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xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.

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P. Laudadio et al.<br />

Fattori prognostici.<br />

- Anche se alcuni Autori non hanno riscontrato differenze statisticamente significative<br />

tra i risultati ottenuti con tecnica tradizionale e con il laser 9,20,39 diversi<br />

lavori riportano percentuali di successo superiori con quest’ultimo 18,28,30 ; una<br />

meta-analisi della letteratura condotta da Wiet e Coll. 44 ha evidenziato un vantaggio<br />

statisticamente significativo, in termini di efficacia e sicurezza, dell’impiego<br />

del laser rispetto alle tecniche tradizionali; in ogni caso è opinione<br />

comune, e anche nostra, che l’impiego del laser semplifichi quantomeno l’opera<br />

del chirurg 25 .<br />

- In diverse casistiche il numero di reinterventi sembra influenzare negativamente<br />

la possibilità di successo 2,9,13,19,30 .<br />

- Berenholz e Coll. 2 e Han e Coll. 20 riportano percentuali di successo superiori<br />

per il trattamento di un’ipoacusia ricorrente rispetto ai casi di ipoacusia<br />

residua.<br />

- L’eterogeneità delle casistiche, delle protesi impiegate e delle tecniche utilizzate<br />

non consente di trarre conclusioni circa la relazione tra dislocazione/malfunzionamento<br />

e tipo di protesi impiegato nella chirurgia primaria 28 .<br />

- La tecnica adottata nel primo intervento condiziona secondo alcuni Autori<br />

l’esito delle revisioni successive: risultati migliori sono stati segnalati in caso<br />

di revisione di stapedotomia o stapedectomia parziale rispetto alla stapedectomia<br />

totale 40,43 ; De La Cruz e Fayad 9 peraltro hanno ottenuto risultati sovrapponibili;<br />

effettivamente la revisione di stapedectomia può comunque presentare<br />

situazioni anatomiche anche molto complesse e rivelarsi particolarmente<br />

impegnativa.<br />

- In diverse casistiche si è tentato di correlare la causa di insuccesso del primo<br />

intervento con i risultati funzionali della chirurgia di revisione; la molteplicità<br />

delle situazioni anatomo-cliniche e la frequente associazione di più cause<br />

di fallimento rende molto difficoltose analisi di questo tipo, anche quando<br />

condotte su casistiche ampie; Han e Coll. 20 non hanno riscontrato correlazioni<br />

tra risultati e reperti intraoperatori; altri Autori 9,11,40 segnalano invece risultati<br />

meno soddisfacenti in caso di necrosi dell’apofisi lunga dell’incudine.<br />

- Per i motivi meccanici già esposti, è opinione comune che le tecniche di malleo-stapedoplastica<br />

consentano risultati solitamente meno soddisfacenti<br />

rispetto alle stapedoplastiche propriamente dette, attuabili in presenza di ossicini<br />

integri e mobili 2,9,24,30 . In realtà l’analisi della letteratura non consente di<br />

trarre conclusioni definitive: diverse casistiche riportano percentuali di successo<br />

simili per le due tecniche 11,19,20,22 ; Fisch e Coll. 13 riportano risultati lievemente<br />

migliori con le malleostapedoplastiche rispetto alle stapedoplastiche<br />

con utilizzo dell’incudine.<br />

- Con l’allungamento della vita media sono in aumento i casi di insuccesso tardivo<br />

dopo chirurgia dell’otosclerosi, insorto anche a notevole distanza di<br />

tempo dal primo intervento; non di rado quindi lo specialista si confronta con<br />

casi di insuccesso trasmissivo e con la richiesta da parte del paziente di<br />

migliorare la funzione uditiva; come sostenuto e dimostrato da altri Autori 31<br />

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