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xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.

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il rischio di danni irreversibili e può rendere più difficile il riconoscimento della<br />

causa del danno. Probabilmente sarebbe preferibile un atteggiamento intermedio<br />

da parte del neurofisiologo, che potrebbe allertare il chirurgo quando le alterazioni<br />

elettrofisiologiche sono chiaramente evidenziabili ma ancora reversibili. In<br />

tal senso, risulta importante per il chirurgo, ai fini di un più rapido feed-back,<br />

familiarizzare con gli allarmi e i segnali sonori EMG, saperli riconoscere ed<br />

interpretare clinicamente in relazione agli eventi operatori; inoltre, dovrebbe<br />

comunicare al neurofisiologo, almeno nelle fasi più critiche, il tipo di manovra<br />

che si appresta ad eseguire e il rischio relativo per l’integrità del nervo.<br />

Conclusioni<br />

La definizione più congrua della tecnica di MI descritta, a nostro parere, può<br />

essere la seguente: “metodica EMG di controllo continuo intraoperatorio della<br />

funzionalità motoria del VII nc mediante monitoraggio dell’attivazione neurale<br />

evocata meccanicamente o elettricamente associato a feed-back chirurgico<br />

immediato con allarme sonoro”.<br />

I benefici dell’uso routinario del MI del VII nc sono stati chiaramente dimostrati<br />

nella chirurgia del neurinoma dell’acustico e tale acquisizione può essere<br />

ragionevolmente estesa anche a quegli interventi chirurgici sull’OM che espongono<br />

il nervo facciale a significativo rischio di lesione (Tabella VIII). In particolare<br />

le esperienze riferite in letteratura evidenziano miglioramenti nella preservazione<br />

anatomica del nervo, una riduzione dell’incidenza della paralisi facciale<br />

immediata e soprattutto risultati funzionali a distanza sensibilmente migliori 13,30,46 .<br />

Ai fini di un’efficace applicazione del monitoraggio è importante per il chirurgo<br />

adottare un comportamento equilibrato nei confronti della metodica, avendo<br />

coscienza della sua utilità ma anche dei suoi limiti (Tabella IX). In nessuna circostante<br />

l’operatore si deve affidare solo al monitoraggio come unica misura preventiva,<br />

ma piuttosto deve mantenere un atteggiamento critico, basato sull’esperienza<br />

chirurgica e sulla conoscenza anatomica. Inoltre è indispensabile stabilire<br />

un’efficace comunicazione con il personale addetto al MI instaurando un costante<br />

scambio di informazioni. La tecnica di monitoraggio deve influenzare l’attività<br />

del chirurgo stimolandolo al perfezionamento dei procedimenti e della strategia<br />

chirurgica alla scopo di minimizzare la possibilità di lesioni iatrogene.<br />

Vantaggi del MI EMG nella chirurgia dell’OM:<br />

- mapping anatomico ed identificazione precoce del nervo<br />

- allarme sonoro in caso di trauma nervoso misconosciuto<br />

- riduzione del trauma chirurgico durante la dissezione del nervo o la fresatura<br />

di strutture ossee adiacenti con migliore preservazione anatomo-funzionale<br />

- valutazione funzionale del nervo a fine intervento mediante stimolazione<br />

elettrica diretta<br />

Tabella VIII<br />

Il monitoraggio del nervo facciale nella chirurgia dell’orecchio medio<br />

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