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aziende / porto&diporto - Porto & diporto

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Tariffa R.O.C. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) - art. 1, comma 1, DCB Napoli - ANNO VII - N. 5 - Maggio 2011 - Costo singola copia € 2,50<br />

IL MAGAZINE CHE APRE IL PORTO ALLA CITTÁ<br />

Assemblea Federagenti<br />

Convention UCINA Satec<br />

also in english


Marittimi e Mediatori<br />

Federazione Nazionale Agenti Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi


Anno VII - N°5 - Maggio 2011<br />

Direttore responsabile<br />

Antonio De Cesare<br />

Direttore editoriale<br />

Maurizio De Cesare<br />

Hanno collaborato a questo numero:<br />

Giuseppe Balzano - Cosimo Brudetti<br />

Eduardo Cagnazzi - Bruno Castaldo<br />

Giuseppe Coccia - Renato Coroneo<br />

Francesco de Carolis - Fabio De Cesare<br />

Paola de Ciuceis - Carlo Maria Forte<br />

Brunella Giugliano - Patrizia Lupi<br />

Matteo Martinuzzi - Enrico Messinese<br />

Gerardo Daniele Miscutti<br />

Andrea Moizo - Pina Monni<br />

Giorgia Riccardi - Riccardo Russo<br />

Alessandro Talini - Stefania Vergani<br />

Amministrazione e abbonamenti<br />

Paola Martino<br />

amministrazione@portoe<strong>diporto</strong>.it<br />

abbonamenti@portoe<strong>diporto</strong>.it<br />

Costo abbonamento<br />

Italia € 30, estero € 90<br />

esclusivamente con versamento su<br />

CCP n. 81627671 - AM editori srl<br />

Via Ponte dei Francesi, 35<br />

80146 Napoli<br />

Pubblicità e marketing<br />

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Progetto e realizzazione grafica<br />

AM editori srl<br />

Stampa<br />

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Il magazine <strong>Porto</strong>&<strong>diporto</strong><br />

è proprietà di<br />

AM editori srl - Tel 081 6581974<br />

Tel/Fax 081 5592332<br />

redazione@portoe<strong>diporto</strong>.it<br />

www.portoe<strong>diporto</strong>.it<br />

Autorizzazione Tribunale di Napoli<br />

n. 17 del 15 febbraio 2006<br />

Periodico associato all’USPI<br />

Unione Stampa Periodica Italiana<br />

4 MAREFORUM<br />

Bottiglieri ottimista con un occhio a Wall<br />

Street<br />

6 MAREFORUM<br />

Piatto ricco al Mare Forum 2011<br />

9 ARMAMENTO<br />

Andare in vacanza in autostrada... del<br />

mare<br />

10 ARMAMENTO<br />

Moby si prende Toremar ma ora sarà<br />

battaglia (legale)<br />

12 FEDERAGENTI<br />

Gli Stati Generali degli Agenti Marittimi<br />

13 CANTIERISTICA<br />

Le nuove tecnologie di Eliship<br />

14 CANTIERISTICA<br />

Fincantieri, quando la crisi continua a farsi<br />

sentire<br />

16 CANTIERISTICA<br />

Un Ro-Ro per RFI<br />

17 FORMAZIONE<br />

I competitors nel segmento dry cargo<br />

18 INFRASTRUTTURE<br />

Interporto di Rivalta Scrivia<br />

20 INFRASTRUTTURE<br />

Cagliari il porto diventa Home<br />

22 INFRASTRUTTURE<br />

22 grandi progetti per rilanciare la<br />

Campania<br />

24 INFRASTRUTTURE<br />

Legge Obiettivo. Lo stato dell’arte di<br />

infrastrutture e logistica<br />

26 RICERCHE<br />

Sud - Tessuto produttivo tra recessione e<br />

rilancio<br />

28 LOGISTICA<br />

Unione Industriali. Rinnovato il vertice della<br />

logistica partenopea<br />

29 INNOVAZIONE<br />

Il dramma della pirateria. Possiamo farci<br />

delle domande?<br />

30 DIRITTO<br />

I registri di classifica: la legge è uguale per<br />

tutti?<br />

32 AZIENDE<br />

El Hierro isola ad energia “verde”<br />

sommario / porto&<strong>diporto</strong><br />

Questa edizione è distribuita in extratiratura<br />

presso Convention UCINA Satec (27 - 29 maggio Viareggio)<br />

Assemblea Nazionale Federagenti (2 - 4 giugno Stintino - SS)<br />

E’ vietata la riproduzione totale e/o<br />

parziale di testi, fotografie e di qualsiasi<br />

altro contenuto o allegato.<br />

Tutti i diritti sono riservati.<br />

34 AZIENDE<br />

E’ targato Avio il nuovo motore “verde”<br />

35 AZIENDE<br />

Il SISTRI, questo sconosciuto e<br />

fantomatico sistema<br />

36 AZIENDE<br />

Altanus - Alleanze per crescere<br />

38 AZIENDE<br />

Contributi a sostegno delle politiche<br />

agricole<br />

40 AZIENDE<br />

Lo sviluppo Conad in Campania<br />

42 MARKETING<br />

Puntata n. 5 - “Chi offre di più?”<br />

44 NAUTICA<br />

Salto culturale del sistema Paese per far<br />

crescere la nautica<br />

46 NAUTICA<br />

Vela protagonista nel Golfo di Napoli<br />

48 NAUTICA<br />

Imprenditoria e Sport - Al&Al binomio<br />

vincente<br />

50 NAUTICA<br />

Mare, Marine e Marinai in Festa<br />

52 WELLNESS<br />

Bellessere<br />

54 TURISMO<br />

EKK riscopre l’Abruzzo più tradizionale<br />

56 TURISMO<br />

Eventi e cultura sulla antica strada di<br />

Puteoli<br />

58 MUSEI<br />

Andare al Museo e giocare con la Nintendo<br />

60 MOSTRA<br />

Museo del Mare di Napoli. Da scugnizzi a<br />

marinaretti<br />

62 LIBRI<br />

Nel mare della storia<br />

63 ENGLISH SUMMARY<br />

RICH PICKINGS AT MARE FORUM 2011<br />

CAGLIARI NOW HOME PORT<br />

MOTORWAYS OF THE SEA - THE<br />

HOLIDAY ROAD<br />

A RO-RO FOR ITALIAN RAILWAYS<br />

RIVALTA SCRIVIA INTERPORT


mareforum / porto&<strong>diporto</strong><br />

Se un anno fa, in occasione dell’edizione 2010,<br />

Giuseppe Bottiglieri, presidente dell’omonima<br />

shipping company partenopea, mostrava già un<br />

timido ottimismo sulla ripresa dei mercati dopo la crisi<br />

economica, quest’anno la cornice del Mare Forum 2011,<br />

di cui è stato come sempre l’ospite organizzatore, è stata<br />

l’occasione per ribadire con più forza la fiducia nel rilancio<br />

dell’economia.<br />

“Assodato che i noli visti nel biennio 2007-2008 sono<br />

stati un’anomalia temporanea, penso di poter affermare<br />

che il trend di mercato attuale, seppur non esaltante, è<br />

comunque soddisfacente per le navi bulk carrier (soprattutto<br />

panamax e post-panamax); ma anche le products<br />

tankers ultimamente sono tornate su livelli di mercato<br />

accettabili” ha spiegato Bottiglieri.<br />

Una nave cisterna da 45.000 tonnellate di portata, impegnata<br />

nelle rotte intra-mediterranee, attualmente spunta<br />

infatti noli giornalieri da 20.000 dollari: “Se questo è il<br />

trend di un mercato sotto pressione, che sta assorbendo<br />

l’arrivo di molte nuove costruzioni, allora le prospettive<br />

future non possono che essere incoraggianti” ha pun-<br />

4 - maggio 2011<br />

Bottiglieri ottimista<br />

tualizzato l’armatore.<br />

Tuttavia la cautela è ancora un atteggiamento diffuso,<br />

se è vero che, come ha ricordato Bottiglieri, in questa fase<br />

molti armatori, per consolidare quanto è stato fatto negli<br />

esercizi passati, stanno optando per un rallentamento<br />

sui nuovi investimenti, alla luce anche di un mutato e più<br />

complesso rapporto con le banche: “Gli istituti di credito<br />

hanno oggi un atteggiamento molto più prudente rispetto<br />

al passato. La leva finanziaria si è ridotta, lo spread è<br />

aumentato e le banche chiedono maggiori garanzie anche<br />

sugli impieghi futuri delle navi finanziate”. Tuttavia<br />

non è il caso di disperare: “Non si può però sostenere<br />

che i ‘rubinetti siano ancora chiusi’, perché per chi ha i<br />

numeri in regola c’è disponibilità di finanziamento; certo,<br />

rispetto al passato più recente, bisogna sicuramente presentare<br />

qualche garanzia in più”.<br />

Per quanto riguarda la Giuseppe Bottiglieri di Navigazione,<br />

il suo presidente non può che essere soddisfatto<br />

delle ultime novità riguardanti la compagnia. Dopo il<br />

varo, a fine marzo, presso il cantiere cinese New Jiangsu<br />

Yangzijiang della rinfusiera da 93.500 Bottiglieri Flavio


con un occhio a Wall Street<br />

Borriello, entro fine giugno sarà la volta della gemella<br />

Bottiglieri Giorgio Avino, con cui si concluderà l’imponente<br />

piano di rinnovo della flotta avviato nel 2007: con<br />

un investimento di circa 600 milioni di dollari, sono state<br />

realizzate dieci post-panamax comprese fra le 92.500 e le<br />

93.500 dwt e una capesize da176.000, l’ammiraglia della<br />

flotta, battezzata proprio Giuseppe Bottiglieri.<br />

Anche i numeri confermano la solidità della compagnia:<br />

“Malgrado il fatturato sia sceso lievemente rispetto<br />

al 2009, attestandosi nel 2010 fra i 150 e i 160 milioni di<br />

euro, l’utile è cresciuto da 17 a 31 milioni di euro. Ha pagato<br />

la nostra strategia adottata negli ultimi anni e consistente<br />

nella diversificazione del business, con investimenti<br />

anche nel settore delle navi cisterna” ha commentato<br />

l’armatore napoletano, precisando che “per quanto<br />

riguarda le rinfuse secche si è puntato molto sulle navi<br />

post-panamax, in grado di garantire, a parità di velocità e<br />

di consumi, una portata di 18.000 tonnellate in più rispetto<br />

alle panamax tradizionali da 75.000 tonnellate. Dopo<br />

un po’ di diffidenza iniziale, queste navi di nuova conce-<br />

zione studiate ad hoc per l’apertura del nuovo canale di<br />

Panama nel 2014, sono state ben accolte dai noleggiatori<br />

e, con il mercato attuale, spuntano noli giornalieri medi<br />

da 18.000 dollari rispetto a un break-even da 15.000 dollari”.<br />

E l’apertura di Bottiglieri a nuove forme di business –<br />

apertura inusuale, se vogliamo, per società di solida tradizione<br />

famigliare come la sua – oltre che per gli aspetti<br />

più squisitamente tecnici, vale anche per la struttura<br />

societaria della compagnia stessa: “L’ipotesi quotazione<br />

come volano per lo sviluppo futuro di un’azienda armatoriale<br />

è sicuramente valida” ha infatti concluso l’armatore,<br />

puntualizzando come, “per il momento si tratti solamente<br />

di un’opportunità presa in considerazione, ma oggi ancora<br />

prematura, sia per ragioni legate all’andamento dei<br />

mercati finanziari sia perché non saremmo ancora pronti.<br />

Di sicuro posso dire che il listino di New York si sta rivelando<br />

migliore rispetto a quello milanese per accogliere<br />

le compagnie di navigazione”.<br />

Andrea Moizo<br />

maggio 2011 - 5


mareforum / porto&<strong>diporto</strong><br />

Fra eccesso di stiva, andamento<br />

dei noli, ship finance e pirateria,<br />

anche l’edizione 2011<br />

del Mare Forum, svoltasi a Sorrento a<br />

metà maggio, non ha certo annoiato i<br />

partecipanti.<br />

La prima conclusione emersa è che<br />

per una ripresa sostanziosa dei noli<br />

marittimi occorrerà aspettare almeno<br />

il 2013. Nel mirino l’oversupply di stiva,<br />

come ha evidenziato fra gli altri il<br />

padrone di casa Giuseppe Bottiglieri –<br />

Mare Forum è organizzato dall’omonima<br />

compagnia armatoriale partenopea<br />

– ricordando che, nel solo settore delle<br />

navi dry bulk (rinfuse secche), a fronte<br />

di una flotta mondiale di 7.528 portarinfuse,<br />

nel 2011 sono in ordine 1.196<br />

unità (altre 348 sono già state consegnate<br />

nel corso dell’anno); nel 2012<br />

l’orderbook ammonta a 1.216 unità; nel<br />

2013 a 444; nel 2014 a 57 mentre nel<br />

2015 (finalmente) si arriva a zero navi<br />

in ordine. Attualmente, inoltre, esistono<br />

al mondo 1.955 dry bulk con più di 20<br />

anni, pari al 26% della flotta mondiale.<br />

“Occorre ridurre il portafoglio ordini,<br />

fermando le commesse di nuove navi<br />

e incoraggiare le demolizioni delle navi<br />

con più di 20 anni”.<br />

6 - maggio 2011<br />

Piatto ricco al Mare Forum<br />

Paolo d’Amico Presidente Confitarma Massimo Zanieri Shipping Finance Unicredit<br />

Sensibili al tema anche Leonardo<br />

Lembo, amministratore delegato di Deiulemar<br />

Shipping, che ha provocatoriamente<br />

proposto “un’azione congiunta<br />

a livello internazionale che imponga la<br />

demolizione di tre navi per ogni nuova<br />

costruzione che esce dai cantieri del<br />

Far East”, e Peppino D’Amato, esperto<br />

presidente della Perseveranza di Navigazione,<br />

che ha suggerito ai cantieri<br />

del Far East di “acquistare bacini di<br />

carenaggio e dedicarsi alle riparazioni<br />

navali per colmare l’evidente gap di<br />

mercato riscontrabile oggi in Oriente”.<br />

Nel tentativo di delineare una prospettiva<br />

generale, poi, sono entrate<br />

anche variabili endogene come il terremoto<br />

giapponese e le crisi nordafricane.<br />

“Proprio il fermo delle centrali<br />

nucleari in Giappone e la conseguente<br />

revisione, da parte di tanti paesi, dei<br />

programmi sull’atomo, con una prevedibile<br />

maggiore richiesta di altre fonti di<br />

energia, come petrolio, gas e carbone,<br />

potrebbe aiutare a far ripartire lo shipping”<br />

ha ad esempio evidenziato il presidente<br />

di Confitarma Paolo d’Amico.<br />

Interessante il dibattito su quali saranno<br />

le aree a giocare un ruolo primario<br />

nel rilancio del commercio marittimo.<br />

Secondo Ugo Salerno, amministratore<br />

delegato del RINA (Registro Navale<br />

Italiano), sarà il Sud Africa ad aggiungersi<br />

all’ormai consolidato acronimo<br />

BRIC, coniato per individuare i paesi<br />

emergenti del mondo (Brasile, Russia,<br />

India, Cina): “Questi cinque paesi da<br />

soli contribuiscono per un 25% al PIL<br />

mondiale e non dimentichiamo che la<br />

Cina ha molti interessi commerciali sia<br />

in Sud Africa che in Brasile” ha fatto notare<br />

Salerno, scommettendo anche su<br />

un rapido sviluppo dell’Indonesia, dove<br />

crescono rapidamente i consumi della<br />

popolazione composta da 235 milioni<br />

di abitanti.<br />

Grande attenzione è stata dedicata<br />

dalla convention anche al rapporto<br />

fra shipping e finanza. L’appello “agli<br />

istituti di credito italiani ad entrare nello<br />

shipping tramite desk specializzati<br />

come stavano facendo i loro colleghi<br />

stranieri – ha ricordato Nicola Coccia,<br />

presidente della commissione finanza<br />

di Confitarma – avanzato nel 2006”<br />

sembra esser stato raccolto: oggi l’80%<br />

dei finanziamenti navali nel nostro paese<br />

avviene tramite banche italiane.<br />

Unico problema, secondo il mondo<br />

imprenditoriale, è una certa perduran-


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Italian Administration.<br />

