Il «testamento politico» della terrorista Nadia ... - Erga edizioni
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<strong>Il</strong> <strong>«testamento</strong> <strong>politico»</strong> <strong>della</strong> <strong>terrorista</strong> <strong>Nadia</strong> Desdemona Lioce e i volantini di rivendicazione<br />
degli omicidi Biagi e D'Antona. Panorama li ha messi a confronto e ha scoperto le stesse<br />
espressioni, la stessa cultura marxista e perfino gli stessi errori grammaticali<br />
Rinchiusa nella sua piccola cella fiorentina ha stretto avidamente la matita, poi, in poco più di 20 minuti,<br />
ha riempito dieci pagine di parole in stampatello. Tutto d'un fiato, come se fossero la trascrizione di<br />
una filastrocca mandata a memoria. Sulla carta una scrittura fitta, rotonda e senza correzioni. Ora il<br />
testamento politico <strong>della</strong> brigatista <strong>Nadia</strong> Desdemona Lioce è stato segretato dai magistrati.<br />
Ma Panorama ne ha letto e trascritto ampi stralci, confrontandoli, parola per parola, con le<br />
rivendicazioni degli omicidi di Massimo D'Antona e Marco Biagi. <strong>Il</strong> risultato: un lungo elenco di<br />
espressioni «tipiche», presenti sia nel testo di Lioce sia nei due documenti precedenti. Quasi un frasario<br />
elementare per apprendisti br, un manuale preparato senza trucchi da una maestra del genere.<br />
Panorama, in più, ha preso in considerazione l'analisi comparata delle rivendicazioni D'Antona e Biagi<br />
fatta da Amedeo Benedetti, esperto di comunicazione letteraria e di immagini, nel suo <strong>Il</strong> linguaggio delle<br />
nuove Brigate rosse (<strong>Erga</strong> <strong>edizioni</strong>, 15 euro). <strong>Il</strong> confronto con il testo segretato ne ha confermato la<br />
continuità linguistica. <strong>Il</strong> giudizio di Benedetti sui documenti del ‘99 e del 2002 sembra riferito a<br />
Lioce: ogni frase è «ostica e scarsamente leggibile», «il tono è monocorde, privo di<br />
impennate». I periodi restano lunghissimi e spesso senza soggetto, in un trionfo di<br />
subordinate, incisi e parentetiche. Continua l'uso frequente dei trattini («costruire-formare»,<br />
«economico-sociale»), quello rarissimo del punto ed errato <strong>della</strong> virgola. Rispetta la lezione brigatista<br />
anche la scelta di sostantivi e aggettivi, quasi tutti astratti: da «contraddizione» a «coesione», da<br />
«dominante» a «neocorporativo». L'intero discorso è infiorato di ideologia marxista: «lavoro salariato» e<br />
«scontro», «padroni» e «autonomia» punteggiano le frasi, mentre «processi», «forze» e «avanguardie»<br />
sono tutti «rivoluzionari». In cima alla lista delle preferenze vocaboli «evergreen» come «Stato»,<br />
«proletariato» e «classe».<br />
La br foggiana non dimentica nessuna delle regole di scrittura eversiva: per esempio, sostantivi che<br />
iniziano con il prefisso «ri», come «riequilibrio» e «rimo<strong>della</strong>zione», «rivelatori dell'ideologia terroristica,<br />
orientata a ricostruire la società dalle fondamenta» spiega Benedetti.<br />
Per quanto riguarda i verbi, oltre all'espressione «costruire-formare» già presente nella<br />
rivendicazione D'Antona, Lioce ricorre a quelli di tradizione br, magari un po' ricercati. Alcuni<br />
esempi? Ai primi posti <strong>della</strong> top ten «stabilizzare», «incidere» e «connotare», oltre ad<br />
«avanzare», «termine tipico del linguaggio d'azione brigatista».<br />
Le «coincidenze» non sono finite. Benedetti sottolinea: «Nei documenti Biagi e D'Antona, sempre legata<br />
all'azione, è una piccola serie di vocaboli “forti” costituita da parole che illustrano atti di una certa energia<br />
o violenza».<br />
Guarda caso il crudo gergo militare è proprio la specialità di Lioce: le «avanguardie<br />
rivoluzionarie» devono «lacerare le contraddizioni che attraversano il nemico», mentre il «polo dominante<br />
<strong>della</strong> catena imperialista» è costretto a «stabilizzare gli equilibri <strong>della</strong> regione mediorientale (...)<br />
disarmando e annientando la resistenza palestinese». Nell'analisi <strong>della</strong> situazione mediorientale fanno il<br />
loro esordio i vocaboli «bastione» ed «egemonia» (in questo caso «sionista»).<br />
Nel testo <strong>della</strong> Br sono presenti altre, più sostanziose, novità: contrariamente alle rivendicazioni<br />
precedenti, compaiono parole alla moda come «sponsorizzare» o tipiche del linguaggio parlato quali<br />
«spezzoni» o «malasorte», quest'ultima inserita nel cruciale passaggio, a pagina 6, dedicato a Biagi e alla<br />
sua riforma: «<strong>Il</strong> governo Berlusconi si prepara a celebrare, confidando sul vantaggio militare<br />
ottenuto (l'arresto di Lioce e l'uccisione di Mario Galesi, ndr), l'avvio <strong>della</strong> riforma Biagi Cgil<br />
Cisl Uil come se le parole d'ordine con cui sono scesi in piazza milioni di lavoratori fossero solo<br />
contro il governo e la malasorte». Ecco la vera new entry: il preciso riferimento alla piazza e alle sue<br />
proteste, l'attenzione per le manifestazioni contro l'articolo 18, sebbene anche la Cgil venga retrocessa<br />
fra i nemici.
Per la prima volta i terroristi non danno l'impressione di vivere e agire in un mondo fuori dalla storia, in<br />
un laboratorio rivoluzionario senza contatti con la realtà. Sempre a proposito dell'omicidio Biagi (definito<br />
gelidamente «azione») Lioce pare preannunciare altri morti: «Lo scontro di potere tra classe e<br />
Stato (...) nel quale le Brigate rosse sono intervenute con l'azione Biagi, spostando i rapporti di<br />
forza momentaneamente a favore del proletariato non è affatto chiuso ed è aggravato dalla perdurante<br />
stagnazione economica».<br />
Infine, dopo aver citato l'«attacco dell'11 settembre» e l'«attacco all'Iraq», si appella (come<br />
avevano già fatto i «cugini» dei Nuclei territoriali antimperialisti), in perfetto stile marxistaleninista,<br />
alle «masse arabe e islamiche espropriate e umiliate dall'imperialismo e che nel complesso<br />
costituiscono il naturale alleato del proletariato metropolitano dei paesi europei». Nei panni di uno Zio<br />
Sam con falce e martello sembra dire: «I want you». In tempo di guerra pure le Brigate rosse lanciano<br />
la loro, personalissima, campagna d'arruolamento.<br />
(ha collaborato Gianluca Ferraris)