e<strong>di</strong>ficio scolastico inaugurato<br />

nel 1962 che ospita la scuola Primaria e Secondaria <strong>di</strong> primo grado,).<br />

La scuola “Pietro Robotti”, situata <strong>di</strong><br />

fronte a Palazzo Bricherasio e sud<strong>di</strong>visa<br />

in tre piani, ospita al primo livello la<br />

mensa e la palestra, al secondo la scuola<br />

primaria e la Biblioteca , al terzo la<br />

scuola secondaria <strong>di</strong> primo grado e l’aula<br />

multime<strong>di</strong>ale.<br />

La grande sensibilità e <strong>di</strong>sponibilità<br />

dello “Zio d’America” gli valsero gran<strong>di</strong> riconoscimenti<br />

nel campo della Cultura e<br />

dell’Arte.<br />

Il Comune riconobbe a lui e alla<br />

consorte la citta<strong>di</strong>nanza onoraria e intitolò<br />

loro una piazza ed una via del paese.<br />

Anche negli USA ottenne altri cospicui<br />

riconoscimenti, tra cui i più prestigiosi<br />

in campo Culinario, dove risaltano inoltre<br />

numerose pubblicazioni gastronomiche<br />

dei coniugi Robotti.<br />

Pietro Robotti morì a New York il 18<br />

febbraio 1988, <strong>di</strong>sponendo <strong>di</strong> essere sepolto<br />

a Fubine.<br />

29


30<br />

La Grappa<br />

Il Miele<br />

Gli antichi mestieri


E mentre le donne si de<strong>di</strong>cavano alle faccende <strong>di</strong> casa…<br />

… gli uomnini curavano la stalla<br />

31


32<br />

Curiosita’<br />

“Al RAVI”<br />

Il gruppo <strong>di</strong> musica folkloristica I Sunadur dal Ravi si è costituito a Fubine alcuni<br />

anni ad<strong>di</strong>etro allo scopo <strong>di</strong> riprendere un’antica tra<strong>di</strong>zione locale e contribuire a far<br />

conoscere aspetti della civiltà conta<strong>di</strong>na del passato, la cosiddetta “misica dal ravi”.<br />

Essi si esibiscono in <strong>di</strong>vertenti concerti <strong>di</strong> musica popolare in occasione <strong>di</strong> sagre e<br />

festeggiamenti, soprattutto in Piemonte, Lombar<strong>di</strong>a e Liguria.<br />

Strumento <strong>di</strong> musica e voce è la ‘rava’, che, cotta nel vino e seccata al sole, leviga<br />

ad arte un suono capace d’inven tar melo<strong>di</strong>è.


Sulle antiche Vie dei nostri <strong>San</strong>ti, tra Storia e Devozione<br />

<strong>San</strong> Critoforo<br />

MAGNO FUBINAE GAUDENT HONORE<br />

SANCTO CHRISTOFORO PROTECTORE<br />

Fubine gode <strong>di</strong> un grande onore essendone<br />

<strong>San</strong> Cristoforo il protettore<br />

ALTARE DI<br />

SAN CRISTOFORO<br />

Pala <strong>di</strong> Giovanni<br />

Stura del 1897 de<strong>di</strong>cata<br />

al SAnto Patrono <strong>di</strong> Fubine<br />

(in basso a destra lo<br />

stemma <strong>di</strong> Fubine con<br />

palo blu). altare e balaustre<br />

in marmo bianco su<br />

<strong>di</strong>esgno dell’Ing. Crescentino<br />

Castelli.<br />

Cristoforo, uomo<br />

<strong>di</strong> statura gigantesca <strong>di</strong><br />

stirpe Cananea si convertì<br />

al Cristianesimo e<br />

per esercizio <strong>di</strong> carità si<br />

<strong>di</strong>ede a trasportare da<br />

una riva all’altra <strong>di</strong> un<br />

fiume i passeggeri, sorretto<br />

da un lungo bastone,<br />

sinchè un giorno<br />

trasportò un bambino<br />

che <strong>di</strong>veniva sempre più<br />

pesante: era Cristo, il<br />

sorrettore del mondo.<br />

Fu martire (spellato<br />

vivo) in Licia sotto Decio<br />

imperatore romano…<br />

249-251 d.C.<br />

Nel me<strong>di</strong>oevo fu<br />

invocato contro la peste.<br />

<strong>San</strong> Cristoforo è il<br />

protettore degli automobilisti<br />

nominato dal Papa<br />

Pio XII nel 1954, la sua<br />

festa si celebra il 25 Luglio.<br />

33


34<br />

Adorazione della Croce<br />

Tela seicentesca posta nella prima Cappella <strong>di</strong> sinistra a lato dell’ingresso della<br />

Chiesa Nostra Signora del Carmine. Rappresenta quattro <strong>San</strong>ti in adorazione del Cristo<br />

sulla croce: da sinistra <strong>San</strong> Cristoforo con Gesù bambino alato sulle spalle e il<br />

Bordone da pellegrino, <strong>San</strong> Francesco, probabilmente <strong>San</strong> Domenico ed un <strong>San</strong>to<br />

della Legione Tebea.


<strong>San</strong> Sebastiano<br />

La struttura originaria della Chiesa <strong>di</strong> <strong>San</strong> Sebastiano già sede della confraternita<br />

dei S.S. Apostoli, è stata abbattuta nel dopoguerra perché era pericolante. Nel sito<br />

omonimo è stata eretta in seguito una Cappella Devozionale (privata) che contiene<br />

tuttora la magnifica statua originaria <strong>di</strong> <strong>San</strong> Sebastiano.<br />

QUESTA DEVOTA CAPPELLA<br />

IN RICORDO DELL’ANTICO S.SEBASTIANO<br />

A CURA DELLA FAMIGLIA BIGOTTO<br />

FU BENEDETTA NELL’ANNO MARIANO 1954<br />

ESSENDO VESCOVO DI CASALE<br />

S.E. MONS. GIUS. ANGRISANI<br />

ARCIPRETE DELLA PARROCCHIA<br />

IL DOTT. D.EMILIO BUZIO<br />

PER LA GLORIA DI DIO<br />

PER LE PENE DELLE ANIME<br />

35


36<br />

Il Piemonte del Gusto<br />

Genuinita’ e sapori della tra<strong>di</strong>zione<br />

L ’Asparago<br />

La produzione agricola del paese vanta una particolarità che è impossibile ignorare:<br />

la coltivazione dell’Asparago. Anticamente molto sviluppata fra le colline Fubinesi,<br />

negli anni recenti ha avuto un nuovo incremento dal “Progetto Asparagi”,<br />

presentato nel 2005, dall’allora sindaco Giovan Battista Baucia, in collaborazione con<br />

Michele Bau<strong>di</strong>no, responsabile dei progetti sviluppati dall’Istituto Creso <strong>di</strong> Borgo <strong>San</strong><br />

Dalmazzo, Davide <strong>San</strong>dalo, assessore all’Agricoltura della Provincia <strong>di</strong> Alessandria e<br />

Oliviero Berola dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte.<br />

L’Asparago (Asparagus Officinalis) è una pianta <strong>di</strong>oica (maschio femmina, il maschio<br />

