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Coltivazione - Giardini

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SUPPLEMENTO AL NUMERO DI GIARDINI ATTUALMENTE IN EDICOLA - APRILE-MAGGIO 2009 - e 3,60 - Sped. A.P. 45% Art 2, 20/B L662/96 E.P.I. MO, Tassa Pagata - ISSN 0394 0853<br />

GIARDINAGGIO<br />

Alisso<br />

Fagus<br />

Aiuola di aprile<br />

Giardino<br />

naturale<br />

Potentilla<br />

FRUTTICOLTURA<br />

Susine<br />

cino-giapponesi<br />

ORTICOLTURA<br />

Zucca<br />

Basella<br />

PROGETTAZIONE<br />

BIOPISCINE<br />

SPECIALE<br />

PRIMAVERA<br />

& Ambiente<br />

AMBIENTE<br />

Agricoltura<br />

che inquina<br />

<strong>Giardini</strong><br />

verticali<br />

GIARDINI<br />

DA VISITARE<br />

Coronini<br />

Cronberg<br />

a Gorizia<br />

ITINERARI VERDI<br />

Campo<br />

Imperatore<br />

Val<br />

Seriana<br />

www.giardini.biz


In questi giorni stanno arrivando in redazione i CD con<br />

le foto dei lettori per la Mostra fotografica di <strong>Giardini</strong><br />

e constatiamo con soddisfazione che sia la qualità fotografica<br />

che la scelta dei soggetti è di molto migliorata ri -<br />

spetto alle prime edizioni. Stupisce anche la cura e la bellezza<br />

dei giardini rappresentati e con un certo orgoglio ci<br />

illudiamo di aver contribuito alla loro realizzazione…<br />

Apre la stagione della piena primavera<br />

Potentilla, pianta vedette<br />

di questo mese, una piccola erbacea<br />

ideale per rallegrare le bordure<br />

sino all’estate. Paolo Cottini ha<br />

fotografato le più belle e nel suo<br />

servizio suggerisce come orientarsi<br />

nella scelta tra le numerosissime<br />

specie.<br />

Altra piccola erbacea da considerare<br />

per la creazione di macchie<br />

gialle in giardino è alisso, nel servizio di Alessandro Me -<br />

sini. Francesco Vignoli propone invece la nuova cultivar<br />

fastigiata e dal fogliame brillante ‘Iskander’ di Fagus<br />

orientalis, selezionata in Olanda e ora emergente anche sul<br />

mercato italiano.<br />

La zucca, un frutto dalle tante proprietà nutrizionali che<br />

può essere cucinato in mille modi dall’antipasto al dolce,<br />

non dovrebbe mancare nell’orto familiare: introduce alla<br />

sua coltivazione Silvano Cristiani che orienta anche nella<br />

scelta della varietà tra tante divertenti forme.<br />

Le piante di susine cino-giapponesi in questo periodo fioriscono<br />

in modo spettacolare rubando l’attenzione all’osservatore<br />

di passaggio, e solo per questo varrebbe la pena<br />

di coltivarle: i consigli come sempre sono di Massimo For -<br />

naciari, il nostro specialista del frutteto.<br />

Eraldo Antonini risponde all’interesse che i lettori ci hanno<br />

più volte segnalato sulla biopiscina con un servizio che ne<br />

illustra le diverse tipologie e caratteristiche, corredato da<br />

foto di realizzazioni della ditta Luther di Merano.<br />

Infine, la stagione invoglia alle gite e per gli amanti<br />

della natura niente di meglio che un itinerario<br />

alla scoperta delle fioriture: a Campo Imperatore<br />

sull’Appennino, nel cuore del Gran Sasso, finito<br />

l’inverno il paesaggio si ricopre di una delicata<br />

vegetazione spontanea, fotografata e descrita da<br />

Fabiano Sodi.<br />

Eliana Contri e Ermes Lasagni, amanti del trekking<br />

e della montagna, nelle loro passeggiate non di -<br />

menticano mai la macchina fotografica e la primavera<br />

scorsa sono stati per noi in Val Seriana, nelle<br />

Prealpi sopra a Bergamo, alla ricerca delle specie<br />

ormai rare della flora spontanea di quel luogo.<br />

Donatella Forni


84<br />

GIARDINI<br />

<strong>Giardini</strong> da visitare<br />

84 Il giardino Coronini<br />

Cronberg a Gorizia<br />

di E. Antonini<br />

Progettare il giardino<br />

100 Biopiscine<br />

di E. Antonini<br />

Itinerari verdi<br />

104 Le generose fioriture di<br />

Campo Imperatore<br />

di F. Sodi<br />

120 Primavera in Val Seriana<br />

di E. Contri, E. Lasagni<br />

COLTIVAZIONE<br />

Consigli del mese<br />

in giardino<br />

18 Una macchia di acidofile<br />

in giardino<br />

di M. Vietti, International Flower Bulb<br />

Centre, Susigarden, D. Baldoni<br />

Consigli del mese<br />

nel prato<br />

52 Concimazione del tappeto<br />

erboso<br />

di A. Bertolini, D. Baldoni<br />

Consigli del mese<br />

nell’orto<br />

28 In aprile iniziano i lavori<br />

all’aperto<br />

di A. Mesini, D. Baldoni<br />

Consigli del mese<br />

nel frutteto<br />

40 Dal fiore al frutto<br />

di M. Fornaciari, D. Baldoni<br />

Consigli del mese<br />

in casa<br />

49 Tempo di rinvasi<br />

di M. Vietti, D. Baldoni<br />

Consigli del mese<br />

orchidee<br />

50 L’orchidea di stagione:<br />

Dendrobium pierardii<br />

di G. Pozzi, D. Baldoni<br />

www.giardini.biz<br />

SOMMARIO<br />

aprile-maggio 2009<br />

Orticoltura<br />

32 La coltivazione della zucca<br />

di S. Cristiani, A. Mesini, C. Cristiani<br />

Ortaggi insoliti<br />

78 Basella alba, lo spinacio<br />

venuto da lontano<br />

di A. Mesini<br />

Frutticoltura<br />

92 Susine cino-giapponesi<br />

di M. Fornaciari<br />

Cura della pianta<br />

72 Oidio della dalia<br />

di M. Ferrari, International Flower<br />

Bulb Centre<br />

76 Danni da diserbanti in giardino<br />

di M.G. Bellardi<br />

18<br />

74 Con il giardino verticale città più sane<br />

di M.O. De Petri<br />

80 Nuove frontiere per il controllo<br />

della tingide del platano<br />

96 Ma quanto inquina l’agricoltura?<br />

di M.O. De Petri, D. Forni<br />

Agricoltura biodinamica<br />

46 Aglio e camomilla come<br />

antioidici<br />

di P. Pistis, D. Baldoni<br />

5 Agenda Verde<br />

di D. Bini<br />

Oltre il giardino<br />

126 Lo psicopompo del giardino<br />

di E. Antonini<br />

Bambini e ambiente<br />

114 Il prato<br />

di E. Contri, E. Lasagni<br />

AMBIENTE<br />

Pianta vedette<br />

54 Decorative e officinali:<br />

le Potentilla<br />

di P. Cottini<br />

Piante emergenti<br />

98 Fagus orientalis ‘Iskander’<br />

di F. Vignoli<br />

Piante spontanee<br />

112 Alisso<br />

di A. Mesini, G. Gallerani<br />

Giardinaggio pratico<br />

64 Il fascino del giardino “naturale”<br />

di P. Cottini<br />

Aiuola<br />

di<br />

stagione<br />

26 Aiuola<br />

di aprile<br />

di M.<br />

Zarpellon,<br />

D. Baldoni<br />

RUBRICHE<br />

PIANTE<br />

Amici animali<br />

118 Ghiandaia<br />

di A. Mesini, G. Gallerani<br />

Mostra fotografica<br />

16 C’è tempo sino alla fine<br />

di aprile…<br />

127 Mostra fotografica di <strong>Giardini</strong><br />

Bacheca<br />

delle<br />

aziende<br />

36 Nuovi<br />

fertilizzanti<br />

e terricci<br />

di D. Forni<br />

16<br />

74<br />

64


NEL SEGNO DEL GIGLIO<br />

Colorno (Pr)<br />

XVI edizione di questa mostra mercato del giardinaggio di qualità<br />

ambientata nel Parco della Reggia, con il magnifico giardino<br />

all’italiana disegnato da Le Notre. Molti espositori avranno<br />

proposte di recupero dei metodi colturali antichi e naturali,<br />

con un occhio ai concimi biologici e alle essenze perdute come<br />

le lagrime d’Italia. Tema della manifestazione «I giardini delle<br />

Mille e una notte»; «Pollicini Verdi» per i più piccoli. Il «giglio»<br />

in questione era il simbolo dei regnanti Farnese.<br />

0521 28 24 31, www.turismo.parma.it<br />

24-26 aprile<br />

FIORI & COLORI DI PRIMAVERA<br />

AL PARCO MINOPRIO<br />

Vertemate con Minoprio (Co)<br />

Apertura primaverile del Parco botanico di<br />

Minoprio le domeniche e i festivi (Pasqua<br />

esclusa). 25.000 fioriture di tulipani e altre<br />

bulbose, 10.000 tra viole, Iris, Fritillaria, narcisi,<br />

crochi… Da visitare la serra tropicale e il giardino mediterraneo,<br />

le collezioni arboree e arbustive; un esperto apicoltore<br />

a disposizione e tanti laboratori per i più piccoli, ma<br />

anche lezioni di giardinaggio per i pollici verdi più grandi.<br />

5 aprile - 3 maggio<br />

031 90 02 24 interno 259<br />

www.fondazioneminoprio.it<br />

cantaluppi@fondazioneminoprio.it<br />

SAGRA DEL CARCIOFO MORETTO a Brisighella (Ra)<br />

Il carciofo ‘Moretto’ è una varietà rustica, prodotto assolutamente<br />

autoctono dei calanchi delle Terre di Faenza; un arbusto<br />

cespuglioso di 150 cm, con foglie grandi e spinose. Otti -<br />

mo crudo e appena lessato. Merita, dunque, una sagra.<br />

26 aprile<br />

0546 811 66, www.terredifaenza.it<br />

IN PRIMAVERA: FIORI, ACQUE E<br />

CASTELLI • Strassoldo (Ud)<br />

«Un magico intreccio tra storia, fantasia,<br />

creatività e ambiente naturale» è<br />

questa manifestazione che combina due<br />

volte l’anno fiori e bacche, mobili d’antiquariato<br />

e prodotti artigianali ai ferri<br />

battutti, gli stemmi, le pietre e gli arredi dei millenari Castelli<br />

di Strassoldo, nascosti nella campagna delle Risorgive.<br />

4-5 aprile<br />

0431 932 17, www.castellodistrassoldo.it<br />

info@castellodistrassoldo.it<br />

MESSER TULIPANO • Pralormo (To)<br />

Appuntamento con la straordinaria fioritura di decine di<br />

migliaia di tulipani e narcisi di provenienza olandesi. Il parco<br />

storico del Castello di Pralormo è l’unico in Italia dedicato ai<br />

tulipani, ma le aiuole di cui è costellato rispettano l’impianto<br />

originario e quindi serpeggiano con grazia tra gli alberi secolari,<br />

insieme a muscari, narcisi, fritillarie… Tema di questa edizione<br />

è il gusto, a proseguire un percorso dedicato ai<br />

sensi: ecco allora che Pralormo si trasforma in<br />

«Parco goloso», con varietà ideate dagli ibridatori<br />

olandesi per celebrare specialità e maestri dell’arte<br />

culinaria.<br />

Fino al 3 maggio<br />

011 88 48 70, www.castellodipralormo.com<br />

info@castellodipralormo.com<br />

AGENDA VERDE<br />

FLOREA • San Marino<br />

Rare e bellissime piante racchiuse tra le<br />

mura medievali della repubblica del Ti ta -<br />

no: una mostra mercato con florovivaisti<br />

rappresentativi di tutto il territorio italiano, dibattiti su<br />

ambiente e natura, lezioni per i più piccoli e la mostra «Lan -<br />

dscape in project» organizzata dalla AIAPP, essendo aprile il<br />

«Mese mondiale dell’Architettura del Paesaggio».<br />

4-5 aprile<br />

0549 96 14 29, www.eventisanmarino.com<br />

MODENA GARDENS<br />

Si tiene in maggio, al Parco Enzo Fer rari, la mostra mercato<br />

di giardinaggio di qualità «Modena Gardens».<br />

Cuore della rassegna è il «Premio Leo nardo», associato<br />

alla mostra di giardini progettati e realizzati da architetti,<br />

agronomi e paesaggisti. Il PalaGarden ospiterà<br />

convegni e tavole rotonde di aggiornamento; ci sarà<br />

un’area dedicata alla pratica del golf, per sperimentare gratuitamente<br />

questo sport “verde”; dimostrazioni di agility<br />

degli animali da giardino; e un «Percorso del Lambrusco».<br />

1-10 maggio<br />

059 28 33 87, www.modenagardens.it<br />

HORTI TERGESTINI<br />

Trieste<br />

Mostra mercato di piante e arredi per il giardino<br />

al Parco San Giovanni, in quello che un<br />

tempo era il «Villaggio del Lavoro» del manicomio<br />

«più bello del mondo». Ospite d’onore<br />

Anna Peyron, apprezzatissima cultrice<br />

delle rose. In calendario lezioni e dimostrazioni<br />

di compostaggio, bonsai, tinture naturali<br />

e orchidee; conferenze su rose e clematidi, biodiversità<br />

dell’habitat carsico, giardini giapponesi, decorazioni ve -<br />

getali in arte. Con un «Concerto grosso per una rosa».<br />

18-19 aprile<br />

040 21 50 31, 348 466 28 95, www.hortitergestini.it<br />

hortitergestini@montepanta.it<br />

EVENTI FLOREALI & CO. IN MUGELLO (FI)<br />

Il 5 aprile festa dei fichi a Vicchio (055 843 92 25); il 13 mercato<br />

floreale a Scarperia (055 846 81 65, www.prolocoscarperia.it);<br />

dal 16 al 19 «Fiera delle energie rinnovabili, risparmio energetico<br />

e bioedilizia» a Borgo San Lorenzo (055 84 96 61); il 25 e 26<br />

mostra zootecnica a Firenzuola (055 819 94 59).<br />

Aprile<br />

www.mugellotoscana.it, turismo@cm-mugello.fi.it<br />

SCUOLA AGRARIA DEL PARCO DI MONZA<br />

Segnaliamo, spulciando la sempre cospicua offerta della<br />

scuola, un corso professionale<br />

di «Terapia orticolturale:<br />

supporto ai di -<br />

sabili con tecniche di orticoltura<br />

e giardinaggio»,<br />

24 ore in totale dal 28 al<br />

30 aprile.<br />

28-30 aprile<br />

039 230 29 79<br />

www.monzaflora.it<br />

5 agenda verde


FLORARTE • Arenzano (Ge)<br />

Nel Parco Negrotto Cambiaso (membro<br />

del progetto «Mare di <strong>Giardini</strong>») la decima edizione di<br />

questa mostra di vivaismo, composizioni floreali e o pere<br />

d’arte. Un «giardino d’arte» che intende recuperare una<br />

doppia tradizione locale, quella floricola (gli arenzanesi<br />

erano tra i maggiori produttori liguri) e quella artistica.<br />

22-26 aprile<br />

010 913 82 01, www.florartearenzano.it<br />

SE SON ROSE FIORIRANNO<br />

Manerbio (Bs)<br />

Weekend con conferenze, musica, arte e<br />

una mostra mercato di rose antiche,<br />

moderne, inglesi e recise, nel parco del<br />

settecentesco Palazzo Municipale.<br />

9-10 maggio<br />

030 940 86 53 www.comune.manerbio.bs.it<br />

sesonrose@borgosangiacomo.com<br />

FIORI NELLA ROCCA<br />

Lonato del Garda (Bs)<br />

Nella rocca visconteo-veneta, ora se -<br />

de della Fondazione Ugo da Co mo,<br />

coorganizzatore della ma ni festa zio -<br />

ne insieme a Gar den Club Bre scia, si<br />

tiene la seconda edizione di questa mostra mercato di<br />

piante rare. È corredata di due mostre, di «creatività floreale»<br />

e su «Uomo e Natura. La cura dei giardini e le coltivazioni<br />

della terra»; di una dimostrazione d’arte floreale,<br />

conversazioni con i vivaisti, presentazioni editoriali;<br />

e offre la visita al Museo Ornitologico.<br />

18-19 aprile<br />

030 913 00 60, www.fiorinellarocca.it<br />

SALUSERBE • Saludecio (Rn)<br />

Manifestazione dedicata al naturale, all’erboristeria e al -<br />

l’ambiente nel centro storico di questo borgo sulle colline<br />

riminesi. Con incontri, mostre d’arte, musica e dimostrazioni,<br />

il «Mercatino di primavera» e specialità gastronomiche.<br />

25-26 aprile<br />

0541 86 97 19<br />

www.saluserbe.ottocentofestivalsaludecio.it<br />

ESTE IN FIORE • Este (Pd)<br />

Rassegna nazionale del vivaismo ornamentale di qualità,<br />

tra le trecentesche mura del castello dei da Carrara, fra<br />

roseti e un glicine monumentale. Con un curioso temaguida:<br />

«Il giardino che non c’è», invito a conoscere in quali<br />

e quanti modi uno spazio verde, anche il più piccolo, può<br />

contribuire al miglioramento dell’ecosistema.<br />

24-26 aprile<br />

0429 60 04 62, www.esteinfiore.it<br />

FLORARTE • Bomporto (Mo)<br />

A Villa Cavazza, in località Solara, la manifestazione che<br />

ha per tema «Il fiore e le piante nel giardino e nell’arte». Un<br />

evento culturale che ospita mostre e convegni accanto a<br />

una esposizione florovivaistica arricchita da materiali artistici<br />

e artigianali. Con spazi di valorizzazione delle tradizioni<br />

giardinistiche, agroalimentari (con la mostra «Vita,<br />

vite e vino»), naturalistiche e culturali del territorio.<br />

18-19 aprile<br />

www.tuttintorno.org/florarte/index.html


TRE GIORNI PER IL GIARDINO<br />

Caravino (To)<br />

Mostra mercato di piante insolite e<br />

speciali al Castello di Masino, proprietà del FAI che organizza<br />

con la regia di Paolo Pejrone, fondatore dell’Ac ca -<br />

demia Piemontese del Giardino. La scelta tra i vivaisti è<br />

arricchita dai prodotti dell’orto di primavera, dagli asparagi<br />

alle fragoline di bosco. Occasione ideale anche per<br />

vedere, a tre anni dalla messa a dimora, la fioritura del<br />

«Giardino delle Nuvole»: settemila Spiraea ‘Van Houttey’<br />

donate dalla Fondazione Zegna. Picnic welcome.<br />

30 aprile - 3 maggio<br />

0125 77 81 00, www.fondoambiente.it<br />

faimasino@fondoambiente.it<br />

IL GIARDINO DI DELIZIA<br />

Bogliaco di Gargnano (Bs)<br />

Esposizione nazionale di piante e<br />

fiori rari nel settecentesco giardino di<br />

Palazzo Bettoni Cazzago, dolcemente<br />

poggiato sulla riva lombarda del<br />

lago di Garda. Tra le antiche limonaie,<br />

con un occhio alla tradizione giardinistica<br />

del lago e l’altro alle nuove<br />

tendenze come alla diffusione di specie<br />

rare, vivaisti di qualità espongono<br />

le proprie collezioni di piante da frutto antiche, agrumi in<br />

vaso, rose antiche e moderne, erbacee, fucsie, gerani, peonie<br />

e Hosta, bulbi, succulente e acquatiche, orticole…<br />

25-26 aprile<br />

030 377 25 21, www.ilgiardinodidelizia.it<br />

ilgiardinodidelizia@virgilio.it<br />

PRIMAVERA ALLA<br />

LANDRIANA • Tor San<br />

Lorenzo Ardea (Rm)<br />

Mostra mercato di giardinaggio ai<br />

<strong>Giardini</strong> della Landriana, parco na -<br />

turalistico del litorale creato da La -<br />

vinia Taverna Gallarati Scotti con il<br />

paesaggista Russel Page. Ottimi floricoltori presentano le<br />

loro collezioni; ma il visitatore potrà anche godersi i 10 ettari<br />

di parco della Landriana e scoprire le rose antiche del Lago.<br />

24-26 aprile<br />

www.landriana.com<br />

ZOOMARK 09 • Bologna<br />

Salone internazionale dei prodotti per l’alimentazione e la<br />

cura degli animali domestici, a BolognaFiere.<br />

7-10 maggio<br />

www.zoomark.it<br />

CAMPO LIPU ANTIBRACCONAGGIO<br />

Stretto di Messina (Rc)<br />

Proteggere i rapaci e le cicogne in migrazione primaverile<br />

sul versante calabrese<br />

dello Stretto è lo scopo<br />

del campo, gratuito e<br />

vegetariano, organizzato<br />

per il 25° anno dalla LIPU.<br />

1-9 e 10-17 maggio<br />

329 422 86 23<br />

www.lipu.it<br />

amicianimali


I GIARDINI DI CARUSO • Signa (Fi)<br />

XII edizione di questa mostra mercato nel parco della cinquecentesca<br />

Villa Caruso Bellosguardo. Un appuntamento<br />

non solo commerciale – con stimati vivaisti a esporre –<br />

ma anche culturale: tema della rassegna sarà «Fiori e frutti<br />

in villa», con una mostra di riproduzioni di opere barocche,<br />

una esposizione di illustrazione botanica e naturalistica,<br />

una dimostrazione di composizione floreale e la visita<br />

guidata al parco.<br />

4-5 aprile<br />

www.villacaruso.it<br />

ambiente<br />

LE ESPLORAZIONI DEL GRUPPO<br />

LA VENTA IN MOSTRA • Treviso<br />

Agli Spazi Bomben per la Cultura<br />

della Fondazione Benetton Studi e<br />

Ricerche (via Cornarotta 7), la mo -<br />

stra «Terra nascosta, acque di luce<br />

mute, viaggi sotterranei», che illustra<br />

le esplorazioni geografiche e speleologiche dell’associazione<br />

La Venta. Ambienti unici al mondo offrono spunti di riflessione<br />

sull’ambiente e le innumerevoli minacce che deve fronteggiare<br />

in tutto il mondo.<br />

Fino al 19 aprile<br />

www.fbsr.it<br />

SLOW FOOD PREMIA LA CONFEZIONE<br />

PIÙ SOSTENIBILE DEL 2008<br />

Slow Food Italia e la Fondazione Slow Food per la Bio -<br />

diversità Onlus hanno indetto un premio annuale per il presidio<br />

(sono 177 i presìdi Slow Food italiani, a tutela di biodiversità<br />

e saperi produttivi tradizionali e territoriali) che di -<br />

mostra maggiore consapevolezza ambientale. Per il 2008 il<br />

riconoscimento è andato alla confezione dell’aglio di Nubia,<br />

frazione di Paceco (Tp) detta «u paisi di l’agghi» perché basa<br />

la sua economia sulla coltivazione dell’aglio rosso.<br />

0923 55 94 90, www.presidislowfood.it<br />

GARTENCITY ZÜRICH 2009<br />

Zurigo (Svizzera)<br />

300 enormi vasi con piante, decorati<br />

da artisti internazionali, abbelliranno<br />

per quattro mesi le vie della città, realizzazione<br />

di un progetto (presto imitato<br />

anche da Milano: ci sta lavorando l’Ac -<br />

cademia di Brera) volto ad avvicinare i cittadini<br />

all’arte e alla natura rendendo gli<br />

ambienti urbani più ecocompatibili.<br />

18 maggio - 19 settembre<br />

www.zurigoturismo.com/it/page.cfm/calendario/<br />

gartencity/gartencity_x<br />

RISO & ROSE IN MONFERRATO<br />

Coniolo e altre località (Al)<br />

Mercatini floreali à gogo nei borghi<br />

monferrini: a Moncalvo, Alfiano Nat -<br />

ta, Mede, Mombello, Fubine... kermesse di rose ma anche del<br />

riso, contrassegno storicamente saliente del paesaggio e delle<br />

tradizioni locali. Il clou sarà l’evento «Coniolo Fiori» (nel<br />

weekend del 16 e 17), forte anche del concorso di progettazione<br />

«La rosa nell’arredo urbano».<br />

9-10 e 16-17 maggio<br />

www.monferrato.org<br />

BACHECAdeiVIVAI<br />

PEONIE E ROSE a Turin Garden<br />

Torino<br />

Dal 14 aprile al 16 maggio al vivaio di<br />

Mario Vietti «Peonie erbacee e suffruticose»:<br />

varietà cinesi, indiane ed<br />

eu ropee per collezionisti e amatori, tutte adattate al clima<br />

locale. Dall’11 maggio al 6 giugno in mostra una selezione di<br />

rose antiche e moderne.<br />

Dal 14 aprile<br />

011 861 04 67, www.turingarden.it<br />

vietti@turingarden.it<br />

FESTA DEI FIORI VIVACI all’Erbaio della Gorra<br />

Casalborgone (To)<br />

Mostra mercato di erbacee perenni a fioritura primaverile,<br />

con un migliaio di essenze e collezioni di particolare vanto:<br />

anemoni, aquilegie, euforbie, fritillarie, Geum, primule, Pul -<br />

satilla, succulente rustiche, Heuchera, Aster e Graminacee or -<br />

namentali. Con dimostrazioni di divisione dei cespi.<br />

17-19 aprile<br />

011 917 41 68, 328 163 28 13<br />

IL PICCOLO MONDO DEI BONSAI<br />

SHOHIN da Crespi Bonsai<br />

Parabiago (Mi)<br />

Un’esposizione dei bonsai Shohin, di<br />

piccole dimensioni (18-20 cm al massimo):<br />

dimostrazioni tecniche e un<br />

corso per crearli, modellarli e mantenerli<br />

con il maestro Hiroki Miura.<br />

17-19 aprile<br />

0331 49 18 50, www.crespibonsai.com<br />

info@crespibonsai.com<br />

SUN.LAB<br />

Un concorso per giovani designer<br />

SUN, il salone internazionale dell’esterno (quest’anno in programma<br />

dall’8 al 10 ottobre), accoglie con il concorso 2009<br />

«Sun.Lab» le migliori proposte di designer italiani e stranieri<br />

under 35, nonché degli studenti universitari europei, in<br />

grado di creare scenari sperimentali e inediti per esprimere il<br />

piacere di vivere all’aperto e il riavvicinamento alla natura.<br />

Tema di questa edizione è il giardino domestico inteso come<br />

spazio nel quale godersi tempo libero e relax, da dedicare al<br />

riposo, alla convivialità, alle proprie passioni; saranno quindi<br />

selezionati soprattutto i progetti pensati per questo tipo di<br />

luogo, pubblico o privato. Il bando di concorso<br />

completo è scaricabile dal sito internet<br />

www.sungiosun.it/eventi/sunlab_09.htm<br />

10 borse di studio dal SUN per il corso di Outdoor Design<br />

«Progettare e arredare gli spazi esterni privati e pubblici» è la<br />

terza edizione del corso di outdoor experience design di cui il<br />

Salone internazionale dell’Esterno è partner accademico presso<br />

il POLI.design di Milano. È un corso di alta formazione e specializzazione<br />

volto a formare una figura professionale molto ri -<br />

chiesta; si terrà dal 6 al 24 luglio e SUN mette a disposizione 10<br />

borse di studio, sulla base di una selezione tra architetti<br />

e designer, aperta fino al 30 giugno. Gli interessati<br />

devono inviare cv a POLI. design, Michela Mantica,<br />

formazione@polidesign.net, www.borsedistudio.info<br />

corsi & concorsi


notiziedalle aziende<br />

ROSAZZO DA ROSA<br />

Manzano (Ud)<br />

Una «Festa della rosa» ambientata nella millenaria<br />

abbazia di Rosazzo, con vivaisti di<br />

qualità del Triveneto, conferenze e concerti.<br />

Collabora con la Fondazione dell’abbazia<br />

alla realizzazione di questa quinta edizione<br />

Grazia Adamo Giovannetti, appassionata<br />

cultrice di rose antiche che ha creato, a<br />

Portogruaro (Ve), un roseto che coltiva se -<br />

condo i principi della biodinamica: occasione<br />

per ammirare la sua collezione («Ca’<br />

delle Rose») e per parlare del giardino biodinamico.<br />

8-10 maggio<br />

334 626 82 96, www.abbaziadirosazzo.it<br />

fondazione@abbaziadirosazzo.it<br />

MOSTRA DELLA MINERVA<br />

Salerno<br />

Tradizionale appuntamento organizzato<br />

da Hortus Magnus alla Villa Co -<br />

munale di Salerno: selezionati espositori<br />

specializzati in piante rare, aromatiche,<br />

medicinali e da collezione,<br />

con un «SOS giardinaggio» allestito<br />

dagli esperti dell’Orto Bota nico di<br />

Napoli.<br />

18-19 aprile<br />

081 44 40 31, www.hortusmagnus.it<br />

muoio@unina.it<br />

NUOVO SITO WEB PER CIFO<br />

È online il nuovo sito internet di Cifo, da oltre quarant’anni<br />

protagonista del verde. Navi -<br />

gando tra le pagine delle due<br />

divisioni, «Agricoltura» e «Giar -<br />

dinaggio», l’utente avrà a di -<br />

spo sizione una messe di informazioni<br />

sui prodotti, schede<br />

per la cura del verde, materiali<br />

promozionali come la «Guida<br />

Verde».<br />

www.cifo.it<br />

AGRITURISMO IN ITALIA 2009-2010<br />

Dopo la presenza ultradecennale in edicola nel formato rivista,<br />

«Agriturismo in Italia», al ventiquattresimo numero,<br />

ripropone il formato da viaggio inaugurato nel 2008, distribuito<br />

nelle migliori edicole e librerie su tutto il territorio<br />

nazionale. Oltre alle indicazioni ri -<br />

guardanti gli agriturismi ai lettori<br />

saranno utili la cartina con la presentazione<br />

della regione e la selezione<br />

degli eventi, triplicati per chi ama<br />

esplorare la natura, la cultura, le tradizioni<br />

e gli ottimi prodotti enogastronomici<br />

di ogni territorio. I buongustai<br />

troveranno inoltre una rubrica<br />

dedicata alle specialità regionali,<br />

dai piatti tipici ai vini ai prodotti più<br />

pregiati, per viaggiare “con gusto”.<br />

059 41 25 47<br />

www.agriturismoinitalia.com<br />

agriturismoinitalia@logos.info<br />

10<br />

VILLA DA SCHIO IN FIORE<br />

Costozza di Longare (Vi)<br />

Dalle nove al tramonto, due giorni di<br />

mostra mercato di piante rare e insolite,<br />

rose moderne, antiche e botaniche,<br />

libri, pitture, arredo da giardino; presentazioni,<br />

dimostrazioni e conferenze<br />

sul giardino giapponese, sulle rose da<br />

essenza e rampicanti rare, collezioni di<br />

iris; laboratori di giardinaggio, prodotti<br />

tipici dei colli Berici, una mostra di pittura,<br />

un concerto tra i fiori e un incontro con Galileo<br />

Galilei… Tutto questo nella magnificenza di Villa da Schio.<br />

16-17 maggio<br />

049 66 20 43, www.verderame-giardini.com<br />

civiltadelverde@yahoo.it<br />

ORTICOLA • Milano<br />

Questa mostra mercato di fiori e piante per<br />

giardinieri appassionati, organizzata da Or -<br />

ticola di Lombardia, si tiene ai <strong>Giardini</strong> Pub -<br />

blici «Indro Montanelli» di via Palestro. Da<br />

segnalare il concorso dell’AIAPP, Asso ciazione<br />

Italiana di Architettura del Paesag gio, per la<br />

progettazione del «giardino con due soldi»: i<br />

cinque progetti migliori saranno realizzati e visibili a<br />

«Orticola»; e «Il Giardino Ecocompatibile», un insieme di collezioni<br />

di attrezzi, arredi, vasi a basso impatto ambientale.<br />

8-10 maggio<br />

02 77 09 65 44, www.orticola.org<br />

mostraorticola@orticola.org<br />

STIHL PER I GIARDINI DEL FAI<br />

Dal 2006 Andreas Stihl sostiene attivamente il Fondo per<br />

l’Ambiente Italiano. Quest’anno dona le attrezzature per la cura<br />

di giardini gestiti dal FAI e sponsorizza le manifestazioni verdi<br />

organizzate nelle varie proprietà aperte al pubblico (la «Tre giorni<br />

per il giardino» a Masino dal 1° al 3 maggio, le<br />

«Giornate delle rose» a Villa della<br />

Porta Boz zolo di Casal zuigno il<br />

23 e 24 maggio, poi ancora a<br />

Casal zui gno gli e venti del 13 settembre<br />

e 7-8 no vembre e a<br />

Masino la due giorni autunnale<br />

del 17-18 ottobre).<br />

www.stihl.it<br />

CONCORSO COMPO<br />

IL VERDE CHE<br />

DIVERTE<br />

Acquistando un prodotto<br />

Compo, azienda leader<br />

nel cam po dei prodotti<br />

per la cura del giardino, e<br />

col legandosi al sito web<br />

www.compoagricoltura.it,<br />

oppure inviando un sms al 340 433 55 77, si possono vincere<br />

immediatamente 1000 Familycard 2009 e 2010 del circuito<br />

MondoParchi (sconti alle famiglie per l’ingresso alle 1500<br />

strutture del circuito: parchi divertimento, parchi acquatici e<br />

naturali, musei, monumenti, impianti sportivi); e si partecipa<br />

all’estrazione finale di una vacanza per 4 persone sulla<br />

Riviera adriatica.<br />

Fino al 18 giugno<br />

Regolamento completo su www.compoagricoltura.it


parchi&giardini davisitare<br />

IL PARCO DEL CASTELLO DI DUINO (Ts)<br />

Ha riaperto la splendida dimora dei principi della Torre e<br />

Tasso (gli altrimenti famosi Thurn und Taxis), con il parco a<br />

picco sul mare che domina il golfo di Trieste. Nonostante le<br />

inclemenze invernali della bora, che ha sradicato molti alberi<br />

secolari, il parco si ripresenta in tutta la sua magnificenza<br />

(con i romantici viali decorati da statue e reperti archeologici)<br />

e con nuove specie botaniche di particolare pregio e rarità.<br />

Tutto l’anno<br />

040 20 81 20, www.castellodiduino.it<br />

info@castellodiduino.it<br />

agenda verde<br />

TRA ROSE, STORIA<br />

E LEGGENDA AL<br />

CASTELLO QUISTINI<br />

Rovato (Bs)<br />

Riapre il 25 aprile il Ca -<br />

stello Quistini, un gioiello<br />

della Franciacorta, con i<br />

suoi affascinanti giardini.<br />

È tempo di fioritura nei roseti del castello: rose antiche,<br />

moderne e inglesi si possono ammirare e/o acquistare. Il<br />

visitatore (tutte le domeniche e i festivi) si imbatterà anche<br />

nelle sculture in ferro riciclato di Marco Mazza; da non<br />

perdere il peculiare Giardino Bioenergetico, risultato dell’applicazione<br />

della tecnica dei bioenergetic landscapes che<br />

consente, con una messa a dimora ad hoc, di sfruttare le<br />

proprietà benefiche delle essenze piantate a beneficio dell’organismo<br />

umano.<br />

25 aprile - 26 luglio<br />

320 851 91 77<br />

www.castelloquistini.com<br />

I GIARDINI NASCOSTI<br />

Provincia di Viterbo<br />

In visita ad alcuni tra i più affascinanti<br />

e inediti giardini storici privati<br />

del Viterbese: il 4 aprile il<br />

giardini all’italiana di Castello<br />

Ruspoli a Vignanello, il 5 La<br />

Cannara a Marta; il 18 Hortus<br />

Unicorni a Vetriolo, giardino mi -<br />

nimalista, arricchito dalle sculture<br />

di Luca De Troia, al l’ombra di<br />

Civita di Bagno regio; il 19 Te -<br />

nuta D’Amico a Vaiano, in una<br />

valle spettacolare. Organizza la<br />

as sociazione Amarilli, con la Re -<br />

gione Lazio e l’Agenzia Re gio -<br />

nale di Promozione Turistica.<br />

Aprile<br />

06 32 28 22 09<br />

www.giardininascosti.it info@giardininascosti.it<br />

IL GIARDINO SEGRETO • Lazio e Umbria<br />

Altri giardini nascosti si visitano con PromoTuscia. Il 10 maggio<br />

«I <strong>Giardini</strong> dei Cimini»: il Parco delle Sculture di Joppolo,<br />

