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relazione descrittiva - PLIS delle Valli d'Argon

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P. L. I. S. d e l l e V a l l i d ’ A r g o n<br />

Relazione <strong>descrittiva</strong> e proposta degli interventi<br />

ricchezza nel sistema dei percorsi: nella costa dei Brugaletti in Cenate<br />

Sotto ad esempio, la rete viaria è pressochè identica a quella che tutt’oggi<br />

è presente e utilizzata. Infatti, l’area del Parco sia per la collocazione nel<br />

quadro del contesto geografico-politico bergamasco sia per la particolare<br />

conformazione collinare che facilita i passi e gli spostamenti,<br />

rappresentava già una importante via di transito per i collegamenti fra la<br />

valle Seriana e la plaga di Trescore e Bergamo in direzione Val Cavallina.<br />

Ancor oggi l’area è interessata da una serie di vie che consentono il<br />

“passo” da e per la valle Seriana verso la Val Cavallina.<br />

Anche il microclima determinato dalla morfologia dei colli e dalla<br />

particolare ubicazione nel quadro geografico lombardo ha spinto l’uomo a<br />

insediarsi, esaltando con la viticoltura il carattere dolce dei versanti e la<br />

particolare esposizione. Non a caso, come scrive il Magni in “Lombardia,<br />

la terra, ricette, i vini” “…sui dossi panoramici, ben protetti dalla furie dei<br />

venti, che scendevano freddi dal Nord, sorsero le ville, le celebri dimore<br />

patrizie settecentesche che andarono a sparpagliarsi sugli anfiteatri<br />

collinari….” La presenza <strong>delle</strong> dimore nasce come dimora padronale<br />

estiva a controllo dei raccolti, primo fra i quali l’uva per il vino,<br />

indispensabile per la vita in città.<br />

Nella <strong>relazione</strong> del 1860, che il responsabile per la provincia di Bergamo<br />

esegue per il neo governo Cavour è ben evidenziata l’importanza della<br />

coltivazione <strong>delle</strong> viti: “I principali prodotti della Provincia consistono<br />

indubbiamente nel raccolto <strong>delle</strong> uve e dei filugelli (baco da seta ndr).<br />

Questi senza contrasto costituivano in passato il principale reddito, la vera<br />

fonte di ricchezza della Provincia. Ben comprenderà pertanto facilmente il<br />

Ministero come la difficoltà di questi due raccolti abbia dovuto produrre<br />

l’impoverimento di tutte le classi, e condurre allo stato di vera miseria<br />

quella dei coloni e dei proprietari. Vi sono famiglie che prima di queste<br />

fatali malattie, in vino e bozzoli avevano un reddito di centinaja di mille lire,<br />

ed ora non traggono dal prodotto <strong>delle</strong> uve quanto basti al loro<br />

consumo…”.<br />

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