Marco Poli La Farmacia Cooperativa di Bologna - Agci
Marco Poli La Farmacia Cooperativa di Bologna - Agci Marco Poli La Farmacia Cooperativa di Bologna - Agci
Fondata 111 anni fa, su iniziativa della Società Operaia Maschile, la Farmacia Cooperativa di Bologna (oggi in via Marco Polo 3, nel complesso dell’Ipercoop Centro Lame) è una delle pochissime ancora operanti nel nostro Paese. Le sue vicende attraversano non solo la storia tout court dell’Italia, ma anche quella dell’evoluzione dei farmaci: da quelli prodotti dai farmacisti e contenuti negli artistici vasi ancora in mostra nelle antiche botteghe, fino alle confezioni di pillole e sciroppi che hanno confinato quei vasi a oggetti di antiquariato. La storia della Farmacia Cooperativa è anche la storia dei moderni medicinali che hanno soppiantato dopo secoli la “teriaca”, il preparato buono per ogni malattia che ha occupato gli scaffali delle “spezierie” per secoli fino a metà del XIX secolo. Ma è anche la testimonianza di amministratori generosi che hanno attraversato momenti difficili e di profondo cambiamento politico, sociale e scientifico, pur sapendo mantenere viva con orgoglio una tradizione che è diventata storia. Marco Poli (Bologna, 1946), dopo aver frequentato il liceo classico “L. Galvani” di Bologna, si è laureato in Lettere classiche nel 1969. Collaboratore del «Resto del Carlino» dal 1998, è autore, coautore o curatore di un centinaio di pubblicazioni, prevalentemente di storia locale. realizzato con il sostegno della Regione Emilia-Romagna ai sensi dell'art. 7 L.R. 6/2006 € 15,00 Marco Poli La Farmacia Cooperativa di Bologna Marco Poli
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Fondata 111 anni fa, su iniziativa della Società Operaia<br />
Maschile, la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> (oggi in via<br />
<strong>Marco</strong> Polo 3, nel complesso dell’Ipercoop Centro <strong>La</strong>me) è<br />
una delle pochissime ancora operanti nel nostro Paese. Le<br />
sue vicende attraversano non solo la storia tout court dell’Italia,<br />
ma anche quella dell’evoluzione dei farmaci: da quelli<br />
prodotti dai farmacisti e contenuti negli artistici vasi ancora<br />
in mostra nelle antiche botteghe, fino alle confezioni <strong>di</strong> pillole<br />
e sciroppi che hanno confinato quei vasi a oggetti <strong>di</strong><br />
antiquariato. <strong>La</strong> storia della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> è anche la<br />
storia dei moderni me<strong>di</strong>cinali che hanno soppiantato dopo<br />
secoli la “teriaca”, il preparato buono per ogni malattia che<br />
ha occupato gli scaffali delle “spezierie” per secoli fino a<br />
metà del XIX secolo.<br />
Ma è anche la testimonianza <strong>di</strong> amministratori generosi che<br />
hanno attraversato momenti <strong>di</strong>fficili e <strong>di</strong> profondo cambiamento<br />
politico, sociale e scientifico, pur sapendo mantenere<br />
viva con orgoglio una tra<strong>di</strong>zione che è <strong>di</strong>ventata storia.<br />
<strong>Marco</strong> <strong>Poli</strong> (<strong>Bologna</strong>, 1946), dopo aver frequentato il liceo classico<br />
“L. Galvani” <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, si è laureato in Lettere classiche nel<br />
1969. Collaboratore del «Resto del Carlino» dal 1998, è autore,<br />
coautore o curatore <strong>di</strong> un centinaio <strong>di</strong> pubblicazioni, prevalentemente<br />
<strong>di</strong> storia locale.<br />
realizzato con il sostegno della<br />
Regione Emilia-Romagna<br />
ai sensi dell'art. 7 L.R. 6/2006<br />
€ 15,00<br />
<strong>Marco</strong> <strong>Poli</strong> <strong>La</strong> <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong><br />
<strong>Marco</strong> <strong>Poli</strong>
<strong>Marco</strong> <strong>Poli</strong>
<strong>Marco</strong> <strong>Poli</strong><br />
<strong>La</strong> <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong><br />
progetto grafico: stu<strong>di</strong>o GI&I<br />
tutti i <strong>di</strong>ritti riservati<br />
© 2011, E<strong>di</strong>zioni Pendragon<br />
Via Albiroli, 10 – 40126 <strong>Bologna</strong><br />
www.pendragon.it<br />
È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la<br />
fotocopia, anche ad uso interno o <strong>di</strong>dattico, non autorizzata.<br />
Premessa<br />
5<br />
MassiMo Mota<br />
Presidente agci <strong>Bologna</strong><br />
Presidente agci Emilia-Romagna<br />
Centoun<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> storia vanno celebrati a dovere.<br />
Poche attività economiche possono fregiarsi <strong>di</strong> questa<br />
longevità. L’opera che presentiamo testimonia infatti della<br />
formidabile capacità <strong>di</strong> tenuta e presenza <strong>di</strong> una cooperativa,<br />
piccola ma solida. Quante sono le imprese, cooperative<br />
e non, che hanno attraversato indenni il secolo delle gran<strong>di</strong><br />
ideologie universali, delle crisi mon<strong>di</strong>ali e delle conseguenti guerre mon<strong>di</strong>ali? Molto<br />
poche. <strong>La</strong> <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> è una <strong>di</strong> queste, è una <strong>di</strong> quelle imprese che<br />
ha tenuto anche in mezzo alle tante burrasche che in certi perio<strong>di</strong> colpivano proprio la<br />
cooperazione.<br />
Il tutto è stato portato avanti da donne e uomini volenterosi, senza rinunciare al profilo<br />
cooperativistico che è rimasto e rimane il punto car<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> questa attività. <strong>La</strong> ricerca<br />
che segue ne è testimonianza.<br />
Centoun<strong>di</strong>ci anni danno speranza, coraggio ed orgoglio anche agli amministratori<br />
<strong>di</strong> oggi, tutti sentimenti in<strong>di</strong>spensabili per guardare al futuro. Sono trascorsi anche anni<br />
<strong>di</strong>fficili, ma oggi la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> si appresta ad affrontare nuove sfide, anche<br />
piuttosto ambiziose per le sue <strong>di</strong>mensioni. Sono scelte importanti – come l’apertura <strong>di</strong><br />
un nuovo punto ven<strong>di</strong>ta che si affianchi a quello storico – che ne segneranno il destino<br />
nel futuro.<br />
Gli amministratori <strong>di</strong> oggi, tra i quali mi pregio <strong>di</strong> essere annoverato, vogliono con<br />
forza investire su questo patrimonio storico e morale. Il nostro desiderio è quello <strong>di</strong><br />
poter ricreare una struttura <strong>di</strong> solidarietà capace <strong>di</strong> generare ricchezza e <strong>di</strong> mettersi al<br />
servizio della collettività. Crescere deve permetterci <strong>di</strong> farlo con maggiore incisività.<br />
In fondo operiamo coscienti del fatto che proprio il progressivo indebolimento delle<br />
politiche pubbliche <strong>di</strong> assistenza, anche sanitaria, non potrà far altro che produrre<br />
nuovamente il bisogno collettivo <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> solidarietà e <strong>di</strong> azione sociale alternative<br />
ed ugualmente, se non maggiormente, efficaci. Verrà verosimilmente riscoperto il ruolo<br />
delle mutue o <strong>di</strong> forme analoghe. A questo appuntamento deve farsi trovare pronta<br />
anche la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>, nata dalla Società Operaia proprio per questo scopo.<br />
Ebbene, la nostra attività commerciale dovrà necessariamente essere orientata nei<br />
prossimi anni a creare momenti ed azioni con ricaduta sociale positiva, più <strong>di</strong> quanto<br />
non sia accaduto negli anni del forte welfare pubblico. Sappiamo che ci aspetta questo<br />
dovere e lavoriamo per assolvere a questo compito, coscienti <strong>di</strong> poterlo fare grazie all’ere<strong>di</strong>tà<br />
consegnataci da chi, per oltre un secolo, ci ha preceduti.
Prefazione<br />
7<br />
Mario Mariani<br />
Presidente <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Bologna</strong><br />
Il 15 novembre 1900 venne costituita la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>. Sette persone si riunirono in via Rizzoli<br />
11 a <strong>Bologna</strong> nello stu<strong>di</strong>o del notaio Achille Poggiolini per<br />
costituirsi fra <strong>di</strong> loro in società cooperativa anonima a capitale<br />
illimitato per la durata <strong>di</strong> anni cinquanta dalla data del presente<br />
atto sotto la ragione sociale <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>.<br />
Uno dei presenti agiva anche con regolare mandato, per conto <strong>di</strong> altre quattor<strong>di</strong>ci<br />
persone; sicché i fondatori <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto furono ventuno. Lo scopo della iniziativa era in<strong>di</strong>cato<br />
all’art. 2 dell’approvato statuto che stabiliva: <strong>La</strong> Società ha per iscopo <strong>di</strong> organizzare<br />
servizi farmaceutici destinati ad uso dei propri soci e del pubblico, <strong>di</strong>stribuendo le merci a<br />
prezzi fissi pari ai più miti correnti, verso pagamenti a pronti contanti.<br />
Nell’occasione venne nominato il consiglio <strong>di</strong> amministrazione nelle persone dell’ingegner<br />
Giulio <strong>Marco</strong>vigi, avvocato Giovanni Battista Palmieri (designato poi consigliere<br />
delegato nella prima riunione del cda, il 4 gennaio 1901), Faustino Parisini, ragionier<br />
Giuseppe Parisini ed Erminio Vitta; a costoro si aggiungevano i signori Gaetano Cuppi<br />
ed Enrico Bar<strong>di</strong>, nominati dalla Società Operaia, che ne aveva facoltà a norma dello statuto<br />
e del vigente co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> commercio. I primi sindaci furono Riccardo Donini, il ragionier<br />
Luigi Guadagnini e Sante Sterchele. Va senz’altro segnalato che Augusto Murri fu<br />
probiviro della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> fino al 1932, anno della sua morte. Il consiglio <strong>di</strong><br />
amministrazione nella seduta del 9 <strong>di</strong>cembre 1932, per onorarne la memoria, deliberò <strong>di</strong><br />
collocare un medaglione dell’estinto nei locali sociali. Il medaglione raffigurante il grande<br />
clinico è tuttora dove lo vollero i vecchi amministratori.<br />
L’esercizio sociale, come allora era chiamato il luogo <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta dei farmaci, venne<br />
aperto al pubblico alla presenza dei soci e dei rappresentanti della stampa, alle ore 20 <strong>di</strong><br />
giovedì 7 marzo 1901 in via Cavaliera (oggi via Oberdan) al numero 22.<br />
<strong>La</strong> Società Operaia <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, costituita nel 1860, era stata la promotrice della cooperativa<br />
farmaceutica, così come lo era stata, e sarà, <strong>di</strong> un’innumerevole serie <strong>di</strong> altre<br />
iniziative <strong>di</strong> natura mutualistica e sociale, nel campo dell’assistenza e dell’istruzione;<br />
tutte <strong>di</strong>rette ad aiutare i meno privilegiati, a dar loro <strong>di</strong>gnità e capacità <strong>di</strong> partecipare<br />
alla formazione ed al consolidamento del giovane stato unitario. <strong>La</strong> Società Operaia <strong>di</strong><br />
<strong>Bologna</strong> privilegiò in tal modo l’in<strong>di</strong>rizzo che potremmo chiamare “riformista” (appoggiò<br />
chiaramente il Partito socialista) in un <strong>di</strong>battito con altre impostazioni dell’epoca<br />
secondo le quali le associazioni operaie avrebbero dovuto impegnarsi soprattutto nelle<br />
cause politiche per trascurare gli aspetti materiali delle necessità dei lavoratori.
Mentre la Società Operaia pagò il suo orientamento politico con il commissariamento,<br />
dal 1926 ad opera delle autorità fasciste, non così fu per la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>,<br />
che trascorse il Ventennio senza traumi palesi. È singolare che dalla lettura dei verbali<br />
delle riunioni del consiglio <strong>di</strong> amministrazione e delle assemblee non appaiono mai riferimenti<br />
specifici o commenti né sulla guerra del 1915-18; né sull’avvento del fascismo,<br />
né sulle trage<strong>di</strong>e legate alla Seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, al crollo del fascismo, alla repubblica<br />
<strong>di</strong> Salò ed alla occupazione nazista. Sia le sedute del cda che le relazioni da questo<br />
fatte alle assemblee, trattano pressoché esclusivamente <strong>di</strong> questioni legate alla gestione<br />
ed al personale. Concentrata sull’attività caratteristica, risulta dai fatti che la <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong> non rappresentò un soggetto “pericoloso” e tale da richiedere l’attenzione<br />
del regime.<br />
Nel dopoguerra, esattamente il 18 novembre 1945, l’assemblea dei soci <strong>di</strong>ede una<br />
svolta con un deciso rinnovo delle cariche sociali, ed il nuovo consiglio <strong>di</strong> amministrazione<br />
il giorno 8 <strong>di</strong>cembre 1945 nominò consigliere delegato Emanuele Guidastri, che<br />
era stato presidente della Società Operaia dal 1916 al 1926 e che lo sarà dal 1950 al 1958.<br />
I nuovi amministratori aprono a nuovi soci, mo<strong>di</strong>ficano lo statuto sottoponendolo ad<strong>di</strong>rittura<br />
a referendum, benché non necessario. <strong>La</strong> <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> respira il nuovo<br />
assetto democratico del Paese.<br />
L’attività è continuata fino ad oggi, pur attraversando momenti <strong>di</strong>fficili sul piano<br />
commerciale, superati grazie alla grande forza <strong>di</strong> volontà e al coraggio <strong>di</strong> uomini che <strong>di</strong><br />
certo non traevano alcun profitto significativo dalla farmacia stessa. Ricordo qui in particolare<br />
l’amico Raffaele Trivellini. Oggi l’attività è svolta presso l’ipermercato Centro<br />
<strong>La</strong>me <strong>di</strong> via <strong>Marco</strong> Polo a <strong>Bologna</strong>.<br />
Anche nella fase attuale, gli amministratori hanno tutta l’intenzione <strong>di</strong> continuare a<br />
scrivere una pagina importante <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione e <strong>di</strong> valori cooperativistici, nella convinzione<br />
che anche nel nuovo secolo e nel nuovo millennio la cooperazione nel settore farmaceutico<br />
abbia ancora un ruolo e un significato <strong>di</strong> esemplare testimonianza. Superato<br />
un lungo periodo <strong>di</strong> riassetto organizzativo ed economico, oggi la farmacia è finalmente<br />
in grado <strong>di</strong> pensare a crescere ed è soprattutto in grado <strong>di</strong> attivare ancora una volta<br />
strumenti <strong>di</strong> convenzionamento ed iniziative sociali tese a confermare il ruolo che le è<br />
proprio, quello <strong>di</strong> ente cooperativistico e mutualistico.<br />
Vorremmo che anche l’uscita <strong>di</strong> questa ricerca storica segnasse un passo avanti, un<br />
momento <strong>di</strong> riflessione per in<strong>di</strong>care a tutti la strada da percorrere domani.<br />
Introduzione<br />
8 9<br />
<strong>Marco</strong> <strong>Poli</strong><br />
Dopo l’uscita definitiva degli austriaci da <strong>Bologna</strong>, avvenuta il 12 giugno 1859, la<br />
città iniziò un percorso innovativo che la portò non solo a cambiare l’aspetto urbano, ma<br />
anche l’organizzazione sociale: l’attività delle opere pie e delle confraternite <strong>di</strong> ispirazione<br />
religiosa, già colpita dai decreti napoleonici, fu gradualmente superata da un nuovo<br />
tipo <strong>di</strong> solidarismo, affidato a forme organizzative e ideali prevalentemente laiche. Le<br />
varie identità risorgimentali, il ruolo <strong>di</strong> Giuseppe Mazzini, l’elaborazione delle prime<br />
teorie socialiste, il riaffacciarsi sulla scena nazionale della libera massoneria che impegnò<br />
i suoi uomini migliori nel progetto dell’Italia unita e rinnovata, portarono ad affrontare<br />
con soluzioni innovative le nuove tematiche sociali, i problemi dei lavoratori e, in particolare,<br />
<strong>di</strong> quella nuova “categoria” rappresentata dagli operai.<br />
Fra i nuovi soggetti protagonisti <strong>di</strong> questa svolta sociale vi furono certamente le Società<br />
operaie <strong>di</strong> mutuo soccorso, forme associative impegnate nel campo sociale. Le prime Società<br />
Operaie nacquero in Piemonte nel 1848: con l’Unità d’Italia si <strong>di</strong>ffusero dovunque e<br />
nell’arco <strong>di</strong> pochi anni nella sola Emilia-Romagna se ne poterono contare una cinquantina<br />
con oltre <strong>di</strong>ecimila aderenti. Spesso si trattava <strong>di</strong> lavoratori appartenenti ad una categoria<br />
professionale che si associavano per cercare <strong>di</strong> affrontare e risolvere problemi assistenziali,<br />
previdenziali, formativi. Non tutte le Società <strong>di</strong> mutuo soccorso svolgevano attività politica,<br />
anche se, spesso, nei primi anni, era presente l’impronta mazziniana. Il funzionamento<br />
delle Società <strong>di</strong> mutuo soccorso era analogo ovunque: il lavoratore che si iscriveva e versava<br />
quote riceveva assistenza sanitaria, sussi<strong>di</strong> in denaro per varie motivazioni, come, ad<br />
esempio, l’inabilità al lavoro o una fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione, ovvero per esigenze familiari.<br />
Il tutto era regolamentato dagli statuti. Ma le finalità potevano, in vari casi, allargarsi ad<br />
obiettivi formativi e scolastici a favore dei figli dei soci o dei soci stessi che intendessero<br />
alfabetizzarsi e accrescere la propria cultura. In seguito, nell’ultimo quarto del secolo XIX,<br />
la gamma <strong>di</strong> iniziative delle Società Operaie si ampliò notevolmente: l’e<strong>di</strong>lizia popolare, la<br />
previdenza, il cre<strong>di</strong>to, l’assistenza sociale, sanitaria e farmaceutica. <strong>La</strong> formula economica<br />
e societaria che fu utilizzata per attuare tali iniziative fu quella della cooperazione.<br />
<strong>La</strong> Società operaia MaSchiLe <strong>di</strong> BoLogna<br />
A <strong>Bologna</strong> fu un amico <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong>, il conte Livio Zambeccari, fondatore della loggia<br />
massonica “Ausonia”, a promuovere la costituzione della Società Operaia Maschile:<br />
il 2 aprile 1860 fu pubblicato il Manifesto del comitato promotore ed il 9 aprile si svolse
l’assemblea costituente nell’aula magna del liceo musicale; il 10 <strong>di</strong>cembre fu approvato<br />
lo statuto formato da 34 articoli. In quell’occasione fu in<strong>di</strong>cato come presidente Filippo<br />
Manservisi 1 . <strong>La</strong> prima sede della Società Operaia fu in via Vinazzetti 3128 2 .<br />
<strong>La</strong> prima sede della Società Operaia, in vicolo<br />
Vinazzetti 1.<br />
L’11 <strong>di</strong>cembre 1861 vi fu la costituzione<br />
ufficiale della Società Operaia e l’assemblea<br />
dei soci elesse presidente Paolo Lollini, titolare<br />
col fratello <strong>di</strong> una notissima azienda produttrice<br />
<strong>di</strong> ferri chirurgici.<br />
L’attività della Società Operaia <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong><br />
fu intensa e rivolta a <strong>di</strong>versi obiettivi: infatti,<br />
ad essa avevano aderito lavoratori <strong>di</strong> varie<br />
categorie, operai e professionisti, artigiani<br />
e commercianti. Le iniziative che assunse nel<br />
corso degli anni furono finalizzate all’elevazione<br />
morale, sociale e politica della classe<br />
lavoratrice: infatti, la multiforme attività della<br />
Società Operaia si manifestò con progetti<br />
che intervenivano sull’istruzione, l’assistenza<br />
me<strong>di</strong>ca, l’educazione sanitaria, il collocamento<br />
dei lavoratori. In seguito, a partire dal<br />
1864, la progettualità della Società Operaia<br />
si rivolse a servizi più concreti e operativi a<br />
favore degli operai: il primo atto fu l’apertura<br />
<strong>di</strong> uno “spaccio delle farine”, primo<br />
esempio <strong>di</strong> cooperazione <strong>di</strong> consumo a <strong>Bologna</strong> che assunse poi un ruolo più completo<br />
nel 1865. Contemporaneamente, con l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> commissioni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o formate<br />
da professionisti ed esperti che elaboravano i progetti, si pensò <strong>di</strong> realizzare una Cassa<br />
pensioni per la vecchiaia e si iniziò a stu<strong>di</strong>are il problema <strong>di</strong> come far accedere al cre<strong>di</strong>to<br />
anche artigiani, commercianti e operai. E infatti, il primo marzo 1865 fu costituita la<br />
Banca Popolare <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to in <strong>Bologna</strong>, che fu presieduta dal marchese Luigi Pizzar<strong>di</strong>.<br />
Quell’anno, la Società Operaia poteva contare su 2.225 soci sud<strong>di</strong>visi in 28 categorie<br />
<strong>di</strong> lavoratori: ciò fa comprendere il suo rapido e forte ra<strong>di</strong>camento nella città. <strong>La</strong> sede<br />
della Società Operaia era frequentata per varie esigenze e vi era anche una biblioteca<br />
sociale istituita fra il 1862 e il 1863 3 .<br />
Per instillare nei soci il senso – e ad<strong>di</strong>rittura il dovere – della solidarietà, l’Operaia<br />
aprì numerose sottoscrizioni per fornire aiuto a chi era in <strong>di</strong>fficoltà: quando scoppiò<br />
1 Malalbergo 1806 – <strong>Bologna</strong> 1886. Fu un importante industriale tessile con azienda in via Capo <strong>di</strong><br />
Lucca.<br />
2 Oggi, vicolo Vinazzetti 1.<br />
3 Nel 1871 la Società Operaia donò la biblioteca alla Lega per l’istruzione del popolo, in seguito<br />
trasformata in Biblioteca popolare.<br />
l’epidemia <strong>di</strong> colera furono raccolti fon<strong>di</strong> per aiutare le famiglie e fu promossa un’opera<br />
<strong>di</strong> educazione sanitaria.<br />
Negli anni Settanta del XX secolo, l’Operaia concretizzò numerose iniziative: istituì<br />
la Lega per l’istruzione popolare (1871), nel 1875 costituì l’Azienda per i piccoli prestiti<br />
(prestiti personali), l’Azienda macchine per agevolare l’acquisto <strong>di</strong> macchine da cucire<br />
alle socie operaie; lo stesso anno (15 agosto 1875) promosse la costituzione della Società<br />
Operaia Femminile che, dopo solo quattro mesi, poté contare su 180 socie, e trasferì la<br />
propria sede in via <strong>di</strong> Mezzo <strong>di</strong> San Martino 1475 4 .<br />
Nel 1876 promosse la Banca <strong>Cooperativa</strong> 5 , la Cassa pensioni, e le Società <strong>di</strong> mutuo<br />
soccorso fra i salsamentari e fra i fiaccherai.<br />
Nel corso degli anni Ottanta proseguì l’attività sociale dell’Operaia: si avviarono corsi<br />
<strong>di</strong> istruzione elementare e <strong>di</strong> lingua francese (1881), fu nominata una Commissione<br />
annonaria per il controllo contro le sofisticazioni alimentari, furono assunte iniziative<br />
per contrastare l’emigrazione <strong>di</strong> italiani, per aiutare economicamente gli infortunati sul<br />
lavoro, per erogare sussi<strong>di</strong> e premi (forniture <strong>di</strong> libri e quaderni) ai figli <strong>di</strong> soci bisognosi.<br />
Lo stesso anno 1881 fu istituita la Cassa pensioni.<br />
Nel 1883, oltre ad acquistare la nuova sede <strong>di</strong> via Cavaliera 22 6 , trasformò l’Azienda<br />
depositi e prestiti nella Cassa <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to 7 : quell’anno, i massimi esponenti<br />
della Società Operaia (Luigi Benfenati, Enrico Forlai, Enrico Golinelli, Giuseppe Pacchioni)<br />
aderirono all’Associazione democratica. Il 23 marzo 1884 l’Operaia fu tra i principali<br />
promotori della Società anonima cooperativa per la costruzione ed il risanamento<br />
<strong>di</strong> case per operai in <strong>Bologna</strong>: la “<strong>Cooperativa</strong> Risanamento” è ancor oggi attiva con un<br />
patrimonio immobiliare <strong>di</strong> 2.223 appartamenti e oltre 100 negozi.<br />
Nel 1887 fu istituita la Cucina economica, un ristorante popolare a prezzi mo<strong>di</strong>ci, e<br />
nel 1890 fu stu<strong>di</strong>ato il progetto <strong>di</strong> Società <strong>di</strong> cremazione.<br />
Nel giugno del 1894 la Società Operaia avviò il servizio me<strong>di</strong>co domiciliare e rafforzò<br />
l’assistenza me<strong>di</strong>ca ambulatoriale, prelu<strong>di</strong>o alla costituzione della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>.<br />
Lo stesso anno costituì la <strong>Cooperativa</strong> operai muratori. Nel 1899 l’Operaia avviò il<br />
ricreatorio per i bambini col precipuo fine <strong>di</strong> togliere dalle insi<strong>di</strong>e della strada, nei giorni <strong>di</strong><br />
vacanza e nel tempo d’estate, i fanciulli del popolo e portarli in un ambiente sereno <strong>di</strong> affetto,<br />
<strong>di</strong> lietezza, <strong>di</strong> educazione. Definì l’iniziativa come l’unica istituzione scolastica privata<br />
con concetto puramente laico democratico. Ancora a favore dell’infanzia fu l’iniziativa,<br />
che sarebbe proseguita per decenni, <strong>di</strong> organizzare e gestire l’invio <strong>di</strong> bambini figli <strong>di</strong><br />
soci alle cure marine 8 .<br />
Nel 1899 fu costituita la <strong>Cooperativa</strong> scolastica e l’anno dopo l’Università popolare,<br />
intitolandola a Giuseppe Garibal<strong>di</strong>, col motto “Scienza e libertà”.<br />
4 Oggi, via Marsala 31.<br />
5 <strong>La</strong> formale costituzione della Banca <strong>Cooperativa</strong> avvenne il 12 settembre 1881.<br />
6 Oggi, via Oberdan 22.<br />
7 <strong>La</strong> nuova Cassa <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to iniziò ad operare il 18 settembre 1883. In seguito, la Cassa<br />
<strong>di</strong>ede vita alla Banca Operaia.<br />
8 Sessantuno bambini, assistiti da un me<strong>di</strong>co, furono inviati a Riccione per trentacinque giorni.<br />
10 11
Nel 1901, quando la Società Operaia celebrò i cinquant’anni della fondazione, si<br />
poterono contare ben 4.000 soci.<br />
<strong>La</strong> FarMacia cooperativa<br />
Sorta, nel seno della Società Operaia, l’idea <strong>di</strong> fondare una farmacia cooperativa, essa<br />
trovò in breve molti aderenti; e già a quest’ora ne è sottoscritta buona parte del capitale occorrente<br />
alla sua fondazione. L’intento dei promotori non è già <strong>di</strong> fare spietata concorrenza<br />
alle farmacie dei privati che hanno le loro spese e pagano buone tasse, ma bensì è quello <strong>di</strong><br />
devolvere i benefici netti dell’azienda a profitto della Società operaia stessa, sotto forma <strong>di</strong><br />
me<strong>di</strong>cinali da <strong>di</strong>stribuire gratuitamente ai soci insieme al sussi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> malattia.<br />
Ma poiché nei primi anni <strong>di</strong> esercizio gli utili dell’impresa, a cagione delle spese d’impianto,<br />
necessariamente saranno tenui; e poiché, d’altra parte, l’Operaia dovrà pure sottoscrivere azioni<br />
e contribuire alla fondazione <strong>di</strong> un Istituto che in seguito le sarà <strong>di</strong> grande giovamento: così essa<br />
ha stabilito <strong>di</strong> far pagare ai soci durante i primi due anni <strong>di</strong> esperimento la tenue contribuzione<br />
<strong>di</strong> centesimi 50 ogni semestre, promettendo subito i me<strong>di</strong>cinali gratis ai propri ammalati.<br />
Poche volte si è fatta ai soci una proposta così<br />
opportuna ed utile, che ricorda quelle assennate e<br />
pratiche del Forlai: e molto meno, si è proceduto ad<br />
un nuovo impianto con tanta cautela e previdenza:<br />
perciò è da sperare che i soci <strong>di</strong> buon grado vorranno<br />
sottostare al piccolo aumento del contributo: e<br />
vorranno concorrere a votarlo me<strong>di</strong>ante il referendum<br />
ban<strong>di</strong>to per domenica prossima.<br />
È la prima volta che fra noi si esperimenta siffatto<br />
modo <strong>di</strong> votazione, pel quale, come è ben noto,<br />
si sostituisce alla volontà che può essere influenzata<br />
dall’assemblea quella <strong>di</strong>rettamente espressa dal socio.<br />
L’Operaia introdusse il referendum nel proprio<br />
statuto appunto perché gli aumenti nei contributi e<br />
le <strong>di</strong>minuzioni dei sussi<strong>di</strong> emanassero <strong>di</strong>rettamente<br />
dalla opinione ponderata dei soci.<br />
Ed essi ne faranno adesso il primo esperimento.<br />
Possa esso essere incitamento ad applicazioni<br />
maggiori: e faccia vedere se il nostro popolo apprezza<br />
ed è preparato a trattare da solo gli affari proprii,<br />
per trattare poi gli interessi del Municipio e dello<br />
«Il Resto del Carlino»,<br />
25 agosto 1899.<br />
Stato. Per tal modo il modesto esempio dell’Operaia<br />
conterrà un buon insegnamento per tutti 9 .<br />
9 «Il Resto del Carlino», 25 agosto 1899. Al referendum parteciparono circa 430 soci e il 90% <strong>di</strong> essi<br />
votò a favore della proposta <strong>di</strong> creare la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>.<br />
Così il quoti<strong>di</strong>ano bolognese, con atteggiamento benevolo, <strong>di</strong>ede la notizia della decisione<br />
assunta dai vertici della Società Operaia, formalizzata ufficialmente il 3 settembre<br />
1899 dopo che fu ottenuto l’assenso dai soci tramite il referendum: il capitale <strong>di</strong><br />
avvio fu <strong>di</strong> lire 3.000 (60 azioni <strong>di</strong> lire 50, metà delle quali sottoscritte dall’Operaia) con<br />
ren<strong>di</strong>ta non superiore al 5% annuo.<br />
Dopo la formale costituzione della società cooperativa avvenuta il 16 novembre 1899<br />
furono assegnate le azioni: fu raccolta la somma <strong>di</strong> oltre lire 6.000 e, il 4 gennaio 1901,<br />
in seguito all’autorizzazione data dal tribunale <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> con decreto 8 <strong>di</strong>cembre 1900,<br />
si tenne la prima seduta del consiglio d’amministrazione.<br />
Come <strong>di</strong>rettore fu scelto il dottor Leonello Grossi e furono stanziati i denari necessari<br />
per allestire i locali <strong>di</strong> via Cavaliera 22 (oggi, via Oberdan), ceduti in affitto dalla<br />
Società Operaia.<br />
<strong>La</strong> <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> iniziò ad operare alle ore 20 del giorno 7 marzo. Ben presto<br />
fu allestito anche un ambulatorio all’interno dei locali della farmacia, che offrivano ai<br />
clienti un <strong>di</strong>vano e delle se<strong>di</strong>e per rendere più agevole l’attesa.<br />
<strong>La</strong> gestione fu improntata a criteri <strong>di</strong> tipo privatistico, attenta a tutte le variabili economiche<br />
e alle regole <strong>di</strong> mercato, pur mantenendo sempre salde le finalità <strong>di</strong> tipo sociale<br />
e l’ispirazione ai principi cooperativistici: con la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> non<br />
si <strong>di</strong>ede vita ad una iniziativa rivolta esclusivamente ai soci – come altre assunte dalla<br />
Società Operaia – bensì si intese offrire un servizio alla collettività. Gli utili erano tutti<br />
in<strong>di</strong>rizzati, a parte gli accantonamenti, a finalità benefiche o politiche o sociali.<br />
L’orientaMento poLitico<br />
Nel corso dei suoi cento<strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> attività, la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong><br />
ha sempre mantenuto un in<strong>di</strong>rizzo politico univoco e ben riconoscibile: quello del riformismo<br />
<strong>di</strong> ispirazione socialista. D’altronde la Società Operaia seguiva questa linea<br />
politica e fu sempre guidata da personaggi che oltre ad essere personalità <strong>di</strong> rilievo<br />
della società bolognese, seguivano un aperto e <strong>di</strong>chiarato orientamento riformista. Non<br />
mancarono, nell’arco dei centocinquant’anni <strong>di</strong> vita, anche esponenti della massoneria<br />
12 13<br />
«Il Resto del Carlino»,<br />
16 novembre 1900.
citta<strong>di</strong>na: d’altra parte, lo stesso Livio Zambeccari, promotore della Società Operaia,<br />
fu fondatore e Gran maestro della loggia “Ausonia”. Dunque, un’istituzione laica che<br />
rifiutava i meto<strong>di</strong> massimalisti e che si schierò sempre accanto ai partiti o alle correnti<br />
che propugnavano questi valori.<br />
Nata sugli ideali mazziniani e garibal<strong>di</strong>ni, la Società Operaia si sottrasse alle sirene<br />
anarchiche e a quelle massimaliste per guardare con interesse alla nascita del Partito<br />
socialista, scegliendo da subito l’anima riformista, come del resto avevano fatto sia Giuseppe<br />
Massarenti, sia Argentina Altobelli, sia gli organizzatori delle cooperative e del<br />
sindacato. Le figure <strong>di</strong> Leonida Bissolati, Filippo Turati e Andrea Costa rappresentavano<br />
un punto <strong>di</strong> riferimento. A conferma dell’orientamento socialista, va ricordato che sia<br />
la Società Operaia, sia la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> appoggiarono anche finanziariamente<br />
organi <strong>di</strong> stampa e can<strong>di</strong>dati del Psi.<br />
Nel corso del primo lustro del XX secolo le vicende del Partito socialista furono<br />
contrassegnate dallo scontro fra riformisti e massimalisti, con vicende alterne: dopo la<br />
conquista della maggioranza degli “intransigenti e rivoluzionari” guidati da Enrico Ferri,<br />
i riformisti si riunirono in corrente per organizzare la riconquista della maggioranza<br />
che, in effetti, avvenne nel corso del congresso provinciale del 1907. Del gruppo dei<br />
riformisti, con ruoli <strong>di</strong>rettivi, facevano parte, fra gli altri, Leonello Grossi, Ugo Lenzi,<br />
Emanuele Guidastri, Enrico Bar<strong>di</strong>, Enea Alberti, Aldo Coraluppi, Francesco Zanar<strong>di</strong>:<br />
tutti personaggi che ritroviamo con <strong>di</strong>verse funzioni nell’ambito della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
della quale furono nel novero dei fondatori.<br />
Fino alla conquista del potere da parte del fascismo, l’orientamento politico non<br />
mutò; e anche durante il fascismo, nonostante le persecuzioni alle quali furono sottoposti<br />
personaggi come Leonello Grossi e Francesco Zanar<strong>di</strong>, la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
mantenne sostanzialmente le finalità originarie, pur in un quadro normativo e politico<br />
ben <strong>di</strong>verso. Alcuni consiglieri d’amministrazione del periodo prefascista mantennero il<br />
loro incarico e furono confermati anche dopo il 1945.<br />
Dopo la Liberazione, la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> seppe riannodare il filo <strong>di</strong> continuità<br />
politica che l’aveva segnata fin dalle origini: rientrò nell’alveo del socialismo riformista<br />
e, dopo la scissione <strong>di</strong> palazzo Barberini del gennaio 1947, i suoi amministratori e la Società<br />
Operaia si schierarono con il socialismo democratico <strong>di</strong> Giuseppe Saragat. Infatti,<br />
presidenti e amministratori hanno sempre fatto riferimento a quel filone ideale e a quella<br />
formazione politica. Non a caso, fra i presidenti e gli amministratori vi furono segretari<br />
provinciali, consiglieri comunali, provinciali e regionali del Ps<strong>di</strong>. Anche le scelte associazionistiche<br />
si mossero nella medesima <strong>di</strong>rezione: la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> fu iscritta alla<br />
centrale <strong>di</strong> cooperative <strong>di</strong> orientamento socialdemocratico-repubblicano (agci).<br />
Ciò che gli amministratori del dopoguerra hanno cercato sempre <strong>di</strong> tutelare è stata<br />
proprio l’identità sociale e politica della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> e hanno sempre operato<br />
per salvaguardarla e mantenerla viva, pur consapevoli che il mondo era cambiato e che<br />
gli scopi originari erano ormai svaniti <strong>di</strong>etro l’eclisse provocata dalle ra<strong>di</strong>cali mutazioni<br />
nel settore farmaci. Si può affermare che la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> nacque al tramonto <strong>di</strong><br />
un approccio farmaceutico tipico dei secoli passati: non c’erano le confezioni <strong>di</strong> pastiglie<br />
e <strong>di</strong> fiale, ma i vasi <strong>di</strong> ceramica contenenti i prodotti preparati dal farmacista; cinquanta<br />
anni dopo, quel modo <strong>di</strong> preparare i farmaci e il ruolo stesso del farmacista erano già<br />
affidati alla memoria storica. Vi furono fondamentali scoperte scientifiche e i preparati<br />
galenici furono spazzati via dalle confezioni della grande industria farmaceutica.<br />
<strong>La</strong> <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, assieme a pochissime altre ancora operanti in<br />
Italia, è ancora lì a testimoniare come lo spirito della cooperazione sia in grado <strong>di</strong> restare<br />
vivo in ogni settore economico, che cooperazione non è sinonimo solo <strong>di</strong> supermercati<br />
e ipermercati, <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia, <strong>di</strong> agricoltura; ogni attività economica può essere interpretata<br />
e attuata tramite forme cooperative, anche quella delle farmacie.<br />
Ricostruire la storia <strong>di</strong> questa realtà bolognese ha, quin<strong>di</strong>, il significato <strong>di</strong> tutelare la<br />
memoria, <strong>di</strong> non <strong>di</strong>sperderla, <strong>di</strong> far conoscere un segmento della storia della nostra città:<br />
e ciò è stato reso possibile dalla cura con cui è stato conservato il materiale archivistico<br />
che ha consentito <strong>di</strong> ripercorrere, anno dopo anno, le vicende <strong>di</strong> questa cooperativa, dei<br />
suoi <strong>di</strong>rigenti, dei suoi soci, dei suoi collaboratori.<br />
Nota dell’autore<br />
L’archivio storico, strumento fondamentale per poter dar vita alla presente ricerca,<br />
è conservato presso i locali della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>, in via <strong>Marco</strong> Polo 3. Esso è<br />
costituito fondamentalmente da tre serie: i libri verbali delle assemblee generali, i libri<br />
verbali del consiglio d’amministrazione e il libro dei soci. L’archivio presenta una lacuna<br />
<strong>di</strong> alcuni anni fra il 1946 ed il 1952. Non sono presenti unità archivistiche riguardanti<br />
corrispondenza, fatture, carte varie.<br />
Circa la bibliografia da segnalare, essa si limita a M. Maragi, Storia della Società<br />
Operaia <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, Imola 1970; F. Tarozzi, Il risparmio e l’operaio, Venezia 1987; A.<br />
Albertazzi, L. Arbizzani, N.S. Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo<br />
nel bolognese (1919-1945), (cd), <strong>Bologna</strong> 2005.<br />
Ringrazio per avermi dato l’opportunità <strong>di</strong> pubblicare questo volume, il presidente<br />
dell’agci Emilia-Romagna, dottor Massimo Mota, che ha promosso il progetto; e il<br />
presidente della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>, dottor Mario Mariani, che ha agevolato la mia<br />
ricerca assieme alla <strong>di</strong>rettrice della farmacia stessa, dottoressa Morena Cacciari.<br />
14 15
Copertina e prima pagina del libro verbali delle assemblee 1901-1905.<br />
Copertina e prima pagina del libro verbali del consiglio d’amministrazione 1901-1905.<br />
<strong>La</strong> <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>
via cavaLiera 22<br />
Oggi, 4 gennaio 1901, in seguito all’autorizzazione data dal Tribunale <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> con<br />
decreto 8 <strong>di</strong>cembre 1900, essendo eseguita la trascrizione e le affissioni volute dalla legge<br />
dell’atto costitutivo e statuto della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, si fa luogo alla 1 a<br />
adunanza degli amministratori nominati nello stesso atto costitutivo 1 .<br />
Così inizia il primo libro verbali del consiglio d’amministrazione della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
che si riunì nella sede della Società Operaia, in via Cavaliera 22 (oggi, via Oberdan);<br />
assieme al ragionier Faustino Parisini 2 , primo firmatario dell’atto costitutivo, si<br />
riunirono l’avvocato Giovanni Battista Palmieri 3 , Erminio Vitta, il ragionier Giuseppe<br />
Tamburini, Gaetano Cuppi 4 e Enrico Bar<strong>di</strong> 5 .<br />
Eseguiti gli adempimenti necessari per l’inse<strong>di</strong>amento del consiglio d’amministrazione,<br />
si procedette alla nomina del consigliere delegato nella persona del ragionier Faustino<br />
Parisini, mentre Enrico Bar<strong>di</strong> fu eletto segretario. Il dottor Leonello Grossi 6 fu<br />
nominato <strong>di</strong>rettore della farmacia.<br />
Nel corso della riunione si deliberò <strong>di</strong> chiedere alla Società Operaia l’elenco dei soci<br />
1 Per lo statuto cfr. Allegato n. 1.<br />
2 Faustino Parisini fu presidente della Società Operaia dal 1898 al 1899.<br />
3 Giovanni Battista Palmieri fu presidente della Società Operaia dal 1900 al 1901.<br />
4 Gaetano Cuppi fu presidente della Società Operaia dal 1902 al 1904.<br />
5 Era assente il consigliere ingegner Giulio <strong>Marco</strong>vigi. I sindaci revisori erano Luigi Guadagnini,<br />
Riccardo Donini e Sante Sterchele.<br />
6 Leonello Grossi nacque il 4 gennaio 1880 a Finale Emilia (Mo). Si laureò farmacista. Iscritto al Psi,<br />
nel 1904 fu eletto consigliere provinciale <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> e fu rieletto fino al 1920 (salvo fra il 1906 e il<br />
1908); dal 1914 al 1920 ricoprì la carica <strong>di</strong> vicepresidente. Fu eletto consigliere comunale nel 1905<br />
e nel 1914, quando il Psi conquistò il comune <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>: per alcuni anni fu assessore alle finanze<br />
nella giunta presieduta da Francesco Zanar<strong>di</strong>. Richiamato sotto le armi, alla fine della guerra fu<br />
congedato con il grado <strong>di</strong> tenente farmacista. Fece parte della redazione del settimanale socialista<br />
«<strong>La</strong> Squilla». Fu anche presidente della Congregazione <strong>di</strong> carità. Nel novembre 1919 fu eletto deputato<br />
per il Psi nel collegio <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>. Con l’avvento del fascismo subì persecuzioni e fu sospeso<br />
dall’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti. Il 18 febbraio 1921 alcuni fascisti lo aggre<strong>di</strong>rono dentro alla <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong>. Fu rieletto deputato nel 1924. Dichiarato decaduto da deputato, il 27 novembre<br />
1926 fu arrestato e inviato al confino per un anno a Lipari (Me). Tornato a <strong>Bologna</strong>, non si piegò al<br />
regime fascista. Nel 1929 fu <strong>di</strong>chiarato “soggetto pericoloso” dal punto <strong>di</strong> vista politico. Morì il 5<br />
agosto 1934. Il suo nome è stato dato a una strada <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>.<br />
19
(avendo <strong>di</strong>ritto la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> ottenere una lira per ogni nuovo socio 7 ) e la<br />
situazione delle quote versate, e <strong>di</strong> chiedere al comitato promotore l’elenco delle spese<br />
sostenute per la fondazione della cooperativa. In quel momento, la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
poteva contare su un capitale sottoscritto <strong>di</strong> lire 6.250, mentre le spese <strong>di</strong> impianto<br />
ammontavano a lire 6.239. Ma la farmacia dovette sostenere ulteriori spese per l’avviamento,<br />
cui fece fronte la Società Operaia, anticipando le somme necessarie tramite la<br />
Cassa <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to 8 .<br />
Infine si decise <strong>di</strong> dar corso all’apertura della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> nel giro <strong>di</strong> una<br />
settimana o due, incaricando il <strong>di</strong>rettore Grossi <strong>di</strong> provvedere a quanto necessario per<br />
l’apertura ed il funzionamento, <strong>di</strong> istituire un ambulatorio e <strong>di</strong> affidare un incarico provvisorio<br />
ad un assistente.<br />
Il consigliere Giuseppe Tamburini, <strong>di</strong>rettore amministrativo, annunciò 9 che la <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong> aveva iniziato ad operare alle ore 20 del giorno 7 marzo, alla presenza<br />
<strong>di</strong> soci, giornalisti e autorità. Si ritenne opportuno informare la citta<strong>di</strong>nanza che<br />
la nuova <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> poteva vendere i prodotti anche ai non soci e perciò fu<br />
deciso <strong>di</strong> inserire un piccolo avviso nei tre giornali citta<strong>di</strong>ni, Il Resto del Carlino, <strong>La</strong> Gazzetta<br />
dell’Emilia, L’Avvenire, da pubblicarsi due volte la settimana per un mese; ed anche<br />
sul settimanale Libertas, data la spesa tenue che comporta. Furono avviati contatti per<br />
stipulare contratti d’assicurazione contro incen<strong>di</strong>o e danni al negozio (rottura dei vetri).<br />
Con l’apertura della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>, la Società Operaia interruppe, avvertendo<br />
i soci con un manifesto, la <strong>di</strong>stribuzione dei farmaci ai soci bisognosi, come previsto<br />
dal proprio statuto.<br />
Il primo bilancio consuntivo, chiuso come da statuto al 31 agosto <strong>di</strong> ogni anno, presentò<br />
un utile netto <strong>di</strong> lire 455,01 10 . Si deliberò <strong>di</strong> iscrivere la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> alla<br />
Lega nazionale delle cooperative.<br />
Intanto, furono assunti il farmacista Vincenzo Bertini e l’inserviente Gaetano Fornetti<br />
11 e si avviarono le trattative per prendere in affitto, per le esigenze della farmacia,<br />
un locale attiguo all’ambulatorio, <strong>di</strong> proprietà della Società Operaia ma occupato da un<br />
inquilino.<br />
Il 16 febbraio 1902 si svolse, presso la sede della Società Operaia, la prima seduta<br />
straor<strong>di</strong>naria dei soci della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>. Erano presenti anche Gaetano Cuppi<br />
in qualità <strong>di</strong> presidente della Società Operaia e Fer<strong>di</strong>nando Proni in qualità <strong>di</strong> consiglie-<br />
7 Al primo gennaio 1901 i soci della Società Operaia erano 2.778.<br />
8 Fu costituita dalla Società Operaia nel maggio 1883 ed iniziò ad operare dal 18 settembre dello<br />
stesso anno.<br />
9 cda, 10 marzo 1901. I soci della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> erano 76 per 138 azioni; per la riscossione<br />
delle quote dei soci fu delegata la Cassa <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to.<br />
10 cda, 16 novembre 1901. L’attivo fu <strong>di</strong> lire 8.797,91; il passivo <strong>di</strong> lire 5.121,90; le spese ammontarono<br />
a lire 2.568,79 e le ren<strong>di</strong>te a lire 3.023,80. Il capitale sottoscritto era <strong>di</strong> lire 6.900 e il capitale<br />
versato <strong>di</strong> lire 3.221.<br />
11 cda, 18 <strong>di</strong>cembre 1901. Prima <strong>di</strong> Fornetti aveva prestato servizio per un breve periodo Giuseppe<br />
Baviera.<br />
20<br />
<strong>La</strong> sede della farmacia in via Cavaliera 22 (sopra) e via Oberdan 22 oggi (sotto).
e delegato della Cassa <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to della Società Operaia 12 . Erano presenti<br />
solo 7 soci su 76: fra gli assenti vi era anche il consigliere Tamburini, <strong>di</strong>rettore amministrativo,<br />
che fece sapere <strong>di</strong> voler restare in carica solo per il tempo necessario per l’apertura<br />
della <strong>Farmacia</strong> e per il completamento dell’impianto. Dopo l’unanime approvazione<br />
del bilancio consuntivo, fu rivolto un plauso al farmacista <strong>di</strong>rettore Leonello Grossi, ai<br />
me<strong>di</strong>ci che prestavano servizio ambulatoriale e all’ingegner Giulio <strong>Marco</strong>vigi per aver<br />
<strong>di</strong>retto i lavori per l’allestimento dei locali della farmacia. L’assemblea fu informata delle<br />
<strong>di</strong>missioni del sindaco revisore Sante Sterchele per <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong> con gli altri due sindaci. Si<br />
procedette poi alla elezione delle cariche sociali 13 .<br />
Il capitale sociale era costituito da 138 azioni sottoscritte, da lire 50 ciascuna, per<br />
complessive lire 6.900 14 . Nella relazione del consiglio d’amministrazione, approvata<br />
dall’assemblea, si esprimeva sod<strong>di</strong>sfazione per il risultato ottenuto nel primo bilancio:<br />
la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>, sorta in mezzo alle titubanze e alle incertezze (<strong>di</strong>sgraziatamente<br />
proprie dell’ambiente bolognese per simili istituzioni) si è affermata in modo assai lusinghiero<br />
e promettendo un florido futuro. Il risultato veniva definito ancor più positivo<br />
in considerazione delle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> avvio dell’esercizio 15 : infatti, le “spese d’impianto”<br />
della farmacia erano state elevate (lire 1.911,60) in quanto si era reso necessario adattare<br />
i locali e attrezzarli <strong>di</strong>gnitosamente: siccome la <strong>Farmacia</strong> doveva essere frequentata da<br />
elemento in gran parte operaio, così era bene, anzi, dovere che il locale dell’esercizio sociale<br />
riunisse in se dati estetici e decorativi da renderlo simpatico, elegante <strong>di</strong> un’eleganza parsimoniosa<br />
e corretta, fosse comodo al pubblico e provvisto <strong>di</strong> quanto richiedevano le esigenze<br />
moderne della <strong>Farmacia</strong>. Analogamente, particolari cure furono riservate all’allestimento<br />
dell’ambulatorio. Per realizzare tutto ciò furono ascoltati consigli <strong>di</strong> tecnici al fine <strong>di</strong><br />
economizzare, mentre per mobilio, vaserie ed altri acquisti furono posti a concorrenza fra<br />
<strong>di</strong> loro <strong>di</strong>versi fornitori.<br />
Il bilancio approvato dall’assemblea riguardava l’attività della farmacia dall’apertura<br />
fino al 31 agosto successivo: per l’approvvigionamento dei prodotti, pagati in contanti,<br />
fu fatto ricorso ad un’anticipazione al tasso del 4%, concessa dalla Cassa <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong><br />
Cre<strong>di</strong>to della Società Operaia 16 . Il movimento dei me<strong>di</strong>cinali, nel periodo, era stato <strong>di</strong><br />
12 Cuppi e Proni rappresentavano 68 azioni della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>.<br />
13 Risultarono eletti i consiglieri: Faustino Parisini, ragionier Giuseppe Tamburini, Giovanni Dal<br />
Monte Casoni, Filippo Pizzirani e Aldo Coraluppi; Bar<strong>di</strong> Enrico e Sacchetti Emanuele, consiglieri<br />
rappresentanti la Società Operaia. Sindaci effettivi: Arturo Baccolini, Riccardo Donini, Sante<br />
Sterchele. Sindaci supplenti: Pietro Casini e ragionier Severo Dalla. Probiviri: professor Pietro<br />
Albertoni, dottor Guglielmo Fabbri, avvocato Vittorio Bojar<strong>di</strong>.<br />
14 Al momento della costituzione, il capitale sociale della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> era costituto da 84<br />
azioni, sottoscritte da 22 soci, per un ammontare <strong>di</strong> lire 4.200. Di queste azioni, 56 per lire 2.800<br />
erano state sottoscritte dalla Società Operaia, in ragione <strong>di</strong> lire 1 per ogni socio. In seguito furono<br />
sottoscritte altre 54 azioni per lire 2.700. Pertanto le azioni <strong>di</strong>vennero 138, ripartite su 76 soci, per<br />
un valore <strong>di</strong> lire 6.900, <strong>di</strong> cui lire 3.221 riscosse. Cfr. Allegato n. 2.<br />
15 Nella relazione si sottolineava come a <strong>Bologna</strong> i prezzi della me<strong>di</strong>cine sono assai bassi rispetto a quelli<br />
delle altre città.<br />
16 <strong>La</strong> somma ottenuta dalla Cassa fu <strong>di</strong> lire 4.943,34: ma lire 1.350 erano già state rimborsate.<br />
lire 17.769,77. Gli utili <strong>di</strong> lire 455,01 furono <strong>di</strong>stribuiti, come prescritto dallo statuto, nel<br />
modo seguente: 5% ai soci in regola coi versamenti, 4/20 al fondo <strong>di</strong> riserva or<strong>di</strong>nario,<br />
3/20 al fondo <strong>di</strong> riserva straor<strong>di</strong>nario, 2/20 al consiglio d’amministrazione e ai sindaci,<br />
2/20 ai <strong>di</strong>pendenti (definiti agenti sociali), 3/20 al fondo <strong>di</strong> propaganda per l’educazione<br />
e l’istruzione popolare del principio cooperativistico, 6/20 alla Società Operaia.<br />
Tuttavia, dopo l’elezione degli amministratori da parte dell’assemblea, <strong>di</strong>edero le<br />
<strong>di</strong>missioni i consiglieri Giovanni Dal Monte Casoni e Aldo Coraluppi, e i sindaci supplenti<br />
Pietro Casini e Severo Dalla 17 . Faustino Parisini fu eletto consigliere delegato e<br />
Tamburini <strong>di</strong>rettore amministrativo 18 .<br />
L’andamento delle ven<strong>di</strong>te della farmacia fece registrare incrementi confortanti e costanti<br />
e ciò indusse il consiglio d’amministrazione 19 ad aumentare a lire 200 il compenso<br />
del <strong>di</strong>rettore Grossi 20 .<br />
All’approvazione del secondo bilancio consuntivo 21 , il consigliere delegato, dopo<br />
aver giustificato il ritardo nella presentazione del bilancio con il decesso <strong>di</strong> Ezio Garuti,<br />
incaricato della tenuta dei libri contabili 22 , lamentò i ritar<strong>di</strong> della Società Operaia nel<br />
versare la quota sociale (lire 3.000), nonostante i solleciti, con grave danno per il bilancio<br />
della farmacia. Il consuntivo si chiuse, comunque, con un brillante risultato: infatti<br />
l’utile netto fu <strong>di</strong> lire 1.231,90 23 .<br />
Il consigliere delegato Parisini affermò che il suo compito <strong>di</strong> spianare la via alle <strong>di</strong>fficoltà<br />
finanziarie che all’inizio si presentarono poteva <strong>di</strong>rsi concluso e perciò riteneva<br />
inutile proseguire la sua permanenza nel consiglio d’amministrazione. Ma l’assemblea<br />
dei soci, che approvò all’unanimità il bilancio consuntivo, lo riconfermò fra gli eletti 24 .<br />
17 Severo Dalla era factotum <strong>di</strong> Augusto Murri: amministratore, uomo <strong>di</strong> fiducia, confidente dei figli<br />
Linda e Tullio. Fu consigliere d’amministrazione della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> nel 1902 e poi dal 1921<br />
consigliere delegato e semplice consigliere per tutto il Ventennio fascista; e <strong>di</strong> nuovo consigliere nel<br />
1946. Iscritto alla Società Operaia, fu presidente della Cassa <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to dal 1908.<br />
18 cda, 23 febbraio 1902. Aldo Coraluppi motivò le <strong>di</strong>missioni ritenendo incompatibile il ruolo <strong>di</strong><br />
consigliere della farmacia con quello <strong>di</strong> impiegato della Società Operaia.<br />
19 cda, 14 maggio 1902.<br />
20 Ibidem. Alcuni consiglieri si opposero proponendo <strong>di</strong> limitare l’aumento a lire 180. Posta ai voti,<br />
fu approvata, con tre voti a favore e due contrari, la proposta <strong>di</strong> aumento a lire 200.<br />
21 cda, 5 ottobre 1902.<br />
22 Alla famiglia <strong>di</strong> Ezio Garuti, che aveva ventisette anni, fu destinata la somma <strong>di</strong> lire 100.<br />
23 Così <strong>di</strong>stribuito: ai soci lire 192,20, ai consiglieri e sindaci lire 133,80, agli agenti lire 303,80. Le<br />
altre voci <strong>di</strong> bilancio: ren<strong>di</strong>te lire 7.387,81, spese lire 5.857,35, attivo lire 9.667,05, passivo lire<br />
4.022,69, capitale sottoscritto lire 6.900, capitale versato lire 3.844, riserva lire 468,64, fondo rinnovazione<br />
mobili lire 401,40. Si lamenta che non tutti i soci sono puntuali nel pagare le rate delle<br />
quote associative. Gli utili consentirono <strong>di</strong> erogare un <strong>di</strong>videndo del 5%.<br />
Le quote sociali sottoscritte erano 138. Le nuove sottoscrizioni furono fissate a lire 51,94. Per la<br />
prima volta appare la tassa <strong>di</strong> ricchezza mobile (tassa ingiusta, ma che bisogna subire).<br />
24 Assemblea generale, 21 ottobre 1902. Le elezioni videro l’elezione a consiglieri dell’ingegner Giuseppe<br />
Tamburini, Filippo Pizzirani, Faustino Parisini, Giovanni Dal Monte Casoni e Umberto<br />
Collina; sindaci effettivi, Riccardo Donini, Sante Sterchele e Arturo Baccolini; sindaci supplenti,<br />
Celestino Barbieri e Aldo Coraluppi; probiviri, professor Pietro Albertoni, dottor Guglielmo Fabbri,<br />
avvocato Vittorio Bojar<strong>di</strong>. Come <strong>di</strong>rettore della farmacia fu riconfermato Leonello Grossi.<br />
22 23
Il professor<br />
Pietro Albertoni.<br />
Nel corso della stessa assemblea fu affidato alla Cassa <strong>Cooperativa</strong><br />
il servizio <strong>di</strong> esattoria a fronte <strong>di</strong> una corrisposta del 6% degli<br />
incassi realizzati.<br />
Visti i positivi risultati, alcuni soci auspicarono l’apertura <strong>di</strong><br />
una succursale della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>; mentre alcuni <strong>di</strong>pendenti,<br />
motivandolo con il maggior lavoro svolto, chiesero un aumento<br />
<strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o, che fu concesso 25 .<br />
Intanto, nonostante le insistenze a recedere dalla sua decisione,<br />
il ragionier Faustino Parisini confermò le sue <strong>di</strong>missioni: consigliere<br />
delegato fu eletto Umberto Collina 26 . Inoltre, sulla base delle decisioni<br />
assunte dall’assemblea, il consiglio d’amministrazione ero-<br />
gò lire 150 ai partiti popolari, lire 150 per la stampa dei bilanci e lire 50,70 per pubblicità.<br />
Il bilancio consuntivo al 31 agosto 1903 si chiuse con un utile netto <strong>di</strong> lire 1.631,90 27 ;<br />
dopo aver commentato con sod<strong>di</strong>sfazione il positivo andamento delle ven<strong>di</strong>te che poneva<br />
la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> in un ruolo assai importante per la nostra città, il consiglio<br />
destinò la somma <strong>di</strong> lire 250 per l’invio <strong>di</strong> quattro bambini figli <strong>di</strong> soci della<br />
Società Operaia alle cure marine e lire 50 al Comitato d’istruzione della Società Operaia.<br />
Al fondo per il rinnovo del mobilio fu applicata la somma <strong>di</strong> lire 200, che portò<br />
il fondo ad un totale <strong>di</strong> lire 880,10, in vista del bisogno <strong>di</strong> restauro generale dei locali<br />
della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>. Nel consuntivo apparve per la prima volta la voce “tasse”<br />
(ricchezza mobile, imposta pesi e misure, ecc.) che ammontò a lire 313,38.<br />
In base allo statuto, per la prima volta, alla Società Operaia fu versato il <strong>di</strong>videndo<br />
(lire 401,40); fu proposto <strong>di</strong> aumentare gli stipen<strong>di</strong> ai <strong>di</strong>pendenti, ma il consigliere Dal<br />
Monte Casoni, pur <strong>di</strong>cendosi d’accordo, chiese se i loro stipen<strong>di</strong> fossero allineati a quelli<br />
dei <strong>di</strong>pendenti delle altre farmacie. Si rispose che erano più alti, ma che potevano essere<br />
ulteriormente accresciuti per la natura stessa della nostra azienda. <strong>La</strong> <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
oltre che presentare sulla piazza un elemento morale sia per prezzi, che per la qualità<br />
dei me<strong>di</strong>cinali venduti, ritiene che debba servire ancora <strong>di</strong> esempio per ciò che riguarda il<br />
trattamento del personale. Alcuni consiglieri, tuttavia, espressero perplessità rammentando<br />
che anche nell’esercizio precedente si erano aumentati gli stipen<strong>di</strong>. Tuttavia il<br />
provve<strong>di</strong>mento fu accolto 28 .<br />
25 cda, 29 ottobre 1902. L’istanza dei <strong>di</strong>pendenti Vincenzo Bertini, commesso, Gaetano Fornetti,<br />
facchino, Federico Fabbri, inserviente, era con<strong>di</strong>visa dal <strong>di</strong>rettore della farmacia Leonello Grossi.<br />
Il consiglio delibera <strong>di</strong> aumentare, a far tempo dal primo gennaio 1903, i compensi: Bertini, da lire<br />
120 a lire 140, Fornetti da lire 60 a lire 65, Fabbri da lire 10 a lire 15. Fu anche deciso <strong>di</strong> procedere<br />
all’assunzione <strong>di</strong> un farmacista in prova per tre mesi nella persona <strong>di</strong> Coriolano Ortali.<br />
26 cda, 27 luglio 1903. Enrico Bar<strong>di</strong> fu confermato segretario e Giuseppe Tamburini <strong>di</strong>rettore amministrativo.<br />
Si prese atto anche delle <strong>di</strong>missioni del sindaco Arturo Baccolini, sostituito da Aldo Coraluppi.<br />
27 cda, 23 febbraio 1904. Ren<strong>di</strong>te lire 8.320,18; spese lire 6.688,28; attività lire 11.694,47; passività<br />
lire 4.881,55; capitale versato lire 5.876; riserva lire 936,92.<br />
28 Gli stipen<strong>di</strong>, al netto della ricchezza mobile, furono i seguenti: Grossi da lire 180 a lire 200,<br />
Bertini da lire 145 a lire 150, Ortali da lire 130 a lire 150, Fornetti da lire 65 a lire 75, fattorino<br />
da lire 10 a lire 15.<br />
Fu poi deciso <strong>di</strong> mettere in pianta stabile Ortali, farmacista <strong>di</strong>plomato: il fatto che la<br />
farmacia restasse aperta per se<strong>di</strong>ci ore imponeva – come previsto dalla legge – la presenza<br />
<strong>di</strong> un farmacista <strong>di</strong>plomato che sarebbe risultato utile anche in vista dell’ipotizzata<br />
apertura <strong>di</strong> una succursale. L’assunzione fu approvata all’unanimità.<br />
Il <strong>di</strong>rettore amministrativo riprese poi il tema dell’apertura <strong>di</strong> una seconda farmacia,<br />
ipotizzando l’ubicazione della stessa nei pressi <strong>di</strong> porta Sant’Isaia, dove avrebbe dato<br />
risposta alle esigenze della popolazione operaia fuori porta, nonché <strong>di</strong> vie quali Pratello,<br />
Pietralata, San Felice, Frassinago 29 .<br />
I consiglieri Bar<strong>di</strong> e Sacchetti si fecero portatori <strong>di</strong> lagnanze della clientela per la<br />
mancanza <strong>di</strong> puntualità nell’apertura della farmacia. Il consiglio colse l’occasione per<br />
stabilire i nuovi orari <strong>di</strong> apertura: da maggio a settembre, dalle 6 alla 22.30; da ottobre ad<br />
aprile, dalle 7 alle 22.30. Fu anche decisa una migliore illuminazione interna ed esterna<br />
del locale.<br />
Il consiglio d’amministrazione eletto dall’assemblea 30 , <strong>di</strong> fronte al rifiuto <strong>di</strong> Giuseppe<br />
Tamburini e <strong>di</strong> Faustino Parisini <strong>di</strong> assumere l’incarico <strong>di</strong> consiglieri delegati, si <strong>di</strong>mise;<br />
nella successiva riunione dell’assemblea dei soci furono eletti Giovanni Dal Monte Casoni,<br />
Ezio Modonesi, Aldo Coraluppi, Umberto Collina e Giovanni Battista Palmieri.<br />
L’avvocato Giovanni Battista Palmieri fu eletto consigliere delegato e il ragionier<br />
Umberto Collina <strong>di</strong>rettore amministrativo. Bar<strong>di</strong> fu confermato segretario 31 . Fu deciso<br />
<strong>di</strong> assumere un contabile (Mario Collina, con stipen<strong>di</strong>o mensile <strong>di</strong> lire 25) e <strong>di</strong> apportare<br />
migliorie al locale della farmacia (che si limitarono ad un’imbiancatura).<br />
Ma le “traversie” del consiglio d’amministrazione continuarono: si <strong>di</strong>misero Dal<br />
Monte Casoni e Collina. Aldo Coraluppi fu nominato <strong>di</strong>rettore amministrativo 32 .<br />
In vista delle elezioni amministrative fu decisa l’erogazione della somma <strong>di</strong> lire 150 ai<br />
partiti popolari. Poiché si accertò – come del resto aveva deciso l’assemblea dei soci – che<br />
non vi erano le risorse necessarie per l’apertura della succursale, si decise il licenziamento<br />
del farmacista Ortali assegnandogli una buonuscita <strong>di</strong> lire 100. Fu accolta la richiesta<br />
dell’Unione socialista bolognese <strong>di</strong> un aiuto pecuniario per la lotta politica, stanziando la<br />
somma <strong>di</strong> lire 150 ma specificamente per il 2° collegio 33 .<br />
Giunse anche il primo esercizio chiuso in <strong>di</strong>savanzo: infatti, il bilancio consuntivo<br />
al 31 agosto 1904 presentò un passivo <strong>di</strong> lire 298,22 che fu coperto tramite ricorso ai<br />
residui passivi 34 , portando il bilancio in pareggio.<br />
Si prese atto delle <strong>di</strong>missioni, dal primo marzo 1905, del farmacista Bertini, e si incaricò<br />
il <strong>di</strong>rettore Grossi <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare un nuovo farmacista da assumere temporanea-<br />
29 Infatti, nelle vie A. Costa, Muratori, Pacchioni e Zambeccari, era sorto un inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> case<br />
per operai realizzato dalla <strong>Cooperativa</strong> Risanamento, fondata nel 1884 su iniziativa della Società<br />
Operaia Maschile <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>.<br />
30 Assemblea generale, 5 aprile 1904.<br />
31 cda, 12 maggio 1904.<br />
32 cda, 10 settembre 1904.<br />
33 cda, 29 ottobre 1904.<br />
34 cda, 13 febbraio 1905.<br />
24 25
mente e con compenso giornaliero <strong>di</strong> lire 4. Al Bertini non fu riconosciuta alcuna gratifica<br />
in quanto il bilancio non lo consentiva.<br />
Per ampliare i locali della farmacia fu deciso <strong>di</strong> prendere in affitto due camere attigue<br />
occupate da certo Menarini 35 .<br />
L’assemblea dei soci 36 prese atto con preoccupazione del cattivo risultato <strong>di</strong> bilancio<br />
che non consentiva né accantonamenti, né <strong>di</strong>viden<strong>di</strong> ai soci; il consigliere delegato Palmieri<br />
fece cenno anche ad errori materiali nella stesura del bilancio, all’assunzione del<br />
farmacista, all’aumento delle tasse che avevano contribuito ad una situazione poco lieta.<br />
Prese la parola Francesco Zanar<strong>di</strong> 37 a nome della Società Operaia, affermando che, alla<br />
luce del risultato negativo <strong>di</strong> bilancio, la Società Operaia era venuta nella determinazione<br />
<strong>di</strong> domandare ai soci <strong>di</strong> riscattare la <strong>Farmacia</strong>, pagando a questi per intero le quote sottoscritte<br />
e pagate. Palmieri considerò d’importanza grave l’intervento <strong>di</strong> Zanar<strong>di</strong> ed espresse<br />
l’opinione che il problema sollevato avrebbe dovuto essere affrontato dall’assemblea<br />
dei soci. Un socio prese la parola per sostenere che il bilancio non era stato positivo<br />
per carenze <strong>di</strong> funzionamento, lentezze, inosservanza dell’orario <strong>di</strong> lavoro, minor numero<br />
<strong>di</strong> ore <strong>di</strong> apertura al pubblico, e, a volte, poco garbo riservato ai clienti dal personale. A<br />
queste osservazioni replicò il <strong>di</strong>rettore Grossi assicurando il massimo impegno per far<br />
rispettare l’orario <strong>di</strong> apertura, mentre la lentezza del servizio era da addebitare ai tempi<br />
necessari per la preparazione dei farmaci. Palmieri auspicò che nel prossimo consiglio<br />
d’amministrazione fossero elette persone competenti nel settore dei farmaci.<br />
L’assemblea approvò il bilancio e procedette alle seguenti nomine: consiglieri, avvocato<br />
Giovanni Battista Palmieri, dottor Enrico Musini, dottor Giuseppe Mezzanotte,<br />
ragionier Severo Dalla e Ezio Modonesi. Sindaci effettivi, Sante Sterchele, Riccardo<br />
Donini 38 e Luigi Guadagnini. Non furono eletti i sindaci supplenti e i probiviri per la<br />
sopraggiunta mancanza del numero legale.<br />
Il decollo della farmacia non fu privo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà: i locali non erano eleganti e le strumentazioni<br />
un po’ carenti e perciò fu deciso l’acquisto <strong>di</strong> apparecchi sterilizzatori e <strong>di</strong><br />
un’autoclave, la collocazione <strong>di</strong> nuove tende e la ricopertura del sofà. Purtroppo, nel luglio<br />
1905, nella farmacia accaddero due episo<strong>di</strong> sgradevoli: fu accettata una carta da lire<br />
35 Ibidem.<br />
36 Assemblea generale, 10 giugno 1905.<br />
37 Francesco Zanar<strong>di</strong> (Poggio Rusco, 6 gennaio 1873 – <strong>Bologna</strong>, 18 ottobre 1954) laureato in Chimica<br />
e <strong>Farmacia</strong> all’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, socialista, fu eletto sindaco <strong>di</strong> Poggio Rusco e consigliere<br />
comunale a <strong>Bologna</strong>. Nel 1904 fu nominato assessore all’Igiene del Comune <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>. Il<br />
28 giugno 1914 il Psi vinse le elezioni comunali e Zanar<strong>di</strong> <strong>di</strong>venne sindaco <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>. Fu chiamato<br />
“il sindaco del pane” per aver realizzato un forno per produrre pane a prezzi contenuti. Costituì<br />
l’Ente autonomo dei consumi. Nel 1919 fu eletto alla Camera e rieletto nel 1921. Perseguitato dai<br />
fascisti si rifugiò a Roma. Nel 1938 fu inviato al confino a Cava de’ Tirreni. Tornò in Parlamento<br />
nel 1946, eletto nell’Assemblea costituente. Ricoprì numerosi altri incarichi amministrativi fra cui<br />
quello <strong>di</strong> presidente della <strong>Cooperativa</strong> risanamento case per operai e della <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> consumo.<br />
Fu anche presidente della Società Operaia nel 1905 e dal 1947 al 1950.<br />
38 Rassegnò le <strong>di</strong>missioni pochi mesi dopo. cda, 27 luglio 1905.<br />
50 falsa e, nottetempo, si verificò il furto della<br />
somma <strong>di</strong> lire 560 giacente in cassa; il <strong>di</strong>rettore<br />
non aveva versato la somma alla banca, come<br />
faceva <strong>di</strong> consueto, per motivi non noti. Pur<br />
ritenendo che i due <strong>di</strong>pendenti avrebbero dovuto<br />
rifondere i danni, e benché essi si fossero<br />
<strong>di</strong>chiarati <strong>di</strong>sponibili a ciò, in considerazione<br />
del fatto che non veniva riconosciuta alcuna<br />
indennità <strong>di</strong> cassa, il consiglio deliberò una<br />
“sanatoria”, accollando il danno al bilancio.<br />
Per la nomina del farmacista, <strong>di</strong> fronte<br />
al rifiuto del dottor Grossi <strong>di</strong> occuparsene,<br />
il consiglio inse<strong>di</strong>ò una commissione d’esame<br />
che, viste le domande pervenute, stilò la<br />
seguente graduatoria: 1° Icilio Giunchi, 2°<br />
Vincenzo Bertini e 3° Giovanni Grilli. Fu,<br />
quin<strong>di</strong>, approvata la nomina <strong>di</strong> Icilio Giunchi<br />
a farmacista aggiunto, a far tempo dal primo<br />
gennaio 190639 .<br />
L’utile netto registrato nel consuntivo dell’esercizio chiuso al 31 agosto 1905 (lire<br />
1.678), segnò un’inversione <strong>di</strong> tendenza rispetto all’esercizio precedente; ciò consenti<br />
l’aumento dello stipen<strong>di</strong>o al facchino Fornetti, portandolo a lire 75 mensili con la seguente<br />
motivazione: è facchino stabile, <strong>di</strong> una certa età, persona seria in considerazione<br />
anche che questo in<strong>di</strong>viduo ha responsabilità gran<strong>di</strong>ssima e che si richiedono in lui attitu<strong>di</strong>ni,<br />
intelligenza e attenzione per l’esercizio sociale […]. Gli fu riconosciuto anche un premio<br />
<strong>di</strong> lire 50 in considerazione del fatto che Fornetti non era un <strong>di</strong>pendente stabile40 .<br />
L’assemblea dei soci41 , tuttavia, ridusse l’utile <strong>di</strong> lire 560, la somma oggetto <strong>di</strong> furto. Le<br />
mo<strong>di</strong>fiche statutarie approvate dall’ultima assemblea furono respinte dal tribunale con<br />
la motivazione che potevano essere apportate solo attraverso referendum, come previsto<br />
dallo statuto. L’assemblea deliberò <strong>di</strong> confermare le altre mo<strong>di</strong>fiche statutarie e <strong>di</strong> cassare<br />
la parte dell’art. 12 dello statuto relativa al referendum, raccogliendo – a sostegno<br />
– almeno la metà delle firme dei soci42 Via Oberdan 22, oggi.<br />
.<br />
Alla fine del 1905, il Comune <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> decise <strong>di</strong> assicurare la <strong>di</strong>stribuzione dei<br />
farmaci ai meno abbienti e a tal fine interpellò la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> che volentieri<br />
accolse l’invito.<br />
39 cda, 21 novembre 1905.<br />
40 cda, 26 novembre 1905.<br />
41 Assemblea generale, 21 marzo 1906.<br />
42 L’assemblea elesse gli amministratori: consiglieri, Faustino Parisini, Giovanni Battista Palmieri,<br />
Enrico Musini, Aldo Coraluppi, Severo Dalla; sindaci effettivi, Luigi Guadagnini, Ettore Sandri,<br />
Gaetano Albertazzi; sindaci supplenti, Emanuele Sacchetti, Luigi Valenti; probiviri, professor Pietro<br />
Albertoni e avvocato Vittorio Bojar<strong>di</strong>.<br />
26 27
Il consiglio dovette prendere atto che i<br />
soci erano calati <strong>di</strong> numero e causa del loro<br />
trasferimento in altre città; ma più preoccupante<br />
fu la constatazione che erano numerosi<br />
i soci morosi della quota sociale 43 .<br />
Al fine <strong>di</strong> contenere le spese si decise44 <strong>di</strong><br />
sospendere la réclame sui giornali, ma non<br />
si rinunciò ad elargire la somma <strong>di</strong> lire 10 a<br />
favore delle famiglie degli arrestati durante lo<br />
sciopero generale. Quin<strong>di</strong>, con l’astensione<br />
<strong>di</strong> Faustino Parisini, fu accolta la richiesta <strong>di</strong><br />
sovvenzione avanzata dal Psi per le prossime<br />
elezioni amministrative: si prelevò dal fondo<br />
propaganda la somma <strong>di</strong> lire 150.<br />
Per la prima volta, la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
partecipò al Congresso nazionale delle<br />
cooperative, che si tenne a Milano, inviando<br />
come proprio rappresentante il consigliere<br />
Aldo Coraluppi.<br />
<strong>La</strong> farmacia, sia per svolgere sempre meglio<br />
la sua missione sociale, sia per allargare la<br />
clientela, potenziò e rese più accogliente l’ambulatorio che si trovava negli stessi locali45 .<br />
Con i fon<strong>di</strong> a <strong>di</strong>sposizione del consiglio, fu deliberato l’acquisto <strong>di</strong> un’azione da lire 100<br />
della Banca delle Cooperative Bolognesi, e decisa l’erogazione della somma <strong>di</strong> lire 120 al<br />
Comitato <strong>di</strong> beneficenza della Società Operaia per l’invio <strong>di</strong> due bambini ai bagni <strong>di</strong> mare46 .<br />
Fu stipulata un’assicurazione per il <strong>di</strong>rettore e i <strong>di</strong>pendenti della farmacia con la<br />
compagnia Previdentia e fu deciso <strong>di</strong> applicare agli acquisti <strong>di</strong> farmaci da parte della<br />
Società Operaia lo sconto del 12% 47 . Anche su in<strong>di</strong>cazione data dall’assemblea dei soci,<br />
si affrontò la <strong>di</strong>scussione circa l’opportunità <strong>di</strong> aprire una succursale della farmacia:<br />
Francesco Zanar<strong>di</strong>, intervenendo nel corso dell’assemblea48 Azione n. 61 67 emessa il 20 luglio 1906.<br />
, anche a nome delle cooperative<br />
Ponte Lungo e Sant’Isaia, raccomandò l’apertura <strong>di</strong> una farmacia in quei rioni.<br />
43 Si prese atto che il capitale sociale era <strong>di</strong>minuito a causa del rimborso <strong>di</strong> azioni a soci che si sono<br />
allontanati da <strong>Bologna</strong> e del fatto che 22 soci non avevano completato il pagamento <strong>di</strong> azioni sottoscritte;<br />
e quin<strong>di</strong>, essendo morosi, fu deciso <strong>di</strong> depennarli dall’elenco dei soci. <strong>La</strong> situazione al 16<br />
maggio è la seguente: soci, 54; azioni sottoscritte, 123; capitale sottoscritto, lire 6.032; capitale da<br />
versare, lire 118. cda, 16 maggio 1906.<br />
44<br />
cda, 11 giugno 1906.<br />
45 I me<strong>di</strong>ci dell’ambulatorio erano i dottori Poggi, Mezzanotte e Samaja.<br />
46 cda, 11 giugno 1906.<br />
47 cda, 4 ottobre 1906.<br />
48 Assemblea generale, 30 <strong>di</strong>cembre 1905. Nel corso dell’assemblea furono approvate alcune mo<strong>di</strong>fiche<br />
statutarie agli artt. 5, 7, 12, 28.<br />
Dopo la fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà attraversata nel 1904, quando il bilancio rischiò <strong>di</strong> chiudere<br />
in passivo, la farmacia riprese a dare risultati economici positivi: le ven<strong>di</strong>te aumentarono,<br />
ed anche l’utile netto, che, al 31 agosto 1906, fu <strong>di</strong> lire 2.279,50, incoraggiando<br />
coloro che peroravano il progetto <strong>di</strong> apertura <strong>di</strong> una succursale. Anche per questo gli<br />
amministratori furono riconfermati in blocco dall’assemblea dei soci 49 .<br />
<strong>La</strong> convenzione per la fornitura <strong>di</strong> farmaci al Comune fu rinnovata per un ulteriore<br />
biennio, praticando un ribasso del 2% 50 .<br />
<strong>La</strong> SuccurSaLe <strong>di</strong> via <strong>La</strong>Me<br />