il giardino di Anna Migliori a Caprarola (Vt), l’orto-giardino<br />

medievale del Castello di Vasanello e il Moutan di Vitor -<br />

chiano; il 24 maggio le valli dei calanchi: La Torricella e Mon -<br />

tinvernile a Porano e il giardino di Corbara presso Orvieto<br />

(Tr) dei Ducrot; il 21 giugno il giardino pensile del Palazzo<br />

del Principe del Drago a Bolsena (Vt) e ancora la Cannara.<br />

Maggio-giugno<br />

0761 30 46 43, www.italiangardentour.com<br />

maria@promotuscia.it<br />

12<br />

PENTAGRAMMA<br />

FLOREALE<br />

Lago Maggiore<br />

6 A GIORNATA NAZIONALE<br />

DEL GIARDINO – UGAI<br />

40 associazioni di cultura e promozione<br />

botanica aderenti all’UGAI (Unione Garden<br />

Club e Attività similari) festeggiano la loro<br />

pluridecennale dedizione alla salvaguardia<br />

del verde e alla diffusione della sua cultura<br />

con manifestazioni in tutta Italia, sotto il<br />

segno del motto «Il verde pubblico è di<br />

tutti. Anche tuo: amalo, conservalo, non<br />

buttarlo». Elenco completo degli eventi:<br />

338 493 90 30, www.ugai.org<br />

18-19 aprile<br />

«Settimane musicali di Stresa e del lago Maggiore», con cinque<br />

appuntamenti open air negli splendidi giardini fioriti del<br />

Verbano. Il 2 maggio le fisarmoniche di Motion Trio a Villa<br />

San Remigio (Verbania); il 3 alla Rocca Borromeo di Angera<br />

(Va) le musiche rinascimentali e barocche di Concerto<br />

Palatino; il 9, sul lungolago La Palazzola di Stresa (Vb), il<br />

celeberrimo Michael Nyman suonerà alcune delle sue<br />

migliori soundtracks (offerta per la visita al vicino Giardino<br />

Alpinia); il 16 ancora a Stresa, nel parco di Villa Pallavicino,<br />

The Israel Philarmonic Brass Quintet propone, tra l’altro, il<br />

Carnevale degli animali di Saint-Saëns; infine il 17 maggio, a<br />

Villa Rusconi Clerici a Verbania, performance di Gabriele<br />

Pieranunzi, Alessandro Carbonare e Enrico Pieranunzi.<br />

2-17 maggio<br />

0323 310 95<br />

www.stresafestival.eu<br />

info@stresafestival.eu<br />

IL PARCO PIÙ BELLO<br />

D’EUROPA<br />

È il tedesco Aa Lake Park a<br />

Münster, nel Land Nord Reno –<br />

Vestfalia – il «parco più bello<br />

d’Europa» 2009: lo ha deciso la<br />

giuria del concorso promosso in<br />

tutto il continente da Briggs &<br />

Stratton. Il parco si sviluppa ar -<br />

moniosamente lungo il corso del<br />

fiume Aa ed è un paradiso ecologico,<br />

habitat ideale di specie botaniche e animali; d’altronde<br />

la città che fu degli anabattisti è oggi un ottimo esempio di<br />

centro urbano a vocazione ecologica. Secondo posto per lo<br />

svedese Marabou Park a Sundbyberg, terzo per<br />

il francese Parc Mapupassant de Bois Savary ad<br />

Allonnes; si piazza quarto il «parco più bello<br />

d’Italia», Villa Nazionale Pisani a Stra (Ve).<br />

FESTIVAL INTERNATIONAL<br />

DES JARDINS<br />

Chaumont-sur-Loire (Francia)<br />

L’edizione 2009 di una delle più prestigiose floralies<br />

del mondo si svolge dal 29 aprile al 18 ottobre.<br />

Tema di quest’anno «I giardini dei colori»<br />

www.chaumont-jardins.com<br />

IL PADULE DI FUCECCHIO (Pt)<br />

Al via le visite primaverili in questa<br />

riserva naturale e negli ambienti<br />

vicini (oasi faunistica del Bosco di<br />

Chiusi e Paduletta di Ramone, Lago<br />

di Sibolla, Colle di Monsummano),<br />

organizzate dal Centro di Ricerca,<br />

Documentazione e Promozione del<br />

Padule di Fucecchio. Le visite sono<br />

in calendario il 10, 13, 19 e 25 aprile, il 1°, 8, 10, 17, 24 e 30<br />

maggio e il 5 e 14 giugno.<br />

Fino a giugno<br />

0573 845 40<br />

www.zoneumidetoscane.it/eventi/padeventi.html<br />

fucecchio@zoneumidetoscane.it


GRANDI GIARDINI ITALIANI<br />

Settanta giardini in tredici regioni<br />

(più Malta) è la inestimabile<br />

dote di questo circuito culturale<br />

sorto dieci anni fa per la volontà<br />

di Judith Wade. Alcuni eventi in<br />

aprile: «Arte in villa» al parco di<br />

Villa Serra (Sant’Olcese, Ge, fino<br />

al 19, 010 71 55 77); «L’Erba Persa» a Villa del Durazzo a<br />

Santa Margherita Ligure (Ge, dall’11 al 13, 0185 29 31 35);<br />

mostra mercato floreale al parco del Castello del Roccolo<br />

(Busca, Cn, 25 e 26); settimana del tulipano ai <strong>Giardini</strong><br />

Botanici di Villa Taranto a Verbania (25 aprile – 1° maggio).<br />

A maggio 27 di questi parchi partecipano all’itinerario<br />

«In nome della rosa», che svela alcuni tra i più bei<br />

roseti d’Italia (tanto per fare qualche nome: la Reggia di<br />

Caserta, Castel Trauttmansdorff, la Landriana, Boboli, la<br />

Venaria Reale…); laboratori botanici per ragazzi al giardino<br />

monumentale di Palazzo del Principe a Genova; feste<br />

e mostre ancora a Villa Taranto di Verbania (3 maggio), a<br />

Villa Poggio Torselli di San Casciano in Val di Pesa (il 9 e<br />

10), Palazzo Patrizi a Castel San Giuliano di Bracciano<br />

(Rm), Palazzo Malingri di Bagnolo (Cn) e Parco idrotermale<br />

del Negombo a Ischia (Na).<br />

Aprile-maggio<br />

www.grandigiardini.it<br />

IL GIARDINO MUSEO BONSAI DELLA SERENITÀ<br />

Tarzo (Tv)<br />

Ha riaperto il Giardino e<br />

Museo Bonsai della Se re -<br />

nità, creazione di Armando<br />

e Haina Dal Col nel centro<br />

storico di questo paese del -<br />

la Marca Trevigiana, che si<br />

raggiunge dopo un viaggio<br />

tra vigneti (di prosecco),<br />

laghi e colline. Anche la visita a questo luogo sui generis<br />

sarà a sua volta un viaggio, perché i bonsai del maestro<br />

Dal Col, inglobati nel verde, invitano alla riflessione, alla<br />

meditazione e al diletto.<br />

Fino al 22 novembre<br />

0438 58 72 65, armando.haina.dalcol@tele2.it<br />

L’ORTO BOTANICO LORENZO ROTA • Bergamo<br />

Ha riaperto l’Orto Botanico «Lorenzo Rota», a Passaggio<br />

Torre d’Adalberto.<br />

Fino a ottobre<br />

035 28 60 60, www.ortobotanicodibergamo.it<br />

ortobotanico@comune.bg.it<br />

ROSE E PELARGONI<br />

ALL’ORTO BOTANICO DI PAVIA<br />

Nel cinquecentesco chiosco dell’Orto di via Sant’Epifanio,<br />

il 18 e 19 aprile mostra di pelargoni, in collaborazione con<br />

la Società Italiana del Pelargonium e abbellita dagli acquerelli<br />

di Daniela Passuello; con mercatino nella vicina piazzetta.<br />

Il 10 maggio, poi, è la «Festa del roseto», con nuove<br />

varietà che quest’anno arricchiscono il roseto dell’Orto<br />

pavese già forte di centinaia di e -<br />

semplari antichi e moderni; con<br />

adiacente mercatino di Barni.<br />

18-19 aprile e 10 maggio<br />

0382 225 34<br />

www.amiciortobotanicopavia.it<br />

pavia@amiciortobotanico.it<br />

ortibotanici


1<br />

4<br />

7<br />

C’è tempo<br />

sino alla<br />

fine di<br />

aprile…<br />

1. «Chaenomeles »<br />

>ISABELLA BANDINI<br />

Forlì<br />

4. «Pervinca»<br />

>RINUCCIA MARABOTTO COMETTO<br />

Chiusa di Pesio (Cn)<br />

7. «Due non due»<br />

>PILAR BLANCO Y PINOL<br />

Roma<br />

mostra fotografica<br />

2<br />

5<br />

8<br />

2. «Senza titolo»<br />

>M. TERESA RINALDI<br />

Londra<br />

5. «Tulipani»<br />

>STEFANO ASCORTI<br />

Bernareggio (Mi)<br />

8. «Giallo & blu»<br />

>FRANCESCA MORINI<br />

Correggio (Re)<br />

Per partecipare basta inviare un<br />

CD (a <strong>Giardini</strong>, via Curtatona<br />

5/2, 41100 Modena) con le foto<br />

in digitale (in formato jpg alta<br />

risoluzione 300 DPI) scattate a<br />

piante, fiori o giardini. Le 100<br />

immagini più belle verranno<br />

esposte nel mese di maggio, e<br />

pubblicate sulla rivista nel corso<br />

dei mesi successivi.<br />

16<br />

3<br />

6<br />

9<br />

Partecipare alla<br />

Mostra Fotografica<br />

di <strong>Giardini</strong><br />

è gratuito e regala<br />

la soddisfazione<br />

di vedere le proprie<br />

foto pubblicate<br />

sulla rivista<br />

3 «Crocosmia»<br />

>STEFANO ASCORTI<br />

Bernareggio (Mi)<br />

6. «Passiflora»<br />

>STEFANO ASCORTI<br />

Bernareggio (Mi)<br />

9. «Senza titolo»<br />

>MARIA ROSA MORANZONI<br />

Varese


NEL GIARDINO<br />

UNA MACCHIA<br />

DI ACIDOFILE<br />

IN GIARDINO<br />

TESTO DI MARIO VIETTI, FOTO DI SUSIGARDEN E INTERNATIONAL<br />

FLOWER BULB CENTRE, DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />

Alla base della buona riuscita di questo progetto<br />

vi è una scelta oculata delle specie da<br />

accostare. È opportuno riunire essenze che<br />

richiedono le stesse condizioni ambientali, come per<br />

esempio camelie e azalee, ma che differiscono per<br />

aspetto e periodo di fioritura. Tra i fattori più importanti<br />

da considerare vi sono portamento delle piante,<br />

colore dei fiori ed effetti di chiaroscuro, caratteristiche<br />

del fogliame: l’insieme deve apparire nel complesso<br />

ben strutturato e armonico.<br />

Tra le acidofile più belle possiamo ricordare tutte le<br />

varietà di Azalea, di Rhododendron, di Daphne e di<br />

Camellia, Gardenia grandiflora e Skimmia japonica.<br />

Le Hydrangea sono meno esigenti come acidità, ma<br />

necessitano di umidità e annaffiature regolari.<br />

Una volta decise le specie più adatte è di fondamentale<br />

importanza scegliere correttamente gli esemplari<br />

da acquistare, che devono essere sani e robusti. In -<br />

nanzitutto osserviamo la quantità e la qualità delle<br />

gemme: devono presentarsi parzialmente rigonfie e<br />

con la sommità ben formata; è importante che siano<br />

uniformemente distribuite, anche alle ascelle delle<br />

foglie.<br />

L’apparato radicale può segnalare il grado di vigore e<br />

vitalità: se infatti le radici si presentano scure e compattate<br />

la pianta è in età avanzata, mentre se sono sottili,<br />

di colore chiaro e non ammonticchiate l’esemplare<br />

è giovane e promettente.<br />

Terreno e pH<br />

Queste specie vegetali, che patiscono decisamente la<br />

presenza del calcare, prosperano egregiamente quando<br />

incontrano un suolo a tendenza acida, cioè con pH<br />

inferiori a 7. Il pH del terreno si può facilmente misurare<br />

in modo artigianale miscelando 10 grammi di<br />

terra a 25 ml d’acqua, lasciando decantare il composto<br />

per una notte. Il giorno successivo sarà possibile<br />

misurare il pH servendosi degli indicatori colorimetrici<br />

acquistabili presso i punti vendita di prodotti<br />

chimici oppure attraverso un piaccametro apposito. I<br />

substrati acidi, poveri di nutrienti, si formano naturalmente<br />

sotto la chioma delle conifere per la decomposizione<br />

degli aghi caduti oppure in zone ad alta<br />

piovosità, poiché le acque che penetrano nel sottosuo-<br />

consigli del mese<br />

18<br />

Di grande effetto per le loro<br />

variopinte e abbondanti<br />

fioriture primaverili,<br />

queste piante sono ideali<br />

per la creazione di macchie e<br />

bordure<br />

Dal catalogo di<br />

Susigarden 2009:<br />

Hydrangea<br />

macrophilla<br />

‘Green Shadow’<br />

È buona norma posizionare queste specie nella<br />

mezz’ombra, riservando loro l’irraggiamento del<br />

mattino e del tardo pomeriggio, poiché patirebbero il<br />

pieno sole.<br />

Se ci troviamo in presenza di terreno calcareo può<br />

essere utile creare un’aiuola rialzata di almeno 40-50<br />

cm: sul fondo si deve sistemare un feltro al di sopra<br />

del quale verrà posizionato uno strato drenante realizzato<br />

con ghiaia o argilla espansa; collochiamo poi<br />

altro tessuto-non tessuto. Il tutto andrà infine ricoperto<br />

con terra d’erica o terriccio<br />

acido.<br />

lo dilavano via tutte le sostanze nutritive presenti<br />

rilasciando idrogeno. Per realizzare una macchia di<br />

acidofile è quindi necessario partire da una corretta<br />

scelta del suolo più adatto e della posizione in cui collocare<br />

le piante, possibilmente cercando di riunirle; in<br />

tal modo i lavori di scavo e di reinterro si potranno<br />

eseguire in una sola volta.<br />

SUSIGARDEN


Un’altra<br />

so luzione è<br />

rappresentata<br />

dalla<br />

costruzione<br />

di una<br />

trincea, ov -<br />

vero una ampia buca di circa 50 cm di profondità realizzata<br />

con gli stessi strati dell’aiuola rialzata; in questo<br />

caso è però importante rivestire anche le pareti<br />

laterali con fogli di polietilene per scongiurare possibili<br />

infiltrazioni alcaline.<br />

Irrigazioni<br />

Subito dopo<br />

l’impianto è<br />

necessario<br />

annaffiare<br />

abbondante<br />

mente, avendo cura di mantenere il terreno sempre<br />

umido (evitando i ristagni) per l’intera durata del ciclo<br />

vegetativo. Poiché sovente l’acqua del rubinetto è troppo<br />

calcarea, è consigliabile raccogliere in cisterne quella<br />

piovana in modo da averla sempre a disposizione<br />

per l’irrigazione delle acidofile.<br />

Concimazioni<br />

È sufficiente concimare<br />

queste piante<br />

solo all’inizio<br />

della stagione primaverile<br />

con prodotti a lenta cessione specifici per<br />

acidofile; periodicamente è utile provvedere<br />

a somministrazioni di solfato di ferro.<br />

In autunno sarà poi opportuno distribuire<br />

uno strato di foglie secche<br />

o torba acida alla base de gli<br />

arbusti, per ottenere il du plice<br />

scopo di proteggere le radici dal<br />

freddo e apportare nuova sostanza organica al terreno.<br />

Potature<br />

Se le piante hanno molte ramificazioni che conferiscono<br />

un aspetto irregolare e disordinato si può intervenire<br />

con una potatura di contenimento a fine fioritura prima<br />

dello sviluppo delle nuove foglie; in generale però queste<br />

specie non richiedono tagli drastici e frequenti, per<br />

cui sarà sufficiente asportare solo i fiori avvizziti.<br />

Le acidofile possono essere collocate anche nel contesto<br />

di un giardino roccioso, in aiuole con terreno torboso<br />

e fresco, non esposto ai raggi diretti del sole. Tra le<br />

erbacee acidofile più colorate e scenografiche da inserire<br />

troviamo Gentiana sino-ornata e Iris innominata.


I Consigli di<br />

Turbotrimmer<br />

ComfortCut 450<br />

Per lavori di lunga bordatura, in aree difficilmente accessibili,<br />

magari anche in presenza di erba alta, il tagliabordi ideale è il<br />

Turbotrimmer ComfortCut 450 GARDENA. Di facile impiego, è<br />

caratterizzato da avviamento con tasto di sicurezza, interruttore<br />

di ampia dimensione, impugnatura supplementare regolabile,<br />

manico telescopico (da 90 a 120 cm) per adattare l’attrezzo all’altezza<br />

dell’utilizzatore, e dal fermacavo inserito nell’impugnatura.<br />

Ha due pratiche rotelle richiudibili e la testa di taglio orientabile a<br />

90° per lavorare agevolmente anche le bordure a sbalzo. La larghezza<br />

del taglio è di 250 mm e la potenza di 450 W.<br />

Turbotrimmer<br />

AccuCut 400 Li<br />

Il modello AccuCut 400 Li è un’altra novità GARDENA di quest’anno<br />

della gamma Turbotrimmer: un tagliabordi a batteria che<br />

permette di raggiungere ogni angolo del giardino senza l’imgombro<br />

del cavo elettrico. La batteria a ioni di litio 18 V ha un’autonomia<br />

di circa 30 minuti, sufficiente per lavorare circa 800 m di<br />

bordura lineare. A batteria scarica, il tempo di ricarica è di circa<br />

3 ore. Versatile e silenzioso, questo modello ha una larghezza di<br />

taglio di 230 mm e le stesse caratteristiche del modello precedente:<br />

avviamento con tasto di sicurezza, interruttore di ampia<br />

dimensione, impugnatura supplementare regolabile, manico te -<br />

lescopico (da 90 a 120 cm) e testa di taglio orientabile.<br />

LA MESSA A DIMORA DELLE<br />

PIANTE TAPPEZZANTI<br />

In questo mese<br />

possiamo piantare le<br />

tappezzanti, creando<br />

un tappeto ricoprente<br />

verde o fiorito che oltre<br />

ad appagare la vista<br />

con macchie di<br />

colore o<br />

chiaroscuri<br />

può<br />

apportare<br />

Campanula<br />

portenschlagiana<br />

una serie di vantaggi al nostro giardino.<br />

In primo luogo queste specie, una volta sviluppate,<br />

tendono a impedire la crescita delle infestanti poiché<br />

le soffocano togliendo loro acqua, luce e nutrienti.<br />

Tuttavia ricordiamo che<br />

perenni indesiderate<br />

Hedera<br />

hibernica<br />

come il tarassaco o la<br />

gramigna<br />

non<br />

vengono<br />

eliminate<br />

in questo<br />

modo, per cui<br />

è necessario<br />

intervenire con<br />

diserbanti prima della<br />

messa a dimora delle<br />

ricoprenti. In secondo luogo esse sono adatte a rivestire<br />

gli spazi spogli al di sotto delle grandi piante e in<br />

generale tutte le aree che rimangono vuote, caratterizzandosi<br />

come elementi di raccordo tra le strutture e le<br />

altre essenze del giardino. Le tappezzanti riducono<br />

poi l’evaporazione dell’acqua dal terreno, che soprattutto<br />

durante la stagione estiva tende a inaridirsi,<br />

