Pozzi A, Tallarico M, Sannino G, Compare R - Studio Marco Tallarico
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n IntroduzIone<br />
I processi di integrazione e guarigione degli<br />
impianti dentali sono stati inizialmente descritti<br />
in studi sull’osteointegrazione. 1-3 L’osteointegrazione<br />
è stata originariamente definita da Brånemark<br />
come il diretto collegamento strutturale e<br />
funzionale tra l’osso vitale e la superficie di un<br />
impianto caricato. 4 La stabilità primaria dell’impianto<br />
è uno dei prerequisiti per il conseguimen-<br />
<strong>Pozzi</strong> A, <strong>Tallarico</strong> M, <strong>Sannino</strong> G, <strong>Compare</strong> R, Barlattani A<br />
alessandro <strong>Pozzi</strong>, <strong>Marco</strong> tallarico, Gianpaolo <strong>Sannino</strong>, roberto compare, alberto Barlattani<br />
<strong>Studio</strong> clinico prospettico<br />
caso-controllo per il confronto<br />
tra impianti nobel Biocare tiunite<br />
sommersi e non sommersi: analisi<br />
della frequenza di risonanza durante<br />
l’integrazione valutata mediante<br />
l’osstell Mentor<br />
Parole chIave: Impianti dentali, Stabilità primaria, Superfici implantari, Osteointegrazione, Frequenza<br />
di risonanza.<br />
Obiettivo: confrontare la stabilità primaria e secondaria di impianti Nobel Biocare TiUnite sommersi<br />
e non sommersi a differenti intervalli dal loro posizionamento. Materiali e metodi: trenta pazienti<br />
sono stati arruolati e trattati con impianti sommersi e non sommersi. Venti di loro hanno ricevuto<br />
35 impianti non sommersi e 10 pazienti hanno ricevuto 26 impianti sommersi. Trentadue impianti<br />
Brånemark System MKIII Groovy e 29 impianti NobelSpeedy Groovy sono stati posizionati in aree<br />
premolare/molare. La stabilità implantare è stata valutata mediante l’Osstell Mentor, al momento<br />
dell’inserimento dell’impianto e a distanza di 8 e 12 settimane. Negli impianti non sommersi, la<br />
stabilità implantare è stata valutata, inoltre, ogni 2 settimane dal loro posizionamento. Tutti gli impianti<br />
sono stati caricati precocemente (3 mesi). Tutti i pazienti sono stati seguiti fino a 6 mesi dopo<br />
la protesizzazione. Risultati: un impianto non sommerso ha mostrato misure discontinue ed è stato<br />
escluso dall’analisi. Nella mascella (31 impianti) non vi era alcuna differenza significativa riguardo<br />
ai valori di stabilità implantare tra i gruppi, a ciascun intervallo di tempo (P > 0,05). Nella mandibola<br />
(29 impianti), non vi era alcuna differenza significativa al momento del posizionamento degli impianti<br />
e dopo 8 settimane (P > 0,05); tuttavia, una differenza significativa è stata riscontrata dopo<br />
12 settimane (P = 0,0261). Durante l’intero follow-up nessun impianto è fallito (tasso di sopravvivenza<br />
100%). Conclusioni: alti valori di stabilità sono stati riscontrati in entrambi i gruppi. Gli impianti<br />
non sommersi rappresentano una valida alternativa al posizionamento sommerso. Entrambi gli impianti<br />
utilizzati sembrano essere adatti per il carico precoce in entrambe le arcate, tuttavia, l’impianto<br />
NobelSpeedy Groovy ha mostrato un ancoraggio primario più elevato, in particolare nella mascella.<br />
to e il mantenimento dell’osteointegrazione5 e<br />
dipende dall’impegno meccanico di un impianto<br />
nell’alveolo post-estrattivo. Diversi fattori influenzano<br />
il processo attraverso il quale l’osteointegrazione<br />
è ottenuta: la biocompatibilità del<br />
metallo usato, le caratteristiche e le condizioni<br />
della superficie dell’impianto, la condizione del<br />
letto ricevente, la tecnica chirurgica e le condizioni<br />
del carico. 5 I protocolli clinici suggerivano<br />
originariamente un periodo di guarigione di<br />
Alessandro <strong>Pozzi</strong><br />
Ricercatore, Insegnamento di<br />
Clinica Odontostomatologica,<br />
Università degli Studi di Roma<br />
“Tor Vergata”.<br />
<strong>Marco</strong> <strong>Tallarico</strong><br />
Medico frequentatore, Clinica<br />
Odontostomatologica,<br />
Università degli Studi di Roma<br />
“Tor Vergata”.<br />
Gianpaolo <strong>Sannino</strong><br />
Dottore di ricerca, Clinica<br />
Odontostomatologica,<br />
Università degli Studi di Roma<br />
“Tor Vergata”.<br />
Roberto <strong>Compare</strong><br />
Libero Professionista, Roma.<br />
Alberto Barlattani<br />
Direttore, Clinica<br />
Odontostomatologica,<br />
Università degli Studi di Roma<br />
“Tor Vergata”.<br />
Corrispondenza:<br />
<strong>Marco</strong> <strong>Tallarico</strong>,<br />
Via di Val Tellina, 116 - Roma<br />
marco.tallarico@fastwebnet.it<br />
Implantologia 2012; 3: xx-xx<br />
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<strong>Pozzi</strong> A, <strong>Tallarico</strong> M, <strong>Sannino</strong> G, <strong>Compare</strong> R, Barlattani A<br />
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Implantologia 2012; 3: xx-xx<br />
3-6 mesi prima di caricare l’impianto. 6 Differen-<br />
ti protocolli di posizionamento e carico si sono<br />
evoluti1-3 in risposta alla crescente domanda di<br />
accorciare i tempi di trattamento e di ridurre i<br />
tempi degli interventi chirurgici, per cui, il clinico<br />