è più produttivo, ma più piccolo), costituita da una parte ipogea,(zampa) a vita<br />

poliennale e da una parte aerea annuale i cui germogli (turrioni) rappresentano la<br />

parte commestibile della pianta. Ha bisogno <strong>di</strong> terreni sabbiosi, sciolti, ricchi <strong>di</strong> sostanza<br />

organica, freschi ma ben drenati; per una buona emissione dei turrioni il terreno<br />

non deve raggiungere i minimi termici dei 12° e non deve superare i 35°.<br />

La preparazione del terreno prevede un’aratura profonda con ripuntatura e a<br />

seguire la fresatura e l’erpicatura. I solchi che accoglieranno le zampe dovranno essere<br />

profon<strong>di</strong> un metro e venti, un metro e quaranta e dovranno avere una profon<strong>di</strong>tà<br />

<strong>di</strong> 25/30 centimetri. L’impianto <strong>di</strong> asparagiaia con le zampe è da costituirsi fra febbraio<br />

e aprile, mentre per il trapianto <strong>delle</strong> piantine<br />

si procede a partire da giugno a inizio luglio.<br />

La produzione annuale è variabile: i dati piemontesi<br />

parlano <strong>di</strong> 27/30 quintali per ettaro,<br />

ma con una buona gestione della raccolta<br />

che prevede la sospensione del taglio<br />

quando i turrioni iniziano ad essere ormai<br />

piccoli, si possono raggiungere anche 90 –<br />

100 quintali per ettaro.<br />

Nella nostra zona viene coltivato<br />

l’asparago verde: la varietà Marte, definito il<br />

più bell’ibrido italiano, <strong>di</strong> color verde intenso,<br />

che mantiene le brattee molto chiuse, è<br />

lungo oltre 25 centimetri. Interessante anche<br />

la varietà Eros, altro ibrido italiano <strong>di</strong> color<br />

più violaceo e con turrioni poco fibrosi.<br />

Produttori agricoli locali:<br />

Azienda Agricola Margaria Gian Luca<br />

Azienda Agricola Riva Angelo<br />

Azienda Agricola Montiglio Francesco


FUBINE<br />

Con il patrocinio del Comune,<br />

la Pro Loco <strong>di</strong> Fubine organizza la<br />

Domenica 8 Maggio<br />

dalle ore 10,00 alle ore 19,00<br />

TUTTO IL GIORNO AI CAMPI CERRINA<br />

ESPOSIZIONE E VENDITA DEGLI ASPARAGI<br />

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TRASMISSIONE TELEVISIVA DI RAI DUE<br />

5 ! # !<br />

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ENOGASTRONOMICI<br />

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BALILLA, ALFA SPIDER ecc. A PARTIRE DAGLI ANNI<br />

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ESPOSIZIONE E DIMOSTRAZIONE DELLA<br />

TREBBIATURA DI UNA VOLTA CON TRATTORI A<br />

TESTA CALDA IN MINIATURA<br />

ESPOSIZIONE DELLA PITTURA SU CERAMICA E<br />

PORCELLANA<br />

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1 6 8 2! 1 4 4 3 28 8 76 843 8" 4 8<br />

3 4 4 3 28" 2 848" 46 8" 41 1 48<br />

48 81 3 43 8 2! ! 28 28 2 41 1 2<br />

' + - - & 8 8 8+ - - & 8 8 8 84 ( ) . .0/ & 8 ) + * $ .* + 8( 0/ 8) .( ( .8, ) & % .8<br />

CUCINA TIPICA A BASE DI ASPARAGI<br />

" )<br />

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PRESSO I CAMPI CERRINA<br />

43 7 8<br />

FRITTATA DI ASPARAGI PENNE CON ASPARAGI<br />

08! 0( 08 8 8INVOLTINI<br />

DI ASPARAGI ARROSTO<br />

1 0% 8 8 8AFFETTATI<br />

MISTI<br />

DOLCE<br />

Sagra dell’Asparago<br />

Nata nel 1974, dall’abbondanza dell’ortaggio che aveva trovato il massimo fulgore<br />

della sua produzione, <strong>di</strong> anno in anno la sagra viene riproposta ed ha già raggiunto<br />

la trentottesima e<strong>di</strong>zione. A completare la kermesse gastronomica con ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>retta<br />

del prodotto da parte dei produttori agricoli e servizio ristorazione incentrato sull’ortaggio<br />

tipico <strong>di</strong> Fubine, oltre ad intrattenimenti per tutta la famiglia.<br />

37


38<br />

La Razza Bovina Piemontese<br />

La razza bovina Piemontese è una<br />

razza da carne <strong>di</strong> taglia me<strong>di</strong>a che<br />

trasforma molto bene il foraggio in<br />

carne e che fornisce un’alta resa alla<br />

macellazione con quantità <strong>di</strong> tagli<br />

commerciali superiore a quella <strong>di</strong><br />

altre razze <strong>di</strong> taglia più grande. Inoltre<br />

la vacca Piemontese vanta una<br />

produzione <strong>di</strong> latte più che sufficiente<br />

alle esigenze <strong>di</strong> mantenimento<br />

del vitello, derivante dalla<br />

duplice attitu<strong>di</strong>ne per la quale la<br />

razza era selezionata nel passato.<br />

Alcuni allevatori <strong>di</strong> Piemontese, in particolare quelli <strong>delle</strong> zone <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong><br />

formaggi tipici, utilizzano questa produzione aggiuntiva per la trasformazione. I formaggi<br />

quali il Castelmagno, il Bra, il Raschera e molte <strong>delle</strong> tome provenienti dalle<br />

vallate Piemontesi sono prodotti con il latte ottenuto dalla Piemontese.<br />

La Piemontese è una razza longeva, che <strong>di</strong>mostra una buona adattabilità ai<br />

climi più <strong>di</strong>versi e che risponde bene sia nell’allevamento stallino, sia in quello brado<br />

o semibrado.<br />

La vacca Piemontese può essere allevata vantaggiosamente non solo sui pascoli<br />

pianeggianti e collinari, ma anche su quelli montani più poveri, perché è un’ottima<br />

trasformatrice dell’alimento e<br />

adattabile alle con<strong>di</strong>zioni ambientali<br />

più <strong>di</strong>verse.<br />

Parlando oggi <strong>di</strong> razza Piemontese<br />

si intende la razza bovina<br />

italiana da carne più <strong>di</strong>ffusa,<br />

una razza con caratteristiche <strong>di</strong><br />

alto pregio sia a livello organolettico<br />

che <strong>di</strong> resa al macello. Ma,<br />

forse, non tutti sanno che la Piemontese<br />

sembra avere un origine<br />

antichissima ed estremamente<br />

suggestiva.