mantenendolo fresco: potremo utilizzare a questo<br />

scopo specie resistenti alla siccità come Cistus x corbariensis<br />

oppure Lavandula in varie cultivar.<br />

Altra funzione di queste piante è quella di limitare<br />

anche solo superficialmente il fenomeno<br />

dell’erosione da pioggia e vento Hypericum<br />

tipico di alcuni suoli:<br />

calycinum<br />

Hypericum calycinum<br />

oppure Cotoneaster<br />

dammeri possono<br />

assolvere<br />

perfettamente questa<br />

funzione. Un tappeto<br />

coprente può infine<br />

attirare insetti utili<br />

(per esempio Thymus<br />

praecox attrae le api).


L’inizio della primavera rappresenta il momento<br />

migliore per mettere a dimora queste piante.<br />

Lavoriamo dapprima il<br />

terreno a fondo avendo<br />

cura di eliminare tutte le<br />

infestanti presenti,<br />

soprattutto le specie<br />

perenni, difficili da<br />

sradicare;<br />

aggiungiamo<br />

concimi e sostanze organiche<br />

come letame maturo, humus<br />

e torba; rastrelliamo per mescolare<br />

i prodotti e livellare la superficie.<br />

Scaviamo poi buche<br />

di dimensione<br />

opportuna e dopo aver<br />

disposto le piantine<br />

riempiamole di terriccio; da ultimo compattiamo e<br />

annaffiamo il suolo.<br />

Possiamo collocare le singole tappezzanti a una<br />

distanza reciproca che tenga conto dell’estensione<br />

della pianta matura,<br />

oppure optare per un<br />

distacco inferiore per<br />

ricoprire più<br />

velocemente il terreno<br />

o rendere il<br />

tappeto più<br />

fitto una volta<br />

cresciuto.<br />

Dal momento che le piantine ancora piccole non<br />

rivestono completamente il terreno, è opportuno<br />

distribuire uno strato di materiale pacciamante rinnovandolo<br />

per tutto il periodo del loro sviluppo, in<br />

modo da ridurre la crescita di infestanti che potrebbero<br />

soffocarle rapidamente. Si possono usare a<br />

questo scopo trucioli di legno o corteccia per specie<br />

legnose e torba mista a corteccia finemente tritata<br />

per tappezzanti piccole e striscianti.<br />

Scelta della specie<br />

Nelle zone soleggiate usiamo Cam panula portenschlagiana,<br />

Thymus x citriodorus o Hy pe ricum moserianum<br />

‘Tricolor’, mentre in luoghi più om brosi sono consigliabili<br />

Lamium maculatum ‘Ro se um’, Lo nicera nitida<br />

‘Maigrun’, Hedera hibernica o O phiopogon japonicus;<br />

adattabile e rustica, Hypericum ca lycinum vi ve<br />

invece sia al sole che all’ombra, in posizioni pianeggianti<br />

come su scarpate, regalando splendide fioriture<br />

di colore giallo in cambio di minime manutenzioni.


I fiori di Fiorella<br />

Gaura lindheimeri è un’erbacea perenne che forma dei cespi fitti<br />

con steli numerosissimi sui cui racemi sbocciano ininterrottamente,<br />

dalla fine della primavera all’inizio dell’autunno, tanti fiorellini bianchi.<br />

È una pianta elegantissima che può dare grandi soddisfazioni, preferisce<br />

un terreno fertile ma ben drenato, ama il pieno sole ma tollera<br />

benissimo anche l’ombra parziale e la siccità. Ottima cosa è utilizzarla<br />

nelle bordure miste avvicinandola alla Verbena bonariensis, a<br />

Centranthus ruber, a rose o a iris, o anche posta da sola quale ac -<br />

compagnatrice di vialetti assolati o un po’ ombreggiati. L’architetto<br />

Paolo Pejrone l’ha unita ad Anemone ‘Honorine Jobert’ ai lati di un<br />

lungo camminamento, riuscendo così ad avere una fioritura bellissima<br />

e senza esigenze di alcun tipo per quasi 9 mesi.<br />

Fiorella Degl�Innocenti<br />

Vivaio Guido Degl’Innocenti<br />

via Colle Ramole 7, località Bottai<br />

50023 Tavarnuzze (Fi)<br />

tel. 055 2374547<br />

www.vivaiodeglinnocenti.eu<br />

Diversi anni fa dall’Ambasciata Britannica di Roma ci<br />

arrivò la richiesta di alcune piante di Gaura lindheimeri:<br />

si erano rivolti a noi come ultima loro speranza<br />

poiché non riuscivano a trovare questa specie in Italia.<br />

Per quel che ne so è ancora oggi una pianta poco conosciuta,<br />

ma soprattutto poco apprezzata.<br />

Fra le altre belle piante poco utilizzate e molto resistenti voglio<br />

ricordare anche la stupenda Perovskia atriplicifolia. Non credo<br />

di aver mai venduto una Perovskia a un cliente “italiano” che sia<br />

venuto a chiederla direttamente: o era straniero o gli è stata consigliata<br />

da me o da un mio collaboratore…<br />

Perovskia atriplicifolia ha una fioritura eccezionale e quella leggerezza,<br />

bellezza ed eleganza che la accomuna alla Gaura. Le sue pannocchie,<br />

lunghe fino a 30 cm, formano una nuvola di fiorellini violetti<br />

e rientra senz’altro in quella categoria di piante che vengono dette<br />

“rustiche” poiché vivono in terreni poveri, drenati, in pieno sole, sono<br />

resistenti all’aridità e sono belle anche per il loro fogliame, nel caso<br />

specifico grigio-bianco. Considerando che la pianta raggiunge un’altezza<br />

di circa 1,20-1,50 m, nell’utilizzarla nei bordi misti, dove l’altezza<br />

delle piante scelta può variare molto, sarà necessario riservarle un<br />

posto in seconda-terza fila: far scappare Perovskia atriplicifolia da<br />

dietro delle rose cremisi è un’immagine che non si dimentica facilmente,<br />

come pure unirla a ciuffi di iris bianche.<br />

Come spesso accade quando viene impiantato un<br />

giardino, la struttura principale è data dai solidi arbusti,<br />

siano essi sempreverdi o spoglianti, non cambia;<br />

bisogna invece sempre ricordarsi che piante erbacee<br />

come Gaura lindheimeri oppure suffrutticose come<br />

Perovskia atriplicifolia sono le pennellate finali a un<br />

bel quadro vivente come quello di un giardino che<br />

personalizzano e caratterizzano ancora di più.


INTERNATIONAL FLOWER BULB CENTRE<br />

LA COLTIVAZIONE DELLA DALIA<br />

Questo periodo è ideale per mettere a dimora le dalie.<br />

Per ottenere già i primi fiori a<br />

primavera inoltrata, intorno alla metà di<br />

marzo avremmo dovuto collocare i<br />

tuberi in un ambiente poco riscaldato<br />

(10-12°C circa) ma molto luminoso.<br />

Essi dovevano essere posizionati in<br />

cassette piene di torba o terriccio<br />

appena inumidito: in questo modo i<br />

germogli compaiono in breve tempo.<br />

È buona norma comunque in questi casi<br />

prestare attenzione alle gelate tardive anche<br />

all’interno del locale che ospita i tuberi: se<br />

opportuno, conviene proteggerli con uno strato<br />

di tessuto-non tessuto. Passato il rischio, arieggiamo<br />

l’ambiente e controlliamo che le piantine siano<br />

asciutte.<br />

Attendiamo il mese di<br />

aprile per effettuare il<br />

trasferimento in piena<br />

terra, scegliendo per<br />

l’impianto un luogo<br />

aperto, riparato e non<br />

troppo ombreggiato.<br />

Se vogliamo ottenere diverse<br />

talee, aspettiamo che i<br />

germogli raggiungano<br />

un’altezza di 15 cm.<br />

Dahlia ‘Kennemerland’<br />

Recidiamoli quindi a 2 cm<br />

dalla base e ripicchettiamoli in vasi riempiti con sabbia<br />

e torba; i getti radicheranno in circa 3 settimane. A<br />

prelievo effettuato,<br />

interriamo nuovamente<br />

i<br />

tuberi: in<br />

questo modo<br />

riprenderanno a<br />

vegetare<br />

veloce -<br />

mente.<br />

23<br />

Dahlia ‘Park<br />

Princess’<br />

Le dalie amano un terreno<br />

ricco: aggiungiamo<br />

quindi un concime organico<br />

prima della messa a<br />

dimora, miscelandolo al -<br />

la terra e distribuendolo<br />

in modo uniforme.<br />

La profondità d’impianto dei tuberi risulta fondamentale<br />

per un loro corretto sviluppo: una piantagione<br />

troppo superficiale può infatti dare problemi di<br />

siccità; una eccessivamente profonda forza le piante a<br />

svantaggio della fioritura. Le varietà più resistenti e<br />

vigorose vanno quindi piantate a circa 12 cm dalla<br />

superficie, mentre per le dalie nane possono bastare<br />

7-8 cm; in ogni caso è bene lavorare il terreno con<br />

l’aiuto di una forca per almeno 25 cm di profondità. A<br />

seconda dello svi -<br />

luppo della cultivar<br />

prescelta, la<br />

di stanza di im -<br />

pianto varia tra i<br />

40 cm e il metro.<br />

Man mano che<br />

la crescita procede è consigliabile annaffiare<br />

le piante con moderazione; eliminiamo<br />

poi alcuni getti in mo -<br />

do che i rimanenti producano<br />

fiori più grandi.<br />

Le dalie, tuberose di provenienza messicana appartenenti<br />

alla famiglia delle Compositae, vengono classificate<br />

in base alla forma e alla dimensione dei loro<br />

fiori; le varietà sono ormai tantissime, dalle tinte più<br />

svariate. Fra le numerose specie, Dahlia imperialis<br />

può vivere tutto l’anno<br />

all’aperto an che nel le<br />

zone temperate; è di<br />

grandi di mensioni, ha<br />

fogliame quasi perenne e<br />

fiori penduli semplici, di<br />

co lore bianco-rosato.<br />

Dahlia<br />

INTERNATIONAL FLOWER BULB CENTRE<br />

INTERNATIONAL FLOWER BULB CENTRE


ALBERI, ARBUSTI E PIANTE RAMPICANTI<br />

• Proseguire con il trapianto di conifere e latifoglie<br />

anche “di zolla”<br />

• Estirpare regolarmente le erbe infestanti e pacciamare<br />

con del materiale organico<br />

• Fissare i nuovi getti delle specie rampicanti agli appositi<br />

sostegni<br />

• Potare gli arbusti che hanno concluso la fioritura sul<br />

legno vecchio (Chaenomeles japonica, Forsythia, Ha -<br />

mamelis, Kerria ecc.), i sempreverdi e le siepi di Ilex<br />

aquifolium, Lavandula, Prunus laurocerasus, Prunus<br />

lusitanica e Rosmarinus officinalis<br />

• Si possono moltiplicare alcuni arbusti: Cytisus, Ne -<br />

rium, Paulownia, Spartium ecc. tramite semina in<br />

cassone freddo; Rhus typhina mediante propaggine<br />

• Se non è ancora sta -<br />

to fatto, occorre ef -<br />

fettuare una concima -<br />

zione com pleta su<br />

tutte le piante presenti<br />

in giardino<br />

• Alla comparsa dei<br />

primi sintomi di ma -<br />

lattie intervenire tem -<br />

pestivamente con pro -<br />

dotti specifici<br />

Dal catalogo di<br />

Susigarden 2009:<br />

Cytisus<br />

PIANTE ANNUALI E BIENNALI<br />

• Lavorare il terreno che dovrà ospitare le nuove piantagioni<br />

• Si possono seminare in piena terra Alyssum maritimum,<br />

Convolvulus tricolor, Coreopsis, Helianthus, Mat -<br />

thiola e numerose altre annuali rustiche<br />

• Piantare a dimora annuali e biennali allevate fino a<br />

ora in ambiente protetto e sufficientemente sviluppatesi<br />

• Cimare le piantine che dovranno assumere una forma<br />

cespugliosa<br />

• Bagnare con regolarità le biennali in crescita e tenere<br />

il terreno libero da erbe infestanti<br />

ERBACEE PERENNI<br />

• Si possono mettere a dimora le piante tappezzanti e<br />

numerose erbacee perenni (Cortaderia, Delphinium,<br />

Gunnera, Heuchera, Linum ecc.)<br />

• Sistemare dei tutori vicino alle piante che lo necessitano<br />

• Cimare i getti apicali per favorire lo sviluppo delle<br />

gemme laterali<br />

• Eliminare regolarmente le erbe infestanti<br />

consigli del mese<br />

LAVORI IN GIARDINO AD APRILE<br />

SUSIGARDEN<br />

24<br />

• Seminare in cassone<br />

freddo Anaphalis, Cam -<br />

panula, Erigeron, Mo -<br />

rina ecc.<br />

• Si può proseguire con<br />

la divisione dei cespi<br />

di Campanula, Cera to -<br />

stigma, Tiarella ecc.<br />

• Moltiplicare i Chry san -<br />

themum tramite talea<br />

di germogli basali<br />

Dal catalogo di<br />

Susigarden 2009:<br />

Delphinium<br />

BULBOSE<br />

• Dalla fine del mese piantare le dalie e le altre bulbose<br />

a fioritura estivo-autunnale<br />

• Asportare i fiori appassiti di giacinti, muscari, narcisi,<br />

tulipani e di tutte le specie in fioritura<br />

• Moltiplicare la Crocosmia tramite divisione dei bulbi<br />

ROSAI<br />

• Asportare le erbe infestanti alla base dei rosai smuovendo<br />

il terreno al piede, e pacciamare<br />

• Annaffiare a intervalli regolari, soffermandosi sugli e -<br />

semplari appena piantati<br />

• Concimare con un prodotto specifico a pronto effetto<br />

• È utile effettuare trattamenti preventivi contro le prin -<br />

cipali malattie fungine<br />

• Eliminare i polloni e -<br />

ventualmente presenti<br />

Dal catalogo di<br />

Susigarden 2009:<br />

Rosa chinensis<br />

‘Sanguinea’<br />

GIARDINO ROCCIOSO<br />

• Dividere i cespi delle perenni che si sono accestite<br />

troppo<br />

• Si possono moltiplicare per talea Codonopsis, Cya nan -<br />

thus, Potentilla, Saxifraga retusa ecc.<br />

• Erinus alpinus può essere seminato in piena terra<br />

VASCHE E LAGHETTI<br />

• Pulire la superficie dello specchio d’acqua con l’aiuto<br />

di un rastrello<br />

• Dividere le piante acquatiche che lo necessitano<br />

• Lungo le rive si possono piantare Caltha palustris,<br />

Pulmonaria angustifolia e altre specie palustri<br />

• Concimare le piante che crescono lungo le rive del<br />

laghetto<br />

SUSIGARDEN SUSIGARDEN


Che cosa rappresenta meglio la<br />

primavera di un bel<br />

cespuglio di biancospino? Il<br />

biancospino è un grande cespuglio selvatico che<br />

produce in aprile una bella fioritura bianco rosata,<br />

visitata da pattuglie di insetti pronubi. ‘Paul’s<br />

Scarlet’ invece è un biancospino quasi rosso, con<br />

una fioritura doppia, molto abbondante,<br />

profumata, rosa intenso. Si adatta benissimo alle<br />

condizioni più disparate, ma meglio offrirgli un<br />

buon terreno di medio impasto, fertile, drenato e<br />

possibilmente in pieno sole o al massimo in<br />

mezz’ombra. Potrebbe vivere anche nel sottobosco,<br />

aiuola di stagione<br />

ma non garantisce la fioritura.<br />

26<br />

Una nuvola<br />

rossa<br />

annuncia<br />

la nuova<br />

stagione<br />

AIUOLA di APRILE<br />

Crataegus laevigata ‘Paul’s Scarlet’<br />

TESTO DI<br />

MAURIZIO ZARPELLON<br />

DISEGNI DI<br />

DANIELA BALDONI<br />

Nei vivai specializzati in arbusti reperiamo un esemplare<br />

di almeno un metro e cinquanta di altezza, ben<br />

formato e sano, e piantiamolo in una aiuola di almeno<br />

due metri per tre, non centralmente e nemmeno<br />

in primo piano, ma lievemente arretrato<br />

(ma attenzione: in Emilia Romagna e<br />

in Trentino Alto Adige è vietato piantare i<br />

biancospini). Rossa e profumata, ora la<br />

pianta vuole accanto alcune piante che<br />

la valorizzino e allo stesso tempo<br />

possano essere anch’es -<br />

se più visibili, e rendano<br />

tutto l’insieme<br />

più gioioso.<br />

L’ideale è scegliere<br />

colori e forme contrastanti:<br />

per esempio<br />

il bianco.<br />

1


1 Crataegus laevigata ‘Paul’s Scarlet’<br />

2<br />

3<br />

4<br />

Iberis sempervirens<br />

Iris barbata ‘Crispy’<br />

Festuca glauca ‘Elijah Blu’<br />

Iberis sempervirens<br />

Davanti disponiamo una macchia folta e bassa di<br />

Iberis sempervirens (circa 20 piante in vaso diametro 13<br />

cm). Questa vecchia conoscenza si rivela sempre efficace,<br />

per la durata della fioritura e la robustezza della<br />

pianta; e non dimentichiamo che è sempreverde. Per<br />

averla sempre in forma è sufficiente<br />

alla fine della<br />

fioritura darle una bella<br />

potata così da<br />

indurla in ri cacci<br />

corti, ma che<br />

la mantenganoestremamentecompatta<br />

e pronta<br />

per la stagione<br />

successiva.<br />

2<br />

Iris barbata ‘Crispy’<br />

In secondo piano altre piante più leggiadre e meno<br />

comuni: Iris barbata ‘Crispy’ (circa 28-30 piante in<br />

vasi di 9 x 9 cm), ovvero dei magnifici iris nani di 25-<br />

30 cm dalla precoce fioritura candida come la neve.<br />

Gli iris nani generalmente si utilizzano nei giardini<br />

rocciosi o per la coltura in vaso ma noi vogliamo<br />

sperimentarli in aiuola facendone una onda ampia,<br />

quasi un fiume che attraversa la composizione. Poco<br />

esigenti in fatto di terreno ed esposizione, sono però<br />

meno reperibili dei soliti iris grandi e medi. Non<br />

avendo a disposizione i nani tentiamo con iris medi:<br />

un qualsiasi buon ibrido a fioritura bianca andrà<br />

benissimo.<br />

Festuca glauca ‘Elijah Blu’<br />

Infine sul fronte arretrato dobbiamo formare un<br />

folto tappeto di Festuca glauca ‘Elijah Blu’ (circa<br />

20-24 piante in vaso dim 13 cm), una pianta classica<br />

da utilizzare spesso. Niente di meglio di una graminacea<br />

bassa, tosta, inusuale, come è la la festuca<br />

glauca, nella colorazione che più si abbina alle sue<br />

candide vicine senza interferire né fare ombra, ma<br />

anzi pennellando l’insieme e rendendolo particolarmente<br />

“dinamico”.<br />

27 aiuola di stagione<br />

3<br />

4


NELL’ORTO<br />

IN APRILE INIZIANO<br />

I LAVORI ALL’APERTO<br />

consigli del mese<br />

TESTO E FOTO DI ALESSANDRO MESINI, DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />

