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Vita Con n.1 Anno 2012.pdf - Congregazione dei Figli dell ...

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CMP/CPO di Trento<br />

Poste Italiane SpA - sped. in abb. post. - DL 353/2003<br />

conv. in L. 27/02/04 n. 46 art. 1 comma 3 NE/TN<br />

Periodico trimestrale | <strong>Anno</strong> 20 - n. 1 | gennaio-marzo 2012


9<br />

11<br />

PROVINCIA ITALIANA DELLA CONGREGAZIONE<br />

DEI FIGLI DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE<br />

Amministrazione: Via <strong>dell</strong>a Luce, 46 00153 ROMA<br />

L’orfanello <strong>dell</strong>’Immacolata 1902 - 1940<br />

<strong>Vita</strong> concezionista 1941 - 1992<br />

<strong>Vita</strong> con anno 20 n° 1<br />

Hanno collaborato:<br />

Giovanni Cazzaniga, Saverio Clementi,<br />

Ilaria Nizzo, Gianluca Palermo,<br />

Sergio Slavazza, Ruggero Valentini,<br />

Raùl Sena Vénez<br />

REDAZIONE<br />

Via Legnani, 4<br />

21047 Saronno (VA)<br />

tel. 02 96708107<br />

fax 02 96703437<br />

info@editricemonti.it<br />

Editoriale<br />

3 Guardiamoci dentro<br />

Brevi<br />

4 Notizie e altro<br />

15<br />

Lourdes, Erba (Como), Saronno, Roma,<br />

Trasparenza<br />

Taccuino<br />

7 Là dove la spiritualità è il sesto senso<br />

Messico<br />

Anniversario<br />

9 Il fascino discreto di chi resiste<br />

Sicilia<br />

Dossier<br />

11 Un secolo di medicina e di carità<br />

17<br />

IDI<br />

Esperienze<br />

15 Quando la ricerca<br />

mette al centro la persona<br />

IDI Farmaceutici<br />

Chiesa<br />

17 Spazio sacro aperto alla città<br />

Milano<br />

Speciale<br />

18 Sostegno a distanza nel mondo<br />

Solidarietà<br />

Ricordo<br />

20 Il bello di Anna rivive in un murale<br />

Saronno<br />

20<br />

Memoria<br />

21 Se n’è andato l’uomo del <strong>Con</strong>cilio<br />

Padre Giovanni Pagani<br />

23 Fratel Nicolás, un piccolo tassello<br />

di un grande mosaico<br />

Argentina<br />

AUTORIZZAZIONE DEL<br />

TRIBUNALE DI ROMA<br />

n. 214 del 26-5-1993<br />

Associato USPI<br />

ABBONAMENTO<br />

La rivista è come una lettera agli amici.<br />

Coloro che desiderano contribuire al<br />

costo <strong>dell</strong>a stampa possono farlo tramite<br />

c/c postale n° 15260003 intestato a<br />

VITA CON.<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Giannino Cazzaniga<br />

Stampa presso Publistampa Arti grafiche<br />

Via Dolomiti 36 - Pergine Valsugana (TN)<br />

CHI SIAMO<br />

“<strong>Vita</strong> con” è voce <strong>dell</strong>a comunità di vita consacrata fondata dal Beato Luigi Maria<br />

Monti (1825-1900) presente oggi in venti Paesi del mondo. Il carisma montiano di<br />

sequela del Signore Gesù si manifesta attraverso la cura e l’assistenza <strong>dei</strong> malati,<br />

l’educazione e la formazione <strong>dei</strong> ragazzi e <strong>dei</strong> giovani, soprattutto quelli più<br />

bisognosi. Questo carisma è condiviso anche da una comunità di donne consacrate<br />

(<strong>Figli</strong>e <strong>dell</strong>’Immacolata <strong>Con</strong>cezione <strong>dell</strong>a carità), da operatori professionali che<br />

collaborano nelle diverse opere e da amici, volontari, familiari che partecipano<br />

alla promozione di una fraternità universale secondo lo spirito del Vangelo.<br />

Poste Italiane SpA - sped. in abb. post. - DL 353/2003<br />

CMP/CPO di Trento conv. in L. 27/02/04 n. 46 art. 1 comma 3 NE/TN<br />

Periodico trimestrale | <strong>Anno</strong> 20 - n. 1 | gennaio-marzo 2012<br />

Nel 1912 nasceva a Roma l’Istituto Dermopatico<br />

<strong>dell</strong>’Immacolata.<br />

Veniva così ufficializzata la lunga esperienza di<br />

assistenza ai malati iniziata molti anni prima da<br />

Padre Luigi Maria Monti.<br />

Nel corso di un secolo sono passati dall’IDI significative<br />

figure di laici e di religiosi. Due per tutti:<br />

padre Antonio Lodovico Sala e fratel Emanuel Stablum.<br />

Una storia che continua.


RILEGGERE LA STORIA<br />

GUARDIAMOCI DENTRO<br />

Livio <strong>Con</strong>ta, Padre Monti assiste gli ammalati, Istituto Padre Monti, Arco (TN).<br />

<strong>Con</strong> l’editoriale vogliamo mettere<br />

in evidenza lo spirito che<br />

attraversa gli articoli di questo<br />

numero di <strong>Vita</strong> con, a iniziare<br />

dal dossier sui 100 anni <strong>dell</strong>’Istituto<br />

Dermopatico <strong>dell</strong>’Immacolata di<br />

Roma. Sappiamo che l’IDI, proprio in<br />

questo importante anniversario, vive<br />

la fase più sofferta <strong>dell</strong>a propria storia,<br />

come purtroppo altri ospedali cattolici<br />

<strong>dei</strong> quali hanno parlato abbondantemente<br />

i mass media. Il profondo<br />

cambiamento in atto del sistema sanitario<br />

nazionale, la sua difficile gestione<br />

nella Regione Lazio e la pesante<br />

crisi finanziaria generale di questi<br />

ultimi anni hanno messo l’ospedale in<br />

ginocchio. Ed è stata carente la lungimiranza<br />

necessaria per capire e gestire<br />

questa fase così complessa.<br />

Attualmente sono in corso azioni<br />

per dare continuità a questa preziosa<br />

Opera <strong>dell</strong>a sanità italiana, sorta da<br />

una feconda ispirazione cristiana oltre<br />

un secolo fa. Proprio nel momento in<br />

cui lo Stato è in ritirata rispetto ai livelli<br />

precedenti di assistenza sociale, le<br />

istituzioni no profit – la Chiesa in particolare<br />

per la sua lunga tradizione nel<br />

settore – hanno bisogno di nuova linfa.<br />

Finanziaria certo, ma anche professionale<br />

e motivazionale. Sono chiamate<br />

al capezzale di uno Stato malato<br />

senza poter essere certe degli strumenti<br />

messi a loro disposizione. L’ar-<br />

Il senso <strong>dell</strong>a storia è costituito da un filo sottile che<br />

attraversa il quotidiano: leggere i grandi passaggi<br />

epocali, ma anche stupirsi <strong>dei</strong> piccoli gesti. Occorre<br />

un sesto senso, il cui organo è lo spirito.<br />

ticolo sull’azienda “IDI Farmaceutici”<br />

presenta un’esperienza nata proprio<br />

come costola <strong>dell</strong>’omonimo ospedale:<br />

dalla ricerca e dalla cura si è sviluppata<br />

una notevole competenza<br />

nella produzione di farmaci e di cosmetici<br />

di qualità. C’è qualcuno che si<br />

dice sorpreso quando apprende che<br />

l’azienda appartiene ai “<strong>Figli</strong> <strong>dell</strong>’Immacolata<br />

<strong>Con</strong>cezione”. C’è una sorta<br />

di blocco mentale, come se <strong>dei</strong> religiosi<br />

non dovessero fare “queste cose”.<br />

Eppure noi siamo da sempre impegnati<br />

in sanità e non è assolutamente<br />

strano per noi dedicarci a settori affini<br />

come la ricerca e la produzione di farmaci.<br />

È una visione globale <strong>dell</strong>’uomo<br />

che ci appartiene e alla quale non<br />

possiamo rinunciare.<br />

La breve biografia di padre Giovanni<br />

Pagani, recentemente scomparso,<br />

ci affascina proprio per la capacità<br />

di questo religioso di essere<br />

insieme uomo di Dio e uomo nel mondo:<br />

da sacerdote, da formatore, da<br />

Superiore Generale, non ha visto alcuna<br />

contraddizione nel favorire lo<br />

sviluppo di IDI Farmaceutici, che sotto<br />

il suo mandato fece il grande sal-<br />

to con la realizzazione del primo stabilimento<br />

a Pomezia.<br />

Altri articoli ci portano in angoli diversi<br />

del mondo, dalla Sicilia al Messico,<br />

dove la presenza <strong>dei</strong> religiosi montiani<br />

si fonde con la gente del posto,<br />

realizzando straordinarie sinergie e significativi<br />

luoghi di senso. Attorno a<br />

queste piccole comunità di frati si costituiscono<br />

<strong>dei</strong> “mondi vitali” che generano<br />

ascolto, assistenza, spazi per<br />

un sano protagonismo sociale ed ecclesiale.<br />

E basta da sola la semplice<br />

testimonianza di fratel Nicolás, che<br />

nella sua silenziosa attività in Argentina<br />

ha rappresentato per lungo tempo<br />

un punto di riferimento morale per<br />

quanti hanno ripercorso le orme del<br />

beato fondatore Luigi Monti.<br />

In questo caleidoscopio di varia<br />

umanità ci sono motivi anche per<br />

lanciare richieste di solidarietà tramite<br />

la nostra Associazione “Dokita”,<br />

che dà mente e braccia a favore di<br />

tanti progetti di aiuto, per «lasciare il<br />

mondo un po’ migliore di come l’abbiamo<br />

trovato» per dirla con il fondatore<br />

<strong>dell</strong>o scautismo Baden-Powell.<br />

Buona lettura. n<br />

I - 2012 3<br />

EDITORIALE


BREVI<br />

LOURDES<br />

La Croce di cappellano d’onore<br />

a fratel Abbondanzio Millefanti<br />

L’11 febbraio, festa di Nostra Signora di Lourdes e 154° anniversario<br />

<strong>dell</strong>a prima apparizione <strong>dell</strong>a Bella Signora alla piccola Bernadette<br />

Soubirous, nonché giornata internazionale degli ammalati, la<br />

<strong>Con</strong>gregazione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>dell</strong>’Immacolata <strong>Con</strong>cezione è stata gratificata<br />

con l’assegnazione <strong>dell</strong>a Croce di cappellano di onore del Santuario<br />

a fratel Abbondanzio Millefanti (nella foto) per il servizio al<br />

santuario per sei anni quale cerimoniere capo alla grotta di Massabielle.<br />

Un servizio molto importante, liturgicamente e spiritualmente, offerto<br />

al santuario mariano. Questo gesto è significativo non solo perché<br />

si tratta di una riconoscenza meritata concessa al fondatore <strong>dell</strong>a<br />

nostra presenza a Lourdes, ma anche perché è stato l’ultimo atto ufficiale di mons. Jacques Perrier quale<br />

vescovo di Lourdes. L’11 febbraio, infatti, il Papa ha accolto le sue dimissioni per raggiunti limiti di età<br />

e ha nominato mons. Nicolas Brouwet nuovo pastore di Tarbes e Lourdes.<br />

Che questa riconoscenza sia il segno <strong>dell</strong>’impegno <strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione in questa Casa <strong>dell</strong>a Mamma<br />

Celeste. Preghiamo perché la nostra Madre accompagni fratel Abbondanzio nella sua nuova comunità e<br />

continui a benedire la sua e nostra Famiglia Religiosa. n<br />

ERBA (COMO)<br />

Dove abita la speranza<br />

Cinque giorni di spiritualità<br />

Sarà l’Eremo San Salvatore di Erba (Como) a ospitare alcuni giorni di spiritualità aperti a tutti coloro<br />

che desiderano ricaricare le pile prima di riprendere le normali attività dopo la parentesi estiva.<br />

Questo il filo conduttore degli incontri: “Dove abita la speranza”. L’iniziativa si articolerà in vari momenti.<br />

Dal 27 al 29 agosto sarà il prof. Gregorio Vival<strong>dell</strong>i, biblista e direttore <strong>dell</strong>’Istituto Teologico<br />

Accademico di Trento, a guidare la riflessione sul tema: “<strong>Anno</strong> Domini 2012. Si può ancora essere cristiani?”.<br />

Il 30 agosto il prof. Luigino Bruni,<br />

economista ed editorialista di Avvenire,<br />

parlerà sul tema: “Per una lettura<br />

spirituale <strong>dell</strong>a crisi”. Il 31 agosto l’incontro<br />

verterà su “Inseguendo un ideale:<br />

il carisma di Luigi Monti è la nostra<br />

forza”. Animeranno l’ultimo incontro fratel<br />

Ruggero Valentini e padre Daniele<br />

Bertoldi, rispettivamente Superiore generale<br />

e Vicario generale <strong>dell</strong>a CFIC. Le<br />

iscrizioni (numero chiuso) devono essere<br />

effettuate entro il 27 luglio rivolgendosi<br />

alla signora Giuliana (tel. 06.66130800,<br />

e-mail: economato@pcfic.191.it).<br />

L’Eremo San Salvatore (nella foto, il chiostro)<br />

è situato in una splendida località di<br />

mezza montagna immersa nella Brianza<br />

comasca. Dispone di camere singole e<br />

doppie tutte dotate di bagno. n<br />

4 I - 2012


SARONNO<br />

Fratel Armengol è diventato diacono<br />

L’ordinazione nel Santuario di Saronno<br />

Santuario del beato Luigi Maria Monti, Saronno, domenica 22 gennaio 2012. Sono rispettivamente il luogo<br />

e la data in cui la comunità <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>dell</strong>’Immacolata <strong>Con</strong>cezione <strong>dell</strong>a Casa Madre, attorniati da conoscenti<br />

e amici, ha vissuto un evento di grazia: l’ordinazione diaconale di fratel Armengol Hurtato Payares. È un giovane<br />

frate di origine boliviana che presta il suo servizio pastorale presso le comunità del Messico, attualmente<br />

in Italia all’interno <strong>dell</strong>a comunità di Saronno, da qualche mese internazionale. Qui si è compiuto il<br />

tempo del suo secondo grande “Eccomi” al Signore, quello che ha pronunciato, con voce forte, davanti a<br />

mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, Vescovo ausiliare e Vicario generale <strong>dell</strong>’arcidiocesi di Milano.<br />

