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xciii congresso nazionale - S.I.O.e.Ch.CF.

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Attualità nella terapia chirurgica della staffa<br />

Patologia.<br />

Il processo otosclerotico può coinvolgere estensivamente la finestra ovale e la<br />

platina sino a “seppellirle” in parte o completamente con uno spessore sino a 2,5<br />

mm di tessuto osteoide. La platina a “biscotto” consiste in un diffuso ispessimento<br />

della platina che però conserva un bordo ben demarcato; questo caso è<br />

delicato perché facilmente la platina può venire lussata.<br />

Epidemiologia.<br />

Viene riportata con una incidenza variabile tra il 4.7% ed il 20%.<br />

Sono particolarmente a rischio per questa forma di otosclerosi i giovani,<br />

manifestandosi la malattia intorno alla pubertà, con un andamento aggressivo<br />

(De Souza 2004). E’ più frequente nella forma bilaterale ed eccezionale in quella<br />

monolaterale.<br />

Questa condizione è diversa dalla fissità congenita della platina che è solitamente<br />

monolaterale e può accompagnarsi a condizioni anatomiche dell’orecchio<br />

interno predisponesti al “gusher”.<br />

Diagnosi.<br />

Non è comunemente ritenuto possibile diagnosticarla in base ai dati audiometrici<br />

e per lo più costituisce un riscontro intraoperatorio. Attualmente però una<br />

Tc ad alta risoluzione potrebbe svelarla.<br />

Il coinvolgimento dell’orecchio interno può interessare la coclea con possibilità<br />

di grave ipoacusia neurosensoriale.<br />

Trattamento chirurgico.<br />

I Laser hanno aggiunto una nuova dimensione di sicurezza al trattamento di<br />

una otosclerosi obliterativa. Il Laser, specie quello ad erbio, vaporizza progressivamente<br />

diversi strati della platina sino a che affiora perilinfa; regolarizzata la<br />

superficie viene poi praticato il foro, ancora con il Laser.<br />

Usando invece il trapano è necessario ricreare la fossetta ovale con la fresa<br />

sino a giungere all’endostio; bisogna evitare di generare eccessivo calore e di<br />

entrare prematuramente nel vestibolo; il vestibolo dovrebbe essere “blue lined”,<br />

successivamente dovrebbe essere creata la finestra (De Souza 2004); la “small<br />

fenestra” è spesso considerata la più sicura ma anche quella più soggetta a richiudersi,<br />

così diversi Autori consigliano una “large fenestra” eventualmente con<br />

interposizione di vena (Causse 1991), anche allo scopo di limitare l’ingresso di<br />

sangue dall’osso otosclerotico nel vestibolo.<br />

Risultati.<br />

L’incidenza di ipoacusia neurosensoriale immediata o dilazionata di pochi<br />

anni è maggiore rispetto ai casi non complicati. Successivamente non è rara la<br />

riobliterazione parziale o totale della finestra ovale ad opera di osso neoformato<br />

riparativo, di tipo non otosclerotico.<br />

Alla luce di recenti rinnovate segnalazioni sul possibile effetto positivo del<br />

Fluoruro di Sodio (Derks 2001), ci si può chiedere se, come alcuni Autori suggerirono<br />

(Crabtree e Coll. 1980), la somministrazione di questo farmaco dopo<br />

l’intervento possa prevenire la riossificazione.<br />

Diversi Autori (Derlacki 1985, Sheehy 1981) sostengono che, in caso di<br />

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