Aprile - CORRIERE DELLA SIBARITIDE
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Anno XXXIII n. 04 - aprile 2009 - Sped. in abb. post. Tab. D aut. DCO/DC Cosenza/127/2003 valida dal 14-3-2003 - € 0,75<br />
T E R R E M O T O I N A B R U Z Z O<br />
(lunedì 6 aprile )<br />
Le continue scosse di terremoto hanno causato ingenti danni provocando ben 300 vittime,<br />
oltre ai palazzi,chiese, abitazioni caduti in frantumi.Una visione catastrofica superiore ai<br />
danni che potrebbe provocare una bomba.<br />
Palazzi caduti per interi, altri a metà, un ammasso di travi,di mattoni, calce, cemento, frigoriferi,<br />
materassi, televisori, lavastoviglie, pezzi igienici<br />
frammisti a quadri, a libri, a biancheria, a computer, a sedie,<br />
tavoli…un ammasso in una visione catastrofica difficilmente<br />
descrittiva se non si è sul luogo per viverla .<br />
Il tutto ha creato paura, povertà, lutti.<br />
Come non mai, tempestiva la protezione civile e poi tutta<br />
una serie di vigili del fuoco, militari, carabinieri, guardie di finanza,<br />
vigili, corpo forestale, croce rossa e tanti altri organismi<br />
per salvare vite umane sotto le macerie e per portare aiuti<br />
di ogni genere, sotto la direzione di Bertolase, responsabile nazionale<br />
della protezione civile. .<br />
Come in questi casi anche l’intervento del Governo è stato tempestivo<br />
con la visita di Berlusconi prima , del presidente della<br />
Repubblica dopo, dei vari ministri e di alcuni rappresentanti politici<br />
dell’opposizione. Il Papa ha espresso la sua solidarietà e<br />
nel giorno dei funerali delle 300 vittime ha mandato un cardinale suo delegato.<br />
Soccorsi pervenuti da tutta Italia e dall’estero. Con una intuizione pratica e opportuna il presidente<br />
Berlusconi ha invitato i capi degli Stati a contribuire nel recupero delle chiese, dei<br />
palazzi, dell’ospedale e di altre strutture pubbliche. Ha invitato tutti a non mandare cibi o altro<br />
per non creare confusione e per non intralciare il lavoro degli addetti al lavoro.<br />
Una corresponsione diremmo nazionale a favore degli aquilani i quali hanno dimostrato<br />
compostezza e volontà di persone civili, volenterose, caparbie ostinate<br />
a rimettere subito in sesto le case, la loro città, la loro cultura.<br />
Non può ignorarsi l’impegno personale di Berlusconi che si è recato più<br />
volte per essere vicino ai terremotati, per coordinare con Bertolase, il<br />
sindaco e il presidente della Regione gli aiuti.<br />
Ma a volte per essere disponibile e presente sul luogo di sciagura crea rabbia<br />
e malumore negli avversari. E’ il caso di Santoro, giornalista conduttore di Annozero sul canale<br />
di Raidue.<br />
Ma come è possibile condurre una trasmissione come quella di Santoro?<br />
Ma è possibile che i cittadini che pagano il canone debbano sorbirsi quella trasmissione<br />
che genera sconcerto, indignazione, rabbia?<br />
Ma è possibile richiedere alla Rai la restituzione del canone<br />
perché molti non intendono che con il loro denaro assistano<br />
a trasmissioni velenose. Basti guardare in faccia e il modo<br />
di condurre la trasmissione per capire il “veleno” che si vuole<br />
seminare negli altri.<br />
Naturalmente la trasmissione non poteva passare in sordina.<br />
Precisazione del presidente della Rai Garimberti e del<br />
Direttore generale Masi circa il pieno sostegno all’azione<br />
della protezione civile.<br />
I due Responsabili hanno avviato…tutti gli approfondimenti previsti dalla<br />
normativa vigente e dai regolamenti aziendali…sulla trasmissione Annozero<br />
dedicata al terremoto in Abruzzo.<br />
Anche i giudizi di Berlusconi e di Fini non sono mancati: per il primo… la<br />
Rai non può comportarsi così, non parlo più di questo, ma mi sembra che<br />
i fatti mi abbiano dato ragione: la tv non può comportarsi in questo modo...<br />
E per il secondo ( Fini ), ...l’unica cosa stonata in questa tragedia è una<br />
trasmissione televisiva che è una trasmissione indecente…non si può speculare<br />
sulla tragedia come qualcuno (riferito a Santoro ) ha fatto per trarre<br />
vantaggio per la sua audience….Altre polemiche si sono registrate dopo<br />
quel giovedì “nero” .I pompieri della Cisl hanno dichiarato la loro indignazione per le…offensive,<br />
gratuite e strumentali dichiarazioni esternate dal conduttore della trasmissione, tendenti<br />
a screditare l’opera svolta dai lavoratori del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, nel corso<br />
delle operazioni conseguenti il nefasto sisma che ha interessato<br />
l’Abruzzo…<br />
Ma a contraddire il giudizio di Fini è l’ex magistrato Di Pietro che,<br />
per costume, ormai è contro qualsiasi azione intrapresa dal Governo.<br />
Meglio farebbe a rivedere le sue cose allorquando gestiva<br />
il ministero delle infrastrutture che a quanto dire di una persona<br />
intervenuta in una trasmissione radiofonica nel pomeriggio del<br />
lunedì 13 alcune segnalazioni e alcune denunce, sempre su costruzioni<br />
nel capoluogo dell’Abruzzo, siano state ignorate. Staremo a vedere gli sviluppi<br />
della Magistratura che per il caso terremoto certamente non coprirà eventuali appartenenze<br />
partitiche e se dovessero risultare manchevolezze, secondo le affermazioni dell’ascoltatore,<br />
ebbene queste debbano essere di dominio pubblico oltre a ricevere condanne.<br />
Non vogliamo entrare nella difesa o nell’accusa di qualcuno. Certo è la difesa di un genitore<br />
che registra nella sua famiglia guasti con doveroso compito di ripararli.<br />
E’ il caso del capo del Governo che si è impegnato a creare case e strutture in modo da fare<br />
uscire il più possibile gli sfollati dalle tendopoli. Ma l’azione<br />
del Governo non sarà così liscia. Registrerà certamente dissensi<br />
dai soliti “Santoro-Di Pietro”.<br />
Gli antichi dicevano: “i guai della pignatta li conosce che li<br />
mestola”.<br />
Criticare è facile.<br />
Leggete e diffondete il Corriere della Sibaritide<br />
SIBARI RIVISITATA<br />
di FRANCESCO COMPAGNA<br />
2° parte<br />
Ma ogni discorso sugli insediamenti adduce<br />
nel Mezzogiorno al riconoscimento di<br />
quel fenomeno di redistribuzione della popolazione<br />
per tipi di insediamento che ha<br />
rappresentato, dopo il debellamento della<br />
malaria, il più vistoso e sostanzioso fatto rivoluzionario<br />
degli ultimi decenni. E tale fenomeno<br />
si è manifestato e si manifesta<br />
soprattutto nella crisi del sistema dei «presepi»<br />
appenninici. Corrado Alvaro ne parlava<br />
come dei paesi che sono «appesi tra la<br />
frana e il torrente»: distribuiti, comunque, in<br />
ragione di funzioni difensive che ormai sono<br />
tutte obsolete: la difesa dalla malaria non<br />
meno della difesa dai briganti o dai saraceni.<br />
Vidal de la Bianche aveva preannunciato<br />
la crisi dei «presepi» in tutto il bacino<br />
nel Mediterraneo, scrivendone prima della<br />
guerra del 1914-18.<br />
Egli aveva capito che sarebbero stati<br />
svuotati dall'esodo rurale e che il loro conseguente<br />
impoverimento demografico<br />
avrebbe corrisposto al richiamo delle «marine»,<br />
delle «piane», dei «fondovalle», percorsi<br />
da nuovi mezzi di comunicazione. Ma<br />
che altro è, dopotutto, la crisi delle nostre<br />
zone interne, se non, appunto, l'altra faccia<br />
della riconquista umana delle zone esterne,<br />
una volta insicure, e quindi non abitabili e<br />
non frequentabili? Fino a che punto, allora,<br />
l'esodo dalle zone interne è rimasto nei limiti<br />
di un salasso, come tale beneficio ai fini di<br />
un riequilibrio fra territorio troppo povero e<br />
