aziende / porto&diporto - Porto & diporto
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Tariffa R.O.C. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) - art. 1, comma 1, DCB Napoli - ANNO VII - N. 5 - Maggio 2011 - Costo singola copia € 2,50<br />
IL MAGAZINE CHE APRE IL PORTO ALLA CITTÁ<br />
Assemblea Federagenti<br />
Convention UCINA Satec<br />
also in english
Marittimi e Mediatori<br />
Federazione Nazionale Agenti Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi
Anno VII - N°5 - Maggio 2011<br />
Direttore responsabile<br />
Antonio De Cesare<br />
Direttore editoriale<br />
Maurizio De Cesare<br />
Hanno collaborato a questo numero:<br />
Giuseppe Balzano - Cosimo Brudetti<br />
Eduardo Cagnazzi - Bruno Castaldo<br />
Giuseppe Coccia - Renato Coroneo<br />
Francesco de Carolis - Fabio De Cesare<br />
Paola de Ciuceis - Carlo Maria Forte<br />
Brunella Giugliano - Patrizia Lupi<br />
Matteo Martinuzzi - Enrico Messinese<br />
Gerardo Daniele Miscutti<br />
Andrea Moizo - Pina Monni<br />
Giorgia Riccardi - Riccardo Russo<br />
Alessandro Talini - Stefania Vergani<br />
Amministrazione e abbonamenti<br />
Paola Martino<br />
amministrazione@portoe<strong>diporto</strong>.it<br />
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Costo abbonamento<br />
Italia € 30, estero € 90<br />
esclusivamente con versamento su<br />
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80146 Napoli<br />
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Progetto e realizzazione grafica<br />
AM editori srl<br />
Stampa<br />
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Il magazine <strong>Porto</strong>&<strong>diporto</strong><br />
è proprietà di<br />
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Tel/Fax 081 5592332<br />
redazione@portoe<strong>diporto</strong>.it<br />
www.portoe<strong>diporto</strong>.it<br />
Autorizzazione Tribunale di Napoli<br />
n. 17 del 15 febbraio 2006<br />
Periodico associato all’USPI<br />
Unione Stampa Periodica Italiana<br />
4 MAREFORUM<br />
Bottiglieri ottimista con un occhio a Wall<br />
Street<br />
6 MAREFORUM<br />
Piatto ricco al Mare Forum 2011<br />
9 ARMAMENTO<br />
Andare in vacanza in autostrada... del<br />
mare<br />
10 ARMAMENTO<br />
Moby si prende Toremar ma ora sarà<br />
battaglia (legale)<br />
12 FEDERAGENTI<br />
Gli Stati Generali degli Agenti Marittimi<br />
13 CANTIERISTICA<br />
Le nuove tecnologie di Eliship<br />
14 CANTIERISTICA<br />
Fincantieri, quando la crisi continua a farsi<br />
sentire<br />
16 CANTIERISTICA<br />
Un Ro-Ro per RFI<br />
17 FORMAZIONE<br />
I competitors nel segmento dry cargo<br />
18 INFRASTRUTTURE<br />
Interporto di Rivalta Scrivia<br />
20 INFRASTRUTTURE<br />
Cagliari il porto diventa Home<br />
22 INFRASTRUTTURE<br />
22 grandi progetti per rilanciare la<br />
Campania<br />
24 INFRASTRUTTURE<br />
Legge Obiettivo. Lo stato dell’arte di<br />
infrastrutture e logistica<br />
26 RICERCHE<br />
Sud - Tessuto produttivo tra recessione e<br />
rilancio<br />
28 LOGISTICA<br />
Unione Industriali. Rinnovato il vertice della<br />
logistica partenopea<br />
29 INNOVAZIONE<br />
Il dramma della pirateria. Possiamo farci<br />
delle domande?<br />
30 DIRITTO<br />
I registri di classifica: la legge è uguale per<br />
tutti?<br />
32 AZIENDE<br />
El Hierro isola ad energia “verde”<br />
sommario / porto&<strong>diporto</strong><br />
Questa edizione è distribuita in extratiratura<br />
presso Convention UCINA Satec (27 - 29 maggio Viareggio)<br />
Assemblea Nazionale Federagenti (2 - 4 giugno Stintino - SS)<br />
E’ vietata la riproduzione totale e/o<br />
parziale di testi, fotografie e di qualsiasi<br />
altro contenuto o allegato.<br />
Tutti i diritti sono riservati.<br />
34 AZIENDE<br />
E’ targato Avio il nuovo motore “verde”<br />
35 AZIENDE<br />
Il SISTRI, questo sconosciuto e<br />
fantomatico sistema<br />
36 AZIENDE<br />
Altanus - Alleanze per crescere<br />
38 AZIENDE<br />
Contributi a sostegno delle politiche<br />
agricole<br />
40 AZIENDE<br />
Lo sviluppo Conad in Campania<br />
42 MARKETING<br />
Puntata n. 5 - “Chi offre di più?”<br />
44 NAUTICA<br />
Salto culturale del sistema Paese per far<br />
crescere la nautica<br />
46 NAUTICA<br />
Vela protagonista nel Golfo di Napoli<br />
48 NAUTICA<br />
Imprenditoria e Sport - Al&Al binomio<br />
vincente<br />
50 NAUTICA<br />
Mare, Marine e Marinai in Festa<br />
52 WELLNESS<br />
Bellessere<br />
54 TURISMO<br />
EKK riscopre l’Abruzzo più tradizionale<br />
56 TURISMO<br />
Eventi e cultura sulla antica strada di<br />
Puteoli<br />
58 MUSEI<br />
Andare al Museo e giocare con la Nintendo<br />
60 MOSTRA<br />
Museo del Mare di Napoli. Da scugnizzi a<br />
marinaretti<br />
62 LIBRI<br />
Nel mare della storia<br />
63 ENGLISH SUMMARY<br />
RICH PICKINGS AT MARE FORUM 2011<br />
CAGLIARI NOW HOME PORT<br />
MOTORWAYS OF THE SEA - THE<br />
HOLIDAY ROAD<br />
A RO-RO FOR ITALIAN RAILWAYS<br />
RIVALTA SCRIVIA INTERPORT
mareforum / porto&<strong>diporto</strong><br />
Se un anno fa, in occasione dell’edizione 2010,<br />
Giuseppe Bottiglieri, presidente dell’omonima<br />
shipping company partenopea, mostrava già un<br />
timido ottimismo sulla ripresa dei mercati dopo la crisi<br />
economica, quest’anno la cornice del Mare Forum 2011,<br />
di cui è stato come sempre l’ospite organizzatore, è stata<br />
l’occasione per ribadire con più forza la fiducia nel rilancio<br />
dell’economia.<br />
“Assodato che i noli visti nel biennio 2007-2008 sono<br />
stati un’anomalia temporanea, penso di poter affermare<br />
che il trend di mercato attuale, seppur non esaltante, è<br />
comunque soddisfacente per le navi bulk carrier (soprattutto<br />
panamax e post-panamax); ma anche le products<br />
tankers ultimamente sono tornate su livelli di mercato<br />
accettabili” ha spiegato Bottiglieri.<br />
Una nave cisterna da 45.000 tonnellate di portata, impegnata<br />
nelle rotte intra-mediterranee, attualmente spunta<br />
infatti noli giornalieri da 20.000 dollari: “Se questo è il<br />
trend di un mercato sotto pressione, che sta assorbendo<br />
l’arrivo di molte nuove costruzioni, allora le prospettive<br />
future non possono che essere incoraggianti” ha pun-<br />
4 - maggio 2011<br />
Bottiglieri ottimista<br />
tualizzato l’armatore.<br />
Tuttavia la cautela è ancora un atteggiamento diffuso,<br />
se è vero che, come ha ricordato Bottiglieri, in questa fase<br />
molti armatori, per consolidare quanto è stato fatto negli<br />
esercizi passati, stanno optando per un rallentamento<br />
sui nuovi investimenti, alla luce anche di un mutato e più<br />
complesso rapporto con le banche: “Gli istituti di credito<br />
hanno oggi un atteggiamento molto più prudente rispetto<br />
al passato. La leva finanziaria si è ridotta, lo spread è<br />
aumentato e le banche chiedono maggiori garanzie anche<br />
sugli impieghi futuri delle navi finanziate”. Tuttavia<br />
non è il caso di disperare: “Non si può però sostenere<br />
che i ‘rubinetti siano ancora chiusi’, perché per chi ha i<br />
numeri in regola c’è disponibilità di finanziamento; certo,<br />
rispetto al passato più recente, bisogna sicuramente presentare<br />
qualche garanzia in più”.<br />
Per quanto riguarda la Giuseppe Bottiglieri di Navigazione,<br />
il suo presidente non può che essere soddisfatto<br />
delle ultime novità riguardanti la compagnia. Dopo il<br />
varo, a fine marzo, presso il cantiere cinese New Jiangsu<br />
Yangzijiang della rinfusiera da 93.500 Bottiglieri Flavio
con un occhio a Wall Street<br />
Borriello, entro fine giugno sarà la volta della gemella<br />
Bottiglieri Giorgio Avino, con cui si concluderà l’imponente<br />
piano di rinnovo della flotta avviato nel 2007: con<br />
un investimento di circa 600 milioni di dollari, sono state<br />
realizzate dieci post-panamax comprese fra le 92.500 e le<br />
93.500 dwt e una capesize da176.000, l’ammiraglia della<br />
flotta, battezzata proprio Giuseppe Bottiglieri.<br />
Anche i numeri confermano la solidità della compagnia:<br />
“Malgrado il fatturato sia sceso lievemente rispetto<br />
al 2009, attestandosi nel 2010 fra i 150 e i 160 milioni di<br />
euro, l’utile è cresciuto da 17 a 31 milioni di euro. Ha pagato<br />
la nostra strategia adottata negli ultimi anni e consistente<br />
nella diversificazione del business, con investimenti<br />
anche nel settore delle navi cisterna” ha commentato<br />
l’armatore napoletano, precisando che “per quanto<br />
riguarda le rinfuse secche si è puntato molto sulle navi<br />
post-panamax, in grado di garantire, a parità di velocità e<br />
di consumi, una portata di 18.000 tonnellate in più rispetto<br />
alle panamax tradizionali da 75.000 tonnellate. Dopo<br />
un po’ di diffidenza iniziale, queste navi di nuova conce-<br />
zione studiate ad hoc per l’apertura del nuovo canale di<br />
Panama nel 2014, sono state ben accolte dai noleggiatori<br />
e, con il mercato attuale, spuntano noli giornalieri medi<br />
da 18.000 dollari rispetto a un break-even da 15.000 dollari”.<br />
E l’apertura di Bottiglieri a nuove forme di business –<br />
apertura inusuale, se vogliamo, per società di solida tradizione<br />
famigliare come la sua – oltre che per gli aspetti<br />
più squisitamente tecnici, vale anche per la struttura<br />
societaria della compagnia stessa: “L’ipotesi quotazione<br />
come volano per lo sviluppo futuro di un’azienda armatoriale<br />
è sicuramente valida” ha infatti concluso l’armatore,<br />
puntualizzando come, “per il momento si tratti solamente<br />
di un’opportunità presa in considerazione, ma oggi ancora<br />
prematura, sia per ragioni legate all’andamento dei<br />
mercati finanziari sia perché non saremmo ancora pronti.<br />
Di sicuro posso dire che il listino di New York si sta rivelando<br />
migliore rispetto a quello milanese per accogliere<br />
le compagnie di navigazione”.<br />
Andrea Moizo<br />
maggio 2011 - 5
mareforum / porto&<strong>diporto</strong><br />
Fra eccesso di stiva, andamento<br />
dei noli, ship finance e pirateria,<br />
anche l’edizione 2011<br />
del Mare Forum, svoltasi a Sorrento a<br />
metà maggio, non ha certo annoiato i<br />
partecipanti.<br />
La prima conclusione emersa è che<br />
per una ripresa sostanziosa dei noli<br />
marittimi occorrerà aspettare almeno<br />
il 2013. Nel mirino l’oversupply di stiva,<br />
come ha evidenziato fra gli altri il<br />
padrone di casa Giuseppe Bottiglieri –<br />
Mare Forum è organizzato dall’omonima<br />
compagnia armatoriale partenopea<br />
– ricordando che, nel solo settore delle<br />
navi dry bulk (rinfuse secche), a fronte<br />
di una flotta mondiale di 7.528 portarinfuse,<br />
nel 2011 sono in ordine 1.196<br />
unità (altre 348 sono già state consegnate<br />
nel corso dell’anno); nel 2012<br />
l’orderbook ammonta a 1.216 unità; nel<br />
2013 a 444; nel 2014 a 57 mentre nel<br />
2015 (finalmente) si arriva a zero navi<br />
in ordine. Attualmente, inoltre, esistono<br />
al mondo 1.955 dry bulk con più di 20<br />
anni, pari al 26% della flotta mondiale.<br />
“Occorre ridurre il portafoglio ordini,<br />
fermando le commesse di nuove navi<br />
e incoraggiare le demolizioni delle navi<br />
con più di 20 anni”.<br />
6 - maggio 2011<br />
Piatto ricco al Mare Forum<br />
Paolo d’Amico Presidente Confitarma Massimo Zanieri Shipping Finance Unicredit<br />
Sensibili al tema anche Leonardo<br />
Lembo, amministratore delegato di Deiulemar<br />
Shipping, che ha provocatoriamente<br />
proposto “un’azione congiunta<br />
a livello internazionale che imponga la<br />
demolizione di tre navi per ogni nuova<br />
costruzione che esce dai cantieri del<br />
Far East”, e Peppino D’Amato, esperto<br />
presidente della Perseveranza di Navigazione,<br />
che ha suggerito ai cantieri<br />
del Far East di “acquistare bacini di<br />
carenaggio e dedicarsi alle riparazioni<br />
navali per colmare l’evidente gap di<br />
mercato riscontrabile oggi in Oriente”.<br />
Nel tentativo di delineare una prospettiva<br />
generale, poi, sono entrate<br />
anche variabili endogene come il terremoto<br />
giapponese e le crisi nordafricane.<br />
“Proprio il fermo delle centrali<br />
nucleari in Giappone e la conseguente<br />
revisione, da parte di tanti paesi, dei<br />
programmi sull’atomo, con una prevedibile<br />
maggiore richiesta di altre fonti di<br />
energia, come petrolio, gas e carbone,<br />
potrebbe aiutare a far ripartire lo shipping”<br />
ha ad esempio evidenziato il presidente<br />
di Confitarma Paolo d’Amico.<br />
Interessante il dibattito su quali saranno<br />
le aree a giocare un ruolo primario<br />
nel rilancio del commercio marittimo.<br />
Secondo Ugo Salerno, amministratore<br />
delegato del RINA (Registro Navale<br />
Italiano), sarà il Sud Africa ad aggiungersi<br />
all’ormai consolidato acronimo<br />
BRIC, coniato per individuare i paesi<br />
emergenti del mondo (Brasile, Russia,<br />
India, Cina): “Questi cinque paesi da<br />
soli contribuiscono per un 25% al PIL<br />
mondiale e non dimentichiamo che la<br />
Cina ha molti interessi commerciali sia<br />
in Sud Africa che in Brasile” ha fatto notare<br />
Salerno, scommettendo anche su<br />
un rapido sviluppo dell’Indonesia, dove<br />
crescono rapidamente i consumi della<br />
popolazione composta da 235 milioni<br />
di abitanti.<br />
Grande attenzione è stata dedicata<br />
dalla convention anche al rapporto<br />
fra shipping e finanza. L’appello “agli<br />
istituti di credito italiani ad entrare nello<br />
shipping tramite desk specializzati<br />
come stavano facendo i loro colleghi<br />
stranieri – ha ricordato Nicola Coccia,<br />
presidente della commissione finanza<br />
di Confitarma – avanzato nel 2006”<br />
sembra esser stato raccolto: oggi l’80%<br />
dei finanziamenti navali nel nostro paese<br />
avviene tramite banche italiane.<br />
Unico problema, secondo il mondo<br />
imprenditoriale, è una certa perduran-
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maggio 2011 - 7
te sproporzione nel potere contrattuale<br />
a favore degli istituti di credito. “Tradizionalmente<br />
lo shipping è una delle<br />
attività a minor rischio di insolvenza” ha<br />
commentato Coccia, annunciando che,<br />
sotto l’egida di Confitarma, “è stata avviata<br />
un’approfondita indagine con le<br />
maggiori banche specializzate in shipping<br />
per avere una panoramica sull’an-<br />
8 - maggio 2011<br />
Ugo Salerno AD RINA<br />
damento storico del rapporto tra<br />
mondo della finanza e armatori”.<br />
Sul tema si sono spesi anche<br />
Francesco Fuselli, amministratore<br />
delegato del broker genovese<br />
Banchero Costa, specializzato,<br />
fra l’altro, nella mediazione tra<br />
banche e shipping companies,<br />
con un giudizio positivo sull’operato<br />
degli istituti di credito nostrani<br />
negli ultimi anni, “capaci<br />
di supportare il settore anche nei<br />
momenti complicati della stretta<br />
del credito”, e Massimo Zanieri,<br />
responsabile del desk shipping di<br />
Unicredit (banca leader del comparto<br />
in Italia nel 2010 con 390<br />
milioni di euro di finanziamenti<br />
accordati) con un’icastica chiosa<br />
letteraria fra Seneca e Rilke:<br />
“Nessun vento è favorevole per<br />
chi non sa dove andare, ma per<br />
noi che sappiamo, anche la brezza<br />
sarà preziosa”.<br />
Naturalmente caldo, infine, anche il<br />
tema della pirateria. Per dare un’idea<br />
delle dimensioni ‘industriali’ assunte<br />
dal fenomeno (dal settembre scorso<br />
sono 15 le navi vittime di sequestro e di<br />
più quelle di attacco) è stata addirittura<br />
proiettata una sorta di ricevuta firmata<br />
dai sequestratori in occasione del ritiro<br />
del riscatto di (1 milione e 650 mila dollari)<br />
a riprova dell’avvenuta consegna<br />
Leonardo Lembo AD Deiulemar<br />
dei liquidi. “La nostra parte l’abbiamo<br />
fatta, ora aspettiamo che la proposta<br />
si trasformi in decreto” ha commentato<br />
d’Amico, con riferimento alla misura ad<br />
hoc, allo studio del Governo, che dia<br />
la possibilità agli armatori italiani di imbarcare<br />
sulle proprie navi uomini della<br />
Marina Militare o contractor privati.<br />
Andrea Moizo
armamento / porto&<strong>diporto</strong><br />
Andare in vacanza in<br />
autostrada … del mare<br />
Quando si parlava una decina<br />
di anni fa delle Autostrade<br />
del Mare erano in pochi a conoscere<br />
l’argomento ed ancora meno<br />
quelli che ci credevano. La Comunità<br />
europea si stava aprendo alle politiche<br />
marittime cogliendo l’importanza del<br />
trasferimento delle merci dalla modalità<br />
terrestre a quella marittima e Manuel<br />
Grimaldi fu uno dei primi che rispose<br />
all’appello del Programma Marco Polo.<br />
Da allora di strada - anzi di autostrade<br />
del mare - se n’è fatta molta. Il Gruppo<br />
Grimaldi, che comprende anche Minoan<br />
Lines e Finnlines, solca con i suoi<br />
traghetti – moderni cruise ferries che<br />
garantiscono l’eccellenza dell’accoglienza<br />
– il Mediterraneo in largo e in<br />
lungo. Basta guardarne una cartina per<br />
individuare le linee blu che formano un<br />
fitto reticolo.<br />
Molte portano la bandiera del Gruppo<br />
Grimaldi che continua a lanciare sul<br />
mercato nuove proposte. Ultimo annuncio<br />
la ripresa da fine maggio della tratta<br />
Civitavecchia – Catania – Malta che fa<br />
salire a 16 i collegamenti marittimi per<br />
passeggeri e merci effettuati da Grimaldi<br />
Lines nel Mediterraneo Occidentale<br />
tra Italia (Sardegna e Sicilia), Spagna,<br />
Tunisia, Malta e Marocco.<br />
Oggi le linee sono: Civitavecchia<br />
- Barcellona; Livorno - Barcellona; Li-<br />
vorno - Valencia; <strong>Porto</strong> Torres - Barcellona;<br />
Civitavecchia - <strong>Porto</strong> Torres;<br />
Civitavecchia - Trapani; Civitavecchia -<br />
Catania; Salerno - Palermo; Civitavecchia<br />
- Tunisi; Palermo - Tunisi; Salerno<br />
- Tunisi; Trapani - Tunisi; Civitavecchia<br />
- Malta; Catania- Malta; Livorno - Tangeri;<br />
Barcellona –Tangeri.<br />
Il collegamento da Civitavecchia avrà<br />
frequenza settimanale e verrà effettuato<br />
con la M/n Catania, una moderna ro/<br />
pax dotata di 92 cabine, tra interne ed<br />
esterne, e 62 comode poltrone, in grado<br />
di viaggiare ad una velocità di 22,5<br />
nodi. Ogni sabato la nave lascerà il por-<br />
to laziale alle ore 22.30 in direzione di<br />
Catania, dove arriverà nel pomeriggio<br />
successivo alle ore 17.00. Dopo una<br />
sosta di qualche ora, la nave riprenderà<br />
il largo alle 22.30, per raggiungere<br />
l’isola di Malta il lunedì alle 7.00 del<br />
mattino. Per quanto riguarda il rientro,<br />
la partenza da Malta è prevista sempre<br />
il lunedì alle ore 13.00, con arrivo a Catania<br />
alle 19.30 dello stesso giorno e a<br />
Civitavecchia alle 17.00 del martedì.<br />
Nonostante il “caro carburante” le tariffe<br />
riescono a mantenersi alla portata<br />
delle tasche di tutti grazie anche alle<br />
offerte speciali di Grimaldi: la Superfamily<br />
& Friends, grazie alla quale su 4<br />
passeggeri sistemati nella stessa cabina<br />
i 2 più giovani viaggiano gratis, la<br />
Super Bonus che permette di trasportare<br />
gratuitamente auto o moto al seguito,<br />
e naturalmente l’Advanced Booking<br />
con sconto del 10% per le prenotazioni<br />
effettuate entro il 31 maggio 2011. Per<br />
chi viaggia in camper, è sempre disponibile<br />
la tariffa speciale Super Camper,<br />
con il 30% di sconto sui prezzi da catalogo.<br />
Anche questo collegamento è in<br />
linea con la politica di potenziamento<br />
ed espansione nel bacino del Mediterraneo<br />
Occidentale del Gruppo e segue<br />
di poche settimane il posizionamento<br />
della nave “Ikarus Palace”, che collega<br />
Livorno e il porto catalano di Barcellona<br />
con Tangeri. I collegamenti “storici”<br />
con Barcellona, sia da Livorno che da<br />
Civitavecchia, hanno avuto un grande<br />
successo e grazie alle linee giornaliere<br />
sono migliaia i turisti e gli operatori del<br />
trasporto che scelgono Grimaldi.<br />
La rotta Civitavecchia-Barcellona è<br />
servita, ad esempio, dalle due ammiraglie<br />
gemelle Cruise Roma e Cruise<br />
Barcelona, del tutto simili a vere e proprie<br />
navi da crociera sia nei servizi che<br />
nel livello di comfort offerto agli ospiti.<br />
Le cabine sono particolarmente ampie<br />
ed eleganti, il ristorante panoramico<br />
offre squisite proposte degli chef di<br />
bordo, la piscina esterna e il solarium<br />
sono affiancati da una moderna Spa<br />
con sauna, bagno turco e sale massaggi<br />
all’insegna del benessere. E per<br />
gli appassionati della vita notturna, c’è<br />
solo l’imbarazzo della scelta: Smaila’s<br />
Club con musica dal vivo, casinò con<br />
roulette e slot-machine, discoteca al<br />
ponte 10 per fare le ore piccole.<br />
Fra le chiavi del successo, si deve<br />
infatti annoverare la variegata proposta<br />
di Grimaldi anche come tour operator.<br />
Le navi non sono solo vettori ma<br />
esse stesse luogo di vacanza, proprio<br />
come le navi da crociera. Fittissimo è<br />
il programma di eventi organizzati che<br />
spaziano dalle minicrociere culturali<br />
all’insegna della letteratura a quelle<br />
dedicate allo sport. Ultima proposta per<br />
luglio la “crociera con delitto” giunta<br />
alla quinta edizione in meno di tre anni<br />
per offrire ai suoi partecipanti emozioni<br />
ancora più forti. Il riuscitissimo format,<br />
nato dalla collaborazione tra Grimaldi<br />
Lines e il teatro napoletano Il Pozzo<br />
e Il Pendolo, si arricchisce di ulteriori<br />
dettagli e nuove coinvolgenti situazioni<br />
da vivere anche negli spazi esterni<br />
della nave ed in una città di parchi e di<br />
mare, tutta da scoprire nella sua versione<br />
estiva.<br />
Una nuova storia calerà i partecipanti<br />
in un intreccio affascinante, ispirato ai<br />
luoghi dello scrittore Carlos Luis Zafon.<br />
Appassionati di gialli, incalliti giocatori<br />
e amanti delle sfide faranno un tuffo<br />
nella Barcellona più misteriosa: dal<br />
Barrio Gotico ai palazzi di Gaudì, dal<br />
Cimitero dei Libri Dimenticati al Tibidabo.<br />
Quattro giorni per immergersi nelle<br />
atmosfere evocate da Zafon nel suo<br />
noto romanzo “L’Ombra del Vento” e<br />
per risolvere un misterioso rompicapo<br />
che inizierà a bordo della Cruise Roma,<br />
moderna ed elegante ammiraglia della<br />
flotta Grimaldi Lines, e continuerà tra le<br />
ramblas del capoluogo catalano.<br />
Alessandro Talini<br />
maggio 2011 - 9
armamento / porto&<strong>diporto</strong><br />
Ad un anno e mezzo dal passaggio<br />
(a titolo gratuito) delle<br />
ex controllate regionali di<br />
Tirrenia alle Regioni di competenza,<br />
a inizio maggio si è conclusa la prima<br />
(e finora unica) delle procedure di privatizzazione<br />
che da queste avrebbero<br />
dovuto essere avviate nell’ambito del<br />
processo di dismissione dell’ormai ex<br />
compagnia di bandiera.<br />
In realtà è più corretto dire che è arrivata<br />
la prima assegnazione provvisoria,<br />
perché, oltre ad ulteriori verifiche<br />
tecnico-finanziarie necessarie da parte<br />
della Commissione – e alle possibili valutazioni<br />
al riguardo da parte di Antitrust<br />
e (meno probabilmente, dato il carattere<br />
territoriale del mercato di riferimento)<br />
organi comunitari – la conclusione<br />
della gara organizzata dalla Regione<br />
Toscana, con cui la Moby di Vincenzo<br />
Onorato si è aggiudicata Toremar (la<br />
compagnia deputata ai collegamenti<br />
marittimi nell’arcipelago toscano) è destinata<br />
con tutta probabilità ad aprire<br />
un contenzioso legale sul cui esito sarebbe<br />
azzardato pronunciarsi.<br />
Come è noto, infatti, a fine aprile, alla<br />
vigilia dell’apertura delle buste, dopo<br />
alcune rinunce eccellenti (Corsica Fer-<br />
10 - maggio 2011<br />
Moby si prende Toremar<br />
ries, Buquebus), bocciature preliminari<br />
(BN di Navigazione) e misteriose quanto<br />
evanescenti candidature (Pi Greco,<br />
dietro cui, secondo indiscrezioni mai<br />
confermate, ci sarebbe stato l’ex patron<br />
di Tirrenia Franco Pecorini), in gara<br />
erano rimaste soltanto Moby e Toscana<br />
di Navigazione, cordata creata ad hoc<br />
e guidata dagli armatori Salvatore Lauro<br />
(dell’omonimo gruppo partenopeo) e<br />
Franco Del Giudice (Delcomar) insieme<br />
ad operatori toscani e partenopei<br />
del settore edilizio e marittimo (fra cui il<br />
gruppo Fanfani e Ciano Trading).<br />
In ossequio al cronoprogramma della<br />
Regione il 20 aprile scorso si è tenuta<br />
la seduta pubblica durante la quale la<br />
Commissione ha aperto le buste delle<br />
offerte economiche per provvedere, in<br />
base alla somma del punteggio della<br />
valutazione tecnica con quello della<br />
valutazione economica, all’aggiudicazione<br />
provvisoria della gara. Ma è stato<br />
proprio allora che si è creato l’inghippo.<br />
Sembrava infatti che Toscana avesse<br />
prevalso, ma, sulla base di alcune<br />
subitanee eccezioni sollevate da Moby,<br />
la Commissione della Regione aveva<br />
