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xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.

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LA CHIRURGIA DEL NERVO FACCIALE INTRATEMPORALE<br />

M. Grimaldi, R. Consalici, P. Laudadio<br />

INTRODUZIONE<br />

La chirurgia del VII nervo cranico può essere finalizzata al trattamento di una<br />

patologia primitiva del nervo neoplastica, flogistica o traumatica, o essere secondaria<br />

al trattamento di patologie dell’osso temporale, quali otiti croniche, colesteatomi,<br />

otosclerosi e neoplasie.<br />

La scelta dell’approccio chirurgico dipende da due variabili fondamentali,<br />

rappresentate dalla sede del processo patologico in relazione ai vari segmenti del<br />

nervo e dalla condizione uditiva del paziente.<br />

Sotto l’aspetto clinico il sintomo più eclatante, espressione spesso di una sofferenza<br />

acuta del nervo, è rappresentato dalla paralisi facciale. La paralisi del VII<br />

n.c. è di gran lunga la più frequente di tutti i nervi cranici e periferici. Essa colpisce<br />

in modo acuto l’espressione volontaria ed emotiva della faccia, i meccanismi<br />

della masticazione e della parola, il senso del gusto e i meccanismi protettivi<br />

dell’occhio. Queste condizioni patologiche, associate alla deformità estetica,<br />

vengono vissute dal paziente con drammaticità e con delicati risvolti psicologici<br />

che favoriscono anche contenziosi di tipo medico-legale.<br />

Nell’esposizione di questo argomento sarà nostro obiettivo la trattazione della<br />

chirurgia del nervo facciale endotemporale riferita alle patologie tumorali primitive<br />

e agli esiti post-traumatici, in particolare alle fratture temporali. Nello specifico<br />

si verranno puntualizzate le caratteristiche cliniche di queste patologie, le<br />

problematiche diagnostiche, le indicazioni terapeutiche e i trattamenti chirurgici<br />

più aggiornati in riferimento alle procedure che coinvolgono l’orecchio medio.<br />

Il facciale endotemporale (fig.1), contenuto per una lunghezza di circa 28 mm<br />

all’interno del canale di Falloppio, presenta il suo punto più ristretto (0,7 mm di<br />

diametro) a livello del forame meatale, al fondo del CUI, area più vulnerabile<br />

nelle forme flogistiche. Mentre nel segmento labirintico il nervo occupa più<br />

dell’80% della sezione del canale osseo, nei tratti timpanico e mastoideo occupa<br />

meno del 75% del canale e quindi presenta una maggiore tolleranza nei confronti<br />

degli insulti traumatici, flogistici e neoplastici. Il tratto labirintico con l’area<br />

perigenicolata rappresenta la zona più frequentemente interessata nelle patologie<br />

traumatiche e neoplastiche.<br />

U.O. di ORL – Dipartimento di Neuroscienze – Ospedale Maggiore - Bologna<br />

La chirurgia del nervo facciale intratemporale<br />

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