popolamento troppo denso? O non è avvenuto<br />
piuttosto che qua e là il non controllato<br />
salasso è degenerato in una emorragia che<br />
sta irrimediabilmente provocando il rovesciamento<br />
del problema di riequilibrio? Ma<br />
se dal problema di riequilibrio fra popolazioni<br />
troppo dense e territorio troppo povero<br />
si è passati, o si sta passando, al problema<br />
di riequilibrio fra popolazioni troppo rade e<br />
territorio le cui risorse, per poche che le si<br />
voglia considerare, risultano comunque non<br />
valorizzate, questo secondo problema è più<br />
difficile o meno difficile dell'altro, che si poneva<br />
ai tempi della riforma fondiaria, prima<br />
del grande esodo? Intorno a queste domande<br />
si aggiravano i miei pensieri in<br />
quella sera d'autunno, mentre riattraversavo<br />
l'Appennino in autostrada (altro che gli sgomitanti<br />
di una volta sulle strade per la Calabria<br />
che re Gioacchino aveva fatto costruire,<br />
avendo cura non tanto di unire fra loro le<br />
città, quando di collegare presepe a presepe!).<br />
E sono lieto che ora queste pagine,<br />
che l'ami¬co Esposito mi ha sollecitato a<br />
scrivere, mi offrano l'occasione di tornare ad<br />
aggirarmi in quei dintorni.<br />
E allora vorrei dire che la riforma agraria<br />
ha vinto sui latifondi delle «piane», ma non<br />
c'è stato un impegno analogo per vincere<br />
anche sui minifondi delle zone interne.<br />
Questa è una semplificazione, beninteso.<br />
Ma non si può non considerare quanto di<br />
vero essa riesce ad esprimere.<br />
D'altra parte, se nella «piana» è stato<br />
possibile giocare la carta vincente dell'irrigazione,<br />
e quindi delle colture intensive,<br />
nelle terre interne, esclusa ogni terapia<br />
continua a pagina 3<br />
AMMINISTRATORI E EMI-<br />
GRATI IN MITTEL BADEN<br />
Cariati<br />
Sono partiti da Cariati una delegazione di amministratori<br />
e di emigrati per raggiungere i luoghi storici<br />
dell’emigrazione in Germania, partecipando<br />
alla manifestazione celebrativa dei 50 anni dall’arrivo<br />
e di presenza dei calabresi di Cariati e Scala<br />
Coeli nella zona del Mittel Baden (ACHERN –<br />
BÜHL – KAPPELRODECK). Anche il gruppo folkloristico<br />
“LA VILLANELLA”fa parte dei viaggiatori<br />
così musica, cultura e identità, rinsaldano, sotto<br />
tutti i punti vista, quel legame forte, tra quest’area<br />
dell’Europa che ha ospitato ed accolto centinaia<br />
di lavoratori cariatesi, con le loro famiglie, in cerca<br />
di occupazione e stabilità economica. L’autobus<br />
ed il pernottamento, in Ostello, per 3 notti, sono a<br />
carico dell’Amministrazione Comunale. A riceverli<br />
l’Associazione Calabrese BÜHL-BADEN e l’entusiasmo<br />
è stato alle stelle.<br />
INIZIATIVA LODEVOLE<br />
Noi che ci interessiamo di emigrati oltre oceano<br />
non abbiamo mai avuto la fortuna, tranne una<br />
volta, di accompagnare una delegazione in Argentina<br />
o in Brasile ove gli emigrati coriglianesi e rossanesi<br />
sono un numero rilevante, alcuni dei quali<br />
occupano anche alte cariche istituzionali. Ci interessiamo<br />
dei giovani tramite un Concorso Letterario<br />
Internazionale al quale la partecipazione degli<br />
studenti calabresi, discendenti degli emigrati, per<br />
fortuna, è altissima.<br />
IL PRESIDENTE<br />
MARIO OLIVERIO TACE<br />
Muoviamo circa 1000 tra giovani, scuole, famiglie,<br />
emigrati, personalità, senza conforto della provincia<br />
di Cosenza.<br />
Il presidente Mario Oliverio distribuisce soldi a destra<br />
e a manca , mai ha elargito viaggi aerei a giovani desiderosi<br />
di conoscersi e di intrecciare rapporti socioculturali.<br />
Non ha mai preso in considerazione I PROGETTI dell'Associazione<br />
Sibariti nel mondo e dell'Editrice Aurora,<br />
anche se regolari secondo i dettami previsti<br />
dall'Ente provinciale.<br />
Più volte sollecitato a darci una risposta anche negativa,<br />
ha fatto orecchie da mercante. Ci smentisca<br />
sulle piazze o negli incontri politici se ciò che scriviamo<br />
è vero o falso. Dica anche il perché del suo silenzio<br />
alle nostre raccomandate.<br />
Come si può rappresentare l'intera Comunità provinciale<br />
se nel suo programma ha elargito somme ingenti<br />
di denaro pubblico, anche nostro, senza mai<br />
devolvere un minimo contributo a favore dei giovani<br />
del Concorso. Ecco perchè discutibili sono le sue dichiarazioni<br />
programmatiche a favore dei giovani. Una<br />
volta il suo segretario Iacucci ci aveva garantito un<br />
viaggio aereo , anticipato da noi e mai ricevuto. Il problema<br />
è stato sollecitato anche dal consigliere Franco<br />
Bruno e non si può mai immaginare l'atteggiamento<br />
di Iacucci nei confronti di un consigliere provinciale<br />
che ha sempre dimostrato serietà e buona eucazione<br />
Purtroppo, è stato fatto" fesso " più di una volta facendo<br />
capire che la somma del viaggio, anticipata dal<br />
Responsabile del Concorso, era stata già decisa e<br />
che l'avrebbe ricevuta certamente.<br />
Tale somma si è perduta per la via, forse per colpa<br />
delle POSTE? Come si può turpulinare un consigliere<br />
provinciale anche se di opposione? Il problema<br />
lascia adito a considerazioni negative. Del<br />
caso anche nessun cenno dell’opposizione nei vari<br />
consigli.Forse bisognerebbe cambiare regime e rinnovare<br />
l'amministrazione provinciale.<br />
BASTA. E’ TEMPO DI CAMBIARE.<br />
E’ tempo di mandare altre persone con idee nuove<br />
senza conservativismo, patriarcalismo, consuetudinarismo<br />
e vincolarismo.<br />
Oliverio ha fatto il suo cammino abbastanza: lungo,<br />
ha occupato tutte le cariche istituzionali e perciò dovrebbe<br />
lasciare ad altri la gestione della provincia<br />
Così non sarà, forse, perchè noti sono i suoi<br />
...amici,... devoti...raccomandati direbbe il gestore<br />
della trasmissione televisiva “ I Raccomandati”, giornalista<br />
Pupo.<br />
Antonio Benvenuto<br />
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2<br />
3° parte dello studio del prof. Giuseppe Roma<br />
S A N C O S M O A L B A N E S E<br />
I Bronzi di Riace e i SS.Cosma e Damiano<br />
A Fianello Sabino, nell’area di una villa romana, su cui probabilmente nel V secolo viene edificata una<br />
chiesa cristiana, fu rinvenuta nel 1950 una specie di fossa comune con statue, appartenute alla villa, sepolte<br />
e ricoperte con uno strato di conglomerato cementizio [31] .<br />
Con il procedere della “cristianizzazione” e con i templi trasformati in chiese gli stessi pagani “fecero tutti<br />
gli sforzi per salvare le statue, nascondendole nelle spelonche, nelle grotte, sotto qualche palmo di terra;<br />
cosicché ai nostri tempi sono state ritrovate delle vere necropoli di statue (per esempio a Cipro, a Benevento,<br />
a Capua)“ [32] .<br />
Ancora, con l’ascesa al trono di Giustiniano, nel 527, sui territori dell’impero e, quindi, presumibilmente<br />
anche in Calabria [33] , è rinvigorita la politica antipagana m .<br />
Nel 529 viene chiusa la Scuola di Atene [35] , ma già in precedenza l’Imperatore aveva fatto distruggere ad<br />
Abydos, in Egitto, il tempio di Apollo, officiato da 23 sacerdoti e aveva incoraggiato la distruzione di<br />
templi, statue e alberi sacri a Smirne, Efeo e sulle montagne dell’Asia Minore [36] . E’ utile ricordare, comunque,<br />
come la politica giustinianea, mentre per un verso era finalizzata all’eliminazione degli ultimi focolai<br />
del paganesimo là dove i culti ancora avevano un seguito popolare, dall’altra non disdegnava di edificare<br />
un cortile sul Mar di Marmara, appena fuori Costantinopoli, e ivi raccogliere un “gran numero di statue,<br />