maggio 2011 - 7


te sproporzione nel potere contrattuale<br />

a favore degli istituti di credito. “Tradizionalmente<br />

lo shipping è una delle<br />

attività a minor rischio di insolvenza” ha<br />

commentato Coccia, annunciando che,<br />

sotto l’egida di Confitarma, “è stata avviata<br />

un’approfondita indagine con le<br />

maggiori banche specializzate in shipping<br />

per avere una panoramica sull’an-<br />

8 - maggio 2011<br />

Ugo Salerno AD RINA<br />

damento storico del rapporto tra<br />

mondo della finanza e armatori”.<br />

Sul tema si sono spesi anche<br />

Francesco Fuselli, amministratore<br />

delegato del broker genovese<br />

Banchero Costa, specializzato,<br />

fra l’altro, nella mediazione tra<br />

banche e shipping companies,<br />

con un giudizio positivo sull’operato<br />

degli istituti di credito nostrani<br />

negli ultimi anni, “capaci<br />

di supportare il settore anche nei<br />

momenti complicati della stretta<br />

del credito”, e Massimo Zanieri,<br />

responsabile del desk shipping di<br />

Unicredit (banca leader del comparto<br />

in Italia nel 2010 con 390<br />

milioni di euro di finanziamenti<br />

accordati) con un’icastica chiosa<br />

letteraria fra Seneca e Rilke:<br />

“Nessun vento è favorevole per<br />

chi non sa dove andare, ma per<br />

noi che sappiamo, anche la brezza<br />

sarà preziosa”.<br />

Naturalmente caldo, infine, anche il<br />

tema della pirateria. Per dare un’idea<br />

delle dimensioni ‘industriali’ assunte<br />

dal fenomeno (dal settembre scorso<br />

sono 15 le navi vittime di sequestro e di<br />

più quelle di attacco) è stata addirittura<br />

proiettata una sorta di ricevuta firmata<br />

dai sequestratori in occasione del ritiro<br />

del riscatto di (1 milione e 650 mila dollari)<br />

a riprova dell’avvenuta consegna<br />

Leonardo Lembo AD Deiulemar<br />

dei liquidi. “La nostra parte l’abbiamo<br />

fatta, ora aspettiamo che la proposta<br />

si trasformi in decreto” ha commentato<br />

d’Amico, con riferimento alla misura ad<br />

hoc, allo studio del Governo, che dia<br />

la possibilità agli armatori italiani di imbarcare<br />

sulle proprie navi uomini della<br />

Marina Militare o contractor privati.<br />

Andrea Moizo


armamento / porto&<strong>diporto</strong><br />

Andare in vacanza in<br />

autostrada … del mare<br />

Quando si parlava una decina<br />

di anni fa delle Autostrade<br />

del Mare erano in pochi a conoscere<br />

l’argomento ed ancora meno<br />

quelli che ci credevano. La Comunità<br />

europea si stava aprendo alle politiche<br />

marittime cogliendo l’importanza del<br />

trasferimento delle merci dalla modalità<br />

terrestre a quella marittima e Manuel<br />

Grimaldi fu uno dei primi che rispose<br />

all’appello del Programma Marco Polo.<br />

Da allora di strada - anzi di autostrade<br />

del mare - se n’è fatta molta. Il Gruppo<br />

Grimaldi, che comprende anche Minoan<br />

Lines e Finnlines, solca con i suoi<br />

traghetti – moderni cruise ferries che<br />

garantiscono l’eccellenza dell’accoglienza<br />

– il Mediterraneo in largo e in<br />

lungo. Basta guardarne una cartina per<br />

individuare le linee blu che formano un<br />

fitto reticolo.<br />

Molte portano la bandiera del Gruppo<br />

Grimaldi che continua a lanciare sul<br />

mercato nuove proposte. Ultimo annuncio<br />

la ripresa da fine maggio della tratta<br />

Civitavecchia – Catania – Malta che fa<br />

salire a 16 i collegamenti marittimi per<br />

passeggeri e merci effettuati da Grimaldi<br />

Lines nel Mediterraneo Occidentale<br />

tra Italia (Sardegna e Sicilia), Spagna,<br />

Tunisia, Malta e Marocco.<br />

Oggi le linee sono: Civitavecchia<br />

- Barcellona; Livorno - Barcellona; Li-<br />

vorno - Valencia; <strong>Porto</strong> Torres - Barcellona;<br />

Civitavecchia - <strong>Porto</strong> Torres;<br />

Civitavecchia - Trapani; Civitavecchia -<br />

Catania; Salerno - Palermo; Civitavecchia<br />

- Tunisi; Palermo - Tunisi; Salerno<br />

- Tunisi; Trapani - Tunisi; Civitavecchia<br />

- Malta; Catania- Malta; Livorno - Tangeri;<br />

Barcellona –Tangeri.<br />

Il collegamento da Civitavecchia avrà<br />

frequenza settimanale e verrà effettuato<br />

con la M/n Catania, una moderna ro/<br />

pax dotata di 92 cabine, tra interne ed<br />

esterne, e 62 comode poltrone, in grado<br />

di viaggiare ad una velocità di 22,5<br />

nodi. Ogni sabato la nave lascerà il por-<br />

to laziale alle ore 22.30 in direzione di<br />

Catania, dove arriverà nel pomeriggio<br />

successivo alle ore 17.00. Dopo una<br />

sosta di qualche ora, la nave riprenderà<br />

il largo alle 22.30, per raggiungere<br />

l’isola di Malta il lunedì alle 7.00 del<br />

mattino. Per quanto riguarda il rientro,<br />

la partenza da Malta è prevista sempre<br />

il lunedì alle ore 13.00, con arrivo a Catania<br />

alle 19.30 dello stesso giorno e a<br />

Civitavecchia alle 17.00 del martedì.<br />

Nonostante il “caro carburante” le tariffe<br />

riescono a mantenersi alla portata<br />

delle tasche di tutti grazie anche alle<br />

offerte speciali di Grimaldi: la Superfamily<br />

& Friends, grazie alla quale su 4<br />

passeggeri sistemati nella stessa cabina<br />

i 2 più giovani viaggiano gratis, la<br />

Super Bonus che permette di trasportare<br />

gratuitamente auto o moto al seguito,<br />

e naturalmente l’Advanced Booking<br />

con sconto del 10% per le prenotazioni<br />

effettuate entro il 31 maggio 2011. Per<br />

chi viaggia in camper, è sempre disponibile<br />

la tariffa speciale Super Camper,<br />

con il 30% di sconto sui prezzi da catalogo.<br />

Anche questo collegamento è in<br />

linea con la politica di potenziamento<br />

ed espansione nel bacino del Mediterraneo<br />

Occidentale del Gruppo e segue<br />

di poche settimane il posizionamento<br />

della nave “Ikarus Palace”, che collega<br />

Livorno e il porto catalano di Barcellona<br />

con Tangeri. I collegamenti “storici”<br />

con Barcellona, sia da Livorno che da<br />

Civitavecchia, hanno avuto un grande<br />

successo e grazie alle linee giornaliere<br />

sono migliaia i turisti e gli operatori del<br />

trasporto che scelgono Grimaldi.<br />

La rotta Civitavecchia-Barcellona è<br />

servita, ad esempio, dalle due ammiraglie<br />

gemelle Cruise Roma e Cruise<br />

Barcelona, del tutto simili a vere e proprie<br />

navi da crociera sia nei servizi che<br />

nel livello di comfort offerto agli ospiti.<br />

Le cabine sono particolarmente ampie<br />

ed eleganti, il ristorante panoramico<br />

offre squisite proposte degli chef di<br />

bordo, la piscina esterna e il solarium<br />

sono affiancati da una moderna Spa<br />

con sauna, bagno turco e sale massaggi<br />

all’insegna del benessere. E per<br />

gli appassionati della vita notturna, c’è<br />

solo l’imbarazzo della scelta: Smaila’s<br />

Club con musica dal vivo, casinò con<br />

roulette e slot-machine, discoteca al<br />

ponte 10 per fare le ore piccole.<br />

Fra le chiavi del successo, si deve<br />

infatti annoverare la variegata proposta<br />

di Grimaldi anche come tour operator.<br />

Le navi non sono solo vettori ma<br />

esse stesse luogo di vacanza, proprio<br />

come le navi da crociera. Fittissimo è<br />

il programma di eventi organizzati che<br />

spaziano dalle minicrociere culturali<br />

all’insegna della letteratura a quelle<br />

dedicate allo sport. Ultima proposta per<br />

luglio la “crociera con delitto” giunta<br />

alla quinta edizione in meno di tre anni<br />

per offrire ai suoi partecipanti emozioni<br />

ancora più forti. Il riuscitissimo format,<br />

nato dalla collaborazione tra Grimaldi<br />

Lines e il teatro napoletano Il Pozzo<br />

e Il Pendolo, si arricchisce di ulteriori<br />

dettagli e nuove coinvolgenti situazioni<br />

da vivere anche negli spazi esterni<br />

della nave ed in una città di parchi e di<br />

mare, tutta da scoprire nella sua versione<br />

estiva.<br />

Una nuova storia calerà i partecipanti<br />

in un intreccio affascinante, ispirato ai<br />

luoghi dello scrittore Carlos Luis Zafon.<br />

Appassionati di gialli, incalliti giocatori<br />

e amanti delle sfide faranno un tuffo<br />

nella Barcellona più misteriosa: dal<br />

Barrio Gotico ai palazzi di Gaudì, dal<br />

Cimitero dei Libri Dimenticati al Tibidabo.<br />

Quattro giorni per immergersi nelle<br />

atmosfere evocate da Zafon nel suo<br />

noto romanzo “L’Ombra del Vento” e<br />

per risolvere un misterioso rompicapo<br />

che inizierà a bordo della Cruise Roma,<br />

moderna ed elegante ammiraglia della<br />

flotta Grimaldi Lines, e continuerà tra le<br />

ramblas del capoluogo catalano.<br />

Alessandro Talini<br />

maggio 2011 - 9


armamento / porto&<strong>diporto</strong><br />

Ad un anno e mezzo dal passaggio<br />

(a titolo gratuito) delle<br />

ex controllate regionali di<br />

Tirrenia alle Regioni di competenza,<br />

a inizio maggio si è conclusa la prima<br />

(e finora unica) delle procedure di privatizzazione<br />

che da queste avrebbero<br />

dovuto essere avviate nell’ambito del<br />

processo di dismissione dell’ormai ex<br />

compagnia di bandiera.<br />

In realtà è più corretto dire che è arrivata<br />

la prima assegnazione provvisoria,<br />

perché, oltre ad ulteriori verifiche<br />

tecnico-finanziarie necessarie da parte<br />

della Commissione – e alle possibili valutazioni<br />

al riguardo da parte di Antitrust<br />

e (meno probabilmente, dato il carattere<br />

territoriale del mercato di riferimento)<br />

organi comunitari – la conclusione<br />

della gara organizzata dalla Regione<br />

Toscana, con cui la Moby di Vincenzo<br />

Onorato si è aggiudicata Toremar (la<br />

compagnia deputata ai collegamenti<br />

marittimi nell’arcipelago toscano) è destinata<br />

con tutta probabilità ad aprire<br />

un contenzioso legale sul cui esito sarebbe<br />

azzardato pronunciarsi.<br />

Come è noto, infatti, a fine aprile, alla<br />

vigilia dell’apertura delle buste, dopo<br />

alcune rinunce eccellenti (Corsica Fer-<br />

10 - maggio 2011<br />

Moby si prende Toremar<br />

ries, Buquebus), bocciature preliminari<br />

(BN di Navigazione) e misteriose quanto<br />

evanescenti candidature (Pi Greco,<br />

dietro cui, secondo indiscrezioni mai<br />

confermate, ci sarebbe stato l’ex patron<br />

di Tirrenia Franco Pecorini), in gara<br />

erano rimaste soltanto Moby e Toscana<br />

di Navigazione, cordata creata ad hoc<br />

e guidata dagli armatori Salvatore Lauro<br />

(dell’omonimo gruppo partenopeo) e<br />

Franco Del Giudice (Delcomar) insieme<br />

ad operatori toscani e partenopei<br />

del settore edilizio e marittimo (fra cui il<br />

gruppo Fanfani e Ciano Trading).<br />

In ossequio al cronoprogramma della<br />

Regione il 20 aprile scorso si è tenuta<br />

la seduta pubblica durante la quale la<br />

Commissione ha aperto le buste delle<br />

offerte economiche per provvedere, in<br />

base alla somma del punteggio della<br />

valutazione tecnica con quello della<br />

valutazione economica, all’aggiudicazione<br />

provvisoria della gara. Ma è stato<br />

proprio allora che si è creato l’inghippo.<br />

Sembrava infatti che Toscana avesse<br />

prevalso, ma, sulla base di alcune<br />

subitanee eccezioni sollevate da Moby,<br />

la Commissione della Regione aveva<br />

deciso di “aggiornare la seduta per<br />

l’aggiudicazione di Toremar. La Commissione<br />

giudicante ha riscontrato la<br />

necessità di effettuare ulteriori approfondimenti<br />

in merito alle offerte in gara.<br />

La seduta è stata quindi sospesa e<br />

verrà riconvocata una volta esauriti gli<br />

approfondimenti necessari”.<br />

Una decisione inattesa, ma accolta<br />

con ottimismo da Lauro: “Sappiamo<br />

che questo genere di procedure in Italia<br />

funziona così. Restiamo però fiduciosi,<br />

perché il nostro piano industriale<br />

per Toremar, con 75 milioni di euro di<br />

investimenti previsti per il miglioramento<br />

della flotta e dei servizi, è già stato<br />

giudicato il migliore. Non ci resta che<br />

attendere gli approfondimenti della<br />

commissione, per i quali penso ci vorranno<br />

pochi giorni”.<br />

Ma due settimane dopo per l’armatore<br />

napoletano e per i suoi soci arrivava<br />

la doccia fredda. Il 5 maggio, infatti,<br />

una nota della Regione annunciava:<br />

“Oggi la Commissione ha convocato<br />

una nuova seduta pubblica nella quale<br />

ha annunciato di dover escludere dalla<br />

gara l’offerta di Toscana di Navigazione<br />

a causa di problemi di ‘difformità’ ed<br />

‘indeterminatezza’ riferiti in particolare<br />

alla ‘incongruità tra l’offerta economi-


ma ora sarà battaglia (legale)<br />

ca e quella tecnica’ relativamente alle<br />

corse aggiuntive proposte sulle linee<br />

Piombino-<strong>Porto</strong>ferraio, Livorno-Capraia<br />

e <strong>Porto</strong> Santo Stefano-Giannutri (le<br />

eccezioni rilevate da Moby, ndr). Resta<br />

una sola offerta valida, quella di Moby<br />

spa, che ottiene l’aggiudicazione provvisoria”.<br />

Secondo quanto reso noto dalla Regione<br />

stessa, il piano industriale presentato<br />

da Moby prevede investimenti<br />

per 60 milioni di euro e l’attivazione del<br />

collegamento tra <strong>Porto</strong> Santo Stefano<br />

e Giannutri (con due coppie di corse<br />

due volte a settimana per tutto l’anno)<br />

e, oltre al potenziamento dei servizi, rispetta<br />

anche gli altri parametri alla base<br />

della gara: rinnovamento della flotta e<br />

riduzione di prezzo dei biglietti (50%)<br />

ai residenti sulle isole e ai pendolari in<br />

abbonamento. Due i contratti stipulati<br />

tra la compagnia e la Regione Toscana<br />

(gara a doppio oggetto): uno per la<br />

cessione del 100% delle quote Toremar<br />

(prezzo di vendita fissato a circa<br />

10 milioni e 258.000 euro) e l’altro per<br />

l’appalto per 12 anni dei servizi pubblici<br />

svolti dalla compagnia (appalto per il<br />

quale la base della gara prevedeva un<br />

corrispettivo contrattuale di 174 milioni,<br />

ridotto a circa 160 dall’offerta Moby), di<br />

cui la Regione sarà garante del servizio<br />

per tutta la durata del contratto.<br />

Naturalmente, dopo le roventi polemiche<br />

della vigilia, il verdetto ha scatenato<br />

le piccate reazioni della cordata<br />

perdente. Lauro ha infatti parlato di<br />

“scelta più politica che tecnica, che ci<br />

lascia perplessi. Per questo ci rivolgeremo<br />

subito al TAR”, mentre con<br />

un comunicato, Del Giudice ha confermato:<br />

“Vogliamo conoscere in ogni<br />

dettaglio l’atto di aggiudicazione provvisoria.<br />

Presenteremo ricorso contro il<br />

provvedimento con l’obiettivo di essere<br />

riammessi alla gara, ma non escludiamo<br />

ulteriori ricorsi anche in altre sedi”.<br />

Il riferimento, probabilmente, è proprio<br />

all’Antitrust: con l’aggiudicazione di<br />

Toremar, infatti, Moby, già operativa<br />

nell’arcipelago toscano, di fatto andrà<br />

a occupare una posizione dominante,<br />

con l’80%, ad esempio, delle tratte<br />

Piombino – Elba, le più importanti e<br />

redditizie.<br />

Ed è forse anche in ragione di ciò<br />

che, dopo la prima dichiarazione forte<br />

– “A seguito dell’acquisizione di Toremar,<br />

le tariffe Moby saranno abbassate<br />

a livello di quelle di bassa stagione, con<br />

la sola esclusione dei venerdì-sabato e<br />

domenica di luglio e agosto” – il primo<br />

passo di Onorato è stato l’organizzazione<br />

di un incontro con i sindacati e i rappresentanti<br />

dei lavoratori, da cui sono<br />

emerse dichiarazioni d’intenti significative<br />

nell’evoluzione della vicenda. “Non<br />

ci sarà alcuna fusione tra Moby e Toremar,<br />

che resterà una compagnia indipendente,<br />

conserverà navi, organico<br />

e contratti attuali. La prima esigenza è<br />

garantire la sopravvivenza di Toremar,<br />

le situazioni dei marittimi non saranno<br />

toccate” ha infatti dichiarato l’armatore<br />

pontino. Onorato ha anche ribadito l’intenzione<br />

di portare avanti un programma<br />

di rinnovo della flotta e specificato<br />

che nel consiglio di amministrazione<br />

Toremar non entreranno dirigenti di<br />

Moby, ad eccezione del figlio Achille.<br />

Quantomeno probabile il definitivo<br />

placet della Regione, a questo punto<br />

la palla è destinata a passare ai legali,<br />

con la sola speranza che, quale che sia<br />

l’esito, la più rapida ed efficiente delle<br />

procedure di privatizzazione legate a<br />

Tirrenia non sia destinata a perdere tali<br />

attributi.<br />

Andrea Moizo<br />

maggio 2011 - 11


federagenti / porto&<strong>diporto</strong><br />

Gli Stati Generali<br />

degli Agenti<br />

Marittimi<br />

Per sottolineare la “continuità<br />

territoriale” della Federazione<br />

sarà la Sardegna ad ospitare<br />

dal 2 al 4 giugno l’assemblea generale<br />

di Federagenti che anche quest’anno<br />

conta su ospiti di primissimo piano per<br />

tracciare lo stato della categoria e toccare<br />

temi di grande attualità per lo shipping<br />

nazionale.<br />

Il programma prevede il 2 giugno il<br />

Convegno del Gruppo Giovani Federagenti<br />

e il giorno 3 la parte pubblica<br />

dell’Assemblea che comincerà alle 10<br />

nella sala consiliare del Comune di<br />

Stintino; i lavori si apriranno con il saluto<br />

di benvenuto di Giancarlo Acciaro,<br />

presidente degli agenti marittimi della<br />

Sardegna. Seguiranno i saluti delle<br />

istituzioni locali e quindi la relazione<br />

del presidente di Federagenti Filippo<br />

Gallo. Programmati gli interventi del<br />

presidente di Gruppo Giovani Confitarma<br />

Valeria Novella, del presidente<br />

di Assoporti Francesco Nerli, del comandante<br />

generale delle Capitanerie<br />

di <strong>Porto</strong> Ammiraglio Marco Brusco, del<br />

direttore generale per la Navigazione e<br />

Demanio del Ministero delle Infrastrutture<br />

Cosimo Caliendo. Concluderà i<br />

lavori il sottosegretario dello stesso<br />

ministero Bartolomeo Giachino; nel<br />

pomeriggio dello stesso giorno è prevista<br />

l’’assemblea FAMA, fondo di previdenza<br />

della categoria, con l’intervento<br />

del presidente Umberto Masucci.<br />

Durante i lavori farà il suo primo intervento<br />

in assemblea nazionale Fulvio<br />

Luise, Associazione di Napoli, nelle<br />

vesti di neo presidente della sezione<br />

12 - maggio 2011<br />

Yacht di Federagenti. All’indomani<br />

della nomina Luise ha dichiarato che<br />

il turismo nautico di lusso è una opportunità<br />

economica per il sistema<br />

Italia e che la ricaduta lungo le coste<br />

del nostro paese genera un indotto di<br />

grande rilevanza per le più svariate<br />

risorse produttive. Gli agenti marittimi<br />

sono il catalizzatore più importante per<br />

far incontrare la domanda generata appunto<br />

dal turismo nautico di lusso con<br />

l’eccellenza dell’offerta dei nostri territori.<br />

Tracciando poi la linea del suo<br />

mandato ha dichiarato: «Federagenti<br />

Yacht si impegnerà in un’attività istituzionale<br />

per la soluzione delle problematiche<br />

relative all’attuale impianto<br />

normativo di riferimento che appare<br />

non adeguato alla rapida crescita del<br />

mercato. Puntiamo - continua Fulvio<br />

Luise - ad un tavolo tecnico con Autorità<br />

ed istituzioni, italiane ed europee,<br />

per evidenziare problemi e proporre<br />

soluzioni per le tematiche che preoccupano<br />

maggiormente gli operatori italiani<br />

che sono spesso penalizzati rispetto a<br />

quelli di altri paesi europei».<br />

Ricordiamo inoltre che il nuovo consiglio<br />

direttivo della sezione è composto<br />

da Giovanni Gasparini (Associazione<br />

Toscana), Caterina Oliviero<br />

(Associazione Veneto), Giovanni Pietro<br />

Puglisi (Associazione Catania), Alessandro<br />

Sartore (Associazione Genova),<br />

Teodoro Titi (Associazione Brindisi),<br />

Fabio Pesto (presidente nel biennio<br />

2009-2011) che assume la carica di<br />

vicepresidente.<br />

L’assemblea generale di Stintino<br />

Filippo Gallo,<br />

Presidente Federagenti<br />

sarà preceduta dalle assemblee delle<br />

associazioni locali, tra le altre lunedì 23<br />

maggio si riunisce l’associazione agenti<br />

marittimi di Genova, che terrà la propria<br />

assemblea nella sala Scirocco-Libeccio<br />

del centro congressi, nel <strong>Porto</strong> Antico.<br />

Nell’occasione verrà anche presentato<br />

uno studio sul terzo valico ferroviario,<br />

realizzato dalla genovese TLS Europe.<br />

E’ prevista una tavola rotonda sui principali<br />

problemi della portualità genovese<br />

e ligure in generale. All’incontro<br />

sono attesi anche il viceministro delle<br />

Infrastrutture e Trasporti Roberto Castelli,<br />

il sottosegretario Giachino, il presidente<br />

dell’8ª commissione al Senato<br />

Luigi Grillo, il presidente dell’Authority<br />

Portuale Luigi Merlo e i rappresentanti<br />

delle istituzioni del territorio.<br />

Tra i temi attesi in entrambe le assise<br />

c’è lo “stato dell’arte” della riforma della<br />

legge 84/94. Nonostante ancora una<br />

volta è stato confermato che il testo<br />

definitivo della riforma è ormai pronto<br />

e potrebbe essere varato entro l’inizio<br />

di giugno i pareri sono ancora discordi,<br />

tanto che c’è chi parla di “inutile riformina”<br />

orientata a rivedere in chiave politica<br />

i criteri delle nomine dei presidenti<br />

delle Port Authority e poco altro senza<br />

affrontare il problema dell’autonomia<br />

finanziaria delle PA.<br />

Maurizio De Cesare


Le nuove tecnologie<br />

Specializzazione, innovazione<br />

e ricerca sono ormai parametri<br />

indispensabili per le <strong>aziende</strong><br />

(ancor di più in ambito navale e nautico)<br />

che riescono a confrontarsi con<br />

un mercato internazionale sempre più<br />

esigente.<br />

<strong>Porto</strong>&<strong>diporto</strong> ne parla con Alessandro<br />

Solla AD di Eliship storica<br />

azienda operante nel campo della cantieristica.<br />

Ci farebbe un esempio di intervento<br />

ad alto contenuto specialistico?<br />

In questo momento l’azienda è impegnata<br />

nel completamento di una<br />

commessa di trasformazione del<br />

traghetto LOGUDORO del Gruppo RFI<br />

per conto del cantiere La Nuova Meccanica<br />

Navale.<br />

La nave è stata sottoposta a importanti<br />

lavori di trasformazione, in particolare<br />

è stata adibita al trasporto di merci<br />

pericolose, mediante l’adeguamento<br />

degli impianti elettrici della zona ponte<br />

principale. Sono stati sostituiti tutti i<br />

corpi illuminanti, avvisatori incendio,<br />

sottoquadri, con altri prodotti certificati<br />

secondo la categoria di classificazione<br />

di Eliship<br />

ATEX prescritta dalla Committente.<br />

Inoltre abbiamo fornito ed installato<br />

due gruppi convertitori da 220 KVA per<br />

la realizzazione del nuovo impianto di<br />

alimentazione prese carrozze ferroviarie.<br />

Altro settore in cui l’azienda sta<br />

operando è quello del oil spill detection,<br />

in particolare sempre maggiore è<br />

l’interesse di molte <strong>aziende</strong> specializzate<br />

che operano nel campo offshore,<br />

di dotarsi di attrezzature idonee ad eseguire<br />

il campionamento delle acque, il<br />

controllo degli idrocarburi sulla superficie<br />

del mare e le successive fasi di<br />

recupero.<br />

Purtroppo il catastrofico evento del<br />

Golfo del Messico ha dato negli ultimi<br />

tempi un forte impulso a tali attività.<br />

Quali soluzioni proponete?<br />

In questo settore la ELISHIP opera<br />

fornendo termo camere FLIR di ultima<br />

generazione, SERIE M.<br />

Le termo camere sono utilizzate, non<br />

solo quando si verifica un incidente,<br />

ma anche durante le fasi di trasporto o<br />

trasferimento degli idrocarburi dai bunker<br />

alle navi o lungo le condutture.<br />

cantieristica / porto&<strong>diporto</strong><br />

Per l’analisi ed il campionamento<br />

delle acque collaboriamo con società<br />

americane per la fornitura di sonde<br />

multiparametriche e fluorimetri portatili.<br />

Sempre attiva la sezione dedicata<br />

alla visione notturna.<br />

Nuovi mercati sono stati acquisiti,<br />

attualmente stiamo fornendo sistemi<br />

certificati per High Speed Craft a Singapore<br />

e sempre maggiore è la rete di<br />

distributori che stiamo creando world<br />

wide. Il settore della visione notturna ha<br />

avuto un forte impulso da quando è iniziata<br />

la collaborazione con l’ing. Fabio<br />

Buzzi titolare del cantiere FB DESIGN.<br />

Il nome dell’ing. Buzzi è un punto di<br />

riferimento nello scenario delle imbarcazioni<br />

dalle performance estreme, sia<br />

in ambito civile che militare.<br />

Per la FB DESIGN è stato sviluppato<br />

un sistema di visione notturna capace<br />

di resistere ad accelerazioni di 3G.<br />

Nell’ambito della ricerca/sviluppo<br />

avete programmi in corso?<br />

Prosegue anche la ricerca e lo sviluppo<br />

di sistemi nel campo della antipirateria,<br />

in particolare oltre ai già collaudati<br />

sistemi opto elettronici di acquisizione<br />

ed identificazione bersagli, stiamo mettendo<br />

a punto sistemi “attivi” di difesa<br />

per i quali al momento non riteniamo di<br />

potere fornire ulteriori dettagli ma che<br />

nel giro di qualche mese pensiamo di<br />

potere presentare in maniera ufficiale.<br />

MDC


cantieristica / porto&<strong>diporto</strong><br />

14 - maggio 2011<br />

Fincantieri, quando la crisi<br />

continua a farsi sentire<br />

Lo scorso 27 aprile a Monfalcone<br />

ha avuto luogo la presentazione<br />

di Carnival Magic (128.048<br />

t.s.l.), la seconda nave da crociera più<br />

grande mai realizzata da Fincantieri e<br />

la ventottesima uscita dallo stabilimento<br />

isontino. Con questa nave il gruppo<br />

Carnival Corporation & Plc. ha raggiunto<br />

l’incredibile cifra di 100 navi in servizio<br />

nella propria flotta, di cui ben 52<br />

realizzate da Fincanteri.<br />

Ma a parte questo ennesimo trionfo<br />

del “Made in Italy”, bisogna fermarsi a<br />

riflettere sullo stato di salute dell’industria<br />

cantieristica italiana e l’intervento<br />

alla cerimonia dell’A.D. di Fincantieri<br />

Giuseppe Bono può essere un punto di<br />

partenza per analizzare la situazione.<br />

Bono, nell’illustrare lo stato di salu-<br />

te dell’azienda, ha puntato il dito sul<br />

problema della produttività: ad oggi in<br />

Fincantieri ci sono tante eccellenze,<br />

ma altri invece si nascondono dietro a<br />

quelli che producono di più causando<br />

grave danno e riducendo i margini di<br />

guadagno. Quindi prima di tutto bisognerebbe<br />

far si che all’interno dei cantieri<br />

del gruppo si lavorasse meglio e<br />

di più. Ma di certo ciò non basterà per<br />

portare l’azienda al di fuori della crisi,<br />

sarà necessaria una riorganizzazione<br />

del gruppo per adeguarlo alla domanda<br />

di mercato. Per i dettagli bisognerà<br />

aspettare la presentazione del nuovo<br />

piano industriale 2011-15 che per il<br />

momento è prevista per la fine di maggio.<br />

Tra i rimpianti dell’A.D. c’è il mancato<br />

ingresso in borsa nel 2006 quan-<br />

do l’azienda viaggiava a gonfie vele ed<br />

oggi si sente molto la mancanza della<br />

liquidità che sarebbe stata garantita<br />

dall’operazione.<br />

Infine Bono ha ricordato che Carnival,<br />

miglior cliente dell’azienda, ordinerà<br />

circa 2/3 navi all’anno probabilmente<br />

per i propri marchi europei. Fincantieri<br />

farà di tutto per ottenere queste commesse,<br />

ma di sicuro non basteranno<br />

per garantire pieno lavoro a tutti i cantieri.<br />

Purtroppo nel campo cruise gli<br />

ordini non saranno più così tanti come<br />

prima della crisi.<br />

Inoltre dopo tanti anni Fincantieri ha<br />

perso la leadership del mercato delle<br />

navi da crociera: ad oggi l’azienda triestina<br />

ha in portafoglio 6 navi, mentre i<br />

tedeschi di Meyer Werft possono van-


tare 8 ordini. Il cantiere tedesco è stato<br />

sostenuto dal governo teutonico con<br />

una politica di sostegno della produzione<br />

grazie ad un sistema finanziario che<br />

favorisce l’accesso al credito. Il costo<br />

del denaro così è mediamente di un<br />

punto più basso favorendo il potenziale<br />

armatore.<br />

Invece nel nostro Paese una politica<br />

di sostegno della nostra industria cantieristica<br />

è quasi mancata, nonostante<br />

le continue richieste al Governo dei<br />

Sindacati e del management di Fincantieri.<br />

Ad oggi la cassa integrazione interessa<br />

tutti gli stabilimenti del gruppo, però<br />

la situazione più grave riguarda Ancona<br />

e Castellammare di Stabia dove i<br />

cantieri sono praticamente fermi. Negli<br />

ultimi anni in questi siti produttivi si erano<br />

realizzati molti traghetti passeggeri,<br />

ma ad oggi il mercato è quasi fermo e<br />

solo una politica europea di incentivazioni<br />

della rottamazione delle navi più<br />

obsolete potrebbe riavviarlo.<br />

In campo militare le cose vanno meglio:<br />

i cantieri liguri destinati a queste<br />

costruzioni hanno un discreto carico di<br />

lavoro, ma soprattutto all’estero il mercato<br />

dimostra un certo fermento. Va<br />

vista infatti in questa ottica la politica<br />

d’internazionalizzazione di Fincantieri.<br />

Infatti molti stati permettono di costruire<br />

le loro nuove navi militari solo su<br />

suolo nazionale e per questo motivo<br />

l’azienda italiana ha rilevato quattro<br />

stabilimenti negli Stati Uniti per partecipare<br />

al rinnovamento della flotta della<br />

U.S. Navy. Analoga operazione potrebbe<br />

venir fatta in futuro con Canada e<br />

Brasile. Purtroppo queste attività non<br />

potranno portare benefici sui carichi di<br />

lavoro dei cantieri italiani, ma solo alla<br />

solidità finanziaria del gruppo e al prestigio<br />

internazionale.<br />

Ora non resta che attendere i dettagli<br />

del nuovo piano industriale che al momento<br />

in cui stiamo scrivendo è ancora<br />

sconosciuto. Finalmente sapremo quali<br />

saranno i destini anche dei cantieri che<br />

necessitano di grossi investimenti per<br />

restare competitivi sul mercato; questo<br />

è il caso di Sestri Ponente con il “ribaltamento<br />

a mare” e di Castellammare<br />

di Stabia con il nuovo bacino. Ad oggi<br />

bisogna chiedersi quale sarà il futuro<br />

per il gruppo Fincantieri e come sarà<br />

strutturato nei prossimi anni: è logico<br />

che la struttura odierna non potrà essere<br />

mantenuta, ma Bono ha ribadito<br />

che farà di tutto per non lasciare a casa<br />

nessuno.<br />

Matteo Martinuzzi<br />

maggio 2011 - 15


cantieristica / porto&<strong>diporto</strong><br />

Un RO-RO per RFI<br />

Sarà realizzato dai Nuovi Cantieri Apuania e utilizzato<br />

sullo Stretto di Messina<br />

Costerà 49,5 milioni di euro il<br />

nuovo traghetto commissionato<br />

da RFI Rete Ferroviaria<br />

Italiana (Gruppo FS) ai Nuovi Cantieri<br />

Apuania di Carrara per i collegamenti<br />

sullo Stretto di Messina. Un primo<br />

passo verso l’ammodernamento della<br />

flotta. La nuova nave, interamente progettata<br />

e costruita da NCA, sarà costruita<br />

all’insegna del trasporto “green”<br />

a conferma dell’impegno del Gruppo<br />

FS per l’ambiente e sarà dotata della<br />

certificazione internazionale. Il varo è<br />

previsto fra diciotto mesi.<br />

Trasporterà carrozze e carri ferroviari,<br />

passeggeri, mezzi gommati. Sarà<br />

lunga 147 metri, larga 19 metri. Avrà<br />

una portata di 2.500 tonnellate e una<br />

velocità 18 nodi.<br />

Dotata di impianti con caratteristiche<br />

tecniche altamente tecnologiche, funzionali<br />

e prestazionali avrà un sistema<br />

di governo garantito da tre propulsori<br />

azimutali. Per garantire la massima<br />

manovrabilità per le continue operazioni<br />

di ormeggio, disormeggio e carico e<br />

scarico, saranno installate due eliche<br />

intubate a pale orientabili e particolare<br />

rilevanza avranno anche i dispositivi di<br />

bilanciamento longitudinale e trasversale.<br />

Dalla celata di prora, attrezzata<br />

con un sofisticato sistema di centratura<br />

dei binari, saranno effettuate tutte<br />

le operazioni per carico e scarico di<br />

carrozze e carri ferroviari. Gli eventuali<br />

mezzi gommati, invece, potranno accedere<br />

alla stiva dal portellone di poppa<br />

e da una porta laterale, oltre che dalla<br />

celata di prora.<br />

“Questa commessa - ha sottolineato<br />

il responsabile della Direzione Territoriale<br />

Produzione Palermo Filippo Palazzo,<br />

referente di Progetto per Rete<br />

Ferroviaria Italiana - conferma ulteriormente<br />

l’impegno di RFI per l’ammoder-<br />

16 - maggio 2011<br />

namento della flotta per il trasporto ferroviario<br />

nello Stretto di Messina”.<br />

Soddisfatto Luigi Mor, Amministratore<br />

Delegato dei Nuovi Cantieri Apuania.<br />

“Aver vinto una gara in un momento di<br />

crisi della cantieristica internazionale<br />

è certamente motivo di grande soddisfazione<br />

per la nostra Società che ha<br />

elaborato un progetto innovativo ap-<br />

prezzato dall’armatore. La costruzione<br />

di questa nave consentirà una ripresa<br />

di attività del Cantiere e costituirà un<br />

ponte verso quel nuovo assetto societario<br />

ipotizzato nel Protocollo di Intesa,<br />

che è stato elaborato dal Ministero dello<br />

Sviluppo Economico e sottoscritto<br />

dalle Istituzioni locali”.<br />

Pat Lupi<br />

FS: PIANO DI INVESTIMENTI DA 2 MILIARDI<br />

Lanciata la gara per 90 nuovi treni regionali<br />

Annunciato, insieme a Bombardier, anche l’esercizio dell’opzione di acquisto<br />

per 50 locomotori E464<br />

Buone notizie per i pendolari: al via la gara europea indetta da FS per 90 nuovi<br />

treni elettrici destinati al servizio ferroviario regionale. La gara è un ulteriore passo<br />

in avanti nella realizzazione del piano di investimenti da due miliardi di euro<br />

presentato ufficialmente a settembre 2009 da Ferrovie dello Stato al Ministro<br />

delle Infrastrutture e dei Trasporti, alla presenza di 19 amministratori regionali.<br />

A renderlo possibile è stata la firma dei Contratti di Servizio con le Regioni,<br />

sottoscritti per una durata di sei anni rinnovabili per altri sei, ossia per un periodo<br />

per la prima volta sufficiente a pianificare azioni di sviluppo e miglioramento<br />

dell’offerta e ad accedere alle necessarie linee di credito.<br />

Alle parole sono seguiti i fatti: ad ottobre 2009 la commessa da 258 milioni di<br />

euro a Bombardier per 100 nuovi locomotori E 464, con l’opzione, confermata<br />

e annunciata oggi, per ulteriori 50 locomotori, poi l’aggiudicazione ad Ansaldo<br />

Breda della gara per 600 nuove carrozze a doppio piano, per un importo di 829<br />

milioni di euro, adesso il lancio di questa nuova gara. Il tutto mentre continuano<br />

le attività di ammodernamento e restyling di altre 2550 carrozze regionali.<br />

