Apclai - Festival del Cinema Latino Americano a Trieste

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06.01.2013 Views

Branka la Chamana Slovenia Il documentario racconta la vita di una delle slovene più interessanti di tutti i tempi, la Dr.ssa Branislava Susnik, antropologa, alias Branka, La Chamana. Per 40 anni direttrice del Museo Etnografico Andrés Barbero de Asunción, in Paraguay, studiò le lingue e i costumi degli ultimi popoli indigeni nella selvaggia tripla frontiera fra Brasile, Argentina, Paraguay e Bolivia. Parlava otto lingue indi- gene e scrisse più di 80 opere scientifiche etnolinguis tiche sugli indigeni latinoamericani. Branka, La Chamana, scrisse in un foglio di carta, nel suo ufficio, che il titolo più alto che aveva ricevuto era quello che le avevano dato i suoi amici indigeni del popolo Chiripá: "La Dottoressa con pantaloni e patate". Nelle sue spedizioni portava farina, sale, patate e tabacco e, a cambio, riceveva verbi, sostantivi, aggettivi, frutta, pesce e una pace ricca... "Donde los indios" era il suo motto. Il suo aspetto mascolino (sempre con pantaloni, stivali e una sigaretta in bocca) fece sì che la chiamassero Lei-Lui. Sempre entrava in contatto con il capo degli sciamani che le apriva la porta della propria tribù, da pari a pari, perché potesse studiarne i costumi e la lingua. Scattava fotografie e registrava le loro usanze e creò uno dei musei etnografici più belli e più ricchi di tutta l'America del Sud. 26 Regia: Matjaz Zbontar Sceneggiatura: Matjaz Zbontar Fotografia: Matjaz Zbontar Montaggio: David Burnik Musica: Angela Tomanic, Archivio del Museo Andrés Barbero-Asunción Suono: Boris Romih Produzione: Fatamorgana Anno di produzione: 2010 Durata: 50 min.

Cuba un’arte anche italiana Italia Il film-documentario narra una grande avventura sconosciuta. Cinque secoli di opere degli architetti, costruttori, scultori e pittori italiani che hanno edificato imponenti fortezze, affrescato cattedrali, decorato e costruito teatri, dato volti di marmo o bronzo agli eroi delle guerre d'indipendenza cubana, impiantato quartieri dell'Avana che portano ancora il loro nome, ricoperto di marmi e fregi imponenti palazzi, impiantato scuole d'avanguardia. Ogni parte dell'isola è segnata dalle loro vicende artistiche. Che portano ai nomi dei 7 Antonelli, Giuseppe Perovani, Antonio Meucci, Giuseppe Triscornia; Boni, Gamba e Nicolini, i fratelli Remuzzi, Pogolotti, Garatti, Gottardi, Paradiso. Sono giunti da Gatteo di Romagna e da Roma; dalla Liguria e da Palermo; da Firenze e da Carrara; da Bergamo, Brescia e Mantova; da Giaveno nel torinese. Hanno ottenuto per la prima volta immagine. Che arriva da rari spezzoni di inizio secolo emersi dalle Teche Rai, riproduzioni introvabili dall'Archivio fotografico cubano, documentari senza circuito dall'ambasciata di Cuba in Italia, documentazioni originali dal Museo dell'Emigrazione Italiana, materiali iconografici inediti dalla Dante Alighieri. Il 27 ottobre 1492 Colombo lascia la prima impronta italiana a Cuba, oggi è l'arte del restauro su palazzi e chiese del mirabile tessuto architettonico cubano. 27 Regia: Silvana Palumbieri Sceneggiatura: Silvana Palumbieri Montaggio: Francesco La Mura Ricerche: Emanuele Gagliardi Musica: brani originali Fotografia: Luciano Quaglietti Grafica: Frank Scimia Interpreti: Christian Iansante Produttore: Barbara Scaramucci Produzione: Rai Teche Anno di produzione: 2011 Durata: 42 min.

Branka la Chamana<br />

Slovenia<br />

Il documentario racconta la vita di una <strong>del</strong>le slovene più interessanti<br />

di tutti i tempi, la Dr.ssa Branislava Susnik, antropologa, alias<br />

Branka, La Chamana. Per 40 anni direttrice <strong>del</strong> Museo Etnografico<br />

Andrés Barbero de Asunción, in Paraguay, studiò le lingue e i costumi<br />

degli ultimi popoli indigeni nella selvaggia tripla frontiera<br />

fra Brasile, Argentina, Paraguay e Bolivia. Parlava otto lingue indi-<br />

gene<br />

e scrisse<br />

più<br />

di<br />

80<br />

opere<br />

scientifiche<br />

etnolinguis<br />

tiche<br />

sugli<br />

indigeni latinoamericani.<br />

Branka, La Chamana, scrisse in un foglio di carta, nel suo ufficio,<br />

che il titolo più alto che aveva ricevuto era quello che le avevano<br />

dato i suoi amici indigeni <strong>del</strong> popolo Chiripá: "La Dottoressa con<br />

pantaloni e patate". Nelle sue spedizioni portava farina, sale, patate<br />

e tabacco e, a cambio, riceveva verbi, sostantivi, aggettivi, frutta,<br />

pesce e una pace ricca... "Donde los indios" era il suo motto.<br />

Il suo aspetto mascolino (sempre con pantaloni, stivali e una<br />

sigaretta in bocca) fece sì che la chiamassero Lei-Lui. Sempre<br />

entrava in contatto con il capo degli sciamani che le apriva la porta<br />

<strong>del</strong>la propria tribù, da pari a pari, perché potesse studiarne i costumi<br />

e la lingua. Scattava fotografie e registrava le loro usanze e creò<br />

uno dei musei etnografici più belli e più ricchi di tutta l'America<br />

<strong>del</strong> Sud.<br />

26<br />

Regia: Matjaz Zbontar<br />

Sceneggiatura: Matjaz Zbontar<br />

Fotografia: Matjaz Zbontar<br />

Montaggio: David Burnik<br />

Musica: Angela Tomanic, Archivio <strong>del</strong> Museo Andrés<br />

Barbero-Asunción<br />

Suono: Boris Romih<br />

Produzione: Fatamorgana<br />

Anno di produzione: 2010<br />

Durata: 50 min.

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