Il rischio di gelate tardive è ormai passato, almeno in pianura e nelle regioni<br />

del Centro Sud, ed è bene procedere ai lavori di affinamento del terreni per le<br />

semine e i trapianti in pieno campo.<br />

I RAVANELLI CHE NON TEMONO IL FREDDO<br />

I ravanelli sono facili da coltivare: sono<br />

poco esigenti in calore e abbastanza<br />

produttivi, tanto che un<br />

metro quadrato messo<br />

a coltura, con il<br />

raccolto scalare,<br />

può fornire fino<br />

a 1500 grammi di<br />

radici.<br />

Si seminano a spaglio su<br />

un terreno ben lavorato,<br />

privo di scheletro e<br />

soffice alla profondità di<br />

1 cm, impiegando, dopo<br />

averlo mescolato con<br />

terriccio fine per migliorare<br />

l’uniformità di distribuzione,<br />

3 grammi per metro quadrato.<br />

La temperatura minima per germinare è di soli 10°C.<br />

Si seminano tutto l’anno, ma con il caldo divengono<br />

di sapore acre e scarsa consistenza.<br />

I cespugli di salvia a<br />

primavera devono essere<br />

puliti dal secco e liberati<br />

dall’eventuale protezione<br />

contro il freddo posta<br />

a difesa del colletto<br />

Seminare le verdure<br />

da foglia in modo scalare,<br />

a distanza di circa dieciquindici<br />

giorni, assicura<br />

tempi lunghi di raccolta<br />

e minimizza gli sprechi<br />

28<br />

Lavorare<br />

alacramente<br />

senza farsi<br />

prendere<br />

dalla fretta:<br />

è il momento<br />

di scegliere<br />

specie e<br />

varietà<br />

da coltivare<br />

Le varietà primaverili sono tutte precoci o molto precoci.<br />

Si possono affiancare, per esempio:<br />

• ravanelli cilindrici di sviluppo contenuto, di circa 5 cm<br />

di lunghezza, come ‘French<br />

Breakfast’, dal sapore pungente,<br />

di colore rosso fatta ec -<br />

cezione per la base bianca,<br />

precocissimi (23<br />

giorni dalla germinazione<br />

alla raccolta)<br />

• ravanelli sferici come<br />

‘Scarlet’ o ‘Cherry’, di<br />

colore rosso vivo, polpa<br />

bianca e croccante, sapore<br />

dolce o poco spiccato,<br />

ma fresco e acquoso, di<br />

dimensioni uniformi e<br />

contenute fra i 2 e i 2,5 cm di diametro;<br />

precoci (26 giorni)<br />

• ravanelli cilindrici di grande sviluppo come i conosciutissimi<br />

‘Candela di Fuoco’, capaci di superare i 20 cm di<br />

lunghezza, polpa bianca, mai acre anche quando la radice<br />

invecchia e perde di<br />

croccantezza e fatica<br />

a spezzarsi se piegata<br />

a U; precoci<br />

(30<br />

giorni)<br />

• ravanelli del gruppo “Daikon”,<br />

reperibili sul mercato nel periodo invernale, a radice<br />

allungata bianca da raccogliere quando lo sviluppo<br />

abbia raggiunto i 15 cm senza aspettare che raggiungano<br />

il pieno sviluppo (oltre i 30 cm) perché il sapore diventa<br />

troppo forte e predomina la nota piccante; tardivi (45<br />

giorni).


LAVORI NELL’ORTO<br />

AD APRILE<br />

Le piante<br />

di melanzane<br />

acquistate per<br />

il trapianto nella<br />

fase iniziale sono<br />

piuttosto delicate<br />

e devono essere<br />

seguite con cura,<br />

assicurando<br />

protezione dal<br />

freddo e un tutore<br />

• Predisporre uno schema rotazionale delle diverse<br />

colture<br />

• Sorvegliare la crescita delle malerbe e gli attacchi<br />

di parassiti<br />

• Utilizzare i tunnel freddi per anticipare semine<br />

e tempi di coltivazione<br />

• Trapiantare le piante con pane di terra acquistate<br />

sul mercato o prodotte in serra (pomodoro,<br />

melanzana, peperone e peperoncino, basilico,<br />

sedano, aromatiche)<br />

• Seminare in pieno campo: verdure da foglia e da<br />

taglio, cipolle e porri, carote; a fine mese anguria,<br />

melone, cetrioli, pomodoro, zucca e zucchino<br />

• Raccogliere: carote e piselli seminati con anticipo<br />

e protetti dal freddo, prezzemolo, ravanelli,<br />

cicoria, cavoli, sedano, rucola, lattuga e radicchi<br />

COLTIVARE E RACCOGLIERE<br />

IN PRIMAVERA<br />

La primavera per la coltivazione dell’orto, specie in<br />

collina e nel Nord del nostro paese, è una lunga stagione<br />

che si spinge anche oltre l’inizio astronomico<br />

dell’estate. Possiamo porre come inizio dell’estate<br />

il momento in cui si iniziano a raccogliere i pomodori,<br />

le melanzane e gli zucchini; da quel momento<br />

in poi sarà facilissimo riempire il cesto a ogni giornata.<br />

Per garantirci un buon raccolto primaverile, quando<br />

già sono presenti ma non ancora produttivi gli or -<br />

taggi estivi, dovremo cercare di coprire un lungo<br />

periodo con specie diverse come ravanelli, rucola,<br />

spinaci, bietole, valerianella, piselli, carotine, e con<br />

una sapiente scelta di varietà a maturazione scalare.<br />

I cetrioli già al<br />

momento del trapianto<br />

devono essere dotati di<br />

un tutore, o meglio di<br />

un sistema di tutori, su<br />

cui potersi arrampicare<br />

liberamente


COMPO<br />

Nitrophoska<br />

Nitrophoska ®<br />

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COMPO Nitrophoska ® Giardino è un concime<br />

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erbosi, aiuole, cespugli, arbusti, piante ad alto fusto, colture<br />

ortive e da frutto. La particolare formulazione e la presenza di<br />

Isodur ® (azoto ad azione prolungata) garantiscono sicurezza<br />

nellʼimpiego e nei risultati.<br />

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contenuto equilibrato di fosforo, magnesio e zolfo.<br />

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Universale è un concime granulare composto, con -<br />

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elementi e microelementi quali ma gnesio, boro, zolfo e zinco,<br />

per una sana crescita delle piante. Può essere usato sia per la<br />

concimazione di base al momento dellʼimpianto che per quella<br />

di copertura.<br />

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Le fragole<br />

iniziano a fiorire<br />

precocemente,<br />

anche prima che<br />

vi sia la possibilità di<br />

sviluppare e portare<br />

a maturazione<br />

i frutti. Puliamole<br />

dal secco e non<br />

dimentichiamo<br />

di bagnarle<br />

LE CAROTE,<br />

QUELLE IN MINIATURA<br />

Nell’orticoltura classica la carota è un ortaggio che<br />

richiede tempi di coltivazione lunghi, raccolto estivo<br />

o autunnale, con la possibilità di lasciare nel terreno<br />

le radici anche dopo l’appassimento della par -<br />

te area continuando il raccolto fino al sopraggiungere<br />

del gelo. Sul mercato sono oggi disponibili<br />

varietà dotate di una maggiore precocità che richiedono<br />

tempi di coltivazioni più brevi e si raccolgono<br />

circa due mesi dopo la germinazione, ma anche<br />

carote in miniatura che sviluppano radici di piccole<br />

dimensioni precocissime. Molto apprezzate co -<br />

me primizia, per la forma, le dimensioni e per il<br />

sapore fresco, dolce e “giovane”, possono rappresentare<br />

una scelta interessante per diversificare i<br />

raccolti primaverili.<br />

Si seminano in<br />

terreno ben<br />

preparato, si<br />

ricoprono i semi<br />

con un velo di<br />

terreno apposito<br />

per semine e si utilizza<br />

il tessuto non tessuto per<br />

proteggerle dal freddo e migliorare la costanza di umidità<br />

del terreno favorendo una rapida germinazione.<br />

‘Primo’ è una varietà precocissima (30<br />

giorni) che si fa apprezzare per il<br />

sapore deciso; ‘Baby Sweet’,<br />

ideale per essere lessata,<br />

molto ornamentale<br />

nella preparazione<br />

di piatti a vista, è di un<br />

impareggiabile colore<br />

arancione, sottile e<br />

affusolata, precoce (40<br />

giorni); ‘Kinko’<br />

è interessante per<br />

la capacità di adattarsi<br />

a terreni argillosi.<br />

Le carote formato<br />

mignon sono piante<br />

precoci da raccogliere<br />

prima dell’estate


Le bietole<br />

vegetano<br />

con forza<br />

e non temono<br />

il freddo,<br />

ma soltanto<br />

la siccità<br />

PISELLI, VERDI PERLE<br />

DI DOLCEZZA<br />

La caratteristica vincente dei piselli è la freschezza<br />

e la dolcezza. La raccolta scalare e la semina ripetuta<br />

ogni quindicina fino al mese di maggio consentono<br />

di avere un raccolto continuo e bastante a<br />

coprire i fabbisogni famigliari. I baccelli sono pronti<br />

da raccogliere solo quando i semi si ingrossano e<br />

saggiandoli con le mani risultano ben evidenti sot -<br />

to le valve, il che avviene in condizioni normali<br />

due settimane dopo la fecondazione dei fiori.<br />

In questo caso più che sulla scalarità di maturazione<br />

delle diverse varietà è consigliato giocare sulla<br />

loro attitudine, distinguendo fra i legumi che an -<br />

dranno consumati freschi e quelli, pratica usuale,<br />

destinati alla conservazione in freezer.<br />

Scelta della varietà<br />

Una varietà classica, ottima per il consumo fresco,<br />

è ‘Meraviglia d’Italia’, precoce (55 giorni), dolce e<br />

produttiva, caratterizzata da baccelli lunghi contenenti<br />

9-10 semi.<br />

Per la frigoconservazione è indicata ‘Little Mervel’,<br />

spesso tralasciata perché produce baccelli corti<br />

contenenti un numero limitato di semi, da 5 a 6,<br />

tardiva (65 giorni) ma<br />

affidabile.<br />

I piselli possono essere<br />

seminati appena<br />

termina il pericolo di<br />

grandi gelate. Sono<br />

resistenti, poco<br />

esigenti e molto<br />

produttivi; adatti a<br />

essere consumati<br />

freschi e a essere<br />

conservati


La coltivazione<br />

della<br />

ZUCCA<br />

orticoltura<br />

32<br />

TESTO DI SILVANO CRISTIANI, FOTO DI<br />

ALESSANDRO MESINI, DISEGNI DI CLAUDIO CRISTIANI<br />

La zucca appartiene alla famiglia delle Cucur bi -<br />

tacee, come il cetriolo, il melone, il cocomero e lo<br />

zucchino.<br />

Le varietà più comuni appartengono ai generi Cucur -<br />

bita maxima e C. moschata, oltre a C. pepo. C. maxima<br />

ha frutti sferoidali, talvolta enormi, a buccia variamente<br />

colorata, con polpa gialla e dolce. A questa specie appartengono<br />

anche le caratteristiche zucche a “turbante”.<br />

Cucurbita moschata si distingue da C. maxima per avere<br />

un frutto allungato, oblungo o cilindrico, più o meno<br />

curvato all’apice, con polpa consistente di colore giallo<br />

arancione e aroma dolce e caratteristico.


Le foglie sono espanse, con<br />

nervatura palmata, di<br />

forma<br />

vagamente<br />

triangolare e<br />

con crenature<br />

appena accennate e<br />

margine seghettato a<br />

seconda delle varietà.<br />

Cucurbita pepo ‘Delica’<br />

Antica varietà selezionata<br />

nel 1894. La pianta ha<br />

crescita semi-cespugliosa,<br />

ha buona produttività e<br />

dà frutti del peso di 0,5-1<br />

kg. La polpa è gialloarancio,<br />

consistente e<br />

dolce. Consumata cruda<br />

ha un sapore che ricorda<br />

la mela renetta, mentre<br />

da cotta ricorda la<br />

castagna. Il frutto si<br />

conserva fino ad<br />

un anno.<br />

La<br />

zucca è<br />

una pianta a<br />

ciclo annuale, con<br />

apparato radicale<br />

fittonante, fusto erbaceo,<br />

strisciante, flessibile, più o meno<br />

ramificato.<br />

Il frutto è un peponide, variabile, secondo le cultivar,<br />

per la forma, il colore e la presenza di maculature o<br />

striature. Anche lo spessore dell’epicarpo è variabile;<br />

il suo aspetto è liscio o bolloso; la polpa è consistente,<br />

di colore giallo-arancio.<br />

I fiori, gialli e unisessuati, sono di<br />

colore molto intenso; quelli maschili<br />

crescono all’ascella delle foglie, su lunghi<br />

piccioli, mentre quelli femminili si schiudono<br />

sul frutto all’inizio della sua formazione.<br />

Varietà coltivate<br />

Cucurbita moschata<br />

‘Piena di Napoli’ Pianta a tralcio<br />

molto sviluppato che si espande fino<br />

a 4 metri, foglie intere, verdi con<br />

chiazze grigiastre, frutto molto<br />

lungo, di forma cilindrica, ingrossato<br />

all’estremità e leggermente ricurvo,<br />

con buccia di colore giallo rossastro,<br />

polpa gialla, zuccherina. Varietà<br />

tipica del sud Italia, in<br />

particolare della Campania.<br />

La polpa arancio vivo, ha<br />

sapore eccellente, dolce<br />

e col gusto caratteristico<br />

di C. moschata.<br />

I semi sono<br />

piatti, di forma<br />

ovale, di colore<br />

crema chiaro.<br />

Cucurbita moschata<br />

‘Trombetta di Albenga’<br />

Varietà italiana molto<br />

decorativa, che cresce più o<br />

meno arcuata su se stessa.<br />

Certi frutti possono raggiungere<br />

un metro e mezzo di<br />

lunghezza. Ha un’eccellente<br />

qualità culinaria, con gusto di<br />

nocciola fresca tipico<br />

della C. moschata.<br />

33 orticoltura


Esigenze<br />

La coltivazione della zucca si avvantaggia di terreni<br />

profondi, fertili e ricchi di sostanza organica, con<br />

buona disponibilità idrica soprattutto nella fase d’ingrossamento<br />

del frutto.<br />

I valori di temperatura ottimali sono di 15-18°C la<br />

notte e 24-30°C il giorno; a 10-13°C la pianta arresta la<br />

crescita.<br />

Avvicendamento e consociazione<br />

È sconsigliabile ripetere la coltura sullo stesso terreno<br />

prima di 3-4 anni o di coltivarla dopo Solanacee,<br />

fagiolino o altre specie della famiglia delle Cucurbi -<br />

tacee, perché le piante andrebbero facilmente soggette<br />

ad attacchi di parassiti fungini (Fusarium, Verti cil -<br />

lium), nematodi e insetti.<br />

orticoltura<br />

Varietà coltivate<br />

Le varietà coltivate, che si differenziano<br />

per la forma, il colore del frutto<br />

e per la conformazione dell’epicarpo,<br />

vengono distinte a seconda della<br />

specie di appartenenza.<br />

Varietà coltivate<br />

Cucurbita maxima ‘Butternut Rugosa’<br />

Una delle varietà di zucca più conosciute<br />

e apprezzate nel Nord Italia. Nota come “zucca<br />

violina” per la sua forma caratteristica, viene<br />

chiamata anche zucca olandese<br />

nel Reggiano e zucca Gandiotti<br />

nel Mantovano; ottima<br />

per i tortelli.<br />

Tecniche colturali<br />

34<br />

Lavorazioni del terreno e concimazioni<br />

Nel caso di terreni pesanti le lavorazioni devono essere<br />

molto accurate, fatte per tempo, meglio prima dell’inverno.<br />

Le concimazioni devono essere abbondanti;<br />

indispensabile quella organica a base di letame<br />

maturo o compost (da 4 a 6 kg/mq), da distribuire<br />

durante la preparazione del terreno. Ottima anche la<br />

cornunghia. Volendo ricorrere alla concimazione chimica,<br />

si consiglia di distribuire, ogni 10 mq, 70-90 g di<br />

P 2O 5 e 200-250 g di K 2O alla lavorazione del terreno,<br />

e 100-150 g di N in copertura.<br />

Semina<br />

La semina viene fatta preferibilmente in pieno campo,<br />

a postarelle, quando i rischi di gelate sono terminati e<br />

il terreno è sufficientemente caldo: in condizioni ottimali,<br />

infatti, seminando a una profondità di circa 2,5-<br />

3 cm la germinazione avviene in pochi giorni e l’accrescimento<br />

risulta rapido e costante.<br />

Ogni pianta di zucca richiede almeno 1 mq di spazio,<br />

ottenibile con sesti di impianto di 100-150 cm tra le<br />

file e 70-100 cm sulla fila. Si seminano 3 o 4 piante per<br />

buchetta, che vanno poi diradate lasciandone una<br />

sola allorché le piante presentano la terza foglia ben<br />

formata.<br />

Cucurbita maxima ‘Piacentina’<br />

Varietà selezionata in Italia,<br />

simile alla ‘Marina di Chioggia’.<br />

Ha polpa dolce e soda; si<br />

conserva a lungo nell’inverno.<br />

Molto diffusa nelle province di<br />

Piacenza e Mantova, un po’<br />

meno nel Reggiano.


Utile è una cimatura del tralcio primario, sopra alla<br />

seconda o quarta foglia, per agevolare lo sviluppo di<br />

germogli ascellari, che a loro volta andranno cimati.<br />

Si può effettuare anche il diradamento dei frutti,<br />

mantenendone non più di 2 o 3 per pianta allo scopo<br />

di stimolare il loro ingrossamento.<br />

Irrigazioni<br />

Le irrigazioni sono indispensabili specialmente du -<br />

rante la stagione calda, per garantire un regolare<br />

accrescimento dei frutti.<br />

Raccolta<br />

La raccolta si effettua a partire dal mese di settembre-ottobre,<br />

quando la pianta è secca e i frutti sono<br />

maturi; le zucche, con il picciolo ben attaccato (per<br />

evitare marciumi), si pongono al sole sotto un portico<br />

asciutto e tiepido, affinché si asciughino un po’<br />

divenendo più serbevoli; si possono poi conservare<br />

a lungo in un locale asciutto e ventilato, badando<br />

che la temperatura non scenda sotto i 10°C, altrimenti<br />

la polpa cristallizza e in seguito marcisce.<br />

La conservazione si protrae in genere per tutto<br />

l’inverno.<br />

Cucurbita<br />

maxima<br />

‘Marina di<br />

Chioggia’<br />

Pianta con<br />

fusto<br />

lunghissimo.<br />

Frutto<br />

enorme<br />

rotondo,<br />

schiacciato ai poli, a<br />

spicchi molto marcati, buccia di colore verde,<br />

polpa giallo arancione.<br />

Le avversità più temibili sono il mal bianco e gli<br />

afidi. Per il loro controllo si possono effettuare<br />

azioni indirette e trattamenti specifici.<br />

Azioni indirette:<br />

• utilizzare sesti di impianto corretti per permettere<br />

una circolazione ottimale dell’aria e una migliore<br />

diffusione della luce<br />

• evitare di bagnare le foglie durante le annaffiature<br />

• limitare le concimazioni azotate<br />

• praticare rotazioni ampie tra le colture<br />

• utilizzare solo sostanza organica ben compostata.<br />

Trattamenti specifici:<br />

È possibile prevedere dei trattamenti per il controllo<br />

delle malattie fungine a base di zolfo o con decotto di<br />

equiseto, macerato di aglio e cipolla, propoli e oli<br />

essenziali.<br />

Varietà coltivate<br />

Avversità<br />

La coltivazione della zucca<br />

e il calendario biodinamico<br />

Effettuare le semine in luna crescente (luna nuova), i trapianti<br />

in luna discendente (tempo di piantagione), scegliendo<br />

comunque sempre i giorni di calore, anche per la<br />

raccolta. Distribuire il preparato 500 prima della lavorazio -<br />

ne principale e delle eventuali sarchiature e il preparato<br />

501 dalla formazione dei primi frutticini, effettuando due<br />

o tre trattamenti al mattino presto, con giornate so leg -<br />

giate, in giorni di aria o calore, per migliorare le ca rat te -<br />

ristiche organolettiche e la resistenza alle malattie.<br />

Cucurbita maxima ‘Turbante’<br />

Varietà molto coltivata nell’Italia<br />

centrale e meridionale. Frutto<br />

grosso formato da una<br />

cupola di colore scuro<br />

da cui sporge una<br />

specie di calotta<br />

costoluta<br />

intensamente<br />

colorata di<br />

rosso,<br />

arancione o<br />

altre tinte.<br />

35 orticoltura


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Guida<br />

VERDE<br />

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giardino. Ecco che il prato deve essere nel suo pieno<br />

splendore e quindi folto, rigoglioso e di un bel colore verde<br />

intenso. Cifo Concime minerale per prato<br />

Granverde risponde alle esigenze nutritive dei tappeti<br />

erbosi durante la bella stagione. Il concime ha un alto contenuto<br />

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magnesio e zolfo. Il potassio oltre alla funzione nutritiva esplica<br />

anche un rafforzamento<br />

delle difese: favorendo<br />

il turgore cellulare<br />

nelle foglie, rende il<br />

prato più resistente al<br />

calpestio, al caldo e alle<br />

intemperie. Il concime si<br />

impiega dalla primavera<br />

all’autunno compreso,<br />

distribuendolo in modo<br />

uniforme alla dose di 20<br />

grammi per metro quadro.<br />

Dopo la concimazione<br />

è bene effettuare<br />

un’irrigazione in modo<br />

tale da favorire la penetrazione<br />

del concime nel<br />

terreno.<br />

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pochi fiori, di piccole dimensioni e dai<br />

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inconvenienti e per ottenere abbondanti e<br />

prolungate fioriture di gerani, rose, calle,<br />

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ortensie e altre piante da fiore il prodotto<br />

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Granverde. Il concime, oltre ad<br />