può scegliere tra un protocollo di inserimento<br />
implantare sommerso (2-stage) o non sommerso<br />
(1-stage). Secondo Esposito e Coll., 7 in una<br />
recente revisione sistematica della Letteratura,<br />
l’approccio 1-stage sembra essere preferibile nei<br />
pazienti parzialmente edentuli poiché evita il secondo<br />
intervento chirurgico, necessario per scoprire<br />
l’impianto, accorciando la durata del trattamento,<br />
tuttavia, le tendenze suggeriscono minori<br />
fallimenti con l’approccio 2- stage, soprattutto in<br />
pazienti completamente edentuli. La stessa revisione<br />
conclude che sono necessari ulteriori studi<br />
per fornire delle linee guida definitive.<br />
Lo scopo del presente studio è di confrontare<br />
e monitorare nel tempo, durante il periodo di<br />
guarigione, la stabilità primaria e secondaria di<br />
impianti dentali Nobel Biocare (Nobel Biocare AB,<br />
Göteborg, Svezia) inseriti con approccio chirurgico<br />
sommerso o non sommerso.<br />
n MaterIalI e MetodI<br />
Questo studio prospettico è stato concepito<br />
come sperimentazione clinica, controllata, a gruppi<br />
paralleli e riportato in conformità al Consolidated<br />
Standards of Reporting Trials (CONSORT). 8<br />
Dal momento che lo studio è stato sviluppato come<br />
osservazione prospettica, nessun metodo statistico<br />
è stato applicato per determinare l’adeguata<br />
dimensione del campione. Gli Autori hanno tentato<br />
di massimizzare il numero di soggetti, così da<br />
ottenere risultati generalizzabili. Tutti i pazienti che<br />
necessitavano di uno o più impianti dentali nella<br />
zona posteriore (premolari e molari) sia del mascellare<br />
superiore che della mandibola, che avevano<br />
20 o più anni di età ed erano in grado di firmare un<br />
modulo di consenso informato, sono stati reclutati<br />
per il posizionamento di impianti 1-stage (gruppo<br />
sperimentale, GS) o 2-stage (gruppo di controllo,<br />
GC). Radiografie periapicali sono state utilizzate<br />
per lo screening iniziale. I criteri d’inclusione sono<br />
stati: pazienti che hanno fumato meno di 10 sigarette<br />
al giorno durante l’ultimo anno, adeguata<br />
igiene orale, volume osseo adeguato per poter alloggiare<br />
l’impianto endosseo pianificato, presenza<br />
di denti sani o adeguatamente restaurati adiacenti<br />
al sito implantare, occlusione mutualmente protetta,<br />
buona salute fisica (ASA I e II), torque minimo<br />
di inserimento implantare ≥ 35 Ncm.<br />
L’indagine è stata condotta secondo i princìpi sanciti<br />
nella Dichiarazione di Helsinki del 1975 per la<br />
ricerca biomedica su soggetti umani, come rivista<br />
nel 2004. Alla visita preliminare i pazienti sono stati<br />
informati circa i vantaggi e i rischi della sperimentazione<br />
clinica, è stato loro chiesto se erano disposti<br />
a partecipare e sono stati arruolati dopo aver<br />
firmato un modulo di consenso informato. La storia<br />
clinica del paziente è stata registrata, i necessari<br />
esami clinici e radiografici sono stati eseguiti e un<br />
piano di trattamento è stato sviluppato. Tutti i pazienti<br />
sono stati trattati tra settembre 2008 a ottobre<br />
2009 in uno studio privato situato a Roma e sono<br />
stati seguiti per almeno 6 mesi dalla funzione.<br />
Un chirurgo esperto ha eseguito tutti i trattamenti.<br />
Quando previste, le estrazioni dentali<br />
sono state eseguite almeno 6 settimane prima<br />
del posizionamento dell’impianto. I pazienti sono<br />
stati istruiti a utilizzare un collutorio a base di<br />
clorexidina allo 0,2% per 1 minuto, due volte al<br />
giorno, a partire dai 3 giorni precedenti il posizionamento<br />
dell’impianto e proseguito per<br />
1 settimana. In entrambi i gruppi, una singola dose<br />
di 2g di antibiotico-profilassi (amoxicillina e acido<br />
clavulanico) è stata somministrata 1 ora prima<br />
dell’intervento. 9,10 Il protocollo chirurgico includeva<br />
anestesia locale mediante una tecnica di blocco<br />
usando una soluzione di articaina con epinefrina<br />
1:100.000. L’incisione è stata eseguita con l’elevazione<br />
di un lembo minimamente invasivo. Trentadue<br />
impianti Brånemark System MKIII Groovy (Nobel Biocare<br />
AB) e 29 impianti NobelSpeedy Groovy (Nobel<br />
Biocare AB) sono stati inseriti secondo le istruzioni<br />
del produttore. Il diametro della fresa finale è stato<br />
scelto in base alla qualità dell’osso, così da ottenere<br />
un torque di inserimento ≥ 35 Ncm. Nel gruppo<br />
1-stage i pilastri di guarigione sono stati posizionati<br />
subito dopo il posizionamento dell’impianto, mentre<br />
nel gruppo 2-stage sono state utilizzate le viti<br />
di guarigione; entrambe sono state avvitate dopo<br />
l’applicazione di un gel di clorexidina all’1%. Dopo il<br />
posizionamento dell’impianto, tutti i pazienti hanno<br />
ricevuto specifiche raccomandazioni per via orale e<br />
scritta, in base al gruppo di appartenenza. In nessun<br />
caso sono stati utilizzati restauri provvisori a supporto<br />
implantare. Dopo un periodo di guarigione di 8<br />
settimane, nel GS, è stata presa l’impronta definitiva
utilizzando un materiale polietere (Impregum, 3M<br />