Due i lotti di questa gara, il primo riguarda 70 treni a media frequentazione e il<br />

secondo 20 treni ad alta frequentazione.<br />

L’obiettivo è acquisire convogli sempre più rispondenti alle esigenze delle centinaia<br />

di migliaia di pendolari che ogni giorno viaggiano con Ferrovie dello Stato,<br />

lasciando alle imprese costruttrici ampia facoltà di individuare e presentare le<br />

soluzioni più idonee ad assicurare elevati livelli di comfort, efficienza, accessibilità,<br />

affidabilità e sicurezza. Le uniche rilevanti indicazioni tecniche riguardano<br />

infatti la composizione “bloccata” dei convogli, che dovranno essere dotati di<br />

una cabina di guida ad entrambe le estremità, e quindi reversibili, avere tutte le<br />

carrozze intercomunicanti ed essere accoppiabili, fino ad un massimo di due. Il<br />

bando, strutturato in modo da consentire la partecipazione del più ampio numero<br />

possibile di imprese costruttrici qualificate, prevede come criterio di aggiudicazione<br />

quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, con punteggi che<br />

premieranno maggiormente la qualità (60%), piuttosto che il prezzo (40%)


I competitors<br />

nel segmento dry cargo<br />

Con questo numero iniziamo<br />

una breve rubrica dedicata<br />

alla presentazione dei project<br />

work svolti dagli allievi del Master in<br />

Shipping dell’I.P.E. – Scuola di Alta<br />

Formazione con alcune <strong>aziende</strong> armatoriali<br />

italiane. L’articolo che segue sintetizza<br />

il lavoro svolto nell’arco di due<br />

mesi, coordinato da un tutor aziendale.<br />

Progetto pilota per la creazione di<br />

una piattaforma di valutazione competitors<br />

per il segmento Dry Cargo<br />

(presso Società d’Amico di Navigazione<br />

S.p.A.)<br />

Il “Master in Shipping: finanza, logistica<br />

e strategia d’impresa” organizzato<br />

dalla Scuola di Alta Formazione I.P.E.,<br />

sede in Napoli, si è caratterizzato anche<br />

quest’anno per quello che costituisce<br />

uno dei momenti più incisivi nella<br />

formazione professionale e umana<br />

dei suoi partecipanti, il Project Work.<br />

Il gruppo formato dal dott. Carlo Maria<br />

Forte, l’ing. Gerardo Daniele Miscuzzi<br />

e la dott.ssa Giorgia Riccardi si è confrontato<br />

con la stesura del project work<br />

dal titolo: “Progetto pilota per la creazione<br />

di una piattaforma di valutazione<br />

competitors per il segmento Dry Cargo”.<br />

Il tutto sotto la guida dell’ing. Giovanni<br />

Capello, group planning e control<br />

manager della Società d’Amico di Navigazione<br />

S.p.A., il quale ha supportato<br />

con professionalità e dedizione l’attività<br />

dei tre giovani al loro primo impatto con<br />

il mondo aziendale.<br />

L’obiettivo del progetto è consistito<br />

nella creazione di uno strumento per la<br />

valutazione del segmento “Dry Cargo”<br />

mediante il quale derivare il posizionamento<br />

delle società in esso operanti,<br />

tramite un database costruito con il<br />

programma Microsoft Excel.<br />

La prima fase dell’analisi si è articolata<br />

nella scelta dei maggiori competitors<br />

operanti nel settore. Si è selezionato<br />

un campione composto da 13 imprese<br />

quotate, attraverso un confronto di<br />

mercato basato sulla flotta complessivamente<br />

gestita (on water e newbuildings),<br />

sulla composizione e sull’età<br />

media della stessa e sulla possibile<br />

presenza in altri mercati (tanker, container,<br />

offshore etc.). Al fine di creare<br />

uno strumento valutativo delle società<br />

di shipping così selezionate, si è optato<br />

per una suddivisione del database<br />

in tre macroaree tramite indicatori che<br />

potessero essere coerenti con il mercato<br />

di riferimento. Le tre aree di studio<br />

hanno dunque riguardato: l’analisi<br />

strutturale della flotta (FS: FleetStructure),<br />

l’analisi economico-finanziaria (KF:<br />

Key Financial) e l’analisi operativa (EE:<br />

Efficiency and Effectiveness). Successivamente<br />

si è redatta una ranking list<br />

idonea a valutare in maniera integrata<br />

i differenti key drivers, evidenziando i<br />

punti di forza e di debolezza delle singole<br />

società.<br />

Dall’analisi effettuata sono emerse<br />

interessanti considerazioni, non soltanto<br />

riguardanti il posizionamento dei singoli<br />

competitors ma anche il settore nel<br />

suo complesso. Innanzitutto, si evidenzia<br />

un forte legame tra l’età media della<br />

flotta e le performance delle società.<br />

Ad esempio, le società D/S Norden e<br />

SafeBulkers, con flotte giovani (età media<br />

di 2.2 e 3.1 anni rispettivamente),<br />

hanno un punteggio molto alto nella<br />

ranking finale. Si è poi osservato che<br />

la marginalità (EBIT margin) sembri<br />

essere correlata alla concentrazione<br />

su non più di due segmenti di navi, dei<br />

quali almeno uno di tonnellaggio elevato<br />

(Panamax, Capesize). Per quanto<br />

attiene ai drivers economico-finanziari,<br />

il ROE delle società esaminate fluttua<br />

formazione / porto&<strong>diporto</strong><br />

attorno al valore medio pari a circa il<br />

10%; ciò a dimostrazione del fatto che<br />

il segmento dry bulk ha fronteggiato in<br />

maniera soddisfacente la crisi nel 2010.<br />

Riguardo poi l’indebitamento, questo<br />

influenza le performance delle società,<br />

nel senso che i competitors con il leverage<br />

più basso occupano le posizioni<br />

più alte nella ranking list. Interessanti<br />

correlazioni si sono poi evidenziate tra<br />

struttura della flotta e parametri operativi.<br />

In particolare, la copertura sul time<br />

charter appare proporzionale al tonnellaggio<br />

delle navi (le Capesize presentano<br />

percentuali maggiori di coverage).<br />

In aggiunta, le società con le flotte più<br />

vecchie riportano minori valori di mercato<br />

rispetto a quelli iscritti in bilancio;<br />

ciò in accordo con la situazione attuale<br />

di oversupply che premia le navi più<br />

giovani. Per concludere, l’analisi dell’efficienza<br />

e dell’efficacia della gestione<br />

operativa ha permesso di individuare,<br />

tra le diverse strutture di costo delle società<br />

esaminate, una composizione bilanciata<br />

e caratterizzata a grandi linee<br />

da circa il 60% di costi operativi, il 20%<br />

di G&A ed il 20% di costi finanziari.<br />

Carlo Maria Forte<br />

Giorgia Riccardi<br />

Gerardo Daniele Miscuzzi.<br />

maggio 2011 - 17


infrastrutture / porto&<strong>diporto</strong><br />

INTERPORTO DI RIVALTA SCRIVIA<br />

Oltre 1.200.000 mq di superfici<br />

utilizzabili, una dotazione infrastrutturale<br />

di 400.000 mq<br />

di aree coperte, 250.000 metri cubi di<br />

magazzini refrigerati e 350.000 mq di<br />

piazzali. E ancora, un flusso giornaliero<br />

di 900 automezzi in entrata e uscita e<br />

750 addetti suddivisi tra dipendenti diretti<br />

e indiretti.<br />

Situato in una zona geografica strategica<br />

al centro di una zone più industrializzate<br />

del paese, allineato sulle<br />

direttrici Nord Sud ed Est Ovest e raccordato<br />

con le infrastrutture portuali e<br />

aeroportuali esistenti, l’Interporto di<br />

Rivalta Scrivia - società del Gruppo<br />

Fagioli, azienda leader nel comparto<br />

dell’ingegneria applicata ai trasporti e<br />

dei sollevamenti eccezionali - racchiude<br />

in sé tutte le caratteristiche utili agli<br />

operatori del settore: ampie zone di sosta<br />

e stoccaggio delle merci, moderne<br />

attrezzature di carico e scarico, uffici<br />

doganali (grazie alla presenza interna<br />

di una sezione della dogana di Genova)<br />

e un moderno terminal dove avviene il<br />

passaggio dei container dalla gomma<br />

alla rotaia e viceversa.<br />

18 - maggio 2011<br />

Tali caratteristiche rendono l’Interporto<br />

di Rivalta Scrivia un modello di riferimento<br />

per la gestione dei servizi e delle<br />

attività richieste alle moderne <strong>aziende</strong><br />

di logistica integrata, posizionandolo<br />

come un moderno operatore logistico<br />

in grado di proporre soluzioni operative<br />

integrate, tra le quali movimentazione<br />

e stoccaggio delle merci, gestione amministrativa<br />

dei prodotti, semilavorazioni,<br />

riconfezionamenti e rietichettature,<br />

logistica integrata e servizi doganali<br />

import/export.<br />

Nato nel 1963 con l’obiettivo di realizzare<br />

il “porto secco” di Genova per<br />

velocizzare le procedure di smistamento<br />

delle merci e aumentare la produttività<br />

del porto del capoluogo ligure,<br />

l’Interporto di Rivalta Scrivia è oggi<br />

una realtà consolidata, una struttura<br />

operante non solo come retroporto di<br />

Genova ma anche come snodo a vocazione<br />

internazionale. Il percorso di sviluppo,<br />

intrapreso anche per rispondere<br />

alle crescenti opportunità di espansione<br />

commerciale e concretizzatosi con<br />

l’apertura delle filiali operative di Nocetolo<br />

di Gattatico (tra le province di<br />

Parma e di Reggio Emilia) e di Arluno<br />

(in provincia di Milano), testimonia la<br />

volontà dell’interporto di Rivalta Scrivia<br />

di aumentare la propria presenza<br />

sul territorio nazionale, proponendo un<br />

modello organizzativo che lo rende un<br />

punto di riferimento per le <strong>aziende</strong> del<br />

mercato e per gli altri interporti.<br />

Un ulteriore segnale di crescita è<br />

rappresentato dall’ampliamento a Rivalta<br />

Scrivia delle infrastrutture esistenti<br />

adibite al deposito delle merci.<br />

Nel 2011, infatti, verranno completati i<br />

lavori relativi alla realizzazione di circa<br />

50.000 mq. di nuovi magazzini per la<br />

logistica e quella per la costruzione di<br />

un nuovo impianto per il deposito e la<br />

movimentazione automatizzata di prodotti<br />

refrigerati.<br />

L’Interporto di Rivalta Scrivia è inoltre<br />

l’azionista di riferimento di Rivalta<br />

Terminal Europa, terminal intermodale<br />

a disposizione di tutti gli operatori logistici<br />

(Compagnie di Navigazione, Trasportatori,<br />

Operatori Logistici, etc.) per<br />

lo sviluppo dei traffici containerizzati e<br />

del trasporto intermodale.<br />

Pino Coccia


infrastrutture / porto&<strong>diporto</strong><br />

Dal 2012 Cagliari potrà accogliere<br />

anche le più grandi<br />

navi da crociera. E’ infatti<br />

finalmente arrivato l’attesissimo benestare<br />

del Ministero dell’Ambiente<br />

per gli scavi al <strong>Porto</strong> turistico che<br />

consentiranno al Molo Ichnusa di<br />

raggiungere quella profondità di<br />

10.20 m necessaria per garantire<br />

l’attracco dei “Giganti del mare”, dotate<br />

di un pescaggio di 9.50 m. Dopo<br />

una stagione 2010 che ha registrato<br />

l’arrivo di ben 160.000 crocieristi e<br />

che promette un altrettanto successo<br />

nel 2011, sarà dunque il 2012 a<br />

registrare una nuova impennata nel<br />

20 - maggio 2011<br />

Cagliari<br />

il porto diventa home<br />

Grande attesa per i Giganti del mare<br />

turismo proprio grazie alla conclusione<br />

di tali lavori.<br />

“Il risultato raggiunto nel 2010 –<br />

gongola infatti il Presidente dell’Autorità<br />

Portuale Paolo Fadda - è solo<br />

la metà di quello che vorremmo ottenere.<br />

Siamo sulla buona strada per<br />

raggiungere l’obiettivo futuro, cioè<br />

300.000 visitatori all’anno. Non è<br />

un’utopia, perché Cagliari gode già<br />

di un elevato grado di attrazione” e<br />

ciò emerge chiaramente dai risultati<br />

di una recente indagine a campione<br />

svolta proprio dall’Autorità Portuale<br />

sulla soddisfazione dei croceristi<br />

verso i servizi<br />

di vendita, i musei, i siti storici, i trasporti<br />

locali, i servizi di informazione<br />

e le aspettative di viaggio offerti dalla<br />

città. I turisti, provenienti per la maggior<br />

parte dalla Gran Bretagna, dalla<br />

Spagna e dalla Germania, affermano,<br />

infatti, di essere entusiasti del primo<br />

impatto tanto che tornerebbero per<br />

una seconda visita perchè il tempo<br />

di permanenza non è sufficiente per<br />

godere l’intera offerta cagliaritana.<br />

Tra i punti di forza del capoluogo<br />

sardo emerge la qualità dei trasporti,<br />

dei prodotti e della ristorazione,<br />

ma si


lamenta la mancata flessibilità negli<br />

orari di apertura dei monumenti<br />

e dei negozi e purtroppo la poca<br />

conoscenza delle lingue straniere<br />

da parte degli abitanti. Necessario,<br />

dunque, migliorare ulteriormente la<br />

qualità delle guide turistiche e garantire<br />

una maggior flessibilità negli<br />

orari degli esercizi commerciali.<br />

Di fronte a tali risultati appare evidentemente<br />

comprensibile quanto<br />

l’Autorità Portuale e l’intera Città<br />

attendano con ansia la conclusione<br />

dei lavori di scavo dei fondali previsti<br />

già dal 2008, quando la ricerca di<br />

ordigni esplosivi risalenti al periodo<br />

bellico e le indagini archeologiche<br />

avevano fatto slittare le autorizzazioni<br />

da parte degli Enti locali interessati.<br />

Finalmente, dopo ben 3<br />

anni, “è stato completato un iter faticoso<br />

e complesso - continua Fadda<br />

- perché sulle materie ambientali le<br />

procedure richiedono tempi molto<br />

lunghi. Il progetto poi non autorizza<br />

solo gli scavi, ma permette di tirare<br />

fuori terre da disinquinare che presentano<br />

un’elevata<br />

percentuale di metalli pesanti destinati,<br />

secondo una prima riflessione<br />

che richiedeva il sostenimento di alti<br />

costi di stoccaggio, ad una discarica<br />

specializzata. Abbiamo preferito<br />

scaricarli nelle vasche di colmata<br />

del porto industriale opportunamente<br />

impermeabilizzate. Interverremo<br />

anche sulle fondamenta del Molo, a<br />

rischio di erosione a causa dei motori<br />

laterali delle navi da crociera”.<br />

Dopo il parere del Comitato Tecnico<br />

dell’Autorità Portuale, previsto<br />

per Maggio, e la pubblicazione del<br />

Bando (già a Giugno), con la stipula<br />

del contratto la conclusione dei lavori<br />

è prevista per la fine del 2011.<br />

Ed, intanto, sarà oggetto di Bando di<br />

gara anche la gestione del Terminal,<br />

sospesa in attesa dell’arrivo delle<br />

grandi navi, per il quale “contiamo<br />

di chiudere l’accordo con un buon<br />

gestore per fare di Cagliari un home<br />

port crocieristico”. Fadda ricorda<br />

che la gestione sarà garantita al vincitore<br />

per 15 anni e che pare già interessi<br />

a quattro diversi gruppi, alcuni<br />

internazionali. Il tutto, come previsto<br />

dal Piano regolatore del <strong>Porto</strong>, verrà<br />

completato da un parcheggio sot-<br />

terraneo da 800 posti auto al Molo<br />

Ichnusa, a 15 metri dal Terminal e a<br />

10 metri dalle stesse banchine.<br />

“Per me questo è un momento di<br />

grande emozione perché ho assistito<br />

ad una trasformazione in cui pochi<br />

credevano. All’interno del Molo<br />

Ichnusa, una zona destinata ad un<br />

uso quasi esclusivamente militare, è<br />

nata una struttura capace di diventare<br />

a breve un importante polo di<br />

attrazione turistica internazionale”.<br />

L’obiettivo precipuo è infatti che il<br />

<strong>Porto</strong> diventi un punto di interesse<br />

per cittadini e turisti, secondo il<br />

modello di altre importanti città del<br />

Mediterraneo, come Barcellona, più<br />

volta posta ad esempio nella gestione<br />

portuale sarda.<br />

Infine, mentre il Presidente Fadda<br />

auspica “di riuscire a stimolare i<br />

grandi armatori e le compagnie crocieristiche<br />

in modo che Cagliari diventi<br />

un home port per le grandi navi<br />

da crociera”, già Costa Crociere ha<br />

inserito il capoluogo sardo tra i porti<br />

di partenza di alcune crociere nel<br />

Mediterraneo.<br />

Pina Monni<br />

maggio 2011 - 21


Napoli - La metropolitana a Piazza Municipio<br />

infrastrutture / porto&<strong>diporto</strong><br />

22 grandi progetti<br />

per rilanciare la Campania<br />

La Giunta regionale della Campania<br />

ha approvato opere per<br />

7 miliardi a valere sulle risorse<br />

europee del Por Fesr 2007/2013. Si va<br />

dal risanamento ambientale dei Campi<br />

Flegrei e dei Regi Lagni al Polo agroalimentare<br />

regionale, a quello logistico<br />

floro-vivaistico, alla rete delle eccellenze<br />

biotecnologiche. E ancora, sono<br />

previste nuove infrastrutture e la realizzazione<br />

della tangenziale delle aree<br />

interne e della linea ferroviaria ad alta<br />

capacità Napoli - Bari. Si tratta di opere<br />

per le quali le progettazioni sono già in<br />

fase avanzata, tali cioè da prevedere un<br />

immediato via libera da parte dell’Unione<br />

Europea. Quattro interventi sono già<br />

stati notificati a Bruxelles: si tratta della<br />

realizzazione del piano urbanistico<br />

esecutivo per l’area dell’ex Italsider di<br />

Bagnoli per un importo di 199 milioni,<br />

del sistema della metropolitana regionale<br />

per 739,6 milioni, del III tronco<br />

della strada statale 268 del Vesuvio per<br />

58,8 milioni, e del completamento della<br />

ferrovia Metrocampania Nordest per ulteriori<br />

322,2 milioni. Per gli altri progetti<br />

22 - maggio 2011<br />

l’amministrazione ha elaborato una<br />

scaletta dei lavori: la giunta regionale<br />

costituirà a breve una task force “Grandi<br />

progetti”, un tavolo di lavoro formato<br />

da tecnici specializzati con l’obiettivo<br />

di semplificare le procedure e seguire<br />

l’iter di ogni attività per arrivare alla<br />

sua realizzazione. Entro giugno dovrà<br />

essere presentata un’analisi dei costi e<br />

benefici, mentre entro luglio la Regione<br />

conta di avere il progetto tecnico. Per<br />

la fine dell’anno, poi, è prevista la firma<br />

dell’accordo di programma con gli enti<br />

interessati per l’inizio degli interventi.<br />

Per Stefano Caldoro, governatore<br />

della Campania: “Si tratta di progetti<br />

in perfetta coerenza con il Piano Sud,<br />

per ciascuno dei quali sarà applicabile<br />

un cronoprogramma che consenta di<br />

dargli esecutività in duecentoquaranta<br />

giorni”. Priorità verrà data alla logistica<br />

e ai porti, con investimenti per quasi<br />

3,5 miliardi di euro. Il relativo progetto<br />

mira a rilanciare il porto di Napoli quale<br />

piattaforma commerciale nel Mediterraneo<br />

e a riqualificare l’area orientale. E’<br />

previsto un insieme integrato di inter-<br />

venti per razionalizzare e potenziare i<br />

collegamenti intermodali del porto e la<br />

creazione di realtà produttive compatibili.<br />

Stessa operazione anche per il sistema<br />

portuale di Salerno dove verranno<br />

realizzate opere per il miglioramento<br />

dell’accessibilità del porto (per consentire<br />

l’ingresso alle navi da crociera ed<br />

alle navi commerciali di grandi dimensioni)<br />

e di potenziamento della piattaforma<br />

di Mercato San Severino. Quasi<br />

un miliardo, invece, è stato stanziato<br />

per il completamento della metropolitana<br />

regionale ed in particolare alla linea<br />

1 e alla linea 6 del metrò di Napoli. Altri<br />

217,2 milioni vanno alla riqualificazione<br />

e recupero del fiume Sarno con lavori<br />

che limiteranno in maniera drastica i<br />

frequentissimi fenomeni di esondazione<br />

che interessano una popolazione<br />

di oltre 700.000 abitanti, condizionando<br />

negativamente lo sviluppo socioeconomico<br />

delle aree interessate. Per<br />

la sola città di Napoli, inoltre, ci sono<br />

sul piatto 576 milioni, per interventi da<br />

Ovest a Est, passando per il centro<br />

storico. Fondi anche per l’ampliamento


dell’attuale copertura di servizi in larga<br />

banda in aree attualmente non servite<br />

o parzialmente servite e per le energie<br />

alternative, con la predisposizione di<br />

impianti di produzione di energia elettrica<br />

da fonti rinnovabili. Il presidente del<br />

Tavolo regionale del Partenariato economico<br />

e sociale, Luciano Schifone,<br />

ha sottolineato: “Siamo partiti soltanto<br />

adesso perché solo il 31 marzo 2011<br />

siamo rientrati dallo sforamento del<br />

patto di stabilità interno con la comunicazione<br />

al Ministero dell’Economia e<br />

delle Finanze del rispetto dei parametri<br />

e quindi abbiamo riaperto la strada per<br />

riattivare gli investimenti. Prima non ci<br />

sarebbe stato possibile avviare alcuna<br />

procedura per impossibilità di spesa<br />

consequenziale allo stato di sforamento.<br />

Abbiamo condiviso una parte della<br />

vecchia programmazione rispettando<br />

le priorità e le risorse divise per asse<br />

come già concordate con questo Tavolo”.<br />

Per il coordinatore delle Pmi campane<br />

e della cooperazione, Maurizio<br />

Maddaloni: “Le politiche di rilancio del<br />

territorio campano – spiega- devono<br />

andare oltre le grandi opere e i grandi<br />

progetti previsti dall’amministrazione<br />

regionale, puntando sulle reali vocazioni<br />

prevalenti della nostra economia,<br />

a partire dalle difficoltà di accesso al<br />

credito e alle forme di incentivazione<br />

diretta alle imprese per far ripartire lo<br />

sviluppo”.<br />

Brunella Giugliano<br />

NOME PROGETTO<br />

NOME PROGETTO<br />

INVESTIMENTO INVESTIMENTO TOTALE<br />

(in milioni (in milioni) di euro)<br />

Realizzazione di interventi per Bagnoli 199<br />

Sistema della Metropolitana regionale 739,6<br />

Metrocampania Nordest 322,2<br />

SS 268 del Vesuvio. III tronco 58,8<br />

Riqualificazione fiume Sarno 217,5<br />

Logistica e porti 3.273,20<br />

Linea 6 della metropolitana di Napoli 178<br />

La bandiera blu del litorale domitio 80<br />

Sistema portuale di Salerno 83<br />

Riqualificazione litorale del golfo di Salerno 70<br />

Risanamento ambientale dei laghi dei Campi Flegrei 65<br />

Energie alternative e fonti rinnovabili 350<br />

Centro storico di Napoli 100<br />

Risanamento ambientale e valorizzazione dei Regi Lagni 230<br />

Polo fieristico regionale 100<br />

Interventi regionali per l’alta capacità NA-BA 65<br />

Banda larga e sviluppo digitale in Campania 300<br />

Sviluppo filiera automotive 200<br />

Risanamento ambientale dei corpi idrici delle aree interne 100<br />

Risanamento ambientale dei corpi idrici della Provincia di Salerno 60<br />

Sviluppo filiera aerospaziale 190<br />

Tangenziale aree interne 70<br />

TOTALE 7.051,30<br />

maggio 2011 - 23


infrastrutture / porto&<strong>diporto</strong><br />

Legge Obiettivo<br />

lo stato dell’arte di<br />

infrastrutture e logistica<br />

Dieci anni di interventi prioritari<br />

non sono riusciti a migliorare<br />

sostanzialmente lo stato delle<br />

infrastrutture di trasporto in Italia. È<br />

questa la conclusione principale cui<br />

perviene il rapporto “Dieci anni di Legge<br />

Obiettivo”, elaborato da Legambiente.<br />

Al giro di boa del primo decennio della<br />

legge, voluta dal secondo governo Berlusconi<br />

per individuare le infrastrutture<br />

pubbliche e private, nonchè gli insediamenti<br />

strategici di interesse nazionale,<br />

i problemi di fondo non sono granché<br />

cambiati: nel 2010 il Paese, rimasto<br />

al di sotto della media infrastrutturale<br />

rispetto al resto d’Europa, può contare<br />

soltanto su 6.661 km di autostrade<br />

contro gli oltre 14.000 della Spagna, i<br />

12.600 della Germania e i quasi 11.000<br />

della Francia. Sconfortanti anche i dati<br />

sulle linee metropolitane, con soli 162<br />

km di rete rispetto ai 606 km della Germania,<br />

i 570 della Spagna e i 503 km<br />

della Gran Bretagna. L’unico miglioramento<br />

sensibile degli ultimi anni, riconosce<br />

l’associazione ambientalista, è<br />

quello relativo alla rete ferroviaria ad<br />

24 - maggio 2011<br />

alta velocità che ha raggiunto i 977 km<br />

di lunghezza. Eppure negli ultimi dieci<br />

anni l’elenco dei progetti è andato progressivamente<br />

aumentando, tanto che<br />

le opere “strategiche” da realizzare con<br />

la Legge Obiettivo sono passate da<br />

196 a 348.<br />

Tale crescita non è stata determinata<br />

soltanto dall’inserimento di nuove<br />

opere, ma anche da articolazioni e<br />

spezzettamenti di progetti già presenti<br />

nell’elenco iniziale. Oltre al numero,<br />

sono aumentati anche i costi totali delle<br />

opere elencate nella Legge Obiettivo,<br />

cresciuti oltre il 190% rispetto al 2001.<br />

In particolare riguardo alle infrastrutture<br />

di trasporto (189 progetti) contenute<br />

nell’elenco, la spesa prevista è di ben<br />

341,7 miliardi di euro, di cui al momento<br />

mancano ancora da reperire ben<br />

262 miliardi per la sola realizzazione<br />

delle infrastrutture di trasporto.<br />

I calcoli dei costi di Legambiente<br />

sono comunque sottostimati, considerando<br />

che il 51% dei progetti è ancora<br />

allo stadio preliminare o di studio di<br />

fattibilità. Di sicuro molto rimane ancora<br />

da fare: soltanto il 21,1% delle opere è<br />

stato realizzato (pari all’8,6% dei costi<br />

complessivi), l’11,1% è in cantiere o in<br />

gara (pari al 9,8% della spesa), il 16,9%<br />

delle opere ha superato la fase di progettazione<br />

definitiva, mentre il restante<br />

50,9% è ancora fermo alla progettazione<br />

preliminare o allo studio di fattibilità.<br />

Tra i dati spicca quello relativo alla<br />

geografia degli interventi: nonostante il<br />

gran parlare della necessità di miglioramenti<br />

infrastrutturali nel Mezzogiorno<br />

d’Italia, in realtà le opere di trasporto<br />

previste dalla Legge Obiettivo sono in<br />

buona parte localizzate al Nord (74 con<br />

48,5% dei costi totali). Inoltre al Settentrione<br />

sono destinati 15 miliardi di euro<br />

di risorse pubbliche in più rispetto al<br />

Mezzogiorno. Il contributo dei privati,<br />

su cui molto si discute tra gli addetti ai<br />

lavori, appare allo stato attuale ancora<br />

minoritario e comunque insufficiente a<br />

coprire l’immenso budget delle opere<br />

prioritarie nazionali: complessivamente<br />

il contributo delle risorse private rispetto<br />

al programma di opere di trasporto<br />

è pari al 34% delle risorse disponibili


e all’8% dei costi totali. Anche l’analisi<br />

di Legambiente evidenzia però che<br />

il decennio non è andato sprecato, in<br />

particolare da un punto di vista della<br />

semplificazione normativa: la stessa<br />

associazione ambientalista definisce<br />

infatti “impressionante” la semplificazione<br />

apportata in questi anni nelle<br />

procedure di approvazione delle opere,<br />

con interventi che hanno ridefinito tempi<br />

di approvazione e responsabilità di<br />

Cipe, Regioni e Enti Locali.<br />

A partire dal 2007 sono state ottantadue<br />

le opere vagliate con la nuova<br />

procedura di valutazione ambientale<br />

semplificata (43,2 miliardi di euro di<br />

costi), di cui il 91,6% ha superato la<br />

valutazione. Grazie a questa velocizzazione<br />

dell’iter, ad oggi sono state realizzate<br />

in maniera definitiva 40 opere,<br />

un numero non enorme ma neanche<br />

disprezzabile. Nell’elenco delle infrastrutture<br />

strategiche sono entrati a far<br />

parte acquedotti ed elettrodotti, reti di<br />

telecomunicazioni, le dighe del Mose<br />

a Venezia, l’adeguamento del Gra di<br />

Roma, la SS 156 dei Monti Lepini, l’Al-<br />

ta Velocità Torino - Salerno, parte del<br />

progetto metropolitano regionale in<br />

Campania, alcune autostrade in Sicilia<br />

e l’edilizia pubblica, di cui 21 opere di<br />

manutenzione di edifici istituzionali, 5<br />

interventi di edilizia scolastica, la realizzazione<br />

di 8 istituti penitenziari, 5<br />

edifici culturali e la caserma dei carabinieri<br />

di Parma. L’associazione ambientalista<br />

non risparmia comunque critiche<br />

alla programmazione infrastrutturale<br />

del Governo, accusata di tralasciare la<br />

vera emergenza del Sistema Paese,<br />

ovvero i sistemi urbani, i nodi ferroviari,<br />

le linee metropolitane e tranviarie. I<br />

sistemi urbani inseriti nell’elenco sono<br />

infatti appena 41, il 21,7% del totale, di<br />

cui 22 riguardano metropolitane, ferrovie<br />

locali e nodi ferroviari. Per questo<br />

motivo, conclude l’analisi di Legambiente,<br />

«occorre, avere il coraggio di<br />

rimettere mano all’elenco della Legge<br />

Obiettivo, intervenire rispetto alle priorità<br />

e alle regole di intervento. Per tornare<br />

finalmente a ragionare di trasporti<br />

prima che di infrastrutture, di problemi<br />

prima che di progetti. Perché in molte<br />

città mancano i treni e gli autobus, più<br />

che i binari, magari servono interventi<br />

di manutenzione e, a volte, investimenti<br />

in innovazione tecnologica. Occorre<br />

uscire da un dibattito incentrato sul<br />

numero di opere o di cantieri, di miliardi<br />

di euro mobilitati per lanciare sfide<br />

nuove e differenti, comprensibili dai<br />

cittadini. Come quella di puntare a far<br />

crescere il trasporto ferroviario pendolare<br />

in modo da arrivare a 5 milioni di<br />

cittadini trasportati nel 2020 (dagli attuali<br />

2,7 milioni). O di ridurre del 20%<br />

la quota di trasporto merci che viaggia<br />

su gomma, investendo seriamente nella<br />

logistica e nell’offerta di servizi efficienti,<br />

concorrenziali, integrati su treno<br />

e nave». L’auspicio, per Legambiente,<br />

è la creazione di un Authority per i trasporti<br />

in grado di guidare e controllare<br />

tutto il sistema nella prospettiva di una<br />

progressiva liberalizzazione.<br />

A partire dal trasporto ferroviario,<br />

agendo come garante nei confronti degli<br />

utenti di tali servizi.<br />

Eduardo Cagnazzi<br />

maggio 2011 - 25


icerche / porto&<strong>diporto</strong><br />

Sud - Tessuto produttivo<br />

tra recessione e rilancio<br />

Questo speciale Check up Mezzogiorno, predisposto in occasione<br />

delle Assise Generali di Ber gamo, con la collaborazione di Intesa<br />

Sanpaolo e di SRM-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, propone<br />

una riflessione articolata sull’industria meridionale, dalla quale è possibile<br />

ricavare una fotografia dai contorni piuttosto netti, e per molti versi sorprendente,<br />

di come gli imprendi tori del Mezzogiorno stiano uscendo dalla crisi<br />

economica, e delle principali tendenze di medio-lungo periodo.<br />

Le analisi sono state svolte sulle risultanze dei focus group condotti dal<br />

Centro Studi Confin dustria nel periodo dal marzo 2010 ad aprile 2011 e, per<br />

quanto riguarda gli anni precedenti, sulla lettura dei dati di bilancio che il Servizio<br />

Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha svolto su un campione di oltre<br />

6.500 imprese meridionali.<br />

Fanno da sfondo alla lettura “micro” dei processi di adattamento dell’impresa<br />

meridionale i principali indicatori macro economici riferiti alle regioni<br />

italiane, alle grandi ripartizioni e in alcuni casi, ai principali paesi europei.<br />

L’ambito di riferimento dei lavori di ricerca è il Mezzogiorno, l’area in ritardo<br />

di sviluppo più ampia dell’Unione Europea, in cui risiedono quasi 21 milioni<br />

di cittadini, con un reddito medio procapite di circa 17.000 euro, inferiore nel<br />

complesso al 70% della media comunitaria. Anche sul piano interno, il divario<br />

rimane ampio: il PIL pro capite del Mezzogiorno nel 2009 vale il 41,0% di quello<br />

del Centro Nord, divario che si riscontra sostanzialmente invariato da alcuni<br />

decenni a questa parte. La lenta crescita accomuna comunque le due parti<br />

del Paese: sia consi derando gli anni precrisi, sia tenendo conto del biennio di<br />

recessione, il risultato economico del Mezzogiorno è in linea con quello italiano,<br />

anche per effetto delle tendenze demografiche del Nord rispetto a quelle<br />

del Sud, dove i flussi migratori sono più vivaci.<br />

Venendo all’industria, da un punto di vista generale, la debolezza strutturale<br />

del tessuto pro duttivo meridionale è insita nelle sue stesse caratteristiche<br />

dimensionali: il 95,8% delle imprese del Sud si colloca, infatti, nella classe<br />

di addetti compresa tra 0 e 9 unità, risultando media mente di dimensioni più<br />

piccole di quelle operanti nel resto del territorio nazionale e nelle altre regioni<br />

europee. Se, per un verso, tale limitata dimensione può consentire alcuni vantaggi<br />

in termini di flessibilità operativa, essa rende inevitabilmente svantaggiate<br />

le imprese meridionali nell’affrontare mercati sempre più concorrenziali, in<br />

particolar modo quelli internazionali.<br />

Da queste caratteristiche dipende la bassa produttività del lavoro e la modesta<br />

dinamica dei tassi di crescita, mentre servirebbe una scossa ben più che<br />

robusta per avviare una reale ri duzione del gap. Il Centro Studi Confindustria<br />

calcola che, per colmare il divario nel PIL pro capite tra Mezzogiorno e Centro<br />

Nord, al Sud la produttività del lavoro dovrebbe salire del 16%, e dovrebbe<br />

aumentare di oltre 3 milioni di unità il numero di occupati (da 6,5 a 9,8 milioni).<br />

Ma per fare ciò, in un arco temporale ragionevole, il Sud dovrebbe crescere<br />

ad un ritmo di quasi il 6% l’anno per 15 anni, raddoppiando il suo PIL.<br />

È uno scenario al momento del tutto irrealistico, soprattutto alla luce delle<br />

performance fatte registrare dalle imprese meridionali negli anni più recenti,<br />

descritte in Economia e finanza delle imprese del Mezzogiorno durante e<br />

dopo la crisi, studio curato dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.<br />

Dall’analisi dei bilanci di esercizio di oltre 6.500 imprese meridionali nel periodo<br />

2007-9 (per oltre metà collocate in Campania e Puglia) emergono gli<br />

effetti dirompenti della crisi sul tessuto produttivo del Sud: nel 2009, il fatturato<br />

è risultato in calo dell’11,7% rispetto all’anno precedente, mentre appare in<br />

forte aumento (dall’11,7% del 2007 al 20,9% del 2009) la quota di imprese<br />

non in grado di generare sufficienti flussi economici nella gestio ne industriale<br />

per coprire gli oneri finanziari. Solo in parte questi risultati negativi risultano<br />

mitigati dalla specializzazione in settori meno ciclici (come l’agroalimentare)<br />

e dalla minore propensione all’esportazione. Particolarmente colpite si sono<br />

dimostrate quelle imprese che si sono presentate all’appuntamento con la<br />

crisi impreparate sul piano competitivo o con una situazione finanziaria e pa-<br />

26 - maggio 2011


trimoniale già compromessa.<br />

Si aggiunga che gli effetti della crisi sui bilanci saranno visibili ancora a<br />

lungo: infatti, Intesa Sanpaolo stima che, al termine del 2012, saranno ancora<br />

molte le imprese lontane dai livelli di fatturato del 2008, delineando un percorso<br />

di recupero di redditività molto graduale, e niente affatto certo. Cosicché<br />

il rischio di ulteriore “snellimento” dell’apparato produttivo appare pro babile,<br />

così come la possibilità che la continuità di alcune filiere produttive venga<br />

interrotta.<br />

E’ una minaccia molto grave, che può essere, almeno in parte, scongiurata<br />

se gli esempi di im prese più dinamiche, che non mancano, si rafforzeranno<br />

anche nel Mezzogiorno nel numero e nelle strategie: anche nel difficilissimo<br />

2009, infatti, un nucleo di imprese (l’8,4% del campione) ha continuato a crescere<br />

a ritmi sostenuti, registrando una crescita del mercato di almeno il 20%<br />

e facendo segnare, nel contempo, buoni livelli di redditività.<br />

Guardando ad un arco temporale più ampio, i fatti stanno a dimostrare che<br />

le imprese eccel lenti hanno rafforzato il proprio radicamento anche al Sud,<br />

riuscendo a superare meglio la cri si. Qualità, innovazione, marchi, distribuzione,<br />

internazionalizzazione sono gli elementi che le caratterizzano e sui quali<br />

occorrerà puntare per guardare con maggiore ottimismo ai prossimi anni. A<br />

questo selezionato campione è dedicata la seconda parte del Check up curata<br />

dal Cen tro Studi di Confindustria: Orientamenti strategici di medio termine<br />

delle imprese meridionali nei risultati di una indagine del CSC.<br />

L’oggetto della ricerca riguarda i principali interventi realizzati dalle <strong>aziende</strong><br />

italiane più dina miche, e con la maggiore capacità di affrontare con successo<br />

le sfide imprenditoriali, nel corso dell’ultimo decennio. Il campione di riferimento<br />

ha coinvolto prevalentemente attori di rilievo nel panorama industriale<br />

italiano e meridionale, per un totale di 55 <strong>aziende</strong> eccellenti del Mez zogiorno<br />

su un totale di 452 nazionali. Tali imprese dimostrano di aver saputo cogliere<br />

le opportunità della globalizzazione e di aver affrontato con successo le<br />

sfide che i cambiamenti dello scenario economico hanno sollevato. Le loro<br />

strategie di riposizionamento sono state spinte, nella maggior parte dei casi,<br />

non tanto dalla necessità di garantire la sopravvivenza dell’impresa nel breve<br />

periodo, ma da obiettivi di lungo termine, quali la competitività e la crescita.<br />

L’innovazione – di prodotto e di processo – e la qualità sono stati gli elementi<br />

strategici su cui hanno puntato, accompagnati da notevoli sforzi sostenuti nel<br />

campo della Ricerca e Sviluppo, internamente o anche tramite collaborazio ni<br />

con Università italiane ed estere.<br />

Soprattutto, l’analisi evidenzia l’assenza di differenze sostanziali di comportamento<br />

tra <strong>aziende</strong> eccellenti del Mezzogiorno e quelle del resto del Paese.<br />

Di fronte alle sfide della competizione globale non ci sono per le “imprese<br />

eccellenti” fattori critici legati alla cultura d’impresa o alla collocazione geografica.<br />

Essendo già affermate sul mercato, queste imprese riescono a superare<br />

gli ostacoli iniziali relativi alla localizzazione all’interno di un contesto non<br />

certo favorevole al loro sviluppo, e competono ad armi pari rispetto alle loro<br />

omologhe del Centro Nord. E, so prattutto, di fronte alla crisi, continuano ad<br />

investire.<br />

Un tessuto produttivo meridionale dalle dimensioni medie più elevate, dai<br />

prodotti più innova tivi, più aperto alla internazionalizzazione, più disposto a<br />

forme di collaborazione sembrerebbe essere la via d’uscita consigliata dalla<br />

crisi. Della necessità di fare “come le imprese eccellenti” c’è ampia consapevolezza<br />

nell’apparato produttivo del Sud: una diffusa reazione in questa<br />

di rezione non si è, tuttavia, ancora verificata.<br />

Ciononostante, essa rimane necessaria ed urgente, per superare divari<br />

che, come mostrano i dati raccolti nella terza parte del lavoro, curata dall’Area<br />

Mezzogiorno di Confindustria e da SRM, si fanno sempre più stabili e cristallizzati,<br />

anche per l’assenza di una chiara politica e di strumenti idonei a rilanciare<br />

una nuova, diffusa stagione di investimenti imprenditoriali.<br />

Il gap riguarda i più diversi ambiti dell’economia e della società meridionali:<br />

da un tasso di disoccupazione (13,4%) più che doppio rispetto a quello<br />

del Centro Nord all’andamento delle esportazioni; dal valore delle sofferenze<br />

bancarie (quasi doppie rispetto al resto del Paese) alla spesa in Ricerca e Sviluppo<br />

in percentuale sul PIL (ferma allo 0,9% rispetto ad un valore nazio nale,<br />

a sua volta basso, dell’1,3% e ben lontano dal 3% previsto dagli obiettivi di<br />

Europa 2020), dalle presenze dei turisti agli indicatori della qualità della vita.<br />

Ritardi e potenzialità dell’industria meridionale emergono con nitidezza da<br />

questo Speciale Check up, e saranno nei mesi prossimi costantemente monitorati<br />

attraverso una collaborazio ne sempre più intensa con gli Istituti, a iniziare<br />