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che ne migliorano l’azione nutritiva evitando<br />

la comparsa di ingiallimenti fogliari.<br />

L’alto titolo in potassio favorisce la formazione<br />

di fiori, ne intensifica la colorazione,<br />

profumazione e persistenza.<br />

MOSCA BIANCA,<br />

COCCINIGLIE, CICALINE<br />

PARASSITI SOTTO CONTROLLO<br />

In questo periodo occorre osservare lo stato di salute<br />

delle piante per vedere se iniziano a comparire i primi<br />

insetti molesti sulla vegetazione dell’orto, del frutteto e del giardino.<br />

È opportuno ispezionare con attenzione le singole piante<br />

partendo dal basso verso l’alto e osservando il colletto, il fusto, i<br />

rami e le foglie. Tra questi ultimi è molto facile rilevare la presenza<br />

di cocciniglie, piccolissimi insetti che, per ripararsi, producono<br />

uno scudetto protettivo al di<br />

sotto del quale compiono indisturbati<br />

la loro azione di suzione<br />

della linfa. Per eliminare in modo<br />

definitivo l’infestazione di cocciniglie<br />

si consiglia di ricorrere ad un<br />

prodotto specifico come Cifo<br />

Boing 40 SC – INS 4, un<br />

insetticida ad azione citotropica<br />

che agisce per contatto, ingestione<br />

e asfissia. Manifesta elevata<br />

efficacia anche contro infestazioni<br />

di aleurodidi e cicaline ed alcune<br />

specie di acari.<br />

Prodotto fitosanitario autorizzato dal<br />

Min. Salute a base di Buprofezin. Seguire<br />

attentamente le avvertenze Reg. Min.<br />

Salute n. 12158 del 24/12/2004<br />

®<br />

Stabilimento e uffici:<br />

S. Giorgio di Piano (Bo)<br />

Via Oradour, 6<br />

tel 051/66.55.511<br />

www.cifo.it<br />

info@cifo.it


NEL FRUTTETO<br />

DAL FIORE<br />

AL FRUTTO<br />

TESTO E FOTO DI MASSIMO FORNACIARI, DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />

A una splendida fioritura<br />

non sempre corrisponde<br />

un’abbondante<br />

fruttificazione<br />

La fecondazione del fiore, e quindi la formazione<br />

del frutto, avviene per molte specie solo se<br />

il polline proviene da fiori di una differente<br />

varietà (impollinazione incrociata). In questo caso si<br />

parla di varietà autosterili, per le quali il proprio polline<br />

è incapace di fecondare il fiore. Esistono anche<br />

varietà autofertili, che non richiedendo la presenza di<br />

impollinatori. La tabella della pagina a fianco riassume<br />

la necessità di impollinatori per le principali piante<br />

da frutto.<br />

Per assicurare un’abbondate fruttificazione alle va -<br />

rietà autosterili deve essere presente nelle vicinanze<br />

una pianta che sia adeguata come impollinatore. In<br />

caso contrario avremo tanti fiori ma pochissimi frutti.<br />

Attenzione però: non è sufficiente la presenza di una<br />

varietà qualsiasi.<br />

consigli del mese<br />

40<br />

Ecco un esempio pratico per meglio spiegare come<br />

scegliere un efficiente impollinatore.<br />

Consideriamo la specie pero: la maggioranza delle<br />

varietà è autosterile e solo alcune fruttificano in modo<br />

soddisfacente anche senza impollinazione incrociata.<br />

È il caso di ‘Conference’ e ‘William’ che sono in grado<br />

di portare a maturazione frutti privi di semi (frutti<br />

partenocarpici).<br />

‘Abate Fetel’, dalla caratteristica forma allungata, è<br />

invece una delle cultivar di pere più esigenti in fatto<br />

d’impollinazione, essendo completamente autosterile.<br />

Perché avvenga la fecondazione non è adatto il<br />

polline di una qualsiasi altra varietà di pero, poiché<br />

esistono anche fenomeni di incompatibilità genetica,<br />

o sterilità intravarietale. Per esempio il polline della<br />

‘Decana del Comizio’ non è in grado di fecondare i<br />

fiori di ‘Abate Fetel’. Quindi un impollinatore adeguato<br />

per l’‘Abate’ dovrà essere prima di tutto compatibile,<br />

come per esempio le varietà ‘William’ o<br />

‘Kaiser’. Una varietà compatibile per essere un efficiente<br />

impollinatore deve però anche avere una fioritura<br />

contemporanea o leggermente anticipata rispetto<br />

a quella che deve impollinare.<br />

Da questo punto di vista la varietà ‘Kaiser’ ha una fioritura<br />

tardiva che, in alcune annate, inizia quando i<br />

fiori di ‘Abate Fetel’. non sono più vitali. Al contrario<br />

‘William’ fiorisce contemporaneamente o leggermente<br />

prima e risulta quindi uno degli impollinatori ideali<br />

per ‘Abate Fetel’.


Se alla piantagione non abbiamo previsto la vicinanza<br />

di due varietà compatibili, per ottenere una soddisfacente<br />

fruttificazione è indispensabile intervenire<br />

reinnestando alcuni rami della pianta con una varietà<br />

compatibile, oppure con una impollinazione manuale.<br />

Per far questo dobbiamo reperire una pianta di<br />

una varietà compatibile dalla quale tagliare alcuni<br />

rami all’inizio della fioritura. Questi rami verranno<br />

messi in un recipiente con acqua, fissato alla pianta<br />

da impollinare.<br />

ALBICOCCO, MANDORLO, PESCO, VITE Salvo qualche eccezione tutte le varietà sono autofertili<br />

MELO, KAKI La maggioranza delle varietà sono autofertili<br />

CILIEGIO, COTOGNO, PERO, SUSINO La maggioranza delle varietà sono autosterili<br />

KIWI<br />

Insetti pronubi<br />

Infine perché il polline arrivi sul<br />

fiore è necessario l’intervento<br />

degli insetti pronubi.<br />

Infatti il polline della<br />

maggior parte delle piante<br />

da frutto difficilmente viene<br />

trasportato dal vento poiché è<br />

“pesante” e ha una forma poco<br />

adatta al volo. Il trasporto è<br />

quindi affidato agli insetti, in<br />

particolare alle api, gli insetti<br />

impollinatori per eccellenza.<br />

AUTOFERTILITÀ E AUTOSTERILITÀ DELLE PRINCIPALI SPECIE DA FRUTTO<br />

La fecondazione del fiore e quindi la presenza dei semi, oltre a essere<br />

spesso determinante per l’allegagione, influenza anche la qualità del<br />

frutto stesso. Nelle specie con frutti provvisti di più semi (mele, pere kiwi)<br />

quelli che ne contengono un numero maggiore presentano contenuti in<br />

zuccheri, calcio<br />

e altri elementi<br />

più elevati. Inoltre<br />

il frutto presenta<br />

un migliore calibro<br />

e la forma ha<br />

le caratteristiche<br />

standard della<br />

varietà.<br />

Nell’immagine<br />

l’influenza del<br />

numero di semi su<br />

forma e calibro<br />

dei frutti di pero<br />

‘Abate Fetel’<br />

Qualcuno potrebbe domandarsi il senso di questa<br />

“complicazione” nel processo di fecondazione e<br />

allegagione dei frutti. La risposta è nella selezione<br />

ed evoluzione dei vegetali: l’impollinazione incrociata<br />

è uno strumento per aumentare la variabilità dei<br />

caratteri dei discendenti e per rendere una specie,<br />

sia animale che vegetale, in grado di adattarsi alle<br />

mutazioni climatiche e di colonizzare nuovi ambienti.<br />

Così si sono create le varietà che l’uomo ha<br />

selezionato e iniziato a coltivare.<br />

Specie “dioica” (a sessi separati): è indispensabile<br />

la presenza di piante “femminili” e “maschili”<br />

In assenza di<br />

impollinazione incrociata<br />

sono in grado di produrre<br />

frutti solo le varietà<br />

autofertili o<br />

partenocarpiche (con<br />

frutti senza semi). I frutti<br />

partenocarpici sono però<br />

spesso di dimensioni<br />

e qualità inferiore,<br />

perché privi di semi<br />

e di conseguenza<br />

meno nutriti dalla pianta<br />

41 consigli del mese


Per tutta la fase della fioritura e le prime fasi di sviluppo<br />

dei frutti (l’allegagione) i nutrienti necessari allo<br />

sviluppo di una pianta arborea derivano quasi esclusivamente<br />

dalle riserve accumulate negli organi<br />

legnosi durante la stagione<br />

autunnale dell’anno<br />

precedente.<br />

ALLEGAGIONE<br />

D’altra parte, finché le foglie sono<br />

assenti o ancora poco sviluppate, l’attività<br />

fotosintetica è molto ridotta; e anche l’efficienza di<br />

assorbimento dell’apparato radicale è limitata poiché<br />

si deve prima formare una sufficiente quantità di<br />

capillizio radicale (le giovani radici con una funzione<br />

assorbente).<br />

Di conseguenza la distribuzione di concimi, soprattutto<br />

quelli contenti azoto, si deve iniziare non prima<br />

della fioritura. Anticiparla non è consigliabile perché<br />

l’assorbimento radicale è ridotto e si rischia che gli<br />

elementi nutritivi vengano dilavati e vadano persi.<br />

In certi casi possiamo però trovarci davanti a piante<br />

molto deboli, poco vigorose, o che mostrano sintomi<br />

di carenze fin dalle prime fasi vegetative. Per esempio<br />

la pianta può risultare debilitata come conseguenza<br />

di un’annata con eccessiva fruttificazione; oppure<br />

può soffrire di carenze per la scarsità di elementi<br />

nutritivi nel terreno o per difficoltà nell’assorbimento.<br />

In questi casi si può anticipare la concimazione al terreno<br />

o, meglio ancora, ricorrere alla somministrazione<br />

di elementi nutritivi direttamente alla chioma (fertilizzazione<br />

fogliare).<br />

Fertilizzazione fogliare<br />

Anche se non è la loro funzione principale le foglie,<br />

soprattutto quelle giovani, hanno la capacità di assorbire<br />

acqua ed elementi minerali semplici. Irrorando la<br />

chioma con adeguate soluzioni è quindi possibile<br />

apportare elementi nutritivi fin dalle prime fasi vegetative,<br />

con un effetto rapido e immediato. Gli elementi<br />

nutritivi che più frequentemente si possono somministrare<br />

per via fogliare sono l’azoto e il ferro.<br />

consigli del mese<br />

NUTRIAMO LE PIANTE<br />

42<br />

Azoto<br />

L’azoto entra nella “costruzione” di tutti i nuovi<br />

tessuti, ed è perciò uno degli elementi più richiesti<br />

dai vegetali nelle prime fasi di sviluppo. Pic -<br />

cole dosi di azoto distribuite per via fogliare possono<br />

anche aiutare la pianta a superare condizioni<br />

di stress dovute ad abbassamenti di temperatura<br />

o periodi stagionali freddi e piovosi.<br />

Ferro<br />

L’altro elemento che in queste fasi può essere<br />

utile somministrare per via fogliare è il ferro. Il<br />

ferro è un “microelemento”, cioè viene assorbito<br />

dai vegetali in piccolissime quantità, ma è<br />

indispensabile nella sintesi della clorofilla e quindi<br />

risulta fondamentale per lo sviluppo della su -<br />

perficie fogliare e la produttività della pianta. La<br />

carenza di ferro spesso è causata dalla difficoltà<br />

di assorbimento più che da una reale scarsità dell’elemento<br />

nel terreno: infatti soprattutto nei<br />

tereni a pH basico il ferro diventa praticamente<br />

insolubile e difficilmente assimilabile dai vegetali.<br />

Per superare queste situazioni si deve somministrare<br />

il ferro in forma “chelata”, cioè legato a<br />

sostanze che lo proteggono, evitando i processi<br />

di insolubilizzazione, e lo rendono disponibile<br />

alle radici della pianta.<br />

FERTILIZZAZIONE<br />

PER VIA FOGLIARE


L’apparato fogliare<br />

delle piante che<br />

soffrono di carenza<br />

di ferro appare<br />

poco sviluppato<br />

e “clorotico”, cioè<br />

di colore giallastro<br />

anziché verde per<br />

la difficoltà<br />

nel sintetizzare<br />

la clorofilla,<br />

il pigmento verde<br />

indispensabile per<br />

la sintesi fotosintetica<br />

LAVORI NEL FRUTTETO AD APRILE<br />

PIANTAGIONI È ancora possibile eseguire le ultimissime<br />

piantagioni, meglio se con piante in vaso<br />

o con “pane di terra”. In assenza di piogge eseguire<br />

irrigazioni frequenti (max ogni 10-12 giorni).<br />

INNESTI In questo periodo si possono eseguire gli<br />

innesti a corona: questo tipo d’innesto è utilizzato<br />

per cambiare varietà di una pianta adulta o<br />

per reinnestare qualche ramo con una varietà<br />

impollinatrice.<br />

MOLTIPLICAZIONE DELLE PIANTE In questo pe -<br />

riodo si possono realizzare le margotte o prelevare<br />

i polloni al piede di noccioli, rovi, lamponi<br />

ecc. per ottenere nuove piante.<br />

CONCIMAZIONE Alle piante in produzione si può<br />

somministrare un concime ternario (NPK contenente<br />

azoto fosforo e potassio), da distribuire<br />

dalla fase di fioritura in poi.<br />

TRATTAMENTI Dalla ripresa vegetativa eseguire<br />

interventi contro le principali avversità fungine<br />

(ticchiolatura, oidio) e gli insetti (afidi). Durante<br />

la fioritura non irrorare insetticidi o altri prodotti<br />

tossici per i pronubi.<br />

DISERBO Dove si intendono impiegare erbicidi,<br />

distribuirli quando l’erba è poco sviluppata (10-<br />

20 cm). Basterà usare delle dosi ridotte e si ot -<br />

terrà la massima efficacia.<br />

L’ effetto ”rinverdente” di una concimazione<br />

fogliare eseguita con ferro chelato. Il ferro si può<br />

somministrare anche al terreno, sempre sotto forma<br />

chelata. Attenzione però: i formulati per<br />

la distribuzione<br />

al terreno non<br />

si possono<br />

usare per la<br />

concimazione<br />

fogliare perché<br />

possono<br />

provocare<br />

gravi ustioni<br />

In giardino<br />

con Bayer Garden<br />

Difesa del frutteto<br />

Drupacee, pomacee<br />

Al fine di difendere le piante da<br />

frutto (melo, pero, pesco) dalle<br />

principali patologie fungine,<br />

come ticchiolatura, mal bianco<br />

del melo, oidio, bolla del pe -<br />

sco, cancri rameali ecc., nel<br />

periodo primaverile estivo, in<br />

concomitanza con la ripresa<br />

vegetativa, sarebbe opportuno<br />

effettuare dei trattamenti con<br />

Proclaim Combi*, un fungicida<br />

in polvere bagnabile ideale per<br />

la lotta contro tali patologie.<br />

Per le drupacee si consiglia di<br />

effettuare dei trattamenti du -<br />

rante le fasi di bottoni rosa e<br />

scamiciatura-accrescimento dei frutticini; per le pomacee<br />

si consiglia invece di effettuare trattamenti dalla fase di<br />

apertura delle gemme fino alla fase di frutto-noce.<br />

*Proclaim Combi è un prodotto fitosanitario. Registrazione Min.<br />

della Salute n. 5401 del 30.06.1983<br />

Prima dell’uso leggere le avvertenze riportate in etichetta.<br />

Per garantire una protezione efficace con -<br />

tro l’attacco di afidi, cocciniglie, psilla e<br />

tentredine del pero effettuare dei trattamenti<br />

con Confidor Oil*, un olio minerale<br />

in miscela ideale per il trattamento in<br />

pre- e post-fioritura su melo, pero, pesco,<br />

nettarino e albicocco.<br />

*Confidor Oil è un prodotto fitosanitario.<br />

Registrazione Min. della Salute n. 11517 del<br />

03.12.2002<br />

Prima dell’uso leggere le avvertenze riportate<br />

in etichetta.<br />

L’azione di questi due prodotti fornisce una reale protezione<br />

alle piante da frutto dalle più comuni insidie derivanti da<br />

insetti dannosi e patologie fungine.


All’inizio della primavera si devono eseguire alcuni<br />

interventi di difesa che possono condizionare l’intera<br />

stagione.<br />

La difesa contro gli insetti riguarda in particolare gli<br />

afidi, i “pidocchi” delle piante, che possono comparire<br />

e svilupparsi con grande rapidità. La difesa deve<br />

essere tempestiva prima che possano arrecare gravi<br />

danni e perché l’efficacia è sicuramente maggiore se<br />

si interviene su popolazioni poco numerose.<br />

consigli del mese<br />

L’IMPORTANZA DELLA DIFESA<br />

I trattamenti con insetticidi in aprile 2009<br />

44<br />

Appena compaiono le prime foglioline si devono iniziare<br />

i trattamenti contro la ticchiolatura delle pomacee.<br />

Se si riescono a prevenire le infezioni primaverili<br />

(cosiddette primarie) non sarà necessario continuare<br />

i trattamenti durante l’estate.<br />

Per rispettare e assicurare l’attività dei pronubi i trattamenti<br />

con insetticidi o altri prodotti tossici per le<br />

api vano sospesi durante la fioritura di tutte le piante;<br />

siano esse coltivate, spontanee o ornamentali.<br />

specie e momento d’intervento avversità principio attivo 2 formulato commerciale 3 note<br />

CILIEGIO<br />

SUSINO<br />

intervenire prima<br />

della fioritura<br />

se si rilevano afidi<br />

MELO<br />

PERO<br />

CILIEGIO<br />

MELO<br />

PERO<br />

intervenire prima<br />

della fioritura<br />

AFIDE VERDE<br />

COCCINIGLIA DI<br />

SAN JOSÉ<br />

AFIDE GRIGIO<br />

Imidacloprid<br />

Acetamiprid<br />

Pirimicarb<br />

Pirimicarb<br />

Polisolfuro di<br />

calcio 1<br />

Oli minerali 1<br />

Buprofezin<br />

Imidacloprid<br />

Acetamiprid<br />

Pirimicarb<br />

Azadiractina 1<br />

(olio di Neem)<br />

Confidor®<br />

Epik® e altri<br />

Pirimor®<br />

Pirimor®<br />

Diversi<br />

Diversi<br />

Applaud®<br />

Diversi<br />

Confidor®<br />

Epik®<br />

Pirimor®<br />

Diversi<br />

Prodotti a lunga attività<br />

e persistenza, attivi anche<br />

per le tentredini del susino.<br />

Selettivo sugli insetti utili<br />

(coccinelle).<br />

Selettivo sugli insetti utili<br />

(coccinelle). Maggiormente attivo<br />

con temperature sopra i 20 gradi.<br />

Da utilizzare entro lo stadio<br />

di gemma gonfia - punte verdi.<br />

Trattare entro la fase di punte<br />

verdi utilizzando la dose massima<br />

(3-3,5% in base alle indicazioni<br />

dell’etichetta).<br />

Applicare nella fase di<br />

“orecchiette di topo” cioè quando<br />

le foglioline iniziano ad aprirsi.<br />

Prodotti a lunga attività<br />

e persistenza, attivi anche<br />

per le tentredini.<br />

Selettivo sugli insetti utili<br />

(coccinelle).<br />

Fitotossica su alcune varietà<br />

di pera<br />

Bottoni bianchi su susino Punte verdi su pero Bottone rosa su melo


I trattamenti con fungicidi in aprile 2009<br />

specie e momento d’intervento avversità principio attivo 2 formulato commerciale 3 note<br />

MEL0<br />

PESCO<br />

ALBICOCCO<br />

Dove la malattia<br />

è frequente iniziare<br />

i trattamenti alla<br />

ripresa vegetativa<br />

OLIVO<br />

MELO<br />

PERO<br />

intervenire<br />

all’emissione delle<br />

prime foglie<br />

OIDIO<br />

o MAL BIANCO<br />

OCCHIO<br />

DI PAVONE<br />

TICCHIOLATURA<br />

Zolfo 1<br />

Fungicidi<br />

triazolici<br />

(Difeconazolo,<br />

Esaconazolo,<br />

Fenbuconazolo,<br />

Penconazolo,<br />

Tebuconazolo,<br />

Tetraconazolo)<br />

Prodotti rameici1 (idrossido,<br />

ossicloruro,<br />

solfato)<br />

Prodotti rameici 1<br />

(idrossido,<br />

ossicloruro,<br />

solfato)<br />

Dithianon<br />

Diversi<br />

Diversi<br />

Diversi<br />

Diversi<br />

Diversi<br />

I fungicidi triazolici sono<br />

più adatti per la stagione<br />

primaverile perché più attivi<br />

e persistenti (fino a 10-14 giorni)<br />

e agiscono con temperature<br />

relativamente basse (5-10°C).<br />

Sono attivi anche per la<br />

ticchiolatura delle pomacee<br />

e le moniliosi (marciumi)<br />

delle drupacee.<br />

Eseguire un trattamento<br />

se si rileva la presenza<br />

della malattia.<br />

Mantenere protetta<br />

la vegetazione ripetendo<br />

i trattamenti ogni 8-10 giorni,<br />

in base alla frequenza delle<br />

piogge. Attenzione ai dosaggi<br />

del rame: alcune varietà di melo<br />

e pero possono manifestare<br />

fitotossicità. Da evitare<br />

in fioritura.<br />

Prodotto molto persistente (8-10<br />

giorni) e resistente alle piogge.<br />

Punte verdi di melo Foglia di olivo con occhio di pavone Distensione delle foglie di pero<br />

1 prodotti di origine naturale utilizzabili<br />

in agricoltura biologica<br />

2 principio attivo: è la sostanza chimica<br />

ad azione insetticida o fungicida,<br />

indicata in etichetta alla voce “composizione”<br />

Diserbo del frutteto e di aree cortilive<br />

ATTENZIONE:<br />

in commercio<br />

esistono prodotti<br />

a diversa<br />

concentrazione.<br />

Per le dosi<br />

fare sempre<br />

riferimento<br />

all’etichetta<br />

Glifosate<br />

Glufosinate<br />

ammonio<br />

3 formulato commerciale: come i farmaci<br />

per l’uomo, anche i prodotti fitosa ni -<br />

ta ri vengono venduti con un nome com -<br />

merciale (marchio registrato) differente<br />

a seconda della ditta produttrice; si<br />

possono trovare decine di formulati con<br />

nome diverso ma analoga composizione<br />

principio attivo 2 formulato commerciale 3 note<br />

Roundup®<br />

e altri<br />

Basta®<br />

Effetto del diserbo<br />

Prodotto sistemico attivo sulla vegetazione presente.<br />

Viene assorbito dai tessuti vegetali erbacei,<br />

non bagnare i fusti delle giovani piante arboree.<br />

Per diserbare 100 m usare da 20 a 40 ml<br />

diluiti in 5 l d’acqua. Distribuire il diserbo<br />

con un ugello che nebulizzi bene la miscela,<br />

senza creare gocciolamento.<br />

Prodotto ad azione “di contatto”. Devitalizza solo<br />

la parte aerea delle erbe trattate. Le specie perenni,<br />

come la gramigna, ricacciano dopo 15-20 giorni.<br />

Per diserbare 100 m utilizzare circa 100 ml<br />

diluiti in 10 l d’acqua.<br />

45 consigli del mese


AGLIO E CAMOMILLA<br />

COME ANTIOIDICI<br />

TESTO DI PAOLO PISTIS, DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />

In presenza di muffa bianca, ossia di un fungo<br />

chiamato oidio, occorre chiedersi quali sono sta -<br />

te le cause che hanno facilitato l’attacco del pa -<br />

rassita: umidità, piogge eccessive, mancanza di circolazione<br />

d’aria… e rendersi conto che è più facile prevenire<br />

il crearsi di condizioni stressanti per la pianta,<br />

piuttosto che curare la malattia.<br />

Una buona prevenzione di base si ottiene attuando<br />

adeguate tecniche colturali; a queste si può abbinare<br />

una semplice ma efficace pratica biodinamica preventiva:<br />

l’infuso di camomilla.<br />

L’USO DI PRODOTTI NATURALI<br />

IN AGRICOLTURA BIODINAMICA<br />

È FONDAMENTALE, SOPRATTUTTO<br />

SOSTANZE DERIVATE DAL MONDO<br />

VEGETALE. CURARE LE PIANTE<br />

CON ALTRE PIANTE ADEMPIE<br />

IL PRINCIPIO BASE DELLA<br />

BIODINAMICA: IL CICLO CHIUSO,<br />

«LA NATURA CHE CURA SE STESSA»<br />

agricoltura biodinamica<br />

46<br />

Corso sulla progettazione<br />

del giardino biodinamico<br />

Si tiene il 18 aprile 2009<br />

a Rolo (Re) presso la sede<br />

della Fondazione Le Madri<br />

relatore Paolo Pistis<br />

www.fondazionelemadri.it<br />

Infuso di camomilla<br />

Si prepara con una normalissima bustina di camomilla*<br />

selvatica (Matricaria chamomilla) in una tazza da tè,<br />

si diluisce il contenuto in 10 litri di acqua e si rimescola<br />

con energia, infine si irrorano foglie e fiori per tre<br />

sere consecutive.<br />

La camomilla è ricca di calcio e zolfo, che sono ottimi<br />

elementi contro l’oidio e altri funghi dannosi. La<br />

pianta nebulizzata viene così ricoperta da principi<br />

attivi molto efficaci che agiranno con basse diluizioni,<br />

come accade in omeopatia, aumentando le difese na -<br />

turali della pianta.<br />

Preparati pronti<br />

Quando si hanno superfici ampie o<br />

tempi di attuazione brevi si può ri -<br />

correre a formulazioni commerciali<br />

a base di aglio e zolfo. Infatti l’aglio<br />

in agricoltura biologica e biodinamica<br />

si può utilizzare anche in polvere**,<br />

previa diluizione in acqua.<br />

Per piccole superfici o per una piccola<br />

terrazza risulterà invece un’operazione<br />

divertente utilizzare so -<br />

stanze naturali autopreparate.<br />

Anche nelle piccole cose si può salvaguardare<br />

l’ambiente e la salute di<br />

tutti.