ESPE, Seefeld, Germania) con un portaimpronta personalizzato<br />
aperto (Diatray Top, Dental Kontor, Stockelsdorf,<br />
Germania), mentre nel GC è stata eseguita<br />
la seconda fase chirurgica per la connessione dei<br />
pilastri di guarigione. I pilastri personalizzati in titanio<br />
o zirconio e i restauri in metallo-ceramica sono stati<br />
fabbricati con tecnologia computer-aided design/<br />
computer-aided-manufacturing (CAD/CAM, Nobel<br />
Procera, Nobel Biocare AB). I restauri finali sono stati<br />
cementati in entrambi i gruppi entro 12 settimane<br />
dal posizionamento dell’impianto (carico precoce),<br />
usando un cemento all’ossido di zinco privo di eugenolo<br />
(Temp Bond NE, Kerr corporation, Orange,<br />
CA, USA) per i pilastri in titanio e cemento a base resinosa<br />
(RelyX Unicem, 3M ESPE, Seefeld, Germania)<br />
per i pilastri in zirconio. Lo scopo primario di questo<br />
studio è stato quello di confrontare i protocolli di<br />
posizionamento implantare sommerso e non sommerso,<br />
mediante l’analisi della frequenza di risonanza<br />
(RFA), eseguita con il dispositivo Osstell Mentor<br />
(Osstell AB, Göteborg, Svezia). In aggiunta è stato<br />
confrontato il diverso design degli impianti Nobel<br />
Biocare TiUnite a carico precoce (Brånemark System<br />
MKIII Groovy e NobelSpeedy Groovy, Nobel Biocare).<br />
Scopi secondari sono stati quelli di valutare il fallimento<br />
implantare e protesico e qualsiasi complicazione<br />
avvenuta entro la fine del follow-up. I criteri di<br />
successo utilizzati in questa indagine sono stati una<br />
modifica di quelli suggeriti da van Steenberghe, 11<br />
<strong>Pozzi</strong> A, <strong>Tallarico</strong> M, <strong>Sannino</strong> G, <strong>Compare</strong> R, Barlattani A<br />
come illustrato nella tabella 1. Radiografie endorali<br />
periapicali, eseguite secondo la tecnica a raggi paralleli,<br />
sono state utilizzate per valutare le alterazioni<br />
dei tessuti duri periimplantari.<br />
L’Osstell Mentor è un sistema non invasivo, basato<br />
sulla valutazione della frequenza di risonanza,<br />
12-18 utilizzato per calcolare il quoziente di<br />
stabilità implantare (ISQ) all’interno della cavità<br />
orale e nella zona maxillo-facciale. Il trasduttore è<br />
stato avvitato manualmente a livello dell’impianto<br />
(Fig. 1) e il dispositivo di misurazione è stato<br />
diretto perpendicolarmente, vicino al trasduttore<br />
(SmartPeg), senza contatto tra loro. È stato<br />
utilizzato un nuovo SmartPeg per ogni intervento.<br />
14 Le misurazioni sono state prese due volte<br />
in ciascuna direzione: una buccopalatale dal lato<br />
buccale e una mesiodistale dal lato mesiale. Il risultato<br />
è stato visualizzato dal dispositivo in unità<br />
ISQ, su una scala da 1 a 100. 15 La media di queste<br />
misurazioni è stata utilizzata nell’analisi statistica.<br />
Clinici non altrimenti coinvolti nello studio hanno<br />
eseguito le misurazioni dei dati. Tutti gli impianti,<br />
in entrambi i gruppi, sono stati analizzati<br />
al momento del posizionamento dell’impianto<br />
(baseline) e dopo 8 e 12 settimane. Nel gruppo<br />
non sommerso, durante il periodo di guarigione,<br />
l’analisi della frequenza di risonanza è stata effettuata<br />
anche a 2, 4 e 6 settimane. L’ipotesi da<br />
dimostrare era che i valori medi di ISQ non erano<br />
differenti tra loro.<br />
Tabella 1 Criteri di successo modificati rispetto a quelli originariamente proposti da van Steenberghe. 11<br />
Criteri di successo implantare:<br />
Non provoca reazioni allergiche, tossiche o evidenti reazioni infettive a livello locale o sistemico.<br />
Offre ancoraggio ad una protesi funzionale.<br />
Non mostra alcun segno di frattura o piegatura.<br />
Non mostra alcun segno di radiotrasparenza su una radiografia intraorale usando una tecnica a raggi paralleli strettamente<br />
perpendicolare all’interfaccia impianto-osso.<br />
Mostra valori ISQ ≥ 65 a 8 e 12 settimane.<br />
Non mostra alcuna mobilità, quando testati singolarmente colpendoli o scuotendoli con uno strumento manuale dopo il carico<br />
dell’impianto.<br />
Fig. 1 Trasduttori (SmartPeg) manualmente avvitati agli impianti.<br />
Implantologia 2012; 3: xx-xx<br />
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<strong>Pozzi</strong> A, <strong>Tallarico</strong> M, <strong>Sannino</strong> G, <strong>Compare</strong> R, Barlattani A<br />
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Implantologia 2012; 3: xx-xx<br />
AnAlisi stAtisticA<br />
Un assistente esterno indipendente ha di-<br />
stribuito sia gli impianti dentali Brånemark MKIII<br />
Groovy (Nobel Biocare AB), sia gli impianti NobelSpeedy<br />
Groovy (Nobel Biocare AB) secondo<br />
una semplice randomizzazione generata manualmente<br />
appena prima della chirurgia. L’analisi<br />
statistica è stata effettuata per parametri<br />
numerici così come i valori di ISQ. Sono stati<br />
utilizzati il software XL Stat Professional (Addinsoft)<br />
e Visual Basic for Application per Windows<br />
(Microsoft). Un’analisi statistica descrittiva è stata<br />
eseguita utilizzando la media, la deviazione<br />
standard e l’intervallo di confidenza al 95% (IC).<br />