da SRM, che hanno contribuito ad elaborarlo.<br />

redmar<br />

maggio 2011 - 27


logistica / porto&<strong>diporto</strong><br />

Francesco Tavassi, a capo del<br />

gruppo che comprende, tra<br />

l’altro, la società Logistica<br />

Campania srl e Temi Spa, licenziataria<br />

per la provincia di Napoli del marchio<br />

Corriere Executive, è stato eletto Presidente<br />

della Sezione trasporti, logistica<br />

e intermodalità dell’Unione Industriali<br />

della Provincia di Napoli, subentrando<br />

ad Alfredo Gaetani. Sono stati anche<br />

nominati i due vicepresidenti della sezione<br />

che sono Carlo Garolla di Bard e<br />

Antonio Zuccaro e rappresenteranno la<br />

Sezione in seno alla Giunta dell’Unione<br />

Industriali di Napoli. Il Consiglio Direttivo<br />

è formato da Marco Bianchi, Mariella<br />

Bottiglieri, Maurizio Capotorto, Luigi<br />

Cerreto, Agostino Chisari e Giuseppe<br />

Rocco. All’indomani della sua nomina<br />

Francesco Tavassi ha rilasciato alcune<br />

considerazioni a <strong>Porto</strong>&<strong>diporto</strong>.<br />

“Il nostro interesse è che la portualità<br />

sia oggetto delle prossime importanti<br />

scelte che determineranno il futuro della<br />

nostra Regione. Ritengo che sia doveroso<br />

indurre le associazioni imprenditoriali<br />

e le istituzioni a riflettere sul<br />

fatto che l’economia napoletana ruota<br />

attorno alla portualità ed alla logistica,<br />

che come dicono molti è le prima industria<br />

della provincia.<br />

Quanto pesa questo settore<br />

nell’economia locale?<br />

Nella provincia di Napoli sono presenti<br />

strutture logistiche molto importanti<br />

e ben attrezzate in cui operano<br />

eccellenze imprenditoriali di primissimo<br />

livello. La loro sinergia sul territorio ha<br />

generato ottimi risultati per il settore logistico<br />

e portuale che è diventato azienda<br />

trainante dell’economia provinciale.<br />

E vorrei sottolineare senza che le istituzioni<br />

politiche abbiano il ruolo istituzionale<br />

di stimolo e coordinamento.<br />

28 - maggio 2011<br />

Unione Industriali<br />

Rinnovato il vertice<br />

della logistica partenopea<br />

Francesco Tavassi<br />

Ma la politica focalizza questa importanza?<br />

Bisogna che ci sia una forte attenzione<br />

perchè le istituzioni si adoperino<br />

per non perdere i risultati che si sono<br />

già ottenuti e d’altra parte concretizzare<br />

le nuove opportunità che si stanno<br />

prefigurando: perchè avere la nuova<br />

darsena contenitori che consentirà più<br />

approdi per navi grandi, fare i nuovi<br />

dragaggi per navi più grandi, sono tutte<br />

cose che potrebbero consentirci di<br />

avere un ruolo primario in ambito Mediterraneo.<br />

Dobbiamo fare in modo che<br />

gli imprenditori napoletani si rendano<br />

conto che avremo maggiori opportunità<br />

facendo arrivare o partire le merci direttamente<br />

dalla nostra regione e non<br />

farle veicolare attraverso altri porti, soprattutto<br />

quelli del Nord Europa”.<br />

E’ per la mancanza di questi interventi<br />

che si è registrato nel primo trimestre<br />

di questo anno un forte calo<br />

di traffico nel porto?<br />

Purtroppo effettivamente questo calo<br />

è dovuto al fatto che oggi non ci sono<br />

le condizioni infrastrutturali per poter rispondere<br />

alle esigenze del mercato.<br />

Quale azione può intraprendere<br />

l’Unione Industriali per invertire questa<br />

tendenza?<br />

L’Unione può fare molto, può cercare<br />

di spingere le istituzioni locali e l’Autorità<br />

portuale a svolgere finalmente un<br />

ruolo di catalizzatore per alcune iniziative<br />

verso il governo centrale affinché<br />

vengano sbloccati fondi per progetti<br />

sempre più rimandati e sempre meno<br />

valorizzati. Bisogna concretizzare la<br />

possibilità che l’Unione finalmente<br />

comprenda le potenzialità del porto e<br />

del nostro comparto e vesta un ruolo<br />

determinante verso i centri decisionali.<br />

Prendiamo ad esempio i dragaggi;<br />

sembra che sia tutto pronto, ma ci sono<br />

diverse problematiche burocratiche<br />

che hanno rallentato l’iter dei lavori e<br />

questo comporta che si lavora al cinquanta<br />

per cento delle potenzialità.<br />

Si può anche incidere sull’attività<br />

della dogana per quanto riguarda le<br />

merci in entrata e uscita dal porto?<br />

I nostri colleghi che sono prettamente<br />

specializzati all’interno dell’ambito<br />

doganale hanno posto da tempo questo<br />

problema sia al compartimento<br />

doganale napoletano sia all’Agenzia<br />

Doganale a Roma, cioè il discorso che<br />

esistono controlli eccessivi e ripetitivi, e<br />

quindi i tempi di svincolo delle merci si<br />

allungano trasformandosi in maggiori<br />

costi per gli utenti che alla fine possono<br />

scegliere strutture diverse che hanno<br />

iter più rapidi. Con questo voglio dire<br />

che noi abbiamo il dovere di rispettare<br />

le regole e i controlli, che comunque<br />

devono essere fatti affinché il mercato<br />

cresca nel rispetto della legalità.<br />

Fabio De Cesare


innovazione / porto&<strong>diporto</strong><br />

Il dramma della pirateria<br />

Possiamo farci delle domande?<br />

Avremmo dovuto<br />

parlare<br />

oggi di personale<br />

marittimo; dare<br />

conto delle grosse sfide,<br />

delle tendenze e<br />

delle opportunità. Le<br />

nuove figure professionali<br />

introdotte dalla<br />

STCW; l’attivismo nazionale<br />

e le iniziative<br />

degli armatori e delle<br />

Istituzioni Pubbliche<br />

e private nel campo<br />

della formazione;<br />

l’apertura di spiragli per l’occupazione<br />

di giovani Italiani. Insomma avremmo<br />

dovuto segnalare e dare risalto alla<br />

buona notizia che si sente odore di<br />

aria nuova. Di questo però dovremo<br />

parlarne in seguito perché, purtroppo,<br />

non possiamo non rivolgere una riflessione<br />

e la dovuta attenzione al grave<br />

problema della pirateria. Ci preme anche<br />

per il motivo che, ad oggi, ben due<br />

navi nazionali sono sotto sequestro.<br />

Un misto di paura, di pena, di sconforto<br />

e di senso di impotenza pervade<br />

tutti noi che viviamo nel settore. Sotto<br />

il velo del comprensibile silenzio che<br />

accompagna gli oramai consueti eventi<br />

di questo fenomeno, maturano prevaricazioni<br />

e prepotenze, tragedie umane,<br />

preoccupazioni e rischi imprenditoriali,<br />

business e arricchimenti insani. Da<br />

un lato, nel cinico e pragmatico mondo<br />

del business, si sta legittimamente<br />

sviluppando un complesso e bilanciato<br />

sistema di protezioni, risarcimenti ecc.,<br />

per contenere l’impatto sui beni e sugli<br />

interessi. Inevitabilmente la rassegnazione<br />

strisciante comincia a convivere<br />

col problema e inesorabilmente si diffonde.<br />

Dall’altro lato però non ci può<br />

essere rassegnazione e assuefazione<br />

per chi, marittimi e loro familiari, vive il<br />

dramma sulla propria pelle. E’ questo il<br />

tormento!<br />

Il tema della pirateria è complesso e<br />

presenta aspetti normativi, tecnologici,<br />

procedurali, di politica della sicurezza in<br />

generale. E’ una faccenda che coinvolge<br />

il sistema di sicurezza istituzionale<br />

Nazionale, il mondo della diplomazia,<br />

ecc. In Italia, come altrove, gli operatori<br />

nel loro ambito decisionale si arrovellano<br />

e tentano, con sforzi e fantasia, di<br />

correre ai ripari inventando e adottando<br />

improbabili ed inefficaci dispositivi di<br />

prevenzione e di contrasto (filo spinato,<br />

spingarde,barriere, procedure, ecc.).<br />

Sistemi offensivi e reattivi (es. guardie<br />

armate) non possono essere adottati<br />

se non autorizzati dall’Amministrazione<br />

di bandiera: su questo è in corso una<br />

approfondita discussione fra le rappresentanze<br />

degli operatori e i Ministeri<br />

competenti. Due riflessioni emergono<br />

(o dovrebbero emergere) con evidenza<br />

da questa lunga e penosa storia:<br />

L’EFFICACIA E LE INCONGRUEN-<br />

ZE DEL SISTEMA NORMATIVO - Ricordiamo<br />

l’ISPS’? Il Codice Internazionale<br />

per la Security, nato sull’onda<br />

dell’emergenza ‘terrorismo’, produsse<br />

e generò sconvolgimenti, organismi<br />

Internazionali e Nazionali, ingenti oneri<br />

economici per gli operatori, nuovi business,<br />

nuovi incarichi e poteri per le<br />

burocrazie. La protezione dalla pirateria<br />

– oltre al terrorismo - era fin dall’inizio<br />

uno degli obiettivi coerenti con le<br />

intenzioni. E’ legittimo chiedersi quanto<br />

questo immenso circo è stato efficace?<br />

Possiamo trarre qualche insegnamento?<br />

Nel nostro sistema nazionale italiano<br />

possiamo operare una revisione<br />

e riconsiderazione complessiva? A<br />

titolo di esempio possiamo pensare di<br />

trasferire - tutti, pubblico e privati - risorse<br />

da un farraginoso, impegnativo e<br />

oneroso sistema ispettivo (ad esempio<br />

per la gestione della certificazione di<br />

security) ad un sistema di informazione<br />

più efficace, all’adozione di sistemi<br />

protettivi a bordo più efficaci (guardie<br />

armate), ecc.?<br />

LA VULNERABILITA’ INDOTTA<br />

DALLA DIFFUSIONE DELLE TECNO-<br />

LOGIE ‘ICT’ - E’ il problema generale<br />

dell’indebolimento della sicurezza connesso<br />

con l’evoluzione e la diffusione<br />

delle telecomunicazioni e delle tecnologie<br />

in generale. Per restare nel settore<br />

del trasporto marittimo negli ultimi<br />

decenni abbiamo assistito all’uso, ai<br />

fini della sicurezza, di supporti satellitari<br />

alle telecomunicazioni (Inmarsat<br />

- GMDSS); all’introduzione di sistemi<br />

avanzati di identificazione e scambio<br />

dati quali ad esempio l’A.I.S. (Automatic<br />

Identification System) oppure di<br />

gestione del traffico, quali i V.T.S. (Vessel<br />

Trafic Systems); alla diffusione dei<br />

sistemi di comunicazione bordo/terra;<br />

ai sistemi avanzati di supporto alla navigazione,<br />

ecc.<br />

Intanto i sistemi di tracciamento e<br />

localizzazione si diffondevano e si<br />

aprivano (basta pensare ai sistemi di<br />

ottimizzazione della rotta tipo ‘ocean<br />

routes’ fino alle applicazioni stile Google<br />

Heart), rendendo praticamente<br />

pubbliche informazioni e dati che fino<br />

a poco tempo prima erano considerate<br />

‘sensibili’ sia sotto l’aspetto commerciale,<br />

sia della sicurezza. Oggi chiunque<br />

è in grado di accedere in Internet,<br />

su sistemi web ‘aperti’, che forniscono,<br />

a richiesta, posizioni, dettagli e dati delle<br />

navi. E’ questo un ‘danno collaterale’<br />

inevitabile per il trasporto marittimo?<br />

Non è forse troppo sbilanciato il rapporto<br />

costi (attuali e potenziali) - benefici?<br />

Si può pensare ad una riconsiderazione,<br />

a livello internazionale, dei livelli di<br />

protezione dei dati? L’Italia svolge un<br />

ruolo di prestigio in queste tematiche;<br />

essa si è conquistata un ruolo di leadership<br />

nella gestione del sistema di<br />

informazione e scambio dati nell’area<br />

del Mediterraneo. Siamo leader per i<br />

sistema AIS e VTS nell’area regionale.<br />

Siamo nella posizione di sollevare una<br />

discussione in ambito internazionale.<br />

Ing. Giuseppe Balzano<br />

maggio 2011 - 29


diritto/ porto&<strong>diporto</strong><br />

I Registri di classifica:<br />

la legge è uguale per tutti?<br />

La nave “Nicolas H” imbarca in<br />

porti sudamericani un carico di<br />

piombo alla rinfusa ed un altro<br />

di concentrato di zinco. Dopo alcuni<br />

giorni di navigazione, il comandante<br />

rileva una lesione in una lamiera dello<br />

scafo, dirige su San Juan di Puerto<br />

Rico e chiede l’intervento di un perito<br />

dell’istituto di classifica giapponese<br />

Nippon Kaiji Kyokay (N.K.K.). Eseguita<br />

una riparazione provvisoria, il perito<br />

della N.K.K. autorizza il completamento<br />

del viaggio. Il giorno dopo la saldatura<br />

salta e la nave affonda.<br />

Il proprietario del carico cita l’armatore<br />

e la N.K.K. innanzi la Corte inglese.<br />

Intervenuta una transazione con l’armatore<br />

e proseguita l’azione contro la<br />

N.K.K., la Commercial Court afferma la<br />

responsabilità extra contrattuale della<br />

N.K.K., stante il nesso causale (“proximity”)<br />

tra la perdita del carico e la negligente<br />

certificazione, ed accoglie la<br />

domanda di risarcimento proposta dal<br />

proprietario del carico.<br />

La sentenza è impugnata e la Court<br />

of Appeal assolve la N.K.K.: it was not<br />

fair, just and reasonable to require<br />

N.K.K. to shoulder a duty of care to<br />

cargo interest.<br />

Il caso è portato innanzi alla House<br />

of Lords e Lord Steyn, con la dissenting<br />

opinion di Lord Lloyd, sentenzia:<br />

I conclude that the recognition of a<br />

duty would be unfair, unjust and unreasonable<br />

as against the shipowners<br />

who would ultimately have to bear the<br />

cost of holding classification societies<br />

liable … It would also be unfair, unjust<br />

and unreasonable towards classification<br />

societies, notably because they<br />

act for the collective welfare and unlike<br />

shipowners they would not have the<br />

benefit of any limitation provisions …<br />

In my judgment the lesser injustice<br />

is done by not recognizing a duty of<br />

care.<br />

Sono trascorsi più di quindici anni da<br />

questa decisione della House of Lords<br />

e l’orientamento della giurisprudenza<br />

inglese non è finora mutato. Mancando<br />

una norma di carattere generale analoga<br />

a quella del nostro codice civile,<br />

nell’ordinamento inglese la responsabilità<br />

da fatto illecito sussiste se e<br />

quando sia configurabile un particolare<br />

fatto illecito rispetto al quale sia ritenuto<br />

meritevole di tutela il terzo danneggiato<br />

30 - maggio 2011<br />

senza che ciò sia pregiudizievole per il<br />

complessivo equilibrio degli interessi<br />

delle parti e della collettività: the common<br />

law develops incrementally on the<br />

basis of a consideration of analogous<br />

cases when a duty has been recognised<br />

or desired (Lord Steyn). In altre parole,<br />

il caso in questione non presenta<br />

una sufficiente analogia con casi precedenti<br />

nei quali è stato riconosciuto<br />

un duty of care to cargo interest. Ciò<br />

non esclude che in futuro un caso particolare<br />

possa essere deciso in senso<br />

opposto in quanto ritenuto analogo a<br />

casi precedenti nei quali è stato riconosciuto<br />

un duty of care to cargo interest.<br />

Se questo è l’orientamento nel common<br />

law, le cose vanno diversamente<br />

sul continente.<br />

La Corte di Appello di Versailles è<br />

chiamata a decidere un caso in cui la<br />

nave “Elodie II”, nel primo viaggio eseguito<br />

dagli acquirenti dopo la consegna<br />

e la conferma di classe, imbarca acqua<br />

per una lesione allo scafo con conseguenti<br />

gravi danni alla nave ed al carico.<br />

Accertata una colpa grave del perito<br />

di classe, la Corte di Appello ritiene che<br />

vi sia una responsabilità extra contrattuale<br />

del registro di classifica con conseguente<br />

condanna al risarcimento dei<br />

danni subiti dall’acquirente.<br />

Nel 2007 vi è la condanna del registro<br />

per il naufragio della nave “Welborn”.<br />

La Cour de Cassation sentenzia:<br />

La colpa della società di<br />

classificazione nell’accertamento<br />

delle condizioni<br />

di navigabilità della<br />

nave costituisce<br />

la causa diretta<br />

della perdita<br />

del carico quando, in mancanza di tale<br />

accertamento, la nave non avrebbe potuto<br />

prendere il mare e di conseguenza<br />

il sinistro non si sarebbe verificato.<br />

Il ragionamento fatto dai giudici francesi<br />

è molto semplice: è pacifico che,<br />

in tema di responsabilità extra contrattuale,<br />

è necessaria la prova del nesso<br />

causale tra danno e fatto illecito; ma è<br />

evidente che, se il Registro avesse con<br />

la dovuta diligenza accertato le condizioni<br />

di innavigabilità, la nave n’aurait<br />

jamais pu prendre la mer.<br />

Le conclusioni della Cour de Cassation<br />

divergono sostanzialmente da<br />

quelle della House of Lords: la falsa o<br />

negligente certificazione comporta la responsabilità<br />

extra contrattuale dell’ente<br />

di classifica anche nei confronti di terzi<br />

(noleggiatori e/o proprietari del carico),<br />

stante il loro ragionevole affidamento<br />

sulle risultanze dei certificati e la conseguente<br />

legittima tutela dei terzi danneggiati.<br />

Quale è la posizione dei giudici italiani<br />

nei confronti di queste contrastanti<br />

decisioni?<br />

Le difficoltà nella ricerca di un criterio<br />

di collegamento con la giurisdizione<br />

italiana e quelle ulteriori nella individuazione<br />

della legge


applicabile hanno ritardato il posizionamento<br />

dei nostri tribunali su questo<br />

delicato tema. Va anche osservato che,<br />

nel nostro ordinamento, la responsabilità<br />

extra contrattuale presuppone<br />

che vi sia una prova certa del nesso<br />

causale tra il danno ed il fatto illecito.<br />

Ne discende che il terzo danneggiato<br />

ha il difficile compito di provare il comportamento<br />

fraudolento o negligente<br />

dell’ente di classifica, il ragionevole<br />

affidamento sulla certificazione nonché<br />

il nesso causale tra il fatto illecito ed il<br />

danno subito.<br />

Ed ecco che il Tribunale di Genova,<br />

con una recentissima e ponderosa sentenza,<br />

è sceso in campo per arbitrare<br />

una difficile partita tra la Argos, noleggiatrice<br />

della nave maltese “Redwood”<br />

bloccata ad Amburgo dalle locali autorità<br />

per gravi deficienze, ed il Registro<br />

che aveva certificato la piena classe<br />

della nave.<br />

La Argos aveva prospettato una<br />

responsabilità extra contrattuale del<br />

Registro per negligente ispezione ed<br />

inveritiera certificazione incidenti sul<br />

contratto di noleggio (poi risolto) e<br />

determinative di danni economici. La<br />

partita si conclude con la netta vittoria<br />

della Argos e la condanna dell’ente di<br />

classificazione all’integrale risarcimento<br />

dei danni.<br />

Il verdetto pronunciato dal Tribunale<br />

genovese è così motivato:<br />

- la negligente conferma di classe ha<br />

avuto una incidenza causale sull’errata<br />

valutazione della nave da parte del noleggiatore.<br />

Se il perito del Registro avesse<br />

diligentemente ispezionato la nave,<br />

la classe non sarebbe stata confermata<br />

e la Argos non<br />

avrebbe fissato la “Redwood”;<br />

- la condotta del Registro deve essere<br />

ritenuta illecita in quanto lesiva di un<br />

interesse giuridicamente protetto nonché<br />

contrastante con le norme tecniche<br />

che regolamentano le certificazioni di<br />

classe. Sussistendo tutti i presupposti<br />

del fatto illecito richiesti dall’art. 2043<br />

del codice civile, va affermata la responsabilità<br />

extra contrattuale del Registro;<br />

- analoghi criteri di imputazione della<br />

responsabilità extra contrattuale per<br />

fatto illecito vigono in tutti gli ordinamenti<br />

di civil law. Anzi, i giudici francesi<br />

e tedeschi sono andati ben oltre, fino a<br />

ravvisare una concorrente responsabilità<br />

contrattuale degli enti di classifica<br />

per violazione degli obblighi informativi<br />

e di protezione nei confronti dei terzi<br />

che fanno ragionevole affidamento sulle<br />

informazioni e certificazioni degli enti<br />

di classifica;<br />

- la situazione è differente negli ordinamenti<br />

di common law per il preteso<br />

difetto di quella speciale relazione, tra<br />

l’ente di classifica ed i terzi utilizzatori,<br />

ritenuta necessaria per riconoscere un<br />

duty of care to cargo interest.<br />

Sennonché, non è giusto e non è<br />

ragionevole escludere questa speciale<br />

relazione quando è notorio che i rapporti<br />

commerciali ed assicurativi nel comparto<br />

marittimo vivono in ogni latitudine<br />

sulla affidabilità degli enti di classifica.<br />

In particolare, è stato osservato dal giudice<br />

genovese: In effetti, una definizione<br />

di “responsabilità contrattuale” per la<br />

negligente e non veridica certificazione<br />

di classe potrebbe discendere secondo<br />

questo Tribunale da quel sempre più<br />

consolidato indirizzo giurisprudenziale<br />

che, a fronte di attività riconducibili alle<br />

professioni intellettuali, ipotizza<br />

una respon-<br />

sabilità da “contratto sociale” ogni qual<br />

volta il professionista venga meno a regole<br />

imposte dalla legge o dal diligente<br />

esercizio dell’”arte” o “scienza” di riferimento:<br />

a prescindere dall’esistenza o<br />

meno di un diretto e personale rapporto<br />

contrattuale con chi abbia a subire le<br />

negative conseguenze di tale errore o<br />

divergenza dalle regole professionali.<br />

Al giudice genovese va riconosciuto<br />

il merito di aver esaminato a tutto tondo<br />

un tema complesso e delicato. Tanto<br />

delicato da richiedere ulteriori approfondimenti<br />

con la dovuta cautela.<br />

In ogni caso, l’attenzione dei giudici,<br />

in particolare francesi ed italiani, a<br />

questo tema dovrebbe sensibilizzare<br />

gli addetti ai lavori sulla opportunità di<br />

mettere mano ad una normativa uniforme<br />

avente lo scopo di disciplinare,<br />

da un lato, i criteri per la individuazione<br />

della giurisdizione e della legge applicabile<br />

e, dall’altro, la natura ed i limiti<br />

della responsabilità degli enti di classifica<br />

nonché la introduzione di un limite<br />

del debito analogo a quello spettante<br />

all’armatore.<br />

La necessità di una normativa uniforme<br />

risponde, tra l’altro, alla esigenza<br />

di impedire che un ente di classifica, in<br />

quanto francese, sia ritenuto responsabile<br />

dai giudici francesi mentre un altro,<br />

in quanto inglese, sia ritenuto innocente<br />

dai giudici inglesi in un caso analogo.<br />

Si eviterebbe, inoltre, che un Registro<br />

(inglese) possa essere citato innanzi ai<br />

giudici italiani, in quanto più favorevoli<br />

ai terzi utilizzatori, e non ai giudici inglesi<br />

il cui orientamento è prevalentemente<br />

contrario, almeno per ora.<br />

Non mi risulta che gli enti di classifica<br />

soffrano di persecuzione. Ma certamente<br />

hanno il diritto di fare affidamento su<br />

quella regoletta per cui anche gli enti di<br />

classifica sono uguali innanzi alla legge,<br />

quanto meno, comunitaria.<br />

Bruno Castaldo<br />

maggio 2011 - 31


<strong>aziende</strong> / porto&<strong>diporto</strong><br />

ABB realizzerà l’impianto misto, idro – eolico - solare,<br />

che alimenterà El Hierro nell’arcipelago delle<br />

Isole Canarie, la più piccola isola di tutto l’arcipelago<br />

atlantico. Grazie al nuovo impianto sarà la prima isola<br />

al mondo completamente autonoma dal punto di vista della<br />

produzione di energia elettrica con tecnologie a zero emissioni.<br />

L’impianto, commissionato da ELECNOR (EPC di<br />

Madrid specializzato nella realizzazione di progetti “green”),<br />

utilizzerà fonti completamente rinnovabili, a zero emissione<br />

di CO 2 , e sarà costituito da cinque generatori eolici e da una<br />

stazione di pompaggio per l’impianto idroelettrico. La consegna<br />

è prevista entro fine febbraio 2012. Cinque generatori<br />

eolici con una capacità istallata di 11,5 megawatt forniranno<br />

l’energia ai circa 11.000 residenti, ai molti turisti e ai tre impianti<br />

di dissalazione presenti nell’isola. Il surplus di energia<br />

accumulata servirà per pompare acqua, a più di 700 metri di<br />

altezza, nel bacino di alimentazione della centrale idroelettrica<br />

di back-up situato all’interno di un vulcano ormai estinto<br />

da millenni. Il bacino renderà disponibile l’energia in assenza<br />

di vento o in presenza di picchi della domanda. L’acqua, pas-<br />

32 - maggio 2011<br />

El Hierro<br />

isola ad energia “verde”<br />

sando attraverso una serie di turbine da 11,3 megawatt, sarà<br />

convogliata in un piccolo bacino sottostante, della capacità di<br />

150.000 metri cubi, per dare origine a un circuito chiuso molto<br />

efficiente sia dal punto di vista energetico che del risparmio<br />

economico. Il sistema di “produzione combinata di energia”<br />

era già stato introdotto negli USA più di 50 anni fa, per accumulare<br />

l’energia prodotta in eccesso dalle centrali nucleari<br />

e immetterla in rete nei momenti di maggiore richiesta.<br />

La tecnologia che sarà impiegata a El Hierro, pur avendo<br />

un’analoga derivazione, è stata resa ancora più efficace<br />

e permetterà, d’ora in avanti, di migliorare sensibilmente<br />

l’efficienza dei sistemi di produzione a energia rinnovabile,<br />

consentendo di superare il vincolo tra la disponibilità<br />

dell’energia generata e la reale necessità di utilizzo.<br />

Vista la complessità dell’impianto ELECNOR si è rivolto<br />

ad ABB per la specifica competenza tecnica e per la capacità<br />

di coordinare i vari interlocutori sia esterni che interni.<br />

La fornitura ABB per il nuovo impianto di El Hierro comprende<br />

vari quadri UniGear ZS1 a semplice piano,<br />

doppio piano e duplex, per un totale di 66 scompar-


ti oltre a 14 scomparti UniMix di distribuzione secondaria<br />

e il sistema di protezione differenziale di sbarra.<br />

L’ordine è stato acquisito dall’organizzazione di vendita<br />

spagnola ABB mentre presso l’Unità di media tensione<br />

di Dalmine (Bergamo) è stato realizzato lo studio<br />

della parte elettrica dell’impianto e sono stati prodotti<br />

i quadri elettrici di distribuzione primaria e secondaria.<br />

Lo studio delle protezione ha richiesto molto impegno perché<br />

l’impianto presenta una particolare complessità tecnica.<br />

Infatti, sebbene la potenza erogata non sia particolarmente<br />

elevata (circa 10 megawatt), nell’impianto sono presenti più<br />

fonti energetiche con caratteristiche di fluttuazione dell’energia<br />

prodotta e motori di notevole potenza per la stazione di<br />

pompaggio.<br />

Questo contratto segue un precedente ordine del 2010<br />

riguardante la fornitura di avviatori a frequenza variabile, motori,<br />

trasformatori e sistemi di controllo di produzione ABB.<br />

Le caratteristiche di questo impianto, sia in termini di autonomia<br />

energetica che per quanto riguarda l’impiego<br />

di fonti rinnovabili a basso impatto ambientale, apriranno<br />

certamente la strada per applicazioni analoghe in altre<br />

isole del Mediterraneo. Il sistema di El Hierro, infatti,<br />

è seguito molto da vicino da alcune importanti utility europee<br />

con lo scopo di essere replicato in nuovi impianti.<br />

Poter disporre di un “serbatoio” per le energie rinnovabili<br />

è un significativo passo avanti nelle tecnologie “green” e<br />

permetterà di superare una serie di vincoli tecnologici che<br />

non ne hanno ancora consentito la diffusione su larga scala.<br />

ABB (www.abb.com) è leader nelle tecnologie per l’energia e<br />

l’automazione che consentono alle utility ed alle industrie di<br />

migliorare le loro performance, riducendo al contempo l’impatto<br />

ambientale. Le società del Gruppo ABB impiegano circa<br />

124.000 dipendenti in oltre 100 Paesi.<br />

Riccardo Russo<br />

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maggio 2011 - 33


<strong>aziende</strong> / porto&<strong>diporto</strong><br />

Il Gruppo Avio partecipato da Finmeccanica<br />

al 14% firma con Pratt<br />

& Whitney un accordo di fornitura<br />

per il sistema di trasmissione Pure<br />

Power Pw1500G, che consentirà una<br />

riduzione superiore al 10% dei consumi<br />

e del 50% delle emissioni e della<br />

rumorosità. Il contratto vale per Avio<br />

oltre 4 miliardi di euro di fatturato per<br />

i prossimi 20/25 anni. Il Pw1500G, in<br />

particolare, è il primo di una famiglia<br />

di motori (Pure Power), caratterizzati<br />

da un’architettura rivoluzionaria, la<br />

Geared Turbofan, nella quale, grazie<br />

allo speciale sistema di trasmissione<br />

denominato Fan Drive Gear System<br />

prodotto da Avio e da Pratt & Whitney,<br />

il grande fan e la turbina di bassa pressione<br />

girano a velocità diverse, con una<br />

riduzione del numero di componenti<br />

(stadi rotori e statori) rispetto ai motori<br />

tradizionali. Tale architettura rende così<br />

possibili maggiori livelli di efficienza e<br />

minori consumi di carburante, con una<br />

netta riduzione delle emissioni e della<br />

rumorosità di funzionamento. Oltre al<br />

Fan Drive Gear System, Avio produrrà<br />

la trasmissione comando accessori<br />

e una delle strutture statiche principali<br />

del motore, il Mid Turbine Frame. Il<br />

gruppo internazionale leader del settore<br />

aerospaziale parteciperà, inoltre, al<br />

network di manutenzione del motore.<br />

L’ingresso in questo programma rap-<br />

34 - maggio 2011<br />

E’ targato Avio<br />

il nuovo motore “verde”<br />

Sarà destinato al velivolo Bombardier “CSeries”<br />

da 110-130 posti<br />

presenta per Avio il coronamento di un<br />

percorso di anni di studi e investimenti,<br />

sia con Pratt & Whitney, sia in ambito<br />

europeo, dove opera nel campo della<br />

ricerca e dello sviluppo tecnologico attraverso<br />

una rete di laboratori all’interno<br />

di campus universitari italiani e collaborazioni<br />

con 24 università e centri di<br />

ricerca italiani e internazionali. Fondato<br />

nel 1908 e presente in 4 continenti con<br />

sedi commerciali e 9 insediamenti produttivi,<br />

il Gruppo conta oggi 5.200 dipendenti<br />

di cui circa 4.500 in Italia. Nel<br />

2009 ha generato ricavi per 1,7 miliardi<br />

di euro. Opera in 5 principali aree di<br />

business e cioè aeronautica, spazio,<br />

servizi, turbine aeroderivate per uso<br />

navale e industriale e sistemi di controllo,<br />

d’automazione ed elettrici. Il nuovo<br />

velivolo Bombardier CSeries, che sarà<br />

equipaggiato con il motore Pw1500G,<br />

entrerà in produzione nel 2013. Il programma<br />

CSeries ha già acquisito ordini<br />

per 90 velivoli e 90 opzioni da tre clienti:<br />

Lufthansa, Lease Corporation International<br />

e Republic Airways. Nei prossimi<br />

20/25 anni Avio prevede la vendita di<br />

oltre 3.000 motori (inclusi i ricambi) e di<br />

equipaggiare oltre 1.400 velivoli. I primi<br />

prototipi, realizzati negli stabilimenti<br />

Avio di Rivalta di Torino e Pomigliano<br />

d’Arco (Napoli), verranno consegnati a<br />

novembre 2011. Ma non è tutto. Avio<br />

celebra il traguardo dei primi 200 lanci<br />

nello spazio di Ariane, il leader mondiale<br />

che ha portato in orbita oltre il 60%<br />

dei satelliti commerciali in servizio al<br />

mondo e per cui il Gruppo è responsabile<br />

della propulsione del primo stadio<br />

del lanciatore con i potenti booster a<br />

propellente solido, che costituiscono<br />

un elemento fondamentale per la fase<br />

di decollo e di accelerazione iniziale.<br />

Alti 30 metri, per 3 metri di diametro e<br />

con una massa totale di 270 tonnellate,<br />

i due booster forniscono nei primi due<br />

minuti di volo il 92% della spinta totale<br />

necessaria a sollevare le 780 tonnellate<br />

del lanciatore, assicurando il lift-off<br />

e l’attraversamento dell’atmosfera terrestre<br />

fino a 65 km dalla superficie. Dal<br />

1979, data di lancio del primo Ariane 1,<br />

Avio ha prodotto per il programma Ariane<br />

oltre 300 booster e 3.500 motori di<br />

separazione degli stadi. Oggi produce<br />

per Ariane 5 anche la turbopompa a<br />

ossigeno liquido, un componente del<br />

motore criogenico Vulcain che spinge<br />

il corpo centrale, realizzata nello stabilimento<br />

di Rivalta di Torino.<br />

Brunella Giugliano


Dal 1° giugno, di nuovo SI-<br />

STRI…L’ormai famoso “Sistema<br />

