relazione descrittiva - PLIS delle Valli d'Argon
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P. L. I. S. d e l l e V a l l i d ’ A r g o n<br />
Relazione <strong>descrittiva</strong> e proposta degli interventi<br />
ettolitri di vino. Ancor oggi S. Paolo d’Argon è considerato la capitale del<br />
vino bergamasco tanto che qui è stata creata una Cantina Sociale<br />
Bergamasca orientata verso il vino della Valle Calepio. Il Monastero di S.<br />
Paolo d’Argon, definito la “Certosa bergamasca” fu restaurato per circa<br />
quarant’anni dopo che nel Settecento fu abbandonato dai monaci e in<br />
seguito abitato da una famiglia di contadini, che nei chiostri avevano<br />
accumulato metri di terriccio e coltivavano ortaggi, mentre nel magnifico<br />
refettorio allevavano i bachi da seta.<br />
Da rilevare è la presenza, sul territorio del parco, di numerose cascine,<br />
solitamente in posizione collinare ( Il Casotto) o concentrate in un’area (<br />
Cascina Valleri, Cascina Pinci e Cascina Nuova).<br />
Sulla sommità del colle Argon, raggiungibile in trenta minuti di cammino,<br />
partendo dal monastero di S. Paolo d’Argon, vi è la chiesa di S. Maria<br />
d’Argon, che fa parte <strong>delle</strong> tre chiese sussidiarie più antiche insieme a<br />
quelle di S. Pietro <strong>delle</strong> Passere e di S. Lorenzo site nella zona<br />
pianeggiante del comune e all’esterno del P.L.I.S. Le ricerche effettuate<br />
sulla chiesa attestano che S. Maria in Argon era soggetta al Monastero<br />
benedettino e si sottraeva alla giurisdizione del Vescovado; solo dopo la<br />
soppressione del Monastero le testimonianze relative a S. Maria in Argon<br />
si fanno più numerose. Nel 1575 il cardinale Carlo Borromeo compie una<br />
visita apostolica alla chiesetta, dietro apposita delega del Papa. Durante<br />
questa visita, che avvenne l’11 ottobre 1575 si registra che la chiesetta è<br />
ancora soggetta al Monastero e che è stata costruita per devozione; vi<br />
accorre moltissima gente specialmente nelle feste della Madonna. La<br />
chiesetta è a forma di croce con tre nicchie dipinte, non è molto grande e<br />
all’interno vi erano tre altari e uno anche esterno, dove si celebrava<br />
quando il popolo era numeroso. Dall’archivio comunale di S. Paolo si<br />
evince che oltre ad eremiti occasionali qui doveva alloggiare almeno un<br />
monaco; pare inoltre che ivi esistesse un tempietto alle deità pagane.<br />
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