alcune di bronzo, altre di pietra polita, con un effetto di lunga descrizione [37’] ...”. Evidentemente il messaggio<br />
simbolico di esaltazione del rango imperiale che le opere dell’antichità conferivano era ancora molto<br />
sentito anche da Giustiniano [38] .<br />
Se questo fu il corso degli eventi che condusse al “seppellimento” dei Bronzi di Riace, è probabile<br />
che l’impresa fu portata a termine non in modo violento e traumatico. In altre parole le statue non furono<br />
prese e gettate in mare, ma si ha l’impressione che la deposizione fu molto rispettosa e ordinata e si scelse<br />
un luogo riparato e facilmente identificabile per chi ne era al corrente, forse in attesa di tempi migliori per<br />
il recupero.<br />
Ma è lecita anche un’altra ipotesi.<br />
In antico la linea di costa doveva essere molto più avanzata rispetto a quella attuale.<br />
Plinio, nella Naturalis Historia, così descrive il promontorio lacinio, cuius ante oram insula X a terra Dioscoron,<br />
altera Calypsus quam Ogygiam appellasse Homerus existimatur, praeterea Tyris, Eranusa, Meloessa<br />
[39] .<br />
Alla fine del XV-inizi del XVI secolo, Piri Re’is segnalava ancora alcune di queste isole davanti al promontorio<br />
lacinio, rappresentato con le uniche due colonie rimaste ancora in piedi dalle originarie quarantotto<br />
dell’antico tempio di Hera Lacinia [40] .<br />
L’erosione costiera è continuata ancora in seguito e continua ancora oggi su tutta la costa ionica reggina,<br />
così come testimoniano le odierne carte dell’evoluzione della linea di costa anche nel tratto che interessa<br />
il territorio dell’attuale Comune di Riace.<br />
È probabile, quindi, che la linea di costa in antico fosse molto più avanzata rispetto all’attuale e che, probabilmente,<br />
la scogliera oggi sommersa fosse quasi a riva ed emergente.<br />
Considerata la profondità non eccessiva di quest’ultima (appena 6 metri), sarebbe auspicabile qualche<br />
carotaggio o un piccolo saggio stratigrafico per verificare l’attendibilità o meno di questa ipotesi.<br />
Comunque il ricordo nella memoria collettiva degli abitanti di Riace di quello spazio e non di un altro,<br />
come “area sacra” da onorare con una processione che percorre chilometri per andare ad immergere lì le<br />
reliquie dei santi patroni, è più che una conferma (fig. 6).<br />
Le reliquie sono quelle dei santi Cosma e Damiano, il cui culto, come si è detto in precedenza, in molti<br />
casi, viene a sovrapporsi al culto dei Dioscuri; ma le statue dei due Bronzi sono compatibili con l’iconografia<br />
di questi ultimi?<br />
In età arcaica vengono rappresentati come guerrieri o divinità agonistiche, per cui recano anche spesso<br />
una corona di palma o di alloro e sono rappresentati o a cavallo o in prossimità di cavalli.<br />
Nelle ceramiche a figure nere, ma anche in rilievi provenienti da Sparta e da Locri, sono raffigurati barbati.<br />
In età classica sono effigiati armati, molte volte vestiti di chitone e con il capo coperto dal pètasos e, a<br />
volte, anche dal pilos. In alcuni casi vengono descritti in atteggiamenti insoliti come, per esempio, giocatori<br />
di astragali.<br />
La loro iconografia subisce un’evoluzione in età ellenistica e si fissa nel tipo più diffuso anche in età romana:<br />
clamide al vento, nudità eroica, pilos, occhi grandi e aperti, con le armi e spesso a cavallo [41] .<br />
I due bronzi rinvenuti nel mare calabrese hanno una stretta coincidenza delle misure (lunghezza dei femori,altezza<br />
del torace, caviglie, ginocchio...) e questa “rigorosa omogeneità”, come è stato sottolineato,<br />
non può essere frutto del caso, ma è voluta.<br />
II rispetto della medesima taglia per le due statue sarebbe conseguenza di un progetto unitario volto a garantire<br />
l’armonica composizione del prodotto e “l’analogia di atteggiamento degli eroi incoraggiar a vederli<br />
come superstiti di una composizione così affollata da accogliere il ripetersi del gesto...” [42] .<br />
Le due statue, non uscivano per la prima volta dall’officina del bronzista, ma erano già state utilizzate e<br />
collocate simmetricamente su qualche base di pietra o marmo (una accanto all’altra [43] ), da cui vennero<br />
successivamente rimosse, come dimostra la presenza dei tenoni m .<br />
Sono raffigurati in atteggiamento di guerrieri, ma nel Bronzo B (fig.7) la base del casco che portava in<br />
testa doveva essere circondata da una corona di alloro o d’ulivo [45] .<br />
Se si osserva poi la ricostruzione che ne è stata fatta [46] , ma soprattutto se si analizza con attenzione la postura<br />
della mano del Bronzo A, appare un po’ forzata l’ipotesi che potesse reggere una lancia nella mano<br />
destra.<br />
Anche le immagini con le quali è stata messa in serie [47] non recano lance.<br />
La mano destra della statua A (fig. 8), con l’indice e il medio flessi a sfiorare il pollice e le altre due dita<br />
strette e piegate nel palmo, non lascia oggettivamente spazio alla dimensione di una lancia o di una spada,<br />
ma potrebbe plausibilmente reggere, per esempio, delle redini, così come i due torsi dei Dioscuri, collocati<br />
fino al 1972 entro nicchie della facciata della chiesa di S. Paolo Maggiore a Napoli, di cui l’esemplare più<br />
integro doveva reggere nella mano sinistra le redini [48] .<br />
La statua B, come è stato sostenuto [49] , doveva avere la base del casco circondata da una corona e anche<br />
questo elemento è compatibile con l’iconografia dei Dioscuri.<br />
Come si è detto in precedenza, già in età arcaica questi ultimi recano spesso una corona di palma o di alloro<br />
sulla testa [50] . Con le teste incoronate sono raffigurati sul dritto di un denario di Mn. Fronteius [51] e una testa<br />
di Dioscuro, del Museo di Cirene, è scolpita con una corona di alloro a foglie minute, a bassissimo rilievo,<br />
disposta lungo il bordo inferiore del berretto (fig. 9), che allude quasi certamente ad una vittoria [52] .<br />
Le due statue di Riace, probabilmente, in origine dovevano apparire come due guerrieri vittoriosi con a<br />
fianco i cavalli di cui reggevano le redini.<br />
Il tema dei Dioscuri, come si è già detto, era diffuso nella locride e sembra collegarsi agli eventi accaduti<br />
nei pressi del fiume Sagra [53] .<br />
È lecito ipotizzare, quindi, che i due Bronzi possano raffigurare i Dioscuri e che, nel passaggio tra la<br />
Tarda Antichità e l’Alto Medioevo, siano stati nascosti in mare e “ricordati” nella sostituzione del paganesimo<br />
con il cristianesimo, come i santi Cosma e Damiano.<br />
Solo così il puzzle si ricomporrebbe e i vari elementi che lo compongono tornerebbero ad essere significanti<br />
all’interno di un classico esempio di continuità nella trasformazione culturale e religiosa tra Tarda<br />
Antichità e Alto Medioevo.<br />
NOTE<br />
[31] Ch. Vorster, Die Skulpturen von Fanello Sabino: Zum Beginn Der Skulpturenausstattung in Romischen<br />
Villen, Wiesbaden 1998, 5-124.<br />
[32] P.1 A. Fliche, V. Martin, Storia della Chiesa, vol. IV, Torino 1975, 21-35.<br />
[33] Il nome Calabria viene attribuito alla parte meridionale della Regione soltanto verso la metà del VII<br />
secolo (34) Burgarella, La chiesa greca di Calabria in età bizantina (VI-VII secolo), in Testimonianze Cristiane<br />
Antiche ed Altomedievali nella Sibaritide (Atti Convegno Corigliano-Rossano 1978), Bari 1980, 29-<br />
30, 91); la denominazione usata precedentemente era terra Brittiorum (sul termine Bruttii, cfr. M. Buonocore<br />
(ed.), ICI, V. Regio III. Regium Iulium, Locri, Taurianum, Trapeia, Vibo Valentia, Copia-Thurii, Blanda<br />
