Vita Con n.1 Anno 2012.pdf - Congregazione dei Figli dell ...
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DOSSIER<br />
La casa di campagna nella “Vignola <strong>dell</strong>’Immacolata” dove ai primi del secolo<br />
padre Sala, con alcuni confratelli, iniziò coraggiosamente la sua opera caritativa<br />
tra i contadini e i pastori <strong>dell</strong>a campagna romana.<br />
Cavalleggeri in una ridente zona che<br />
da un’antica chiesetta ivi esistente,<br />
prende nome di Madonna del Riposo.<br />
Ivi il nostro beato fondatore padre<br />
Luigi Maria Monti acquistò nel<br />
1878 circa cinque ettari di terreno e<br />
una piccola casa colonica. Il terreno<br />
era coltivato a viti e ad alberi da frutto.<br />
In onore del patrono <strong>dell</strong>’Istituto<br />
lo denominò “Vigna S. Giuseppe”.<br />
Nel gennaio 1890, acquistò il lotto<br />
adiacente chiamato “Vignola” e la intitolò<br />
all’Immacolata. Il beato fondatore<br />
con l’acquisto <strong>dell</strong>a prima proprietà<br />
<strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione al n. 1 di<br />
via Boccea, dove questa via si divarica<br />
dalla via Aurelia, realizzò l’antico<br />
sogno di tutti i confratelli.<br />
L’Ospedale di Santo Spirito<br />
La prima Comunità di religiosi <strong>Figli</strong><br />
<strong>dell</strong>’Immacolata incominciò a operare<br />
come tale nell’Ospedale di Santo<br />
Spirito dal 1857, in sale belle come<br />
chiese, ma male arieggiate, nelle<br />
quali venivano accolti cento e più<br />
infermi e nelle emergenze, con le così<br />
dette “cariole”, si arrivava a centottanta.<br />
La Comunità aveva poi<br />
l’abitazione vicino alla camera incisoria<br />
e alla camera mortuaria. Da<br />
questa situazione nacque subito<br />
l’esigenza per i religiosi di godere di<br />
tanto in tanto un periodo di riposo in<br />
aperta campagna, per poter respirare<br />
aria pura e ossigenata. A tale sco-<br />
po, non avendo mezzi propri per acquistare<br />
proprietà, i Superiori di allora<br />
presero in affitto la Casa Bersani, o<br />
<strong>dell</strong>’Orologio tuttora esistente. Anch’essa<br />
nelle vicinanze del Santuario<br />
<strong>dell</strong>a Madonna del Riposo. Dopo<br />
quattro anni i religiosi <strong>dell</strong>a comunità<br />
di Santo Spirito ebbero, sempre in affitto<br />
pagato dal principe Doria Pamphili,<br />
parte del Casaletto San Pio V,<br />
costruito come residenza estiva <strong>dei</strong><br />
Papi, sulla via Aurelia Antica. E vi stettero<br />
dieci anni, ritenendo questa sede<br />
Casa Madre <strong>dell</strong>’Istituto. Da ultimo la<br />
giovane Comunità prese in affitto<br />
una vigna. Dopo tre anni, visto che<br />
essa non dava il frutto sperato, scaduto<br />
il contratto, non venne più rinnovato.<br />
Era il 1878. Dopo venti anni il<br />
problema di salute <strong>dell</strong>a comunità ritornò<br />
impellente.<br />
Nello stesso lasso di tempo il beato<br />
fondatore, giunto a Roma nel 1858,<br />
provò la dura fatica <strong>dell</strong>’infermiere nell’ospedale<br />
Santo Spirito fino al 1860.<br />
Dovette ritornare a Bovisio suo paese<br />
natale nell’Alto Milanese per riprendersi<br />
dalla prostrazione fisica. Rientrò<br />
a Roma dopo quattro anni, «perché si<br />
sentiva proprio in cuore di partire per<br />
Roma, perché colà eravi un campo<br />
molto più vasto e più comodo a saziare<br />
i suoi desideri, di aiutare e sollevare<br />
notte e giorno il prossimo infermo,<br />
sperando così da Dio una larga<br />
retribuzione alle sue fatiche nel giorno<br />
Padre Antonio Lodovico Sala, l’iniziatore<br />
<strong>dell</strong>’Istituto Dermopatico <strong>dell</strong>’Immacolata.<br />
<strong>dell</strong>a ricompensa…» (Storia Generale<br />
cap. IV n. 3).<br />
Passò quattro anni nell’attività <strong>dell</strong>a<br />
bassa chirurgia tra mignatte (e in Santo<br />
Spirito ve n’erano 80.000), malarici<br />
e tubercolotici. L’obbedienza poi<br />
lo volle in Orte, Priore <strong>dell</strong>’ospedale<br />
di quella città. Dopo avervi trascor so<br />
un periodo brillante come operatore<br />
ospedaliero dai molti ruoli, ritornò<br />
a Roma. Nel 1877, con l’assenso di<br />
Pio IX, p. Monti prese in mano il timone<br />
<strong>dell</strong>a navicella da lui progettata.<br />
L’anno dopo realizzò il sospirato sogno<br />
<strong>dell</strong>a comunità portando a termine<br />
le trattative, che ristagnavano per<br />
l’acquisto <strong>dell</strong>a Vigna Levati e Batti.<br />
Combinò per 13.000 lire con più opportune<br />
modalità di pagamento. Le<br />
chiavi <strong>dell</strong>a vigna furono sue.<br />
In quel luogo p. Monti aveva in animo<br />
di costruire, quando ne avesse<br />
avuto la possibilità, un ospedale dove<br />
i suoi religiosi avrebbero potuto<br />
esercitare il primo nobilissimo scopo<br />
specifico <strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione ed<br />
essere nello stesso tempo, per tutti,<br />
palestra di attività ospedaliera. Ne<br />
aveva anche studiato la sistemazione<br />
topografica. Ne fanno fede due<br />
antichi ulivi da lui piantati, che avrebbero<br />
dovuto segnare l’inizio di un<br />
lungo viale avente per sfondo la Cupola<br />
michelangiolesca.<br />
Dall’ospedale Santo Spirito e dalla Casa<br />
generale in Trastevere accedevano<br />
12 I - 2012