Sulla base dei reperti archeologici, <strong>delle</strong> iscrizioni rupestri e dei residui fossili<br />

rinvenuti si è tracciata la storia antica che vede come progenitore un bovino del tipo<br />

Aurochs, che già fin dal pleistocene e cioè prima ancora che in altre regioni del continente<br />

euro asiatico avesse inizio la domesticazione, popolava tutto il settore piemontese,<br />

dove da un lato le montagne e dall’altro vaste zone lacustri e acquitrinose,<br />

rappresentavano una sorta <strong>di</strong> barriera naturale.<br />

Su questa vita tranquilla, in un periodo compreso tra il paleolitico me<strong>di</strong>o e superiore,<br />

nell'area piemontese si assiste ad una penetrazione massiccia <strong>di</strong> un altro<br />

gruppo etnico che si mescola e si fonde con quello preesistente determinando una<br />

nuova razza che presenta le nette caratteristiche della Piemontese attuale.<br />

Si tratta <strong>di</strong> Zebu’, provenienti dal Pakistan Occidentale, da dove, per ragioni<br />

ignote ed in breve tempo, sono giunti in <strong>di</strong>versi settori del continente europeo. L’ondata<br />

migratoria chiude la sua corsa nella trappola piemontese; l’arco alpino sbarra il<br />

passo ed il soggiorno <strong>di</strong>venta obbligato.<br />

Con gradualità la popolazione Aurochs e quella Zebuina si fondono originando<br />

nel tempo quella che è la razza Piemontese.<br />

Meeting della Razza Piemontese<br />

Dal 2005 l’Amministrazione comunale ha ripristinato la tra<strong>di</strong>zionale<br />

FIERA DEL BESTIAME in località Valcasale<br />

Ogni anno in occasione della Festa Patronale<br />

Con la collaborazione <strong>di</strong> ANABORAPI<br />

Esposizione <strong>di</strong> Bestiame e Macchine Agricole<br />

In mattinata<br />

– Gara <strong>di</strong> Valutazione dei soggetti presentati con commento dei Tecnici<br />

– Anaborapi sulle modalità <strong>di</strong> presentazione e sul valore tecnico<br />

– Premiazione dei vincitori della gara e degli allevatori.<br />

39


40<br />

Allevamento <strong>di</strong> capre <strong>di</strong> razza Roccaverano<br />

Su 100.000 metri quadrati <strong>di</strong> campi crescono<br />

fieno ed erba me<strong>di</strong>ca gustosi e ricchi, coltivati secondo<br />

i ritmi della natura senza aggiungere nulla: né fertilizzanti<br />

né pestici<strong>di</strong>. Il momento per la raccolta del foraggio<br />

viene scelto con attenzione per garantire un cibo<br />

sano e nutriente alle nostre capre regine. Già, le protagoniste<br />

sono loro, le capre regine che vengono seguite,<br />

vezzeggiate e coccolate perchè siano contente <strong>di</strong> produrre<br />

tanto latte buono e sano. L’allevamento non è<br />

però <strong>di</strong> tipo intensivo perchè nelle belle giornate, così<br />

frequenti qui nel Monferrato, alle regine viene offerta la<br />

possibilità <strong>di</strong> pascolare in gran<strong>di</strong> recinti all’aperto.<br />

Alla Fattoria<br />

della Capra Regina<br />

viene allevata in purezza<br />

la razza <strong>di</strong><br />

Roccaverano, nonostante essa venga reputata<br />

meno produttiva <strong>di</strong> altre. La Roccaverano è l’unica<br />

razza caprina autoctona della nostra zona ed è a<br />

rischio <strong>di</strong> estinzione. Nell’allevamento si producono:<br />

latte <strong>di</strong> capra; robiole fresche <strong>di</strong> latte crudo, yogurt <strong>di</strong> latte <strong>di</strong> capra a basso<br />

contenuto <strong>di</strong> lattosio, in<strong>di</strong>cato in regimi <strong>di</strong>etetici per intolleranze alimentari.<br />

La Fattoria della Capra Regina<br />

Cascina Maimona – Via per Cuccaro n. 36 Tel. 347 / 317 00 09<br />

e mail macoizet@live.it www.capraregina.it<br />

Miele<br />

Laboratorio Margaria Gianluca<br />

Miele d’Acacia e Millefiori Aperto tutti i giorni anche festivi Tel. 0131 / 77 83 68


Vini<br />

Enosis<br />

Cascina Meraviglia Via per Cuccaro, 19<br />

Tel. +39 0131 798311 – Fax 0131 798399<br />

www.enosis.it enosis@enosis.it<br />

Enosis è il nome che Donato Lanati ha<br />

dato al suo Centro <strong>di</strong> consulenza e ricerca enologica,<br />

fondato nel 1990 a Cuccaro Monferrato e <strong>di</strong> recente trasferito nella nuova, avveniristica<br />

sede <strong>di</strong> Fubine.<br />

Dalla sommità <strong>di</strong> un colle dell’amato Monferrato, dalla finestra dell’antica Cascina<br />

Meraviglia, appartenuta un tempo ai Conti Cacherano <strong>di</strong> Bricherasio, Donato<br />

Lanati non si limita a osservare l’evoluzione del mondo vinicolo con il suo sguardo<br />

penetrante e <strong>di</strong>vertito al tempo stesso. Anzi, grazie al più avanzato laboratorio d’Europa,<br />

scende in campo ogni giorno insieme ad aziende, produttori, <strong>di</strong>stributori, università<br />

ed enti per comprendere e far comprendere tutto ciò che è racchiuso in un<br />

acino d’uva. Attraverso la ricerca pura e applicata si conducono indagini mirate a evidenziare<br />

le caratteristiche <strong>di</strong> tipicità e territorialità <strong>delle</strong> uve e su <strong>di</strong> esse si progettano<br />

e si sperimentano passaggi <strong>di</strong> vinificazione innovativi.<br />

Enosis persegue un obiettivo molto chiaro: garantire al consumatore sicurezza<br />

alimentare e vini in cui sia facilmente percepibile il legame tra varietà <strong>di</strong> uva e territorio<br />

<strong>di</strong> origine. La qualità <strong>di</strong> un vino è fatta <strong>di</strong> sottili sfumature che vanno identificate per<br />

essere conservate, protette e valorizzate.<br />

41


42<br />

Chi ama il vino è consapevole del valore del tempo, e dell’importanza <strong>di</strong> farlo<br />

fruttare nella maniera migliore.<br />

Per questo Enosis dà grande spazio alla ricerca applicata <strong>di</strong>rettamente sul<br />

campo: attraverso tecniche mirate vengono accelerati i processi <strong>di</strong> indagine che<br />

prima richiedevano microvinificazioni <strong>di</strong> due o tre anni. Ciò è possibile soprattutto<br />

grazie all’esperienza e all’intuito dei ricercatori che operano a fianco degli enologi. La<br />

chimica consente infatti <strong>di</strong> cogliere l’attimo preciso in cui il gene <strong>di</strong> una determinata<br />

vite si esprime al meglio in un preciso ambiente, anticipando inoltre le caratteristiche<br />

del vino nel breve, me<strong>di</strong>o e lungo periodo. In tal modo si dà particolare importanza<br />

alle caratteristiche <strong>di</strong> tipicità e territorialità <strong>delle</strong> uve, progettando e ponendo in essere<br />

passaggi <strong>di</strong> vinificazione innovativi.<br />

Fiore all’occhiello <strong>di</strong> Enosis è infatti il vigneto sperimentale <strong>di</strong> 2,5 ettari per lo<br />

stu<strong>di</strong>o sul campo <strong>di</strong> ben 37 varietà autoctone italiane. ll vino è materia viva, che sprigiona<br />

profumi, colori e sapori. Gli stessi che l’uva ha estratto dalla terra nella quale è<br />

stata coltivata.<br />

La <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> queste sue qualità è uno dei compiti principali <strong>di</strong> Enosis, che offre<br />

alle aziende vitivinicole una consulenza qualificata nel preservare e valorizzare i vitigni<br />

autoctoni.<br />

Con la stessa cura de<strong>di</strong>cata alla coltivazione dei vitigni, Enosis si de<strong>di</strong>ca alla<br />

formazione dei futuri esperti <strong>di</strong> vino.<br />

La struttura offre i suoi spazi come sede <strong>di</strong>staccata dell’ultimo anno della Laurea<br />