L’analisi statistica dei valori ISQ per entrambi i<br />
gruppi è stata effettuata alla baseline e a 8 e 12<br />
settimane. Sia il GS che il GC sono stati analizzati<br />
come gruppi indipendenti paralleli. Il paziente è<br />
stato utilizzato come unità statistica, per esempio,<br />
dove più di due impianti erano presenti su<br />
uno o entrambi i lati della mandibola o della<br />
mascella, il valore medio è stato scelto per l’analisi.<br />
Sia il t test a parametri indipendenti (test t<br />
di Student) che il t test non parametrico (metodo<br />
Satterthwaite) sono stati utilizzati per il confronto<br />
delle medie tra i due gruppi analizzati e<br />
quindi tra i due impianti analizzati (MKIII Groovy,<br />
X e NobelSpeedy Groovy, Y). Per evitare errori,<br />
sono state analizzate le differenze nei valori di<br />
ISQ tra i diversi protocolli di posizionamento degli<br />
impianti in ogni momento della guarigione,<br />
ed entrambi i gruppi sono stati divisi a seconda<br />
delle aree ossee (mascella e mandibola). Inoltre,<br />
il coefficiente di correlazione Pearson (P, xy) è<br />
stato scelto come misura della lineare associazione<br />
tra variabili quantitative (ISQ) al momento<br />
del posizionamento dell’impianto (stabilità primaria)<br />
e 12 settimane postintegrazione (stabilità<br />
secondaria). Il presente studio ha testato l’ipotesi<br />
nulla che non vi era alcuna differenza tra i due<br />
approcci chirurgici riguardo la stabilità implantare.<br />
Tutte le comparazioni statistiche sono state<br />
condotte ad un livello di significatività di 0,05.<br />
n rISultatI<br />
Un totale di 30 pazienti sani (15 donne,<br />
15 uomini), età media di 46,3 anni (range 20-76)<br />
sono stati arruolati in questo studio. Un totale<br />
di 61 impianti a pareti parallele, con superficie<br />
TiUnite (32 Brånemark System MKIII Groovy e<br />
29 NobelSpeedy Groovy, Nobel Biocare AB), di<br />
lunghezza compresa tra 7 e 13 mm con piattaforma<br />
di diametro standard (3,75 o 4 mm) o<br />
ampio (5 mm), sono stati posizionati, 26 secondo<br />
il protocollo 1-stage e 35 secondo il protocollo<br />
2-stage. Durante l’intero follow-up non si è verificato<br />
alcun ritiro o deviazione dal protocollo<br />
originale, in entrambi i gruppi.<br />
Il follow-up finale è stato condotto nel luglio 2010.<br />
I pazienti sono stati seguiti per 6 mesi dopo la consegna<br />
della protesi. I dati raccolti sono stati valutati<br />
nell’analisi statistica. In entrambi i gruppi nessun<br />
impianto è stato perso, ottenendo così un tasso<br />
di successo globale del 100%. Una perdita progressiva<br />
della stabilità, con valori di ISQ diminuiti, è<br />
stata riportata in un paziente del gruppo 1-stage,<br />
2 settimane dopo il posizionamento dell’impianto<br />
(ISQ iniziale, 80; ISQ dopo 2 settimane, 48), senza<br />
dolore o gonfiore. È stato sostituito il pilastro di<br />
guarigione con una vite di copertura.<br />
Dopo 6 mesi di guarigione l’impianto è stato<br />
esposto e correttamente caricato; tuttavia, questo<br />
paziente è stato escluso dall’analisi. Un totale<br />
di 29 pazienti (19 nel GS e 10 nel GC) sono stati<br />
analizzati. Sessanta impianti (31 nella mascella e<br />
29 nella mandibola) sono stati precocemente caricati<br />
e seguiti per almeno 6 mesi dalla funzione.<br />
Nel gruppo 1-stage nove pazienti hanno ricevuto<br />
12 impianti nella mascella, mentre 10 pazienti hanno<br />
ricevuto 14 impianti nella mandibola. Nel gruppo<br />
2-stage due pazienti hanno ricevuto impianti<br />
sia nella mascella che nella mandibola e sono stati<br />
considerati come unità differenti, ottenendo così<br />
un totale di 12 pazienti. Diciannove impianti sono<br />
stati inseriti nella mascella (cinque pazienti), mentre<br />
15 impianti sono stati posizionati nella mandibola<br />
(sette pazienti), come mostrato nella tabella 2.<br />
Tabella 2 Numero di impianti, pazienti, età media e valori ISQ per ciascun gruppo. Nel GC, due pazienti hanno ricevuto impianti sia nella mascella<br />
che nella mandibola e sono stati considerati come unità separate.<br />
Impianti Pazienti Anni ISQ baseline 8 settimane 12 settimane<br />
GS Mascella 12 9 50,0 ± 12,9 74,16 ± 7,20 77,09 ± 4,32 77,98 ± 4,36<br />
GS Mandibola 14 10 40,4 ± 13,2 81,45 ± 3,63 82,88 ± 2,96 83,95 ± 2,33<br />
GC Mascella 19 5 45,0 ± 13,6 74,41 ± 6,01 79,06 ± 3,93 79,46 ± 3,72<br />
GC Mandola 15 7 51,9 ± 14,4 78,26 ± 2,48 80,52 ± 5,28 80,09 ± 4,11
L’età dei pazienti nel GS era 44,95 ± 6,00, mentre<br />
nel GC era 49,00 ± 7,85.<br />
MisurAzioni dell’isQ<br />
Nella prima parte dello studio i valori di ISQ<br />
sono stati analizzati nel GS al momento del posizionamento<br />
dell’impianto (baseline) e 2, 4, 6, 8<br />
e 12 settimane dopo l’intervento chirurgico. Un<br />
elevato valore di ISQ è stato riscontrato al momento<br />
del posizionamento dell’impianto in entrambe<br />
le arcate. In seguito, i valori di ISQ aumentavano<br />
nelle 2 settimane dopo il posizionamento dell’impianto,<br />
per poi diminuire leggermente tra la quarta<br />
e la sesta settimana (mascella/mandibola) e di<br />
nuovo aumentare tra la sesta e l’ottava settimana<br />
(mascella/mandibola). Infine, i valori di ISQ tendevano<br />