Una celebrazione solenne e sobria allo stesso tempo che ha visto la partecipazione, oltre che <strong>dell</strong>a comunità<br />

saronnese, anche di sacerdoti ambrosiani amici <strong>dei</strong> frati, di un gruppo di conterranei di fratel Armengol<br />

e di un gran numero di fedeli. Un’assemblea attenta, partecipante e a tratti commossa dalla ricchezza<br />

di gesti, parole e riti esplicativi propri <strong>dell</strong>a liturgia di ordinazione diaconale. Nelle foto, due momenti <strong>dell</strong>a<br />

celebrazione liturgica. n<br />

ROMA<br />

IDI, un delfino e un elefante<br />

in un progetto di Pet Therapy<br />

Zoomarine è un giardino con specie tipiche e rare <strong>dell</strong>a macchia<br />

mediterranea situato a Roma. Tra i progetti scientifici che saranno<br />

sviluppati al suo interno nel corso del 2012 è compreso anche un<br />

nuovo programma di Terapia assistita con animali (TAA) svolto in<br />

collaborazione con l’IDI. È rivolto a soggetti con disturbo generalizzato<br />

<strong>dell</strong>o sviluppo, nello specifico l’autismo. Per la prima volta in Italia, due animali assai popolari nell’immaginario<br />

<strong>dell</strong>’infanzia, come il delfino e l’elefante, ospiti rispettivamente di Zoomarine e del Bioparco<br />

(altra realtà romana), sono impegnati in un progetto sperimentale a sostegno <strong>dei</strong> bambini autistici, felicemente<br />

riassunto nella formula: “Un delfino per emergere dal proprio sommerso, una proboscide per<br />

uscire dalla foresta <strong>dell</strong>’isolamento”. I due programmi, distinti ma paralleli, si svolgono una volta a settimana<br />

sotto la guida del Prof. Davide Moscato, responsabile del Centro di Pet Therapy <strong>dell</strong>’IDI, e vengono<br />

seguiti con forte interesse dalla comunità scientifica. n<br />

I - 2012 5<br />

BREVI


BREVI<br />

TRASPARENZA<br />

A proposito di ICI/IMU e accuse varie<br />

“Diamo a Cesare quel che è di Cesare”<br />

«È giusto dare a Cesare quel che è di Cesare». È questo il commento <strong>dell</strong>a CFIC dopo la recente decisione<br />

del Governo Monti di rivedere le esenzioni dal pagamento <strong>dell</strong>’ICI/IMU che fino ad oggi hanno<br />

riguardato gli enti non commerciali. <strong>Con</strong> non poca soddisfazione è stata accolta l’approvazione<br />

(all’unanimità) <strong>dell</strong>’emendamento che ha disposto l’esenzione <strong>dell</strong>’imposta da parte degli enti no profit<br />

che svolgono attività di concreta solidarietà, tra cui gli istituti scolastici paritari. È stata così evitata<br />

una vera e propria “mazzata” che avrebbe messo in forse la stessa sopravvivenza di molte strutture.<br />

Un caso “virtuoso” da manuale riguarda l’Istituto Padre Monti di Arco, che da otto anni ospita in affitto<br />

la cooperativa “Gardascuola” (nella foto, la nuova scuola elementare). L’ICI è pagata regolarmente<br />

dalla <strong>Con</strong>gregazione al Comune di Arco.<br />

Si consideri che lo stesso Istituto<br />

Padre Monti è socio <strong>dell</strong>a cooperativa,<br />

la quale è esente visti i fini istituzionali<br />

di natura scolastica. Inoltre, l’affitto che<br />

potrebbe essere destinato dalla <strong>Con</strong>gregazione<br />

alle molteplici attività missionarie<br />

gestite nel mondo, finisce tutto<br />

alla locale Cassa Rurale per pagare<br />

i mutui accesi per ristrutturare e ampliare<br />

il complesso scolastico dato in<br />

uso alla cooperativa. Uno stile di grande<br />

trasparenza e correttezza che può<br />

essere portato ad esempio e smentire<br />

così le accuse che da più parti sono<br />

cadute sulle realtà religiose nei mesi<br />

scorsi. n<br />

SARONNO<br />

Medicina e scienza <strong>dell</strong>o sport<br />

Esperti a convegno ricordando Mognoni<br />

Sabato 3 febbraio 2012 si è svolto nella Sala Polivalente<br />

<strong>dell</strong>’Istituto Padre Monti di Saronno il “9° <strong>Con</strong>vegno<br />

Nazionale di Medicina e Scienze <strong>dell</strong>o Sport”.<br />

L’evento, nato da un’idea del professor Piero Mognoni,<br />

è servito per celebrare il quarto “Premio Mognoni”, il riconoscimento<br />

dedicato alla memoria del noto fisiologo<br />

e ricercatore milanese nel 2008.<br />

Il convegno, gratuito e patrocinato dal Ministero <strong>dell</strong>’Istruzione,<br />

Università e Ricerca, era rivolto agli operatori<br />

<strong>dell</strong>o sport e del movimento: medici, laureati in<br />

Scien ze motorie e <strong>dell</strong>o sport, personal trainer, fisioterapisti,<br />