Iulia, Bari 1987, XIII-XVII). M Cod. Iust., I,V,18; I,XI,10.<br />
[35] A. Guillou, F. Burgarella, La civiltà bizantina, in L’Impero bizantino e l’Islamismo, Torino 1981, 12.<br />
[36] B/L F. Paooia^ XpianaviKoì Aicóy/ioi tema rwv EXXrivcov, ‘AOiìvai 1994, 37 ss.<br />
[37] Procopio, De Aedificiis, lib. I, II, [38] M.<br />
Greenhalgh, Ipsa ruina docet: l’uso dell’antico nel<br />
Medioevo,in Memoria dell’antico nell’arte italiana,<br />
I, Torino 1984, 145. [39 P” Plin., N.H., III<br />
95-98.<br />
[40] A.. Ventura, L’Italia di Piri Re’is. La cartografia<br />
turca alla corte di Solimano il Magnifico,<br />
Lecce 2000, 78. [41] V. Bianco, sv Dioscuri, in<br />
EAA, III, Roma 1960, 122-127. [42] p Moreno,<br />
I Bronzi di Riace. Il maestro di Olimpia e i Sette<br />
a Tebe, Milano 1998, 9. [43] E. Paribeni, Lo stile<br />
e la datazione, in L.M. Lombardi Satriani, M.Paoletti<br />
(edd.), Gli eroi venuti dal mare, Roma-Reggio<br />
C. 1986, 72. [44] M. Torelli, La provenienza,<br />
in L.M. Lombardi Satriani, M. Paoletti (edd.), Gli<br />
eroi venuti dal mare, Roma-Reggio C. 1986, 97-<br />
100. [45] p Moreno, I Bronzi di Riace. Il maestro<br />
di Olimpia e i Sette a Tebe, Milano 1998, 28. [46]<br />
Ibidem, 29, fig. 46. [47] Ibidem, figg. 44, 47, 57.<br />
[48] S. Adamo Muscettola, Il tempio dei Dioscuri,<br />
in Napoli antica (Catalogo Mostra Napoli 1985),<br />
205-206, nn. 31.1, 31.2. [49] p Moreno, I Bronzi<br />
di Riace. Il maestro di Olimpia e i Sette a Tebe,<br />
Milano 1998, 28. [50] S.v. nota 37. [51] G. Angeli<br />
Bufalini Petrocchi, L’iconografia dei Dioscuri<br />
sui denari della Repubblica Romana, in L. Nista<br />
(ed.),<br />
Castores. L’immagine dei Dioscuri a Roma,<br />
Roma 1994, 104, fig. 7. [52] C. Parisi Presicce, I<br />
Dioscuri capitolini e l’iconografia dei gemelli divini<br />
in età romana, in L. Nista (ed.), Castores.<br />
L’immagine dei Dioscuri a Roma, Roma 1994,<br />
180, fig. 45. [53] P.G. Guzzo, I Dioscuri in<br />
Magna Grecia, in L. Nista (ed.), Castores. L’immagine<br />
dei Dioscuri a Roma, Roma 1994, 29.<br />
continua al prosimo numero<br />
Riace: processione verso la scogliera dei due santi<br />
bronzo B bronzo A testa Dioscuro<br />
BREVI DA CARIATI<br />
MUSICA CONTRO LA’NDRANGHETA<br />
Da Duisburg alla Calabria, la lotta alla criminalità<br />
organizzata e alla ‘ndrangheta si<br />
combatte anche a suon di note e musica. Cataldo<br />
PERRI e Peppe VOLTARELLI hanno<br />
presentato il 7 aprile i loro ultimi prodotti<br />
musicali e culturali, a CARIATI, nel corso del<br />
55esimo Caffè Filosofico itinerante di 8TJ,<br />
ospitato alle ore 18 dal Bar ARKANGEL nel<br />
Centro Storico (Piazza Plebiscito)., alla presenza<br />
tra gli altri dell’Ass. Reg. al Turismo<br />
GUAGLIARDI.Il suo intervento<br />
è stato molto chiaro e<br />
suadente soffermandosi soprattutto<br />
sul mercato gestito<br />
dalla ‘ndrangheta che<br />
cambia secondo le esigenze<br />
e i tempi. Ora per esempio<br />
si interessa del mercato delle pale eoliche occasione<br />
che serve spesso a riciclare denaro e<br />
traffici illeciti”.<br />
*****<br />
MARCIANÒ:<br />
NO ALLA PORNOGRAFIA<br />
È BELLO ARRIVARE VERGINI AL MATRIMONIO<br />
NO A QUEL PIACERE CHE SFRUTTA E<br />
STRUMENTALIZZA IL CORPO<br />
Mons. Santo Marcianò , Vescovo di Rossano-<br />
Cariati, rilancia il valore della verginità,<br />
C O S I M O S A R L I<br />
fa visita alla PGS di Corigliano<br />
Sabato 4 aprile, alle ore 15,00, allo stadio Minno<br />
Rende di Castrovillari si è svolta la partita valevole<br />
per il campionato nazionale dilettanti girone I tra<br />
Castrovillari e Siracusa terminata con il risultato<br />
1-1. Cosimo Sarli, su calcio di rigore al 50’ minuto,<br />
ha segnato la rete del vantaggio poi pareggiata su<br />
calcio di rigore al 52° minuto da Prete per il Castrovillari.<br />
Cosimo Sarli è secondo nella classifica<br />
marcatori con 18 Goals e 2 calci di rigore, pochi<br />
minuti prima del calcio di rigore, poi realizzato, ha<br />
sfiorato anche un altro goal direttamente da calcio<br />
d’angolo. Al Siracusa vanno i nostri migliori auguri<br />
per la promozione ottenuta e festeggiata domenica<br />
scorsa in casa; in classifica è primo con 72<br />
punti mentre la seconda il Sapri ne ha 58. La PGS<br />
fa i migliori auguri di pronta guarigione e pronto<br />
rientro in rosa di un altro suo concittadino giocatore<br />
del Siracusa Antonio Strigari assente sabato<br />
a Castrovillari perché infortunato. Prima della gara<br />
la PGS (Polisportiva Giovanile Salesiana) di Corigliano<br />
Calabro ha premiato Cosimo Sarli per<br />
l’aiuto dato con il Siracusa nello sponsorizzare<br />
una sua squadra. Della PGS Corigliano erano presenti:<br />
il Presidente Don Angelo Draisci, il Consigliere<br />
Vincenzo Marino, l’alleducatore Giuseppe<br />
Tempesta, gli atleti categoria Pulcini: Arci Giovanni,<br />
Benincasa Luca, Braccioforte Davide, Caravetta<br />
Andrea, Colucci Maurizio, De Marco<br />
Angelo, Fusaro Matteo, Leale Attilio, Malagrinò<br />
Leonardo, Molinari Gianluca, Pucciano Marco,<br />
Ponte Cristian,Tempesta Francesco e Trifiletti Giuseppe;<br />
per la categoria Giovanissimi: Abbastante<br />
Angelo, Biondino Francesco, De Marco Giuseppe,<br />
Filadoro Mario, Scaglione Piergiuseppe,Tempesta<br />
Matteo,Trifiletti Nunzio; gli Accompagnatori: Giovanni<br />
Ponte e consorte, sorella del giocatore Cosimo<br />
Sarli, la Signora Sarli, mamma del suddetto<br />
giocatore e Fusaro Renato.<br />
I ragazzi della PGS rientrando a Corigliano all’Oratorio<br />
hanno ringraziato i dirigenti i tecnici e gli<br />
accompagnatori per il bel pomeriggio che hanno<br />
trascorso e per la bellissima esperienza fatta.<br />
Ieri domenica 5 aprile il giocatore Cosimo Sarli è<br />
stato in Oratorio Salesiano dalle ore 10:00 e ha<br />
visto giocare la PGS categoria Pulcini che ha vinto<br />
la sua gara contro lo Sporting Club D di mister<br />
Mazziotti per 6-3.<br />
Gli addetti Stampa PGS Corigliano: Marino Vincenzo<br />
e Ruffo Antonio.<br />
BRAVA COMMISSARIO<br />
Mi rallegro nel vederla sempre presente, persino<br />
nella celebrazione del Venerdì Santo. E’<br />
chiaro che vuole farsi conoscere<br />
dai coriglianesi e noi gliene siamo<br />
grati, al contrario di chi non vuole<br />
comprendere la sua filosofia di gestore<br />
del Comune.<br />
Buona parte di essi vorrebbe vedere<br />
anche risolti alcuni problemi<br />
di vitale importanza, vorrebbe che<br />
firmasse alcuni progetti importanti per il rilancio<br />
futuro della città, una maggiore pulizia nelle<br />
strade, più rattoppi delle buche stradali, segnaletica<br />
e dossi su via Fontanelle dal vicolo<br />
di Togliatti sino alla fine della strada Pugliesi,<br />
diventata ormai un pericolo pubblico, (Peccato<br />
che lei non transita mai nelle ore di punta su<br />
questa strada), un rimescolamento nell’apparato<br />
amministrativo causa di gran parte dei<br />
guai, noti a tutti e forse da lei… ignorati. Queste<br />
persone che criticano vorrebbero sapere<br />
cosa ha fatto di buono per Corigliano al di fuori<br />
delle sue presenze nelle varie manifestazioni<br />
populistiche. Ancora continua ad essere presente<br />
saltuariamente nel Comune? Che funzione<br />
svolgono i suoi vice?<br />
maschile e femminile, contro i falsi miti della<br />
pornografia, dello sfruttamento del corpo e<br />
della strumentalizzazione<br />
dello stesso inteso come sacramento<br />
di Dio. MAR-<br />
CIANÒ ribadisce e ricorda,<br />
inoltre, la bellezza di arrivare<br />
puri e vergini al matrimonio.<br />
Perché solo ciò<br />
che è vergine assomiglia<br />
alla bellezza del Cristo.
