xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.
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M. Grimaldi et al.<br />
della mortalità, spostando l’attenzione sulla necessità di ottenere la preservazione<br />
funzionale del nervo facciale e, quando possibile, anche del nervo cocleare.<br />
Tale atteggiamento ha favorito lo sviluppo e la diffusione delle tecniche di monitoraggio<br />
inizialmente per il nervo facciale e successivamente per il nervo cocleare<br />
e per gli altri nervi cranici. Infatti le tecniche sviluppate possono essere facilmente<br />
adattate al monitoraggio di altri nervi cranici motori e l’esperienza positiva<br />
maturata ha favorito l’estensione del metodo anche alla chirurgia cervico-facciale<br />
21 . Numerosi studi hanno dimostrato che il monitoraggio del VII nc nella<br />
chirurgia del neurinoma dell’acustico consente la preservazione anatomica del<br />
nervo facciale in più del 95% dei casi con migliori risultati funzionali a lungo termine<br />
3, 7, 8, 17, 23, 28, 46, 47 . Nonostante ciò, un settaggio improprio degli strumenti, difetti<br />
delle apparecchiature o un impiego non corretto della metodica possono essere<br />
fuorvianti per il chirurgo e condurre a risultati peggiori che in assenza di monitoraggio.<br />
Mentre il monitoraggio intraoperatorio (MI) facciale è diventata una<br />
metodica di routine nei centri che praticano l’otoneurochirurgia ed è ormai considerata<br />
irrinunciabile nella chirurgia del neurinoma dell’acustico, anche per evidenti<br />
implicazioni medico-legali, il suo impiego nella chirurgia dell’orecchio<br />
medio (OM) è ancora controverso e poco diffuso. Il 95% dei membri della<br />
American Otological Society and American Neurotology Society ritiene che il<br />
monitoraggio EMG facciale nella chirurgia dell’orecchio medio debba essere<br />
riservato a procedure e casi clinici ad alto rischio di lesione del nervo facciale e<br />
in particolare ai casi in cui i normali reperi anatomo-chirurgici sono alterati 38, 46 .<br />
A tale proposito vengono considerate condizioni di rischio casi particolari di<br />
revisioni chirurgiche, la presenza di abbondante tessuto di granulazione, colesteatomi<br />
estesi o destruenti, malformazioni anatomiche e situazioni di deiscenza<br />
del nervo riscontrate nel 56% dei casi in uno studio istopatologico su 1000 ossa<br />
temporali 26 , nel 33% dei casi in una serie di 67 colesteatomi sottoposti ad intervento<br />
41 e nel 13% di casi in una serie di 262 pazienti operati per chirurgia<br />
dell’OM 30 .<br />
La nostra esperienza, iniziata nel 1988, si basa sull’impiego della tecnica di<br />
monitoraggio EMG facciale inizialmente con NIM-2 e successivamente con<br />
NIM-2 XL e NIM-Response 2.0, espressione della evoluzione tecnologica del<br />
sistema. La metodica è stata impiegata in quasi 500 interventi riguardanti la FCP,<br />
soprattutto exeresi di neurinomi dellVIII nc e neurectomie vestibolari, e in oltre<br />
80 procedure otochirurgiche selezionate (decompressioni del VII nc, exeresi di<br />
neurinomi del facciale, rerouting o anastomosi del nervo nell’osso temporale,<br />
exeresi di neoplasie dell’osso temporale, chirurgia delle malformazioni dell’orecchio,<br />
impianti cocleari, colesteatomi destruenti, casi particolari di revisioni<br />
chirurgiche per otiti croniche) eseguite presso l’U.O. di Otorinolaringoiatria<br />
dell’Ospedale Maggiore di Bologna dal 1988 al 2005.<br />
Principali modalità di monitoraggio del nervo facciale<br />
Sono stati proposti vari metodi di valutazione intraoperatoria della funzione<br />
facciale (Tabella I); una possibilità è rappresentata dall’impiego di strumenti in<br />
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