Il progetto <strong>di</strong> aprire una succursale procedeva: alcuni consiglieri segnalarono casi <strong>di</strong><br />
titolari <strong>di</strong> farmacia che intendevano cedere l’attività 51 ; ma la scelta cadde su alcuni locali<br />
<strong>di</strong>sponibili fuori porta <strong>La</strong>me 52 . Il consigliere Coraluppi riferì 53 <strong>di</strong> aver preso contatto<br />
con il proprietario dello stabile in cui vi erano due locali ad uso negozio da affittare a<br />
lire 500 annue. Anche il <strong>di</strong>rettore Leonello Grossi visitò i locali esprimendo un parere<br />
favorevole <strong>di</strong> idoneità. Il consiglio deliberò <strong>di</strong> accettare e procedere alla stipula del contratto<br />
d’affitto dopo aver chiesto i necessari permessi alle varie autorità (Ufficio d’igiene<br />
del Comune, Prefettura). Si stanziò 54 la somma <strong>di</strong> lire 5.000 per l’impianto della nuova<br />
farmacia succursale: il proprietario dei locali fece eseguire lavori <strong>di</strong> ristrutturazione e<br />
collocare una serranda a rotolo per la quale chiese un rimborso <strong>di</strong> lire 100 55 .<br />
Il consiglio ritenne opportuno 56 chiedere, sia alla <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> Milano,<br />
sia a quella <strong>di</strong> Reggio Emilia 57 , informazioni circa il loro organico. Il primo problema,<br />
in vista dell’apertura, derivò dalla malattia del dottor Icilio Giunchi, che era stato designato<br />
quale <strong>di</strong>rettore. Il farmacista Giunchi, dopo essere stato a lungo ammalato <strong>di</strong><br />
intestino, ebbe un mese <strong>di</strong> riposo: ma al momento del rientro giunse un certificato che<br />
accertava un suo esaurimento nervoso. Il consiglio accordò un nuovo permesso per due<br />
mesi e cercò un sostituto, senza trovarlo: quin<strong>di</strong>, su in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> Grossi, fu deciso <strong>di</strong><br />
49 Assemblea generale, 13 ottobre 1906. L’unica novità fu l’ingresso, fra i sindaci effettivi, <strong>di</strong> Alessandro<br />
Alvisi al posto <strong>di</strong> Ettore Sandri.<br />
50<br />
cda, 19 ottobre 1906.<br />
51 Gualan<strong>di</strong>, titolare <strong>di</strong> una farmacia fuori porta Saffi, propose la cessione della farmacia per una<br />
somma oscillante fra 4.000 e 5.000 lire.<br />
52 Nei documenti ufficiali, l’in<strong>di</strong>rizzo della succursale viene in<strong>di</strong>cato, in un primo tempo, Fuori <strong>La</strong>me,<br />
448 e, in seguito, via <strong>La</strong>me 190.<br />
53<br />
cda, 20 gennaio 1907.<br />
54<br />
cda, 16 maggio 1907.<br />
55 Probabilmente la delibera <strong>di</strong> erogare la somma <strong>di</strong> lire 200 alla <strong>Cooperativa</strong> lavoro e progresso,<br />
con sede, appunto, in via <strong>La</strong>me, è da mettere in relazione con l’apertura della succursale. cda, 2<br />
novembre 1906.<br />
56<br />
cda, 13 giugno 1907.<br />
57 In realtà la richiesta riguardante la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> Reggio Emilia fu inviata a Giovanni<br />
Zibor<strong>di</strong>.<br />
28 29
tenere in pianta stabile il dottor Comelli, che stava sostituendo il Giunchi 58 . Nella nuova<br />
farmacia fu previsto anche l’ambulatorio me<strong>di</strong>co.<br />
Nel corso dell’assemblea dei soci 59 , dopo l’approvazione del consuntivo che presentò<br />
un utile netto <strong>di</strong> lire 2.756,28 – definito ottimo dal collegio dei sindaci revisori – e un<br />
patrimonio sociale <strong>di</strong> lire 9.105,68, si illustrò il progetto della nuova farmacia: dopo aver<br />
fatto presente come fosse vigente, dai tempi dello Stato Pontificio, una normativa che<br />
prescrivendo la <strong>di</strong>stanza che deve intercedere fra le farmacie della nostra città, necessariamente<br />
ne limita il numero, si ripercorsero le vicende che portarono alla scelta del locale<br />
fuori porta <strong>La</strong>me, considerata zona in espansione e <strong>di</strong> ceto operaio. Dopo aver stipulato<br />
il contratto d’affitto del locale nello stabile <strong>di</strong> proprietà Leporatti e ottenuta la licenza,<br />
si provvide all’acquisto <strong>di</strong> mobili (lire 2.775) e me<strong>di</strong>cinali (lire 2.000) con fon<strong>di</strong> or<strong>di</strong>nari<br />
<strong>di</strong> bilancio, con aumento <strong>di</strong> capitale e con fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> riserva. L’apertura della nuova succursale<br />
fuori porta <strong>La</strong>me – fu affermato – rappresenta la tendenza a <strong>di</strong>ffondere sempre più<br />
nella Città i principi ed i vantaggi della Cooperazione sanamente intesa.<br />
Dopo aver dato in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> sostenere con la somma <strong>di</strong> lire 300 l’istituzione <strong>di</strong> un<br />
ricreatorio laico, l’assemblea elesse gli amministratori operando un certo rinnovamento,<br />
poiché Parisini e Dalla non furono confermati 60 .<br />
Il nuovo consiglio d’amministrazione nominò 61 l’avvocato Giovanni Battista Palmieri<br />
consigliere delegato, Aldo Coraluppi <strong>di</strong>rettore amministrativo e Ermete Corazza segretario<br />
e deliberò una gratifica <strong>di</strong> lire 50 al contabile Collina e <strong>di</strong> lire 200 al <strong>di</strong>rettore dottor<br />
Leonello Grossi.<br />
L’apertura della succursale, tuttavia, subì dei ritar<strong>di</strong> in quanto non era stata consegnata<br />
la vaseria, che avrebbe dovuto essere fornita entro il 31 ottobre dalla <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> ceramiche<br />
<strong>di</strong> Firenze Camp e Sohn: la <strong>di</strong>tta si giustificò affermando che vi era stato uno sciopero dei<br />
lavoratori. Per stringere i tempi il consigliere delegato propose <strong>di</strong> prendere a noleggio i<br />
vasi dalla <strong>di</strong>tta Zanar<strong>di</strong> e <strong>di</strong> rivalersi del conseguente costo sulla <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> Firenze 62 .<br />
Fu autorizzata la spesa necessaria per fare réclame alla succursale attraverso manifesti,<br />
inserzioni sui giornali, lettere ai me<strong>di</strong>ci e ai veterinari <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> e provincia. Si<br />
decise <strong>di</strong> attivare una linea telefonica in entrambe le farmacie: in via Cavaliera, per risparmiare,<br />
si chiese alla Società Operaia <strong>di</strong> poter fare un attacco alla linea esistente (cosa<br />
che si rivelò poi non praticabile). Ci si accorse che i <strong>di</strong>pendenti in pianta stabile delle<br />
farmacie non erano soci, mentre lo statuto ne faceva obbligo. Da controlli effettuati si<br />
scoprì che erano state effettuate ven<strong>di</strong>te a cre<strong>di</strong>to, cosa vietata dallo statuto che imponeva<br />
il pagamento imme<strong>di</strong>ato, in contanti: si <strong>di</strong>ede <strong>di</strong>sposizione in merito al <strong>di</strong>rettore<br />
che, a fine anno, sarebbe stato ritenuto responsabile <strong>di</strong> eventuali conti in sospeso. Come<br />
58<br />
cda, 21 giugno 1907.<br />
59 Assemblea generale, 18 ottobre 1907.<br />
60 Furono confermati Palmieri, Coraluppi e Musini. I nuovi eletti furono il ragionier Gaetano Pinar<strong>di</strong><br />
ed Ermete Tarozzi. Sindaci effettivi Enrico Bar<strong>di</strong>, Aurelio Minghetti e Luigi Guadagnini. Sindaci<br />
supplenti Francesco Bergamini e Emanuele Sacchetti. Confermati i probiviri Albertoni e Bojar<strong>di</strong>.<br />
61<br />
cda, 24 ottobre 1907.<br />
62<br />
cda, 6 novembre 1907.<br />
iniziativa promozionale, in occasione dell’inaugurazione della farmacia succursale, si<br />
decise <strong>di</strong> offrire gratuitamente i me<strong>di</strong>cinali all’Istituto dell’infanzia abbandonata fino a<br />
marzo 1908 63 .<br />
Continuò la <strong>di</strong>atriba con la <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> ceramiche <strong>di</strong> Firenze: a seguito della comunicazione<br />
in cui la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> la <strong>di</strong>chiarava responsabile dei ritar<strong>di</strong> e dei conseguenti<br />
danni da rifondere, l’azienda rispose che non vi era alcun contratto scritto che<br />
prevedesse la consegna entro il 31 ottobre e che pertanto non era <strong>di</strong>sposta a rifondere<br />
danni; comunque avrebbe fatto la consegna con la massima sollecitu<strong>di</strong>ne possibile. Il<br />
consiglio decise <strong>di</strong> attendere ancora qualche giorno e poi <strong>di</strong> rivolgersi ad altra <strong>di</strong>tta 64 .<br />
A turbare l’andamento della farmacia fu anche un <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>o fra il <strong>di</strong>rettore della stessa,<br />
dottor Leonello Grossi, ed il farmacista Icilio Giunchi: il consigliere delegato Palmieri<br />
riferì <strong>di</strong> aver ricevuto un memoriale dal farmacista Giunchi nel quale questi si lagna perché<br />
si vede ostacolato dal farmacista Grossi e propone che la nuova Succursale venga <strong>di</strong>chiarata<br />
autonoma così egli sarebbe libero nelle sue iniziative e potrebbe esplicare tutta la sua attività.<br />
Nella stessa lettera, Giunchi fece presente che i vasi forniti non erano utilizzabili e<br />
propose <strong>di</strong> prorogare l’apertura della succursale anche per avere il tempo necessario per<br />
preparare i me<strong>di</strong>cinali.<br />
Lo stesso Palmieri fece presente che il <strong>di</strong>rettore Grossi, venuto a conoscenza delle<br />
affermazioni <strong>di</strong> Giunchi, si appellava alle sue prerogative, fissate dall’art. 26 dello statuto,<br />
lamentando il fatto che la sua autorità sia stata menomata. Coraluppi fece notare<br />
che le mansioni del <strong>di</strong>rettore tecnico non erano regolamentate e che la questione andava<br />
affrontata e perciò fu deciso <strong>di</strong> costituire un gruppo <strong>di</strong> lavoro.<br />
Il verbale della seduta successiva 65 così riassunse il seguito della vicenda:<br />
Pinar<strong>di</strong> dà comunicazione <strong>di</strong> quanto ha fatto la Commissione incaricata <strong>di</strong> definire la<br />
questione sorta fra i farmacisti Grossi e Giunchi. Riferisce che la Commissione chiamò<br />
subito i due farmacisti; che il Grossi rispose <strong>di</strong> avere avuto la nomina regolare <strong>di</strong> Direttore<br />
Tecnico, quin<strong>di</strong> intende <strong>di</strong> valersene come gliene dà <strong>di</strong>ritto lo Statuto. È sua intenzione<br />
ingerirsi della Succursale, ma tutt’al più potrebbe accordare che l’institore 66 della Succursale<br />
faccia gli acquisti giornalieri. Infine <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> essere più che mai deciso <strong>di</strong> far valere in<br />
ogni e qualsiasi maniera questi suoi <strong>di</strong>ritti. Che il Giunchi al contrario intende <strong>di</strong> avere<br />
l’autonomia in tutto.<br />
Chiamati a confronto si è constatato che più che altro trattasi <strong>di</strong> rancori personali; quin<strong>di</strong><br />
la Commissione si è formata la convinzione che non è possibile il buon accordo fra <strong>di</strong><br />
loro ed è persuasa che gli screzi continueranno sempre. Il ragionier Pinar<strong>di</strong> propone quin<strong>di</strong><br />
che la Commissione incaricata li chiami nuovamente per tentare <strong>di</strong> metterli d’accordo e<br />
qualora non fosse possibile, prendere senz’altro una deliberazione energica e cioè mo<strong>di</strong>ficare<br />
lo Statuto.<br />
63 Ibidem.<br />
64<br />
cda, 14 novembre 1907.<br />
65<br />
cda, 21 novembre 1907.<br />
66 Gestore preposto al funzionamento dell’azienda o dell’ufficio.<br />
30 31
Aurelio Minghetti 67 accettò la<br />
proposta del dottor Musini, senza<br />
però con<strong>di</strong>videre la proposta<br />
<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare lo statuto, ritenendo<br />
sufficiente un regolamento, che<br />
s’impegnò a presentare. Il consiglio<br />
deliberò <strong>di</strong> dare mandato alla<br />
commissione <strong>di</strong> portare a termine<br />
il proprio compito. Coraluppi si<br />
giustificò per l’accusa mossagli <strong>di</strong><br />
nutrire dell’astio verso il Grossi, e<br />
chiese al consiglio <strong>di</strong> decidere in<br />
merito. Il consiglio gli confermò la<br />
propria fiducia.<br />
Finalmente fu possibile fissare<br />
per il 30 novembre la data <strong>di</strong> inaugurazione<br />
della succursale68 . Tuttavia,<br />
la vaseria or<strong>di</strong>nata alla <strong>di</strong>tta<br />
<strong>di</strong> Firenze non era ancora giunta<br />
anche se la <strong>di</strong>tta aveva scritto che<br />
era in viaggio. L’avvocato Palmieri<br />
informò <strong>di</strong> aver sporto denuncia<br />
per danni e che il legale della <strong>di</strong>tta<br />
aveva chiesto un rinvio, che la cooperativa<br />
avrebbe accordato solo<br />
a fronte <strong>di</strong> una proposta <strong>di</strong> transazione<br />
favorevole alla cooperativa<br />
stessa.<br />
Nella stessa seduta il consiglio d’amministrazione deliberò l’organico della <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong> con le rispettive qualifiche69 Comunicazione prefettizia del 1909 da cui si ricava<br />
l’in<strong>di</strong>rizzo della succursale: “frazione Bertalia N. 448 –<br />
F[uori] P[orta] <strong>La</strong>me”.<br />
. Circa la vertenza sorta fra Grossi e Giunchi,<br />
67 Aurelio Minghetti nacque a <strong>Bologna</strong> il 16 luglio 1879. Diplomatosi ragioniere, dal 1906 condusse<br />
la famosa azienda <strong>di</strong> ceramica fondata a metà dell’Ottocento dal nonno Angelo Minghetti. Militante<br />
del Psi, vicino alla corrente massimalista, riteneva che il partito non dovesse puntare alla conquista<br />
del Comune <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>. Dopo il 1914, <strong>di</strong> fronte alla scelta fra l’adesione al partito e quella alla<br />
massoneria, optò per la loggia. Nel 1917 decise <strong>di</strong> trasformare la sua azienda in una cooperativa.<br />
Rientrò nel Psi nel 1919 e fu nominato vicepresidente dell’azienda municipalizzata del gas. Accusato<br />
<strong>di</strong> aver preso parte alla sparatoria a palazzo D’Accursio in occasione dell’assalto fascista (21<br />
novembre 1920), fu poi assolto.<br />
68 cda, 29 novembre 1907.<br />
69 Leonello Grossi, <strong>di</strong>rettore tecnico; Icilio Giunchi, institore della succursale; Ciro Comelli, aggiunto<br />
farmacia centrale; Raffaele Sorella, aggiunto farmacia succursale; Gaetano Fornetti, facchino<br />
farmacia centrale; Cleto Casagrande, facchino succursale.<br />
il consiglio si impegnò a presentare un regolamento, senza dover mo<strong>di</strong>ficare lo statuto,<br />
per fissare le attribuzioni del <strong>di</strong>rettore tecnico 70 .<br />
I vasi della <strong>di</strong>tta Camp e Sohn <strong>di</strong> Firenze furono consegnati solo in parte ed il consiglio<br />
decise <strong>di</strong> tenere aperta la vertenza giu<strong>di</strong>ziaria 71 .<br />
Giunse al consiglio una lettera scritta dai <strong>di</strong>pendenti nella quale si chiedeva che la<br />
ripartizione degli utili a fine anno venga fatta in base all’utile risultante dalla <strong>Farmacia</strong><br />
Centrale. Nonostante qualche consigliere sostenesse che tutti i <strong>di</strong>pendenti debbano avere<br />
gli stessi <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> concorrere alla ripartizione degli utili <strong>di</strong> tutta l’azienda, ogni decisione<br />
fu rinviata all’assemblea dei soci.<br />
Fu fissato l’orario invernale della farmacia succursale: dalle 7 alle 21. Inoltre si deliberò<br />
l’acquisto <strong>di</strong> una sterilizzatrice ed il dono <strong>di</strong> sei bottiglie <strong>di</strong> vermouth finissimo per<br />
il dottor Mazzoni che si occupava dell’ambulatorio. Su proposta <strong>di</strong> Giunchi fu deciso<br />
l’acquisto <strong>di</strong> 1000 piccoli calendari da offrire in omaggio al pubblico e ai me<strong>di</strong>ci onde fare<br />
réclame alla Succursale.<br />
Dopo il rinvio all’assemblea della richiesta <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione degli utili avanzata dal<br />
personale delle farmacie, il <strong>di</strong>rettore tecnico Grossi rassegnò le <strong>di</strong>missioni che poi, dopo<br />
alcuni giorni e dopo numerosi incontri con consiglieri, ritirò scusandosi per il gesto. Il<br />
consiglio gli restituì la lettera <strong>di</strong> <strong>di</strong>missioni ritenendola non scritta e raccomandando che<br />
per l’avvenire sia più ponderato, riflessivo e prudente nei suoi rapporti col Consiglio Direttivo<br />
72 . Ma con qualche consigliere rimasero tensioni.<br />
Il consiglio approvò il testo del regolamento organico pre<strong>di</strong>sposto dal consigliere<br />
ragionier Pinar<strong>di</strong> 73 .<br />
Il bilancio consuntivo 1907-08 presentò attività per lire 16.129,14, patrimonio<br />
per lire 9.638,96, passività per lire 6.490,18, ren<strong>di</strong>te per lire 14.804,92, spese per lire<br />
13.687,50 ed un utile netto <strong>di</strong> lire 1.117,42 74 , nonostante il bilancio della succursale fosse<br />
in per<strong>di</strong>ta. Ciò <strong>di</strong>ede lo spunto, nel corso dell’assemblea dei soci 75 , per alcuni interventi<br />
critici sul fatto che i 2/20 dell’utile siano stati <strong>di</strong>stribuiti al personale, anche a quelli della<br />
succursale che ha chiuso i conti in per<strong>di</strong>ta. Palmieri rispose <strong>di</strong>cendo che il bilancio è unico<br />
e che l’ente comprende le due farmacie e che perciò non sarebbe stato equo fare <strong>di</strong>fferenze<br />
fra i <strong>di</strong>pendenti. E che non spetta all’assemblea entrare nel merito <strong>di</strong> un aspetto<br />
gestionale quale le ripartizioni dei premi ai <strong>di</strong>pendenti 76 .<br />
70 <strong>La</strong> <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> Milano, che aveva numerose succursali, interpellata sul tipo <strong>di</strong> regolamento<br />
adottato, rispose <strong>di</strong> non aver approvato alcun regolamento, ma solo lo statuto. Il ragionier<br />
Pinar<strong>di</strong> affermò che, se a Milano non avevano ritenuto <strong>di</strong> darsi un regolamento, ancor meno vi era<br />
necessità a <strong>Bologna</strong>. <strong>La</strong> commissione istituita ad hoc, tuttavia, proseguì i propri lavori per stendere<br />
il regolamento.<br />
71 cda, 21 <strong>di</strong>cembre 1907.<br />
72 Ibidem.<br />
73<br />
cda, 25 febbraio 1908. Cfr. Allegato n. 3.<br />
74<br />
cda, 30 gennaio 1909.<br />
75 Assemblea generale, 22 marzo 1909.<br />
76 Ciò era in contrad<strong>di</strong>zione con la precedente deliberazione del consiglio <strong>di</strong> attribuire la decisione<br />
all’assemblea.<br />
32 33
Circa l’andamento della succursale, aperta il 30 novembre 1907 77 , nella relazione del<br />
consiglio d’amministrazione si affermava che la succursale aveva mostrato buoni segnali:<br />
le ven<strong>di</strong>te risultavano sod<strong>di</strong>sfacenti e la <strong>di</strong>stribuzione dei farmaci ai poveri, a carico<br />
del Comune, era stata ad<strong>di</strong>rittura superiore a quella <strong>di</strong> un intero anno della sede <strong>di</strong> via<br />
Cavaliera. Anche l’ambulatorio era stato assai attivo a conferma che quella zona povera<br />
della città aveva necessità <strong>di</strong> tale servizio e che con l’urbanizzazione era aumentata la<br />
clientela. L’utile lordo della succursale era stato <strong>di</strong> lire 2.017,41, anche se il consuntivo<br />
finale evidenziava un <strong>di</strong>savanzo dovuto alle spese generali e d’impianto. Di grande rilievo<br />
era stato il risultato della farmacia <strong>di</strong> via Cavaliera, che aveva raggiunto un utile<br />
considerevole e tale da consentire la <strong>di</strong>stribuzione ai soci <strong>di</strong> un <strong>di</strong>videndo <strong>di</strong> lire 319,50.<br />
L’utile complessivo decurtato della passività della succursale fu <strong>di</strong> lire 1.118,42. Il buon<br />
risultato <strong>di</strong> bilancio andava considerato ancor più significativo tenendo conto del riposo<br />
settimanale del personale e della chiusura delle farmacie la domenica pomeriggio.<br />
L’assemblea procedette all’elezione degli amministratori. Risultarono eletti consiglieri:<br />
ragionier Faustino Parisini 78 , ragionier Gaetano Pinar<strong>di</strong>, dottor Enrico Musini,<br />
professor Ettore Bidone 79 , Ermete Tarozzi. Sindaci effettivi: ragionier Luigi Guadagnini,<br />
Enrico Bar<strong>di</strong> e Aurelio Minghetti. Sindaci supplenti: Francesco Bergamini e Emanuele<br />
Sacchetti. Probiviri: professor Pietro Albertoni 80 , avvocato Alessandro Poggeschi e professor<br />
Giovanni Pini. Sarti e Guidastri furono in<strong>di</strong>cati dalla Società Operaia come loro<br />
rappresentanti 81 .<br />
<strong>La</strong> vertenza con la <strong>di</strong>tta fornitrice della vaseria, Camp e Sohn <strong>di</strong> Firenze, giunse ad<br />
una svolta: la <strong>di</strong>tta ammise i propri torti e si <strong>di</strong>chiarò <strong>di</strong>sponibile sia a ritirare la vaseria<br />
già consegnata, sia a cederla per sole lire 150, accollandosi le spese giu<strong>di</strong>ziarie 82 .<br />
77 Il decreto autorizzativo della Prefettura giunse nel maggio 1909.<br />
78 Poi confermato consigliere delegato.<br />
79 Ettore Bidone nacque a Sarezzano (al) il 18 <strong>di</strong>cembre 1867. Me<strong>di</strong>co chirurgo, fu <strong>di</strong>rettore della<br />
Clinica ostetrica dell’Università <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, del Brefotrofio e della Maternità. Iscritto al Psi, fu eletto<br />
consigliere comunale <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> il 28 giugno 1914, e <strong>di</strong>venne assessore all’Igiene nella giunta del<br />
sindaco Francesco Zanar<strong>di</strong>. Pre<strong>di</strong>spose il regolamento comunale d’igiene che consentì <strong>di</strong> migliorare<br />
la qualità delle abitazioni con l’acqua corrente e le latrine. Fu rieletto in consiglio comunale il<br />
31 ottobre 1920: in occasione dell’assalto dei fascisti a palazzo D’Accursio (21 novembre 1920) fu<br />
arrestato e rinviato a giu<strong>di</strong>zio per complicità e istigazione alla violenza. Rimase in carcere fino al<br />
marzo del 1923 ed espulso dall’Or<strong>di</strong>ne dei me<strong>di</strong>ci. Partecipò alla Resistenza. Morì a Milano il 15<br />
<strong>di</strong>cembre 1954.<br />
80 Pietro Albertoni nacque a Gazoldo degli Ippoliti (Mantova) nel 1849 e morì nel 1933 a <strong>Bologna</strong>.<br />
Ex garibal<strong>di</strong>no, deputato per tre legislature e senatore nel 1912, Albertoni fu docente <strong>di</strong> Fisiologia<br />
sperimentale all’Università <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> dal 1884 al 1924 e <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> quel <strong>di</strong>partimento. Fu eletto<br />
consigliere comunale a <strong>Bologna</strong> dal 1895 al 1902 e, dal 14 <strong>di</strong>cembre 1902, assessore. Compì importanti<br />
stu<strong>di</strong>, in particolare sull’igiene alimentare. Fu considerato, assieme ad Augusto Murri, un<br />
luminare della me<strong>di</strong>cina.<br />
81 Le cariche sociali furono così attribuite: consigliere delegato Faustino Parisini, segretario Ermete<br />
Tarozzi, <strong>di</strong>rettore amministrativo Emanuele Guidastri. Pinar<strong>di</strong> e Musini rassegnarono le <strong>di</strong>missioni<br />
e al loro posto furono eletti l’avvocato Ugo Lenzi e Ario Bonfiglioli.<br />
82 Nel cda del 17 aprile 1909 si assunse la decisione <strong>di</strong> transare per lire 150.<br />
Il <strong>di</strong>rettore della succursale Giunchi, malato piuttosto gravemente, fu sostituito dal<br />
dottor Bortolo Ferraresi: fu deciso 83 <strong>di</strong> continuare a pagargli lo stipen<strong>di</strong>o. Si deliberò<br />
anche l’acquisto <strong>di</strong> venti biglietti per la veglia socialista e l’erogazione <strong>di</strong> lire 300 al ricreatorio<br />
laico in procinto <strong>di</strong> essere avviato 84 .<br />
Una <strong>di</strong>vergenza <strong>di</strong> opinioni nacque quando, su sollecitazione del ragionier Guadagnini,<br />
furono mo<strong>di</strong>ficate entità e destinazione della somma degli utili, prevedendo una maggiore<br />
erogazione a favore dei <strong>di</strong>pendenti. <strong>La</strong> cosa suscitò la veemente reazione del ragionier Mario<br />
Collina, il professionista che seguiva l’amministrazione della farmacia, che rassegnò le <strong>di</strong>missioni<br />
dall’incarico. Il consigliere delegato Faustino Parisini, <strong>di</strong> fronte a tale gesto, annunciò<br />
le proprie <strong>di</strong>missioni, giustificandole col <strong>di</strong>saccordo che è sempre esistito con il rag. Collina e<br />
censurando il fatto che un professionista esterno ingerisse nelle scelte degli amministratori<br />
della cooperativa. Gli si obiettò che la reazione <strong>di</strong> Collina era motivata dal fatto che questi<br />
ritenesse non fosse consentito al consiglio d’amministrazione poter mo<strong>di</strong>ficare una posta <strong>di</strong><br />
bilancio approvata dall’assemblea. Il consiglio concluse i propri lavori approvando un or<strong>di</strong>ne<br />
del giorno nel quale si respingevano le <strong>di</strong>missioni sia <strong>di</strong> Parisini sia <strong>di</strong> Collina.<br />
Circa l’andamento della succursale, si seppe che Giunchi era ancora ammalato: gli si<br />
concessero altri <strong>di</strong>eci giorni <strong>di</strong> permesso; mentre si valutò che il farmacista della succursale,<br />
Sorella, non desse buona prova e che avesse rapporti <strong>di</strong> famiglia che si <strong>di</strong>cono irregolari.<br />
Nel corso dell’assemblea dei soci 85 , il consigliere delegato Parisini riferì che il giro<br />
d’affari della succursale era in crescita e che i farmacisti chiedevano <strong>di</strong> essere messi in<br />
pianta stabile. Il <strong>di</strong>rettore Grossi chiese la conferma in pianta stabile del commesso<br />
della farmacia centrale <strong>di</strong> via Cavaliera, Ciro Comelli 86 . Si <strong>di</strong>scusse poi del fatto che<br />
i <strong>di</strong>pendenti della farmacia centrale non dovessero ricevere alcun premio a causa del<br />
non positivo bilancio della succursale: alcuni soci avrebbero voluto premiarli ugualmente,<br />
ma Parisini fece notare che l’azienda è unica nel bene e nel male. Dopo una<br />
lunga e accesa <strong>di</strong>scussione, motivando il voto con la decisone assunta dal precedente<br />
consiglio, fu accolta la proposta <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuire un premio ai <strong>di</strong>pendenti della farmacia<br />
centrale.<br />
Furono ricordati i dolorosi decessi <strong>di</strong> alcuni esponenti e soci della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>:<br />
l’avvocato Vittorio Bojar<strong>di</strong>, Gaetano Albertazzi e Filippo Pizzirani.<br />
Il consigliere delegato informò 87 che il bilancio consuntivo al 31 agosto 1909, redatto<br />
dal ragionier Collina con inventario compilato dal ragionier Cuccoli, aveva chiuso con<br />
un utile netto <strong>di</strong> lire 2.192,93, risultante dall’utile <strong>di</strong> lire 4.493,62 della farmacia centrale<br />
e dalla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> lire 2.300,69 da parte della farmacia succursale. Parisini propose <strong>di</strong><br />
accantonare, prudenzialmente, la somma <strong>di</strong> lire 800 per il possibile esborso <strong>di</strong> lire 8.000<br />
a seguito della nuova legge sulle farmacie: nel caso non vi fosse questa necessità, i fon<strong>di</strong><br />
si sarebbero utilizzati per celebrare il decennale della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>. Si delibera-<br />
83 cda, 31 marzo 1909.<br />
84 cda, 1 giugno 1909.<br />
85 Assemblea generale, 16 giugno 1909.<br />
86 L’assemblea confermò in ruolo il titolare della succursale e Ciro Comelli come farmacista aggiunto.<br />
87 cda, 28 settembre 1909.<br />
34 35
ono i premi ai <strong>di</strong>pendenti e si confermò la gratuita <strong>di</strong>stribuzione dei farmaci all’Istituto<br />
dell’infanzia abbandonata.<br />
Il consiglio ridusse a tre il numero dei farmacisti alle <strong>di</strong>pendenze della succursale: dal primo<br />
novembre, infatti, fu licenziato il farmacista Sorella. Fu decisa l’erogazione della somma<br />
<strong>di</strong> lire 500 a favore del nuovo giornale che si sta promuovendo a <strong>Bologna</strong> dai partiti popolari.<br />
In applicazione della risoluzione approvata dalla Associazione emiliana fra i chimici<br />
farmacisti non proprietari e comunicata con circolare del 24 giugno <strong>di</strong> concedere a<br />
partire dal primo settembre aumenti <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o, al <strong>di</strong>rettore Grossi fu confermato<br />
l’assegno ad personam <strong>di</strong> lire 420 annue; furono aumentati anche i compensi dei fattorini<br />
Casagrande (da lire 360 a lire 420) e Pedrazzi (da lire 180 a lire 216); a Fornetti si<br />
concesse un aumento ad personam <strong>di</strong> lire 120.<br />
Si deliberò la spesa necessaria per affittare ed arredare una stanza a<strong>di</strong>acente alla farmacia<br />
succursale da destinare ad ambulatorio nel quale sarebbe stato presente il me<strong>di</strong>co<br />
condotto <strong>di</strong> Bertalia, Domenichini.<br />
Furono decisi l’acquisto <strong>di</strong> 20 azioni per lire 500 della nuova <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> consumo<br />
che stava per essere aperta a <strong>Bologna</strong>, l’erogazione <strong>di</strong> lire 20 a favore del Comitato pro asili<br />
infantili <strong>di</strong> Molinella e l’adesione (lire 10) alla Lega nazionale delle cooperative italiane.<br />
Di fronte alla rinuncia, da parte del ragionier Collina, <strong>di</strong> seguire i conti della <strong>Cooperativa</strong>,<br />
fu deliberato 88 <strong>di</strong> affidare la contabilità alla Società Operaia a fronte <strong>di</strong> un compenso<br />
<strong>di</strong> lire 600 annue. Fu anche deliberato il solito concorso a favore dell’Unione socialista.<br />
Il nuovo consiglio d’amministrazione eletto dall’assemblea 89 risultò così composto:<br />
cavalier professor Faustino Parisini, avvocato Ugo Lenzi 90 , professor Ettore Bidone,<br />
Ario Bonfiglioli, Ermete Tarozzi. I due rappresentanti della Società Operaia furono<br />
Emanuele Guidastri e Pietro Sarti. Parisini fu confermato consigliere delegato, Bonfiglioli<br />
<strong>di</strong>rettore amministrativo, Ermete Tarozzi segretario. Sindaci effettivi: ragionier<br />
Luigi Guadagnini, Enrico Bar<strong>di</strong>, Aurelio Minghetti. Sindaci supplenti: Emanuele Sacchetti<br />
e Augusto Negri. Probiviri: professor Pietro Albertoni, Aldo Coraluppi, professor<br />
Augusto Murri 91 . Ci si accorse poi che Augusto Negri non era socio e pertanto fu<br />
<strong>di</strong>chiarato ineleggibile.<br />
88 cda, 25 ottobre 1909.<br />
89 Assemblea generale, 20 novembre 1909.<br />
90 Avvocato, membro della Società Operaia, iscritto al Psi, <strong>di</strong>rettore del settimanale «<strong>La</strong> Squilla»,<br />
esponente <strong>di</strong> spicco della parte riformista, ricoprì <strong>di</strong>versi incarichi politici e amministrativi. Esponente<br />
<strong>di</strong> rilievo della massoneria, aderì alla loggia “VIII agosto”, fu Gran maestro nel 1949.<br />
91 Augusto Murri nacque a Fermo nel 1841 e morì a <strong>Bologna</strong> l’11 novembre 1932. <strong>La</strong>ureatosi in<br />
Me<strong>di</strong>cina, ebbe la cattedra <strong>di</strong> Clinica me<strong>di</strong>ca a <strong>Bologna</strong> nel 1892 e <strong>di</strong>venne <strong>di</strong>rettore della Clinica.<br />
Repubblicano e anticlericale, fu eletto deputato nel 1891. Positivista convinto, fu considerato un<br />
“maestro” e la sua reputazione <strong>di</strong> insigne me<strong>di</strong>co e <strong>di</strong> innovatore si espanse oltre i confini del Paese.<br />
Fu definito “il sommo dei clinici me<strong>di</strong>ci”. Il professor Murri visse momenti tragici quando, nel<br />
1902, i suoi figli, Linda e Tullio, furono arrestati e condannati per l’omici<strong>di</strong>o del marito <strong>di</strong> Linda,<br />
il conte Bonmartini. Per questa ragione anche il padre fu vittima <strong>di</strong> attacchi politici e morali. Il<br />
figlio Tullio era socialista, eletto in consiglio provinciale, autore <strong>di</strong> qualche articolo su «<strong>La</strong> Squilla».<br />
Augusto e Tullio furono soci della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>, dalla quale Tullio si <strong>di</strong>mise quando fu<br />
inquisito e condannato.<br />
Avvocato Ugo Lenzi. Augusto Murri.<br />
In vista dell’inverno fu deciso <strong>di</strong> acquistare una stufa per la farmacia centrale e <strong>di</strong><br />
collocare l’insegna alla succursale.<br />
<strong>La</strong> riunione del consiglio d’amministrazione del 19 gennaio 1910 fu rinviata in segno<br />
<strong>di</strong> lutto per la morte dell’onorevole Andrea Costa 92 strenuo fautore della cooperazione e<br />
lottatore indomabile per la classe lavoratrice.<br />
Per far fronte all’incremento del lavoro nella farmacia centrale fu assunta la farmacista<br />
Emma Libera 93 . Il consigliere delegato informò che era stata ottenuta la fornitura<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali dello zuccherificio e si stava trattando col Comune <strong>di</strong> Calderara per la<br />
fornitura dei me<strong>di</strong>cinali ai poveri 94 . Si deliberò <strong>di</strong> iscrivere la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
alla Camera <strong>di</strong> Commercio <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> e <strong>di</strong> acquistare due azioni per un valore <strong>di</strong> lire<br />
40 della Emiliana società cooperativa <strong>di</strong> assicurazioni. <strong>La</strong> somma <strong>di</strong> lire 20 fu destinata<br />
al comitato per le onoranze funebri ad Andrea Costa e lire 50 per il monumento che<br />
gli sarà de<strong>di</strong>cato ad Imola. Si stanziano poi lire 100 a sostegno della can<strong>di</strong>datura <strong>di</strong><br />
Ugo Lenzi 95 .<br />
92 Andrea Costa nacque a Imola il 30 novembre 1851 e vi morì il 19 gennaio del 1910. Dopo una fase<br />
che lo vide aderire alle teorie anarchiche, passò al socialismo, sostenendo che per migliorare le con<strong>di</strong>zioni<br />
dei lavoratori occorreva un lavoro paziente, fatto <strong>di</strong> iniziative concrete, <strong>di</strong> “mezzi pratici”,<br />
<strong>di</strong> forme aggregative come il sindacato e le cooperative. Stu<strong>di</strong>ò nell’ateneo bolognese laureandosi<br />
in Lettere, allievo <strong>di</strong> Giosuè Carducci, e a <strong>Bologna</strong> prese parte al moto rivoluzionario organizzato<br />
dall’anarchico Bakunin nel 1874. Arrestato e processato, fu assolto anche in virtù dell’intervento<br />
a suo favore dello stesso Carducci. Nel 1882 fu eletto in Parlamento, primo deputato socialista<br />
della storia italiana. Nel 1909 <strong>di</strong>venne vicepresidente della Camera dei deputati. L’anno dopo, il 19<br />
gennaio, morì in ospedale, a Imola. Era Gran maestro aggiunto della massoneria.<br />
93<br />
cda, 21 aprile 1910.<br />
94 <strong>La</strong> trattativa giunse a buon fine: ne fu data notizia nel corso del cda del 12 ottobre 1910.<br />
95<br />
cda, 21 aprile 1910.<br />
36 37
Furono aumentati gli stipen<strong>di</strong> <strong>di</strong> Elia Pedrazzi, fattorino della farmacia centrale, e<br />
<strong>di</strong> Cleto Casagrande, fattorino della succursale; furono messi in pianta stabile il farmacista<br />
Ferraresi, con lo stipen<strong>di</strong>o mensile <strong>di</strong> lire 180, ed Emma Libera presso la farmacia<br />
centrale 96 .<br />
Il consuntivo chiuso al 31 agosto 1910 presentò un utile netto <strong>di</strong> lire 6.198,30: il consigliere<br />
delegato Parisini propose <strong>di</strong> accantonare la somma <strong>di</strong> lire 1.200 per spese ultra<br />
straor<strong>di</strong>narie in vista <strong>di</strong> una eventuale tassa <strong>di</strong> licenza da pagarsi qualora fosse approvato il<br />
progetto <strong>di</strong> legge sulle farmacie, e la somma <strong>di</strong> lire 3.000 come fondo per il trattamento <strong>di</strong><br />
pensione per i <strong>di</strong>pendenti, avvalendosi della Assicurazione popolare istituita dalla Cassa<br />
Nazionale <strong>di</strong> Previdenza. Le proposte furono accolte e considerate come il modo migliore<br />
per celebrare i <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> vita della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> 97 .<br />
Nel corso dell’assemblea dei soci 98 fu espressa grande sod<strong>di</strong>sfazione per l’andamento<br />
del bilancio che aveva superato le più rosee aspettative, soprattutto per merito della<br />
farmacia succursale in virtù dello zelo dei nostri agenti e specialmente <strong>di</strong> Icilio Giunchi e<br />
della buona fama presso il pubblico.<br />
<strong>La</strong> spesa per il personale era cresciuta per la centrale, ma <strong>di</strong>minuita per la succursale<br />
che, in un anno, era passata da un deficit <strong>di</strong> lire 2.300,69 ad un avanzo <strong>di</strong> lire 509,26. Al<br />
Comune <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> la succursale aveva fornito me<strong>di</strong>cinali per un importo <strong>di</strong> lire 5.048,<br />
cioè per un valore <strong>di</strong> oltre un terzo delle ven<strong>di</strong>te complessive. Le prospettive apparivano<br />
lusinghiere in quanto la località è in progresso per il miglioramento della viabilità e col crescere<br />
delle abitazioni. Anzi, si pensò <strong>di</strong> acquistare un terreno a<strong>di</strong>acente la farmacia fuori<br />
porta <strong>La</strong>me e l’ingegner <strong>Marco</strong>vigi fu incaricato <strong>di</strong> prendere contatti con la proprietà 99 .<br />
Era attesa con ansia la nuova normativa nazionale sull’esercizio delle farmacie, in<br />
quanto l’intenzione della cooperativa era quella <strong>di</strong> aprire altre farmacie a <strong>Bologna</strong>. In proposito<br />
fu deciso l’invio <strong>di</strong> due telegrammi, uno all’ex Presidente del Consiglio Luzzatti ed<br />
uno a quello in carica, Giolitti, per aver tutelato gli interessi delle Farmacie Cooperative.<br />
Intanto giunsero le offerte <strong>di</strong> acquisto <strong>di</strong> due farmacie: quella del dottor Gualan<strong>di</strong>, in<br />
via Ugo Bassi, e quella <strong>di</strong> via Mascarella. Il consiglio 100 le respinse entrambe: la prima per<br />
il prezzo troppo alto, la seconda perché troppo vicina alla farmacia centrale.<br />
Fu deciso <strong>di</strong> realizzare una latrina nella farmacia centrale, <strong>di</strong> dar corso ad una ristrutturazione<br />
dei locali e <strong>di</strong> cambiare il vasellame nel corso del 1911 101 . Il consiglio prese<br />
atto della richiesta <strong>di</strong> aumento dell’affitto, da parte della Società Operaia, nella misura<br />
<strong>di</strong> lire 150 annue.<br />
96 cda, 12 ottobre 1910.<br />
97 Ibidem. L’istituzione del fondo pensioni fu decisa come riconoscimento delle benemerenze del personale.<br />
98 Assemblea generale, 16 marzo 1911.<br />
99 Nel corso della seduta del cda del 4 marzo 1911, il consigliere delegato riferisce che la trattativa si<br />
era chiusa a causa dell’eccessivo prezzo richiesto per la cessione del terreno.<br />
100 cda, 12 ottobre 1910.<br />
101 Il progetto <strong>di</strong> restauro dei locali della farmacia centrale fu presentato dal <strong>di</strong>rettore amministrativo<br />
Ario Bonfiglioli: il bozzetto per la decorazione era opera del professor Oddone Scabia, mentre la<br />
<strong>di</strong>tta Bianchi realizzò l’impianto della luce elettrica. cda, 26 luglio 1911.<br />
Nella succursale fu sostituita l’illuminazione a gas con quella elettrica e fu destinata<br />
la somma <strong>di</strong> lire 25 per la costituzione della Fondazione Enrico Golinelli 102 . Poiché si<br />
temeva il sopraggiungere <strong>di</strong> una epidemia <strong>di</strong> colera, il consiglio 103 <strong>di</strong>ede <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong><br />
attrezzarsi allo scopo.<br />
L’assemblea del 16 maggio 1911 confermò l’intero consiglio; la Società Operaia in<strong>di</strong>cò<br />
come propri rappresentanti Emanuele Guidastri e Augusto Negri. Inoltre, furono<br />
nominati sindaci effettivi Luigi Guadagnini, Aurelio Minghetti e Emanuele Sacchetti;<br />
sindaci supplenti, Enrico Bar<strong>di</strong> e Pietro Sarti; probiviri, professor Pietro Albertoni, professor<br />
Augusto Murri, Aldo Coraluppi.<br />
Il farmacista Giunchi, richiamato sotto le armi, fu <strong>di</strong>chiarato abile e, terminati i venti<br />
giorni, chiese quin<strong>di</strong>ci giorni <strong>di</strong> permesso per cure. Il consiglio accolse la richiesta 104 e<br />
provvide a sostituire Giunchi con il dottor Trovanelli; quin<strong>di</strong> stanziò la somma <strong>di</strong> lire<br />
1.000 a favore della Società Operaia in occasione del suo 50° dalla fondazione quale<br />
contributo per l’invio <strong>di</strong> bambini alle colonie marine 105 .<br />
L’11 ottobre 1911 morì Celestino Barbieri, già sindaco del primo cda della <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong> ed uno dei fondatori. In suo ricordo fu destinata la somma <strong>di</strong> lire 10 a<br />
favore dell’Infanzia abbandonata. Si deliberò anche la somma <strong>di</strong> lire 200 a favore del<br />
settimanale «<strong>La</strong> Squilla» 106 a fronte <strong>di</strong> un anno <strong>di</strong> pubblicità 107 .<br />
<strong>La</strong> farmacista Emma Libera <strong>di</strong>ede buona prova e perciò il cda decise 108 <strong>di</strong> assumerla<br />
in pianta stabile con lo stipen<strong>di</strong>o mensile <strong>di</strong> lire 180.<br />
Furono decise la collocazione <strong>di</strong> una tenda all’esterno della succursale, l’erogazione<br />
<strong>di</strong> lire 20 a favore della fondazione <strong>di</strong> un ospedale per malati <strong>di</strong> tubercolosi ossea in memoria<br />
del professor Co<strong>di</strong>villa 109 e lire 20 all’Unione socialista 110 .<br />
Fu deliberato l’aumento <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o del 10% per tutti i <strong>di</strong>pendenti, in base al regolamento<br />
organico e fu messo in pianta stabile il facchino Cleto Casagrande 111 . Il consiglio espresse il<br />
proprio compiacimento al professor Pietro Albertoni per la sua nomina a Senatore del Regno.<br />
102 Enrico Golinelli (1848-1911), avvocato, repubblicano, amico <strong>di</strong> Aurelio Saffi, fu tra coloro che costituirono<br />
nel 1879 l’Associazione democratica. Consigliere comunale nel 1889, fu sindaco <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong><br />
dal 1902 al 1904. Esponente <strong>di</strong> spicco della massoneria, fu Venerabile della loggia “VIII Agosto”.<br />
103<br />
cda, 4 marzo 1911.<br />
104<br />
cda, 21 settembre 1911.<br />
105 <strong>La</strong> Società Operaia, in segno <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne, fece pervenire un <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> benemerenza che il consiglio<br />
decise <strong>di</strong> far incorniciare e <strong>di</strong> tenere esposto.<br />
106 «<strong>La</strong> Squilla», settimanale socialista, dopo un numero zero de<strong>di</strong>cato al primo maggio a Molinella, iniziò<br />
le pubblicazioni a partire dall’11 maggio 1901. Direttore era Ugo Lenzi. Il giornale era stampato presso<br />
la Società cooperativa Azzogui<strong>di</strong>. L’articolo <strong>di</strong> fondo del primo numero era firmato da Leonida Bissolati.<br />
107 cda, 11 ottobre 1911.<br />
108<br />
cda, 21 febbraio 1912.<br />
109 Alessandro Co<strong>di</strong>villa (<strong>Bologna</strong>, 1861-1912), laureatosi in Me<strong>di</strong>cina, <strong>di</strong>venne <strong>di</strong>rettore dell’Istituto<br />
ortope<strong>di</strong>co Rizzoli dall’inizio del 1899. Fu docente <strong>di</strong> Ortope<strong>di</strong>a all’Università <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>. È ritenuto<br />
il fondatore dell’ortope<strong>di</strong>a in Italia.<br />
110<br />
cda, 30 marzo 1912.<br />
111 Secondo il regolamento organico era previsto un aumento automatico dello stipen<strong>di</strong>o dopo un<br />
quadriennio.<br />
38 39
L’assemblea dei soci confermò il consiglio uscente e gli altri incarichi amministrativi<br />
112 . Nell’occasione inviò un augurio al prof. Murri per la scarcerazione del proprio figlio<br />
Tullio 113 ex socio della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>.<br />
Il consigliere delegato, dopo aver fatto presente che gli incassi delle farmacie erano<br />
in lieve flessione, fenomeno comune a tutto il sistema, lamentò lo scarso impegno della<br />
Società Operaia nella tenuta dei libri contabili e propose <strong>di</strong> affidarli ad un professionista.<br />
Il consiglio approvò e stanziò a tal fine la somma <strong>di</strong> lire 600, la stessa riconosciuta<br />
all’Operaia per tale mansione 114 . Come nel passato, fu stanziata la somma <strong>di</strong> lire 120 a<br />
favore della Società Operaia per i soggiorni marini dei bambini.<br />
Giunsero le offerte <strong>di</strong> acquisto delle farmacie <strong>di</strong> Sant’Antonio <strong>di</strong> Savena e <strong>di</strong> San<br />
Salvatore per lire 30.000 115 : non ebbero seguito.<br />
Il consigliere delegato presentò il consuntivo al 31 agosto 1912 116 : i ricavi erano calati<br />
<strong>di</strong> circa lire 3.000 e le spese cresciute <strong>di</strong> circa lire 3.000 per aumento degli stipen<strong>di</strong>,<br />
per tasse arretrate, per l’accresciuto affitto dei locali e per spese <strong>di</strong> pubblicità. L’utile fu<br />
<strong>di</strong> lire 1.678,16 per la centrale e <strong>di</strong> lire 57,20 per la succursale. Furono confermate le<br />
elargizioni al ricreatorio laico <strong>di</strong> Corticella (lire 10), all’Infanzia abbandonata (lire 45,80<br />
corrispondenti ai farmaci donati allo stesso), lire 200 a «<strong>La</strong> Squilla» per pubblicità.<br />
iL Servizio notturno deLLe FarMacie<br />
Il <strong>di</strong>rettore della farmacia dottor Grossi, intervenendo durante una seduta del consiglio<br />
117 riferì dell’accordo intervenuto fra le farmacie riguardo ai prezzi (tariffa unica<br />
minima) sostenendo che l’adesione a tale proposta avrebbe creato danni alla <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong> fondata proprio allo scopo <strong>di</strong> calmierare i prezzi. Il consigliere delegato Parisini<br />
fece notare che il tariffario non era ancora entrato in vigore e quin<strong>di</strong> riteneva non<br />
opportuno assumere decisioni in merito; in ogni caso ai consumatori della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
sarebbero rimasti dei vantaggi sia per la qualità dei farmaci sia per i <strong>di</strong>viden<strong>di</strong>.<br />
Fu deciso l’acquisto <strong>di</strong> 10 azioni della <strong>Cooperativa</strong> Bolognina per lire 100.<br />
112 Consiglieri: Parisini, Lenzi, Bidone, Bonfiglioli, Tarozzi. Sindaci effettivi: Guadagnini, Sacchetti,<br />
Minghetti. Sindaci supplenti: Spisani, Bar<strong>di</strong>. Probiviri: Albertoni, Murri, Coraluppi. Rappresentanti<br />
della Società Operaia: Guidastri, Negri. Anche gli incarichi nel cda restarono gli stessi. Assemblea<br />
generale, 13 aprile 1912.<br />
113 Figlio del professor Augusto Murri, avvocato e laureato in lettere, socialista, eletto in consiglio provinciale<br />
battendo Giosuè Carducci, fu riconosciuto colpevole dell’omici<strong>di</strong>o del conte Bonmartini,<br />
marito della sorella Linda, avvenuto nel 1902. Il 24 aprile 1919 fu graziato.<br />
114 cda, 19 giugno 1912. <strong>La</strong> contabilità fu affidata al ragionier Travaglia <strong>di</strong>etro compenso <strong>di</strong> lire 300<br />
annue.<br />
115 Furono respinte nella seduta del 13 settembre 1912 per il prezzo ritenuto eccessivo: lire 30.000 per<br />
la farmacia <strong>di</strong> San Salvatore e lire 10.000 più tre anni <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o al farmacista uscente <strong>di</strong> Sant’Antonio<br />
<strong>di</strong> Savena, dove gli incassi erano <strong>di</strong> lire 15 giornaliere.<br />
116<br />
cda, 13 settembre 1912.<br />
117<br />
cda, 24 ottobre 1912.<br />
Il dottor Grossi informò il consiglio che nei mesi <strong>di</strong> settembre e ottobre si è avuta una<br />
notevole <strong>di</strong>minuzione nelle ven<strong>di</strong>te alla Succursale, mentre alla Centrale la <strong>di</strong>minuzione vi<br />
è stata solo nel mese <strong>di</strong> settembre; e che alcune farmacie avevano cessato il servizio notturno,<br />
interpretando in questo senso la nuova legge che obbligava a svolgere il servizio<br />
notturno, ma non da parte <strong>di</strong> tutte le farmacie. Inoltre, prima della legge, che imponeva<br />
la presenza <strong>di</strong> un farmacista, molte farmacie svolgevano il servizio tramite un assistente;<br />
con l’imposizione del farmacista, avevano cessato il servizio notturno per contenere i<br />
costi. Grossi propose <strong>di</strong> far svolgere il servizio notturno con guar<strong>di</strong>a me<strong>di</strong>ca alla farmacia<br />
centrale. Il consigliere professor Bidone, con<strong>di</strong>videndo la proposta, sostenne che il<br />
Comune avrebbe dovuto sussi<strong>di</strong>are tale attività. Il consigliere Tarozzi, pur essendo d’accordo,<br />
manifestò il timore <strong>di</strong> una forte crescita delle spese. Il consigliere delegato, dopo<br />
aver affermato che lo scopo principale della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> è quello <strong>di</strong> curare gli<br />
interessi della citta<strong>di</strong>nanza, propose <strong>di</strong> aprire una nuova farmacia solo per il servizio notturno<br />
in locali concessi dal Comune. Al termine della <strong>di</strong>scussione il consiglio decise 118<br />
l’apertura notturna della farmacia centrale, in via sperimentale, una volta in<strong>di</strong>viduato<br />
un farmacista non fra quelli in servizio. Dopo due mesi si sarebbe verificato l’esito della<br />
sperimentazione. Si incaricò Grossi <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare il farmacista.<br />
Il consigliere Aldo Coraluppi rassegnò le <strong>di</strong>missioni 119 dovendo abbandonare <strong>Bologna</strong>;<br />
il consiglio non le accolse. Il consigliere delegato informò che il Parlamento aveva<br />
approvato la legge sulle farmacie e che le cooperative erano state esentate dal pagamento<br />
della sovrattassa <strong>di</strong> lire 8.000 120 .<br />
<strong>La</strong> LegiS<strong>La</strong>zione in Materia <strong>di</strong> FarMacie<br />
Con l’Unità d’Italia, si rese in<strong>di</strong>spensabile unificare anche la normativa in materia <strong>di</strong><br />
ven<strong>di</strong>ta dei farmaci, all’epoca prevalentemente galenici. Nacque così la legge Crispi del<br />
22 <strong>di</strong>cembre 1888 che si propose <strong>di</strong> introdurre il libero esercizio delle farmacie, pur sotto<br />
la vigilanza dello Stato; fu una legge importante sebbene lacunosa in quanto consentiva<br />
interpretazioni soggettive. <strong>La</strong> legge aveva l’obiettivo <strong>di</strong> omogeneizzare il sistema delle farmacie<br />
dopo l’Unità. Infatti, le norme, approvate fra XVIII e XIX secolo erano <strong>di</strong>fformi<br />
nei vari Stati italiani: alla base, quasi ovunque, vi era l’autorizzazione del Sovrano, eccetto<br />
che nei Ducati <strong>di</strong> Parma e Modena, e nel Granducato <strong>di</strong> Toscana dove vigevano il libero<br />
esercizio e la trasmissione dell’esercizio per successione o per alienazione. Differenti erano<br />
poi le regole per la “minima <strong>di</strong>stanza” fra i vari esercizi.<br />
<strong>La</strong> legge del 1888, che voleva essere liberale ed eliminare vincoli e lacci, risultò però<br />
ambigua nell’articolato, lasciando ampi margini interpretativi: ad esempio non vi era l’esplicita<br />
abolizione delle norme preesistenti nei vari Stati; mentre la “libertà d’esercizio”<br />
<strong>di</strong>ede luogo ad abusi e conseguenti danni alla salute in relazione alla qualità dei farmaci.<br />
118<br />
cda, 26 <strong>di</strong>cembre 1912.<br />
119<br />
cda, 10 marzo 1913.<br />
120 Il cda aveva accantonato prudenzialmente la somma <strong>di</strong> lire 6.000.<br />
40 41
<strong>La</strong> legge 468 del 22 maggio 1913, emanata sotto il governo Giolitti, introdusse il concetto<br />
<strong>di</strong> attività farmaceutica come servizio pubblico su concessione governativa: si basava<br />
su alcuni principi, come quello del concorso pubblico professionale per esercitare, l’aspetto<br />
vitalizio della concessione, il limite ad un massimo <strong>di</strong> due concessioni ad una singola<br />
persona. Si prevedeva anche l’esercizio farmaceutico pubblico, attraverso i Comuni o tramite<br />
forme cooperative.<br />
Il primo effetto fu quello <strong>di</strong> procedere alla chiusura delle farmacie prive <strong>di</strong> requisiti<br />
in base alla legge del 1888 e a quella del 1913. Si concesse un lasso <strong>di</strong> vent’anni affinché i<br />
titolari non farmacisti lasciassero la farmacia.<br />
<strong>La</strong> legge del 1913 fissava anche i requisiti del titolare delle farmacie: la laurea o il <strong>di</strong>ploma<br />
in farmacia. In seguito <strong>di</strong>venne titolo fondamentale l’iscrizione all’Albo dei farmacisti<br />
che si otteneva tramite la laurea e l’abilitazione professionale conseguita previo esame <strong>di</strong><br />
Stato. Con la stessa legge si imponeva che il sostituto del farmacista titolare fosse in possesso<br />
<strong>di</strong> un certificato <strong>di</strong> abilitazione.<br />
Il D.L. n. 463 del 15 marzo 1934, che recepiva il dettato della legge del 1913, ebbe<br />
come conseguenza la chiusura <strong>di</strong> 2.432 farmacie: <strong>di</strong> esse 1.124 dovevano chiudere definitivamente<br />
perché eccedenti, mentre le restanti 1.308 avrebbero dovuto essere messe a<br />
concorso. Inoltre, nel T.U. delle leggi sanitarie n. 1265 del 27 luglio 1934, cioè pochi mesi<br />
dopo il D.L. n. 463, si consentì il passaggio delle farmacie detenute da non farmacisti<br />
purché cedute a farmacisti iscritti all’albo professionale.<br />
Nel 1938 fu emanato il Regolamento per il servizio farmaceutico (30 settembre 1938 n.<br />
1706). Circa le farmacie comunali, la legge che consentì la municipalizzazione anche delle<br />
farmacie fu il T.U. n. 2578 del 15 ottobre 1925, che dettò le norme sulla municipalizzazione<br />
dei pubblici servizi.<br />
Nell’imme<strong>di</strong>ato dopoguerra fu approvato il D.L. n. 233 del 13 settembre 1946, “Ricostituzione<br />
degli Or<strong>di</strong>ni delle professioni sanitarie e per l’esercizio delle professioni stesse”:<br />
il relativo regolamento applicativo uscì con D.P.R. n. 221 del 5 aprile 1950.<br />
<strong>La</strong> legge n. 530 del 9 giugno 1947, all’art. 27, autorizzava i Comuni ad aprire farmacie<br />
anche in eccedenza alla pianta organica, rinviando, in or<strong>di</strong>ne alle modalità, al T.U. del 1925,<br />
ma mantenendo comunque la gestione delle farmacie ben <strong>di</strong>stinta dal bilancio comunale.<br />
L’art. 37 del T.U. consentiva alle farmacie <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> enti morali e <strong>di</strong> istituzioni <strong>di</strong> beneficenza<br />
<strong>di</strong> poter operare indefinitamente.<br />
Sono ricordate col nome del ministro dell’epoca Luigi Mariotti la legge n. 221 del 1968<br />
e la legge n. 475 del 2 aprile 1968, “Norme concernenti il servizio farmaceutico”: il relativo<br />
regolamento fu il D.P.R. n. 1275 del 21 agosto 1971. Con le leggi del 1968 si regolamentarono<br />
le cessioni ed il ruolo dei Comuni cui fu data la prelazione sulle farmacie da mettere<br />
a concorso nella misura del 50%. Le leggi facevano riferimento alla normativa introdotta<br />
dal governo Giolitti, adeguandola ai tempi mutati, ma mantenendo fermi i capisal<strong>di</strong> fondamentali.<br />
Il concorso era effettuato tramite prove e non solo per titoli. <strong>La</strong> titolarità della<br />
farmacia e la sua gestione dovevano coincidere nella figura del farmacista titolare, anche<br />
se erano previste forme economiche associative.<br />
<strong>La</strong> legge n. 362 dell’8 novembre 1991, “Norme <strong>di</strong> rior<strong>di</strong>no del settore farmaceutico”,<br />
stabilì che la titolarità delle farmacie potesse appartenere anche a società <strong>di</strong> persone, pur-<br />
ché i soci fossero farmacisti iscritti all’albo e in possesso dell’idoneità alla professione. <strong>La</strong><br />
legge apportò solo alcune mo<strong>di</strong>fiche alla legge Mariotti.<br />
Assai innovativo e incisivo per contenere i prezzi dei farmaci a totale carico del consumatore<br />
fu il D.L. n. 87 del 27 maggio 2005, “Disposizioni urgenti per il prezzo dei<br />
farmaci non rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale”, proposto dal ministro Storace:<br />
in esso si stabiliva, fra l’altro, che i prezzi fissati dalle aziende produttrici rappresentassero<br />
il “prezzo massimo <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta al pubblico”; ma si consentiva al farmacista <strong>di</strong> poter applicare<br />
a tutti i clienti uno sconto massimo del 20% sul prezzo dei farmaci senza obbligo <strong>di</strong><br />
ricetta. Inoltre, per i farmaci <strong>di</strong> fascia C con obbligo <strong>di</strong> ricetta, il farmacista era tenuto ad<br />
informare il consumatore dell’esistenza <strong>di</strong> farmaci equivalenti ma <strong>di</strong> prezzo inferiore. Se<br />
il consumatore era d’accordo e se sulla ricetta non vi era l’in<strong>di</strong>cazione del me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> “non<br />
sostituibilità”, il farmacista poteva fornire il prodotto meno caro.<br />
Da ultimo, va ricordata la legge n. 248 del 4 agosto 2006, proposta dal ministro Bersani,<br />
che consentì la ven<strong>di</strong>ta in esercizi commerciali (come gli ipermercati) <strong>di</strong> prodotti da banco<br />
o <strong>di</strong> autome<strong>di</strong>cazione, cioè quelli per i quali non è obbligatoria la prescrizione del me<strong>di</strong>co.<br />
Su tali prodotti si ammetteva la possibilità <strong>di</strong> praticare sconti a <strong>di</strong>screzione dei ven<strong>di</strong>tori.<br />
Per avviare il servizio notturno era stato assunto il farmacista Ferruccio Bentini con<br />
lo stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> lire 250. Grossi comunicò che i due mesi <strong>di</strong> sperimentazione avevano<br />
dato buon esito e che egli stesso aveva incontrato il sindaco <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> Nadalini per<br />
chiedere un sussi<strong>di</strong>o ottenendo risposta negativa: il sindaco aveva assicurato, tuttavia,<br />
che il Comune avrebbe affisso un manifesto per informare la citta<strong>di</strong>nanza dell’apertura<br />
notturna della farmacia centrale. Grossi aveva coinvolto anche i me<strong>di</strong>ci e gli albergatori,<br />
inviando loro una lettera per informare dell’apertura notturna. Due me<strong>di</strong>ci si erano<br />
offerti <strong>di</strong> collaborare in caso <strong>di</strong> necessità ed uno <strong>di</strong> essi, il dottor Zampa, aveva dormito<br />
nell’ambulatorio della farmacia. Tuttavia, il risultato economico dell’esperimento <strong>di</strong><br />
apertura notturna aveva mostrato una per<strong>di</strong>ta quoti<strong>di</strong>ana oscillante fra lire 1,5 e 4, compensate,<br />
però, da un aumento degli incassi <strong>di</strong>urni. Il consiglio deliberò la prosecuzione<br />
dell’apertura notturna, reiterando la richiesta <strong>di</strong> un sussi<strong>di</strong>o al Comune. Il consigliere<br />
Bonfiglioli si <strong>di</strong>mise dall’incarico <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore amministrativo; al suo posto fu nominato<br />
Augusto Negri 121 .<br />
Nel corso dell’assemblea dei soci 122 , il consigliere delegato Parisini illustrò il servizio<br />
notturno svolto dalla farmacia: benché il Comune avesse negato un qualsiasi concorso,<br />
il consiglio d’amministrazione aveva deliberato l’apertura notturna a partire dal 10 gennaio<br />
1913. Il servizio, evidentemente, si rivelò utile ai citta<strong>di</strong>ni poiché nell’arco <strong>di</strong> 112<br />
121 L’assemblea dei soci, nella seduta del 6 maggio 1913, elesse il consiglio d’amministrazione nel quale<br />
entrò Emanuele Sacchetti al posto <strong>di</strong> Bonfiglioli. Sindaci effettivi: professor Luigi Guadagnini, Aurelio<br />
Minghetti e Aldo Spisani; sindaci supplenti: Carlo Anconelli e Enrico Bar<strong>di</strong>; Probiviri: professor<br />
Pietro Albertoni, professor Augusto Murri e professor Antonio Gnu<strong>di</strong>; rappresentanti della Società<br />
Operaia, Augusto Negri e Emanuele Guidastri. Il cavalier Augusto Parisini fu poi confermato consigliere<br />
delegato, Augusto Negri <strong>di</strong>rettore amministrativo e Ermete Tarozzi, segretario.<br />
122 Assemblea generale, 6 maggio 1913.<br />
42 43
giorni <strong>di</strong> apertura si sono avute 3.752 or<strong>di</strong>nazioni (comprese 337 ricette d’urgenza), 89<br />
chiamate del me<strong>di</strong>co, coll’incasso <strong>di</strong> lire 1.377,50: un incasso notevole, ma non tale da<br />
coprire le spese. Ciononostante il consiglio propose all’assemblea <strong>di</strong> continuare l’esperienza<br />
dell’apertura notturna fin quando la per<strong>di</strong>ta non fosse <strong>di</strong>ventata soverchiamente<br />
dannosa. L’assemblea, con<strong>di</strong>videndo l’operato del consiglio d’amministrazione deliberò<br />
<strong>di</strong> proseguire con prudenza il servizio notturno. Il consigliere Ugo Lenzi propose – e<br />
l’assemblea approvò – <strong>di</strong> devolvere la somma <strong>di</strong> lire 50 per il monumento de<strong>di</strong>cato a<br />
Quirico Filopanti a Budrio. L’assemblea decise anche <strong>di</strong> destinare la somma <strong>di</strong> lire 500<br />
al Comitato contro la tubercolosi, <strong>di</strong> recente costituzione, iscrivendo la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
come socio fondatore.<br />
Gli incassi delle farmacie (anche per il servizio notturno) erano tutti in crescita e<br />
perciò il consiglio decise 123 <strong>di</strong> assumere un farmacista per la succursale con lo stipen<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> lire 300 mensili.<br />
Il consigliere delegato informò che la spesa <strong>di</strong> ristrutturazione dei locali della farmacia<br />
centrale era stata <strong>di</strong> lire 703 e che la Società Operaia aveva contribuito. Colse<br />
l’occasione per chiedere ai rappresentanti della Società Operaia che la stessa possa farsi<br />
carico <strong>di</strong> installare un calorifero per il prossimo inverno.<br />
Le pratiche per regolarizzare le farmacie in base alla nuova legge furono affidate al<br />
consigliere avvocato Lenzi.<br />
I consiglieri si rallegrarono 124 col consigliere delegato cavalier Parisini per le celebrazioni<br />
de<strong>di</strong>categli dalla Regia Accademia dei ragionieri per il quarantesimo <strong>di</strong> esercizio<br />
della sua professione: il consiglio, per onorare la sua attività a favore della <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong>, decise <strong>di</strong> far coniare una medaglia d’oro.<br />
Il consigliere Tarozzi riferì <strong>di</strong> aver incontrato i <strong>di</strong>rigenti della Società Operaia e <strong>di</strong><br />
aver ottenuto l’assicurazione che l’impianto <strong>di</strong> riscaldamento sarebbe stato pronto per<br />
il prossimo inverno. L’Unione socialista chiese un contributo finanziario per le prossime<br />
elezioni e in particolare per i can<strong>di</strong>dati dei collegi 1 e 3, dove è can<strong>di</strong>dato il dr. Leonello<br />
Grossi. Si decise <strong>di</strong> stanziare la somma <strong>di</strong> lire 300: lire 200 per il 3° collegio e lire 100<br />
per il 1° collegio.<br />
L’andamento delle farmacie segnalava un utile per la Centrale, per<strong>di</strong>te lievi per la<br />
succursale e più consistenti per il servizio notturno; quanto alle per<strong>di</strong>te della succursale,<br />
si fece notare come le convenzioni con le Ferrovie dello Stato ed il Comune <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong><br />
per la consegna <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali avessero margini <strong>di</strong> utile assai ridotti.<br />
Quanto alle nuove tariffe stabilite per l’organico delle farmacie, si <strong>di</strong>ede lettura <strong>di</strong><br />
una comunicazione dell’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti della provincia <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, datata 15 ottobre;<br />
in essa si fissavano i compensi minimi mensili nel modo seguente: <strong>di</strong>rettore, lire<br />
275 (ma lire 300 per i <strong>di</strong>rettori delle cooperative ed enti pubblici), farmacisti lire 220 (ma<br />
lire 250 per i farmacisti delle cooperative ed enti pubblici), lavoro straor<strong>di</strong>nario lire 1,25<br />
l’ora. Al <strong>di</strong>rettore spettavano <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto 25 giorni <strong>di</strong> licenza retribuiti, ai collaboratori 15<br />
giorni retribuiti: Le licenze dovevano essere fruite dal mese <strong>di</strong> luglio a quello <strong>di</strong> settembre<br />
123 cda, 23 giugno 1913.<br />
124 cda, 4 <strong>di</strong>cembre 1913.<br />
compreso. In caso <strong>di</strong> malattia constatata, se il Direttore e il collaboratore sono in servizio da<br />
un anno o meno, essi avranno <strong>di</strong>ritto allo stipen<strong>di</strong>o del mese, ed in ogni caso ad una quota<br />
non mai inferiore alla metà <strong>di</strong> detto stipen<strong>di</strong>o. Se invece il servizio è superiore ad un anno,<br />
avranno <strong>di</strong>ritto allo stipen<strong>di</strong>o intero per il primo mese e alla metà per il secondo mese. Le<br />
nuove norme ebbero vigore dal primo gennaio 1914.<br />
Fu precisato che la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> non aveva partecipato alla stesura della<br />
normativa e non era nemmeno stata invitata a partecipare. Alla luce dei tariffari<br />
sopra esposti, la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> dovette sopportare una maggior spesa annua<br />
<strong>di</strong> lire 4.560. Il consiglio decise <strong>di</strong> aumentare la tariffa <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta dei me<strong>di</strong>cinali, pur<br />
mantenendo le tariffe minime; i me<strong>di</strong>cinali dovevano essere caricati del 50% oltre ad<br />
una quota per la “manipolazione”. Il consigliere delegato Parisini, con riferimento<br />
all’aumento degli stipen<strong>di</strong> dei <strong>di</strong>pendenti, informò che ciò avrebbe determinato un<br />
lieve utile alla farmacia centrale ed una per<strong>di</strong>ta alla succursale; propose, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong><br />
aumentare i prezzi del 5% alla centrale e del 10% alla succursale. In tal modo si<br />
sarebbe ottenuto un utile, seppure inferiore a quello degli anni passati. Informò che<br />
una farmacia privata era fallita e che si era giunti in ritardo per poterla rilevare. Essendo<br />
giunto l’invito della Associazione bolognese contro la tubercolosi a partecipare<br />
all’inaugurazione del primo Dispensario antitubercolare nella giornata del 22 febbraio,<br />
si designarono i consiglieri Bidone e Sacchetti quali rappresentanti della <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong>. Fu erogata la somma <strong>di</strong> lire 10 per l’acquisto <strong>di</strong> 5 biglietti per la veglia<br />
della Società Operaia Femminile.<br />
Il consiglio teneva costantemente sotto attento controllo sia l’andamento della succursale<br />
sia i risultati del servizio notturno, poiché entrambe le situazioni potevano provocare<br />
per<strong>di</strong>te d’esercizio. Gli incassi della succursale erano stazionari e si <strong>di</strong>sse che la<br />
mancata crescita fosse da attribuire al fatto che quella zona stentava a popolarsi. Ma<br />
anche il comportamento dei due farmacisti contribuiva ai minori incassi in quanto essi<br />
praticavano prezzi <strong>di</strong>fferenti per gli stessi prodotti scontentando la clientela […]: per tale<br />
fatto gli operai <strong>di</strong> quella zona hanno deliberato in massa <strong>di</strong> provvedersi altrove 125 . Si tentò<br />
<strong>di</strong> spiegare la cosa sostenendo che l’assenza per malattia del Giunchi, durata 15 giorni,<br />
aveva permesso che il sostituto, non conoscendo i prezzi, li avesse applicati in misura<br />
superiore. Al suo rientro, Giunchi propose la ristrutturazione dei locali della farmacia al<br />
fine <strong>di</strong> creare uno spazio autonomo all’ambulatorio.<br />
L’assemblea dei soci 126 confermò tutti gli amministratori, ed anche gli incarichi nel<br />
consiglio d’amministrazione rimasero immutati. Nel corso dell’assemblea fu analizzata<br />
la nuova legge del 22 maggio 1913 che regolamentava il servizio delle farmacie e che<br />
riconosceva pienamente la presenza delle farmacie cooperative. A seguire la vicenda fu<br />
l’avvocato Ugo Lenzi, che produsse le carte necessarie per far rinnovare la licenza alle<br />
farmacie cooperative in vista della decisione affidata alla Prefettura <strong>di</strong> fissare la pianta<br />
organica delle farmacie a <strong>Bologna</strong>, cioè il loro numero 127 .<br />
125 cda, 30 marzo 1914.<br />
126 Assemblea generale, 31 maggio 1914.<br />
127 <strong>Bologna</strong> aveva 46 farmacie, mentre, a norma della nuova legge, avrebbe dovuto averne solo 35.<br />
44 45
Non poteva non essere affrontato il tema del servizio notturno: infatti, le farmacie<br />
private avevano rinunciato, mentre la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>, col farmacista Ferruccio<br />
Bentini, aveva deciso <strong>di</strong> svolgere questo servizio che in 234 giorni aveva determinato<br />
una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> lire 759,66, pur avendo avuto un’intensa attività. E nonostante l’aumento<br />
costante degli incassi del servizio notturno, non si era raggiunto il pareggio. Gli utili<br />
conseguiti in orario <strong>di</strong>urno con coprivano le per<strong>di</strong>te del servizio notturno svolto dalla<br />
farmacia <strong>di</strong> via Cavaliera. Ciò era alla base della flessione degli utili: non rimaneva che<br />
auspicare il contributo del Comune per poter proseguire il servizio.<br />
L’assemblea, in linea <strong>di</strong> principio, era orientata a mantenere l’apertura notturna della<br />
farmacia centrale per poter riparare all’inconveniente gravissimo che <strong>Bologna</strong> resti tutta<br />
notte senza una farmacia aperta.<br />
Circa la succursale <strong>di</strong> porta <strong>La</strong>me, gli amministratori dovettero ammettere che il<br />
decollo dell’esercizio non era stato raggiunto: in sei anni la Succursale non ha reso a sufficienza,<br />
ma non era immaginabile che in tanti anni il Comune non provvedesse almeno<br />
alla sistemazione del manto stradale […]; ora però sembra che l’inconveniente volga al<br />
termine[…].<br />
Il bilancio consuntivo 1912-13, che presentava un utile netto <strong>di</strong> lire 1.445,64 128 , fu<br />
approvato all’unanimità.<br />
Richiamando il tema del tariffario dei me<strong>di</strong>cinali, Parisini informò che l’Or<strong>di</strong>ne dei<br />
farmacisti aveva stilato il prezzario e che la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> aveva deciso il proprio<br />
che prevedeva un aumento dei prezzi. <strong>La</strong> <strong>Cooperativa</strong> procedette anche ad applicare<br />
l’aumento degli stipen<strong>di</strong> dei farmacisti, come fissato dall’Or<strong>di</strong>ne.<br />
L’elezione degli amministratori vide la loro conferma in blocco, eccetto il sindaco<br />
supplente Carlo Anconelli, sostituito da Ettore Sandri.<br />
Al termine dell’assemblea fu consegnata la medaglia d’oro a Parisini per riconoscere<br />
l’opera decennale zelante ed intelligente svolta dal Parisini a favore della <strong>Cooperativa</strong>. Parisini<br />
ringraziò commosso e <strong>di</strong>sse che se l’opera sua fu fino ad ora gra<strong>di</strong>ta, sarà anche per<br />
l’avvenire sempre a fianco della democrazia per il bene <strong>di</strong> tutti.<br />
Da alcuni accenni contenuti nei verbali del consiglio si può cogliere più <strong>di</strong> un elemento<br />
<strong>di</strong> malessere per il cattivo funzionamento della succursale. Ad esempio, la flessione<br />
delle ven<strong>di</strong>te nell’arco <strong>di</strong> un certo mese era giustificata da Giunchi col fatto che<br />
si trattava <strong>di</strong> un periodo eccezionalmente piovoso. Inoltre, Giunchi era stato sollecitato<br />
a organizzare per tempo i turni <strong>di</strong> ferie affinché non si ripetano gli inconvenienti degli<br />
scorsi anni 129 .<br />
Il consiglio erogò la somma <strong>di</strong> lire 100 a favore dell’Unione socialista per affrontare<br />
le elezioni amministrative; e lire 120 alla Società Operaia per l’invio dei bambini alle cure<br />
marine.<br />
128 Attività lire 31.940,88; passività lire 19.639,35; patrimonio sociale lire 12.301,53; ren<strong>di</strong>te lire<br />
25.251,91; spese lire 23.806,27.<br />
129 cda, 6 giugno 1914.<br />
I consiglieri Bidone e Negri 130 rassegnarono le <strong>di</strong>missioni avendo ricevuto importanti<br />
incarichi amministrativi dopo la vittoria elettorale dei socialisti che conquistarono per<br />
la prima volta l’amministrazione comunale <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> col sindaco Francesco Zanar<strong>di</strong>.<br />
Per sostituire Negri si chiese la surroga alla Società Operaia 131 ; per sostituire Bidone,<br />
Parisini propose <strong>di</strong> attendere 132 . Fu deliberata una donazione a favore degli scioperanti<br />
della Ferrovia veneta.<br />
Ettore Bidone fu nominato assessore all’Igiene nella giunta municipale <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong><br />
e gli amministratori della cooperativa si recarono da lui per riba<strong>di</strong>re le richieste:<br />
una convenzione per la fornitura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali a tutte le realtà <strong>di</strong>pendenti dal<br />
Comune e un contributo per sostenere il servizio notturno. Si trattò <strong>di</strong> un incontro<br />
interlocutorio privo <strong>di</strong> effetti concreti. Più fruttuoso fu l’incontro con la Provincia,<br />
che chiese la <strong>di</strong>sponibilità della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> per la fornitura <strong>di</strong> cotone (10<br />
quintali) e <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali. Parisini propose anche la fornitura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali al manicomio<br />
133 .<br />
Il consigliere delegato, a proposito dell’andamento dei prezzi dei me<strong>di</strong>cinali, fece<br />
notare che la maggior parte dei prodotti veniva acquistata a Milano e solo alcuni provenivano<br />
dalla <strong>di</strong>tta Bonavia <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>. Propose <strong>di</strong> assumere informazioni presso la<br />
<strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> Milano circa il loro operato.<br />
Da un sopralluogo alla succursale apparvero evidenti le con<strong>di</strong>zioni trasandate del<br />
negozio, a partire dall’insegna deteriorata che fu poi deciso <strong>di</strong> rifare in vetro o ceramica.<br />
Si pensò ad un intervento <strong>di</strong> ristrutturazione, mentre i lavori <strong>di</strong> rifacimento dell’ambulatorio<br />
furono ritenuti inutili e costosi: ci si limitò ad alzare un muro <strong>di</strong>visorio per<br />
l’ambulatorio nella succursale e ad acquistare un lettino.<br />
Il consigliere delegato informò il consiglio 134 che la nuova legge prevedeva che una<br />
farmacia cooperativa potesse essere costituita da non meno <strong>di</strong> 300 soci, mentre la <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong> ne aveva una cinquantina. Parisini si recò a tal fine dal segretario<br />
dell’Associazione impiegati civili che gli garantì l’adesione <strong>di</strong> almeno 250 persone 135 . Il<br />
sindaco revisore Minghetti sostenne l’opportunità che al consigliere delegato, al segretario<br />
e al <strong>di</strong>rettore amministrativo fosse riconosciuto un compenso annuo fisso e non in<br />
base all’andamento del bilancio e chiese che la proposta venisse esaminata dall’assemblea<br />
dei soci.<br />
Proseguì la politica delle convenzioni portata avanti dalla <strong>Cooperativa</strong>: l’Istituto ortope<strong>di</strong>co<br />