a stabilizzarsi in entrambe le arcate tra l’ottava<br />
e la dodicesima settimana (Fig. 2).<br />
Nella seconda parte dello studio i valori di ISQ<br />
sono stati analizzati per confrontare il GS con il<br />
GC nella mascella e nella mandibola, al momento<br />
del posizionamento implantare e dopo 8 e<br />
12 settimane (Fig. 3). Nella mascella, non vi era<br />
alcuna differenza significativa nei valori medi di<br />
ISQ tra i gruppi al momento del posizionamento<br />
implantare (GS, 74,16 ± 7,20; GC, 74,41 ± 6,01,<br />
p = 0,9489), dopo un periodo di guarigione di<br />
8 settimane (GS, 77,09 ± 4,32; GC, 79,06 ± 3,93,<br />
p = 0,4158) e dopo un periodo di guarigione di<br />
<strong>Pozzi</strong> A, <strong>Tallarico</strong> M, <strong>Sannino</strong> G, <strong>Compare</strong> R, Barlattani A<br />
12 settimane (GS, 77,9 ± 4,36; GC, 79,46 ± 3,72,<br />
p = 0,5343).<br />
Nella mandibola non c’era alcuna differenza significativa<br />
nei valori di ISQ tra i gruppi al momento<br />
del posizionamento implantare (GS, 81,45 ± 3,63;<br />
GC, 78,26 ± 2,48, p = 0,0634) o dopo un periodo<br />
di guarigione di 8 settimane (GS, 82,88 ± 2,96; GC,<br />
80,52 ± 5,28, p = 0,2560). Invece, vi era una differenza<br />
significativa dopo un periodo di guarigione<br />
di 12 settimane (GS, 83,95 ± 2,33; GC, 80,09 ± 4,11,<br />
p = 0,0261).<br />
Inoltre, l’analisi statistica è stata eseguita per<br />
comprendere l’influenza della geometria dell’impianto<br />
sui valori di ISQ. Nella mascella gli impianti<br />
NobelSpeedy Groovy (Nobel Biocare AB) hanno<br />
prodotto valori di ISQ maggiori rispetto agli<br />
impianti Brånemark System MKIII Groovy (Nobel<br />
Biocare AB). C’era una differenza statisticamente<br />
significativa tra i due impianti in entrambi i gruppi<br />
al momento del posizionamento implantare<br />
(Rispettivamente: GC, 81,00 ± 1,41 e 70,33 ± 2,51,<br />
p = 0,0132; GS, 81,33 ± 4,61 e 70,66 ± 5,24,<br />
p = 0,0207), come illustrato nella figura 4. Nel<br />
gruppo 2-stage, nessuna differenza statisticamente<br />
significativa è stata riscontrata tra i due<br />
impianti dopo un periodo di guarigione di 8 settimane<br />
(p = 0,6123) o 12 settimane (p = 0,3834).<br />
C’era una differenza statisticamente significativa<br />
nel gruppo 1-stage durante la guarigione<br />
(p = 0,0243, dopo 8 settimane e p = 0,0211, dopo<br />
Fig. 2 Valori ISQ nel<br />
GS durante le prime<br />
12 settimane dal posizionamento:comparazione<br />
tra mascella<br />
e mandibola.<br />
Fig. 3 Comparazione<br />
tra i valori medi<br />
ISQ nel GC e nel GS:<br />
differenze nella mascella<br />
e nella mandibola.<br />
Implantologia 2012; 3: xx-xx<br />
41
<strong>Pozzi</strong> A, <strong>Tallarico</strong> M, <strong>Sannino</strong> G, <strong>Compare</strong> R, Barlattani A<br />
42<br />
Implantologia 2012; 3: xx-xx<br />
12 settimane). Nella mandibola, valori simili di<br />
ISQ sono stati riscontrati in entrambi gli impianti,<br />
senza differenze statisticamente significative tra i<br />
due tipi di impianto per ogni intervallo di tempo<br />
(p > 0,05), come illustrato in figura 5.<br />
Inoltre, il coefficiente di correlazione Pearson (P)<br />
è stato utilizzato per ogni impianto utilizzato tra<br />
la baseline e le 12 settimane. Nella mascella sono<br />
stati riscontrati simili valori, mentre nella mandibola,<br />
gli impianti MKIII Groovy (Nobel Biocare AB)<br />
hanno mostrato una correlazione più forte nel<br />
GS (P = 0,9959) che nel GC (P = 0,3054), mentre<br />
gli impianti NobelSpeedy Groovy (Nobel Biocare<br />
AB) hanno mostrato una debole correlazione sia<br />
nella GS (P = 0,4181) che nel GC (P = 0,4525). Per<br />
quanto riguarda la sopravvivenza implantare,<br />
nessun impianto è fallito nel periodo compreso<br />
tra il posizionamento chirurgico e la fine dello<br />
studio, ottenendo una sopravvivenza totale degli<br />
impianti inseriti del 100%. Le radiografie intraorali<br />
al termine del follow-up non hanno mostrato<br />
alcuna radiotrasparenza o frattura e nessuna<br />
complicazione biomeccanica o biologica si è<br />
verificata in entrambi i gruppi. Tuttavia, in un<br />
paziente 1-stage, escluso dallo studio, abbiamo<br />
Fig. 4 NobelSpeedy<br />
Groovy e Brånemark<br />
system MKIII Groovy<br />
(Nobel Biocare AB):<br />
confronto dei valori<br />
medi di ISQ nel mascellare<br />
superiore.<br />
Fig. 5 NobelSpeedy<br />
Groovy e Brånemark<br />
system MKIII Groovy<br />
(Nobel Biocare AB):<br />
confronto dei valori<br />
medi di ISQ nella<br />
mandibola.<br />
riscontrato una diminuzione del valore di ISQ 2<br />
settimane dopo l’intervento (ISQ basale, 80; ISQ<br />
a 2 settimane, 48). Questa giovane donna non<br />
fumatrice era stata precedentemente trattata per<br />
una parodontite aggressiva giovanile. 19 Inoltre,<br />
l’analisi tridimensionale dalle tomografia computerizzata<br />
(TC), effettuata mediante il software<br />
NobelClinician (Nobel Biocare AB), ha mostrato<br />
un basso valore Hounsfield nel sito implantare<br />
pianificato. Nonostante ciò, questa complicazione<br />
si è risolta con l’integrazione dell’impianto ed<br />
il successo, configurando un tasso complessivo di<br />