Per una maggiore efficacia, nel caso l’infezione fosse<br />

già in atto, ma solo se lieve, possiamo intervenire con<br />

un macerato d’aglio.<br />

L’impiego di principi attivi naturali è da preferirsi<br />

rispetto a quelli di sintesi perché si accompagnano<br />

con altre sostanze utili e mai isolati, inoltre non<br />

hanno controindicazioni e sono perfettamente biodegradabili<br />

e ben accettate in Natura. Tuttavia conviene<br />

sempre rispettare le norme precauzionali, co -<br />

me per qualsiasi altro fitofarmaco, perché an -<br />

ch’essi possono essere irritanti.<br />

* le tisane e le bustine<br />

di camomilla devono<br />

provenire da agricoltura<br />

biodinamica o almeno<br />

biologica, per esempio<br />

come quella della ditta<br />

Flora: www.florapisa.it<br />

** L’aglio in polvere<br />

della ditta Cerrus si può<br />

trovare presso la<br />

Fondazione Le Madri<br />

tel 0522 66 62 46<br />

Considerazioni<br />

del mese<br />

Nel mese di aprile è<br />

bene effettuare i<br />

trattamenti fitosanitari<br />

nei giorni indicati dal<br />

calendario come di<br />

fiori o frutti, perché in<br />

questi la probabilità di<br />

una maggiore efficacia<br />

del trattamento è<br />

maggiore. Attenzione<br />

alle piogge dopo la<br />

luna piena o dopo il<br />

perigeo, in quanto le<br />

infezioni primarie sono<br />

molto più attive: fare i<br />

trattamenti preventivi<br />

contro i funghi prima o<br />

subito dopo una<br />

pioggia.<br />

APRILE 2009<br />

1 ME<br />

2 GI<br />

3 VE<br />

4 SA<br />

5 DO<br />

6 LU<br />

7 MA<br />

8 ME<br />

9 GI<br />

10 VE<br />

11 SA<br />

12 DO<br />

13 LU<br />

14 MA<br />

15 ME<br />

16 GI<br />

17 VE<br />

18 SA<br />

19 DO<br />

20 LU<br />

21 MA<br />

22 ME<br />

23 GI<br />

24 VE<br />

25 SA<br />

26 DO<br />

27 LU<br />

28 MA<br />

29 ME<br />

30 GI<br />

Gemelli 16<br />

Gemelli<br />

Cancro 16<br />

Cancro<br />

Leone 4<br />

Leone<br />

Vergine 17<br />

Vergine<br />

Vergine<br />

Vergine<br />

Bilancia 4<br />

Scorpione 14<br />

Scorpione<br />

Scorpione<br />

Sagittario 3<br />

Sagittario<br />

Capricorno 16<br />

Capricorno<br />

Capricorno<br />

Acquario 0<br />

Pesci 23<br />

Pesci<br />

Pesci<br />

Ariete 19<br />

Ariete<br />

Toro 11<br />

Toro<br />

Gemelli 22<br />

Gemelli<br />

Cancro 21<br />

SOLE IN PESCI - Luna disc. 4<br />

Luna in perigeo 3<br />

Luna piena 16<br />

Luna ascendente 14<br />

Luna in apogeo 10<br />

Sole in Ariete<br />

Luna nuova 4<br />

Macerato d’aglio<br />

Si macinano 200 grammi di aglio fresco e si versa il<br />

tutto in 10 litri di acqua, lasciando a bagno per 2-3 giorni,<br />

poi si filtra e si usa tal quale previa filtrazione. Si<br />

irrora tutta la pianta, sempre di sera e comunque mai<br />

con i fiori aperti. Si ripete per tre sere consecutive.<br />

Durante la macerazione si liberano nell’acqua i principi<br />

attivi contenuti nell’aglio: composti solforati e<br />

allicina, una sostanza fungicida naturale, che agiscono<br />

come fungicidi naturali.<br />

L’odore sarà abbastanza forte.<br />

Data Luna dalle ore Osservazioni Elemento Organo favorito da Luna o pianeti Tendenze<br />

Luna disc. 8 - in perigeo 7<br />

TE/LU<br />

LUCE<br />

LU/AC<br />

ACQUA<br />

AC/CA<br />

CALORE<br />

CA/TE<br />

TERRA<br />

TERRA<br />

TERRA<br />

TE/LU<br />

LU/AC<br />

ACQUA<br />

ACQUA<br />

AC/CA<br />

CALORE<br />

CA/TE<br />

TERRA<br />

TERRA<br />

LUCE<br />

LU/AC<br />

ACQUA<br />

ACQUA<br />

AC/CA<br />

CALORE<br />

CA/TE<br />

TERRA<br />

TE/LU<br />

LUCE<br />

LU/AC<br />

radici fino alle 15<br />

------------------------- fiori dalle 18<br />

fiori fino alle 15, dalle 16 foglie<br />

foglie fino alle 5, dalle 11 frutti<br />

frutti fino alle 24<br />

-------------------------<br />

------------------------- radici dalle 17<br />

radici<br />

radici fino alle 24<br />

-------------------------<br />

-------------------------<br />

fiori dalla 1 alle 13, dalle 14 foglie<br />

foglie<br />

foglie<br />

foglie fino alle 2, dalle 3 frutti<br />

frutti<br />

frutti<br />

frutti fino alle 3, dalle 9 radici<br />

radici fino alle 23<br />

fiori dalle 0<br />

fiori fino alle 22, dalle 23 foglie<br />

foglie fino a 9 e da 17 a 20, da 21 frutti<br />

frutti fino alle 12, dalle 13 foglie<br />

foglie fino alle 18, dalle 19 frutti<br />

frutti<br />

frutti fino alle 10, dalle 11 radici<br />

radici fino alle 18 -------------------------<br />

------------------------- dalle 22 fiori<br />

fiori<br />

fiori fino alle 20, dalle 21 foglie<br />

INIZIO TP 18<br />

GC V<br />

P<br />

47 agricoltura biodinamica<br />

M<br />

T<br />

P<br />

P<br />

M<br />

GC T<br />

FINE TP 18<br />

P<br />

V<br />

M<br />

P<br />

GC T M<br />

V M<br />

V M<br />

GC<br />

INIZIO TP 0<br />

T<br />

LEGENDA: GC GIORNI CRITICI; T TENDENZA A DISSESTI DEL TERRENO; M TENDENZA AL MALTEMPO; TT TEMPO DI TRAPIANTO;<br />

V TENDENZA AL VULCANISMO; TENDENZA AI TEMPORALI; …… PERIODO SFAVOREVOLE DETERMINATO DA ECLISSI, NODI ECC.<br />

TEMPO DI PIANTAGIONE<br />

TP<br />

NON SI È TENUTO CONTO DELLʼORA LEGALE


IN CASA<br />

TEMPO DI<br />

RINVASI<br />

Per effettuare<br />

questa<br />

operazione,<br />

cerchiamo<br />

di estrarre<br />

delicatamente il<br />

pane di terra,<br />

aiutandoci se necessario<br />

con la lama di un<br />

coltello fatta scorrere sul<br />

bordo interno del vaso.<br />

In questo mese<br />

possiamo<br />

occuparci del<br />

rinvaso degli esemplari<br />

che ormai si sono<br />

accresciuti,<br />

provvedendo a fornire loro un<br />

recipiente con un diametro più<br />

grande di 2-3 cm.<br />

Dopo aver<br />

asportato una<br />

parte del vecchio<br />

substrato,<br />

possiamo<br />

predisporre il<br />

nuovo vaso<br />

con uno<br />

strato di<br />

argilla espansa sul<br />

fondo. Sistemiamo<br />

quindi la pianta nel<br />

contenitore e terminiamo<br />

riempiendo gli spazi<br />

rimasti vuoti con del<br />

terriccio nuovo adatto al<br />

tipo di essenza. Per una<br />

scelta ottimale del nuovo<br />

vaso è opportuno considerare<br />

che le radici difficilmente<br />

fanno presa sulle pareti lisce di un contenitore di<br />

plastica, caratteristica che potrebbe rendere più<br />

semplici le successive operazioni di rinvaso.<br />

Inizia la bella stagione, le giornate<br />

progressivamente si allungano<br />

e la maggiore illuminazione favorisce<br />

la ripresa vegetativa delle piante<br />

TESTO DI MARIO VIETTI, DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />

Nel mese di aprile<br />

possiamo propagare<br />

numerose specie<br />

d’appartamento:<br />

preleviamo talee da<br />

Begonia, Dracaena,<br />

Peperomia,<br />

Philodendron,<br />

Zebrina ecc., e<br />

dividiamo Acorus,<br />

Anthurium,<br />

Chlorophytum, Clivia,<br />

Cyperus, Dzygotheca,<br />

Spatyphyllum.<br />

Continuiamo a<br />

bagnare le piante<br />

grasse misurando<br />

attentamente le dosi,<br />

poiché esse sono molto sensibili all’umidità eccessiva,<br />

a eccezione delle Cactacee di origine tropicale come<br />

Kalanchoe, Rhipsalidopsis e Schlumbergera che richiedono<br />

invece un terriccio piuttosto umido.<br />

La temperatura ancora fresca non permette per ora lo<br />

spostamento delle piante d’appartamento all’esterno.<br />

Gli ambienti caldi e secchi delle nostre case possono incoraggiare<br />

la comparsa del ragnetto rosso, piccolissimo pa -<br />

rassita che si alimenta con la linfa delle piante. Vive sulla<br />

pagina inferiore delle foglie e si manifesta producendo<br />

sottili ragnatele setose. I danni sono evidenti: dapprima<br />

un ingiallimento fogliare, seguito da un accartocciamento<br />

e infine dalla caduta. Se il problema è contenuto è<br />

possibile intervenire con una soluzione a base d’acqua,<br />

sapone di Marsiglia e alcool denaturato.<br />

Questo è il periodo di inizio fioritura per i Pe lar -<br />

gonium: è buona norma annaffiarli con moderazione,<br />

lasciando che lo strato superficiale del terreno si a -<br />

sciughi; concimiamoli ogni due settimane con un fertilizzante<br />

liquido specifico.<br />

Ricordiamoci di nebulizzare spesso con acqua a temperatura<br />

ambiente le piante a foglia larga (per esempio<br />

Codiaeum, Ficus, Dieffenbachia ecc.) e le felci che ri -<br />

chiedono un buon grado di umidità, contribuendo in<br />

questo modo ad asportare anche la polvere.<br />

49 consigli del mese


Una felce che ben si adatta<br />

alla vita in appartamento è<br />

Platycerium. Questo genere,<br />

appartenente alla famiglia delle<br />

Polypodiaceae, comprende circa 18<br />

specie di felci epifite<br />

sempreverdi diffuse nelle<br />

foreste temperate dell’Australia<br />

e in alcune zone dell’Africa<br />

meridionale, dove si<br />

sviluppano sui tronchi dei<br />

grandi alberi.<br />

È caratterizzata da due diversi tipi<br />

di fronde:<br />

quelle basali,<br />

piatte e a<br />

forma di scudo,<br />

sono sterili; quelle<br />

superficiali,<br />

erette<br />

o ripiegate, più<br />

carnose, di colore<br />

verde scuro e lunghe<br />

fino a 70 cm, sono<br />

fertili e hanno la forma<br />

di corna di alce (da cui il<br />

nome “felce a corna d’alce”).<br />

consigli del mese<br />

Platycerium<br />

L’ORCHIDEA DI STAGIONE<br />

Dendrobium pierardii<br />

Proveniente da Asia, Australia e isole del<br />

Pacifico, il genere Dendrobium è<br />

uno dei più grandi e variabili:<br />

annovera oltre 1000 specie con<br />

piante in miniatura di pochi<br />

centimetri, come altre giganti di<br />

oltre 3 metri, infiorescenze<br />

che variano da un solo<br />

fiore a più di 200, con<br />

fiori che durano un<br />

giorno e altri 10 mesi!<br />

D. pierardii, conosciuta<br />

anche come D. aphyllum,<br />

proveniente dall’India, è<br />

una pianta a portamento pendulo,<br />

con esili pseudobulbi, lunghi oltre 1 m; i<br />

50<br />

<strong>Coltivazione</strong><br />

ESIGENZE Queste piante richiedono una posizione<br />

molto luminosa, ma riparata dai raggi solari diretti, e<br />

una temperatura compresa tra i 13 e i 24°C; necessitano<br />

di una elevata umidità am bientale e di un’ubicazione<br />

in locale ben ventilato. Per questo motivo, e per il<br />

fatto che non a ma no essere sfiorate, la loro collocazione<br />

ideale è in un paniere appeso.<br />

IRRIGAZIONE Rispetto alla<br />

maggior parte delle felci il<br />

Platycerium non necessita<br />

di molta acqua ed è in<br />

grado di sopportare lunghi<br />

periodi di siccità: somministriamone<br />

una quantità<br />

sufficiente a inumidire il terreno,<br />

lasciando che si<br />

asciughi tra un’annaffiatura<br />

e la successiva.<br />

È consigliabile bagnare<br />

con regolarità dalla<br />

primavera all’autunno,<br />

mentre in inverno possiamo<br />

ridurre il quantitativo irrigando<br />

moderatamente ogni due settimane.<br />

CONCIMAZIONE Concimiamo queste piante due o tre<br />

volte fra marzo e ottobre con un prodotto liquido per<br />

piante verdi da diluire nell’acqua dell’annaffiatura.<br />

RINVASI Pratichiamo il rinvaso solo se il contenitore<br />

appare troppo piccolo rispetto alla massa fogliare e<br />

unicamente nella stagione primaverile.<br />

TESTO DI<br />

GIANCARLO POZZI<br />

DISEGNI DI<br />

DANIELA BALDONI<br />

fiori rosa chiaro sono grandi<br />

6 cm e delicatamente<br />

profumati.<br />

È una pianta che per<br />

ogni stagione ha un aspetto diverso:<br />

in estate ha steli ricoperti da belle foglie<br />

verde tenero; in autunno, verso metà<br />

novembre, quando le foglie cominciano<br />

a ingiallire si sospendono le annaffiature e<br />

la pianta va a riposo perdendo completamente<br />

le foglie.<br />

In inverno la pianta ha steli nudi, e quando sui nodi<br />

le gemme cominciano a gonfiarsi si ricomincia a ba -<br />

gnare e da ogni nodo spuntano 2 o 3 boccioli; a marzo<br />

la pianta è letteralmente ricoperta di boccioli, ad<br />

aprile è una cascata di fiori.


NEL PRATO<br />

CONCIMAZIONE DEL<br />

TAPPETO ERBOS0<br />

TESTO E FOTO DI ALESSANDRO BERTOLINI, DISEGNI DI DANIELA BALDONI<br />

Con aprile si entra nel pieno della stagione<br />

vegetativa. Ciò vale, in particolare, per tutte<br />

le erbe microterme (poe, festuche, loietti e<br />

agrostidi), ovvero per quelle che vegetano al meglio<br />

in primavera e in autunno. In ogni caso anche per le<br />

gramigne aprile costituisce un momento di autentica<br />

ripresa, laddove normalmente le temperature cominciano<br />

a stabilizzarsi su valori interessanti.<br />

La fertilizzazione<br />

Proprio in relazione alle temperature tipicamente in -<br />

torno ai 15-20 C° si possono applicare molti dei fertilizzanti<br />

in commercio. In questa fase non è più necessario<br />

fare i conti con un terreno freddo e per questo<br />

poco attivo.<br />

Così, si può applicare pure un prodotto N-P-K tipo<br />

12-5-8, cioè con azoto prevalente, preferibilmente<br />

a cessione lenta o controllata. Dose = 3 kg/100 metri<br />

quadrati. Frequenza = 1 volta/21 giorni.<br />

Per cessione controllata si intende, invece, un concime<br />

in cui la cessione dell’azoto è regolata da membrane<br />

di rivestimento dei granuli o da materiali,<br />

come le zeoliti, in grado di scambiare molto efficacemente<br />

l’elemento con il terreno. In questa fase<br />

diventa importante ed efficace abbandonare i concimi<br />

a rilascio rapido sin qui utilizzati e passare a<br />

prodotti più duraturi e ad azione progressiva.<br />

In ogni caso, dopo aver distribuito il prodotto<br />

occorre applicare un breve ciclo di irrigazione (5 mm circa = 5 litri di<br />

acqua/metro quadrato) per attivare la disgregazione dei granuli.<br />

consigli del mese<br />

52<br />

Per una crescita<br />

ottimale serve<br />

un prodotto<br />

a cessione lenta<br />

o controllata<br />

Il controllo delle infestanti<br />

Aprile, meglio la prima decade per il Centro e il Sud<br />

Italia e la seconda decade per il Nord Italia, diviene<br />

momento fondamentale per applicare i cosiddetti<br />

“antigerminello”, ovvero i diserbanti che agiscono<br />

sulle piantine neonate delle infestanti. Si tratta di<br />

molecole a effetto durevole (mediamente oltre un<br />

mese di efficacia) in grado di ridurre drasticamente la<br />

presenza di erbe infestanti estive come le setarie<br />

(Setaria spp.) e le digitarie (Digitaria spp.).<br />

Per cessione lenta si intende tipicamente<br />

un concime contenente azoto chimicamente<br />

complesso, e quindi disponibile solo dopo<br />

l’azione concomitante di temperatura, acqua<br />

e flora batterica.


In commercio si trovano prodotti da apportare in<br />

acqua, o granulari da distribuire con spandiconcime.<br />

La loro efficacia è strettamente collegabile alla<br />

corretta distribuzione. Si tratta di ottenere un velo<br />

di diserbante distribuito molto uniformemente sul<br />

prato e fatto giungere a contatto della superficie<br />

del terreno. In altre parole, il prodotto non deve<br />

rimanere attaccato all’erba; così, immediatamente<br />

dopo la distribuzione, è imperativo irrigare con<br />

tecnica semplice ma precisa.<br />

Praticamente si applicano 10 mm di acqua complessivi,<br />

divisi in due cicli da 5 mm ciascuno e<br />

distanziati di circa mezz’ora. Così facendo, ga -<br />

rantiremo il dilavamento del prodotto dalle fo -<br />

glie e la sua penetrazione sino al terreno. Il<br />

tutto risulterà migliore se effettueremo la di -<br />

stribuzione (chiaramente solo i prodotti da ap -<br />

portare in acqua) in almeno 10 litri di ac qua/<br />

100 metri quadrati. In commercio sono reperibili<br />

alcune molecole omologate su tappeto er -<br />

boso: in particolare ricordiamo il pendimetalin<br />

e l’oxadiazon, ma anche il benfluralin. Sulle singole<br />

confezioni sono riportati i dosaggi e le mo -<br />

dalità applicative, nonché i tempi.<br />

I prati in gramigna<br />

In questa fase, per i tappeti erbosi in gramigna è<br />

fondamentale attuare alcune semplici ma importanti<br />

strategie. Prima cosa: l’irrigazione. Se è vero<br />

che la gramigna si adatta bene alla siccità, questo<br />

riguarda solo la fase estiva, ovvero il momento di<br />

massimo sviluppo; in primavera la gramigna va<br />

irrigata come tutte le altre erbe. Secondo: la concimazione.<br />

Vale quanto detto sinora ma, nel caso<br />

della gramigna, meglio abbondare: nella pratica,<br />

si apporta N-P-K alla dose consigliata ogni 15<br />

giorni.<br />

Gramigna in fase giovanile<br />

In giardino<br />

con Bayer Garden<br />

Cura del tappeto erboso ad aprile<br />

Ciascun tappeto erboso<br />

secondo l’intensità di utilizzazione<br />

e di sfruttamen to<br />

richiede l’apporto di una<br />

concimazione che, oltre a<br />

compensare le a -<br />

sportazioni dovute ai frequenti<br />

tagli, ne favorisca la<br />

crescita ottimale.<br />

La soluzione ideale è<br />

Bayfolan Multi Tappeti<br />

Erbosi, un concime granulare<br />

studiato appositamente<br />

per la cura dei tappeti<br />

erbosi.<br />

Il rilascio graduale di elementi<br />

di altissima qualità<br />

quali azoto e potassio, derivante totalmente da nitrato,<br />

assicura uno sviluppo lineare del prato, una colorazione<br />

eccezionale del manto erboso ed un rapido effetto visivo.<br />

Bayfolan Multi Tappeti Erbosi, disponibile nella pratica<br />

confezione richiudibile e salva spazio, nutre la pianta<br />

fino a 4 mesi garantendo risultati da professionista del<br />

tappeto erboso.<br />

Al fine di proteggere il tappetto<br />

erboso dalle principali avversità<br />

fungine, motivo di evidenti danni,<br />

sarebbe opportuno intervenire a<br />

fine inverno, in concomitanza con<br />

la ripresa vegetativa (se necessario<br />

anche successivamente)<br />

con Folicur SE*, fungicida<br />

sistemico ad azione preventiva-curativa<br />

ed eradicante<br />

nei confronti delle principali<br />

patologie fungine dei tappeti<br />

erbosi.<br />

*Folicur SE è un prodotto fitosanitario.<br />

Registrazione Min.<br />

della Salute n. 10753 del<br />

19.03.2001<br />

Prima dell’uso leggere le avvertenze<br />

riportate in etichetta.


ERBACEE CON FIORI ABBONDANTI E COLORI VIVACI<br />

DECORATIVE<br />

E OFFICINALI:<br />

LE Potentilla<br />

DI PAOLO COTTINI


Potentilla ‘Arc-en-ciel’<br />

Potentilla ‘Arc-en-ciel’<br />

Solo a sentire il loro nome verrebbe voglia di<br />

coltivarne a centinaia, se si vuol credere alle<br />

testimonianze più antiche che le celebrano<br />

come erbe di grande fama officinale e, di conseguenza,<br />

“piccole ma potenti”. Potentilla, appunto, ma<br />

anche “cinquefoglio” o “fragolaccia”. Il medicobotanico<br />

senese Pietro Andrea Mattioli, a metà<br />

Cinquecento, ne conosceva solamente quattro specie<br />

italiane, ma non esitava a confermarne le virtù già<br />

descritte dal celebre botanico greco Dioscoride: «[il<br />

cinquefoglio] ferma l’ulcere serpiginose, risolve le<br />

scrofole, i tumori e le durezze, sana il fuoco sacro,<br />

vale ai difetti del fegato e del polmone e contra i mortiferi<br />

veleni, ecc. ecc.». Chi di noi si affida alla medicina<br />

“naturale” non potrebbe trovare una panacea mi -<br />

gliore, mentre chi preferisce i farmaci di sintesi si può<br />

sempre consolare con il loro “potere” decorativo, utilizzandole<br />

in gran copia senza dover lavorare granché<br />

per coltivarle e governarle. Il grande Linneo nel<br />

Settecento ne scoprì e denominò alcune decine, ma in<br />

seguito furono numerosi i botanici e i cacciatori di<br />

piante che ebbero la fortuna di rinvenirne molte altre,<br />

spesso per puro caso o come effetto collaterale del<br />

proprio lavoro. Per esempio, la specie forse più appariscente,<br />

su cui oggi si lavora con ottimi risultati per<br />

ottenerne varietà e ibridi di successo, è P. nepalensis,<br />

che nel 1822 il botanico Joseph Hooker ebbe modo di<br />

studiare comodamente, standosene seduto nel suo<br />

studio londinese, dopo che da un collega gliene era<br />

stato inviato un esemplare rinvenuto sulle montagne<br />

himalayane.<br />

55 pianta vedette


TIPO DI PIANTA<br />

erbacea perenne (talvolta annuale)<br />

FAMIGLIA<br />

Rosaceae<br />

PARENTI STRETTI<br />

Agrimonia, Alchemilla, Fragaria, Geum<br />

DIMENSIONI MASSIME<br />

altezza: 10-90 cm; ampiezza: 20-60 cm<br />

PORTAMENTO<br />

da tappezzante a eretto<br />

FOGLIE<br />

alterne, palmate o pennate, con<br />

margine dentato, sericee<br />

COLORE DELLE FOGLIE<br />

verde brillante o scuro<br />

FIORI<br />

a coppa, solitari o a gruppi, multicolori<br />

(bianco, giallo, rosso, rosa)<br />

PROFUMO<br />

no<br />

FIORITURA<br />

molte sono primaverili, altre estive<br />

RUSTICITÀ IN ITALIA<br />

ottima ovunque<br />

pianta vedette<br />

IN BREVE<br />

In natura, un buon gruppo di Potentilla vive e prospera<br />

in ambienti tipicamente alpini, specialmente nelle<br />

fessure delle rocce sulle pareti di montagna, ma anche<br />

nei prati sassosi. In giardino queste piante sono ideali<br />

per il rock garden, dove vanno inserite seguendo le<br />

usuali norme che regolano questo tipo di coltivazione.<br />

Fra le più interessanti: P. alba, P. alchemilloides,<br />

P. aurea, P. crantzii, P. megalantha, P. nitida.<br />

Le specie alpine<br />

56<br />

Potentilla crantzii<br />

Potentilla nitida<br />

• P. crantzii (altezza × ampiezza 20 × 20 cm) Con ap -<br />

parato radicale le gnoso, non forma tappeti, ma den -<br />

si ciuffi. Foglie digitate con segmenti piccoli; fiori<br />

grandi di colore giallo, talvolta un po’ aranciato.<br />

• P. nitida (10 × 15 cm) Specie italiana di grande ef -<br />

fetto. Foglie a tre segmenti di 1 solo cm, fiori grandi,<br />

2,5 cm o più, di un bel rosa a volte carico, con<br />

apice smarginato. Vive su calcare.