STORIA DI CORIGLIANO<br />
di GIULIO IUDICISSA<br />
3 a - Il Milleduecento<br />
La regione, intanto, cambia padrone, per<br />
fortuna in maniera pacifica, per via d’un<br />
matrimonio, cosicché ai Normanni, nel<br />
1190, succedono gli Svevi e questi, in genere<br />
tolleranti come i predecessori, accolgono<br />
gli Ebrei e ne mandano un bel<br />
numero a Corigliano. Qui gli Ebrei, presenti,<br />
dunque, agli inizi del 1200, si stabiliscono<br />
nella parte sottostante l’attuale via<br />
Addolorata, parte che da loro prende nome<br />
di Giudecca. Essi vivono secondo le loro<br />
abitudini e, operosi come sono, si danno ai<br />
commerci e ai mestieri, soprattutto, inerenti<br />
alle stoffe ed alle medicine. Nel paese si integrano<br />
senz’altro bene, tanto è vero che<br />
molti termini della loro lingua, come panattàsimi,<br />
cioè il pane azzimo, diventano di<br />
uso comune ed alcune loro famiglie, come<br />
quelle dei Della Cananea e dei Tricarico,<br />
acquistano nel tempo una posizione preminente.<br />
Per Corigliano, questo è un periodo di<br />
crescita: in essa, infatti, nel 1280, si contano<br />
800 case e 3700 abitanti, migliorano<br />
le colture e viene introdotto l’agrumeto, che<br />
fa nel tempo la ricchezza del paese.<br />
Ai suoi piedi, in località oggi Pendino,<br />
sulla riva sinistra del torrente Coriglianeto,<br />
viene fondato nel 1220 il convento dei<br />
Francescani minori. Questi rappresentano<br />
la prima comunità monastica del paese e<br />
determinano la trasformazione dell’area. Di<br />
qua passa la via d’accesso al centro urbano<br />
e qui si sviluppano gli agrumeti, i famosi<br />
jardini. Due dei sette Missionari<br />
francescani, trucidati a Ceuta in Marocco<br />
nel 1227, Leone Somma e Nicola Abenante,<br />
sono coriglianesi e partono proprio<br />
da questo convento del Pendino.<br />
Altre nuove famiglie s’affacciano, intanto,<br />
alla ribalta del paese: sono quelle dei Della<br />
Rocca, dei Perroni, dei Policastrelli e dei<br />
Tredinari.<br />
Si arriva così alla fine del 1200 con un bilancio,<br />
tutto sommato, positivo. Se nonché,<br />
nella Regione, nel 1268, agli Svevi di Corradino,<br />
sconfitti in guerra, subentrano gli<br />
Angioini.<br />
Una curiosità: nella<br />
battaglia del 1268 a<br />
Tagliacozzo, dove gli<br />
Angioini sconfiggono<br />
gli Svevi, nelle truppe<br />
di Corradino incontriamo<br />
un ufficiale coriglianese<br />
tale<br />
Francesco Abate, più tardi anche tra gli animatori<br />
del famoso Vespro siciliano.<br />
Gli Angioini sono senz’altro diversi dai loro<br />
predecessori. Prepotenti e fiscali, suscitano<br />
il malcontento sia del popolo che della nobiltà,<br />
i quali prima si organizzano e, poi, gli<br />
si rivoltano contro nella famosa guerra del<br />
Vespro siciliano, che insanguina l’isola per<br />
vent’anni, dal 1282 al 1302. Alla fine, gli Angioini<br />
vengono cacciati dalla Sicilia e al loro<br />
posto si insediano gli Aragonesi.<br />
La Calabria da tutto ciò non trae alcun beneficio,<br />
perché gran parte della guerra tra<br />
le due potenze si combatte sul suo suolo.<br />
Anzi, viene a subire da una parte i saccheggi<br />
dei mercenari assoldati dagli Aragonesi<br />
e dall’altra le usuali angherie degli<br />
Angioini. Anche Corigliano paga il suo<br />
prezzo. Deve dare, infatti, ospitalità agli abitanti<br />
del casale di Crepacore, il quale, situato<br />
all’incirca lungo il torrente Cino, viene<br />
aggredito e distrutto nel 1290 dalla soldataglia<br />
aragonese. Gli abitanti, appunto,<br />
quelli che vi riescono, trovano rifugio in Corigliano.<br />
Più tardi, nel 1442, la Calabria,<br />
come già la Sicilia, cede al dominio aragonese.<br />
continua al prossimo numero<br />
A F F I T T A S I<br />
A CORIGLIANO SCALO, ZONA<br />
COLLINARE, VIA MORTATI, 40<br />
DAL PROPRIETARIO ALL’AFFIT-<br />
TUARIO - CONTATTI DIRETTI:<br />
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Tel. 0983 886521<br />
(orario pranzo/cena)<br />
dalla prima pagina<br />
SIBARI RIVISITATA MEMORIALE Carmine Cianci<br />
e il Futurismo<br />
d'urto del tipo della riforma fondiaria, si sarebbe<br />
dovuto applicare pazientemente la terapia<br />
a medio e lungo termine della<br />
estensivazione degli ordinamenti colturali,<br />
creando grandi aziende agro - silvo - pastorali,<br />
grazie ad una efficace politica di accorpamenti,<br />
combinata con una altrettanto<br />
efficace politica della cooperazione; e grazie<br />
anche ad azioni programmatiche per la<br />
forestazione e la zootecnica. Comunque<br />
sia, su tutto questo che riguarda le più difficili<br />
zone interne non possiamo vantare un<br />
bilancio paragonabile a quello relativamente<br />
soddisfacente che possiamo vantare<br />
quando siamo chiamati a valutare la spinta<br />
al cambiamento, in meglio, che dalla riforma<br />
fondiaria è derivata nelle zone di pianura:<br />
meno difficili da quando le condizioni del<br />
cambiamento erano state poste dal D.D.T.,<br />
vincente sull'anfele. Ma c'è un altro problema<br />
per il quale si deve passare per valutare<br />
i cambiamenti provocati nel<br />
Mezzogiorno agrario dalla riforma fondiaria:<br />
quale contributo ha dato questa riforma alla<br />
formazione di una classe media, intesa<br />
come classe aperta, in senso non marxista?<br />
In una società democratica, è nelle articolazioni<br />
di questa classe aperta che si realizza<br />
la diversità: l'attributo di connotazione delle<br />
democrazie. Barberis, nella sua citata ricerca,<br />
si è posto questo problema. Sembrerebbe<br />
che egli sia propenso a ritenere, sulla<br />
base dei dati ricavati dalla ricerca, che il<br />
contributo della riforma fondiaria alla formazione<br />
di una classe aperta sia stato più indiretto<br />
che non diretto. Non si tratta affatto di<br />
un giudizio riduttivo: tanto è vero che sono<br />
estremamente interessanti proprio le considerazioni<br />
di Barberis relative al contributo<br />
indiretto della riforma fondiaria — con riferimento<br />
all'artigianato ed ai servizi, specialmente<br />
al commercio — alla fioritura di una<br />
minuta, ma vitale imprenditorialità.<br />
A questo proposito, tuttavia, c'è un quesito<br />
supplementare che avremmo torto ad<br />
eludere e che comunque ci riconduce alla<br />
crisi dei «presepi»: per interessante che si<br />
voglia considerare il contributo della riforma<br />
fondiaria alla formazione, nei settori terziari,<br />
di articolazioni del ceto medio, quanto risultano<br />
precarie tali articolazioni, che pur interferiscono<br />
con la crisi dei «presepi»?<br />
Possono irrimediabilmente subirne i contraccolpi.<br />
Ma potrebbero forse costituire<br />
punti di riferimento per non rassegnarsi ad<br />
una sua irrimediabilità e generalizzazione.<br />
Certo è che la crisi del sistema dei «presepi»<br />
è il problema degli insediamenti della<br />
penisola italiana nel prossimo futuro: non diversamente<br />
da come il problema dell'urbanesimo,<br />
dopo la ricostruzione, si era<br />
configurato, esso, come il problema degli insediamenti<br />
italiani nei decenni '50 e '60.<br />
Non è questa, comunque, la sede per<br />
portare avanti il discorso sulla crisi dei «presepi»<br />
oltre gli accenni ai quali mi sono limitato<br />
ora e che ho già cercato di qualificare<br />
meglio quando sono intervenuto al convegno<br />
dell'INARCH, in luglio («Gli insediamenti<br />
italiani negli anni '80»), per dire, in<br />
sostanza che, se si vogliono recuperare alla<br />
vitalità economica e civile taluni «presepi»,<br />
favoriti dalla loro «posizione», non si deve<br />
pretendere di rivitalizzare tutti i «presepi»,<br />
parecchi dei quali rivitalizzatili non sono. Mi<br />
pare, piuttosto, che non sia eludibile il discorso<br />
sulle «quote» e sui «poderi». Barberis<br />
ha ricordato quanta apprensione<br />
suscitavano, negli anni della riforma fondiaria,<br />
le quote; e quanta fiducia si riponeva<br />
nella durata dei poderi, se, dove e<br />