deciso di “aggiornare la seduta per<br />
l’aggiudicazione di Toremar. La Commissione<br />
giudicante ha riscontrato la<br />
necessità di effettuare ulteriori approfondimenti<br />
in merito alle offerte in gara.<br />
La seduta è stata quindi sospesa e<br />
verrà riconvocata una volta esauriti gli<br />
approfondimenti necessari”.<br />
Una decisione inattesa, ma accolta<br />
con ottimismo da Lauro: “Sappiamo<br />
che questo genere di procedure in Italia<br />
funziona così. Restiamo però fiduciosi,<br />
perché il nostro piano industriale<br />
per Toremar, con 75 milioni di euro di<br />
investimenti previsti per il miglioramento<br />
della flotta e dei servizi, è già stato<br />
giudicato il migliore. Non ci resta che<br />
attendere gli approfondimenti della<br />
commissione, per i quali penso ci vorranno<br />
pochi giorni”.<br />
Ma due settimane dopo per l’armatore<br />
napoletano e per i suoi soci arrivava<br />
la doccia fredda. Il 5 maggio, infatti,<br />
una nota della Regione annunciava:<br />
“Oggi la Commissione ha convocato<br />
una nuova seduta pubblica nella quale<br />
ha annunciato di dover escludere dalla<br />
gara l’offerta di Toscana di Navigazione<br />
a causa di problemi di ‘difformità’ ed<br />
‘indeterminatezza’ riferiti in particolare<br />
alla ‘incongruità tra l’offerta economi-
ma ora sarà battaglia (legale)<br />
ca e quella tecnica’ relativamente alle<br />
corse aggiuntive proposte sulle linee<br />
Piombino-<strong>Porto</strong>ferraio, Livorno-Capraia<br />
e <strong>Porto</strong> Santo Stefano-Giannutri (le<br />
eccezioni rilevate da Moby, ndr). Resta<br />
una sola offerta valida, quella di Moby<br />
spa, che ottiene l’aggiudicazione provvisoria”.<br />
Secondo quanto reso noto dalla Regione<br />
stessa, il piano industriale presentato<br />
da Moby prevede investimenti<br />
per 60 milioni di euro e l’attivazione del<br />
collegamento tra <strong>Porto</strong> Santo Stefano<br />
e Giannutri (con due coppie di corse<br />
due volte a settimana per tutto l’anno)<br />
e, oltre al potenziamento dei servizi, rispetta<br />
anche gli altri parametri alla base<br />
della gara: rinnovamento della flotta e<br />
riduzione di prezzo dei biglietti (50%)<br />
ai residenti sulle isole e ai pendolari in<br />
abbonamento. Due i contratti stipulati<br />
tra la compagnia e la Regione Toscana<br />
(gara a doppio oggetto): uno per la<br />
cessione del 100% delle quote Toremar<br />
(prezzo di vendita fissato a circa<br />
10 milioni e 258.000 euro) e l’altro per<br />
l’appalto per 12 anni dei servizi pubblici<br />
svolti dalla compagnia (appalto per il<br />
quale la base della gara prevedeva un<br />
corrispettivo contrattuale di 174 milioni,<br />
ridotto a circa 160 dall’offerta Moby), di<br />
cui la Regione sarà garante del servizio<br />
per tutta la durata del contratto.<br />
Naturalmente, dopo le roventi polemiche<br />
della vigilia, il verdetto ha scatenato<br />
le piccate reazioni della cordata<br />
perdente. Lauro ha infatti parlato di<br />
“scelta più politica che tecnica, che ci<br />
lascia perplessi. Per questo ci rivolgeremo<br />
subito al TAR”, mentre con<br />
un comunicato, Del Giudice ha confermato:<br />
“Vogliamo conoscere in ogni<br />
dettaglio l’atto di aggiudicazione provvisoria.<br />
Presenteremo ricorso contro il<br />
provvedimento con l’obiettivo di essere<br />
riammessi alla gara, ma non escludiamo<br />
ulteriori ricorsi anche in altre sedi”.<br />
Il riferimento, probabilmente, è proprio<br />
all’Antitrust: con l’aggiudicazione di<br />
Toremar, infatti, Moby, già operativa<br />
nell’arcipelago toscano, di fatto andrà<br />
a occupare una posizione dominante,<br />
con l’80%, ad esempio, delle tratte<br />
Piombino – Elba, le più importanti e<br />
redditizie.<br />
Ed è forse anche in ragione di ciò<br />
che, dopo la prima dichiarazione forte<br />
– “A seguito dell’acquisizione di Toremar,<br />
le tariffe Moby saranno abbassate<br />
a livello di quelle di bassa stagione, con<br />
la sola esclusione dei venerdì-sabato e<br />
domenica di luglio e agosto” – il primo<br />
passo di Onorato è stato l’organizzazione<br />
di un incontro con i sindacati e i rappresentanti<br />
dei lavoratori, da cui sono<br />
emerse dichiarazioni d’intenti significative<br />
nell’evoluzione della vicenda. “Non<br />
ci sarà alcuna fusione tra Moby e Toremar,<br />
che resterà una compagnia indipendente,<br />
conserverà navi, organico<br />
e contratti attuali. La prima esigenza è<br />
garantire la sopravvivenza di Toremar,<br />
le situazioni dei marittimi non saranno<br />
toccate” ha infatti dichiarato l’armatore<br />
pontino. Onorato ha anche ribadito l’intenzione<br />
di portare avanti un programma<br />
di rinnovo della flotta e specificato<br />
che nel consiglio di amministrazione<br />
Toremar non entreranno dirigenti di<br />
Moby, ad eccezione del figlio Achille.<br />
Quantomeno probabile il definitivo<br />
placet della Regione, a questo punto<br />
la palla è destinata a passare ai legali,<br />
con la sola speranza che, quale che sia<br />
l’esito, la più rapida ed efficiente delle<br />
procedure di privatizzazione legate a<br />
Tirrenia non sia destinata a perdere tali<br />
attributi.<br />
Andrea Moizo<br />
maggio 2011 - 11
federagenti / porto&<strong>diporto</strong><br />
Gli Stati Generali<br />
degli Agenti<br />
Marittimi<br />
Per sottolineare la “continuità<br />
territoriale” della Federazione<br />
sarà la Sardegna ad ospitare<br />
dal 2 al 4 giugno l’assemblea generale<br />
di Federagenti che anche quest’anno<br />
conta su ospiti di primissimo piano per<br />
tracciare lo stato della categoria e toccare<br />
temi di grande attualità per lo shipping<br />
nazionale.<br />
Il programma prevede il 2 giugno il<br />
Convegno del Gruppo Giovani Federagenti<br />
e il giorno 3 la parte pubblica<br />
dell’Assemblea che comincerà alle 10<br />
nella sala consiliare del Comune di<br />
Stintino; i lavori si apriranno con il saluto<br />
di benvenuto di Giancarlo Acciaro,<br />
presidente degli agenti marittimi della<br />
Sardegna. Seguiranno i saluti delle<br />
istituzioni locali e quindi la relazione<br />
del presidente di Federagenti Filippo<br />
Gallo. Programmati gli interventi del<br />
presidente di Gruppo Giovani Confitarma<br />
Valeria Novella, del presidente<br />
di Assoporti Francesco Nerli, del comandante<br />
generale delle Capitanerie<br />
di <strong>Porto</strong> Ammiraglio Marco Brusco, del<br />
direttore generale per la Navigazione e<br />
Demanio del Ministero delle Infrastrutture<br />
Cosimo Caliendo. Concluderà i<br />
lavori il sottosegretario dello stesso<br />
ministero Bartolomeo Giachino; nel<br />
pomeriggio dello stesso giorno è prevista<br />
l’’assemblea FAMA, fondo di previdenza<br />
della categoria, con l’intervento<br />
del presidente Umberto Masucci.<br />
Durante i lavori farà il suo primo intervento<br />
in assemblea nazionale Fulvio<br />
Luise, Associazione di Napoli, nelle<br />
vesti di neo presidente della sezione<br />
12 - maggio 2011<br />
Yacht di Federagenti. All’indomani<br />
della nomina Luise ha dichiarato che<br />
il turismo nautico di lusso è una opportunità<br />
economica per il sistema<br />
Italia e che la ricaduta lungo le coste<br />
del nostro paese genera un indotto di<br />
grande rilevanza per le più svariate<br />
risorse produttive. Gli agenti marittimi<br />
sono il catalizzatore più importante per<br />
far incontrare la domanda generata appunto<br />
dal turismo nautico di lusso con<br />
l’eccellenza dell’offerta dei nostri territori.<br />
Tracciando poi la linea del suo<br />
mandato ha dichiarato: «Federagenti<br />
Yacht si impegnerà in un’attività istituzionale<br />
per la soluzione delle problematiche<br />
relative all’attuale impianto<br />
normativo di riferimento che appare<br />
non adeguato alla rapida crescita del<br />
mercato. Puntiamo - continua Fulvio<br />
Luise - ad un tavolo tecnico con Autorità<br />
ed istituzioni, italiane ed europee,<br />
per evidenziare problemi e proporre<br />
soluzioni per le tematiche che preoccupano<br />
maggiormente gli operatori italiani<br />
che sono spesso penalizzati rispetto a<br />
quelli di altri paesi europei».<br />
Ricordiamo inoltre che il nuovo consiglio<br />
direttivo della sezione è composto<br />
da Giovanni Gasparini (Associazione<br />
Toscana), Caterina Oliviero<br />
(Associazione Veneto), Giovanni Pietro<br />
Puglisi (Associazione Catania), Alessandro<br />
Sartore (Associazione Genova),<br />
Teodoro Titi (Associazione Brindisi),<br />
Fabio Pesto (presidente nel biennio<br />
2009-2011) che assume la carica di<br />
vicepresidente.<br />
L’assemblea generale di Stintino<br />
Filippo Gallo,<br />
Presidente Federagenti<br />
sarà preceduta dalle assemblee delle<br />
associazioni locali, tra le altre lunedì 23<br />
maggio si riunisce l’associazione agenti<br />
marittimi di Genova, che terrà la propria<br />
assemblea nella sala Scirocco-Libeccio<br />
del centro congressi, nel <strong>Porto</strong> Antico.<br />
Nell’occasione verrà anche presentato<br />
uno studio sul terzo valico ferroviario,<br />
realizzato dalla genovese TLS Europe.<br />
E’ prevista una tavola rotonda sui principali<br />
problemi della portualità genovese<br />
e ligure in generale. All’incontro<br />
sono attesi anche il viceministro delle<br />
Infrastrutture e Trasporti Roberto Castelli,<br />
il sottosegretario Giachino, il presidente<br />
dell’8ª commissione al Senato<br />
Luigi Grillo, il presidente dell’Authority<br />
Portuale Luigi Merlo e i rappresentanti<br />
delle istituzioni del territorio.<br />
Tra i temi attesi in entrambe le assise<br />
c’è lo “stato dell’arte” della riforma della<br />
legge 84/94. Nonostante ancora una<br />
volta è stato confermato che il testo<br />
definitivo della riforma è ormai pronto<br />
e potrebbe essere varato entro l’inizio<br />
di giugno i pareri sono ancora discordi,<br />
tanto che c’è chi parla di “inutile riformina”<br />
orientata a rivedere in chiave politica<br />
i criteri delle nomine dei presidenti<br />
delle Port Authority e poco altro senza<br />
affrontare il problema dell’autonomia<br />
finanziaria delle PA.<br />
Maurizio De Cesare
Le nuove tecnologie<br />
Specializzazione, innovazione<br />
e ricerca sono ormai parametri<br />
indispensabili per le <strong>aziende</strong><br />
(ancor di più in ambito navale e nautico)<br />
che riescono a confrontarsi con<br />
un mercato internazionale sempre più<br />
esigente.<br />
<strong>Porto</strong>&<strong>diporto</strong> ne parla con Alessandro<br />
Solla AD di Eliship storica<br />
azienda operante nel campo della cantieristica.<br />
Ci farebbe un esempio di intervento<br />
ad alto contenuto specialistico?<br />
In questo momento l’azienda è impegnata<br />
nel completamento di una<br />
commessa di trasformazione del<br />
traghetto LOGUDORO del Gruppo RFI<br />
per conto del cantiere La Nuova Meccanica<br />
Navale.<br />
La nave è stata sottoposta a importanti<br />
lavori di trasformazione, in particolare<br />
è stata adibita al trasporto di merci<br />
pericolose, mediante l’adeguamento<br />
degli impianti elettrici della zona ponte<br />
principale. Sono stati sostituiti tutti i<br />
corpi illuminanti, avvisatori incendio,<br />
sottoquadri, con altri prodotti certificati<br />
secondo la categoria di classificazione<br />
di Eliship<br />
ATEX prescritta dalla Committente.<br />
Inoltre abbiamo fornito ed installato<br />
due gruppi convertitori da 220 KVA per<br />
la realizzazione del nuovo impianto di<br />
alimentazione prese carrozze ferroviarie.<br />
Altro settore in cui l’azienda sta<br />
operando è quello del oil spill detection,<br />
in particolare sempre maggiore è<br />
l’interesse di molte <strong>aziende</strong> specializzate<br />
che operano nel campo offshore,<br />
di dotarsi di attrezzature idonee ad eseguire<br />
il campionamento delle acque, il<br />
controllo degli idrocarburi sulla superficie<br />
del mare e le successive fasi di<br />
recupero.<br />
Purtroppo il catastrofico evento del<br />
Golfo del Messico ha dato negli ultimi<br />
tempi un forte impulso a tali attività.<br />
Quali soluzioni proponete?<br />
In questo settore la ELISHIP opera<br />
fornendo termo camere FLIR di ultima<br />
generazione, SERIE M.<br />
Le termo camere sono utilizzate, non<br />
solo quando si verifica un incidente,<br />
ma anche durante le fasi di trasporto o<br />
trasferimento degli idrocarburi dai bunker<br />
alle navi o lungo le condutture.<br />
cantieristica / porto&<strong>diporto</strong><br />
Per l’analisi ed il campionamento<br />
delle acque collaboriamo con società<br />
americane per la fornitura di sonde<br />
multiparametriche e fluorimetri portatili.<br />
Sempre attiva la sezione dedicata<br />
alla visione notturna.<br />
Nuovi mercati sono stati acquisiti,<br />
attualmente stiamo fornendo sistemi<br />
certificati per High Speed Craft a Singapore<br />
e sempre maggiore è la rete di<br />
distributori che stiamo creando world<br />
wide. Il settore della visione notturna ha<br />
avuto un forte impulso da quando è iniziata<br />
la collaborazione con l’ing. Fabio<br />
Buzzi titolare del cantiere FB DESIGN.<br />
Il nome dell’ing. Buzzi è un punto di<br />
riferimento nello scenario delle imbarcazioni<br />
dalle performance estreme, sia<br />
in ambito civile che militare.<br />
Per la FB DESIGN è stato sviluppato<br />
un sistema di visione notturna capace<br />
di resistere ad accelerazioni di 3G.<br />
Nell’ambito della ricerca/sviluppo<br />
avete programmi in corso?<br />
Prosegue anche la ricerca e lo sviluppo<br />
di sistemi nel campo della antipirateria,<br />
in particolare oltre ai già collaudati<br />
sistemi opto elettronici di acquisizione<br />
ed identificazione bersagli, stiamo mettendo<br />
a punto sistemi “attivi” di difesa<br />
per i quali al momento non riteniamo di<br />
potere fornire ulteriori dettagli ma che<br />
nel giro di qualche mese pensiamo di<br />
potere presentare in maniera ufficiale.<br />
MDC
cantieristica / porto&<strong>diporto</strong><br />
14 - maggio 2011<br />
Fincantieri, quando la crisi<br />
continua a farsi sentire<br />
Lo scorso 27 aprile a Monfalcone<br />
ha avuto luogo la presentazione<br />
di Carnival Magic (128.048<br />
t.s.l.), la seconda nave da crociera più<br />
grande mai realizzata da Fincantieri e<br />
la ventottesima uscita dallo stabilimento<br />
isontino. Con questa nave il gruppo<br />
Carnival Corporation & Plc. ha raggiunto<br />
l’incredibile cifra di 100 navi in servizio<br />
nella propria flotta, di cui ben 52<br />
realizzate da Fincanteri.<br />
Ma a parte questo ennesimo trionfo<br />
del “Made in Italy”, bisogna fermarsi a<br />
riflettere sullo stato di salute dell’industria<br />
cantieristica italiana e l’intervento<br />
alla cerimonia dell’A.D. di Fincantieri<br />
Giuseppe Bono può essere un punto di<br />
partenza per analizzare la situazione.<br />
Bono, nell’illustrare lo stato di salu-<br />
te dell’azienda, ha puntato il dito sul<br />
problema della produttività: ad oggi in<br />
Fincantieri ci sono tante eccellenze,<br />
ma altri invece si nascondono dietro a<br />
quelli che producono di più causando<br />
grave danno e riducendo i margini di<br />
guadagno. Quindi prima di tutto bisognerebbe<br />
far si che all’interno dei cantieri<br />
del gruppo si lavorasse meglio e<br />
di più. Ma di certo ciò non basterà per<br />
portare l’azienda al di fuori della crisi,<br />
sarà necessaria una riorganizzazione<br />
del gruppo per adeguarlo alla domanda<br />
di mercato. Per i dettagli bisognerà<br />
aspettare la presentazione del nuovo<br />
piano industriale 2011-15 che per il<br />
momento è prevista per la fine di maggio.<br />
Tra i rimpianti dell’A.D. c’è il mancato<br />
ingresso in borsa nel 2006 quan-<br />
do l’azienda viaggiava a gonfie vele ed<br />
oggi si sente molto la mancanza della<br />
liquidità che sarebbe stata garantita<br />
dall’operazione.<br />
Infine Bono ha ricordato che Carnival,<br />
miglior cliente dell’azienda, ordinerà<br />
circa 2/3 navi all’anno probabilmente<br />
per i propri marchi europei. Fincantieri<br />
farà di tutto per ottenere queste commesse,<br />
ma di sicuro non basteranno<br />
per garantire pieno lavoro a tutti i cantieri.<br />
Purtroppo nel campo cruise gli<br />
ordini non saranno più così tanti come<br />
prima della crisi.<br />
Inoltre dopo tanti anni Fincantieri ha<br />
perso la leadership del mercato delle<br />
navi da crociera: ad oggi l’azienda triestina<br />
ha in portafoglio 6 navi, mentre i<br />
tedeschi di Meyer Werft possono van-
tare 8 ordini. Il cantiere tedesco è stato<br />
sostenuto dal governo teutonico con<br />
una politica di sostegno della produzione<br />
grazie ad un sistema finanziario che<br />
favorisce l’accesso al credito. Il costo<br />
del denaro così è mediamente di un<br />
punto più basso favorendo il potenziale<br />
armatore.<br />
Invece nel nostro Paese una politica<br />
di sostegno della nostra industria cantieristica<br />
è quasi mancata, nonostante<br />
le continue richieste al Governo dei<br />
Sindacati e del management di Fincantieri.<br />
Ad oggi la cassa integrazione interessa<br />
tutti gli stabilimenti del gruppo, però<br />
la situazione più grave riguarda Ancona<br />
e Castellammare di Stabia dove i<br />
cantieri sono praticamente fermi. Negli<br />
ultimi anni in questi siti produttivi si erano<br />
realizzati molti traghetti passeggeri,<br />
ma ad oggi il mercato è quasi fermo e<br />
solo una politica europea di incentivazioni<br />
della rottamazione delle navi più<br />
obsolete potrebbe riavviarlo.<br />
In campo militare le cose vanno meglio:<br />
i cantieri liguri destinati a queste<br />
costruzioni hanno un discreto carico di<br />
lavoro, ma soprattutto all’estero il mercato<br />
dimostra un certo fermento. Va<br />
vista infatti in questa ottica la politica<br />
d’internazionalizzazione di Fincantieri.<br />
Infatti molti stati permettono di costruire<br />
le loro nuove navi militari solo su<br />
suolo nazionale e per questo motivo<br />
l’azienda italiana ha rilevato quattro<br />
stabilimenti negli Stati Uniti per partecipare<br />
al rinnovamento della flotta della<br />
U.S. Navy. Analoga operazione potrebbe<br />
venir fatta in futuro con Canada e<br />
Brasile. Purtroppo queste attività non<br />
potranno portare benefici sui carichi di<br />
lavoro dei cantieri italiani, ma solo alla<br />
solidità finanziaria del gruppo e al prestigio<br />
internazionale.<br />
Ora non resta che attendere i dettagli<br />
del nuovo piano industriale che al momento<br />
in cui stiamo scrivendo è ancora<br />
sconosciuto. Finalmente sapremo quali<br />
saranno i destini anche dei cantieri che<br />
necessitano di grossi investimenti per<br />
restare competitivi sul mercato; questo<br />
è il caso di Sestri Ponente con il “ribaltamento<br />
a mare” e di Castellammare<br />
di Stabia con il nuovo bacino. Ad oggi<br />
bisogna chiedersi quale sarà il futuro<br />
per il gruppo Fincantieri e come sarà<br />
strutturato nei prossimi anni: è logico<br />
che la struttura odierna non potrà essere<br />
mantenuta, ma Bono ha ribadito<br />
che farà di tutto per non lasciare a casa<br />
nessuno.<br />
Matteo Martinuzzi<br />
maggio 2011 - 15
cantieristica / porto&<strong>diporto</strong><br />
Un RO-RO per RFI<br />
Sarà realizzato dai Nuovi Cantieri Apuania e utilizzato<br />
sullo Stretto di Messina<br />
Costerà 49,5 milioni di euro il<br />
nuovo traghetto commissionato<br />
da RFI Rete Ferroviaria<br />
Italiana (Gruppo FS) ai Nuovi Cantieri<br />
Apuania di Carrara per i collegamenti<br />
sullo Stretto di Messina. Un primo<br />
passo verso l’ammodernamento della<br />
flotta. La nuova nave, interamente progettata<br />
e costruita da NCA, sarà costruita<br />
all’insegna del trasporto “green”<br />
a conferma dell’impegno del Gruppo<br />
FS per l’ambiente e sarà dotata della<br />
certificazione internazionale. Il varo è<br />
previsto fra diciotto mesi.<br />
Trasporterà carrozze e carri ferroviari,<br />
passeggeri, mezzi gommati. Sarà<br />
lunga 147 metri, larga 19 metri. Avrà<br />
una portata di 2.500 tonnellate e una<br />
velocità 18 nodi.<br />
Dotata di impianti con caratteristiche<br />
tecniche altamente tecnologiche, funzionali<br />
e prestazionali avrà un sistema<br />
di governo garantito da tre propulsori<br />
azimutali. Per garantire la massima<br />
manovrabilità per le continue operazioni<br />
di ormeggio, disormeggio e carico e<br />
scarico, saranno installate due eliche<br />
intubate a pale orientabili e particolare<br />
rilevanza avranno anche i dispositivi di<br />
bilanciamento longitudinale e trasversale.<br />
Dalla celata di prora, attrezzata<br />
con un sofisticato sistema di centratura<br />
dei binari, saranno effettuate tutte<br />
le operazioni per carico e scarico di<br />
carrozze e carri ferroviari. Gli eventuali<br />
mezzi gommati, invece, potranno accedere<br />
alla stiva dal portellone di poppa<br />
e da una porta laterale, oltre che dalla<br />
celata di prora.<br />
“Questa commessa - ha sottolineato<br />
il responsabile della Direzione Territoriale<br />
Produzione Palermo Filippo Palazzo,<br />
referente di Progetto per Rete<br />
Ferroviaria Italiana - conferma ulteriormente<br />
l’impegno di RFI per l’ammoder-<br />
16 - maggio 2011<br />
namento della flotta per il trasporto ferroviario<br />
nello Stretto di Messina”.<br />
Soddisfatto Luigi Mor, Amministratore<br />
Delegato dei Nuovi Cantieri Apuania.<br />
“Aver vinto una gara in un momento di<br />
crisi della cantieristica internazionale<br />
è certamente motivo di grande soddisfazione<br />
per la nostra Società che ha<br />
elaborato un progetto innovativo ap-<br />
prezzato dall’armatore. La costruzione<br />
di questa nave consentirà una ripresa<br />
di attività del Cantiere e costituirà un<br />
ponte verso quel nuovo assetto societario<br />
ipotizzato nel Protocollo di Intesa,<br />
che è stato elaborato dal Ministero dello<br />
Sviluppo Economico e sottoscritto<br />
dalle Istituzioni locali”.<br />
Pat Lupi<br />
FS: PIANO DI INVESTIMENTI DA 2 MILIARDI<br />
Lanciata la gara per 90 nuovi treni regionali<br />
Annunciato, insieme a Bombardier, anche l’esercizio dell’opzione di acquisto<br />
per 50 locomotori E464<br />
Buone notizie per i pendolari: al via la gara europea indetta da FS per 90 nuovi<br />
treni elettrici destinati al servizio ferroviario regionale. La gara è un ulteriore passo<br />
in avanti nella realizzazione del piano di investimenti da due miliardi di euro<br />
presentato ufficialmente a settembre 2009 da Ferrovie dello Stato al Ministro<br />
delle Infrastrutture e dei Trasporti, alla presenza di 19 amministratori regionali.<br />
A renderlo possibile è stata la firma dei Contratti di Servizio con le Regioni,<br />
sottoscritti per una durata di sei anni rinnovabili per altri sei, ossia per un periodo<br />
per la prima volta sufficiente a pianificare azioni di sviluppo e miglioramento<br />
dell’offerta e ad accedere alle necessarie linee di credito.<br />
Alle parole sono seguiti i fatti: ad ottobre 2009 la commessa da 258 milioni di<br />
euro a Bombardier per 100 nuovi locomotori E 464, con l’opzione, confermata<br />
e annunciata oggi, per ulteriori 50 locomotori, poi l’aggiudicazione ad Ansaldo<br />
Breda della gara per 600 nuove carrozze a doppio piano, per un importo di 829<br />
milioni di euro, adesso il lancio di questa nuova gara. Il tutto mentre continuano<br />
le attività di ammodernamento e restyling di altre 2550 carrozze regionali.<br />
Due i lotti di questa gara, il primo riguarda 70 treni a media frequentazione e il<br />
secondo 20 treni ad alta frequentazione.<br />
L’obiettivo è acquisire convogli sempre più rispondenti alle esigenze delle centinaia<br />
di migliaia di pendolari che ogni giorno viaggiano con Ferrovie dello Stato,<br />
lasciando alle imprese costruttrici ampia facoltà di individuare e presentare le<br />
soluzioni più idonee ad assicurare elevati livelli di comfort, efficienza, accessibilità,<br />
affidabilità e sicurezza. Le uniche rilevanti indicazioni tecniche riguardano<br />
infatti la composizione “bloccata” dei convogli, che dovranno essere dotati di<br />
una cabina di guida ad entrambe le estremità, e quindi reversibili, avere tutte le<br />
carrozze intercomunicanti ed essere accoppiabili, fino ad un massimo di due. Il<br />
bando, strutturato in modo da consentire la partecipazione del più ampio numero<br />
possibile di imprese costruttrici qualificate, prevede come criterio di aggiudicazione<br />
quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, con punteggi che<br />
premieranno maggiormente la qualità (60%), piuttosto che il prezzo (40%)
I competitors<br />
nel segmento dry cargo<br />
Con questo numero iniziamo<br />
una breve rubrica dedicata<br />
alla presentazione dei project<br />
work svolti dagli allievi del Master in<br />
Shipping dell’I.P.E. – Scuola di Alta<br />
Formazione con alcune <strong>aziende</strong> armatoriali<br />
italiane. L’articolo che segue sintetizza<br />
il lavoro svolto nell’arco di due<br />
