xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.
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M. Grimaldi<br />
statistico significativo riguarda l’incidenza di recidiva o ricorrenza di colesteatoma<br />
dopo timpanoplastica variabile nelle varie casistiche dal 15% al 25% 11 .<br />
La chirurgia del nervo facciale endotemporale per fratture della rocca o<br />
per tumori primitivi del nervo presenta significativi risvolti medico-legali. In particolare<br />
le procedure chirurgiche sul VII nervo cranico in seguito ad una paralisi<br />
facciale da frattura temporale comportano una serie di decisioni diagnostiche<br />
e terapeutiche che possono esporre ad un contenzioso medico-legale. Sotto<br />
l’aspetto diagnostico possono riscontrarsi quadri clinici con problematiche complesse<br />
dovute all’interessamento oltre che del nervo facciale anche della base<br />
cranica, delle strutture encefaliche, del sistema timpano-ossiculare, delle strutture<br />
labirintiche e cocleari con sintomi uditivi e vertiginosi. La diagnosi prevede un<br />
corretto e completo studio radiologico con TC ad alta risoluzione dell’osso temporale<br />
e con RMN encefalo allo scopo di definire con precisione le linee di frattura<br />
e l’interessamento delle strutture regionali con l’individuazione precoce di<br />
eventuali complicanze. Inoltre, risulta molto importante una valutazione elettrodiagnostica<br />
del nervo facciale che consente di ottenere utili indicazioni diagnostiche,prognostiche<br />
e terapeutiche. Lo sforzo diagnostico deve essere finalizzato<br />
ad un precoce e tempestivo riconoscimento di complicanze quali le fistole liquorali<br />
da trattare chirurgicamente per il rischio di meningiti, le lussazioni o fratture<br />
ossiculari con eventuali perforazioni timpaniche, le lesioni encefaliche e<br />
vascolari di pertinenza neurochirurgica, l’insorgenza di fistole perilinfatiche, di<br />
meningoceli e di colesteatomi post-traumatici che possono passare misconosciuti<br />
5,7 . In tali casi, per evitare errori diagnostici, è necessario uno studio radiologico<br />
mirato dell’osso temporale, una corretta interpretazione dell’imaging ed un<br />
opportuno follow-up radiologico. Importante è anche la tempestività del trattamento<br />
delle eventuali complicanze e la corretta indicazione chirurgica alla<br />
decompressione del nervo al fine di ottenere un recupero funzionale facciale. La<br />
corretta indicazione chirurgica deve basarsi soprattutto sui dati radiologici, elettrodiagnostici<br />
e clinici, in particolare riferendosi al tipo di insorgenza e al grado<br />
di paralisi facciale e al livello uditivo residuo, che condizionano anche la scelta<br />
dell’approccio chirurgico 5,7 . Nelle decisioni terapeutiche si devono considerare<br />
anche l’età, la professione e le aspettative del paziente.<br />
Le stesse problematiche esposte per la paralisi facciale post-traumatica si presentano<br />
nel caso di tumori primitivi del nervo facciale, neurinomi in particolare,<br />
in cui una diagnosi tardiva può comportare una estensione della neoplasia alle<br />
strutture limitrofe rendendo più complesso il trattamento chirurgico gravato in tal<br />
caso da un maggior rischio di complicanze ad esempio a carico dell’udito. Questi<br />
tumori, di solito benigni, comportano delle scelte terapeutiche a volte difficili e<br />
controverse riguardanti il timing del trattamento chirurgico, quale grado di deficit<br />
facciale operare, la scelta dell’approccio chirurgico con il rischio di perdita<br />
uditiva, le opzioni terapeutiche alternative alla chirurgia radicale (rimozione parziale<br />
del tumore, decompressione ossea, radiochirurgia, astensione terapeutica<br />
con “wait and scan”) 9 .Tutte queste problematiche richiedono il coinvolgimento<br />
consapevole del paziente nell’ambito di un corretto e completo consenso infor-<br />
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