xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.
xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.
xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
La terapia chirurgica del colesteatoma dell’orecchio medio<br />
mucosa e della funzionalità tubarica, ha l’inconveniente di comportare il disagio<br />
di un secondo intervento e di prolungare di diversi mesi la durata del programma<br />
chirurgico complessivo.<br />
A nostro avviso, soprattutto quando si decida di procedere con una tecnica<br />
chiusa, è prudente di norma prevedere un second look chirurgico a distanza di 1,5-<br />
2 anni; il che in generale è secondo noi comunque preferibile all’opzione della<br />
tecnica aperta, che sovverte definitivamente l’anatomia dell’orecchio 33 . In accordo<br />
con altri AA 7 riteniamo non prudente eseguire il secondo tempo chirurgico<br />
dopo più di 2 anni nell’adulto e di 18 mesi nel bambino, poiché questo esporrebbe<br />
al rischio di eccessiva crescita di eventuali masse colesteatomatose residue.<br />
La stadiazione può essere attuata anche nella tecnica CWD, soprattutto quando<br />
si sospetta una disfunzione tubarica importante o quando le condizioni della<br />
mucosa della cassa sono compromesse 37 .<br />
Solo in casi estremamente selezionati (26% nella nostra casistica) è prudente<br />
attuare d’embléè anche il tempo funzionale: quando vi sia assoluta certezza della<br />
completa eradicazione della patologia, soprattutto in presenza di staffa integra e<br />
mobile 25 ; quest’ultima infatti rappresenta la condizione funzionalmente più favorevole,<br />
che quindi conviene sfruttare procedendo direttamente al tempo funzionale,<br />
soprattutto in presenza di malattia e conseguente deficit uditivo dell’orecchio<br />
controlaterale.<br />
Ricostruzioni parete laterale dell’epitimpano<br />
I difetti ossei parziali della parete laterale dell’epitimpano e della parete<br />
posterosuperiore del condotto, riscontrabili nella nostra casistica in oltre il 40 %<br />
dei casi, possono risultare dall’erosione ossea operata da un colesteatoma atticale,<br />
o – nel caso di pazienti già operati – dalle procedure chirurgiche attuate per<br />
eradicare un colesteatoma di piccole dimensioni. Nella timpanoplastica in tecnica<br />
chiusa essi costituiscono il principale fattore di rischio per la formazione delle<br />
tasche di retrazione secondarie, e quindi dei colesteatomi ricorrenti 22 . Pertanto il<br />
loro trattamento si impone anche quando si opti per una procedura a stadi, che<br />
certamente riduce il rischio di colesteatoma residuo 9 .<br />
Numerosi materiali sono stati proposti: autotrapianti di corticale ossea, fascia<br />
temporale, lamina di Silastic, cartilagine autologa, eterologa, patè di osso, materiali<br />
alloplastici etc. 4 .<br />
Nella nostra esperienza abbiamo impiegato inizialmente idrossiapatite in fogli,<br />
poi principalmente dura liofilizzata e pericondrio per lo più tragale, rispettivamente<br />
nell’11% e nel 2% dei casi, entrambi materiali di facile reperimento a basso<br />
costo, assolutamente biocompatibili, sempre con ottimi risultati sulla stabilizzazione<br />
del difetto osseo e quindi sulla prevenzione delle retrazioni secondarie.<br />
CONCLUSIONI<br />
Alla luce dell’esperienza maturata in circa 40 anni di chirurgia otologica riteniamo<br />
di poter focalizzare nei seguenti punti gli aspetti fondamentali da osservare,<br />
per un corretto trattamento chirurgico del colesteatoma.<br />
223