mesi, coordinato da un tutor aziendale.<br />
Progetto pilota per la creazione di<br />
una piattaforma di valutazione competitors<br />
per il segmento Dry Cargo<br />
(presso Società d’Amico di Navigazione<br />
S.p.A.)<br />
Il “Master in Shipping: finanza, logistica<br />
e strategia d’impresa” organizzato<br />
dalla Scuola di Alta Formazione I.P.E.,<br />
sede in Napoli, si è caratterizzato anche<br />
quest’anno per quello che costituisce<br />
uno dei momenti più incisivi nella<br />
formazione professionale e umana<br />
dei suoi partecipanti, il Project Work.<br />
Il gruppo formato dal dott. Carlo Maria<br />
Forte, l’ing. Gerardo Daniele Miscuzzi<br />
e la dott.ssa Giorgia Riccardi si è confrontato<br />
con la stesura del project work<br />
dal titolo: “Progetto pilota per la creazione<br />
di una piattaforma di valutazione<br />
competitors per il segmento Dry Cargo”.<br />
Il tutto sotto la guida dell’ing. Giovanni<br />
Capello, group planning e control<br />
manager della Società d’Amico di Navigazione<br />
S.p.A., il quale ha supportato<br />
con professionalità e dedizione l’attività<br />
dei tre giovani al loro primo impatto con<br />
il mondo aziendale.<br />
L’obiettivo del progetto è consistito<br />
nella creazione di uno strumento per la<br />
valutazione del segmento “Dry Cargo”<br />
mediante il quale derivare il posizionamento<br />
delle società in esso operanti,<br />
tramite un database costruito con il<br />
programma Microsoft Excel.<br />
La prima fase dell’analisi si è articolata<br />
nella scelta dei maggiori competitors<br />
operanti nel settore. Si è selezionato<br />
un campione composto da 13 imprese<br />
quotate, attraverso un confronto di<br />
mercato basato sulla flotta complessivamente<br />
gestita (on water e newbuildings),<br />
sulla composizione e sull’età<br />
media della stessa e sulla possibile<br />
presenza in altri mercati (tanker, container,<br />
offshore etc.). Al fine di creare<br />
uno strumento valutativo delle società<br />
di shipping così selezionate, si è optato<br />
per una suddivisione del database<br />
in tre macroaree tramite indicatori che<br />
potessero essere coerenti con il mercato<br />
di riferimento. Le tre aree di studio<br />
hanno dunque riguardato: l’analisi<br />
strutturale della flotta (FS: FleetStructure),<br />
l’analisi economico-finanziaria (KF:<br />
Key Financial) e l’analisi operativa (EE:<br />
Efficiency and Effectiveness). Successivamente<br />
si è redatta una ranking list<br />
idonea a valutare in maniera integrata<br />
i differenti key drivers, evidenziando i<br />
punti di forza e di debolezza delle singole<br />
società.<br />
Dall’analisi effettuata sono emerse<br />
interessanti considerazioni, non soltanto<br />
riguardanti il posizionamento dei singoli<br />
competitors ma anche il settore nel<br />
suo complesso. Innanzitutto, si evidenzia<br />
un forte legame tra l’età media della<br />
flotta e le performance delle società.<br />
Ad esempio, le società D/S Norden e<br />
SafeBulkers, con flotte giovani (età media<br />
di 2.2 e 3.1 anni rispettivamente),<br />
hanno un punteggio molto alto nella<br />
ranking finale. Si è poi osservato che<br />
la marginalità (EBIT margin) sembri<br />
essere correlata alla concentrazione<br />
su non più di due segmenti di navi, dei<br />
quali almeno uno di tonnellaggio elevato<br />
(Panamax, Capesize). Per quanto<br />
attiene ai drivers economico-finanziari,<br />
il ROE delle società esaminate fluttua<br />
formazione / porto&<strong>diporto</strong><br />
attorno al valore medio pari a circa il<br />
10%; ciò a dimostrazione del fatto che<br />
il segmento dry bulk ha fronteggiato in<br />
maniera soddisfacente la crisi nel 2010.<br />
Riguardo poi l’indebitamento, questo<br />
influenza le performance delle società,<br />
nel senso che i competitors con il leverage<br />
più basso occupano le posizioni<br />
più alte nella ranking list. Interessanti<br />
correlazioni si sono poi evidenziate tra<br />
struttura della flotta e parametri operativi.<br />
In particolare, la copertura sul time<br />
charter appare proporzionale al tonnellaggio<br />
delle navi (le Capesize presentano<br />
percentuali maggiori di coverage).<br />
In aggiunta, le società con le flotte più<br />
vecchie riportano minori valori di mercato<br />
rispetto a quelli iscritti in bilancio;<br />
ciò in accordo con la situazione attuale<br />
di oversupply che premia le navi più<br />
giovani. Per concludere, l’analisi dell’efficienza<br />
e dell’efficacia della gestione<br />
operativa ha permesso di individuare,<br />
tra le diverse strutture di costo delle società<br />
esaminate, una composizione bilanciata<br />
e caratterizzata a grandi linee<br />
da circa il 60% di costi operativi, il 20%<br />
di G&A ed il 20% di costi finanziari.<br />
Carlo Maria Forte<br />
Giorgia Riccardi<br />
Gerardo Daniele Miscuzzi.<br />
maggio 2011 - 17
infrastrutture / porto&<strong>diporto</strong><br />
INTERPORTO DI RIVALTA SCRIVIA<br />
Oltre 1.200.000 mq di superfici<br />
utilizzabili, una dotazione infrastrutturale<br />
di 400.000 mq<br />
di aree coperte, 250.000 metri cubi di<br />
magazzini refrigerati e 350.000 mq di<br />
piazzali. E ancora, un flusso giornaliero<br />
di 900 automezzi in entrata e uscita e<br />
750 addetti suddivisi tra dipendenti diretti<br />
e indiretti.<br />
Situato in una zona geografica strategica<br />
al centro di una zone più industrializzate<br />
del paese, allineato sulle<br />
direttrici Nord Sud ed Est Ovest e raccordato<br />
con le infrastrutture portuali e<br />
aeroportuali esistenti, l’Interporto di<br />
Rivalta Scrivia - società del Gruppo<br />
Fagioli, azienda leader nel comparto<br />
dell’ingegneria applicata ai trasporti e<br />
dei sollevamenti eccezionali - racchiude<br />
in sé tutte le caratteristiche utili agli<br />
operatori del settore: ampie zone di sosta<br />
e stoccaggio delle merci, moderne<br />
attrezzature di carico e scarico, uffici<br />
doganali (grazie alla presenza interna<br />
di una sezione della dogana di Genova)<br />
e un moderno terminal dove avviene il<br />
passaggio dei container dalla gomma<br />
alla rotaia e viceversa.<br />
18 - maggio 2011<br />
Tali caratteristiche rendono l’Interporto<br />
di Rivalta Scrivia un modello di riferimento<br />
per la gestione dei servizi e delle<br />
attività richieste alle moderne <strong>aziende</strong><br />
di logistica integrata, posizionandolo<br />
come un moderno operatore logistico<br />
in grado di proporre soluzioni operative<br />
integrate, tra le quali movimentazione<br />
e stoccaggio delle merci, gestione amministrativa<br />
dei prodotti, semilavorazioni,<br />
riconfezionamenti e rietichettature,<br />
logistica integrata e servizi doganali<br />
import/export.<br />
Nato nel 1963 con l’obiettivo di realizzare<br />
il “porto secco” di Genova per<br />
velocizzare le procedure di smistamento<br />
delle merci e aumentare la produttività<br />
del porto del capoluogo ligure,<br />
l’Interporto di Rivalta Scrivia è oggi<br />
una realtà consolidata, una struttura<br />
operante non solo come retroporto di<br />
Genova ma anche come snodo a vocazione<br />
internazionale. Il percorso di sviluppo,<br />
intrapreso anche per rispondere<br />
alle crescenti opportunità di espansione<br />
commerciale e concretizzatosi con<br />
l’apertura delle filiali operative di Nocetolo<br />
di Gattatico (tra le province di<br />
Parma e di Reggio Emilia) e di Arluno<br />
(in provincia di Milano), testimonia la<br />
volontà dell’interporto di Rivalta Scrivia<br />
di aumentare la propria presenza<br />
sul territorio nazionale, proponendo un<br />
modello organizzativo che lo rende un<br />
punto di riferimento per le <strong>aziende</strong> del<br />
mercato e per gli altri interporti.<br />
Un ulteriore segnale di crescita è<br />
rappresentato dall’ampliamento a Rivalta<br />
Scrivia delle infrastrutture esistenti<br />
adibite al deposito delle merci.<br />
Nel 2011, infatti, verranno completati i<br />
lavori relativi alla realizzazione di circa<br />
50.000 mq. di nuovi magazzini per la<br />
logistica e quella per la costruzione di<br />
un nuovo impianto per il deposito e la<br />
movimentazione automatizzata di prodotti<br />
refrigerati.<br />
L’Interporto di Rivalta Scrivia è inoltre<br />
l’azionista di riferimento di Rivalta<br />
Terminal Europa, terminal intermodale<br />
a disposizione di tutti gli operatori logistici<br />
(Compagnie di Navigazione, Trasportatori,<br />
Operatori Logistici, etc.) per<br />
lo sviluppo dei traffici containerizzati e<br />
del trasporto intermodale.<br />
Pino Coccia
infrastrutture / porto&<strong>diporto</strong><br />
Dal 2012 Cagliari potrà accogliere<br />
anche le più grandi<br />
navi da crociera. E’ infatti<br />
finalmente arrivato l’attesissimo benestare<br />
del Ministero dell’Ambiente<br />
per gli scavi al <strong>Porto</strong> turistico che<br />
consentiranno al Molo Ichnusa di<br />
raggiungere quella profondità di<br />
10.20 m necessaria per garantire<br />
l’attracco dei “Giganti del mare”, dotate<br />
di un pescaggio di 9.50 m. Dopo<br />
una stagione 2010 che ha registrato<br />
l’arrivo di ben 160.000 crocieristi e<br />
che promette un altrettanto successo<br />
nel 2011, sarà dunque il 2012 a<br />
registrare una nuova impennata nel<br />
20 - maggio 2011<br />
Cagliari<br />
il porto diventa home<br />
Grande attesa per i Giganti del mare<br />
turismo proprio grazie alla conclusione<br />
di tali lavori.<br />
“Il risultato raggiunto nel 2010 –<br />
gongola infatti il Presidente dell’Autorità<br />
Portuale Paolo Fadda - è solo<br />
la metà di quello che vorremmo ottenere.<br />
Siamo sulla buona strada per<br />
raggiungere l’obiettivo futuro, cioè<br />
300.000 visitatori all’anno. Non è<br />
un’utopia, perché Cagliari gode già<br />
di un elevato grado di attrazione” e<br />
ciò emerge chiaramente dai risultati<br />
di una recente indagine a campione<br />
svolta proprio dall’Autorità Portuale<br />
sulla soddisfazione dei croceristi<br />
verso i servizi<br />
di vendita, i musei, i siti storici, i trasporti<br />
locali, i servizi di informazione<br />
e le aspettative di viaggio offerti dalla<br />
città. I turisti, provenienti per la maggior<br />
parte dalla Gran Bretagna, dalla<br />
Spagna e dalla Germania, affermano,<br />
infatti, di essere entusiasti del primo<br />
impatto tanto che tornerebbero per<br />
una seconda visita perchè il tempo<br />
di permanenza non è sufficiente per<br />
godere l’intera offerta cagliaritana.<br />
Tra i punti di forza del capoluogo<br />
sardo emerge la qualità dei trasporti,<br />
dei prodotti e della ristorazione,<br />
ma si
lamenta la mancata flessibilità negli<br />
orari di apertura dei monumenti<br />
e dei negozi e purtroppo la poca<br />
conoscenza delle lingue straniere<br />
da parte degli abitanti. Necessario,<br />
dunque, migliorare ulteriormente la<br />
qualità delle guide turistiche e garantire<br />
una maggior flessibilità negli<br />
orari degli esercizi commerciali.<br />
Di fronte a tali risultati appare evidentemente<br />
comprensibile quanto<br />
l’Autorità Portuale e l’intera Città<br />
attendano con ansia la conclusione<br />
dei lavori di scavo dei fondali previsti<br />
già dal 2008, quando la ricerca di<br />
ordigni esplosivi risalenti al periodo<br />
bellico e le indagini archeologiche<br />
avevano fatto slittare le autorizzazioni<br />
da parte degli Enti locali interessati.<br />
Finalmente, dopo ben 3<br />
anni, “è stato completato un iter faticoso<br />
e complesso - continua Fadda<br />
- perché sulle materie ambientali le<br />
procedure richiedono tempi molto<br />
lunghi. Il progetto poi non autorizza<br />
solo gli scavi, ma permette di tirare<br />
fuori terre da disinquinare che presentano<br />
un’elevata<br />
percentuale di metalli pesanti destinati,<br />
secondo una prima riflessione<br />
che richiedeva il sostenimento di alti<br />
costi di stoccaggio, ad una discarica<br />
specializzata. Abbiamo preferito<br />
scaricarli nelle vasche di colmata<br />
del porto industriale opportunamente<br />
impermeabilizzate. Interverremo<br />
anche sulle fondamenta del Molo, a<br />
rischio di erosione a causa dei motori<br />
laterali delle navi da crociera”.<br />
Dopo il parere del Comitato Tecnico<br />
dell’Autorità Portuale, previsto<br />
per Maggio, e la pubblicazione del<br />
Bando (già a Giugno), con la stipula<br />
del contratto la conclusione dei lavori<br />
è prevista per la fine del 2011.<br />
Ed, intanto, sarà oggetto di Bando di<br />
gara anche la gestione del Terminal,<br />
sospesa in attesa dell’arrivo delle<br />
grandi navi, per il quale “contiamo<br />
di chiudere l’accordo con un buon<br />
gestore per fare di Cagliari un home<br />
port crocieristico”. Fadda ricorda<br />
che la gestione sarà garantita al vincitore<br />
per 15 anni e che pare già interessi<br />
a quattro diversi gruppi, alcuni<br />
internazionali. Il tutto, come previsto<br />
dal Piano regolatore del <strong>Porto</strong>, verrà<br />
completato da un parcheggio sot-<br />
terraneo da 800 posti auto al Molo<br />
Ichnusa, a 15 metri dal Terminal e a<br />
10 metri dalle stesse banchine.<br />
“Per me questo è un momento di<br />
grande emozione perché ho assistito<br />
ad una trasformazione in cui pochi<br />
credevano. All’interno del Molo<br />
Ichnusa, una zona destinata ad un<br />
uso quasi esclusivamente militare, è<br />
nata una struttura capace di diventare<br />
a breve un importante polo di<br />
attrazione turistica internazionale”.<br />
L’obiettivo precipuo è infatti che il<br />
<strong>Porto</strong> diventi un punto di interesse<br />
per cittadini e turisti, secondo il<br />
modello di altre importanti città del<br />
Mediterraneo, come Barcellona, più<br />
volta posta ad esempio nella gestione<br />
portuale sarda.<br />
Infine, mentre il Presidente Fadda<br />
auspica “di riuscire a stimolare i<br />
grandi armatori e le compagnie crocieristiche<br />
in modo che Cagliari diventi<br />
un home port per le grandi navi<br />
da crociera”, già Costa Crociere ha<br />
inserito il capoluogo sardo tra i porti<br />
di partenza di alcune crociere nel<br />
Mediterraneo.<br />
Pina Monni<br />
maggio 2011 - 21
Napoli - La metropolitana a Piazza Municipio<br />
infrastrutture / porto&<strong>diporto</strong><br />
22 grandi progetti<br />
per rilanciare la Campania<br />
La Giunta regionale della Campania<br />
ha approvato opere per<br />
7 miliardi a valere sulle risorse<br />
europee del Por Fesr 2007/2013. Si va<br />
dal risanamento ambientale dei Campi<br />
Flegrei e dei Regi Lagni al Polo agroalimentare<br />
regionale, a quello logistico<br />
floro-vivaistico, alla rete delle eccellenze<br />
biotecnologiche. E ancora, sono<br />
previste nuove infrastrutture e la realizzazione<br />
della tangenziale delle aree<br />
interne e della linea ferroviaria ad alta<br />
capacità Napoli - Bari. Si tratta di opere<br />
per le quali le progettazioni sono già in<br />
fase avanzata, tali cioè da prevedere un<br />
immediato via libera da parte dell’Unione<br />
Europea. Quattro interventi sono già<br />
stati notificati a Bruxelles: si tratta della<br />
realizzazione del piano urbanistico<br />
esecutivo per l’area dell’ex Italsider di<br />
Bagnoli per un importo di 199 milioni,<br />
del sistema della metropolitana regionale<br />
per 739,6 milioni, del III tronco<br />
della strada statale 268 del Vesuvio per<br />
58,8 milioni, e del completamento della<br />
ferrovia Metrocampania Nordest per ulteriori<br />
322,2 milioni. Per gli altri progetti<br />
22 - maggio 2011<br />
l’amministrazione ha elaborato una<br />
scaletta dei lavori: la giunta regionale<br />
costituirà a breve una task force “Grandi<br />
progetti”, un tavolo di lavoro formato<br />
da tecnici specializzati con l’obiettivo<br />
di semplificare le procedure e seguire<br />
l’iter di ogni attività per arrivare alla<br />
sua realizzazione. Entro giugno dovrà<br />
essere presentata un’analisi dei costi e<br />
benefici, mentre entro luglio la Regione<br />
conta di avere il progetto tecnico. Per<br />
la fine dell’anno, poi, è prevista la firma<br />
dell’accordo di programma con gli enti<br />
interessati per l’inizio degli interventi.<br />
Per Stefano Caldoro, governatore<br />
della Campania: “Si tratta di progetti<br />
in perfetta coerenza con il Piano Sud,<br />
per ciascuno dei quali sarà applicabile<br />
un cronoprogramma che consenta di<br />
dargli esecutività in duecentoquaranta<br />
giorni”. Priorità verrà data alla logistica<br />
e ai porti, con investimenti per quasi<br />
3,5 miliardi di euro. Il relativo progetto<br />
mira a rilanciare il porto di Napoli quale<br />
piattaforma commerciale nel Mediterraneo<br />
e a riqualificare l’area orientale. E’<br />
previsto un insieme integrato di inter-<br />
venti per razionalizzare e potenziare i<br />
collegamenti intermodali del porto e la<br />
creazione di realtà produttive compatibili.<br />
Stessa operazione anche per il sistema<br />
portuale di Salerno dove verranno<br />
realizzate opere per il miglioramento<br />
dell’accessibilità del porto (per consentire<br />
l’ingresso alle navi da crociera ed<br />
alle navi commerciali di grandi dimensioni)<br />
e di potenziamento della piattaforma<br />
di Mercato San Severino. Quasi<br />
un miliardo, invece, è stato stanziato<br />
per il completamento della metropolitana<br />
regionale ed in particolare alla linea<br />
1 e alla linea 6 del metrò di Napoli. Altri<br />
217,2 milioni vanno alla riqualificazione<br />
e recupero del fiume Sarno con lavori<br />
che limiteranno in maniera drastica i<br />
frequentissimi fenomeni di esondazione<br />
che interessano una popolazione<br />
di oltre 700.000 abitanti, condizionando<br />
negativamente lo sviluppo socioeconomico<br />
delle aree interessate. Per<br />
la sola città di Napoli, inoltre, ci sono<br />
sul piatto 576 milioni, per interventi da<br />
Ovest a Est, passando per il centro<br />
storico. Fondi anche per l’ampliamento
dell’attuale copertura di servizi in larga<br />
banda in aree attualmente non servite<br />
o parzialmente servite e per le energie<br />
alternative, con la predisposizione di<br />
impianti di produzione di energia elettrica<br />
da fonti rinnovabili. Il presidente del<br />
Tavolo regionale del Partenariato economico<br />
e sociale, Luciano Schifone,<br />
ha sottolineato: “Siamo partiti soltanto<br />
adesso perché solo il 31 marzo 2011<br />
siamo rientrati dallo sforamento del<br />
patto di stabilità interno con la comunicazione<br />
al Ministero dell’Economia e<br />
delle Finanze del rispetto dei parametri<br />
e quindi abbiamo riaperto la strada per<br />
riattivare gli investimenti. Prima non ci<br />
sarebbe stato possibile avviare alcuna<br />
procedura per impossibilità di spesa<br />
consequenziale allo stato di sforamento.<br />
Abbiamo condiviso una parte della<br />
vecchia programmazione rispettando<br />
le priorità e le risorse divise per asse<br />
come già concordate con questo Tavolo”.<br />
Per il coordinatore delle Pmi campane<br />
e della cooperazione, Maurizio<br />
Maddaloni: “Le politiche di rilancio del<br />
territorio campano – spiega- devono<br />
andare oltre le grandi opere e i grandi<br />
progetti previsti dall’amministrazione<br />
regionale, puntando sulle reali vocazioni<br />
prevalenti della nostra economia,<br />
a partire dalle difficoltà di accesso al<br />
credito e alle forme di incentivazione<br />
diretta alle imprese per far ripartire lo<br />
sviluppo”.<br />
Brunella Giugliano<br />
NOME PROGETTO<br />
NOME PROGETTO<br />
INVESTIMENTO INVESTIMENTO TOTALE<br />
(in milioni (in milioni) di euro)<br />
Realizzazione di interventi per Bagnoli 199<br />
Sistema della Metropolitana regionale 739,6<br />
Metrocampania Nordest 322,2<br />
SS 268 del Vesuvio. III tronco 58,8<br />
Riqualificazione fiume Sarno 217,5<br />
Logistica e porti 3.273,20<br />
Linea 6 della metropolitana di Napoli 178<br />
La bandiera blu del litorale domitio 80<br />
Sistema portuale di Salerno 83<br />
Riqualificazione litorale del golfo di Salerno 70<br />
Risanamento ambientale dei laghi dei Campi Flegrei 65<br />
Energie alternative e fonti rinnovabili 350<br />
Centro storico di Napoli 100<br />
Risanamento ambientale e valorizzazione dei Regi Lagni 230<br />
Polo fieristico regionale 100<br />
Interventi regionali per l’alta capacità NA-BA 65<br />
Banda larga e sviluppo digitale in Campania 300<br />
Sviluppo filiera automotive 200<br />
Risanamento ambientale dei corpi idrici delle aree interne 100<br />
Risanamento ambientale dei corpi idrici della Provincia di Salerno 60<br />
Sviluppo filiera aerospaziale 190<br />
Tangenziale aree interne 70<br />
TOTALE 7.051,30<br />
maggio 2011 - 23
infrastrutture / porto&<strong>diporto</strong><br />
Legge Obiettivo<br />
lo stato dell’arte di<br />
infrastrutture e logistica<br />
Dieci anni di interventi prioritari<br />
non sono riusciti a migliorare<br />
sostanzialmente lo stato delle<br />
infrastrutture di trasporto in Italia. È<br />
questa la conclusione principale cui<br />
perviene il rapporto “Dieci anni di Legge<br />
Obiettivo”, elaborato da Legambiente.<br />
Al giro di boa del primo decennio della<br />
legge, voluta dal secondo governo Berlusconi<br />
per individuare le infrastrutture<br />
pubbliche e private, nonchè gli insediamenti<br />
strategici di interesse nazionale,<br />
i problemi di fondo non sono granché<br />
cambiati: nel 2010 il Paese, rimasto<br />
al di sotto della media infrastrutturale<br />
rispetto al resto d’Europa, può contare<br />
soltanto su 6.661 km di autostrade<br />
contro gli oltre 14.000 della Spagna, i<br />
12.600 della Germania e i quasi 11.000<br />
della Francia. Sconfortanti anche i dati<br />
sulle linee metropolitane, con soli 162<br />
km di rete rispetto ai 606 km della Germania,<br />
i 570 della Spagna e i 503 km<br />
della Gran Bretagna. L’unico miglioramento<br />
sensibile degli ultimi anni, riconosce<br />
l’associazione ambientalista, è<br />
quello relativo alla rete ferroviaria ad<br />
24 - maggio 2011<br />
alta velocità che ha raggiunto i 977 km<br />
di lunghezza. Eppure negli ultimi dieci<br />
anni l’elenco dei progetti è andato progressivamente<br />
aumentando, tanto che<br />
le opere “strategiche” da realizzare con<br />
la Legge Obiettivo sono passate da<br />
196 a 348.<br />
Tale crescita non è stata determinata<br />
soltanto dall’inserimento di nuove<br />
opere, ma anche da articolazioni e<br />
spezzettamenti di progetti già presenti<br />
nell’elenco iniziale. Oltre al numero,<br />
sono aumentati anche i costi totali delle<br />
opere elencate nella Legge Obiettivo,<br />
cresciuti oltre il 190% rispetto al 2001.<br />
In particolare riguardo alle infrastrutture<br />
di trasporto (189 progetti) contenute<br />
nell’elenco, la spesa prevista è di ben<br />
341,7 miliardi di euro, di cui al momento<br />
mancano ancora da reperire ben<br />
262 miliardi per la sola realizzazione<br />
delle infrastrutture di trasporto.<br />
I calcoli dei costi di Legambiente<br />
sono comunque sottostimati, considerando<br />
che il 51% dei progetti è ancora<br />
allo stadio preliminare o di studio di<br />
fattibilità. Di sicuro molto rimane ancora<br />
da fare: soltanto il 21,1% delle opere è<br />
stato realizzato (pari all’8,6% dei costi<br />
complessivi), l’11,1% è in cantiere o in<br />
gara (pari al 9,8% della spesa), il 16,9%<br />
delle opere ha superato la fase di progettazione<br />
definitiva, mentre il restante<br />
50,9% è ancora fermo alla progettazione<br />
preliminare o allo studio di fattibilità.<br />
Tra i dati spicca quello relativo alla<br />
geografia degli interventi: nonostante il<br />
gran parlare della necessità di miglioramenti<br />
infrastrutturali nel Mezzogiorno<br />
d’Italia, in realtà le opere di trasporto<br />
previste dalla Legge Obiettivo sono in<br />
buona parte localizzate al Nord (74 con<br />
48,5% dei costi totali). Inoltre al Settentrione<br />
sono destinati 15 miliardi di euro<br />
di risorse pubbliche in più rispetto al<br />
Mezzogiorno. Il contributo dei privati,<br />
su cui molto si discute tra gli addetti ai<br />
lavori, appare allo stato attuale ancora<br />
minoritario e comunque insufficiente a<br />
coprire l’immenso budget delle opere<br />
prioritarie nazionali: complessivamente<br />
il contributo delle risorse private rispetto<br />
al programma di opere di trasporto<br />
è pari al 34% delle risorse disponibili
e all’8% dei costi totali. Anche l’analisi<br />
di Legambiente evidenzia però che<br />
il decennio non è andato sprecato, in<br />
particolare da un punto di vista della<br />
semplificazione normativa: la stessa<br />
associazione ambientalista definisce<br />
infatti “impressionante” la semplificazione<br />
apportata in questi anni nelle<br />
procedure di approvazione delle opere,<br />
con interventi che hanno ridefinito tempi<br />
di approvazione e responsabilità di<br />
Cipe, Regioni e Enti Locali.<br />
A partire dal 2007 sono state ottantadue<br />
le opere vagliate con la nuova<br />
procedura di valutazione ambientale<br />