Specialistica in Enologia della Facoltà <strong>di</strong> Agraria dell’Università <strong>di</strong> Torino, mettendo a<br />

<strong>di</strong>sposizione degli studenti sia le tecnologie più avanzate sia una “idea forte” della missione<br />

dell’enologo. Il vigneto non viene visto come una semplice area <strong>di</strong> produzione<br />

ma come un tassello inserito nel mosaico dell’ecosistema, che partecipa alla gestione<br />

e all’estetica del territorio svolgendo nel contempo una precisa funzione sociale.<br />

Una particolare sala è riservata a lezioni e degustazioni: i 60 posti sono dotati<br />

<strong>di</strong> lampade che schermano il colore, umi<strong>di</strong>tà e temperatura e vengono costantemente<br />

controllate, ed è attivo un sistema <strong>di</strong> traduzione simultanea che consente l’organizzazione<br />

<strong>di</strong> meeting con i massimi esperti mon<strong>di</strong>ali del settore.<br />

Per conoscere davvero un vino occorre umiltà. L’umiltà <strong>di</strong> indagare la storia, <strong>di</strong><br />

ricostruire le modalità attraverso le quali un particolare vitigno è entrato in quella determinata<br />

società conta<strong>di</strong>na, perché è stato scelto e soprattutto come quell’ambiente<br />

abbia sollecitato alcuni geni anziché altri. La verità va sempre cercata nella tra<strong>di</strong>zione<br />

e nel territorio.<br />

Per questo Enosis è sede <strong>di</strong> lezioni universitarie e luogo privilegiato per convegni,<br />

seminari e attività <strong>di</strong> formazione rivolte ai professionisti del vino. Tutta l’attività <strong>di</strong><br />

consulenza punta infatti a far crescere una enologia fiera dei propri prodotti originali,<br />

derivati da vitigni autoctoni, <strong>di</strong>stinguibili sui mercati perché frutto esclusivo <strong>di</strong> un particolare<br />

territorio. E punta nel contempo a trasferire a chi degusterà questi vini tutti<br />

gli strumenti culturali necessari per riconoscerne la qualità.


Rispettare il vino nella sua essenza significa rispettare coloro ai quali è destinato.<br />

Per tutelare i consumatori, Enosis attua per conto <strong>di</strong> enti pubblici, aziende private<br />

e società <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione continue verifiche della tracciabilità e della trasparenza<br />

dei vini in commercio. Il controllo non si limita all’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> un possibile rischio<br />

alimentare, ma si concentra essenzialmente sulla veri<strong>di</strong>cità <strong>delle</strong> informazioni fornite<br />

sull’etichetta. Solo la serietà dei produttori può conservare il valore del vino e consolidare<br />

il legame con un consumatore sempre più attento ed esigente; solo con onestà<br />

e trasparenza si permetterà <strong>di</strong> rafforzare quella posizione <strong>di</strong> prestigio che spetta <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ritto ai vini italiani.<br />

Un ringraziamento particolare viene rivolto dal comune <strong>di</strong> Fubine ad ENOSIS per<br />

la donazione <strong>di</strong> un numero cospicuo <strong>di</strong> bottiglie <strong>di</strong> vino rosso pregiato, a suggello<br />

<strong>di</strong> una collaborazione e <strong>di</strong> obiettivi comuni quali la valorizzazione e promozione<br />

del territorio e dei suoi prodotti.<br />

Azienda Agricola Colle Manora<br />

Via Bozzola, 5 15044 Quargnento (AL)<br />

Tel. +39 0131 21.92.52 Fax +39 0131 21.92.66<br />

info@collemanora.it www.collemanora.it<br />

SPACCIO Fubine Corso Aldo Porro n.13 Tel. 0131/ 32 00 02<br />

Colle Manora è situata in cima ad una collina nel dolce paesaggio monferrino,<br />

al centro <strong>di</strong> un anfiteatro circondato a nord e ad est da boschi d’acacia, querce e ciliegi<br />

selvatici.<br />

La proprietà, a cavallo tra il comune <strong>di</strong> Quargnento e Fubine Monferrato, è <strong>di</strong><br />

circa 75 ettari, <strong>di</strong> cui 20 coltivati a vigneto. La zona dove sorge la tenuta gode <strong>di</strong> un<br />

favorevole microclima ed il terreno argilloso d’origine miocenica, con le vigne che<br />

scendono lungo le colline esposte a sud, è particolarmente adatto alla vite.<br />

43


44<br />

In questa oasi del Monferrato, pur rendendo il doveroso omaggio alla tra<strong>di</strong>zione<br />

e vocazione vitivinicola <strong>di</strong> queste colline, accanto ai tra<strong>di</strong>zionali vigneti <strong>di</strong> Barbera<br />

abbiamo voluto introdurre altre varietà nobili quali Sauvignon, Chardonnay, Pinot<br />

Nero, Cabernet Sauvignon, Merlot ed innovativi come l’Albarossa, per aggiungere<br />

complessità ad alcuni vini, ben consapevoli del forte carattere del territorio.<br />

La filosofia dell’azienda consiste unicamente nel produrre vini <strong>di</strong> qualità, lavorando<br />

innanzitutto nel vigneto, al quale vengono de<strong>di</strong>cate assidue cure colturali, con<br />

forme <strong>di</strong> trattamento rigidamente naturali <strong>delle</strong> viti nel completo rispetto dell’ambiente.<br />

La produzione per ettaro viene accuratamente ridotta, me<strong>di</strong>ante potature corte<br />

e pratiche <strong>di</strong> <strong>di</strong>radamento, per poter sfruttare al massimo la potenzialità della vite,<br />

permettendole <strong>di</strong> esprimere tutti i suoi aromi con una bassa resa non solo per ettaro<br />

e per singola pianta, ma riducendo il peso <strong>di</strong> ogni grappolo. La vinificazione si svolge<br />

in una moderna cantina ad alta tecnologia e viene seguita in tutte le sue fasi da un<br />

enologo <strong>di</strong> riconosciuta professionalità come Donato Lanati, consulente <strong>di</strong> alcune<br />