preparatori atletici. Ma anche gli sportivi praticanti<br />

hanno trovato interessanti gli spunti offerti dalle<br />

relazioni. Tutti i soggetti coinvolti, dagli organizzatori<br />

ai relatori, sono stati allievi e/o colleghi del professor<br />

Mognoni. Nella foto, un momento del convegno. n<br />

6 I - 2012


MESSICO<br />

LÀ DOVE<br />

LA SPIRITUALITÀ<br />

È IL SESTO SENSO<br />

Arrivo in Messico per la prima<br />

volta. Non porto in me alcun<br />

pregiudizio, dove pure è facile<br />

cadere con i soliti luoghi<br />

comuni etnici o nazionalistici. Sempre<br />

per ignoranza, ovviamente. Non nascondo<br />

tuttavia una debolezza, ossia<br />

l’indelebile ricordo adolescente<br />

<strong>dell</strong>a più bella partita di calcio <strong>dell</strong>a<br />

storia, quel Germania-Italia che nel<br />

Campionato del mondo 1970, disputato<br />

nella capitale messicana, si concluse<br />

con una vittoria italiana dopo<br />

un splendida prestazione da entrambe<br />

le parti.<br />

Vengo a visitare la nostra comunità<br />

religiosa di Merida, nella penisola<br />

<strong>dell</strong>o Yucatan. È composta di due indiani<br />

e un congolese, mentre un boliviano<br />

e un camerunese sono in arrivo.<br />

Sono qui con me, di passaggio,<br />

anche un argentino e un canadese.<br />

Ne risulta un bel bouquet. Segni <strong>dei</strong><br />

tempi.<br />

Padre Shibu mi butta subito nella<br />

mischia, chiamandomi a frequentare<br />

le Messe <strong>dell</strong>a chiesa parrocchiale e<br />

<strong>dell</strong>e numerose cappelle. In tutto fanno<br />

45 mila fedeli. La partecipazione è<br />

festosa e diffusa, il senso spirituale<br />

sprizza spontaneamente. Non che gli<br />

Viaggio nel grande Paese latinoamericano in visita alla<br />

comunità concezionista. Tra la gente si percepisce che il<br />

senso spirituale non è meno importante degli altri cinque.<br />

altri sensi siano assenti: colori, odori,<br />

sapori, suoni e “toccamenti” (da non<br />

intendere a… senso unico) ce ne sono<br />

per tutti. Anche perché è carnevale<br />

e quaggiù si fa baldoria sul serio.<br />

La gente ha un’anima latina, ricca di<br />

un sentimento che ha bisogno di materializzarsi.<br />

E l’incontro con le antiche<br />

culture Maya ha esordito qualcosa<br />

di invidiabile quanto a generosità e<br />

disponibilità <strong>dell</strong>e persone. <strong>Con</strong> il mio<br />

gruppetto siamo ospiti di una bella<br />

casa che una famiglia ci ha letteralmente<br />

consegnato.<br />

Il mio “mestiere” esige di andare a conoscere<br />

qualcosa <strong>dell</strong>a vita <strong>dei</strong> miei<br />

confratelli: come stanno, cosa fanno,<br />

cosa pensano. Tra fatiche e desideri.<br />

Li vedo fagocitati dalla massa umana<br />

che li circonda. Un po’ mi preoccupo<br />

per questo loro impegno estenuante<br />

e non trascuro di dare una tiratina<br />

d’orecchie. Bisogna pur trovare un<br />

equilibrio. Ammiro questa loro dedizione<br />

e l’affetto che ricevono da tutti.<br />

Lo si vede nella vita parrocchiale, ma<br />

anche nelle semplici esigenze quotidiane:<br />

un parrocchiano si prende cura<br />

di riempire il serbatoio <strong>dell</strong>a loro<br />

unica auto, altri si prestano spesso a<br />

fare da autisti, e altri ancora mettono<br />

a disposizione le loro macchine ogni<br />

volta che serve.<br />

I religiosi appena consacrati<br />

con i loro familiari.<br />

I - 2012 7<br />

TACCUINO


TACCUINO<br />

L’accoglienza <strong>dei</strong> bambini al Superiore Generale a Merida.<br />

Tra i motivi del mio viaggio vi è anche<br />

l’accoglienza in <strong>Con</strong>gregazione di<br />

due giovani, César e José Luis. Sono<br />

i primi religiosi messicani <strong>dell</strong>a nostra<br />

comunità montiana. Il bouquet<br />

<strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione è sempre più<br />

vario, ricco di storie e di progetti. Dopo<br />

aver ricevuto la loro promessa di<br />

seguire assieme a noi Gesù povero,<br />

casto e obbediente, dico alla gente<br />

che ora ci sentiamo davvero messicani.<br />

E scoppia un emozionato applauso<br />

di consenso.<br />

Alla sera mi intrattengo con un gruppo<br />

giovanile che si ispira a Luigi Monti<br />

il quale, prima di essere un fondatore,<br />

fu infermiere ed educatore. E,<br />

prima ancora, un giovane lavoratore<br />

leader tra i suoi coetanei. Questo fatto<br />

conquista i ragazzi, e vogliono conoscere<br />

di più l’avventura umana e<br />

spirituale di quest’uomo. Fa un certo<br />

effetto vedere che a migliaia di chilo-<br />

I ragazzi<br />

del Gruppo Montiano<br />

con Padre Shibu.<br />

8<br />

metri dall’Italia vi sono ragazzi che<br />

hanno trovato buoni motivi per ispirarsi<br />

a un semplice consacrato di oltre<br />

un secolo fa. In effetti, non c’è alcuna<br />

barriera di tempo quando qualcosa ha<br />

un senso che conquista.<br />

Padre Shibu è l’anima di questa comunità.<br />

È arrivato qui otto anni fa<br />

quando aveva poco più di trent’anni.<br />

Ormai ha eletto il Messico a sua nuova<br />

patria: «questo Paese mi ha cambiato»,<br />

dice. Mi racconta che prima<br />

di venire qui era timido e ora lo vedo<br />

esprimere un’energia attrattiva e intensamente<br />

comunicativa. Uomini e<br />

donne di tutte le età e condizioni lo<br />

cercano. Miracoli <strong>dell</strong>a missione.<br />

Padre Egide viene dal <strong>Con</strong>go-Kinshasa.<br />

È tutto un’altra pasta: ha qualche<br />

anno in più e questo lo rende<br />

ricercato confessore e assistente spirituale<br />

<strong>dei</strong> malati. Ha pure la passione<br />

di scrivere e i suoi primi libri promettono<br />

nuove sorprese. Padre Roy,<br />

giovane prete indiano, ha una sensibilità<br />

più vocata a una vita di convento,<br />

ma è trascinato anch’egli dal<br />

fervore pastorale che lo attornia. E<br />

così lo ritrovi on the road a prestare il<br />

suo ministero nelle numerose cappelle<br />

o nelle comunità di suore.<br />

Vado a fare una visita a mons. Emilio,<br />

un franco-messicano da 17 anni arcivescovo<br />

in diocesi. Ringrazia vivamente<br />

per la nostra presenza e sottolinea<br />

che Merida, con il suo milione di<br />

abitanti, non ha solo una vocazione turistica:<br />

da qualche tempo è divenuta<br />

città universitaria e ospedaliera. Pan<br />

per i nostri denti, ci diciamo tra noi frati<br />

di Padre Monti uscendo dalla Curia.<br />

Sulla via del ritorno in Europa ho sostato<br />

la notte in una casa privata di<br />

Cancun (come sempre messa a disposizione<br />

da una famiglia amica).<br />

La notissima località turistica si presenta<br />

nel suo splendore. La sabbia<br />

<strong>dell</strong>a spiaggia sembra polvere di<br />

marmo bianco-ocra e nella luce <strong>dell</strong>a<br />

notte ha un effetto a suo modo<br />

abbagliante. <strong>Con</strong> i confratelli prendiamo<br />

un boccone alla messicana in<br />

un locale in franchising. Poco più in<br />

là, anche se non siamo in alta stagione,<br />

vi sono alcune “disco” gremite<br />

di giovani (e meno giovani). Musica<br />

ad alto volume, fiumi di birra,<br />

tatuaggi a go-go, fanciulle accattivanti<br />

che invitano la clientela. Questo<br />

mondo è senza dubbio stridente con<br />

il nostro di religiosi. Eppure questo<br />

è il nostro mondo, quello da vivere<br />

in questo nostro tempo. Non ne abbiamo<br />

altri. Ne cogliamo le gioie e le<br />

ansie, un mix in agrodolce sul quale<br />

ci scambiamo alcune considerazioni<br />

in controtendenza. E discorrendo ci<br />

avviamo verso casa, contenti <strong>dell</strong>a<br />

speciale avventura umana che le nostre<br />

vocazioni ci hanno riservato, facendoci<br />

incontrare come fratelli da<br />

ogni angolo <strong>dell</strong>a terra.<br />

In aereo, sulla rotta di Roma, rifletto<br />

e faccio sintesi del viaggio. Mi dico<br />

convinto che il Messico sia davvero<br />

una terra dalle grandi opportunità:<br />

dove portare il nostro carisma di carità,<br />

dove ricevere entusiasmo per la<br />

vita cristiana. Mi dico che l’Europa ha<br />

molto da dare, ma non mi nascondo<br />

che ha molto da ricevere. n<br />

Ruggero Valentini<br />

I - 2012


SICILIA<br />

IL FASCINO<br />

DISCRETO<br />

DI CHI RESISTE<br />

Ha sempre un fascino romantico,<br />

per un “nordico”, immergersi<br />

nella realtà di una<br />

terra ricca di storia e di natura<br />

come la Sicilia. Lo avverto appena<br />

scendo dall’aereo. Uscito dall’aeroporto<br />

di Catania incontro l’attualità,<br />

un po’ meno romantica: è quella <strong>dei</strong><br />

dimostranti di “Forza d’urto” che bloccano<br />

le strade protestando per il caro-gasolio<br />

e per problemi legati alla<br />

pesca. Un mix tra esigenze reali e infiltrazioni<br />

poco lecite. Così, almeno,<br />

mi dicono.<br />

Nella città natale di Santa Lucia mi<br />

aspettano per un incontro celebrativo<br />

<strong>dei</strong> 75 anni di presenza <strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione<br />

nell’isola, dapprima nella<br />

stessa Siracusa e poi anche a Noto.<br />

Dagli anni Novanta la nostra geografia<br />

siciliana è molto cambiata, perché<br />

fratel Gioacchino Santoro ha impresso<br />

una svolta consistente che ha<br />

visto differenziarsi le iniziative pur<br />

con una presenza ridotta di religiosi.<br />

In sintesi: più gente, meno congregazione.<br />

Non deve stupire questa soluzione<br />

che sembra penalizzare la<br />

storia di grande dedizione di molti re-<br />

I - 2012<br />

Dopo 75 anni dall’arrivo nell’isola <strong>dei</strong> primi religiosi<br />

montiani, si sta affermando un nuovo mo<strong>dell</strong>o di presenza.<br />

I religiosi, affiancati dai fedeli laici, si scoprono<br />

più animatori e meno amministratori. Paradossalmente,<br />

vengono cercati più di prima e le opere aumentano.<br />

L’animazione <strong>dei</strong> bambini è una <strong>dell</strong>e attività di Padre Monti Sud. ... ma anche un po’ di lavoro manuale.<br />

ligiosi “montiani” nell’assistenza ai minori<br />

in Sicilia. Va dato atto a fr. Gioacchino,<br />

e a chi ha condiviso con lui<br />

questa scelta, di aver voluto e saputo<br />

suscitare un autentico protagonismo<br />

<strong>dell</strong>a gente, <strong>dell</strong>e famiglie, degli<br />

operatori professionali. È la conferma<br />

che il carisma di Luigi Monti non<br />

è di proprietà <strong>dell</strong>a sua <strong>Con</strong>gregazione,<br />

ma raggiunge altri soggetti<br />

che vi trovano ragioni di senso e di<br />

ispirazione cristiana.<br />

Questo “movimento”, che coniuga<br />

azione sociale e vita ecclesiale, appare<br />

ancora in… movimento, come la<br />

lava <strong>dell</strong>’Etna che, colando giù per la<br />

Valle del Bove, cerca le sue forme<br />

definitive. A Siracusa la “Comunità<br />

Luigi Monti” ospita dieci minorenni in<br />

convenzione con la Regione. Sono<br />

ragazzi, italiani e non, che affrontano<br />

problemi con una strada tutta in sali-<br />

ta. Shalirma (il nome è di fantasia),<br />

originario di un Paese asiatico, è arrivato<br />

da pochi giorni. Si legge sul volto<br />

un dramma interiore: pare che mamma<br />

e fratello siano stati crudelmente<br />

ammazzati. A Palazzolo Acrei de, invece,<br />

una comunità si dedica a bambini<br />

più piccoli; un’altra a Ispica a ragazze<br />

adolescenti. A Floridia è una<br />

famiglia ad aver aperto la propria casa<br />

ad altre mamme e ai loro figli, costituendo<br />

un’apposita associazione.<br />

Tutti questi soggetti, insieme ad altri,<br />

formano l’associazione Padre Monti<br />

Sud (www.padremontisud.it).<br />

Sono trenta gli operatori <strong>dell</strong>e varie<br />

strutture, compresi quelli che lavorano<br />

sul territorio per interventi domiciliari.<br />

In molti casi i loro stipendi sono a<br />

tempo determinato, ma non il loro impegno.<br />

Le amministrazioni pubbliche<br />

versano i finanziamenti con ritardo e<br />

9<br />

ANNIVERSARIO


ANNIVERSARIO<br />

per gli stipendi si deve aspettare. I religiosi,<br />

per tirare avanti, raschiano il<br />

fondo del barile ed è quasi una fortuna<br />

che loro non abbiano stipendio.<br />

Fratel Antonio Angioni e fratel Giancarlo<br />

Frulloni sono come due colonne<br />

di un tempio ionico, uniscono la<br />

passione educativa alla semplicità<br />

di vita. Sono rimasti in due, perché<br />

padre Emmanuel Kolla, originario<br />

del Camerun, è stato da poco trasferito<br />

in Canada. <strong>Con</strong>versando con<br />

loro capisco che gestire attività assistenziali<br />

non è un bell’affare, ma resta<br />

pur sempre una buona azione. Gli<br />

operatori sono motivati e qualcuno<br />

riesce anche a trovare un senso in un<br />

quadro di precarietà: «Ho imparato a<br />

vivere con poco. Questa situazione<br />

mi ha insegnato ad apprezzare le cose<br />

semplici e, soprattutto, le relazioni<br />

umane».<br />

Già, 75 anni dopo. Vado a visitare<br />

la struttura <strong>dell</strong>’Istituto Umberto I°<br />

in zona Scala Greca, dove i religiosi<br />

hanno lavorato per qualche decennio,<br />

a nome di un Ente Morale siracusano.<br />

Sul muro <strong>dell</strong>a chiesetta<br />

leggo incisi nomi e cognomi <strong>dei</strong> primi<br />

Fratelli “scesi” nel 1936 a iniziare<br />

quest’avventura educativa in terra siciliana.<br />

Erano un bel gruppetto di<br />

lombardi, pugliesi, trentini, laziali…<br />

come a fare unità d’Italia senza cannoni,<br />

prigionieri, morti e rovine. Mi<br />

compiaccio a rileggere più volte i nomi:<br />

nel corso <strong>dell</strong>a loro vita nessuno<br />

ha cambiato strada, restando fedeli<br />

alla vocazione di consacrati e sempre<br />

generosamente impegnati sul<br />

fronte <strong>dell</strong>a carità. Per alcuni di essi<br />

l’esperienza siciliana ha costituito un<br />

trampolino di lancio verso nuove destinazioni<br />

anche più impegnative.<br />

Ci rechiamo a Messa nel famoso<br />

Santuario <strong>dell</strong>a Madonna <strong>dell</strong>e Lacrime.<br />

Luca, un giovanotto che ha<br />

deciso di conoscere più da vicino la<br />

nostra vita, mi informa che ormai<br />

molti non sanno più niente <strong>dell</strong>a pur<br />

recente storia di questo Santuario.<br />

Indifferenza e ignoranza avanzano,<br />

anche in Sicilia. E pensare che una<br />

visita alla cattedrale di Siracusa t’immerge<br />

in 2500 anni di storia: tempio<br />

greco, poi chiesa paleocristiana, romanica<br />

e infine barocca. Un tutt’uno<br />

straordinario.<br />

I bambini <strong>dell</strong>e scuole elementari<br />

hanno realizzato molti disegni sulla<br />

figura di Luigi Monti, poi messi in<br />

Una “Via” che caratterizza la nuova<br />

Siracusa.<br />

mostra nelle sale <strong>dell</strong>a periferica<br />

Parrocchia Sant’Antonio e premiati<br />

col voto <strong>dei</strong> visitatori. <strong>Con</strong> l’intuito<br />

<strong>dell</strong>a loro anima infantile rappresentano<br />

il Fondatore in più modi, come<br />

un gigante, come una stella. La sua<br />

esistenza è colta tra le case, con le<br />

famiglie, nelle corsie d’ospedale, in<br />

una comunità-alloggio. I bambini<br />

hanno notato che il Fondatore aveva<br />

una cerchia di insigni personalità: i<br />

malati, gli orfani, i poveri.<br />

Il programma <strong>dei</strong> festeggiamenti non<br />

lascia spazio all’esteriorità, perché<br />

in questi 75 anni il filo conduttore è<br />

sempre stato lo stesso, fare la carità,<br />

animare con la carità. Per tale<br />

motivo scopri che si tratta di una<br />

realtà poco nota al “grande pubblico”,<br />

ma ben nota a chi si occupa di<br />

assistenza ai minori, come le pubbliche<br />

amministrazioni.<br />

Agli incontri organizzati per tenere viva<br />

la sensibilità di tutti su temi importanti<br />

(la scuola, gli abusi su minori<br />

ecc.) sono presenti poche persone.<br />

Parlano dirigenti scolastici, operatori<br />

sociali, religiosi <strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione<br />

e cogli che c’è un mondo di gente<br />

preparata e motivata. Risulta un<br />

Sul tetto <strong>dell</strong>a casa di Siracusa... avanza la modernità.<br />

po’ distratta anche la Chiesa, una<br />

comunità che non è fatta solo di preti<br />

e suore: ci si chiede dove sono finiti<br />

i fedeli laici. Resta quindi molto<br />

da costruire perché la comunità di<br />

coloro che seguono Gesù si presenti<br />

col volto del samaritano e non del levita,<br />

che pure camminava sulla stessa<br />

strada dove giaceva un uomo mezzo<br />

morto. Oggi siamo troppo presi dai<br />

ritualismi secolarizzati di una giornata<br />

senz’anima e di una settimana<br />

senza domenica.<br />

In Sicilia ho visto che vi sono gruppi<br />

di resistenza. Non tutti vogliono adeguarsi<br />

al ritmo di una velocità imposta<br />

e alla formula di programmi TV<br />

che fanno audience attraverso pressanti<br />

richieste a “stare con noi”: giochi<br />

di varia natura, euro promessi per<br />

concorrenti a secco di cultura, spettacolini<br />

per tenere buoni gli italiani<br />

stanchi di giornate estenuanti o annoiati<br />

per un lavoro che non c’è. Anche<br />

in Sicilia, però, vi sono gruppi in<br />

controtendenza, che non ci stanno.<br />

E che non hanno infiltrazioni di boss<br />

interessati ad altro.<br />

Se 75 anni di presenza sono stati capaci<br />

di suscitare almeno un po’ di<br />

questo spirito civile, unito a un vivo<br />

senso religioso, credo che valga la<br />

pena di restare in questa amabile terra.<br />

Nonostante la fatica, e dando fiducia<br />

a coloro che credono in noi. Il<br />

vecchio muore, il nuovo non nasce: è<br />

l’eterno conflitto <strong>dell</strong>a storia che, irrisolto,<br />

lascia spazi vuoti al peggio.<br />

Ma qui i segni di speranza sono evidenti<br />

e il bene è in lotta per avere il<br />

sopravvento. n<br />

Ruggero Valentini<br />

10 I - 2012


IDI<br />

UN SECOLO<br />

DI MEDICINA<br />

E DI CARITÀ<br />

La storia di un’importante realtà<br />

ha quasi sempre un periodo<br />

di preistoria. Il decreto del<br />

Prefetto <strong>dell</strong>a Provincia di<br />

Roma del 27 febbraio 1912 stabilisce<br />

ufficialmente l’inizio <strong>dell</strong>a storia <strong>dell</strong>’IDI<br />