semplificata (43,2 miliardi di euro di<br />
costi), di cui il 91,6% ha superato la<br />
valutazione. Grazie a questa velocizzazione<br />
dell’iter, ad oggi sono state realizzate<br />
in maniera definitiva 40 opere,<br />
un numero non enorme ma neanche<br />
disprezzabile. Nell’elenco delle infrastrutture<br />
strategiche sono entrati a far<br />
parte acquedotti ed elettrodotti, reti di<br />
telecomunicazioni, le dighe del Mose<br />
a Venezia, l’adeguamento del Gra di<br />
Roma, la SS 156 dei Monti Lepini, l’Al-<br />
ta Velocità Torino - Salerno, parte del<br />
progetto metropolitano regionale in<br />
Campania, alcune autostrade in Sicilia<br />
e l’edilizia pubblica, di cui 21 opere di<br />
manutenzione di edifici istituzionali, 5<br />
interventi di edilizia scolastica, la realizzazione<br />
di 8 istituti penitenziari, 5<br />
edifici culturali e la caserma dei carabinieri<br />
di Parma. L’associazione ambientalista<br />
non risparmia comunque critiche<br />
alla programmazione infrastrutturale<br />
del Governo, accusata di tralasciare la<br />
vera emergenza del Sistema Paese,<br />
ovvero i sistemi urbani, i nodi ferroviari,<br />
le linee metropolitane e tranviarie. I<br />
sistemi urbani inseriti nell’elenco sono<br />
infatti appena 41, il 21,7% del totale, di<br />
cui 22 riguardano metropolitane, ferrovie<br />
locali e nodi ferroviari. Per questo<br />
motivo, conclude l’analisi di Legambiente,<br />
«occorre, avere il coraggio di<br />
rimettere mano all’elenco della Legge<br />
Obiettivo, intervenire rispetto alle priorità<br />
e alle regole di intervento. Per tornare<br />
finalmente a ragionare di trasporti<br />
prima che di infrastrutture, di problemi<br />
prima che di progetti. Perché in molte<br />
città mancano i treni e gli autobus, più<br />
che i binari, magari servono interventi<br />
di manutenzione e, a volte, investimenti<br />
in innovazione tecnologica. Occorre<br />
uscire da un dibattito incentrato sul<br />
numero di opere o di cantieri, di miliardi<br />
di euro mobilitati per lanciare sfide<br />
nuove e differenti, comprensibili dai<br />
cittadini. Come quella di puntare a far<br />
crescere il trasporto ferroviario pendolare<br />
in modo da arrivare a 5 milioni di<br />
cittadini trasportati nel 2020 (dagli attuali<br />
2,7 milioni). O di ridurre del 20%<br />
la quota di trasporto merci che viaggia<br />
su gomma, investendo seriamente nella<br />
logistica e nell’offerta di servizi efficienti,<br />
concorrenziali, integrati su treno<br />
e nave». L’auspicio, per Legambiente,<br />
è la creazione di un Authority per i trasporti<br />
in grado di guidare e controllare<br />
tutto il sistema nella prospettiva di una<br />
progressiva liberalizzazione.<br />
A partire dal trasporto ferroviario,<br />
agendo come garante nei confronti degli<br />
utenti di tali servizi.<br />
Eduardo Cagnazzi<br />
maggio 2011 - 25
icerche / porto&<strong>diporto</strong><br />
Sud - Tessuto produttivo<br />
tra recessione e rilancio<br />
Questo speciale Check up Mezzogiorno, predisposto in occasione<br />
delle Assise Generali di Ber gamo, con la collaborazione di Intesa<br />
Sanpaolo e di SRM-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, propone<br />
una riflessione articolata sull’industria meridionale, dalla quale è possibile<br />
ricavare una fotografia dai contorni piuttosto netti, e per molti versi sorprendente,<br />
di come gli imprendi tori del Mezzogiorno stiano uscendo dalla crisi<br />
economica, e delle principali tendenze di medio-lungo periodo.<br />
Le analisi sono state svolte sulle risultanze dei focus group condotti dal<br />
Centro Studi Confin dustria nel periodo dal marzo 2010 ad aprile 2011 e, per<br />
quanto riguarda gli anni precedenti, sulla lettura dei dati di bilancio che il Servizio<br />
Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha svolto su un campione di oltre<br />
6.500 imprese meridionali.<br />
Fanno da sfondo alla lettura “micro” dei processi di adattamento dell’impresa<br />
meridionale i principali indicatori macro economici riferiti alle regioni<br />
italiane, alle grandi ripartizioni e in alcuni casi, ai principali paesi europei.<br />
L’ambito di riferimento dei lavori di ricerca è il Mezzogiorno, l’area in ritardo<br />
di sviluppo più ampia dell’Unione Europea, in cui risiedono quasi 21 milioni<br />
di cittadini, con un reddito medio procapite di circa 17.000 euro, inferiore nel<br />
complesso al 70% della media comunitaria. Anche sul piano interno, il divario<br />
rimane ampio: il PIL pro capite del Mezzogiorno nel 2009 vale il 41,0% di quello<br />
del Centro Nord, divario che si riscontra sostanzialmente invariato da alcuni<br />
decenni a questa parte. La lenta crescita accomuna comunque le due parti<br />
del Paese: sia consi derando gli anni precrisi, sia tenendo conto del biennio di<br />
recessione, il risultato economico del Mezzogiorno è in linea con quello italiano,<br />
anche per effetto delle tendenze demografiche del Nord rispetto a quelle<br />
del Sud, dove i flussi migratori sono più vivaci.<br />
Venendo all’industria, da un punto di vista generale, la debolezza strutturale<br />
del tessuto pro duttivo meridionale è insita nelle sue stesse caratteristiche<br />
dimensionali: il 95,8% delle imprese del Sud si colloca, infatti, nella classe<br />
di addetti compresa tra 0 e 9 unità, risultando media mente di dimensioni più<br />
piccole di quelle operanti nel resto del territorio nazionale e nelle altre regioni<br />
europee. Se, per un verso, tale limitata dimensione può consentire alcuni vantaggi<br />
in termini di flessibilità operativa, essa rende inevitabilmente svantaggiate<br />
le imprese meridionali nell’affrontare mercati sempre più concorrenziali, in<br />
particolar modo quelli internazionali.<br />
Da queste caratteristiche dipende la bassa produttività del lavoro e la modesta<br />
dinamica dei tassi di crescita, mentre servirebbe una scossa ben più che<br />
robusta per avviare una reale ri duzione del gap. Il Centro Studi Confindustria<br />
calcola che, per colmare il divario nel PIL pro capite tra Mezzogiorno e Centro<br />
Nord, al Sud la produttività del lavoro dovrebbe salire del 16%, e dovrebbe<br />
aumentare di oltre 3 milioni di unità il numero di occupati (da 6,5 a 9,8 milioni).<br />
Ma per fare ciò, in un arco temporale ragionevole, il Sud dovrebbe crescere<br />
ad un ritmo di quasi il 6% l’anno per 15 anni, raddoppiando il suo PIL.<br />
È uno scenario al momento del tutto irrealistico, soprattutto alla luce delle<br />
performance fatte registrare dalle imprese meridionali negli anni più recenti,<br />
descritte in Economia e finanza delle imprese del Mezzogiorno durante e<br />
dopo la crisi, studio curato dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.<br />
Dall’analisi dei bilanci di esercizio di oltre 6.500 imprese meridionali nel periodo<br />
2007-9 (per oltre metà collocate in Campania e Puglia) emergono gli<br />
effetti dirompenti della crisi sul tessuto produttivo del Sud: nel 2009, il fatturato<br />
è risultato in calo dell’11,7% rispetto all’anno precedente, mentre appare in<br />
forte aumento (dall’11,7% del 2007 al 20,9% del 2009) la quota di imprese<br />
non in grado di generare sufficienti flussi economici nella gestio ne industriale<br />
per coprire gli oneri finanziari. Solo in parte questi risultati negativi risultano<br />
mitigati dalla specializzazione in settori meno ciclici (come l’agroalimentare)<br />
e dalla minore propensione all’esportazione. Particolarmente colpite si sono<br />
dimostrate quelle imprese che si sono presentate all’appuntamento con la<br />
crisi impreparate sul piano competitivo o con una situazione finanziaria e pa-<br />
26 - maggio 2011
trimoniale già compromessa.<br />
Si aggiunga che gli effetti della crisi sui bilanci saranno visibili ancora a<br />
lungo: infatti, Intesa Sanpaolo stima che, al termine del 2012, saranno ancora<br />
molte le imprese lontane dai livelli di fatturato del 2008, delineando un percorso<br />
di recupero di redditività molto graduale, e niente affatto certo. Cosicché<br />
il rischio di ulteriore “snellimento” dell’apparato produttivo appare pro babile,<br />
così come la possibilità che la continuità di alcune filiere produttive venga<br />
interrotta.<br />
E’ una minaccia molto grave, che può essere, almeno in parte, scongiurata<br />
se gli esempi di im prese più dinamiche, che non mancano, si rafforzeranno<br />
anche nel Mezzogiorno nel numero e nelle strategie: anche nel difficilissimo<br />
2009, infatti, un nucleo di imprese (l’8,4% del campione) ha continuato a crescere<br />
a ritmi sostenuti, registrando una crescita del mercato di almeno il 20%<br />
e facendo segnare, nel contempo, buoni livelli di redditività.<br />
Guardando ad un arco temporale più ampio, i fatti stanno a dimostrare che<br />
le imprese eccel lenti hanno rafforzato il proprio radicamento anche al Sud,<br />
riuscendo a superare meglio la cri si. Qualità, innovazione, marchi, distribuzione,<br />
internazionalizzazione sono gli elementi che le caratterizzano e sui quali<br />
occorrerà puntare per guardare con maggiore ottimismo ai prossimi anni. A<br />
questo selezionato campione è dedicata la seconda parte del Check up curata<br />
dal Cen tro Studi di Confindustria: Orientamenti strategici di medio termine<br />
delle imprese meridionali nei risultati di una indagine del CSC.<br />
L’oggetto della ricerca riguarda i principali interventi realizzati dalle <strong>aziende</strong><br />
italiane più dina miche, e con la maggiore capacità di affrontare con successo<br />
le sfide imprenditoriali, nel corso dell’ultimo decennio. Il campione di riferimento<br />
ha coinvolto prevalentemente attori di rilievo nel panorama industriale<br />
italiano e meridionale, per un totale di 55 <strong>aziende</strong> eccellenti del Mez zogiorno<br />
su un totale di 452 nazionali. Tali imprese dimostrano di aver saputo cogliere<br />
le opportunità della globalizzazione e di aver affrontato con successo le<br />
sfide che i cambiamenti dello scenario economico hanno sollevato. Le loro<br />
strategie di riposizionamento sono state spinte, nella maggior parte dei casi,<br />
non tanto dalla necessità di garantire la sopravvivenza dell’impresa nel breve<br />
periodo, ma da obiettivi di lungo termine, quali la competitività e la crescita.<br />
L’innovazione – di prodotto e di processo – e la qualità sono stati gli elementi<br />
strategici su cui hanno puntato, accompagnati da notevoli sforzi sostenuti nel<br />
campo della Ricerca e Sviluppo, internamente o anche tramite collaborazio ni<br />
con Università italiane ed estere.<br />
Soprattutto, l’analisi evidenzia l’assenza di differenze sostanziali di comportamento<br />
tra <strong>aziende</strong> eccellenti del Mezzogiorno e quelle del resto del Paese.<br />
Di fronte alle sfide della competizione globale non ci sono per le “imprese<br />
eccellenti” fattori critici legati alla cultura d’impresa o alla collocazione geografica.<br />
Essendo già affermate sul mercato, queste imprese riescono a superare<br />
gli ostacoli iniziali relativi alla localizzazione all’interno di un contesto non<br />
certo favorevole al loro sviluppo, e competono ad armi pari rispetto alle loro<br />
omologhe del Centro Nord. E, so prattutto, di fronte alla crisi, continuano ad<br />
investire.<br />
Un tessuto produttivo meridionale dalle dimensioni medie più elevate, dai<br />
prodotti più innova tivi, più aperto alla internazionalizzazione, più disposto a<br />
forme di collaborazione sembrerebbe essere la via d’uscita consigliata dalla<br />
crisi. Della necessità di fare “come le imprese eccellenti” c’è ampia consapevolezza<br />
nell’apparato produttivo del Sud: una diffusa reazione in questa<br />
di rezione non si è, tuttavia, ancora verificata.<br />
Ciononostante, essa rimane necessaria ed urgente, per superare divari<br />
che, come mostrano i dati raccolti nella terza parte del lavoro, curata dall’Area<br />
Mezzogiorno di Confindustria e da SRM, si fanno sempre più stabili e cristallizzati,<br />
anche per l’assenza di una chiara politica e di strumenti idonei a rilanciare<br />
una nuova, diffusa stagione di investimenti imprenditoriali.<br />
Il gap riguarda i più diversi ambiti dell’economia e della società meridionali:<br />
da un tasso di disoccupazione (13,4%) più che doppio rispetto a quello<br />
del Centro Nord all’andamento delle esportazioni; dal valore delle sofferenze<br />
bancarie (quasi doppie rispetto al resto del Paese) alla spesa in Ricerca e Sviluppo<br />
in percentuale sul PIL (ferma allo 0,9% rispetto ad un valore nazio nale,<br />
a sua volta basso, dell’1,3% e ben lontano dal 3% previsto dagli obiettivi di<br />
Europa 2020), dalle presenze dei turisti agli indicatori della qualità della vita.<br />
Ritardi e potenzialità dell’industria meridionale emergono con nitidezza da<br />
questo Speciale Check up, e saranno nei mesi prossimi costantemente monitorati<br />
attraverso una collaborazio ne sempre più intensa con gli Istituti, a iniziare<br />
da SRM, che hanno contribuito ad elaborarlo.<br />
redmar<br />
maggio 2011 - 27
logistica / porto&<strong>diporto</strong><br />
Francesco Tavassi, a capo del<br />
gruppo che comprende, tra<br />
l’altro, la società Logistica<br />
Campania srl e Temi Spa, licenziataria<br />
per la provincia di Napoli del marchio<br />
Corriere Executive, è stato eletto Presidente<br />
della Sezione trasporti, logistica<br />
e intermodalità dell’Unione Industriali<br />
della Provincia di Napoli, subentrando<br />
ad Alfredo Gaetani. Sono stati anche<br />
nominati i due vicepresidenti della sezione<br />
che sono Carlo Garolla di Bard e<br />
Antonio Zuccaro e rappresenteranno la<br />
Sezione in seno alla Giunta dell’Unione<br />
Industriali di Napoli. Il Consiglio Direttivo<br />
è formato da Marco Bianchi, Mariella<br />
Bottiglieri, Maurizio Capotorto, Luigi<br />
Cerreto, Agostino Chisari e Giuseppe<br />
Rocco. All’indomani della sua nomina<br />
Francesco Tavassi ha rilasciato alcune<br />
considerazioni a <strong>Porto</strong>&<strong>diporto</strong>.<br />
“Il nostro interesse è che la portualità<br />
sia oggetto delle prossime importanti<br />
scelte che determineranno il futuro della<br />
nostra Regione. Ritengo che sia doveroso<br />
indurre le associazioni imprenditoriali<br />
e le istituzioni a riflettere sul<br />
fatto che l’economia napoletana ruota<br />
attorno alla portualità ed alla logistica,<br />
che come dicono molti è le prima industria<br />
della provincia.<br />
Quanto pesa questo settore<br />
nell’economia locale?<br />
Nella provincia di Napoli sono presenti<br />
strutture logistiche molto importanti<br />
e ben attrezzate in cui operano<br />
eccellenze imprenditoriali di primissimo<br />
livello. La loro sinergia sul territorio ha<br />
generato ottimi risultati per il settore logistico<br />
e portuale che è diventato azienda<br />
trainante dell’economia provinciale.<br />
E vorrei sottolineare senza che le istituzioni<br />
politiche abbiano il ruolo istituzionale<br />
di stimolo e coordinamento.<br />
28 - maggio 2011<br />
Unione Industriali<br />
Rinnovato il vertice<br />
della logistica partenopea<br />
Francesco Tavassi<br />
Ma la politica focalizza questa importanza?<br />
Bisogna che ci sia una forte attenzione<br />
perchè le istituzioni si adoperino<br />
per non perdere i risultati che si sono<br />
già ottenuti e d’altra parte concretizzare<br />
le nuove opportunità che si stanno<br />
prefigurando: perchè avere la nuova<br />
darsena contenitori che consentirà più<br />
approdi per navi grandi, fare i nuovi<br />
dragaggi per navi più grandi, sono tutte<br />
cose che potrebbero consentirci di<br />
avere un ruolo primario in ambito Mediterraneo.<br />
Dobbiamo fare in modo che<br />
gli imprenditori napoletani si rendano<br />
conto che avremo maggiori opportunità<br />
facendo arrivare o partire le merci direttamente<br />
dalla nostra regione e non<br />
farle veicolare attraverso altri porti, soprattutto<br />
quelli del Nord Europa”.<br />
E’ per la mancanza di questi interventi<br />
che si è registrato nel primo trimestre<br />
di questo anno un forte calo<br />
di traffico nel porto?<br />
Purtroppo effettivamente questo calo<br />
è dovuto al fatto che oggi non ci sono<br />
le condizioni infrastrutturali per poter rispondere<br />
alle esigenze del mercato.<br />
Quale azione può intraprendere<br />
l’Unione Industriali per invertire questa<br />
tendenza?<br />
L’Unione può fare molto, può cercare<br />
di spingere le istituzioni locali e l’Autorità<br />
portuale a svolgere finalmente un<br />
ruolo di catalizzatore per alcune iniziative<br />
verso il governo centrale affinché<br />
vengano sbloccati fondi per progetti<br />
sempre più rimandati e sempre meno<br />
valorizzati. Bisogna concretizzare la<br />
possibilità che l’Unione finalmente<br />
comprenda le potenzialità del porto e<br />
del nostro comparto e vesta un ruolo<br />
determinante verso i centri decisionali.<br />
Prendiamo ad esempio i dragaggi;<br />
sembra che sia tutto pronto, ma ci sono<br />
diverse problematiche burocratiche<br />
che hanno rallentato l’iter dei lavori e<br />
questo comporta che si lavora al cinquanta<br />
per cento delle potenzialità.<br />
Si può anche incidere sull’attività<br />
della dogana per quanto riguarda le<br />
merci in entrata e uscita dal porto?<br />
I nostri colleghi che sono prettamente<br />
specializzati all’interno dell’ambito<br />
doganale hanno posto da tempo questo<br />
problema sia al compartimento<br />
doganale napoletano sia all’Agenzia<br />
Doganale a Roma, cioè il discorso che<br />
esistono controlli eccessivi e ripetitivi, e<br />
quindi i tempi di svincolo delle merci si<br />
allungano trasformandosi in maggiori<br />
costi per gli utenti che alla fine possono<br />
scegliere strutture diverse che hanno<br />
iter più rapidi. Con questo voglio dire<br />
che noi abbiamo il dovere di rispettare<br />
le regole e i controlli, che comunque<br />
devono essere fatti affinché il mercato<br />
cresca nel rispetto della legalità.<br />
Fabio De Cesare
innovazione / porto&<strong>diporto</strong><br />
Il dramma della pirateria<br />
Possiamo farci delle domande?<br />
Avremmo dovuto<br />
parlare<br />
oggi di personale<br />
marittimo; dare<br />
conto delle grosse sfide,<br />
delle tendenze e<br />
delle opportunità. Le<br />
nuove figure professionali<br />
introdotte dalla<br />
STCW; l’attivismo nazionale<br />
e le iniziative<br />
degli armatori e delle<br />
Istituzioni Pubbliche<br />
e private nel campo<br />
della formazione;<br />
l’apertura di spiragli per l’occupazione<br />
di giovani Italiani. Insomma avremmo<br />
dovuto segnalare e dare risalto alla<br />
buona notizia che si sente odore di<br />
aria nuova. Di questo però dovremo<br />
parlarne in seguito perché, purtroppo,<br />
non possiamo non rivolgere una riflessione<br />
e la dovuta attenzione al grave<br />
problema della pirateria. Ci preme anche<br />
per il motivo che, ad oggi, ben due<br />
navi nazionali sono sotto sequestro.<br />
Un misto di paura, di pena, di sconforto<br />
e di senso di impotenza pervade<br />
tutti noi che viviamo nel settore. Sotto<br />
il velo del comprensibile silenzio che<br />
accompagna gli oramai consueti eventi<br />
di questo fenomeno, maturano prevaricazioni<br />
e prepotenze, tragedie umane,<br />
preoccupazioni e rischi imprenditoriali,<br />
business e arricchimenti insani. Da<br />
un lato, nel cinico e pragmatico mondo<br />
del business, si sta legittimamente<br />
sviluppando un complesso e bilanciato<br />
sistema di protezioni, risarcimenti ecc.,<br />
per contenere l’impatto sui beni e sugli<br />
interessi. Inevitabilmente la rassegnazione<br />
strisciante comincia a convivere<br />
col problema e inesorabilmente si diffonde.<br />
Dall’altro lato però non ci può<br />
essere rassegnazione e assuefazione<br />
per chi, marittimi e loro familiari, vive il<br />
dramma sulla propria pelle. E’ questo il<br />
tormento!<br />
Il tema della pirateria è complesso e<br />
presenta aspetti normativi, tecnologici,<br />
procedurali, di politica della sicurezza in<br />
generale. E’ una faccenda che coinvolge<br />
il sistema di sicurezza istituzionale<br />
Nazionale, il mondo della diplomazia,<br />
ecc. In Italia, come altrove, gli operatori<br />
nel loro ambito decisionale si arrovellano<br />
e tentano, con sforzi e fantasia, di<br />
correre ai ripari inventando e adottando<br />
improbabili ed inefficaci dispositivi di<br />
prevenzione e di contrasto (filo spinato,<br />
spingarde,barriere, procedure, ecc.).<br />
Sistemi offensivi e reattivi (es. guardie<br />
armate) non possono essere adottati<br />
se non autorizzati dall’Amministrazione<br />
di bandiera: su questo è in corso una<br />
approfondita discussione fra le rappresentanze<br />
degli operatori e i Ministeri<br />
competenti. Due riflessioni emergono<br />
(o dovrebbero emergere) con evidenza<br />
da questa lunga e penosa storia:<br />
L’EFFICACIA E LE INCONGRUEN-<br />
ZE DEL SISTEMA NORMATIVO - Ricordiamo<br />
l’ISPS’? Il Codice Internazionale<br />
per la Security, nato sull’onda<br />
dell’emergenza ‘terrorismo’, produsse<br />
e generò sconvolgimenti, organismi<br />
Internazionali e Nazionali, ingenti oneri<br />
economici per gli operatori, nuovi business,<br />
nuovi incarichi e poteri per le<br />
burocrazie. La protezione dalla pirateria<br />
– oltre al terrorismo - era fin dall’inizio<br />
uno degli obiettivi coerenti con le<br />
intenzioni. E’ legittimo chiedersi quanto<br />
questo immenso circo è stato efficace?<br />
Possiamo trarre qualche insegnamento?<br />
Nel nostro sistema nazionale italiano<br />
possiamo operare una revisione<br />
e riconsiderazione complessiva? A<br />
titolo di esempio possiamo pensare di<br />
trasferire - tutti, pubblico e privati - risorse<br />
da un farraginoso, impegnativo e<br />
oneroso sistema ispettivo (ad esempio<br />
per la gestione della certificazione di<br />
security) ad un sistema di informazione<br />
più efficace, all’adozione di sistemi<br />
protettivi a bordo più efficaci (guardie<br />
armate), ecc.?<br />
LA VULNERABILITA’ INDOTTA<br />
DALLA DIFFUSIONE DELLE TECNO-<br />
LOGIE ‘ICT’ - E’ il problema generale<br />
dell’indebolimento della sicurezza connesso<br />
con l’evoluzione e la diffusione<br />
delle telecomunicazioni e delle tecnologie<br />
in generale. Per restare nel settore<br />
del trasporto marittimo negli ultimi<br />
decenni abbiamo assistito all’uso, ai<br />
fini della sicurezza, di supporti satellitari<br />
alle telecomunicazioni (Inmarsat<br />
- GMDSS); all’introduzione di sistemi<br />
avanzati di identificazione e scambio<br />
dati quali ad esempio l’A.I.S. (Automatic<br />
Identification System) oppure di<br />
gestione del traffico, quali i V.T.S. (Vessel<br />
Trafic Systems); alla diffusione dei<br />
sistemi di comunicazione bordo/terra;<br />
ai sistemi avanzati di supporto alla navigazione,<br />
ecc.<br />
Intanto i sistemi di tracciamento e<br />
localizzazione si diffondevano e si<br />
aprivano (basta pensare ai sistemi di<br />
ottimizzazione della rotta tipo ‘ocean<br />
routes’ fino alle applicazioni stile Google<br />
Heart), rendendo praticamente<br />
pubbliche informazioni e dati che fino<br />
a poco tempo prima erano considerate<br />
‘sensibili’ sia sotto l’aspetto commerciale,<br />
sia della sicurezza. Oggi chiunque<br />
è in grado di accedere in Internet,<br />
su sistemi web ‘aperti’, che forniscono,<br />
a richiesta, posizioni, dettagli e dati delle<br />
navi. E’ questo un ‘danno collaterale’<br />
inevitabile per il trasporto marittimo?<br />
Non è forse troppo sbilanciato il rapporto<br />
costi (attuali e potenziali) - benefici?<br />
Si può pensare ad una riconsiderazione,<br />
a livello internazionale, dei livelli di<br />
protezione dei dati? L’Italia svolge un<br />
ruolo di prestigio in queste tematiche;<br />
essa si è conquistata un ruolo di leadership<br />
nella gestione del sistema di<br />
informazione e scambio dati nell’area<br />
del Mediterraneo. Siamo leader per i<br />
sistema AIS e VTS nell’area regionale.<br />
Siamo nella posizione di sollevare una<br />
discussione in ambito internazionale.<br />
Ing. Giuseppe Balzano<br />
maggio 2011 - 29
diritto/ porto&<strong>diporto</strong><br />
I Registri di classifica:<br />
la legge è uguale per tutti?<br />
La nave “Nicolas H” imbarca in<br />
porti sudamericani un carico di<br />
piombo alla rinfusa ed un altro<br />
di concentrato di zinco. Dopo alcuni<br />
giorni di navigazione, il comandante<br />
rileva una lesione in una lamiera dello<br />
scafo, dirige su San Juan di Puerto<br />
Rico e chiede l’intervento di un perito<br />
dell’istituto di classifica giapponese<br />
Nippon Kaiji Kyokay (N.K.K.). Eseguita<br />
una riparazione provvisoria, il perito<br />
della N.K.K. autorizza il completamento<br />
del viaggio. Il giorno dopo la saldatura<br />
salta e la nave affonda.<br />
Il proprietario del carico cita l’armatore<br />
e la N.K.K. innanzi la Corte inglese.<br />
Intervenuta una transazione con l’armatore<br />
e proseguita l’azione contro la<br />