<strong>delle</strong> migliori aziende vinicole italiane. La fermentazione e l’affinamento <strong>di</strong> alcuni vini<br />

si svolge in piccoli fusti <strong>di</strong> rovere francese schierati in una moderna barricaia a temperatura<br />

e umi<strong>di</strong>tà controllata, dando al vino il tempo <strong>di</strong> maturare compiutamente e<br />

con la costante preoccupazione <strong>di</strong> usare il legno come uno strumento <strong>di</strong> cantina<br />

senza che prevalga in alcun modo, al profumo e al gusto, sul carattere varietale del<br />

vino e sulla purezza ed intensità del frutto.<br />

Casa Vinicola Mario Pastorello<br />

Via S. Cristoforo 6 - Fubine<br />

info 390131217778 - 3334634060<br />

Mail: pastorello-mario@libero.it<br />

www.pastorellovini.it<br />

Ultima, ma non <strong>di</strong> minore importanza,<br />

è l’azienda agricola Fubinese che<br />

produce il “Madò”, definito “vino rosso per<br />

passione”.<br />

E’ un’esclusiva <strong>di</strong> Mario Pastorello,<br />

un vino dal profumo <strong>di</strong> frutta rossa matura,<br />

dal sapore ampio e caldo, ottenuto<br />

da uve nere vinificate secondo regole precise<br />

e con metodo manuale.


<strong>di</strong> Fubine<br />

Il Granoturco<br />

Azienda Agricola Longo Mauro<br />

www.polenta<strong>di</strong>unavolta.com<br />

Via della Repubblica 11/A<br />

15043 Fubine (AL)<br />

Tel./Fax 0131/778656<br />

Cell. 330510129<br />

e mail: polenta<strong>di</strong>unavolta@hotmail.com<br />

Blog: http://polenta<strong>di</strong>unavolta.spaces.live.com/<br />

Il mais marano è stato selezionato circa un secolo fa; esso è frutto <strong>di</strong> un incrocio<br />

tra due varietà <strong>di</strong> mais, il Nostrano e il Pignoletto d’oro. A compiere questa esperimento<br />

fu Antonio Fioretti, agricoltore <strong>di</strong> Marano Vicentino. Dal luogo in cui avvenne<br />

la selezione il mais prese il nome “marano”. Le sue pannocchie sono piccole con<br />

chicchi rosso aranciato, ton<strong>di</strong>, serrati e luci<strong>di</strong> che danno una farina vitrea, ricca <strong>di</strong><br />

proteine e <strong>di</strong> inconfon<strong>di</strong>bile sapore. Proprio queste caratteristiche hanno fatto sì che<br />

questo mais si sia <strong>di</strong>ffuso in tutto il nord Italia, e non solo, arrivando qui in Piemonte<br />

nello scorso secolo e <strong>di</strong>ventando la varietà <strong>di</strong> granoturco più <strong>di</strong>ffusa. Con gli anni ‘50 -<br />

‘60 arrivarono i primi mais ibri<strong>di</strong> che, pur avendo caratteristiche qualitative inferiori,<br />

garantivano una resa produttiva molto più elevata e soppiantarono il marano.<br />

Negli ultimi anni cercando <strong>di</strong> riscoprire i sapori <strong>di</strong> un tempo, grazie a pochi agricoltori<br />

che avevano continuato, anche se in piccole quantità, a coltivare il marano<br />

preservandone la specie, si è tornati a produrre questa antica varietà. Certo il marano<br />

non può competere con gli ibri<strong>di</strong> in quantità produttiva per ettaro (poichè se ne produce<br />

circa 7 volte meno), ma <strong>di</strong> sicuro è superlativo nella produzione <strong>di</strong> gusto!<br />

L’azienda agricola Longo Mauro produce farina da polenta <strong>di</strong> mais “marano”,<br />

seme autoctono selezionato annualmente. Il processo produttivo interamente eseguito<br />

in azienda e la macina a pietra fanno sì che si ottenga un prodotto <strong>di</strong> “nicchia”<br />

d’alta qualità. Farina integrale <strong>di</strong> mais marano, originario italiano, macinato a pietra,<br />

non ibrido, non transgenico, coltivato e prodotto sulle colline del Monferrato con tecniche<br />

ecocompatibili a basso impatto ambientale.<br />

Con la farina <strong>di</strong> mais si producono, oltre alla pregiata polenta, quattro gustosi<br />

prodotti <strong>di</strong> pasticceria e panificazione: grissini, paste <strong>di</strong> meliga, monferrini, lingue.<br />

Ricette: polenta; Polentine (biscotti <strong>di</strong> polenta); Gialletti; Torta con farina <strong>di</strong> mais;<br />

Torta <strong>di</strong> polenta; Polenta fritta col formaggio; Polenta e fonduta oppue asino oppure<br />

stufato o ancora fagioli.<br />

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46<br />

I piatti della tra<strong>di</strong>zione piemontese<br />

Presentati dalla Pro Loco Fubinese<br />

Fubine vanta una ricca tra<strong>di</strong>zione enogastronomica, che nel corso della trasmissione<br />

televisiva “Mezzogiorno in Famiglia” è stata presentata in sontuose tavolate.<br />

L’enogastronomia fubinese è particolarmente ricca <strong>di</strong> sapori, rispecchiando in pieno<br />

la tra<strong>di</strong>zione regionale piemontese. Sono le colline del vino, dove non mancano in<br />

tavola le prelibatezze.<br />

Ecco in sintesi l’essenza della cucina tipica locale:


Friciula con tagliere <strong>di</strong> salumi (salame cotto - cacciatore - lardo)<br />

Pepite d’oro <strong>di</strong> Fubine<br />

Crostini con pesto <strong>di</strong> Asparagi<br />

Fritto misto alla piemontese<br />

Fonduta fubinese<br />

Bolliti misti con Bagnetto verde e rosso<br />

Sorbetto <strong>di</strong> Asparagi<br />

Antipasti<br />

Peperoni in Bagna Cauda – Torta rustica con affettati misti – Antipasto <strong>di</strong> Topinanbur<br />

con uvetta e pinoli – Frittata <strong>di</strong> Cipolla – Sformato <strong>di</strong> porro – Petto <strong>di</strong> pollo in carpione<br />

– Carne cruda alla piemontese – Antica tartrà frittate <strong>di</strong> Asparagi Bagna cauda – aspic<br />

<strong>di</strong> asparagi con pollo – Asparagi mimosa Frittate <strong>di</strong> Ortiche –Involtini <strong>di</strong> asparagi con<br />

prosciutto<br />

Primi<br />

Risotto agli asparagi – Risotto <strong>di</strong> <strong>San</strong> Cristoforo Agnolotti alla piemontese Tajarin al<br />

sugo <strong>di</strong> cinghiale – Tagliolini con springole (spugnole , funghi) Zuppa <strong>di</strong> ceci – Tagliatelle<br />

alle ortiche – Maltagliati con fagioli Rabaton <strong>di</strong> Alessandria – Gnocchi monferrini<br />

al sugo <strong>di</strong> salsiccia Gnocchi alla fonduta fubinese<br />

Secon<strong>di</strong><br />

Arrosto <strong>di</strong> fassone piemontese Spezzattino <strong>di</strong> cinghiale – Pollo alla cacciatora – Frattaglie<br />

della nonna – Coniglio in umido Selvaggina Polenta e lepre – Uova in camicia<br />

in carpione<br />

Formaggi<br />

Freschi e stagionati con mostarda <strong>di</strong> peperoncino rosso e mostarda d’uva<br />