Rizzoli accettò la fornitura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali dalla <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>, e furono<br />
avviate trattative anche con la Congregazione <strong>di</strong> carità e con le Opere pie. Queste con-<br />
130 Augusto Romeo Negri risultò eletto nel consiglio comunale nelle liste del Psi Era stato già consiglie-<br />
re comunale nel 1902 e nel 1905.<br />
131 <strong>La</strong> Società Operaia nominò Luigi Rocchi al posto <strong>di</strong> Augusto Negri, questi gli subentrò anche nel<br />
ruolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore amministrativo.<br />
132<br />
cda, 25 luglio 1914.<br />
133 <strong>La</strong> fornitura verrà conclusa nel cda del 26 novembre 1914 per un valore <strong>di</strong> lire 10.000.<br />
134<br />
cda, 29 settembre 1914.<br />
135 Cosa che, poi, non avvenne.<br />
46 47
venzioni, da una parte, portarono ad un aumento del lavoro, dall’altra fecero temere agli<br />
amministratori <strong>di</strong> dover assumere personale, cosa che avrebbe vanificato l’incremento<br />
<strong>di</strong> utile; sulla questione furono consultati i <strong>di</strong>pendenti che si offrirono <strong>di</strong> fare tutto da soli<br />
chiedendo solo <strong>di</strong> vedere riconosciute e pagate le ore <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario. Il consiglio decise<br />
<strong>di</strong> portare la questione all’attenzione dell’assemblea dopo un periodo <strong>di</strong> sperimentazione<br />
136 . L’avvocato Lenzi 137 riferì si aver incontrato il Prefetto in or<strong>di</strong>ne alla nuova legge e<br />
<strong>di</strong> aver accertata l’esigenza <strong>di</strong> apportare mo<strong>di</strong>fiche allo statuto sociale.<br />
A seguito del fallimento <strong>di</strong> una farmacia fuori porta Saffi, la <strong>Cooperativa</strong> cercò <strong>di</strong><br />
avviare trattative per l’acquisto, ma senza successo 138 .<br />
Il <strong>di</strong>rettore Grossi informò il consiglio 139 <strong>di</strong> aver parlato coi proprietari dell’immobile<br />
che ospitava la succursale per ad<strong>di</strong>venire al rinnovo dell’affittanza. Svolse poi una relazione<br />
sulle convenzioni per la fornitura <strong>di</strong> farmaci stipulate per il Manicomio Roncati 140<br />
e per i poveri assistiti dal Comune; informò <strong>di</strong> essere in trattativa per la fornitura <strong>di</strong><br />
farmaci al Ricovero <strong>di</strong> men<strong>di</strong>cità e <strong>di</strong> aver concluso un accordo con la <strong>di</strong>tta Erba per la<br />
fornitura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali. Infine, Grossi comunicò tramite lettera <strong>di</strong> rinunciare alla <strong>di</strong>stribuzione<br />
<strong>di</strong> utili <strong>di</strong> sua spettanza a far tempo dal primo settembre 1914: ciò in quanto<br />
nessuno possa credere che egli profitti, anche in misura così tenue ed in<strong>di</strong>retta, dei contratti<br />
che la <strong>Farmacia</strong> ha concluso con le Amministrazioni Pubbliche e cogli Istituti ed Opere Pie<br />
locali 141 . Fu anche stipulata una convenzione per la fornitura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali occorrenti per<br />
le madri ed i lattanti ammessi alla beneficienza della Congregazione <strong>di</strong> Carità, ai prezzi<br />
della tariffa comunale: la fornitura fu attribuita alla succursale.<br />
L’andamento delle ven<strong>di</strong>te era sod<strong>di</strong>sfacente, pur considerando l’aumento dei prezzi<br />
dei me<strong>di</strong>cinali; negativi, invece, si mantennero i dati inerenti il servizio notturno.<br />
Il consigliere delegato Parisini propose <strong>di</strong> fissare in lire 1,25 il compenso da riconoscere<br />
per ogni ora <strong>di</strong> lavoro straor<strong>di</strong>nario: la spesa mensile prevista sarebbe stata <strong>di</strong><br />
lire 100 142 .<br />
Dall’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti giunse un rilievo relativo al fatto che sui me<strong>di</strong>cinali venduti<br />
dalla succursale non compariva il prezzo, come era d’obbligo. Sentito il farmacista<br />
Bentini, questi si giustificò <strong>di</strong>cendo che, poiché i prezzi <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta dello stesso me<strong>di</strong>cinale<br />
nel servizio notturno sono superiori rispetto al servizio <strong>di</strong>urno, aveva ritenuto <strong>di</strong> non<br />
136 cda, 26 novembre 1914.<br />
137 L’avvocato Ugo Lenzi era stato nel frattempo nominato vicepresidente dell’amministrazione degli<br />
ospedali.<br />
138 cda, 23 <strong>di</strong>cembre 1914.<br />
139 cda, 25 gennaio 1915.<br />
140 Francesco Roncati, psichiatra, docente all’Università <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, nacque nel 1832, a Spilamberto<br />
(Mo); nel 1867 fondò e <strong>di</strong>resse l’ospedale psichiatrico <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> in via Sant’Isaia 90, nei locali che<br />
furono del Convento <strong>di</strong> San Giovanni Battista. Morì a <strong>Bologna</strong> nel 1906.<br />
141 Leonello Grossi da poche settimane era stato eletto sia consigliere comunale, sia consigliere provinciale:<br />
questo spiega la ragione della sua lettera.<br />
142 Si deliberò <strong>di</strong> aumentare lo stipen<strong>di</strong>o dei due facchini Gaetano Fornetti (da lire 99 a lire 110) e<br />
Cleto Casagrande (da lire 80 a lire 90). Fu assunto temporaneamente il facchino Raffaele Busi con<br />
lo stipen<strong>di</strong>o mensile <strong>di</strong> lire 80.<br />
doverli scrivere. Gli si or<strong>di</strong>nò <strong>di</strong> attenersi alla legge 143 . Il <strong>di</strong>rettore amministrativo Rocchi<br />
propose che il farmacista che svolgeva il servizio notturno, avendo tempo a <strong>di</strong>sposizione,<br />
preparasse i farmaci <strong>di</strong> uso comune, sollevando i colleghi del servizio <strong>di</strong>urno. Gli fu risposto<br />
che così dovrebbe già essere e che verrà chiesto al <strong>di</strong>rettore Grossi <strong>di</strong> occuparsene.<br />
Fu deliberata la contribuzione <strong>di</strong> lire 200 all’Unione socialista e <strong>di</strong> lire 20 per la festa del<br />
settimanale «<strong>La</strong> Squilla».<br />
L’assemblea dei soci, tenutasi il 25 aprile, elesse i consiglieri: cavalier Faustino Parisini,<br />
avvocato Ugo Lenzi, dottor Giuseppe Mazzoni, Emanuele Sacchetti ed Ermete Tarozzi.<br />
Tutte le altre cariche furono confermate, così come i rappresentanti della Società<br />
Operaia 144 . Il bilancio consuntivo al 31 agosto 1914 si chiuse con un utile netto <strong>di</strong> lire<br />
1.665,80 nonostante la per<strong>di</strong>ta sul servizio notturno (lire 582,05) 145 .<br />
Poiché in base alla nuova legge si rendevano in<strong>di</strong>spensabili alcune mo<strong>di</strong>fiche statutarie,<br />
il consigliere delegato fece presente 146 che il verbale <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica, per essere valido,<br />
doveva essere firmato da tutti i soci 147 .<br />
gLi anni deL<strong>La</strong> grande guerra<br />
Le conseguenze della guerra si fecero sentire in vari mo<strong>di</strong>, anche col fatto che i farmacisti<br />
Giunchi e Comelli erano stati richiamati nell’esercito: rimanevano in servizio<br />
due farmacisti alla Centrale (Leonello Grossi e Emma Libera) e uno alla succursale<br />
(Bentini). Per questa ragione si decise <strong>di</strong> sospendere il servizio notturno. Si deliberò che<br />
al personale richiamato fosse conservato il posto fino alla fine della guerra. Parisini informò<br />
che era stata pubblicata sulla rivista del Comune, «<strong>La</strong> vita citta<strong>di</strong>na», la relazione<br />
sul servizio notturno. I lavori <strong>di</strong> ristrutturazione nelle farmacie erano stati completati.<br />
Il servizio notturno gestito dalla <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> cessò la propria attività e<br />
il dottor Bentini fu collocato presso la succursale. Tuttavia, prima <strong>di</strong> interrompere il<br />
servizio notturno, il consigliere delegato volle interessare il sindaco Francesco Zanar<strong>di</strong>,<br />
il quale ne fu rammaricato e <strong>di</strong>sse che avrebbe tentato <strong>di</strong> <strong>di</strong>staccare un farmacista del<br />
comando militare per continuare il servizio.<br />
Parisini partecipò ad una riunione dell’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti per <strong>di</strong>scutere il problema<br />
della chiusura festiva e del servizio notturno da far svolgere a due farmacie, ma<br />
solo tramite il campanello: nell’occasione, Parisini affermò che la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
avrebbe riattivato il servizio solo 60 giorni dopo la fine della guerra.<br />
143<br />
cda, 31 marzo 1915.<br />
144 Sindaci effettivi: Luigi Guadagnini, Aurelio Minghetti, Aldo Spisani. Sindaci supplenti: Enrico<br />
Bar<strong>di</strong>, Attilio Sandri. Probiviri: Pietro Albertoni, Antonio Gnu<strong>di</strong>, Augusto Murri.<br />
145 Attività, lire 32.271,80 (<strong>di</strong> cui 28.405,07 per ven<strong>di</strong>ta me<strong>di</strong>cinali); passività, lire 18.810,71 (<strong>di</strong> cui<br />
16.508,07 per acquisto me<strong>di</strong>cinali); patrimonio sociale, lire 13.461,09; ren<strong>di</strong>te, lire 28.724,45; spese,<br />
lire 27.058,65 (<strong>di</strong> cui 21.213 per il personale).<br />
146<br />
cda, 24 maggio 1915.<br />
147 Due soci risultavano residenti a Ventimiglia e a Firenze.<br />
48 49
I consiglieri temevano che Grossi venisse richiamato alle armi e perciò fu chiesto al<br />
farmacista Bentini la <strong>di</strong>sponibilità a lavorare ad orario intero. Questi si <strong>di</strong>chiarò <strong>di</strong>sposto<br />
purché lo stipen<strong>di</strong>o gli fosse aumentato da 300 lire a 420 lire mensili: il consiglio approvò la<br />
proposta 148 e decise che ai richiamati fosse conservato il posto <strong>di</strong> lavoro, ma non corrisposto<br />
lo stipen<strong>di</strong>o 149 . Fu deliberata la somma <strong>di</strong> lire 100 a sostegno delle famiglie dei richiamati.<br />
Il consigliere avvocato Lenzi comunicò al consiglio 150 che il tribunale aveva omologato<br />
le riforme statutarie senza bisogno <strong>di</strong> ricorrere al referendum. Il consigliere delegato<br />
ne prese atto con sod<strong>di</strong>sfazione, ma sostenne che comunque il referendum si doveva<br />
effettuare per semplice formalità: dei 69 soci della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>, 15 erano presenti<br />
all’assemblea, 38 avevano già firmato il verbale ed anche Coraluppi da Ventimiglia<br />
e Rossi da Roma avevano inviato le loro adesioni. I rimanenti sarebbero stati avvicinati,<br />
eccetto quelli richiamati alle armi 151 .<br />
L’andamento degli incassi delle farmacie mostrava una certa flessione, temperata dagli<br />
incassi derivanti dalle convenzioni.<br />
Fu deciso <strong>di</strong> dare alle stampe le nuove azioni e il nuovo statuto 152 e <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre<br />
l’emissione delle nuove azioni. Si deliberò <strong>di</strong> erogare ai farmacisti sotto le armi le somme<br />
accantonate a loro favore in ragione dello stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> base da liquidare a fine <strong>di</strong> ogni<br />
mese 153 . Anche il ragionier Travaglia, cui era affidata la contabilità della farmacia, fu<br />
richiamato sotto le armi e perciò le consuete verifiche mensili sull’andamento dei conti<br />
vennero a mancare.<br />
148 cda, 4 giugno 1915.<br />
149 Tuttavia verranno accantonate delle somme a loro favore.<br />
150 cda, 2 luglio 1915.<br />
151 Verbale <strong>di</strong> chiusura del referendum, indetto per le mo<strong>di</strong>ficazioni statutarie approvate dall’assemblea<br />
tenuta il 16 maggio 1915. Questo giorno 23 agosto 1915 alle ore 21 nella residenza<br />
sociale con lettera <strong>di</strong> invito <strong>di</strong>ramata il 21 corrente, sono stati convocati i membri del Consiglio<br />
Direttivo nonché i Sindaci della Società e gli eletti a far parte della Commissione incaricata <strong>di</strong><br />
raccogliere i voti dei soci assenti all’assemblea tenuta il 16 maggio sulle mo<strong>di</strong>ficazioni statutarie<br />
approvate nell’assemblea stessa. Il consigliere delegato Parisini dando conto delle operazioni compiute<br />
anzitutto esibisce il giornale dei soci tenuto a forma <strong>di</strong> legge dal quale risulta che il numero<br />
dei soci esistenti al 16 maggio 1915 è <strong>di</strong> 69 non potendosi ritenere tali, ma soltanto azionisti, gli<br />
ere<strong>di</strong> dei defunti Barbieri Celestino, Bojar<strong>di</strong> avv. Vittorio e Sandoni avv. Enrico. Comunica inoltre<br />
che con circolare 5 giugno si informarono i soci assenti dall’assemblea dell’obbligo loro <strong>di</strong> dare il<br />
voto sulle mo<strong>di</strong>ficazioni da portarsi allo Statuto, avvertendo che all’uopo l’apposita commissione<br />
avrebbe chiesto la firma dei soci intervenuti in calce al verbale della adunanza 16 maggio. Ed aggiungendo<br />
che qualora il voto fosse stato negativo, sarebbe stato necessario l’intervento del socio<br />
<strong>di</strong>ssenziente all’adunanza <strong>di</strong> chiusura che oggi appunto si tiene. All’assemblea hanno partecipato<br />
15 soci; 4 sono stati richiamati sotto le armi; 3 hanno cambiato <strong>di</strong>mora; 47 sono residenti ma non<br />
sono stati presenti. Si potranno osservare le <strong>di</strong>sposizioni statutarie: mentre è “giustificata l’assenza<br />
dei quattro volontari al fronte”, i 47 assenti si potranno avvicinare e far firmare loro – se lo<br />
vorranno – il verbale dell’Assemblea. Comunque, sugli effetti del “Referendum” il Tribunale si è<br />
già pronunciato nel senso che legalmente esso non sia necessario; pertanto si può procedere alla<br />
stampa dello Statuto.<br />
152 Cfr. Allegato n. 4.<br />
153 cda, 23 agosto 1915.<br />
Il consigliere delegato annunciò l’invio <strong>di</strong> una circolare a tutti i soci per avvisarli che<br />
la nuova azione trovasi a loro <strong>di</strong>sposizione ed invitarli a volergli far conoscere se intendono<br />
riservarla per se o intestarla ad altra persona.<br />
A seguito dell’aumento dei prezzi e specialmente dell’olio <strong>di</strong> merluzzo, il consigliere<br />
delegato incontrò l’assessore Bidone per concordare un aumento del 20% sui prezzi dei<br />
prodotti forniti al Comune.<br />
Due donne farmaciste furono chiamate a sostituire, durante il periodo <strong>di</strong> ferie, Leonello<br />
Grossi e Emma Libera. <strong>La</strong> loro prova fu ritenuta assai positiva e si decise 154 <strong>di</strong><br />
assumere una delle due farmaciste a lire 250 mensili in attesa del rientro <strong>di</strong> coloro che<br />
erano stati richiamati in servizio militare. Fu deliberata l’erogazione <strong>di</strong> lire 100 a favore<br />
della Federazione provinciale del Psi che aveva dei debiti da pagare.<br />
Fu emanato un decreto del Prefetto col quale si imponeva l’apertura continuata delle<br />
farmacie per gruppi dalle ore 8 della domenica alle ore 8 della domenica successiva: in<br />
tal modo si sarebbe risolto il problema dell’apertura festiva e del servizio notturno. Le<br />
45 farmacie furono sud<strong>di</strong>vise in sei gruppi: le due farmacie della cooperativa furono collocate<br />
nel secondo gruppo e a loro toccarono i turni a partire dal 14 novembre. All’interno<br />
dell’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti si ritenne che il decreto prefettizio fosse uno strumento per<br />
indurre le farmacie a trovare un accordo per lo svolgimento del servizio notturno. Infatti<br />
– secondo il consigliere delegato 155 – il consiglio dell’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti, alla luce del<br />
decreto prefettizio, nominò una commissione con l’incarico <strong>di</strong> mettersi in trattativa con<br />
la nostra Società, affinché da soli riprendessimo tale servizio, cioè quello notturno. Vi fu<br />
poi un incontro col <strong>di</strong>rettore tecnico Grossi, che avanzò la richiesta <strong>di</strong> un indennizzo<br />
per le per<strong>di</strong>te che avrebbe subito la cooperativa, la quale aveva già avuto esperienza del<br />
servizio notturno. I farmacisti tuttavia non <strong>di</strong>edero risposta.<br />
Il sindaco Zanar<strong>di</strong>, al quale Grossi si era rivolto per chiedere un contributo per il<br />
servizio notturno, rispose che ciò non era possibile, poiché la questione era gestita dal<br />
Prefetto.<br />
Fu deliberata l’erogazione <strong>di</strong> lire 100 a favore del Ricovero <strong>di</strong> men<strong>di</strong>cità per intitolare<br />
un letto alla memoria del defunto avvocato Giovanni Battista Palmieri, uno dei soci<br />
fondatori, già <strong>di</strong>rettore amministrativo.<br />
Il bilancio consuntivo al 31 agosto 1915 chiuse con un utile netto <strong>di</strong> lire 8.935,65,<br />
benché la succursale avesse fatto registrare una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> lire 709,96 dovuta, peraltro,<br />
alle spese sostenute per la sistemazione dell’ambulatorio e della nuova insegna. Fra gli<br />
accantonamenti degli utili, lire 3.500 furono attribuite al fondo previdenza del personale<br />
e lire 1.450,78 ad un nuovo fondo trasloco farmacia porta <strong>La</strong>me 156 . Infatti, l’ipotesi <strong>di</strong> trasferire<br />
la farmacia stava avanzando: il contratto d’affitto era scaduto e la nuova proposta<br />
del proprietario prevedeva un aumento da lire 500 a lire 800 annue, più la spesa per il<br />
consumo d’acqua che prima era a carico del proprietario; inoltre la proprietà chiedeva<br />
la chiusura <strong>di</strong> una porta e l’apertura <strong>di</strong> un nuovo ingresso. Non avendo alternative, il<br />
154 cda, 20 ottobre 1915.<br />
155 cda, 2 novembre 1915.<br />
156 Il contratto d’affitto era in scadenza e non ancora stato rinnovato. Dunque, un fondo prudenziale.<br />
50 51
consiglio 157 accettò le proposte della proprietà e provvide al pagamento del primo semestre<br />
<strong>di</strong> affitto.<br />
Circa il servizio notturno l’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti accolse la proposta della <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong> fissando in lire 1.220 il compenso da parte delle 37 farmacie che avevano<br />
accettato <strong>di</strong> affidare tale servizio alla <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> via Cavaliera. Poiché sarebbe<br />
stato onere della cooperativa e non dell’Or<strong>di</strong>ne provvedere all’incasso, il servizio<br />
fu affidato a Alessandro Rizzoli, esattore dell’Unione socialista bolognese. Si decise che<br />
fino a quando non fosse stata incassata la somma la cooperativa non avrebbe avviato il<br />
servizio notturno.<br />
Fu deliberato <strong>di</strong> aderire all’Ente autonomo dei consumi con un conferimento <strong>di</strong> lire<br />
50 ed un sussi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> lire 20 alla famiglia del socio Enrico Bar<strong>di</strong>, gravemente malato.<br />
Giunse la notizia del decesso del cavalier Faustino Parisini, consigliere delegato. Il<br />
consiglio 158 deliberò la somma <strong>di</strong> lire 100 a favore del Ricovero <strong>di</strong> men<strong>di</strong>cità per intestare<br />
un letto a nome del defunto; quin<strong>di</strong>, dopo aver eletto consigliere delegato il dottor Giuseppe<br />
Mazzoni, in segno <strong>di</strong> lutto fu sospesa la seduta. Tuttavia, il dottor Mazzoni declinò<br />
l’incarico per ragioni <strong>di</strong> salute e fu eletto Luigi Rocchi 159 , mentre Mazzoni accettò l’incarico<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore amministrativo. Si organizzò l’avvio del servizio notturno da parte della<br />
farmacia centrale una volta che l’esattore avesse incassato la somma <strong>di</strong> lire 35 da ciascuna<br />
delle 40 farmacie aderenti: il farmacista Bentini si <strong>di</strong>sse <strong>di</strong>sposto a svolgere tale servizio<br />
oltre a qualche ora presso la succursale, dove avrebbe operato per otto ore la farmacista<br />
Ballarini, <strong>di</strong>staccandosi dalla Centrale. Completati gli incassi delle quote delle farmacie<br />
per il servizio notturno e ottenuto il parere favorevole all’apertura della farmacia centrale<br />
da parte della giunta comunale, il consiglio 160 si trovò <strong>di</strong> fronte alla richiesta del farmacista<br />
Bentini <strong>di</strong> avere due giorni <strong>di</strong> riposo ogni mese e 15 giorni durante il periodo estivo.<br />
Il consiglio considerò scorretta tale richiesta, in quanto avrebbe dovuto essere avanzata al<br />
momento <strong>di</strong> assumere l’incarico del servizio notturno: e poiché il consiglio stesso era in<br />
scadenza lasciò ogni decisione a quello che sarebbe stato eletto dall’assemblea 161 .<br />
Il consigliere delegato Rocchi informò 162 che la notte del 15 febbraio era stato compiuto<br />
un furto con scasso alla succursale: erano state rubate lire 20 dalla cassa e vi erano<br />
danni alla porta e alla serranda. Fu sporta denuncia all’autorità <strong>di</strong> polizia.<br />
All’assemblea generale dei soci del 5 marzo 1916 furono ricordati l’avvocato Giovanni<br />
Battista Palmieri e il professor ragionier Faustino Parisini, fondatori della cooperativa,<br />
deceduti negli ultimi mesi del 1915: L’uno e l’altro militavano nel campo della<br />
democrazia, ebbero un carattere adamantino, furono assertori convinti del principio della<br />
cooperativa e <strong>di</strong> ogni libertà contro ogni forma <strong>di</strong> reazione e sempre pro<strong>di</strong>garono con molto<br />
<strong>di</strong>sinteresse per l’opera loro intelligente a vantaggio degli umili acquistandosi così molta<br />
157<br />
cda, 23 <strong>di</strong>cembre 1915.<br />
158<br />
cda, 31 <strong>di</strong>cembre 1915.<br />
159<br />
cda, 6 gennaio 1916.<br />
160<br />
cda, 29 gennaio 1916.<br />
161 <strong>La</strong> richiesta <strong>di</strong> Bentini fu poi accolta.<br />
162<br />
cda, 17 febbraio 1916.<br />
benemerenza e molto affetto. Un particolare riferimento fu de<strong>di</strong>cato a Faustino Parisini<br />
che fu anche consigliere delegato per lungo tempo e operò con de<strong>di</strong>zione fino a pochi<br />
giorni prima della morte.<br />
Furono sottolineate le <strong>di</strong>fficoltà incontrate dalla <strong>Cooperativa</strong> a causa del personale<br />
richiamato alle armi e <strong>di</strong>fficilmente sostituibile 163 . L’assemblea elesse gli amministratori.<br />
Consiglieri: Emilio Cogo, Luigi Rocchi, Emanuele Sacchetti, Aldo Spisani e Ermete<br />
Tarozzi. Sindaci effettivi: Luigi Guadagnini, Giuseppe Mazzoni e Aurelio Minghetti.<br />
Sindaci supplenti: Ettore Sandri e Emilio Pezzi. Confermati i probiviri: Albertoni, Murri<br />
e Gnu<strong>di</strong>. <strong>La</strong> Società Operaia nominò come suoi rappresentanti Emanuele Guidastri e<br />
Italo Samaja 164 . Inoltre, l’assemblea deliberò un compenso annuo <strong>di</strong> lire 180 al consigliere<br />
delegato e <strong>di</strong> lire 60 al segretario. Gli incarichi interni al consiglio furono così definiti:<br />
Luigi Rocchi, consigliere delegato; Ermete Tarozzi, segretario; Aldo Spisani, <strong>di</strong>rettore<br />
amministrativo.<br />
<strong>La</strong> relazione del ragionier Travaglia sull’andamento delle ven<strong>di</strong>te nel primo semestre<br />
in<strong>di</strong>cò un incremento degli incassi, peraltro da attribuire all’aumento dei prezzi<br />
dei me<strong>di</strong>cinali. Circa il servizio notturno, i conti rivelarono una per<strong>di</strong>ta mensile <strong>di</strong> lire<br />
92,50, coperta dai versamenti dei farmacisti privati. Riguardo la succursale, il consigliere<br />
delegato 165 informò che la fornitura dei me<strong>di</strong>cinali ai poveri per conto del Comune <strong>di</strong><br />
<strong>Bologna</strong> sarebbe cessata dal primo aprile, con un conseguente minore introito per la<br />
succursale. Fu confermata, invece, la convenzione per la fornitura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali alla<br />
Congregazione <strong>di</strong> Carità con un aumento dei prezzi del 20%.<br />
L’andamento degli incassi delle farmacie non mutava: la farmacia centrale incrementava<br />
gli incassi, mentre la succursale ed il servizio notturno erano costantemente<br />
in per<strong>di</strong>ta. Anche il facchino Busi era stato richiamato nell’esercito e fu sostituito da<br />
Casagrande. Fu assunto un avventizio ed erogato un sussi<strong>di</strong>o alla famiglia <strong>di</strong> Busi 166 . Fu<br />
autorizzato il me<strong>di</strong>co della Società artigiana maschile ad utilizzare l’ambulatorio della<br />
Centrale per visite ai soci nei giorni <strong>di</strong> giovedì e <strong>di</strong> lunedì.<br />
In giugno, il consigliere delegato informò 167 che era stato notificato alla <strong>Cooperativa</strong><br />
l’aumento della tassa <strong>di</strong> ricchezza mobile con retroattività dal 1914: per il solo 1914 la<br />
somma dovuta era <strong>di</strong> lire 1.200 168 . Diede poi notizia del decesso del ragionier Umberto<br />
Collina, già <strong>di</strong>rettore amministrativo: oltre alle condoglianze alla famiglia fu destinata la<br />
somma <strong>di</strong> lire 25 alla Congregazione <strong>di</strong> carità a sostegno dei figli dei richiamati. L’andamento<br />
della succursale continuava a suscitare preoccupazioni nel consiglio: invitato ad<br />
163 Erano stati richiamati i due farmacisti della succursale (Giunchi e Ferraresi) e uno della centrale<br />
(Comelli). Furono sostituiti da avventizi. Fu necessario sospendere il servizio notturno dal 25 maggio<br />
in quanto il farmacista Bentini fu inviato alla succursale.<br />
164 Italo Samaja nacque il 31 <strong>di</strong>cembre 1878 a Lugo <strong>di</strong> Ravenna e si trasferì a <strong>Bologna</strong> nel 1899. Socialista,<br />
fu eletto nel consiglio comunale <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> nel 1914. Subì la persecuzione fascista come i<br />
fratelli Nino e Gastone. Morì l’8 maggio 1943.<br />
165<br />
cda, 20 marzo 1916.<br />
166<br />
cda, 29 aprile 1916.<br />
167<br />
cda, 2 giugno 1916.<br />
168 Nella seduta del 3 agosto 1916 il cda decide <strong>di</strong> inoltrare ricorso avverso tale tassa.<br />
52 53
assumere iniziative e provve<strong>di</strong>menti, Giunchi propose che venisse affidata alla succursale<br />
la fornitura dei me<strong>di</strong>cinali ai servizi convenzionati, anche per alleggerire il carico <strong>di</strong><br />
lavoro della Centrale, ma il consiglio respinse la proposta <strong>di</strong> Giunchi 169 .<br />
Fu deliberata la somma <strong>di</strong> lire 100 a favore della «Squilla» per le solite inserzioni pubblicitarie<br />
e la somma <strong>di</strong> lire 120 alla Società Operaia per il consueto invio <strong>di</strong> bambini alle<br />
cure marine. Fu assunta temporaneamente una praticante farmacista presso la succursale.<br />
Altri problemi col personale si presentarono quando la farmacista Ballerini chiese 20 giorni<br />
<strong>di</strong> licenza in agosto: il consiglio accolse la richiesta a patto che lei stessa in<strong>di</strong>viduasse un<br />
sostituto gra<strong>di</strong>to al consiglio. Si scoperse, invece, che, in realtà, la Ballerini aveva trovato<br />
l’assunzione in pianta stabile presso un’altra farmacia: infatti giunse poi una lettera nella<br />
quale si <strong>di</strong>ceva <strong>di</strong>spiaciuta <strong>di</strong> lasciare un posto nel quale si è trovata tanto bene ed è sempre<br />
stata trattata gentilmente. Sarebbe rimasta volentieri, ma il pensiero della stabilità del posto<br />
l’ha costretta a prendere questa decisone, concludendo che dal 15 agosto avrebbe cessato<br />
il servizio. Al consiglio non restò che prendere atto ed ingiungerle <strong>di</strong> rimanere in servizio<br />
fino al 31 agosto: <strong>di</strong>versamente la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> si sarebbe vista costretta a salvaguardare<br />
il proprio interesse coi mezzi concessi dalle leggi in vigore 170 . Fortunatamente,<br />
il farmacista Comelli, essendo in congedo, riprese servizio alla Centrale, ringraziando il<br />
consiglio per la liberalità e la sensibilità <strong>di</strong>mostrate durante il servizio militare.<br />
Un problema sorse con l’entrata in vigore delle nuove regole contenute nel decreto prefettizio<br />
che imponevano la chiusura domenicale delle farmacie (salvo i turni), cosa che avrebbe<br />
impe<strong>di</strong>to la fornitura, come da contratto, al Manicomio Roncati. Intanto, la Ballerini fu<br />
sostituita con la signorina Tamburlini, col medesimo stipen<strong>di</strong>o e non in pianta stabile 171 . A<br />
Giunchi, che prestava servizio dalle 19 alle 22, pur essendo sotto le armi, fu intimato dai<br />
superiori <strong>di</strong> cessare l’attività. Fu sostituito dallo stesso <strong>di</strong>rettore Grossi. Giunsero al consiglio<br />
richieste dagli inservienti <strong>di</strong> aumento <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o a causa delle crescenti <strong>di</strong>fficoltà della vita:<br />
il consiglio accolse tale richiesta accordando aumenti <strong>di</strong> 5 e 10 lire a inservienti e facchini.<br />
Gli incassi del servizio notturno andavano sempre calando e perciò il consigliere<br />
delegato propose, in vista dell’emanazione del decreto luogotenenziale che or<strong>di</strong>nava la<br />
chiusura <strong>di</strong> tutti gli esercizi alle 22.30, <strong>di</strong> cessare l’attività, informando della cosa l’Or<strong>di</strong>ne<br />
dei farmacisti. Alcuni consiglieri non gra<strong>di</strong>rono la proposta sostenendo che la <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong> sarebbe venuta meno, in tal modo, ad un servizio per la citta<strong>di</strong>nanza;<br />
il consigliere delegato rispose che il servizio notturno non sarebbe mancato in quanto le<br />
farmacie erano tenute a svolgerlo a turno: quelle stesse farmacie private che finora si erano<br />
liberate da tanti fasti<strong>di</strong> con sole 35 lire l’anno. Lo stesso consigliere delegato Rocchi,<br />
<strong>di</strong> fronte all’andamento della succursale, pose il quesito se chiudere definitivamente o<br />
temporaneamente la succursale, ovvero <strong>di</strong> cederla.<br />
L’utile del bilancio al 31 agosto 1916 fu <strong>di</strong> lire 15.539,21 nonostante la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />
lire 271,41 sofferta dalla succursale e quella <strong>di</strong> lire 211,80 fatta registrare dal servizio<br />
notturno negli ultimi sette mesi.<br />
169 cda, 1 luglio 1916.<br />
170 cda, 3 agosto 1916.<br />
171 cda, 23 settembre 1916.<br />
L’assemblea del 10 <strong>di</strong>cembre 1916 approvò la <strong>di</strong>sdetta all’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti del<br />
servizio notturno a far tempo del 31 gennaio 1917, autorizzando a riprenderlo solo nel<br />
caso che i farmacisti della città aumentino il contributo per lo svolgimento del servizio.<br />
Approvò la prosecuzione dell’attività della succursale, almeno fino alla fine della guerra.<br />
Gli amministratori uscenti furono confermati in blocco.<br />
L’assemblea dell’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti si espresse a favore della continuazione del<br />
servizio notturno da parte della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>: 27 farmacie <strong>di</strong> città e 7 suburbane<br />
accettarono il versamento del contributo nella misura <strong>di</strong> lire 60 per le farmacie<br />
<strong>di</strong> città e lire 45 per le suburbane. Il consiglio 172 decise <strong>di</strong> accettare poiché il servizio<br />
era un titolo <strong>di</strong> benemerenza. Fu affrontata la spinosa questione della succursale e si<br />
giunse alla conclusione che l’unica via per raggiungere migliori risultati fosse quella <strong>di</strong><br />
licenziare la signorina Tamburlini: fu avvicinata a tale scopo, ma lei si <strong>di</strong>sse <strong>di</strong>sponibile<br />
solo quando avesse trovato un’altra occupazione. <strong>La</strong> Tamburlini fu poi licenziata<br />
e furono assunti la signora Bassi per la succursale ed il facchino Giuseppe Aureli per<br />
la Centrale. Il <strong>di</strong>rettore tecnico Grossi fu richiamato alle armi ed il consiglio deliberò<br />
<strong>di</strong> corrispondergli l’intero stipen<strong>di</strong>o per tutto il tempo che egli resterà semplice soldato.<br />
Inoltre fu deciso <strong>di</strong> collocare davanti alla farmacia centrale un fanale portante la <strong>di</strong>citura<br />
“Aperta tutta la notte”.<br />
Il consigliere delegato riferì al consiglio 173 <strong>di</strong> essersi rifiutato <strong>di</strong> mostrare all’agente<br />
delle tasse che intendeva accertare la tassa <strong>di</strong> ricchezza mobile i nostri libri contabili […]<br />
non permettendolo i nostri regolamenti; tuttavia, gli mise a <strong>di</strong>sposizione i registri degli ultimi<br />
tre anni. Il <strong>di</strong>rettore Grossi, temporaneamente congedato, riprese il lavoro: durante<br />
i due mesi <strong>di</strong> assenza il servizio poté ben funzionare per merito dei farmacisti Comelli e<br />
Libera: ad essi e a Grossi fu aumentato lo stipen<strong>di</strong>o del 10%.<br />
Il consigliere delegato Rocchi informò il consiglio 174 sulla proposta giunta dalla Camera<br />
del lavoro <strong>di</strong> costituire un ufficio <strong>di</strong> consulenza me<strong>di</strong>co-legale: fu deliberato <strong>di</strong><br />
partecipare mettendo a <strong>di</strong>sposizione – anche se parzialmente – l’ambulatorio della farmacia<br />
centrale. Fu confermata la consueta erogazione <strong>di</strong> lire 100 a «<strong>La</strong> Squilla» a fronte<br />
<strong>di</strong> pubblicità. Ai rimborsi della Tesoreria provinciale sulle me<strong>di</strong>cine vendute agli enti fu<br />
applicata una riduzione prima dell’1% poi del 2%: con ciò il margine <strong>di</strong> guadagno si<br />
riduceva all’8%, percentuale che non permetteva la copertura delle spese. Si stese una<br />
relazione per chiedere alla Deputazione provinciale che i versamenti, in futuro, fossero<br />
eseguiti integralmente: la Deputazione provinciale accolse la richiesta della cooperativa<br />
accordando l’aumento del 2%. Fu assunto il facchino Luigi Canè con lo stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> lire<br />
2,50 al giorno. Il <strong>di</strong>rettore Grossi fu richiamato con il grado <strong>di</strong> sottotenente. Anche il<br />
ragionier Travaglia, contabile della farmacia, era stata richiamato e sarebbe stato assente<br />
almeno un mese; consegnò i libri della farmacia al suo collaboratore Ricci dell’Opera pia<br />
poveri vergognosi. Fu deciso <strong>di</strong> aumentare lo stipen<strong>di</strong>o al facchino Fornetti e <strong>di</strong> assumere<br />
Benfenati in sostituzione <strong>di</strong> Bertani, con lo stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> lire 25 mensili.<br />
172 cda, 17 gennaio 1917.<br />
173 cda, 7 aprile 1917.<br />
174 cda, 2 giugno 1917.<br />
54 55
Il consiglio 175 approvò il bilancio consuntivo del 1916-17, chiuso con un utile <strong>di</strong> lire<br />
14.951,14 nonostante la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> lire 2.766,44 fatta registrare dalla succursale. Furono<br />
destinate le somme <strong>di</strong> lire 4.000 al fondo pensioni, lire 4.500 al fondo <strong>di</strong> riserva straor<strong>di</strong>nario,<br />
lire 1.400 al fondo per gratificazione e aumenti al personale a norma del decreto<br />
luogotenenziale del 2 settembre 1917 e ad altri scopi benefici. Le tasse (ricchezza mobile<br />
e sovrimposta per la guerra) avevano raggiunto la somma <strong>di</strong> lire 4.645,41. Il consigliere<br />
Sacchetti, osservando l’ennesimo risultato negativo della succursale, affermò che avendo<br />
mancato al suo scopo, sarà necessario prendere provve<strong>di</strong>menti ra<strong>di</strong>cali. Altri proposero <strong>di</strong><br />
cederla ad uno dei farmacisti in servizio. Il consigliere delegato Rocchi ritenne opportuno<br />
sottoporre la questione all’assemblea prima <strong>di</strong> assumere decisioni in merito. Fu<br />
deliberata la somma <strong>di</strong> lire 100 a favore dell’Università popolare. Il consigliere delegato<br />
informò che il dottor Giunchi, da oltre un mese, era in convalescenza a Forlì e chiedeva<br />
la proroga per un altro mese, mantenendo lo stipen<strong>di</strong>o. L’Intendenza <strong>di</strong> finanza respinse<br />
definitivamente il ricorso della farmacia avverso il decreto del 5 maggio 1915 per il<br />
pagamento <strong>di</strong> un ammenda <strong>di</strong> lire 600: si decise <strong>di</strong> chiedere una transazione per una<br />
cifra minore 176 . Fu poi esaminata la bozza del regolamento per l’assegnazione del fondo<br />
<strong>di</strong> previdenza al personale. Fu licenziato il facchino Canè e ne fu assunto un altro. Fu<br />
approvato 177 il regolamento “Trattamento <strong>di</strong> quiescenza del personale”.<br />
L’assemblea dei soci del 18 novembre si occupò anche della situazione della succursale,<br />
approvando un or<strong>di</strong>ne del giorno in merito. In esso si prendeva atto con vivo rincrescimento<br />
dell’andamento non regolare della Succursale la quale presenta un’eccedenza<br />
<strong>di</strong> spesa da vari anni, né tende a migliorare; nonché del non sod<strong>di</strong>sfacente servizio che gli<br />
impiegati e addetti alla farmacia prestavano mostrando anche atteggiamenti <strong>di</strong> autonomia<br />
ingiustificabili e contrari allo statuto. Ciononostante, l’assemblea non deliberò la chiusura<br />
dell’esercizio, ma affidò al consiglio e al <strong>di</strong>rettore pieni poteri per sistemare le cose<br />
in modo che la succursale potesse dare i risultati augurati e <strong>di</strong>versi da quelli avuti sinora,<br />
approvando all’unanimità un or<strong>di</strong>ne del giorno: L’Assemblea della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, preso atto con vivo rincrescimento dell’andamento non regolare della Succursale n.<br />
1. la quale presenta un’eccedenza <strong>di</strong> spese da vari anni, né tende a migliorare, preso atto inoltre<br />
del non sod<strong>di</strong>sfacente servizio che gli impiegati e addetti alla farmacia prestano alla clientela,<br />
ragione forse questa del mancato utile della farmacia Succursale, la quale si arroga una specie<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> autonomia che a norma dello Statuto e dei Regolamenti non ha; all’intento <strong>di</strong><br />
non chiudere l’esercizio, né <strong>di</strong> cederlo ad altri o <strong>di</strong> liquidarlo, affida al Consiglio e al Direttore<br />
della Centrale il compito <strong>di</strong> sistemare le cose <strong>di</strong> quella Succursale in modo che essa <strong>di</strong>a risultati<br />
augurati e <strong>di</strong>versi da quelli avuti sinora.<br />
Gli amministratori eletti furono Luigi Rocchi, dottor Carlo Carnacini, Emanuele<br />
Sacchetti, Aldo Spisani, Ermete Tarozzi; sindaci effettivi: Luigi Guadagnini, Giuseppe<br />
175 cda, 11 ottobre 1917.<br />
176 Nella seduta del 3 novembre 1917 si ebbe notizia che l’Intendenza <strong>di</strong> finanza aveva respinto anche<br />
la proposta <strong>di</strong> transazione avanzata dalla cooperativa. Il cda decide <strong>di</strong> inviare istanza <strong>di</strong> grazia a S.<br />
Maestà il Re.<br />
177 cda, 3 novembre 1917. Cfr. Allegato n. 5.<br />
Mazzoni e Aurelio Minghetti; sindaci supplenti: Emilio Pezzi e Ettore Sandri; probiviri:<br />
Pietro Albertoni, Augusto Murri e Antonio Gnu<strong>di</strong>.<br />
Rocchi fu poi rieletto consigliere delegato e Ermete Tarozzi segretario 178 .<br />
Si approvò l’erogazione <strong>di</strong> lire 100 a favore dei profughi del Veneto. Furono chieste<br />
alle farmacie cooperative <strong>di</strong> Reggio Emilia, Milano e Brescia le loro regolamentazioni<br />
interne, in particolare quelle inerenti il personale. Fu necessario sostituire il ragionier<br />
Travaglia, richiamato alle armi, in quanto la contabilità era in arretrato da tre mesi: l’incarico<br />
<strong>di</strong> seguire la contabilità, <strong>di</strong>etro compenso <strong>di</strong> lire 840 annue, fu dato al ragionier<br />
Mario Collina. Fu assunto Francesco Maurizzi.<br />
Giunchi, visto l’or<strong>di</strong>ne del giorno dell’assemblea, inviò una lettera per chiedere se vi<br />
fossero rilievi sul suo operato e propose <strong>di</strong> affidare alla succursale la fornitura dei me<strong>di</strong>cinali<br />
all’Istituto Rizzoli e al Manicomio Roncati. Anche il consiglio 179 rispose per iscritto<br />
con un <strong>di</strong>niego alla proposta, sottolineando <strong>di</strong> nuovo la <strong>di</strong>fficile situazione della succursale.<br />
Su proposta del consigliere Carnacini 180 furono accesi libretti a risparmio vincolati intestati<br />
ai <strong>di</strong>pendenti, sui quali furono versate le somme accantonate per il fondo pensioni 181 .<br />
<strong>La</strong> ven<strong>di</strong>ta deL<strong>La</strong> SuccurSaLe <strong>di</strong> via <strong>La</strong>Me<br />
L’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti rinnovò l’incarico per il servizio notturno alla <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
stanziando i fon<strong>di</strong> necessari allo scopo. Tuttavia il consiglio si rese conto che il<br />
costo del personale per il servizio notturno, sulla base dei nuovi contratti, risultava assai<br />
oneroso nonostante il contributo delle farmacie, e, quin<strong>di</strong>, le per<strong>di</strong>te sarebbero state<br />
certe. Perciò si decise <strong>di</strong> convocare un’assemblea straor<strong>di</strong>naria ponendo all’or<strong>di</strong>ne del<br />
giorno sia il tema del servizio notturno, sia la situazione della succursale.<br />
In merito al primo argomento, il consigliere delegato Rocchi ribadì 182 che il movimento<br />
or<strong>di</strong>nario della farmacia durante il servizio notturno non compensa ormai le spese<br />
ed i compensi necessari all’esercizio dell’importante servizio: ad aggravare il bilancio,<br />
contribuivano le spese <strong>di</strong> illuminazione e <strong>di</strong> riscaldamento, nonché il nuovo contratto<br />
stipulato dall’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti che aumentava i compensi ai <strong>di</strong>pendenti della farmacie.<br />
<strong>La</strong> quota proveniente dall’Or<strong>di</strong>ne non era sufficiente a coprire il <strong>di</strong>savanzo, perciò,<br />
per proseguire il servizio, sarebbe stato necessario un incremento del contributo pagato<br />
dalle farmacie della città per il servizio <strong>di</strong> sostituzione svolto dalla <strong>Cooperativa</strong>; ed anche<br />
un contributo da Comune e Prefettura.<br />
Circa la questione della succursale, Rocchi ricordò che, mentre fino a un anno prima<br />
faticava a raggiungere il pareggio o, nella migliore delle ipotesi, dava esigui utili,<br />
178 cda, 24 novembre 1917.<br />
179 cda, 11 <strong>di</strong>cembre 1917.<br />
180 cda, 2 gennaio 1918.<br />
181 I <strong>di</strong>pendenti ai quali si accendono i libretti vincolati sono Leonello Grossi, Icilio Giunchi, Ciro<br />
Comelli, Bortolo Ferraresi, Libera Emma, Gaetano Fornetti, Cleto Casagrande.<br />
182 Assemblea straor<strong>di</strong>naria, 3 marzo 1918.<br />
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nell’ultimo esercizio aveva evidenziato una per<strong>di</strong>ta, intaccando gli utili della farmacia<br />
centrale. <strong>La</strong> ragione <strong>di</strong> ciò andava ricercata nel fatto che il personale mostrava svogliatezza,<br />
trascuranza dei propri doveri, incuria negli acquisti che si vogliono fatti <strong>di</strong>rettamente,<br />
a volte perfino una specie <strong>di</strong> abbandono della farmacia, in modo tale che la clientela, pur<br />
poco numerosa, si era pian piano allontanata. <strong>La</strong> per<strong>di</strong>ta registrata negli ultimi sei mesi<br />
era stata <strong>di</strong> circa lire 3.000 e le premesse per il futuro lasciavano facilmente prevedere<br />
un’ulteriore per<strong>di</strong>ta, poiché gli incassi <strong>di</strong>minuivano e le spese crescevano.<br />
Rivolgendosi all’assemblea, Rocchi chiese <strong>di</strong> esprimersi su tre ipotesi: vendere, affidare<br />
in gestione o affittare mantenendo una nostra interessenza. Rocchi <strong>di</strong>ede anche<br />
lettura <strong>di</strong> due lettere pervenute da Icilio Giunchi e da Bortolo Ferraresi, nelle quali<br />
essi tendono a giustificarsi del cattivo andamento degli affari; ma Rocchi raccomandò<br />
<strong>di</strong> non tenerne conto e <strong>di</strong> prendere atto che la farmacia era <strong>di</strong>ventata solo una preoccupazione.<br />
Così prosegue il verbale: Egli [Rocchi] prospetta però all’Assemblea la<br />
possibilità che il nostro personale, del quale non <strong>di</strong>remo mai abbastanza il male che si<br />
merita, si valga delle <strong>di</strong>sposizioni dell’art. 7 per ottenere un compenso <strong>di</strong> licenziamento<br />
che è purtroppo stabilito da quel regolamento e dalle nuove norme per i licenziamenti<br />
stabilite dalla Camera <strong>di</strong> Commercio; per queste ragioni, Rocchi <strong>di</strong>sse che la scelta più<br />
opportuna per la <strong>Cooperativa</strong> fosse la <strong>di</strong>sdetta tempestiva, cercando <strong>di</strong> collocare la <strong>Farmacia</strong><br />
per cessione ad altri.<br />
L’assemblea approvò la proposta del consigliere delegato e attribuì a tal fine i più<br />
ampi poteri al consiglio d’amministrazione, affinché procedesse alla cessione dell’esercizio<br />
alle migliori con<strong>di</strong>zioni.<br />
Rocchi consultò l’avvocato Zanar<strong>di</strong> circa il licenziamento del personale della succursale<br />
e questi espresse l’opinione che, in caso <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta o <strong>di</strong> affitto, sarebbero decaduti i vincoli<br />
previsti dallo statuto, dal regolamento organico e dalle leggi in materia e perciò si sarebbe<br />
potuto procedere al licenziamento previa raccomandata nella quale fosse in<strong>di</strong>cato il riferimento<br />
alla delibera dell’assemblea. Consigliò <strong>di</strong> far firmare ai <strong>di</strong>pendenti una <strong>di</strong>chiarazione<br />
nella quale prendano atto della deliberazione che li riguarda e la riconoscano conforme al<br />
regolamento organico. Tale <strong>di</strong>chiarazione firmata sarebbe stata la con<strong>di</strong>zione essenziale per<br />
lo svincolo dei libretti <strong>di</strong> cui all’art. 2 della norma per il trattamento <strong>di</strong> quiescenza.<br />
Quanto al servizio notturno, Rocchi affermò 183 che non si poteva chiedere un aumento<br />
del compenso all’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti in quanto l’accordo economico sottoscritto<br />
con la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> era ancora in vigore.<br />
Fu deciso <strong>di</strong> cambiare la bussola d’ingresso alla farmacia centrale, <strong>di</strong> chiedere alla deputazione<br />
provinciale <strong>di</strong> consentire l’aumento del prezzo dei me<strong>di</strong>cinali per il Manicomio<br />
Roncati. Il fattorino Casagrande fu richiamato alle armi e fu sostituito da Amedeo Cinti.<br />
Si inviò 184 all’Istituto Rizzoli la richiesta <strong>di</strong> aumento del 10% del prezzo della fornitura<br />
dei me<strong>di</strong>cinali. Poiché la farmacista Emma Libera si era ammalata, le fu chiesto <strong>di</strong><br />
trovare un sostituto. Circa la sorte della succursale, Rocchi propose la soluzione dell’alienazione,<br />
mentre i consiglieri Carnacini e Sacchetti suggerirono l’affittanza, anche alla<br />
183 cda, 16 marzo 1918.<br />
184 cda, 6 aprile 1918.<br />
luce dei maggiori incassi registrati negli ultimi mesi. Il consigliere Tarozzi fece notare<br />
che l’aumento degli incassi era dovuto all’aumento dei prezzi, che aveva, però, suscitato<br />
le proteste dei clienti e dei soci che si erano lagnati anche presso la Società Operaia, e<br />
propose <strong>di</strong> vendere. Rocchi ribadì la soluzione dell’alienazione in quanto l’affittanza<br />
sarebbe una mezza soluzione e che occorreva una misura ra<strong>di</strong>cale in quanto dopo molti<br />
anni <strong>di</strong> esperimento gli affari sono sempre stati cattivi. Al termine della <strong>di</strong>scussione, votarono<br />
a favore della ven<strong>di</strong>ta Rocchi, Sacchetti e Tarozzi; contro, Carnacini. A Rocchi,<br />
Carnacini e Grossi fu affidato l’incarico <strong>di</strong> occuparsi della ven<strong>di</strong>ta e all’avvocato Zanar<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> procedere ai licenziamenti e alle liquidazioni dei <strong>di</strong>pendenti.<br />
Rocchi riferì 185 al consiglio <strong>di</strong> aver ottenuto dalla Deputazione Provinciale l’aumento<br />
del 18% sui farmaci forniti dalla <strong>Cooperativa</strong>. Sorsero problemi col farmacista Bentini<br />
,che rifiutò il compenso <strong>di</strong> 375 lire deliberato per il servizio notturno svolto, chiedendo<br />
un aumento ed il pagamento delle ore notturne secondo le tabelle e non a forfait; si <strong>di</strong>sse<br />
<strong>di</strong>sgustato dall’operato del Consiglio d’Amministrazione.<br />
I <strong>di</strong>pendenti della succursale furono, come deciso, licenziati: essi chiesero notizia<br />
circa la possibilità <strong>di</strong> acquistare la farmacia. Rocchi rispose loro che avrebbe informato<br />
il consiglio della loro proposta; intanto erano pervenute due offerte: quella del conte<br />
Lorenzo Dalla Volpe e quella del dottor Arturo Gattamorta <strong>di</strong> Cesena. Entrambe si<br />
aggiravano fra le 20.000 e le 25.000 lire. Si decise <strong>di</strong> fare inserzioni per la ven<strong>di</strong>ta sui tre<br />
giornali citta<strong>di</strong>ni e sul «Corriere della Sera».<br />
L’Istituto Rizzoli comunicò <strong>di</strong> accettare 186 l’aumento del 20% sui me<strong>di</strong>cinali forniti<br />
dalla <strong>Cooperativa</strong>. Inoltre, a seguito della domanda <strong>di</strong> grazia a Sua Maestà il Re, fu ridotta<br />
la multa, causata da controversia fiscale, da lire 600 a lire 100. Fu risolta la questione<br />
con il farmacista Bentini che lamentava un trattamento <strong>di</strong>verso rispetto agli altri colleghi:<br />
fu fissato in lire 425 il suo stipen<strong>di</strong>o mensile a partire dal 1 gennaio 1919. Almeno<br />
20 furono le richieste <strong>di</strong> informazioni sulla ven<strong>di</strong>ta della succursale, ma solo Arturo<br />
Gattamorta <strong>di</strong> Borello <strong>di</strong> Cesena e Umberto Ghinelli <strong>di</strong> Cantù (che venne a <strong>Bologna</strong> a<br />
vedere la farmacia) si mostrarono davvero interessati all’acquisto. Si decise <strong>di</strong> invitare a<br />
colloquio i due interessati e i farmacisti Giunchi e Ferraresi.<br />
Rocchi riferì al consiglio 187 che i due farmacisti Giunchi e Ferraresi non avevano<br />
risposto all’invito; che Gattamorta aveva offerto lire 20.000 e Ghinelli lire 26.000. Andava,<br />
tuttavia, approfon<strong>di</strong>ta ulteriormente la valutazione con riferimento al valore dei<br />
me<strong>di</strong>cinali presenti in negozio. Il consigliere dottor Carnacini riferì <strong>di</strong> rappresentare il<br />
Gattamorta che lo autorizzava ad aumentare l’offerta fino alla cifra che egli crederà. Il<br />
consiglio decise <strong>di</strong> invitare con telegramma i due possibili acquirenti ad un incontro con<br />
Rocchi: questi, dopo averli incontrati, riferì che Ghinelli aveva mantenuto l’offerta <strong>di</strong><br />
lire 26.000 e Gattamorta l’aveva elevata a lire 27.000. Il consiglio decise 188 <strong>di</strong> trattare solo<br />
con Gattamorta sulla seguente base:<br />
185 cda, 20 aprile 1918.<br />
186 cda, 20 maggio 1918.<br />
187 cda, 30 maggio 1918.<br />
188 cda, 1 giugno 1918.<br />
58 59
Lire 21.000 per l’acquisto della farmacia compresi i capitali morti, nonché il pagamento<br />
dei me<strong>di</strong>cinali, presi<strong>di</strong> chirurgici, specialità, scorte <strong>di</strong> vetreria, cartonaggi ecc. secondo<br />
l’inventario da compilarsi in contrad<strong>di</strong>ttorio fra le parti contraenti negli ultimi quattro<br />
giorni del mese <strong>di</strong> giugno. In questi quattro giorni gli incassi saranno <strong>di</strong>visi a metà fra le<br />
parti. I prezzi verranno calcolati in base al listino Erba 1918 ed ultime variazioni, con lo<br />
sconto del 15%. Rimborso dei <strong>di</strong>etimi <strong>di</strong> affitto anticipato, imposta <strong>di</strong> Ricchezza Mobile,<br />
nonché delle tasse comunali tutte, inerenti all’esercizio alienando. Le spese tutte dell’atto<br />
notarile saranno assunte per intero dall’acquirente. Qualsiasi <strong>di</strong>vergenza dovesse sorgere<br />
fra le parti, specie per quello che riguarda l’inventario, sarà risolta inappellabilmente da<br />
un arbitro scelto <strong>di</strong> comune accordo fra le parti nella persona del sig. cav. Luigi Boriani.<br />
Ogni ragione <strong>di</strong> debito e <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> verso terzi, fino al 30 giugno<br />
1918, e <strong>di</strong> pertinenza della <strong>Farmacia</strong> Succursale, sarà devoluta e liquidata dalla <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong> che curerà l’incasso dei cre<strong>di</strong>ti e la liquidazione e pagamento delle passività.<br />
Il signor Gattamorta accettò chiedendo che le spese <strong>di</strong> stipulazione vengano <strong>di</strong>vise a<br />
metà fra le parti contraenti. Chiese anche che il cartello della farmacia potesse rimanere<br />
per un anno. Dopo <strong>di</strong> che, il Gattamorta consegnò la somma <strong>di</strong> lire 2.000 quale caparra.<br />
Alle ore 22.30 la seduta terminò con l’impegno <strong>di</strong> telegrafare l’esito all’altro concorrente.<br />
L’avvocato Zanar<strong>di</strong>, secondo l’incarico ricevuto, aveva proceduto al licenziamento<br />
del personale: mentre il fattorino Cinti e il farmacista Ferraresi avevano risposto <strong>di</strong><br />
prenderne atto, il farmacista Giunchi e il fattorino Casagrande non intendevano affatto<br />
prenderne atto, desiderando prima vagliare tutti gli elementi che avevano influito sulla<br />
definitiva decisione. Il consiglio incaricò il signor Tavernari <strong>di</strong> procedere alla compilazione<br />
dell’inventario della farmacia succursale; inoltre, deliberò 189 la somma <strong>di</strong> lire 200<br />
quale contributo per l’arredamento della Colonia municipale <strong>di</strong> Casaglia.<br />
I <strong>di</strong>pendenti licenziati Giunchi e Ferraresi inviarono lettere al consiglio per lamentare<br />
un trattamento illegittimo subito dalla cooperativa: in sostanza, scrivevano che, essendo<br />
essi richiamati alle armi, la legge (decreto luogotenenziale n. 490 del 1 maggio 1916)<br />
li tutelava prevedendo il mantenimento del posto e corresponsione dello stipen<strong>di</strong>o nella<br />
misura prevista dalla legge fino alla cessazione del servizio militare, compartecipazione<br />
agli utili per gli anni dal 1916 al 1919. Dunque, essi sostenevano che anche durante il<br />
periodo <strong>di</strong> gestione della farmacia da parte <strong>di</strong> altro soggetto, permaneva il <strong>di</strong>ritto alla<br />
corresponsione dello stipen<strong>di</strong>o. L’avvocato Zanar<strong>di</strong>, <strong>di</strong> fronte alla contestazione dei due<br />
<strong>di</strong>pendenti, si scusò col consiglio per avere sbagliato le in<strong>di</strong>cazioni offerte col suo parere,<br />
confermando che era legittimo quanto contenuto nella lettera dei due, salvo che per il<br />
Ferraresi che è in congedo illimitato. Aggiunse che non esisteva, tuttavia, l’obbligo del<br />
nuovo gestore <strong>di</strong> riassumere i due. Tuttavia – concluse Zanar<strong>di</strong> – al Casagrande spettava<br />
un terzo dello stipen<strong>di</strong>o e al Giunchi un terzo della <strong>di</strong>fferenza tra il maggiore stipen<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> cui godeva e quello percepito attualmente come tenente. Circa la corresponsione degli<br />
utili, l’avvocato Zanar<strong>di</strong> propose <strong>di</strong> risolvere la questione ammettendo i due impiegati al<br />
riparto degli utili nella stessa proporzione per la quale continuavano a godere dello stipen<strong>di</strong>o,<br />
e versando nel loro fondo <strong>di</strong> quiescenza una mensilità uguale a quella che ciascuno <strong>di</strong><br />
189 cda, 22 giugno 1918.<br />
essi percepisce come quota <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o in applicazione del Decreto. Quanto alle questioni<br />
poste dal Ferraresi, l’unica che poteva avere fondamento era la richiesta <strong>di</strong> avere un<br />
aumento <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o, riconosciuto ad altri <strong>di</strong>pendenti, a far tempo dal 1 gennaio 1918.<br />
Per chiudere la questione, Giunchi chiese il riconoscimento della somma <strong>di</strong> lire 9.500<br />
e Ferraresi <strong>di</strong> lire 8.000: richieste esagerate e neanche da prendersi in considerazione, affermò<br />
il consiglio d’amministrazione 190 , che non assunse decisioni definitive in attesa <strong>di</strong><br />
incontrare i <strong>di</strong>pendenti interessati.<br />
Il consigliere Sacchetti intervenne 191 sostenendo che si è troppo tollerato. Se si fossero<br />
presi seri provve<strong>di</strong>menti a carico del personale della Succursale, come ho denunciato più<br />
volte allorché <strong>di</strong>mostrai che detto personale trascurava il servizio, ora non ci troveremmo<br />
nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> vederci da esso trascinati in tribunale. Volle che risultasse a verbale<br />
che recatosi un giorno in detta <strong>Farmacia</strong>, la trovò chiusa nelle ore che doveva restare aperta<br />
e che in tali circostanze la chiave della <strong>Farmacia</strong> veniva lasciata alla fruttivendola accanto,<br />
cosa che egli verificò <strong>di</strong> persona. Inoltre – aggiunse Sacchetti – la farmacia era <strong>di</strong>ventata<br />
una cucina economica nella quale tutti si recavano per cuocere da mangiare. Perfino il caffettiere<br />
vicino ne approfittava per andare a preparare il caffè da vendere nel suo esercizio.<br />
Giunchi e Casagrande ripresero i contatti con il consigliere delegato e si aprì una trattativa<br />
al termine della quale fu riconosciuta a Giunchi la somma <strong>di</strong> lire 1.000 e a Casagrande<br />
<strong>di</strong> lire 735 a copertura dei compensi futuri. Inoltre ad essi furono riconosciuti i compensi<br />
previsti dalla legge: a Icilio Giunchi lire 6.500 e a Cleto Casagrande lire 1.265 192 . Il consiglio<br />
fece scrivere a Ferraresi dall’avvocato Zanar<strong>di</strong> per informarlo che a lui non spettava<br />
nulla sulla base del decreto del 1 maggio 1916, in quanto non prestava servizio militare:<br />
la trattativa poteva essere portata avanti sulla base <strong>di</strong> complessive lire 3.695 (<strong>di</strong> cui lire<br />
2.050 <strong>di</strong> fondo pensione), cioè quanto gli spettava <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto. Il consiglio si occupò anche<br />
del servizio notturno decidendo, in assenza <strong>di</strong> fatti nuovi, <strong>di</strong> inviare <strong>di</strong>sdetta all’Or<strong>di</strong>ne dei<br />
farmacisti a far tempo dal 1 gennaio 1919. Procedevano le pratiche per la cessione della<br />
farmacia succursale: l’inventario non era ancora terminato, ma l’acquirente Gattamorta<br />
aveva provveduto a versare un acconto <strong>di</strong> lire 15.000. In applicazione <strong>di</strong> un decreto luogotenenziale,<br />
furono aumentati <strong>di</strong> lire 100 mensili gli stipen<strong>di</strong> <strong>di</strong> tutti i farmacisti.<br />
L’avvocato Zanar<strong>di</strong> incontrò Ferraresi che gli comunicò <strong>di</strong> essere stato richiamato<br />
sotto le armi e perciò chiese il trattamento <strong>di</strong> legge pretendendo la somma, onnicomprensiva,<br />
<strong>di</strong> lire 5.000. Il consigliere delegato Rocchi propose 193 <strong>di</strong> trattare ma non oltre<br />
lire 4.200. Anche il farmacista Comelli era stato richiamato ed il dottor Grossi aveva<br />
inoltrato subito domanda <strong>di</strong> congedo: si rendeva necessario, quin<strong>di</strong>, assumere temporaneamente<br />
un sostituto. Circa il servizio notturno fu esaminata la proposta dell’Or<strong>di</strong>ne<br />
dei farmacisti <strong>di</strong> affidare il servizio alla <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>: fu deliberato <strong>di</strong> chiedere<br />
la somma <strong>di</strong> lire 5.000 con contratto <strong>di</strong>retto con l’Or<strong>di</strong>ne, evitando così <strong>di</strong> utilizzare un<br />
esattore per incassare le quote presso le singole farmacie.<br />
190 cda, 31 luglio 1918.<br />
191 cda, 31 agosto 1918.<br />
192 cda, 12 ottobre 1918.<br />
193 cda, 6 novembre 1918.<br />
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Fu completato l’inventario della succursale e si constatò che il valore ammontava a<br />
lire 14.400: pertanto, il prezzo complessivo della cessione si assestò a lire 35.400, <strong>di</strong> cui<br />
25.000 già versate dall’acquirente Gattamorta.<br />
Si deliberò una gratifica <strong>di</strong> lire 250 a favore <strong>di</strong> Grossi e <strong>di</strong> Libera per il lavoro straor<strong>di</strong>nario<br />
in sostituzione <strong>di</strong> altri <strong>di</strong>pendenti e <strong>di</strong> lire 300 per Grossi per il lavoro <strong>di</strong> tariffazione<br />
dei me<strong>di</strong>cinali della succursale.<br />
Il 3 <strong>di</strong>cembre 1918, davanti al notaio Cesare Berti, fu stipulato l’atto <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta della<br />
succursale e Gattamorta versò la somma residua. Dalla ven<strong>di</strong>ta della succursale, tolte le<br />
spese <strong>di</strong> liquidazione del personale, residuarono circa lire 12.000 che il consiglio decise<br />
<strong>di</strong> accantonare per l’eventuale apertura <strong>di</strong> un’altra succursale. L’assemblea dei soci 194<br />
ratificò quanto portato a termine dal consiglio d’amministrazione e cioè che la succursale<br />
era stata venduta, come deliberato dall’assemblea del 3 marzo, ad Arturo Gattamorta<br />
per la somma <strong>di</strong> lire 35.400, <strong>di</strong> cui lire 14.400 a fronte dei me<strong>di</strong>cinali esistenti<br />
e lire 21.000 come buonuscita per l’avviamento. Delle 21.000 lire, dopo il pagamento<br />
dei compensi e liquidazioni al personale ed altri oneri derivanti dalla ven<strong>di</strong>ta, residuò<br />
la somma <strong>di</strong> lire 11.955 che fu inserita in un fondo <strong>di</strong> bilancio finalizzato all’apertura <strong>di</strong><br />
una nuova farmacia.<br />
Circa il servizio notturno, nonostante l’incremento del contributo delle farmacie private,<br />
il servizio chiuse in passivo per l’aumento dello stipen<strong>di</strong>o del farmacista. Perciò<br />
si decise <strong>di</strong> dare la <strong>di</strong>sdetta <strong>di</strong> tale servizio a meno che non si fossero ottenute migliori<br />
con<strong>di</strong>zioni economiche per lo svolgimento.<br />
Durante l’assemblea fu approvato un or<strong>di</strong>ne del giorno <strong>di</strong> plauso all’operato del<br />
personale della farmacia centrale. Fu proposto <strong>di</strong> cambiare la bussola all’ingresso della<br />
farmacia centrale per tutelare i lavoratori nella stagione invernale. Per l’azione positiva<br />
svolta, l’assemblea decise <strong>di</strong> erogare un premio <strong>di</strong> lire 500 a Rocchi e <strong>di</strong> lire 200 al segretario<br />
Ermete Tarozzi.<br />
Prima dell’elezione degli amministratori, Ermete Tarozzi annunciò <strong>di</strong> rinunciare ad<br />
essere fra i can<strong>di</strong>dati per motivi <strong>di</strong> famiglia. Risultarono eletti consiglieri Luigi Rocchi,<br />
Enrico Cogo, Aldobrando Merighi, Italo Samaja, Aldo Spisani. Sindaci effettivi: Luigi<br />
Guadagnini, Aurelio Minghetti, Francesco Zanar<strong>di</strong>. Sindaci supplenti: Ettore Sandri e<br />
Emilio Pezzi. Probiviri: Pietro Albertoni, Antonio Gnu<strong>di</strong>, Augusto Murri. <strong>La</strong> Società<br />
Operaia nominò quali propri rappresentanti Emanuele Guidastri e Roberto Giocon<strong>di</strong>.<br />
Rocchi fu poi confermato consigliere delegato, mentre Roberto Giocon<strong>di</strong> fu nominato<br />
segretario.<br />
Poiché non pervenne nessuna comunicazione dall’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti in relazione<br />
allo svolgimento del servizio notturno, il consiglio decise 195 <strong>di</strong> inviare una lettera al farmacista<br />
Bentini per comunicargli il licenziamento a far tempo dal primo febbraio a causa<br />
delle cessazione del servizio notturno 196 . Tuttavia, il 26 gennaio giunse la lettera dell’Or<strong>di</strong>ne<br />
dei farmacisti che chiese lo svolgimento del servizio notturno da parte della <strong>Farmacia</strong><br />
194 Assemblea generale, 15 <strong>di</strong>cembre 1918.<br />
195 cda, 14 gennaio 1919.<br />
196 Il farmacista Bentini fu liquidato con la somma <strong>di</strong> lire 2.000.<br />
<strong>Cooperativa</strong> a fronte <strong>di</strong> un contributo <strong>di</strong> lire 3.000. Il consiglio 197 approvò la proposta e si<br />
vide costretto ad assumere, al posto <strong>di</strong> Bentini, un nuovo farmacista, Guido Viterbi.<br />
Le vicende legate al licenziamento del personale della succursale non erano, però,<br />
concluse: Rocchi comunicò che il farmacista Ferraresi non intendeva accettare la proposta<br />
<strong>di</strong> liquidazione formulatagli e che intendeva a<strong>di</strong>re alle vie legali: il consiglio incaricò<br />
il consigliere Samaja <strong>di</strong> incontrarlo per trattare. Dopo l’incontro con Ferraresi, Samaja<br />
riferì che egli pretendeva la somma <strong>di</strong> lire 5.000 e, pertanto, si decise <strong>di</strong> affidare la vertenza<br />
al giu<strong>di</strong>zio del tribunale.<br />
Anche il dottor Grossi chiese il riconoscimento <strong>di</strong> benefici economici: durante<br />
la seduta del consiglio d’amministrazione 198 – presente lo stesso dottor Grossi – fu<br />
affrontata la questione: vi fu un battibecco fra Rocchi e Grossi a causa del fatto che<br />
Grossi non intendeva presentare un memoriale, cioè una domanda circostanziata.<br />
Grossi rispose che per ragioni personali non intendeva farlo. Il consiglio rinviò ogni<br />
decisione, ma il giorno successivo giunse la lettera <strong>di</strong> <strong>di</strong>missioni <strong>di</strong> Grossi con motivazioni<br />
che facevano riferimento al fatto che le sue richieste erano state respinte. Il<br />
consigliere delegato Rocchi, assai rammaricato, rassegnò le <strong>di</strong>missioni 199 motivandole<br />
col fatto che il <strong>di</strong>rettore è più importante della sua figura e anche perché è anche un<br />
compagno <strong>di</strong> fede ed ha avuto il merito <strong>di</strong> avviare la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> fin dall’inizio<br />
della sua attività. Il consigliere Guidastri, nel respingere le <strong>di</strong>missioni <strong>di</strong> Grossi,<br />
propose il seguente or<strong>di</strong>ne del giorno:<br />
Il Consiglio Direttivo della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> presa visione della lettera in data 24<br />
aprile del Direttore della <strong>Farmacia</strong> non ritiene <strong>di</strong> doverne prendere atto poiché la risposta<br />
data alle richieste <strong>di</strong> Grossi va esaminata; infatti, il problema più generale è quello <strong>di</strong> adeguare<br />
il Regolamento Organico al nuovo contratto dei farmacisti e alle norme in materia<br />
emanate negli ultimi anni. Nel contempo esprime piena fiducia nel consigliere delegato<br />
Rocchi che viene incaricato <strong>di</strong> affrontare il problema assieme al consigliere Guidastri.<br />
Tuttavia, i problemi con i <strong>di</strong>pendenti continuarono: vi fu, infatti, uno scontro sul lavoro<br />
fra la Libera e Comelli, <strong>di</strong> cui riferì il <strong>di</strong>rettore Grossi, aggiungendo che gli episo<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a fra i <strong>di</strong>pendenti erano numerosi e che il consiglio avrebbe dovuto affrontare<br />
la questione: Rocchi avrebbe desiderato un rapporto scritto, ma Grossi rispose <strong>di</strong> non<br />
aver assistito al <strong>di</strong>verbio e che gli erano state riferite versioni contrastanti. Il consiglio 200<br />
chiese alla signora Libera <strong>di</strong> stendere un rapporto sulla vicenda. Dopo <strong>di</strong>versi incontri,<br />
il consiglio ritenne che la vertenza legale con Ferraresi poteva essere risolta sulla base <strong>di</strong><br />
lire 4.500; l’avvocato Zanar<strong>di</strong>, consultato, sostenne che il tribunale avrebbe stabilito una<br />
somma minore; ma il consiglio, pur <strong>di</strong> chiudere la vicenda, autorizzò Rocchi a condurre<br />
la trattativa per la somma onnicomprensiva <strong>di</strong> lire 4.500.<br />
197 cda 11 febbraio 1919.<br />
198 cda, 22 aprile 1919.<br />
199 cda, 30 aprile 1919.<br />
200 cda, 30 maggio 1919.<br />
62 63
Dopo la vicenda aperta da Grossi, il consiglio 201 approvò la Tabella organica degli<br />
impiegati tecnici ed inservienti 202 che sarebbe entrata in vigore dal primo giugno 1919,<br />
ma con efficacia dal primo gennaio 1908 per gli effetti degli aumenti perio<strong>di</strong>ci. <strong>La</strong> tabella<br />
doveva essere firmata da tutti i <strong>di</strong>pendenti per accettazione.<br />
I proprietari delle farmacie private chiesero alla <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> l’iscrizione<br />
all’associazione fra i proprietari: il consiglio deliberò <strong>di</strong> non aderire.<br />
Leonello Grossi chiese e ottenne 203 una licenza straor<strong>di</strong>naria in vista della prossima<br />
campagna elettorale. Rocchi propose <strong>di</strong> istituire una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per consentire<br />
al figlio <strong>di</strong> un socio della Società Operaia <strong>di</strong> potersi laureare in <strong>Farmacia</strong>; Samaja,<br />
nel con<strong>di</strong>videre l’iniziativa, riteneva preferibile la laurea in Chimica: fu deciso <strong>di</strong> sottoporre<br />
all’assemblea 204 la proposta <strong>di</strong> formazione <strong>di</strong> una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o al figlio <strong>di</strong><br />
un socio della Società Operaia che intendesse laurearsi in Chimica pura o Chimica<br />
farmaceutica.<br />
Il bilancio consuntivo 1918-19 si chiuse con un utile netto <strong>di</strong> lire 12.867,47, inferiore<br />
a quello dell’anno precedente: le cause erano da ricondurre ad una minore percentuale<br />
<strong>di</strong> utile sui farmaci, alla tassa <strong>di</strong> ricchezza mobile, alle tasse straor<strong>di</strong>narie <strong>di</strong> guerra,<br />
all’aumento delle spese per personale, al riscaldamento e all’illuminazione. Il <strong>di</strong>rettore<br />
Grossi rinunciò alla <strong>di</strong>stribuzione degli utili <strong>di</strong> sua spettanza per ragioni troppo ovvie <strong>di</strong><br />
delicatezza e correttezza politica 205 .<br />
All’assemblea dei soci fu data notizia che Leonello Grossi era stato eletto deputato<br />
del Psi. Al momento <strong>di</strong> eleggere gli amministratori 206 , Rocchi chiese che tutto il consiglio<br />
fosse rinnovato per maggior sviluppo dell’azienda. Ma, al momento del voto, tutti i soci<br />
depositarono scheda bianca e Rocchi si vide costretto a convocare una nuova seduta,<br />
a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> una settimana, durante la quale 207 intervennero alcuni soci per chiedere<br />
ai consiglieri uscenti <strong>di</strong> recedere dal proposito <strong>di</strong> non ripresentarsi; Rocchi <strong>di</strong>sse che,<br />
invece, era giunto il momento per operare un ricambio, essendo finita la guerra. L’assemblea<br />
finì con l’accogliere l’invito al rinnovamento, ed elesse i consiglieri: professor<br />
Ettore Bidone, Aurelio Minghetti, dottor Carlo Carnacini, Cassiano Geminiani, dottor<br />
Giuseppe Mazzoni. Sindaci effettivi: Luigi Guadagnini, Francesco Zanar<strong>di</strong>, Luigi Cleto<br />
Minelli. Sindaci supplenti: Ettore Sandri e Emilio Pezzi. Probiviri: Pietro Albertoni,<br />
Antonio Gnu<strong>di</strong>, Augusto Murri.<br />
201 cda, 23 giugno 1919.<br />
202 Tabella organica: <strong>di</strong>rettore tecnico a lire 8.220 <strong>di</strong> base più lire 420 per indennità fissa; 2 farmacisti a<br />
lire 6.600; 1 farmacista addetto al servizio notturno a lire 3 all’ora (secondo il contratto dei farmacisti);<br />
1 facchino stabile a lire 3.360; 1 facchino avventizio a lire 280 mensili.<br />
203<br />
cda, 30 ottobre 1919.<br />
204 Assemblea straor<strong>di</strong>naria, 8 novembre 1919. Fu approvata la proposta del consigliere delegato e fu<br />
stanziata la somma <strong>di</strong> lire 10.000 da depositare in apposito libretto a buon tasso d’interesse.<br />
205 Tuttavia il consiglio deliberò <strong>di</strong> assegnargli una gratifica <strong>di</strong> lire 600; ed una <strong>di</strong> lire 300 fu assegnata<br />
al ragionier Travaglia per la compilazione dell’inventario e del bilancio. Si destinò la somma <strong>di</strong> lire<br />
500 a «<strong>La</strong> Squilla» per la solita pubblicità. cda, 30 ottobre 1919.<br />
206 Assemblea generale, 23 novembre 1919.<br />
207 Assemblea generale, 30 novembre 1919.<br />
<strong>La</strong> Società Operaia nominò come propri rappresentanti Emanuele Guidastri e Umberto<br />
Vignali. Il consiglio 208 provvide alla nomina delle nuove cariche sociali: consigliere<br />
delegato, Giuseppe Mazzoni; <strong>di</strong>rettore amministrativo, Carlo Carnacini; segretario, Umberto<br />
Vignali. Rocchi <strong>di</strong>ede le consegne dei libri sociali e informò circa le iniziative in<br />
corso. Il consiglio nominò vice<strong>di</strong>rettrice della farmacia la signora Emma Libera.<br />
Grossi, eletto deputato del Psi, chiese <strong>di</strong> essere autorizzato a farsi sostituire durante la<br />
sua assenza per lo svolgimento dell’incarico politico da una farmacista da lui scelta e pagata.<br />
<strong>La</strong> richiesta <strong>di</strong> Grossi fu accolta. Fu deciso <strong>di</strong> rinunciare al contratto con l’Or<strong>di</strong>ne<br />
dei farmacisti riguardante il servizio notturno in scadenza il 31 gennaio 1920.<br />
Col nuovo anno, fu fatto collocare sulla porta d’ingresso un cartello con la scritta<br />
“<strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>” e fu chiesto 209 alla Società Operaia un locale ad uso magazzino.<br />
Dato l’aumento delle spese generali, il consiglio decise <strong>di</strong> portare al 30% il margine <strong>di</strong><br />
ricavo sui farmaci forniti al Manicomio Roncati, all’Istituto Rizzoli e alla Congregazione<br />
<strong>di</strong> carità <strong>di</strong> Imola. Fu deliberato <strong>di</strong> acquistare vasellame nuovo e <strong>di</strong> riparare banco <strong>di</strong><br />
ven<strong>di</strong>ta e scaffali.<br />
Giunse una lettera dell’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti nella quale si lamentava il fatto che la<br />
<strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> avesse concluso una convenzione con il Comune <strong>di</strong> Monterenzio,<br />
creando in tal modo un grave danno al farmacista del luogo. Il consiglio ne prese atto<br />
lasciando cadere la cosa 210 . Fu approvato un nuovo regolamento organico:<br />
tabella organica:<br />
64 65<br />
Direttore tecnico: lire 9.600 <strong>di</strong> base corrispondente a lire 800 mensili con quattro aumenti<br />
quadriennali <strong>di</strong> 1/10 dell’assegno fisso più lire 420 per indennità fissa;<br />
2 farmacisti aggiunti: assegno base <strong>di</strong> lire 8.400 (lire 700 mensili);<br />
farmacista addetto al servizio notturno lire 3 all’ora (secondo il contratto dei farmacisti);<br />
1 facchino stabile: lire 310 mensili con quattro aumenti quadriennali <strong>di</strong> 1/10 dell’assegno<br />
fisso;<br />
1 facchino avventizio: lire 310 mensili;<br />
1 fattorino: lire 100 mensili.<br />
A ciò andava aggiunta la <strong>di</strong>stribuzione degli utili in base all’art. 10 dello statuto e gli<br />
accantonamenti previdenziali sui libretti nominativi.<br />
Pertanto gli stipen<strong>di</strong> mensili da corrispondere sarebbero stati i seguenti: dottor<br />
Leonello Grossi, <strong>di</strong>rettore tecnico, lire 1.075; dottor Ciro Comelli, farmacista aggiunto,<br />
lire 910; dottoressa Emma Libera, farmacista aggiunto, lire 840; Gaetano<br />
Fornetti, facchino, lire 403; Raffaele Busi, facchino, lire 360; Giuseppe Salomoni,<br />
fattorino, lire 100.<br />
208 cda, 18 novembre 1919.<br />
209 cda, 2 gennaio 1920.<br />
210 cda, 29 marzo 1920.