N.K.K., la Commercial Court afferma la<br />
responsabilità extra contrattuale della<br />
N.K.K., stante il nesso causale (“proximity”)<br />
tra la perdita del carico e la negligente<br />
certificazione, ed accoglie la<br />
domanda di risarcimento proposta dal<br />
proprietario del carico.<br />
La sentenza è impugnata e la Court<br />
of Appeal assolve la N.K.K.: it was not<br />
fair, just and reasonable to require<br />
N.K.K. to shoulder a duty of care to<br />
cargo interest.<br />
Il caso è portato innanzi alla House<br />
of Lords e Lord Steyn, con la dissenting<br />
opinion di Lord Lloyd, sentenzia:<br />
I conclude that the recognition of a<br />
duty would be unfair, unjust and unreasonable<br />
as against the shipowners<br />
who would ultimately have to bear the<br />
cost of holding classification societies<br />
liable … It would also be unfair, unjust<br />
and unreasonable towards classification<br />
societies, notably because they<br />
act for the collective welfare and unlike<br />
shipowners they would not have the<br />
benefit of any limitation provisions …<br />
In my judgment the lesser injustice<br />
is done by not recognizing a duty of<br />
care.<br />
Sono trascorsi più di quindici anni da<br />
questa decisione della House of Lords<br />
e l’orientamento della giurisprudenza<br />
inglese non è finora mutato. Mancando<br />
una norma di carattere generale analoga<br />
a quella del nostro codice civile,<br />
nell’ordinamento inglese la responsabilità<br />
da fatto illecito sussiste se e<br />
quando sia configurabile un particolare<br />
fatto illecito rispetto al quale sia ritenuto<br />
meritevole di tutela il terzo danneggiato<br />
30 - maggio 2011<br />
senza che ciò sia pregiudizievole per il<br />
complessivo equilibrio degli interessi<br />
delle parti e della collettività: the common<br />
law develops incrementally on the<br />
basis of a consideration of analogous<br />
cases when a duty has been recognised<br />
or desired (Lord Steyn). In altre parole,<br />
il caso in questione non presenta<br />
una sufficiente analogia con casi precedenti<br />
nei quali è stato riconosciuto<br />
un duty of care to cargo interest. Ciò<br />
non esclude che in futuro un caso particolare<br />
possa essere deciso in senso<br />
opposto in quanto ritenuto analogo a<br />
casi precedenti nei quali è stato riconosciuto<br />
un duty of care to cargo interest.<br />
Se questo è l’orientamento nel common<br />
law, le cose vanno diversamente<br />
sul continente.<br />
La Corte di Appello di Versailles è<br />
chiamata a decidere un caso in cui la<br />
nave “Elodie II”, nel primo viaggio eseguito<br />
dagli acquirenti dopo la consegna<br />
e la conferma di classe, imbarca acqua<br />
per una lesione allo scafo con conseguenti<br />
gravi danni alla nave ed al carico.<br />
Accertata una colpa grave del perito<br />
di classe, la Corte di Appello ritiene che<br />
vi sia una responsabilità extra contrattuale<br />
del registro di classifica con conseguente<br />
condanna al risarcimento dei<br />
danni subiti dall’acquirente.<br />
Nel 2007 vi è la condanna del registro<br />
per il naufragio della nave “Welborn”.<br />
La Cour de Cassation sentenzia:<br />
La colpa della società di<br />
classificazione nell’accertamento<br />
delle condizioni<br />
di navigabilità della<br />
nave costituisce<br />
la causa diretta<br />
della perdita<br />
del carico quando, in mancanza di tale<br />
accertamento, la nave non avrebbe potuto<br />
prendere il mare e di conseguenza<br />
il sinistro non si sarebbe verificato.<br />
Il ragionamento fatto dai giudici francesi<br />
è molto semplice: è pacifico che,<br />
in tema di responsabilità extra contrattuale,<br />
è necessaria la prova del nesso<br />
causale tra danno e fatto illecito; ma è<br />
evidente che, se il Registro avesse con<br />
la dovuta diligenza accertato le condizioni<br />
di innavigabilità, la nave n’aurait<br />
jamais pu prendre la mer.<br />
Le conclusioni della Cour de Cassation<br />
divergono sostanzialmente da<br />
quelle della House of Lords: la falsa o<br />
negligente certificazione comporta la responsabilità<br />
extra contrattuale dell’ente<br />
di classifica anche nei confronti di terzi<br />
(noleggiatori e/o proprietari del carico),<br />
stante il loro ragionevole affidamento<br />
sulle risultanze dei certificati e la conseguente<br />
legittima tutela dei terzi danneggiati.<br />
Quale è la posizione dei giudici italiani<br />
nei confronti di queste contrastanti<br />
decisioni?<br />
Le difficoltà nella ricerca di un criterio<br />
di collegamento con la giurisdizione<br />
italiana e quelle ulteriori nella individuazione<br />
della legge
applicabile hanno ritardato il posizionamento<br />
dei nostri tribunali su questo<br />
delicato tema. Va anche osservato che,<br />
nel nostro ordinamento, la responsabilità<br />
extra contrattuale presuppone<br />
che vi sia una prova certa del nesso<br />
causale tra il danno ed il fatto illecito.<br />
Ne discende che il terzo danneggiato<br />
ha il difficile compito di provare il comportamento<br />
fraudolento o negligente<br />
dell’ente di classifica, il ragionevole<br />
affidamento sulla certificazione nonché<br />
il nesso causale tra il fatto illecito ed il<br />
danno subito.<br />
Ed ecco che il Tribunale di Genova,<br />
con una recentissima e ponderosa sentenza,<br />
è sceso in campo per arbitrare<br />
una difficile partita tra la Argos, noleggiatrice<br />
della nave maltese “Redwood”<br />
bloccata ad Amburgo dalle locali autorità<br />
per gravi deficienze, ed il Registro<br />
che aveva certificato la piena classe<br />
della nave.<br />
La Argos aveva prospettato una<br />
responsabilità extra contrattuale del<br />
Registro per negligente ispezione ed<br />
inveritiera certificazione incidenti sul<br />
contratto di noleggio (poi risolto) e<br />
determinative di danni economici. La<br />
partita si conclude con la netta vittoria<br />
della Argos e la condanna dell’ente di<br />
classificazione all’integrale risarcimento<br />
dei danni.<br />
Il verdetto pronunciato dal Tribunale<br />
genovese è così motivato:<br />
- la negligente conferma di classe ha<br />
avuto una incidenza causale sull’errata<br />
valutazione della nave da parte del noleggiatore.<br />
Se il perito del Registro avesse<br />
diligentemente ispezionato la nave,<br />
la classe non sarebbe stata confermata<br />
e la Argos non<br />
avrebbe fissato la “Redwood”;<br />
- la condotta del Registro deve essere<br />
ritenuta illecita in quanto lesiva di un<br />
interesse giuridicamente protetto nonché<br />
contrastante con le norme tecniche<br />
che regolamentano le certificazioni di<br />
classe. Sussistendo tutti i presupposti<br />
del fatto illecito richiesti dall’art. 2043<br />
del codice civile, va affermata la responsabilità<br />
extra contrattuale del Registro;<br />
- analoghi criteri di imputazione della<br />
responsabilità extra contrattuale per<br />
fatto illecito vigono in tutti gli ordinamenti<br />
di civil law. Anzi, i giudici francesi<br />
e tedeschi sono andati ben oltre, fino a<br />
ravvisare una concorrente responsabilità<br />
contrattuale degli enti di classifica<br />
per violazione degli obblighi informativi<br />
e di protezione nei confronti dei terzi<br />
che fanno ragionevole affidamento sulle<br />
informazioni e certificazioni degli enti<br />
di classifica;<br />
- la situazione è differente negli ordinamenti<br />
di common law per il preteso<br />
difetto di quella speciale relazione, tra<br />
l’ente di classifica ed i terzi utilizzatori,<br />
ritenuta necessaria per riconoscere un<br />
duty of care to cargo interest.<br />
Sennonché, non è giusto e non è<br />
ragionevole escludere questa speciale<br />
relazione quando è notorio che i rapporti<br />
commerciali ed assicurativi nel comparto<br />
marittimo vivono in ogni latitudine<br />
sulla affidabilità degli enti di classifica.<br />
In particolare, è stato osservato dal giudice<br />
genovese: In effetti, una definizione<br />
di “responsabilità contrattuale” per la<br />
negligente e non veridica certificazione<br />
di classe potrebbe discendere secondo<br />
questo Tribunale da quel sempre più<br />
consolidato indirizzo giurisprudenziale<br />
che, a fronte di attività riconducibili alle<br />
professioni intellettuali, ipotizza<br />
una respon-<br />
sabilità da “contratto sociale” ogni qual<br />
volta il professionista venga meno a regole<br />
imposte dalla legge o dal diligente<br />
esercizio dell’”arte” o “scienza” di riferimento:<br />
a prescindere dall’esistenza o<br />
meno di un diretto e personale rapporto<br />
contrattuale con chi abbia a subire le<br />
negative conseguenze di tale errore o<br />
divergenza dalle regole professionali.<br />
Al giudice genovese va riconosciuto<br />
il merito di aver esaminato a tutto tondo<br />
un tema complesso e delicato. Tanto<br />
delicato da richiedere ulteriori approfondimenti<br />
con la dovuta cautela.<br />
In ogni caso, l’attenzione dei giudici,<br />
in particolare francesi ed italiani, a<br />
questo tema dovrebbe sensibilizzare<br />
gli addetti ai lavori sulla opportunità di<br />
mettere mano ad una normativa uniforme<br />
avente lo scopo di disciplinare,<br />
da un lato, i criteri per la individuazione<br />
della giurisdizione e della legge applicabile<br />
e, dall’altro, la natura ed i limiti<br />
della responsabilità degli enti di classifica<br />
nonché la introduzione di un limite<br />
del debito analogo a quello spettante<br />
all’armatore.<br />
La necessità di una normativa uniforme<br />
risponde, tra l’altro, alla esigenza<br />
di impedire che un ente di classifica, in<br />
quanto francese, sia ritenuto responsabile<br />
dai giudici francesi mentre un altro,<br />
in quanto inglese, sia ritenuto innocente<br />
dai giudici inglesi in un caso analogo.<br />
Si eviterebbe, inoltre, che un Registro<br />
(inglese) possa essere citato innanzi ai<br />
giudici italiani, in quanto più favorevoli<br />
ai terzi utilizzatori, e non ai giudici inglesi<br />
il cui orientamento è prevalentemente<br />
contrario, almeno per ora.<br />
Non mi risulta che gli enti di classifica<br />
soffrano di persecuzione. Ma certamente<br />
hanno il diritto di fare affidamento su<br />
quella regoletta per cui anche gli enti di<br />
classifica sono uguali innanzi alla legge,<br />
quanto meno, comunitaria.<br />
Bruno Castaldo<br />
maggio 2011 - 31
<strong>aziende</strong> / porto&<strong>diporto</strong><br />
ABB realizzerà l’impianto misto, idro – eolico - solare,<br />
che alimenterà El Hierro nell’arcipelago delle<br />
Isole Canarie, la più piccola isola di tutto l’arcipelago<br />
atlantico. Grazie al nuovo impianto sarà la prima isola<br />
al mondo completamente autonoma dal punto di vista della<br />
produzione di energia elettrica con tecnologie a zero emissioni.<br />
L’impianto, commissionato da ELECNOR (EPC di<br />
Madrid specializzato nella realizzazione di progetti “green”),<br />
utilizzerà fonti completamente rinnovabili, a zero emissione<br />
di CO 2 , e sarà costituito da cinque generatori eolici e da una<br />
stazione di pompaggio per l’impianto idroelettrico. La consegna<br />
è prevista entro fine febbraio 2012. Cinque generatori<br />
eolici con una capacità istallata di 11,5 megawatt forniranno<br />
l’energia ai circa 11.000 residenti, ai molti turisti e ai tre impianti<br />
di dissalazione presenti nell’isola. Il surplus di energia<br />
accumulata servirà per pompare acqua, a più di 700 metri di<br />
altezza, nel bacino di alimentazione della centrale idroelettrica<br />
di back-up situato all’interno di un vulcano ormai estinto<br />
da millenni. Il bacino renderà disponibile l’energia in assenza<br />
di vento o in presenza di picchi della domanda. L’acqua, pas-<br />
32 - maggio 2011<br />
El Hierro<br />
isola ad energia “verde”<br />
sando attraverso una serie di turbine da 11,3 megawatt, sarà<br />
convogliata in un piccolo bacino sottostante, della capacità di<br />
150.000 metri cubi, per dare origine a un circuito chiuso molto<br />
efficiente sia dal punto di vista energetico che del risparmio<br />
economico. Il sistema di “produzione combinata di energia”<br />
era già stato introdotto negli USA più di 50 anni fa, per accumulare<br />
l’energia prodotta in eccesso dalle centrali nucleari<br />
e immetterla in rete nei momenti di maggiore richiesta.<br />
La tecnologia che sarà impiegata a El Hierro, pur avendo<br />
un’analoga derivazione, è stata resa ancora più efficace<br />
e permetterà, d’ora in avanti, di migliorare sensibilmente<br />
l’efficienza dei sistemi di produzione a energia rinnovabile,<br />
consentendo di superare il vincolo tra la disponibilità<br />
dell’energia generata e la reale necessità di utilizzo.<br />
Vista la complessità dell’impianto ELECNOR si è rivolto<br />
ad ABB per la specifica competenza tecnica e per la capacità<br />
di coordinare i vari interlocutori sia esterni che interni.<br />
La fornitura ABB per il nuovo impianto di El Hierro comprende<br />
vari quadri UniGear ZS1 a semplice piano,<br />
doppio piano e duplex, per un totale di 66 scompar-
ti oltre a 14 scomparti UniMix di distribuzione secondaria<br />
e il sistema di protezione differenziale di sbarra.<br />
L’ordine è stato acquisito dall’organizzazione di vendita<br />
spagnola ABB mentre presso l’Unità di media tensione<br />
di Dalmine (Bergamo) è stato realizzato lo studio<br />
della parte elettrica dell’impianto e sono stati prodotti<br />
i quadri elettrici di distribuzione primaria e secondaria.<br />
Lo studio delle protezione ha richiesto molto impegno perché<br />
l’impianto presenta una particolare complessità tecnica.<br />
Infatti, sebbene la potenza erogata non sia particolarmente<br />
elevata (circa 10 megawatt), nell’impianto sono presenti più<br />
fonti energetiche con caratteristiche di fluttuazione dell’energia<br />
prodotta e motori di notevole potenza per la stazione di<br />
pompaggio.<br />
Questo contratto segue un precedente ordine del 2010<br />
riguardante la fornitura di avviatori a frequenza variabile, motori,<br />
trasformatori e sistemi di controllo di produzione ABB.<br />
Le caratteristiche di questo impianto, sia in termini di autonomia<br />
energetica che per quanto riguarda l’impiego<br />
di fonti rinnovabili a basso impatto ambientale, apriranno<br />
certamente la strada per applicazioni analoghe in altre<br />
isole del Mediterraneo. Il sistema di El Hierro, infatti,<br />
è seguito molto da vicino da alcune importanti utility europee<br />
con lo scopo di essere replicato in nuovi impianti.<br />
Poter disporre di un “serbatoio” per le energie rinnovabili<br />
è un significativo passo avanti nelle tecnologie “green” e<br />
permetterà di superare una serie di vincoli tecnologici che<br />
non ne hanno ancora consentito la diffusione su larga scala.<br />
ABB (www.abb.com) è leader nelle tecnologie per l’energia e<br />
l’automazione che consentono alle utility ed alle industrie di<br />
migliorare le loro performance, riducendo al contempo l’impatto<br />
ambientale. Le società del Gruppo ABB impiegano circa<br />
124.000 dipendenti in oltre 100 Paesi.<br />
Riccardo Russo<br />
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maggio 2011 - 33
<strong>aziende</strong> / porto&<strong>diporto</strong><br />
Il Gruppo Avio partecipato da Finmeccanica<br />
al 14% firma con Pratt<br />
& Whitney un accordo di fornitura<br />
per il sistema di trasmissione Pure<br />
Power Pw1500G, che consentirà una<br />
riduzione superiore al 10% dei consumi<br />
e del 50% delle emissioni e della<br />
rumorosità. Il contratto vale per Avio<br />
oltre 4 miliardi di euro di fatturato per<br />
i prossimi 20/25 anni. Il Pw1500G, in<br />
particolare, è il primo di una famiglia<br />
di motori (Pure Power), caratterizzati<br />
da un’architettura rivoluzionaria, la<br />
Geared Turbofan, nella quale, grazie<br />
allo speciale sistema di trasmissione<br />
denominato Fan Drive Gear System<br />
prodotto da Avio e da Pratt & Whitney,<br />
il grande fan e la turbina di bassa pressione<br />
girano a velocità diverse, con una<br />
riduzione del numero di componenti<br />
(stadi rotori e statori) rispetto ai motori<br />
tradizionali. Tale architettura rende così<br />
possibili maggiori livelli di efficienza e<br />
minori consumi di carburante, con una<br />
netta riduzione delle emissioni e della<br />
rumorosità di funzionamento. Oltre al<br />
Fan Drive Gear System, Avio produrrà<br />
la trasmissione comando accessori<br />
e una delle strutture statiche principali<br />
del motore, il Mid Turbine Frame. Il<br />
gruppo internazionale leader del settore<br />
aerospaziale parteciperà, inoltre, al<br />
network di manutenzione del motore.<br />
L’ingresso in questo programma rap-<br />
34 - maggio 2011<br />
E’ targato Avio<br />
il nuovo motore “verde”<br />
Sarà destinato al velivolo Bombardier “CSeries”<br />
da 110-130 posti<br />
presenta per Avio il coronamento di un<br />
percorso di anni di studi e investimenti,<br />
sia con Pratt & Whitney, sia in ambito<br />
europeo, dove opera nel campo della<br />
ricerca e dello sviluppo tecnologico attraverso<br />
una rete di laboratori all’interno<br />
di campus universitari italiani e collaborazioni<br />
con 24 università e centri di<br />
ricerca italiani e internazionali. Fondato<br />
nel 1908 e presente in 4 continenti con<br />
sedi commerciali e 9 insediamenti produttivi,<br />
il Gruppo conta oggi 5.200 dipendenti<br />
di cui circa 4.500 in Italia. Nel<br />
2009 ha generato ricavi per 1,7 miliardi<br />
di euro. Opera in 5 principali aree di<br />
business e cioè aeronautica, spazio,<br />
servizi, turbine aeroderivate per uso<br />
navale e industriale e sistemi di controllo,<br />
d’automazione ed elettrici. Il nuovo<br />
velivolo Bombardier CSeries, che sarà<br />
equipaggiato con il motore Pw1500G,<br />
entrerà in produzione nel 2013. Il programma<br />
CSeries ha già acquisito ordini<br />
per 90 velivoli e 90 opzioni da tre clienti:<br />
Lufthansa, Lease Corporation International<br />
e Republic Airways. Nei prossimi<br />
20/25 anni Avio prevede la vendita di<br />
oltre 3.000 motori (inclusi i ricambi) e di<br />
equipaggiare oltre 1.400 velivoli. I primi<br />
prototipi, realizzati negli stabilimenti<br />
Avio di Rivalta di Torino e Pomigliano<br />
d’Arco (Napoli), verranno consegnati a<br />
novembre 2011. Ma non è tutto. Avio<br />
celebra il traguardo dei primi 200 lanci<br />
nello spazio di Ariane, il leader mondiale<br />
che ha portato in orbita oltre il 60%<br />
dei satelliti commerciali in servizio al<br />
mondo e per cui il Gruppo è responsabile<br />
della propulsione del primo stadio<br />
del lanciatore con i potenti booster a<br />
propellente solido, che costituiscono<br />
un elemento fondamentale per la fase<br />
di decollo e di accelerazione iniziale.<br />
Alti 30 metri, per 3 metri di diametro e<br />
con una massa totale di 270 tonnellate,<br />
i due booster forniscono nei primi due<br />
minuti di volo il 92% della spinta totale<br />
necessaria a sollevare le 780 tonnellate<br />
del lanciatore, assicurando il lift-off<br />
e l’attraversamento dell’atmosfera terrestre<br />
fino a 65 km dalla superficie. Dal<br />
1979, data di lancio del primo Ariane 1,<br />
Avio ha prodotto per il programma Ariane<br />
oltre 300 booster e 3.500 motori di<br />
separazione degli stadi. Oggi produce<br />
per Ariane 5 anche la turbopompa a<br />
ossigeno liquido, un componente del<br />
motore criogenico Vulcain che spinge<br />
il corpo centrale, realizzata nello stabilimento<br />
di Rivalta di Torino.<br />
Brunella Giugliano
Dal 1° giugno, di nuovo SI-<br />
STRI…L’ormai famoso “Sistema<br />
di tracciabilità dei rifiuti”,<br />
istituito a gennaio del 2010, dovrebbe<br />
entrare in vigore dal 1° giugno di questo<br />
anno; il condizionale è d’obbligo<br />
perché tra proroghe, necessità di chiarimenti<br />
e rinvii, è in sperimentazione da<br />
oltre un anno.<br />
Le imprese obbligate al sistema, intanto<br />
pagano l’installazione delle black<br />
box, con i contributi annuali che variano<br />
a seconda dei quantitativi di rifiuti e<br />
della tipologia di essi, in particolare se<br />
siano pericolosi o meno; e questi costi<br />
sono a carico, anche se le imprese<br />
non lo utilizzano. Intanto il Ministero<br />
dell’Ambiente, propedeuticamente alla<br />
entrata in vigore del SISTRI, ha provveduto<br />
a siglare ben quattro protocolli<br />
di collaborazione: uno con la Guardia<br />
Costiera, uno tra SISTRI e SITRA (sistema<br />
di tracciabilità regionale), uno<br />
con Confindustria e Confcommercio ed<br />
un ultimo con la Confederazione delle<br />
piccole e medie imprese.<br />
Sembrerebbe che il Sistema di tracciabilità<br />
dei rifiuti, che dovrebbe consentire<br />
il controllo e monitoraggio dei<br />
rifiuti speciali (pericolosi e non) nell’intera<br />
filiera (dal produttore allo smaltimento<br />
finale) riducendo così la ben<br />
nota illegalità del settore a tutto vantaggio<br />
dell’ambiente, non sia ancora<br />
pronto e da più parti si chiedono nuove<br />
proroghe.<br />
Qualcuno sostiene che l’Italia non<br />
era ancora “pronta” a questo sistema,<br />
in particolare il micro-sistema degli autotrasportatori.<br />
Le imprese dell’autotrasporto lamentano<br />
poi i costi notevoli e, nonostante<br />
la buona volontà di dotarsi presto delle<br />
black box, non si riesce ad utilizzare il<br />
sistema completamente.<br />
Due problemi principalmente: entro<br />
il 30 aprile le imprese devono pagare<br />
i contributi del 2011, nonostante un si-<br />
<strong>aziende</strong> / porto&<strong>diporto</strong><br />
Il SISTRI, questo sconosciuto<br />
e fantomatico sistema<br />
stema non ancora operativo, dall’altro<br />
parecchi produttori ed impianti di recupero<br />
e stoccaggio non si sono ancora<br />
adeguati e sembra che la percentuale<br />
al Sud sia parecchio elevata.<br />
Di certo tanti non si sono adeguati:<br />
cattiva volontà, convinzione che come<br />
spesso accade in Italia arrivano prima<br />
o poi le deroghe e le proroghe, non<br />
perfetta divulgazione ed informazione<br />
a livello capillare…<br />
Sembra che il Ministero per richiamare<br />
coloro che ancora non si sono<br />
adeguati voglia pubblicarne un elenco<br />
pubblico: le critiche al riguardo sono<br />
state tante e la “gogna” pubblica non<br />
è stata ritenuta un rimedio efficace e<br />
corretto.<br />
La confusione è davvero tanta. Speriamo<br />
che questo ennesimo pasticcio<br />
all’italiana si risolva in maniera razionale<br />
senza danneggiare l’economia di un<br />
sistema in crisi.<br />
Renato Coroneo<br />
maggio 2011 - 35
<strong>aziende</strong>/ porto&<strong>diporto</strong><br />
36 - maggio 2011<br />
Altanus<br />
Alleanze per crescere<br />
Grandi novità in casa Altanus,<br />
marchio storico<br />
dell’orologeria mondiale<br />
che nel 2014 taglierà il traguardo<br />
dei primi cento anni di vita:<br />
la maison italiana, dal 1973 di<br />
proprietà della famiglia campana<br />
Casillo, annuncia la<br />
nascita di due significative<br />
partnership: la<br />
prima con Marinella,<br />
l’atelier napoletano tra<br />
i più prestigiosi creatori<br />
di cravatte al mondo,<br />
la seconda con Pinko, il<br />
brand amato da celebrities e<br />
fashion addicts in tutto il pianeta.<br />
Le esclusive collaborazioni vedono<br />
Altanus (nome in latino di un<br />
vento che soffia dal golfo del Leone<br />
verso le pendici montuose delle Cevennes)<br />
come timing partner globale<br />
al fianco dei due significativi marchi<br />
del panorama della moda e del costume:<br />
le partnership, infatti, prevedono<br />
un accordo internazionale di licenza,<br />
produzione e distribuzione con il quale<br />
l’azienda stima di incrementare del<br />
50% la propria quota di fatturato, che<br />
nell’ultimo anno si è attestato su circa 5<br />
milioni di euro.<br />
I due nuovi accordi sono in linea con<br />
la strategia d’espansione internazionale<br />
del marchio ginevrino, che guarda<br />
con interesse oltre i confini nazionali. Di<br />
recente Patch by Altanus ha debuttato<br />
con grande consenso negli Stati Uniti<br />
d’America, trattandosi di un prodotto<br />
altamente competitivo sul mercato<br />
estero che da sempre fa di eccellenza<br />
ed innovazione i fattori distintivi del suo<br />
successo.<br />
“Questi nuovi progetti - commenta<br />
l’imprenditore Giuseppe Casillo, amministratore<br />
delegato di Altanus e coordinatore<br />
dell’ufficio stile della maison<br />
- sono un importante riconoscimento<br />
alla creatività Made in Italy dell’azienda<br />
ed alla sua maestria in campo tecnico<br />
da parte di due tra le realtà di maggior<br />
successo del panorama fashion internazionale.<br />
Mi auguro che le partnership siglate<br />
con Marinella e Pinko siano un ulteriore<br />
passo per lo sviluppo complessivo del<br />
brand nel mercato italiano e soprattutto<br />
in quello estero, per il quale l’innovazione<br />
di prodotto e la creatività italiana,<br />
principi ispiratori dei modelli Altanus e<br />