con queste parole: «Il Prefetto<br />

decreta: sono autorizzate l’impianto<br />

e l’esercizio <strong>dell</strong>a Casa di salute, sita<br />

in Roma contrada Madonna del Riposo,<br />

Vicolo <strong>dell</strong>e Mura Vaticane n. 2<br />

per le cure <strong>dell</strong>e malattie dermopatiche<br />

e <strong>dell</strong>a tigna in particolar modo,<br />

Nel 1912 nasceva l’Istituto Dermopatico <strong>dell</strong>’Immacolata.<br />

Veniva così ufficializzata la lunga esperienza<br />

di assistenza ai malati iniziata molti anni prima da padre<br />

Luigi Maria Monti. Vi raccontiamo la storia.<br />

a cura di Giovanni Cazzaniga<br />

di proprietà del signor Antonio Sala<br />

e diretta dal Cav. Dott. Oreste Gamba.<br />

Il Prefetto Talpo».<br />

Nello stesso tempo il citato decreto<br />

stabilisce la fine del periodo “preistorico”.<br />

Esso era iniziato con l’acquisto<br />

<strong>dell</strong>a Vigna Levati e Batti situata<br />

a circa tre chilometri da Porta<br />

Il documento con cui cent’anni fa la Prefettura di Roma<br />

autorizzava l’attività di cura dermatologica presso l’attuale IDI.<br />

I - 2012 11<br />

DOSSIER


DOSSIER<br />

La casa di campagna nella “Vignola <strong>dell</strong>’Immacolata” dove ai primi del secolo<br />

padre Sala, con alcuni confratelli, iniziò coraggiosamente la sua opera caritativa<br />

tra i contadini e i pastori <strong>dell</strong>a campagna romana.<br />

Cavalleggeri in una ridente zona che<br />

da un’antica chiesetta ivi esistente,<br />

prende nome di Madonna del Riposo.<br />

Ivi il nostro beato fondatore padre<br />

Luigi Maria Monti acquistò nel<br />

1878 circa cinque ettari di terreno e<br />

una piccola casa colonica. Il terreno<br />

era coltivato a viti e ad alberi da frutto.<br />

In onore del patrono <strong>dell</strong>’Istituto<br />

lo denominò “Vigna S. Giuseppe”.<br />

Nel gennaio 1890, acquistò il lotto<br />

adiacente chiamato “Vignola” e la intitolò<br />

all’Immacolata. Il beato fondatore<br />

con l’acquisto <strong>dell</strong>a prima proprietà<br />

<strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione al n. 1 di<br />

via Boccea, dove questa via si divarica<br />

dalla via Aurelia, realizzò l’antico<br />

sogno di tutti i confratelli.<br />

L’Ospedale di Santo Spirito<br />

La prima Comunità di religiosi <strong>Figli</strong><br />

<strong>dell</strong>’Immacolata incominciò a operare<br />

come tale nell’Ospedale di Santo<br />

Spirito dal 1857, in sale belle come<br />

chiese, ma male arieggiate, nelle<br />

quali venivano accolti cento e più<br />

infermi e nelle emergenze, con le così<br />

dette “cariole”, si arrivava a centottanta.<br />

La Comunità aveva poi<br />

l’abitazione vicino alla camera incisoria<br />

e alla camera mortuaria. Da<br />

questa situazione nacque subito<br />

l’esigenza per i religiosi di godere di<br />

tanto in tanto un periodo di riposo in<br />

aperta campagna, per poter respirare<br />

aria pura e ossigenata. A tale sco-<br />

po, non avendo mezzi propri per acquistare<br />

proprietà, i Superiori di allora<br />

presero in affitto la Casa Bersani, o<br />

<strong>dell</strong>’Orologio tuttora esistente. Anch’essa<br />

nelle vicinanze del Santuario<br />

<strong>dell</strong>a Madonna del Riposo. Dopo<br />

quattro anni i religiosi <strong>dell</strong>a comunità<br />

di Santo Spirito ebbero, sempre in affitto<br />

pagato dal principe Doria Pamphili,<br />

parte del Casaletto San Pio V,<br />

costruito come residenza estiva <strong>dei</strong><br />

Papi, sulla via Aurelia Antica. E vi stettero<br />

dieci anni, ritenendo questa sede<br />

Casa Madre <strong>dell</strong>’Istituto. Da ultimo la<br />

giovane Comunità prese in affitto<br />

una vigna. Dopo tre anni, visto che<br />

essa non dava il frutto sperato, scaduto<br />

il contratto, non venne più rinnovato.<br />

Era il 1878. Dopo venti anni il<br />

problema di salute <strong>dell</strong>a comunità ritornò<br />

impellente.<br />

Nello stesso lasso di tempo il beato<br />

fondatore, giunto a Roma nel 1858,<br />

provò la dura fatica <strong>dell</strong>’infermiere nell’ospedale<br />

Santo Spirito fino al 1860.<br />

Dovette ritornare a Bovisio suo paese<br />

natale nell’Alto Milanese per riprendersi<br />

dalla prostrazione fisica. Rientrò<br />

a Roma dopo quattro anni, «perché si<br />

sentiva proprio in cuore di partire per<br />

Roma, perché colà eravi un campo<br />

molto più vasto e più comodo a saziare<br />

i suoi desideri, di aiutare e sollevare<br />

notte e giorno il prossimo infermo,<br />

sperando così da Dio una larga<br />

retribuzione alle sue fatiche nel giorno<br />

Padre Antonio Lodovico Sala, l’iniziatore<br />

<strong>dell</strong>’Istituto Dermopatico <strong>dell</strong>’Immacolata.<br />

<strong>dell</strong>a ricompensa…» (Storia Generale<br />

cap. IV n. 3).<br />

Passò quattro anni nell’attività <strong>dell</strong>a<br />

bassa chirurgia tra mignatte (e in Santo<br />

Spirito ve n’erano 80.000), malarici<br />

e tubercolotici. L’obbedienza poi<br />

lo volle in Orte, Priore <strong>dell</strong>’ospedale<br />

di quella città. Dopo avervi trascor so<br />

un periodo brillante come operatore<br />

ospedaliero dai molti ruoli, ritornò<br />

a Roma. Nel 1877, con l’assenso di<br />

Pio IX, p. Monti prese in mano il timone<br />

<strong>dell</strong>a navicella da lui progettata.<br />

L’anno dopo realizzò il sospirato sogno<br />

<strong>dell</strong>a comunità portando a termine<br />

le trattative, che ristagnavano per<br />

l’acquisto <strong>dell</strong>a Vigna Levati e Batti.<br />

Combinò per 13.000 lire con più opportune<br />

modalità di pagamento. Le<br />

chiavi <strong>dell</strong>a vigna furono sue.<br />

In quel luogo p. Monti aveva in animo<br />

di costruire, quando ne avesse<br />

avuto la possibilità, un ospedale dove<br />

i suoi religiosi avrebbero potuto<br />

esercitare il primo nobilissimo scopo<br />

specifico <strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione ed<br />

essere nello stesso tempo, per tutti,<br />

palestra di attività ospedaliera. Ne<br />

aveva anche studiato la sistemazione<br />

topografica. Ne fanno fede due<br />

antichi ulivi da lui piantati, che avrebbero<br />

dovuto segnare l’inizio di un<br />

lungo viale avente per sfondo la Cupola<br />

michelangiolesca.<br />

Dall’ospedale Santo Spirito e dalla Casa<br />

generale in Trastevere accedevano<br />

12 I - 2012


a turno i Fratelli alla Vigna S. Giuseppe.<br />

La casa era accogliente. Infatti in<br />

essa si celebrò nel 1887 uno <strong>dei</strong> Capitoli<br />

generali più importanti <strong>dell</strong>a<br />

<strong>Con</strong>gregazione presieduto dal Card.<br />

Lucido M. Parrocchi, Vicario del<br />

Papa per la città di Roma. La zona<br />

era invitante ma era abitata da poca<br />

gente: pastori fissi e nomadi, salariati<br />

agricoli. I mezzi di comunicazione<br />

erano inesistenti. Per questo la Casa<br />

S. Giuseppe si era dotata di un calesse<br />

che all’uopo faceva spola tra la<br />

“Vigna” e la città.<br />

Racconta fr. Eugenio Arlati: «In ottobre<br />

si usava dare uno svago ai Fratelli<br />

in diverse riprese, andando alla<br />

vigna per una giornata. P. Luigi veniva<br />

anche lui, ed era lui stesso che teneva<br />

allegri i Fratelli. Si stava lì tutto il<br />

giorno a godere un poco di libertà»<br />

(Testimonianze a padre Monti, n. 606<br />

p. 242). La Vigna S. Giuseppe era un<br />

idillio per i religiosi. L’Agro Romano<br />

invece, particolarmente per quello<br />

che riguardava la sanità, era in abbandono.<br />

Pertanto i fratelli infermieri<br />

si prestavano per interventi di pronto<br />

soccorso di vario genere.<br />

Lodovico Sala<br />

alla Casa S. Giuseppe<br />

Nato ad Aicurzio, un paesino a trenta<br />

chilometri da Milano, dove la piana<br />

del Po sfuma nella verde Brianza, il 30<br />

aprile 1857, Antonio Lodovico Sala<br />

ebbe in sorte di incontrarsi, nel 1879,<br />

con il suo conterraneo padre Luigi<br />

Monti, che in cerca di vocazioni presso<br />

i parroci, sostava talora nei paesi<br />

<strong>dell</strong>a Brianza durante i suoi ritorni alla<br />

terra d’origine. Antonio aveva 22<br />

anni e fu conquistato dall’invito di<br />

p. Monti. Non esitò ad abbandonare<br />

le cure <strong>dei</strong> ricchi e fecondi campi paterni<br />

per rivestire l’abito azzurro <strong>dell</strong>a<br />

<strong>Con</strong>gregazione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>dell</strong>’Immacolata<br />

<strong>Con</strong>cezione, in solenne atto di<br />

fraternità verso i sofferenti. E prese il<br />

nome di Lodovico.<br />

Due anni dopo egli venne ammesso,<br />

per singolarissima distinzione, alla<br />

professione <strong>dei</strong> voti perpetui e quindi,<br />

quasi subito, a far parte del ristretto<br />

<strong>Con</strong>siglio di padre Monti. È di<br />

questi anni l’inizio <strong>dei</strong> suoi privati studi<br />

di medicina e ancor più <strong>dell</strong>a pratica<br />

al capezzale degli infermi. Gli fu<br />

palestra il glorioso ospedale di Santo<br />

Spirito in Saxia, che fungeva allora<br />

da clinica universitaria e che accoglieva<br />

la maggioranza <strong>dell</strong>’umanità<br />

dolorante <strong>dell</strong>a città di Roma. Corsero<br />

tempi eroici, che videro i <strong>Con</strong>cezionisti<br />

impegnati in un’opera caritativa<br />

senza risparmio di forze fisiche e<br />

morali. Esempi di vera edificazione si<br />

offrirono agli occhi del giovane Sala,<br />

sotto la specie del sacrificio <strong>dell</strong>a vita<br />

di alcuni confratelli, stroncati nel<br />

fiore <strong>dell</strong>’età dalla tremenda fatica.<br />

Nel contempo si aprì alla sua mente<br />

l’orizzonte <strong>dell</strong>e conoscenze scientifiche<br />

dietro la guida di insigni maestri<br />

<strong>dell</strong>a medicina.<br />

<strong>Con</strong>seguì il diploma per l’esercizio<br />

<strong>dell</strong>a bassa chirurgia e <strong>dell</strong>a odontoiatria.<br />

Il tirocinio, peraltro, non riuscì<br />

meno severo e coscienzioso; donde<br />

la conseguenza che la diuturna sperimentazione,<br />

oltre all’assidua partecipazione<br />

come auditore alle lezioni<br />

di docenti illustri, gli attribuì ben presto<br />

un’approfondita conoscenza <strong>dei</strong><br />

morbi cutanei, <strong>dell</strong>a diagnosi di questi<br />

e <strong>dell</strong>e complesse terapie.<br />

Il beato Luigi Monti fondatore aveva<br />

un occhio particolare per la Casa<br />

S. Giuseppe, suo primo acquisto.<br />

Seguiva con paterna apprensione lo<br />

sviluppo degli eventi. Allora il governo<br />

di Francesco Crispi aveva in animo<br />

di incamerare i beni degli istituti<br />

religiosi. Pertanto era necessario trovare<br />

strumenti giuridici di difesa, pure<br />

per la Vigna S. Giuseppe. Anche<br />

l’attività di volontariato ospedaliero a<br />

favore <strong>dei</strong> residenti e a persone di<br />

passaggio sorta spontaneamente,<br />

obbediva al suono del campanello<br />

<strong>dell</strong>a porta. Andava organizzata. Né<br />

si poteva trascurare la Vigna. Pertanto<br />

p. Monti Superiore generale, pensò<br />

di mandare alla Casa S. Giuseppe<br />

fr. Lodovico. Gli inviò una lettera da<br />

Saronno il 9 luglio 1898. Tra le altre<br />

cose scrisse: «…E stando le cose come<br />

stanno, io avrei piacere che la vostra<br />

presenza nella casa S. Giuseppe<br />

fosse continua, sotto ogni riguardo.<br />

Voi lo sapete quel proverbio che dice:<br />

“L’occhio del padrone ingrassa<br />

il cavallo”. Perciò fate questo sacrificio<br />

e il Signore vi ricompenserà».<br />

Da sinistra un articolo tratto da L’Orfanello <strong>dell</strong>’Immacolata del 1908 e il frontespizio <strong>dell</strong>a pubblicazione sulla cura <strong>dell</strong>a tigna.<br />

I - 2012 13<br />

DOSSIER


DOSSIER<br />

Padre Sala tra i suoi malati. Gli è a fianco il dott. Emanuele Stablum, primo medico <strong>dei</strong><br />

<strong>Con</strong>cezionisti, suo erede spirituale e discepolo nella cura <strong>dei</strong> dermopazienti.<br />