di tracciabilità dei rifiuti”,<br />

istituito a gennaio del 2010, dovrebbe<br />

entrare in vigore dal 1° giugno di questo<br />

anno; il condizionale è d’obbligo<br />

perché tra proroghe, necessità di chiarimenti<br />

e rinvii, è in sperimentazione da<br />

oltre un anno.<br />

Le imprese obbligate al sistema, intanto<br />

pagano l’installazione delle black<br />

box, con i contributi annuali che variano<br />

a seconda dei quantitativi di rifiuti e<br />

della tipologia di essi, in particolare se<br />

siano pericolosi o meno; e questi costi<br />

sono a carico, anche se le imprese<br />

non lo utilizzano. Intanto il Ministero<br />

dell’Ambiente, propedeuticamente alla<br />

entrata in vigore del SISTRI, ha provveduto<br />

a siglare ben quattro protocolli<br />

di collaborazione: uno con la Guardia<br />

Costiera, uno tra SISTRI e SITRA (sistema<br />

di tracciabilità regionale), uno<br />

con Confindustria e Confcommercio ed<br />

un ultimo con la Confederazione delle<br />

piccole e medie imprese.<br />

Sembrerebbe che il Sistema di tracciabilità<br />

dei rifiuti, che dovrebbe consentire<br />

il controllo e monitoraggio dei<br />

rifiuti speciali (pericolosi e non) nell’intera<br />

filiera (dal produttore allo smaltimento<br />

finale) riducendo così la ben<br />

nota illegalità del settore a tutto vantaggio<br />

dell’ambiente, non sia ancora<br />

pronto e da più parti si chiedono nuove<br />

proroghe.<br />

Qualcuno sostiene che l’Italia non<br />

era ancora “pronta” a questo sistema,<br />

in particolare il micro-sistema degli autotrasportatori.<br />

Le imprese dell’autotrasporto lamentano<br />

poi i costi notevoli e, nonostante<br />

la buona volontà di dotarsi presto delle<br />

black box, non si riesce ad utilizzare il<br />

sistema completamente.<br />

Due problemi principalmente: entro<br />

il 30 aprile le imprese devono pagare<br />

i contributi del 2011, nonostante un si-<br />

<strong>aziende</strong> / porto&<strong>diporto</strong><br />

Il SISTRI, questo sconosciuto<br />

e fantomatico sistema<br />

stema non ancora operativo, dall’altro<br />

parecchi produttori ed impianti di recupero<br />

e stoccaggio non si sono ancora<br />

adeguati e sembra che la percentuale<br />

al Sud sia parecchio elevata.<br />

Di certo tanti non si sono adeguati:<br />

cattiva volontà, convinzione che come<br />

spesso accade in Italia arrivano prima<br />

o poi le deroghe e le proroghe, non<br />

perfetta divulgazione ed informazione<br />

a livello capillare…<br />

Sembra che il Ministero per richiamare<br />

coloro che ancora non si sono<br />

adeguati voglia pubblicarne un elenco<br />

pubblico: le critiche al riguardo sono<br />

state tante e la “gogna” pubblica non<br />

è stata ritenuta un rimedio efficace e<br />

corretto.<br />

La confusione è davvero tanta. Speriamo<br />

che questo ennesimo pasticcio<br />

all’italiana si risolva in maniera razionale<br />

senza danneggiare l’economia di un<br />

sistema in crisi.<br />

Renato Coroneo<br />

maggio 2011 - 35


<strong>aziende</strong>/ porto&<strong>diporto</strong><br />

36 - maggio 2011<br />

Altanus<br />

Alleanze per crescere<br />

Grandi novità in casa Altanus,<br />

marchio storico<br />

dell’orologeria mondiale<br />

che nel 2014 taglierà il traguardo<br />

dei primi cento anni di vita:<br />

la maison italiana, dal 1973 di<br />

proprietà della famiglia campana<br />

Casillo, annuncia la<br />

nascita di due significative<br />

partnership: la<br />

prima con Marinella,<br />

l’atelier napoletano tra<br />

i più prestigiosi creatori<br />

di cravatte al mondo,<br />

la seconda con Pinko, il<br />

brand amato da celebrities e<br />

fashion addicts in tutto il pianeta.<br />

Le esclusive collaborazioni vedono<br />

Altanus (nome in latino di un<br />

vento che soffia dal golfo del Leone<br />

verso le pendici montuose delle Cevennes)<br />

come timing partner globale<br />

al fianco dei due significativi marchi<br />

del panorama della moda e del costume:<br />

le partnership, infatti, prevedono<br />

un accordo internazionale di licenza,<br />

produzione e distribuzione con il quale<br />

l’azienda stima di incrementare del<br />

50% la propria quota di fatturato, che<br />

nell’ultimo anno si è attestato su circa 5<br />

milioni di euro.<br />

I due nuovi accordi sono in linea con<br />

la strategia d’espansione internazionale<br />

del marchio ginevrino, che guarda<br />

con interesse oltre i confini nazionali. Di<br />

recente Patch by Altanus ha debuttato<br />

con grande consenso negli Stati Uniti<br />

d’America, trattandosi di un prodotto<br />

altamente competitivo sul mercato<br />

estero che da sempre fa di eccellenza<br />

ed innovazione i fattori distintivi del suo<br />

successo.<br />

“Questi nuovi progetti - commenta<br />

l’imprenditore Giuseppe Casillo, amministratore<br />

delegato di Altanus e coordinatore<br />

dell’ufficio stile della maison<br />

- sono un importante riconoscimento<br />

alla creatività Made in Italy dell’azienda<br />

ed alla sua maestria in campo tecnico<br />

da parte di due tra le realtà di maggior<br />

successo del panorama fashion internazionale.<br />

Mi auguro che le partnership siglate<br />

con Marinella e Pinko siano un ulteriore<br />

passo per lo sviluppo complessivo del<br />

brand nel mercato italiano e soprattutto<br />

in quello estero, per il quale l’innovazione<br />

di prodotto e la creatività italiana,<br />

principi ispiratori dei modelli Altanus e<br />

delle nuove collezioni di Marinella Orologi<br />

e Pinko Time sono, a mio avviso,


un determinante fattore di crescita,<br />

ancor più in un momento di forte crisi<br />

come quello attuale”.<br />

Le nuove collezioni di orologi sono<br />

state presentate il mese scorso in anteprima<br />

a Baselworld 2011, il Salone<br />

mondiale della gioielleria e dell’orologeria<br />

in programma ogni anno a Basilea.<br />

In scena i modelli Piazza Vittoria (è<br />

la storica sede della maison napoletana<br />

a dare il nome alla nuova collezione<br />

di segnatempo maschile) e Retrò di<br />

Marinella ed i segnatempo per lei della<br />

collezione Pianoforte di Pinko Time, un<br />

accessorio originale come il particolare<br />

quadrante trasparente: un connubio<br />

perfetto tra la tecnica e lo stile di casa<br />

Altanus con il carattere ed i valori propri<br />

dei due brand, ovvero imprenditoriale.<br />

Prosegue senza sosta il piano di<br />

espansione di Altanus che guadagna<br />

sempre più consensi soprattutto tra i<br />

giovani, inserendosi sempre più, grazie<br />

alla famiglia Casillo, nel panorama<br />

mondiale dell’orologeria. Un piano che<br />

prende le mosse dal Tarì di Marcianise,<br />

la sede dell’eccellenza della gioielleria<br />

e dell’oreficeria, dove parte la distribuzione<br />

alla rete commerciale mondiale,<br />

pur continuando la società a conservare<br />

i laboratori ginevrini di Chenebourg.<br />

Eduardo Cagnazzi


<strong>aziende</strong> / porto&<strong>diporto</strong><br />

Il Ministro delle Politiche Agricole<br />

Alimentari e Forestali, Saverio<br />

Romano, ha autorizzato la concessione<br />

della somma di 10 milioni di<br />

euro, importo massimo previsto dalla<br />

normativa della Commissione Europea<br />

per gli aiuti di Stato, con la finalità di<br />

distribuire contributi in favore di piccole<br />

e medie imprese attive nel settore della<br />

produzione di prodotti agricoli e vitivinicoli<br />

di qualità.<br />

Nelle intenzioni del Ministero, tale<br />

decisione rientra in un’ottica di sostegno<br />

allo sviluppo dell’agricoltura e della<br />

vitivinicoltura nazionale d’eccellenza.<br />

“Con questo provvedimento - ha affermato<br />

il Ministro - mettiamo a disposizione<br />

dieci milioni di euro per sostenere le<br />

nostre produzioni di eccellenza. Abbiamo<br />

fatto della qualità un punto irrinunciabile<br />

delle nostre politiche agricole e<br />

questo intervento offre concretezza alla<br />

nostra azione”.<br />

Le attività per le quali si richiede il<br />

contributo dovranno essere inserite<br />

38 - maggio 2011<br />

Contributi a sostegno<br />

delle politiche agricole<br />

all’interno di uno specifico progetto<br />

di promozione e di valorizzazione dei<br />

prodotti agricoli di qualità e saranno<br />

finanziabili per una percentuale massima<br />

globale pari al 90% dell’importo di<br />

progetto previsto.<br />

I contributi potranno essere richiesti<br />

da Consorzi di produttori DOP, IGP,<br />

DOC, DOCG, IGT già incaricati o da<br />

coloro che abbiano presentato regolare<br />

domanda di incarico entro e non<br />

oltre il termine del bando stesso; da<br />

Organismi associativi di produttori di<br />

prodotti DOP, IGP, DOC, DOCG, IGT<br />

riconosciuti od in via di riconoscimento<br />

in sede europea ed infine da Aggregazioni<br />

tra i suddetti Consorzi e/o Organismi<br />

costituite da un massimo di due<br />

soggettualità riunite in associazione<br />

temporanea, ancorchè sotto la forma di<br />

Associazione Temporanea di Imprese<br />

(ATI).<br />

L’importo massimo di ciascun contributo<br />

assegnato non potrà in ogni modo<br />

superare i 400.000 euro per i Consorzi<br />

di produttori o gli Organismi associativi<br />

di produttori mentre il limite è fissato ad<br />

800.000 euro per le Aggregazioni.<br />

Saranno considerate ammissibili a<br />

contributo le spese per attività volte<br />

a favorire l’aggregazione dei produttori<br />

e ad accrescere la conoscenza e<br />

la valorizzazione delle peculiarità delle<br />

produzioni agricole di eccellenza.<br />

In particolare saranno ammissibili le<br />

spese di avviamento per la costituzione<br />

di organizzazioni di produttori e di associazioni<br />

di organizzazioni di produttori<br />

anche finalizzate all’adesione di nuovi<br />

produttori, le spese di promozione della<br />

produzione di prodotti agricoli di qualità<br />

con particolare riferimento a ricerche di<br />

mercato, ideazione e progettazione del<br />

prodotto, introduzione di sistemi, costi<br />

di istruzione, formazione e aggiornamento<br />

con particolare attenzione alla<br />

formazione di nuovi produttori.<br />

Inoltre, sono ammissibili le spese per<br />

le attività di assistenza tecnica con particolare<br />

riferimento a partecipazione a


Francesco Saverio Romano, ministro alle Politiche Agricole al Cibus Tour 2011<br />

forum, concorsi, mostre e fiere (ivi comprese<br />

le spese di iscrizione, viaggio, affitto<br />

stands e per pubblicazioni), spese<br />

per la diffusione di conoscenze scientifiche<br />

sui sistemi di qualità e sui benefici<br />

nutrizionali dei prodotti, genericamente<br />

intesi, finalizzate alla promozione del<br />

prodotto di qualità, oltre a pubblicazioni<br />

quali ad esempio cataloghi o siti web,<br />

contenenti informazioni sul prodotto di<br />

qualità.<br />

Le domande pervenute saranno<br />

quindi sottoposte alla valutazione in<br />

ragione della necessità dell’ottimizza-<br />

zione dell’utilizzo dei fondi. Esaurita la<br />

procedura di valutazione, con decreto<br />

commissariale si procederà quindi<br />

all’assegnazione dei finanziamenti disponibili.<br />

Enrico Messinese<br />

maggio 2011 - 39


<strong>aziende</strong> / porto&<strong>diporto</strong><br />

Conad, la più grande organizzazione cooperativa italiana<br />

di imprenditori indipendenti leader nel campo<br />

dei supermercati, cresce in Campania e presenta un<br />

piano di espansione per il 2011. Previsti sul territorio investimenti<br />

per 50 milioni di euro, 25 mila metri quadrati complessivi<br />

di nuovi punti vendita che porteranno a 1.000 nuove assunzioni.<br />

Lo sviluppo della catena di supermercati in regione<br />

passerà attraverso Pac 2000 A, la cooperativa di dettaglianti<br />

aderente al consorzio Conad, che opera in Umbria, Lazio,<br />

Campania e Calabria. Si tratta di una delle maggiori <strong>aziende</strong><br />

di distribuzione organizzata del Centro-Sud Italia che, con<br />

12.709 addetti e un patrimonio netto di 291 milioni di euro, ha<br />

sviluppato nel 2010 un fatturato di 1.922 milioni di euro (più<br />

8,66% rispetto al 2009), dei quali 495 milioni in Campania<br />

(più 7,8%). Le nuove aperture del Gruppo sono previste a<br />

Napoli e a Pompei, dove entro l’anno saranno avviati quattro<br />

progetti che porteranno, nel giro di tre anni, alla riqualificazione<br />

di alcune aree cittadine. Uno di questi riguarda l’apertura<br />

del primo store in Campania Sapori&Dintorni Conad, l’insegna<br />

che si ispira alla linea di prodotti a marchio e che caratterizza<br />

l’offerta di specialità alimentari della tradizione enogastronomica<br />

italiana. Il punto vendita sarà realizzato all’interno<br />

della stazione di Mergellina. Lo affiancheranno l’apertura di<br />

40 - maggio 2011<br />

Lo sviluppo Conad<br />

in Campania<br />

tre nuovi superstore, uno all’interno della ristrutturata ex cartiera<br />

Aticarta a Pompei, uno nell’ex stabilimento Fiat in Corso<br />

Malta e un altro nell’ex birreria del quartiere di Miano a<br />

Napoli, tutte strutture che grazie a questi interventi saranno<br />

salvate dal degrado attuale e riconsegnate ai cittadini completamente<br />

recuperate e fruibili. “Lo sviluppo in regione – ha<br />

precisato il direttore generale Danilo Toppetti – è fatto direttamente<br />

e attivamente dai soci imprenditori campani presenti<br />

sul territorio. Il nostro impegno è finalizzato a supportare i<br />

nostri soci nei luoghi in cui operano, a contribuire alla crescita<br />

dell’area e alla valorizzazione di ogni suo singolo aspetto”.<br />

Significativa, quindi, sarà la ricaduta economica in Regione<br />

dove Pac 2000A conta 274 associati e opera con tre ipermercati<br />

E.Leclerc Conad, 13 Conad Superstore, 128 Conad,<br />

11 Conad City, 183 Margherita e 18 Todis discount, in cui<br />

lavorano 4.014 addetti (con un incremento, rispetto all’anno<br />

precedente, del 4,01%). Ma la strategia della Conad per la<br />

Campania prevede anche una politica dei prezzi che consentirà<br />

ai cittadini di affrontare meglio le attuali ristrettezze<br />

economiche. Tra gli obiettivi prioritari del Gruppo, infatti, c’è<br />

proprio quello di contenere l’inflazione e dare un concreto sostegno<br />

alle famiglie. In Regione, l’incidenza promozionale nel<br />

corso del 2010 nei supermercati Conad, nei negozi Margheri-


ta e nei Conad Superstore,<br />

è stata pari al 31% delle<br />

vendite, mentre per l’anno<br />

in corso è previsto un aumento<br />

dell’attività promozionale<br />

dell’1,8% in difesa<br />

del potere d’acquisto dei<br />

clienti. Buono l’andamento<br />

complessivo delle vendite:<br />

sono aumentate sul territorio<br />

del 2,71%. Positivo<br />

anche il risultato relativo<br />

alle vendite dei prodotti a<br />

marchio Conad che rappresentano<br />

ormai il 18,3%<br />

di quelle totali. Negli assortimenti,<br />

Conad, dal 2005 al<br />

2010, ha lanciato più di 120<br />

prodotti l’anno con propria<br />

marca commerciale. La novità<br />

del 2010 è stata la linea<br />

AC Alimentum Conad, con<br />

30 prodotti dedicati all’area del Benessere e che affiancheranno<br />

i probiotici, gli yogurt, il latte e le bevande a base di<br />

frutta già presenti sugli scaffali. Il fatturato del marchio Conad<br />

è così cresciuto del 9,50% rispetto al 2009, raggiungendo i<br />

1.605 milioni di euro. Ma la convenienza non finisce qui. Il<br />

Gruppo, infatti, cresce anche in altri segmenti come risposta<br />

all’evoluzione delle esigenze e ai mutati stili di vita dei clienti.<br />

A partire dai dieci distributori di carburante che ha aperto dal<br />

2005 ad oggi e che fanno registrare un prezzo medio ponderato<br />

al litro inferiore di 10 centesimi di euro a quello medio<br />

mensile italiano rilevato dal Ministero dello Sviluppo economico.<br />

In tale strategia si inquadra anche l’apertura delle 40<br />

parafarmacie per la vendita dei farmaci acquistabili senza obbligo<br />

di presentazione della ricetta medica e dei 10 concept<br />

Ottica, un mercato che in Italia è in crescita costante. Le sole<br />

parafarmacie hanno assicurato ai clienti un risparmio di oltre<br />

6 milioni di euro.<br />

Brunella Giugliano


marketing / porto&<strong>diporto</strong><br />

Puntata n° 5<br />

“Chi offre di più?”<br />

Il prezzo nell’accezione del marketing<br />

classico - quello delle 4P per<br />

intenderci - è, insieme al Prodotto,<br />

la leva che nella traduzione dall’inglese<br />

mantiene l’iniziale invariata a dispetto<br />

di distribuzione e comunicazione. Ed è<br />

del prezzo che inizierò a parlare oggi e<br />

nel trattare l’argomento, ometterò volutamente<br />

di soffermarmi sulla matematica<br />

per diversi motivi: ostilità, analiticità,<br />

visione passata, impraticabilità, etc.<br />

D’altra parte, in un contesto di mercato<br />

(non intendo quello che tutti oggi definiscono<br />

influenzato dalla crisi, ma quello<br />

“turbolento” che caratterizza l’attuale<br />

scorcio dell’era post-industriale) tutte le<br />

“scienze” utilizzate per definire il prezzo<br />

sono inefficaci. Sicuramente mantengono<br />

i loro standard di efficienza, ma<br />

dal metodo del mark-up passando al sistema<br />

del margine unitario o totale, non<br />

fanno mercato, o meglio non influenzano<br />

i risultati dell’azienda. L’impresa che<br />

cerca efficacia oggi, definisce il prezzo<br />

nel mercato. Spero di chiarire questa<br />

mia affermazione. Innanzitutto il prezzo<br />

non è solo quanto pago per avere un<br />

qualcosa, ovvero dall’altro lato, quanto<br />

incasso perché ho aggiunto un Cliente<br />

al mio elenco. È invece, un insieme di<br />

ricchezza che cambia proprietà, unita<br />

ad un valore che trasferisce i benefici<br />

al nuovo possessore. In quest’ottica il<br />

prezzo lo fa il mercato, non chi compra<br />

nè chi acquista; ed io aggiungo che<br />

non lo fa più nemmeno l’incontro tra<br />

curva di domanda e curva di offerta,<br />

ma è dato dalla capacità che il venditore<br />

ha di “amplificare” il bisogno che<br />

il suo prodotto soddisfa e dalla voglia,<br />

a volte indotta, del consumatore ad<br />

avvalersi della sua offerta. Esempio<br />

di “contrattazione”…: sono un giovane<br />

neolaureato che, durante il colloquio di<br />

lavoro, elenco le mie conoscenze. Ho<br />

due modi di fare il prezzo: conto sulla<br />

possibilità che chi mi è di fronte possa<br />

immaginare una relazione diretta con<br />

le mie ancora non conosciute capacità<br />

e sparo il prezzo, oppure induco il<br />

mio selezionatore ad avere necessità<br />

delle mie capacità correlate alle mie<br />

conoscenze e mi faccio ingaggiare.<br />

Cioè, attendo la chiamata in Nazionale<br />

per avere il prezzo giusto o definisco<br />

il mio prezzo a prescindere, con tutte<br />

le eventuali ricadute? E qui va affrontato<br />

il primo elemento che caratterizza<br />

42 - maggio 2011<br />

la definizione del prezzo nel mercato di<br />

riferimento.<br />

Pensiamo a quanti brand sono riusciti<br />

a scalare le posizioni in merito al<br />

valore riconosciuto partendo dal basso.<br />

Come dice Checco Zalone in “Cado<br />

dalle nubi”: un cantautore che si rispetti,<br />

ha un background da rispettare. E la<br />

cosa vale anche per un brand: nessuno<br />

sa come e perché, ma paradossalmente<br />

è abbastanza probabile che siamo<br />

disposti a pagare 2 verdoni e più per<br />

un jeans di una marca fino a ieri sconosciuta,<br />

piuttosto che pagare una decina<br />

di euro in più per i jeans a cui siamo<br />

fedeli da decenni e che continuiamo a<br />

voler pagare 50 euro, perchè è quello il<br />

valore che gli riconosciamo. Come del<br />

resto siamo disposti a pagare “oltre il<br />

lecito” qualunque cosa quel determinato<br />

brand commercializzi, anche se accessori<br />

inutili. Tutta questa introduzione<br />

per rafforzare il concetto che il prezzo è<br />

qualcosa che fa il mercato, non più e<br />

solo rispetto a contenuti e qualità del<br />

bene, ma anche e soprattutto rispetto a<br />

come si vive il prezzo pagato.<br />

Nell’esempio di prima ho affermato<br />

come, rispetto al prezzo, il mercato può<br />

accettare una scrematura ma solo se la<br />

stessa è fatta dall’alto, il contrario non<br />

funziona. La mia esperienza nel mondo<br />

dell’auto (francesco de carolis è da oltre<br />

dieci anni, tra l’altro, direttore brand<br />

e commercial di mirandautomotive, leader<br />

settore auto Centro Sud Italia, ndr)<br />

mi porta a fare un esempio dal settore.<br />

Se oggi Audi può vendere un’auto di<br />

segmento B (utilitarie) al triplo di quello<br />

che possono permettersi tutte le altre<br />

marche, è perché ha cominciato a salire<br />

la china (attenzione non a “risalire”,<br />

perché non aveva storia) e colonizzare<br />

fino a dominare il mercato premium, a<br />

partire dal modello A8. Oggi il mercato<br />

riconosce un valore aggiunto ad Audi,<br />

e tutti i tentativi di marchi generalisti di<br />

affermarsi in segmenti di mercato non<br />

propri, producono effetti diametralmente<br />

opposti e problematici per tutta la catena<br />

distributiva - Non cito esempi per<br />

evitare ore e ore di spiegazioni a telefono<br />

con i vari direttori di marche che<br />

potrebbero chiedere delucidazioni e<br />

spiegazioni … - Questo però non significa<br />

che il prezzo targhettizza. Il prezzo<br />

vale, e chi ha fatto l’errore di definire<br />

il proprio mercato di riferimento rispetto<br />

alla capacità del mercato di pagare<br />

un determinato prezzo, ha dovuto fare<br />

marcia indietro … se ha fatto in tempo.<br />

Torniamo al mondo della moda. Gli<br />

stilisti e le griffe che hanno compreso<br />

che l’obiettivo era diventare per tutti<br />

(sia ben inteso non alla portata di tutti).<br />

Se vi può aiutare ad associare il senso<br />

ad un’immagine, pensate al film Pretty<br />

Woman e alla scena di quando le “impiegate”<br />

di Rodeo Drive “invidiano” la<br />

scalata di Julia Roberts…<br />

Il senso è che le marche che hanno<br />

scelto di diventare per tutti hanno mantenuto<br />

un livello di prezzo che si confà<br />

alla tipologia di azienda e prodotto, ma<br />

allargato il mercato non di poco: le file<br />

davanti alle boutique napoletane ne<br />

sono un esempio. Ma non è solo da<br />

questo lato che dobbiamo vedere le<br />

cose. Se restiamo nella moda, pensiamo<br />

a dieci anni fà, chi tra le griffe e gli<br />

stilisti si è preoccupato del fenomeno<br />

H&M o Zara? Nessuno! Anche perché<br />

nessuno ha immaginato che un Cliente<br />

abituato a spendere cifre esorbitanti<br />

per un capo di abbigliamento potesse<br />

“ri-abituarsi” a spendere molto meno,<br />

a non essere “riverito” nelle scelte e<br />

nelle prove, a essere quasi controllato<br />

nel provarsi i vestiti (non solo gli antitaccheggio<br />

ma anche la commessa<br />

che conta i capi che ti porti in camerino<br />

e che li rivuole all’uscita). Impossibile?<br />

Ed ecco che questi, divenuti ormai colossi,<br />

anche grazie alla leva prezzo, comunque<br />

ben concertata con una ampia<br />

scelta di prodotto, un’azzeccatissima<br />

localizzazione e zero comunicazione<br />

(come nel caso di Zara) hanno riscritto<br />

il mondo ed il modo di vestire dei nostri<br />

tempi. Prezzo a parte.<br />

Marketing head<br />

francesco@decarolis.eu


nautica / porto&<strong>diporto</strong><br />

Salto culturale del sistema Paese<br />

per far crescere la nautica<br />

A<br />

ppuntamento delle grandi occasioni<br />

per l’industria nautica<br />

italiana: la Convention UCI-<br />

NA Satec di quest’anno si preannuncia<br />

ricca di spunti e di aspettative. Il settore<br />

si prepara al rilancio grazie alle norme<br />

di semplificazione varate dal Governo<br />

su richiesta dell’associazione di categoria,<br />

che finalmente trasmettono serenità<br />

a mercati e utenti.<br />

La nautica italiana accoglie con soddisfazione<br />

le misure a favore del comparto<br />

contenute nel Decreto Sviluppo<br />

varato nei giorni scorsi dal Consiglio<br />

dei Ministri, ma prima ancora esprime<br />

apprezzamento per questo nuovo, importante<br />

e inequivocabile indirizzo politico.<br />

Si tratta di un risultato frutto di un<br />

sistematico e costruttivo confronto di<br />

Ucina Confindustria Nautica con i vari<br />

Ministeri competenti: il dicastero delle<br />

Infrastrutture e Trasporti, innanzitutto,<br />

quello dell’Economia e delle Finanze,<br />

ma anche Semplificazione normativa e<br />

Turismo.<br />

“Avere una barca – piccolissima, media<br />

o grande che sia – non deve più essere<br />

una colpa, né una fatica improba,<br />

esattamente come accade in tutti i paesi<br />

maggiormente sviluppati - commenta<br />

a caldo il presidente di Ucina, Anton<br />

Francesco Albertoni – ben vengano<br />

44 - maggio 2011<br />

dunque un taglio alla burocrazia e le<br />

semplificazioni per creare posti barca a<br />

basso costo. Adesso siano emanati al<br />

più presto anche i provvedimenti amministrativi<br />

attesi da lungo tempo”.<br />

Accogliendo le valutazioni che hanno<br />

dimostrato l’impatto economico e<br />

occupazionale per i territori costieri, il<br />

Governo ha finalmente tracciato una<br />

politica per la nautica dopo due anni<br />

difficilissimi; ora il settore si aspetta<br />

che il segnale sia subito raccolto anche<br />

dai vari comparti dell’amministrazione<br />

pubblica chiamati a completare quei<br />

provvedimenti che il settore attende da<br />

molto tempo.<br />

Fra le misure varate assumono un<br />

particolare rilievo le norme rivolte al<br />

rilancio della media e piccola nautica,<br />

in particolare la destinazione al <strong>diporto</strong><br />

delle aree inutilizzate dei bacini<br />

portuali esistenti - per ricavare 40.000<br />

posti barca nel rispetto dell’ambiente e<br />

10.000 nuovi posti di lavoro nei servizi<br />

– e l’eliminazione della licenza edilizia<br />

per i pontili galleggianti - un’inutile<br />

duplicazione della concessione demaniale<br />

che fino a oggi ha frenato lo sviluppo<br />

di strutture a basso impatto e ha<br />

privato l’erario dei corrispondenti oneri<br />

demaniali. Il rinvio ad una regolamentazione<br />

omogenea in tema di conces-<br />

sioni portuali turistiche, da emanarsi<br />

ad opera della Conferenza Stato - Regioni,<br />

consentirà poi di dare un assetto<br />

coerente a tutta la materia. Ci sono poi<br />

le iniziative legate alle navi da <strong>diporto</strong>,<br />

che pongono rimedio ad una grave<br />

lacuna del Codice della Nautica che<br />

non considerava le grandi unità di cui<br />

l’Italia è il primo produttore mondiale.<br />

La semplificazione della loro gestione<br />

amministrativa, lasciando inalterate le<br />

discipline tecniche di sicurezza e fiscali,<br />

consentirà di far tornare nel nostro<br />

Paese i grandi yacht, attraendo l’indotto<br />

di centinaia di milioni di euro l’anno<br />

generato da gestione e manutenzione.<br />

Infine la semplificazione delle autorizzazioni<br />

per i trasporti eccezionali, che<br />

per i cantieri sono la regola, renderà i<br />

costi di movimentazione delle industrie<br />

nautiche italiane equiparabili a quelli<br />

delle <strong>aziende</strong> francesi e tedesche.<br />

Tutte queste misure portate avanti dal<br />

Ministro Matteoli e condivise dal Ministro<br />

Tremonti, senza alcun aggravio<br />

per lo Stato, produrranno un importante<br />

gettito per l’erario. Ora avanti tutta<br />

con i provvedimenti amministrativi per<br />

i quali Ucina Confindustria Nautica si<br />

batte da tempo e che sono ancora in<br />

sospeso: circolare su noleggio e locazione,<br />

riconoscimento dei titoli marittimi


italiani a livello europeo, nuovo esame<br />

nazionale della patente nautica, registro<br />

elettronico per le immatricolazioni,<br />

intesa Stato-Regioni sulle concessioni<br />

demaniali. Tutto ciò consentirà<br />

alla nautica di poter contribuire con il<br />

proprio sviluppo anche al risanamento<br />

dei conti del Paese: è la quinta voce<br />

dell’export italiano, è una delle grandi<br />

eccellenze del made in Italy, sia per la<br />

qualità della produzione, sia perché la<br />

barca rappresenta il contenitore-vetrina<br />

per altri comparti, dall’illuminotecnica al<br />

tessile, dalla pelletteria all’arredo. Senza<br />

contare l’indotto occupazionale del<br />

turismo nautico, che secondo il Censis<br />

genera un posto di lavoro ogni quattro<br />

barche. Non a caso nel DL Sviluppo varato<br />

dal Governo il settore ha avuto uno<br />

spazio di rilievo. Vi hanno trovato posto<br />

alcuni interventi di semplificazione<br />

e snellimento burocratico, tutti a costi<br />

zero, tutti capaci di generare indotto,<br />

occupazione, ma soprattutto importanti<br />

introiti per l’erario e Finanza.<br />

“Tuttavia anche, anzi, proprio all’indomani<br />

dell’emanazione di norme che<br />

attendevamo da tempo – ha detto ancora<br />

Albertoni - dobbiamo dire che questa<br />

è la condizione necessaria, ma non<br />

sufficiente. Il nostro comparto sperimenta<br />

da vicino la concorrenza francese,<br />

dove una pubblica amministrazione<br />

efficiente e attenta si dimostra capace<br />

di essere vicino alle <strong>aziende</strong>. La competizione<br />

in questo caso non la fanno<br />

le sole imprese, non basta il prodotto,<br />

è il sistema Paese a vincere. Questa<br />

è l’anomalia italiana, che diventa macroscopica<br />

se concentriamo l’attenzione<br />

sull’amministrazione finanziaria.<br />

Un solo esempio. Di fronte alle lacune<br />

normative e ai dubbi interpretativi della<br />

normativa fiscale, per esempio in tema<br />

di noleggio degli yacht, UCINA ha presentato<br />

un anno fa una richiesta di parere<br />

giuridico all’Agenzia delle Entrate.<br />

Mentre la seconda stagione è già iniziata,<br />

stiamo ancora aspettando una risposta.<br />

Oltre le Alpi hanno posto i quesiti<br />

a fine dicembre 2010 e a febbraio<br />

scorso hanno ottenuto una circolare”.<br />

E non ci sarebbe altro da aggiungere,<br />

se non fosse che il 10% del valore di<br />

queste unità viene speso ogni anno sul<br />

territorio per la loro gestione e manutenzione<br />

e che nel Mediterraneo opera<br />

il 70% della flotta a noleggio del mondo.<br />

L’Italia ne produce la metà, abbiamo il<br />

50% del portafoglio ordini mondiale,<br />

ma ogni anno le vediamo dileguarsi per<br />

arricchire le coste di Francia, Spagna,<br />

Croazia, Montenegro, Turchia, Tunisia.<br />

Secondo Federagenti ciò ha causato<br />

una perdita nell’indotto di poco inferiore<br />

a un miliardo di euro solo lo scorso<br />

anno.<br />

“E’ opportuno fare una riflessione<br />

più generale – ha specificato ancora<br />

il presidente UCINA, Anton Francesco<br />

Albertoni - Oggi siamo a un punto di<br />

caduta tale che serve un salto culturale<br />

che non è solo del Governo, del Parlamento,<br />

dell’Amministrazione pubblica,<br />

che pure hanno nei nostri confronti gravi<br />

ritardi. È il Paese che deve compierlo.<br />

Secondo l’ISTAT ci sono 4.400.000<br />

persone in cerca di occupazione. Ebbene<br />

il “Piano per la nautica” presentato<br />

al Governo nel 2009 è capace di<br />

attrarre 3 miliardi di investimenti privati<br />

e da solo può di produrre posti di lavoro<br />

per il 4-5% di questi disoccupati. Allora<br />

non vogliamo più sentir sciocchezze<br />

come l’additare in maniera negativa un<br />

prodotto del made in Italy - sia pure di<br />

alta gamma - soltanto perché bene di<br />

lusso. Tutti - politica, istituzioni stampa,<br />

sindacati, opinione pubblica - dovremmo<br />

guardare non a chi compra questi<br />

beni, ma a chi li produce”.<br />

Stefania Vergani<br />

Convention UCINA Satec 2011<br />

Viareggio – 27, 28 e 29 Maggio 2011<br />

Programma<br />

Venerdì 27 Maggio – consegna del riconoscimento ai Pionieri della Nautica<br />

2011, presso il Viareggio Versilia Congressi, che, per il quarto anno consecutivo,<br />

