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xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.

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Fistole liquorali dell’osso temporale<br />

sulla bassa concentrazione di glucosio nel liquor rispetto al sangue e ad altri liquidi<br />

(secrezioni, lacrime) ed è considerato positivo se il glucosio non va oltre una<br />

concentrazione di 30 mg/ml. Purtroppo spesso il liquido prelevato è ampiamente<br />

contaminato, per cui rimangono importanti margini di dubbio sui risultati.<br />

Attualmente viene utilizzato il dosaggio della ß-2-trasferrina, che è altamente<br />

sensibile e specifico per il liquor. Presenta inoltre i vantaggi di non risentire<br />

delle contaminazioni e di richiedere quantità veramente piccole di liquido per<br />

consentire un test accurato (fino ad 1 μl).<br />

In alternativa, è possibile ricorrere ad una cisternografia con radionuclidi (di solito<br />

Indio 111), che non solo conferma la natura del liquido raccolto, ma localizza<br />

anche la sede della perdita. Un otowick viene sistemato nel condotto uditivo esterno<br />

e viene lasciato in sede finché è imbevuto di liquido. L’emissione di radiazioni<br />

dall’otowick viene comparata con quella di un campione di sangue che fa da riferimento:<br />

un rapporto > 0,37 viene considerato diagnostico. Questo test ha lo svantaggio<br />

di essere invasivo, dal momento che richiede l’iniezione dei radionuclidi nel<br />

liquor con una puntura lombare. Inoltre richiede la collaborazione tra diversi team<br />

medici (anestesisti, medici nucleari, ORL) con ovvi problemi organizzativi.<br />

La ricerca della sede della fistola può essere attuata con diversi esami radiologici,<br />

oltre alla già citata cisternografia con radionuclidi; in particolare:<br />

• TC a strato sottile e ad alta risoluzione delle strutture del basicranio – Thin<br />

section coronal computer tomography (TCCT)<br />

• TC cisternografia con iniezione di mezzo di contrasto iodato nel liquor tramite<br />

puntura lombare<br />

• Cisternografia con risonanza magnetica. Questa metodica si distingue in<br />

quanto non invasiva perché non richiede somministrazione di mezzi di contrasto.<br />

Si basa su di una sequenza fast spin-echo con soppressione del grasso<br />

e inversione dell’immagine video per visualizzare il liquor cefalorachidiano.<br />

Consente di evidenziare la fistola sia in proiezione assiale che coronale o in<br />

proiezioni traverse se necessario. Inoltre può dimostrare la presenza di altre<br />

fistole non attive.<br />

Tutti i metodi di cisternografia (RM, CT e con radionuclidi) hanno un’ottima<br />

specificità per la ricerca della fistola, in particolare se associate a manovra di<br />

Valsala o a compressione delle giugulari durante l’esame.<br />

Ormai sono abbandonate le metodiche di ricerca della fistola con coloranti<br />

per l’elevato rischio di meningiti chimiche con questi agenti, come blu di metilene,<br />

indigo carmine e fenilsulfonftaleina (PSP). Soltanto durante le esplorazioni<br />

chirurgiche o gli interventi di chiusura alcuni autori utilizzano una soluzione<br />

di fluorescina per localizzare la fistola. Si fa uso di 0,5 ml di fluorescina diluita<br />

al 10% iniettata nello spazio subaracnoideo lombare, che raggiunge in 6 ore le<br />

cisterne della base, dove è presente per 24 ore.<br />

A completamento diagnostico è comunque indicata l’esecuzione di RM cerebrale<br />

per individuare l’eventuale presenza di meningocele o meningoencefalocele.<br />

Occasionalmente non è possibile localizzare la fistola radiologicamente per<br />

cui si può rendere necessario procedere ad esplorazione chirurgica.<br />

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