Fr. Lodovico obbedì come si apprende<br />

dalla lettera di p. Monti al suo Vicario:<br />

«Da Saronno oggi ho ricevuto<br />

la vostra e quella di Lodovico, e ne<br />

sono contento poiché egli si adatta<br />

ad andare alla (casa, ndr) di S. Giuseppe,<br />

pel bene di quella Famiglia»<br />

(Oropa 15 luglio 1898).<br />

La missione nell’Agro Romano<br />

Il Sala vantava, oltre a quanto si è<br />

detto sopra, dieci anni di esperienza<br />

sanitaria acquisita nella Casa di salute<br />

di Saronno, nell’ambulatorio dentistico<br />

annesso alla stessa opera e<br />

soprattutto nell’ospedale civile di Saronno,<br />

allora in formazione.<br />

Acquistò il potente microscopio Koristka<br />

il cui uso era divenuto essenziale<br />

per le diagnosi e per seguire le<br />

terapie <strong>dell</strong>a tigna e per le altre patologie<br />

<strong>dell</strong>a pelle. Comprende che il<br />

bene che si può fare in quel campo è<br />

grande. Vuole però essere sicuro che<br />

quella è la volontà di Dio. Chiede<br />

udienza al Santo Padre Pio X.<br />

Il Santo Pontefice così si espresse:<br />

«Diteci, diteci, siamo desiderosi di<br />

sapere. Coraggio, Padre Sala, quest’opera<br />

è volere di Dio che si faccia<br />

e si farà; per mezzo del nostro Segretario<br />

fateCi avere un pro-memoria<br />

e cercheremo di aiutarVi in quanto<br />

Ci sarà possibile» (udienza del 27<br />

ottobre 1903).<br />

Fr. Lodovico Sala, divenuto sacerdote<br />

nel 1904, alla sua opera assisten-<br />

ziale unì anche la missione di sacerdote<br />

nell’Agro Romano, svolta in<br />

unione di carisma e di intenti con<br />

don Luigi Guanella, fondatore <strong>dei</strong><br />

Servi <strong>dell</strong>a Carità. P. Sala al di qua<br />

<strong>dell</strong>a via Aurelia per i malati di pelle;<br />

don Guanella al di là per i derelitti.<br />

<strong>Con</strong> la benedizione del Vicario di Cristo<br />

e con la carità <strong>dei</strong> tanti benefattori,<br />

p. Sala diede inizio ai ricoveri alla<br />

Casa S. Giuseppe a favore <strong>dei</strong> dermopazienti.<br />

In particolare per i tignosi.<br />

Nell’Agro di Roma un grandissimo<br />

numero di bambini era afflitto dall’indebellabile<br />

parassita contro il quale<br />

si usavano tecniche di cura estremamente<br />

rozze e dolorose, anche nei<br />

più qualificati ospedali di Roma. Non<br />

Il microscopio Koristka acquistato<br />

da padre Sala a Vienna nel 1903.<br />

poche le riserve <strong>dell</strong>a medicina ufficiale<br />

e <strong>dell</strong>e autorità sanitarie nei<br />

confronti di p. Sala e del piccolo<br />

drappello di religiosi che si dedicava,<br />

per semplice slancio di carità e non<br />

per lucro, alla cura di ammalati ritenuti<br />

fino a quel momento inguaribili e<br />

reietti dal civile consorzio per l’abiezione<br />

<strong>dell</strong>e piaghe che ne ricoprivano<br />

i miseri corpi. Ma la probante catena<br />

<strong>dell</strong>e guarigioni – una statistica eccezionale<br />

che non registrava un solo<br />

fallimento – è la palmare dimostrazione<br />

che p. Sala non aveva ereditato<br />

alcuna formula magica.<br />

L’Orfanello <strong>dell</strong>’Immacolata, allora<br />

l’unica rivista <strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione <strong>Figli</strong><br />

<strong>dell</strong>’Immacolata <strong>Con</strong>cezione, nel<br />

n. 1 del 1909 pubblicava un articolo<br />

dal titolo “Per una cura provvidenziale”,<br />

nel quale si presentava per la seconda<br />

volta lo “Specifico Sala” e gli<br />

effetti risolutivi del farmaco di p. Sala<br />

per la terapia <strong>dell</strong>a tigna. Tra l’altro si<br />

diceva: «La cura si compie senza alcuna<br />

depilazione; e la riproduzione<br />

<strong>dei</strong> capelli è totale e perfetta». In conclusione<br />

l’articolista riportava le dirette<br />

parole del dott. Luigi Palozzi<br />

primo collaboratore di p. Sala: «Tale<br />

metodo mi fu proposto dal Rev.mo<br />

P. Lodovico Sala <strong>dei</strong> Religiosi <strong>Con</strong>cettini,<br />

e da me studiato e scientificamente<br />

adottato in maniera da offrire<br />

sicuro affidamento, sia per il nessun<br />

pregiudizio alla salute degli infermi,<br />

sia per la sicurezza del medesimo.<br />

I risultati superarono le nostre aspettative,<br />

poiché le guarigioni stabili si<br />

ottennero in un periodo che va dai<br />

40 ai 60 giorni. Ringrazio sentitamente<br />

il P. Lodovico Sala per avermi con<br />

tanta fiducia scelto a Collaboratore,<br />

l’Ecc.ma Deputaz. Prov. che accolse<br />

la mia domanda di esperimentare<br />

la nuova cura, l’egregio Prof. Orrei,<br />

<strong>Con</strong>s. Prov. per avermi con ogni suo<br />

potere facilitato l’esperimento: ed infine<br />

il Prof. Frattali, il quale con criterio<br />

scientifico di cui è notoriamente<br />

dotato, prestò con tanto amore l’opera<br />

sua di severo controllo. Roma 9<br />

novembre 1908 Dott. Luigi Palozzi».<br />

Questa la nobile genesi <strong>dell</strong>’Istituto<br />

Dermopatico <strong>dell</strong>’Immacolata, che il<br />

decreto prefettizio sopra citato ha<br />

voluto confermare concedendo le<br />

giuste facoltà per le necessarie strutture<br />

sanitarie. L’IDI così è entrato nella<br />

storia <strong>dell</strong>a medicina e <strong>dell</strong>a carità<br />

evangelica. n<br />

14 I - 2012


IDI FARMACEUTICI<br />

QUANDO LA RICERCA<br />

METTE AL CENTRO<br />

LA PERSONA<br />

IDI Farmaceutici è una <strong>dell</strong>e realtà<br />

più significative tra quelle<br />

che fanno capo alla <strong>Con</strong>gregazione<br />

<strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>dell</strong>’Immacolata<br />

<strong>Con</strong>cezione. Nasce negli anni ’60 e<br />

ha sede a Pomezia, la cittadina situata<br />

a pochi chilometri di distanza<br />

da Roma, sede di altre aziende che<br />

operano nel settore. Da sempre si<br />

occupa <strong>dell</strong>a protezione e del benessere<br />

<strong>dell</strong>a pelle. «La nostra azienda<br />

– dice Luciano Ragni, consigliere<br />

delegato – vive da oltre 50 anni un<br />

Un funzionale auditorium ospita spesso convegni scientifici.<br />

profondo legame con quella storia<br />

del Paese che si rifà all’esperienza di<br />

carità e di soccorso medico risalenti<br />

a metà del XIX secolo. Ci prendiamo<br />

cura <strong>dell</strong>e malattie <strong>dell</strong>a pelle, offrendo<br />

la nostra professionalità ed esperienza<br />

con una sensibilità che ci distingue<br />

nel panorama italiano. Una<br />

differenza da difendere e valorizzare,<br />

grazie alla quale potrà fornire un contributo<br />

unico in un mercato dove tutte<br />

le aziende si somigliano. Per noi non<br />

conta solo il business, ma anche il ri-<br />

Sorge a Pomezia una <strong>dell</strong>e<br />

più significative realtà<br />

in campo scientifico legate<br />

alla CFIC. Esperienza<br />

e capacità di adeguarsi<br />

ai più moderni standard<br />

produttivi nella<br />

dermatologia clinica<br />

e <strong>dell</strong>a cosmesi.<br />

La moderna sede di IDI Farmaceutici.<br />

spetto <strong>dell</strong>a salute <strong>dell</strong>e persone». Il<br />

personale attualmente alle dipendenze<br />

<strong>dell</strong>’azienda ammonta a circa<br />

80 unità. Il presidente del <strong>Con</strong>siglio<br />

di Amministrazione è padre Franco<br />

Decaminada.<br />

L’esperienza e la capacità di adeguarsi<br />

ai più moderni standard produttivi e<br />

di ricerca hanno reso IDI Farmaceutici<br />

una tra le aziende italiane del settore<br />

maggiormente note e apprezzate in<br />

campo medico e scientifico. Il costante<br />

impegno verso ogni specifica patologia<br />

dermatologica ha permesso<br />

all’azienda di sviluppare metodi di trattamento<br />

molto vicini al paziente e di<br />

realizzare prodotti innovativi e di alta<br />

tecnologia.<br />

La dermatologia è oggi una branca<br />

<strong>dell</strong>a medicina molto specializzata. I<br />

farmaci di questo tipo occupano il<br />

10% nella spesa farmaceutica nazionale,<br />

pari a circa 650 milioni di euro.<br />

L’impegno nella ricerca e il continuo<br />

aggiornamento tecnologico hanno<br />

consentito a IDI Farmaceutici di raggiungere<br />

un livello di eccellenza per<br />

la qualità <strong>dei</strong> suoi prodotti, ma anche<br />

di aumentare il proprio fatturato nel<br />

canale <strong>dell</strong>a distribuzione tramite le<br />

I - 2012 15<br />

ESPERIENZE


ESPERIENZE<br />

L’ACCORDO<br />

CON LA MSD SI APRONO<br />

NUOVI ORIZZONTI<br />

Un importante accordo commerciale e scientifico è stato siglato qualche<br />

mese fa tra IDI Farmaceutici e MSD Italia, la consociata italiana<br />

<strong>dell</strong>’azienda farmaceutica americana Merck & Co. Inc., che vanta una<br />

presenza radicata nel nostro Paese dal 1957. Politiche commerciali,<br />

espansione <strong>dei</strong> mercati e future sinergie in ricerca e sviluppo nel campo<br />

<strong>dell</strong>a dermatologia: questi i tre pilastri <strong>dell</strong>’accordo. L’anno scorso la MSD<br />

ha concluso un accordo di fusione con l’americana Schering-Plough che<br />

la porta ad essere il secondo gruppo farmaceutico a livello mondiale con<br />

circa 100mila dipendenti e attività in più di 140 Paesi.<br />

MSD distribuirà in tutte le farmacie italiane i prodotti IDI, assicurando<br />

così una presenza capillare, riservandosi inoltre l’opzione di<br />

commercializzazione anche in Europa e Canada, al fine di raggiungere<br />

un’espansione in mercati finora non coperti. IDI Farmaceutici si impegnerà<br />

invece nella promozione di alcuni prodotti dermatologici MSD.<br />

Sul fronte <strong>dell</strong>a ricerca, le possibilità di sviluppo riguardano farmaci<br />

oncolitici e antiblastici, già in fase avanzata di sviluppo negli Stati Uniti, in<br />

partnership con gli ospedali del Gruppo IDI-IRCCS (Istituto di Ricovero e<br />

Cura a Carattere Scientifico), leader mondiale nella ricerca dermatologica.<br />

La collaborazione offre enormi potenzialità anche in un’area di eccellenza<br />

<strong>dell</strong>a tecnologia italiana come quella <strong>dell</strong>a rigenerazione tissutale e<br />

<strong>dell</strong>a biotecnologia cellulare, e in particolare <strong>dei</strong> lembi tissutali. n<br />

farmacie. Negli ultimi due anni si è registrato<br />

un incremento del giro d’affario<br />

del 26%.<br />

«Le chiavi di questo successo – aggiunge<br />

Ragni – risiedono in una sua<br />

particolare caratteristica: è un’azienda<br />

che fa <strong>dell</strong>a dermatologia clinica<br />

un criterio di ricerca e l’unica al mondo<br />

a far parte di un gruppo avente al<br />

suo interno l’ospedale dermatologico<br />

tra i più importanti d’Europa, anche<br />

per il numero di posti letto, con pos-<br />

Una veduta <strong>dei</strong> laboratori scientifici.<br />

sibilità di sviluppare farmaci in stretta<br />

connessione all’attività clinica ospedaliera,<br />

anche grazie a dotazioni e<br />

tecnologie produttive d’avanguardia».<br />

Questa sinergia tra azienda e ospedale<br />

ha creato un network che permette<br />

un reale scambio interdisciplinare di<br />

conoscenze e competenze all’interno<br />

di un gruppo unico. In questo modo è<br />

più facile raggiungere l’obiettivo di soluzioni<br />

terapeutiche vicine alle reali<br />

esigenze di medici e pazienti.<br />

Il moderno stabilimento di Pomezia<br />

ospita un Laboratorio di Ingegneria<br />

Tissutale e Fisiopatologia Cutanea<br />

in grado di produrre cellule capaci di<br />

ricostituire tessuti da utilizzare per rigenerare,<br />

riparare o sostituire tessuti<br />

umani, oppure per ristabilire la normale<br />

funzione biologica o fisiologica. Un<br />

procedimento che potrà dar vita a terapie<br />

avanzate per poter guarire anche<br />

le più importanti patologie dermatologiche,<br />

come le ulcere croniche<br />

degli arti inferiori, le grandi ustioni, le<br />

malattie <strong>dell</strong>a pigmentazione come la<br />

vitiligine. Ma non solo. Grazie a un recente<br />

accordo con una importante<br />

azienda farmaceutica internazionale<br />

(vedi box a lato), i prodotti di dermocosmesi<br />

targati IDI potranno essere<br />

più facilmente acquistati nelle farmacie<br />

di tutt’Italia. In oltre quarant’anni di<br />

esperienza, è stata prodotta una linea<br />

di protezioni solari d’avanguardia.<br />

La storia di IDI Farmaceutici conosce<br />

anche significative esperienze nel<br />

campo <strong>dell</strong>a solidarietà, diretta emanazione<br />

<strong>dell</strong>o stretto collegamento<br />

con la CFIC. «Abbiamo maturato una<br />

eticità in tutte le scelte aziendali. Siamo<br />

“ossessivamente” etici. E questo<br />

senza dimenticare tutto quanto serve<br />

per restare competitivi su un mercato<br />

che sta attraversando un momento di<br />

particolare difficoltà, soprattutto nell’accesso<br />

al credito. Le prospettive di<br />

sviluppo sono però interessanti».<br />

L’originario impegno assistenziale,<br />

me dico e spirituale al fianco <strong>dell</strong>e comunità<br />

più bisognose si è trasformato,<br />

nel corso degli anni, in costanti<br />

investimenti e donazioni per favorire<br />

la costruzione di opere assistenziali<br />

nei Pae si più poveri e disagiati. Non<br />

mancano forme di collaborazione<br />

con altre realtà <strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione<br />