Resa nota la nuova tabella, la dottoressa Emma Libera protesta per la mancata parificazione<br />
del suo stipen<strong>di</strong>o a quello del farmacista Comelli, rifiuta lo stipen<strong>di</strong>o e non presta<br />
l’opera propria per la preparazione delle or<strong>di</strong>nazioni degli istituti. Il consiglio chiese 211 <strong>di</strong><br />
investire del problema il <strong>di</strong>rettore tecnico cui spettava la <strong>di</strong>sciplina del personale. Tuttavia,<br />
l’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti aggiornò la tabella organica e ciò offrì l’occasione al consiglio<br />
212 per adeguare lo stipen<strong>di</strong>o della dottoressa Emma Libera. Pertanto, i nuovi stipen<strong>di</strong><br />
mensili con decorrenza 1 luglio 1920 furono i seguenti: Leonello Grossi, lire 1.270; Ciro<br />
Comelli e Emma Libera, 1.105. Fu previsto un aumento, con decorrenza primo settembre,<br />
anche ai due inservienti: Gaetano Fornetti, lire 475 e Luigi Busi, lire 420.<br />
Furono deliberati un contributo <strong>di</strong> lire 100 a favore dell’Università Popolare e l’acquisto<br />
<strong>di</strong> n. 5 azioni da lire 10 della <strong>Cooperativa</strong> per la <strong>di</strong>ffusione della stampa socialista.<br />
Fu <strong>di</strong>sdetto il contratto d’affitto del locale al primo piano nelle sede della Società Operaia<br />
in quanto non più necessario.<br />
Il ragionier Travaglia, presentando 213 i dati del consuntivo al 31 agosto 1920, propose<br />
<strong>di</strong> accantonare alcune somme: lire 15.000 al fondo per pagamento imposte straor<strong>di</strong>narie<br />
sui profitti <strong>di</strong> guerra; lire 600 alla Società Operaia per il mantenimento <strong>di</strong> due bambini<br />
alle cure marine; lire 2.500 al fondo per spese impreviste; lire 1.810 da sud<strong>di</strong>videre fra i<br />
<strong>di</strong>pendenti. In tal modo l’utile netto fu <strong>di</strong> lire 3.794,59.<br />
L’assemblea, dopo aver approvato il bilancio, elesse gli amministratori 214 : consiglieri,<br />
Enrico <strong>La</strong>nduzzi, Aurelio Minghetti, Paolo Minghetti, Emilio Pezzi, Italo Samaja.<br />
Sindaci effettivi, Luigi Guadagnini, Francesco Zanar<strong>di</strong>, Luigi Cleto Minelli. Sindaci<br />
supplenti, Ettore Sandri e Ettore Bidone. Probiviri, Pietro Albertoni, Antonio Gnu<strong>di</strong>,<br />
Augusto Murri.<br />
Si aprì una vertenza con la farmacista aggiunta Emma Libera, che chiedeva una<br />
aspettativa <strong>di</strong> 5 anni con il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> farsi sostituire da un farmacista <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>mento del<br />
consiglio e la garanzia <strong>di</strong> essere riassunta dopo tale periodo. Il consiglio si <strong>di</strong>chiarò decisamente<br />
contrario affermando che nessun Consiglio può accedere a simile proposta non<br />
prevista da alcun contratto o norma.<br />
Fu depositata presso la Cassa <strong>Cooperativa</strong> della Società Operaia la somma <strong>di</strong> lire<br />
10.000 destinata a finanziare gli stu<strong>di</strong> in farmacia del figlio <strong>di</strong> un socio della Operaia,<br />
come a suo tempo deliberato dall’assemblea.<br />
Il consigliere Guidastri riferì al consiglio 215 <strong>di</strong> aver appreso che Emma Libera andava<br />
affermando pubblicamente che il bilancio della <strong>Farmacia</strong> è falso. Il sindaco Guadagnini,<br />
incaricato <strong>di</strong> incontrare la farmacista, riferì che sarebbe stato opportuno chiedere alla<br />
Libera <strong>di</strong> ritirare le accuse rivolte alla cooperativa, <strong>di</strong> pagarle lo stipen<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> consigliarle<br />
un periodo <strong>di</strong> riposo durante il quale il consiglio avrebbe deciso il da farsi.<br />
211<br />
cda, 17 maggio 1920.<br />
212<br />
cda, 17 settembre 1920.<br />
213<br />
cda, 22 ottobre 1920.<br />
214 Assemblea generale, 21 novembre 1920.<br />
215<br />
cda, 7 <strong>di</strong>cembre 1920.<br />
Fu deliberato 216 un compenso annuo <strong>di</strong> lire 1.500 al consigliere delegato e <strong>di</strong> lire 20<br />
ogni seduta e <strong>di</strong> lire 30 ogni verbale al segretario.<br />
Dai verbali non emerge la ragione per cui dopo venti giorni dall’elezione degli amministratori<br />
fu convocata una riunione dell’assemblea dei soci per eleggere <strong>di</strong> nuovo i<br />
soli consiglieri; è <strong>di</strong> tutta evidenza che gli eletti dall’assemblea del 21 novembre avevano<br />
rassegnato le <strong>di</strong>missioni. Ma non si evince la ragione per cui lo fecero.<br />
Alla riunione dell’assemblea del 12 <strong>di</strong>cembre 1920, presenti 21 soci, furono eletti<br />
all’unanimità Enrico <strong>La</strong>nduzzi (poi nominato segretario), Giovanni Lo<strong>di</strong> Fe’ (poi nominato<br />
consigliere delegato), Aurelio Minghetti, Emilio Pezzi, Italo Samaja. <strong>La</strong> Società<br />
Operaia in<strong>di</strong>cò come suoi rappresentanti Umberto Vignali e Gaetano Fornetti.<br />
Il consigliere delegato Lo<strong>di</strong> Fe’ riferì 217 <strong>di</strong> essersi recato in farmacia e <strong>di</strong> aver appreso<br />
dal personale che il <strong>di</strong>rettore Grossi era sempre assente e nessuno lo sostituisce, quin<strong>di</strong><br />
ogni farmacista agisce per proprio conto e tutti si trovano perciò a <strong>di</strong>sagio per non avere una<br />
mente <strong>di</strong>rettiva che li consigli e li <strong>di</strong>riga tanto negli acquisti quanto nell’andamento della<br />
farmacia, cosa questa che arreca alla medesima un danno non in<strong>di</strong>fferente. Intervenne il<br />
consigliere Samaja per associarsi alla critica lamentando il comportamento del <strong>di</strong>rettore<br />
Grossi il quale se intende <strong>di</strong> fare il deputato, non dovrebbe fare il farmacista; e continuò:<br />
del resto la sua <strong>di</strong>rezione è ben poco efficace anche quando trovasi in servizio e non riesce a<br />
togliere le <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e che avvengono fra il personale medesimo. Si convenne sulla necessità<br />
<strong>di</strong> richiamarlo ad una più stretta osservanza dei suoi doveri, in caso contrario il Consiglio<br />
prenderà più seri provve<strong>di</strong>menti.<br />
Si associarono altri consiglieri. Guadagnini affermò che occorreva intervenire per il<br />
miglior funzionamento della farmacia anche per ottemperare alle ragioni <strong>di</strong> fondazione<br />
della <strong>Cooperativa</strong> che non ha scopo <strong>di</strong> lucro, ma solo <strong>di</strong> dare buone me<strong>di</strong>cine a prezzo giusto.<br />
Dopo un paio <strong>di</strong> mesi, il consigliere delegato informò il consiglio 218 <strong>di</strong> aver incontrato<br />
Grossi e <strong>di</strong> aver chiarito la situazione e che da quel momento il <strong>di</strong>rettore era sempre<br />
stato presente in farmacia e che i permessi li avrebbe concessi egli stesso.<br />
<strong>La</strong> questione sollevata da Emma Libera 219 consisteva nel riconoscimento dell’anzianità<br />
<strong>di</strong> servizio che doveva essere uguale a quella del farmacista Comelli, il quale, interpellato,<br />
affermò che la Libera aveva ragione e che essa ha meriti anche superiori ai suoi. Il consiglio<br />
deliberò 220 <strong>di</strong> equiparare i due farmacisti riconoscendo l’anzianità a Emma Libera.<br />
Il <strong>di</strong>rettore Grossi informò che la farmacista Emma Libera aveva chiesto sei mesi <strong>di</strong><br />
permesso per ragioni <strong>di</strong> salute.<br />
Fu data lettura <strong>di</strong> una comunicazione dell’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti circa il servizio notturno:<br />
il consiglio 221 respinse le proposte pur mantenendo la <strong>di</strong>sponibilità ad esaminarne<br />
<strong>di</strong> nuove.<br />
216 cda, 15 <strong>di</strong>cembre 1920.<br />
217 cda, 23 <strong>di</strong>cembre 1920.<br />
218 cda, 7 febbraio 1921.<br />
219 Emma Libera aveva, nel frattempo, ritirato gli stipen<strong>di</strong> del 1920, ma non quelli del 1921.<br />
220 cda, 5 giugno 1921.<br />
221 cda, 17 <strong>di</strong>cembre 1921.<br />
66 67
L’assemblea generale dei soci 222 approvò il bilancio al 31 agosto 1921 che presentava un<br />
utile lordo <strong>di</strong> lire 81.000, ma netto <strong>di</strong> sole lire 1.523,94: il giro d’affari della farmacia era cresciuto<br />
notevolmente (circa 250.000 lire), ma le spese erano aumentate <strong>di</strong> ben lire 18.653,78<br />
per l’aumento delle tasse, e delle spese generali (affitto, telefono, utenze), oltre che per le<br />
migliorie apportate al locale della farmacia. Una seconda ragione del minor utile fu spiegata<br />
dal <strong>di</strong>rettore Grossi con il fortissimo incremento <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> specialità me<strong>di</strong>cinali e una<br />
<strong>di</strong>minuzione dei preparati della farmacia sui quali il margine <strong>di</strong> guadagno era più elevato.<br />
Inoltre fu rimarcato come il miglioramento estetico della farmacia fosse una spesa in<strong>di</strong>spensabile:<br />
il locale la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> – fu detto – è attualmente il più scalcinato<br />
del genere che si veda a <strong>Bologna</strong>.<br />
Per la prima volta, la relazione dei sindaci fu dura e rigorosa: Il Consiglio deve preoccuparsi,<br />
poiché non è ammissibile che una florida azienda commerciale non debba servire<br />
ad altro che a pagare le tasse e mantenere il personale. Aziende simili alla nostra danno<br />
benefici larghissimi. Dobbiamo quin<strong>di</strong> ritenere che anche la nostra sia suscettibile <strong>di</strong> un<br />
miglioramento funzionale, che deve essere in cima ai pensieri della nostra Amministrazione.<br />
<strong>La</strong> conclusione fu che occorreva agire per ridurre le spese. L’assemblea approvò<br />
il bilancio e le in<strong>di</strong>cazioni dei sindaci e al momento del rinnovo delle cariche non confermò<br />
alcuni consiglieri fra cui il consigliere delegato Lo<strong>di</strong> Fe’ 223 . Visto l’esito del voto<br />
dell’assemblea, i neoeletti si <strong>di</strong>misero in blocco e si rese necessario convocare una nuova<br />
riunione dell’assemblea dei soci. <strong>La</strong> seduta 224 , presenti 47 soci, si tenne solo per l’elezione<br />
degli amministratori. L’esito del voto confermò quello precedente, poiché furono<br />
eletti consiglieri Enrico <strong>La</strong>nduzzi, Attilio Mingar<strong>di</strong>, Aldo Spisani, Severo Dalla, Italo<br />
Samaja. Giovanni Lo<strong>di</strong> Fe’ ricevette solo 16 voti e fu sostituito come consigliere delegato<br />
dal ragionier Severo Dalla, mentre Enrico <strong>La</strong>nduzzi fu nominato segretario.<br />
Il consiglio 225 esaminò una relazione del <strong>di</strong>rettore Grossi sull’andamento della farmacia<br />
nella quale – come già riferito in assemblea – si motivava il minor red<strong>di</strong>to conseguito con l’aumento<br />
delle tasse, le forti spese <strong>di</strong> personale, il deprezzamento delle rimanenze, l’aumento<br />
<strong>di</strong> ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> specialità ed il calo dei preparati galenici. Egli propose <strong>di</strong> aumentare i prezzi, <strong>di</strong><br />
incrementare le ven<strong>di</strong>te attraverso convenzioni con società cooperative, collegi, opere pie…<br />
Il consigliere delegato Dalla commentò che le spese per il personale erano rilevantissime<br />
e superiori a quelle delle farmacie private, a parità dei prezzi <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta dei prodotti.<br />
Affermò che i suggerimenti del <strong>di</strong>rettore erano <strong>di</strong> scarso effetto e aggiunse che dopo<br />
la sua nomina a consigliere delegato aveva consultato atti e persone riportando la penosa<br />
impressione delle continue <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e e vertenze fra il personale e fra il personale e l’amministrazione.<br />
E concluse <strong>di</strong>cendo che occorreva provvedere ra<strong>di</strong>calmente alla sistemazione<br />
222 Assemblea generale, 27 novembre 1921.<br />
223 Furono eletti consiglieri: Enrico <strong>La</strong>nduzzi, Attilio Mingar<strong>di</strong>, Aldo Spisani, Severo Dalla, Italo Samaja.<br />
Sindaci effettivi: Luigi Guadagnini, Luigi Cleto Minelli, Mario Collina. Sindaci supplenti:<br />
Emilio Pezzi, Ettore Sandri. Probiviri: Pietro Albertoni, Augusto Murri, Antonio Gnu<strong>di</strong>.<br />
224 Assemblea generale, 11 <strong>di</strong>cembre 1921.<br />
225 cda, 21 <strong>di</strong>cembre 1921.<br />
della <strong>Farmacia</strong> 226 . Altri consiglieri intervennero sostenendo l’opportunità <strong>di</strong> licenziare<br />
Emma Libera e <strong>di</strong> richiamare il <strong>di</strong>rettore Grossi. Al termine il consiglio deliberò <strong>di</strong><br />
licenziare tutto il personale salvi i <strong>di</strong>ritti derivanti dal contratto <strong>di</strong> impiego.<br />
Circa la richiesta <strong>di</strong> Emma Libera <strong>di</strong> sei mesi <strong>di</strong> permesso per malattia, il consiglio<br />
deliberò che essa dovesse presentare domanda al consiglio corredata da certificato me<strong>di</strong>co,<br />
che tutte le concessioni fatte in passato al personale fossero revocate e che, per il<br />
futuro, ogni richiesta andasse in<strong>di</strong>rizzata al consiglio d’amministrazione.<br />
Dalla espresse forte preoccupazione per l’andamento economico della farmacia temendo<br />
per il futuro, anche perché il <strong>di</strong>rettore Grossi era dell’avviso che non si potesse<br />
ridurre l’organico.<br />
Circa la decisione <strong>di</strong> licenziare tutto il personale, fu chiesta 227 una consulenza legale<br />
all’avvocato Ciro Delvecchio; questi, nel parere che fornì, fece presente come, a norma<br />
dell’art. 4 del regolamento organico, il personale della farmacia ha acquisito il <strong>di</strong>ritto<br />
alla stabilità. Dalla ne prese atto e affermò 228 che siamo nella impossibilità <strong>di</strong> ridurre l’esuberante<br />
personale. Anche i consiglieri si rammaricarono <strong>di</strong> ciò sottolineando come al<br />
poco lavoro corrisponde troppo personale, e che mentre tutte le farmacie guadagnano, solo<br />
la nostra perde; fu anche criticato il modo <strong>di</strong> fare gli acquisti che immobilizzava molto<br />
denaro facendo crescere il magazzino oltre le necessità.<br />
Sta <strong>di</strong> fatto che le cose migliorarono, seppur lievemente e l’assemblea generale 229<br />
poté approvare il bilancio consuntivo al 31 agosto 1922 che presentò un utile netto <strong>di</strong><br />
lire 3.262,82, migliore, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> quello dell’anno precedente.<br />
Il collegio sindacale, per bocca <strong>di</strong> Guadagnini, sottolineò come il risultato fosse da<br />
considerare inferiore alle aspettative, sebbene doppio rispetto a quello dell’anno precedente.<br />
Tuttavia, il costo del personale (lire 58.000 su 82.000 <strong>di</strong> utile lordo) continuò ad<br />
essere ritenuto eccessivo.<br />
Il consigliere delegato Dalla informò l’assemblea che il consiglio aveva deliberato<br />
il licenziamento <strong>di</strong> tutto il personale: poi, viste le proteste e sentiti i legali, questo fu<br />
riassunto in blocco. Il <strong>di</strong>rettore Leonello Grossi fece presente che il costo del personale<br />
era elevato in quanto, a <strong>di</strong>fferenza delle farmacie private che hanno donne e giovani<br />
praticanti, la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> ha tutto personale <strong>di</strong>plomato e perciò più costoso.<br />
I 12 soci presenti confermarono in blocco gli amministratori uscenti. Dalla fu confermato<br />
consigliere delegato e il ragionier Enrico <strong>La</strong>nduzzi segretario.<br />
<strong>La</strong> farmacista Emma Libera, in permesso dal 1 novembre 1922, con lettera del 28<br />
febbraio 1923 inviata da Mantova trasmise un certificato me<strong>di</strong>co in cui si attestava l’esigenza<br />
<strong>di</strong> un lungo periodo <strong>di</strong> riposo. Il consiglio 230 , considerata l’assenza da sette mesi<br />
della Libera, in base all’art. 6 del regolamento del personale, considera <strong>di</strong>missionaria<br />
Emma Libera e ne <strong>di</strong>chiara vacante il posto, ma non ritenne <strong>di</strong> doverla sostituire.<br />
226 Fu notato anche che da <strong>di</strong>eci anni il personale della farmacia non teneva aggiornato il copialettere.<br />
227<br />
cda, 11 febbraio 1922.<br />
228<br />
cda, 25 marzo 1922.<br />
229 Assemblea generale, 19 novembre 1922.<br />
230<br />
cda, 9 giugno 1923.<br />
68 69
Dalla informò il consiglio 231 che il 27 luglio all’apertura della farmacia è stata constatata<br />
la mancanza <strong>di</strong> lire 831,75 e che era stato scoperto il ladro nella persona del fattorino<br />
Giuseppe Salomoni che è stato incarcerato. Parte del denaro era stato recuperato, mentre<br />
il resto sarebbe stato rifuso dal farmacista Ciro Comelli 232 alla cui mancata previdenza si<br />
deve il fatto. Fu deciso il licenziamento del facchino Raffaele Busi.<br />
iL ventennio FaSciSta<br />
L’assemblea generale dei soci 233 si aprì con il ricordo del segretario ragionier Enrico<br />
<strong>La</strong>nduzzi, deceduto il 19 settembre: <strong>La</strong>nduzzi fu il primo contabile della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
e, in seguito, fece parte del consiglio d’amministrazione.<br />
Il bilancio consuntivo al 31 agosto 1923 si era chiuso con un utile netto <strong>di</strong> lire<br />
4.822,75, in progresso rispetto ai precedenti, nonostante la cessazione della convenzione<br />
<strong>di</strong> fornitura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali al manicomio.<br />
I sindaci espressero sod<strong>di</strong>sfazione per il miglioramento dei conti, auspicando uno<br />
sviluppo della cooperativa e rammentando che a Milano la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> aveva<br />
aperto otto succursali e a Torino si stava aprendo la quarta. Una delle ragioni del buon<br />
risultato andava ricercata nel contenimento della spesa del personale: infatti era stato<br />
ridotto l’organico, soprattutto dei facchini e degli inservienti.<br />
Il consigliere delegato fece notare che tutte le farmacie private avevano un solo inserviente<br />
e che con la cessazione del servizio al manicomio si era reso possibile ridurre<br />
il personale 234 .<br />
Il consiglio 235 nominò in seguito consigliere delegato il dottor Giuseppe Mazzoni<br />
e segretario Umberto Vignali. I rappresentanti della Società Operaia furono Gaetano<br />
Frascari e Giuseppe Botti.<br />
Ermete Tarozzi rassegnò le <strong>di</strong>missioni e al suo posto entrò Teofilo Ruffini, primo dei<br />
non eletti. Il consiglio 236 respinse la proposta <strong>di</strong> aderire alla Federazione delle cooperative<br />
in quanto non necessario e utile.<br />
L’assemblea 237 approvò il bilancio consuntivo al 31 agosto 1924 il cui utile netto fu<br />
<strong>di</strong> lire 4.996,08: i sindaci lo definirono un bilancio normale. Furono poi eletti gli amministratori:<br />
consiglieri, Umberto Vignali, Attilio Mingar<strong>di</strong>, Aldo Spisani, Severo Dalla,<br />
Giuseppe Mazzoni. Sindaci effettivi, Luigi Guadagnini, Luigi Cleto Minelli, Carlo<br />
231 cda, 22 settembre 1923.<br />
232 Lo stesso Comelli, con una lettera, si <strong>di</strong>sse pronto a indennizzare la somma sottratta.<br />
233 Assemblea generale, 18 novembre 1923.<br />
234 L’assemblea elesse consiglieri: Ermete Tarozzi, Attilio Mingar<strong>di</strong>, Aldo Spisani, Severo Dalla, Giuseppe<br />
Mazzoni. Sindaci effettivi: Luigi Guadagnini, Luigi Cleto Minelli, Mario Collina. Sindaci<br />
supplenti: Emilio Pezzi, Ettore Sandri. Probiviri: Pietro Albertoni, Augusto Murri, Antonio Gnu<strong>di</strong>.<br />
235<br />
cda, 24 novembre 1923.<br />
236<br />
cda, 5 settembre 1924.<br />
237 Assemblea generale, 16 novembre 1924.<br />
Carnacini. Sindaci supplenti, Emilio Pezzi, Ettore Sandri. Probiviri, Pietro Albertoni,<br />
Augusto Murri, Antonio Gnu<strong>di</strong> 238 .<br />
Fu deliberata la buonuscita <strong>di</strong> lire 2.000 al facchino Raffaele Busi, licenziato.<br />
Il consiglio 239 deliberò <strong>di</strong> introdurre una tessera che dava <strong>di</strong>ritto a sconti sui me<strong>di</strong>cinali<br />
per i soci della Società Operaia, della Società artigiana e dei Militi della Croce verde.<br />
Gli effetti dell’iniziativa furono imme<strong>di</strong>atamente positivi e portarono ad un aumento<br />
delle ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> lire 4.000.<br />
Il consiglio 240 liquidò ad Emma Libera le competenze <strong>di</strong> sua spettanza. Al segretario<br />
del Sindacato farmacisti che informava dell’entrata in vigore del nuovo contratto <strong>di</strong><br />
lavoro che prevedeva un aumento mensile <strong>di</strong> lire 150 per i farmacisti, si rispose che i<br />
<strong>di</strong>pendenti della cooperativa preferivano fare riferimento al regolamento organico che<br />
contemplava con<strong>di</strong>zioni più favorevoli. Furono ammessi 27 nuovi soci: un fatto inconsueto<br />
in quanto in passato i soci ammessi erano poche unità.<br />
Il consuntivo al 31 agosto 1925, il venticinquesimo della storia della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>,<br />
si chiuse con un utile netto <strong>di</strong> lire 6.762,69, cresciuto anche in virtù dell’azione<br />
promozionale che aveva visto la <strong>di</strong>stribuzione ai 4.500 soci della Società Operaia e ai<br />
Militi della Croce verde <strong>di</strong> una tessera che dava <strong>di</strong>ritto ad un sconto del 5% sulle specialità<br />
e del 10% sugli altri me<strong>di</strong>cinali. <strong>La</strong> relazione dei sindaci 241 espresse apprezzamento<br />
per i risultati <strong>di</strong> bilancio, si complimentò col personale e auspicò l’apertura <strong>di</strong> nuove<br />
succursali. L’assemblea confermò in blocco gli amministratori uscenti 242 .<br />
Anche il consuntivo al 31 agosto 1926 243 si chiuse con un risultato positivo: l’utile<br />
netto fu <strong>di</strong> lire 7.626,53, mentre il capitale sociale e le riserve superarono la soglia <strong>di</strong> lire<br />
30.000. Gli amministratori furono tutti confermati eccetto Umberto Vignali sostituito<br />
da Giulio Testoni 244 . Mazzoni fu confermato consigliere delegato e Giulio Testoni, segretario.<br />
A fine anno Mazzoni comunicò 245 l’avvenuto “confino” del <strong>di</strong>rettore della <strong>Farmacia</strong><br />
dottor Leonello Grossi 246 e chiese il parere del consiglio il quale non ebbe altra reazione<br />
se non quella <strong>di</strong> nominare in via provvisoria il dottor Comelli a <strong>di</strong>rigere la farmacia.<br />
238 Mazzoni fu confermato consigliere delegato e Vignali segretario.<br />
239<br />
cda, 13 <strong>di</strong>cembre 1924.<br />
240<br />
cda, 6 ottobre 1926. Da questo momento le riunioni si tengono in un locale della Cassa <strong>Cooperativa</strong><br />
<strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to della Società Operaia in via Oberdan 22.<br />
241 Assemblea generale, 15 novembre 1925.<br />
242 Consiglieri: Umberto Vignali, Attilio Mingar<strong>di</strong>, Aldo Spisani, Severo Dalla, Giuseppe Mazzoni.<br />
Sindaci effettivi: Luigi Guadagnini, Luigi Cleto Minelli, Carlo Carnacini. Sindaci supplenti: Emilio<br />
Pezzi, Ettore Sandri. Probiviri: Pietro Albertoni, Augusto Murri, Antonio Gnu<strong>di</strong>.<br />
243 Assemblea generale, 21 novembre 1926.<br />
244 Consiglieri: Giulio Testoni, Attilio Mingar<strong>di</strong>, Aldo Spisani, Severo Dalla, Giuseppe Mazzoni. Sindaci<br />
effettivi: Luigi Guadagnini, Luigi Cleto Minelli, Carlo Carnacini. Sindaci supplenti: Emilio<br />
Pezzi, Ettore Sandri. Probiviri: Pietro Albertoni, Augusto Murri, Antonio Gnu<strong>di</strong>.<br />
245<br />
cda, 13 <strong>di</strong>cembre 1926.<br />
246 Leonello Grossi dovette scontare un anno <strong>di</strong> confino a Lipari. Cfr. p. 19, nota 6.<br />
70 71
I bilanci del 1927 (utile netto <strong>di</strong> lire 7.757,41) e del 1928 (utile <strong>di</strong> lire 6.240,33) <strong>di</strong>edero<br />
risultati ritenuti positivi, anche se il consigliere delegato Mazzoni spiegò all’assemblea 247<br />
che il calo registrato <strong>di</strong> circa 1.500 lire era da imputare al minor costo dei me<strong>di</strong>cinali e al generale<br />
ristagno dei consumi. Anche la relazione dei sindaci confermò le parole <strong>di</strong> Mazzoni:<br />
dopo aver affermato che tutto ciò che attiene alla pubblica salute dovrebbe essere sottratto<br />
alla speculazione ed alla concorrenza, continuò facendo le lo<strong>di</strong> del governo nazionale per<br />
aver introdotto la farmacopea ufficiale coi prezzi <strong>di</strong> listino obbligatori per porre argine alla<br />
speculazione farmaceutica. Gli amministratori vennero confermati in blocco 248 .<br />
Miglior risultato fu quello del bilancio al 31 agosto 1929 249 , che si chiuse con un utile<br />
netto <strong>di</strong> lire 8.788,28 250 , nonostante il raddoppio della tassa <strong>di</strong> ricchezza mobile che raggiunse<br />
la cifra <strong>di</strong> lire 15.000 circa, cosa che fu aspramente criticata dai sindaci 251 .<br />
Gli amministratori che risultarono eletti furono: consiglieri, Giulio Testoni, Attilio<br />
Mingar<strong>di</strong>, Aldo Spisani, Severo Dalla, Giuseppe Mazzoni. Sindaci effettivi, Luigi Guadagnini,<br />
Luigi Cleto Minelli, Carlo Carnacini. Sindaci supplenti, Emilio Pezzi, Ettore<br />
Sandri. Probiviri, Pietro Albertoni, Augusto Murri, Antonio Gnu<strong>di</strong>. Mazzoni e Testoni<br />
furono confermati nei loro ruoli <strong>di</strong> consigliere delegato e segretario.<br />
<strong>La</strong> Società Operaia comunicò che intendeva realizzare un nuovo impianto <strong>di</strong> riscaldamento<br />
con termosifoni anche nei locali della farmacia e propose <strong>di</strong> riaprire l’ambulatorio<br />
garantendo che si sarebbe fatta carico delle spese purché la farmacia consentisse <strong>di</strong><br />
collocare la caldaia nei suoi locali. Il consiglio approvò 252 la proposta.<br />
Si <strong>di</strong>mise, a far tempo dal 31 <strong>di</strong>cembre 1929, il facchino Gaetano Fornetti e fu licenziata<br />
l’inserviente Giannina Bassi. Al posto <strong>di</strong> Fornetti viene assunto Giuseppe Baviera,<br />
già <strong>di</strong>pendente dello stabilimento farmaceutico Festi.<br />
I rappresentanti della Società Operaia, Gaetano Frascari e Giuseppe Botti, proposero,<br />
a nome <strong>di</strong> Ruggero Muré, commissario della Società Operaia 253 e vicepresidente<br />
regionale dell’Opera nazionale dopolavoro, <strong>di</strong> praticare uno sconto sui me<strong>di</strong>cinali anche<br />
agli associati dell’ond. Il consiglio 254 approvò, salvo l’autorizzazione dell’autorità<br />
competente in quanto le tariffe dei me<strong>di</strong>cinali erano fisse. Furono autorizzati lavori <strong>di</strong><br />
restauro e abbellimento dei locali della <strong>Farmacia</strong>.<br />
247 Assemblea generale, 18 novembre 1928.<br />
248 Consiglieri: Giulio Testoni, Attilio Mingar<strong>di</strong>, Aldo Spisani, Severo Dalla, Giuseppe Mazzoni. Sindaci<br />
effettivi: Luigi Guadagnini, Luigi Cleto Minelli, Ferruccio Mele. Sindaci supplenti: Emilio<br />
Pezzi, Ettore Sandri. Probiviri: Pietro Albertoni, Augusto Murri, Antonio Gnu<strong>di</strong>.<br />
249 Assemblea generale, 17 novembre 1929.<br />
250 Il patrimonio sociale è <strong>di</strong> lire 38.335,38 <strong>di</strong> cui 15.080 per capitale azionario e 23.255,38 <strong>di</strong> riserve.<br />
251 Molto spesso, in occasione delle Assemblee <strong>di</strong> bilancio, veniva approntata e <strong>di</strong>stribuita una copia<br />
a stampa dello stesso bilancio.<br />
252 cda, 11 ottobre 1929.<br />
253 Ruggero Muré fu nominato commissario della Società Operaia nel 1928. Nel 1926 era stato nomi-<br />
nato commissario Giacinto Bocchi.<br />
254 cda, 14 <strong>di</strong>cembre 1929.<br />
Il trentesimo esercizio 255 presentò un utile netto <strong>di</strong> lire 11.847,25; il patrimonio sociale<br />
raggiunse la somma <strong>di</strong> lire 42.120,03.<br />
Come più volte auspicato, i lavori <strong>di</strong> abbellimento della farmacia <strong>di</strong> via Cavaliera furono<br />
ultimati: le decorazioni del soffitto furono realizzate dalla <strong>Cooperativa</strong> arti decorative<br />
sotto la guida del professor Cacciari. I costi ammontarono a lire 6.000. Altri lavori <strong>di</strong><br />
restauro e <strong>di</strong> sostituzione <strong>di</strong> mobili ed arredamento furono affidati alla <strong>di</strong>tta F.lli Felicori<br />
per una somma <strong>di</strong> lire 12.900.<br />
Furono erogati contributi all’Ente nazionale della cooperazione e all’Università popolare<br />
<strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> 256 .<br />
L’assemblea generale del 15 novembre 1931 257 approvò il bilancio consuntivo al 31<br />
agosto 1931 che si chiuse con un utile netto <strong>di</strong> lire 10.340,88. Nella loro relazione i Sindaci<br />
misero in evidenza come si fosse in presenza <strong>di</strong> una bufera economica e finanziaria che<br />
travolge le aziende deboli e impreparate; ma la nostra azienda continua imperterrita la sua<br />
vita, tetragona alle vicissitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> ogni specie […]. Il principio cooperativo che la anima è<br />
un principio immortale destinato in un non lontano avvenire a dare frutti copiosi e fecon<strong>di</strong>.<br />
Il ragionier Dalla intervenne per riferire, avendolo appreso da persona degna, che il<br />
dottor Comelli era solito usare mo<strong>di</strong> un po’ ruvi<strong>di</strong> verso i clienti: occorrerà – concluse<br />
– inviargli un rilievo ed una raccomandazione. Tutti gli amministratori in carica furono<br />
confermati.<br />
Il consigliere delegato informò il consiglio 258 che occorreva rinnovare la concessione<br />
per l’esercizio della farmacia in base alla legge del 22 maggio 1913. Fra i requisiti vi era<br />
quello del numero dei soci, non inferiore a 300.<br />
L’assemblea del 20 novembre 1932 si aprì con il ricordo del professor Augusto Murri,<br />
da poco deceduto, socio fondatore della <strong>Cooperativa</strong>, gloria più che italiana della<br />
me<strong>di</strong>cina. Fu poi approvato il bilancio consuntivo al 31 agosto 1932, chiuso con un utile<br />
<strong>di</strong> lire 12.789,88. Fu affrontato, in vista della scadenza del 1933 per rinnovare l’esercizio<br />
della farmacia, il problema <strong>di</strong> dover raggiungere – come previsto dalla legge – una base<br />
sociale <strong>di</strong> almeno 300 soci, con<strong>di</strong>zione essenziale per concorrere alla conferma della<br />
concessione. Mazzoni fece presente che il consiglio aveva già approvato un or<strong>di</strong>ne del<br />
giorno, del quale <strong>di</strong>ede lettura, che prevedeva l’ingresso <strong>di</strong> 250 soci provenienti dalla<br />
Società Operaia.<br />
255 Assemblea generale, 16 novembre 1930. Gli amministratori eletti furono: consiglieri, ragionier<br />
Severo Dalla, dottor Giuseppe Mazzoni, Attilio Mingar<strong>di</strong>, Aldo Spisani, Giulio Testoni. Sindaci<br />
effettivi: ragionier Luigi Guadagnini, ragionier Ferruccio Mele, Luigi Cleto Minelli. Sindaci supplenti:<br />
Emilio Pezzi, Ettore Sandri. Probiviri: professor Augusto Murri, professor Pietro Albertoni,<br />
professor Antonio Gnu<strong>di</strong>. Anche i due rappresentanti della Società Operaia furono confermati<br />
così come furono confermati nei loro ruoli Mazzoni e Testoni.<br />
256<br />
cda, 17 ottobre 1930.<br />
257 È presente all’assemblea Leonello Grossi. Lo sarà anche in quelle successive dove sarà anche nominato<br />
scrutatore.<br />
258<br />
cda, 26 luglio 1932.<br />
72 73
I 14 votanti elessero gli amministratori che furono<br />
tutti confermati, eccetto lo scomparso Augusto Murri,<br />
sostituito fra i probiviri dal professor Enrico Boschi259 .<br />
Il consigliere delegato informò 260 sull’esito <strong>di</strong> un’ispezione<br />
alla cooperativa da parte dell’Ente nazionale<br />
delle cooperative e condotta dal dottor Povoleri. <strong>La</strong><br />
relazione finale fu molto lusinghiera per la cooperativa.<br />
Per risolvere il problema del numero dei soci, il<br />
consiglio approvò un atto deliberativo che autorizzava<br />
il prelievo dai fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> riserva della somma <strong>di</strong> lire<br />
12.500 al fine <strong>di</strong> trasformarle in 250 azioni da lire 50<br />
ciascuna e da assegnarsi senza versamento <strong>di</strong> capitali<br />
ad altrettanti nuovi azionisti che saranno scelti fra i<br />
soci della Società Operaia. In breve tempo furono<br />
in<strong>di</strong>viduati i 250 soci, scelti <strong>di</strong> comune accordo col<br />
commissario della Società Operaia e ritenuti meritevoli<br />
dell’assegnazione a titolo <strong>di</strong> premio <strong>di</strong> un’azione<br />
della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>.<br />
Fu accolta la richiesta del gruppo rionale fascista<br />
“Corridoni” e il consiglio261 decise <strong>di</strong> erogare la somma<br />
<strong>di</strong> lire 100. Fu anche destinata la somma <strong>di</strong> lire<br />
1.000 all’Università popolare, anche in considerazione<br />
che essa, come la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>, era una<br />
filiazione della Società Operaia.<br />
A seguito della scomparsa, avvenuta l’11 novembre,<br />
del professor Augusto Murri, socio fondatore e<br />
proboviro della cooperativa, il consigliere delegato<br />
propose <strong>di</strong> collocare un medaglione dell’estinto nei locali<br />
della sede sociale.<br />
Il consuntivo al 31 agosto 1933 si chiuse con un<br />
utile netto <strong>di</strong> lire 13.260,70. Nella relazione dei sindaci262<br />
Professor Augusto Murri.<br />
, Guadagnini rilevò che occorreva rivedere lo statuto della cooperativa alla luce dello<br />
stato attuale della legislazione, della forma corporativistica che il Regime dà alle energie<br />
economiche e funzionali della Nazione.<br />
Ancora una volta gli amministratori uscenti vennero tutti rieletti eccetto il professor<br />
Albertoni, deceduto l’11 agosto, sostituito fra i probiviri dal professor Enrico Musini.<br />
Anche Mazzoni e Testoni furono confermati nei loro ruoli così come i due rappresentanti<br />
della Società Operaia.<br />
259 Mazzoni, Testoni e i due rappresentanti della Società Operaia furono confermati nei loro ruoli.<br />
260 cda, 30 settembre 1932.<br />
261 cda, 9 <strong>di</strong>cembre 1932.<br />
262 Assemblea generale, 19 novembre 1933.<br />
Il 25 agosto 1934 morì il dottor Leonello Grossi, primo <strong>di</strong>rettore della <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong> che <strong>di</strong>ede alla <strong>Farmacia</strong> tutta la sua attività si può <strong>di</strong>re fino agli ultimi giorni<br />
<strong>di</strong> vita. Nel ricordare la bontà dell’estinto e il suo attaccamento alla nostra azienda, il consigliere<br />
delegato 263 ha parole <strong>di</strong> vivo rimpianto per una vita troppo presto spezzata. Fu inviata<br />
una lettera <strong>di</strong> condoglianze alla vedova.<br />
Il consigliere Severo Dalla sollecitò il massimo impegno nel riassetto del personale<br />
iniziando con l’allontanamento dal servizio del coa<strong>di</strong>utore dottor Ciro Comelli.<br />
Si decise, all’unanimità, <strong>di</strong> escludere dalle prossime assunzioni il personale femminile<br />
e <strong>di</strong> fissare l’età dei can<strong>di</strong>dati da assumere fra i 30 e i 40 anni. Si incaricò il consigliere<br />
delegato <strong>di</strong> trattare amichevolmente la cessazione dal servizio <strong>di</strong> Ciro Comelli. Fu deliberato<br />
che il personale da assumere fosse regolato non più dal regolamento organico ma<br />
dal Patto interno <strong>di</strong> lavoro del Sindacato fascista dei farmacisti <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>.<br />
Il consigliere delegato <strong>di</strong>ede lettura dei nominativi <strong>di</strong> chi aveva presentato domanda per il<br />
concorso al posto <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore: erano sette domande fra cui quella <strong>di</strong> Icilio Giunchi. Fu scelto<br />
all’unanimità il dottor Augusto Sangiorgi, che prese servizio dal 1 novembre 1934.<br />
<strong>La</strong> chiusura del rapporto <strong>di</strong> lavoro con il dottor Ciro Comelli si ebbe dopo un incontro<br />
con i suoi legali 264 . Si decise <strong>di</strong> assumere un nuovo coa<strong>di</strong>utore al posto <strong>di</strong> Comelli:<br />
viste le domande pervenute ed esaminate le caratteristiche e l’età (che doveva essere<br />
inferiore ai 30 anni), a voto segreto, fu scelto Luigi Agreiter.<br />
Il bilancio consuntivo al 31 agosto 1934 presentò un utile netto <strong>di</strong> lire 9.577,38, in<br />
calo – così come le ven<strong>di</strong>te – rispetto all’anno precedente: ciò fu dovuto al ribasso dei<br />
prezzi dei me<strong>di</strong>cinali e dalla forzata assenza per malattia del <strong>di</strong>rettore dottor Grossi.<br />
Anche i sindaci, nella loro relazione 265 , ricordarono la scomparsa del dottor Leonello<br />
Grossi: egli ha dato alla nostra istituzione attività zelante per quasi tutta la sua troppo breve<br />
esistenza ed il suo nome è legato per noi ad un senso <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> ricordo perenne.<br />
Il consigliere delegato Mazzoni informò l’assemblea che a far tempo dal primo novembre<br />
era stato assunto con funzioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore il dottor Gustavo Sangiorgi al posto<br />
del dottor Leonello Grossi; al posto del dottor Ciro Comelli, coa<strong>di</strong>utore, uscito dalla<br />
farmacia il 30 settembre, era stato assunto il dottor Luigi Agreiter. Alcuni soci presero la<br />
parola per esprimere la loro riconoscenza al defunto dottor Grossi chiedendo che fosse<br />
adeguatamente ricordato 266 . I 28 presenti confermarono i consiglieri e i sindaci uscenti.<br />
Il nuovo collegio dei probiviri risultò composto da professor Antonio Gnu<strong>di</strong>, professor<br />
263 cda, 11 settembre 1934.<br />
264 cda, 21 settembre 1934. <strong>La</strong> vertenza si concluse con l’erogazione <strong>di</strong> lire 30.456 per cumulo <strong>di</strong> previdenza<br />
(già accantonati), lire 1.190 per stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> settembre, lire 4.760 <strong>di</strong> indennità per mancato<br />
preavviso, lire 8.594 <strong>di</strong> ulteriore elargizione, per complessive lire 45.000.<br />
265 Assemblea generale, 18 novembre 1934.<br />
266 Nella seduta del consiglio d’amministrazione del 28 gennaio 1938 fu data attuazione alla decisione<br />
dell’assemblea <strong>di</strong> destinare, a nome dello scomparso Leonello Grossi, la somma <strong>di</strong> lire 500 alla<br />
Congregazione <strong>di</strong> carità <strong>di</strong> cui Grossi fu presidente. Successivamente, durante la seduta del cda<br />
del 18 febbraio 1938, il consigliere delegato Mazzoni comunicò che non era stato possibile versare<br />
la somma <strong>di</strong> lire 500 – a nome del defunto dottor Grossi – alla Congregazione <strong>di</strong> carità in quanto<br />
trasformata in ente comunale e che si sarebbe in<strong>di</strong>rizzata al Ricovero <strong>di</strong> men<strong>di</strong>cità.<br />
74 75
Enrico Musini, professor Giovanni Pini. Botti e Frascari furono confermati come rappresentanti<br />
della Società Operaia: Giuseppe Mazzoni e Giulio Testoni mantennero gli<br />
incarichi <strong>di</strong> consigliere delegato e segretario.<br />
Il trentacinquesimo esercizio si chiuse con un utile netto <strong>di</strong> lire 12.129,57 che derivò<br />
non da aumento <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>te, ma da minori spese, soprattutto del personale che costa<br />
meno del precedente e rende <strong>di</strong> più. Dopo un anno <strong>di</strong> servizio furono assunti in pianta<br />
stabile sia il <strong>di</strong>rettore Sangiorgi, sia il coa<strong>di</strong>utore Agreiter.<br />
I venti soci presenti in assemblea 267 confermarono tutti gli amministratori in carica; la<br />
stessa cosa avvenne, per acclamazione, negli anni successivi, fino al 1940.<br />
I bilanci della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>, nel corso degli anni Trenta, mantennero un<br />
trend positivo e costante: il bilancio al 31 agosto 1936 presentò un utile <strong>di</strong> lire 14.287,73,<br />
mentre il patrimonio sociale raggiunse la somma <strong>di</strong> lire 199.727,27. L’anno successivo,<br />
primo esercizio sotto la nuova <strong>di</strong>rezione, vide le ven<strong>di</strong>te in crescita del 15% e l’utile<br />
netto salire a lire 15.680,61. Il consuntivo al 31 agosto 1938 si chiuse con un utile netto<br />
<strong>di</strong> lire 13.503,81, inferiore a quello dell’anno precedente, nonostante l’aumento delle<br />
ven<strong>di</strong>te: ciò in quanto vi era stato un aumento della spesa <strong>di</strong> personale ed un aumento<br />
delle ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> prodotti specializzati che hanno un minor margine. Il consuntivo al 31<br />
agosto 1939 vide un utile netto <strong>di</strong> lire 14.712,46 e quello al 31 agosto 1940, quarantesimo<br />
esercizio, presentò un utile <strong>di</strong> lire 16.923,45.<br />
Nell’arco <strong>di</strong> questi anni dal 1936 al 1940, la farmacia visse una fase <strong>di</strong> serena operatività:<br />
fu realizzata una nuova bussola d’ingresso (1937); il dottor Luigi Agreiter, coa<strong>di</strong>utore<br />
della farmacia, si <strong>di</strong>mise per motivi famigliari e fu sostituito (1938) dal dottor Domenico<br />
Penazzi <strong>di</strong> Massalombarda che da alcuni anni prestava servizio presso una farmacia<br />
della città; per la prima volta (1939) fu deliberata una gratifica natalizia ai <strong>di</strong>pendenti<br />
pari al 20-30% dello stipen<strong>di</strong>o. Di tanto in tanto i <strong>di</strong>pendenti venivano richiamati al loro<br />
dovere poiché il servizio al pubblico, qualche volta, lascia a desiderare.<br />
gLi anni deL<strong>La</strong> Seconda guerra Mon<strong>di</strong>aLe<br />
Nel 1940 il consigliere delegato dottor Mazzoni, a lungo ammalato, nonché il sindaco<br />
revisore Minelli, inviarono una lettera per rassegnare le loro <strong>di</strong>missioni per ragioni <strong>di</strong><br />
salute. L’assemblea dei soci 268 elesse consiglieri il ragionier Severo Dalla, il dottor Umberto<br />
Gherman<strong>di</strong>, il dottor Giuseppe Mazzoni, Aldo Spisani, Giulio Testoni. Sindaci<br />
effettivi, ragionier Luigi Guadagnini, ragionier Arturo Mattei, dottor Ferruccio Mele.<br />
Sindaci supplenti, Emilio Pezzi, Ettore Sandri. Probiviri, Antonio Gnu<strong>di</strong>, Enrico Musini,<br />
Giovanni Pini. In base alla legge n. 1548 del 24 luglio 1936, fu eletto presidente del<br />
collegio sindacale Luigi Guadagnini e si fissarono i compensi annui in lire 200 per il Presidente<br />
del collegio e <strong>di</strong> lire 150 per ciascuno dei due componenti. Fu data notizia della<br />
morte, avvenuta il 29 settembre, <strong>di</strong> Attilio Mingar<strong>di</strong>, già consigliere della cooperativa.<br />
267 Assemblea generale, 17 novembre 1935.<br />
268 Assemblea generale, 17 novembre 1940.<br />
Per far fronte all’assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti richiamati alle armi, fu assunta 269 la dottoressa<br />
Adriana Cremonese <strong>di</strong> anni 25, in sostituzione del dottor Penazzi. Perdurando la grave<br />
malattia del dottor Mazzoni, il consiglio nominò 270 consigliere delegato, su proposta del<br />
ragionier Severo Dalla, il dottor Umberto Gherman<strong>di</strong>, <strong>di</strong> giovane età; mentre Giulio<br />
Testoni fu confermato segretario.<br />
Nel 1941 il commissario straor<strong>di</strong>nario della Società Operaia, Muré, procedette alla<br />
ven<strong>di</strong>ta all’azienda tiMo (Telefoni Italia Me<strong>di</strong>o Orientale) dello storico immobile <strong>di</strong> via<br />
Oberdan 22, sede dell’Operaia e, nel settembre 1941, la nuova proprietà inviò la <strong>di</strong>sdetta<br />
del contratto <strong>di</strong> affitto alla <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>. Tenendo conto del fatto che la legge<br />
imponeva delle “<strong>di</strong>stanze” ben precise rispetto all’ubicazione <strong>di</strong> altre farmacie, il nuovo<br />
consigliere delegato Gherman<strong>di</strong> si mise imme<strong>di</strong>atamente alla ricerca <strong>di</strong> un nuovo locale<br />
nelle vicinanze, per ottemperare a tale previsione <strong>di</strong> legge. E riuscì proprio a trovarlo<br />
nell’immobile al numero civico successivo: si è creduto prudente correre ai ripari per tempo.<br />
E così è stato firmato un compromesso con la Società Anonima Sirio proprietaria del palazzo<br />
posto in via Oberdan, 24 per l’affitto <strong>di</strong> un locale a pianterreno e ampio sotterraneo 271 ;<br />
per rendere agibili i nuovi locali furono deliberati lavori <strong>di</strong> muratura, falegnameria e<br />
allacciamenti <strong>di</strong> luce, acqua e gas.<br />
Il contratto d’affitto annuo, stipulato fino al 7 maggio 1944, fu <strong>di</strong> lire 7.800, cioè 650<br />
lire mensili.<br />
Anche il <strong>di</strong>rettore della farmacia Gustavo Sangiorgi fu richiamato alle armi ed il consiglio<br />
provvide a sostituirlo con la dottoressa Luisa Gabusi, assunta a termine.<br />
L’utile netto del bilancio consuntivo al 31 agosto 1941 fu <strong>di</strong> lire 14.307,12; le ven<strong>di</strong>te,<br />
che aumentarono del 15%, furono soprattutto <strong>di</strong> specialità me<strong>di</strong>cinali, che avevano<br />
un minore margine <strong>di</strong> utile. L’assemblea 272 ed il collegio sindacale si complimentarono<br />
col <strong>di</strong>rettore della farmacia per essere riuscito a condurre bene l’azienda nonostante il<br />
richiamo alle armi dell’altro farmacista. Tutti gli amministratori furono rieletti per acclamazione.<br />
Fu data notizia della morte <strong>di</strong> Gaetano Frascari, rappresentante della Società<br />
Operaia nel consiglio d’amministrazione 273 , avvenuta il 25 ottobre.<br />
Il dottor Gherman<strong>di</strong> annunciò al consiglio 274 il decesso del dottor Giuseppe Mazzoni,<br />
avvenuto il 7 gennaio. I consiglieri ricordarono l’importante attività <strong>di</strong> Mazzoni, a<br />
lungo consigliere delegato, e le sue doti morali e civili 275 . Essendo il dottor Penazzi rientrato<br />
dal servizio militare, cessò dal servizio la dottoressa Adriana Cremonese che aveva<br />
<strong>di</strong>mostrato ottime doti. Fu licenziato il fattorino Franco Toselli e assunto l’inserviente<br />
Gaetano Tartari <strong>di</strong> anni 46.<br />
269 cda, 22 ottobre 1940.<br />
270 cda, 7 marzo 1941.<br />
271 cda, 12 settembre 1941.<br />
272 Assemblea generale, 16 novembre 1941.<br />
273 A suo nome fu decisa un’offerta <strong>di</strong> lire 200 al Ricovero <strong>di</strong> men<strong>di</strong>cità. Al suo posto il commissario<br />
della Società Operaia Muré nominò Giuseppe Masetti, confermando Giuseppe Botti.<br />
274 cda, 13 febbraio 1942.<br />
275 Fu decisa un’offerta <strong>di</strong> lire 500 al Ricovero <strong>di</strong> men<strong>di</strong>cità per intestare un letto a suo nome.<br />
76 77
Qui e alla pagina seguente, illustrazioni dei locali dove ebbe sede la farmacia, in via Oberdan 24.