successo pari a 96,67%. Inoltre, nel GC, sono avvenute<br />
3 lievi esposizioni non sintomatiche della<br />
vite di copertura senza ulteriori complicazioni.<br />
n dIScuSSIone<br />
Il presente studio è stato concepito per valutare<br />
se il classico posizionamento sommerso<br />
di un impianto dentale può essere considerato<br />
un prerequisito per l’osteointegrazione. Inoltre,<br />
è stata valutata la stabilità primaria e secondaria
di due geometrie implantari. I dati presentati coprono<br />
un minimo periodo di follow-up di 6 mesi<br />
dopo la consegna della protesi definitiva.<br />
Il presente studio clinico prospettico non ha evidenziato<br />
differenze statisticamente significative<br />
riguardo i fallimenti implantari e/o protesici ed<br />
i valori di ISQ nei gruppi 1-stage e 2-stage, per<br />
ogni intervallo di tempo. Il limite principale di<br />
questo studio è stato la diversa dimensione dei<br />
due gruppi analizzati. Per ridurre l’influenza della<br />
differente dimensione del campione, le medie<br />
sono state confrontate con un test non parametrico<br />
(metodo di Satterthwaite). In aggiunta, altre<br />
limitazioni di questo studio sono state la piccola<br />
dimensione del campione e il breve periodo<br />
di follow-up. Tuttavia, un periodo di 6 mesi di<br />
follow-up è efficace per raggiungere lo scopo<br />
del presente studio.<br />
Gli Autori intendevano valutare la stabilità implantare<br />
che si verifica durante il periodo di<br />
guarigione precedente la funzione. In aggiunta,<br />
un’altra limitazione del corrente studio è stata<br />
l’utilizzo di due differenti geometrie implantari,<br />
implicito nel disegno stesso dello studio. Tuttavia,<br />
gli impianti utilizzati hanno un differente macro<br />
design, ma la stessa superficie (TiUnite, Nobel<br />
Biocare AB) e sono stati casualmente distribuiti<br />
tra i due gruppi in un numero approssimativamente<br />
uguale. Per valutare il raggiungimento<br />
dell’osteointegrazione, sono stati ampiamente<br />
utilizzati vari metodi biomeccanici. 20-22 Negli ultimi<br />
anni un metodo non invasivo per valutare la<br />
stabilità implantare è stato sviluppato sulla base<br />
dell’analisi della frequenza di risonanza. 12,23,24<br />
Precedenti ricerche hanno dimostrato che le<br />
misurazioni della RFA dipendono dalla qualità<br />
ossea, dalla tecnica chirurgica, dalla geometria<br />
dell’impianto e dall’orientamento del trasduttore<br />
durante le fasi di misurazione. 12,23-26 Grazie alla<br />
sua riproducibilità, questa tecnica ha recentemente<br />
sostituito le tecniche precedentemente<br />
impiegate per monitorare la stabilità implantare.<br />
27,28 Benché propagandata di rappresentare<br />
una valutazione quantitativa della stabilità<br />
implantare nella pratica clinica, l’esatta natura<br />
dell’interfaccia osso/impianto espressa dalla RFA<br />
rimane ampiamente sconosciuta. In uno studio<br />
clinico, Zix e Coll. 16 hanno confrontato la stabilità<br />
degli impianti dentali con l’analisi della frequenza<br />
di risonanza, concludendo che la RFA sembrava<br />
essere la tecnica più precisa per misurare la sta-<br />
<strong>Pozzi</strong> A, <strong>Tallarico</strong> M, <strong>Sannino</strong> G, <strong>Compare</strong> R, Barlattani A<br />
bilità implantare. Pertanto, sarebbe desiderabile<br />
identificare una gamma di valori della stabilità<br />
implantare da poter applicare ai protocolli chirurgici<br />
per l’inserimento implantare. Precedenti<br />
studi clinici randomizzati sulla stabilità primaria<br />
dell’impianto hanno riportato una media di<br />
valori ISQ inferiori, 12,13,15,26-28 se confrontati con<br />
i risultati di questo studio. Sennerby15 suggerì<br />
un range di stabilità accettabile tra 55 e 85 ISQ.<br />
Huwiler26 riportò che valori di ISQ di 57-70 rappresentano<br />
e la stabilità implantare ideale.<br />
Il presente studio clinico ha rilevato simili valori di<br />
ISQ sia nel gruppo 1-stage che in quello 2-stage.<br />
Un elevato valore iniziale di ISQ è stato riportato<br />
al momento del posizionamento dell’impianto<br />
in entrambi i gruppi, con differenze significative<br />
riguardo la qualità dell’osso (mascella vs mandibola).<br />
Questi risultati indicano che in pazienti<br />
selezionati e con gli impianti utilizzati in questo<br />
studio, i valori accettabili di ISQ potrebbero essere<br />
considerati ≥ 65 nella mascella e ≥ 70 nella<br />
mandibola, valutati al momento dell’inserimento<br />
dell’impianto e indipendentemente dal protocollo<br />
utilizzato. Tuttavia, bisogna essere prudenti<br />
poiché la Letteratura mostra che non è possibile<br />
basare la decisione sulla funzione immediata<br />
solo sul valore di ISQ, dato che ci sono altri parametri<br />
che devono essere considerati in tale decisione.<br />
Secondo questa sperimentazione clinica<br />
prospettica, l’ISQ sembra essere influenzato dalla<br />
qualità dell’osso del sito implantare e dal tipo di<br />
impianto (geometria e superficie). Secondo Han<br />
e Coll. 29 non sembra esserci alcuna differenza<br />
per quanto riguarda il diametro dell’impianto.<br />
Invece, nel nostro studio, non è stata trovata alcuna<br />