delle nuove collezioni di Marinella Orologi<br />
e Pinko Time sono, a mio avviso,
un determinante fattore di crescita,<br />
ancor più in un momento di forte crisi<br />
come quello attuale”.<br />
Le nuove collezioni di orologi sono<br />
state presentate il mese scorso in anteprima<br />
a Baselworld 2011, il Salone<br />
mondiale della gioielleria e dell’orologeria<br />
in programma ogni anno a Basilea.<br />
In scena i modelli Piazza Vittoria (è<br />
la storica sede della maison napoletana<br />
a dare il nome alla nuova collezione<br />
di segnatempo maschile) e Retrò di<br />
Marinella ed i segnatempo per lei della<br />
collezione Pianoforte di Pinko Time, un<br />
accessorio originale come il particolare<br />
quadrante trasparente: un connubio<br />
perfetto tra la tecnica e lo stile di casa<br />
Altanus con il carattere ed i valori propri<br />
dei due brand, ovvero imprenditoriale.<br />
Prosegue senza sosta il piano di<br />
espansione di Altanus che guadagna<br />
sempre più consensi soprattutto tra i<br />
giovani, inserendosi sempre più, grazie<br />
alla famiglia Casillo, nel panorama<br />
mondiale dell’orologeria. Un piano che<br />
prende le mosse dal Tarì di Marcianise,<br />
la sede dell’eccellenza della gioielleria<br />
e dell’oreficeria, dove parte la distribuzione<br />
alla rete commerciale mondiale,<br />
pur continuando la società a conservare<br />
i laboratori ginevrini di Chenebourg.<br />
Eduardo Cagnazzi
<strong>aziende</strong> / porto&<strong>diporto</strong><br />
Il Ministro delle Politiche Agricole<br />
Alimentari e Forestali, Saverio<br />
Romano, ha autorizzato la concessione<br />
della somma di 10 milioni di<br />
euro, importo massimo previsto dalla<br />
normativa della Commissione Europea<br />
per gli aiuti di Stato, con la finalità di<br />
distribuire contributi in favore di piccole<br />
e medie imprese attive nel settore della<br />
produzione di prodotti agricoli e vitivinicoli<br />
di qualità.<br />
Nelle intenzioni del Ministero, tale<br />
decisione rientra in un’ottica di sostegno<br />
allo sviluppo dell’agricoltura e della<br />
vitivinicoltura nazionale d’eccellenza.<br />
“Con questo provvedimento - ha affermato<br />
il Ministro - mettiamo a disposizione<br />
dieci milioni di euro per sostenere le<br />
nostre produzioni di eccellenza. Abbiamo<br />
fatto della qualità un punto irrinunciabile<br />
delle nostre politiche agricole e<br />
questo intervento offre concretezza alla<br />
nostra azione”.<br />
Le attività per le quali si richiede il<br />
contributo dovranno essere inserite<br />
38 - maggio 2011<br />
Contributi a sostegno<br />
delle politiche agricole<br />
all’interno di uno specifico progetto<br />
di promozione e di valorizzazione dei<br />
prodotti agricoli di qualità e saranno<br />
finanziabili per una percentuale massima<br />
globale pari al 90% dell’importo di<br />
progetto previsto.<br />
I contributi potranno essere richiesti<br />
da Consorzi di produttori DOP, IGP,<br />
DOC, DOCG, IGT già incaricati o da<br />
coloro che abbiano presentato regolare<br />
domanda di incarico entro e non<br />
oltre il termine del bando stesso; da<br />
Organismi associativi di produttori di<br />
prodotti DOP, IGP, DOC, DOCG, IGT<br />
riconosciuti od in via di riconoscimento<br />
in sede europea ed infine da Aggregazioni<br />
tra i suddetti Consorzi e/o Organismi<br />
costituite da un massimo di due<br />
soggettualità riunite in associazione<br />
temporanea, ancorchè sotto la forma di<br />
Associazione Temporanea di Imprese<br />
(ATI).<br />
L’importo massimo di ciascun contributo<br />
assegnato non potrà in ogni modo<br />
superare i 400.000 euro per i Consorzi<br />
di produttori o gli Organismi associativi<br />
di produttori mentre il limite è fissato ad<br />
800.000 euro per le Aggregazioni.<br />
Saranno considerate ammissibili a<br />
contributo le spese per attività volte<br />
a favorire l’aggregazione dei produttori<br />
e ad accrescere la conoscenza e<br />
la valorizzazione delle peculiarità delle<br />
produzioni agricole di eccellenza.<br />
In particolare saranno ammissibili le<br />
spese di avviamento per la costituzione<br />
di organizzazioni di produttori e di associazioni<br />
di organizzazioni di produttori<br />
anche finalizzate all’adesione di nuovi<br />
produttori, le spese di promozione della<br />
produzione di prodotti agricoli di qualità<br />
con particolare riferimento a ricerche di<br />
mercato, ideazione e progettazione del<br />
prodotto, introduzione di sistemi, costi<br />
di istruzione, formazione e aggiornamento<br />
con particolare attenzione alla<br />
formazione di nuovi produttori.<br />
Inoltre, sono ammissibili le spese per<br />
le attività di assistenza tecnica con particolare<br />
riferimento a partecipazione a
Francesco Saverio Romano, ministro alle Politiche Agricole al Cibus Tour 2011<br />
forum, concorsi, mostre e fiere (ivi comprese<br />
le spese di iscrizione, viaggio, affitto<br />
stands e per pubblicazioni), spese<br />
per la diffusione di conoscenze scientifiche<br />
sui sistemi di qualità e sui benefici<br />
nutrizionali dei prodotti, genericamente<br />
intesi, finalizzate alla promozione del<br />
prodotto di qualità, oltre a pubblicazioni<br />
quali ad esempio cataloghi o siti web,<br />
contenenti informazioni sul prodotto di<br />
qualità.<br />
Le domande pervenute saranno<br />
quindi sottoposte alla valutazione in<br />
ragione della necessità dell’ottimizza-<br />
zione dell’utilizzo dei fondi. Esaurita la<br />
procedura di valutazione, con decreto<br />
commissariale si procederà quindi<br />
all’assegnazione dei finanziamenti disponibili.<br />
Enrico Messinese<br />
maggio 2011 - 39
<strong>aziende</strong> / porto&<strong>diporto</strong><br />
Conad, la più grande organizzazione cooperativa italiana<br />
di imprenditori indipendenti leader nel campo<br />
dei supermercati, cresce in Campania e presenta un<br />
piano di espansione per il 2011. Previsti sul territorio investimenti<br />
per 50 milioni di euro, 25 mila metri quadrati complessivi<br />
di nuovi punti vendita che porteranno a 1.000 nuove assunzioni.<br />
Lo sviluppo della catena di supermercati in regione<br />
passerà attraverso Pac 2000 A, la cooperativa di dettaglianti<br />
aderente al consorzio Conad, che opera in Umbria, Lazio,<br />
Campania e Calabria. Si tratta di una delle maggiori <strong>aziende</strong><br />
di distribuzione organizzata del Centro-Sud Italia che, con<br />
12.709 addetti e un patrimonio netto di 291 milioni di euro, ha<br />
sviluppato nel 2010 un fatturato di 1.922 milioni di euro (più<br />
8,66% rispetto al 2009), dei quali 495 milioni in Campania<br />
(più 7,8%). Le nuove aperture del Gruppo sono previste a<br />
Napoli e a Pompei, dove entro l’anno saranno avviati quattro<br />
progetti che porteranno, nel giro di tre anni, alla riqualificazione<br />
di alcune aree cittadine. Uno di questi riguarda l’apertura<br />
del primo store in Campania Sapori&Dintorni Conad, l’insegna<br />
che si ispira alla linea di prodotti a marchio e che caratterizza<br />
l’offerta di specialità alimentari della tradizione enogastronomica<br />
italiana. Il punto vendita sarà realizzato all’interno<br />
della stazione di Mergellina. Lo affiancheranno l’apertura di<br />
40 - maggio 2011<br />
Lo sviluppo Conad<br />
in Campania<br />
tre nuovi superstore, uno all’interno della ristrutturata ex cartiera<br />
Aticarta a Pompei, uno nell’ex stabilimento Fiat in Corso<br />
Malta e un altro nell’ex birreria del quartiere di Miano a<br />
Napoli, tutte strutture che grazie a questi interventi saranno<br />
salvate dal degrado attuale e riconsegnate ai cittadini completamente<br />
recuperate e fruibili. “Lo sviluppo in regione – ha<br />
precisato il direttore generale Danilo Toppetti – è fatto direttamente<br />
e attivamente dai soci imprenditori campani presenti<br />
sul territorio. Il nostro impegno è finalizzato a supportare i<br />
nostri soci nei luoghi in cui operano, a contribuire alla crescita<br />
dell’area e alla valorizzazione di ogni suo singolo aspetto”.<br />
Significativa, quindi, sarà la ricaduta economica in Regione<br />
dove Pac 2000A conta 274 associati e opera con tre ipermercati<br />
E.Leclerc Conad, 13 Conad Superstore, 128 Conad,<br />
11 Conad City, 183 Margherita e 18 Todis discount, in cui<br />
lavorano 4.014 addetti (con un incremento, rispetto all’anno<br />
precedente, del 4,01%). Ma la strategia della Conad per la<br />
Campania prevede anche una politica dei prezzi che consentirà<br />
ai cittadini di affrontare meglio le attuali ristrettezze<br />
economiche. Tra gli obiettivi prioritari del Gruppo, infatti, c’è<br />
proprio quello di contenere l’inflazione e dare un concreto sostegno<br />
alle famiglie. In Regione, l’incidenza promozionale nel<br />
corso del 2010 nei supermercati Conad, nei negozi Margheri-
ta e nei Conad Superstore,<br />
è stata pari al 31% delle<br />
vendite, mentre per l’anno<br />
in corso è previsto un aumento<br />
dell’attività promozionale<br />
dell’1,8% in difesa<br />
del potere d’acquisto dei<br />
clienti. Buono l’andamento<br />
complessivo delle vendite:<br />
sono aumentate sul territorio<br />
del 2,71%. Positivo<br />
anche il risultato relativo<br />
alle vendite dei prodotti a<br />
marchio Conad che rappresentano<br />
ormai il 18,3%<br />
di quelle totali. Negli assortimenti,<br />
Conad, dal 2005 al<br />
2010, ha lanciato più di 120<br />
prodotti l’anno con propria<br />
marca commerciale. La novità<br />
del 2010 è stata la linea<br />
AC Alimentum Conad, con<br />
30 prodotti dedicati all’area del Benessere e che affiancheranno<br />
i probiotici, gli yogurt, il latte e le bevande a base di<br />
frutta già presenti sugli scaffali. Il fatturato del marchio Conad<br />
è così cresciuto del 9,50% rispetto al 2009, raggiungendo i<br />
1.605 milioni di euro. Ma la convenienza non finisce qui. Il<br />
Gruppo, infatti, cresce anche in altri segmenti come risposta<br />
all’evoluzione delle esigenze e ai mutati stili di vita dei clienti.<br />
A partire dai dieci distributori di carburante che ha aperto dal<br />
2005 ad oggi e che fanno registrare un prezzo medio ponderato<br />
al litro inferiore di 10 centesimi di euro a quello medio<br />
mensile italiano rilevato dal Ministero dello Sviluppo economico.<br />
In tale strategia si inquadra anche l’apertura delle 40<br />
parafarmacie per la vendita dei farmaci acquistabili senza obbligo<br />
di presentazione della ricetta medica e dei 10 concept<br />
Ottica, un mercato che in Italia è in crescita costante. Le sole<br />
parafarmacie hanno assicurato ai clienti un risparmio di oltre<br />
6 milioni di euro.<br />
Brunella Giugliano
marketing / porto&<strong>diporto</strong><br />
Puntata n° 5<br />
“Chi offre di più?”<br />
Il prezzo nell’accezione del marketing<br />
classico - quello delle 4P per<br />
intenderci - è, insieme al Prodotto,<br />
la leva che nella traduzione dall’inglese<br />
mantiene l’iniziale invariata a dispetto<br />
di distribuzione e comunicazione. Ed è<br />
del prezzo che inizierò a parlare oggi e<br />
nel trattare l’argomento, ometterò volutamente<br />
di soffermarmi sulla matematica<br />
per diversi motivi: ostilità, analiticità,<br />
visione passata, impraticabilità, etc.<br />
D’altra parte, in un contesto di mercato<br />
(non intendo quello che tutti oggi definiscono<br />
influenzato dalla crisi, ma quello<br />
“turbolento” che caratterizza l’attuale<br />
scorcio dell’era post-industriale) tutte le<br />
“scienze” utilizzate per definire il prezzo<br />
sono inefficaci. Sicuramente mantengono<br />
i loro standard di efficienza, ma<br />
dal metodo del mark-up passando al sistema<br />
del margine unitario o totale, non<br />
fanno mercato, o meglio non influenzano<br />
i risultati dell’azienda. L’impresa che<br />
cerca efficacia oggi, definisce il prezzo<br />
nel mercato. Spero di chiarire questa<br />
mia affermazione. Innanzitutto il prezzo<br />
non è solo quanto pago per avere un<br />
qualcosa, ovvero dall’altro lato, quanto<br />
incasso perché ho aggiunto un Cliente<br />
al mio elenco. È invece, un insieme di<br />
ricchezza che cambia proprietà, unita<br />
ad un valore che trasferisce i benefici<br />
al nuovo possessore. In quest’ottica il<br />
prezzo lo fa il mercato, non chi compra<br />
nè chi acquista; ed io aggiungo che<br />
non lo fa più nemmeno l’incontro tra<br />
curva di domanda e curva di offerta,<br />
ma è dato dalla capacità che il venditore<br />
ha di “amplificare” il bisogno che<br />
il suo prodotto soddisfa e dalla voglia,<br />
a volte indotta, del consumatore ad<br />
avvalersi della sua offerta. Esempio<br />
di “contrattazione”…: sono un giovane<br />
neolaureato che, durante il colloquio di<br />
lavoro, elenco le mie conoscenze. Ho<br />
due modi di fare il prezzo: conto sulla<br />
possibilità che chi mi è di fronte possa<br />
immaginare una relazione diretta con<br />
le mie ancora non conosciute capacità<br />
e sparo il prezzo, oppure induco il<br />
mio selezionatore ad avere necessità<br />
delle mie capacità correlate alle mie<br />
conoscenze e mi faccio ingaggiare.<br />
Cioè, attendo la chiamata in Nazionale<br />
per avere il prezzo giusto o definisco<br />
il mio prezzo a prescindere, con tutte<br />
le eventuali ricadute? E qui va affrontato<br />
il primo elemento che caratterizza<br />
42 - maggio 2011<br />
la definizione del prezzo nel mercato di<br />
riferimento.<br />
Pensiamo a quanti brand sono riusciti<br />
a scalare le posizioni in merito al<br />
valore riconosciuto partendo dal basso.<br />
Come dice Checco Zalone in “Cado<br />
dalle nubi”: un cantautore che si rispetti,<br />
ha un background da rispettare. E la<br />
cosa vale anche per un brand: nessuno<br />
sa come e perché, ma paradossalmente<br />
è abbastanza probabile che siamo<br />
disposti a pagare 2 verdoni e più per<br />
un jeans di una marca fino a ieri sconosciuta,<br />
piuttosto che pagare una decina<br />
di euro in più per i jeans a cui siamo<br />
fedeli da decenni e che continuiamo a<br />
voler pagare 50 euro, perchè è quello il<br />
valore che gli riconosciamo. Come del<br />
resto siamo disposti a pagare “oltre il<br />
lecito” qualunque cosa quel determinato<br />
brand commercializzi, anche se accessori<br />
inutili. Tutta questa introduzione<br />
per rafforzare il concetto che il prezzo è<br />
qualcosa che fa il mercato, non più e<br />
solo rispetto a contenuti e qualità del<br />
bene, ma anche e soprattutto rispetto a<br />
come si vive il prezzo pagato.<br />
Nell’esempio di prima ho affermato<br />
come, rispetto al prezzo, il mercato può<br />
accettare una scrematura ma solo se la<br />
stessa è fatta dall’alto, il contrario non<br />
funziona. La mia esperienza nel mondo<br />
dell’auto (francesco de carolis è da oltre<br />
dieci anni, tra l’altro, direttore brand<br />
e commercial di mirandautomotive, leader<br />
settore auto Centro Sud Italia, ndr)<br />
mi porta a fare un esempio dal settore.<br />
Se oggi Audi può vendere un’auto di<br />
segmento B (utilitarie) al triplo di quello<br />
che possono permettersi tutte le altre<br />
marche, è perché ha cominciato a salire<br />
la china (attenzione non a “risalire”,<br />
perché non aveva storia) e colonizzare<br />
fino a dominare il mercato premium, a<br />
partire dal modello A8. Oggi il mercato<br />
riconosce un valore aggiunto ad Audi,<br />
e tutti i tentativi di marchi generalisti di<br />
affermarsi in segmenti di mercato non<br />
propri, producono effetti diametralmente<br />
opposti e problematici per tutta la catena<br />
distributiva - Non cito esempi per<br />
evitare ore e ore di spiegazioni a telefono<br />
con i vari direttori di marche che<br />
potrebbero chiedere delucidazioni e<br />
spiegazioni … - Questo però non significa<br />
che il prezzo targhettizza. Il prezzo<br />
vale, e chi ha fatto l’errore di definire<br />
il proprio mercato di riferimento rispetto<br />
alla capacità del mercato di pagare<br />
un determinato prezzo, ha dovuto fare<br />
marcia indietro … se ha fatto in tempo.<br />
Torniamo al mondo della moda. Gli<br />
stilisti e le griffe che hanno compreso<br />
che l’obiettivo era diventare per tutti<br />
(sia ben inteso non alla portata di tutti).<br />
Se vi può aiutare ad associare il senso<br />
ad un’immagine, pensate al film Pretty<br />
Woman e alla scena di quando le “impiegate”<br />
di Rodeo Drive “invidiano” la<br />
scalata di Julia Roberts…<br />
Il senso è che le marche che hanno<br />
scelto di diventare per tutti hanno mantenuto<br />
un livello di prezzo che si confà<br />
alla tipologia di azienda e prodotto, ma<br />
allargato il mercato non di poco: le file<br />
davanti alle boutique napoletane ne<br />
sono un esempio. Ma non è solo da<br />
questo lato che dobbiamo vedere le<br />
cose. Se restiamo nella moda, pensiamo<br />
a dieci anni fà, chi tra le griffe e gli<br />
stilisti si è preoccupato del fenomeno<br />
H&M o Zara? Nessuno! Anche perché<br />
nessuno ha immaginato che un Cliente<br />
abituato a spendere cifre esorbitanti<br />
per un capo di abbigliamento potesse<br />
“ri-abituarsi” a spendere molto meno,<br />
a non essere “riverito” nelle scelte e<br />
nelle prove, a essere quasi controllato<br />
nel provarsi i vestiti (non solo gli antitaccheggio<br />
ma anche la commessa<br />
che conta i capi che ti porti in camerino<br />
e che li rivuole all’uscita). Impossibile?<br />
Ed ecco che questi, divenuti ormai colossi,<br />
anche grazie alla leva prezzo, comunque<br />
ben concertata con una ampia<br />
scelta di prodotto, un’azzeccatissima<br />
localizzazione e zero comunicazione<br />
(come nel caso di Zara) hanno riscritto<br />
il mondo ed il modo di vestire dei nostri<br />
tempi. Prezzo a parte.<br />
Marketing head<br />
francesco@decarolis.eu
nautica / porto&<strong>diporto</strong><br />
Salto culturale del sistema Paese<br />
per far crescere la nautica<br />
A<br />
ppuntamento delle grandi occasioni<br />
per l’industria nautica<br />
italiana: la Convention UCI-<br />
NA Satec di quest’anno si preannuncia<br />
ricca di spunti e di aspettative. Il settore<br />
si prepara al rilancio grazie alle norme<br />
di semplificazione varate dal Governo<br />
su richiesta dell’associazione di categoria,<br />
che finalmente trasmettono serenità<br />
a mercati e utenti.<br />
La nautica italiana accoglie con soddisfazione<br />
le misure a favore del comparto<br />
contenute nel Decreto Sviluppo<br />
varato nei giorni scorsi dal Consiglio<br />
dei Ministri, ma prima ancora esprime<br />
apprezzamento per questo nuovo, importante<br />
e inequivocabile indirizzo politico.<br />
Si tratta di un risultato frutto di un<br />
sistematico e costruttivo confronto di<br />
Ucina Confindustria Nautica con i vari<br />
Ministeri competenti: il dicastero delle<br />
Infrastrutture e Trasporti, innanzitutto,<br />
quello dell’Economia e delle Finanze,<br />
ma anche Semplificazione normativa e<br />
Turismo.<br />
“Avere una barca – piccolissima, media<br />
o grande che sia – non deve più essere<br />
una colpa, né una fatica improba,<br />
esattamente come accade in tutti i paesi<br />
maggiormente sviluppati - commenta<br />
a caldo il presidente di Ucina, Anton<br />
Francesco Albertoni – ben vengano<br />
44 - maggio 2011<br />
dunque un taglio alla burocrazia e le<br />
semplificazioni per creare posti barca a<br />
basso costo. Adesso siano emanati al<br />
più presto anche i provvedimenti amministrativi<br />
attesi da lungo tempo”.<br />
Accogliendo le valutazioni che hanno<br />
dimostrato l’impatto economico e<br />
occupazionale per i territori costieri, il<br />
Governo ha finalmente tracciato una<br />
politica per la nautica dopo due anni<br />
difficilissimi; ora il settore si aspetta<br />
che il segnale sia subito raccolto anche<br />
dai vari comparti dell’amministrazione<br />
pubblica chiamati a completare quei<br />
provvedimenti che il settore attende da<br />
molto tempo.<br />
Fra le misure varate assumono un<br />
particolare rilievo le norme rivolte al<br />
rilancio della media e piccola nautica,<br />
in particolare la destinazione al <strong>diporto</strong><br />
delle aree inutilizzate dei bacini<br />
portuali esistenti - per ricavare 40.000<br />
posti barca nel rispetto dell’ambiente e<br />
10.000 nuovi posti di lavoro nei servizi<br />
– e l’eliminazione della licenza edilizia<br />
per i pontili galleggianti - un’inutile<br />
duplicazione della concessione demaniale<br />
che fino a oggi ha frenato lo sviluppo<br />
di strutture a basso impatto e ha<br />
privato l’erario dei corrispondenti oneri<br />
demaniali. Il rinvio ad una regolamentazione<br />
omogenea in tema di conces-<br />
sioni portuali turistiche, da emanarsi<br />
ad opera della Conferenza Stato - Regioni,<br />
consentirà poi di dare un assetto<br />
coerente a tutta la materia. Ci sono poi<br />
le iniziative legate alle navi da <strong>diporto</strong>,<br />
che pongono rimedio ad una grave<br />
lacuna del Codice della Nautica che<br />
non considerava le grandi unità di cui<br />
l’Italia è il primo produttore mondiale.<br />
La semplificazione della loro gestione<br />
amministrativa, lasciando inalterate le<br />
discipline tecniche di sicurezza e fiscali,<br />
consentirà di far tornare nel nostro<br />
Paese i grandi yacht, attraendo l’indotto<br />
di centinaia di milioni di euro l’anno<br />
generato da gestione e manutenzione.<br />
Infine la semplificazione delle autorizzazioni<br />
per i trasporti eccezionali, che<br />
per i cantieri sono la regola, renderà i<br />
costi di movimentazione delle industrie<br />
nautiche italiane equiparabili a quelli<br />
delle <strong>aziende</strong> francesi e tedesche.<br />
Tutte queste misure portate avanti dal<br />
Ministro Matteoli e condivise dal Ministro<br />
Tremonti, senza alcun aggravio<br />
per lo Stato, produrranno un importante<br />
gettito per l’erario. Ora avanti tutta<br />
con i provvedimenti amministrativi per<br />
i quali Ucina Confindustria Nautica si<br />
batte da tempo e che sono ancora in<br />
sospeso: circolare su noleggio e locazione,<br />
riconoscimento dei titoli marittimi
italiani a livello europeo, nuovo esame<br />
nazionale della patente nautica, registro<br />
elettronico per le immatricolazioni,<br />
intesa Stato-Regioni sulle concessioni<br />
demaniali. Tutto ciò consentirà<br />
alla nautica di poter contribuire con il<br />
proprio sviluppo anche al risanamento<br />
dei conti del Paese: è la quinta voce<br />
dell’export italiano, è una delle grandi<br />
eccellenze del made in Italy, sia per la<br />
qualità della produzione, sia perché la<br />
barca rappresenta il contenitore-vetrina<br />
per altri comparti, dall’illuminotecnica al<br />
tessile, dalla pelletteria all’arredo. Senza<br />
contare l’indotto occupazionale del<br />
turismo nautico, che secondo il Censis<br />
genera un posto di lavoro ogni quattro<br />
barche. Non a caso nel DL Sviluppo varato<br />
dal Governo il settore ha avuto uno<br />
spazio di rilievo. Vi hanno trovato posto<br />
alcuni interventi di semplificazione<br />
e snellimento burocratico, tutti a costi<br />
zero, tutti capaci di generare indotto,<br />
occupazione, ma soprattutto importanti<br />
introiti per l’erario e Finanza.<br />
“Tuttavia anche, anzi, proprio all’indomani<br />
dell’emanazione di norme che<br />
attendevamo da tempo – ha detto ancora<br />
Albertoni - dobbiamo dire che questa<br />
è la condizione necessaria, ma non<br />
sufficiente. Il nostro comparto sperimenta<br />
da vicino la concorrenza francese,<br />
dove una pubblica amministrazione<br />
efficiente e attenta si dimostra capace<br />
di essere vicino alle <strong>aziende</strong>. La competizione<br />
in questo caso non la fanno<br />
le sole imprese, non basta il prodotto,<br />
è il sistema Paese a vincere. Questa<br />
è l’anomalia italiana, che diventa macroscopica<br />
se concentriamo l’attenzione<br />
sull’amministrazione finanziaria.<br />
Un solo esempio. Di fronte alle lacune<br />
normative e ai dubbi interpretativi della<br />
normativa fiscale, per esempio in tema<br />
di noleggio degli yacht, UCINA ha presentato<br />
un anno fa una richiesta di parere<br />
giuridico all’Agenzia delle Entrate.<br />
Mentre la seconda stagione è già iniziata,<br />
stiamo ancora aspettando una risposta.<br />
Oltre le Alpi hanno posto i quesiti<br />
a fine dicembre 2010 e a febbraio<br />
scorso hanno ottenuto una circolare”.<br />
E non ci sarebbe altro da aggiungere,<br />
se non fosse che il 10% del valore di<br />
queste unità viene speso ogni anno sul<br />
territorio per la loro gestione e manutenzione<br />
e che nel Mediterraneo opera<br />
il 70% della flotta a noleggio del mondo.<br />
L’Italia ne produce la metà, abbiamo il<br />
50% del portafoglio ordini mondiale,<br />
ma ogni anno le vediamo dileguarsi per<br />
arricchire le coste di Francia, Spagna,<br />
Croazia, Montenegro, Turchia, Tunisia.<br />
Secondo Federagenti ciò ha causato<br />
una perdita nell’indotto di poco inferiore<br />
a un miliardo di euro solo lo scorso<br />
anno.<br />
“E’ opportuno fare una riflessione<br />
più generale – ha specificato ancora<br />