Dal 9 febbraio 1942, dopo gli opportuni lavori, la farmacia iniziò ad operare nei<br />
nuovi locali 276 . Su proposta del ragionier Dalla fu decisa l’erogazione della somma <strong>di</strong> lire<br />
1.000 come premio ai <strong>di</strong>pendenti 277 .<br />
Anche il <strong>di</strong>rettore della farmacia, dottor Gustavo Sangiorgi, fu richiamato alle armi<br />
e fu temporaneamente assunta la dottoressa Ida Ricchi; lo stesso consigliere delegato<br />
Gherman<strong>di</strong> fu richiamato ed il consiglio decise <strong>di</strong> incaricare temporaneamente del ruolo<br />
Giulio Testoni.<br />
Il consuntivo al 31 agosto 1942 <strong>di</strong>ede un utile netto <strong>di</strong> lire 8.849,37, mentre il patrimonio<br />
sociale si assestò a lire 102.471,40. I sindaci, nella loro relazione all’assemblea<br />
dei soci 278 , imputarono il calo dell’utile d’esercizio a vari fattori: lo stato <strong>di</strong> guerra, la<br />
mancanza <strong>di</strong> molti prodotti, la necessaria importazione dall’estero, l’altissimo prezzo <strong>di</strong><br />
tutti i me<strong>di</strong>cinali. Senza <strong>di</strong>menticare la ragguardevole spesa per il trasloco della <strong>Farmacia</strong>.<br />
Quin<strong>di</strong> – conclusero i sindaci – è un ottimo risultato e non ci saremmo meravigliati se<br />
questo bilancio avesse presentato una per<strong>di</strong>ta.<br />
Furono eletti gli amministratori: furono tutti confermati eccetto la nomina del ragionier<br />
Roberto Nicolini al posto del deceduto Giuseppe Mazzoni. Gherman<strong>di</strong> fu confermato<br />
consigliere delegato, mentre segretario fu nominato il ragionier Roberto Nicolini.<br />
<strong>La</strong> dottoressa Ida Ricchi rassegnò le <strong>di</strong>missioni per ragioni <strong>di</strong> famiglia e fu assunta 279<br />
la dottoressa Lina Veron<strong>di</strong>ni, segnalata dal Sindacato farmacisti. Fu deciso un più efficace<br />
controllo dell’operato dei <strong>di</strong>rigenti della farmacia, come chiesto da alcuni soci e, a tal<br />
fine, si incaricò il ragionier Nicolini.<br />
L’assemblea dei soci 280 per l’approvazione del bilancio consuntivo al 31 agosto 1943<br />
si svolse nei nuovi locali <strong>di</strong> via Oberdan 24. Il consigliere delegato Umberto Gherman<strong>di</strong>,<br />
rientrato dal servizio militare, illustrò il bilancio che presentò un utile netto <strong>di</strong> lire<br />
13.373,64: un risultato positivo, considerando il fatto che le specialità me<strong>di</strong>cinali <strong>di</strong> più<br />
largo consumo erano <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile reperimento e il calo <strong>di</strong> clienti in quanto molti <strong>di</strong> essi<br />
erano “sfollati”. Gli amministratori furono tutti confermati.<br />
Fu imposto il servizio notturno alla farmacia ogni otto settimane e concessa 281 una<br />
licenza matrimoniale <strong>di</strong> quattro giorni al dottor Penazzi.<br />
Il calo <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>te proseguì, com’era inevitabile, a causa della situazione bellica, ma<br />
anche a seguito del comportamento del <strong>di</strong>rettore Sangiorgi che, dapprima, si era assentato<br />
più volte per malattia, poi risultò irreperibile determinando <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne amministrativo<br />
e negligenza per gli interessi vitali dell’azienda. Il consiglio 282 decise, all’unanimità, <strong>di</strong><br />
276 Le spese sostenute per il trasloco e la messa in funzione della farmacia ammontarono a lire 30.000.<br />
277 Lire 250 al dottor Gustavo Sangiorgi e al dottor Domenico Penazzi; lire 100 alla dottoressa Adriana<br />
Cremonese; lire 200 agli inservienti Giuseppe Baviera e Gaetano Tartari.<br />
278 Assemblea generale, 15 novembre 1942. L’assemblea si svolge ancora nei locali <strong>di</strong> via Oberdan 22.<br />
Assemblee e cda si svolgevano sempre la sera alle ore 20.45. Durante l’assemblea <strong>di</strong> bilancio veniva<br />
<strong>di</strong>stribuito a tutti il bilancio a stampa.<br />
279 cda, 22 <strong>di</strong>cembre 1942.<br />
280 Assemblea generale, 21 novembre 1943.<br />
281 cda, 10 ottobre 1943.<br />
282 cda, 8 <strong>di</strong>cembre 1944.<br />
licenziarlo e sostituirlo con il dottor Domenico Penazzi. Si deliberò inoltre l’assunzione<br />
della dottoressa Maria Foresti a partire dal 1 <strong>di</strong>cembre 1944 con lo stipen<strong>di</strong>o lordo<br />
mensile <strong>di</strong> lire 1.600, nonché <strong>di</strong> Anna Maria Sgarzi, come praticante aiuto farmacista<br />
col compenso <strong>di</strong> lire 12 orarie, per 4 ore giornaliere. Fu stabilito <strong>di</strong> assegnare, quale<br />
compenso annuo, la somma <strong>di</strong> lire 2.000 al consigliere delegato e <strong>di</strong> lire 500 al segretario.<br />
L’utile netto dell’esercizio chiuso al 31 agosto 1945 fu <strong>di</strong> lire 9.235,34: un calo già<br />
ampiamente atteso. Fra l’altro i bombardamenti avevano colpito anche la zona limitrofa<br />
alla sede della farmacia che, tuttavia, non sospese l’attività nemmeno per un giorno.<br />
L’assemblea 283 confermò tutti gli amministratori. I rappresentanti della Società Operaia<br />
furono Giuseppe Botti e Vittorio Federici.<br />
<strong>La</strong> FarMacia cooperativa neL dopoguerra<br />
Finita la guerra, il consiglio d’amministrazione tenne la sua prima seduta il 27 ottobre<br />
1945 per approvare la relazione <strong>di</strong> bilancio al 31 agosto 1945: l’utile netto, che metteva<br />
in evidenza il terribile andamento inflattivo, fu <strong>di</strong> lire 57.983,66. <strong>La</strong> relazione del<br />
consiglio auspicò che la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> dovrà riprendere, nella nuova atmosfera<br />
<strong>di</strong> libertà, la sua piena funzione <strong>di</strong> <strong>Cooperativa</strong> nell’interesse sia dei soci che del pubblico.<br />
Furono assunte varie delibere: l’assunzione in ruolo della dottoressa Anna Maria<br />
Sgarzi <strong>di</strong> 23 anni con la qualifica <strong>di</strong> farmacista collaboratrice e <strong>di</strong> Silvana Arienti <strong>di</strong> 17<br />
anni in qualità <strong>di</strong> inserviente; aumenti <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o ed una gratifica pari ad una mensilità<br />
a tutto il personale. Fu deciso <strong>di</strong> non aderire alla proposta dell’Associazione dei<br />
proprietari <strong>di</strong> farmacie <strong>di</strong> costituire un consorzio cooperativo per l’acquisto <strong>di</strong>retto dei<br />
me<strong>di</strong>cinali. Fu approvata la proposta del consigliere delegato <strong>di</strong> istituire una tessera per<br />
i soci che consentisse <strong>di</strong> ottenere uno sconto sull’acquisto <strong>di</strong> farmaci. Infine, fu stabilito<br />
<strong>di</strong> riconoscere la somma <strong>di</strong> lire 5.000 al consigliere delegato e <strong>di</strong> lire 2.000 al segretario.<br />
<strong>La</strong> prima assemblea generale dei soci si svolse il 18 novembre 1945: in apertura <strong>di</strong> riunione<br />
furono ricordati coloro che erano deceduti: Luigi Guadagnini, sindaco revisore stimatissimo<br />
della cooperativa fin dalle origini; Giuseppe Botti, a lungo rappresentante della Società<br />
Operaia in seno al consiglio, ed il sindaco supplente Ettore Sandri. Il sindaco dottor Mele informò<br />
che l’intero collegio sindacale era <strong>di</strong>missionario per scadenza. Si procedette all’elezione<br />
degli amministratori e, per la prima volta nella storia della cooperativa, furono presentate<br />
due liste. <strong>La</strong> prima, presentata da Luigi Tolomelli, era così composta: consiglieri, Emanuele<br />
Guidastri, Giovanni Menarini, Luigi Tolomelli, Luigi Rocchi; sindaci effettivi, Severo Dalla,<br />
Umberto Gherman<strong>di</strong>, Giuseppe Dotti; sindaci supplenti, Emilio Pezzi, Aldo Spisani.<br />
<strong>La</strong> seconda lista fu presentata da Giulio Testoni ed era così composta: consiglieri,<br />
Severo Dalla, Giuseppe Dotti, Emanuele Guidastri, Aldo Spisani, Dante Taruffi; sindaci<br />
effettivi, Oreste Coriolani, Emilio Pezzi, Giovanni Menarini; sindaci supplenti, Carlo<br />
Orlan<strong>di</strong>, Giuseppe Rimon<strong>di</strong>ni; probiviri, professor Antonio Gnu<strong>di</strong>, Enrico Musini, professor<br />
Giovanni Ricci.<br />
283 Assemblea generale, 18 marzo 1945.<br />
80 81
Al termine delle votazioni, la “lista Tolomelli” ricevette 8 voti, mentre la “lista Testoni”<br />
ne raccolse 18 e, dunque, furono eletti i componenti <strong>di</strong> quest’ultima lista.<br />
I consiglieri in<strong>di</strong>cati dalla Società Operaia furono il ragionier Roberto Nicolini e il<br />
ragionier Arturo Mattei.<br />
Il consiglio 284 elesse consigliere delegato Emanuele Guidastri, che era presente in<br />
entrambe le liste, e segretario il ragionier Roberto Nicolini; il dottor Gherman<strong>di</strong>, consigliere<br />
delegato uscente, e il dottor Ferruccio Mele, presidente del collegio sindacale,<br />
fecero “le consegne” dei libri verbali della cooperativa ed illustrarono la situazione della<br />
farmacia.<br />
Il consiglio fissò i compensi del personale con decorrenza dal 1 novembre 1945 285 . Fu<br />
assunta in prova la dottoressa Alfonsa Spadari, <strong>di</strong> anni 25, laureata in chimica, ma con la<br />
qualifica <strong>di</strong> inserviente. Fu liquidata la dottoressa Maria Foresti.<br />
Il consiglio incaricò Guidastri, Dalla e Nicolini <strong>di</strong> procedere alla revisione dello statuto<br />
sociale da presentare entro un mese.<br />
In vista della scadenza dei cinquant’anni <strong>di</strong> attività della farmacia (15 novembre<br />
1950), come previsto dallo statuto, il consiglio chiese 286 un parere legale all’avvocato<br />
Leone Magli che si espresse favorevolmente circa la continuazione dell’attività non essendovi<br />
norme ostative: dovrà semplicemente essere rivisto lo statuto per prolungare la<br />
durata della cooperativa 287 . Si <strong>di</strong>ede, quin<strong>di</strong>, lettura del progetto <strong>di</strong> nuovo statuto.<br />
Alla seduta del consiglio del 28 marzo 1946 fu presente l’assessore comunale Beltrame<br />
che informò essere intenzione del Comune aprire un <strong>di</strong>spensario per la <strong>di</strong>stribuzione<br />
gratuita <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali ai poveri del Comune iscritti all’eca. Il consigliere delegato riferì <strong>di</strong><br />
aver avuto un colloquio col sindaco Dozza proponendo la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> come<br />
<strong>di</strong>stributore dei farmaci.<br />
Il consiglio chiese che la proposta avanzata dal consigliere delegato venisse formalizzata:<br />
il servizio offerto dalla <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> avrebbe consentito al Comune <strong>di</strong><br />
non creare un ente ad hoc: inoltre fu data piena <strong>di</strong>sponibilità ad inserire nel consiglio<br />
d’amministrazione un rappresentante in<strong>di</strong>cato dal Comune.<br />
L’andamento della farmacia, secondo i dati che continuava a fornire il ragionier Travaglia,<br />
era positivo; ciò che preoccupava gli amministratori era lo scarso numero <strong>di</strong> soci<br />
appena sufficiente a coprire il numero legale: <strong>di</strong> fronte a questa situazione, il consigliere<br />
delegato propose <strong>di</strong> prelevare dal fondo sociale la somma <strong>di</strong> lire 5.000 per offrire gra-<br />
284<br />
cda, 8 <strong>di</strong>cembre 1945.<br />
285<br />
cda, 28 <strong>di</strong>cembre 1945. Direttore, stipen<strong>di</strong>o lordo mensile <strong>di</strong> lire 10.000 (più indennità mensile<br />
<strong>di</strong> lire 3.000); collaboratore (con più <strong>di</strong> due anni <strong>di</strong> iscrizione all’albo), stipen<strong>di</strong>o mensile lordo<br />
lire 8.000 (più indennità mensile <strong>di</strong> lire 3.000); collaboratore (con meno <strong>di</strong> due anni <strong>di</strong> iscrizione<br />
all’albo), stipen<strong>di</strong>o mensile lordo lire 7.000 (più indennità mensile <strong>di</strong> lire 3.000). <strong>La</strong> tre<strong>di</strong>cesima<br />
verrà calcolata in base all’ultimo stipen<strong>di</strong>o percepito meno il carovita. L’inserviente Armando Garuti,<br />
avendo superato l’età <strong>di</strong> 65 anni, viene trattato con uno stipen<strong>di</strong>o netto <strong>di</strong> lire 3.000 mensili<br />
più indennità <strong>di</strong> lire 500. Per regola, i compensi dei <strong>di</strong>pendenti vengono comunicati al Comune <strong>di</strong><br />
<strong>Bologna</strong> ai fini dell’applicazione dell’imposta <strong>di</strong> famiglia.<br />
286<br />
cda, 23 febbraio 1946.<br />
287 Per tale parere fu chiesta una parcella <strong>di</strong> lire 5.000!<br />
tuitamente 100 azioni del valore <strong>di</strong> lire 50 a soci più vecchi e meritevoli della Società<br />
Operaia. Il consiglio approvò 288 la proposta. Come primo risultato della campagna promozionale,<br />
furono accolti 21 nuovi soci.<br />
L’assemblea straor<strong>di</strong>naria convocata per il 9 giugno 1946 aveva come oggetto l’approvazione<br />
del nuovo statuto della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>: si svolse nella sede della Società<br />
Operaia alla presenza del notaio Antonio Stame che aveva l’incarico <strong>di</strong> re<strong>di</strong>gere il<br />
verbale. Tuttavia, i 20 soci non costituivano il numero necessario e in<strong>di</strong>spensabile per<br />
affrontare il punto dell’or<strong>di</strong>ne del giorno riguardante le mo<strong>di</strong>fiche statutarie. Fu necessario,<br />
quin<strong>di</strong>, far ricorso al referendum in obbe<strong>di</strong>enza all’art. 12 dello statuto in vigore.<br />
Comunque, fu data lettura dello statuto pre<strong>di</strong>sposto dal consiglio d’amministrazione<br />
e, al termine, l’assemblea all’unanimità deliberò: <strong>di</strong> abrogare integralmente lo statuto<br />
sociale in vigore; <strong>di</strong> approvare lo statuto pre<strong>di</strong>sposto dal consiglio; <strong>di</strong> sottoporre il testo<br />
al voto dei soci non intervenuti me<strong>di</strong>ante referendum.<br />
Ai soci non presenti sarebbe stato inviato il testo dello statuto per raccomandata<br />
affinché essi <strong>di</strong>chiarassero, entro <strong>di</strong>eci giorni, il loro voto. Coloro che non avessero<br />
risposto entro i termini sarebbero stati computati fra i voti favorevoli: il silenzio<br />
era da considerare assenso. Fu poi costituito un collegio <strong>di</strong> 10 soci per eseguire lo<br />
scrutinio.<br />
Il consiglio approvò 289 all’unanimità anche il regolamento interno che detta le norme<br />
che fissano, in special modo, i requisiti, le responsabilità e le mansioni del Direttore.<br />
Proseguirono intanto gli incontri col Comune per organizzare la <strong>di</strong>stribuzione dei<br />
farmaci ai poveri: il consigliere delegato Guidastri propose <strong>di</strong> applicare gli sconti del<br />
13% sui farmaci e del 5% sulle specialità. Intanto, giunse una lettera con la quale il<br />
dottor Penazzi, <strong>di</strong>rettore della farmacia, annunciava le proprie <strong>di</strong>missioni. Guidastri<br />
lo incontrò imme<strong>di</strong>atamente ed ottenne la permanenza per altri tre mesi, cioè fino al<br />
31 <strong>di</strong>cembre. Si provvide a raccogliere domande per assegnare l’incarico e la scelta<br />
cadde sul dottor Giovanni Mesini, prima conduttore <strong>di</strong> farmacia in Svizzera, poi <strong>di</strong>rettore<br />
proprietario della <strong>Farmacia</strong> degli Alemanni. Fu assunto a partire dal 1 gennaio<br />
1947, con periodo <strong>di</strong> prova <strong>di</strong> un anno prima dell’assunzione definitiva. Fu aumentato<br />
lo stipen<strong>di</strong>o a lire 1.000 mensili (era <strong>di</strong> lire 600) al ragionier Travaglia. Si accolsero<br />
oltre 100 nuovi soci.<br />
Presente il notaio Stame, il giorno 8 agosto 1946 si tenne l’assemblea straor<strong>di</strong>naria<br />
dei soci per l’approvazione del nuovo statuto. Lo scrutinio dei voti <strong>di</strong>ede il seguente esito:<br />
a favore del nuovo statuto voti 271; contrari 2, nulli 1. I soci iscritti al 9 giugno 1945<br />
erano 431: a 147 <strong>di</strong> essi fu inviata raccomandata, presso altri 284 si è recò personalmente<br />
un incaricato della <strong>Cooperativa</strong>; 13 soci risultarono irreperibili pur avendo inviato<br />
una raccomandata al domicilio in<strong>di</strong>cato sul libro soci. Poiché, a norma <strong>di</strong> statuto, per<br />
essere valida, la votazione necessitava del voto favorevole <strong>di</strong> oltre la metà dei soci (216),<br />
si <strong>di</strong>chiarò approvato il nuovo statuto e decaduto quello vecchio. Secondo la delibera<br />
288 cda, 18 maggio 1946. Il rapporto con la Società Operaia si fa sempre più stretto. Del resto lo stesso<br />
Guidastri era stato presidente dell’Operaia nel 1916 e lo sarebbe stato poi dal 1950 al 1958.<br />
289 cda, 16 ottobre 1946.<br />
82 83
assunta il 9 giugno, anche i 157 soci che non avevano espresso parere furono considerati<br />
fra i voti favorevoli.<br />
Il consiglio 290 approvò il consuntivo al 31 agosto 1946 pre<strong>di</strong>sposto dal ragionier Travaglia<br />
che presentò ren<strong>di</strong>te per lire 1.056.582,69, spese per lire 685.489,55 ed un utile<br />
netto <strong>di</strong> lire 371.093,14. <strong>La</strong> relazione del consiglio sottolineò come tale risultato fosse<br />
stato possibile anche a seguito dell’allargamento della clientela tramite i rapporti posti in<br />
essere con Comune, enti assistenziali e casse mutue per incrementare il numero dei soci<br />
della farmacia. Visti i positivi risultati, il consiglio deliberò una gratifica straor<strong>di</strong>naria ai<br />
<strong>di</strong>pendenti 291 e l’incremento dei compensi a sindaci, consigliere delegato e segretario. Fu<br />
decisa la spesa <strong>di</strong> lire 31.300 per un impianto luminoso al neon rappresentante una croce<br />
con entro scritto farmacia a doppia visibilità da applicare sotto al portico, in alto, davanti<br />
alla farmacia.<br />
Anche l’assemblea dei soci 292 , che si tenne nei locali dell’Associazione commercianti<br />
<strong>di</strong> Strada Maggiore 23, approvò il bilancio consuntivo e la relazione svolta dal consigliere<br />
delegato Emanuele Guidastri, il quale riferì sull’esito del referendum che aveva consentito<br />
<strong>di</strong> adottare il nuovo statuto ed informò dell’incremento del numero dei soci e del progetto<br />
<strong>di</strong> concedere ai soci uno sconto sui me<strong>di</strong>cinali attraverso uno speciale tesserino.<br />
Fu fissata l’indennità dei sindaci: lire 3.000 al presidente e lire 2.000 ai due componenti<br />
il collegio. Gli amministratori furono eletti per acclamazione 293 . Anche Guidastri e<br />
Nicolini furono confermati nei lori incarichi.<br />
Fu deciso <strong>di</strong> inviare una lettera a tutti i soci per comunicare che avrebbero potuto<br />
usufruire <strong>di</strong> uno sconto del 10% sui prezzi dei me<strong>di</strong>cinali e del 5% sulle specialità. Si<br />
incaricarono 294 i consiglieri d’amministrazione Luigi Rocchi e Ugo Brusaferri <strong>di</strong> esercitare,<br />
in qualità <strong>di</strong> ispettori del Consiglio d’Amministrazione, un particolare controllo<br />
tecnico-amministrativo sulla <strong>Farmacia</strong>: in particolare, essi ebbero il compito <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are e<br />
far attuare nel migliore dei mo<strong>di</strong>, la <strong>di</strong>stinzione degli incassi effettuati per i me<strong>di</strong>cinali e per<br />
le specialità onde, in sede <strong>di</strong> bilancio, sia possibile rilevare l’utile ricavato e dai me<strong>di</strong>cinali<br />
e dalle specialità, separatamente.<br />
L’attenzione del consiglio era rivolta all’incremento del numero dei soci: infatti al<br />
termine <strong>di</strong> ogni seduta si approvavano nuove richieste in quantità considerevole 295 .<br />
290<br />
cda, 29 ottobre 1946.<br />
291 Penazzi lire 20.000, Foresti 10.000, Sgarzi 10.000, Garuti 6.000, signora Spadari 4.000, Travaglia<br />
5.000. Furono aumentati anche i compensi ai sindaci: lire 2.000 al presidente e lire 1.000 ai componenti;<br />
al consigliere delegato fu attribuito un compenso <strong>di</strong> lire 10.000 e al segretario <strong>di</strong> lire 5.000.<br />
292 Assemblea generale, 24 novembre 1946.<br />
293 Consiglieri: Emanuele Guidastri, Ugo Brusaferri, Giuseppe Dotti, Aldo Spisani e Dante Taruffi.<br />
Probiviri: professor Antonio Gnu<strong>di</strong>, professor Enrico Musini, professor Renato Pirani. I rappresentanti<br />
in<strong>di</strong>cati della Società Operaia furono Roberto Nicolini e Luigi Rocchi.<br />
294<br />
cda, 10 <strong>di</strong>cembre 1946.<br />
295 Nella seduta del cda del 7 febbraio furono ammessi 90 nuovi soci. Fra gli altri, furono ammessi<br />
esponenti dell’area della sinistra riformista, come Umbro Lorenzini, Alberto Menarini, Enea Alberti,<br />
Dante Canè, Mario Maragi, Luigi Spettoli, Teresita Miotti, Guido Festi, Mario Santandrea<br />
(farmacista), Giuseppe Alberani, Bruno Rossi.<br />
Ma una particolare attenzione era riservata al buon andamento della farmacia, ad<br />
incrementare le ven<strong>di</strong>te attraverso la fidelizzazione dei soci 296 e convenzioni con gli<br />
enti pubblici e le Opere pie, ad evitare sprechi nelle spese generali, prestando la<br />
massima attenzione all’operatività del personale e ai criteri <strong>di</strong> selezione, come quello<br />
approvato dal consiglio 297 secondo il quale una farmacista attualmente in servizio<br />
venga sostituita da un uomo farmacista e ciò allo scopo <strong>di</strong> dare maggiore serietà e decoro<br />
alla farmacia la quale deve riprendere le sue vecchie tra<strong>di</strong>zioni. Si suggerì <strong>di</strong> mantenere<br />
in servizio la farmacista che risulti trovarsi in maggiori con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> bisogno.<br />
Si propose l’assunzione del dottor Gino Marozzi, <strong>di</strong>rettore della farmacia Zanelli <strong>di</strong><br />
Castel Guelfo.<br />
Con riferimento alla decisione <strong>di</strong> licenziare una farmacista, fu chiesto al <strong>di</strong>rettore<br />
Mesini <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare la persona: questi eccepisce la personale mancanza <strong>di</strong> elementi che<br />
lo mettano in grado <strong>di</strong> dare un giu<strong>di</strong>zio sereno ed esatto. Viste le “perplessità” del <strong>di</strong>rettore<br />
Mesini, il consigliere Brusaferri propose <strong>di</strong> apportare un mo<strong>di</strong>fica al Regolamento<br />
organico che prevedesse: a) un <strong>di</strong>rettore responsabile farmacista ad orario completo; b) un<br />
farmacista uomo cooperatore pure ad orario intero; c) un secondo farmacista collaboratore<br />
(senza pregiu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> sesso) con un orario <strong>di</strong> quattro ore ed obbligo <strong>di</strong> quelle ore straor<strong>di</strong>narie<br />
che <strong>di</strong> volta in volta si rendessero necessarie.<br />
Al termine del <strong>di</strong>battito sulla proposta, il consiglio 298 deliberò il licenziamento delle<br />
due farmaciste dottoressa Maria Foresti e dottoressa Anna Maria Sgarzi a far tempo dal<br />
primo maggio, riservandosi <strong>di</strong> accettare o meno la domanda <strong>di</strong> riassunzione <strong>di</strong> quella delle<br />
due che, assoggettandosi alla riduzione dell’orario, potrà vantare i titoli che le assegneranno<br />
la preferenza.<br />
Nel contempo, a partire dal primo maggio il consiglio deliberò <strong>di</strong> assumere il farmacista<br />
dottor Gino Marozzi. Inoltre, sulla base <strong>di</strong> informazioni che hanno deluso ogni<br />
aspettativa, assunte dal <strong>di</strong>rettore e dagli ispettori sul conto dell’inserviente Maria Avati,<br />
in servizio dal 15 febbraio in sostituzione della licenziata Rossana Agostini, il consiglio<br />
decise <strong>di</strong> licenziare la Avati e <strong>di</strong> riassumere la Agostini.<br />
Fu stipulata la convenzione per la fornitura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali al Ricovero <strong>di</strong> men<strong>di</strong>cità e<br />
poiché anche l’Istituto Rizzoli chiese un’offerta per la fornitura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali del valore<br />
<strong>di</strong> circa lire 300.000 annue, fu deciso <strong>di</strong> partecipare alla gara.<br />
Il consigliere delegato Guidastri informò il consiglio 299 <strong>di</strong> aver ricevuto una lettera<br />
dell’Ufficio d’igiene che denunciava il fatto che una donna aveva abusato facendosi<br />
consegnare farmaci tramite ricette ottenute da <strong>di</strong>versi ambulatori; e osservò che il <strong>di</strong>rigente<br />
della farmacia, Penazzi, avrebbe potuto impe<strong>di</strong>re tutto ciò se avesse operato con<br />
maggiore cautela e minore trasandatezza.<br />
Dopo aver liquidato le due farmaciste donne, fu deciso <strong>di</strong> mantenerle in servizio con<br />
assunzione temporanea dal 1° maggio e con orario limitato a quattro ore giornaliere.<br />
296 Furono stampate speciali tessere da <strong>di</strong>stribuire ai soci per ottenere gli sconti.<br />
297 cda, 7 febbraio 1947.<br />
298 cda, 25 febbraio 1947.<br />
299 cda, 1 aprile 1947.<br />
84 85
Guidastri deplorò il fatto che l’amministrazione dell’Istituto Rizzoli con palese parzialità<br />
aveva attribuito la fornitura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali ad altro concorrente; in compenso fu<br />
stipulata una nuova convenzione per la fornitura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali con l’Ufficio provinciale<br />
assistenza postbellica.<br />
Dal mese <strong>di</strong> maggio entrarono in vigore le nuove tariffe sindacali per il personale<br />
laureato 300 .<br />
Il <strong>di</strong>rettore della farmacia Mesini consegnò al presidente una lettera riguardante il<br />
contegno della dottoressa Maria Foresti, accusata <strong>di</strong> cattivi comportamenti col pubblico:<br />
intavola <strong>di</strong>spute coi clienti […] è <strong>di</strong> carattere impulsivo […] spesso violenta nelle<br />
<strong>di</strong>scussioni. Inoltre applica arbitrariamente sconti sui prodotti a persone <strong>di</strong> lei amiche. Insomma,<br />
comportamenti che avrebbero potuto recare danno alla buona reputazione della<br />
<strong>Farmacia</strong>. Inoltre la Foresti aveva compiuto gravi errori nella composizione <strong>di</strong> alcuni<br />
farmaci, sbagliando grossolanamente le dosi.<br />
Il consiglio decise 301 il licenziamento della Foresti, giustificandolo con motivi<br />
amministrativi, a far tempo dal 31 agosto. Un consigliere contestò al <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong><br />
aver ricevuto da un rappresentante in omaggio una penna stilografica: il <strong>di</strong>rettore<br />
respinse l’accusa.<br />
<strong>La</strong> licenziata dottoressa Maria Foresti avanzò pretese in or<strong>di</strong>ne alla sua liquidazione<br />
ed il consiglio 302 la invitò a presentare una tabella della sua liquidazione rilasciata dall’Or<strong>di</strong>ne<br />
dei Farmacisti. Fu deciso <strong>di</strong> non sostituire la stessa Foresti per contenere i costi del<br />
personale. Fu deliberata la somma <strong>di</strong> lire 4.000 a favore dell’ispettore Luigi Rocchi per<br />
la compilazione dell’inventario della farmacia.<br />
Fu inviata una lettera <strong>di</strong> sollecito all’Ufficio provinciale assistenza postbellica, in<br />
quanto moroso <strong>di</strong> oltre lire 300.000 e inadempiente nonostante i continui inviti verbali<br />
303 e si minacciò la sospensione delle forniture a far tempo dal primo novembre se<br />
non fosse stato onorato il cre<strong>di</strong>to. Fu proposto <strong>di</strong> prendere contatti con la Camera del<br />
lavoro al fine <strong>di</strong> propagandare la farmacia cooperativa presso le organizzazioni ad essa<br />
aderenti.<br />
Il ragionier Travaglia illustrò al consiglio 304 il consuntivo del bilancio chiuso al 31<br />
agosto 1947: l’utile netto fu <strong>di</strong> lire 462.416,01 con un aumento <strong>di</strong> circa il 20% rispetto<br />
a quello dell’anno precedente. <strong>La</strong> relazione del consiglio, prevenendo la possibile<br />
obiezione che tale risultato fosse solo apparente in quanto dovuto alla svalutazione<br />
della lira, affermava che si era operato in maniera prudenziale nella valutazione delle<br />
scorte <strong>di</strong> magazzino e si erano pagate lire 170.974,90 <strong>di</strong> tasse arretrate accumulate<br />
nei tre anni precedenti, e che nel prossimo esercizio, tali uscite non vi sarebbero<br />
state. Le spese per il personale erano state elevate (lire 902.050,15) anche a causa<br />
300 Lire 26.000 mensili al <strong>di</strong>rettore e lire 24.000 al collaboratore con più <strong>di</strong> tre anni <strong>di</strong> iscrizione all’albo,<br />
lire 21.500 al collaboratore con meno <strong>di</strong> tre anni <strong>di</strong> iscrizione all’albo.<br />
301<br />
cda, 29 luglio 1947.<br />
302<br />
cda, 8 settembre 1947.<br />
303<br />
cda, 7 ottobre 1947.<br />
304<br />
cda, 4 novembre 1947.<br />
della liquidazione <strong>di</strong> una <strong>di</strong>pendente, oltre che per aumenti <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o. Nel corso<br />
dell’anno finanziario i soci erano passati da 431 a 781 per 924 azioni del valore <strong>di</strong><br />
lire 46.200 305 .<br />
Alla luce del buon andamento del bilancio, Guidastri propose <strong>di</strong> assegnare una gratifica<br />
al personale, ancorché non prevista dal contratto 306 .<br />
Fu poi deciso <strong>di</strong> proporre all’assemblea dei soci un aumento degli emolumenti agli<br />
amministratori: consigliere delegato, lire 12.000, segretario lire 5.000, consiglieri lire<br />
4.000 ciascuno. Fu aumentata da lire 1.000 a lire 2.000 la retribuzione mensile del ragionier<br />
Travaglia, al quale fu riconosciuto anche un “premio” <strong>di</strong> lire 6.000.<br />
Fu anche approvata un’offerta <strong>di</strong> lire 1.000 per la sottoscrizione pro streptomicina a<br />
favore dei bambini dell’ospedale Gozza<strong>di</strong>ni.<br />
L’assemblea generale dei soci, chiamata ad approvare il bilancio consuntivo al 31<br />
agosto 1947 307 si svolse il 30 novembre 1947 presso l’Associazione tranvieri in via San<br />
Vitale 13. Nel corso dell’assemblea prese la parola il dottor Mario Santandrea 308 che<br />
suggerì <strong>di</strong> pubblicizzare l’attività della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> sui giornali <strong>di</strong> partito («<strong>La</strong><br />
Squilla» 309 , «<strong>La</strong> Squilla Socialista» 310 , «<strong>La</strong> Lotta» 311 ) e <strong>di</strong> denunciare la speculazione<br />
su alcuni farmaci lanciando una campagna moralizzatrice. Altri chiesero un ribasso dei<br />
prezzi. Guidastri rispose che già erano stati ribassati, aggiungendo che i prodotti della<br />
farmacia non sono soggetti a sofisticazioni: e questo è già un vantaggio per soci e clienti.<br />
Rammentò, quin<strong>di</strong>, che l’obbligatorietà della tariffa ufficiale rendeva quasi impossibile<br />
ribassare i prezzi. Vi fu chi propose <strong>di</strong> adeguare il valore delle azioni me<strong>di</strong>ante prelevamento<br />
dal fondo <strong>di</strong> riserva. Guidastri <strong>di</strong>sse che la cosa era allo stu<strong>di</strong>o, ma che si doveva<br />
evitare <strong>di</strong> danneggiare quei soci che avevano acquistato le azioni a lire 50 quando la lira<br />
valeva oro. L’assemblea decise <strong>di</strong> destinare la somma <strong>di</strong> lire 70.000 in beneficenza 312 . Fu<br />
305 Infatti, al termine <strong>di</strong> ogni seduta del consiglio si ammettevano una decina <strong>di</strong> nuovi soci. Fra i nuovi<br />
soci furono ammessi numerosi esponenti soprattutto dell’area socialdemocratica e, in parte, socialista:<br />
Amedeo Zanevrini, Nicola Luminasi, Amato Festi, Aurelia Zama, Luigi Stagni, Guglielmo<br />
Castelvetri, Alfredo Canè, Raffaele Buggini, Aldo Villani, Attilio Canè, Enea Cavallini, Enrico Bassi,<br />
Corrado Alvoni, Fernanda Solaroli e molte altre donne. Non va <strong>di</strong>menticato che nel gennaio del<br />
1947 era avvenuta la scissione del Psi che <strong>di</strong>ede vita al partito <strong>di</strong> Giuseppe Saragat (Psli, poi Ps<strong>di</strong>).<br />
306 Fra i gratificati risulta anche la dottoressa Foresti con lire 12.000. Le altre gratifiche: lire 24.000 al<br />
<strong>di</strong>rettore, lire 12.000 alla dottoressa Sgarzi, lire 6.000 ad Armando Garuti e a Rossana Agostini e<br />
lire 4.000 al dottor Gino Marozzi.<br />
307 Il bilancio presentava un utile netto <strong>di</strong> lire 462.636,01. Fu approvato all’unanimità.<br />
308 Mario Santandrea, nato a Castelbolognese nel 1891, morì a <strong>Bologna</strong> all’età <strong>di</strong> 103 anni. Titolare<br />
proprietario della <strong>Farmacia</strong> del Corso <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, socialista e antifascista, fu anche presidente<br />
dell’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti. Dal 1946 fu anche presidente della Cassa <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to.<br />
309 Perio<strong>di</strong>co del Psi.<br />
310 Perio<strong>di</strong>co del Psli (poi Ps<strong>di</strong>).<br />
311 Perio<strong>di</strong>co del Pci.<br />
312 Così sud<strong>di</strong>visi: lire 30.000 al Ricovero <strong>di</strong> men<strong>di</strong>cità, lire 20.000 alla refezione scolastica, lire 15.000<br />
all’ospedale Gozza<strong>di</strong>ni, lire 5.000 per l’acquisto <strong>di</strong> streptomicina per un giovane degente all’ospedale<br />
Maggiore e segnalato da alcuni soci.<br />
86 87
eletta per acclamazione la lista dei nominativi degli amministratori presentata dal socio<br />
Luigi Calzolari, tutti uomini <strong>di</strong> provata fede democratica 313 .<br />
Emanuele Guidastri fu confermato 314 consigliere delegato e Luigi Rocchi fu nominato<br />
segretario in luogo del ragionier Nicolini che aveva rinunciato alla carica dopo sei<br />
mesi dalla nomina. A Rocchi rimase anche l’incarico <strong>di</strong> ispettore 315 .<br />
Fu decisa l’erogazione <strong>di</strong> un premio al personale per complessive lire 75.000 316 e<br />
Vennero fissati i compensi agli amministratori 317 . <strong>La</strong> vertenza con Maria Foresti (che<br />
aveva cessato il servizio il 31 agosto 1947) fu chiusa sulla base <strong>di</strong> lire 32.000.<br />
Il <strong>di</strong>rettore della farmacia chiese l’assunzione <strong>di</strong> un inserviente in luogo del pensionato<br />
delle Ferrovie dello Stato che stava prestando servizio: fu assunto Giuliano Taddei,<br />
<strong>di</strong> anni 21, per quattro ore la giornata.<br />
Il consigliere delegato Guidastri fu autorizzato dal consiglio 318 a partecipare all’asta<br />
per la fornitura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali all’ospedale Roncati, all’Istituto provinciale infanzia e maternità<br />
e alla Clinica neurologica, praticando ribassi fino al 47,50% 319 .<br />
Si prese atto con rammarico della lettera <strong>di</strong> <strong>di</strong>missioni inviata dal dottor Ugo Brusaferri<br />
320 .<br />
Il <strong>di</strong>rettore della farmacia informò il consiglio 321 che era già in funzione l’impianto<br />
del “servizio ossigeno”; <strong>di</strong>sse poi che il servizio <strong>di</strong> fornitura me<strong>di</strong>cinali ai vari enti assorbiva<br />
il lavoro <strong>di</strong> almeno un <strong>di</strong>pendente e chiese una nuova assunzione. Di fronte a tale<br />
richiesta, il consigliere delegato fece presente che al momento <strong>di</strong> assumere l’onere delle<br />
forniture conseguenti alle convenzioni si era convenuto che non dovevano portare ad aumento<br />
del numero <strong>di</strong> personale, e suggerì che il <strong>di</strong>rettore fosse coa<strong>di</strong>uvato da un esperto<br />
nella “tariffazione delle fatture” in modo che egli potesse avere più tempo a <strong>di</strong>sposizione<br />
per la preparazione dei farmaci richiesti. Avendo l’avventizio Giuliano Taddei compiuto<br />
i tre mesi <strong>di</strong> prova, sentito il parere favorevole del <strong>di</strong>rettore, il consiglio deliberò <strong>di</strong> confermarlo<br />
alle con<strong>di</strong>zioni previste dal contratto <strong>di</strong> lavoro.<br />
313 Consiglieri: Emanuele Guidastri, dottor Ugo Brusaferri, Giuseppe Dotti, Aldo Spisani e Dante<br />
Taruffi. Sindaci effettivi: ragionier Giovanni Longhi (presidente), ragionier Augusto Brighenti,<br />
Umberto Vignali. Sindaci supplenti: Carlo Orlan<strong>di</strong> e Giuseppe Rimon<strong>di</strong>ni. Probiviri: professor<br />
Antonio Gnu<strong>di</strong>, professor Enrico Musini, professor Renato Pirani.<br />
314 cda, 8 <strong>di</strong>cembre 1947.<br />
315 Rocchi e Nicolini erano i rappresentanti della Società Operaia.<br />
316 Dottor Giovanni Mesini, lire 22.000; dottor Penazzi, lire 11.000; dottor Gino Marozzi, lire 4.000;<br />
dottoressa Anna Maria Sgarzi, lire 12.000; dottoressa Maria Foresti, lire 12.000; Armando Garuti,<br />
lire 7.000; Rossana Agostini, lire 7.000.<br />
317 Rimasero invariati, eccetto quello del consigliere delegato che passò da 12.000 a 14.000 lire.<br />
318 cda, 25 gennaio 1948.<br />
319 <strong>La</strong> <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> ottenne la fornitura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali dell’ospedale Roncati, dell’Istituto<br />
provinciale infanzia e maternità e della Clinica neurologica col ribasso del 47%, e del 30% per<br />
l’Ufficio servizi trasporti della Provincia. Il ribasso sulle specialità e sulle confezioni ospedaliere fu<br />
fissato al 10%.<br />
320 Le <strong>di</strong>missioni <strong>di</strong> Ugo Brusaferri sono da imputare alla sua funzione <strong>di</strong> revisore <strong>di</strong> un ente <strong>di</strong> cui la<br />
farmacia era fornitrice.<br />
321 cda, 11 marzo 1948.<br />
Il consigliere delegato informò il consiglio 322 che il recentissimo decreto legge n.<br />
1577 del 14 <strong>di</strong>cembre 1947 (“Provve<strong>di</strong>menti per la cooperazione”) stabiliva alcuni<br />
requisiti per il go<strong>di</strong>mento delle agevolazioni fiscali previste per le società cooperative.<br />
Fra le più imme<strong>di</strong>ate conseguenze vi era l’aumento a lire 500 del valore nominale<br />
minimo <strong>di</strong> ogni azione (al momento <strong>di</strong> lire 50); infatti, il valore delle azioni costituenti<br />
il capitale sociale è inadeguato al valore corrente della moneta e pertanto era in<strong>di</strong>spensabile<br />
stu<strong>di</strong>are il modo <strong>di</strong> aumentare il valore nominale delle azioni stesse. Fu deciso <strong>di</strong><br />
convocare un’assemblea straor<strong>di</strong>naria dei soci da tenersi nello stu<strong>di</strong>o del notaio Stame<br />
in via Marchesana 12.<br />
I due fattorini Giuliano Taddei e Rossana Agostini chiesero il passaggio alla categoria<br />
commessi, ma il <strong>di</strong>rettore espresse parere negativo sostenendo che al massimo potrebbero<br />
essere promossi alla categoria “fattorini con mansioni varie”, ruolo che comportava un<br />
aumento mensile <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> circa lire 300. Interpellati, i due <strong>di</strong>pendenti, avanzarono<br />
la richiesta <strong>di</strong> aumento mensile <strong>di</strong> lire 1.000. Il consiglio 323 rinviò la decisione decidendo<br />
<strong>di</strong> chiedere il parere in merito da parte dell’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti.<br />
Fu stipulata una convenzione per la fornitura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali ai soci della Mutua artigiani<br />
rappresentata dal suo presidente Marcello Albertazzi: la convenzione prevedeva<br />
che sull’ammontare complessivo delle ricette presentate mensilmente, la <strong>Farmacia</strong> corrisponderà<br />
alla Mutua Artigiana uno sconto del 5% sulle specialità e del 10% sulle preparazioni<br />
galeniche.<br />
<strong>La</strong> richiesta <strong>di</strong> aumento <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o, avanzata dai <strong>di</strong>pendenti Giuliano Taddei e Rossana<br />
Agostini, fu respinta, ma fu innalzata la loro qualifica a “inservienti con mansioni<br />
varie”, che prevedeva un aumento <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o, ma inferiore a quello preteso.<br />
Circa il problema dell’adeguamento della quota azionaria, a seguito della legge n.<br />
1577 del 14 luglio 1947, fu deciso 324 <strong>di</strong> inviare a tutti i soci una lettera per invitarli a versare<br />
la somma entro il 30 novembre, termine oltre al quale le azioni da lire 50 sarebbero<br />
state annullate e le relative somme versate in un conto infruttifero a <strong>di</strong>sposizione degli<br />
aventi <strong>di</strong>ritto. Per agevolare i soci fu stabilito che il versamento della <strong>di</strong>fferenza avrebbe<br />
potuto essere rateizzato dopo un primo acconto <strong>di</strong> lire 150 da versare imme<strong>di</strong>atamente.<br />
A ogni socio era consentito <strong>di</strong> acquistare azioni fino ad un massimo <strong>di</strong> 500: infine, per<br />
compensare i soci del nuovo sacrificio richiesto fu deciso <strong>di</strong> aumentare lo sconto dal 5%<br />
al 10% sulle specialità e dal 10% al 15% sui preparati galenici.<br />
Dopo aver accolto la richiesta <strong>di</strong> iscrizione a socio (con due azioni) della Mutua soccorso<br />
artigiani, furono deliberati compensi al personale e all’ispettore Rocchi 325 .<br />
322 cda, 17 maggio 1948. Alla riunione era presente il notaio Stame.<br />
323 cda, 5 agosto 1948. Durante il periodo <strong>di</strong> ferie (15-29 agosto) il servizio <strong>di</strong> fornitura dei me<strong>di</strong>cinali<br />
fu <strong>di</strong>simpegnato dalla <strong>Farmacia</strong> del Corso <strong>di</strong> via Santo Stefano.<br />
324 cda, 2 settembre 1948.<br />
325 Furono deliberati compensi per l’inventario a tutto il personale della farmacia e <strong>di</strong> lire 6.000<br />
all’ispettore Rocchi curatore dell’inventario stesso; per “giornate <strong>di</strong> ferie non godute” furono<br />
riconosciute lire 15.000 al dottor Mesini, lire 9.000 a Gino Marozzi e lire 7.944 alla dottoressa<br />
Anna Maria Sgarzi.<br />
88 89
Convocazione dell’assemblea generale per<br />
l’approvazione del bilancio consuntivo<br />
al 31 agosto 1948.<br />
Bilancio consuntivo della <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong> al 31 agosto 1948.<br />
Fu il ragionier Travaglia ad illustrare il bilancio consuntivo al 31 agosto 1948 che si<br />
chiuse con un utile netto <strong>di</strong> lire 713.461,44. Il consiglio 326 , in considerazione del cospicuo<br />
utile, propose <strong>di</strong> elargire al personale la somma <strong>di</strong> lire 75.000 e <strong>di</strong> lire 51.000 ai consiglieri.<br />
Nella relazione del consiglio, con molto realismo, si sottolineava come l’incremento<br />
dell’utile rispetto all’anno precedente andasse collegato in relazione al forte andamento<br />
inflazionistico e <strong>di</strong> svalutazione della lira 327 : il dato più confortante era l’aumento della<br />
clientela e il gra<strong>di</strong>mento nei confronti la farmacia.<br />
I prezzi delle specialità erano aumentati fortemente, quasi tutti oltre le lire 100 e<br />
perciò il consiglio lanciò il proposito <strong>di</strong> ottenere per la farmacia la qualifica <strong>di</strong> grossista,<br />
onde poter contare su sconti maggiori sui prodotti 328 .<br />
Fu fissato in lire 6.000 il compenso al presidente del collegio sindacale e in lire 4.000<br />
quello ai componenti. Fu deliberata la stipula <strong>di</strong> un’assicurazione contro gli infortuni a<br />
favore <strong>di</strong> Mesini e <strong>di</strong> Giuliano Taddei con riferimento all’uso dell’impianto per l’ossigeno<br />
terapeutico.<br />
Gli amministratori, da tempo venivano riconfermati dall’assemblea dei soci, spesso per<br />
acclamazione; la Società Operaia nominò come propri rappresentanti Giovanni Menarini<br />
e Luigi Rocchi. Emanuele Guidastri fu confermato consigliere delegato e Luigi Rocchi<br />
segretario. Il consiglio 329 chiese al <strong>di</strong>missionario dottor Ugo Brusaferri <strong>di</strong> partecipare alle<br />
adunanze come consulente tecnico, in modo che il Consiglio non si privi della sua sperimentata<br />
esperienza; Brusaferri accettò con la limitazione <strong>di</strong> non partecipare quando fosse<br />
prevista la trattazione <strong>di</strong> argomenti relativi all’ente presso cui presta la sua attività. Aggiunse<br />
che la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> appariva troppo chiusa, mentre avrebbe meritato un maggior<br />
favore fra la popolazione e perciò consigliò una campagna pubblicitaria. Guidastri rispose<br />
che la pubblicità sui giornali era troppo costosa, mentre un’azione <strong>di</strong> propaganda attraverso<br />
le Commissioni interne degli stabilimenti avrebbe potuto dare buoni risultati. Intanto,<br />
andava migliorata l’illuminazione della farmacia e la esposizione delle cose in vetrina, la<br />
sostituzione del vetro smerigliato all’ingresso che <strong>di</strong>stoglie, con la sua opacità, l’attenzione<br />
dei passanti. Altri consigliarono <strong>di</strong> collocare una freccia luminosa all’angolo fra via Marsala<br />
e via Oberdan sotto il portico e <strong>di</strong> rendere più accattivante la vetrina del negozio.<br />
Il consigliere delegato propose <strong>di</strong> esonerare dal servizio i due praticanti: bisogna<br />
evitare che si formino per questa via in<strong>di</strong>retta pretese <strong>di</strong> preferenza e <strong>di</strong> priorità in caso <strong>di</strong><br />
vacanza <strong>di</strong> un posto. Anche le pressioni ricevute a favore dell’uno e dell’altro dei praticanti<br />
consigliano questo allontanamento.<br />
Fu deciso <strong>di</strong> riconoscere al segretario un compenso mensile <strong>di</strong> lire 2.000; lire 75.000<br />
furono destinate come premio ai <strong>di</strong>pendenti e lire 51.000 agli amministratori. Fu deciso<br />
<strong>di</strong> istituire una medaglia <strong>di</strong> presenza per i consiglieri.<br />
326 cda, 1 novembre 1948.<br />
327 Infatti si registrò una maggiore spesa <strong>di</strong> lire 1.033.804, oltre che il pagamento <strong>di</strong> tasse per lire<br />
725.841,05.<br />
328 L’obiettivo non fu raggiunto e la cosa non ebbe seguito.<br />
329 cda, 1 <strong>di</strong>cembre 1948.<br />
91
Anche il ragionier Travaglia chiese un adeguamento del compenso per la redazione<br />
del bilancio, ma la sua richiesta fu considerata eccessiva e si decise <strong>di</strong> retribuirlo con lire<br />
36.000 annue.<br />
Il consiglio 330 decise <strong>di</strong> aprire un conto corrente con scoperto <strong>di</strong> lire 195.000 presso<br />
la Cassa <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to della Società Operaia: la firma degli assegni fu attribuita<br />
al consigliere delegato o, in sua assenza, al <strong>di</strong>rettore della farmacia Giovanni Mesini.<br />
Fu stanziata la somma <strong>di</strong> lire 5.000 da versare al comitato per le onoranze al grande<br />
penalista Genuzio Bentini 331 .<br />
Facendo seguito all’impegno <strong>di</strong> propagandare la farmacia fu deciso <strong>di</strong> far stampare la<br />
ragione sociale sulla carta per avvolgere i prodotti e <strong>di</strong> informarsi sui costi delle inserzioni<br />
sui quoti<strong>di</strong>ani e sui giornali settimanali <strong>di</strong> partito. In seguito, conosciuta la spesa esosa<br />
per la pubblicità sui quoti<strong>di</strong>ani e ritenendo quella sui settimanali <strong>di</strong> partito poco efficace,<br />
ci si orientò ad impegnare le risorse per migliorare l’aspetto esterno del negozio.<br />
Il segretario Luigi Rocchi comunicò che, per gravi ragioni familiari, gli era impossibile<br />
svolgere la sua funzione <strong>di</strong> ispettore della farmacia e perciò chiese che gli venisse<br />
sospeso il compenso relativo a questa funzione. Il consiglio, apprezzando il comportamento<br />
<strong>di</strong> Rocchi, decise però <strong>di</strong> soprassedere alla sostituzione, chiedendo al sindaco<br />
Umberto Vignali <strong>di</strong> svolgere temporaneamente le funzioni ispettive. Furono sollecitati i<br />
soci che ancora non avevano provveduto a versare la nuova quota <strong>di</strong> lire 500.<br />
Il 1949 si aprì con la scoperta <strong>di</strong> un errore amministrativo che ebbe come conseguenza<br />
l’errata compilazione del bilancio consuntivo: il consigliere delegato Guidastri,<br />
nella seduta del consiglio del 21 gennaio 1949, informò <strong>di</strong> un inconveniente amministrativo<br />
causato da una <strong>di</strong>strazione del dottor Mesini che aveva <strong>di</strong>menticato <strong>di</strong> passare alla<br />
contabilità una fattura <strong>di</strong> lire 200.000, falsando <strong>di</strong> conseguenza il bilancio al 31 agosto<br />
1948. Guidastri <strong>di</strong>sse che si trattava <strong>di</strong> un’omissione <strong>di</strong> qualche importanza, ma non preoccupante<br />
per l’azienda. Rimaneva il fatto che era stato approvato un bilancio inesatto.<br />
Si rendeva necessario richiamare il dottor Mesini alla stretta osservanza delle <strong>di</strong>sposizioni<br />
in materia contabile. <strong>La</strong> “<strong>di</strong>strazione” del dottor Mesini fu giustificata dal fatto che era<br />
assai gravato <strong>di</strong> lavoro.<br />
Nella stessa seduta, dopo aver espresso condoglianze alla famiglia dello scomparso<br />
Aldo Spisani 332 , Guidastri <strong>di</strong>ede lettura della lettera <strong>di</strong> <strong>di</strong>missioni inviata dal dottor Gino<br />
Marozzi a far tempo dal primo giugno 1949. Il consiglio 333 , dovendolo sostituire, si <strong>di</strong>chia-<br />
330<br />
cda, 29 <strong>di</strong>cembre 1948.<br />
331 Genuzio Bentini nacque a Forlì il 27 giugno 1874 e morì a Lo<strong>di</strong> il 15 agosto 1943. Da giovane fu<br />
vicino alle posizioni anarchiche. Dal 1892 si stabilì a <strong>Bologna</strong> dove iniziò gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Diritto all’università.<br />
Assieme ad altri anarchici fu arrestato e condannato a quattro mesi <strong>di</strong> carcere. <strong>La</strong>ureatosi,<br />
svolse la professione <strong>di</strong> avvocato penalista; iscrittosi al Psi, collaborò al perio<strong>di</strong>co «<strong>La</strong> Squilla»,<br />
organo socialista che iniziò le sue pubblicazioni il primo maggio 1901. Fu eletto in Parlamento<br />
nel 1904 a soli 30 anni e rieletto nelle elezioni successive. Fu eletto consigliere comunale nel 1914<br />
quando si affermò Francesco Zanar<strong>di</strong> che <strong>di</strong>venne sindaco <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>. Fu eletto anche consigliere<br />
provinciale e in seguito fu presidente della Provincia. Subì violenze dai fascisti.<br />
332 Al suo posto fu eletto il dottor Mario Santandrea.<br />
333<br />
cda, 13 maggio 1949.<br />
rò contrario ad in<strong>di</strong>re un pubblico concorso in quanto si presenterebbero non meno <strong>di</strong> 90<br />
concorrenti, cosa che avrebbe comportato un intenso lavoro. Si ritenne piuttosto <strong>di</strong> dover<br />
orientare la scelta fra i laureati con pratica nella farmacia e si chiese al dottor Mesini e al<br />
dottor Brusaferri <strong>di</strong> esaminare i curricula dei due farmacisti che avevano tali requisiti: fu<br />
assunto il dottor Luciano Atti <strong>di</strong> 26 anni, a partire dal primo giugno, previo un periodo <strong>di</strong><br />
prova <strong>di</strong> tre mesi.<br />
A proposito del progetto <strong>di</strong> rifacimento della vetrina e dell’illuminazione, fu esaminato<br />
334 il preventivo della <strong>di</strong>tta Bega (lire 200.000), che, essendo ritenuto eccessivo, fu<br />
accantonato incaricando il segretario Luigi Rocchi <strong>di</strong> chiederne altri che, in effetti, proposero<br />
cifre minori consentendo <strong>di</strong> avviare i lavori <strong>di</strong> montaggio delle vetrine e <strong>di</strong> una<br />
più efficace illuminazione 335 . Il consiglio 336 deliberò <strong>di</strong> stampare i nuovi certificati azionari<br />
e <strong>di</strong> lasciare ancora tempo a coloro che non avevano ancora versato il conguaglio. Il<br />
consigliere ispettore Rocchi concluse l’inventario della farmacia e per questa attività gli<br />
fu riconosciuta la somma <strong>di</strong> lire 7.000. Fu incaricato un fiscalista affinché esaminasse la<br />
situazione fiscale della farmacia.<br />
Un atto <strong>di</strong> grande rilievo fu deliberato dal consiglio 337 quando decise <strong>di</strong> allargare le<br />
facoltà concesse al Direttore della <strong>Farmacia</strong>: all’unanimità fu deciso <strong>di</strong> accordare al dottor<br />
Giovanni Mesini la facoltà <strong>di</strong> incassare i mandati emessi ed emitten<strong>di</strong> in favore della<br />
<strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> da qualsiasi persona o Ente pubblico o privato, <strong>di</strong> provvedere agli<br />
acquisti necessari per l’esercizio ed ai pagamenti relativi, valendosi per il servizio <strong>di</strong> cassa<br />
della Cassa <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to della Società Operaia <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>.<br />
Il consuntivo al 31 agosto 1949 presentò un utile <strong>di</strong> lire 552.425, inferiore a quello<br />
dell’anno precedente; ciononostante il consiglio 338 decise <strong>di</strong> mantenere quasi inalterato il<br />
premio ai <strong>di</strong>pendenti (lire 64.500) e ai consiglieri (lire 37.500). Fu ricordato l’avvenuto decesso<br />
del sindaco revisore dottor ragionier Giovanni Longhi, mentre gli altri due sindaci si<br />
erano <strong>di</strong>messi per agevolare il rinnovo del collegio dei revisori 339 . Fu deciso <strong>di</strong> <strong>di</strong>minuire le<br />
scorte <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali in magazzino onde avere una maggiore <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> denaro liquido<br />
e circolante.<br />
Il consiglio 340 deliberò l’acquisto <strong>di</strong> 500 azioni della Cassa <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to della<br />
Società Operaia al costo <strong>di</strong> lire 250.000: la metà della somma fu versata imme<strong>di</strong>atamente.<br />
In città si iniziò a parlare dell’intenzione del Comune <strong>di</strong> dar vita ad una farmacia municipalizzata:<br />
Guidastri ne informò il consiglio 341 affermando che non avrebbe arrecato<br />
334<br />
cda, 14 luglio 1949.<br />
335 <strong>La</strong> spesa per la vetrina è stata <strong>di</strong> lire 108.000, <strong>di</strong> gran lunga inferiore al miglior preventivo che era<br />
<strong>di</strong> lire 150.000. <strong>La</strong> vetrina fu poi affittata a tre <strong>di</strong>tte, ricavandone lire 8.000 in prodotti.<br />
336<br />
cda, 15 settembre 1949.<br />
337<br />
cda, 20 ottobre 1949.<br />
338<br />
cda, 9 novembre 1949.<br />
339 I Sindaci eletti dall’assemblea furono: ragionier Angelo Brighenti, Umberto Vignali e ragionier<br />
Pietro Sarti.<br />
340 cda, 3 <strong>di</strong>cembre 1949.<br />
341 cda, 29 <strong>di</strong>cembre 1949.<br />
92 93
danno alla cooperativa e che non avrebbe potuto praticare prezzi inferiori o più concorrenziali.<br />
Inoltre – aggiunse – la città si sta sviluppando ed è in crescita demografica<br />
e perciò altre farmacie verranno aperte. In proposito, il consigliere Mario Santandrea<br />
precisò che l’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti era contrario al progetto comunale e che avrebbe<br />
condotto una battaglia giuri<strong>di</strong>ca; e concluse affermando che in città già esiste la <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong> con funzione calmieratrice.<br />
Circa gli sconti praticati ai soci, Guidastri <strong>di</strong>sse che tale ribasso aveva consentito ai<br />
soci un risparmio <strong>di</strong> lire 170.000 mensili; se da una parte vi era un minore guadagno per<br />
la farmacia, dall’altra si ottenevano maggiori ricavi a seguito del forte incremento delle<br />
ven<strong>di</strong>te. In vista <strong>di</strong> prossime aste per la fornitura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali fu deciso che il ribasso<br />
da presentare non superasse il 30%. Il consigliere Rocchi comunicò 342 la definitiva rinuncia<br />
all’incarico <strong>di</strong> ispettore e al relativo compenso, a causa delle sue con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
salute. Il consiglio apprezzò il comportamento <strong>di</strong> Rocchi e, nel fargli gli auguri, decise <strong>di</strong><br />
soprassedere ad ogni decisione in merito. Fu stipulata con l’Assicurazione Venezia una<br />
polizza contro la responsabilità civile verso terzi con un massimale <strong>di</strong> lire 10.000.000.<br />
Fu confermata la pubblicità (lire 1.000 al mese) su «<strong>La</strong> Squilla Socialista» e <strong>di</strong> fare anche<br />
qualche avviso su «<strong>La</strong> Squilla».<br />
L’Or<strong>di</strong>ne dei proprietari <strong>di</strong> farmacie lamentò lo sconto del 10% praticato dalla <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong> ai soci e ad altri enti.<br />
Fra i nuovi soci ammessi, vi erano l’avvocato Pietro Crocioni, Francesco Cannizzaro,<br />
Antonio Dall’Aglio e Renato Tega.<br />
Guidastri propose 343 <strong>di</strong> effettuare gli acquisti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali in contanti in modo da<br />
ottenere ribassi dai fornitori: a tal fine si chiese alla Cassa <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> elevare lo<br />
scoperto <strong>di</strong> conto da lire 495.000 a 600.000. Il <strong>di</strong>rettore della farmacia, informato della<br />
decisione, assicurò che avrebbe ottenuto le migliori con<strong>di</strong>zioni.<br />
Si decise <strong>di</strong> chiedere alla proprietà dei locali della farmacia se vi fosse l’intenzione<br />
<strong>di</strong> vendere l’immobile: Guidastri avviò i contatti ed affermò che la trattativa si poteva<br />
aprire sulla base <strong>di</strong> lire 5.000.000. Fu deciso <strong>di</strong> far stimare l’immobile e <strong>di</strong> agire con<br />
prudenza.<br />
<strong>La</strong> questione degli sconti che la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> praticava ai soci continuava<br />
a sollevare ferme obiezioni e contestazioni da parte dei farmacisti della città: un<br />
or<strong>di</strong>ne del giorno dei Proprietari <strong>di</strong> farmacie della provincia <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, a firma del<br />
presidente dottor Tomaso Paulin, stigmatizzava non solo gli sconti praticati dalla cooperativa<br />
ai soci, ma anche (e soprattutto) quelli attuati in occasione <strong>di</strong> licitazioni<br />
private per la fornitura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali in quanto ciò pregiu<strong>di</strong>ca le con<strong>di</strong>zioni stipulate<br />
in sede regionale e compromette anche la <strong>di</strong>gnità della professione. Il documento dei<br />
Proprietari chiedeva che ogni farmacia sottoscrivesse per il futuro un impegno <strong>di</strong> non<br />
concludere alcun accordo per forniture <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali in deroga alle <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> legge,<br />
senza aver interpellato l’Associazione e ottenuto il benestare dell’Or<strong>di</strong>ne. Il consiglio<br />
342 cda, 11 marzo 1950.<br />
343 cda, 11 maggio 1950.<br />
d’amministrazione 344 della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> rispose sottolineando come la natura<br />
della nostra istituzione ci impone <strong>di</strong> considerare anzitutto l’interesse dei soci, che sono<br />
i proprietari dell’azienda, e del pubblico; ammise che anche la cooperativa ritenesse<br />
che certi ribassi fossero eccessivi e che non vi era alcuna obiezione a confrontarsi con<br />
l’associazione in vista <strong>di</strong> nuove aste, ma che ciò non doveva costituire impe<strong>di</strong>mento<br />
alla concorrenza. Perciò, non possiamo, quin<strong>di</strong>, darvi una nuova adesione impegnativa,<br />
e ci auguriamo quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> poter sottoscrivere un’intesa <strong>di</strong> carattere generale alla cui base<br />
ci pare necessaria ancora una preparazione morale e sindacale che assicuri del successo.<br />
Ad una lettera giunta anche dall’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti, contenente gli stessi rilievi, il<br />
consiglio <strong>di</strong>ede analoga risposta.<br />
L’immobiliare Sirio, proprietaria dei locali della farmacia, comunicò il nuovo affitto<br />
aumentato del 100%: la cooperativa rispose 345 che a norma <strong>di</strong> legge l’aumento andava<br />
sud<strong>di</strong>viso in due tranche semestrali, ciascuna del 50% dell’aumento, cioè al primo giugno<br />
1950 e al primo gennaio 1951. Parallelamente proseguivano gli atti tesi all’acquisto<br />
dell’immobile: l’ingegner Alberto Magagnoli, incaricato allo scopo, redasse una perizia<br />
che stimava il valore del locale della farmacia in lire 3.000.000.<br />
Continuavano le ammissioni <strong>di</strong> nuovi soci ad un ritmo costante e significativo 346 .<br />
In vista del 50° anniversario della fondazione della farmacia, Brusaferri e Santandrea<br />
proposero 347 <strong>di</strong> ricordare il dottor Leonello Grossi e <strong>di</strong> inviare una lettera alla signora<br />
Azzurra Grossi a Forlì.<br />
Fu <strong>di</strong>stribuita la somma <strong>di</strong> lire 91.000 348 ai <strong>di</strong>pendenti e <strong>di</strong> lire 47.000 agli amministratori.<br />
Giuseppe Dotti propose che agli impiegati statali (che usufruivano già <strong>di</strong> uno<br />
sconto del 5%) si applicasse lo sconto <strong>di</strong> cui godevano i soci: la proposta fu accolta.<br />
L’assemblea dei soci confermò, come per il recente passato, gli amministratori, eccetto<br />
il sindaco ragionier Pietro Sarti, deceduto, sostituito dal ragionier Antonio Bernar<strong>di</strong>,<br />
e anche la Società Operaia confermò i propri rappresentanti (Guidastri e Rocchi). Al<br />
posto <strong>di</strong> Rocchi, che aveva chiesto <strong>di</strong> essere sostituito nell’incarico <strong>di</strong> ispettore per ragioni<br />
<strong>di</strong> età e <strong>di</strong> salute, fu nominato Umberto Vignali.<br />
Guidastri, dopo aver affermato che la farmacia era in con<strong>di</strong>zioni deplorevoli in fatto<br />
<strong>di</strong> pulizia e igiene, si soffermò 349 con preoccupazione sulla situazione debitoria della<br />
stessa, esposta per lire 920.098 verso fornitori, per lire 792.419 sul conto corrente presso<br />
la Cassa <strong>Cooperativa</strong> e con un debito verso la Società Operaia <strong>di</strong> lire 561.006 350 , per un<br />
totale <strong>di</strong> lire 2.273.523, mentre i cre<strong>di</strong>ti ammontavano a lire 2.127.462.<br />
344<br />
cda, 7 giugno 1950.<br />
345<br />
cda, 26 luglio 1950.<br />
346<br />
cda, 8 novembre 1950. Fra essi, Nino Bixio Scota e Teresita Miotti, noti esponenti della socialdemocrazia<br />
bolognese.<br />
347<br />
cda, 22 novembre 1950.<br />
348 Giovanni Mesini, lire 30.000; Luciano Atti, 20.000; Anna Sgarzi, 14.000; Armando Garuti, 9.000;<br />
Giuliano Taddei, 9.000; Rossana Agostini, 9.000.<br />
349<br />
cda, 24 giugno 1951.<br />
350 Il debito accumulatosi negli anni è dovuto a quote statutarie <strong>di</strong> utili non versate.<br />
94 95
Il consigliere Santandrea fece presente la situazione <strong>di</strong>fficile delle farmacie a causa<br />
delle sempre nuove specialità e della <strong>di</strong>minuzione delle ven<strong>di</strong>te 351 . D’altra parte, la soluzione<br />
<strong>di</strong> alleggerire il magazzino, suggerita da qualche consigliere, avrebbe significato<br />
non essere ben forniti <strong>di</strong> fronte alle richieste dei clienti e perciò il consiglio ritenne che<br />
la via d’uscita poteva essere quella <strong>di</strong> <strong>di</strong>minuire la quota <strong>di</strong> riparto degli utili a favore<br />
della Società Operaia versando una somma volontaria: la cosa presupponeva, però, la<br />
mo<strong>di</strong>fica dello statuto. Fu anche deciso <strong>di</strong> applicare gi sconti sul prezzo dei me<strong>di</strong>cinali,<br />
al netto dell’ige.<br />
Fu notato, come fatto negativo, che i libri contabili non erano conservati presso la<br />
farmacia, ma presso la residenza del ragionier Travaglia. Qualcuno affermò che la tenuta<br />
della contabilità con il sistema della partita doppia era superato.<br />
In attesa <strong>di</strong> conoscere le intenzioni dell’immobiliare Sirio per la ven<strong>di</strong>ta dei locali, si<br />
propose l’imbiancatura, il miglioramento dell’impianto luce e il cambio <strong>di</strong> un vetro nella<br />
vetrina d’ingresso.<br />
Furono approvate 352 le mo<strong>di</strong>fiche agli artt. 10 e 12 dello statuto da sottoporre al voto<br />
dell’assemblea. Fu poi deciso <strong>di</strong> proporre alla Società Operaia <strong>di</strong> trasformare il cre<strong>di</strong>to<br />
nei confronti della farmacia in quote azionarie della stessa.<br />
Fu accolta la richiesta <strong>di</strong> Giuliano Taddei <strong>di</strong> essere promosso alla categoria “commessi<br />
non laureati” e respinta la medesima domanda <strong>di</strong> Rossana Agostini. L’inserviente<br />
Armando Garuti fu licenziato in quanto tre inservienti erano esuberanti per i presenti<br />
bisogni. In sostituzione <strong>di</strong> Garuti fu assunto a lire 1.000 settimanali Gabriele Persiani <strong>di</strong><br />
anni 14.<br />
Il consiglio 353 approvò il bilancio consuntivo al 31 agosto 1951 che presentava un<br />
utile <strong>di</strong> lire 642.800. Si deliberò <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuire premi ai <strong>di</strong>pendenti per lire 101.000 e agli<br />
amministratori per lire 52.000.<br />
L’assemblea dei soci 354 elesse i nuovi amministratori 355 .<br />
351 <strong>La</strong> <strong>Farmacia</strong> aveva perso molte forniture a enti e perciò il personale ausiliare risultava eccedente le<br />
necessità: fu ridotto l’orario ad uno dei due ausiliari.<br />
352 Art. 10<br />
[…]<br />
5/10 al fondo <strong>di</strong> riserva<br />
1/10 alla Società Operaia<br />
4/10 a <strong>di</strong>sposizione dell’Assemblea per quelle destinazioni che fossero da essa approvate.<br />
Art. 12, 3° capoverso<br />
Ogni socio dovrà essere invitato a parteciparvi a mezzo <strong>di</strong> pubblico manifesto, oppure con invito personale.<br />
cda, 19 ottobre 1951.<br />
353<br />
cda, 14 novembre 1951.<br />
354 Le riunioni dell’assemblea si tengono presso i locali della Cassa <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to in via Zamboni<br />
11.<br />
355 Consiglieri: Giuseppe Dotti, Emanuele Guidastri, Mario Santandrea, Dante Taruffi, Luigi Tolomelli;<br />
probiviri: Enea Alberti, Renato Pirani, Francesco Zanar<strong>di</strong>; la Società Operaia nominò Luigi<br />
Rocchi e Giovanni Menarini. Emanuele Guidastri fu confermato consigliere delegato e Luigi Tolomelli<br />
fu nominato segretario.<br />
Il consiglio deliberò 356 <strong>di</strong> inviare una lettera al ragionier Giovanni Travaglia nella<br />
quale lo si ringraziava per il servizio onorevolmente prestato per tanti anni, sostituendolo<br />
con il ragionier Romeo Sita; la decisione fu assunta in quanto Travaglia aveva già<br />
espresso il suo proponimento <strong>di</strong> non assoggettarsi ad una prestazione più onerosa che lo<br />
obbligasse a più frequenti presenze in sede.<br />
iL “caSo MeSini”<br />
Il consigliere delegato, come già aveva fatto in passato, lamentò 357 il fatto che il magazzino<br />
risultasse troppo oneroso: la giacenza è aumentata in modo tanto sregolato da<br />
riassumere nel magazzino ogni attività, comprese le riserve or<strong>di</strong>narie e straor<strong>di</strong>narie e il<br />
capitale sociale. Tale situazione – <strong>di</strong>sse Guidastri – è <strong>di</strong>ventata una con<strong>di</strong>zione patologica<br />
dell’azienda conseguente ad una esagerazione incontrollata degli acquisti. Il dottor Mesini<br />
era stato frequentemente richiamato sull’argomento, ma senza risultati apprezzabili:<br />
ora è venuto il momento <strong>di</strong> passare dalle raccomandazioni ai provve<strong>di</strong>menti necessari se si<br />
vogliono evitare pericoli nell’economia dell’azienda, <strong>di</strong>sse Guidastri, che aggiunse come<br />
fosse peggiorato anche il trattamento del pubblico verso il quale occorre più pazienza,<br />
garbata tolleranza e <strong>di</strong>sponibilità. Assai grave, infine, l’inosservanza degli orari che può<br />
<strong>di</strong>rsi generale o quasi, senza <strong>di</strong>menticare che Mesini e Atti si concedevano una mezza<br />
giornata, mai autorizzata dal consigliere delegato. <strong>La</strong> conclusione fu quella <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare<br />
un richiamo scritto a tutto il personale.<br />
I compiti <strong>di</strong> sorveglianza su tutti i problemi esposti furono affidati al segretario Luigi<br />
Tolomelli al quale fu accordata anche la facoltà <strong>di</strong> incassare i mandati a favore della <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong>, <strong>di</strong> provvedere al pagamento degli acquisti, <strong>di</strong> utilizzare gli assegni<br />
del conto corrente presso la Cassa <strong>Cooperativa</strong>.<br />
Se l’“errore amministrativo” provocato dalla “<strong>di</strong>strazione” del dottor Mesini nel 1949<br />
aveva avuto la conseguenza <strong>di</strong> “falsare” il bilancio consuntivo, ciò che accadde all’inizio<br />
del 1952 fu assai più grave, al punto da mettere a repentaglio il futuro stesso della <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong>: un episo<strong>di</strong>o la cui gravità non aveva precedenti nei cinquant’anni <strong>di</strong> attività<br />
Fu il consigliere delegato Guidastri, nella seduta del consiglio del 16 gennaio 1952 ad<br />
informare <strong>di</strong> una gravissima irregolarità avvenuta: L’uomo nel quale tutti in<strong>di</strong>stintamente<br />
avevamo fiducia e che per la sua età e per il suo passato rappresentava la miglior garanzia<br />
<strong>di</strong> buon andamento per l’azienda, si è <strong>di</strong>mostrato un appropriatore indebito per una cifra<br />
ingente e tale da compromettere la nostra azienda se essa non avesse in se tanta vitalità<br />