Potentilla megalantha Potentilla alba<br />

Potentilla alchemilloides Potentilla aurea<br />

• P. megalantha (15-30 × 15 cm) Deliziosa specie giap -<br />

ponese, forma ciuffi o anche piccoli cespi, con foglie<br />

composte di 3 segmenti obovati e magnifici fiori larghi<br />

fino a 4 cm, di un giallo intenso.<br />

• P. alchemilloides (20-30 × 30 cm) Ha fusti basali un<br />

po’ legnosi, foglie basali lungamente picciolate e<br />

palmate; i fiori di colore bianco sono numerosi e<br />

grandi fino a 4 cm, in corimbi compatti<br />

Le specie alpine<br />

• P. alba (10 × 30 cm) È una pianta molto vigorosa,<br />

con un portamento decisamente prostrato e strisciante.<br />

Foglie basali palmate, foglie superiori con<br />

peli sericei; fiori bianchi di 2,5 cm.<br />

• P. aurea (10 × 20 cm) Quasi appiattita al suolo, for -<br />

ma piccoli tappeti che in primavera sono fitti di<br />

fiori di 2 cm, con petali gialli a base dorata. Le foglie<br />

sono digitate con 5 segmenti dentati.<br />

57 pianta vedette


Un genere immenso<br />

Fra le circa 500 specie rinvenute (e studiate) in<br />

tutto l’emisfero settentrionale, perlopiù perenni,<br />

ma anche annuali e biennali, emerge una delle<br />

pochissime arbustive, P. fruticosa, che ancora<br />

oggi domina il genere, per la sua versatilità (ha<br />

dato origine a più di 130 varietà) e per la sua<br />

rusticità. Con una “signora” tanto sovrastante, le<br />

specie erbacee sono state spesso sottovalutate, se<br />

non ignorate, ma assolutamente a torto, se non<br />

altro perché il loro impiego è del tutto diverso da<br />

P. fruticosa. Anch’esse, però, in questi ultimi anni<br />

hanno potuto dimostrare la loro poliedricità e<br />

soprattutto la disponibilità a farsi coltivare senza<br />

creare problemi di sorta al giardiniere. Tutte sono<br />

dotate di foglie o palmate o pennate, con un margine<br />

più o meno fortemente dentellato, in molti<br />

casi ricoperte di delicati peli sericei. I fiori si presentano<br />

con una caratteristica forma a coppa e<br />

sono solitari, ma anche raggruppati in numero<br />

variabile, sulla cima dei rametti o alle loro ascelle.<br />

Dai colori naturali – bianco, giallo, rosso – l’intervento<br />

umano ha saputo ottenere variazioni<br />

piacevolissime, anche con striature e pennellate<br />

bicolori.<br />

Non poche sono le specie che, pur vivendo anche in<br />

ambienti di montagna, non presentano le medesime<br />

caratteristiche formali e dimensionali delle specie alpine<br />

vere e proprie. Molte di loro fioriscono tra aprile e<br />

maggio, così che è possibile impiegarle nelle bordure<br />

erbacee o miste di primavera. Fra le più interessanti: P.<br />

argentea, P. grandiflora, P. nevadensis, P. pensylvanica,<br />

P. pyrenaica, P. rupestris.<br />

pianta vedette<br />

Le specie da bordura primaverile<br />

58<br />

Potentilla pensylvanica<br />

Potentilla nevadensis<br />

• P. pensylvanica (80 × 50 cm) Interamente ricoperta<br />

di sottili peli grigi, ha un portamento ben eretto, con<br />

foglie pennate e segmenti lanceolati; fiori gialli piccoli<br />

(1,2 cm) ma abbondanti.<br />

• P. nevadensis (30-40 × 30 cm) Forma ciuffi compatti,<br />

con steli fioriferi ricoperti di peli; foglie basali<br />

digitate, fiori gialli in numero fino a 4, di 2,5 cm di<br />

diametro.


Potentilla grandiflora Potentilla argentea<br />

Potentilla rupestris Potentilla pyrenaica<br />

• P. grandiflora (40-50 × 50 cm) Stelo ben eretto e<br />

molto ramificato; foglie a 3 segmenti obovati dentati<br />

all’apice; fiori giallo oro non abbondanti di 2,5<br />

cm, raccolti in cime erette.<br />

• P. rupestris (50 × 40 cm). Interamente pubescente,<br />

ha foglie pennate con 5-7 segmenti ovati o quasi<br />

rotondi; i fiori bianchi sono larghi 2,5 cm e anche<br />

numerosi, portati da steli di 60 cm.<br />

Le specie da bordura primaverile<br />

• P. argentea (50 × 40 cm) Ha un fusto legnoso alla ba -<br />

se ed è molto ramificata. Le foglie sono palmate con<br />

5-7 segmenti, mentre i fiori, raccolti in cime terminali,<br />

sono piccoli (1,2 cm) e di colore giallo-zolfo.<br />

• P. pyrenaica (30-40 × 30 cm). Forma ciuffi compatti<br />

ed ha foglie digitate con 5 segmenti oblunghi e dentati;<br />

i fiori gialli toccano anche i 3 cm di diametro e<br />

sono raggruppati in mazzi di 5 o più.<br />

59 pianta vedette


pianta vedette<br />

DOVE ACQUISTARLE<br />

ERBAIO DELLA GORRA<br />

Casalborgone (To)<br />

tel. 011 91 74 68<br />

www.gorraonline.it, e.gorra@libero.it<br />

AZIENDA AGRICOLA PIER LUIGI PRIOLA<br />

Treviso<br />

tel. 0422 30 40 96<br />

info@priola.it<br />

COTTAGE NURSERIES<br />

Thoresthorpe, Alford, Lincolnshire<br />

LN13 0HX, Regno Unito<br />

tel. 0044 1507 46 69 68<br />

www.cottagenurseries.net<br />

MONIQUE CHEVRY, JARDIN D’ADOUÉ<br />

8 Chemin du Rupt d’Adoué<br />

54690 Lay Saint-Christophe, Francia<br />

tel. 0033 383 226812<br />

monique.chevry@net-up.com<br />

Un piccolo ma battagliero gruppo di specie, provenienti<br />

soprattutto dalle montagne himalayane, si è<br />

specializzato nella fioritura estiva, in ogni caso successiva<br />

a quella di numerose specie europee o americane.<br />

Il giardiniere sa che su queste Potentilla è possibile<br />

contare per vivacizzare le bordure estive con<br />

colori decisi e brillanti: rosso, mogano, terracotta, cremisi.<br />

La capofila della compagine è P. nepalensis,<br />

madre di alcune cultivar, ma anche di diversi ibridi di<br />

ultima generazione.<br />

Le specie da bordura estiva<br />

60<br />

Potentilla nepalensis ‘Miss Willmott’<br />

Potentilla recta<br />

• P. atrosanguinea (90 × 60 cm). Ha pochi rami e<br />

forma facilmente cespi compatti. Le foglie palmate<br />

a 3 segmenti sono lungamente picciolate. I fiori, in<br />

cime a pannocchia, sono grandi 3 cm e di un intenso<br />

rosso violaceo.<br />

• P. recta (50 × 40 cm). Fittamente e lungamente setolosa,<br />

ha foglie digitate con 5-7 segmenti, e grandi<br />

corimbi di fiori gialli di 2,5 cm, molto abbondanti.<br />

Forma ciuffi o anche cespi compatti.


Potentilla ‘William Rollison’ Potentilla ‘Flamenco’<br />

Potentilla ‘Blazeaway’ Potentilla ‘Etna’<br />

• P. nepalensis (70-90 × 60 cm). Dal portamento un<br />

po’ lasso, con parecchie ramificazioni rossastre,<br />

forma cespi molto consistenti. Le foglie basali, lungamente<br />

picciolate, hanno 3 segmenti obovati. I<br />

fiori, di 2,5 cm, sono riuniti in pannocchie e variano<br />

nel colore dal cremisi al rosso ed al viola. Due culti-<br />

Le specie da bordura estiva<br />

var di grande successo sono ‘Roxana’ e ‘Miss<br />

Willmott’, ma lo zampino di P. nepalensis è presente<br />

anche in ibridi d’effetto, come ‘Arc-en-ciel’, ‘Blaze -<br />

away’, ‘Etna’, ‘Flamenco’, ‘Helen Jane’, ‘Monarch’s<br />

Velvet’, ‘Twinkling Star’ e ‘William Rollison’.<br />

61 pianta vedette


pianta vedette<br />

<strong>Coltivazione</strong><br />

TERRENO Spesso le P. vivono su suolo calcareo,<br />

ma molte di loro si adattano anche ai terreni<br />

acidi. Solo P. recta vuole un pH acido, mentre<br />

viceversa P. nitida lo esige calcareo e sassoso. In<br />

ogni caso, tutte amano un suolo perfettamente<br />

drenato.<br />

ESPOSIZIONE Il sito ideale è a mezz’ombra, specialmente<br />

nelle regioni più calde, ma anche il<br />

pieno sole è indicato. P. nitida vuole molto sole<br />

per una buona fioritura. Va considerato che il<br />

troppo sole può “scottare” i fiori, ma l’ombra<br />

eccessiva riduce la produzione di fiori.<br />

TEMPERATURA INVERNALE Pressoché tutte le<br />

specie sono assolutamente rustiche e tollerano<br />

temperature invernali ben sotto i -20°C.<br />

COLTIVAZIONE Il terreno non dovrebbe mai essere<br />

troppo ricco di sostanza organica, perché in<br />

questo caso le P. tendono a sviluppare steli lunghi<br />

e flosci, oltre che una massa fogliare esagerata,<br />

a discapito della produzione di fiori. Le specie<br />

alpine emettono stoloni radicati che vanno eliminati.<br />

Le cultivar di P. nepalensis non sono molto<br />

longeve, quindi vanno rinnovate (anche da seme)<br />

ogni 3-4 anni. Quando le si divide per moltiplicarle,<br />

si possono togliere alcune foglie, ma è<br />

meglio usare le mani. Il coltello va usato con cautela<br />

e solo se necessario, per non danneggiare i<br />

nuovi getti.<br />

ANNAFFIATURE Una buona annaffiatura va assicurata<br />

soprattutto durante la fase della fioritura,<br />

ma in generale le P. tollerano bene la siccità.<br />

MOLTIPLICAZIONE Le specie più grandi e robuste<br />

vanno divise in primavera, quando le piante si<br />

sono sufficientemente ingrossate. La semina<br />

delle specie perenni va effettuata in autunno o in<br />

marzo-aprile, usando un recipiente, con composta<br />

da seme ricoperta con sassolini, che va bagnato<br />

da sotto.<br />

62<br />

Potentilla ‘Monarch’s Velvet’<br />

Potentilla ‘Twinkling Star’<br />

[A FRONTE:] Potentilla ‘Helen Jane’


63 pianta vedette


IL FASCINO<br />

DEL GIARDINO<br />

«NATURALE»<br />

giardinaggio pratico<br />

DI PAOLO COTTINI<br />

EMULARE LA NATURA<br />

SENZA ESAGERARE<br />

64


Digitalis purpurea<br />

La storica rivista<br />

inglese «The<br />

Gar den» venne<br />

fon data nel 1871 da<br />

William Robinson, un<br />

intraprendente giornalista<br />

irlandese che a<br />

suo modo fu un au -<br />

ten tico rivoluzionario<br />

del giardinaggio. Il<br />

maggior contrasto fra<br />

questa rivista e le sue<br />

concorrenti, fin dai<br />

tempi della direzione<br />

di Robinson, riguardava<br />

la diversa concezione<br />

dello stile<br />

pro posto per l’impostazione<br />

di un giardino.<br />

Mentre la vecchia<br />

guardia restava legata<br />

a una visione architettonico-formale<br />

che ri -<br />

saliva agli anni ‘50-<br />

‘60, Robinson nel suo<br />

giornale si batté per l’abbandono di stilemi a suo<br />

avviso troppo elaborati, come i parterres e i ripiani terrazzati,<br />

prospettando invece un maggior uso di bordure<br />

di perenni, di rock garden e di giardinaggio<br />

“spontaneo”. E’ su questa “spontaneità”, tutto som-<br />

Anemone hupehensis<br />

var. japonica<br />

‘Bressingham Glow’ Achillea ‘Taygetea’<br />

mato un po’ finta, che<br />

si fonda quello che<br />

oggi chiamiamo giardino<br />

“naturale”. In<br />

sostanza, infatti, un<br />

normale giardino è in<br />

sé qualcosa di artificiale,<br />

in ogni caso di -<br />

segnato, realizzato e<br />

piantato dall’uomo.<br />

Anche il giardino “na -<br />

turale” è ovviamente<br />

fatto dall’uomo e al -<br />

lora in qualche modo<br />

artificiale, ma esso si<br />

propone di imitare la<br />

natura da molto vicino,<br />

tanto da rassomigliarle<br />

in altissima mi -<br />

sura. Il discorso, se<br />

sviluppato, porterebbe<br />

troppo lontano e<br />

quindi, per capire me -<br />

glio, basta ricordare<br />

un vecchio concetto e<br />

rovesciarlo. Se è vero<br />

che l’erbaccia non è<br />

altro che una pianta<br />

nata là dove non è<br />

desiderata, allora nel<br />

giardino “naturale” è ammissibile che una margheritina<br />

sia la pianta voluta, mentre una fucsia sia l’erbaccia.<br />

Tutto dipende dal punto di vista: basta non esagerare,<br />

però. Come sempre, la dote migliore del giardiniere<br />

è l’equilibrio.<br />

Achillea millefolium<br />

‘Paprika’<br />

Achillea<br />

‘Coronation Gold’<br />

65 giardinaggio pratico


Giardino naturale di<br />

East Lambrook Manor, Somerset<br />

Centranthus ruber Malva moschata<br />

giardinaggio pratico<br />

66<br />

Doronicum orientale<br />

‘Little Leo’<br />

Pensiero classico<br />

di William Robinson*<br />

«Il “giardino naturale” è un giardino formato<br />

in un ambiente naturale: un boschetto, una<br />

macchia di arbusti, un gruppo di alberi o le<br />

aree più accidentate dei giardini (…). In<br />

quasi tutti i giardini abbiamo una gran quantità<br />

di superficie sprecata: spazi aperti nelle<br />

piantagioni d’arbusti, sentieri erbosi, siepi di<br />

cespugli, aspre scarpate, pendii ecc., su cui<br />

normalmente crescono solo erba ed erbacce e<br />

che potrebbero invece ospitare una ricca<br />

flora.<br />

Ci sono pochi momenti di comunione con la<br />

natura piacevoli quanto il naturalizzare le<br />

piante native di paesi che ci interessano<br />

molto più di quelli da cui provengono le<br />

piante da serra (…). Da ogni regione interessante<br />

il viaggiatore può riportare semi e piante,<br />

e collocarle accanto alla sua casa come piacevoli<br />

souvenir dei diversi luoghi visitati».<br />

Geranium cinereum<br />

‘Splendens’


Pensiero classico<br />

di William Robinson*<br />

«Questo gradevole atto di giardinaggio ha la<br />

grande virtù della permanenza. Scegliete un<br />

pendio incolto e ingentilitelo con le più belle<br />

rampicanti rustiche – per esempio la nobile<br />

clematide di montagna del Nepal, la dolce<br />

Clematis flammula dell’Europa settentrionale,<br />

le diverse viti del Canada, il rovo Nutka<br />

(Rubus parviflorus e R. odoratus), le numerose<br />

va rietà britanniche ed europee di vite ru stica,<br />

di gelsomino, di caprifoglio, e le rose sel -<br />

vatiche. Disposta inizialmente con criterio, la<br />

colonia sopra descritta può essere la sciata a se<br />

stessa: il tempo non farà che accrescerne la<br />

bellezza, e il fortunato possessore può restare<br />

lontano per anni e riscoprirla a ogni ritorno».<br />

*WILLIAM ROBINSON<br />

Il giardino naturale<br />

Padova, Muzzio, 1990<br />

Giardino naturale di<br />

The Garden House, Devon<br />

Knautia macedonica<br />

‘Mars Midget’ Omphalodes verna Lilium martagon Arabis scopoliana<br />

67 giardinaggio pratico


Verbascum ‘Tropic Sun’<br />

Hypericum canariense<br />

giardinaggio pratico<br />

Verbascum nigrum<br />

Ajuga reptans<br />

‘Rosea’ Dryopteris affinis<br />

68<br />

Consigli moderni di<br />

Alan Titchmarsh*<br />

Una visita in un bosco naturale nelle nostre vicinanze<br />

ci aiuta a osservare quali sono i disegni che la<br />

natura realizza. Le piante crescono e si sviluppano<br />

in gruppi e in “correnti”. Tali gruppi raramente<br />

sono disposti “a tre” o “a cinque” [come siamo soliti<br />

fare]. Esse invece spuntano in grandi quantità e<br />

s’infilano fra le altre piante ai loro margini. E ciò che<br />

più conta è che gruppi di piante differenti balzano<br />

su nel bel mezzo di una “corrente” di una certa specie,<br />

così che l’effetto è quello di un arazzo intrecciato.<br />

Questo è il disegno “naturale” da emulare.<br />

L’attrezzo più efficace per un “giardiniere naturale”<br />

è la linea curva. Anche se si sta formando un<br />

giardino “spontaneo” o “naturale” a lato di un’area<br />

più tradizionale o formale, il compito sarà reso più<br />

facile mediante l’impiego della linea curva, con la<br />

realizzazione di sen -<br />

tieri a serpentina o<br />

con bordure arcuate.<br />

È possibile integrare<br />

meglio i due<br />

tipi di giardini semplicemente<br />

con l’aiu -<br />

to di curve geometriche.<br />

In natura, in -<br />

fatti, raramente s’incontrano<br />

angoli ret -<br />

ti, mentre al contrario<br />

vi sono curve a<br />

ogni passo: rami ar -<br />

cuati verso il suolo,<br />

insenature di ru scel -<br />

li, sentieri e così via.<br />

Lavatera<br />

‘Princesse de Ligné’


Le piante si mettono a dimora in gruppi “a macchie”,<br />

curando che si realizzino uno o due “correnti” (o fasce),<br />

così che il disegno abbia una sorta di unità. Ov via -<br />

mente, vanno impiegate le piante “giuste” per il posto<br />

“giusto”, dopo aver osservato quali sono le condizioni<br />

prevalenti del sito: ombreggiato o soleggiato, acquitrinoso<br />

o secco ecc. Non si deve commettere l’errore per il<br />

quale, siccome si tratta di un giardino “naturale”, allora<br />

le piante vanno buttate là alla rinfusa e che poi se la<br />

cavino da sole! Occorre invece pensare bene a disposizione,<br />

distribuzione e soprattutto alla manutenzione,<br />

esattamente come si farebbe in un normale giardino<br />

formale. È ottima cosa usare, in tutto il giardino, dei<br />

materiali dall’apparenza “naturale”: per fare un sentiero<br />

si utilizzerà della corteccia, non piastrelle; una recinzione<br />

sarà fatta non in metallo o con l’odiata plastica,<br />

ma solo in legno, soprattutto con sottili ramoscelli di<br />

salice intrecciati. Tuttavia, è bene non esagerare con un<br />

eccesso di materiali differenti, altrimenti il giardino<br />

sembrerà l’area espositiva di un garden centre.<br />

Sedum spectabile<br />

‘Carmen’<br />

*ALAN TITCHMARSH<br />

How To Be A Gardener<br />

London, BBC Books, 2005<br />

Scabiosa columbaria<br />

subsp. ochroleuca<br />

‘Moon Dance’<br />

Astrantia ‘Primadonna’<br />

Sedum spectabile<br />

‘Brilliant’<br />

Astrantia ‘Buckland’<br />

Ajuga reptans<br />

‘Golden Beauty’<br />

69 giardinaggio pratico


10 piante<br />

per il giardino<br />

“naturale”<br />

suggerite da<br />

W. Robinson<br />

Omphalodes verna<br />

Achillea<br />

Arabis<br />

Astrantia<br />

Centranthus<br />

Doronicum<br />

Hypericum<br />

Malvacee<br />

Dipsacacee<br />

Verbascum<br />

Arabis<br />

blepharophylla<br />

‘Red Sensation’<br />

giardinaggio pratico<br />

Athyrium<br />

nipponicum<br />

var. pictum<br />

70<br />

Pteridium aquilinum<br />

10 piante<br />

per il giardino<br />

“naturale”<br />

suggerite da<br />

A. Titchmarsh<br />

Cyclamen hederifolium<br />

Anemone x hybrida<br />

Sedum spectabile<br />

Felci<br />

Ajuga reptans<br />

Heuchera<br />

Graminacee<br />

Digitalis<br />

Geranium<br />

Lilium martagon<br />

Calamagrostis<br />

acutiflora<br />

con Helenium<br />

‘The Bishop’<br />

Anemone<br />

hupehensis<br />

‘Hadspen Abundance’<br />

Hypericum<br />

‘Hidcote’


Heuchera<br />

‘Ginger Ale’<br />

Geranium<br />

incanum<br />

Hakonechloa<br />

macra<br />

‘All Gold’<br />

Heuchera<br />

‘Brownies’<br />

71 giardinaggio pratico


Il mal bianco, o oidio,<br />

della dalia è prodotto<br />

da ceppi di Erysiphe<br />

poligoni (una forma asessuata<br />

di Oidium erysiphoides).<br />

Si tratta di un fungo<br />

ubiquitario e molto polifago<br />

che, oltre alla dalia,<br />

attacca molte altre piante<br />

da fiore. Colpisce in prevalenza<br />

in piena estate, in<br />

condizioni di elevate temperature<br />

ed elevata umidità<br />

ambientale.<br />

Il fungo, epifita (il suo mi -<br />

celio si pone in prevalenza<br />

all’esterno dei tessuti at -<br />

taccati), colpisce tut ta la<br />

vegetazione, in particolare<br />

le foglie e i germogli che si<br />

ricoprono di una caratteristica<br />

patina bianca o bianco-grigiastra,<br />

di a spetto<br />

polverulento e las so.<br />

cura della pianta<br />

INTERNATIONAL FLOWER BULB CENTRE<br />

Il danno<br />

La vegetazione reagisce con sviluppo stentato, leggere<br />

deformazioni degli organi colpiti e con inscurimento<br />

dei tessuti colonizzati, che assumono tonalità bronzee<br />

e infine necrotizzano e disseccano. Talvolta gli<br />

attacchi sono leggeri e la pianta non soccombe, ma il<br />

suo portamento rimane molto contenuto e la vegetazione,<br />

inscurita e leggermente deformata, produce un<br />

brutto effetto estetico che va a inficiare l’impiego or -<br />

namentale delle piante infettate. Anche i fiori possono<br />

essere interessati dall’infezione: si rivestono della<br />

tipica patina bianco-grigiastra, si aprono irregolarmente<br />

e restano un poco deformati, infine subiscono<br />

inevitabili e inestetiche alterazioni cromatiche.<br />

Oidio della<br />

DALIA<br />

72<br />

La difesa<br />

Questo mal bianco colpisce<br />

in modo sporadico<br />

ed endemico, per cui il<br />

controllo risulta agevolato.<br />

Si interviene generalmente<br />

alle prime ma -<br />

nifestazioni sintomatologiche<br />

con dei prodotti<br />

classici come lo zolfo, da<br />

solo o miscelato a prodotti<br />

curativi ad azione<br />

endoterapica come i tri -<br />

azoli (bitertanolo, pen co -<br />

nazolo, tetraconazolo, mi -<br />

clobutanil).<br />

Peraltro questi ultimi pro -<br />

dotti manifestano una<br />

discreta azione curativa<br />

e sono in grado di fermare<br />

l’infezione (con in -<br />

terventi ripetuti) anche<br />

con attacchi già in atto<br />

di discreta entità.<br />

TESTO DI MARIO FERRARI, FOTO DI MARIO FERRARI E INTERNATIONAL FLOWER BULB CENTRE<br />

FERRARI FERRARI<br />

Una patina bianca rivela<br />

la malattia fungina<br />

È sempre importante sottolineare<br />

che quando si fanno trattamenti chimici<br />

a piante ornamentali, soprattutto in un contesto<br />

urbano con un approccio di tipo hobbistico,<br />

è necessario fare attenzione al tipo di registrazione<br />

del prodotto impiegato e che lo stesso sia ammesso<br />

nelle condizioni operative del caso.