il presidente UCINA, Anton Francesco<br />
Albertoni - Oggi siamo a un punto di<br />
caduta tale che serve un salto culturale<br />
che non è solo del Governo, del Parlamento,<br />
dell’Amministrazione pubblica,<br />
che pure hanno nei nostri confronti gravi<br />
ritardi. È il Paese che deve compierlo.<br />
Secondo l’ISTAT ci sono 4.400.000<br />
persone in cerca di occupazione. Ebbene<br />
il “Piano per la nautica” presentato<br />
al Governo nel 2009 è capace di<br />
attrarre 3 miliardi di investimenti privati<br />
e da solo può di produrre posti di lavoro<br />
per il 4-5% di questi disoccupati. Allora<br />
non vogliamo più sentir sciocchezze<br />
come l’additare in maniera negativa un<br />
prodotto del made in Italy - sia pure di<br />
alta gamma - soltanto perché bene di<br />
lusso. Tutti - politica, istituzioni stampa,<br />
sindacati, opinione pubblica - dovremmo<br />
guardare non a chi compra questi<br />
beni, ma a chi li produce”.<br />
Stefania Vergani<br />
Convention UCINA Satec 2011<br />
Viareggio – 27, 28 e 29 Maggio 2011<br />
Programma<br />
Venerdì 27 Maggio – consegna del riconoscimento ai Pionieri della Nautica<br />
2011, presso il Viareggio Versilia Congressi, che, per il quarto anno consecutivo,<br />
potrà vantare il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico<br />
– Serata di Gala che sarà ospitata presso il Twiga Beach Club di Marina di<br />
Pietrasanta.<br />
Sabato 28 Maggio – ore 10.30 presso il Viareggio Versilia Congressi il<br />
convegno “Nautica: un’epoca di sfide tra nuovi assetti istituzionali e nuovi<br />
mercati” moderato dal giornalista economico Oscar Giannino su due sessioni<br />
tematiche. La tavola rotonda del mattino avrà l’obiettivo, partendo<br />
dall’analisi dello studio dell’Ispo presentato dal prof. Mannheimer “Le Amministrazioni<br />
locali e la Nautica” di proporre un dibattito sulle opportunità<br />
di sviluppo del comparto legate al nuovo assetto federale del Paese e alle<br />
politiche di semplificazione normativa e fiscale, per le sfide che l’economia<br />
globale pone al settore della nautica. Nella sessione pomeridiana, Bain &<br />
Company presenterà l’indagine “Made in Italy al servizio del nuovo consumatore<br />
globale” nell’ambito di una tavola rotonda cui parteciperanno imprenditori<br />
e opinion leaders per un confronto sulle strategie adottate da settori di<br />
eccellenza del made in Italy che meglio di altri sono stati capaci di penetrare<br />
i mercati emergenti.<br />
La convention prevede inoltre un programma di prove in mare dedicate ai<br />
giornalisti italiani ed esteri che prenderà il via nel pomeriggio di sabato 28<br />
maggio presso l’Approdo turistico La Madonnina di Viareggio per poi proseguire<br />
per tutta la giornata successiva (domenica 29 Maggio).<br />
maggio 2011 - 45
nautica / porto&<strong>diporto</strong><br />
Il Golfo di Napoli diventa la capitale<br />
della vela e delle discipline a tema<br />
con una serie di eventi che segnano<br />
l’inizio della stagione estiva nel<br />
Mediterraneo. Il taglio del nastro spetta<br />
quest’anno alla Dufour Yachts con<br />
le barche a vela francesi che rendono<br />
al meglio l’atmosfera glamour di una<br />
competizione velica nel rinnovato contesto<br />
del porto di Marina di Cassano.<br />
La manifestazione è organizzata da<br />
Cataboat, concessionario campano del<br />
cantiere di La Rochelle, in collaborazione<br />
con la Lega Navale Italiana, lo<br />
Yacht Club Marina di Cassano e Oceanomare<br />
Delphis onlus. Anche la Rolex<br />
Capri si avvale di un parterre di velisti<br />
di eccezione e di un abbinamento in un<br />
giusto mix con sport, mare, mondanità<br />
ed eleganza. Come nel passato, anche<br />
per questa edizione scenderanno in<br />
acqua a fine maggio le regine del mare<br />
che nel campo di gara tracciato intorno<br />
all’isola si sfideranno per assicurarsi il<br />
trofeo. La regata, che dal 2005 è diventata<br />
l’appuntamento di punta della<br />
stagione velistica nel Mediterraneo, è<br />
organizzata dallo Yacht Club Capri con<br />
il supporto dello Yacht Club Gaeta e<br />
46 - maggio 2011<br />
Vela protagonista<br />
nel Golfo di Napoli<br />
dell’International Maxi Association, promotrice<br />
della Vulcano Race, la regata<br />
dei maxi yacht. “A differenza di quanto<br />
accade in altre parti dove l’obiettivo è<br />
la pratica di attività sportive, lo Yacht<br />
Capri - dice il suo presidente, Massimo<br />
Massaccesi - è qualche cosa di più.<br />
Significa la riscoperta della vocazione<br />
marinara di eccellenza con la cultura<br />
ed il turismo, un connubio che punta<br />
a riempire l’isola nei periodi di minore<br />
affluenza turistica. E questo non è poco<br />
per rilanciare l’economia locale”.<br />
E’ per tali motivi che la Rolex è sostenuta<br />
da partner di assoluta eccellenza,<br />
come Birra Peroni con il marchio<br />
Nastro Azzurro e Carthusia, il più piccolo<br />
laboratorio al mondo dove vengono<br />
prodotte quelle essenze che mescolano<br />
natura e storia, flora e colori di<br />
Capri. E maggio è anche il mese della<br />
storica Regata dei Tre Golfi e della Settimana<br />
dei Tre Golfi, valevoli anche per<br />
il campionato nazionale del Tirreno e<br />
come selezione al campionato italiano<br />
di vela d’altura. Con una novità: la Regata<br />
dei Tre Golfi avrà come sponsor il<br />
Fai, propriataria della Baia di Ieranto,<br />
alla quale andranno i contributi raccolti<br />
per il sostegno della Fondazione. Anche<br />
le discipline a remo sono le protagoniste<br />
della stagione marinara nel golfo di<br />
Napoli. Si comincia con la Lysistrata,<br />
la regata remiera più antica d’Italia, organizzata<br />
dal Circolo del Remo e della<br />
Vela Italia. La gara ritorna in mare dopo<br />
la pausa dello scorso anno quando, a<br />
causa delle pessime condizioni meteo<br />
marine, si tentò di disputarla in versione<br />
indoor con i remoergometri, prima di<br />
decidere di spostarne la data e di effettuarla<br />
a Lago Patria.<br />
A conferma delle attività di eccellenza<br />
marine promosse, il sodalizio di Santa<br />
Lucia, di cui è presidente al terzomandato,<br />
Roberto Mottola di Amato, olimpionico<br />
e campione del mondo della<br />
classe Tempest, diventa Centro Federale<br />
zonale di Match Racing, il termine<br />
inglese che definisce una gara velica tra<br />
due imbarcazioni assolutamente identiche,<br />
un vero e proprio duello nel quale<br />
uno vince e l’altro perde. Un esempio<br />
sono le regate della Louis Vuitton e<br />
dell’America’s Cup, anche se queste<br />
condividono solo alcune caratteristiche<br />
del Match Race moderno.<br />
Eduardo Cagnazzi
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Ai sensi della direttiva<br />
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per la nautica<br />
da <strong>diporto</strong>.<br />
maggio 2011 - 47
nautica / porto&<strong>diporto</strong><br />
Il 2011 è un anno importante per<br />
Al&Al Racing Team, annunciato<br />
già nel corso del Campionato<br />
Mondiale Powerboat della scorsa stagione,<br />
per consacrare la formazione,<br />
leader della specialità Supersport, ma<br />
anche per debuttare nella specialità<br />
Evolution, con la nuova barca BluShaft<br />
di produzione Cantieri Postiglione, per<br />
Al&Al Marine (www.alandalmarine.<br />
com). Un crescendo di risultati positivi,<br />
che ha dato ragione ai giovani<br />
imprenditori, Alfredo Amato, socio di<br />
Consulbrokers, tra l’altro sponsor della<br />
barca e Alfredo Nuzzo, broker assicurativo<br />
dei Lloyd’s, entrambi fondatori di<br />
Al&AL Marine, incoraggiati dalla grande<br />
passione sportiva, nonchè sostenuti<br />
dall’intenso sforzo tecnico, economico<br />
ed organizzativo dell’intero team.<br />
Quest’anno ancora più competitivi nel<br />
campionato PowerBoat 2011, che avrà<br />
inizio nel mese di giugno a Malta, con<br />
una seconda barca, e l’obiettivo di confermare<br />
Al&Al tra i team più competitivi<br />
del circuito offshore PowerBoat GPS. E<br />
di certo, non si improvvisa la passione<br />
dei due piloti, che nasce negli anni ot-<br />
48 - maggio 2011<br />
Imprenditoria e Sport<br />
Al&Al binomio vincente<br />
tanta, poco più che ventenni, quando<br />
iniziano la loro avventura nel mondo<br />
delle corse offshore, dapprima con la<br />
partecipazione al campionato Italiano<br />
F3 ed in seguito con la partecipazione<br />
in due occasioni alla Venezia-Montecarlo<br />
dove nel 1991 Alfredo Amato,<br />
poco più che venticinquenne raggiunge<br />
una schiacciante vittoria. Nel 2005<br />
dall’unione imprenditoriale di Alfredo<br />
Nuzzo e Alfredo Amato nasce la Al&Al<br />
Marine, con la progettazione dello scafo<br />
Blushaft 38, attualmente prodotto<br />
in tre versioni diverse, con prestazioni<br />
quasi uniche al mondo, e l’intenzione<br />
di produrre una flotta di superyacht veloci<br />
da 62 a 100 piedi, per il mercato<br />
nautico mondiale, puntando in particolare<br />
sul Medio Oriente, gli Emirati Arabi<br />
in particolare ed i paesi asiatici più in<br />
generale. Non a caso l’azienda parteciperà<br />
alla fiera nautica internazionale<br />
di Jedda nel mese di ottobre, per raggiungere<br />
il target di acquirenti più adatto<br />
alla produzione Al&Al e rafforzare<br />
la visibilità del marchio. Ma passando<br />
allo spirito più propriamente sportivo,<br />
ragione di esistere per il Racing Team,<br />
va detto che la squadra negli ultimi tre<br />
anni, si è guadagnata grandi consensi,<br />
con il 2° posto al campionato del mondo<br />
e il 2° posto a quello italiano, tra le<br />
altre vittorie dell’anno scorso, e ad oggi<br />
considerato team da battere per il 2011,<br />
competitivo per la conquista del titolo<br />
mondiale. E se è vero che la motonautica<br />
è passione per il mare, per la velocità,<br />
un misto tra sensazione di libertà<br />
ed euforia, quando l’adrenalina pura si<br />
sprigiona tagliando il vento con impeto<br />
ad ogni incrocio di boa, per superare<br />
l’avversario, allora queste caratteristiche<br />
sono state plasmate proprio sul<br />
team Al&Al, come dna del primo e secondo<br />
pilota, Amato e Nuzzo. Ragioni<br />
inderogabili che spingono a conquistare<br />
il podio di Powerboat 2011, l’ambito<br />
campionato mondiale, la formula uno<br />
della motonautica offshore, per cinque<br />
mesi di gare da giugno ad ottobre, organizzate<br />
in location europee di grande<br />
bellezza, dove il pubblico sportivo è<br />
appassionato e numeroso, con la presenza<br />
di più di 300 mila visitatori nella<br />
scorsa edizione.<br />
Annalisa Tirrito
nautica / porto&<strong>diporto</strong><br />
Mare<br />
Marine e Marinai in Festa<br />
Seconda edizione a La Spezia della Festa della Marineria:<br />
biennale d’Arte, Cultura, Scienza e Tradizione<br />
Dopo il clamoroso debutto del<br />
2009 La Spezia affianca la<br />
Festa dedicata al mare alle<br />
celebrazioni per i 150 anni dell’Unità<br />
d’Italia e della Marina Militare italiana.<br />
L’appuntamento è a La Spezia il prossimo<br />
10 giugno per continuare dal 16<br />
al 22 giugno con un ricco calendario<br />
di eventi. Organizzata dal Comune e<br />
dall’Autorità Portuale della Spezia - con<br />
il contributo e il supporto di Regione<br />
Liguria, Provincia della Spezia, Comune<br />
di Lerici, Comune di <strong>Porto</strong>venere,<br />
Marina Militare, Istituzione per i Servizi<br />
Culturali del Comune della Spezia,<br />
Camera di Commercio, Centro Fieristico,<br />
Comitato delle Borgate e il Mare ci<br />
Unisce - la rassegna si svolgerà nella<br />
cornice dello splendido Golfo dei Poeti:<br />
eventi importanti saranno ospitati anche<br />
nei comuni di Lerici e <strong>Porto</strong>venere,<br />
con un programma ricchissimo che animerà<br />
i luoghi della festa dalle prime ore<br />
del mattino fino a notte fonda. Emilio<br />
50 - maggio 2011<br />
Salgari sarà il “testimonial” storico della<br />
Festa che prende spunto proprio dai<br />
suoi scritti, nel centenario della morte<br />
del grande scrittore. Dopo il grande<br />
successo dell’esibizione curata dalla<br />
Fura dels Baus nel 2009, quest’anno si<br />
assisterà alla celebrazione dello scrittore<br />
che per milioni di lettori ha rappresentato<br />
l’essenza stessa dell’avventura<br />
sul mare. Novità della seconda edizione<br />
è il gemellaggio con la Repubblica<br />
Marinara di Venezia, attraverso una<br />
mostra fotografica, regate a vela e ai<br />
remi ed esibizioni delle barche tipiche<br />
della laguna, la costruzione delle forcole<br />
veneziane dal vivo e la presentazione<br />
di un modello estinto chiamato<br />
“Vipera” (simile alla gondola) ricostruito<br />
appositamente per la Festa della Marineria.<br />
Alla Spezia sarà presente anche<br />
la gondola più antica di Venezia, che<br />
risale al 1700 e che, per l’occasione,<br />
lascerà la sua sede dell’Arzanà. Fra i<br />
nomi che parteciperanno alla Festa<br />
spiccano quelli di Enzo Maiorca, Folco<br />
Quilici, Patrizio Roversi e Mario<br />
Tozzi. Il programma a mare è di forte<br />
appeal. Punta d’eccellenza saranno<br />
le regate di livello nazionale e internazionale<br />
che creeranno una magnifica<br />
cornice di vele nel Golfo della Spezia<br />
e la presenza della FIM (Federazione<br />
Italiana Motonautica). Grande novità<br />
la presenza nei giorni della Festa di<br />
pontili temporanei posizionati di fronte<br />
a Passeggiata Morin che daranno la<br />
possibilità al pubblico di camminare tra<br />
le numerose imbarcazioni ormeggiate.<br />
La corporazione “Il Mare Ci Unisce” torna<br />
da protagonista. Molte e di qualità<br />
le attività che andranno ad impreziosire<br />
il programma. Alla Spezia arriveranno<br />
bellissime imbarcazioni storiche, a partire<br />
dalla Nave Giorgio Cini della scuola<br />
nautica della Guardia di Finanza. Interessante<br />
la parte del programma dedicato<br />
non solo a quello che si vede o<br />
si muove sopra la superficie del mare
ma anche al mondo subacqueo con la<br />
sua ricca storia di sommergibili, sommozzatori<br />
e palombari che ha caratterizzato<br />
La Spezia dal primo dopoguerra<br />
a oggi. Questa sezione sarà sviluppata<br />
attraverso una mostra multimediale<br />
al CAMeC, il centro di Arte Moderna<br />
e Contemporanea della città e attraverso<br />
il Museo tecnico Navale della<br />
Spezia che, da questo punto di vista,<br />
costituisce un vero bacino di enormi<br />
tesori legati al mare. “La Festa della<br />
Marineria – spiega il sindaco della città<br />
- ospiterà un Villaggio Mediterraneo di<br />
“Arti Mestieri e lavorazioni”. La novità<br />
del 2011 sarà la presenza alla Spezia<br />
della cantieristica proveniente da tutta<br />
Italia. Saranno infatti in città, oltre ai<br />
locali cantieri, i rappresentanti di Chiavari,<br />
Sorrento, Napoli, Livorno, Olbia e<br />
Venezia. La Passeggiata Morin si arricchirà<br />
di stand delle Borgate Marinare<br />
del Golfo della Spezia che illustreranno<br />
la loro storia e quella del Palio del Gol-<br />
fo, attraverso foto, filmati, vecchi cimeli,<br />
costumi e cucina tipica con un apposito<br />
ristorante sul lungomare e una suggestiva<br />
terrazza-catering che si affaccia<br />
sul Golfo e propone le specialità della<br />
tradizione marinara spezzina”.<br />
Altra novità del 2011 saranno i fari,<br />
faristi e fanalisti, figure che dalla Spezia<br />
hanno sempre controllato e diretto<br />
la sicurezza della navigazione. Da sottolineare,<br />
a tale proposito, il fatto che<br />
La Spezia sia sede di “Maritecnofari”,<br />
il centro che controlla tutti i fari e fanali<br />
di tutto il bacino del Mediterraneo. “Il<br />
porto sarà presente per presentare le<br />
attività commerciali e le opportunità di<br />
lavoro che offre – spiega il Presidente<br />
dell’Autorità Portuale, Forcieri - grazie<br />
al progetto Port Lab e al percorso<br />
“Storia di un contenitore”. La Spezia è<br />
uno scalo di rilevanza internazionale,<br />
in particolare nei containers, ma sta<br />
aprendosi anche alle crociere. Il porto<br />
e le attività connesse sono una risorsa<br />
per la città ed il territorio, sia per le ricadute<br />
economiche che occupazionali<br />
che può avere”. Faranno da cornice<br />
spettacoli, mostre di modellismo navale<br />
e d’antiquariato, ma senza perdere<br />
di vista mai l’ambiente. Ocean Team<br />
partecipa con il progetto internazionale<br />
“Mediterraneo: l’impatto ambientale<br />
non conosce confini”. Il corso speciale<br />
coinvolgerà studenti universitari laureati<br />
e impegnati in un dottorato o in un master,<br />
provenienti da sette diversi Paesi<br />
(Egitto, Turchia, Grecia, Italia, Israele,<br />
Palestina e Tunisia) che si affacciano<br />
sul Mediterraneo (ma anche l’Inghilterra),<br />
per realizzare un’unica esperienza<br />
di apprendimento sullo stato di salute<br />
del Mediterraneo. La Festa si chiuderà<br />
con una notte, che non poteva che essere<br />
blu mare. La “Notte Blu” di sabato<br />
18 giugno sarà dedicata intermente<br />
alla musica e alle danze nelle piazze e<br />
vie della città.<br />
Patrizia Lupi<br />
maggio 2011 - 51
wellness / porto&<strong>diporto</strong><br />
52 - maggio 2011<br />
Bellessere<br />
Un giorno alla Spa<br />
per lasciarsi coccolare<br />
ad un passo da casa<br />
Dopo il lungo letargo invernale, prima<br />
dell’esplosione estiva, con la primavera<br />
rinasce anche la voglia di une<br />
remise en forme del corpo e dello spirito. Per<br />
questo, non c’è nulla di meglio che sottrarre<br />
qualche ora al tran tran quotidiano per dedicarsi<br />
alla propria persona. Il massimo, poi,<br />
sarebbe addirittura un’intera giornata. Ma il<br />
troppo guasta sempre e allora, anche se solo<br />
per un trattamento per volta, chi ben comincia<br />
è già a metà dell’opera. Specialmente se si<br />
passa in rassegna il menù proposto dal centro<br />
benessere Day Light del Grand Hotel Parker’s,<br />
dove si recupera un’energia alla grande<br />
già solo a farsi un giro di visita degli ambienti<br />
e dei servizi di cui si può disporre: 320 mq di<br />
spazi interamente dedicati al benessere fisico,<br />
per spogliarsi dallo stress e della stanchezza<br />
dei mesi più rigidi quanto a clima e lavoro in<br />
un’atmosfera morbida e accogliente, scandita<br />
da musica di sottofondo e candele profumate.<br />
Bagno turco aromatico, doccia scozzese dinamizzante,<br />
idromassaggio, sono solo alcuni dei<br />
punti chiave di un percorso benessere che si<br />
arricchisce di massaggi rilassanti, trattamenti<br />
esfolianti ai sali marini e agli oli essenziali, maschere<br />
e impacchi, scrub naturali con pestati<br />
di caffè, miele, agrumi, erbe o mousse al cioccolato,<br />
potente antidepressivo ed energizzante<br />
secondo gli ultimi dettami della moda che da<br />
qualche tempo si bea del favoloso incontro tra i<br />
segreti della tradizione Maya e la cosmetologia<br />
moderna…. insomma per dedicarsi al proprio<br />
relax, tra una tisana e uno spiedino di frutta, da<br />
soli, in compagnia del partner o di amici semplicemente<br />
affidandosi ai sapienti suggerimenti<br />
della Spa manager Maria Anna Ventriglia e del<br />
suo staff. Il tutto nelle accoglienti atmosfere di<br />
uno degli alberghi più eleganti e accoglienti<br />
della città, con una splendida vista sul golfo di<br />
Napoli. Dallo speciale sposi allo speciale week<br />
end, da ogni percorso si stralciano singoli trattamenti.<br />
Due per tutti: l’hot foot massage per<br />
cominciare il pedicure immergendo i piedi in<br />
mosto di vino Falerno del Massico rosso prima<br />
di affidarli allo scrub a base di mandorle o vinaccioli<br />
e al massaggio con pietre calde e olio<br />
di baobab, e il massaggio total body sul letto<br />
di pietre d’ambra del mar Baltico di cui godere<br />
per le proprietà magiche e terapeutiche adatte<br />
a rimettere in sesto il sistema nervoso e quello<br />
dell’apparato digerente. Tanto per gradire e per<br />
capire che qui nulla è lasciato al caso.<br />
Paola de Ciuceis
turismo / porto&<strong>diporto</strong><br />
Dimenticate la movida della<br />
città. Scordate il traffico e lo<br />
smog che avvolge i fabbricati.<br />
Quello che vi portiamo a scoprire è un<br />
Abruzzo diverso, autentico e conosciuto<br />
da pochi. Quello dai riverberi dannunziani,<br />
senza messinscene. Un percorso<br />
che ricalca la memoria degli avi, con il<br />
suono placido delle pecore al passeggio.<br />
Quello che ogni mese rinnova una<br />
tradizione, quello dei borghi disseminati<br />
lungo gli Appennini, dei tratturi. E’<br />
l’Abruzzo in sintesi. Non solo mare ma<br />
porta dei parchi e di burroni trafitti dalla<br />
fiumana di torrenti, come il Sagittario,<br />
ricordato nel 1843 da Edward Lear nel<br />
suo “Viaggio illustrato nei tre Abbruzzi”.<br />
Un territorio a volte tortuoso, con sentieri<br />
circondati da pioppi che si frammischiano<br />
ai ponti e alle case, seguendo<br />
una ripida discesa che conferisce una<br />
caratteristica alpina con un susseguirsi<br />
di cateratte. E’ il forte legame con<br />
la natura che contraddistingue questa<br />
regione. E’ per il forte legame con il territorio<br />
e le sue tradizioni l’Ekk Hotel: in<br />
sintesi, una vista sull’Abruzzo. Ubicato<br />
a soli tre minuti dal casello autostradale<br />
Pescara Nord - Città Sant’Angelo ed<br />
ambientato in una storica cantina sociale<br />
restaurata con le stanze ricavate<br />
da quelle che prima erano le cisterne<br />
di cemento dove si conservava il vino,<br />
Ekk Hotel è il luogo ideale per lavorare<br />
immersi nella natura o per soggiorni ai<br />
ritmi di una volta alla riscoperta delle<br />
54 - maggio 2011<br />
EKK riscopre l’Abruzzo<br />
più tradizionale<br />
peculiarità del territorio, dove l’ospite<br />
può partecipare attivamente alla cultura<br />
del luogo grazie anche a pacchetti<br />
turistici integrati con corsi di cucina e<br />
di botanica. E dal pollice verde che lo<br />
contraddistingue si passa al piatto. E’<br />
questa un’altra caratteristica di Ekk che<br />
racchiude verde, enogastronomia, ristorazione<br />
ed ospitalità. Una struttura<br />
con 33 camere unica nel suo genere,<br />
che vi condurrà in un vero e proprio<br />
viaggio nei sapori della regione e che vi<br />
farà diventare “pastore per un giorno”<br />
sui pendii della Maiella; che vi insegnerà<br />
ad impostare un giardino pensile o<br />
curare un orto da balcone. Perché Ekk<br />
Hotel fa parte della catena Ecoworldhotel<br />
e come tale è all’insegna della<br />
sostenibilità ambientale. Non per altro<br />
ospita il mercato permanente del prodotto<br />
tipico abruzzese, dalla pasta trafilata<br />
al bronzo al formaggio di pecora o<br />
podolico, dal vino all’olio extravergine<br />
di oliva, dalle confetture alle erbe aromatiche:<br />
130 marchi dell’eccellenza<br />
enogastronomica suddivisi in vetrina<br />
per i territori della quattro province per<br />
raccontare una regione che si suddivide<br />
in quattro non solo per motivi climatici<br />
ma anche linguistici. E, soprattutto,<br />
si contraddistingue per quattro gastronomie<br />
distinte. Tra le strutture che<br />
compongono Ekk figura Febo Garden,<br />
l’azienda che da sessanta anni opera<br />
nel settore florovivaistico, oggi curato<br />
dalle sapienti mani di Antonella Febo,<br />
comproprietaria del complesso alberghiero<br />
insieme con i fratelli Enzo e Umberto.<br />
E’ lei che si occupa del garden:<br />
5mila metri quadrati al coperto, più altri<br />
3mila di scoperto, dove trovano spazio<br />
tutte le principali specie di piante, ornamentali<br />
ed orticole, ortaggi particolari<br />
ed antichi e dove si trova di tutto: dalla<br />
nutrizione della pianta alla decorazione<br />
della casa. Ed Ekk è anche vacanze tipiche,<br />
come quella prevista ad agosto<br />
in occasione della caccia alle streghe<br />
ad Appignano: qui, dopo il tramonto,<br />
potrete assistere alla rievocazione storica<br />
itinerante incentrata sul processo<br />
alle streghe, culminante nel rogo delle<br />
stesse megere. O quella che si svolge<br />
ad Elice con la sagra della Mugnaia che<br />
coinvolge più di trecento figuranti in costume.<br />
E se avete l’intenzione di unirvi<br />
in matrimonio, potrete farlo a Scanno<br />
nei mesi estivi. Ogni anno a metà agosto<br />
si rivive la celebrazione civile del rito<br />
del matrimonio, con tanto di suggestivo<br />
corteo nuziale e lancio della sciarra: il<br />
tradizionale lancio di riso, confetti, noci<br />
e monete che fanno da cornice al ricco<br />
banchetto nuziale. Ospitare, promuovere<br />
e, perché no, anche giocare. Ekk<br />
nasce per questo: offrire una sorta di<br />
campionario di una regione. Anche per<br />
chi è in cerca delle proprie radici.<br />
Perché, come dice Dorothy ne Il<br />
mago di Oz, “nessun posto è bello<br />
come casa mia”.<br />
Eduardo Cagnazzi
maggio 2011 - 55
turismo / porto&<strong>diporto</strong><br />
Eventi e cultura<br />
sulla antica strada di Puteoli<br />
Tra storia e natura, poche città<br />