da resistere al rude colpo. Si tratta, a confessione scritta dallo stesso dottor Mesini, <strong>di</strong> circa<br />
1.800.000 lire. L’aspetto più curioso – proseguì Guidastri – è che <strong>di</strong> queste irregolarità si<br />
erano resi conto dall’esterno, mentre i <strong>di</strong>pendenti non avevano alcun sospetto.<br />
Fu il segretario Tolomelli a scoprire le irregolarità e non appena ne chiese ragione<br />
al dottor Mesini questi confessò imme<strong>di</strong>atamente. Mesini, al colloquio con Tolomelli, si<br />
356 cda, 30 novembre 1951.<br />
357 cda, 10 gennaio 1952.<br />
96 97
presentò accompagnato dall’avvocato Furio Cicognani e confessò con tale tranquillità le<br />
sue malefatte da mettere in tutti meraviglia. <strong>La</strong> confessione fu dettagliata e Mesini assicurò<br />
<strong>di</strong> rifondere il danno entro 10 giorni. Il consiglio ritenne opportuno attendere qualche<br />
giorno prima <strong>di</strong> fare la denuncia, sia per evitare un pubblico scandalo, sia per realizzare<br />
quanto sia possibile, se ancora possibile. Inoltre, per accertare la reale entità del danno,<br />
occorreva fare l’inventario del magazzino e il controllo <strong>di</strong> tutti i conti della farmacia, nella<br />
speranza che non fossero avvenute sottrazioni anche negli esercizi precedenti, perché<br />
ciò sarebbe stato arduo da accertare.<br />
Si è accertato che le appropriazioni indebite del dottor Mesini avvenivano in vari mo<strong>di</strong>:<br />
trattenendo le somme versate dai debitori, alterando le cifre del registratore <strong>di</strong> cassa, non<br />
consegnando al ragioniere a chiusura <strong>di</strong> esercizio tutte le fatture ancora scoperte, cosicché<br />
il bilancio veniva falsato in tutte le sue cifre principali. Nel consiglio suscitò meraviglia il<br />
fatto che il rag. Travaglia non abbia pretesa una documentazione completa della chiusura<br />
dei conti: almeno per quello che riguarda i fornitori sarebbe stato suo preciso dovere fare<br />
gli accertamenti opportuni.<br />
Auspicio comune a tutti i consiglieri fu che la famiglia del dottor Mesini potesse farsi<br />
carico <strong>di</strong> appianare l’ammanco.<br />
Nella circostanza, il consigliere delegato volle passare in rassegna altre manchevolezze<br />
del personale: ritar<strong>di</strong> nell’orario <strong>di</strong> servizio, poca <strong>di</strong>sponibilità coi clienti, assenze regolari e<br />
ingiustificate del <strong>di</strong>rettore Mesini e del sostituto dottor Atti, la farmacia lasciata alla conduzione<br />
<strong>di</strong> un commesso, poco chiari rapporti con me<strong>di</strong>ci e con rappresentanti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali.<br />
Non mancarono pesanti rilievi mossi anche al dottor Atti. Il consigliere delegato <strong>di</strong>sse<br />
che il licenziamento per il dottor Atti sarebbe – essendo giovane – un grave precedente<br />
che gli avrebbe precluso altre occupazioni in futuro e perciò si auspicò che Atti firmasse<br />
spontaneamente una lettera <strong>di</strong> <strong>di</strong>missioni. Inoltre il contemporaneo licenziamento <strong>di</strong> Atti<br />
e Mesini avrebbe provocato un inevitabile collegamento con il licenziamento del dr. Mesini.<br />
Il nuovo contabile, ragionier Romeo Sita, aveva incontrato <strong>di</strong>fficoltà ad avviare il suo<br />
lavoro, mentre il consigliere ispettore Tolomelli aveva accertato l’esistenza in magazzino<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali scaduti. Guidastri, riferendosi alla questione ancora aperta riguardante il<br />
ragionier Travaglia, confermò il <strong>di</strong>niego alla sua richiesta <strong>di</strong> liquidazione non essendo<br />
un <strong>di</strong>pendente con orario <strong>di</strong> lavoro, né sottoposto a <strong>di</strong>sciplina. Guidastri, inoltre, lasciò<br />
intendere che anche Travaglia aveva gravi responsabilità in or<strong>di</strong>ne alla sottrazione <strong>di</strong><br />
fon<strong>di</strong> da parte <strong>di</strong> Mesini poiché si limitava a prendere i dati come gli venivano passati da<br />
Mesini senza richiedere estratti conto o documentazioni con ciò <strong>di</strong>mostrando come poco<br />
egli sentisse la necessità <strong>di</strong> salvaguardare la sua stessa <strong>di</strong>gnità professionale: la sua lunghissima<br />
attività nell’occuparsi dei conti della cooperativa – <strong>di</strong>sse il presidente del collegio<br />
sindacale – non poteva giustificare il fatto che egli compilasse il bilancio con dati <strong>di</strong> cui<br />
non aveva riscontrata la certezza.<br />
Al termine della travagliata seduta, il consiglio incaricò il consigliere delegato, il consigliere<br />
Santandrea e i sindaci affinché scegliessero con urgenza il personale <strong>di</strong>rigente<br />
della farmacia.<br />
L’avvocato Cicognani, incaricato dalla cooperativa col compito <strong>di</strong> recuperare il denaro<br />
sottratto, riferì <strong>di</strong> aver incontrato l’avvocato Pergola che rappresentava le figlie <strong>di</strong><br />
Mesini le quali si erano dette <strong>di</strong>sponibili a versare la somma <strong>di</strong> lire 100.000 non possedendo<br />
altre risorse. Mesini, infatti, non possedeva proprietà immobiliari se non un podere<br />
a Crespellano, che però risultavo venduto. Il consiglio 358 accordò un’altra settimana<br />
a Cicognani per ulteriori tentativi. Il segretario Luigi Tolomelli rassegnò le <strong>di</strong>missioni 359<br />
che furono respinte. Accettando i pressanti inviti rimase in carica e <strong>di</strong>sse che, a parte le<br />
malversazioni del dr. Mesini, fatture e stipen<strong>di</strong> erano stati pagati regolarmente fino al 31<br />
gennaio, facendo fronte con i soli incassi della farmacia.<br />
<strong>La</strong> commissione incaricata <strong>di</strong> cercare il nuovo <strong>di</strong>rettore concluse il suo mandato: riferì<br />
il dottor Mario Santandrea che la scelta era caduta sul dottor Luigi Baldrati <strong>di</strong> Alfonsine,<br />
località dove padre e fratello gestivano una farmacia. Al momento, Luigi Baldrati<br />
lavorava presso la <strong>Farmacia</strong> Due Torri <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, mentre in precedenza era stato <strong>di</strong>pendente<br />
della <strong>Farmacia</strong> del Pavaglione. Era sposato con una professoressa e aveva figli. Il<br />
consiglio deliberò <strong>di</strong> assumerlo in prova come <strong>di</strong>rettore a far tempo dal primo febbraio.<br />
Durante la seduta del consiglio d’amministrazione del 6 febbraio 1952 si tenne l’au<strong>di</strong>zione<br />
del dottor Atti che aveva chiesto <strong>di</strong> essere ascoltato prima <strong>di</strong> firmare la lettera <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>missioni. Atti ammise qualche ritardo rispetto all’orario <strong>di</strong> lavoro, errori negli acquisti<br />
e anche favori a clienti <strong>di</strong> sua conoscenza. Così come ricevette un pacco <strong>di</strong> campioni<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali e li tenne in farmacia per oltre un mese, cosa vietata. Alcuni consiglieri si<br />
limitarono a definire faciloneria i comportamenti <strong>di</strong> Atti, attribuendo ogni responsabilità<br />
al <strong>di</strong>rettore. Guidastri sostenne invece che le colpe <strong>di</strong> Atti erano gravi e le attenuanti non<br />
gli avrebbero evitato il licenziamento. Messo ai voti, il licenziamento <strong>di</strong> Atti fu approvato<br />
con la sola astensione del consigliere Santandrea. Poi Guidastri chiese al consigliere<br />
Menarini <strong>di</strong> incontrare Atti e convincerlo alle <strong>di</strong>missioni in modo da tutelare il suo decoro;<br />
<strong>di</strong>versamente sarebbe partita la lettera <strong>di</strong> licenziamento.<br />
Il ragionier Travaglia si era rivolto all’Ufficio del lavoro che gli aveva dato ragione;<br />
appresa la notizia, il consiglio, in considerazione della collaborazione trentennale, si<br />
<strong>di</strong>chiarò <strong>di</strong>sponibile a cercare un accordo, purché Travaglia si convincesse a ridurre le<br />
sue pretese.<br />
L’avvocato Cicognani riferì <strong>di</strong> aver posto sotto sequestro i mobili <strong>di</strong> Mesini (per un<br />
valore <strong>di</strong> lire 150.000) ed un terreno in Crespellano su cui aveva usufrutto. Il Mesini era<br />
atteso davanti al giu<strong>di</strong>ce per il 24 marzo.<br />
Il ragionier Bernar<strong>di</strong>, presidente del collegio sindacale lesse 360 una relazione in cui si<br />
evidenziavano le responsabilità del ragionier Travaglia. Il consigliere Taruffi raccomandò<br />
<strong>di</strong> non dar corso alla liquidazione del ragionier Travaglia che aveva inviato una lettera<br />
minacciando <strong>di</strong> rivolgersi all’Ufficio del lavoro: Guidastri fu autorizzato a liquidare la<br />
questione in via amichevole con una somma non superiore alle lire 100.000. Intanto era<br />
giunta la lettera <strong>di</strong> <strong>di</strong>missioni del dottor Luciano Atti a far tempo dal primo aprile 1952.<br />
Si decise <strong>di</strong> assumere un sostituto.<br />
358 cda, 30 gennaio 1952.<br />
359 <strong>La</strong>mentava il fatto che le sue proposte sul personale avanzate da tempo, non erano state esaminate<br />
dal cda.<br />
360 cda, 27 febbraio 1952.<br />
98 99
Nonostante queste vicende l’andamento delle ven<strong>di</strong>te della farmacia era positivo e<br />
in crescita: gli incassi avevano consentito <strong>di</strong> pagare non solo stipen<strong>di</strong> e fatture <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali,<br />
ma anche le spese <strong>di</strong> ristrutturazione del locale senza far ricorso allo scoperto <strong>di</strong><br />
conto corrente.<br />
Il proce<strong>di</strong>mento civile contro Mesini fu rinviato non essendosi il Mesini presentato.<br />
L’avvocato consigliò <strong>di</strong> dare pubblicità al fatto e informò che nemmeno i mobili erano<br />
<strong>di</strong> proprietà del Mesini. Fu solo sequestrata la ren<strong>di</strong>ta del terreno.<br />
Guidastri comunicò 361 le <strong>di</strong>missioni della dottoressa Anna Maria Sgarzi con la motivazione<br />
<strong>di</strong> dover assistere il padre ammalato. Si decise che, al momento, non si rendeva<br />
necessaria la sostituzione. Ma, in caso <strong>di</strong> sostituzione, si deliberò <strong>di</strong> assumere un uomo,<br />
più adatto a prestare servizio notturno.<br />
Si ritenne non opportuno proseguire nelle trattative per l’acquisto del locale della<br />
farmacia, vista la situazione in atto.<br />
Fu approvata la nomina definitiva a <strong>di</strong>rettore della farmacia del dottor Luigi Baldrati.<br />
Il ragionier Romeo Sita comunicò 362 che la verifica dei conti della farmacia mostrava<br />
una situazione in buona salute. Fu deciso <strong>di</strong> completare la sistemazione della vetrina del<br />
negozio, su progetto del professor Forlai, chiedendo preventivi.<br />
Fu deliberata l’adesione della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> alla Lega contro i tumori con un<br />
versamento <strong>di</strong> lire 5.000 una tantum.<br />
L’avvocato Cicognani informò che la causa contro il Mesini sarebbe stata <strong>di</strong>scussa il<br />
24 giugno. Fra i nuovi soci ammessi vi era anche il dottor Amedeo Cazzola 363 .<br />
L’acquisizione dei locali della farmacia giunse ad una svolta: Guidastri e Tolomelli<br />
riferirono 364 sulla trattativa e proposero <strong>di</strong> sottoporre la decisione all’assemblea straor<strong>di</strong>naria<br />
che fu convocata per il 27 luglio. Fu data lettura <strong>di</strong> una lunga relazione sui pro<br />
e contro dell’acquisto. In conclusione l’offerta fatta dalla cooperativa <strong>di</strong> acquistare al<br />
prezzo <strong>di</strong> lire 3.000.000 fu accolta dalla società Sirio; si presero contatti con la Cassa <strong>Cooperativa</strong><br />
<strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to della Società Operaia per ottenere un mutuo, a tasso <strong>di</strong> favore, <strong>di</strong><br />
lire 3.000.000 della durata <strong>di</strong> nove anni. L’assemblea approvò le proposte del consiglio<br />
sia per l’acquisto, sia per il finanziamento.<br />
Fra i numerosi nuovi soci furono ammessi Pietro e Olindo Taglioni.<br />
Dopo l’approvazione del bilancio consuntivo al 31 agosto 1952, che presentò un<br />
utile netto <strong>di</strong> lire 671.375, Guidastri riferì 365 <strong>di</strong> ravvisare una incompatibilità <strong>di</strong> servizio<br />
361<br />
cda, 2 aprile 1952.<br />
362<br />
cda, 7 giugno 1952.<br />
363 Amedeo Cazzola (Molinella, 25 agosto 1895 – <strong>Bologna</strong>, 6 <strong>di</strong>cembre 1968), <strong>di</strong>plomatosi ragioniere<br />
grazie ad una borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o concessagli dalla <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> Molinella, si laureò<br />
poi in Economia e Commercio <strong>di</strong>ventando <strong>di</strong>rettore amministrativo delle maggiori cooperative <strong>di</strong><br />
Molinella. Col fascismo seguì Massarenti a Roma, poi si de<strong>di</strong>cò all’attività professionale aprendo<br />
uno stu<strong>di</strong>o a <strong>Bologna</strong>. Dal 1944 fu ispettore militare delle “Brigate Matteotti”. Nel 1945, per pochi<br />
mesi, fu sindaco <strong>di</strong> Molinella. Proseguì il suo impegno politico con l’adesione al partito <strong>di</strong> Giuseppe<br />
Saragat e si adoperò con ogni forza per far rientrare Giuseppe Massarenti a Molinella.<br />
364<br />
cda, 25 luglio 1952.<br />
365<br />
cda, 27 settembre 1952.<br />
fra <strong>di</strong>pendenti verificatasi per il fidanzamento della cassiera con il commesso non laureato.<br />
Si <strong>di</strong>scusse: chi riteneva <strong>di</strong> non dover assumere alcun provve<strong>di</strong>mento fu messo in minoranza<br />
e la commessa fu licenziata. Guidastri poi informò con <strong>di</strong>spiacere che il nuovo<br />
<strong>di</strong>rettore non rispetta l’orario e ingenera con l’esempio una certa rilassatezza nel personale;<br />
ed inoltre non sta a banco, come invece gli si era raccomandato per intessere rapporti<br />
con i clienti e offrire loro servizio <strong>di</strong> consulenza. Richiamato più volte fece sempre promesse<br />
non mantenute. Inoltre si mostrava impegnato a risolvere sue vicende personali<br />
relative ai rapporti economici che, in cinque mesi, avrebbe dovuto concludere, secondo<br />
le assicurazioni date. Il risultato era che il pubblico non conosce o quasi il <strong>di</strong>rettore della<br />
farmacia. Gli si riconoscevano competenza e attitu<strong>di</strong>ne, ma si riteneva che dovesse <strong>di</strong>mostrarle<br />
sul lavoro. Guidastri propose che il consigliere Santandrea che fu a suo tempo<br />
proponente la nomina e che è amico del dottor Baldrati, lo avvicinasse e gli parlasse per<br />
manifestargli il <strong>di</strong>sappunto del consiglio.<br />
Completati i lavori <strong>di</strong> miglioria ai locali e <strong>di</strong> installazione <strong>di</strong> due insegne luminose, si<br />
deliberò che in futuro non si eseguissero altri lavori e che i denari fossero tutti destinati<br />
ad abbattere il prestito contratto per l’acquisto dei locali.<br />
Rossana Agostini, licenziata, chiese ed ottenne una proroga fino al 31 <strong>di</strong>cembre. Fu approvata<br />
366 , nonostante le critiche mossegli, una maggiorazione <strong>di</strong> lire 5.000 mensili sullo stipen<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> Baldrati a titolo <strong>di</strong> incoraggiamento, con decorrenza arretrata al 1 febbraio 1952.<br />
L’assemblea dei soci del 9 novembre 1952 elesse consiglieri Luigi Gozzi, Emanuele<br />
Guidastri, Dante Taruffi, Luigi Tolomelli e Umberto Vignali. Sindaci effettivi, Antonio<br />
Bernar<strong>di</strong>, Angelo Brighenti e Guglielmo Liverani. Sindaci supplenti, Marcello Albertazzi<br />
e Biorice Spisni. Probiviri, Enea Alberti, Renato Pirani e Francesco Zanar<strong>di</strong>. <strong>La</strong><br />
Società Operaia nominò come propri rappresentanti Giovanni Menarini e Dante Strada.<br />
Guidastri <strong>di</strong>ede lettura 367 della lettera <strong>di</strong> <strong>di</strong>missioni pervenutagli dal dottor Mario<br />
Santandrea nella quale egli declinava la sua can<strong>di</strong>datura motivandola con la contrad<strong>di</strong>zione<br />
fra la sua posizione <strong>di</strong> Presidente dell’Or<strong>di</strong>ne dei Farmacisti e gli sconti che la <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong> accorda agli operai ed ai soci <strong>di</strong> Società che possiedono almeno cinque azioni.<br />
Il consiglio gli rispose esprimendogli il rammarico <strong>di</strong> non averlo più tra i consiglieri data<br />
la sua competenza.<br />
Guidastri fu confermato consigliere delegato, mentre segretario fu nominato Luigi<br />
Gozzi, con l’incarico <strong>di</strong> sorveglianza sulla farmacia.<br />
Fu decisa la sud<strong>di</strong>visione delle gratifiche ai <strong>di</strong>pendenti 368 , scese a complessive lire<br />
65.000, mentre ai consiglieri furono <strong>di</strong>stribuiti gli emolumenti per lire 57.000.<br />
Guidastri informò il consiglio 369 che a seguito del giu<strong>di</strong>zio del tribunale 370 sul caso<br />
Mesini, era stato autorizzato il sequestro conservativo ed il pignoramento dei beni (mo-<br />
366<br />
cda, 29 ottobre 1952.<br />
367<br />
cda, 15 novembre 1952.<br />
368 I <strong>di</strong>pendenti beneficiati furono dottor Luigi Baldrati, dottoressa Tabellini, Giuliano Taddei, Rossana<br />
Agostini, Fiorentina Guiduzzi. C’è anche il fattorino Gabriele Persiani <strong>di</strong> anni 14.<br />
369<br />
cda, 3 gennaio 1953.<br />
370 Si deliberò la somma <strong>di</strong> lire 15.000 per la registrazione della sentenza.<br />
100 101
ili per lire 90.000 e la quota <strong>di</strong> usufrutto del podere <strong>di</strong> Crespellano). Il consiglio auspicò<br />
un’azione <strong>di</strong> transazione da parte della famiglia Mesini.<br />
Con riferimento alla delibera <strong>di</strong> licenziamento della cassiera Rossana Agostini per<br />
incompatibilità perché fidanzatasi con un <strong>di</strong>pendente della <strong>Farmacia</strong>, si propone <strong>di</strong> soprassedere<br />
al licenziamento in considerazione della buona condotta e dell’ottimo ren<strong>di</strong>mento<br />
dei due giovani, salvo rivedere la loro posizione quando il matrimonio sarà annunciato.<br />
Una svolta amministrativa si ebbe quando il consiglio 371 introdusse un utile sistema<br />
<strong>di</strong> controllo sull’andamento del bilancio che consisteva nel compilare un vero e proprio<br />
bilancio semestrale alla fine del mese <strong>di</strong> febbraio.<br />
Il consiglio 372 ricordò il defunto consigliere Giovanni Menarini e destinò, a suo ricordo,<br />
la somma <strong>di</strong> lire 5.000 a favore <strong>di</strong> un alunno delle scuole “Al<strong>di</strong>ni Valeriani”.<br />
Il primo bilancio semestrale della farmacia fu confortante.<br />
L’avvocato Cicognani comunicò che sulla questione Mesini non vi erano novità positive<br />
e perciò il consigliere Tolomelli suggerì un approccio con il legale della famiglia<br />
Mesini, l’avvocato Pergola.<br />
Il consigliere Tolomelli criticò la gestione della farmacia, citando episo<strong>di</strong> a suo avviso<br />
negativi, ma Guidastri, dopo aver risposto a tutte le sue osservazioni, lo invitò ad una<br />
maggiore serenità <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zi ed un più alto senso <strong>di</strong> collaborazione.<br />
Guidastri informò il consiglio 373 dell’avvenuto decesso <strong>di</strong> Dante Strada, che fu sostituito<br />
da Luigi Palasciano, nominato come rappresentante della Società Operaia assieme<br />
a Biorice Spisni.<br />
Il commesso Giuliano Taddei, <strong>di</strong> fronte al <strong>di</strong>niego del consiglio ad accogliere la sua<br />
domanda <strong>di</strong> aumento <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o, rassegnò le <strong>di</strong>missioni.<br />
un aLtro <strong>di</strong>rettore Licenziato<br />
L’insod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> alcuni consiglieri per l’operato del <strong>di</strong>rettore della farmacia era<br />
sempre più aperta; questi se ne rese conto e inviò una lettera al consiglio nella quale<br />
esprime lagnanze per osservazioni ritenute non giuste e non a proposito del Consigliere<br />
incaricato. Ma Guidastri colse l’occasione per un chiarimento definitivo invitandolo ad<br />
un’au<strong>di</strong>zione davanti al consiglio per contestargli inosservanze e deficienze troppo gravi e<br />
tali da mettere in dubbio la convenienza o meno <strong>di</strong> conservarlo in posto. Le contestazioni<br />
che gli furono rivolte furono le seguenti:<br />
1° partecipazione ad altra azienda con la quale oggi è in contrasto non ancora appianato, e<br />
successiva fondazione <strong>di</strong> altra azienda in nome proprio;<br />
2° <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care troppa parte del suo tempo a questa nuova azienda, convocando in farmacia<br />
i rappresentanti per colloqui <strong>di</strong> lunga durata;<br />
371 cda, 28 gennaio 1953.<br />
372 cda, 25 marzo 1953.<br />
373 cda, 16 maggio 1953.<br />
3° inosservanza abituale dell’orario;<br />
4° tendenza a sottrarsi agli obblighi <strong>di</strong> banco rimanendo nel sotterraneo con aggravio per<br />
gli altri <strong>di</strong>pendenti sui quali ricade così quasi tutto il peso del lavoro;<br />
5° tendenza ad allargare gli acquisti verso altre <strong>di</strong>tte mentre avrebbe dovuto concentrarli<br />
in quelle poche in<strong>di</strong>categli, allontanandosene soltanto per stretta necessità e, peggio<br />
ancora, riallacciando rapporti con una <strong>di</strong>tta con la quale erano stati definitivamente<br />
troncati dal Consiglio;<br />
6° mancata verifica delle merci in arrivo dai fornitori;<br />
7° aumento per un milione <strong>di</strong> lire del monte merci in un momento nel quale gli era stato<br />
raccomandata la più grande parsimonia negli acquisti.<br />
Il <strong>di</strong>rettore Baldrati sostenne che le accuse derivavano da risentimento del consigliere<br />
Gozzi ed erano caratterizzate da esagerazioni; quanto alla nuova società da lui fondata,<br />
<strong>di</strong>sse <strong>di</strong> averla costituita per preparare al figlio un posto futuro e quin<strong>di</strong> nell’interesse <strong>di</strong><br />
questo più che nel proprio.<br />
Il consigliere Palasciano affermò che il comportamento del <strong>di</strong>rettore configurava una<br />
violazione contrattuale e che la società era piuttosto un’attività paterna e non del figlio e<br />
sotto qualche riguardo in contrasto con l’attività della <strong>Farmacia</strong>. Di fronte a queste parole<br />
il dottor Baldrati, con uno scatto improvviso, si alzò e <strong>di</strong>chiarò che se questo non gli fosse<br />
concesso, se ne andrebbe.<br />
Circa gli addebiti sull’inosservanza dell’orario, Baldrati <strong>di</strong>sse che la cosa era accaduta<br />
solo alcune volte e per un quarto d’ora, così come gli incontri personali non erano stati<br />
così frequenti come gli si imputava. Ammise <strong>di</strong> non aver assistito allo scarico <strong>di</strong> merci,<br />
ma solo a quelle <strong>di</strong> stupefacenti che comportano parecchie ore. Di fronte all’affermazione<br />
<strong>di</strong> Baldrati che il Consiglio aveva raccolto le voci <strong>di</strong> qualche <strong>di</strong>pendente non ben<br />
<strong>di</strong>sposto nei suoi confronti, Guidastri precisò che i rilievi <strong>di</strong>scendevano da osservazione<br />
<strong>di</strong>retta e non da parole riferite.<br />
A proposito degli acquisti, Baldrati sostenne che il rivolgersi ad altre <strong>di</strong>tte aveva<br />
rappresentato un’eccezione obbligata da circostanze. Sul magazzino del valore <strong>di</strong> un<br />
milione <strong>di</strong> lire precisò che ciò era dovuto all’apparire <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali sempre nuovi e che<br />
al <strong>di</strong>rettore spetta piena libertà <strong>di</strong> acquisto: certo – ribatté Guidastri – ma entro i limiti<br />
che l’amministrazione ha stabilito perfino nel contratto <strong>di</strong> lavoro.<br />
Quanto al controllo delle merci in arrivo, Baldrati <strong>di</strong>sse che non sempre era possibile<br />
effettuarlo, specie in momenti <strong>di</strong> affluenza <strong>di</strong> pubblico; replicò Guidastri che il <strong>di</strong>rettore è il<br />
depositario e non può <strong>di</strong>spensarsi da un controllo necessario nell’interesse suo e dell’azienda.<br />
Infine, Guidastri chiese e ottenne da Baldrati la <strong>di</strong>sponibilità a rimanere altri due mesi.<br />
Quando il <strong>di</strong>rettore uscì dalla sala si aprì una <strong>di</strong>scussione: i consiglieri, dopo aver<br />
sottolineato che si era <strong>di</strong> fronte al terzo richiamo, deliberarono come necessaria la sostituzione<br />
del <strong>di</strong>rettore a far tempo dal 31 luglio 1953.<br />
Conosciuta la decisione del consiglio, Baldrati inviò una lettera per comunicare <strong>di</strong><br />
volersi attenere ai desiderata del Consiglio e <strong>di</strong> mettere a <strong>di</strong>sposizione della farmacia la<br />
sua intera opera. Guidastri, terminata la lettura, affermò <strong>di</strong> ritenere comunque impossibile<br />
annullare la deliberazione assunta, anche perché il dottor Baldrati <strong>di</strong>fficilmente può<br />
102 103
cambiare la sua situazione e il suo temperamento. Aggiunse <strong>di</strong> aver appreso che si è valso<br />
<strong>di</strong> carta intestata della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> per acquisti della sua azienda. All’unanimità,<br />
il consiglio 374 confermò il licenziamento del dottor Luigi Baldrati. Fu assunto in prova il<br />
fattorino Giorgio Cavalli al posto <strong>di</strong> Giuliano Taddei che si era <strong>di</strong>messo.<br />
Il bilancio consuntivo al 31 agosto 1953 presentò un utile netto <strong>di</strong> lire 673.313. Tuttavia<br />
il problema più urgente che si presentava agli amministratori era quello <strong>di</strong> dare un<br />
assetto efficiente e rinnovato alla gestione della farmacia. In via temporanea, si decise 375<br />
<strong>di</strong> affidare la farmacia alla dottoressa Tabellini, coa<strong>di</strong>uvata dal dottor Magnani. Tolomelli<br />
espresse dubbi sulla scelta in quanto l’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti, in passato, aveva preso<br />
provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>sciplinari a carico della farmacista; ma Guidastri precisò che il provve<strong>di</strong>mento<br />
era stato preso in quanto la Tabellini aveva venduto prodotti con lo sconto del<br />
10% a un non socio e che la dottoressa Tabellini era persona affidabile.<br />
I nuovi amministratori eletti 376 dall’assemblea furono i consiglieri Luigi Gozzi, professor<br />
Emanuele Guidastri, dottor Luciano <strong>La</strong>nzarini, Dante Taruffi e Umberto Vignali;<br />
sindaci effettivi, ragionier Antonio Bernar<strong>di</strong>, ingegner Angelo Brighenti, ragionier Guglielmo<br />
Liverani; sindaci supplenti, Marcello Albertazzi, ragionier Rodolfo Di Napoli;<br />
probiviri, Mario Forcellini, professor Renato Pirani, dottor Francesco Zanar<strong>di</strong>. <strong>La</strong><br />
Società Operaia confermò i propri rappresentanti, Luigi Palasciano e Biorice Spisni.<br />
Furono confermati nei loro ruoli Guidastri (consigliere delegato) e Gozzi (segretario) e<br />
stabiliti i compensi agli amministratori e le gratifiche ai <strong>di</strong>pendenti 377 . <strong>La</strong> Cassa mutua<br />
interna dell’Azienda trasporti della Provincia fu ammessa fra i nuovi soci 378 .<br />
Ad oltre un anno <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza, il “caso Mesini” era ancora all’attenzione del consiglio,<br />
ma gli sviluppi non lasciavano presagire soluzioni positive per la cooperativa: le pratiche<br />
si sono arenate per la morte dell’avv. Franceschi, legale del sig. Meriggiani, acquirente del<br />
fondo <strong>di</strong> parte del quale il dottor Mesini è comproprietario.<br />
Fu deliberato <strong>di</strong> versare la somma <strong>di</strong> lire 100.000 alla Società Operaia in conto delle<br />
quote dovute per gli anni 1952-53 destinate alle vacanze marine dei bambini. Fra i nuovi<br />
soci ammessi vi fu Raffaele Trivellini 379 .<br />
Il rapporto semestrale segnalò una notevole contrazione delle ven<strong>di</strong>te che fu motivata<br />
col miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute della citta<strong>di</strong>nanza; in aumento le spese<br />
generali e il carico dei “gravami fiscali”.<br />
Per la <strong>di</strong>rezione della farmacia, il consigliere delegato Guidastri propose <strong>di</strong> confermare<br />
la dottoressa Clementina Tabellini che nei sei mesi trascorsi aveva dato buona pro-<br />
374 cda, 11 giugno 1953.<br />
375 cda, 2 ottobre 1953.<br />
376 Luigi Tolomelli declinò la can<strong>di</strong>datura in quanto la Cassa <strong>di</strong> Risparmio, da cui <strong>di</strong>pendeva, aveva<br />
messo il veto alla sua rielezione.<br />
377 Lire 30.000 alla dottoressa Clementina Tabellini, lire 15.000 al dottor Mignani, lire 15.000 a Rossana<br />
Agostini, lire 5.000 a Giorgio Cavalli, lire 5.000 a Gabriele Persiani.<br />
378 cda, 21 novembre 1953.<br />
379 Raffaele Trivellini nacque nel 1923 e morì il 3 <strong>di</strong>cembre 2005. Fu consigliere comunale per tre<br />
mandati dal 1960 al 1975. Nel 1980 fu eletto consigliere regionale dell’Emilia-Romagna. Ricoprì<br />
altri incarichi pubblici e politici: fu a lungo segretario provinciale del Ps<strong>di</strong>.<br />
va: la proposta fu approvata all’unanimità 380 con decorrenza 1 aprile 1954. Fu deliberato<br />
un contributo <strong>di</strong> lire 10.000 all’Opera nazionale Montessori e l’acquisto <strong>di</strong> un nuovo<br />
registratore <strong>di</strong> cassa, dal costo <strong>di</strong> lire 328.000, da pagarsi a rate.<br />
L’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti inviò una lettera alla <strong>di</strong>rettrice, una sorta <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffida, contestando<br />
l’applicazione dello sconto del 10%, praticato dalla <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>, ai<br />
pensionati dell’Associazione pensionati: Guidastri definì inopportuno coinvolgere la <strong>di</strong>rettrice<br />
e non il Consiglio, unico interlocutore per statuto e propose <strong>di</strong> affidare la risposta<br />
all’avvocato Gherardo Tad<strong>di</strong>a 381 .<br />
<strong>La</strong> seduta del consiglio del 23 ottobre 1954 si aprì nel ricordo commosso degli scomparsi<br />
Francesco Zanar<strong>di</strong> e Dante Taruffi.<br />
Tutti gli amministratori furono confermati, con l’elezione <strong>di</strong> Raffaele Trivellini al posto<br />
del deceduto Dante Taruffi; Mario Forcellini e l’avvocato Dagoberto Degli Esposti<br />
furono nominati probiviri. Si stabilì <strong>di</strong> convocare il consiglio d’amministrazione almeno<br />
una volta ogni due mesi.<br />
Fu deciso 382 <strong>di</strong> ritirare la pratica Mesini dalle mani dell’avv. Cicognani e <strong>di</strong> affidarla<br />
all’ingegner Gualan<strong>di</strong>; <strong>di</strong> assumere per tre ore al giorno la dottoressa Rizzoli e <strong>di</strong> erogare<br />
lire 5.000 alla Federazione provinciale pensionati.<br />
Il 1955 portò la conclusione, non certo sod<strong>di</strong>sfacente, del “caso Mesini” con la<br />
transazione <strong>di</strong> lire 300.000 a saldo <strong>di</strong> ogni cre<strong>di</strong>to della <strong>Farmacia</strong> verso il dr. Giovanni<br />
Mesini 383 .<br />
Fu deliberato <strong>di</strong> iscrivere la farmacia alla Croce rossa italiana, <strong>di</strong> erogare lire 1.000<br />
all’Università popolare e lire 4.000 al Soccorso invernale.<br />
Dal ministero del <strong>La</strong>voro giunse l’invito ad una mo<strong>di</strong>fica statutaria per introdurre<br />
la figura del presidente che non deve coincidere con quella del consigliere delegato 384 .<br />
L’assemblea dei soci elesse consiglieri Emanuele Guidastri, Luigi Gozzi, Luciano<br />
<strong>La</strong>nzarini, Raffaele Trivellini, Luigi Palasciano, Biorice Spisni, Umberto Vignali, e sindaci<br />
Pietro Taglioni, Clau<strong>di</strong>o Cividali, Amedeo Cazzola.<br />
Guidastri fu nominato presidente e Raffaele Trivellini segretario in luogo <strong>di</strong> Gozzi 385 .<br />
Guidastri riferì 386 che si era riaperta la vertenza con l’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti per la<br />
questione degli sconti, con una nuova lettera inviata alla <strong>di</strong>rettrice della farmacia.<br />
<strong>La</strong> cooperativa, dopo aver sentito il parere <strong>di</strong> un <strong>di</strong>rigente delle Farmacie comunali<br />
riunite <strong>di</strong> Reggio Emilia, rispose pacatamente esponendo le ragioni del comportamento.<br />
Il dottor Sergio Mignani rassegnò le <strong>di</strong>missioni avendo nuove prospettive <strong>di</strong> lavoro<br />
<strong>di</strong>verso: fu deliberata una nuova assunzione in sua sostituzione.<br />
380 cda, 27 marzo 1954.<br />
381 <strong>La</strong> questione fu poi risolta da una lettera della dottoressa Tabellini.<br />
382<br />
cda, 27 novembre 1954.<br />
383<br />
cda, 8 gennaio 1955. In realtà, l’incasso fu “sofferto” e avvenne il 1 <strong>di</strong>cembre 1955. <strong>La</strong> cifra incassata<br />
fu poi interamente versata alla Società Operaia<br />
384<br />
cda, 29 ottobre 1955.<br />
385<br />
cda, 26 novembre 1955.<br />
386<br />
cda, 17 <strong>di</strong>cembre 1955.<br />
104 105
Il consiglio decise l’acquisto <strong>di</strong> una macchina da scrivere Olivetti (che offrì in prestito<br />
una calcolatrice) ed alcune erogazioni a favore della Croce rossa italiana, Lega contro<br />
i tumori, Soccorso invernale, Federazione pensionati.<br />
Si <strong>di</strong>mise dall’incarico <strong>di</strong> contabile il ragionier Sita e, su proposta del segretario Trivellini,<br />
fu assunto il signor Righi.<br />
Nel corso della seduta del 14 aprile 1956 il consiglio approvò le mo<strong>di</strong>fiche statutarie<br />
387 da sottoporre all’assemblea straor<strong>di</strong>naria convocata per il giorno 15 aprile 1956.<br />
L’inaM propose una convenzione, sottratta alla giuris<strong>di</strong>zione dell’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti,<br />
per la cessione <strong>di</strong> farmaci agli assistiti delle mutue, che prevedeva che i prodotti farmaceutici<br />
fossero venduti con lo sconto del 17%, del quale il 5% a carico della farmacia<br />
ed il 12% a carico dei fabbricanti. Il consiglio 388 approvò all’unanimità.<br />
L’andamento della farmacia era costantemente tenuto sotto osservazione: preoccupavano<br />
i costi, in particolare quello del personale che gravava nella misura dell’80-85%<br />
delle spese totali e del 15% del volume me<strong>di</strong>o delle ven<strong>di</strong>te.<br />
Il presidente Guidastri avanzò alcune proposte 389 che furono approvate all’unanimità<br />
dal consiglio:<br />
1 – rinuncia delle prestazioni del terzo farmacista salvo i perio<strong>di</strong> feriali e quelli <strong>di</strong><br />
turno stabiliti;<br />
2 – riduzione massima, quando non abolizione, del lavoro straor<strong>di</strong>nario;<br />
3 – sostituzione dei commessi <strong>di</strong>venuti maggiorenni con altro personale che, a parità<br />
<strong>di</strong> servizio reso, incida in misura notevolmente inferiore sulle spese per tale personale.<br />
Il primo atto conseguente alle decisioni assunte fu il licenziamento <strong>di</strong> Giorgio Cavalli,<br />
esclusivamente per ragioni economiche, una volta rientrato dal servizio militare 390 . Le<br />
preoccupazioni del consiglio d’amministrazione erano ben fondate, dal momento che il<br />
bilancio al 31 agosto 1956 si era chiuso con una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> lire 224.192. Anno <strong>di</strong>fficile,<br />
lo definirono i sindaci, che imputarono la per<strong>di</strong>ta alla poco sod<strong>di</strong>sfacente soluzione del<br />
caso Mesini, il cui cre<strong>di</strong>to inesigibile era stato ammortizzato interamente nell’esercizio,<br />
anziché nel corso <strong>di</strong> più anni.<br />
Fra i numerosi nuovi soci ammessi, Elio Mattioni, Luigi Civolani, Paolo Longhena,<br />
Albino Bignami, tutti <strong>di</strong> orientamento politico socialdemocratico, tutti amministratori<br />
pubblici, così come molti dei soci ammessi in precedenza e molti <strong>di</strong> quelli che verranno<br />
ammessi in futuro.<br />
Ancora una volta l’assemblea dei soci confermò tutti i consiglieri uscenti, mentre gli<br />
incarichi furono così assegnati: presidente Emanuele Guidastri, vicepresidente Luigi<br />
Gozzi, segretario Raffaele Trivellini 391 .<br />
387 Le mo<strong>di</strong>fiche riguardarono gli artt. 1, 2, 4, 8, 12, 13, 19, 20, 23, 24, 25, 26, 29, 31, 32, 34.<br />
388 cda, 3 maggio 1956.<br />
389 cda, 31 luglio 1956.<br />
390 cda, 5 novembre 1956.<br />
391 Gli altri consiglieri eletti furono Luciano <strong>La</strong>nzarini, Umberto Vignali, Luigi Palasciano e Biorice Spisni.<br />
106<br />
Manifesto <strong>di</strong> propaganda della neocostituita <strong>Farmacia</strong> Comunale con sede in piazza Maggiore.
<strong>La</strong> costituzione <strong>di</strong> un’azienda municipalizzata farmaceutica a <strong>Bologna</strong> era stata decisa<br />
nel 1949, ma solo nel febbraio del 1957 si era concretizzata con l’inaugurazione della<br />
farmacia <strong>di</strong> piazza Maggiore. Nei mesi precedenti vi erano state prese <strong>di</strong> posizione <strong>di</strong><br />
forte contrarietà da parte dei proprietari delle farmacie private che vedevano profilarsi<br />
la minaccia <strong>di</strong> concorrenza sleale: gli stessi proprietari che mal sopportavano la presenza<br />
della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>. Il 10 <strong>di</strong>cembre 1956 si tenne un’assemblea dell’Or<strong>di</strong>ne dei<br />
farmacisti alla quale il consiglio decise <strong>di</strong> non partecipare.<br />
Il presidente Guidastri informò il consiglio 392 sull’esito dell’assemblea dell’Or<strong>di</strong>ne,<br />
reso noto con una lettera inviata il 15 <strong>di</strong>cembre, in cui si informava della decisione <strong>di</strong><br />
intentare causa contro l’apertura della <strong>Farmacia</strong> Comunale e che a tal fine ciascuna delle<br />
60 farmacie avrebbe dovuto versare una somma per costituire un fondo per le spese<br />
legali. Dunque, l’eventuale contributo versato anche dalla <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> avrebbe<br />
significato anche adesione alla causa contro l’apertura della <strong>Farmacia</strong> Comunale. Il<br />
consiglio deliberò <strong>di</strong> non aderire all’iniziativa per tutelare l’autonomia della <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong>.<br />
Un accordo intervenuto fra grossisti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali determinò il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> praticare<br />
sconti o con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> pagamento particolari: al consiglio non restò che prenderne atto<br />
e stu<strong>di</strong>are soluzioni alternative.<br />
A proposito del personale, si decise <strong>di</strong> licenziare il commesso Gabriele Persiani e <strong>di</strong><br />
assumere un fattorino minorenne. Fra i nuovi soci ammessi, l’onorevole Aldo Cucchi 393<br />
e Antonio Po.<br />
Dopo il nuovo assetto <strong>di</strong>rigenziale, l’andamento della farmacia, se non destava preoccupazioni,<br />
nemmeno prometteva gran<strong>di</strong> risultati economici; e del resto, la definizione<br />
usata nelle relazioni <strong>di</strong> bilancio <strong>di</strong> questi anni era sempre la medesima: l’andamento della<br />
<strong>Farmacia</strong> è normale. Il livello delle ven<strong>di</strong>te era sorretto dagli sconti praticati ai soci e ai<br />
convenzionati, nonostante le reiterate proteste dell’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti; e gli utili – <strong>di</strong><br />
conseguenza – non potevano essere brillanti proprio per questa ragione.<br />
L’ennesima proposta <strong>di</strong> un ente mutualistico per la fornitura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali agli assistiti<br />
con lo sconto fu esaminata dal consiglio che deliberò 394 <strong>di</strong> stabilire con l’ente mutualistico<br />
quelle convenzioni, e solo quelle, che rientrano nei limiti dei doveri e degli obblighi della<br />
farmacia in or<strong>di</strong>ne ai suoi rapporti con l’Or<strong>di</strong>ne dei Farmacisti ed alle <strong>di</strong>sposizioni vigenti in<br />
materia. Inoltre, fu deciso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are i mo<strong>di</strong> più opportuni per replicare ad illazioni compiute<br />
nei riguar<strong>di</strong> della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> da esponenti qualificati dell’Or<strong>di</strong>ne dei Farmacisti.<br />
Fra i nuovi soci fu ammesso Gisberto Pede 395 .<br />
392<br />
cda, 12 gennaio 1957.<br />
393 Aldo Cucchi (Reggio Emilia, 1911 – <strong>Bologna</strong>, 1983), me<strong>di</strong>co, antifascista, comandante partigiano,<br />
gli fu conferita la medaglia d’oro al valor militare per la sua azione durante la Resistenza. Eletto<br />
deputato nelle liste del Pci, ne uscì assieme a Valdo Magnani e aderì al Ps<strong>di</strong>.<br />
394<br />
cda, 29 giugno 1957.<br />
395 Dirigente socialdemocratico, ha ricoperto numerosi incarichi <strong>di</strong> partito e <strong>di</strong> amministratore pub-<br />
blico.<br />
L’assemblea dei soci 396 , dopo aver nominato gli amministratori 397 , approvò il bilancio<br />
(con un’astensione), chiuso con un utile netto <strong>di</strong> lire 1.979.866 398 . Furono deliberate le<br />
gratifiche ai <strong>di</strong>pendenti 399 (lire 150.000), le indennità ai consiglieri ed alcune erogazioni<br />
ad enti (cri, Federazione pensionati…).<br />
<strong>La</strong> <strong>di</strong>pendente Rossana Agostini fu promossa a impiegata cassiera.<br />
<strong>La</strong> preSidenza triveLLini<br />
<strong>La</strong> riunione del consiglio d’amministrazione del 5 giugno 1958 si aprì con la notizia<br />
della morte <strong>di</strong> Emanuele Guidastri. Al suo posto fu cooptato Mario Brighi. Successivamente,<br />
il consiglio, all’unanimità, nominò alla presidenza Raffaele Trivellini; Luciano<br />
<strong>La</strong>nzarini fu nominato segretario.<br />
L’Ufficio regionale del lavoro svolse un’ispezione alla <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> che si<br />
protrasse dal 25 febbraio all’11 marzo e si concluse con un giu<strong>di</strong>zio favorevole notificato<br />
con lettera 11 marzo nella quale si sottolineava la squisita funzione sociale svolta dalla<br />
<strong>Farmacia</strong>.<br />
Fu versata la somma <strong>di</strong> lire 2.000.000 a parziale estinzione del conto corrente ipotecario<br />
presso la Banca Operaia del quale residuò la somma <strong>di</strong> lire 1.000.000. Si deliberò<br />
<strong>di</strong> erogare la somma <strong>di</strong> lire 100.000 a favore <strong>di</strong> 10 soci della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> particolarmente<br />
bisognosi d’aiuto. Fu deciso <strong>di</strong> effettuare lavori nei locali sotterranei della<br />
<strong>Farmacia</strong> usati come magazzino.<br />
L’utile netto del bilancio consuntivo al 31 agosto 1958 fu <strong>di</strong> lire 1.545.045, minore<br />
<strong>di</strong> quello dell’esercizio precedente a causa del pagamento <strong>di</strong> imposte arretrate. Il presidente<br />
Trivellini aprì la sua relazione davanti all’assemblea 400 ricordando la scomparsa <strong>di</strong><br />
Emanuele Guidastri che definì un uomo che sempre è stato vicino e parte viva e operante<br />
del movimento operaio e cooperativistico della nostra città. Parlò poi della calda e umana<br />
de<strong>di</strong>zione che egli portava nelle sue opere, sia come presidente della Società Operaia, sia<br />
come consigliere delegato della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>.<br />
Trivellini informò che, dopo l’apertura della <strong>Farmacia</strong> Comunale, le ven<strong>di</strong>te agli<br />
assistiti del Comune erano <strong>di</strong>minuite <strong>di</strong> un milione <strong>di</strong> lire. Un altro dato offerto ai soci<br />
fu quello relativo agli sconti praticati: lo sconto del 10% applicato ai soci ammontò<br />
a lire 1.376.981 e quello agli utenti degli enti assistenziali a lire 590.205. L’assemblea<br />
396 Assemblea generale, 1 <strong>di</strong>cembre 1957.<br />
397 Consiglieri: Luigi Palasciano, Umberto Vignali, Emanuele Guidastri, Luciano <strong>La</strong>nzarini, Biorice<br />
Spisni, Raffaele Trivellini. Probiviri: Mario Forcellini, Aderito <strong>La</strong>zzari e Enea Cavallini. Anche gli<br />
incarichi <strong>di</strong> consiglio rimasero invariati.<br />
398 <strong>La</strong> somma <strong>di</strong> lire un milione fu destinata al fondo <strong>di</strong> riserva or<strong>di</strong>nario.<br />
399 cda, 7 <strong>di</strong>cembre 1957. Lire 70.000 alla <strong>di</strong>rettrice, lire 45.000 al dottor Mignani, lire 25.000 a Rossana<br />
Agostini, lire 10.000 a Giampaolo Monti. Le indennità ai consiglieri sono fissate in lire 80.000:<br />
lire 20.000 al presidente e lire 10.000 a ciascun consigliere.<br />
400 L’assemblea generale si svolse il 14 <strong>di</strong>cembre, presso il cral Ps<strong>di</strong> <strong>di</strong> via Castiglione 7, primo piano.<br />
108 109
elesse gli amministratori: consiglieri, Umberto Vignali, Bruno Marchesi 401 , Mario Brighi,<br />
Dante Bua Sircana, Raffaele Trivellini, Luciano <strong>La</strong>nzarini, Biorice Spisni. Collegio<br />
sindacale: Amedeo Cazzola (presidente), Pietro Taglioni, Elio Gorini. Collegio dei<br />
probiviri: Mario Forcellini, Enea Cavallini, Aderito <strong>La</strong>zzari. Le cariche sociali furono<br />
confermate.<br />
Il presidente Trivellini poté annunciare 402 che il mutuo a suo tempo acceso presso la<br />
Banca Operaia era stato estinto e la cooperativa era <strong>di</strong>ventata pienamente proprietaria<br />
dei locali della farmacia; fece poi notare come l’andamento degli incassi fosse in calo per<br />
la <strong>di</strong>minuzione delle forniture al Comune e all’assistenza postbellica: ciò, in quanto il<br />
Comune in<strong>di</strong>rizzava le forniture verso la <strong>Farmacia</strong> Comunale, mentre la prefettura aveva<br />
sospeso l’assistenza postbellica.<br />
L’assemblea generale del 22 <strong>di</strong>cembre 1959, presieduta dall’avvocato Dagoberto Degli<br />
Esposti, approvò il consuntivo al 31 agosto 1959, chiuso con un utile netto <strong>di</strong> lire<br />
1.102.515. Il presidente Trivellini mise in evidenza il calo <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>te per lire 700.000 ed<br />
una forte contrazione dei prodotti galenici. Le ven<strong>di</strong>te agli assistiti del Comune si erano<br />
ridotte a lire 100.000 rispetto a cifre ben più alte (milioni <strong>di</strong> lire) degli anni precedenti.<br />
Era, inoltre, cessata l’assistenza postbellica gestita dalla Prefettura ed erano stati praticati<br />
sconti per lire 1.333.890 ai soci e per lire 533.000 ai convenzionati. Al personale,<br />
definito valoroso, fu destinata una gratifica <strong>di</strong> lire 160.000.<br />
Fu concesso 403 alla <strong>di</strong>rettrice della farmacia dottoressa Clementina Tabellini <strong>di</strong> potersi<br />
assentare per due mesi e mezzo 404 . Fu assunta la dottoressa Luciana Fini e deciso<br />
il rifacimento del pavimento della farmacia. Una parte degli utili fu devoluta nei soliti<br />
mo<strong>di</strong> (colonie estive, pensionati, soci…).<br />
Tutti gli amministratori furono rieletti dall’assemblea 405 che approvò il consuntivo al<br />
31 agosto 1960, chiuso con un utile netto <strong>di</strong> lire 1.049.820.<br />
Furono deliberati premi ai <strong>di</strong>pendenti per lire 170.000 406 e contributi vari (lire 60.000<br />
ai Giovani esploratori italiani (gei), lire 140.000 ai soci bisognosi della Operaia…).<br />
Fu decisa 407 l’adesione all’Associazione generale delle cooperative italiane (agci) con<br />
sede in Roma, via IV Novembre 149, per assicurare alla <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> l’assistenza<br />
tecnica e altre forme <strong>di</strong> tutela.<br />
401 Marchesi Bruno nacque a Me<strong>di</strong>cina il 27 gennaio 1915. Operaio, durante la lotta <strong>di</strong> liberazione, col<br />
nome <strong>di</strong> “Delfus”, militò nella 5a brigata “Bonvicini Matteotti”. Era comandante del nucleo che<br />
operava nella zona <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina, partecipò a numerose azioni militari e, alla morte <strong>di</strong> Alfredo Calzolari,<br />
assunse il ruolo <strong>di</strong> comandante della brigata. Il 14 aprile 1945, rimase ferito da uno spezzone<br />
antiuomo che gli costò la per<strong>di</strong>ta del braccio sinistro. Fu insignito della medaglia d’argento al valor<br />
militare. Dopo la liberazione aderì al Ps<strong>di</strong> <strong>di</strong> cui fu esponente <strong>di</strong> spicco.<br />
402<br />
cda, 11 luglio 1959. Dal 1959 i verbali del cda sono sempre più scarni.<br />
403<br />
cda, 21 maggio 1960.<br />
404 Temporaneamente assunse la <strong>di</strong>rezione il dottor Mignani.<br />
405 Assemblea generale, 18 <strong>di</strong>cembre 1960.<br />
406 Lire 62.000 alla <strong>di</strong>rettrice Tabellini, lire 57.000 al dottor Mignani, lire 33.000 a Rossana Agostini,<br />
lire 18.000 a Giampaolo Monti.<br />
407 cda, 17 marzo 1961.<br />
L’utile netto offerto dal bilancio consuntivo al 31 agosto 1961 fu ben superiore a<br />
quelli degli anni precedenti, raggiungendo la somma <strong>di</strong> lire 11.187.425 408 . Nel corso<br />
dell’assemblea dei soci 409 , che approvò il bilancio, il presidente Trivellini informò dell’adesione<br />
della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> all’Associazione generale delle cooperative italiane,<br />
associazione laica e democratica, ottenendo in tal modo il riconoscimento giuri<strong>di</strong>co, con<br />
la conseguenza che le ispezioni non sarebbero più state eseguite dal ministero del <strong>La</strong>voro,<br />
bensì da funzionari dell’agci. Informò anche dell’ispezione effettuata alla farmacia<br />
da parte dell’Ufficio <strong>di</strong>strettuale delle imposte <strong>di</strong>rette che si era protratto per due mesi.<br />
Nella relazione conclusiva degli ispettori si affermava, fra l’altro: […] trattasi <strong>di</strong> una<br />
modestissima farmacia, non felicemente ubicata e che, per la sua struttura societaria e la<br />
sua natura morale, sostiene delle spese <strong>di</strong> gran lunga superiori a quelle che le medesime<br />
potrebbero sostenere se fossero condotte da un unico titolare. […] Le spese per il personale<br />
sono proporzionate rispetto all’attività dell’azienda e anche quelle amministrative: ciò non<br />
toglie, tuttavia, che quasi tutto il personale, ad eccezione del fattorino e della prima farmacista<br />
(<strong>di</strong>rettrice), è in esubero rispetto ad una normale farmacia.<br />
Ad appesantire i conti della farmacia, dunque, come già era ben noto al consiglio,<br />
erano la spesa per il personale ed il magazzino, aumentato <strong>di</strong> un valore <strong>di</strong> lire 800.000<br />
per le specialità immesse sul mercato, mentre gli sconti applicati avevano raggiunto la<br />
somma <strong>di</strong> lire 1.804.000, <strong>di</strong> cui lire 1.305.000 ai soci.<br />
Il socio Antonio Dall’Aglio propose, con l’obiettivo <strong>di</strong> raggiungere un maggior red<strong>di</strong>to<br />
da <strong>di</strong>stribuire in beneficenza, <strong>di</strong> affittare la farmacia. Il consigliere Amato Festi<br />
<strong>di</strong>sse: <strong>La</strong> farmacia fu istituita quando non c’era tariffa, quando non esistevano garanzie<br />
per i consumatori in or<strong>di</strong>ne alla preparazione dei prodotti. Allora il socio traeva benefici<br />
che non sempre gli erano altrove assicurati. Oggi, stante la legislazione vigente, quegli<br />
scopi non sono più attuali. Ove ci fosse una conduzione privatistica, l’utile sarebbe certamente<br />
maggiore […]. Ciò non toglie si debba riconoscere che alla attuale conduzione gli<br />
amministratori hanno fatto e fanno quanto possibile per il meglio. I soci Pilati e Gozzi si<br />
opposero all’ipotesi dell’affittanza. Anche il presidente Trivellini respinse l’ipotesi avanzata<br />
da Dall’Aglio, mentre il socio Trebbi sostenne che scopo delle cooperative non<br />
era la <strong>di</strong>stribuzione degli utili, che pure debbono esserci, ma il potenziamento della<br />
farmacia e la sua migliore organizzazione. Anche il tema dello “sconto” praticato dalla<br />
<strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> a soci e ad altri assistiti da enti fu oggetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito: alcuni<br />
erano favorevoli in quanto ha indotto altre farmacie a praticarlo, altri contrari in quanto<br />
sottraeva risorse alla beneficenza. Fu deciso <strong>di</strong> acquistare titoli della Banca Operaia per<br />
lire 500.000 (800.000 in totale). Fu eletto il collegio sindacale che risultò così composto:<br />
sindaci effettivi, ragionier Pietro Taglioni (presidente), ragionier Sergio Bedosti, Enea<br />
Guidazzoli. Sindaci supplenti, Attilio Canè, Teodoro Capponcelli.<br />
408 <strong>La</strong> somma fu così sud<strong>di</strong>visa: lire 210.000 al fondo <strong>di</strong> riserva or<strong>di</strong>nario per gli esercizi 1959-60; lire<br />
237.490 al fondo <strong>di</strong> riserva or<strong>di</strong>nario per l’esercizio 1960-61; lire 30.750 ai soci; lire 120.000 alla<br />
Società Operaia; lire 170.000 quale premio ai <strong>di</strong>pendenti; lire 419.185 in beneficenza.<br />
409 Assemblea generale, 16 <strong>di</strong>cembre 1961.<br />
110 111
Alcuni consiglieri suggerirono 410 <strong>di</strong> acquistare i locali a<strong>di</strong>acenti alla farmacia: prevalse il<br />
parere sfavorevole. Si decise <strong>di</strong> affrontare il tema dello sconto ai soci che assottigliava non<br />
poco gli utili, ma si preferì rinviare l’esame a quando fossero state in<strong>di</strong>viduate soluzioni alternative.<br />
Il fattorino Paolo Ara <strong>di</strong>ede le <strong>di</strong>missioni. Fu deliberato l’acquisto <strong>di</strong> 10 azioni da<br />
lire 10.000 ciascuna della società Villa Erbosa spa, casa <strong>di</strong> cura; furono devolute lire 25.000<br />
alla Federazione pensionati della uil, lire 25.000 alla uil ital, lire 300.000 al ciss per l’invio<br />
<strong>di</strong> bambini al mare. Fu acquistato un ciclostile. Fra i nuovi soci ammessi, Luigi Colombari 411 .<br />
Il bilancio consuntivo al 31 agosto 1962 presentò un utile netto <strong>di</strong> lire 1.235.877, assai<br />
inferiore a quello dell’anno precedente. L’assemblea dei soci 412 approvò e riconfermò<br />
tutti gli amministratori. Nella sua relazione, il presidente Trivellini definì normale l’andamento<br />
della farmacia e affermò che il tipo <strong>di</strong> azienda non consente <strong>di</strong> assumere iniziative,<br />
anche originali e moderne, per giungere ad un incremento sensibile delle ven<strong>di</strong>te […]. Noi,<br />
in definitiva ci siamo preoccupati <strong>di</strong> conservare, e nel limite del possibile, <strong>di</strong> potenziare il<br />
patrimonio aziendale che è poi patrimonio <strong>di</strong> voi tutti, non perdendo <strong>di</strong> vista quelli che<br />
sono i compiti e i fini istituzionali <strong>di</strong> un’azienda cooperativa, la quale deve essere gestita secondo<br />
i principi della mutualità e della solidarietà, principi che troppe volte vengono messi<br />
in <strong>di</strong>scussione e sostituiti da criteri che presiedono le iniziative impren<strong>di</strong>toriali <strong>di</strong> carattere<br />
meramente speculativo.<br />
Aggiunse che l’ispezione dell’agci aveva dato esito positivo: nella relazione finale, infatti,<br />
si affermava che la farmacia cooperativa si è stabilizzata su un piano <strong>di</strong> red<strong>di</strong>tività costante.<br />
<strong>La</strong> questione degli “sconti” non preoccupò alcuni soci che, anzi, chiesero <strong>di</strong> pubblicizzarli<br />
maggiormente, mentre altri (Dall’Aglio, Miotti) chiesero l’apertura <strong>di</strong> un ambulatorio,<br />
come nel passato. Il presidente rispose che la legge non consentiva né l’una<br />
né l’altra cosa. Furono decisi i premi ai <strong>di</strong>pendenti 413 , e l’erogazione <strong>di</strong> lire 25.000 alla<br />
Federazione pensionati cisl, e <strong>di</strong> lire 160.000 a favore dei soci anziani.<br />
Alla luce dell’andamento semestrale, il presidente informò il consiglio 414 che le ven<strong>di</strong>te<br />
della farmacia erano in calo e che ciò è causato, fra l’altro, dal noto decentramento della<br />
popolazione verso i quartieri periferici. A questo proposito si potrebbe, in un prosieguo <strong>di</strong><br />
tempo, considerare un possibile trasferimento della sede.<br />
Trivellini informò dell’entrata in vigore del nuovo contratto dei farmacisti e dei relativi<br />
aumenti <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o che avrebbero appesantito il bilancio.<br />
<strong>La</strong> <strong>di</strong>scesa dell’utile netto <strong>di</strong> bilancio continuava a manifestarsi anno dopo anno,<br />
impietosamente: l’assemblea dei soci 415 infatti, approvò il bilancio al 31 agosto 1963<br />
410<br />
cda, 15 febbraio 1962.<br />
411<br />
cda, 29 ottobre 1962. Luigi Colombari fu eletto nel consiglio comunale <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> nel 1964 e nei<br />
mandati successivi 1970 e 1975, prima per il Ps<strong>di</strong> e poi per il Psi. Durante i suoi mandati svolse<br />
l’incarico <strong>di</strong> assessore alla <strong>Poli</strong>zia municipale e all’Igiene, all’Urbanistica e alla Cultura.<br />
412 Assemblea generale, 16 <strong>di</strong>cembre 1962. Anch’essa come le precedenti si svolse presso i locali del<br />
cral Ps<strong>di</strong>. I presenti furono 41.<br />
413 Lire 80.000 alla <strong>di</strong>rettrice Tabellini, lire 55.000 a Teresa Silvagni, lire 40.000 a Rossana Agostini, lire<br />
5.000 al fattorino.<br />
414 cda, 29 maggio 1963.<br />
415 Assemblea generale, 29 <strong>di</strong>cembre 1963.<br />
chiuso con un utile <strong>di</strong> sole lire 472.351. <strong>La</strong> relazione del presidente spiegò le ragioni <strong>di</strong><br />
questo forte calo: le ven<strong>di</strong>te erano aumentate, ma gli sconti avevano raggiunto la cifra<br />
<strong>di</strong> lire 1.824.000 (<strong>di</strong> cui lire 1.194.000 per i soci), le spese generali erano cresciute <strong>di</strong> lire<br />
1.454.000 e le spese per il personale <strong>di</strong> oltre lire un milione. Anche gli oneri per interessi<br />
bancari passivi pesavano per lire 60.000.<br />
Nel corso dell’assemblea fu ricordata la figura dello scomparso Umberto Vignali. Gli<br />
amministratori uscenti furono tutti riconfermati, con Luigi Colombari che subentrò allo<br />
scomparso Vignali. Furono eletti sindaci effettivi Pietro Taglioni, Sergio Bedosti e Enea<br />
Guidazzoli.<br />
Un certo allarmismo si <strong>di</strong>ffuse quando il presidente Trivellini comunicò <strong>di</strong> aver ricevuto<br />
una raccomandata da parte dell’Autorità Sanitaria locale, la quale cita <strong>di</strong>sposizioni<br />
<strong>di</strong> legge e chiede la chiusura della <strong>Farmacia</strong>. Il consiglio 416 lo incaricò <strong>di</strong> esperire ogni<br />
azione utile in merito. Trivellini incontrò le autorità sanitarie e la questione fu chiarita e<br />
risolta 417 .<br />
Il consiglio decise 418 <strong>di</strong> aderire alla costituenda Associazione nazionale cooperative<br />
italiane farmaceutiche (ancif) e delegò il presidente Trivellini a rappresentare la <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong> all’atto costitutivo dell’ancif 419 .<br />
Il bilancio al 31 agosto 1965 presentò un utile netto <strong>di</strong> lire 734.201, lievemente superiore<br />
a quello dell’anno precedente.<br />
Nella sua relazione all’assemblea dei soci 420 , il presidente <strong>di</strong>sse che era cresciuto il volume<br />
delle ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> circa 3.000.000 nonostante il calo dei prezzi dei me<strong>di</strong>cinali; erano<br />
aumentate l’entità degli sconti a soci (lire 1.374.983) e a convenzionati (lire 860.419), le<br />
spese generali per lire 1.376.109 e quelle per il personale per lire 856.581; era cresciuto<br />
anche l’onere degli interessi passivi in quanto i fornitori volevano essere pagati in tempi<br />
minori, mentre gli incassi dalle mutue avvenivano in tempi lunghi. Circa le prospettive,<br />
sostenne che l’unico mezzo che abbiamo per incentivare le ven<strong>di</strong>te è <strong>di</strong> agganciare il cliente<br />
sul piano umano e le maggiori ven<strong>di</strong>te registrate confermano che il lavoro del personale è<br />
stato positivo 421 .<br />
Gli amministratori eletti dall’assemblea dei soci furono: consiglieri, Mario Brighi,<br />
Dante Bua Sircana, Luigi Colombari, Pietro Gran<strong>di</strong> 422 , Luciano <strong>La</strong>nzarini, Bruno Mar-<br />
416 cda, 23 marzo 1964.<br />
417 Trivellini riferì <strong>di</strong> una controversia avuta con l’Autorità Sanitaria locale, la quale, per una errata<br />
interpretazione <strong>di</strong> una vecchia <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> legge, pretendeva ad<strong>di</strong>rittura la chiusura della nostra<br />
farmacia. Per risolvere la questione furono dati incarichi <strong>di</strong> consulenza onerosi.<br />
418 cda, 7 <strong>di</strong>cembre 1964.<br />
419 L’Associazione nazionale cooperative italiane farmaceutiche, organismo che raggruppa le farmacie<br />
cooperative esistenti in Italia e che ha lo scopo <strong>di</strong> migliorare la <strong>di</strong>stribuzione dei farmaci e <strong>di</strong> operare<br />
per migliorare la legislazione sull’or<strong>di</strong>namento farmaceutico e mutualistico, fu costituita a Roma<br />
il 9 <strong>di</strong>cembre 1964.<br />
420 Assemblea generale, 17 gennaio 1965. Si svolse nella Sala dei Fiorentini, Corte Galluzzi 6.<br />
421 Infatti fu erogato al personale un premio <strong>di</strong> complessive lire 160.000.<br />
422 Pietro Gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>ede poi le <strong>di</strong>missioni per incompatibilità con la sua attività lavorativa. cda, 9 set-<br />
tembre 1965.<br />
112 113
chesi, Raffaele Trivellini. Sindaci effettivi, Pietro Taglioni, Sergio Bedosti, Enea Guidazzoli.<br />
Sindaci supplenti, Attilio Canè, Sergio Degli Esposti.<br />
Fu ammesso come socio Diego Ravaioli 423 , che poi fu nominato consigliere al posto<br />
del <strong>di</strong>missionario Pietro Gran<strong>di</strong>.<br />
L’utile netto dell’esercizio chiuso al 31 agosto 1965 fu <strong>di</strong> lire 750.792, in linea con<br />
quello dell’anno precedente: c’erano state maggiori ven<strong>di</strong>te, da attribuire all’aumento<br />
delle specialità messe in commercio (quasi 30.000), all’aumento del numero dei me<strong>di</strong>ci<br />
esercitanti che prescrivono specialità, al nuovo prontuario degli enti mutualistici come<br />
l’inaM, che avevano inserito 17.500 specialità, il 50% in più <strong>di</strong> qualche anno ad<strong>di</strong>etro;<br />
dall’altra parte gli sconti avevano raggiunto la ragguardevole somma <strong>di</strong> lire 2.605.593<br />
(lire 1.606.205 ai soci, lire 999.388 agli enti), e le spese <strong>di</strong> gestione erano in costante<br />
aumento. Nella sua relazione all’assemblea dei soci 424 il presidente Trivellini informò<br />
sulla nuova legge sull’or<strong>di</strong>namento delle farmacie che, fra l’altro, prevedeva il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />
opzione dei Comuni per il 50% delle nuove che si andranno ad aprire, e la possibilità che<br />
si <strong>di</strong>a facoltà alle Farmacie Cooperative <strong>di</strong> subentrare ai Comuni qualora non si avvalessero<br />
<strong>di</strong> questo <strong>di</strong>ritto. Auspicò inoltre che alla <strong>Farmacia</strong> Comunale <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> venisse<br />
concessa la possibilità <strong>di</strong> dotarsi <strong>di</strong> un magazzino all’ingrosso in modo che la <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong> potesse servirsene per gli acquisti. Trivellini concluse sottolineando come<br />
il significato ed il ruolo della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> andavano considerati ben oltre i<br />
risultati economici: infatti essa è l’unica cooperativa <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> una certa importanza<br />
che il movimento cooperativo democratico, laico e socialista ha nel Comune <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>.<br />
Il consigliere Festi propose l’abolizione dello sconto ai soci, poiché la maggior parte<br />
<strong>di</strong> essi è assistita dal sistema mutualistico: è meglio fare un’assistenza ampia e valida ai soli<br />
soci veramente bisognosi e non assistiti.<br />
Furono deliberati 425 l’acquisto <strong>di</strong> un frigorifero per la conservazione dei vaccini,<br />
come in<strong>di</strong>cato dal me<strong>di</strong>co provinciale, ed i premi al personale (lire 160.000).<br />
Il consiglio nominò il presidente Trivellini a rappresentare la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
nell’assemblea dell’ancif.<br />
Il consuntivo dell’esercizio chiuso al 31 agosto 1966 presentò un utile netto <strong>di</strong> lire<br />
1.195.411. Nella sua relazione all’assemblea dei soci 426 , il presidente sottolineò come le<br />
ven<strong>di</strong>te fossero molto cresciute (<strong>di</strong> lire 5.488.000 quelle “al banco” e <strong>di</strong> lire 1.282.000<br />
quelle agli enti). Gli sconti avevano raggiunto la somma <strong>di</strong> lire 3.205.017 (2.086.812<br />
ai soci e lire 1.119.105 agli enti). Anche le spese erano aumentate (circa 1.650.000 fra<br />
spese del personale e spese generali). Il buon risultato – <strong>di</strong>sse il presidente – induce a<br />
un cauto ottimismo in quanto si registra una migliore situazione aziendale, dovuta anche<br />
al potenziamento del magazzino in modo da avere a <strong>di</strong>sposizione il maggior numero <strong>di</strong><br />
farmaci: a ciò (oltre che agli sconti) era da attribuire il forte incremento delle ven<strong>di</strong>te e<br />
423 cda, 28 febbraio 1965.<br />
424 Assemblea generale, 23 gennaio 1966. Si tenne nella sala dell’agci, via Guido Reni 2, alla presenza<br />
<strong>di</strong> 18 soci.<br />
425 cda, 28 marzo 1966.<br />
426 Assemblea generale, 15 gennaio 1967. I soci presenti furono 29.<br />
la sod<strong>di</strong>sfazione dei clienti. L’assemblea elesse consiglieri Dante Bua Sircana, Luigi Colombari,<br />
Luciano <strong>La</strong>nzarini, Diego Ravaioli, Raffaele Trivellini, Bruno Marchesi, Franco<br />
Fattori 427 . Raffaele Trivellini fu confermato presidente e il generale Dante Bua Sircana,<br />
vicepresidente.<br />
Anche il bilancio dell’anno successivo fu positivo, con un utile netto <strong>di</strong> lire<br />
1.264.318 428 . L’andamento generale confermò le caratteristiche degli anni precedenti:<br />
le ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong>rette e in<strong>di</strong>rette crebbero <strong>di</strong> oltre 3.000.000 <strong>di</strong> lire, aumentò il magazzino;<br />
ma erano cresciute le spese generali, soprattutto quelle per il personale, e vi era stato un<br />
aumento degli interessi passivi presso le banche a causa del <strong>di</strong>vario <strong>di</strong> tempo che intercorreva<br />
fra i pagamenti ai grossisti (15/20 giorni) e gli incassi dagli enti mutualistici (l’inaM<br />
pagava dopo 5 mesi). Gli sconti ammontarono complessivamente a lire 3.285.351.<br />
Furono confermati i sindaci effettivi e supplenti 429 .<br />
Nella verifica semestrale dell’andamento della farmacia, il consiglio si trovò <strong>di</strong> fronte<br />
a dati non confortanti che prospettavano un utile in flessione: il Presidente Trivellini<br />
<strong>di</strong>sse 430 : le spese generali sono in aumento, vi è la necessità <strong>di</strong> incrementare le ven<strong>di</strong>te […];<br />
sia l’ubicazione della <strong>Farmacia</strong>, sia i limiti in cui si muove, non permettono clientela fissa<br />
e ven<strong>di</strong>te maggiori.<br />
A complicare l’andamento della farmacia vi furono le <strong>di</strong>missioni 431 per ragioni familiari,<br />
a far tempo dal 15 novembre, della <strong>di</strong>rettrice dottoressa Clementina Tabellini: il<br />
presidente propose <strong>di</strong> nominare al suo posto la dottoressa Teresa Silvagni, da otto anni<br />
alle <strong>di</strong>pendenze della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> e <strong>di</strong> assumere, previo periodo <strong>di</strong> prova, la<br />
dottoressa Vanna Azzolini.<br />
Fra i nuovi soci fu accettato il dottor Michele Miccoli.<br />
Come i consiglieri temevano, il risultato del consuntivo al 31 agosto 1968 fu deludente:<br />
l’utile netto scese a sole lire 117.245. Nel corso dell’assemblea dei soci 432 il consigliere<br />
Dall’Aglio chiese un’indagine al fine <strong>di</strong> accertare le vere cause della contrazione verificatasi<br />
nelle ven<strong>di</strong>te e suggerì <strong>di</strong> inserire nel consiglio d’amministrazione una figura nuova capace<br />
<strong>di</strong> suggerire soluzioni valide. Il ragionier Taglioni, sindaco revisore, sottolineò come i<br />
ricavi si sono stabilizzati, mentre le spese ogni anno sono in aumento e aggiunse che l’ubicazione<br />
stessa della farmacia non consente clientela fissa e possibilità <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta maggiori,<br />
proponendo un eventuale spostamento.<br />
Il presidente Trivellini, rispondendo ai vari intervenuti, fece notare come gli utili,<br />
dal 1964, erano stati sod<strong>di</strong>sfacenti. <strong>La</strong> caduta evidenziata dal bilancio consuntivo al<br />
31 agosto 1968 andava attribuita sia al calo <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>te, sia alla spesa per il personale in<br />
continuo aumento: il calo <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>te fu <strong>di</strong> lire 1.523.088; le spese erano lievitate <strong>di</strong> lire<br />
427 Al posto <strong>di</strong> Mario Brighi.<br />
428 L’utile fu così sud<strong>di</strong>viso: lire 100.000 alla Società Operaia, lire 260.000 al fondo riserva or<strong>di</strong>nario,<br />