Dolci<br />

Bunet Panna Cotta Torta <strong>di</strong> zucca monferrina – Semifreddo <strong>di</strong> amaretti – Semifreddo<br />

<strong>di</strong> torrone – Torta <strong>di</strong> Mele – Torta <strong>di</strong> nocciole Timballo <strong>di</strong> pere fubinese – Salame <strong>di</strong><br />

cioccolato – Tirà – Bu<strong>di</strong>no della nonna – Torcetti del Campanà con zabaglione <strong>di</strong> vino<br />

moscato – Pesche ripiene all’amaretto al forno – Torta <strong>di</strong> sirass ( ricotta <strong>di</strong> latte vaccino<br />

piemontese) – Pum e Peier smuià – Turton ala fibineisa<br />

Frittelle dolci <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Giuseppe</strong>: Fricio’<br />

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Risotto al Castelmagno e Asparagi<br />

Ricette<br />

Ingre<strong>di</strong>enti:<br />

200 hg <strong>di</strong> asparagi freschi varietà Marte oppure Eros (<strong>di</strong> Fubine) - 360 gr <strong>di</strong> riso superfino<br />

- 150 gr <strong>di</strong> Castelmagno - 1/2 cipolla - 1 litro <strong>di</strong> brodo - 40gr <strong>di</strong> grana Parmigiano<br />

- 40 gr <strong>di</strong> burro - sale e pepe<br />

Preparazione<br />

Fate sciogliere 10 gr <strong>di</strong> burro in una casseruola, unite la cipolla tritata e fate rosolare<br />

leggermente, unite le punte <strong>di</strong> asparagi, lasciare rosolare a fuoco lento alcuni minuti,<br />

quin<strong>di</strong> unite il riso. Fate tostare e bagnate con il brodo bollente. Salate e pepate.<br />

Conque minuti prima <strong>di</strong> concludere la cottura unite il Castelmagno tagliato a da<strong>di</strong>ni;<br />

mescolate, quando il riso è pronto spegnete la fiamma e mantecate il burro rimasto<br />

e il grana. Servire caldo.


RISTORANTI<br />

AI DUE OLMI<br />

Via Pietro Longo n. 14<br />

Tel. 0131/77 81 38<br />

Chiusura martedì sera<br />

Coperti 90<br />

Prezzo €. 25,00/30,00<br />

Piatto tipico:<br />

Agnolotti<br />

Specialità:<br />

Fritto misto alla piemontese<br />

Ospitalita’<br />

Circolo dell’Amicizia CASA DEL POPOLO<br />

Via M. Balestrero n. 16 Tel. 320 / 11 06 506<br />

Pizzeria e cucina tipica - CHIUSO MARTEDI’<br />

BAR<br />

IL BIANCOSPINO<br />

Regione Fugazza n.8<br />

Tel. 0131.778779<br />

Cell. 340.1638181<br />

Chiusura Lunedì<br />

Coperti 40<br />

Prezzo €. 25,00/30,00<br />

Piatto tipico:<br />

Agnolotti e Brasato <strong>di</strong> Fassone<br />

www.ristoranteilbiancospino.it<br />

Bar <strong>di</strong> sotto s.n.c. Corso Aldo Porro n. 22 Tel. 0131 / 79 89 72<br />

Tavola calda – SNAI – SISAL – Sale bigliardo<br />

Bar MAGALI <strong>di</strong> Bonifaci Paola, Piazza Matteotti n.7 Tel. 346/32 044 36<br />

Caffè Gelateria - Giorno <strong>di</strong> chiusura LUNEDI’<br />

Bar SPORT Piazza Matteotti. 2 Tabaccheria E<strong>di</strong>cola<br />

Tavola Fredda Gelateria - Giorno <strong>di</strong> chiusura MERCOLEDI’<br />

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GASTRONOMIE<br />

Percivalle Marco Laboratorio Pasta fresca Rosticceria – Specialità agnolotti<br />

Via Pietro Longo n. 1 Tel. 0131 77 87 01 Aperto domenica mattina Chiuso lunedì<br />

Enolocanda Gaia s.n.c. <strong>di</strong> S.Giumelli & A.Zecchetti<br />

Specialità romane e prodotti a Km zero Corso A.Porro 15 Tel. 0131/ 32 00 18<br />

CIOCCOLATERIA – PASTICCERIA GELATERIA<br />

Sesto Senso il Cioccolato <strong>di</strong> Costanzo William<br />

Torte per cerimonie Via P. Longo n. 5 Tel. 0131 / 32 00 35<br />

Chiusura Lune<strong>di</strong>’tutto il giorno<br />

PANETTERIA Colomba Bianca <strong>di</strong> Vasile Maurizio<br />

Via P.Longo n. 22 Tel. 0131 / 77 87 76 Panetteria e pasticceria produzione propria –<br />

Pizzeria da asporto alla sera – aperto domenica mattina<br />

BED & BREAKFAST<br />

BOSCHETTO **<br />

Strada Bordona 4<br />

tel. 334/ 3694025<br />

sito: ilboschetto.jimdo.com<br />

3 Camere doppie<br />

(con possibilità aggiunta posto letto)<br />

Si accettano cani<br />

Prezzo €. 25,00/30,00 a persona


LECC E LACC **<br />

Regione Fugassa 8 (Cascina Fugassa) tel.<br />

0131778106 e mail bebcarla@libero.it sito<br />

www.bebcarla.it<br />

6 posti letto<br />

Prezzo €. 50,00 camera doppia con colazione<br />

AGRITURISMI<br />

AZIENDA AGRICOLA BORDONA<br />

Strada Bordona 8 (Fugazza)<br />

Tel. 0131771082 Recapito fuori stagione: tel. 0131771082<br />

MORETTA<br />

Strada Moretta 1 tel. 3384188277<br />

14 posti letto €. 30,00/35,00 a persona<br />

NANI<br />

Strada Giovanni 3 (Frazione Nani)<br />

tel. 0131778972 fax. 0131778972 e mail agriturismo.nani@libero.it<br />

6 mini alloggi 12 posti letto<br />

AFFITTACAMERE<br />

Immobiliare Maral “Le Lanterne”<br />

Via Roma n. 33 tel. 0131778347 / 3337829077<br />

5 camere Garage e ampio parcheggio<br />

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CASA PER FERIE CIRCOLO GOLF CLUB MARGARA<br />

Nel secolo scorso Margara è stata una tenuta <strong>di</strong> caccia dei Savoia: si <strong>di</strong>ce che<br />

Vittorio Emanuele II usufruisse dell’attuale villa, allora casa <strong>di</strong> caccia, come luogo <strong>di</strong><br />

incontri con la “Bela Rusin” (Rosa Vercellana, poi <strong>di</strong>venuta sua moglie morganatica).<br />