quando,risultava possibile ritagliarli nei fondi<br />
scorporati.<br />
E tuttavia, la ricerca dell'INSOR suggerisce<br />
la considerazione che le «quote» sono<br />
risultate una soluzione migliore di quanto<br />
non si temesse là dove è sopravvenuta l'industria<br />
che ha consentito di integrare l'attività<br />
agricola dei quotisti non autosufficienti<br />
con attività direttamente o indirettamente indotte<br />
da quel tanto di industrializzazione<br />
che si è realizzata.<br />
continua al prossimo numero<br />
Il prof. Armando Benvenuto, a seguito dell’intervista<br />
di Giampiero Morrone su un settimanale locale<br />
ci invia delle sue considerazioni sul ventennio<br />
politico dal 1974-1993.<br />
Morrone richiama un capitolo di storia politica<br />
che svela il contributo dato dall’allora ricostituzione<br />
della Sezione del Partito Socialista Democratico<br />
Italiano(P.S.D.I). Nasce il 1° maggio 1974<br />
per volontà di persone libere, oneste e democratiche,<br />
inteso come movimento politico culturale<br />
atto a inserirsi nelle forze democratiche locali per<br />
favorire un rinnovamento, sensibile al miglioramento<br />
in un clima di collaborazione e di efficace<br />
emulazione. Il prof. Benvenuto ricorda i soci fondatori:<br />
Alfonso De Tommasi( segretario e vice sindaco<br />
nell’Amministrazione Morrone), Vittorio<br />
D’Amico, Raffaele De Vincernzo, Francesco Meligeni,<br />
Ubaldo Adimari; i sostenitori Angelo Viteritti,<br />
Angelo Salatino, Italo Le Pera, Giuseppe Agrippino<br />
(consiglieri e assessori comunali), Gigino<br />
Esposito, Vincenzo De Natale, Antonio Tortorella,<br />
Luigi Ferrarese e tanti altri studenti e operai.<br />
Si ricorda che i punti di riferimento del P.S.D.I. di<br />
Corigliano erano il Presidente della Repubblica Giuseppe<br />
Saragat, gli onorevoli Luigi Preti, Pietro<br />
Longo, Costantino Belluscio e Paolo Bruni. Ricorda,<br />
poi, alcune iniziative in seno all’amministrazione<br />
ospedaliera di cui egli stesso faceva parte, contributo<br />
di idee e di sostegno per un cambiamento della<br />
politica locale e soprattutto per evitare presenze dei<br />
commissari prefettizi. Guarda caso oggi il Comune<br />
è retto da un Commissario Prefettizio.<br />
L’intervista di Morrone richiama alla mente, per<br />
Benvenuto, alcune problematiche come “ La casa<br />
Comunale e il Castello”.<br />
Un progetto per la casa comunale era stato redatto<br />
dalle amministrazioni Policastri-Amato in località<br />
sotto l’edificio Garopoli e con una spesa<br />
prevista di 250.000 di vecchie lire.<br />
Benvenuto si chiede come mai ancora si rimane<br />
in fitto e non si guarda in prospettiva per costruire<br />
una Casa Comunale Monumentale,<br />
moderna con tutte i servizi e i parcheggi necessari?.<br />
(NDR. Potrebbe la Commissaria rispolverare<br />
il problema e avere la sua firma per avviare la<br />
costruzione?).<br />
Inoltre osserva come nei centri storici di alcune<br />
città si sono costruite scale mobili. Afferma testualmente:Ancora<br />
oggi è difficile accettare che il Castello<br />
continui ad essere privo di una strada di<br />
accesso che consenta visite che non siano affannose,<br />
decongestionate da traffico su strada che<br />
non ha uscita alternativa e che creano delusione<br />
per assenza di itinerari piacevoli e festosi...poi suggerisce...sarebbe<br />
utile, per il decoro e il valore intrinseco<br />
dell'opera, che a destra dell'entrata della<br />
città, dietro l'ex frantoio Cimino, ora occupato da un<br />
supermercato, venisse realizzata una scala mobile<br />
e una scala e una stradella pedonali che consentano<br />
una salita rapida e piacevole per raggiumgere<br />
via Toscano e sul lato opposto, nella vallata, un parcheggio<br />
in cemento armato dal basso verso l'alto<br />
per consentire di poter sostare con tranquillità. Con<br />
la realizzazione si darebbe ai turisti la possibilità di<br />
visitare anche la Chiesa di S. Maria e il Castello, la<br />
chiesa di San Pietro e le opere in esse<br />
contenute...le Amministrazioni comunali che verranno<br />
dovrebbero realizzare queste due opere:<br />
Casa Comunale monumentale e scala mobile.<br />
Rossano<br />
NUOVO PARROCO<br />
Domenica 29 Marzo 2009 –si è insediato il<br />
nuovo parroco, don Vincenzo Miceli nella chiesa<br />
di San Nilo. Il vescovo Mons. Santo Marcianò<br />
nella omelia ha insistito sui sacrifici dei cristiani.<br />
Ha detto che... Sacerdoti fedeli e laici non devono<br />
aver paura di fare vedere i calli alle mani o<br />
alle ginocchia procuratisi per servire i poveri. I<br />
calli bisogna farseli non solo per pregare,<br />
quanto soprattutto per servire, per inginocchiarci<br />
aiutando chi non vive nelle nostre condizioni sociali<br />
ed economiche. Non si interrompe la preghiera,<br />
scendendo per strada o mettendo i piedi<br />
nella società per aiutare davvero i poveri. Anzi,<br />
è proprio servendo i poveri, ogni giorno e concretamente,<br />
che la preghiera continua. Ma attenzione,<br />
servire i poveri non è fare l’elemosina<br />
per scrupolo di coscienza. E’, piuttosto, impegnarsi<br />
ogni giorno. Alla cerimonia ha partecipato<br />
anche il Sindaco di Rossano, Prof.<br />
Francesco FILARETO che ha rivolto un lungo<br />
saluto ai fedeli, prima dell’inizio della messa ribadendo<br />
la necessità di RICONCILIARSI ME-<br />
GLIO COL SANTO CO-PATRONO di Rossano.<br />
LA PRO LOCO ROSSANO CON IL PA-<br />
TROCINIO DELL'AMMINISTRAZIONE<br />
COMUNALE ASSESSORATO AL TURI-<br />
SMO E SPETTACOLO ORGANIZZA<br />
PER IL 24 APRILE LA 1° EDIZIONE<br />
DEL CONCORSO "LA NOTTE DI FUO-<br />
CHI DI SAN MARCO" A ROSSANO<br />
CENTRO STORICO<br />
È deceduto Angelo Scippa.<br />
Condoglianze ai familiari.<br />
E’ con grande entusiasmo che gioia che giorno<br />
20 febbraio u.s., nel caffè letterario Dulcamara,<br />
in Corigliano centro, con artisti e letterati, si è celebrato,<br />
così come in tutta Italia, il centenario<br />
della nascita del Futurismo, movimento fondato<br />
da Marinetti, il cui manifesto fu pubblicato sul Figaro<br />
esattamente 100 anni prima.<br />
Il Futurismo nasce nell’Italia del Risorgimento,<br />
dopo la proclamazione di Roma capitale, che era<br />
precipitata in un brutto momento di burocrazia e<br />
di provincialismo. Gli autentici e originali artisti<br />
dell’Ottocento erano costretti al silenzio, perché i<br />
solati. Prendeva piede in questo momento da<br />
Nord a Sud, il verismo sociale, perché la lotta per<br />
l’unità nazionale aveva evidenziato una serie di<br />
problemi esistenziali. Questa crisi non poteva<br />
portare che ad una giustizia sociale, così ci furono<br />
i primi organizzatori socialisti del popolo lavoratore.<br />
Così anche gli artisti sentirono<br />
l’esigenza di nuove idee. Questo verismo sociale<br />
nell’arte era ben rappresentato dalla necessità di<br />
uscire dall’aridità creativa. Quindi l’ispirazione artistica<br />
era rivolta alla denuncia fondata sul sentimento<br />
di pietà e di comprensione del movimento<br />
contadino. Nonostante il fervore degli artisti, però,<br />
questo movimento non riusciva a valicare i limiti<br />
del provincialismo. All’inizio del secolo, solo Benedetto<br />
Croce e il Papini cercarono di uscire, con<br />
le loro testate, “La Critica” e “Il Leonardo”, da<br />
questo provincialismo culturale. Questi ed altri intellettuali<br />
dell’epoca davano così una spinta a<br />
reagire contro la cultura e l’arte ufficiale, proponendo<br />
esplicitamente un clima di ardore che, se<br />
da una parte si mescolava con una certa faciloneria<br />
e dilettantismo, dall’altra si onerava di tutto<br />
il peso dell’impegno e della ricerca. In questo<br />
clima nacque il Futurismo. Nacque in contrapposizione<br />
all’arte ufficiale con la volontà di rinnovamento<br />
e con l’aspirazione verso la modernità.<br />
Ed è proprio inventata dai Futuristi la serata<br />
del 20 febbraio 2009, per la celebrazione del<br />
centenario. Serata provocatoria, manifestazione<br />