lire 32.525 ai soci (pari al 5%), lire 868.793 a <strong>di</strong>sposizione del consiglio per premi, beneficenza…<br />
429 Assemblea generale, 14 gennaio 1968.<br />
430 cda, 21 marzo 1968.<br />
431 cda, 1 ottobre 1968.<br />
432 Assemblea generale, 19 gennaio 1969. I soci presenti erano 29.<br />
114 115
2.003.118 <strong>di</strong> cui lire 997.782 per il personale, lire 605.917 per i contributi e lire 417.722<br />
per tasse e imposte. Gli sconti a soci avevano raggiunto la somma <strong>di</strong> lire 1.983.818 e gli<br />
sconti ai convenzionati <strong>di</strong> lire 1.079.546. Aggiunse che una delle concause del calo <strong>di</strong><br />
ven<strong>di</strong>te era stata la chiusura per tre mesi per lavori stradali <strong>di</strong> via Oberdan. Concluse<br />
affermando che la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> restava solida, pur nelle <strong>di</strong>fficoltà e nell’incertezza<br />
delle prospettive; era, comunque, motivo <strong>di</strong> conforto l’attaccamento dei soci e dei<br />
consumatori alla farmacia e nulla poteva essere imputato al personale che aveva operato<br />
bene e con impegno.<br />
I Consiglieri eletti dall’assemblea furono Dante Bua Sircana, Luigi Colombari, Franco<br />
Fattori, Bruno Marchesi, Diego Ravaioli, Raffaele Trivellini, Michele Miccoli 433 . Le<br />
cariche del consiglio d’amministrazione furono confermate per il biennio 1969-70 434 .<br />
Il primo provve<strong>di</strong>mento assunto 435 per frenare la contrazione degli utili fu la riduzione<br />
dello sconto ai soci al 5%; ma, nonostante ciò, l’andamento dei conti non lasciava<br />
presagire nulla <strong>di</strong> positivo: infatti, il bilancio consuntivo al 31 agosto 1969 si chiuse con<br />
una per<strong>di</strong>ta netta d’esercizio <strong>di</strong> lire 1.542.133. L’assemblea dei soci 436 , dopo una vivace<br />
<strong>di</strong>scussione, e seppure a malincuore, decise <strong>di</strong> abolire gli sconti ai soci, al fine <strong>di</strong> ridurre,<br />
almeno in parte, la per<strong>di</strong>ta.<br />
<strong>La</strong> relazione <strong>di</strong> Trivellini si aprì con queste parole: È un fatto grave e preoccupante<br />
[…]. <strong>La</strong> nostra preoccupazione non è tanto data dalla per<strong>di</strong>ta secca dell’esercizio passato,<br />
quanto dalle prospettive che non si palesano certo rosee. Come si è detto più volte, sia dalla<br />
relazione al bilancio 1962-63, ed ancora lo scorso anno, sono mancate “circostanze favorevoli”<br />
ed il bilancio si è presentato negativo.<br />
Il presidente si riferiva al calo delle ven<strong>di</strong>te, mentre le spese generali erano cresciute,<br />
negli ultimi due esercizi, da lire 12.141.174 a lire 14.635.845. Vi era anche un’esposizione<br />
debitoria nei confronti della Banca Operaia <strong>di</strong> oltre lire 5.500.000 <strong>di</strong> lire. Inoltre si<br />
era assistito alla <strong>di</strong>minuzione dei prezzi <strong>di</strong> gran parte dei me<strong>di</strong>cinali, specie i più correnti,<br />
il che si traduce obiettivamente in maggior lavoro, ma in minor ricavo. […] Tutto lascia<br />
prevedere che la nostra farmacia ha in prosieguo margini <strong>di</strong> manovra limitatissimi e non<br />
potrà che sopravvivere presentando in futuro bilanci che potranno in<strong>di</strong>fferentemente essere<br />
negativi, nulli o moderatamente positivi.<br />
<strong>La</strong> relazione <strong>di</strong> Trivellini – che affermò <strong>di</strong> non voler tenere celato nulla ai soci – si<br />
soffermò sulle <strong>di</strong>fferenze rispetto agli anni iniziali <strong>di</strong> attività della farmacia, quando prevalevano<br />
i prodotti galenici, la cui ven<strong>di</strong>ta oggi è insignificante, mentre vi era stata una<br />
crescita incessante <strong>di</strong> prodotti farmaceutici che si contavano in numero <strong>di</strong> ben 21.700 <strong>di</strong><br />
cui circa 3.000/3.500 <strong>di</strong> uso corrente.<br />
Inoltre, la legislazione cooperativa vigente non consente <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuire ai soci l’eventuale<br />
utile ricavato dalla ven<strong>di</strong>ta dell’esercizio. Mi spiego: ai soci spetterebbe unicamente<br />
433 Michele Miccoli fu eletto al posto <strong>di</strong> Luciano <strong>La</strong>nzarini.<br />
434 Presidente Raffaele Trivellini, vicepresidente Dante Bua Sircana, segretario Diego Ravaioli.<br />
435<br />
cda, 2 agosto 1969.<br />
436 Assemblea generale, 15 gennaio 1970. Si svolse nella sede della uil, in Strada Maggiore 37, primo<br />
piano.<br />
il rimborso del capitale sociale sottoscritto: tutto il resto deve andare allo Stato. Trivellini<br />
così concluse il suo intervento: la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> non è un esercizio come gli altri:<br />
ha una storia ed una funzione e deve essere valutata per ciò che ha fatto, per quello che rappresenta.<br />
L’obiettivo è quello <strong>di</strong> resistere e lo faremo con fermezza e caparbietà. <strong>La</strong> per<strong>di</strong>ta<br />
d’esercizio verrà coperta prelevando la somma <strong>di</strong> lire 500.000 dal fondo a <strong>di</strong>sposizione del<br />
Consiglio e lire 1.042.133 dal fondo <strong>di</strong> riserva or<strong>di</strong>nario.<br />
L’assemblea approvò la relazione e le decisioni proposte dal consiglio nella fiducia<br />
che la situazione generale possa moderatamente migliorare. Il primo provve<strong>di</strong>mento assunto<br />
fu quello dell’abolizione dello sconto ai soci, un provve<strong>di</strong>mento doloroso ma in<strong>di</strong>spensabile,<br />
considerando che gli sconti ai soci avevano raggiunto, nell’ultimo esercizio,<br />
la somma <strong>di</strong> lire 1.800.000 circa. Ciò, inoltre, avrebbe permesso <strong>di</strong> chiudere una annosa<br />
vertenza con l’Or<strong>di</strong>ne dei farmacisti. Queste decisioni fecero sentire i loro benefici effetti<br />
in breve tempo. Infatti, l’epidemia prolungata, i mancati sconti ai soci e una rigida economia<br />
sulle spese, contenute all’in<strong>di</strong>spensabile consentirono alla <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
<strong>di</strong> chiudere il bilancio al 31 agosto 1970 con un utile netto <strong>di</strong> lire 425.659. Il presidente,<br />
nella sua relazione all’assemblea dei soci 437 poté affermare con sod<strong>di</strong>sfazione: Dinnanzi<br />
alla situazione, che definimmo grave, dell’esercizio 1968-69, vi è stato un notevole miglioramento.<br />
Le ven<strong>di</strong>te erano cresciute <strong>di</strong> lire 5.021.000, mentre si era invertita, dopo lungo<br />
tempo, la <strong>di</strong>namica della spesa (-265.000 lire), si era gestito il magazzino con la massima<br />
oculatezza (cauto approvvigionamento) e si vantava un cre<strong>di</strong>to dagli enti mutualistici per<br />
lire 1.600.000. Nonostante l’abolizione degli sconti – affermò Trivellini – non abbiamo<br />
perduto alcun cliente e, questo, è motivo <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione.<br />
I componenti il consiglio d’amministrazione furono confermati per il biennio successivo,<br />
ad eccezione <strong>di</strong> Luigi Colombari sostituito da Clau<strong>di</strong>o Becca; anche il collegio<br />
sindacale rimase invariato.<br />
Nella farmacia, intanto, avvenne un altro cambio <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione: la dottoressa Teresa<br />
Silvagni comunicò le proprie <strong>di</strong>missioni ed il consiglio 438 nominò <strong>di</strong>rettrice la dottoressa<br />
Vanna Venturoli. Qualche mese dopo fu assunta 439 ad orario ridotto la dottoressa<br />
Anna Maria Menarini. Anche il consuntivo al 31 agosto 1971 confermò l’inversione <strong>di</strong><br />
tendenza presentando un utile <strong>di</strong> lire 575.416, <strong>di</strong> circa lire 150.000 superiore a quello<br />
dell’esercizio precedente.<br />
Il presidente, nella relazione all’assemblea dei soci 440 , usò molta cautela affermando<br />
che l’incremento è stato insignificante ed è dovuto anzitutto alla decisione […] <strong>di</strong> abolire<br />
gli sconti ai soci 441 , poiché le ven<strong>di</strong>te non avevano dato segni <strong>di</strong> crescita. Inoltre si erano<br />
ridotte le spese al massimo e si era ottenuto un ribasso nelle imposte dopo un incontro<br />
con gli Uffici delle finanze. I cre<strong>di</strong>ti con gli enti mutualistici avevano raggiunto la cifra<br />
437 Assemblea generale, 4 gennaio 1971.<br />
438 cda, 31 maggio 1971.<br />
439 cda, 22 ottobre 1971.<br />
440 Assemblea generale, 22 gennaio 1972.<br />
441 Gli sconti ai soci, nell’ultimo esercizio in cui furono interamente applicati, assommarono a lire<br />
1.850.000.<br />
116 117
<strong>di</strong> lire 7.000.000, mentre il magazzino era cresciuto <strong>di</strong> valore per lire 1.000.000. Gli utili<br />
furono così sud<strong>di</strong>visi: lire 33.050 ai soci per <strong>di</strong>viden<strong>di</strong>; lire 300.000 al fondo riserva or<strong>di</strong>nario,<br />
lire 242.366 per beneficenza.<br />
Il consigliere Dall’Aglio intervenne <strong>di</strong>cendo che la farmacia a seguito del mutare dei<br />
tempi resta un simbolo e non un’impresa commerciale; d’altro canto gli utili sono destinati<br />
alla mutualità: occorre mantenere in vita questa ban<strong>di</strong>era che in passato ha avuto scopi ben<br />
precisi.<br />
Il consigliere Franco Fattori <strong>di</strong> Molinella rassegnò le <strong>di</strong>missioni ed il consiglio deliberò<br />
442 <strong>di</strong> cooptare Nevio Fabbri 443 .<br />
Le <strong>di</strong>fficoltà finanziarie della cooperativa furono evidenti quando si dovettero erogare<br />
le liquidazioni della dottoressa Silvagni, che aveva vinto un concorso per entrare<br />
all’ospedale Maggiore, e della signora Agostini: l’onere complessivo era <strong>di</strong> 7.000.000 <strong>di</strong><br />
lire e poiché il fondo liquidazioni non era capiente, si deliberò <strong>di</strong> vendere parte della<br />
azioni della Banca Operaia <strong>di</strong> proprietà della cooperativa.<br />
Il presidente annunciò 444 l’avvenuta ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> 1.000 azioni della Banca Operaia per<br />
lire 3.200.000, destinando lire 1.900.000 al fondo indennità licenziamento del personale<br />
e lire 32.000 per l’acquisto <strong>di</strong> 10 azioni della Banca Operaia.<br />
Inoltre si rese necessario chiedere una sovvenzione <strong>di</strong> lire 3.000.000 alla stessa Banca<br />
Operaia con rientro <strong>di</strong> 500.000 lire ogni quattro mesi.<br />
Anche il bilancio consuntivo al 31 agosto 1972 <strong>di</strong>mostrò che la farmacia riusciva a<br />
chiudere in attivo con affanno: infatti, l’utile netto fu <strong>di</strong> lire 463.598, inferiore <strong>di</strong> circa<br />
lire 110.000 rispetto all’esercizio precedente. Vi era stato un significativo aumento delle<br />
ven<strong>di</strong>te (lire 4.000.000), ma era aumentato dell’1% lo sconto dovuto agli enti mutualistici<br />
e ciò vanificò un miglior risultato d’esercizio.<br />
Il presidente Trivellini affermò che l’andamento della farmacia degli ultimi anni era<br />
da considerare lo “standard” e che solo circostanze particolarmente favorevoli avrebbero<br />
potuto far crescere l’utile d’esercizio, non essendovi soluzioni alternative. Il presidente<br />
riferì <strong>di</strong> aver ricevuto richieste <strong>di</strong> cessione in gestione della farmacia con garanzia<br />
<strong>di</strong> aumentare se non raddoppiare gli utili: ma la veste giuri<strong>di</strong>ca della nostra <strong>Cooperativa</strong><br />
non lo consente. Per maggior sicurezza fu chiesto un parere legale all’avvocato Luigi Boschetti<br />
che rispose: la <strong>Farmacia</strong> non può essere né ceduta, né affittata, né data in gestione<br />
a terzi, essendo tutto ciò inibito dalla vigente legislazione. Quin<strong>di</strong>, proseguì Trivellini,<br />
noi abbiamo il dovere <strong>di</strong> non chiudere la <strong>Farmacia</strong> fin quando non ci troveremo <strong>di</strong>nanzi<br />
ad una situazione insostenibile, cosa questa fortunatamente non ancora verificatasi. Rammentò<br />
poi il dettato dell’art. 40 dello statuto: in caso <strong>di</strong> cessione della Società, l’intero<br />
patrimonio sociale, dedotto soltanto il capitale sociale effettivamente versato dai soci, deve<br />
essere devoluto a norma <strong>di</strong> legge a fini <strong>di</strong> pubblica utilità, <strong>di</strong> cui è competente a giu<strong>di</strong>care<br />
l’Amministrazione Finanziaria dello Stato. Richiamò poi i principi della cooperazione af-<br />
442<br />
cda, 7 giugno 1972.<br />
443 Nevio Fabbri, figlio <strong>di</strong> Paolo (“Palita”) e Luigia Rossi, nacque a Conselice il 30 giugno 1913. Nel<br />
1927 fu col padre al confino a Lipari. Militò nella brigata “Matteotti” <strong>di</strong> città.<br />
444<br />
cda, 17 giugno 1972.<br />
fermando <strong>di</strong> non volerli tra<strong>di</strong>re, anche se, dopo settant’anni, sono assai mutate le ragioni<br />
e le finalità fondative della <strong>Farmacia</strong>.<br />
Un’altra ipotesi che si affacciò fu quella <strong>di</strong> trasferire la farmacia in zona periferica:<br />
ma abbiamo valutato non attuabile la cosa, perché il trasferimento potrebbe comportare<br />
una sorta <strong>di</strong> rischio che potrebbe portare a una situazione veramente <strong>di</strong>fficile per la nostra<br />
<strong>Farmacia</strong>, perché non possiamo avere alcuna garanzia <strong>di</strong> come sarebbero andate le cose<br />
nei primi anni <strong>di</strong> apertura ed anche perché siamo proprietari degli attuali locali della<br />
farmacia.<br />
Nel corso del <strong>di</strong>battito in assemblea 445 Mario Santandrea, nonostante le parole del<br />
presidente, ripropose la cessione in gestione della farmacia. Il consigliere Ravaioli, opponendosi<br />
a tale proposta, affermò che il dottor Santandrea non con<strong>di</strong>vide più i principi<br />
cooperativistici. Il socio Dall’Aglio, preso atto dei risultati non positivi, chiese la nomina<br />
<strong>di</strong> una commissione per stu<strong>di</strong>are soluzioni. Gino Gabusi 446 , presidente dell’assemblea,<br />
intervenne per affermare che il risultato era sì modesto, ma il patrimonio era stato <strong>di</strong>feso<br />
e conservato, e che le spese generali erano <strong>di</strong>minuite. Affermò anche che i problemi esistono,<br />
ma non si possono risolvere snaturando i principi sociali. Intervenne il socio Bruno<br />
Pratesi e <strong>di</strong>sse che se la farmacia fosse privata guadagnerebbe <strong>di</strong> più; Santandrea accusò<br />
il consiglio <strong>di</strong> non aver trasferito la farmacia quando era possibile, prima che la legge lo<br />
impe<strong>di</strong>sse.<br />
Il bilancio e le relazioni del presidente e dei sindaci furono approvati con due voti<br />
contrari. <strong>La</strong> proposta <strong>di</strong> istituire una commissione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o fu respinta con 2 voti favorevoli<br />
e 20 contrari.<br />
Furono poi eletti con 22 voti i componenti il consiglio d’amministrazione: Clau<strong>di</strong>o<br />
Becca, Dante Bua Sircana, Nevio Fabbri, Bruno Marchesi, Michele Miccoli, Diego<br />
Ravaioli, Raffaele Trivellini. Nevio Fabbri fu nominato segretario in luogo <strong>di</strong> Diego<br />
Ravaioli<br />
L’intervento polemico svolto durante l’assemblea dal dottor Santandrea circa il<br />
rifiuto da parte del cda <strong>di</strong> prendere in esame l’eventualità <strong>di</strong> cedere in gestione la <strong>Farmacia</strong><br />
a terzi ebbe un seguito <strong>di</strong> non poco conto. Infatti, il Presidente Trivellini riferì<br />
al consiglio 447 che l’intervento del dottor Santandrea ha avuto un seguito piuttosto<br />
increscioso. Tale argomento, infatti, è stato oggetto <strong>di</strong> una in<strong>di</strong>screzione del Consiglio<br />
d’Amministrazione della Banca Operaia, per cui i presenti ritengono che vi sia stata indebita<br />
interferenza nei poteri <strong>di</strong>screzionali e statutari del Consiglio d’Amministrazione.<br />
Trivellini propose quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> interrompere e chiudere i rapporti in corso con la Banca<br />
Operaia e chiedere la concessione <strong>di</strong> fi<strong>di</strong> ad altra banca ed in particolare al Banco <strong>di</strong> Si-<br />
445 Assemblea generale, 27 gennaio 1973. Si svolse nella sede della uil, Strada Maggiore 37, alla presenza<br />
<strong>di</strong> 23 soci. L’assemblea era presieduta da Gino Gabusi. I soci della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
sono 680.<br />
446 Gabusi Gino nacque il 3 gennaio 1926 a Molinella. Militò nel battaglione Alberani della 5 a brigata<br />
“Bonvicini Matteotti”. Fu riconosciuto partigiano con il grado <strong>di</strong> sottotenente dal 15 ottobre 1944<br />
alla Liberazione. Militante del Ps<strong>di</strong>, fu <strong>di</strong>rigente sindacale <strong>di</strong> primo piano a Molinella. Morì nel<br />
1975, poco dopo la sua elezione a consigliere regionale dell’Emilia-Romagna.<br />
447 cda, 2 febbraio 1973.<br />
118 119
cilia, presso il quale è già in corso un rapporto <strong>di</strong> conto corrente. Una frattura “storica”,<br />
essendo la Banca Operaia una delle tante creature della Società Operaia, esattamente<br />
come la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>.<br />
Al Banco <strong>di</strong> Sicilia furono chiesti un fido <strong>di</strong> conto corrente <strong>di</strong> lire 6.000.000 ed una<br />
sovvenzione <strong>di</strong> lire 2.000.000 da estinguere con rate quadrimestrali da lire 500.000. Evidentemente<br />
anche queste sovvenzioni non furono sufficienti alla gestione dell’or<strong>di</strong>naria<br />
amministrazione, poiché fu chiesto 448 un ulteriore prestito <strong>di</strong> lire 1.500.000 per far fronte<br />
agli impegni del mese <strong>di</strong> agosto.<br />
A seguito <strong>di</strong> un furto subito dalla farmacia da parte <strong>di</strong> ignoti <strong>di</strong> lire 46.010, fu decisa<br />
l’installazione <strong>di</strong> un apparecchio antifurto.<br />
L’utile netto del bilancio al 31 agosto 1973 rappresentò un notevole balzo in avanti:<br />
fu <strong>di</strong> lire 1.572.305 449 , superiore <strong>di</strong> oltre un milione a quello dell’esercizio precedente. Il<br />
presidente, nell’intento <strong>di</strong> minimizzare il successo, affermò che si erano verificate circostanze<br />
favorevoli che hanno determinato un aumento delle ven<strong>di</strong>te sia a banco, sia attraverso<br />
gli istituti, <strong>di</strong> circa 7.000.000 <strong>di</strong> lire. Rivolse parole <strong>di</strong> ringraziamento al personale<br />
e alla <strong>di</strong>rettrice dottoressa Vanna Azzolini per aver saputo, fra l’altro, porre in essere<br />
un’ottima gestione del magazzino e degli acquisti. <strong>La</strong> spesa per il personale, nonostante<br />
gli aumenti dovuti a contingenza e scatti, è <strong>di</strong>minuita <strong>di</strong> circa 220.000 lire. Ciò è stato<br />
possibile perdurando l’adozione <strong>di</strong> un orario ridotto (30 ore settimanali, anziché 44 per<br />
addetto), il che, come si è visto, non ha inciso sull’efficienza dell’azienda, anche in relazione<br />
del venduto in aumento. I cre<strong>di</strong>ti dagli enti mutualistici erano cresciuti raggiungendo la<br />
bella somma <strong>di</strong> lire 10.000.000. Anche il magazzino era cresciuto <strong>di</strong> lire 3.380.000; a proposito<br />
<strong>di</strong> acquisti, il presidente sottolineò l’ottimo rapporto con il magazzino all’ingrosso<br />
dell’Azienda Farmaceutica Municipalizzata (afm) 450 .<br />
Dunque, Trivellini non usò espressioni entusiastiche, ma anzi <strong>di</strong> grande prudenza:<br />
solo un passaggio polemico verso chi, soprattutto dal <strong>di</strong> fuori, al primo bilancio negativo<br />
avrebbe voluto cedere o ad<strong>di</strong>rittura vendere la farmacia. Trivellini auspicò anche un<br />
ingresso della cooperazione nel settore della produzione dei farmaci: l’assistenza farmaceutica<br />
a 49 milioni <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni con una spesa pro capite nel 1971 <strong>di</strong> lire 11.365 ne avrebbe<br />
ricavato un risparmio non in<strong>di</strong>fferente. Arrivò ad auspicare la nazionalizzazione della<br />
produzione dei farmaci <strong>di</strong> base e la riduzione drastica del numero delle specialità me<strong>di</strong>cinali<br />
in circolazione che ora sono oltre 23.000.<br />
L’assemblea dei soci 451 approvò all’unanimità il bilancio consuntivo e la relazione del<br />
presidente ed elesse i componenti il collegio sindacale 452 .<br />
448<br />
cda, 31 luglio 1973.<br />
449 Fu così sud<strong>di</strong>viso: lire 34.150 ai soci, lire 100.000 alla Società Operaia, lire 500.000 al fondo <strong>di</strong><br />
riserva or<strong>di</strong>nario, lire 938.155 per beneficenza e premi al personale.<br />
450 A proposito della afM e della sua costituzione, il presidente Trivellini colse l’occasione per sottolineare<br />
come la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>, all’epoca guidata da Emanuele Guidastri, mai si oppose,<br />
come fecero le farmacie private, all’azienda municipalizzata afM e alle sue farmacie.<br />
451 Assemblea generale, 12 gennaio 1974. Erano presenti 18 soci.<br />
452 Sindaci effettivi: ragionier Giulio Nuzzi (presidente), ragionier Sergio Bedosti, Enea Guidazzoli.<br />
Sindaci supplenti: Franco Fattori, geometra Giancarlo Martelli.<br />
Il positivo risultato del consuntivo dell’anno 1973 fu ampiamente confermato e superato<br />
da quello al 31 agosto 1974, che presentò un utile <strong>di</strong> lire 1.918.433 453 , superiore<br />
<strong>di</strong> circa 350.000 a quello dell’esercizio precedente.<br />
L’assemblea dei soci 454 approvò il bilancio e la relazione del presidente, che espresse,<br />
con la solita prudenza, un giu<strong>di</strong>zio sufficientemente sod<strong>di</strong>sfatto; salvo aggiungere con un<br />
evidente orgoglio: L’azienda è sostanzialmente sana e in una situazione <strong>di</strong> normalità può<br />
portare bilanci in pareggio o positivi […]. Sono state smentite, <strong>di</strong>rei in modo clamoroso,<br />
tutte le posizioni <strong>di</strong> coloro che davano la nostra azienda già spacciata e che non avevano<br />
alcuna fiducia nelle possibilità <strong>di</strong> ripresa che invece ci sono state.<br />
Il volume <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>te era cresciuto <strong>di</strong> lire 2.400.000 e anche le spese per il personale<br />
erano aumentate <strong>di</strong> lire 2.500.000 in quanto si è dovuto far ricorso a personale esterno per<br />
sopperire a situazioni <strong>di</strong> carenza che si sono verificate nel corso dell’anno. In <strong>di</strong>minuzione,<br />
invece, le tasse e le spese bancarie; mentre il “monte merci” in magazzino era aumentato<br />
<strong>di</strong> oltre 3.000.000 <strong>di</strong> lire 455 : ciò per avere sempre la farmacia fornita e non perdere clienti.<br />
Ma l’anno successivo, l’utile netto scese a sole lire 290.934, assai inferiore a quello<br />
degli esercizi precedenti. Nella sua relazione 456 , il presidente motivò il risultato con un<br />
forte incremento della spesa per il personale dovuta al nuovo contratto <strong>di</strong> lavoro e con<br />
l’aumento della spese fiscali. Per prevenire obiezioni circa la spesa per il personale, affermò:<br />
l’organico della farmacia è il minimo in<strong>di</strong>spensabile per la conduzione dell’esercizio:<br />
al <strong>di</strong> sotto è impensabile poter scendere. Concluse complimentandosi con la <strong>di</strong>rettrice<br />
dottoressa Vanna Azzolini e con la dottoressa Cristina Massoli.<br />
ad<strong>di</strong>o via oBerdan<br />
Gli anni successivi videro la farmacia mantenere il consueto andamento sia nelle<br />
ven<strong>di</strong>te, sia per quanto concerne gli utili <strong>di</strong> bilancio. Nella seconda metà degli anni<br />
Ottanta il tema del trasferimento della farmacia <strong>di</strong>venne prioritario: il bacino <strong>di</strong> utenza<br />
<strong>di</strong> via Oberdan si andava riducendo <strong>di</strong> anno in anno con il trasferimento <strong>di</strong> abitazioni e<br />
con l’incremento dell’uso per uffici degli immobili del centro storico, nonostante alcune<br />
importanti e significative scelte dell’amministrazione comunale tese a drenare l’emorragia<br />
<strong>di</strong> abitanti: il recupero delle abitazioni (ad esempio in via San Carlo) e la rinnovata<br />
attenzione rivolta al recupero del centro storico da parte <strong>di</strong> assessori comunali, come<br />
l’architetto Pierluigi Cervellati, non furono sufficienti a mantenere il tessuto abitativo ai<br />
livelli dei decenni precedenti.<br />
453 Così destinato: lire 34.150 ai soci, lire 100.000 alla Società Operaia, lire 500.000 al fondo <strong>di</strong> riserva<br />
or<strong>di</strong>nario, lire 1.284.283 per beneficenza e premi al personale.<br />
454 Assemblea generale, 11 gennaio 1975. <strong>La</strong> riunione si svolse, come nel passato, presso la sede della<br />
uil, Strada Maggiore 37, alla presenza <strong>di</strong> 22 soci.<br />
455 Farmaci in magazzino per lire 23.204.105, debiti verso fornitori 17.682.134, cre<strong>di</strong>ti per lire<br />
5.391.745.<br />
456<br />
cda, 25 novembre 1975.<br />
120 121
Dunque, la clientela della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> andava decrescendo anche per la<br />
presenza consolidata nelle principali vie del centro <strong>di</strong> antiche e affermate farmacie private<br />
e per la presenza della <strong>Farmacia</strong> Comunale in palazzo D’Accursio.<br />
L’attenzione del consiglio d’amministrazione si rivolse alla zona fuori porta <strong>La</strong>me,<br />
dove vi erano stati nuovi inse<strong>di</strong>amenti abitativi e molti altri se ne prevedevano.<br />
Nel corso dell’assemblea generale 457 dell’11 gennaio 1986, il sindaco revisore Ermanno<br />
<strong>Poli</strong>, esponendo la relazione sul bilancio consuntivo dell’anno 1985, sollecitò<br />
il consiglio d’amministrazione ad affrontare il problema del trasferimento; il tema fu<br />
ripreso nella successiva assemblea 458 e, in quell’occasione, il presidente Trivellini affermò<br />
che la ricerca <strong>di</strong> una nuova ubicazione per trasferirvi la farmacia era in corso. Infatti, in<br />
occasione dell’assemblea generale del 14 maggio 1988, fu annunciato il trasferimento<br />
della farmacia in via Gagarin 8/G a partire dal 15 settembre 1988. In realtà la farmacia<br />
aprì il 20 ottobre, dopo 13 giorni <strong>di</strong> inattività per consentire i necessari allestimenti. <strong>La</strong><br />
struttura – <strong>di</strong>sse Trivellini – è moderna e adeguata alle nuove esigenze, mentre quella <strong>di</strong><br />
via Oberdan era insufficiente e inadeguata ai tempi.<br />
Il presidente Trivellini, nella sua relazione <strong>di</strong>sse: Il bilancio 1986-87 chiude un ciclo della<br />
nostra azienda nell’attuale sede <strong>di</strong> via Oberdan, 24. Ciclo che ha avuto momenti favorevoli,<br />
come quando per esempio riuscimmo ad acquistare l’attuale sede, meno favorevoli con lo<br />
spopolamento del centro storico, fenomeno che ha ridotto notevolmente la nostra possibilità<br />
<strong>di</strong> persistere nella attuale sede e ci ha messo nella necessità <strong>di</strong> ricercare nuove soluzioni per<br />
salvaguardare questa nostra gloriosa istituzione. Come <strong>di</strong>ssi già nella relazione dello scorso<br />
anno, si stavano concretizzando le nostre speranze e il nostro impegno per il trasferimento<br />
della farmacia in una nuova sede farmaceutica. Infatti con deliberazione della Giunta regionale<br />
pubblicata sul bollettino della Regione del 13 ottobre 1987 è stata revisionata la pianta<br />
organica delle farmacie della provincia <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> ed è stata costituita una zona farmaceutica<br />
che è racchiusa nel Quartiere Navile tra la linea ferroviaria, il canale Navile e la tangenziale.<br />
In questa nuova sede farmaceutica verrà trasferita la nostra <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>. Abbiamo<br />
trovato la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> locali idonei siti in via Gagarin, 8/G. Li abbiamo assunti in affitto<br />
dal locatore proprietario che è l’Istituto per il sostentamento del Clero.[…] Noi nutriamo<br />
convinta fiducia che il trasferimento della farmacia in questa zona nuova ad alto sviluppo<br />
residenziale ed interessata a nuovi inse<strong>di</strong>amenti urbani in corso <strong>di</strong> definizione, costituirà un<br />
salto <strong>di</strong> qualità per la nostra azienda. Trivellini aggiunse, infine, che non vi era l’intenzione<br />
<strong>di</strong> alienare l’immobile <strong>di</strong> via Oberdan 24, bensì <strong>di</strong> affittarlo.<br />
Il 17 gennaio 1987 si tenne l’assemblea straor<strong>di</strong>naria dei soci per l’approvazione del<br />
nuovo statuto sociale 459 : presente il notaio Domenico Piazza e 19 soci su 656, il presidente<br />
fece presente l’esigenza <strong>di</strong> apportare mo<strong>di</strong>fiche per adeguare lo statuto alle leggi n.<br />
457 Le riunioni dell’assemblea generale si svolsero presso la sede della uil, in Strada Maggiore 37, fino<br />
al 1985. Dall’anno successivo si tennero presso il Circolo Massarenti, in via Caduti <strong>di</strong> Cefalonia<br />
5. Dal 1994 le riunioni furono ospitate dallo Stu<strong>di</strong>o Guandalini, in vicolo Mariscotti 4. Lo stu<strong>di</strong>o<br />
ebbe l’incarico <strong>di</strong> seguire la contabilità e il bilancio della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>.<br />
458 Assemblea generale, 17 gennaio 1987.<br />
459 Cfr. Allegato n. 6.<br />
1577 del 14 <strong>di</strong>cembre 1947 e n. 127 del 17 febbraio 1971 e per inserire alcuni opportuni<br />
aggiornamenti. Il nuovo statuto fu approvato all’unanimità.<br />
Il bilancio del 1988 si chiuse con una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> lire 91.357.728 460 : infatti erano stati<br />
spesi 80.000.000 <strong>di</strong> lire per il nuovo arredo ed era stata pagata un’indennità <strong>di</strong> buonuscita<br />
<strong>di</strong> lire 35.000.000 per avere i nuovi locali, mentre non erano stati ancora affittati i locali<br />
<strong>di</strong> via Oberdan. Fu detto che il debito sarebbe stato recuperato nell’arco <strong>di</strong> due anni 461 .<br />
Inoltre si era licenziato il <strong>di</strong>rettore della farmacia ed anche altri <strong>di</strong>pendenti avevano<br />
lasciato il lavoro. <strong>La</strong> nuova <strong>di</strong>rettrice fu in<strong>di</strong>viduata nella dottoressa Venturoli.<br />
Il consiglio d’amministrazione eletto dall’assemblea 462 pochi mesi dopo l’apertura<br />
della nuova sede, risultò composto da Raffaele Trivellini, Clau<strong>di</strong>o Becca, Gianni Scola,<br />
Diego Ravaioli, Michele Miccoli, Bruno Marchesi, Werther Verri 463 . Probiviri: Anna<br />
Reggi, Franco Fattori, Gianni Amelotti.<br />
L’anno successivo il bilancio fece registrare una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> lire 21.141.935; ma il bilancio<br />
al 31 agosto 1990 fece registrare un utile d’esercizio <strong>di</strong> lire 21.667.430 che fu<br />
motivo <strong>di</strong> moderato ottimismo. Le ven<strong>di</strong>te furono <strong>di</strong> lire 833.000.000, 250 in più rispetto<br />
all’anno precedente. Per il biennio 1991-93 l’assemblea 464 elesse i nuovi organi amministrativi<br />
465 . Anche il bilancio consuntivo 1991 466 si chiuse con una per<strong>di</strong>ta d’esercizio<br />
<strong>di</strong> lire 63.031.429 che fu attribuita a <strong>di</strong>versi criteri valutativi per la determinazione delle<br />
giacenze <strong>di</strong> magazzino cui si fece ricorso per uniformare il bilancio della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
a quello delle altre farmacie.<br />
A dare ottimismo, il dato delle ven<strong>di</strong>te che avevano raggiunto la somma <strong>di</strong> lire<br />
1.204.906.705, un importo mai registrato nel passato; sul bilancio gravava l’affitto dei<br />
locali della farmacia (lire 22.372.229), non compensato dall’entrata per l’affitto della<br />
precedente sede <strong>di</strong> via Oberdan (lire 6.575.000).<br />
<strong>La</strong> dottoressa Venturoli lasciò l’incarico <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettrice della farmacia e fu sostituita<br />
dalla dottoressa Morena Cacciari. Il bilancio del 1992 467 presentò un utile netto <strong>di</strong> lire<br />
460 Assemblea generale, 13 maggio 1989.<br />
461 Un ruolo fondamentale fu svolto dalla Banca Agricola Mantovana (già Banca Operaia) che aprì<br />
linee <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to a favore della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>.<br />
462 Assemblea generale, 13 maggio 1989.<br />
463 Werther Verri nacque il 15 marzo1923 a Molinella ed il suo mestiere era quello <strong>di</strong> macellaio. Prese<br />
parte alla lotta <strong>di</strong> liberazione col nome “Barba” e la qualifica <strong>di</strong> comandante nel battaglione Alberani<br />
della 5ª brigata “Bonvicini Matteotti”.<br />
464 Assemblea generale, 15 giugno 1991.<br />
465 Consiglio d’amministrazione: Raffaele Trivellini, Clau<strong>di</strong>o Becca, Gianni Scola, Giulio Alberani,<br />
Michele Miccoli, Bruno Marchesi, Werther Verri. Nel collegio sindacale, il dottor Mario Mariani<br />
viene eletto al posto del ragionier Giulio Nuzzi, deceduto, già presidente del collegio. Nuovo presidente<br />
del collegio <strong>di</strong>venne il dottor Ermanno <strong>Poli</strong>.<br />
466 Assemblea generale, 13 giugno 1992. Nel corso della seduta furono eletti i sindaci effettivi (Ermanno<br />
<strong>Poli</strong>, Dario Lo<strong>di</strong> e Mario Mariani) e quelli supplenti (Costante Atti e Anna Reggi).<br />
467 Assemblea generale, 26 aprile 1993. Nella seduta fu eletto il consiglio d’amministrazione: Antonio<br />
Alberani, Clau<strong>di</strong>o Becca, Bruno Marchesi, Mario Mariani, Gianni Scola, Raffaele Trivellini,<br />
Walther Verri. Fu eletto anche come sindaco supplente Massimo Mota. I probiviri eletti furono<br />
Anselmo Martoni, Francesco Spina, Diego Ravaioli.<br />
122 123
Raffaele Trivellini, presidente della <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong> dal 1958 al 2005.<br />
25.633.637, che contribuì a dare sollievo<br />
ai conti della farmacia. Anche il bilancio<br />
dell’anno successivo risultò <strong>di</strong> piena<br />
sod<strong>di</strong>sfazione con un utile netto <strong>di</strong> lire<br />
26.100.537. Un calo delle ven<strong>di</strong>te si registrò<br />
nel 1994 e, <strong>di</strong> conseguenza, vi fu una<br />
contrazione dell’utile a lire 4.396.708 che,<br />
però, risalì a lire 31.537.684 col consuntivo<br />
1995.<br />
<strong>La</strong> <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> stava per vivere<br />
una nuova e definitiva svolta: un nuovo<br />
trasferimento della propria sede operativa.<br />
Gli inse<strong>di</strong>amenti dei nuovi gran<strong>di</strong><br />
centri commerciali comportavano, infatti,<br />
la presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse attività oltre a quella<br />
tipica dei supermercati: l’e<strong>di</strong>cola, i negozi<br />
<strong>di</strong> abbigliamento, i bar, il ristorante selfservice<br />
ed anche le farmacie. Un’opportunità<br />
si presentò quando la Coop adriatica<br />
decise <strong>di</strong> aprire una nuova e grande sede<br />
proprio nei pressi della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>,<br />
sul territorio fuori porta <strong>La</strong>me: l’I-<br />
percoop Centro <strong>La</strong>me aveva previsto l’apertura per il 6 novembre 1996 e la <strong>Farmacia</strong><br />
<strong>Cooperativa</strong> aveva ottenuto il permesso <strong>di</strong> potersi trasferire da via Gagarin nei locali <strong>di</strong><br />
via <strong>Marco</strong> Polo, all’interno del Centro <strong>La</strong>me. Non può sfuggire il fatto che quando i primi<br />
amministratori pensarono ad una succursale della farmacia, in<strong>di</strong>viduarono proprio la<br />
zona fuori porta <strong>La</strong>me come idonea, in quanto zona <strong>di</strong> sviluppo urbano.<br />
<strong>La</strong> scelta era compiuta e dopo aver firmato il contratto 468 <strong>di</strong> locazione si pensò a<br />
pre<strong>di</strong>sporre i nuovi locali: per il progetto fu incaricato l’ingegner Repetto, mentre l’allestimento<br />
della farmacia fu affidato alla <strong>di</strong>tta th koll.<br />
Il consiglio esaminò l’opportunità <strong>di</strong> alienare l’immobile <strong>di</strong> via Oberdan, ma si decise<br />
<strong>di</strong> soprassedere e far ricorso al cre<strong>di</strong>to bancario 469 .<br />
Si aprì così un’altra pagina della storia della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>, una pagina che<br />
ancor oggi è in corso <strong>di</strong> scrittura e che gli amministratori hanno tutta l’intenzione <strong>di</strong> continuare<br />
a scrivere in nome della tra<strong>di</strong>zione, dei valori cooperativistici, della convinzione<br />
che anche nel nuovo secolo e nel nuovo millennio la cooperazione nel settore farmaceutico<br />
abbia ancora un ruolo ed un significato <strong>di</strong> esemplare testimonianza.<br />
468 cda, 10 luglio 1996. Il contratto <strong>di</strong> locazione fu firmato con la <strong>Cooperativa</strong> Piave.<br />
469 Il cda del 10 luglio 1996 deliberò <strong>di</strong> chiedere un affidamento <strong>di</strong> lire 500.000.000 alla Cassa <strong>di</strong> Ri-<br />
sparmio in <strong>Bologna</strong>.<br />
<strong>La</strong> <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> oggi<br />
Consiglio <strong>di</strong> amministrazione:<br />
Mariani Mario presidente<br />
Lo<strong>di</strong> Dario vicepresidente<br />
Mota Massimo consigliere<br />
Ravaioli Diego consigliere<br />
Collegio sindaCale:<br />
<strong>Poli</strong> Ermanno presidente<br />
Scola Gianni sindaco effettivo<br />
Natali Nicola sindaco effettivo<br />
124 125<br />
Sede legale ed operativa:<br />
Via <strong>Marco</strong> Polo 3 – 40131 <strong>Bologna</strong><br />
Tel.: 051 6341275 – E-mail: fcooper@tin.it<br />
i <strong>di</strong>pendenti:<br />
Cacciari Morena farmacista – <strong>di</strong>rettore<br />
Siri Barbara farmacista – vice<strong>di</strong>rettore<br />
Tonini Monica farmacista – responsabile dermo-cosmesi<br />
Falchieri Alessandra farmacista – responsabile omeopatia e fitoterapia<br />
Fabbrizi Maura farmacista – responsabile infanzia e igiene orale<br />
Intenza Rossella farmacista – responsabile dermo-cosmesi<br />
Caniglia Chiara farmacista<br />
Panariti Silvia farmacista<br />
Tolomelli Sonia magazziniere<br />
<strong>La</strong> farmacia è aderente all’Associazione generale<br />
cooperative italiane agCi dal 21 marzo 1961.<br />
<strong>La</strong> farmacia, nel corso del 2011, è stata iscritta<br />
nel Registro delle imprese storiche italiane istituito<br />
dall’Unioncamere.<br />
Dal 1900 al servizio dei soci e del pubblico<br />
FARMACIA<br />
COOPERATIVA<br />
DI BOLOGNA<br />
Via <strong>Marco</strong> Polo, 3 (presso Centro <strong>La</strong>me)<br />
40131 <strong>Bologna</strong> | Tel. 051 634 12 75 | fcooper@tin.it
Il presidente Mario Mariani nei locali della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> in via <strong>Marco</strong> Polo 3 (a sinistra)<br />
e assieme alle sue collaboratrici (sopra).
Il presidente Mario Mariani nei locali della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> in via <strong>Marco</strong> Polo 3.<br />
Primo statuto della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>, 1900<br />
titoLo i<br />
coStituzione, Scopo, Sede e durata deL<strong>La</strong> Società<br />
Art. 1. Sotto gli auspici della Società Operaia Maschile <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, è costituita una Società<br />
cooperativa anonima, a capitale illimitato, col titolo <strong>di</strong>: <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>.<br />
<strong>La</strong> Società Operaia concorre alla fondazione del capitale sociale della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
in ragione <strong>di</strong> lire una per ogni socio.<br />
Art. 2. <strong>La</strong> Società ha per iscopo <strong>di</strong> organizzare servizi farmaceutici destinati ad uso dei propri<br />
soci e del pubblico, <strong>di</strong>stribuendo le merci a prezzi fissi pari ai più miti correnti, verso<br />
pagamenti a pronti contanti.<br />
Il Consiglio d’Amministrazione avrà però facoltà <strong>di</strong> fornire a prezzi speciali, alla Società Operaia<br />
Maschile <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, con le modalità <strong>di</strong> pagamento da stabilirsi, i me<strong>di</strong>camenti a formola<br />
magistrale occorrenti alla Società stessa per la <strong>di</strong>stribuzione gratuita ai suoi soci ammalati.<br />
Art. 3. <strong>La</strong> sede della Società è stabilita in <strong>Bologna</strong>.<br />
<strong>La</strong> durata ne è fissata in 50 anni, decorribili dalla data dell’atto <strong>di</strong> costituzione legale, ed è<br />
prorogabile per deliberazione dell’Assemblea generale dei soci.<br />
titoLo ii<br />
Soci<br />
Art. 4. Possono essere ammessi a far parte della Società tutti coloro che ne facciano domanda<br />
per iscritto al Consiglio d’Amministrazione.<br />
Possono esservi ammesse le società <strong>di</strong> Mutuo Soccorso, cooperative, come i corpi morali,<br />
purché designino una persona a loro rappresentante, e questa sia <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>mento del Consiglio<br />
d’Amministrazione.<br />
Art. 5. L’ammissione dei soci e la loro esclusione sono <strong>di</strong> competenza del Consiglio d’Amministrazione.<br />
Al Consiglio è pure riservata la facoltà <strong>di</strong> non ammettere le persone, le società o i corpi<br />
morali che, a suo giu<strong>di</strong>zio, avessero interessi contrari a quelli della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>.<br />
Il Consiglio d’Amministrazione non è tenuto a dare giustificazione del rigetto <strong>di</strong> una domanda<br />
d’ammissione.<br />
Nei casi <strong>di</strong> esclusione per azioni ritenute <strong>di</strong>sonorevoli o <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>zio agli interessi sociali,<br />
il socio escluso ha facoltà <strong>di</strong> far ricorso al giu<strong>di</strong>zio inappellabile dei Probiviri, entro otto<br />
giorni da quello del ricevimento della comunicazione relativa.<br />
Il ritardo <strong>di</strong> oltre tre mesi nel pagamento delle rate, <strong>di</strong> cui il successivo art. 6, può egualmente<br />
costituire motivo <strong>di</strong> esclusione. In questo caso però la deliberazione del Consiglio<br />
d’Amministrazione è inappellabile.<br />
129<br />
Allegato n. 1
titoLo iii<br />
capitaLe SociaLe e quote<br />
Art. 6. Il capitale sociale è costituito da un numero illimitato <strong>di</strong> quote da lire cinquanta; e<br />
ciascun socio deve sottoscriverne almeno una.<br />
Ciascuna quota sottoscritta può essere pagata in rate mensili consecutive <strong>di</strong> lire 2, a partire<br />
dal mese successivo a quello dell’ammissione.<br />
Ogni anno, dopo l’approvazione del bilancio il Consiglio d’Amministrazione e i Sindaci<br />
determineranno il prezzo <strong>di</strong> emissione delle nuove azioni, tenuto conto delle con<strong>di</strong>zioni<br />
generali della Società e, specialmente, del <strong>di</strong>videndo.<br />
Art. 7. Le quote sono nominative e non sono ce<strong>di</strong>bili. <strong>La</strong> proprietà <strong>di</strong> esse è attestata soltanto<br />
dal libro dei soci.<br />
Sono rimborsabili, al loro valore nominale, soltanto nei seguenti casi:<br />
a) al socio, su sua domanda, quando comprovi <strong>di</strong> aver trasferito la sua residenza in luogo<br />
dove la Società non abbia esercizio;<br />
b) agli ere<strong>di</strong> legittimi, in caso <strong>di</strong> morte del socio;<br />
c) alle società e ai corpi morali, in caso <strong>di</strong> scioglimento.<br />
L’assemblea generale, consentendolo le con<strong>di</strong>zioni finanziarie della Società, può stabilire il<br />
rimborso perio<strong>di</strong>co delle quote completamente pagate. Però i possessori delle quote così<br />
rimborsate conserveranno sempre la qualità <strong>di</strong> socio, escluso il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> <strong>di</strong>videndo, <strong>di</strong> cui<br />
l’articolo 10.<br />
Art. 8. Il socio uscente, o chi lo rappresenta, deve stendere la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> recesso sul libro<br />
dei soci, o notificarla alla Società per atto d’usciere. Essa non è però operativa che per la<br />
fine dell’esercizio in corso, purché sia fatta prima dell’ultimo trimestre dell’esercizio stesso:<br />
se è fatta più tar<strong>di</strong>, le quote sono vincolate anche per l’esercizio successivo.<br />
titoLo iv<br />
eSercizio, Bi<strong>La</strong>ncio, utiLi, <strong>di</strong>viden<strong>di</strong>, riServe<br />
Art. 9. L’esercizio sociale decorre dal settembre all’agosto successivo.<br />
Il Consiglio d’Amministrazione e i Sindaci sono tenuti a comunicare all’Assemblea i criteri<br />
seguiti nella valutazione delle sostanze inventariate l’ultimo giorno <strong>di</strong> agosto.<br />
Art. 10. Gli utili netti dell’esercizio, dopo prelevata la somma occorrente per dare alle quote<br />
un interesse non superiore al 5%, saranno così <strong>di</strong>stribuiti:<br />
a) 4/20 al fondo <strong>di</strong> riserva or<strong>di</strong>naria (sempreché sia osservata in proposito la <strong>di</strong>sposizione<br />
<strong>di</strong> cui l’articolo 182 del Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> commercio);<br />
b) 3/20 al fondo <strong>di</strong> riserva straor<strong>di</strong>naria, il quale è intangibile fino a che l’Assemblea non<br />
abbia deliberato sulla sua destinazione;<br />
c) 2/20 al Consiglio d’Amministrazione e ai Sindaci;<br />
d) 2/20 in favore degli agenti della Società;<br />
e) 3/20 ad un fondo per la propaganda dell’istruzione ed educazione popolare e del principio<br />
cooperativo;<br />
130<br />
f) 6/20 in favore della Società Operaia Maschile <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, nel modo che sarà stabilito<br />
dall’Assemblea dopo il secondo anno d’esercizio.<br />
L’interesse dato alle quote sarà loro <strong>di</strong>stribuito se interamente pagate, e valutandole al<br />
loro valore nominale, o, in caso contrario, destinato come apporto su <strong>di</strong> esse.<br />
Alla riserva straor<strong>di</strong>naria sarà pure assegnato l’ammontare delle quote non rimborsate.<br />
Le somme che pervenissero alla Società, lasciti o altri proventi, andranno anch’esse in<br />
aumento della riserva straor<strong>di</strong>naria.<br />
Art. 11. Esse sono esercitate:<br />
a) dall’Assemblea generale dei soci;<br />
b) dal Consiglio d’Amministrazione;<br />
c) dal Direttore tecnico;<br />
d) dal Direttore amministrativo;<br />
e) dai Sindaci;<br />
f) dai Probiviri.<br />
a) Assemblea generale<br />
titoLo v<br />
Funzioni SociaLi<br />
Art. 12. L’Assemblea è il potere costituente della Società ed è composta <strong>di</strong> tutti i soci in corrente<br />
con i loro impegni.<br />
L’Assemblea si <strong>di</strong>stingue in or<strong>di</strong>naria e in straor<strong>di</strong>naria.<br />
L’Assemblea or<strong>di</strong>naria si aduna una sola volta l’anno, la terza domenica <strong>di</strong> settembre, nella<br />
sede sociale, alle ore 9 antelucane, senza obbligo <strong>di</strong> preavviso. Essa è valida qualunque sia<br />
il numero degli intervenuti, e il suo or<strong>di</strong>ne del giorno è il seguente:<br />
I Relazione del Consiglio d’Amministrazione e dei Sindaci.<br />
II Discussione e deliberazioni sul bilancio.<br />
III Rinnovazione del Consiglio d’Amministrazione, dei Sindaci e dei Probiviri.<br />
L’Assemblea straor<strong>di</strong>naria si aduna ogni qualvolta, a giu<strong>di</strong>zio del Consiglio d’Amministrazione,<br />
lo richiedano gli interessi della Società, o quando ne sia presentata domanda scritta<br />
e motivata dai Sindaci o da almeno un decimo dei soci in corrente con i loro impegni;<br />
nei quali due ultimi casi il Consiglio ha l’obbligo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>re l’adunanza relativa entro <strong>di</strong>eci<br />
giorni dalla data della domanda.<br />
L’Assemblea straor<strong>di</strong>naria è essa pure valida qualunque sia il numero degli intervenuti.<br />
Però, per la vali<strong>di</strong>tà delle deliberazioni su oggetti <strong>di</strong> cui l’art. 158 del Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> commercio,<br />
occorre anche il voto dei soci non intervenuti all’Assemblea, e che avrebbero avuto<br />
<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> intervenire; e tale voto sarà provocato per mezzo <strong>di</strong> referendum, con le modalità<br />
da stabilirsi dall’Assemblea stessa.<br />
Art. 13. <strong>La</strong> convocazione delle Assemblee straor<strong>di</strong>narie deve farsi me<strong>di</strong>ante avviso da pubblicarsi<br />
sull’albo esposto nella sede sociale, almeno otto giorni prima <strong>di</strong> quello fissato per l’adunanza, e da<br />
ripetersi con i mezzi che il Consiglio riterrà più opportuni per portarlo a conoscenza <strong>di</strong> tutti i soci.<br />
Detto avviso deve inoltre contenere in modo dettagliato l’or<strong>di</strong>ne del giorno da trattarsi.<br />
131<br />
Allegato n. 1
Art. 14. In ciascuna adunanza, <strong>di</strong>etro invito del Consigliere delegato (al quale spetta <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarare<br />
aperta la seduta), l’Assemblea nomina il proprio Presidente per <strong>di</strong>rigere le <strong>di</strong>scussioni.<br />
Il Presidente dell’Assemblea nomina, a sua volta, il Segretario, che può essere anche quello<br />
del Consiglio d’Amministrazione, e due Scrutatori per il controllo delle votazioni, salvo<br />
quanto è <strong>di</strong>sposto dall’art. 35.<br />
Art. 15. Il socio ha un solo voto, qualunque sia il numero delle quote che possiede, e non può farsi<br />
rappresentare nell’Assemblea, salvo il <strong>di</strong>sposto al secondo capoverso dell’art. 4.<br />
Art. 16. I consiglieri d’amministrazione non possono dar voto nell’approvazione dei bilanci,<br />
né sulle materie riguardanti la loro responsabilità.<br />
Art. 17. Le votazioni si fanno, or<strong>di</strong>nariamente, per alzata <strong>di</strong> mano: ma trattandosi <strong>di</strong> persone, o<br />
quando lo doman<strong>di</strong>no almeno <strong>di</strong>eci soci, si deve procedere a scrutinio segreto. In ogni caso si<br />
intendono approvate quelle proposte che ottengono la maggioranza relativa dei voti.<br />
Art. 18. Di ogni assemblea si re<strong>di</strong>ge verbale che viene poi approvato e firmato dal Presidente,<br />
dal Segretario e dagli Scrutatori, presenti almeno un consigliere d’amministrazione e un<br />
sindaco, in apposita adunanza convocata dal Presidente stesso.<br />
b) Consiglio d’Amministrazione<br />
Art. 19. Il Consiglio d’Amministrazione si compone <strong>di</strong> sette soci in corrente coi loro impegni,<br />
due dei quali delegati dal Consiglio <strong>di</strong>rettivo della Società Operaia maschile.<br />
Esso elegge fra i suoi componenti il Consigliere delegato e il Segretario.<br />
Art. 20. Sono attribuzioni del Consiglio:<br />
a) deliberare sull’ammissione, esclusione e riammissione dei soci;<br />
b) fare gli acquisti col concorso del Direttore;<br />
c) nominare gli agenti necessari per il regolare andamento dell’azienda, facendone confermare<br />
la nomina dall’Assemblea dopo un anno <strong>di</strong> esperimento;<br />
d) determinare le attribuzioni degli agenti sociali, i loro stipen<strong>di</strong> e la loro partecipazione<br />
ai profitti; sospenderli o revocarli, salvo, nel caso <strong>di</strong> revoca <strong>di</strong> agenti confermati come<br />
sopra, la ratifica della prossima Assemblea;<br />
e) stabilire, col concorso del Direttore, il listino dei prezzi correnti;<br />
f) compilare gli inventari, i bilanci annuali e i ren<strong>di</strong>conti morali;<br />
g) convocare le Assemblee straor<strong>di</strong>narie, seguendo le norme stabilite dagli articoli 12 e 13;<br />
h) provvedere all’impiego dei fon<strong>di</strong> sociali, all’organizzazione dei servizi farmaceutici e,<br />
quando lo creda opportuno, <strong>di</strong> servizi me<strong>di</strong>ci speciali, e compiere, infine, tutti gli altri<br />
atti necessari per il migliore andamento dell’Azienda, i quali non siano riservati all’Assemblea<br />
o non si trovino in opposizione col presente Statuto o con la Legge.<br />
Dagli agenti, ai quali si affidano le merci o il denaro e i valori sociali, il Consiglio può esigere<br />
un congruo deposito <strong>di</strong> cauzione. Tutti gli agenti debbono però acquistare, avendone<br />
i requisiti, la qualità <strong>di</strong> socio.<br />
Art. 21. Il Consiglio d’Amministrazione ha facoltà <strong>di</strong> scegliere ogni anno, fra i soci, uno o<br />
132<br />
più controllori, i quali abbiano da prestare l’opera loro nella compilazione degli inventari<br />
o nella sorveglianza dei <strong>di</strong>spensari.<br />
Art. 22. I consiglieri sono esonerati dall’obbligo <strong>di</strong> prestare cauzione, ma assumono le<br />
responsabilità stabilite dall’art. 147 del Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> commercio.<br />
Art. 23. Il Consigliere delegato assume la firma sociale, rappresenta la Società in giu<strong>di</strong>zio<br />
e fuori, e presiede le adunanze del Consiglio.<br />
In caso <strong>di</strong> assenza o <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>mento è sostituito dal consigliere più anziano. Però, per gli<br />
atti sociali è necessaria la firma collettiva <strong>di</strong> due consiglieri.<br />
Art. 24. Per la vali<strong>di</strong>tà delle adunanze del Consiglio, occorre la presenza <strong>di</strong> almeno quattro<br />
consiglieri.<br />
Per la vali<strong>di</strong>tà delle deliberazioni, basta la maggioranza relativa dei voti. In caso <strong>di</strong> parità<br />
<strong>di</strong> voti, la deliberazione sull’oggetto in votazione è sospesa e rimandata ad altra adunanza.<br />
Le votazioni sono palesi o segrete. Quest’ultimo mezzo deve essere adottato quando sia<br />
domandato anche da un solo consigliere, o quando si tratti <strong>di</strong> persone o <strong>di</strong> affari nei quali<br />
taluno dei consiglieri abbia un interesse <strong>di</strong>retto o in<strong>di</strong>retto.<br />
Art. 25. Di ogni adunanza è redatto verbale dal Segretario, o da chi per esso.<br />
Tali verbali sono approvati nell’adunanza rispettivamente successiva, e firmati dal Consigliere<br />
delegato e dal Segretario o da chi ne fa rispettivamente le veci, tenuto presente il<br />
<strong>di</strong>sposto dell’ultimo periodo dell’art. 23.<br />
c) Direttore tecnico<br />
Art. 26. <strong>La</strong> <strong>di</strong>rezione tecnica dei servizi farmaceutici è affidata a un Direttore, nominato dal<br />
Consiglio a norma dell’art. 20, comma c), il quale, per i fini legali, è institore della farmacia<br />
principale.<br />
Egli è responsabile verso la Società del regolare andamento dell’Azienda. Perciò presta congrua<br />
cauzione; è tenuto in solido a rispondere dei danni derivanti dalle trasgressioni alle<br />
Leggi sanitarie e ai Regolamenti relativi, o da qualunque altra causa, a norma del contratto<br />
<strong>di</strong> nomina; propone i prezzi <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta dei me<strong>di</strong>cinali e dei presi<strong>di</strong> dell’arte, la nomina degli<br />
altri institori o assistenti dei servizi farmaceutici e gli orari delle officine, e cura che il personale<br />
<strong>di</strong> servizio delle officine stesse adempia con zelo e attività al proprio dovere.<br />
Fa gli acquisti occorrenti, purché, deliberati, o in via <strong>di</strong> massima o <strong>di</strong> volta in volta, dal<br />
Consiglio, in unione al Direttore amministrativo o col suo benestare; presenta le proposte<br />
che crede opportune per il miglioramento tecnico dell’Azienda, e si tiene al corrente,<br />
facendo gli stu<strong>di</strong> necessari, dei bisogni e degli usi della piazza.<br />
Assiste, se richiesto, alle adunanze del Consiglio.<br />
d) Direttore amministrativo<br />
Art. 27. <strong>La</strong> <strong>di</strong>rezione della parte concernente il commercio, l’andamento dei servizi <strong>di</strong> cassa e<br />
<strong>di</strong> contabilità e l’osservanza delle leggi fiscali e del Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> commercio, sono affidati ad un<br />
Direttore amministrativo nominato dal Consiglio, a norma dell’art. 20, comma c).<br />
133<br />
Allegato n. 1
Il Direttore amministrativo fa gli acquisti occorrenti in unione al Direttore tecnico, o<br />
gliene dà il benestare, e presenta al Consiglio tutte quelle proposte <strong>di</strong> indole contabileamministrativa<br />
che siano richieste dall’andamento dell’Azienda.<br />
Assiste, se richiesto, alle sedute del Consiglio.<br />
e) Sindaci<br />
Art. 28. I Sindaci sono in numero <strong>di</strong> cinque: tre effettivi e due supplenti; e sono eletti fra i soci<br />
in pari coi loro impegni.<br />
Art. 29. I Sindaci devono:<br />
a) stabilire, d’accordo col Consiglio, la forma dei bilanci e la situazione delle quote;<br />
b) esaminare, almeno ogni trimestre, i libri della Società, per conoscere le operazioni sociali<br />
ed accertare la bontà del metodo <strong>di</strong> scrittura;<br />
c) fare frequenti ed improvvisi riscontri <strong>di</strong> cassa, non mai più lontani <strong>di</strong> un trimestre l’uno<br />
dall’altro;<br />
d) riconoscere almeno una volta al mese, con la scorta dei libri sociali, l’esistenza dei titoli e dei<br />
valori <strong>di</strong> qualunque specie, depositati in pegno, cauzione o custo<strong>di</strong>a presso la Società;<br />
e) rivedere i bilanci e farne la relazione nel termine assegnato dall’art. 12;<br />
f) sorvegliare le operazioni <strong>di</strong> liquidazione, se del caso;<br />
g) curare che vengano scrupolosamente osservate tutte le <strong>di</strong>sposizioni dello Statuto e della<br />
Legge;<br />
h) convocare le Assemblee straor<strong>di</strong>narie, qualora il Consiglio omettesse <strong>di</strong> convocarle;<br />
i) intervenire a tutte le Assemblee generali.<br />
I Sindaci hanno il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> avere dal Consiglio uno stato mensile delle operazioni sociali.<br />
Hanno pure il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> intervenire, però col solo voto consultivo, a tutte le adunanze del<br />
Consiglio, e <strong>di</strong> fare inserire negli or<strong>di</strong>ni del giorno tanto delle adunanze stesse, quanto<br />
delle Assemblee straor<strong>di</strong>narie, le proposte che credano opportune.<br />
f) Probiviri<br />
Art. 30. I Probiviri sono in numero <strong>di</strong> tre e possono essere eletti anche fra estranei alla Società.<br />
Essi decidono inappellabilmente su tutte le controversie, sottoposte al loro giu<strong>di</strong>zio, relative<br />
ad esclusione o a riammissione <strong>di</strong> soci.<br />
Prestano pure l’opera loro, se richiesti, come amichevoli compositori, nelle vertenze fra<br />
soci e soci, o fra soci e il Consiglio d’Amministrazione, per affari attinenti alla Società.<br />
titoLo vi<br />
eLezione deLLe cariche SociaLi<br />
Art. 31. L’elezione dei cinque consiglieri <strong>di</strong> cui l’art. 19, dei Sindaci e dei Probiviri ha luogo<br />
ogni anno, nell’Assemblea generale or<strong>di</strong>naria (art. 12).<br />
Gli uscenti <strong>di</strong> carica sono rieleggibili.<br />
Non sono rieleggibili a Sindaci, e scadono se eletti, i parenti e gli affini dei consiglieri <strong>di</strong><br />
amministrazione fino al quarto grado <strong>di</strong> consanguineità o <strong>di</strong> affinità.<br />
134<br />
Art. 32. I can<strong>di</strong>dati che ottengono il maggior numero <strong>di</strong> voti sono proclamati eletti.<br />
Quanto all’elezione dei Sindaci, i primi tre, per maggior numero <strong>di</strong> voti ottenuti, s’intendono<br />
nominati effettivi: i due seguenti, supplenti.<br />
In caso <strong>di</strong> voti eguali fra due can<strong>di</strong>dati, la nomina spetta al più anziano d’età.<br />
<strong>La</strong> proclamazione e le partecipazioni <strong>di</strong> nomina sono fatte dal Presidente dell’Assemblea.<br />
Art. 33. Se un eletto, entro tre giorni da quello, in cui gli fu partecipata la nomina, <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> non<br />
accettare la carica conferitagli, subentra chi ottenne dopo gli eletti il maggior numero <strong>di</strong> voti.<br />
Qualora dalle urne non fosse uscito un numero <strong>di</strong> nomi sufficiente per coprire i posti dei<br />
rinuncianti, si deve convocare l’Assemblea straor<strong>di</strong>naria per completare le elezioni.<br />
Se nel corso dell’esercizio, si rendano, per qualsiasi ragione, vacanti dei posti fra i consiglieri<br />
eletti dai soci, fra i Sindaci o fra i Probiviri, si deve convocare un’Assemblea generale<br />
straor<strong>di</strong>naria per le elezioni suppletive.<br />
Art. 34. Ogni consigliere d’elezione sociale, che si <strong>di</strong>metta dalla carica, ha l’obbligo <strong>di</strong> esporre<br />
per iscritto al Consiglio, per le comunicazioni alla prossima Assemblea, i motivi della sua<br />
determinazione.<br />
Anche dopo usciti <strong>di</strong> carica, i consiglieri <strong>di</strong> amministrazione rimangono responsabili del<br />
loro operato a norma <strong>di</strong> Legge.<br />
Art. 35. Nell’Assemblea or<strong>di</strong>naria, e in quelle straor<strong>di</strong>narie, nelle quali si dovesse procedere<br />
ad elezioni suppletive, il Presidente nomina fra i soci presenti anche uno o più comitati <strong>di</strong><br />
tre scrutatori per le operazioni elettorali.<br />
Le elezioni incominciate nell’Assemblea continuano per almeno otto ore nel giorno seguente,<br />
in uno o più luoghi da destinarsi e pubblicarsi dal Consiglio.<br />
titoLo vii<br />
Liquidazione deL<strong>La</strong> Società<br />
Art. 36. Nel caso <strong>di</strong> liquidazione della Società deliberata dall’Assemblea dei soci, si seguiranno<br />
le norme stabilite dal Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> commercio.<br />
In quello, invece, <strong>di</strong> liquidazione forzata, nel quale i soci non avessero potuto nominare<br />
i liquidatori, resta stabilito che questi saranno: il Sindaco <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, il Presidente della<br />
Deputazione provinciale e il titolare in Farmaceutica dell’Università <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>.<br />
Occorrendo il Consiglio ha facoltà <strong>di</strong> chiedere al Tribunale che la Società sia messa in stato<br />
<strong>di</strong> moratoria.<br />
L’attivo netto risultante dalla liquidazione della Società, dopo rimborsate le quote esistenti<br />
al solo loro valore nominale, verrà <strong>di</strong>viso a perfetta metà fra la Società Operaia Maschile <strong>di</strong><br />
<strong>Bologna</strong> e la locale Congregazione <strong>di</strong> Carità.<br />
titoLo viii<br />
<strong>di</strong>SpoSizioni generaLi e tranSitorie<br />
Art. 37. Il socio che ha dei reclami da fare sulla qualità o sul prezzo delle merci, sulla con-<br />
135<br />
Allegato n. 1
dotta degli agenti della Società, o per qualsiasi altro motivo, deve rivolgersi per iscritto al<br />
Consiglio d’Amministrazione, esponendo i fatti che gli hanno dato motivo <strong>di</strong> lagnarsi; e<br />
qualora non ritenga sod<strong>di</strong>sfacente la risposta del Consiglio stesso, può appellarsi al giu<strong>di</strong>zio<br />
dell’Assemblea, valendosi delle <strong>di</strong>sposizioni degli articoli 12 e 13.<br />
Ciascun socio ha inoltre il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> presentare, in iscritto, al Consiglio d’Amministrazione<br />
le proposte che giu<strong>di</strong>chi favorevoli alla Società.<br />
Art. 38. <strong>La</strong> Cassa <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to della Società Operaia Maschile, in deroga dalla<br />
<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> cui l’art. 7, ha facoltà <strong>di</strong> cedere a terzi, purché essi possano essere ammessi<br />
a far parte della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>, le proprie quote sottoscritte, anche se non interamente<br />
liberate.<br />
Art. 39. Il Consiglio compilerà e metterà in vigore il Regolamento generale per l’applicazione<br />
del presente Statuto.<br />
Detto Regolamento dovrà poi essere approvato dall’Assemblea dei soci.<br />
Art. 40. Gli atti sociali saranno pubblicati nel perio<strong>di</strong>co <strong>La</strong> Cooperazione Italiana <strong>di</strong> Milano o<br />
in altro da destinarsi dall’Assemblea.<br />
Art. 41. Il primo Consiglio d’Amministrazione, i primi Sindaci e i primi Probiviri sono nominati<br />
nell’occasione della costituzione legale della Società, e durano in carica fino al 31<br />
agosto 1901.<br />
Art. 42. Le spese fatte per la costituzione della Società saranno a carico <strong>di</strong> essa.<br />
136<br />
Società Operaia Maschile 56<br />
Albertazzi Gaetano 1<br />
Albertoni prof. Pietro 1<br />
Anconelli Carlo 1<br />
Arrigoni Enrico 1<br />
Baccolini Arturo 1<br />
Barbieri Celestino 1<br />
Bar<strong>di</strong> Enrico (tipografo) 1<br />
Beccari dr. Ludovico 1<br />
Bergamini Francesco 1<br />
Bidone prof. Ettore 1<br />
Bojar<strong>di</strong> avv. Vittorio 1<br />
Borini Luigi 1<br />
Busi Umberto 1<br />
Bussoli Carlo 1<br />
Carloni Emiliano 1<br />
Casini Pietro 1<br />
Cassa <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to della Società<br />
Operaia (rappresentata da Parisini) 7<br />
Cocchi Clemente 1<br />
Collina rag. Umberto 1<br />
Colliva Giuseppe 1<br />
Coraluppi Aldo 1<br />
Daghia Gaetano 1<br />
D’Arco Arturo 1<br />
Dalla rag. Severo 1<br />
Dal Monte Casoni Giovanni 1<br />
Donini Riccardo 2<br />
Fabbri dr. Guglielmo 1<br />
Geminiani Cassiano 1<br />
Ghillini avv. Alberto 1<br />
Gregorini Bingham Ugo 1<br />
Grossi dr. Leonello 1<br />
Guadagnini rag. prof. Luigi 1<br />
Soci e Azioni 1<br />
1 Elenco dei soci al primo febbraio 1905. Le azioni hanno il valore <strong>di</strong> lire 50 ciascuna. <strong>La</strong> metà <strong>di</strong><br />
essi, nel corso degli anni verrà “ra<strong>di</strong>ata”: alcuni per insolvenza mentre altri recedono dal ruolo <strong>di</strong><br />
soci e vengono rimborsati. Nei lustri successivi sovente, alla morte del titolare dell’azione, subentra<br />
un familiare (moglie, figli…). Al 31 <strong>di</strong>cembre 1932 i soci erano 149 per 290 azioni ed un capitale <strong>di</strong><br />
lire 14.400. Al 31 <strong>di</strong>cembre 1948 i soci erano 767 per 910 azioni ed un capitale <strong>di</strong> lire 45.500.<br />
137<br />
Lenzi avv. Ugo 1<br />
Levi ing. Giorgio 1<br />
Lo<strong>di</strong> Fe’ dr. Giovanni 1<br />
Maggesi Arturo 1<br />
<strong>Marco</strong>vigi ing. Giulio 1<br />
Marescalchi rag. Antonio 1<br />
Mazzoni Antonio 1<br />
Menarini Federico 1<br />
Mezzanotte dr. Giuseppe 1<br />
Minghetti Aurelio 1<br />
Modonesi Ezio 1<br />
Montebugnoli Giuseppe 1<br />
Mori dr. Assunto 1<br />
Murri avv. Tullio 1<br />
Murri prof. Augusto 1<br />
Musini dr. Enrico 1<br />
Palmieri avv. Giovanni Battista 1<br />
Parisini rag. Faustino 1<br />
Peretti Romeo 1<br />
Piancastelli Ugo 1<br />
Pini prof. Gilberto 1<br />
Pini prof. Giovanni 1<br />
Pizzirani Filippo 1<br />
Poggeschi avv. Alessandro 1<br />
Pullè prof. Francesco Lorenzo 1<br />
Ruffini Teofilo 1<br />
Russoli Carlo 1<br />
Sacchetti Emanuele 1<br />
Sandoni avv. Enrico 1<br />
Sandri Ettore 1<br />
Sanguinetti Guido 1<br />
Sarti rag. Pietro 1<br />
Scuri Roberto 1<br />
Stagni Mario 1<br />
Allegato n. 2
Sterchele Sante 1<br />
Tamburini rag. Giuseppe 1<br />
Tempesti Alfredo 1<br />
Tirelli dr. Alessandro 1<br />
Valenti Luigi 1<br />
Venturi Augusto 1<br />
138<br />
Venturini avv. Aristide 1<br />
Vitta Erminio 1<br />
Volta Fer<strong>di</strong>nando 1<br />
Zanar<strong>di</strong> dr. Francesco 1<br />
Zanar<strong>di</strong> dr. Pasquale 1<br />
Regolamento<br />
Art. 1. Il personale della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> si <strong>di</strong>vide in due categorie:<br />
1) impiegati<br />
2) inservienti<br />
Gli impiegati sono:<br />
1°) Il Direttore tecnico, institore della <strong>Farmacia</strong> principale.<br />
2°) Gli institori delle farmacie succursali.<br />
3°) I farmacisti aggiunti.<br />
Gli inservienti sono:<br />
1°) I facchini.<br />
In via eccezionale sotto la responsabilità e <strong>di</strong>etro proposta degli institori delle farmacie<br />
possono venire assunti nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> maggior lavoro degli Allievi farmacisti che saranno<br />
retribuiti nella misura che <strong>di</strong> volta in volta sarà stabilita dal Consiglio Direttivo. Con le<br />
stesse norme possono venire assunti dei Fattorini che dovranno coa<strong>di</strong>uvare i facchini e<br />
staranno alla <strong>di</strong>retta <strong>di</strong>pendenza degl’institori e subor<strong>di</strong>natamente degli aggiunti.<br />
Art. 2. Il Direttore tecnico è responsabile del regolare andamento dei servizi farmaceutici, dell’osservanza<br />
del regolamento e della <strong>di</strong>sciplina del personale <strong>di</strong>pendente. È tenuto pure a rispondere<br />
in solido coi <strong>di</strong>retti autori dei danni derivanti dalle trasgressioni alle leggi ed ai regolamenti<br />
sanitari della perfetta qualità e preparazione <strong>di</strong> tutti i rime<strong>di</strong> terapeutici. Dovrà compilare<br />
ogni anno la tariffa dei prezzi <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta dei me<strong>di</strong>cinali e dei presi<strong>di</strong> dell’arte.<br />
Per gli acquisti e la scelta dei generi occorrenti alle Farmacie dovrà attenersi alle norme<br />
concordate in via <strong>di</strong> massima o <strong>di</strong> volta in volta fra lui e il Direttore amministrativo, col<br />
concorso degli institori delle farmacie succursali.<br />
Art. 3. Gli institori sono responsabili <strong>di</strong> quanto si contiene nei locali della farmacia e più particolarmente<br />
dell’arma<strong>di</strong>o dei veleni del quale dovranno custo<strong>di</strong>re la chiave. Dovranno preparare<br />
quei rime<strong>di</strong> galenici che non convenga pel prezzo e per ragioni tecniche acquistare <strong>di</strong>rettamente;<br />