Successivamente <strong>di</strong>ventò una grande azienda agricola con importanti estensioni<br />

colti vate a grano ed altrettante a<strong>di</strong>bite a pascolo.<br />

Dopo la fine dell’ultima guerra, la tenuta è stata acquistata dalla famiglia Lolli<br />

Ghetti (un importante armatore ligure) che, nel 1970, ha aggiunto alla residenza uno<br />

stupen do campo da golf, <strong>di</strong>venuto oggi un importante impianto sportivo a livello non<br />

solo nazionale.<br />

Negli anni i servizi sono stati ampliati e migliorati ed offrono oggi como<strong>di</strong>tà per<br />

ogni esigenza. Dalle originarie nove buche riservate al <strong>di</strong>vertimento <strong>di</strong> pochi amici,<br />

si giun se alle <strong>di</strong>ciotto del 1 972 ed alle attuali trentasei, con conseguente affiliazione<br />

alla Federazione Nazionale. Con grande rispetto dell’originaria configurazione ambientale,<br />

oggi il parco è costituito da splen<strong>di</strong><strong>di</strong> green con piscine, campi da tennis,<br />

club house e foresteria, per gli appassionati <strong>di</strong> questo raffinato sport <strong>di</strong> importazione.<br />

Nella struttura sono possibili anche attività per bambini e ragazzi. Il paesaggio circostante<br />

è molto bello e suggestivo, e merita senz’altro una gita nelle ore libere da impegni<br />

golfistici.<br />

La Club House, una suggestiva tenuta <strong>di</strong> campagna tipicamente piemontese,<br />

rappresenta il cuore del Circolo. Pensata per accogliere i soci ed i loro ospiti, racchiude<br />

gli ambienti comuni (bar, ristorante, sale e foresteria), la segreteria ed il pro -<br />

shop.<br />

La Foresteria, a due passi dalla Club House, associa al comfort il gusto per la<br />

semplicità, tipica <strong>di</strong> una casa <strong>di</strong> campagna. Sono <strong>di</strong>sponibili camere confortevoli e<br />

suite in grado <strong>di</strong> ospitare comodamente anche le famiglie, in un ambiente naturale e<br />

silenzioso. La reception della foresteria accoglierà le richieste <strong>di</strong> prenotazione con<br />

una semplice telefonata.<br />

Tel: + 39 0131 778555 E mail margara@golfmargara.com www.margara.it


Parco giochi<br />

<strong>Grazie</strong> al sostanzioso contributo della Lega Nord Sezione <strong>di</strong> Fubine, nel 2010<br />

è stato completamente rinnovato il parco giochi esistente.<br />

Campi Cerrina<br />

I Campi Cerrina offrono la possibilità <strong>di</strong> svolgere attività sportive come calcetto,<br />

tennis e pallavolo. Per informazioni, prenotazioni, autorizzazione e ritiro chiavi è possibile<br />

rivolgersi al Negozio “La Valle” sito in Via per Cuccaro, 2 (<strong>di</strong> fronte ai Campi Cerrina)<br />

nei seguenti orari d’apertura: dal lunedì al sabato 7-12,30 e 16,30-19,30 oppure<br />

telefonando al n. 0131778192 / 3455871243<br />

A giugno dello scorso<br />

anno è stata inaugurata una<br />

nuova struttura a<strong>di</strong>bita a cucina<br />

e completa <strong>di</strong> tutta l’attrezzatura<br />

necessaria a <strong>di</strong>sposizione<br />

<strong>di</strong> chiunque ne faccia richiesta.<br />

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54<br />

PASSEGGIATA NEL PARCO DEL CASTELLO BRICHERASIO<br />

Itinerario Botanico<br />

E’ una camminata molto facile, interamente pavimentata, che ben si adatta alle esigenze<br />

<strong>di</strong> adulti e bambini, ottima occasione per sfuggire alla calura estiva iniziando<br />

un viaggio nel mondo <strong>delle</strong> piante. L’ intero percorso è visitabile dal 9 Maggio, in occasione<br />

della Manifestazione “Vivi il Parco e non solo….” organizzata dal Comune <strong>di</strong><br />

Fubine, fino al 9 Settembre, solo <strong>di</strong> Domenica.<br />

Descrizione:<br />

Parcheggiare nei pressi della Chiesa della Trinità ed entrare dal cancello del Castello<br />

Bricherasio (ora Casa <strong>di</strong> Riposo).<br />

Si svolta a sinistra dove, dopo pochi metri, si trova una fonte <strong>di</strong> acqua potabile.<br />

Il parco, con estensione <strong>di</strong> oltre un ettaro, è coltivato con essenze ad alto fusto <strong>di</strong><br />

gusto eclettico e rappresenta un incre<strong>di</strong>bile intreccio <strong>di</strong> storia e natura.<br />

A condurci nel viaggio <strong>di</strong> conoscenza della flora che vi <strong>di</strong>mora, vi sono appositi pannelli<br />

recanti informazioni su provenienza, caratteristiche e curiosità degli esemplari<br />

più interessanti.<br />

Ecco le specie maggiormente <strong>di</strong>ffuse lungo il percorso:<br />

PIOPPO: Populus Tremula - NOCCIOLO: Corylus avellana<br />

IPPOCASTANO: Aesculus hippocastanum - TUIA: Thuja orientalis<br />

LARICE: Larix Decidua - BETULLA: Betula<br />

CILIEGIO SELVATICO: Prunus cerasus - ROBINIA<br />

AGRIFOGLIO: Ilex aquifolium - TASSO CON EDERA<br />

CEDRO DELL’ATLANTE: Cedrus Atlantica<br />

Con un po’ <strong>di</strong> fortuna<br />

potrebbe capitare <strong>di</strong> imbattersi<br />

anche in simpatiche presenze...


Appunti <strong>di</strong> viaggio<br />

www.regione.piemonte.it/turismo<br />

www.piemonte-emozioni.it<br />

Per ogni informazione e per ricevere materiale e notizie sulle attività riguardanti il turismo<br />

in Piemonte potete contattare questi in<strong>di</strong>rizzi. Sono sempre a vostra <strong>di</strong>sposizione.<br />

Numero verde 800 329329<br />

Fonte: sito ufficiale della Regione Piemonte<br />

www.provincia.alessandria.it<br />

Sacri Monti Piemonte ciclabile Andar per Cantine, Castelli e Vinerie Matrimoni nei<br />

Castelli Tutti i comuni della Provincia. Offerta turistica e ricettività Cicloturismo sulle<br />

strade del Campionissimo Alessandria Provincia Turistica – Elenco guide turistiche<br />

Piemonte<br />

Italia<br />

QUATTRO STAGIONI<br />

MOLTE OCCASIONI<br />

Agenzia <strong>di</strong> accoglienza e promozione turistica locale <strong>di</strong><br />