che ha bacchettato il gusto del pubblico. Nella<br />
piccola ma capiente sala del caffè di Piazza<br />
Compagna, la platea, colta e attenta, è stata deliziata<br />
dalla presenza di illustri personaggi del panorama<br />
della cultura. Un ottimo aperitivo,<br />
preparato dallo staff del Dulcamara, ha aperto la<br />
serata e incitato gli spettatori e gli stessi organizzatori<br />
ad iniziare con la manifestazione. Il primo<br />
intervento è stato proposto dal professor Vittorio<br />
Cappelli, ordinario di Storia presso L’università<br />
della Calabria: l’esimio docente ha messo in evidenza<br />
gli artisti calabresi che hanno aderito al<br />
movimento, tra cui il coriglianese Luigi Gallina;<br />
si è altresì soffermato su un altro illustre, Luciano<br />
Caruso, che in Calabria molto spesso<br />
venne e che, insieme a Carmine Cianci, aveva<br />
fondato l’associazione “Le Porte di Sibari”,<br />
gruppo dedito alla ricerca sperimentale. Il Professor<br />
Cappelli ha inoltre argomentato sul momento<br />
storico vissuto degli intellettuali calabresi,<br />
che si sono confrontati con Marinetti. La figura<br />
femminile, la donna futurista, in particolare la<br />
moglie stessa del Marinetti e la sua lettera per il<br />
marito, è stata invece affrontata dal critico d’arte,<br />
Professoressa Francesca Londino.<br />
La manifestazione è proseguita con dei veri e<br />
propri atti provocatori: in primis, l’artista Carmine<br />
Cianci ha invitato il pubblico a strappare e bruciare<br />
le pagine di un libro, seguito a ruota da Maria Credidio,<br />
altra artista organizzatrice, con il Cianci e la<br />
Romeo, della kermesse. Il sottofondo della performance<br />
è stato creato dalla lettura dell’ultima opera<br />
poetica della poetessa Maria Romeo, ode dedicata<br />
al futurismo, il tutto mentre, addosso a lei, venivano<br />
gettate le stesse cartacce, appena<br />
stracciate. Cartacce gettate anche addosso a tutti<br />
coloro che sono intervenuti nel dibattito.<br />
Moltissimi gli spettatori, tantissimi gli artisti<br />
presenti, tra cui Franco Paletto, docente<br />
all’AA.BB. di Roma, Lucia Paese, Ombretta Gazzolo,<br />
Luigia Granata e tanti altri ancora, che con<br />
le loro opere hanno allestito una piccola mostra.<br />
Tutti molto coerenti con la serata.<br />
3<br />
IL PORTO DI ROSSANO<br />
NON È IN AGENDA<br />
Abusivismo edilizio sulle coste, spesso scarsa professionalità<br />
nell’offerta e nell’accoglienza presso le<br />
strutture ricettive, affitto di appartamenti e stanze al<br />
di fuori o ai limiti della legalità e/o comunque fuori dai<br />
meccanismi di un mercato controllato. Restano questi,<br />
in estrema sintesi, alcuni dei limiti e delle piaghe<br />
del turismo regionale e territoriale. organizzato nei<br />
giorni scorsi ad hoc a Palazzo San Bernardino dall’Amministrazione<br />
Comunale di Rossano. All’incontro<br />
erano presenti anche il Sindaco Franco FILARETO e<br />
l’Assessore al Turismo Antonella CONVERSO.<br />
GUAGLIARDI non ha inteso sfuggire neppure alle<br />
sollecitazioni più direttamente legate alla Città ed al<br />
territorio di Rossano, facendo chiaramente intendere<br />
che, allo stato ed in un quadro prospettico e di rete<br />
territoriale, il progetto di un nuovo porto turistico in<br />
questa zona, così come invece previsto nelle slide<br />
dell’STL Sibaritide spiegate dall’Assessore CON-<br />
VERSO, non sarebbe all’ordine del giorno né nell’agenda<br />
degli impegni regionali. A tal proposito, ad<br />
esplicita domanda, l’Assessore GUAGLIARDI ha<br />
chiarito ogni dubbio, in negativo, anche rispetto alla<br />
stessa ventilata ipotesi di cosiddetto “porto canale” di<br />
Rossano. E’ stato invece confermato l’investimento<br />
regionale sul Porto Turistico di Cariati, la cui inaugurazione<br />
ufficiale dovrebbe essere comunicata a<br />
breve. GUAGLIARDI ha infine annunciato che il Porto<br />
di Corigliano sarà interessato da interventi ed investimenti<br />
adeguati per far fronte e migliorare la capacità<br />
di accoglienza dei flussi crocieristici.
4<br />
On.le Presidente Oliverio,<br />
considerata la sua... operosità,<br />
legga, per favore, e tragga<br />
eventuali considerazioni, scevre<br />
da preconcetti<br />
8° CONCORSO LETTERARIO INTERNAZIONALE<br />
Tutto è pronto per il giorno 29 aprile ad AVELLANEDA ( Buenos Aires ) per la premiazione<br />
riservata agli studenti dell’ America del Sud.<br />
La manifestazione si svolgerà nel pomeriggio del 29 aprile, nel teatro Roma, alle ore 19.<br />
Sarà presente il presidente dell’Associazione”Sibariti nel mondo”, nonché direttore editoriale<br />
Prof. Antonio Benvenuto per consegnare i premi messi in concorso dall’Editrice<br />
Aurora di Corigliano. Essi consistono per le scuole medie una somma di 80 euro, libro e<br />
pergamena per la prima classificata Julietta Hermosi.<br />
La commissione esaminatrice, presieduta dal preside prof. Giovanni Sapia non ha ritenuto<br />
premiare altri partecipanti per lavori non conformi al bando.<br />
A tutti i partecipanti, comunque, l’editrice Aurora offrirà un attestato di partecipazione.<br />
Agli studenti delle scuole superiori verranno consegnati la somma di € 100,00<br />
una pergamena e un libro al primo classificato, Ignazio Paniagua Mantelli, la<br />
somma di € 75,00, pergamena e libro al secondo classificato Giancarlo Reanda,<br />
un vocabolario , una pergamena al terzo, quarto e quinto classificati Sebastiano<br />
Pinto, Julietta Martiarena e Cecilia Huberman. Agli altri verranno<br />
consegnati attestati di partecipazione.<br />
Agli studenti dell’Università verranno consegnati € 100,00, pergamena e libro<br />
alla prima classificata Sofia Ramirez Fionda, un vocabolario maggiore di italiano,<br />
una pergamena alla seconda classificata Calabrò Maria Antonella. Agli<br />
altri partecipanti non vincenti sarà rilasciato attestato di partecipazione.<br />
Ai primi vincitori verrebbe concesso un viaggio aereo dalla Regione Calabriaemigrazione<br />
come negli anni precedenti, salvo conferma dall’Ente regionale.<br />
Nella manifestazione è prevista la consegna di pergamene e targhe al prof.<br />
Antonio Caruso, di origini di Cariati, quale personalità emerita distintosi all’estero<br />
con iscrizione nell’ALBO DI MERITO. A parte il curriculum.<br />
Per l’occasione il comune di Cariati è rappresentato dal vice sindaco dr. Cataldo<br />
Perri.<br />
P R O G R A M M A<br />
Hanno confermato la presenza: Antonio Ferraiuolo, presidente della Calabresa,<br />
Eugenio Sangregorio e la figlia, vice console di San Isidro, Irma Rizzuti<br />
ex Presidente della Calabresa, il dr. Antonio Napoli e Francisco<br />
Castellucci, i giornalisti Michele Munno, Vittorio Galli e Teresa Fantasia.Prevista<br />
la presenza dei presidi, docenti e familiari degli studenti partecipanti.<br />
MONUMENTO A<br />
SAN FRANCESCO NEL PORTO<br />
DI CORIGLIANO<br />
E’ stata data comunicazione su alcuni<br />
organi di stampa la notizia di una costruenda<br />
statua di San Francesco di<br />
Paola nel porto di Corigliano.<br />
Un'iniziativa che sta portando avanti un<br />
Comitato per realizzare un qualcosa d’importante.<br />
Ed è importante la installazione<br />
di un monumento nel porto di Corigliano<br />
perché la funzione di tale opera è soprattutto<br />
per arricchire l’area portuale di una<br />
struttura monumentale esistente in pochi<br />
porti italiani ed esteri (peccato che i critici<br />
non hanno la fortuna di vedere queste<br />
opere nei vari porti), per dare ai naviganti<br />
la direzione dell’entrata nel porto.<br />
Ha, ovviamente,<br />
la funzione di un<br />
faro.<br />
Il monumento<br />
non è la solita edicola<br />
esistente nel<br />
territorio. E’ un monumentodell’altezza<br />
di 20 metri<br />
alla cui sommità<br />
verrà installata una<br />
statua di San Francesco<br />
alta 3 metri,<br />
di bronzo e del<br />
peso di cinque<br />
quintali, rivolto al<br />
mare. con lampada<br />
nel bastone.<br />
Ha un costo elevato perché la struttura<br />