potrà vantare il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico<br />

– Serata di Gala che sarà ospitata presso il Twiga Beach Club di Marina di<br />

Pietrasanta.<br />

Sabato 28 Maggio – ore 10.30 presso il Viareggio Versilia Congressi il<br />

convegno “Nautica: un’epoca di sfide tra nuovi assetti istituzionali e nuovi<br />

mercati” moderato dal giornalista economico Oscar Giannino su due sessioni<br />

tematiche. La tavola rotonda del mattino avrà l’obiettivo, partendo<br />

dall’analisi dello studio dell’Ispo presentato dal prof. Mannheimer “Le Amministrazioni<br />

locali e la Nautica” di proporre un dibattito sulle opportunità<br />

di sviluppo del comparto legate al nuovo assetto federale del Paese e alle<br />

politiche di semplificazione normativa e fiscale, per le sfide che l’economia<br />

globale pone al settore della nautica. Nella sessione pomeridiana, Bain &<br />

Company presenterà l’indagine “Made in Italy al servizio del nuovo consumatore<br />

globale” nell’ambito di una tavola rotonda cui parteciperanno imprenditori<br />

e opinion leaders per un confronto sulle strategie adottate da settori di<br />

eccellenza del made in Italy che meglio di altri sono stati capaci di penetrare<br />

i mercati emergenti.<br />

La convention prevede inoltre un programma di prove in mare dedicate ai<br />

giornalisti italiani ed esteri che prenderà il via nel pomeriggio di sabato 28<br />

maggio presso l’Approdo turistico La Madonnina di Viareggio per poi proseguire<br />

per tutta la giornata successiva (domenica 29 Maggio).<br />

maggio 2011 - 45


nautica / porto&<strong>diporto</strong><br />

Il Golfo di Napoli diventa la capitale<br />

della vela e delle discipline a tema<br />

con una serie di eventi che segnano<br />

l’inizio della stagione estiva nel<br />

Mediterraneo. Il taglio del nastro spetta<br />

quest’anno alla Dufour Yachts con<br />

le barche a vela francesi che rendono<br />

al meglio l’atmosfera glamour di una<br />

competizione velica nel rinnovato contesto<br />

del porto di Marina di Cassano.<br />

La manifestazione è organizzata da<br />

Cataboat, concessionario campano del<br />

cantiere di La Rochelle, in collaborazione<br />

con la Lega Navale Italiana, lo<br />

Yacht Club Marina di Cassano e Oceanomare<br />

Delphis onlus. Anche la Rolex<br />

Capri si avvale di un parterre di velisti<br />

di eccezione e di un abbinamento in un<br />

giusto mix con sport, mare, mondanità<br />

ed eleganza. Come nel passato, anche<br />

per questa edizione scenderanno in<br />

acqua a fine maggio le regine del mare<br />

che nel campo di gara tracciato intorno<br />

all’isola si sfideranno per assicurarsi il<br />

trofeo. La regata, che dal 2005 è diventata<br />

l’appuntamento di punta della<br />

stagione velistica nel Mediterraneo, è<br />

organizzata dallo Yacht Club Capri con<br />

il supporto dello Yacht Club Gaeta e<br />

46 - maggio 2011<br />

Vela protagonista<br />

nel Golfo di Napoli<br />

dell’International Maxi Association, promotrice<br />

della Vulcano Race, la regata<br />

dei maxi yacht. “A differenza di quanto<br />

accade in altre parti dove l’obiettivo è<br />

la pratica di attività sportive, lo Yacht<br />

Capri - dice il suo presidente, Massimo<br />

Massaccesi - è qualche cosa di più.<br />

Significa la riscoperta della vocazione<br />

marinara di eccellenza con la cultura<br />

ed il turismo, un connubio che punta<br />

a riempire l’isola nei periodi di minore<br />

affluenza turistica. E questo non è poco<br />

per rilanciare l’economia locale”.<br />

E’ per tali motivi che la Rolex è sostenuta<br />

da partner di assoluta eccellenza,<br />

come Birra Peroni con il marchio<br />

Nastro Azzurro e Carthusia, il più piccolo<br />

laboratorio al mondo dove vengono<br />

prodotte quelle essenze che mescolano<br />

natura e storia, flora e colori di<br />

Capri. E maggio è anche il mese della<br />

storica Regata dei Tre Golfi e della Settimana<br />

dei Tre Golfi, valevoli anche per<br />

il campionato nazionale del Tirreno e<br />

come selezione al campionato italiano<br />

di vela d’altura. Con una novità: la Regata<br />

dei Tre Golfi avrà come sponsor il<br />

Fai, propriataria della Baia di Ieranto,<br />

alla quale andranno i contributi raccolti<br />

per il sostegno della Fondazione. Anche<br />

le discipline a remo sono le protagoniste<br />

della stagione marinara nel golfo di<br />

Napoli. Si comincia con la Lysistrata,<br />

la regata remiera più antica d’Italia, organizzata<br />

dal Circolo del Remo e della<br />

Vela Italia. La gara ritorna in mare dopo<br />

la pausa dello scorso anno quando, a<br />

causa delle pessime condizioni meteo<br />

marine, si tentò di disputarla in versione<br />

indoor con i remoergometri, prima di<br />

decidere di spostarne la data e di effettuarla<br />

a Lago Patria.<br />

A conferma delle attività di eccellenza<br />

marine promosse, il sodalizio di Santa<br />

Lucia, di cui è presidente al terzomandato,<br />

Roberto Mottola di Amato, olimpionico<br />

e campione del mondo della<br />

classe Tempest, diventa Centro Federale<br />

zonale di Match Racing, il termine<br />

inglese che definisce una gara velica tra<br />

due imbarcazioni assolutamente identiche,<br />

un vero e proprio duello nel quale<br />

uno vince e l’altro perde. Un esempio<br />

sono le regate della Louis Vuitton e<br />

dell’America’s Cup, anche se queste<br />

condividono solo alcune caratteristiche<br />

del Match Race moderno.<br />

Eduardo Cagnazzi


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Ai sensi della direttiva<br />