Alessandria “ALEXALA”<br />

Tel. 0131.288095 – 0131.220056 Fax 0131.220546<br />

E-mail: info@alexala.it www.alexala.it<br />

Iscrizione newsletter eventi – Elenco strutture ricettive –<br />

Manifestazioni<br />

www.piemonteitalia.eu<br />

Cultura – Tempo libero – Montagne – Laghi e fiumi – Colline – Città<br />

www.turismo.al.it<br />

www.piemonteciclabile.it<br />

www.castelliaperti.it<br />

www.winetrekking.it<br />

www.marchesimonferrato.com<br />

www.icastelli.it<br />

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56<br />

SITI DI INTERESSE PARTICOLARE<br />

Museo del cappello BORSALINO – ALESSANDRIA<br />

Cittadella ALESSANDRIA<br />

L’Antiquarium – Alessandria Villa del Foro Percorso Archeologico Multime<strong>di</strong>ale<br />

Le Terme <strong>di</strong> Acqui – ACQUI TERME<br />

Castello dei Paleologi – CASALE M.TO - Al piano terra Gipsoteca L. Bistolfi<br />

Museo dei campionissimi – NOVI LIGURE<br />

Fortezza GAVI<br />

Abbazia <strong>di</strong> S.Giustina – SEZZADIO<br />

Sarcofago romano – BERGAMASCO<br />

Castello <strong>di</strong> PIOVERA<br />

Parco <strong>delle</strong> Capanne <strong>di</strong> Marcarolo<br />

Sacri Monti <strong>di</strong> Crea www.parcocrea.it www.sacrimonti.net<br />

NEI DINTORNI DI FUBINE<br />

Circolo Cinofilo LA TOLLARA – ENCI FUBINE<br />

Museo <strong>di</strong> Cristoforo Colombo CUCCARO MONFERRATO<br />

Museo <strong>di</strong> <strong>San</strong> Giacomo LU MONFERRATO<br />

Museo della pietra da cantoni CELLA MONTE<br />

Percorsi d’arte de<strong>di</strong>cati a Carlo Carrà QUARGNENTO<br />

<strong><strong>San</strong>tuario</strong> <strong>Madonna</strong> del Pozzo SAN SALVATORE<br />

<strong><strong>San</strong>tuario</strong> <strong>Madonna</strong> della Creta o dei Centauri CASTELLAZZO B.DA<br />

Fattoria <strong>di</strong>dattica Cascina <strong>San</strong> Pietro MASIO<br />

Dove Comprare:<br />

Alimentari Samarotto Stefania<br />

E.F.Supermarket<br />

Alimentari La Valle<br />

Macelleria Ferrari Luigi<br />

Macelleria Fracchia Maurilio<br />

Zanar<strong>di</strong> Gabriella


COMUNITA’ ’ COLLINARE<br />

LINA<br />

<strong>di</strong> MUNFRIN<br />

Comunità Collinare <strong>di</strong> Munfrin<br />

L’unione dei comuni ha quali finalità prioritarie la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione<br />

del territorio e dell’economia collinare, in conformità della vigente normativa regionale,<br />

nazionale e comunitaria. L’unione, in particolare esercita in forma associata le<br />

Funzioni in campo turistico, culturale, sportivo e ricreativo, nonché <strong>di</strong> sviluppo economico.<br />

http://comunitacollinare <strong>di</strong> munfrin.al.it/<br />

ALTAVILLA M.TO<br />

Museo della Grappa<br />

Mazzetti <strong>di</strong> Altavilla Distillatori dal 1846<br />

FRASSINELLO M.TO<br />

Castello Sacchi – Nemours<br />

“Camminare in Monferrato” Circuito trekking CAI<br />

Degustazione ed acquisto vini nelle cantine dei produttori<br />

FUBINE<br />

Itinerari naturalistici – Guida FUBINE 2010<br />

Download su sito www.comune.fubine.al.it<br />

Biblioteca Via Michele Pavaranza 37<br />

Testi <strong>di</strong>sponibili e possibilità <strong>di</strong> utilizzo computer<br />

Aperta il martedì pomeriggio dalle 15 alle 18 ed il sabato mattina dalle 9 alle 12.<br />

OTTIGLIO<br />

Sentiero ecologico CAI<br />

Visite guidate a cantine e infernot<br />

Visite a frazioni tipiche ed alle grotte dei saraceni<br />

VIGNALE<br />

Camminare il Monferrato percorso in Mountain Bike<br />

Vignale Danza<br />

Colline can<strong>di</strong>date a patrimonio dell’UNESCO<br />

Gal Basso Monferrato Astigiano<br />

Ecom useo Regionale del Monferrato Astigiano<br />

www.monferratoastigiano.it galbma.montechiaro@atlink.it<br />

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58<br />

E immancabili le occasioni per far festa…<br />

Golosaria in Monferrato<br />

Aprile / Maggio<br />

Sagra dell’Asparago<br />

Estate in Festa ai Campi Cerrina<br />

Croce Rossa - Lega Nord - Partito Democratico<br />

La settimana dell’ultima domenica <strong>di</strong> Luglio<br />

Festa Patronale <strong>di</strong> <strong>San</strong> Cristoforo<br />

Tra<strong>di</strong>zionale Fiera del Bestiame<br />

Settembre<br />

Festa dell’Abbraccio<br />

Autunno in Festa ai Campi Cerrina<br />

Dicembre<br />

Mercatino <strong>di</strong> Natale<br />

Auguri della Messa <strong>di</strong> Natale<br />

Presepe vivente<br />

Informazioni aggiornate sul sito<br />

www.comune.fubine.al.it


NUMERI UTILI<br />

CARABINIERI 0131.778124<br />

PROTEZIONE CIVILE<br />

(con Felizzano) 0131.791677<br />

VIGILI DEL FUOCO 115<br />

EMERGENZA SANITARIA 118<br />

CRI Fubine<br />

GUARDIA MEDICA<br />

333.8693485<br />

(Felizzano) 0131.791616<br />

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In auto: Fubine può essere facilmente raggiunto da Genova e Torino uscendo al<br />

casello <strong>di</strong> Felizzano dall’autostrada A21 da e per Torino - seguire le in<strong>di</strong>cazioni.<br />

Per chi proviene da Milano: autostrada A4 in <strong>di</strong>rezione Torino, prendendo l’A26 per Genova,<br />

uscendo a Casale Sud, Strada Alessandria (<strong>San</strong> Germano) e Strada Provinciale<br />

Casale-Altavilla, <strong>di</strong>rezione Fubine.<br />

Per chi proviene da Alessandria la <strong>di</strong>rezione è per Quargnento e Fubine.<br />

Stazioni ferroviarie più vicine: Alessandria - Felizzano (TRENITALIA: 0131 - 28 11 38)<br />

Stazioni bus fermate in Fubine: Alessandria (ARFEA 0131 445433) - Altavilla<br />

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Noleggio con e senza conducente - Soccorso Stradale<br />

CARIDI SALVATORE, Via Borghi, 151 - Tel. 0131.791393 - 338.9009759 - 330.460140<br />

Noleggio auto con conducente<br />

BIANCHI STEFANO, Via Borghi, 3 - Tel. 339.4407088


Comune <strong>di</strong> Fubine<br />

Provincia <strong>di</strong> Alessandria<br />

Via M. Pavaranza, 2<br />

Tel. e Fax +39 0131 778121<br />

www.comune.fubine.al.it<br />

E-mail: segreteria@comune<strong>di</strong>fubine.it

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