relazione descrittiva - PLIS delle Valli d'Argon
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Praterie erbacee P. L. I. S. d e l l e V a l l i d ’ A r g o n Relazione descrittiva e proposta degli interventi In questa categoria sono stati per semplicità raggruppati diverse tipologie fisionomiche erbacee. Si tratta principalmente di terreni a prato da sfalcio, o appezzamenti con abbandono di vigneto e mantenimento di solo prato, o in altri casi di prati e aree in abbandono (incolti). In generale gli elementi in grado di influenzare la ricchezza e la composizione floristica di queste tessere risultano essere le pratiche agronomiche quali gli sfalci, le letamazioni o il progressivo abbandono di colture. In condizioni di mantenimento e gestione, queste cenosi sono generalmente costituite da un elevato numero di specie, perlopiù grami- nacee (Arrhenatherum elatius, Poa pratensis, Poa trivialis, Festuca pratensis, Dactylis glomerata, Holcus lanatus ecc.), leguminose (Trifolium repens, Trifolium pratense, Lotus corniculatus, Vicia spp. ecc.) e ranuncoli (Ranunculus acris, R. bulbosus, R. repens). La loro permanenza appare comunque sempre legata alle programmazioni delle aziende agricole, in quanto possono venire in alcuni casi posti in rotazione con seminativi o accoppiati a vigneti. Con il progressivo abbandono subentrano entità maggiormente frugali e generalmente nitrofile tipiche delle aree abbandonate o infestanti le colture; in genere si tratta di vegetazioni avventizie proveniente dalle colture circostanti o dai margini delle siepi inquadrabili principalmente nei Chenopodietalia. Seminativi Nell’area considerata sono presenti alcuni appezzamenti coltivati con seminativi a rotazione in base alle esigenze e alla programmazione delle aziende. 40
P. L. I. S. d e l l e V a l l i d ’ A r g o n Relazione descrittiva e proposta degli interventi Queste aree ospitano in genere, oltre alle piante oggetti di coltivazione, diverse cenosi di specie infestanti, che si differenziano in funzione delle pratiche agronomiche (sarchiature, diserbi, avvicendamenti, riposi, incolti post colturali) tali cenosi presenti stabilmente ai margini delle colture, ricolonizzano i terreni nelle fasi di riposo post colturale. I seminativi, oltre alle specie coltivate, includono diverse “infestanti” quali: oltre a Cynodon dactylon, Agropyron repens, Rumex obtusifolium, R. crispus, Sorgum halepense, vanno segnalate altre specie quali: Matricaria chamomilla, Alchemilla arvensis, Alopecurus myosuroides; diverse veroniche (Veronica persica, V. arvensis e V. hederifolia) Polygonum aviculare e diversi Papaveri. Sul Mais in particolare crescono Convolvulus arvensis e Calystegia sepium; altre tipiche infestanti che crescono con le colture sono diverse Setarie, l’Amaranto (Amaranthus retroflexus), Chenopodiua album, Sonchus oleraceus, ecc. Vigneti e altre colture La zona considerata risulta inserita all’interno delle aree di produzione enologica tipica della bergamasca (Valcalepio) con vitigni: Pinot bianco e P. grigio, Chardonnay, Merlot e Cabernet; e il più importante e rinomato Moscato di Scanzo. La particolare esposizione dei versanti nonché i substrati, hanno da sempre favorito questa attività agricola tradizionale delle prime propaggini collinari bergamasche. Negli ambiti maggiormente esposti sono presenti inoltre alcune tessere coltivate ad oliveto. Oltre alla presenza della vite, negli appezzamenti si possono rinvenire diverse specie erbacee favorite dalle attività colturali o in diversi casi viene mantenuto il prato falciabile tra i filari. 41
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Praterie erbacee<br />
P. L. I. S. d e l l e V a l l i d ’ A r g o n<br />
Relazione <strong>descrittiva</strong> e proposta degli interventi<br />
In questa categoria sono stati per semplicità raggruppati diverse tipologie<br />
fisionomiche erbacee.<br />
Si tratta principalmente di terreni a prato da sfalcio, o appezzamenti con<br />
abbandono di vigneto e mantenimento di solo prato, o in altri casi di prati e<br />
aree in abbandono (incolti).<br />
In generale gli elementi in grado di influenzare la ricchezza e la<br />
composizione floristica di queste tessere risultano essere le pratiche<br />
agronomiche quali gli sfalci, le letamazioni o il progressivo abbandono di<br />
colture.<br />
In condizioni di mantenimento e gestione, queste cenosi sono<br />
generalmente costituite da un elevato numero di specie, perlopiù grami-<br />
nacee (Arrhenatherum elatius, Poa pratensis, Poa trivialis, Festuca<br />
pratensis, Dactylis glomerata, Holcus lanatus ecc.), leguminose (Trifolium<br />
repens, Trifolium pratense, Lotus corniculatus, Vicia spp. ecc.) e ranuncoli<br />
(Ranunculus acris, R. bulbosus, R. repens).<br />
La loro permanenza appare comunque sempre legata alle<br />
programmazioni <strong>delle</strong> aziende agricole, in quanto possono venire in<br />
alcuni casi posti in rotazione con seminativi o accoppiati a vigneti.<br />
Con il progressivo abbandono subentrano entità maggiormente frugali e<br />
generalmente nitrofile tipiche <strong>delle</strong> aree abbandonate o infestanti le<br />
colture; in genere si tratta di vegetazioni avventizie proveniente dalle<br />
colture circostanti o dai margini <strong>delle</strong> siepi inquadrabili principalmente nei<br />
Chenopodietalia.<br />
Seminativi<br />
Nell’area considerata sono presenti alcuni appezzamenti coltivati con<br />
seminativi a rotazione in base alle esigenze e alla programmazione <strong>delle</strong><br />
aziende.<br />
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