dell’antica Italia offrono, dopo<br />
Roma, un grandioso complesso<br />
di mausolei, colombari e ipogei funerari<br />
quanti ne offre la città di Pozzuoli<br />
lungo la via Consularis Campana, l’arteria<br />
che permetteva nell’antichità il collegamento<br />
diretto di Puteoli con Capua,<br />
attraversando i territori che attualmente<br />
si estendono da Quarto ad Aversa. E’<br />
lungo questa strada, a poche centinaia<br />
di metri dal cratere della Solfatara e<br />
dall’anfiteatro Flavio, secondo solo al<br />
Colosseo, che tombe monumentali e<br />
sepolcri, intramezzati da tabernae e cisterne,<br />
si susseguono quasi ininterrottamente<br />
dall’uno e dall’altro lato della<br />
56 - maggio 2011<br />
via. Il gruppo più importante di questa<br />
necropoli si raccoglie nel primo tratto<br />
dell’antica via Campana, fra il quadrivio<br />
dell’Annunziata e San Vito. Proprio qui,<br />
nelle vicinanze di San Vito, è la masseria<br />
Villa Elvira della famiglia Russolillo,<br />
imprenditori impegnati dagli anni Cinquanta<br />
nell’edilizia e successivamente<br />
nel settore turistico ed alberghiero.<br />
Non è per caso che, durante i lavori<br />
di sistemazione del piano di calpestio<br />
del casale, risalente alla fine del ‘700<br />
e agli inizi dell’800, compreso nell’area<br />
già sottoposta a vincolo archeologico di<br />
via Campana e nei pressi della chiesa<br />
di San Vito, siano stati individuati resti<br />
di evidenze monumentali che hanno<br />
reso necessaria l’esecuzione di una<br />
campagna sistematica di scavi archeologici<br />
sotto la stretta sorveglianza della<br />
Soprintendenza speciale per i beni<br />
archeologici e coordinati dall’architetto<br />
Costanza Gialanella; lavori che hanno<br />
portato alla luce un complesso di epoca<br />
romana-paleocristiana, secondo<br />
nell’Italia Meridionale solo a quello di<br />
Cimitile. Al punto che l’Osservatore Romano<br />
del 6 luglio 2007 lo considerava<br />
“una delle scoperte più importanti per<br />
quanto attiene i monumenti tardo-antichi<br />
di Pozzuoli”, mentre il vescovo di<br />
Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella,<br />
visitando la struttura, individuava<br />
nel complesso la più vecchia testimo
nianza della diffusione del Cristianesimo<br />
in territorio puteolano,<br />
nonché le prime tracce di<br />
una sua comunità precoce che<br />
vide proprio qui, il 25 gennaio<br />
di un anno sconosciuto ma<br />
compreso tra la fine del III secolo<br />
e l’inizio del IV, il martirio<br />
di Sant’Artema, giovane studente<br />
che per difendere la fede<br />
cristiana venne condannato a<br />
morte dal prefetto di Puteoli e<br />
trafitto dagli stessi suoi compagni<br />
di studi con gli stili che<br />
usavano per scrivere. I lavori,<br />
iniziati nel 2006 e ripresi nel<br />
2009, hanno portato alla luce<br />
un ampio complesso funerario<br />
composto di dodici ambienti<br />
con diverse tipologie sepolcrali<br />
che, in base alla tecnica di<br />
costruzione, alle decorazioni<br />
pittoriche ed agli oggetti rinvenuti<br />
potrebbero essere datati<br />
con valida approssimazione.<br />
Tra i tanti reperti rinvenuti una<br />
moneta in bronzo coniata da<br />
Marco Aurelio tra il 161 e il 176<br />
dopo Cristo a nome della moglie<br />
Faustina Minore, pendenti in oro e<br />
spilloni in osso rinvenuti in una sepoltura<br />
femminile e statuette in terracotta<br />
raffiguranti cavalli stilizzati. In attesa di<br />
riprendere altri lavori di scavo, da qual-<br />
che giorno l’antico casale, Villa Elvira,<br />
è una location di classe dove è possibile<br />
realizzare eventi esclusivi, ospitare<br />
convegni, workshop e manifestazioni<br />
legate all’archenogastronomia. Una lo-<br />
cation unica che si poggia all’interno di<br />
un parco archeologico e un preziosissimo<br />
complesso paleocristiano di grande<br />
interesse storico e culturale.<br />
Eduardo Cagnazzi<br />
Via Piana, Ponte (Benevento) – Tel. e Fax : 0824 876494 - mobile 3476604446<br />
maggio 2011 - 57<br />
mail - pietreionne@gmail.com - info@pietreionne.eu – www.pietreionne.eu<br />
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musei / porto&<strong>diporto</strong><br />
Andare al Museo<br />
e giocare con la Nintendo<br />
Succede a Napoli, nelle storiche<br />
sale di Capodimonte,<br />
dove l’arte e i videogiochi si<br />
mettono insieme per cimentarsi nella<br />
riproduzione di un Caravaggio o di un<br />
Pinturicchio. Il leader mondiale nella<br />
creazione e nello sviluppo di intrattenimento<br />
interattivo e il museo napoletano<br />
di rilevanza internazionale si sono uniti<br />
in una partnership che dà origine ad un<br />
insolito, stimolante e innovativo connubio<br />
tra arte e tecnologia.<br />
Si chiama “Art Academy: Impara a<br />
disegnare e dipingere passo dopo passo”<br />
ed è un vero e proprio corso di disegno<br />
e pittura articolato in 6 lezioni. Uno<br />
strumento che utilizza lo schermo tattile<br />
del Nintendo DS come se fosse una<br />
tela e il pennino come una matita o un<br />
pennello, introducendo i visitatori alle<br />
tecniche artistiche di disegno e pittura<br />
con estremo realismo. In che modo?<br />
La fotocamera presente sulla console<br />
e gli strumenti artistici virtuali offerti da<br />
Art Academy permettono di riprodurre<br />
opere d’arte o di creare i propri capolavori<br />
e successivamente salvarli sulla<br />
58 - maggio 2011<br />
console. Per la realizzazione di questo<br />
progetto Nintendo mette a disposizione<br />
del Museo di Capodimonte 30 console<br />
portatili Nintendo DSi XL.<br />
Il percorso, in particolare, si proporrà<br />
di analizzare i vari aspetti di un dipinto,<br />
invitando i ragazzi, attraverso la<br />
tecnica del disegno, a leggere meglio<br />
le opere d’arte, comprenderne la storia<br />
e analizzare le tecniche degli artisti<br />
del passato. Dopo il primo approccio<br />
visivo, si passerà all’esercitazione sulla<br />
console Nintendo DS che, con un processo<br />
graduale, partendo dall’uso della<br />
linea di contorno, porterà alla riproduzione<br />
di un particolare del quadro attraverso<br />
passaggi tonali, lumeggiature e<br />
costruzione delle ombre. I visitatori del<br />
Museo, quindi, potranno utilizzare “Art<br />
Academy” all’interno di percorsi guidati<br />
in modo da analizzare stili e tecniche<br />
dei vari dipinti e provare, sebbene solo<br />
virtualmente, a ricrearli. La raffinatezza<br />
del software e la potenza tecnologica<br />
della console è infatti tale da permettere<br />
anche al meno dotato di avvicinarsi<br />
con estremo realismo alle varie tecni-<br />
che artistiche. Ma su quali opere custodite<br />
a Capodimonte si concentrerà l’attenzione<br />
dei ragazzi che prenderanno<br />
parte a queste particolarissime lezioni<br />
interattive di disegno? Ce n’è davvero<br />
per tutti i gusti: si va dalla inquietante<br />
“Natura morta con testa di caprone”<br />
di Giovan Battista Recco, alla “Natura<br />
morta con fiori e frutta” di Abraham<br />
Brueghel. Due classici per gli amanti<br />
della pittura sacra: la “Trasfigurazione<br />
di Cristo” di Giovanni Bellini e la “Madonna<br />
della Gatta” di Giulio Romano.<br />
Se vi piacciono le metafore morali sceglierete<br />
probabilmente la “Parabola dei<br />
ciechi” di Peter Brueghel, mentre chi intende<br />
saperne di più sull’arte del ritratto<br />
potrà cimentarsi con Francisco Goya<br />
(suo il «Carlo IV») o Andrea Mantegna<br />
alle prese con “Francesco Gonzaga”.<br />
Infine, la “Decorazione della volta del<br />
Salone da ballo” di Salvatore Giusti,<br />
l’ “Antea” del Parmigianino e il “Vesuvius”<br />
di Andy Warhol.<br />
Il progetto, nato dalla collaborazione<br />
tra Nintendo Italia e sovrintendenza<br />
del Polo museale di Napoli, è solo il
primo step per la struttura partenopea.<br />
Entro l’anno, infatti, Capodimonte andrà<br />
su Google Art, insieme ad altri 17<br />
musei del mondo. Basterà un clic per<br />
ammirare da casa più di mille opere<br />
oppure passeggiare nei corridoi e nelle<br />
sale del museo. “Siamo estremamente<br />
soddisfatti di questa collaborazione<br />
con Capodimonte. Il bello di Nintendo<br />
è che, spesso, didattica e divertimento<br />
si fondono, creando possibilità mai<br />
esplorate sino ad ora – commenta Andrea<br />
Persegati, General Manager di<br />
Nintendo Italia – Art Academy è un’accademia<br />
d’arte tascabile che permette<br />
di gestire tecniche di disegno e colore,<br />
di confrontarsi e riprodurre classici della<br />
pittura fino ad apprendere nozioni di<br />
storia dell’arte in un crescendo di emozione<br />
culturale. Entra nel cuore dell’arte<br />
con lo spirito del gioco”. D’accordo<br />
Lorenza Mochi Onori, Soprintendente<br />
Speciale per il Polo Museale della Città<br />
di Napoli, che afferma: “Il Museo di Capodimonte<br />
è entusiasta di avvicinare<br />
e fidelizzare nuovi pubblici attraverso<br />
l’uso di tecnologie innovative, in linea<br />
con una tradizione che il museo persegue<br />
da sempre per facilitare il rapporto<br />
con le opere d’arte offrendo nuovi<br />
spunti di lettura”.<br />
Brunella Giugliano
mostra / porto&<strong>diporto</strong><br />
della nave asilo<br />
“Caracciolo” tra il 1913 e<br />
L’esperienza<br />
il 1928, è stata testimoniata<br />
dalla Mostra foto - documentaria curata<br />
da Antonio Mussari e Maria Antonietta<br />
Selvaggio, che è stata presentata nei<br />
giorni scorsi nella Villa Cerillo a Bacoli,<br />
in provincia di Napoli; è stato contestualmente<br />
presentato, nei luoghi che<br />
videro lo svilupparsi di questa straordinaria<br />
esperienza educativa, anche il<br />
relativo catalogo.<br />
Questo volume inaugura la collana<br />
“Progetto Memoria” con la quale il Museo<br />
del Mare intende offrire un contributo<br />
alla riflessione sul ruolo del mare<br />
e della cultura marinara nella storia di<br />
Napoli, soprattutto quella dimenticata,<br />
rimossa dalla coscienza collettiva della<br />
città.<br />
Il “Progetto Memoria” si inserisce nel<br />
più ampio impegno scientifico e culturale<br />
del Museo per la conservazione e<br />
valorizzazione del patrimonio marittimo,<br />
sia materiale che immateriale.<br />
La memoria storica della Napoli marinara<br />
ha bisogno di essere difesa e il<br />
Museo si propone di incentivare azioni<br />
in tal senso, operando su un duplice<br />
fronte: quello della salvaguardia e della<br />
60 - maggio 2011<br />
Museo del Mare di Napoli<br />
Da scugnizzi a marinaretti<br />
valorizzazione del patrimonio di ricordi<br />
e testimonianze presenti in tutte le famiglie<br />
di origine marinara, e quello più<br />
precipuamente divulgativo, nella convinzione<br />
che solo un’adeguata conoscenza<br />
della nostra storia possa nutrire<br />
il bisogno di condivisione, conservazione<br />
e valorizzazione di un patrimonio altrimenti<br />
destinato all’incuria e all’oblio.<br />
In questa ottica sono stati realizzati<br />
la mostra e il volume che ne costituisce<br />
il catalogo. Si è voluto così ripercorrere<br />
un segmento della storia della<br />
città su cui era sceso il velo dell’oblio,<br />
attraverso una ricca documentazione<br />
foto-documentaria. Ciò è stato possibile<br />
grazie alla donazione al Museo del<br />
Mare di Napoli di un prezioso archivio<br />
privato, ora parte del suo patrimonio<br />
documentale: le “Carte Civita -Labriola<br />
-Aubry”.<br />
Nell’aprile del 1913 Giulia Civita<br />
Franceschi, una donna dalla grande<br />
intuizione e vocazione pedagogica,<br />
saliva a bordo della Nave Asilo “Caracciolo”,<br />
la nave destinata dal Ministero<br />
della Marina alla città di Napoli per la<br />
salvezza dei bambini e dei ragazzi di<br />
strada.<br />
Nell’arco di un quindicennio, fino<br />
a quando nel 1928 la sua opera non<br />
venne interrotta per volontà del regime<br />
fascista, riuscì ad accogliere e ad educare<br />
più di settecento scugnizzi facendone<br />
dei “marinaretti’: sulla “Caracciolo”<br />
ciascuno di loro trovò la famiglia e<br />
la casa di cui era stato privato e, grazie<br />
al sistema Civita, poté istruirsi e svilupparsi<br />
secondo le proprie attitudini.<br />
Alla ricostruzione dell’impresa educativa<br />
di Giulia Civita contribuiscono alcuni<br />
interventi, che evidenziano come<br />
la mostra rappresenti un’occasione di<br />
analisi e di riflessione sulla storia della<br />
nostra città, a partire da uno dei suoi<br />
più drammatici problemi, e restituisca il<br />
giusto valore ad un’esperienza storica<br />
non attraverso la retorica delle celebrazioni,<br />
ma mediante l’azione della memoria<br />
rigeneratrice.<br />
Alla presentazione sono intervenuti<br />
i promotori e curatori dell’iniziativa tra<br />
i quali Ermanno Schiano, Sindaco di<br />
Bacoli, Angela Procaccini, Presidente<br />
Fondazione Thetys - Museo del Mare<br />
di Napoli, Oscar Poerio, Antonia Maria<br />
Casiello, Curatrice dell’Archivio “Civita-<br />
Labriola-Aubry” e Raffaella Salvemini,<br />
Ricercatrice CNR ISSM.<br />
Cosimo Brudetti
libri / porto&<strong>diporto</strong><br />
Nel mare della storia<br />
Codici e consuetudini del commercio<br />
marittimo raccolte da<br />
Antonio Lozzi in due volumi<br />
editi da Mursia: non può che nascere<br />
dalla passione - e dalla pazienza<br />
di chi conosce i tempi lenti dell’andar<br />
per mare - l’opera di Antonio Lozzi che,<br />
non per la prima volta, si cimenta con<br />
la scrittura. Anzi, con la ricerca storica<br />
che diventa non solo informazione e<br />
raccolta di dati e documenti, ma divulgazione<br />
e racconto.<br />
Chi naviga lo sa bene che sono necessarie<br />
delle regole. Ed Antonio Lozzi<br />
è andato a ricercarle. Fin dai tempi più<br />
antichi. “Codice e Consuetudini nella<br />
Storia del Commercio Marittimo” si intitolano<br />
i due volumi editi da Mursia, di<br />
oltre 450 pagine ciascuno. Il primo volume<br />
parte dal 5000 a. C. con il Codice<br />
di Hammurabi per finire alle Repubbliche<br />
Marinare. Il secondo va dal Medio<br />
Evo al XIX secolo.<br />
Antonio Lozzi, classe 1952, da Terracina,<br />
oggi responsabile dei traffici di<br />
un’importante società di navigazione,<br />
conosce di persona la vita dell’uomo in<br />
mare e della navigazione. Appena diplomato<br />
si è imbarcato come Capitano<br />
di lungo Corso, navigando in lungo e<br />
largo in giro per il mondo su petroliere<br />
e navi cargo. A trent’anni finisce a terra<br />
negli uffici di una compagnia di navigazione,<br />
diventa poi mediatore marittimo,<br />
è sensale nella compravendita di navi<br />
fino a diventare dirigente dell’ufficio noleggi,<br />
comincia a trattare tutti gli argomenti<br />
che hanno a che fare con i noli:<br />
contratti, clausole, regolamenti, leggi.<br />
Agli inizi degli anni ottanta, casualmente,<br />
si imbatte in uno dei più antichi codici<br />
marittimi del Medioevo: le Tavole<br />
Amalfitane. E’ lì che scatta la scintilla.<br />
Si tratta di veri e propri codici che descrivono<br />
le consuetudini marittime della<br />
città di Amalfi nell’epoca d’oro delle<br />
repubbliche marinare e scopre che nel<br />
62 - maggio 2011<br />
suo lavoro non è stato inventato nulla,<br />
molte clausole e regolamenti dell’epoca<br />
sono identiche a quelle che si usano<br />
oggi. I concetti, i principi generali del<br />
trasporto marittimo sono gli stessi pur<br />
cambiando luoghi ed epoche. Da qui<br />
inizia la sua ricerca in giro per le più importanti<br />
biblioteche e musei. Si rende<br />
subito conto che le Tavole sono la base<br />
dei successivi codici, e le Amalfitane<br />
erano a loro volta basate su codici più<br />
antichi, il bizantino, il codice marittimo<br />
romano e il greco, per arrivare a quello<br />
che è considerato la pietra miliare: il codice<br />
di Hammurabi, re di Babilonia nel<br />
2300 a. C. Se gli uomini hanno utilizzato<br />
le vie d’acqua da sempre, perché<br />
più veloci e sicure, si colloca l’origine<br />
dell’antica arte dei commerci in Mesopotamia,<br />
una terra benedetta dalla confluenza<br />
di due fiumi: il Tigri e l’Eufrate,<br />
dove si sono sviluppate sorprendenti<br />
civiltà e religioni. Hammurabi, grande<br />
legislatore, scrive un imponente codice<br />
che è scolpito su un pietra alta due metri<br />
e venti – oggi conservata al Louvre<br />
- e una decina di capitoli di quest’opera<br />
fanno riferimento ai codici marittimi.<br />
Dieci clausole che sono le pietre miliari<br />
degli odierni codici della navigazione.<br />
Un plauso alla pazienza “certosina” di<br />
Antonio Lozzi che per 20 anni, ha indagato<br />
sugli antichi codici marittimi:<br />
basi dello sviluppo, non solo dal punto<br />
di vista economico, della nostra civiltà,<br />
perché i commerci non hanno<br />
portato solo denaro e benessere ma<br />
hanno permesso scambi culturali e<br />
diffusione di saperi. Ha visitato decine<br />
di biblioteche in tutta Italia e comprato<br />
centinaia di libri antichi. Ha messo su<br />
una collezione sterminata e migliaia<br />
di appunti, osservazioni, didascalie.<br />
Ha rovistato fra gli scaffali del British<br />
Museum e della Columbia University.<br />
Ma qual è stato il caso fortuito che lo<br />
ha portato a impegnarsi in questa ricer-<br />
ca? A Barcellona un colpo di fortuna gli<br />
ha fatto trovare 5 volumi con la raccolta<br />
delle leggi marittime anteriori al secolo<br />
XVIII. La cosa strana è che non c’era<br />
la tavola di Amalfi perché non ancora<br />
conosciuta.<br />
Patrizia Lupi<br />
Dal Codice di Hammurabi alle Repubbliche<br />
Marinare<br />
Il bacino mediterraneo, crocevia antichissimo<br />
di civiltà, custode delle irripetibili testimonianze<br />
del nostro passato, è molto più di un mare, di un<br />
mezzo di trasporto, dello stereotipo “della culla<br />
della civiltà”.<br />
Dal 5000 a.C. fino al Medioevo, codici, commerci,<br />
trattati, dispute, regolamenti, leggi, editti<br />
e molti altri argomenti, in ordine cronologico e<br />
con fonti documentate. Si parte dalla raccolta<br />
più antica di usi marittimi, rappresentata dal famoso<br />
codice di Hammurabi, e attraverso la legge<br />
mosaica, contenente disposizioni marittime,<br />
si giunge alla nascita della legislazione commerciale<br />
dell’antica Grecia, al sistema giuridico<br />
romano, ai testi giustinianei, ai codici medievali<br />
e infine agli statuti delle Repubbliche Marinare.<br />
Nella ricerca storica, l’autore alterna il testo di<br />
analisi a citazioni, muovendosi tra Platone, Erodoto<br />
e Omero, facendo così del libro una particolarissima<br />
antologia storica.<br />
Dagli statuti delle città italiane ai codici<br />
del Regno d’Italia<br />
I cittadini dei Comuni italiani, ispirati dalle<br />
attività commerciali, iniziarono a mettere per<br />
iscritto le regole della loro convivenza, per ordinaree<br />
organizzare la loro vita politica, giuridica<br />
ed economica, rapportandola all’ambiente mercantile<br />
in cui essa si formava.<br />
La storia dei codici marittimi di commercio a<br />
partire dal Medioevo fino al XIX secolo. Lozzi,<br />
grazie all’accurata analisi dei documenti storici,<br />
che a tratti si fa persino interpretazione letteraria<br />
delle fonti, traccia una storia dell’Italia<br />
attraverso la navigazione e le sue leggi. Nel<br />
Basso Medioevo, il desiderio di affermazione<br />
dei ceti emergenti delle Repubbliche Marinare<br />
si concretizza nella produzione di statuti,<br />
espressione di una forte coscienza unitaria.<br />
I secoli scorrono insieme alle norme: dagli statuti<br />
al tempo delle Crociate, dalla complessa<br />
normativa sul noleggio e sul prestito alla consuetudine<br />
al tempo dei pirati. E proseguendo<br />
ancora attraverso il consolato del mare e il codice<br />
napoleonico, la ricerca si conclude a metà<br />
dell’Ottocento, esaminando il diritto marittimo<br />
del Regno d’Italia.
RICH PICKINGS AT<br />
MARE FORUM 2011<br />
Excess capacity, charter rates, ship finance and<br />
pirates were discussed at this year’s Sorrento<br />
Mare Forum organised by Giuseppe Bottiglieri.<br />
Market trends identified were recovery of charter<br />
rates only from 2013, an excess of orders for new<br />
bulk carrier builds and 26% of the world’s bulk<br />
fleet over 20 years old. A suggested solution was<br />
the scrapping of three vessels for each Far East<br />
launching or purchasing dry docks for repairing to<br />
overcome the gap in the Orient.<br />
An overview of the market included the<br />
consequences of the nuclear plant in Japan<br />
leading to increased demand for shipping other<br />
fuels and the South African economy joining<br />
Brazil, China, Russia and India in size and growth.<br />
Italian banks have now set up shipping desks as in other countries and 80% of Italian ships are financed by them.<br />
The problem of pirates was also discussed including the proposal to put navy personnel on board ships.<br />
CAGLIARI NOW HOME<br />
PORT<br />
In 2012 Cagliari will handle the largest cruise<br />
ships. Ministerial approval has been obtained to<br />
dredge Ichnus wharf to a depth of 10.20 metres.<br />
As a result the 160,000 passengers of 2010 are<br />
expected to rise in number to a planned 300,000.<br />
Most passengers arrive from the UK, Spain and<br />
Germany and have expressed satisfaction with<br />
sites, services and Cagliari in general. A number<br />
of cruise companies are interested in taking the<br />
passenger terminal in concession for 15 years<br />
which should lead to Cagliari becoming a home<br />
port. Costa already includes Cagliari as a cruise<br />
embarkation port.<br />
English summary<br />
MOTORWAYS OF THE<br />
SEA –THE HOLIDAY<br />
ROAD<br />
Ten years ago few spoke of the Motorways<br />
of the Sea. The EU had just begun to<br />
understand the importance of transferring<br />
traffic from road to sea and Manuel Grimaldi<br />
was one of the first to take up the Marco<br />
Polo programme. Today Grimaldi Group<br />
including Minoan Lines and Finlines uses<br />
modern cruise ferries on routes throughout<br />
the Mediterranean. Grimaldi Group continues to start up new lines such as the latest from Civitavecchia to Catania and<br />
Malta which becomes its 16th in the Mediterranean. The line uses M/V Catania a 92 cabin ro-pax with 62 reclinable seats<br />
and a cruise speed of 22.5 knots. Departure Civitavecchia is on Saturday at 10.30 pm with arrival in Catania at 5 pm<br />
leaving again at 10.30 pm with arrival in Malta at 7 am leaving again at 1 pm on Mondays. Special fare offers such as<br />
“Superfamily & Friends,“Super Bonus” and “Advanced Booking and Super Camper” include a series of discounts.<br />
The cruise ferries on the Livorno, Barcelona, Tangier line offer a standard of service comparable to a cruise ship including<br />
entertainment, casino, pools, well being centres and first class cuisine.<br />
Grimaldo Group also operates as a tour operator with many dedicated theme holidays by sea.
English summary<br />
A RO-RO<br />
FOR ITALIAN<br />
RAILWAYS<br />
Nuovi Cantieri Apuania of Carrara<br />
is to build a new vessel to carry rail<br />
cars, passengers and vehicles for<br />
the Messina route. A state of the art<br />
vessel of 147 meters with a beam<br />
of 19 meters it will carry 2,500 tons<br />
at 18 knots and cost 49,5 million<br />
euros. Three Azimuth engines<br />
ensure maximum manoeuvrability<br />
and minimum turn around time in<br />
port.<br />
ITALIAN RAILWAYS INVEST<br />
2,000 MILLION EUROS<br />
Tenders are out for 90 new<br />
regional trains. As part of the<br />
2,000 million euros investment<br />
plan announced in 2009. Currently<br />
Bombardier is building 100 new E<br />
464 locomotives at a cost of 258<br />
million euros with an option for a further 50. Ansaldo Breda is building 600 double decker carriages for 829 million euros.<br />
In addition 2,550 existing carriages are being remodernised.<br />
RIVALTA SCRIVIA INTERPORT<br />
The interport of Rivalta Scrivia owned by the Fagioli Group an exceptional load handling and applied engineering leader<br />
occupies 1,200,000 sq mt of which 400,000 sq mt are covered. The cold store occupies 250,000 sq mt and parking<br />
space 350,000 sq mt. 900 vehicles a day enter the interport which has 750 direct and indirect employees. The interport<br />
is situated in the centre of Italy’s most industrialised area and connected to the North-South and East-West routes and<br />
existing ports and airports. The interport offers all that operators are looking for including large parking and stocking<br />
areas, modern equipment, customs staffed by the Genoa customs office and a modern terminal which handles transit<br />
from truck to rail.<br />
The Interport was set up in 1963 to be the Genoa “on land port” in order to speed up the clearing of freight and increase<br />
the productivity of Genoa port. Today the Interport works not just as back up to Genoa port but also as an international<br />
handling station with branches in Nocetolo di Gattatico between Parma and Reggio Emilia and Arluno near Milan.<br />
64 - maggio 2011