viene realizzata rispettando leggi e leggine<br />
imposte dall’autorità portuale e da<br />
quelle antisismiche. Necessari progettisti<br />
(Francesco Favaro e Gianluca Straface),<br />
geologo (Luigi Marcovecchio), responsabile<br />
dell’area portuale gestita dalla Lega<br />
navale (Dr. Giuseppe Romanelli), rappresentante<br />
delle cooperative dei pescatori<br />
(Giovanni Martilotti), costruttore dell’impianto<br />
struttura (Francesco De Pasquale,<br />
migliore offerente per la realizzazione dell’opera),<br />
costruttore per il realizzo della<br />
base (Giuseppe Pucci), rappresentante<br />
del Terz’Ordine dei Minimi (Franco Pistoia),<br />
imprenditore (Angelo Oranges) e<br />
naturalmente ideatori e sostenitori del<br />
progetto (Padre Domenico Gammuto-Superiore<br />
del Convento di San Francesco e<br />
Prof. Antonio Benvenuto, che ha colto il<br />
messaggio lanciato dal Provinciale dell’Ordine<br />
dei Minimi di Paola, padre Rocco<br />
Benvenuto). L’artista membro del Comitato<br />
è Carmine Cianci.<br />
Certo, di fronte a una così grande opera<br />
monumentale un Comitato è d’ obbligo<br />
per seguire le varie fasi burocratiche e<br />
per raccogliere offerte dalla popolazione .<br />
L’ opera, perciò, viene realizzata non dal<br />
Comitato ma da tutti coloro che intendono<br />
dare offerte di denaro.<br />
Il Comitato renderà di pubblico dominio<br />
tutti coloro che faranno offerte, iscritti in<br />
un registro che verrà conservato nella nicchia<br />
di San Francesco perchè protegga<br />
sempre questi offerenti.<br />
L’opera è di coloro che la vorranno<br />
dando il proprio contributo.<br />
Una cosa è certa. Per Corigliano, per i<br />
pescatori e i naviganti l’opera è preziosa<br />
perchè dedicata al Santo Patrono della<br />
gente di mare italiano. Il Comitato busserà<br />
alla generosità di tutti, compresi le<br />
Istituzioni.<br />
Intanto il 24 aprile, alle ore 16,30, verrà<br />
Quando Alfonso Caruso e Rachela Fortino lasciarono il loro Cariati Marina (CS) ed arrivarono in Agentina tra<br />
le speranze ed i sogni di tutti quelli che emigrano: "Mio figlio il Dottore". i Suoi sogni si fecero realtà poiché<br />
Jorge si laureò di Avvocato ed Antonio Hugo occupa le maggiori alte cariche, nella Cultura. Educazione, Lavori,<br />
Sport, etc. Antonio Hugo nacque in Avellaneda,. nel 1944, sposato, 2 figli e tre nipoti. Da molto giovane seguì<br />
la vocazione per il teatro, il cinema, la mùsica, la poesia, l'educazione, lo sport ed un gran amore al próssimo.<br />
Quello che l'Itevaron a studiare e dettare corsi in Argentina e nell'esterno (Italia) Espagna, Francia, Germania,<br />
Danimarca, Svezia, Yugoslavia, ec<br />
cetera. Occupò ed occupa cariche indistintintamente: Direttore del Fondo Nazionale delle Arti. - Consulente di Cultura della Càmera di Deputati<br />
della Provincia di Buenos Aires. - Sottosegretario di Cultura del Governo della Prov. di B,A.-Segretano di Cultura dell'Università di<br />
Belgrano. - Segretano di Cultura, Educazione e Promozione delle Arti del Municipio di Avellaneda. - Segretario di Cultura, Educazione, Turismo<br />
e Sport del Sindacato di Lavoratori di Luce e Forza. - Membro della Fondazione dell'America Il-Creatore dell'Istituto Municipale di<br />
Investigacioni Storiche. - Coordinatore del Dipartimento dei giovani di Luce e Forza. - Creatore ed attuale Presidente di ONC Solidarietà<br />
nella promozione della cultura. Tra alcuni dei premi ricevuti.- Falco 200Ì alla Cultura, nel Caffè Tortoni - Personalità distaccata del Rotary<br />
Club. - Stella di mare. - Premio Discepoli. - Santa Chiara di Assisi. Il Teatro Municipale Roma di Avellaneda occupa un posto molto speciale<br />
dentro la vita di Antonio Hugo Caruso, a tale grado di essere stato dichiarato di Interesse Hìstórico Nazionale per legge 24.875. Queste le<br />
motivazioni per la premiazione dal parte delle due Associazioni"Sibariti e Sibaritas nel mondo". (da Buenos Aires)<br />
“ N o z z e d ’ o r o ”<br />
di Antonio Franzese con l’informazione<br />
Il 25 marzo scorso, nel teatro di Cassano<br />
Jonio, l’Amministrazione comunale,<br />
retta dall’ Avv. Gianluca Gallo,ha inteso<br />
festeggiare il giornalista, prof. Antonio<br />
Franzese in occasione delle sue “nozze<br />
d’oro” con l’informazione.<br />
Erano presenti alla cerimonia Autorità<br />
religiose, civili e militari nonché numerosi<br />
colleghi giunti dai Centri viciniori e da Cosenza.<br />
Ha introdotto la dottoressa Cecilia<br />
Renne, assessore alla P.I.<br />
Il sindaco, avv. Gianluca Gallo, ex<br />
alunno del festeggiato, si è soffermato a<br />
lungo sulla personalità di Antonio Franzese,<br />
mettendone in risalto le doti<br />
umane, di educatore serio, di giornalista<br />
equilibrato, di politico desideroso di vedere<br />
progredire il proprio paese.<br />
In effetti, Franzese, con la quasi quotidiana<br />
presenza sui giornali si è attenuto<br />
sempre alla verità senza mai cadere<br />
nella facile partigianeria.<br />
Ha relazionato il dottor Vincenzo D’Atri,<br />
già Caporedattore della RAI di Cosenza<br />
nonché ex Corrispondente della Gazzetta<br />
del Sud, ricordando episodi legati al<br />
passato. Il prof. D’Alessandro, preside<br />
dell’Istituto Alberghiero, ha avuto sincere<br />
parole di lode per l’educatore che, tra l’altro,<br />
per più anni è stato eletto Vice Preside<br />
Vicario, esercitando tale funzione<br />
con serietà e competenza.<br />
Interventi non previsti quelli di Rosetta<br />
Console, assessore provinciale al turismo,<br />
del sig. Cavallaro, presidente dell’Associazione<br />
dello “Statere d’argento”<br />
e del prof. Antonio Guidi, noto pittore.<br />
Per ultimo, il festeggiato ha ringraziato<br />
gli intervenuti non mancando di sottolineare<br />
che “l’attività di Corrispondente<br />
della Gazzetta del Sud è stato un lavoro<br />
che, se pur secondario rispetto all’attività<br />
primaria dell’insegnamento,ho svolto con<br />
passione e tanto impegno tralasciando<br />
spesso gli affetti familiari, per adempiere<br />
ad un precipuo dovere di cronista in un<br />
ambiente non sempre facile e irto di innumerevoli<br />
difficoltà…evitando con scrupolo<br />
di ledere l’onore o il prestigio di<br />
qualsivoglia persona”.<br />
Chi scrive queste modeste note ha voluto<br />
essere presente<br />
assieme al<br />
collega Benvenuto,<br />
per essere<br />
vicino ad un<br />
amico affettuoso<br />
col quale ha lavo-<br />
A. Franzese - S. Arena<br />
rato per più anni<br />
sotto la stessa te-<br />
stata. Erano i tempi in cui con Vincenzo<br />
D’Atri da Castrovillari e Antonio Franzese<br />
da Cassano portammo avanti temi scottanti<br />
in favore della Sibaritide.<br />
Pertanto, si può ben affermare che<br />
Franzese con le sue idee e i suoi scritti,<br />
con l’attività di educatore, di uomo politico<br />
e di amministratore della cosa pubblica,<br />
ha contribuito enormemente alla<br />
crescita della propria città, contrassegnando<br />
un’epoca.<br />
Salvatore Arena<br />
3 ° C O N C O R S O<br />
“ F E R D I N A N D O C A P U T O ”<br />
posata la prima pietra. Il concorso premio” Ferdinando Caputo”, patrocinato<br />
dal Comune di Corigliano Calabro e<br />
dalla Provincia di Cosenza, è alla sua terza edizione<br />
ed ha coinvolto 45 scuole della provincia.<br />
Sono pervenuti all’Istituto Comprensivo” Don<br />
Giovanni Bosco” di Cantinella oltre 700 lavori realizzati<br />
dagli alunni/e del primo ciclo di istruzione<br />
dell’intera provincia di Cosenza.<br />
I lavori della Commissione, presieduta dal D.S.<br />
dott. Agostino Guzzo e composta dai membri,<br />
prof..sse Marinella Alesina e Clara Faiella, ins.ti<br />
Anna Caputo e Antonio Benvenuto, dott. Luigi Caputo.<br />
dott.ssa Maria Carmela Caputo D.S.,<br />
dott.ssa Tina De Rosis, ha completato i lavori,<br />
dopo varie sedute, ed ha individuato i vincitori<br />
delle tre sezioni del Concorso.<br />
La Premiazione avverrà nel pomeriggio del 26<br />
aprile nel teatro Metropol di Corigliano Scalo.