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xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.

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Consigliamo di eseguire l’intervento in anestesia generale in quanto è necessaria<br />

una perfetta immobilità del paziente.<br />

I tempi chirurgici iniziali avvengono nel modo convenzionale già descritto<br />

sino ai tempi sulla staffa. Eseguita la sezione dell’articolazione incudo-stapediale<br />

come di consueto, con il raggio viene sezionato il tendine del muscolo stapedio<br />

e si effettua la crurotomia posteriore; se l’anatomia lo consente, ma accade di<br />

rado, si effettua anche una crurotomia anteriore; effettuata la frattura e rimozione<br />

della sovrastruttura, si effettua il foro platinare che avviene con la cosiddetta<br />

“tecnica a rosetta” (Perkins 1998). Lo spot misura circa 0,2 mm; è necessario<br />

quindi piazzare diversi impulsi laser l’uno all’altro adiacenti e leggermente<br />

sovrapposti così da creare una fenestrazione composta come da petali attraverso<br />

i quali “trasuda” perilinfa; nel fare questo bisogna evitare di applicare impulsi<br />

laser direttamente sulla perilinfa del vestibolo perché ciò si tradurrebbe più facilmente<br />

in trauma acustico. Con un uncino si possono allontanare eventuali residui<br />

di osso. Viene quindi applicata la protesi del tipo e diametro più confacente.<br />

A conclusione si richiama l’attenzione sul fatto che, con questa tecnica, si<br />

annullano i rischi di platina flottante e frattura della stessa.<br />

Stapedotomia “one shot” con Laser CO2 dotato di scanner.<br />

Il Laser CO2 presenta un alto assorbimento nel punto di impatto ma provoca<br />

notevole dispersione di calore (naturalmente maggiore in modalità continua).<br />

Il dispositivo per l’applicazione “one shot” è accoppiato al micromanipolatore<br />

che viene applicato al microscopio. Il laser è dotato di un sistema scanner che<br />

indirizza il raggio in un tragitto a spirale; questo lo porta a coprire un’area circolare<br />

del diametro di 0,5 mm o 0,6 mm o 0,7 mm in un tempo di 0,03 e 0,05<br />

secondi in modalità continua con una potenza pari a 20-22 watt stabilita dallo<br />

strumento in rapporto alla misura di foro prescelta. In relazione allo spessore<br />

della platina questo singolo spot determina un adeguato foro platinare in circa il<br />

70% dei casi; con un secondo spot si ottiene un ulteriore 10% di risultato efficace;<br />

nel restante 20% è necessario procedere senza l’utilizzo dello scanner<br />

(Jovanovic 2004). Nei restanti casi possono essere applicate singole applicazioni<br />

con la tecnica a “rosetta”.<br />

Risultati funzionali nella nostra casistica.<br />

Attualità nella terapia chirurgica della staffa<br />

Sono stati operati per otosclerosi presso la nostra Unità Operativa 870 pazienti<br />

tra il 1/1/1999 ed il 1/2/2005.<br />

Tra questi abbiamo raccolto un campione di 300 pazienti operati di stapedotomia,<br />

100 con l’impiego di microfresa, 100 con l’impiego di laser ad Erbio e<br />

100 con l’impiego di laser CO2. Il campione è stato selezionato in maniera random<br />

confrontando l’esame audiometrico preoperatorio con quello post-operatorio<br />

di controllo a distanza di almeno un anno (follow-up: range 12-84 mesi;<br />

media: 44 mesi). Conformemente alle indicazioni della American Academy of<br />

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