sparse nel mon do, come in Albania<br />

e in Corea del Sud.<br />

«L’ispirazione che ci viene dal nostro<br />

azionista di riferimento (la CFIC, ndr)<br />

– conclude Luciano Ragni – ci permette<br />

di riconoscere e valorizzare le<br />

capacità di tutte le persone che fanno<br />

parte <strong>dell</strong>a nostra azienda. Favorisce<br />

lo spirito di gruppo, premia il merito,<br />

le idee e i pensieri, promuovendo<br />

la fiducia e il rispetto. Grazie a tutto<br />

questo, IDI Farmaceutici è riuscita nel<br />

tempo a maturare un elevato profilo<br />

di esperienza e professionalità». n<br />

Saverio Clementi<br />

16 I - 2012


MILANO<br />

SPAZIO SACRO<br />

APERTO<br />

ALLA CITTÀ<br />

«L<br />

a Chiesa siamo tutti noi<br />

che veniamo convocati<br />

nel luogo sacro, ma<br />

rigenerati dal perdono,<br />

siamo chiamati a donare la nostra fede<br />

e noi stessi a coloro che il Signore<br />

ci fa incontrare ogni giorno».<br />

<strong>Con</strong> queste parole il cardinale Angelo<br />

Scola ha salutato i molti fedeli che<br />

lo attendevano, domenica 11 marzo,<br />

nella parrocchia milanese dedicata<br />

all’Immacolata <strong>Con</strong>cezione, l’unica<br />

affidata alla cura pastorale <strong>dell</strong>a CFIC<br />

in Italia.<br />

L’arcivescovo di Milano ha presieduto<br />

la lunga e suggestiva liturgia<br />

<strong>dell</strong>a dedicazione <strong>dell</strong>a chiesa e consacrazione<br />

<strong>dell</strong>’altare, nel Cinquantesimo<br />

<strong>dell</strong>’edificazione <strong>dell</strong>a chiesa<br />

stessa e nel 25° anniversario <strong>dell</strong>a<br />

fondazione <strong>dell</strong>a parrocchia. Accolto<br />

dal parroco, padre Mario Pesenti, e<br />

da molti religiosi, tra cui il Superiore<br />

generale fratel Ruggero Valentini, il<br />

Cardinale dopo la simbolica consegna<br />

<strong>dell</strong>e chiavi <strong>dell</strong>a chiesa, la benedizione<br />

<strong>dell</strong>’acqua al fonte battesimale<br />

e l’aspersione del popolo, in<br />

ricordo del battesimo, ha espresso<br />

tutta la sua gioia di Pastore.<br />

«Delle tante azioni che l’Arcivescovo<br />

è chiamato a compiere, nessuna è<br />

per sua natura così preziosa e così<br />

cara come la visita nelle parrocchie<br />

e nelle realtà dove tutti i fedeli e tutti<br />

i battezzati vivono quotidianamente.<br />

Anche se quasi mai i mezzi di comunicazione<br />

danno rilievo alla visita nella<br />

parrocchia, questo è per l’Arcivescovo<br />

uno tra gli atti più importanti e<br />

più cari del suo ministero. Perché il<br />

ministero del sacerdote è tutto in<br />

funzione del popolo di Dio», ha detto<br />

aprendo la sua omelia.<br />

Gioia che diventa ancora più rilevante<br />

per il gesto <strong>dell</strong>a Dedicazione, che<br />

Il cardinale Angelo Scola ha solennemente dedicato<br />

la chiesa e consacrato l’altare <strong>dell</strong>a parrocchia milanese<br />

dedicata all’Immacolata <strong>Con</strong>cezione.<br />

Il card. Angelo Scola consacra l’altare <strong>dell</strong>a chiesa.<br />

marca «attraverso i gesti liturgici questo<br />

spazio sacro spalancandolo sulla<br />

piazza e a tutta la realtà del vostro<br />

quartiere così significativo per Milano».<br />

Ma dedicare una chiesa cosa significa?<br />

E, ancora, cosa è la Chiesa<br />

nel suo complesso? O meglio chi è la<br />

Chiesa? La Chiesa siamo noi, anzi un<br />

«noi comunionale», infatti, se come<br />

diceva già Romano Guardini, che il<br />

Cardinale cita, «la Chiesa deve rinascere<br />

dalle anime», «noi oggi potremo<br />

dire in modo più completo che la<br />

Chiesa deve rinascere dalla persona.<br />

Allora, la Chiesa in senso proprio è il<br />

lasciarsi convocare tutte le domeniche<br />

da Gesù sacramentato, lasciando<br />

le nostre case e convenendo nel<br />

luogo sacro per rigenerarci – attraverso<br />

la domanda di perdono – nella verità,<br />

nella bontà e nella bellezza <strong>dell</strong>a<br />

nostra vita quotidiana».<br />

Perché per la verità cristiana<br />

che non esiste separazione<br />

tra “recinto” sacro e<br />

ciò sta fuori: niente deve<br />

essere profano per il cristiano.<br />

Da qui l’importanza «di<br />

venire nel tempio consacrato,<br />

fatto di marmi e di mura,<br />

ma nella consapevolezza<br />

che il tempio vivo siamo<br />

noi che portiamo il grande<br />

dono che, a nostra volta,<br />

abbiamo ricevuto, nel quotidiano,<br />

sperimentando la<br />

vita con una forma eucaristica,<br />

come diceva il beato<br />

Giovanni Paolo II. Il che<br />

significa – ha sottolineato<br />

l’Arcivescovo – il dono di<br />

noi stessi a tutti coloro che il Signore<br />

ci affida». Dalla famiglia, con il<br />

ruolo di sposi, genitori aperti alla generazione<br />

e alla vita, ma anche nel<br />

lavoro, specie nelle difficoltà presenti<br />

e nella festa.<br />

«Pensiamo alla rilevanza del riposo<br />

festivo, che è da conservare, perché<br />

è spazio di comunione, così come la<br />

festa è un luogo sociale. Se in una<br />

famiglia il papà fa riposo un giorno,<br />

la mamma un altro, il figlio un altro ancora,<br />

non si attinge il riposo in senso<br />

forte».<br />

Infine, facendo riferimento alla dedicazione<br />

<strong>dell</strong>a parrocchia: «La Madonna,<br />

come Immacolata <strong>Con</strong>cezione,<br />

dice bene quale deve essere lo<br />

stile che dobbiamo imparare: essere<br />

tesi con lo sguardo rivolto a Cristo,<br />

invocando il rapporto con lui attraverso<br />

la comunità cristiana». n<br />

I - 2012 17<br />

CHIESA


SPECIALE<br />

I progetti SaD nel mondo Solidarietà<br />

AFRICA<br />

Nel <strong>Con</strong>go R.D. Dokita opera a fianco <strong>dell</strong>’OSPEOR, “L’Oeuvres<br />

Sociales pour la Protection des Enfants Orphelins et de la Rue”,<br />

un ente fondato dal padre <strong>Con</strong>cezionista Francesco Cavalieri,<br />

e offre una risposta concreta al fenomeno <strong>dell</strong>’abbandono<br />

<strong>dei</strong> bambini “Sorcier” ritenuti portatori di malocchio, da parenti<br />

o dalla comunità e, per questa ragione, allontanati se non<br />

addirittura uccisi nella città di Kinshasa.<br />

In Camerun Dokita, insieme alla CFIC, aiuta centinaia di<br />

ragazzi garantendo loro scolarizzazione, assistenza sanitaria<br />

e sociale. In Costa d’Avorio, dove la condizione <strong>dell</strong>’infanzia<br />

è in costante peggioramento a causa del conflitto interno, Dokita<br />

e la CFIC sono presenti ad Abidjan con un progetto per la cura<br />

<strong>dei</strong> bambini orfani, mentre in Nigeria sostengono la “Blessed<br />

Luigi Maria Monti Community”, che dal 2003 si occupa di<br />

bambini a rischio nella città di Enugu.<br />

SUD AMERICA<br />

Nel continente sudamericano in Brasile c’è il CAIA, il “Centro<br />

di Attenzione Integrale all’Adolescente” che dal 2005 permette,<br />

a migliaia di minori <strong>dell</strong>a Favela Vila Morenitas di Foz do<br />

Iguaçu, di uscire dalla spirale <strong>dell</strong>a povertà, <strong>dell</strong>’ignoranza e<br />

<strong>dell</strong>a violenza. Dokita è presente anche in Bolivia e Honduras<br />

dove collabora con la CFIC per aiutare i minori di strada. Iniziato<br />

nel 2003, “SOS Niños” è un progetto finanziato in Perù con il<br />

Sostegno a Distanza e si rivolge, oggi, a più di 100 minori<br />

dislocati in 13 villaggi sulle alture nella valle di S. Eulalia,<br />

nell’estrema periferia di Lima.<br />

INDIA<br />

Dokita è presente anche in India<br />

dove affianca la CFIC sostenendo<br />

bambini e bambine dai 3 ai 18 anni<br />

che scappano dalla miseria e dalla<br />

violenza, portatori di handicap<br />

fisici e mentali, orfani o che<br />

provengono da famiglie povere.<br />

Nelle Filippine, Dokita con la CFIC<br />

si rivolge soprattutto a ragazzi<br />

disabili fisici e mentali.<br />

18<br />

EUROPA <strong>dell</strong>’EST<br />

Nella città di Medjugorje<br />

Dokita aiuta i minori<br />

abbandonati.<br />

SOSTEGNO<br />

NEL MONDO<br />

Dokita onlus e i missionari <strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gre<br />

zione promuovono insieme vari progetti<br />

e disabili.<br />

Il Sostegno a Distanza (SaD) permette di aiutare<br />

concretamente i minori che non hanno<br />

diritti, perché sono stati loro negati o semplicemente<br />

perché non li hanno mai conosciuti.<br />

Il SaD cambia la vita <strong>dei</strong> bambini abbandonati,<br />

orfani e disabili perché li aiuta<br />

a crescere, ad andare a scuola, a giocare<br />

e uscire dalla povertà.<br />

Dokita, insieme ai missionari <strong>dell</strong>a CFIC, sostiene<br />

da trent’anni una quindicina di progetti<br />

SaD che dall’Europa <strong>dell</strong>’Est si esten-


A DISTANZA<br />

gazione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>dell</strong>’Immacolata <strong>Con</strong>cedi<br />

aiuto ai bambini abbandonati, orfani<br />

dono all’Africa, all’Asia fino all’America<br />

Latina occupandosi direttamente di 1.500<br />

ragazzi e di altri 5.000 minori nelle comunità<br />

di appartenenza.<br />

Dokita considera il Sostegno a Distanza<br />

uno degli strumenti principali per affermare<br />

i diritti fondamentali <strong>dell</strong>’uomo.<br />

Il SaD è la speranza per migliaia di minori<br />

di avere un futuro migliore, nella loro terra<br />

d’origine!<br />

<strong>Con</strong> meno di un euro al giorno puoi<br />

cambiare la vita di un bambino<br />

abbandonato, orfano, disabile o povero.<br />

Il SaD è un impegno che va oltre il<br />

contributo economico perché consente<br />

di accompagnare un bambino nel suo<br />

progetto di vita, donandogli l’attenzione<br />

e l’amore che si dà a un figlio.<br />

Scegli come donare<br />

• <strong>Con</strong>to Corrente Postale n. 22445001 intestato<br />

ad Associazioni Volontari Dokita Onlus<br />

• con Bonifico bancario sul conto corrente<br />

bancario di Banca Prossima<br />

IBAN: IT 36 Q 03359 01600100000001058<br />

• <strong>Con</strong> PayPal sul sito www.dokita.org<br />

Dokita aderisce al ForumSaD, il forum permanente<br />

per il Sostegno a Distanza, segue le disposizioni<br />

governative presenti nella “Carta <strong>dei</strong> Principi e <strong>dei</strong><br />