differenza per quanto riguarda la lunghezza<br />
dell’impianto (per esempio, ISQ 85 in impianti<br />
corti NobelSpeedy a piattaforma standard) differentemente<br />
da quanto riportato in uno studio<br />
di Sim e Coll. 30 Per quanto riguarda la superficie<br />
degli impianti utilizzati, la nuova superficie porosa<br />
anodizzata (TiUnite, Nobel Biocare AB) ha<br />
mostrato un’elevata stabilità primaria. Nel GS, i<br />
valori registrati sia nella mascella che nella mandibola<br />
sono aumentati nel tempo, pur mostrando<br />
evidenti riduzioni (nella quarta e nella sesta<br />
settimana, rispettivamente), probabilmente associate<br />
ai fisiologici periodi di guarigione. In ogni<br />
intervallo di guarigione, i valori di ISQ erano simili<br />
sia nel GS sia nel GC (P > 0,05), con significatività<br />
statistica solo nella mandibola a 12 settimane<br />
Implantologia 2012; 3: xx-xx<br />
43
<strong>Pozzi</strong> A, <strong>Tallarico</strong> M, <strong>Sannino</strong> G, <strong>Compare</strong> R, Barlattani A<br />
44<br />
Implantologia 2012; 3: xx-xx<br />
(GS, 83,95 ± 2,33, GC, 80,09 ± 4,11, p = 0,0261).<br />
Questa differenza significativa può essere dovuta<br />
a una media minore dei valori ISQ ottenuta<br />
con gli impianti Brånemar System MKIII Groovy<br />
(Nobel Biocare AB). La scelta tra i protocolli di posizionamento<br />
1-2-stage dipende essenzialmente<br />
dalla stabilità primaria dell’impianto al momento<br />
del suo inserimento e dai fattori di rischio propri<br />
del paziente. 7,31-33 La tecnica 1-stage assicura gli<br />
stessi risultati di osteointegrazione del protocollo<br />
2-stage e fornisce il vantaggio di un più comodo<br />
trattamento per il paziente, evitando il secondo<br />
intervento chirurgico, riducendo i farmaci assunti<br />
ed il tempo complessivo di trattamento.<br />
Nel presente studio tutti gli impianti sono stati inseriti<br />
secondo le istruzioni fornite dalla casa produttrice<br />
e la fresa finale è stata scelta in base alla qualità<br />
dell’osso. Questo studio ha mostrato valori medi<br />
di ISQ più alti nella mandibola che nella mascella.<br />
Tuttavia, una differente densità ossea può essere<br />
riscontrata in ciascun paziente. La conoscenza del<br />
valore Hounsfield come misura quantitativa della<br />
densità ossea può essere utile come strumento<br />
diagnostico. Può fornire all’implantologo una valutazione<br />
oggettiva della densità ossea, che potrebbe<br />
tradursi in un’accurata pianificazione delle tecniche<br />
chirurgiche e dei protocolli di preparazione del sito<br />
implantare, specialmente quando è sospettata una<br />
scarsa qualità ossea. 34 La densità ossea locale può<br />
essere misurata come unità Hounsfield, con la TC o<br />
con la CBCT (Cone Beam Computed Tomography)<br />
e software dedicato, così come da noi utilizzato<br />
(NobelClinician, Nobel Biocare AB).<br />
Per quanto riguarda la geometria dell’impianto,<br />
nella mascella, indipendentemente dall’approccio<br />
chirurgico utilizzato, gli impianti NobelSpeedy<br />
Groovy (Nobel Biocare AB) hanno generato<br />
valori iniziali di ISQ maggiori rispetto agli impianti<br />
Brånemark System MKIII Groovy (Nobel Biocare<br />
AB). Nelle settimane successive i valori di<br />
ISQ degli impianti NobelSpeedy Groovy (Nobel<br />
Biocare AB) tendono a rimanere stabili, invece,<br />
i valori di ISQ degli impianti Brånemark System<br />
MKIII Groovy (Nobel Biocare AB) aumentano significativamente<br />
(leggermente più alti nel GC<br />
che nel GS). Inoltre, differenze statisticamente<br />
significative tra i due impianti utilizzati sono state<br />
riscontrate anche nel gruppo 1-stage a 8 e<br />
12 settimane. Quindi, gli impianti NobelSpeedy<br />
Groovy (Nobel Biocare AB) sembrano essere preferibili<br />
nella mascella a causa del maggiore anco-<br />
raggio primario che si riesce ad ottenere. Nella<br />
mandibola nessuna differenza statisticamente<br />
significativa è stata riscontrata tra i due impianti<br />
utilizzati, in entrambi i gruppi, per ogni periodo<br />
della guarigione. Tuttavia è stato registrato un<br />
incremento molto minore dei valori medi di ISQ<br />
con gli impianti Brånemark System MKIII Groovy<br />
(Nobel Biocare AB) nel GC rispetto al GS, con<br />
una correlazione più debole di questo impianto<br />
tra la baseline ed il controllo a 12 settimane<br />
(P = 0,3054 nel GC, P = 0,9959 nel SG). Pertanto,<br />
dopo 12 settimane, nel GS i valori medi di<br />
ISQ erano superiori se confrontati col GC. Nonostante<br />
la differenza statisticamente significativa<br />
prodotta, tutti i valori medi di ISQ riportati nel<br />
presente studio sono superiori se confrontati<br />
con quelli riportati in Letteratura.<br />
La nuova superficie porosa anodizzata (TiUnite,<br />
Nobel Biocare AB) e la geometria implantare,<br />
hanno contribuito al raggiungimento di un’elevata<br />
stabilità primaria (ISQ ≥ 65-70) che tendeva<br />
a rimanere inizialmente stabile e successivamente<br />
ad aumentare in virtù dell’instaurarsi dei<br />
processi di osteointegrazione. Questo risultato<br />
conferma che nella mandibola gli impianti dentali<br />
utilizzati posizionati con approccio 1-stage<br />