2003/44/CE ex 94/25/CE<br />

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per la nautica<br />

da <strong>diporto</strong>.<br />

maggio 2011 - 47


nautica / porto&<strong>diporto</strong><br />

Il 2011 è un anno importante per<br />

Al&Al Racing Team, annunciato<br />

già nel corso del Campionato<br />

Mondiale Powerboat della scorsa stagione,<br />

per consacrare la formazione,<br />

leader della specialità Supersport, ma<br />

anche per debuttare nella specialità<br />

Evolution, con la nuova barca BluShaft<br />

di produzione Cantieri Postiglione, per<br />

Al&Al Marine (www.alandalmarine.<br />

com). Un crescendo di risultati positivi,<br />

che ha dato ragione ai giovani<br />

imprenditori, Alfredo Amato, socio di<br />

Consulbrokers, tra l’altro sponsor della<br />

barca e Alfredo Nuzzo, broker assicurativo<br />

dei Lloyd’s, entrambi fondatori di<br />

Al&AL Marine, incoraggiati dalla grande<br />

passione sportiva, nonchè sostenuti<br />

dall’intenso sforzo tecnico, economico<br />

ed organizzativo dell’intero team.<br />

Quest’anno ancora più competitivi nel<br />

campionato PowerBoat 2011, che avrà<br />

inizio nel mese di giugno a Malta, con<br />

una seconda barca, e l’obiettivo di confermare<br />

Al&Al tra i team più competitivi<br />

del circuito offshore PowerBoat GPS. E<br />

di certo, non si improvvisa la passione<br />

dei due piloti, che nasce negli anni ot-<br />

48 - maggio 2011<br />

Imprenditoria e Sport<br />

Al&Al binomio vincente<br />

tanta, poco più che ventenni, quando<br />

iniziano la loro avventura nel mondo<br />

delle corse offshore, dapprima con la<br />

partecipazione al campionato Italiano<br />

F3 ed in seguito con la partecipazione<br />

in due occasioni alla Venezia-Montecarlo<br />

dove nel 1991 Alfredo Amato,<br />

poco più che venticinquenne raggiunge<br />

una schiacciante vittoria. Nel 2005<br />

dall’unione imprenditoriale di Alfredo<br />

Nuzzo e Alfredo Amato nasce la Al&Al<br />

Marine, con la progettazione dello scafo<br />

Blushaft 38, attualmente prodotto<br />

in tre versioni diverse, con prestazioni<br />

quasi uniche al mondo, e l’intenzione<br />

di produrre una flotta di superyacht veloci<br />

da 62 a 100 piedi, per il mercato<br />

nautico mondiale, puntando in particolare<br />

sul Medio Oriente, gli Emirati Arabi<br />

in particolare ed i paesi asiatici più in<br />

generale. Non a caso l’azienda parteciperà<br />

alla fiera nautica internazionale<br />

di Jedda nel mese di ottobre, per raggiungere<br />

il target di acquirenti più adatto<br />

alla produzione Al&Al e rafforzare<br />

la visibilità del marchio. Ma passando<br />

allo spirito più propriamente sportivo,<br />

ragione di esistere per il Racing Team,<br />

va detto che la squadra negli ultimi tre<br />

anni, si è guadagnata grandi consensi,<br />

con il 2° posto al campionato del mondo<br />

e il 2° posto a quello italiano, tra le<br />

altre vittorie dell’anno scorso, e ad oggi<br />

considerato team da battere per il 2011,<br />

competitivo per la conquista del titolo<br />

mondiale. E se è vero che la motonautica<br />

è passione per il mare, per la velocità,<br />

un misto tra sensazione di libertà<br />

ed euforia, quando l’adrenalina pura si<br />

sprigiona tagliando il vento con impeto<br />

ad ogni incrocio di boa, per superare<br />

l’avversario, allora queste caratteristiche<br />

sono state plasmate proprio sul<br />

team Al&Al, come dna del primo e secondo<br />

pilota, Amato e Nuzzo. Ragioni<br />

inderogabili che spingono a conquistare<br />

il podio di Powerboat 2011, l’ambito<br />

campionato mondiale, la formula uno<br />

della motonautica offshore, per cinque<br />

mesi di gare da giugno ad ottobre, organizzate<br />

in location europee di grande<br />

bellezza, dove il pubblico sportivo è<br />

appassionato e numeroso, con la presenza<br />

di più di 300 mila visitatori nella<br />

scorsa edizione.<br />

Annalisa Tirrito


nautica / porto&<strong>diporto</strong><br />

Mare<br />

Marine e Marinai in Festa<br />

Seconda edizione a La Spezia della Festa della Marineria:<br />

biennale d’Arte, Cultura, Scienza e Tradizione<br />

Dopo il clamoroso debutto del<br />

2009 La Spezia affianca la<br />

Festa dedicata al mare alle<br />

celebrazioni per i 150 anni dell’Unità<br />

d’Italia e della Marina Militare italiana.<br />

L’appuntamento è a La Spezia il prossimo<br />

10 giugno per continuare dal 16<br />

al 22 giugno con un ricco calendario<br />

di eventi. Organizzata dal Comune e<br />

dall’Autorità Portuale della Spezia - con<br />

il contributo e il supporto di Regione<br />

Liguria, Provincia della Spezia, Comune<br />

di Lerici, Comune di <strong>Porto</strong>venere,<br />

Marina Militare, Istituzione per i Servizi<br />

Culturali del Comune della Spezia,<br />

Camera di Commercio, Centro Fieristico,<br />

Comitato delle Borgate e il Mare ci<br />

Unisce - la rassegna si svolgerà nella<br />

cornice dello splendido Golfo dei Poeti:<br />

eventi importanti saranno ospitati anche<br />

nei comuni di Lerici e <strong>Porto</strong>venere,<br />

con un programma ricchissimo che animerà<br />

i luoghi della festa dalle prime ore<br />

del mattino fino a notte fonda. Emilio<br />

50 - maggio 2011<br />

Salgari sarà il “testimonial” storico della<br />

Festa che prende spunto proprio dai<br />

suoi scritti, nel centenario della morte<br />

del grande scrittore. Dopo il grande<br />

successo dell’esibizione curata dalla<br />

Fura dels Baus nel 2009, quest’anno si<br />

assisterà alla celebrazione dello scrittore<br />

che per milioni di lettori ha rappresentato<br />

l’essenza stessa dell’avventura<br />

sul mare. Novità della seconda edizione<br />

è il gemellaggio con la Repubblica<br />

Marinara di Venezia, attraverso una<br />

mostra fotografica, regate a vela e ai<br />

remi ed esibizioni delle barche tipiche<br />

della laguna, la costruzione delle forcole<br />

veneziane dal vivo e la presentazione<br />

di un modello estinto chiamato<br />

“Vipera” (simile alla gondola) ricostruito<br />

appositamente per la Festa della Marineria.<br />

Alla Spezia sarà presente anche<br />

la gondola più antica di Venezia, che<br />

risale al 1700 e che, per l’occasione,<br />

lascerà la sua sede dell’Arzanà. Fra i<br />

nomi che parteciperanno alla Festa<br />

spiccano quelli di Enzo Maiorca, Folco<br />

Quilici, Patrizio Roversi e Mario<br />

Tozzi. Il programma a mare è di forte<br />

appeal. Punta d’eccellenza saranno<br />

le regate di livello nazionale e internazionale<br />

che creeranno una magnifica<br />

cornice di vele nel Golfo della Spezia<br />

e la presenza della FIM (Federazione<br />

Italiana Motonautica). Grande novità<br />

la presenza nei giorni della Festa di<br />

pontili temporanei posizionati di fronte<br />

a Passeggiata Morin che daranno la<br />

possibilità al pubblico di camminare tra<br />

le numerose imbarcazioni ormeggiate.<br />

La corporazione “Il Mare Ci Unisce” torna<br />

da protagonista. Molte e di qualità<br />

le attività che andranno ad impreziosire<br />

il programma. Alla Spezia arriveranno<br />

bellissime imbarcazioni storiche, a partire<br />

dalla Nave Giorgio Cini della scuola<br />

nautica della Guardia di Finanza. Interessante<br />

la parte del programma dedicato<br />

non solo a quello che si vede o<br />

si muove sopra la superficie del mare


ma anche al mondo subacqueo con la<br />

sua ricca storia di sommergibili, sommozzatori<br />

e palombari che ha caratterizzato<br />

La Spezia dal primo dopoguerra<br />

a oggi. Questa sezione sarà sviluppata<br />

attraverso una mostra multimediale<br />

al CAMeC, il centro di Arte Moderna<br />

e Contemporanea della città e attraverso<br />

il Museo tecnico Navale della<br />

Spezia che, da questo punto di vista,<br />

costituisce un vero bacino di enormi<br />

tesori legati al mare. “La Festa della<br />

Marineria – spiega il sindaco della città<br />

- ospiterà un Villaggio Mediterraneo di<br />

“Arti Mestieri e lavorazioni”. La novità<br />

del 2011 sarà la presenza alla Spezia<br />

della cantieristica proveniente da tutta<br />

Italia. Saranno infatti in città, oltre ai<br />

locali cantieri, i rappresentanti di Chiavari,<br />

Sorrento, Napoli, Livorno, Olbia e<br />

Venezia. La Passeggiata Morin si arricchirà<br />

di stand delle Borgate Marinare<br />

del Golfo della Spezia che illustreranno<br />

la loro storia e quella del Palio del Gol-<br />

fo, attraverso foto, filmati, vecchi cimeli,<br />

costumi e cucina tipica con un apposito<br />

ristorante sul lungomare e una suggestiva<br />

terrazza-catering che si affaccia<br />

sul Golfo e propone le specialità della<br />

tradizione marinara spezzina”.<br />

Altra novità del 2011 saranno i fari,<br />

faristi e fanalisti, figure che dalla Spezia<br />

hanno sempre controllato e diretto<br />

la sicurezza della navigazione. Da sottolineare,<br />

a tale proposito, il fatto che<br />

La Spezia sia sede di “Maritecnofari”,<br />

il centro che controlla tutti i fari e fanali<br />

di tutto il bacino del Mediterraneo. “Il<br />

porto sarà presente per presentare le<br />

attività commerciali e le opportunità di<br />

lavoro che offre – spiega il Presidente<br />

dell’Autorità Portuale, Forcieri - grazie<br />

al progetto Port Lab e al percorso<br />

“Storia di un contenitore”. La Spezia è<br />

uno scalo di rilevanza internazionale,<br />

in particolare nei containers, ma sta<br />

aprendosi anche alle crociere. Il porto<br />

e le attività connesse sono una risorsa<br />

per la città ed il territorio, sia per le ricadute<br />

economiche che occupazionali<br />

che può avere”. Faranno da cornice<br />

spettacoli, mostre di modellismo navale<br />

e d’antiquariato, ma senza perdere<br />

di vista mai l’ambiente. Ocean Team<br />

partecipa con il progetto internazionale<br />

“Mediterraneo: l’impatto ambientale<br />

non conosce confini”. Il corso speciale<br />

coinvolgerà studenti universitari laureati<br />

e impegnati in un dottorato o in un master,<br />

provenienti da sette diversi Paesi<br />

(Egitto, Turchia, Grecia, Italia, Israele,<br />

Palestina e Tunisia) che si affacciano<br />

sul Mediterraneo (ma anche l’Inghilterra),<br />

per realizzare un’unica esperienza<br />

di apprendimento sullo stato di salute<br />

del Mediterraneo. La Festa si chiuderà<br />

con una notte, che non poteva che essere<br />

blu mare. La “Notte Blu” di sabato<br />

18 giugno sarà dedicata intermente<br />

alla musica e alle danze nelle piazze e<br />

vie della città.<br />

Patrizia Lupi<br />

maggio 2011 - 51


wellness / porto&<strong>diporto</strong><br />

52 - maggio 2011<br />

Bellessere<br />

Un giorno alla Spa<br />

per lasciarsi coccolare<br />

ad un passo da casa<br />

Dopo il lungo letargo invernale, prima<br />

dell’esplosione estiva, con la primavera<br />

rinasce anche la voglia di une<br />

remise en forme del corpo e dello spirito. Per<br />

questo, non c’è nulla di meglio che sottrarre<br />

qualche ora al tran tran quotidiano per dedicarsi<br />

alla propria persona. Il massimo, poi,<br />

sarebbe addirittura un’intera giornata. Ma il<br />

troppo guasta sempre e allora, anche se solo<br />

per un trattamento per volta, chi ben comincia<br />

è già a metà dell’opera. Specialmente se si<br />

passa in rassegna il menù proposto dal centro<br />

benessere Day Light del Grand Hotel Parker’s,<br />

dove si recupera un’energia alla grande<br />

già solo a farsi un giro di visita degli ambienti<br />

e dei servizi di cui si può disporre: 320 mq di<br />

spazi interamente dedicati al benessere fisico,<br />

per spogliarsi dallo stress e della stanchezza<br />

dei mesi più rigidi quanto a clima e lavoro in<br />

un’atmosfera morbida e accogliente, scandita<br />

da musica di sottofondo e candele profumate.<br />

Bagno turco aromatico, doccia scozzese dinamizzante,<br />

idromassaggio, sono solo alcuni dei<br />

punti chiave di un percorso benessere che si<br />

arricchisce di massaggi rilassanti, trattamenti<br />

esfolianti ai sali marini e agli oli essenziali, maschere<br />

e impacchi, scrub naturali con pestati<br />

di caffè, miele, agrumi, erbe o mousse al cioccolato,<br />

potente antidepressivo ed energizzante<br />

secondo gli ultimi dettami della moda che da<br />

qualche tempo si bea del favoloso incontro tra i<br />

segreti della tradizione Maya e la cosmetologia<br />

moderna…. insomma per dedicarsi al proprio<br />

relax, tra una tisana e uno spiedino di frutta, da<br />

soli, in compagnia del partner o di amici semplicemente<br />

affidandosi ai sapienti suggerimenti<br />

della Spa manager Maria Anna Ventriglia e del<br />

suo staff. Il tutto nelle accoglienti atmosfere di<br />

uno degli alberghi più eleganti e accoglienti<br />

della città, con una splendida vista sul golfo di<br />

Napoli. Dallo speciale sposi allo speciale week<br />

end, da ogni percorso si stralciano singoli trattamenti.<br />

Due per tutti: l’hot foot massage per<br />

cominciare il pedicure immergendo i piedi in<br />

mosto di vino Falerno del Massico rosso prima<br />

di affidarli allo scrub a base di mandorle o vinaccioli<br />

e al massaggio con pietre calde e olio<br />

di baobab, e il massaggio total body sul letto<br />

di pietre d’ambra del mar Baltico di cui godere<br />

per le proprietà magiche e terapeutiche adatte<br />

a rimettere in sesto il sistema nervoso e quello<br />

dell’apparato digerente. Tanto per gradire e per<br />

capire che qui nulla è lasciato al caso.<br />

Paola de Ciuceis


turismo / porto&<strong>diporto</strong><br />

Dimenticate la movida della<br />

città. Scordate il traffico e lo<br />

smog che avvolge i fabbricati.<br />

Quello che vi portiamo a scoprire è un<br />

Abruzzo diverso, autentico e conosciuto<br />

da pochi. Quello dai riverberi dannunziani,<br />

senza messinscene. Un percorso<br />

che ricalca la memoria degli avi, con il<br />

suono placido delle pecore al passeggio.<br />

Quello che ogni mese rinnova una<br />

tradizione, quello dei borghi disseminati<br />

lungo gli Appennini, dei tratturi. E’<br />

l’Abruzzo in sintesi. Non solo mare ma<br />

porta dei parchi e di burroni trafitti dalla<br />

fiumana di torrenti, come il Sagittario,<br />

ricordato nel 1843 da Edward Lear nel<br />

suo “Viaggio illustrato nei tre Abbruzzi”.<br />

Un territorio a volte tortuoso, con sentieri<br />

circondati da pioppi che si frammischiano<br />

ai ponti e alle case, seguendo<br />

una ripida discesa che conferisce una<br />

caratteristica alpina con un susseguirsi<br />

di cateratte. E’ il forte legame con<br />

la natura che contraddistingue questa<br />

regione. E’ per il forte legame con il territorio<br />

e le sue tradizioni l’Ekk Hotel: in<br />

sintesi, una vista sull’Abruzzo. Ubicato<br />

a soli tre minuti dal casello autostradale<br />

Pescara Nord - Città Sant’Angelo ed<br />

ambientato in una storica cantina sociale<br />

restaurata con le stanze ricavate<br />

da quelle che prima erano le cisterne<br />

di cemento dove si conservava il vino,<br />

Ekk Hotel è il luogo ideale per lavorare<br />

immersi nella natura o per soggiorni ai<br />

ritmi di una volta alla riscoperta delle<br />

54 - maggio 2011<br />

EKK riscopre l’Abruzzo<br />

più tradizionale<br />

peculiarità del territorio, dove l’ospite<br />

può partecipare attivamente alla cultura<br />

del luogo grazie anche a pacchetti<br />

turistici integrati con corsi di cucina e<br />

di botanica. E dal pollice verde che lo<br />

contraddistingue si passa al piatto. E’<br />

questa un’altra caratteristica di Ekk che<br />

racchiude verde, enogastronomia, ristorazione<br />

ed ospitalità. Una struttura<br />

con 33 camere unica nel suo genere,<br />

che vi condurrà in un vero e proprio<br />

viaggio nei sapori della regione e che vi<br />

farà diventare “pastore per un giorno”<br />

sui pendii della Maiella; che vi insegnerà<br />

ad impostare un giardino pensile o<br />

curare un orto da balcone. Perché Ekk<br />

Hotel fa parte della catena Ecoworldhotel<br />

e come tale è all’insegna della<br />

sostenibilità ambientale. Non per altro<br />

ospita il mercato permanente del prodotto<br />

tipico abruzzese, dalla pasta trafilata<br />

al bronzo al formaggio di pecora o<br />

podolico, dal vino all’olio extravergine<br />

di oliva, dalle confetture alle erbe aromatiche:<br />

130 marchi dell’eccellenza<br />

enogastronomica suddivisi in vetrina<br />

per i territori della quattro province per<br />

raccontare una regione che si suddivide<br />

in quattro non solo per motivi climatici<br />

ma anche linguistici. E, soprattutto,<br />

si contraddistingue per quattro gastronomie<br />

distinte. Tra le strutture che<br />

compongono Ekk figura Febo Garden,<br />

l’azienda che da sessanta anni opera<br />

nel settore florovivaistico, oggi curato<br />

dalle sapienti mani di Antonella Febo,<br />

comproprietaria del complesso alberghiero<br />

insieme con i fratelli Enzo e Umberto.<br />

E’ lei che si occupa del garden:<br />

5mila metri quadrati al coperto, più altri<br />

3mila di scoperto, dove trovano spazio<br />

tutte le principali specie di piante, ornamentali<br />

ed orticole, ortaggi particolari<br />

ed antichi e dove si trova di tutto: dalla<br />

nutrizione della pianta alla decorazione<br />

della casa. Ed Ekk è anche vacanze tipiche,<br />

come quella prevista ad agosto<br />

in occasione della caccia alle streghe<br />

ad Appignano: qui, dopo il tramonto,<br />

potrete assistere alla rievocazione storica<br />

itinerante incentrata sul processo<br />

alle streghe, culminante nel rogo delle<br />

stesse megere. O quella che si svolge<br />

ad Elice con la sagra della Mugnaia che<br />

coinvolge più di trecento figuranti in costume.<br />

E se avete l’intenzione di unirvi<br />

in matrimonio, potrete farlo a Scanno<br />

nei mesi estivi. Ogni anno a metà agosto<br />

si rivive la celebrazione civile del rito<br />

del matrimonio, con tanto di suggestivo<br />

corteo nuziale e lancio della sciarra: il<br />

tradizionale lancio di riso, confetti, noci<br />

e monete che fanno da cornice al ricco<br />

banchetto nuziale. Ospitare, promuovere<br />

e, perché no, anche giocare. Ekk<br />

nasce per questo: offrire una sorta di<br />

campionario di una regione. Anche per<br />

chi è in cerca delle proprie radici.<br />

Perché, come dice Dorothy ne Il<br />

mago di Oz, “nessun posto è bello<br />

come casa mia”.<br />

Eduardo Cagnazzi


maggio 2011 - 55


turismo / porto&<strong>diporto</strong><br />

Eventi e cultura<br />

sulla antica strada di Puteoli<br />

Tra storia e natura, poche città<br />

dell’antica Italia offrono, dopo<br />

Roma, un grandioso complesso<br />

di mausolei, colombari e ipogei funerari<br />

quanti ne offre la città di Pozzuoli<br />

lungo la via Consularis Campana, l’arteria<br />

che permetteva nell’antichità il collegamento<br />

diretto di Puteoli con Capua,<br />

attraversando i territori che attualmente<br />

si estendono da Quarto ad Aversa. E’<br />

lungo questa strada, a poche centinaia<br />

di metri dal cratere della Solfatara e<br />

dall’anfiteatro Flavio, secondo solo al<br />

Colosseo, che tombe monumentali e<br />

sepolcri, intramezzati da tabernae e cisterne,<br />

si susseguono quasi ininterrottamente<br />

dall’uno e dall’altro lato della<br />

56 - maggio 2011<br />

via. Il gruppo più importante di questa<br />

necropoli si raccoglie nel primo tratto<br />

dell’antica via Campana, fra il quadrivio<br />

dell’Annunziata e San Vito. Proprio qui,<br />

nelle vicinanze di San Vito, è la masseria<br />

Villa Elvira della famiglia Russolillo,<br />

imprenditori impegnati dagli anni Cinquanta<br />

nell’edilizia e successivamente<br />

nel settore turistico ed alberghiero.<br />

Non è per caso che, durante i lavori<br />

di sistemazione del piano di calpestio<br />

del casale, risalente alla fine del ‘700<br />

e agli inizi dell’800, compreso nell’area<br />

già sottoposta a vincolo archeologico di<br />

via Campana e nei pressi della chiesa<br />

di San Vito, siano stati individuati resti<br />

di evidenze monumentali che hanno<br />

reso necessaria l’esecuzione di una<br />

campagna sistematica di scavi archeologici<br />

sotto la stretta sorveglianza della<br />

Soprintendenza speciale per i beni<br />

archeologici e coordinati dall’architetto<br />

Costanza Gialanella; lavori che hanno<br />

portato alla luce un complesso di epoca<br />

romana-paleocristiana, secondo<br />

nell’Italia Meridionale solo a quello di<br />

Cimitile. Al punto che l’Osservatore Romano<br />

del 6 luglio 2007 lo considerava<br />

“una delle scoperte più importanti per<br />

quanto attiene i monumenti tardo-antichi<br />

di Pozzuoli”, mentre il vescovo di<br />

Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella,<br />

visitando la struttura, individuava<br />

nel complesso la più vecchia testimo


nianza della diffusione del Cristianesimo<br />

in territorio puteolano,<br />

nonché le prime tracce di<br />

una sua comunità precoce che<br />

vide proprio qui, il 25 gennaio<br />

di un anno sconosciuto ma<br />

compreso tra la fine del III secolo<br />

e l’inizio del IV, il martirio<br />

di Sant’Artema, giovane studente<br />

che per difendere la fede<br />

cristiana venne condannato a<br />

morte dal prefetto di Puteoli e<br />

trafitto dagli stessi suoi compagni<br />

di studi con gli stili che<br />

usavano per scrivere. I lavori,<br />

iniziati nel 2006 e ripresi nel<br />

2009, hanno portato alla luce<br />

un ampio complesso funerario<br />

composto di dodici ambienti<br />

con diverse tipologie sepolcrali<br />

che, in base alla tecnica di<br />

costruzione, alle decorazioni<br />

pittoriche ed agli oggetti rinvenuti<br />

potrebbero essere datati<br />

con valida approssimazione.<br />

Tra i tanti reperti rinvenuti una<br />

moneta in bronzo coniata da<br />

Marco Aurelio tra il 161 e il 176<br />

dopo Cristo a nome della moglie<br />

Faustina Minore, pendenti in oro e<br />

spilloni in osso rinvenuti in una sepoltura<br />