Criteri di Qualità del SaD”, e sottoscrive le “Linee<br />

Guida per il SaD di minori e giovani” emanate<br />

dall’Agenzia per le Onlus. Dokita opera nel rispetto<br />

<strong>dei</strong> principi indicati nelle Linee Guida, garantendo<br />

così trasparenza e qualità nei progetti, offrendo<br />

ai sostenitori informazioni chiare e complete sul<br />

contributo versato a sostegno <strong>dei</strong> bambini<br />

e <strong>dell</strong>e loro comunità di appartenenza.<br />

Tutte le donazioni a Dokita onlus sono deducibili<br />

o detraibili dalle tasse.<br />

Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito<br />

www.dokita.org, inviare una mail ad<br />

adozioni@dokita.org o telefonare al numero<br />

06 66155158.<br />

19<br />

SPECIALE


RICORDO<br />

SARONNO<br />

IL BELLO DI ANNA<br />

RIVIVE<br />

IN UN MURALE<br />

Ho conosciuto Anna Accorsi<br />

indirettamente. L’ho conosciuta<br />

attraverso alcuni <strong>dei</strong><br />

pazienti che ha seguito e<br />

che continuano a frequentare il Poliambulatorio<br />

Padre Monti di Saronno,<br />

per loro uno spazio di scoperta, di<br />

stupore, di gioco, di crescita; attraverso<br />

le persone che hanno collaborato<br />

con lei e che ne hanno attraversato il<br />

lutto per giungere a quello che sono<br />

ora; ancor prima di sapere chi fosse,<br />

attraverso un amico, che poi ho scoperto<br />

essere suo figlio, padre Fausto,<br />

uomo colto, intelligente, profondo e<br />

sorridente; attraverso la sua foto appesa<br />

nel corridoio <strong>dell</strong>a Neuropsichiatria<br />

In fan tile (NPI), che la raffigura<br />

accovacciata in uno spazio aperto,<br />

all’altezza <strong>dei</strong> bambini, con il sorriso<br />

sulle labbra e con tutte attorno le foto<br />

<strong>dei</strong> bambini che ha curato, negli spazi<br />

laboratoriali <strong>dell</strong>e palestrine, attraverso<br />

giochi, disegni, colori, racconti;<br />

l’ho conosciuta attraverso ricchi<br />

scambi di pensieri, ricordi, proposte,<br />

spazi, poesie...<br />

La dottoressa Anna Accorsi, neuro -<br />

psichiatra infantile prematuramente<br />

scomparsa dieci anni fa, era la coordinatrice<br />

<strong>dell</strong>’équipe <strong>dell</strong>a NPI <strong>dell</strong>’Istitu-<br />

Il murale del Poliambulatorio di Saronno. In alto, Anna Accorsi.<br />

Sono trascorsi dieci anni da quando Anna Accorsi ci ha<br />

lasciati. Il suo ricordo continua a restare vivo a Saronno<br />

grazie anche a un murale realizzato da un ragazzo.<br />

to Padre Monti di Saronno dove è stata<br />

maestra di molti professionisti che<br />

attualmente ancora esercitano la loro<br />

professione presso lo stesso Istituto,<br />

ma è stata anche loro compagna di<br />

giochi.<br />

Anna ha lasciato una grande impronta<br />

all’Istituto Padre Monti tanto che si<br />

può ancora respirare la sua presenza<br />

nella sensibilità degli operatori e nell’attenzione<br />

ai piccoli. Da qui la proposta<br />

degli operatori di dedicare a lei<br />

il reparto di NPI, a dieci anni dalla sua<br />

scomparsa.<br />

Ma chi è Annina per chi l’ha conosciuta<br />

direttamente? È colei che nell’agire<br />

terapeutico sapeva sperimentare<br />

la terapia del gioco, giocando<br />

e cogliendo con straordinaria e sorprendente<br />

intuizione il momento opportuno<br />

da cui scaturiva la scintilla<br />

generatrice di un pensiero dinamico<br />

e creativo, analogico e dialogico, il<br />

momento in cui il bambino finalmente<br />

riusciva ad aprirsi alla vita. È colei insieme<br />

alla quale si<br />

scopre che nulla va<br />

lasciato intentato e<br />

bisogna saper veder<br />

oltre. A partire da<br />

questi insegnamenti<br />

è nato un incontro:<br />

tutto è cominciato<br />

per un gioco.<br />

La lettura commossa<br />

e condivisa di un<br />

passaggio del nuovo<br />

libro di Anna, I<br />

pensieri <strong>dell</strong>a vita, il<br />

desiderio di un ra-<br />

gazzo che accompagniamo di esprimersi<br />

e di lasciare il segno.<br />

Fabio è un nostro ragazzo <strong>dell</strong>’Istituto<br />

Tecnico Industriale (ITI) Padre Monti<br />

che ha attraversato difficoltà e che è<br />

passato per uno spazio terapeutico di<br />

interesse scoprendo la sua arte: il colore,<br />

la forma, il gesto, l’espressione, il<br />

proprio esserci nel mondo, il proprio<br />

modo di vederlo. Fabio si è offerto, con<br />

fondamentale generosità e gratuità, di<br />

dedicare un murale ad Anna nel corridoio<br />

<strong>dell</strong>a Neuropsichiatria Infantile<br />

adiacente alle palestrine del piano terra<br />

del Poliambulatorio. Fabio si è dichiarato<br />

disponibile a realizzare gratuitamente<br />

l’opera, concepita anche in un<br />

percorso personale di conoscenza di<br />

sé presso la NPI, e la sua proposta per<br />

la realizzazione del murale presenta<br />

la tematica <strong>dell</strong>e profondità marine, a<br />

simboleggiare l’importanza <strong>dell</strong>a scoperta<br />

<strong>dell</strong>a bellezza <strong>dell</strong>e profondità di<br />

ciascuno, tesoro prezioso da conoscere,<br />

custodire e valorizzare.<br />

La firma <strong>dell</strong>’artista che accompagna<br />

l’opera è oltre, un richiamo ad andare<br />

oltre la superficie, le apparenze, alla<br />

scoperta, dentro ciascuno, di mondi e<br />

tesori nascosti, che noi operatori sanitari<br />

siamo chiamati a far emergere.<br />

Questa attenzione alla disponibilità e<br />

fiducia è riposta in Fabio: desideroso<br />

di esprimere e di esprimersi, è l’eredità<br />

più bella che ci ha consegnato.<br />

Questa è la cura e questo è ciò che<br />

cura davvero! Andare oltre. Penso che<br />

Anna sia d’accordo. n<br />

Gianluca Palermo<br />

20 I - 2012


PADRE GIOVANNI PAGANI<br />

SE N’È ANDATO<br />

L’UOMO<br />

DEL CONCILIO<br />

Far memoria <strong>dell</strong>a vita <strong>dei</strong> 98<br />

anni di padre Giovanni Pagani<br />

mi risulta facile. Per il<br />

semplice motivo che ha mantenuto<br />

nella sua esistenza un’identità<br />

di fondo, per cui è rimasto lui, in tutti i<br />

diversi stadi <strong>dell</strong>a vita.<br />

La sua evoluzione fisica, culturale,<br />

non ha oscurato la sua straordinaria<br />

bontà di animo, la sua spiritualità, la<br />

sua semplicità di vita, la sua serenità<br />

di spirito. Anzi, si sono resi maggiormente<br />

manifesti questi doni ricevuti<br />

da Dio, cammin facendo.<br />

Era nato a Vicovaro, ridente paese<br />

a 45 chilometri da Roma, bagnato<br />

dall’Aniene. Ricco di due poli di attrazione<br />

spirituale: il Santuario di<br />

Maria Avvocata Nostra e l’antico<br />

<strong>Con</strong>vento di San Cosimato. Paese<br />

molto accogliente. Nel giugno 1944<br />

dopo la liberazione di Roma dai tedeschi,<br />

il paese ospitò trenta aspiranti<br />

concezionisti guidati da padre<br />

Giovanni per quindici giorni e offrì<br />

loro cibi di cui si era persa memoria:<br />

pane bianco, polenta alla “spianadora”<br />

con le lumachelle, i “follacciani”<br />

(i fichi di luglio).<br />

Giovanni crebbe in una famiglia numerosa.<br />

I figli, rimasti presto orfani di<br />

padre, furono educati dalla madre tenera<br />

e forte, che diede loro le fondamenta<br />

per vivere bene nella chiesa,<br />

nella famiglia e nella società.<br />

A dodici anni lasciò la famiglia e il<br />

paese per entrare come aspirante alla<br />

vita consacrata nel piccolo Seminario<br />

<strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione <strong>Figli</strong> <strong>dell</strong>’Immacolata<br />

<strong>Con</strong>cezione, situato<br />

nel cuore di Trastevere. Seguì il curriculum<br />

classico di formazione <strong>dell</strong>a<br />

<strong>Con</strong>gregazione. I primi studi al Seminario<br />

minore diocesano di Roma,<br />

la vestizione <strong>dell</strong>’abito nel 1930,<br />

il noviziato di due anni a Bergamo<br />

Il religioso si è spento alla veneranda età di 98 anni.<br />

Sacerdote consacrato a Dio nell’umile servizio <strong>dell</strong>a carità.<br />

Fu Superiore Generale <strong>dell</strong>a CFIC per dieci anni.<br />

Padre Giovanni Pagani (a destra) con fratel Ruggero Valentini. In alto, al momento<br />

<strong>dell</strong>a sua elezione a Superiore Generale nel 1958.<br />

culminato nella prima professione<br />

nel 1932. Ritornò a Roma per seguire<br />

gli studi superiori di filosofia e<br />

teologia alla Pontificia Università<br />

Gregoriana in ordine al sacerdozio,<br />

ordine sacro che ricevette nel luglio<br />

1939.<br />

Padre Giovanni, inserito nella comunità<br />

<strong>dell</strong>a Scuola Apostolica in via<br />

Monti di Creta, si impegnò nell’insegnamento<br />

<strong>dell</strong>a matematica e <strong>dell</strong>a<br />

lingua francese, del canto liturgico<br />

agli aspiranti. Nello stesso tempo, invitato<br />

da fratel Emanuele Stablum,<br />

si dedicò alla catechesi del personale<br />

e <strong>dei</strong> malati nel limitrofo Sanatorio<br />

<strong>dell</strong>’Immacolata. Quando nel<br />

1939 scoppiò la seconda guerra<br />

mondiale, tutto divenne più difficile<br />

per tutti. Durante i primi tre anni la<br />

guerra si mantenne lontana da Roma.<br />

Ma nel 1943, e precisamente il<br />

19 luglio, Roma fu bombardata. Si<br />

vedevano dalla terrazza <strong>dell</strong>’IDI e<br />

<strong>dell</strong>a Scuola Apostolica le bombe<br />

sganciate dalle “fortezze volanti” americane,<br />

che solcavano indisturbate il<br />

cielo azzurro di Roma. Padre Giovan-<br />

I - 2012 21<br />

MEMORIA/1


MEMORIA/1<br />

ni divenne Superiore e direttore <strong>dell</strong>a<br />

Scuola Apostolica, in quella stagione<br />

estiva.<br />

La situazione precipitò l’8 settembre,<br />

data <strong>dell</strong>’armistizio con gli Alleati, e<br />

l’inizio <strong>dell</strong>’occupazione tedesca di<br />

Roma e <strong>dell</strong>a proclamazione <strong>dell</strong>e<br />

leggi marziali. Furono nove i mesi allucinanti<br />

per la città. Malgrado tutto<br />

questo, nella Scuola Apostolica i<br />

programmi di formazione continuarono<br />

e così i programmi scolastici,<br />

anche se si studiava al lume di ceroni.<br />

Padre Giovanni collaborò con il<br />

dott. Emanuele Stablum al salvataggio<br />

degli ebrei condannati alla<br />

Shoah, ospitandoli nell’ospedale e<br />

nella Scuola Apostolica, con il rischio<br />

<strong>dell</strong>a propria vita.<br />

A via Monti di Creta 4 c’era una citta<strong>dell</strong>a<br />

da sfamare: 80 malati, 90<br />

Ebrei e rifugiati politici, 4 comunità<br />

religiose. Padre Giovanni per la sua<br />

parte trovò degli escamotage per cui<br />

gli aspiranti arrivarono al 4 giugno<br />

1944 piuttosto “snelli”, ma ancora in<br />

salute. Pur soffrendo enormemente<br />

<strong>dell</strong>a situazione, padre Giovanni trasmetteva<br />

serenità. Si mirava più che<br />

a vivere a sopravvivere.<br />

Nel tempo <strong>dell</strong>a ricostruzione <strong>dell</strong>’Italia<br />

padre Giovanni, fino al 1958,<br />

fu membro di diverse comunità, svolgendo<br />

in esse un apostolato a lui<br />

molto congeniale e gratificante. Fu,<br />

infatti, sacerdote in varie comunità,<br />

educatore di giovani, cappellano<br />

o spe daliero. Ovunque e sempre al<br />

servizio di tutti per risolvere le più svariate<br />

incombenze. Questo suo tour<br />

apostolico di circa dieci anni dal Nord<br />

al profondo Sud e alle Isole, ebbe termine<br />

a Siracusa.<br />

Improvvisamente ebbe una comunicazione<br />

del tutto inaspettata. Il presidente<br />

del Capitolo straordinario del<br />

1958 gli chiedeva se fosse disponibile<br />

ad assumere la carica di Superiore<br />

Generale. Accettò nello spirito<br />

più puro <strong>dell</strong>’obbedienza alla volontà<br />

di Dio. Fu la sua disarmante semplicità<br />

a ridare serenità alle comunità.<br />

Inviava messaggi ricchi, non tanto di<br />

profonda dottrina, ma di genuina spiritualità<br />

e di affetto fraterno che creava<br />

comunione.<br />

Fu docile alle iniziative <strong>dell</strong>a SCRIS<br />

che, in ossequio al dettato del <strong>Con</strong>cilio<br />

Vaticano II da poco celebrato,<br />

aveva inviato a tutti gli Ordini e alle<br />

<strong>Con</strong>gregazioni di vita consacrata il<br />

I membri del Capitolo generale del 1958, dal quale uscì eletto padre Giovanni Pagani.<br />