procedere alla compilazione dell’annuo inventario dei capitolati vivi esistenti nelle singole<br />
farmacie; presentare le note delle somministrazioni fatte a sodalizi o ad altri Istituti a termini<br />
dei rispettivi contratti, compilare annualmente una relazione sull’andamento delle singole farmacie,<br />
tenere la nota dettagliata degli incassi e delle spese giornaliere servendosi dell’apposito<br />
modulo, versare l’incasso giornaliero nel modo da stabilirsi d’accordo col Direttore amministrativo<br />
e consegnare a questo la corrispondenza <strong>di</strong>retta alla <strong>Cooperativa</strong>.<br />
Art. 4. Dopo un anno dall’assunzione in servizio, il personale che abbia dato <strong>di</strong> sé buona<br />
prova, acquista il <strong>di</strong>ritto alla stabilità e la conferma viene data con le norme fissate dall’art.<br />
20 dello Statuto, comma c.<br />
Art. 5. Le infrazioni <strong>di</strong>sciplinari in cui il personale dovesse incorrere sono soggette alla sospensione<br />
od alla revoca da applicarsi dal Consiglio d’Amministrazione con le norme fissate<br />
dall’art. 20 comma d. dello Statuto.<br />
139<br />
Allegato n. 3
Il Consiglio d’Amministrazione potrà licenziare un agente ogni qualvolta concorrono circostanze<br />
gravi quali:<br />
a.) il rendersi colpevole <strong>di</strong> azioni <strong>di</strong>sonoranti.<br />
b.) Il danneggiare moralmente e materialmente la <strong>Cooperativa</strong>.<br />
c.) L’abituale negligenza nel servizio, l’abbandono arbitrario <strong>di</strong> questo.<br />
Art. 6. In caso <strong>di</strong> comprovata malattia che si prolunghi oltre il mese, sarà in facoltà del Consiglio<br />
<strong>di</strong>rettivo <strong>di</strong> sospendere il pagamento dell’assegno; se la malattia si prolunga oltre i sei<br />
mesi, il Consiglio sarà in facoltà <strong>di</strong> provvedere alla definitiva sostituzione dell’impiegato.<br />
Art. 7. In caso <strong>di</strong> cessazione <strong>di</strong> un esercizio la <strong>Cooperativa</strong> ha facoltà <strong>di</strong> licenziare il personale <strong>di</strong><br />
quel determinato esercizio, corrispondendo sei mesi <strong>di</strong> paga agli impiegati della 1 a e 2 a classe<br />
(<strong>di</strong>rettore ed institori), tre mesi <strong>di</strong> paga a quelli della 3 a (aggiunti) ed un mese ai facchini.<br />
Per contro il personale può chiedere <strong>di</strong> essere esonerato dall’impiego a patto però che <strong>di</strong>a<br />
<strong>di</strong>sdetta scritta alla <strong>Cooperativa</strong>:<br />
a) tre mesi prima se trattasi degli impiegati delle due prime classi (<strong>di</strong>rettore ed institori)<br />
b) due mesi prima se degl’impiegati della 3 a classe (aggiunti)<br />
c) un mese prima se degli inservienti.<br />
Art. 8. L’orario ed i turni <strong>di</strong> servizio sono stabiliti dal Consiglio <strong>di</strong>rettivo u<strong>di</strong>to il parere del<br />
Direttore tecnico e per le succursali quello dei rispettivi institori.<br />
Art. 9. Agli impiegati sarà concesso per turno un permesso annuale <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>ci giorni consecutivi.<br />
Qualunque permesso straor<strong>di</strong>nario dovrà essere chiesto per lettera al Consiglio od in caso<br />
d’urgenza al Direttore amministrativo.<br />
Art. 10. Lo stipen<strong>di</strong>o degli impiegati ed il salario degli inservienti sono quelli contemplati alla<br />
pianta organica unita al presente regolamento, senza pregiu<strong>di</strong>zio dell’eventuale riparto degli<br />
utili netti spettanti agli agenti della Società a norma dell’art. 10 comma d. dello Statuto.<br />
Art. 11. Gli assegni al personale saranno pagati posticipatamente alla fine <strong>di</strong> ogni mese e su <strong>di</strong><br />
essi non sono ammessi anticipi <strong>di</strong> qualunque sorta.<br />
Art. 12. Per le maggiori attribuzioni e responsabilità delle quali è rivestito il Direttore tecnico,<br />
sarà a questo corrisposto un compenso invariabile <strong>di</strong> L. 420 annue <strong>di</strong>visibile in rate mensili<br />
<strong>di</strong> L. 35 ognuna.<br />
Art. 13. Ad ogni quadriennio e per quattro quadrienni successivi l’impiegato ha <strong>di</strong>ritto all’aumento<br />
<strong>di</strong> un decimo dello stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> base.<br />
Art. 14. Il Consiglio d’Amministrazione ha facoltà e ciò in via <strong>di</strong> massima <strong>di</strong> far luogo alle nomine<br />
per qualsiasi posto in seguito a concorso per titoli o per titoli ed esame, con le norme<br />
che saranno stabilite caso per caso.<br />
Nel caso <strong>di</strong> vacanza in una classe qualsiasi l’impiegato della classe inferiore acquista la<br />
preferenza alla promozione alla classe superiore.<br />
In caso <strong>di</strong> concorrenza <strong>di</strong> più impiegati della stessa classe, la preferenza alla promozione<br />
spetta al più anziano <strong>di</strong> servizio.<br />
140<br />
Art. 15. Nel caso <strong>di</strong> promozione, se lo stipen<strong>di</strong>o che l’impiegato percepisce è inferiore allo<br />
stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> base della classe a cui viene promosso, l’impiegato andrà a percepire quest’ultimo<br />
stipen<strong>di</strong>o e dal giorno della promozione comincerà a decorrere la maturazione dei<br />
quadrienni inerenti al nuovo posto.<br />
Se però la <strong>di</strong>fferenza è inferiore al decimo dello stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> base della classe a cui viene<br />
promosso, non s’interromperà il quadriennio in corso agli effetti degli aumenti successivi.<br />
Se invece lo stipen<strong>di</strong>o che percepiva è superiore a quello <strong>di</strong> base della classe a cui viene<br />
promosso, gli sarà corrisposto lo stipen<strong>di</strong>o imme<strong>di</strong>atamente superiore della classe medesima<br />
con uno o più quadrienni conglobati; ma gli aumenti successivi decorreranno dal<br />
giorno della promozione.<br />
Disposizioni Transitorie<br />
L’organico unito al presente regolamento andrà in vigore al 1° marzo 1908.<br />
In ogni caso, non avendo detto organico forza retroattiva, l’impiegato non ha <strong>di</strong>ritto ad<br />
arretrati oltre il 1° marzo 1908, per qualsiasi ragione o motivo.<br />
Pianta organica del personale addetto alla <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
1 a Classe (impiegati)<br />
Direttore tecnico (institore della farmacia principale)<br />
Assegno <strong>di</strong> base L. 2100, corrispondente a L. 175 mensili<br />
1° aumento quadriennale 210<br />
2° ” ” 210<br />
3° ” ” 210<br />
4° ” ” 210<br />
_______<br />
L. 2940 corrispondente a L. 245 mensili<br />
Più L. 420 <strong>di</strong> indennità fissa<br />
=========================<br />
2 a Classe (impiegati)<br />
Institori<br />
Assegno <strong>di</strong> base L. 2100, corrispondente a L. 175 mensili<br />
1° aumento quadriennale 210<br />
2° ” ” 210<br />
3° ” ” 210<br />
4° ” ” 210<br />
_______<br />
L. 2940 corrispondente a L. 245 mensili<br />
=========================<br />
141<br />
Allegato n. 3
3 a Classe (impiegati)<br />
Aggiunti<br />
Assegno <strong>di</strong> base L. 1800 corrispondente a L. 150 mensili<br />
1° aumento quadriennale 180<br />
2° ” ” 180<br />
3° ” ” 180<br />
4° ” ” 180<br />
_______<br />
L. 2520 corrispondente a L. 210 mensili<br />
=========================<br />
Inservienti (facchini)<br />
Assegno <strong>di</strong> base L. 960 corrispondente a L. 80 mensili<br />
1° aumento quadriennale 96<br />
2° ” ” 96<br />
3° ” ” 96<br />
4° ” ” 96<br />
_______<br />
L. 1344 corrispondente a L. 112 mensili<br />
=========================<br />
142<br />
Statuto 1915<br />
titoLo 1<br />
coStituzione, Scopo, Sede, durata deL<strong>La</strong> Società.<br />
Art. 1. Sotto gli auspici della Società Operaia Maschile <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, è costituita una Società<br />
cooperativa anonima, a capitale illimitato ed titolasi: <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>.<br />
<strong>La</strong> Società Operaia concorre alla fondazione del capitale sociale della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
in ragione <strong>di</strong> lire una per ogni suo socio. Agli effetti della legge 22 maggio 1913<br />
dell’esercizio della <strong>Farmacia</strong>, la Società dovrà raggiungere il numero minimo <strong>di</strong> 300 soci.<br />
Art. 2. <strong>La</strong> Società ha per scopo <strong>di</strong> organizzare servizi farmaceutici destinati ad uso dei propri<br />
soci e del pubblico <strong>di</strong>stribuendo le merci a prezzi fissi pari ai più miti correnti, verso<br />
pagamento a pronti contanti. Il Consiglio d’Amministrazione, osservate le <strong>di</strong>sposizioni<br />
dell’art. 46 del regolamento 13 luglio 1914 della legge 1913 sopra citata avrà però facoltà<br />
<strong>di</strong> fornire a prezzi speciali alla Società Operaia Maschile <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, con le modalità <strong>di</strong><br />
pagamento da stabilirsi, i me<strong>di</strong>camenti a formula magistrale occorrenti alla Società stessa<br />
per la <strong>di</strong>stribuzione gratuita ai suoi ammalati.<br />
Art. 3. <strong>La</strong> sede della Società è stabilita in <strong>Bologna</strong>. <strong>La</strong> durata ne è fissata in 50 anni decorribili<br />
dalla data dell’atto <strong>di</strong> costituzione legale avvenuta con rogito Poggiolini Dottor Achille 15<br />
novembre 1900 ed è prorogabile per deliberazione dell’assemblea generale dei soci.<br />
Art. 4. Possono essere ammessi a far parte della Società tutti coloro che abbiano capacità giuri<strong>di</strong>ca<br />
e che ne facciano domanda per iscritto al Consiglio d’Amministrazione.<br />
Possono pure esservi ammesse le società <strong>di</strong> M.S. cooperative, come corpi morali, purché<br />
designino una persona a loro rappresentante, e questa sia <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>mento del Consiglio<br />
d’Amministrazione.<br />
L’ammissione dei soci si effettua seguendo le norme dell’art. 226 del co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> commercio.<br />
Ogni socio, col fatto solo d’aver chiesto ed ottenuto tale qualità, accetta il presente Statuto<br />
e tutte le <strong>di</strong>sposizioni ad esso relative.<br />
Art. 5. L’ammissione e la loro esclusione sono <strong>di</strong> competenza del Consiglio d’Amministrazione.<br />
Il Consiglio ha obbligo <strong>di</strong> non ammettere le persone, le società o i corpi morali,<br />
che, a suo giu<strong>di</strong>zio avessero interessi contrari a quelli della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>. Il<br />
Consiglio d’Amministrazione è tenuto a dare giustificazione del rigetto <strong>di</strong> una domanda<br />
d’ammissione. Nei casi <strong>di</strong> esclusione per azioni ritenute <strong>di</strong>sonorevoli, o <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>zio<br />
agli interessi sociali, il socio escluso ha la facoltà <strong>di</strong> far ricorso al giu<strong>di</strong>zio inappellabile<br />
dei Probiviri, entro otto giorni da quello del ricevimento della comunicazione relativa.<br />
Il ritardo <strong>di</strong> oltre tre mesi nel pagamento delle rate, <strong>di</strong> cui al successivo art. 6, può<br />
egualmente costituire motivo <strong>di</strong> esclusione. In questo caso però la deliberazione del<br />
Consiglio d’Amministrazione è inappellabile.<br />
143<br />
Allegato n. 4
Art. 6. (uguale)<br />
Art. 7. Le quote sono nominative e non sono ce<strong>di</strong>bili. <strong>La</strong> proprietà <strong>di</strong> esse è attestata soltanto<br />
dal libro dei soci. Sono rimborsabili al valore nominale soltanto nei seguenti casi: a) al socio,<br />
su sua domanda, quando comprovi <strong>di</strong> aver trasferito la sua residenza in luogo, dove la<br />
Società non abbia esercizio; b) agli ere<strong>di</strong> legittimi, in caso <strong>di</strong> morte del socio; c) alle società<br />
e ai corpi morali, in caso <strong>di</strong> scioglimento.<br />
Art. 8. (uguale)<br />
Art. 9. L’esercizio sociale decorre dal settembre all’agosto successivo. Il Consiglio d’Amministrazione<br />
e i Sindaci sono tenuti a comunicare all’Assemblea i criteri seguiti nella valutazione<br />
delle sostanze inventarie l’ultimo giorno <strong>di</strong> agosto. Per ciascuna <strong>Farmacia</strong> e per ciascun<br />
esercizio istituito a senso dell’art. 2 verrà tenuta separata contabilità e locali <strong>di</strong>stinti.<br />
Art. 10. Gli utili netti dell’esercizio, dopo prelevata la somma occorrente per dare alle quote<br />
un interesse non inferiore al 5% saranno così <strong>di</strong>stribuiti:<br />
a) 4/20 al fondo <strong>di</strong> riserva or<strong>di</strong>naria (sempreché sia osservata in proposito la <strong>di</strong>sposizione<br />
<strong>di</strong> cui all’art. 182 del Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Commercio;<br />
b) 3/20 al fondo riserva straor<strong>di</strong>naria il quale è intangibile fino a che l’Assemblea non avrà<br />
deliberato sulla sua destinazione;<br />
c) 1/20 al Consiglio d’Amministrazione e ai Sindaci;<br />
d) 2/20 in favore degli agenti della Società;<br />
e) 4/20 ad un fondo per la propaganda dell’istruzione ed educazione popolare, e del principio<br />
cooperativo;<br />
f) 6/20 a favore della Società Operaia Maschile <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> nel modo che sarà stabilito<br />
dall’Assemblea dopo il secondo anno d’esercizio.<br />
L’interesse dato alle quote sarà loro <strong>di</strong>stribuito se interamente pagate e valutandole al loro<br />
valore nominale, o in caso contrario, destinato come apporto su <strong>di</strong> esse.<br />
Alla riserva straor<strong>di</strong>naria sarà pure assegnato l’ammontare delle quote non rimborsate e le<br />
somme che pervenissero alla Società per donazioni, lasciti o altri proventi, andranno anch’esse<br />
in aumento della riserva straor<strong>di</strong>naria. Il <strong>di</strong>videndo conferito ai soci non potrà mai essere superiore<br />
in complesso alla metà degli utili totali depurati dalla quota <strong>di</strong> cui all’art. 182 del Co<strong>di</strong>ce<br />
<strong>di</strong> Commercio.<br />
Art. 11. (uguale)<br />
Art. 12. L’Assemblea è il potere costituente della Società ed è composta <strong>di</strong> tutti i soci in corrente<br />
coi loro impegni. L’Assemblea si <strong>di</strong>stingue in or<strong>di</strong>naria e straor<strong>di</strong>naria.<br />
L’Assemblea or<strong>di</strong>naria si aduna una sola volta l’anno entro novembre nella sede sociale,<br />
alle 9 ant. Senza l’obbligo <strong>di</strong> preavviso. Essa è valida qualunque sia il numero degli intervenuti;<br />
e il suo or<strong>di</strong>ne del giorno è il seguente:<br />
1°) Relazione del Consiglio d’Amministrazione e dei Sindaci;<br />
2°) Discussione e deliberazione del bilancio;<br />
3°) Rinnovazione del Consiglio d’Amministrazione, dei Sindaci e dei Probiviri.<br />
L’Assemblea straor<strong>di</strong>naria si aduna ogni qualvolta a giu<strong>di</strong>zio del Consiglio d’Amministrazione,<br />
144<br />
lo richiedano gli interessi della Società o quando ne sia presentata domanda, scritta e motivata,<br />
dai Sindaci e da almeno un decimo dei soci in corrente con i loro impieghi; nei quali due ultimi<br />
casi il Consiglio ha l’obbligo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>re l’adunanza relativa entro <strong>di</strong>eci giorni dalla data della domanda.<br />
L’Assemblea straor<strong>di</strong>naria è essa pure valida qualunque sia il numero degli intervenuti.<br />
Però, per la vali<strong>di</strong>tà della deliberazione in oggetto <strong>di</strong> cui l’art. 158 del Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Commercio,<br />
occorre anche il voto <strong>di</strong> oltre la metà dei soci. Il voto dei soci non intervenuti all’Assemblea sarà<br />
provocato per mezzo del referendum con le modalità da stabilirsi dall’Assemblea.<br />
[Sono successivamente letti gli artt. 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19 nel vecchio testo l’art. 20<br />
come alle mo<strong>di</strong>ficazioni proposte dal consiglio e successivamente gli artt. dal 21 al 37 quali<br />
sono prima riportati nel vecchio Statuto].<br />
Art. 20. Sono attribuzioni del Consiglio:<br />
a) deliberare sull’ammissione esclusivamente e riammissione dei soci;<br />
b) fare gli acquisti col concorso dei Direttori;<br />
c) nominare gli agenti necessari per il regolare andamento dell’azienda; facendone confermare<br />
la nomina dall’Assemblea dopo un anno <strong>di</strong> esperimento;<br />
d) determinare le attribuzioni degli agenti sociali, i loro stipen<strong>di</strong> e la loro partecipazione<br />
ai progetti; sospenderli e revocarli, salvo, nel caso <strong>di</strong> revoca <strong>di</strong> agenti confermati come<br />
sopra, la ratifica della prossima assemblea;<br />
e) stabilire, col concorso dei Direttori il listino dei prezzi correnti;<br />
f) compilare gli inventari, i bilanci annuali e i ren<strong>di</strong>conti morali;<br />
g) convocare le assemblee straor<strong>di</strong>narie, seguendo le norme stabilite dagli artt. 12 e 13;<br />
h) provvedere all’impiego dei fon<strong>di</strong> sociali, all’organizzazione dei servizi farmaceutici, e,<br />
quando lo creda opportuno, <strong>di</strong> servizi me<strong>di</strong>ci speciali; a compiere, infine, tutti gli altri<br />
atti necessari per il migliore andamento dell’azienda, i quali non siano riservati all’Assemblea<br />
e non si trovino in opposizione col presente Statuto e con la legge;<br />
i) comunicare (qualora l’art. 1 abbia pieno effetto) annualmente al Prefetto i bilanci e fornirgli<br />
tutti i documenti giustificativi che <strong>di</strong>mostrino il rigoroso adempimento delle con<strong>di</strong>zioni<br />
stabilite dalla legge e dal Regolamento sull’esercizio della <strong>Farmacia</strong>. Dagli agenti, ai<br />
quali si affidano le merci, o il denaro e valori sociali, il Consiglio può esigere un congruo<br />
deposito <strong>di</strong> cauzione. Tutti gli agenti debbono però acquistare, avendone i requisiti, la<br />
qualità <strong>di</strong> socio.<br />
[L’art. 38 è quin<strong>di</strong> soppresso. L’art. 38 nuovo la cui sostanza corrisponde al vecchio art. 39<br />
viene limitato al suo primo alinea e cioè:]<br />
Art. 38. Il Consiglio completerà e metterà in vigore il regolamento generale per l’applicazione<br />
del presente Statuto.<br />
[Successivamente vengono letti gli artt. 40, 41, 42 i quali ultimi vengono soppressi].<br />
Disposizione transitoria<br />
I soci in deroga alla <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> cui all’art. 7 del presente Statuto hanno facoltà <strong>di</strong> cedere<br />
a tutti (purché essi abbiano i requisiti voluti dallo Statuto) la quota o le quote <strong>di</strong> azioni<br />
145<br />
Allegato n. 4
che eventualmente fossero loro assegnate a titolo <strong>di</strong> smobilitazione delle riserve. Dopo <strong>di</strong><br />
che il presidente pone ai voti il nuovo Statuto così concordato che risulta approvato alla<br />
unanimità.<br />
All’oggetto secondo il presidente propone che i soci non presenti all’Assemblea siano<br />
interrogati per il referendum richiesto sulle mo<strong>di</strong>ficazioni allo Statuto con una formale<br />
deliberazione che essi dovranno sottoscrivere.<br />
Egli farà quin<strong>di</strong> formulare una copia del nuovo Statuto che dovrà essere firmata anche in<br />
parec chi esemplari dai soci assenti interpellati <strong>di</strong>rettamente da una commissione dei soci<br />
che sono presenti a questa assemblea.<br />
[…] L’Assemblea ad unanimità approva la proposta del presidente. Chiede anche il presidente<br />
che piaccia all’Assemblea <strong>di</strong> deliberare che il Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione insieme<br />
ai Sindaci sia facoltizzato ad accettare quelle mo<strong>di</strong>ficazioni che il tribunale ritenesse <strong>di</strong> dover<br />
richiedere per la approvazione definitiva dello Statuto oggi approvato. Anche questa<br />
proposta viene ratificata ad unanimità dall’Assemblea.<br />
Verbale <strong>di</strong> chiusura del Referendum, indetto per le mo<strong>di</strong>ficazioni statutarie approvate dall’assemblea<br />
tenuta il 16 maggio 1915.<br />
Questo giorno 23 agosto 915 alle ore 21 nella residenza sociale con lettera <strong>di</strong> invito <strong>di</strong>ramata il 21<br />
corrente, sono stati convocati i membri del Consiglio Direttivo nonché i Sindaci della Società e gli<br />
eletti a far parte della Commissione incaricata <strong>di</strong> raccogliere i voti dei soci assenti all’assemblea<br />
tenuta il 16 maggio sulle mo<strong>di</strong>ficazioni statutarie approvate nell’assemblea stessa.<br />
Il consigliere delegato Parisini dando conto delle operazioni compiute anzitutto esibisce il<br />
giornale dei soci tenuto a forma <strong>di</strong> legge dal quale risulta che il numero dei soci esistenti al 16<br />
maggio 1915 è <strong>di</strong> 69 non pretendasi ritenere tali, ma soltanto azionisti, gli ere<strong>di</strong> dei defunti<br />
Barbieri Celestino, Bojar<strong>di</strong> avv. Vittorio e Zamboni avv. Enrico.<br />
Comunica inoltre che con circolare 5 giugno si informò i soci assenti dall’assemblea dell’obbligo<br />
loro <strong>di</strong> dare il voto sulle mo<strong>di</strong>ficazioni da portarsi allo Statuto, che all’uopo l’apposita<br />
commissione avrebbe chiesto la firma dei soci intervenuti in calce al verbale della adunanza<br />
16 maggio […].<br />
146<br />
Trattamento <strong>di</strong> quiescenza del personale<br />
(approvato il 3 novembre 1917)<br />
Art. 1. A favore <strong>di</strong> ogni impiegato o salariato in pianta stabile, la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> verserà<br />
ogni anno, in un libretto della Cassa <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to della Società Operaria <strong>di</strong><br />
<strong>Bologna</strong>, una somma corrispondente ad un mese <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong>o al netto <strong>di</strong> ogni indennità o<br />
compenso speciale <strong>di</strong> carattere transitorio.<br />
Art. 2. Tale libretto sarà intestato al nome dell’impiegato o salariato e fruttifero a suo favore,<br />
ma vincolato a favore della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>, e le somme in esso versate, ed i frutti<br />
relativi, dovranno restare ivi giacenti sino a che l’impiegato non cessi dal prestare servizio<br />
nelle con<strong>di</strong>zioni in<strong>di</strong>cate negli articoli seguenti.<br />
Art. 3. <strong>La</strong> somma risultante dai versamenti fatti e dai frutti composti maturati, sarà consegnata<br />
a titolo <strong>di</strong> completa quiescenza, qualunque sia il periodo <strong>di</strong> servizio prestato dall’impiegato<br />
o salariato, nel caso della sua morte ai suoi ere<strong>di</strong> legittimi, ed a lui, nel caso <strong>di</strong> accertata<br />
inabilità permanente.<br />
Art. 4. Ove non concorrano queste circostanze, saranno a lui consegnati a tacitazione <strong>di</strong> ogni<br />
<strong>di</strong>ritto derivante dal servizio prestato<br />
a) agli impiegati o salariati licenziati a norma dell’art. 7 del regolamento organico<br />
b) a tutto il personale, in caso <strong>di</strong> scioglimento della Società<br />
c) all’impiegato o salariato che chiegga il collocamento a riposo, o si licenzi dopo <strong>di</strong>eci<br />
anni <strong>di</strong> servizio prestato senza interruzione.<br />
Art. 5. Perde ogni <strong>di</strong>ritto al trattamento <strong>di</strong> quiescenza, l’impiegato o salariato che:<br />
a) si licenzia volontariamente prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> servizio ininterrotti.<br />
b) Viene licenziato dall’Amministrazione pei motivi contemplati nell’art. 5, comma a, b, c,<br />
del regolamento organico.<br />
Nel primo caso le somme depositate nel libretto saranno ripartite in parti proporzionali<br />
agli stipen<strong>di</strong> ed agli anni <strong>di</strong> servizio prestati, nei libretti intestati all’altro personale, nei<br />
casi successivi resteranno alla <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> a compenso del danno subìto, senza<br />
pregiu<strong>di</strong>zio delle ulteriori azioni del caso.<br />
Disposizioni transitorie<br />
Per gli impiegati che attualmente si trovano in servizio, in pianta stabile, la <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong><br />
verserà nei libretti da intestarsi a loro favore non oltre il 31 <strong>di</strong>cembre 1917, tanti mesi dello<br />
stipen<strong>di</strong>o attuale, al netto <strong>di</strong> ogni indennità o compenso <strong>di</strong> carattere transitorio, quanti sono gli<br />
anni <strong>di</strong> servizio prestati dalla data <strong>di</strong> assunzione a titolo <strong>di</strong> prova sino ad oggi.<br />
Nel caso che l’assunzione sia avvenuta posteriormente al primo gennaio <strong>di</strong> qualsiasi anno, pel<br />
primo anno saranno calcolati tanti do<strong>di</strong>cesimi <strong>di</strong> mesata, quanti sono i mesi <strong>di</strong> servizio prestati.<br />
147<br />
Allegato n. 5
Mo<strong>di</strong>ficazioni da apportare al Regolamento organico per metterlo in relazione col trattamento<br />
<strong>di</strong> quiescenza.<br />
1 a Classe (impiegati)<br />
Direttore tecnico (institore della <strong>Farmacia</strong> principale). Assegno <strong>di</strong> base £ 3.600, corrispondente<br />
a lire 300 mensili<br />
1° aumento quadriennale lire 360<br />
2° ” ” lire 360<br />
3 ” ” lire 360<br />
4 ” ” lire 360<br />
Più lire 420 <strong>di</strong> indennità (fissa)<br />
2 a Classe (impiegati)<br />
Institori. Assegno <strong>di</strong> base: lire 3.600, corrispondente a lire 300 mensili<br />
1° aumento quadriennale lire 360<br />
2° ” ” lire 360<br />
3 ” ” lire 360<br />
4 ” ” lire 360<br />
3 a Classe (impiegati)<br />
Aggiunti. Assegno <strong>di</strong> base: lire 3.600, corrispondenti a lire 250 mensili<br />
1° aumento quadriennale lire 300<br />
2° ” ” lire 300<br />
3 ” ” lire 300<br />
4 ” ” lire 300<br />
Inservienti (facchini). Assegno <strong>di</strong> base: lire 1.200, corrispondenti a lire 100 mensili.<br />
1° aumento quadriennale lire 120<br />
2° ” ” lire 120<br />
3 ” ” lire 120<br />
4 ” ” lire 120<br />
Art. 6. In caso <strong>di</strong> cessazione <strong>di</strong> un esercizio, la <strong>Cooperativa</strong> ha facoltà <strong>di</strong> licenziare il personale<br />
<strong>di</strong> quel determinato esercizio, con <strong>di</strong>sdetta data sei mesi prima o corrispondendo sei mesi<br />
<strong>di</strong> paga agli impiegati <strong>di</strong> 1 a e 2 a classe (<strong>di</strong>rettore e institori), con <strong>di</strong>sdetta data tre mesi<br />
prima o corrispondendo tre mesi <strong>di</strong> paga a quelli della 3 a (aggiunti), <strong>di</strong>sdetta data un mese<br />
prima o corrispondendo un mese <strong>di</strong> paga ai facchini.<br />
In questo caso il personale avrà <strong>di</strong>ritto al trattamento <strong>di</strong> quiescenza contemplato dall’art.<br />
4 comma 2 del Regolamento pel trattamento stesso.<br />
148<br />
Statuto sociale (1987)<br />
titoLo i<br />
coStituzione – Sede – durata – Scopo<br />
Art. 1. Sotto gli auspici della Società Operaia Maschile <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> è costituita una Società<br />
<strong>Cooperativa</strong> a responsabilità limitata con la denominazione “FARMACIA COOPERATI-<br />
VA DI BOLOGNA – SOCIETÀ COOPERATIVA A RESPONSABILITÀ LIMITATA”.<br />
Art. 2. <strong>La</strong> Società si propone:<br />
1) <strong>di</strong> giovare all’economia domestica dei soci;<br />
2) <strong>di</strong> migliorare le con<strong>di</strong>zioni morali e materiali dei Soci e dei consumatori in genere;<br />
3) <strong>di</strong> stimolare lo spirito <strong>di</strong> risparmio dei Soci e dei consumatori in genere;<br />
4) <strong>di</strong> collaborare allo sviluppo ed alla propaganda del movimento cooperativistico e mutualistico;<br />
5) <strong>di</strong> promuovere l’elevazione culturale, morale, materiale, l’attività sportiva, ricreativa<br />
e del tempo libero dei lavoratori, nelle forme più opportune, anche aiutando a tale<br />
scopo il movimento cooperativistico e, comunque, enti, cooperative, società ed associazioni<br />
culturali e sportive, che si adoperino nello stesso senso. Per il raggiungimento<br />
dei suoi fini la Società potrà compiere tutte le operazioni che saranno dal Consiglio<br />
<strong>di</strong> Amministrazione ritenute comunque utili ed opportune, sempre nell’ambito del<br />
principio della mutualità dal quale la <strong>Cooperativa</strong> è retta e <strong>di</strong>sciplinata, ed escluso ogni<br />
fine <strong>di</strong> speculazione privata.<br />
A tali fini, essa provvede ad organizzare servizi farmaceutici ad uso dei propri Soci e<br />
del pubblico, <strong>di</strong>stribuendo le merci a prezzi fissi pari ai più miti correnti, verso pagamento<br />
a pronti contanti.<br />
Il Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione, osservate le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> legge e <strong>di</strong> regolamento,<br />
avrà facoltà <strong>di</strong> fornire a prezzi speciali, ai Soci della <strong>Cooperativa</strong> tanto i me<strong>di</strong>camenti<br />
a formula magistrale quanto le specialità. Questo beneficio potrà essere esteso ai Soci<br />
<strong>di</strong> altre Società quando non ostino speciali <strong>di</strong>sposizioni sindacali e quando le Società<br />
stesse sottoscrivano almeno <strong>di</strong>eci quote della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> ed abbiano con<br />
questa similarità <strong>di</strong> scopi.<br />
<strong>La</strong> <strong>Cooperativa</strong> potrà svolgere qualunque altra attività connessa e affine agli scopi<br />
sopradetti, nonché compiere tutti gli atti e concludere tutte le operazioni contrattuali<br />
<strong>di</strong> natura immobiliare, mobiliare, industriale, finanziaria, necessari o utili alla realizzazione<br />
degli scopi sociali e, comunque, <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente, attinenti ai<br />
medesimi.<br />
Art. 3. <strong>La</strong> sede della Società è stabilita in <strong>Bologna</strong>.<br />
<strong>La</strong> durata ne è fissata fino al 31 agosto 2000 ed è prorogabile per deliberazione della assemblea<br />
generale dei Soci.<br />
149<br />
Allegato n. 6
titoLo ii<br />
Soci<br />
Art. 4. Il numero dei Soci è illimitato, ma non può essere inferiore a cinquanta (50).<br />
Possono essere Soci tutti i consumatori, senza <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> sesso, che abbiano compiuto<br />
il 18° (<strong>di</strong>ciottesimo) anno <strong>di</strong> età e siano residenti nella provincia <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, con esclusione<br />
<strong>di</strong> coloro che esercitano professione <strong>di</strong> interme<strong>di</strong>ari e/o <strong>di</strong> grossisti nel commercio dei<br />
prodotti farmaceutici, <strong>di</strong> coloro che conducono in proprio farmacie o industrie produttrici<br />
<strong>di</strong> farmaci e <strong>di</strong> coloro che esercitano attività ed abbiano interessi comunque contrastanti<br />
con quelli della <strong>Cooperativa</strong>. Possono pure essere ammesse le Società <strong>di</strong> Mutuo Soccorso,<br />
le Cooperative, gli Enti Pubblici o Assistenziali ed i corpi morali, purché designino una<br />
persona a loro rappresentante in possesso dei requisiti <strong>di</strong> cui al 2° comma.<br />
Art. 5. Chi intende essere ammesso come Socio dovrà presentare al Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione<br />
domanda scritta la quale dovrà contenere: a) in<strong>di</strong>cazione del nome, del cognome,<br />
della residenza, della data e del luogo <strong>di</strong> nascita; b) in<strong>di</strong>cazione della sua effettiva attività<br />
<strong>di</strong> lavoro; c) in<strong>di</strong>cazione della somma che intende sottoscrivere.<br />
Il Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione delibera insindacabilmente sulla domanda <strong>di</strong> ammissione,<br />
senza essere tenuto a dare giustificazione dell’eventuale rigetto della domanda.<br />
Art. 6. I Soci dovranno versare la tassa <strong>di</strong> ammissione <strong>di</strong> £. 1.000 (lire mille) e sottoscrivere<br />
una o più quote da £. 5.000 (lire cinquemila).<br />
Essi sono obbligati: a) al versamento delle quote sottoscritte o imme<strong>di</strong>atamente alla comunicazione<br />
della loro ammissione o entro il termine intimato; b) all’osservanza dello Statuto,<br />
dei Regolamenti interni e delle deliberazioni legalmente adottate dagli organi sociali.<br />
Art. 7. I Soci cessano <strong>di</strong> appartenere alla Società per recesso, decadenza, esclusione e per<br />
causa <strong>di</strong> morte.<br />
Art. 8. Oltre che nei casi previsti dall’art. 2437 C.C. il recesso è ammesso soltanto quando<br />
il Socio trasferisca la sua residenza fuori della provincia <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>. <strong>La</strong> <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong><br />
recesso sarà annotata sul libro dei Soci a cura del Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione, al quale<br />
spetta <strong>di</strong> accertare se esso sia fondato sui motivi <strong>di</strong> cui al precedente comma, e <strong>di</strong>venta<br />
operativo nei termini <strong>di</strong> cui all’art. 2526 C.C.<br />
Art. 9. <strong>La</strong> decadenza è pronunciata dal Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione nei confronti dei Soci<br />
interdetti, inabilitati e <strong>di</strong> quelli che vengono a trovarsi in una delle situazioni <strong>di</strong> incompatibilità<br />
previste dal precedente art. 4).<br />
Art. 10. L’esclusione è pronunciata dal Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione contro i Soci:<br />
a) che non ottemperino alle <strong>di</strong>sposizioni del presente Statuto, dei Regolamenti e delle<br />
deliberazioni legalmente adottate dagli organi sociali;<br />
b) che, senza giustificato motivo <strong>di</strong> gravi ristrettezze economiche e pur dopo formale sollecitazione<br />
e <strong>di</strong>ffida, si rendano morosi nel versamento delle quote o nel pagamento dei<br />
debiti eventualmente contratti verso la Società a qualsiasi titolo;<br />
c) che, in qualsiasi modo, arrechino un danno materiale o morale alla <strong>Cooperativa</strong>.<br />
150<br />
Art. 11. Le controversie che sorgessero fra i Soci e la <strong>Cooperativa</strong> in merito ai provve<strong>di</strong>menti<br />
adottati dal Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione sulle materie contemplate nei precedenti art. 8)<br />
– 9) et 10), saranno demandate alla decisione arbitrale del Collegio dei Probiviri, previsto<br />
negli art. 37) e 38) del presente Statuto.<br />
I Soci che intenderanno reclamare contro i menzionati provve<strong>di</strong>menti del Consiglio, dovranno<br />
proporre istanza scritta al Collegio dei Probiviri entro 30 giorni dalla notifica dei<br />
provve<strong>di</strong>menti stessi.<br />
Art. 12. I Soci receduti o decaduti hanno soltanto il <strong>di</strong>ritto al rimborso della quota <strong>di</strong> capitale da<br />
essi effettivamente versata, secondo il valore reale, calcolato sulla base del bilancio dell’esercizio<br />
in corso al momento in cui il recesso o la decadenza <strong>di</strong>ventano operativi, e comunque, in<br />
misura mai superiore al valore versato. Tale rimborso avrà luogo nei sei mesi successivi all’approvazione<br />
del predetto bilancio. I Soci esclusi, invece, non hanno <strong>di</strong>ritto al rimborso della<br />
quota <strong>di</strong> capitale effettivamente versata la quale, a titolo <strong>di</strong> penale, sarà incamerata e devoluta<br />
al fondo <strong>di</strong> riserva, salva alla Società ogni maggiore azione per cre<strong>di</strong>ti e danni verso gli esclusi.<br />
I versamenti fatti dai Soci esclusi non potranno mai essere opposti in compensazione dei<br />
debiti verso la Società per qualsiasi titolo.<br />
Art. 13. In caso <strong>di</strong> morte del Socio, gli ere<strong>di</strong> hanno <strong>di</strong>ritto al rimborso della quota nella misura,<br />
con le modalità e nei termini previsti per i Soci receduti o <strong>di</strong>chiarati decaduti.<br />
Art. 14. I Soci receduti, o decaduti e gli ere<strong>di</strong> del Socio defunto non possono più chiedere<br />
il rimborso <strong>di</strong> quanto ad essi dovuto a norma dei precedenti artt. 12) et 13) quando sia<br />
trascorso il termine <strong>di</strong> prescrizione previsto dalla legge in cinque anni.<br />
Art. 15. Con le stesse modalità saranno rimborsate le quote, sottoscritte e versate, alle Società<br />
e corpi morali in caso <strong>di</strong> loro scioglimento.<br />
titoLo iii<br />
Art. 16. Il patrimonio sociale è costituito:<br />
a) dal capitale formato da un numero illimitato <strong>di</strong> quote, ciascuna delle quali <strong>di</strong> £. 5.000<br />
(lire cinquemila) o da quote formante da multipli <strong>di</strong> £. 5.000, fino ad un massimo per<br />
ogni Socio <strong>di</strong> £. 2.000.000 (lire duemilioni). Tale limite non si applica alle persone giuri<strong>di</strong>che<br />
Socie;<br />
b) dal fondo <strong>di</strong> riserva or<strong>di</strong>nario;<br />
c) dal fondo <strong>di</strong> riserva straor<strong>di</strong>nario.<br />
Qualunque liberalità che pervenisse alla Società verrà riferita al fondo <strong>di</strong> riserva straor<strong>di</strong>nario.<br />
Le quote sono sempre nominative; esse non possono essere sottoposte a pegno o a<br />
vincolo e neppure cedute a Soci o a terzi con effetto verso la Società. Le somme versate<br />
per tasse <strong>di</strong> ammissione non sono rimborsabili in nessun caso.<br />
Art. 17. Il fondo <strong>di</strong> riserva or<strong>di</strong>nario è costituito: a) dal prelevamento non minore del 20%<br />
(venti per cento) sull’utile netto annuale <strong>di</strong> cui al successivo art. 22); b) dalle tasse <strong>di</strong> ammissione<br />
dei Soci.<br />
151<br />
Allegato n. 6
Art. 18. Il fondo <strong>di</strong> riserva straor<strong>di</strong>nario, oltre che dalle liberalità che pervengano alla <strong>Cooperativa</strong><br />
<strong>di</strong> cui all’art. 16), II° comma, e dall’eventuale prelevamento <strong>di</strong> cui al successivo art.<br />
22), lettera c), è costituito dalle quote incamerate dei Soci espulsi e da quelle <strong>di</strong> cui non sia<br />
stato chiesto il rimborso nel termine fissato dal precedente art. 14).<br />
Art. 19. È fatto assoluto <strong>di</strong>vieto al riparto delle riserve fra i Soci durante la vita sociale.<br />
titoLo iv<br />
Art. 20. Il bilancio comprende l’esercizio sociale dal 1° gennaio al 31 <strong>di</strong>cembre <strong>di</strong> ogni anno e<br />
deve essere presentato all’assemblea dei Soci entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio.<br />
Questo termine qualora particolari esigenze lo richiedano, può essere prorogato a mesi sei.<br />
Art. 21. Il bilancio, dopo la sua approvazione, sarà pubblicato nel B.U.S.A. (Bollettino Ufficiale<br />
Società per Azioni) e nel F.A.L. (Foglio Annunzi Legali).<br />
Art. 22. L’utile netto risultante dal bilancio, dopo deduzione <strong>di</strong> qualsiasi spesa ed impegno<br />
della <strong>Cooperativa</strong>, viene così ripartito: a) 20% (venti per cento) al fondo <strong>di</strong> riserva or<strong>di</strong>nario;<br />
b) remunerazione del capitale sociale in misura non superiore alla misura massima<br />
degli interessi spettanti ai detentori dei buoni postali fruttiferi; c) il residuo a <strong>di</strong>sposizione<br />
del Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione da devolversi a scopi <strong>di</strong> cooperazione, mutualità, istruzione<br />
professionale, opera <strong>di</strong> solidarietà e per il raggiungimento delle finalità <strong>di</strong> cui all’art.<br />
2 e, in particolare, ai numeri 4 e 5 <strong>di</strong> esso, anche me<strong>di</strong>ante conferimenti in altre società<br />
cooperative che si propongono le stesse finalità.<br />
titoLo v<br />
Art. 23. Le assemblee sono or<strong>di</strong>narie e straor<strong>di</strong>narie. <strong>La</strong> loro convocazione deve effettuarsi<br />
me<strong>di</strong>ante inserzione, almeno otto giorni prima, <strong>di</strong> avviso contenente l’O.d.G., il luogo e<br />
l’ora sul Foglio Annunzi Legali della Provincia, nonché me<strong>di</strong>ante avviso postale ai Soci,<br />
anche non raccomandato. In mancanza dell’adempimento delle suddette formalità l’assemblea<br />
si reputa validamente costituita quando siano presenti o rappresentati tutti i Soci,<br />
tutti gli amministratori ed i Sindaci effettivi.<br />
Art. 24. L’assemblea or<strong>di</strong>naria:<br />
1) approva il bilancio;<br />
2) procede alla nomina delle cariche sociali;<br />
3) determina la misura delle medaglie <strong>di</strong> presenza da corrispondersi eventualmente agli<br />
amministratori per la loro attività collegiale e la retribuzione annuale dei Sindaci;<br />
4) delibera sulla responsabilità degli amministratori e dei Sindaci;<br />
5) delibera su tutti gli altri oggetti attinenti alla gestione sociale riservati alla sua competenza<br />
dal presente Statuto e sottoposti al suo esame dagli amministratori. Essa ha luogo<br />
una volta l’anno entro i quattro mesi successivi alla chiusura dell’esercizio sociale e<br />
quante altre volte il Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione lo crederà necessario o ne sia fatta<br />
152<br />
richiesta, per iscritto, con in<strong>di</strong>cazione della materia da trattare, dal Collegio Sindacale<br />
o da almeno un quinto dei Soci. In questi ultimi casi la convocazione deve aver luogo<br />
entro venti giorni dalla data della richiesta. L’assemblea è straor<strong>di</strong>naria quando si riunisce<br />
per deliberare sugli oggetti previsti dall’art. 2365 C.C.<br />
Art. 25. In prima convocazione l’assemblea è regolarmente costituita con la presenza della<br />
metà più uno dei Soci aventi <strong>di</strong>ritto al voto.<br />
In seconda convocazione l’assemblea, sia straor<strong>di</strong>naria sia or<strong>di</strong>naria, è regolarmente costituita<br />
qualunque sia il numero dei Soci intervenuti e delibera validamente a maggioranza su<br />
tutti gli oggetti posti all’O.d.G., salvo che sullo scioglimento e liquidazione della Società,<br />
per cui occorrerà il voto favorevole dei 3/5 dei presenti aventi <strong>di</strong>ritto al voto. <strong>La</strong> seconda<br />
convocazione deve aver luogo almeno 24 ore dopo la prima.<br />
Art. 26. Per le votazioni si procederà normalmente col sistema dell’alzata e seduta o per <strong>di</strong>visione<br />
o per alzata <strong>di</strong> mano; per le elezioni delle cariche sociali, o quando si tratti <strong>di</strong> persone,<br />
è obbligatoria la votazione segreta.<br />
Art. 27. Hanno <strong>di</strong>ritto al voto nelle assemblee i Soci che risultano iscritti nel libro dei Soci da<br />
almeno tre mesi. Ogni Socio ha un solo voto, qualunque sia l’ammontare della quota da lui<br />
sottoscritta. Il Socio può farsi rappresentare nell’assemblea da altro Socio non amministratore,<br />
ma che abbia <strong>di</strong>ritto al voto, me<strong>di</strong>ante delega scritta; ogni Socio delegato non può rappresentare<br />
più <strong>di</strong> un altro Socio. Le deleghe devono essere menzionate nel processo verbale della<br />
assemblea e conservate fra gli atti sociali. I Consiglieri <strong>di</strong> Amministrazione non possono dare<br />
voto nell’approvazione dei bilanci né sulle altre materie riguardanti la loro responsabilità.<br />
Art. 28. In ciascuna assemblea, <strong>di</strong>etro invito del Presidente del Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione,<br />
al quale spetta <strong>di</strong>chiarare aperta la seduta, l’assemblea nomina il proprio Presidente; questi<br />
nomina due scrutatori per il controllo delle votazioni ed un Segretario. Le deliberazioni<br />
devono constare da verbale sottoscritto dal Presidente, dal Segretario, dagli scrutatori. Il<br />
verbale della assemblea in sede straor<strong>di</strong>naria deve essere redatto dal Notaio.<br />
titoLo vi<br />
conSigLio <strong>di</strong> aMMiniStrazione<br />
Art. 29. Il Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione si compone <strong>di</strong> n. 7 consiglieri eletti fra le persone<br />
iscritte nel libro dei Soci da almeno tre mesi, che abbiano interamente versato le quote sottoscritte<br />
e non abbiano comunque debiti verso la Società. Essi restano in carica due anni<br />
e sono sempre rieleggibili. Essi sono <strong>di</strong>spensati dal prestare cauzione. Spetta al Consiglio<br />
determinare il compenso dovuto a quelli dei suoi membri che prestino continuamente ed<br />
in modo esclusivo la loro opera a pro della Società.<br />
Art. 30. Il Consiglio elegge nel suo seno il Presidente, il Vicepresidente ed il Segretario. Il<br />
Consiglio può affidare quando eccezionali circostanze lo richiedano, particolari incarichi<br />
ad uno o più Soci. <strong>La</strong> relativa deliberazione deve motivare il provve<strong>di</strong>mento ed in<strong>di</strong>care i<br />
limiti e la durata degli incarichi affidati.<br />
153<br />
Allegato n. 6
Art. 31. Il Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione è convocato dal Presidente tutte le volte che egli lo<br />
ritenga utile, oppure quando ne sia fatta domanda da almeno due Consiglieri. <strong>La</strong> convocazione<br />
è fatta a mezzo <strong>di</strong> lettera, da spe<strong>di</strong>rsi non meno <strong>di</strong> tre giorni prima dell’adunanza e,<br />
nei casi urgenti, anche a mezzo <strong>di</strong> messo, in modo che i Consiglieri e i Sindaci effettivi ne<br />
siano informati almeno un giorno prima della riunione. Le adunanze sono valide quando<br />
vi intervenga la maggioranza degli amministratori in carica. Le deliberazioni sono prese a<br />
maggioranza. Le votazioni sono normalmente palesi; sono invece segrete quando ciò sia richiesto<br />
anche da un solo Consigliere, oppure quando si tratti <strong>di</strong> argomenti nei quali siano<br />
interessati gli amministratori o il Direttore, oppure loro parenti e affini fino al terzo grado.<br />
A parità <strong>di</strong> voti, nelle votazioni palesi, prevale il voto del Presidente; in quelle segrete, la<br />
parità importa la rielezione della proposta. Il Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione è investito dei<br />
più ampi poteri per la gestione della Società. Spetta pertanto, fra l’altro, al Consiglio <strong>di</strong><br />
Amministrazione:<br />
a) curare l’esecuzione delle deliberazioni dell’assemblea;<br />
b) re<strong>di</strong>gere i bilanci;<br />
c) stipulare tutti gli atti e contratti <strong>di</strong> ogni genere inerenti alla attività sociale;<br />
d) conferire procure, sia generali sia speciali;<br />
e) assumere e licenziare il personale della Società, fissandone le mansioni e le retribuzioni;<br />
f) dare la adesione della Società ad organismi consortili;<br />
g) deliberare circa l’ammissione, il recesso, la decadenza, e l’esclusione dei Soci;<br />
h) deliberare circa l’istituzione <strong>di</strong> succursali, agenzie, magazzini <strong>di</strong> deposito, <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione<br />
e simili, anche in altri Comuni;<br />
i) determinare il compenso previsto nell’ultimo comma dell’art. 29;<br />
l) provvedere ai sensi dell’art. 2386 C.C. alle sostituzioni dei suoi componenti che venissero<br />
a mancare nel corso dell’esercizio;<br />
m) compiere tutti gli atti e le operazioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>naria e straor<strong>di</strong>naria amministrazione che<br />
comunque rientrino nell’oggetto sociale, fatta eccezione soltanto per quelli che, per<br />
<strong>di</strong>sposizione della legge o dell’atto costitutivo, siano riservati all’assemblea.<br />
Esso avrà quin<strong>di</strong>, tra l’altro, anche la facoltà <strong>di</strong> transigere e compromettere in arbitri anche<br />
amichevoli compositori, <strong>di</strong> acquistare mobili ed immobili, <strong>di</strong> consentire iscrizioni,<br />
surroghe, postergazioni, cancellazione <strong>di</strong> ipoteche e trascrizioni, anche senza l’estensione<br />
dei relativi cre<strong>di</strong>ti garantiti o intimati e qualsiasi altro annotamento ipotecario, rinunciare<br />
a surroghe legali, esonerando i competenti Conservatori da responsabilità, stipulare contratti<br />
<strong>di</strong> locazione e conduzione, compiere qualsiasi operazione bancaria o cambiaria e<br />
qualsiasi operazione presso gli Uffici del debito pubblico e della Cassa Depositi e Prestiti<br />
e presso ogni altro ufficio pubblico o privato.<br />
Art. 32. Il Presidente del Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione ha la rappresentanza e la firma sociale.<br />
Il Presidente è perciò autorizzato a riscuotere, da pubbliche amministrazioni o da privati,<br />
pagamenti <strong>di</strong> ogni natura ed a qualsiasi titolo, rilasciandone liberatoria quietanza. Egli ha<br />
anche facoltà <strong>di</strong> nominare avvocati e procuratori nelle liti attive e passive riguardanti la<br />
Società davanti a qualsiasi autorità giu<strong>di</strong>ziaria ed amministrativa ed in qualunque grado <strong>di</strong><br />
giuris<strong>di</strong>zione. In caso <strong>di</strong> assenza o <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>mento del Presidente, tutte le <strong>di</strong> lui mansioni<br />
spettano al Vice-Presidente.<br />
154<br />
titoLo vii<br />
<strong>di</strong>rettore<br />
Art. 33. Al Direttore competono tutte le attribuzioni e le responsabilità previste dalla legge<br />
che regola la professione <strong>di</strong> Farmacista.<br />
Art. 34. Al Direttore spettano inoltre tutti i compiti che gli saranno demandati dal Consiglio<br />
<strong>di</strong> Amministrazione.<br />
titoLo viii<br />
coLLegio SindacaLe<br />
Art. 35. Il Collegio Sindacale si compone <strong>di</strong> tre membri effettivi e due supplenti eletti dall’Assemblea<br />
fra i Soci e non Soci. Il Presidente del Collegio è nominato dall’Assemblea. I<br />
Sindaci durano in carica tre anni e sono rieleggibili.<br />
Art. 36. Il Collegio Sindacale controlla l’amministrazione della Società, vigila sull’osservanza<br />
delle leggi e del presente Statuto, accerta la regolare tenuta della contabilità e la corrispondenza<br />
del bilancio alle risultanze dei libri contabili e delle scritture a norma <strong>di</strong> legge.<br />
I Sindaci, che possono in ogni momento provvedere anche in<strong>di</strong>vidualmente ad atti <strong>di</strong><br />
ispezione e <strong>di</strong> controllo, devono effettuare gli accertamenti perio<strong>di</strong>ci e quanto altro stabilito<br />
per legge. Di ogni ispezione dovrà compilarsi verbale da inserirsi nell’apposito libro.<br />
titoLo iX<br />
proBiviri<br />
Art. 37. Il Collegio dei Probiviri è composto da tre membri nominati dall’assemblea fra Soci<br />
e non Soci. Durano in carica tre anni e sono rieleggibili. Essi deliberano secondo le norme<br />
del Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Procedura Civile sull’arbitrato, pronunciando secondo equità, previo<br />
tentativo <strong>di</strong> conciliazione, regolano lo sviluppo dei giu<strong>di</strong>zi nel modo che riterranno più<br />
opportuno, assegnando alle parti i termini per la presentazione <strong>di</strong> documenti e memorie<br />
<strong>di</strong>fensive e per esporre le loro repliche.<br />
Art. 38. I Soci e la Società sono obbligati a rimettere alle decisioni del Collegio dei Probiviri<br />
la risoluzione delle controversie derivanti dai provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> cui agli art. 8) – 9) et 10) e<br />
<strong>di</strong> tutte le altre che possono formare oggetto <strong>di</strong> compromesso, relative all’interpretazione<br />
delle <strong>di</strong>sposizioni contenute nell’atto costitutivo e derivanti da deliberazioni dell’assemblea<br />
o del Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione.<br />
Per ogni singola controversia si provvederà, con la partecipazione del Collegio e delle parti,<br />
alla redazione <strong>di</strong> un apposito atto per precisare l’oggetto della controversia, il termine<br />
per la pronuncia del lodo da parte del Collegio, le norme ed i termini da questi dettati per<br />
lo svolgimento del giu<strong>di</strong>zio arbitrale.<br />
155<br />
Allegato n. 6
titoLo X<br />
SciogLiMento e Liquidazione<br />
Art. 39. L’assemblea che <strong>di</strong>chiara lo scioglimento della Società dovrà procedere alla nomina <strong>di</strong><br />
tre liquidatori, scegliendoli preferibilmente fra i Soci.<br />
Art. 40. In caso <strong>di</strong> cessazione della Società, l’intero patrimonio sociale, dedotto soltanto il<br />
capitale sociale effettivamente versato dai Soci, deve essere devoluto a norma <strong>di</strong> legge,<br />
ai fini <strong>di</strong> pubblica utilità <strong>di</strong> cui è competente a giu<strong>di</strong>care l’Amministrazione finanziaria e<br />
possibilmente alla Società Operaia Maschile <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>.<br />
Art. 41. Per quanto non è <strong>di</strong>sposto nel presente Statuto, valgono le norme del vigente Co<strong>di</strong>ce<br />
Civile e delle leggi speciali sulle Cooperative.<br />
------------------------------------------------------------------------------<br />
F.to Diego Ravaioli<br />
F.to Domenico Piazza Notaio<br />
Registrato a <strong>Bologna</strong> – Atti Pubblici il 5 febbraio 1987 al N. 4071 esatte L. 50.000<br />
In<strong>di</strong>ce dei nomi<br />
Agostini, Rossana – 85, 87-89, 95-96, 101-102,<br />
104, 109-110, 112, 118<br />
Agreiter, Luigi – 75-76<br />
Alberani, Antonio – 123<br />
Alberani, Giulio – 123<br />
Alberani, Giuseppe – 84<br />
Albertazzi, Gaetano – 27, 35, 137<br />
Albertazzi, Marcello – 89, 101, 104<br />
Alberti, Enea – 14, 84, 96, 101<br />
Albertoni, Pietro – 22-24, 27, 30, 34, 36, 39-40,<br />
43, 49, 57, 62, 64, 66, 68, 70-74, 137<br />
Altobelli, Argentina – 14<br />
Alvisi, Alessandro – 29<br />
Alvoni, Corrado – 87<br />
Amelotti, Gianni – 123<br />
Anconelli, Carlo – 43, 46, 137<br />
Ara, Paolo – 112<br />
Arienti, Silvana – 81<br />
Arrigoni, Enrico – 137<br />
Atti, Costante – 123<br />
Atti, Luciano – 93, 95, 97-99<br />
Aureli, Giuseppe – 55<br />
Avati, Maria – 85<br />
Azzolini, Vanna – 115, 120-121<br />
Baccolini, Arturo – 22-24, 137<br />
Bakunin, Michail – 37<br />
Baldrati, Luigi – 99-101, 103-104<br />
Ballerini (farmacista) – 54<br />
Barbieri, Celestino – 23, 39, 50, 137, 146<br />
Bar<strong>di</strong>, Enrico – 7, 14, 19, 22, 24-25, 30, 34, 36,<br />
39-40, 43, 49, 52, 137<br />
Bassi, Enrico – 87<br />
Bassi, Giannina – 55, 72<br />
Baviera, Giuseppe – 20, 72, 80<br />
Becca, Clau<strong>di</strong>o – 117, 119, 123<br />
Beccari, Ludovico – 137<br />
Bedosti, Sergio – 111, 113-114, 120<br />
Beltrame, Giuseppe – 82<br />
Benfenati, Luigi – 11<br />
Bentini, Ferruccio – 43, 46, 48-50, 52-53, 59, 62-63<br />
156 157<br />
Bentini, Genuzio – 92<br />
Bergamini, Francesco – 30, 34, 137<br />
Bernar<strong>di</strong>, Antonio – 95, 99, 101, 104<br />
Berti, Cesare – 62<br />
Bertini, Vincenzo – 20, 24-27<br />
Bidone, Ettore – 34, 36, 40-41, 45, 47, 51, 64,<br />
66, 137<br />
Bignami, Albino – 106<br />
Bissolati, Leonida – 14, 39<br />
Bocchi, Giacinto – 72<br />
Bojar<strong>di</strong>, Vittorio – 22-23, 27, 30, 35, 50, 137, 146<br />
Bonfiglioli, Ario – 34, 36, 40, 43<br />
Bonmartini, Francesco – 36, 40<br />
Boriani, Luigi – 60<br />
Borini, Luigi – 137<br />
Boschetti, Luigi – 118<br />
Boschi, Enrico – 74<br />
Botti, Giuseppe – 70, 72, 76-77, 81<br />
Brighenti, Angelo – 93, 101, 104<br />
Brighenti, Augusto – 88<br />
Brighi, Mario – 109, 110, 113, 115<br />
Brusaferri, Ugo – 84-85, 88, 91, 93, 95<br />
Bua Sircana, Dante – 110, 113, 115-116, 119<br />
Buggini, Raffaele – 87<br />
Busi, Raffaele – 48, 53, 65-66, 70-71<br />
Busi, Umberto – 137<br />
Bussoli, Carlo – 137<br />
Cacciari, Morena – 15, 123<br />
Cacciari (professore d’arte) – 73<br />
Calzolari, Alfredo – 110<br />
Calzolari, Luigi – 88<br />
Canè, Alfedo – 87<br />
Canè, Attilio – 87, 111, 114<br />
Canè, Dante – 84<br />
Canè, Luigi – 55-56<br />
Cannizzaro, Francesco – 94<br />
Capponcelli, Teodoro – 111<br />
Carducci, Giosuè – 37, 40<br />
Carloni, Emiliano – 137<br />
Carnacini, Carlo – 56-59, 64-65, 71-72
Casagrande, Cleto – 32, 36, 38-39, 48, 53, 57-<br />
58, 60-61<br />
Casini, Pietro – 22-23, 137<br />
Castelvetri, Guglielmo – 87<br />
Cavalli, Giorgio – 104, 106<br />
Cavallini, Enea – 87, 109-110<br />
Cazzola, Amedeo – 100, 105, 110<br />
Cervellati, Pierluigi – 121<br />
Cicognani, Furio – 98-100, 102, 105<br />
Cinti, Amedeo – 58, 60<br />
Cividali, Clau<strong>di</strong>o – 105<br />
Civolani, Luigi – 106<br />
Cocchi, Clemente – 137<br />
Co<strong>di</strong>villa, Alessandro – 39<br />
Cogo, Emilio – 53<br />
Cogo, Enrico – 62<br />
Collina, Mario – 25, 35-36, 57, 68, 70<br />
Collina, Umberto – 23-25, 30, 53, 137<br />
Colliva, Giuseppe – 137<br />
Colombari, Luigi – 112-113, 115-117<br />
Comelli, Ciro – 30, 32, 35, 49, 53-55, 57, 63,<br />
65-67, 70-71, 73, 75<br />
Coraluppi, Aldo – 14, 22-25, 27-32, 36, 39-41,<br />
50, 137<br />
Corazza, Ermete – 30<br />
Coriolani, Oreste – 81<br />
Costa, Andrea – 14, 37<br />
Cremonese, Adriana – 77, 80<br />
Crocioni, Pietro – 94<br />
Cucchi, Aldo – 108<br />
Cuccoli (ragioniere) – 35<br />
Cuppi, Gaetano – 7, 19-20, 22<br />
D’Arco, Arturo – 137<br />
Dal Monte Casoni, Giovanni – 22-25, 137<br />
Dall’Aglio, Antonio – 94, 111-112, 115, 118-<br />
119<br />
Dalla, Severo – 22-23, 26-27, 30, 68-73, 75-77,<br />
80-82, 137<br />
Dalla Volpe, Lorenzo – 59<br />
Daghia, Gaetano – 137<br />
Degli Esposti, Dagoberto – 105, 110<br />
Degli Esposti, Sergio – 114<br />
Delvecchio, Ciro – 69<br />
Di Napoli, Rodolfo – 104<br />
Domenichini (me<strong>di</strong>co) – 36<br />
Donini, Riccardo – 7, 19, 22-23, 26, 137<br />
Dotti, Giuseppe – 81, 84, 88, 95-96<br />
Dozza, Giuseppe – 82<br />
Fabbri, Federico – 24<br />
Fabbri, Guglielmo – 22-23, 137<br />
Fabbri, Nevio –118-119<br />
Fabbri, Paolo – 118<br />
Fattori, Franco – 115-116, 118, 120, 123<br />
Federici, Vittorio – 81<br />
Ferraresi, Bortolo – 35, 38, 53, 57-61, 63<br />
Ferri, Enrico – 14<br />
Festi, Amato – 87, 111<br />
Festi, Guido – 72, 84, 114<br />
Filopanti, Quirico – 44<br />
Forcellini, Mario – 104-105, 109-110<br />
Foresti, Maria – 81-82, 84-88<br />
Forlai, Enrico – 11-12, 100<br />
Fornetti, Gaetano – 20, 24, 27, 32, 36, 48, 57,<br />
65-67, 72<br />
Franceschi (avvocato) – 104<br />
Frascari, Gaetano – 70, 72, 76-77<br />
Gabusi, Gino – 119<br />
Gabusi, Luisa – 77<br />
Garibal<strong>di</strong>, Giuseppe – 9, 11<br />
Garuti, Armando – 82, 84, 87-88, 95-96<br />
Garuti, Ezio – 23<br />
Gattamorta, Arturo – 59-62<br />
Geminiani, Cassiano – 64, 137<br />
Gherman<strong>di</strong>, Umberto – 76-77, 80-82<br />
Ghillini, Alberto – 137<br />
Ghinelli, Umberto – 59<br />
Giocon<strong>di</strong>, Roberto – 62<br />
Giolitti, Giovanni – 38<br />
Giunchi, Icilio – 27, 29, 30-33, 35, 38-39, 45-<br />
46, 49, 53-54, 56-61, 75<br />
Gnu<strong>di</strong>, Antonio – 43, 49, 57, 62, 64, 66, 68, 70-<br />
73, 75-76, 81, 84, 88<br />
Golinelli, Enrico – 11, 39<br />
Gorini, Elio – 110<br />
Gozzi, Luigi – 101, 103-106, 111<br />
Gran<strong>di</strong>, Pietro – 113-114<br />
Gregorini Bingham, Ugo – 137<br />
Grilli, Giovanni – 27<br />
Grossi, Azzurra – 95<br />
Grossi, Leonello – 14, 19-20, 22-27, 29-33, 35-<br />
36, 40-41, 44, 48-51, 54-55, 57, 59, 61-69, 71,<br />
73, 75, 95, 137<br />
Guadagnini, Luigi – 7, 19, 26-27, 30, 34-36, 39-<br />
40, 43, 49, 53, 56, 62, 64, 66-74, 76, 81, 137<br />
Gualan<strong>di</strong> (farmacista) – 29, 38<br />
Gualan<strong>di</strong> (ingegnere) – 105<br />
Guidastri, Emanuele – 8, 14, 34, 36, 39-40, 43,<br />
53, 62-63, 65-66, 81-88, 91-106, 108-109, 120<br />
Guidazzoli, Enea – 111, 113-114, 120<br />
Guiduzzi, Fiorentina – 101<br />
<strong>La</strong>nduzzi, Enrico – 66-70<br />
<strong>La</strong>nzarini, Luciano – 104-106, 109-110, 113,<br />
115-116<br />
<strong>La</strong>zzari, Aderito – 109-110<br />
Lenzi, Ugo – 14, 34, 36-37, 39-40, 44-45, 48-<br />
50, 137<br />
Levi, Giorgio – 137<br />
Libera, Emma – 37-39, 49, 51, 55, 57-58, 63,<br />
65-67, 69, 71<br />
Liverani, Guglielmo – 101, 104<br />
Lo<strong>di</strong>, Dario – 123<br />
Lo<strong>di</strong> Fe’, Giovanni – 67-68, 137<br />
Lollini, Paolo – 10<br />
Longhena, Paolo – 106<br />
Longhi, Giovanni – 88, 93<br />
Luminasi, Nicola – 87<br />
Lorenzini, Umbro – 84<br />
Luzzatti, Luigi – 38<br />
Magagnoli, Alberto – 95<br />
Maggesi, Arturo – 137<br />
Magli, Leone – 82<br />
Magnani, Valdo – 104, 108<br />
Manservisi, Filippo – 10<br />
Maragi, Mario – 84<br />
Marchesi, Bruno – 110, 115-116, 119, 123<br />
<strong>Marco</strong>vigi, Giulio – 7, 19, 22, 38, 137<br />
Marescalchi, Antonio – 137<br />
Mariani, Mario – 15, 123<br />
Mariotti, Luigi – 42<br />
Marozzi, Gino – 85, 87-89, 92<br />
Martelli, Giancarlo – 120<br />
Martoni, Anselmo – 123<br />
Masetti, Giuseppe – 77<br />
Massarenti, Giuseppe – 14, 100<br />
Massoli, Cristina – 121<br />
Mattei, Arturo – 76, 82<br />
Mattioni, Elio – 106<br />
Maurizzi, Francesco – 57<br />
Mazzini, Giuseppe – 9<br />
Mazzoni, Antonio – 137<br />
Mazzoni, Giuseppe – 33, 49, 52-53, 57, 64-65,<br />
70-77, 80<br />
158 159<br />
Mele, Ferruccio – 72-73, 76, 82<br />
Menarini, Alberto – 84<br />
Menarini, Federico – 137<br />
Menarini, Giovanni – 81, 91, 96, 99, 101-102<br />
Menarini, Maria – 117<br />
Meriggiani (possidente) – 104<br />
Merighi, Aldobrando – 62<br />
Mesini, Giovanni – 83, 85-86, 88-89, 91-93, 95,<br />
97-102, 104-105<br />
Mezzanotte, Giuseppe – 26, 28, 137<br />
Miccoli, Michele – 115-116, 119, 123<br />
Minelli, Luigi Cleto – 64, 66, 68, 70-73, 76<br />
Mingar<strong>di</strong>, Attilio – 68, 70-73, 76<br />
Minghetti, Angelo – 32<br />
Minghetti, Aurelio – 30, 32, 34, 36, 39-40, 43,<br />
47, 49, 53, 57, 62, 64, 66-67, 137<br />
Minghetti, Paolo – 66<br />
Mignani, Sergio – 104-105, 109-110<br />
Miotti, Teresita – 84, 95, 112<br />
Modonesi, Ezio – 25-26, 137<br />
Montebugnoli, Giuseppe – 137<br />
Monti, Giampaolo – 109-110<br />
Mori, Assunto – 137<br />
Mota, Massimo – 15, 123<br />
Muré, Ruggero – 72, 77<br />
Murri, Augusto – 7, 23, 34, 36, 39-40, 43, 49,<br />
57, 62, 64, 66, 68, 70-74, 137<br />
Murri Linda – 36, 40<br />
Murri Tullio – 36, 40, 137<br />
Musini, Enrico – 26-27, 30, 32, 34, 74, 76, 81,<br />
84, 88, 137<br />
Nadalini, Ettore – 43<br />
Negri, Augusto – 36, 39-40, 43, 47<br />
Nicolini, Roberto – 80, 82, 84, 88<br />
Nuzzi, Giulio – 120, 123<br />
Orlan<strong>di</strong>, Carlo – 81, 88<br />
Ortali, Coriolano – 24-25<br />
Pacchioni, Giuseppe – 11<br />
Palasciano, Luigi – 102-106, 109<br />
Palmieri, Giovanni Battista – 7, 19, 25-27, 30-<br />
33, 51-52, 137<br />
Parisini, Augusto – 43-44, 48, 50,<br />
Parisini, Faustino – 7, 19, 22-25, 27-28, 30, 34-<br />
36, 38, 40, 43, 45-47, 49, 52-53, 137<br />
Parisini, Giuseppe – 7, 146<br />
Paulin, Tomaso – 94
Pede, Gisberto – 108<br />
Pedrazzi, Elia – 36, 38<br />
Penazzi, Domenico – 76, 77, 80-81, 83-85, 88<br />
Peretti, Romeo – 137<br />
Pergola, Artemio – 98, 102<br />
Persiani, Gabriele – 96, 101, 104, 108<br />
Pezzi, Emilio – 53, 57, 62, 64, 66-68, 70-73, 76, 81<br />
Piancastelli, Ugo – 137<br />
Piazza, Domenico – 122, 156<br />
Pilati (socio <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>) – 111<br />
Pinar<strong>di</strong>, Gaetano – 30-31, 33-34<br />
Pini, Giovanni – 34, 76, 137<br />
Pini, Gilberto – 137<br />
Pirani, Renato – 84, 88, 96, 101, 104<br />
Pizzar<strong>di</strong>, Luigi – 10<br />
Pizzirani, Filippo – 22-23, 35, 137<br />
Po, Antonio – 108<br />
Poggeschi, Alessandro – 34, 137<br />
Poggi (me<strong>di</strong>co) – 28<br />
Poggiolini, Achille – 7, 143<br />
<strong>Poli</strong>, Ermanno – 122-123<br />
Pratesi, Bruno – 119<br />
Proni, Fer<strong>di</strong>nando – 20, 22<br />
Pullè, Francesco Lorenzo – 137<br />
Ravaioli, Diego – 114-116, 119, 123, 156<br />
Reggi, Anna – 123<br />
Repetto, Andrea – 124<br />
Ricchi, Ida – 80<br />
Ricci, Giovanni – 81<br />
Righi (<strong>di</strong>pendente <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>) – 106<br />
Rimon<strong>di</strong>ni, Giuseppe – 81, 88<br />
Rizzoli (farmacista) – 105<br />
Rizzoli, Alessandro – 52<br />
Rocchi, Luigi – 47, 49, 52-59, 61-65, 81, 84, 86,<br />
88-89, 91-96<br />
Roncati, Francesco – 48, 88<br />
Rossi, Bruno – 50, 84<br />
Rossi, Luigia – 118<br />
Ruffini, Teofilo – 70, 137<br />
Russoli, Carlo – 137<br />
Sacchetti, Emanuele – 22, 25, 27, 30, 34, 36,<br />
39-40, 43, 45, 49, 53, 56, 58-59, 61, 137<br />
Saffi, Aurelio – 39<br />
Salomoni, Giuseppe – 65, 70<br />
Samaja, Italo – 28, 53, 62-64, 66-68<br />
Sandoni, Enrico – 50, 137<br />
Sandri, Attilio – 49<br />
Sandri, Ettore – 27, 29, 46, 53, 57, 62, 64, 66,<br />
68, 70-73, 76, 81, 137<br />
Sangiorgi, Augusto – 75-76<br />
Sangiorgi, Gustavo – 75, 77, 80<br />
Sanguinetti, Guido – 137<br />
Santandrea, Mario – 84, 87, 92, 94-96, 98-99,<br />
101, 119<br />
Saragat, Giuseppe – 14, 87, 100<br />
Sarti, Pietro – 34, 39, 93, 95, 137<br />
Scabia, Oddone – 38<br />
Scola, Gianni – 123<br />
Scota, Nino Bixio – 95<br />
Scuri, Roberto – 137<br />
Sgarzi, Anna Maria – 81, 84-85, 87-89, 95, 100<br />
Silvagni, Teresa – 112, 115, 117-118<br />
Sita, Romeo – 97-98, 100, 106<br />
Solaroli, Fernanda – 87<br />
Sorella, Raffaele – 32, 35-36<br />
Spadari, Alfonsa – 82, 84<br />
Spettoli, Luigi – 84<br />
Spina, Francesco – 123<br />
Spisani, Aldo – 40, 43, 49, 53, 56, 62, 68, 70-73,<br />
76, 80-81, 84, 88, 92<br />
Spisni, Borice – 101, 102, 104-106, 109-110<br />
Stagni, Luigi – 87<br />
Stagni, Mario – 137<br />
Stame, Antonio – 83, 89<br />
Sterchele, Sante – 7, 19, 22-23, 26, 138<br />
Storace, Francesco – 43<br />
Strada, Dante – 101-102<br />
Tabellini, Clementina – 101, 104-105, 110, 112,<br />
115<br />
Taddei, Giuliano – 88-89, 91, 95-96, 101-102,<br />
104<br />
Tad<strong>di</strong>a, Gherardo – 105<br />
Taglioni, Olindo – 100<br />
Taglioni, Pietro – 100, 105, 110-111, 113-115<br />
Tamburini, Giuseppe – 19-20, 22-25, 138<br />
Tamburlini (farmacista) – 54-55<br />
Tarozzi, Ermete – 30, 34, 36, 40-41, 43-44, 49,<br />
53, 56-57, 59, 62, 70<br />
Tartari, Gaetano – 77, 80<br />
Taruffi, Dante – 81, 84, 88, 96, 99, 101, 104-<br />
105<br />
Tavernari – 60<br />
Tega, Renato – 94<br />
Tempesti, Alfredo – 138<br />
Testoni, Giulio – 71-74, 76-77, 80-81<br />
Tirelli, Alessandro – 138<br />
Tolomelli, Luigi – 81, 96-102, 104<br />
Toselli, Franco – 77<br />
Travaglia, Giovanni – 40, 50, 53, 55, 57, 64, 66,<br />
82-84, 86-87, 91-92, 96-99<br />
Trebbi (socio <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>) – 111<br />
Trivellini, Raffaele – 8, 104-106, 109-120, 122-<br />
123<br />
Trovanelli (farmacista) – 39<br />
Turati, Filippo – 14<br />
Valenti, Luigi – 27, 138<br />
Venturi, Augusto – 138<br />
Venturini, Aristide – 138<br />
Venturoli, Vanna – 117, 123<br />
Veron<strong>di</strong>ni, Lina – 80<br />
Verri, Werther – 123<br />
160 161<br />
Vignali, Umberto – 65, 67, 70-71, 88, 92-93,<br />
95, 101, 104-106, 109-110, 113<br />
Villani, Aldo – 87<br />
Viterbi, Guido – 63<br />
Vitta, Erminio – 7, 19, 138<br />
Volta, Fer<strong>di</strong>nando – 138<br />
Zama, Aurelia – 87<br />
Zambeccari, Livio – 9, 14<br />
Zamboni Enrico – 146<br />
Zampa (me<strong>di</strong>co) – 43<br />
Zanar<strong>di</strong>, Francesco – 14, 19, 26, 28, 34, 47, 49,<br />
51, 58-64, 66, 92, 96, 101, 104-105, 138<br />
Zanar<strong>di</strong>, Pasquale – 138<br />
Zanevrini, Amedeo – 87<br />
Zibor<strong>di</strong>, Giovanni – 29
<strong>Marco</strong> <strong>Poli</strong><br />
<strong>Marco</strong> <strong>Poli</strong> (<strong>Bologna</strong>, 1946), dopo aver frequentato il liceo classico “L. Galvani” <strong>di</strong><br />
<strong>Bologna</strong>, si è laureato in Lettere classiche nel 1969.<br />
Dal 1994 al 28 febbraio 2006 è stato segretario generale della Fondazione del monte <strong>di</strong><br />
<strong>Bologna</strong> e Ravenna.<br />
Fra il 1980 ed il 1995, eletto per tre mandati, ha svolto l’attività <strong>di</strong> amministratore del<br />
Comune <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> sia come consigliere comunale, sia come assessore (Ambiente,<br />
Pubblica istruzione, Traffico, Bilancio, Finanze, Servizi demografici).<br />
Dal 1985 al 2010 è componente della Commissione toponomastica del Comune <strong>di</strong><br />
<strong>Bologna</strong>.<br />
Dal 1995 è vicepresidente della Famèja Bulgnèisa.<br />
Dal 1995 è membro della Deputazione <strong>di</strong> storia patria per le Province <strong>di</strong> Romagna; dal<br />
<strong>di</strong>cembre 2000 è componente il consiglio <strong>di</strong>rettivo della stessa Deputazione.<br />
Dal 1998 è collaboratore del «Resto del Carlino».<br />
Dal 2000 al 2005 è consigliere d’amministrazione dell’Opera pia poveri vergognosi.<br />
Il 30 marzo 2004 è stato insignito dell’onorificenza <strong>di</strong> Cavaliere al merito della Repubblica,<br />
con decisione “motu proprio” del Presidente della Repubblica Ciampi.<br />
Dal maggio 2005 è consigliere d’amministrazione della <strong>Cooperativa</strong> risanamento<br />
(<strong>Cooperativa</strong> per la costruzione ed il risanamento <strong>di</strong> case per lavoratori in <strong>Bologna</strong>,<br />
fondata nel 1884) e componente del comitato esecutivo.<br />
Il 16 <strong>di</strong>cembre 2005 è nominato socio corrispondente dell’Accademia nazionale <strong>di</strong><br />
agricoltura <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong>, fondata nel 1807.<br />
È autore, coautore o curatore <strong>di</strong> un centinaio <strong>di</strong> pubblicazioni, prevalentemente <strong>di</strong><br />
storia locale.<br />
In<strong>di</strong>ce<br />
Premessa <strong>di</strong> MassiMo Mota p. 5<br />
Prefazione <strong>di</strong> Mario Mariani 7<br />
Introduzione <strong>di</strong> <strong>Marco</strong> <strong>Poli</strong> 9<br />
<strong>La</strong> <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> 17<br />
<strong>La</strong> <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong> <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> oggi 125<br />
Allegato n. 1 – Primo statuto della <strong>Farmacia</strong> <strong>Cooperativa</strong>, 1900 129<br />
Allegato n. 2 – Soci e Azioni 137<br />
Allegato n. 3 – Regolamento 139<br />
Allegato n. 4 – Statuto 1915 143<br />
Allegato n. 5 – Trattamento <strong>di</strong> quiescenza del personale<br />
(approvato il 3 novembre 1917) 147<br />
Allegato n. 6 – Statuto sociale (1987) 149<br />
In<strong>di</strong>ce dei nomi 157
Finito <strong>di</strong> stampare nel mese <strong>di</strong> settembre 2011<br />
dalla tipografia Lipe (San Giovanni in Persiceto, Bo)