femminile e statuette in terracotta<br />

raffiguranti cavalli stilizzati. In attesa di<br />

riprendere altri lavori di scavo, da qual-<br />

che giorno l’antico casale, Villa Elvira,<br />

è una location di classe dove è possibile<br />

realizzare eventi esclusivi, ospitare<br />

convegni, workshop e manifestazioni<br />

legate all’archenogastronomia. Una lo-<br />

cation unica che si poggia all’interno di<br />

un parco archeologico e un preziosissimo<br />

complesso paleocristiano di grande<br />

interesse storico e culturale.<br />

Eduardo Cagnazzi<br />

Via Piana, Ponte (Benevento) – Tel. e Fax : 0824 876494 - mobile 3476604446<br />

maggio 2011 - 57<br />

mail - pietreionne@gmail.com - info@pietreionne.eu – www.pietreionne.eu<br />

ADV AM EDITORI SRL


musei / porto&<strong>diporto</strong><br />

Andare al Museo<br />

e giocare con la Nintendo<br />

Succede a Napoli, nelle storiche<br />

sale di Capodimonte,<br />

dove l’arte e i videogiochi si<br />

mettono insieme per cimentarsi nella<br />

riproduzione di un Caravaggio o di un<br />

Pinturicchio. Il leader mondiale nella<br />

creazione e nello sviluppo di intrattenimento<br />

interattivo e il museo napoletano<br />

di rilevanza internazionale si sono uniti<br />

in una partnership che dà origine ad un<br />

insolito, stimolante e innovativo connubio<br />

tra arte e tecnologia.<br />

Si chiama “Art Academy: Impara a<br />

disegnare e dipingere passo dopo passo”<br />

ed è un vero e proprio corso di disegno<br />

e pittura articolato in 6 lezioni. Uno<br />

strumento che utilizza lo schermo tattile<br />

del Nintendo DS come se fosse una<br />

tela e il pennino come una matita o un<br />

pennello, introducendo i visitatori alle<br />

tecniche artistiche di disegno e pittura<br />

con estremo realismo. In che modo?<br />

La fotocamera presente sulla console<br />

e gli strumenti artistici virtuali offerti da<br />

Art Academy permettono di riprodurre<br />

opere d’arte o di creare i propri capolavori<br />

e successivamente salvarli sulla<br />

58 - maggio 2011<br />

console. Per la realizzazione di questo<br />

progetto Nintendo mette a disposizione<br />

del Museo di Capodimonte 30 console<br />

portatili Nintendo DSi XL.<br />

Il percorso, in particolare, si proporrà<br />

di analizzare i vari aspetti di un dipinto,<br />

invitando i ragazzi, attraverso la<br />

tecnica del disegno, a leggere meglio<br />

le opere d’arte, comprenderne la storia<br />

e analizzare le tecniche degli artisti<br />

del passato. Dopo il primo approccio<br />

visivo, si passerà all’esercitazione sulla<br />

console Nintendo DS che, con un processo<br />

graduale, partendo dall’uso della<br />

linea di contorno, porterà alla riproduzione<br />

di un particolare del quadro attraverso<br />

passaggi tonali, lumeggiature e<br />

costruzione delle ombre. I visitatori del<br />

Museo, quindi, potranno utilizzare “Art<br />

Academy” all’interno di percorsi guidati<br />

in modo da analizzare stili e tecniche<br />

dei vari dipinti e provare, sebbene solo<br />

virtualmente, a ricrearli. La raffinatezza<br />

del software e la potenza tecnologica<br />

della console è infatti tale da permettere<br />

anche al meno dotato di avvicinarsi<br />

con estremo realismo alle varie tecni-<br />

che artistiche. Ma su quali opere custodite<br />

a Capodimonte si concentrerà l’attenzione<br />

dei ragazzi che prenderanno<br />

parte a queste particolarissime lezioni<br />

interattive di disegno? Ce n’è davvero<br />

per tutti i gusti: si va dalla inquietante<br />

“Natura morta con testa di caprone”<br />

di Giovan Battista Recco, alla “Natura<br />

morta con fiori e frutta” di Abraham<br />

Brueghel. Due classici per gli amanti<br />

della pittura sacra: la “Trasfigurazione<br />

di Cristo” di Giovanni Bellini e la “Madonna<br />

della Gatta” di Giulio Romano.<br />

Se vi piacciono le metafore morali sceglierete<br />

probabilmente la “Parabola dei<br />

ciechi” di Peter Brueghel, mentre chi intende<br />

saperne di più sull’arte del ritratto<br />

potrà cimentarsi con Francisco Goya<br />

(suo il «Carlo IV») o Andrea Mantegna<br />

alle prese con “Francesco Gonzaga”.<br />

Infine, la “Decorazione della volta del<br />

Salone da ballo” di Salvatore Giusti,<br />

l’ “Antea” del Parmigianino e il “Vesuvius”<br />

di Andy Warhol.<br />

Il progetto, nato dalla collaborazione<br />

tra Nintendo Italia e sovrintendenza<br />

del Polo museale di Napoli, è solo il


primo step per la struttura partenopea.<br />

Entro l’anno, infatti, Capodimonte andrà<br />

su Google Art, insieme ad altri 17<br />

musei del mondo. Basterà un clic per<br />

ammirare da casa più di mille opere<br />

oppure passeggiare nei corridoi e nelle<br />

sale del museo. “Siamo estremamente<br />

soddisfatti di questa collaborazione<br />

con Capodimonte. Il bello di Nintendo<br />

è che, spesso, didattica e divertimento<br />

si fondono, creando possibilità mai<br />

esplorate sino ad ora – commenta Andrea<br />

Persegati, General Manager di<br />

Nintendo Italia – Art Academy è un’accademia<br />

d’arte tascabile che permette<br />

di gestire tecniche di disegno e colore,<br />

di confrontarsi e riprodurre classici della<br />

pittura fino ad apprendere nozioni di<br />

storia dell’arte in un crescendo di emozione<br />

culturale. Entra nel cuore dell’arte<br />

con lo spirito del gioco”. D’accordo<br />

Lorenza Mochi Onori, Soprintendente<br />

Speciale per il Polo Museale della Città<br />

di Napoli, che afferma: “Il Museo di Capodimonte<br />

è entusiasta di avvicinare<br />

e fidelizzare nuovi pubblici attraverso<br />

l’uso di tecnologie innovative, in linea<br />

con una tradizione che il museo persegue<br />

da sempre per facilitare il rapporto<br />

con le opere d’arte offrendo nuovi<br />

spunti di lettura”.<br />

Brunella Giugliano


mostra / porto&<strong>diporto</strong><br />

della nave asilo<br />

“Caracciolo” tra il 1913 e<br />

L’esperienza<br />

il 1928, è stata testimoniata<br />

dalla Mostra foto - documentaria curata<br />

da Antonio Mussari e Maria Antonietta<br />

Selvaggio, che è stata presentata nei<br />

giorni scorsi nella Villa Cerillo a Bacoli,<br />

in provincia di Napoli; è stato contestualmente<br />

presentato, nei luoghi che<br />

videro lo svilupparsi di questa straordinaria<br />

esperienza educativa, anche il<br />

relativo catalogo.<br />

Questo volume inaugura la collana<br />

“Progetto Memoria” con la quale il Museo<br />

del Mare intende offrire un contributo<br />

alla riflessione sul ruolo del mare<br />

e della cultura marinara nella storia di<br />

Napoli, soprattutto quella dimenticata,<br />

rimossa dalla coscienza collettiva della<br />

città.<br />

Il “Progetto Memoria” si inserisce nel<br />

più ampio impegno scientifico e culturale<br />

del Museo per la conservazione e<br />

valorizzazione del patrimonio marittimo,<br />

sia materiale che immateriale.<br />

La memoria storica della Napoli marinara<br />

ha bisogno di essere difesa e il<br />

Museo si propone di incentivare azioni<br />

in tal senso, operando su un duplice<br />

fronte: quello della salvaguardia e della<br />

60 - maggio 2011<br />

Museo del Mare di Napoli<br />

Da scugnizzi a marinaretti<br />

valorizzazione del patrimonio di ricordi<br />

e testimonianze presenti in tutte le famiglie<br />

di origine marinara, e quello più<br />

precipuamente divulgativo, nella convinzione<br />

che solo un’adeguata conoscenza<br />

della nostra storia possa nutrire<br />

il bisogno di condivisione, conservazione<br />

e valorizzazione di un patrimonio altrimenti<br />

destinato all’incuria e all’oblio.<br />

In questa ottica sono stati realizzati<br />

la mostra e il volume che ne costituisce<br />

il catalogo. Si è voluto così ripercorrere<br />

un segmento della storia della<br />

città su cui era sceso il velo dell’oblio,<br />

attraverso una ricca documentazione<br />

foto-documentaria. Ciò è stato possibile<br />

grazie alla donazione al Museo del<br />

Mare di Napoli di un prezioso archivio<br />

privato, ora parte del suo patrimonio<br />

documentale: le “Carte Civita -Labriola<br />

-Aubry”.<br />

Nell’aprile del 1913 Giulia Civita<br />

Franceschi, una donna dalla grande<br />

intuizione e vocazione pedagogica,<br />

saliva a bordo della Nave Asilo “Caracciolo”,<br />

la nave destinata dal Ministero<br />

della Marina alla città di Napoli per la<br />

salvezza dei bambini e dei ragazzi di<br />

strada.<br />

Nell’arco di un quindicennio, fino<br />

a quando nel 1928 la sua opera non<br />

venne interrotta per volontà del regime<br />

fascista, riuscì ad accogliere e ad educare<br />

più di settecento scugnizzi facendone<br />

dei “marinaretti’: sulla “Caracciolo”<br />

ciascuno di loro trovò la famiglia e<br />

la casa di cui era stato privato e, grazie<br />

al sistema Civita, poté istruirsi e svilupparsi<br />

secondo le proprie attitudini.<br />

Alla ricostruzione dell’impresa educativa<br />

di Giulia Civita contribuiscono alcuni<br />

interventi, che evidenziano come<br />

la mostra rappresenti un’occasione di<br />

analisi e di riflessione sulla storia della<br />

nostra città, a partire da uno dei suoi<br />

più drammatici problemi, e restituisca il<br />

giusto valore ad un’esperienza storica<br />

non attraverso la retorica delle celebrazioni,<br />

ma mediante l’azione della memoria<br />

rigeneratrice.<br />

Alla presentazione sono intervenuti<br />

i promotori e curatori dell’iniziativa tra<br />

i quali Ermanno Schiano, Sindaco di<br />

Bacoli, Angela Procaccini, Presidente<br />

Fondazione Thetys - Museo del Mare<br />

di Napoli, Oscar Poerio, Antonia Maria<br />

Casiello, Curatrice dell’Archivio “Civita-<br />

Labriola-Aubry” e Raffaella Salvemini,<br />

Ricercatrice CNR ISSM.<br />

Cosimo Brudetti


libri / porto&<strong>diporto</strong><br />

Nel mare della storia<br />

Codici e consuetudini del commercio<br />

marittimo raccolte da<br />

Antonio Lozzi in due volumi<br />

editi da Mursia: non può che nascere<br />

dalla passione - e dalla pazienza<br />

di chi conosce i tempi lenti dell’andar<br />

per mare - l’opera di Antonio Lozzi che,<br />

non per la prima volta, si cimenta con<br />

la scrittura. Anzi, con la ricerca storica<br />

che diventa non solo informazione e<br />

raccolta di dati e documenti, ma divulgazione<br />

e racconto.<br />

Chi naviga lo sa bene che sono necessarie<br />

delle regole. Ed Antonio Lozzi<br />

è andato a ricercarle. Fin dai tempi più<br />

antichi. “Codice e Consuetudini nella<br />

Storia del Commercio Marittimo” si intitolano<br />

i due volumi editi da Mursia, di<br />

oltre 450 pagine ciascuno. Il primo volume<br />

parte dal 5000 a. C. con il Codice<br />

di Hammurabi per finire alle Repubbliche<br />

Marinare. Il secondo va dal Medio<br />

Evo al XIX secolo.<br />

Antonio Lozzi, classe 1952, da Terracina,<br />

oggi responsabile dei traffici di<br />

un’importante società di navigazione,<br />

conosce di persona la vita dell’uomo in<br />

mare e della navigazione. Appena diplomato<br />

si è imbarcato come Capitano<br />

di lungo Corso, navigando in lungo e<br />

largo in giro per il mondo su petroliere<br />

e navi cargo. A trent’anni finisce a terra<br />

negli uffici di una compagnia di navigazione,<br />

diventa poi mediatore marittimo,<br />

è sensale nella compravendita di navi<br />

fino a diventare dirigente dell’ufficio noleggi,<br />

comincia a trattare tutti gli argomenti<br />

che hanno a che fare con i noli:<br />

contratti, clausole, regolamenti, leggi.<br />

Agli inizi degli anni ottanta, casualmente,<br />

si imbatte in uno dei più antichi codici<br />

marittimi del Medioevo: le Tavole<br />

Amalfitane. E’ lì che scatta la scintilla.<br />

Si tratta di veri e propri codici che descrivono<br />

le consuetudini marittime della<br />

città di Amalfi nell’epoca d’oro delle<br />

repubbliche marinare e scopre che nel<br />

62 - maggio 2011<br />

suo lavoro non è stato inventato nulla,<br />

molte clausole e regolamenti dell’epoca<br />

sono identiche a quelle che si usano<br />

oggi. I concetti, i principi generali del<br />

trasporto marittimo sono gli stessi pur<br />

cambiando luoghi ed epoche. Da qui<br />

inizia la sua ricerca in giro per le più importanti<br />

biblioteche e musei. Si rende<br />

subito conto che le Tavole sono la base<br />

dei successivi codici, e le Amalfitane<br />

erano a loro volta basate su codici più<br />

antichi, il bizantino, il codice marittimo<br />

romano e il greco, per arrivare a quello<br />

che è considerato la pietra miliare: il codice<br />

di Hammurabi, re di Babilonia nel<br />

2300 a. C. Se gli uomini hanno utilizzato<br />

le vie d’acqua da sempre, perché<br />

più veloci e sicure, si colloca l’origine<br />

dell’antica arte dei commerci in Mesopotamia,<br />

una terra benedetta dalla confluenza<br />

di due fiumi: il Tigri e l’Eufrate,<br />

dove si sono sviluppate sorprendenti<br />

civiltà e religioni. Hammurabi, grande<br />

legislatore, scrive un imponente codice<br />

che è scolpito su un pietra alta due metri<br />

e venti – oggi conservata al Louvre<br />

- e una decina di capitoli di quest’opera<br />

fanno riferimento ai codici marittimi.<br />

Dieci clausole che sono le pietre miliari<br />

degli odierni codici della navigazione.<br />

Un plauso alla pazienza “certosina” di<br />

Antonio Lozzi che per 20 anni, ha indagato<br />

sugli antichi codici marittimi:<br />

basi dello sviluppo, non solo dal punto<br />

di vista economico, della nostra civiltà,<br />

perché i commerci non hanno<br />

portato solo denaro e benessere ma<br />

hanno permesso scambi culturali e<br />

diffusione di saperi. Ha visitato decine<br />

di biblioteche in tutta Italia e comprato<br />

centinaia di libri antichi. Ha messo su<br />

una collezione sterminata e migliaia<br />

di appunti, osservazioni, didascalie.<br />

Ha rovistato fra gli scaffali del British<br />

Museum e della Columbia University.<br />

Ma qual è stato il caso fortuito che lo<br />

ha portato a impegnarsi in questa ricer-<br />

ca? A Barcellona un colpo di fortuna gli<br />

ha fatto trovare 5 volumi con la raccolta<br />

delle leggi marittime anteriori al secolo<br />

XVIII. La cosa strana è che non c’era<br />

la tavola di Amalfi perché non ancora<br />

conosciuta.<br />

Patrizia Lupi<br />

Dal Codice di Hammurabi alle Repubbliche<br />

Marinare<br />

Il bacino mediterraneo, crocevia antichissimo<br />

di civiltà, custode delle irripetibili testimonianze<br />

del nostro passato, è molto più di un mare, di un<br />

mezzo di trasporto, dello stereotipo “della culla<br />

della civiltà”.<br />

Dal 5000 a.C. fino al Medioevo, codici, commerci,<br />

trattati, dispute, regolamenti, leggi, editti<br />

e molti altri argomenti, in ordine cronologico e<br />

con fonti documentate. Si parte dalla raccolta<br />

più antica di usi marittimi, rappresentata dal famoso<br />

codice di Hammurabi, e attraverso la legge<br />

mosaica, contenente disposizioni marittime,<br />

si giunge alla nascita della legislazione commerciale<br />

dell’antica Grecia, al sistema giuridico<br />

romano, ai testi giustinianei, ai codici medievali<br />

e infine agli statuti delle Repubbliche Marinare.<br />

Nella ricerca storica, l’autore alterna il testo di<br />

analisi a citazioni, muovendosi tra Platone, Erodoto<br />

e Omero, facendo così del libro una particolarissima<br />

antologia storica.<br />

Dagli statuti delle città italiane ai codici<br />

del Regno d’Italia<br />

I cittadini dei Comuni italiani, ispirati dalle<br />

attività commerciali, iniziarono a mettere per<br />

iscritto le regole della loro convivenza, per ordinaree<br />

organizzare la loro vita politica, giuridica<br />

ed economica, rapportandola all’ambiente mercantile<br />

in cui essa si formava.<br />

La storia dei codici marittimi di commercio a<br />

partire dal Medioevo fino al XIX secolo. Lozzi,<br />

grazie all’accurata analisi dei documenti storici,<br />

che a tratti si fa persino interpretazione letteraria<br />

delle fonti, traccia una storia dell’Italia<br />

attraverso la navigazione e le sue leggi. Nel<br />

Basso Medioevo, il desiderio di affermazione<br />

dei ceti emergenti delle Repubbliche Marinare<br />

si concretizza nella produzione di statuti,<br />

espressione di una forte coscienza unitaria.<br />

I secoli scorrono insieme alle norme: dagli statuti<br />

al tempo delle Crociate, dalla complessa<br />

normativa sul noleggio e sul prestito alla consuetudine<br />

al tempo dei pirati. E proseguendo<br />

ancora attraverso il consolato del mare e il codice<br />

napoleonico, la ricerca si conclude a metà<br />

dell’Ottocento, esaminando il diritto marittimo<br />

del Regno d’Italia.


RICH PICKINGS AT<br />

MARE FORUM 2011<br />

Excess capacity, charter rates, ship finance and<br />

pirates were discussed at this year’s Sorrento<br />

Mare Forum organised by Giuseppe Bottiglieri.<br />

Market trends identified were recovery of charter<br />

rates only from 2013, an excess of orders for new<br />

bulk carrier builds and 26% of the world’s bulk<br />

fleet over 20 years old. A suggested solution was<br />

the scrapping of three vessels for each Far East<br />

launching or purchasing dry docks for repairing to<br />

overcome the gap in the Orient.<br />

An overview of the market included the<br />

consequences of the nuclear plant in Japan<br />

leading to increased demand for shipping other<br />

fuels and the South African economy joining<br />

Brazil, China, Russia and India in size and growth.<br />

Italian banks have now set up shipping desks as in other countries and 80% of Italian ships are financed by them.<br />

The problem of pirates was also discussed including the proposal to put navy personnel on board ships.<br />

CAGLIARI NOW HOME<br />

PORT<br />

In 2012 Cagliari will handle the largest cruise<br />

ships. Ministerial approval has been obtained to<br />

dredge Ichnus wharf to a depth of 10.20 metres.<br />

As a result the 160,000 passengers of 2010 are<br />

expected to rise in number to a planned 300,000.<br />

Most passengers arrive from the UK, Spain and<br />

Germany and have expressed satisfaction with<br />

sites, services and Cagliari in general. A number<br />

of cruise companies are interested in taking the<br />

passenger terminal in concession for 15 years<br />

which should lead to Cagliari becoming a home<br />

port. Costa already includes Cagliari as a cruise<br />

embarkation port.<br />

English summary<br />

MOTORWAYS OF THE<br />

SEA –THE HOLIDAY<br />

ROAD<br />

Ten years ago few spoke of the Motorways<br />

of the Sea. The EU had just begun to<br />

understand the importance of transferring<br />

traffic from road to sea and Manuel Grimaldi<br />

was one of the first to take up the Marco<br />

Polo programme. Today Grimaldi Group<br />

including Minoan Lines and Finlines uses<br />

modern cruise ferries on routes throughout<br />

the Mediterranean. Grimaldi Group continues to start up new lines such as the latest from Civitavecchia to Catania and<br />

Malta which becomes its 16th in the Mediterranean. The line uses M/V Catania a 92 cabin ro-pax with 62 reclinable seats<br />

and a cruise speed of 22.5 knots. Departure Civitavecchia is on Saturday at 10.30 pm with arrival in Catania at 5 pm<br />

leaving again at 10.30 pm with arrival in Malta at 7 am leaving again at 1 pm on Mondays. Special fare offers such as<br />

“Superfamily & Friends,“Super Bonus” and “Advanced Booking and Super Camper” include a series of discounts.<br />

The cruise ferries on the Livorno, Barcelona, Tangier line offer a standard of service comparable to a cruise ship including<br />

entertainment, casino, pools, well being centres and first class cuisine.<br />

Grimaldo Group also operates as a tour operator with many dedicated theme holidays by sea.


English summary<br />

A RO-RO<br />

FOR ITALIAN<br />

RAILWAYS<br />

Nuovi Cantieri Apuania of Carrara<br />

is to build a new vessel to carry rail<br />

cars, passengers and vehicles for<br />

the Messina route. A state of the art<br />

vessel of 147 meters with a beam<br />

of 19 meters it will carry 2,500 tons<br />

at 18 knots and cost 49,5 million<br />

euros. Three Azimuth engines<br />

ensure maximum manoeuvrability<br />

and minimum turn around time in<br />

port.<br />

ITALIAN RAILWAYS INVEST<br />

2,000 MILLION EUROS<br />

Tenders are out for 90 new<br />

regional trains. As part of the<br />

2,000 million euros investment<br />

plan announced in 2009. Currently<br />

Bombardier is building 100 new E<br />

464 locomotives at a cost of 258<br />

million euros with an option for a further 50. Ansaldo Breda is building 600 double decker carriages for 829 million euros.<br />

In addition 2,550 existing carriages are being remodernised.<br />

RIVALTA SCRIVIA INTERPORT<br />

The interport of Rivalta Scrivia owned by the Fagioli Group an exceptional load handling and applied engineering leader<br />

occupies 1,200,000 sq mt of which 400,000 sq mt are covered. The cold store occupies 250,000 sq mt and parking<br />

space 350,000 sq mt. 900 vehicles a day enter the interport which has 750 direct and indirect employees. The interport<br />

is situated in the centre of Italy’s most industrialised area and connected to the North-South and East-West routes and<br />

existing ports and airports. The interport offers all that operators are looking for including large parking and stocking<br />

areas, modern equipment, customs staffed by the Genoa customs office and a modern terminal which handles transit<br />

from truck to rail.<br />

The Interport was set up in 1963 to be the Genoa “on land port” in order to speed up the clearing of freight and increase<br />

the productivity of Genoa port. Today the Interport works not just as back up to Genoa port but also as an international<br />

handling station with branches in Nocetolo di Gattatico between Parma and Reggio Emilia and Arluno near Milan.<br />

64 - maggio 2011

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