decreto Renovationis Causam. In esso<br />

era raccolto l’invito ad aggiornare<br />

i testi <strong>dell</strong>e Costituzioni e <strong>dei</strong> Regolamenti<br />

particolari.<br />

Per realizzare questo invito padre Giovanni,<br />

Superiore Generale, coinvolse<br />

tutte le comunità, proponendo ad esse,<br />

per quattro volte di seguito, la riflessione<br />

sui nuovi testi <strong>dell</strong>e Costituzioni<br />

e sui vari emendamenti proposti<br />

ai vecchi paragrafi. Il suo governo durò<br />

10 anni. In questo periodo si realizzarono:<br />

la presenza in Canada, la nuova<br />

Scuola Apostolica a Velletri per la<br />

Provincia Italiana, l’assunzione <strong>dell</strong>a<br />

gestione <strong>dell</strong>’ospedale di Bosa. Nel<br />

Mons. Fiorenzo Angelini (a sinistra)<br />

con padre Giovanni Pagani.<br />

1968 esercitò la presidenza del Capitolo<br />

straordinario voluto dalla SCRIS.<br />

Padre Giovanni ottenne la facoltà,<br />

sempre dalla SCRIS, che il Capitolo<br />

straordinario fosse anche elettivo. Infatti<br />

alla fine del Capitolo cessò il suo<br />

mandato due anni prima <strong>dell</strong>a normale<br />

scadenza: si sentì rinascere. Ancora<br />

però fu “caricato” <strong>dell</strong>’autorità di Superiore<br />

Provinciale <strong>dell</strong>’Italia Centro<br />

Meridionale. <strong>Con</strong> la creazione <strong>dell</strong>’unica<br />

Provincia Italiana fu libero di riprendere<br />

il suo tour per le varie comunità<br />

<strong>dell</strong>a Penisola e di attendere con<br />

ancora più cura particolare alla <strong>Con</strong>gregazione<br />

<strong>dell</strong>e <strong>Figli</strong>e <strong>dell</strong>’Immacolata<br />

<strong>Con</strong>cezione <strong>dell</strong>a Carità. Istituto<br />

che sempre ha avuto da padre Giovanni<br />

un’attenzione particolare. Ad essa<br />

ha donato formazione, istruzione,<br />

consigli per la sana amministrazione e<br />

di governo. Soprattutto ha collaborato<br />

a rinnovare il testo <strong>dell</strong>e loro Costituzioni.<br />

Visse quasi un secolo di vita, di<br />

cui 75 anni di consacrazione a Dio nell’amore<br />

fondato di fede fiduciale, insieme<br />

a 73 anni di sacerdozio con il<br />

quale ha diffuso la parola di Dio con<br />

semplicità, sottolineando le meraviglie<br />

che i sacri testi contengono, il fascino<br />

<strong>dell</strong>a persona di Cristo Gesù.<br />

Padre Giovanni non sarà una meteora<br />

nella storia <strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione. Fu<br />

troppo ricco di umiltà e di spirito di servizio,<br />

per cui la sua testimonianza sarà<br />

una luce permanente per guidare i<br />

consacrati a Dio a servire direttamente<br />

l’uomo nel bisogno e nel dolore. n<br />

Giovanni Cazzaniga<br />

22 I - 2012


ARGENTINA<br />

FRATEL NICOLÁS,<br />

UN PICCOLO TASSELLO<br />

DI UN GRANDE MOSAICO<br />

Ha raggiunto la casa del<br />

Padre uno <strong>dei</strong> religiosi più<br />

anziani <strong>dell</strong>a comunità<br />

montiana argentina. Una<br />

vita vissuta con sempicità<br />

riempiendo bene il posto<br />

che Dio gli aveva affidato.<br />

Fratel Santos Nicolás Roldán.<br />

L<br />

a bellezza di un paesaggio<br />

è il risultato di una somma<br />

di elementi. Anche per il<br />

“paesaggio umano” accade<br />

la stessa cosa: ognuno di noi occupa<br />

un posto, costruisce uno spazio,<br />

lo rende nobile con le azioni, crea vita.<br />

Dio colloca ogni elemento del<br />

paesaggio, mette ogni persona al<br />

posto giusto e gli affida una missione,<br />

quella di fecondare il mondo per<br />

renderlo sempre più abitabile. Dalle<br />

nostre scelte e azioni deriva la realizzazione<br />

del disegno che Dio ha affidato<br />

a ciascuno di noi. Fratel Santos<br />

Nicolás Roldán era un tassello<br />

importante del paesaggio <strong>dell</strong>a nostra<br />

comunità di Vaqueros (Salta), in<br />

Argentina. Uno di quegli elementi<br />

che faceva più bello il luogo, poiché<br />

la sua vita era in sostanza questo:<br />

presenza attiva e calore.<br />

Arrivare a Salta e incontrare Nicolás<br />

era come trovarsi in un posto già conosciuto,<br />

sentirsi accolto ed essere<br />

amato.<br />

Fratel Santos Nicolás Roldán era nato<br />

l’1 novembre 1924 a Rio Seco,<br />

provincia di Tucumán. Da giovane<br />

aveva conosciuto la fatica di doversi<br />

guadagnare il pane quotidiano. Entrato<br />

nella CFIC, professò i primi voti<br />

il 19 marzo 1952. La memoria di un<br />

suo compagno di allora rievoca quegli<br />

anni: «Era venuto al Centro Padre<br />

Monti di Córdoba per iniziare la sua<br />

formazione, e poco dopo il suo arrivo<br />

prese in mano una scure e cominciò<br />

a tagliare la legna, che in quel tempo<br />

veniva utilizzata per riscaldare l’acqua<br />

con cui i fratelli si lavavano».<br />

Così ha iniziato e così ha terminato i<br />

suoi giorni, perché anche quando il<br />

trascorrere del tempo e il progredire<br />

inesorabile <strong>dell</strong>a malattia condizionarono<br />

le sue forze, Nicolás non ha<br />

mancato di esercitare le sue funzioni<br />

tutti i giorni, come sempre con grande<br />

semplicità. La sua esistenza è trascorsa<br />

in modo quasi nascosto, silenziosa.<br />

Una vita, la sua, spesa nei<br />

gesti semplici <strong>dell</strong>a quotidianità, che<br />

è riuscito però a trasformare in qualche<br />

cosa di straordinario.<br />

Ha lavorato quasi tutta la sua vita in<br />

quello che allora era conosciuto come<br />

“internado”, un luogo dove i bambini<br />

vivevano insieme ai fratelli. Un contesto<br />

dove venivano messi in pratica<br />

gli insegnamenti del Fondatore in<br />

ambito educativo. Nicolás ha tradotto<br />

in tutta la sua pienezza il significato<br />

<strong>dell</strong>a paternità, che non è superiorità,<br />

ma offerta totale di sé.<br />

Quando le sue forze erano ormai ridotte,<br />

aveva nel parlare come una<br />

sorta di desiderio di<br />

esprimere il profondo<br />

amore che nutriva<br />

per ogni Fratello<br />

<strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione.<br />

Ognuno di noi<br />

sapeva di essere costantementepresente<br />

nelle sue preghiere.<br />

In questo modo<br />

garantiva la presenza<br />

<strong>dell</strong>a Provvidenza<br />

nella famiglia. Nicolás<br />

ha saputo guardare oltre gli<br />

eventi trovando nelle cose e nelle<br />

persone i segni di Dio.<br />

All’età di 87 anni gli fu diagnosticata<br />

una patologia tumorale. Affrontò anche<br />

questo problema come aveva<br />

sempre fatto di fronte alle difficoltà<br />

<strong>dell</strong>a vita: dichiarò guerra alla malattia<br />

e seguì con la massima diligenza tutte<br />

le cure suggerite dai medici. Nella<br />

sua umiltà non si sentiva degno <strong>dell</strong>e<br />

attenzioni di coloro che lo assistevano.<br />

La mattina del 20 dicembre<br />

2011, in silenzio come aveva vissuto,<br />

si addormentò nel Signore. Il suo<br />

volto non mostrava i segni del dolore<br />

fisico, si percepiva soltanto la sua<br />

grande pace interiore.<br />

Non è facile abituarsi a vivere nel<br />

Collegio San Cayetano e non vedere<br />

più Nicolás. La memoria <strong>dell</strong>a sua<br />

testimonianza costituisce una parte<br />

importante del patrimonio spirituale<br />

di coloro che ci hanno preceduto. Testimonianza<br />

di una vita consacrata a<br />

Dio, edificata da piccoli gesti quotidiani,<br />

ripetuti non per semplice abitudine,<br />

ma con la certezza di agire<br />

nel quadro di un disegno superiore<br />

che noi non possiamo sempre capire<br />

del tutto. n<br />

Raúl Sena Vélez<br />

I - 2012 23<br />

MEMORIA/2


NOVITÀ E CONSIGLI DI LETTURA<br />

Per informazioni e acquisti: Editrice Monti<br />

Via Legnani, 4 - Saronno (VA) • tel. 02.9670.8107 • info@editricemonti.it • www.editricemonti.it<br />

Giorgio Vecchio<br />

CRISTIANI NEL DESERTO<br />

Charles de Foucauld, Primo Mazzolari e Arturo Paoli<br />

€ 7,00 pp. 72<br />

Un saggio molto interessante, basato anche su<br />

documenti inediti, in cui si scoprono i fili che legano<br />

tra loro tre <strong>dei</strong> personaggi più significativi e profetici<br />

<strong>dell</strong>a Chiesa: il beato Charles de Foucauld,<br />

fondatore di una ricchissima e variegata famiglia<br />

spirituale; don Primo Mazzolari, ben noto per<br />

i suoi numerosi scritti e per le prediche accorate<br />

e taglienti; fratel Arturo Paoli, già viceassistente<br />

nazionale <strong>dell</strong>’Azione Cattolica Giovani ai tempi di<br />

Carlo Carretto, poi religioso con i Piccoli Fratelli e<br />

testimone di carità tra i poveri <strong>dell</strong>’America Latina.<br />

ANDIAMO A GESÙ CON…<br />

SAN LUIGI GUANELLA<br />

Illustrato a colori da Vittorio Sedini<br />

€ 3,80 pp. 40<br />

Santi non si nasce ma si diventa. Così è stato<br />

anche per Luigi Guanella. Arricchita dalle<br />

preziose illustrazioni di un disegnatore attento<br />

al mondo <strong>dei</strong> più piccoli come Vittorio Sedini,<br />

questa biografia consente anche ai bambini<br />

e ai ragazzi di conoscere in modo agevole<br />

la figura affascinante di San Luigi.<br />

INCONTRO<br />

CON FRATEL<br />

MICHAELDAVIDE<br />

SEMERARO<br />

L’Istituto Padre Monti, l’Editrice Monti e la Libreria InChiostro, in collaborazione<br />

con le Parrocchie di Saronno, hanno promosso la presentazione del libro<br />

Caro Giobbe (Edizioni La Meridiana) di fratel MichaelDavide Semeraro.<br />

Presso il Salone <strong>dell</strong>’Istituto Padre Monti di Saronno si è radunato un folto<br />

pubblico, attento e coinvolto, che ha dialogato con l’Autore, con padre<br />

Aurelio Mozzetta, con Marina Santo e con Franca Longhi, sulle tematiche<br />

toccanti e intriganti che il libro biblico di Giobbe (e in particolare la lettura<br />

che ne fa il famoso monaco benedettino <strong>dell</strong>a Koinonía de la Visitation)<br />

sanno suscitare.<br />

Fermarsi non si può<br />

PER UN TREKKING DELLA SANTITÀ<br />

Fermarsi non si può<br />

PER UN TREKKING DELLA SANTITÀ<br />

RAGAZZI<br />

ANIMATORI<br />

FERMARSI NON SI PUÒ<br />

Per un trekking <strong>dell</strong>a<br />

santità<br />

Illustrati da Bruno Dolif<br />

Libro per gli animatori pp. 160 € 11,00<br />

Libro per i ragazzi pp. 152 € 11,00<br />

Realizzati in collaborazione con<br />

l’Équipe del Centro Guanelliano<br />

di Pastorale Giovanile, questi sussidi<br />

sono uno strumento utile<br />

nell’organizzazione di campi estivi<br />

per ragazzi e preadolescenti. Sono<br />

strutturati in tre parti: le schede per<br />

l’animazione; le proposte di preghiera;<br />

il materiale utile per l’organizzazione<br />

del “grest”. L’invito che gli autori<br />

fanno ai ragazzi è quello di partire<br />

per un viaggio dove, pur sembrando<br />

chiara la meta da raggiungere, ci si<br />

trova a fare i conti con l’imprevisto.<br />

Due piani temporali diversi si<br />

intersecano per portare i ragazzi<br />

a fare un trekking… <strong>dell</strong>a santità,<br />

sull’esempio di san Luigi Guanella.<br />

Tra diverse avventure i ragazzi sono<br />

portati a sperimentare che già alla<br />

loro età possono coltivare quei semi<br />

di santità che Dio ha posto e pone<br />

dentro di loro; come diceva San Luigi:<br />

«Fermarsi non si può!». La scansione<br />

<strong>dei</strong> testi prevede nove tappe più tre<br />

giornate tematiche, adattabili<br />

a seconda <strong>dell</strong>e esigenze di chi<br />

organizza il campo estivo. Le schede,<br />

ciascuna con un suo tema, possono<br />

essere utilizzate anche per incontri<br />

singoli durante tutto l’anno!

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