possono essere considerati il protocollo chirurgico<br />
d’elezione. Inoltre, gli impianti NobelSpeedy<br />
Groovy (Nobel Biocare AB) sembrano essere<br />
preferibili nell’osso spugnoso (mascella) per entrambi<br />
i protocolli di posizionamento implantare,<br />
a causa dei suoi elevati valori di torque ed i valori<br />
di ISQ costantemente elevati. La punta affusolata<br />
di questi impianti permette di sottopreparare i<br />
siti in cui il tessuto osseo è più soffice e grazie<br />
al suo corpo leggermente conico, permette di<br />
raggiungere elevata stabilità primaria iniziale in<br />
tutte le condizioni ossee. Tuttavia, è opinione<br />
degli Autori, che l’impianto Brånemark System<br />
MKIII Groovy (Nobel Biocare AB) potrebbe essere<br />
maggiormente indicato nella regione anteriore<br />
della mandibola a causa dell’alta densità ossea<br />
usualmente riscontrata in questa sede. Infatti, un<br />
torque d’inserimento molto elevato potrebbe<br />
danneggiare l’esagono esterno dell’impianto o<br />
provocare una frattura della corticale ossea.<br />
Una significativa diminuzione del valore di ISQ<br />
(55 o minore) indica un potenziale problema e<br />
dovrebbe essere considerato come un precoce<br />
avvertimento. 18,26-28 L’azione necessaria per riparare<br />
l’impianto potrebbe essere, ad esempio,
sommergere l’impianto. Tuttavia, nessun valore<br />
assoluto predittivo della perdita della stabilità<br />
dell’impianto può essere attribuito alla RFA. L’unica<br />
complicazione riportata in questo studio si è<br />
verificata in un paziente trattato per la parodontite<br />
aggressiva giovanile. Secondo Ong e Coll. 32 ,<br />
i pazienti trattati per parodontite possono sviluppare<br />
maggiori complicanze biologiche, fino alla<br />
perdita degli impianti, rispetto a quelli non affetti<br />
da parodontite. A causa del piccolo campione di<br />
questo studio non possiamo trarre conclusioni<br />
definitive, ma siamo d’accordo con l’attuale evidenza<br />
scientifica che afferma che i pazienti con<br />
anamnesi positiva per malattia parodontale sono<br />
adatti ad un approccio 2-stage.<br />
n concluSIonI<br />
Tutti i valori di ISQ indicavano un’elevata stabilità<br />
primaria degli impianti nel periodo di osservazione,<br />
sia nel gruppo 1-stage che in quello<br />
2-stage. L’approccio 2-stage non offre alcun ulteriore<br />
vantaggio in termini di osteointegrazione. In<br />
pazienti selezionati, la tecnica 1-stage potrebbe<br />
essere la tecnica di elezione per evitare un secondo<br />
intervento chirurgico e consentire tempi<br />
di trattamento minori. Gli impianti NobelSpeedy<br />
Groovy (Nobel Biocare AB) hanno mostrato un<br />
ancoraggio primario più alto, specialmente nella<br />
mascella. A causa delle limitazioni del presente<br />
studio, questi risultati devono essere interpretati<br />
con cautela. Sono necessari ulteriori studi ben<br />
progettati, riportati secondo le linee guida CON-<br />
SORT, 8 per indagare la correlazione tra i valori<br />
ISQ, la geometria e la dimensione dell’impianto<br />
ed il loro impatto sui valori della stabilità primaria<br />
dell’impianto.<br />
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Alberto Barlattani.<br />
a prospective case-control clinical trial comparing<br />
1- and 2-stage nobel Biocare tiunite implants:<br />
resonance frequency analysis assessed by osstell Mentor<br />
during integration<br />
KeY WordS: Dental implants, Implant stability, Implant surface modification, Implant survival,<br />
Osseointegration, Resonance frequency analysis.<br />
Objective: To compare implant stability between 1- and 2-stage Nobel Biocare TiUnite implants at<br />
various points of time after placement. Method and Materials: Thirty patients were enrolled according<br />
to specific selection criteria to 1- or 2-stage treatment. Twenty patients received 35 1-stage early<br />
loaded implants, and 10 patients received 26 2-stage early loaded implants. A total of 32 Brånemark<br />
System MKIII Groovy and 29 NobelSpeedy Groovy implants were placed in the premolar and molar<br />
areas. Implant stability was assessed, in both groups, by means of the Osstell Mentor device at the time<br />
of implant placement and at 8 and 12 weeks. All patients were monitored from implant placement<br />
until 6 months of function. Results: One 1-stage complicated implant showed discontinuous measurements,<br />
and this patient was excluded from the analysis. In the maxilla (31 implants), there was no<br />
significant difference for implant stability quotients between the groups at any point (P > .05). In the<br />
mandible (29 implants), there was no significant difference for ISQ between the groups at baseline or<br />
8 weeks (P > .05); however, a significant difference was found after 12 weeks (P = .0261). No implant<br />
failed between surgery and the end of the study, and there was an overall survival rate of 100%.<br />
Conclusion: High ISQ values were found in both groups at each time point. One-stage technique is<br />
a viable alternative to 2-stage technique. The utilized implants seem to be suitable for early loading<br />
in both arches. NobelSpeedy Groovy showed a higher primary anchorage, especially in the maxilla.