Atutelare l’ambien -<br />

te delle grandi<br />

città può contribuire<br />

anche un architetto<br />

irrequieto quanto geniale,<br />

profondamente innamorato<br />

della Natura e<br />

della botanica. Stiamo<br />

parlando di Patrick Blanc<br />

e della sua “creatura”: il<br />

Giardino Verticale.<br />

Già ricercatore del CNRS<br />

(Centre National de la<br />

Recherche Scientifique),<br />

con all’attivo spedizioni<br />

scientifiche nelle foreste<br />

umide di tutto il pianeta,<br />

Patrick Blanc è conosciuto<br />

per aver messo a pun -<br />

to una tecnologia tanto<br />

semplice quanto spettacolare<br />

che permette di<br />

riportare la Natura dove<br />

l’uomo l’ha estirpata:<br />

nelle periferie degradate,<br />

nei quartieri industriali,<br />

nelle vecchie fabbriche<br />

inglobate ormai nel tessuto<br />

cittadino. E, con la<br />

Natura, ciò che il verde<br />

regala: aria più sana, os -<br />

sigeno e allegria.<br />

Come terra,<br />

il feltro<br />

Ma come nasce il Giar -<br />

dino Verticale di Patrick<br />

Blanc? Dalla considerazione<br />

che, per le piante, il terreno non è necessario perché<br />

nulla di più di un supporto. Solo l’acqua, con i suoi sali<br />

minerali, è essenziale alla pianta, unitamente alla luce e<br />

all’anidride carbonica, basi della funzione clorofilliana.<br />

Alla base del giardino di Blanc è una struttura composta<br />

da tre elementi: una rete di metallo, uno strato di PVC e<br />

uno di feltro. La rete metallica, agganciata al muro o autoportante,<br />

funge da appoggio allo strato di PVC, che garantisce<br />

stabilità e impermeabilità, mentre la capacità assorbente<br />

del feltro e la sua elevata capillarità garantiscono<br />

una distribuzione omogenea di acqua alle piante, che alla<br />

struttura si andranno ad abbarbicare con le loro radici.<br />

La messa a dimora delle essenze è del tutto simile a<br />

quella che avviene in Natura, nel più comune dei giardini<br />

“orizzontali”, compreso l’utilizzo di sementi e talee,<br />

rispettando una densità di 30 piante per metro quadro.<br />

Acqua e nutrienti sono forniti dall’alto, tramite un sistema<br />

automatico di irrigazione.<br />

ambiente<br />

Con il<br />

GIARDINO<br />

VERTICALE<br />

città più<br />

sane<br />

74<br />

Nato<br />

per abbellire<br />

i grigi muri<br />

metropolitani,<br />

il giardino<br />

di Patrick Blanc<br />

sta risultando<br />

un’arma<br />

efficace<br />

anche nella<br />

difesa<br />

dell’ambiente<br />

DI MARIA OTTAVIA DE PETRI<br />

Contro smog<br />

e dispendio<br />

energetico<br />

Quali i vantaggi della tecnologia<br />

messa a punto da<br />

Patrick Blanc? Oltre al piacere<br />

di abbellire angoli me -<br />

tropolitani altrimenti brulli, il Giardino Verticale svolge<br />

una funzione altamente ambientalista. Al di là delle<br />

ben conosciute proprietà rigeneranti della fotosintesi<br />

clorofilliana sull’aria inquinata delle città, hanno un<br />

ruolo altamente attivo nella depurazione dell’ambiente<br />

anche le radici aeree delle piante messe a dimora e i<br />

microrganismi in esse viventi. La struttura in feltro<br />

funge da filtro, bloccando le particelle di sostanze tossiche,<br />

che sono successivamente decomposte e rimesse in<br />

circolo. Non vanno infine dimenticate le proprietà isolanti<br />

della struttura portante, che consentono all’edificio<br />

di riferimento a cui il giardino verticale si appoggia,<br />

il godimento di un elevato risparmio energetico sia nel -<br />

la stagione più fredda che in quella più calda. Un nuovo<br />

concetto di architettura sostenibile.<br />

Per approfondire<br />

PATRICK BLANC, The Vertical Garden: from<br />

Nature to the City, W.W.Norton & Company<br />

acquistabile su www.libreriauniversitaria.it<br />

www. verticalgardenpatrickblanc.com


Sintomi da diserbanti<br />

ormonali su foglie di<br />

impatiens, tipicamente<br />

ripiegate “a coppa”<br />

C<br />

hi ha un giardino,<br />

anche di<br />

piccole dimensioni,<br />

sa bene che mantenerlo<br />

libero da piante<br />

infestanti non è impresa<br />

facile. A volte bastano al -<br />

cune semplici operazioni<br />

manuali per eliminare da<br />

aiuole, vialetti e prati<br />

quelle erbacce che non<br />

solo rappresentano un fa -<br />

stidio estetico, ma che<br />

possono competere con le<br />

piante coltivate per le ri -<br />

sorse d’acqua. Se si tratta<br />

di infestanti molto resistenti,<br />

come gramigna e<br />

convolvolo, le la vo ra zio -<br />

ni con uno zappettino pos -<br />

sono essere persino controproducenti<br />

poiché si<br />

tagliano le erbe in più<br />

parti diffondendo maggiormente<br />

l’in festazione.<br />

Nei casi estremi è conveniente<br />

ricorrere al diserbo<br />

chimico da effettuarsi, se<br />

possibile, in base alla fioritura<br />

delle stesse erbe infestanti<br />

(fase più sensibile).<br />

cura della pianta<br />

Gli inconvenienti<br />

I risultati di un diserbo<br />

chimico non sono sempre<br />

quelli sperati, so -<br />

prattutto se non si usa il<br />

prodotto giusto, alla con -<br />

centrazione ottimale, e<br />

se si “colpiscono” in vo -<br />

lontariamente i tronchi e<br />

i fusti di piante arboree<br />

e arbustive (tigli, pioppi,<br />

aceri, sofore, acacie, ro -<br />

se, ortensie ecc.), tanto<br />

più sensibili quanto più<br />

sono giovani. Inoltre, se<br />

si interviene in giornate<br />

mol to ventose si rischia<br />

di bagnare anche le fo -<br />

glie, se non addirittura i<br />

fiori, delle delicate piante<br />

erbacee poste nelle<br />

aiuole o nei vasi (impatiens, pelargoni ecc.).<br />

I diserbanti che con maggiore frequenza causano danni<br />

in giardino sono quelli “ormonali”, costituiti da sostanze<br />

aventi caratteristiche del tutto simili agli ormoni ve -<br />

getali (fitormoni) che le piante comunemente elaborano.<br />

Questi diserbanti non avvelenano le cellule, ma ne alterano<br />

i processi vitali diminuendo fortemente la produzione<br />

delle sostanze necessarie alla nutrizione.<br />

Se non si opera nel modo giusto si verificano intossicazioni<br />

che si traducono, visivamente, in: difformità di<br />

crescita, nanismo (raccorciamento degli internodi),<br />

affastellamento della vegetazione, foglie piccole, dal<br />

lembo carnoso, arrotolato verso l’alto (“a coppa”). Dato<br />

che non sono coinvolti patogeni infettivi, non occorre<br />

allarmarsi. Se si tratta di una sofora, di un tiglio o di<br />

una rosa, non resta che aspettare con pazienza che si<br />

formi la nuova vegetazione; se il “malcapitato” è un<br />

arbusto in vaso di dimensioni contenute, si può agevolarne<br />

la disintossicazione sostituendo completamente il<br />

substrato di crescita.<br />

Danni da<br />

DISERBANTI<br />

in giardino<br />

L’uso di<br />

prodotti<br />

chimici<br />

richiede<br />

molta<br />

attenzione<br />

Un consiglio<br />

pratico<br />

Un prodotto da usare per il diserbo localizzato è il glyfosate<br />

(non classificato), alla dose di 150-250 ml per 10<br />

litri di acqua, da somministrare con cura, senza bagnare<br />

con la miscela il tronco, le foglie e i rami (l’apparato<br />

aereo) delle piante che vogliamo mantenere in giardino.<br />

Foglie di sofora intossicata<br />

da un diserbante:<br />

appaiono ripiegate<br />

tipicamente a “coppa”<br />

Un diserbo chimico può<br />

essere pericoloso,<br />

soprattutto se si opera<br />

molto vicino ad alberi<br />

e arbusti: i polloni del<br />

tiglio mostrano i segni<br />

dell’intossicazione<br />

DI MARIA GRAZIA BELLARDI<br />

Foglie di rosa intossicata,<br />

stranamente piccole<br />

e carnose<br />

Tipici sintomi da<br />

diserbanti ormonali<br />

su pelargonio peltato


Basella alba ‘Rubra’ è utilizzata<br />

anche come pianta ornamentale<br />

da coltivare in vaso nei climi freddi<br />

o all’aperto in quelli miti.<br />

Si tratta di una pianta vivace<br />

e vigorosa, con ricca vegetazione<br />

capace di crescita rapida per tutto<br />

il periodo caldo<br />

<strong>Coltivazione</strong>:<br />

difficoltà zero<br />

Basella<br />

alba<br />

lo spinacio<br />

venuto da lontano<br />

ortaggi insoliti<br />

78<br />

DI ALESSANDRO MESINI<br />

Basella alba, coltivata oggi<br />

anche in vaso come pianta<br />

ornamentale nella cultivar<br />

‘Rubra’, è, a tutti gli effetti,<br />

un ortaggio, una sorta di spinacio<br />

ornamentale diffusissimo nell’emisfero<br />

boreale del globo. Non è<br />

possibile individuare con certezza<br />

l’area di origine, anche se la<br />

regione indiana resta la più accreditata.<br />

Conosciuta come spinacio<br />

indiano, spinacio cinese o spinacio<br />

del Malabar, è diffusissimo in<br />

America del sud, nell’Asia tropicale<br />

e in molte isole oceaniche. È<br />

presente come pianta spontanea<br />

al bordo dei campi coltivati e<br />

delle boscaglie, nei prati umidi e<br />

lungo i corsi d’acqua. Ha portamento<br />

rampicante o si allunga sul<br />

terreno in cerca di un sostegno.


Come ortaggio nei paesi sopra citati è maggiormente<br />

coltivata la forma tipica di colore verde. Offre, in relazione<br />

al terreno occupato, un’abbondante produzione<br />

di foglie e giovani getti da consumare crudi in insalata,<br />

mentre i fusti carnosi, ricchi di sostanze gelatinose<br />

dalle proprietà addensanti, sono utilizzati per la preparazione<br />

di zuppe e minestre. Dal punto di vista<br />

nutrizionale è ricco di vitamina A e C, ferro, calcio e<br />

clorofilla, ed è povero di calorie.<br />

I fusti carnosi sono lucidi<br />

ed elastici, di<br />

consistenza erbacea<br />

e molto ramificati.<br />

Le foglie, cuoriformi<br />

o cuoriformi alla base,<br />

sono portate, da un<br />

picciolo carnoso, aperte<br />

verso l’esterno. Le<br />

nervature principali sono<br />

evidenti in entrambe<br />

le pagine; il rachide<br />

è forte, la lamina al tatto<br />

è carnosa e cerosa.<br />

I fiori, bianchi, rosa,<br />

violetti, sono riuniti in piccoli gruppi. I frutti sono piccole bacche<br />

di colore nero impiegate come colorante viola in pasticceria.<br />

Nei nostri climi raggiunge i due metri di altezza, nelle aree<br />

vocate dove si trova allo stato spontaneo i nove metri.<br />

<strong>Coltivazione</strong><br />

All’esterno si pianta dopo il gelo utilizzando sementi fresche.<br />

La germinazione avviene in pochi giorni, quando la temperatura<br />

è di circa 21°C.<br />

Deve essere posta sempre in pieno sole, in posizione riparata<br />

perché resiste senza problemi al caldo estivo, purché il suolo<br />

resti sempre leggermente umido.<br />

È consigliabile coltivarla all’aperto nella zona tipica dell’olivo.<br />

Le basse temperature, occasionali in questa fascia, possono<br />

causare il disseccamento della parte aerea, carnosa e sensibile<br />

al gelo, ma con buona probabilità la pianta riprenderà a<br />

vegetare dal basso verso la fine di aprile. Per proteggere le<br />

piante durante l’inverno è consigliato accumulare al piede<br />

terricciato di letame non troppo maturo.<br />

Come tutti gli ortaggi<br />

preferisce i terreni ben<br />

drenati e senza ristagni,<br />

di buona fertilità e a pH<br />

acido.<br />

Il taglio dell’asse principale<br />

(cimatura) favorisce<br />

l’emissione di ramificazioni<br />

secondarie, con il<br />

risultato di infoltire la<br />

pianta e aumentare il<br />

materiale fresco da raccogliere.<br />

I fiori, di colore bianco, rosa<br />

e violetto, sono riuniti in piccoli<br />

gruppi; si trasformeranno<br />

in bacche scure<br />

Le foglie<br />

di Basella<br />

sono<br />

cuoriformi,<br />

almeno<br />

alla base,<br />

carnose<br />

e cerose<br />

al tatto<br />

Le foglie della cultivar<br />

‘Rubra’ presentano<br />

un colore intenso, molto<br />

decorativo, ma hanno<br />

le stesse caratteristiche<br />

organolettiche delle verdi<br />

I fusti carnosi,<br />

capaci di arrampicarsi<br />

lungo i supporti<br />

di coltivazione, sono di<br />

consistenza gelatinosa e<br />

si consumano insieme<br />

alle foglie<br />

Le nervature sono forti<br />

e nella pagina inferiore<br />

delle foglie ben in rilievo<br />

79 ortaggi insoliti


Nuove frontiere<br />

per il controllo<br />

della TINGIDE<br />

DEL PLATANO<br />

A CURA DELLA REDAZIONE<br />

La tingide del platano (Corythuca ciliata) è<br />

un fastidioso insetto che vive nutrendosi<br />

della linfa della pianta; talvolta procura<br />

alle persone innocue ma fastidiose morsicature<br />

avvertite sotto forma di pizzichi. L’insetto compie<br />

il suo ciclo vitale sul platano. Le femmine gravide<br />

trovano riparo sotto le placche della corteccia per<br />

poi tornare in attività in primavera, quando si<br />

posizionano nella pagina inferiore delle foglie del<br />

platano per suggerne la linfa e per deporre le uo -<br />

va. Complessivamente si può arrivare a tre generazioni,<br />

poi ritorna l’inverno e le giovani femmine<br />

tornano a svernare sotto la corteccia. Gli esiti dell’attacco<br />

sono un precoce ingiallimento delle fo -<br />

glie, cui fanno seguito una precoce caduta, perdita<br />

di attività fotosintetica e conseguente indebolimento<br />

della pianta, che diventa più facilmente<br />

attaccabile da altri agenti patogeni quali cancro<br />

colorato e antracnosi.<br />

ambiente<br />

La sperimentazione<br />

La difficoltà incontrata<br />

sinora nel contenere<br />

le infestazioni della<br />

tingide hanno portato<br />

il Dipartimento Ambiente<br />

del Comune di Roma, in<br />

collaborazione tecnica con<br />

la Copyr spa. e l’Istituto<br />

Superiore di Sanità,<br />

a eseguire una<br />

sperimentazione per<br />

individuare una nuova<br />

metodologia d’intervento<br />

capace di contenere<br />

l’insetto. Il gruppo di<br />

lavoro, costituito da<br />

Francesco Severini,<br />

Giancarlo Quarchioni,<br />

Bruno Cignini, Marco<br />

Chionne e Rita Di<br />

Domenicantonio, ha<br />

messo a punto una<br />

metodologia operativa che<br />

consiste nel rimuovere,<br />

nel periodo invernale,<br />

le placche prossime al<br />

distacco, sotto le quali<br />

svernano le femmine, fino<br />

a 4-6 metri di altezza e<br />

mediante uso di guanti da<br />

lavoro ruvidi in modo da<br />

non danneggiare il fusto.<br />

I residui di corteccia così<br />

ottenuti sono stati raccolti<br />

e opportunamente smaltiti<br />

mentre il fusto è stato trattato con un fungicida. Da maggio<br />

e per 3 volte sono stati effettuati trattamenti alla chioma<br />

con “Biolio 12 mesi”, prodotto a base di olio minerale che<br />

agisce per contatto. I risultati della prova hanno evidenziato<br />

che la scortecciatura invernale ha notevolmente ridotto<br />

la presenza della tingide, di oltre 2/3 rispetto agli alberi non<br />

scortecciati; anche il trattamento con l’olio minerale ha avuto<br />

un buon esito ma la riduzione della presenza dell’insetto<br />

è stata inferiore rispetto ai risultati ottenuti con<br />

lo scortecciamento. La sperimentazione ha dato risultati<br />

incoraggianti ma le prove dovranno essere ripetute<br />

per vedere se nel corso di alcuni anni si possa avere<br />

una rilevante diminuzione del problema.<br />

80<br />

Buoni<br />

risultati dalla<br />

metologia<br />

sperimentata<br />

da Comune<br />

di Roma<br />

e Copyr


Tra le piante<br />

in via Bassa di San Sebastiano<br />

ABologna, nel<br />

contesto dei<br />

centralissimi<br />

e storici <strong>Giardini</strong> Mar -<br />

gherita (cuore verde del -<br />

la città), si svolge a maggio<br />

la manifestazione «<strong>Giardini</strong> e Terrazzi Garden<br />

Show», che prevede la realizzazione di un percorso<br />

di aree verdi e fiorite, progettate e realizzate da progettisti<br />

e realizzatori di giardini. Il giardino di<br />

Sandro Ricci vuole essere una rappresentazione di<br />

affascinante quiete ed elegante intimità, ricca di<br />

forme, strutture vegetali e copiose fioriture.<br />

Il giardino di Sandro Ricci<br />

Il progetto<br />

I confini del giardino (di soli 81 mq) sono delimitati<br />

da Carpinus betulus guidato a spalliera e da cespugli<br />

di Laurus nobilis. Gli angoli del giardino sono caratterizzati<br />

da strutture ad arco di Ryncospermum, eleganti<br />

soluzioni per incorniciare le incredibili fioriture dei<br />

pannelli di rose gialle e i candidi boccioli di Rosa<br />

‘Sally Holmes’.<br />

Il fulcro del giardino è un piccolo specchio d’acqua<br />

circondato nella parte anteriore da una striscia di<br />

ardesia in scaglie color prugna e alcune piante come<br />

Ligularia, Houttuynia cordata, Chondropetalum tectorum,<br />

Juncus inflexus e Carex.


La parte posteriore è composta da due enormi blocchi di arenaria<br />

(circa 5 tonnellate) che arginano la collinetta sul quale è<br />

stato posizionato il vero protagonista del giardino: un meraviglioso,<br />

quanto raro, esemplare di cipresso calvo pendulo<br />

(Taxodium distichum ‘Cascade Falls’). Tra le rocce, felci e edere<br />

tappezzano ogni anfratto e un rigagnolo d’acqua scandisce<br />

goccia su goccia il ritmo del tempo<br />

Di lato allo specchio d’acqua (l’angolo in ombra del giardino)<br />

si sviluppa, come fosse un’appendice, un’aiuola nella quale il<br />

Calamacrostis, insieme a una gruppo di Campanula persicifolia e<br />

una curiosa fioritura dell’Allium ‘Globe Master’, precede un<br />

monolite a cono di granito rosa. Lo circondano tre Cordyline<br />

(‘Red Star’ e ‘Purple Tower’) dalle lunghe foglie purpuree, un<br />

gruppo di Rodgersia pinnata e le variegature delle foglie di<br />

Hosta e Pittosporum tenuifolium.<br />

Le altre due aiuole di ardesia verde sono ricche di accostamenti<br />

e un gioco di richiami/rimandi tra colori, forme e simmetrie.<br />

Nella prima, l’esemplare<br />

di Citrus guidato a vaso<br />

evoca l’orcio celeste dell’aiuola<br />

successiva, i Bu -<br />

xus posti specularmente<br />

danno idea continuativa<br />

tra di esse mentre la<br />

splendente fioritura di<br />

Genista ‘Lydia’ e i limoni<br />

stessi richiamano i<br />

toni gialli delle rose dell’angolo<br />

opposto.<br />

Nell’ultima aiuola un<br />

cespuglio di Viburnum<br />

plicatum ‘Watanabe’ crea<br />

una piccola quinta per il<br />

celeste orcio e le foglie<br />

blu di Hosta ‘Halcion’<br />

mentre una borbura di<br />

Arrenatherum sottolinea<br />

delicatamente la composizione.


Il giardino<br />

CORONINI CRONBERG<br />

a Gorizia<br />

Un parco<br />

ricco di storia<br />

che si snoda tra<br />

sculture, scalinate,<br />

terrazze<br />

panoramiche,<br />

pergolati<br />

e fontane<br />

DI ERALDO ANTONINI<br />

84<br />

Il Palazzo Coronini Cronberg (a destra)<br />

e la doppia loggia che lo collega<br />

alla cappella privata costruita<br />

intorno alla metà del Seicento<br />

dagli Strassoldo<br />

Aiuola sottostante la loggia


L’ampio prato, posto a lato del palazzo,<br />

ai bordi del quale si affaccia<br />

l’Ecate triformis<br />

Il Giardino Coronini Cronberg è il più rappresentativo giardino<br />

storico che Gorizia vanta, in quanto non pesantemente<br />

alterato dagli eventi bellici e dalle edificazioni successive.<br />

Il suo aspetto attuale è dovuto alla trasformazione e ampliamento<br />

del preesistente giardino formale appartenuto agli Strassoldo.<br />

Nel 1820 la proprietà venne acquistata all’asta dal conte Michele<br />

Coronini e pochi anni dopo, il 20 ottobre 1836, villa e giardino<br />

ospitarono l’esule Carlo X di Borbone, re di Francia, che morì di<br />

lì a poco. Nel 1852 altri ospiti illustri abitarono il Palazzo Coro -<br />

nini: l’arciduchessa Sofia, madre dell’imperatore Francesco Giu -<br />

seppe, con il figlio, l’arciduca Lodovico Vittore.<br />

L’Ecate triformis portata a Gorizia nel secondo dopoguerra dal<br />

conte Guglielmo. Ecate è divinità<br />

psicopompa (cioè in grado di<br />

traghettare i morti nell’aldilà) greca e<br />

romana, ma di probabile origine<br />

indoeuropea, che spesso veniva<br />

rappresentata, come in questo caso,<br />

con tre corpi (da cui triformis)<br />

La statua di Giovan Battista Coronini<br />

collocata al centro del piazzale<br />

antistante il palazzo e punto terminale<br />

del viale d’accesso principale. La statua<br />

fu commissionata da Rodolfo Coronini<br />

conte di Cronberg allo scultore Marco<br />

Chiereghin, e fu collocata, nel 1774,<br />

nel giardino di Quisca<br />

85 giardini da visitare


La ricca ed esotica vegetazione che ancora caratterizza il giardino:<br />

yucche, evonimi, palme, lecci…<br />

La balaustra che, dal grande prato, permette di affacciarsi<br />

sulla valletta del torrente Corno (ora coperto), in direzione<br />

del centro di Gorizia, sovrastato dal castello. In primo piano,<br />

al centro, si osserva il fusto della quercia da sughero<br />

La trasformazione del giardino fu<br />

realizzata e voluta dal nipote di<br />

Michele, il conte Alfredo Coronini<br />

Cronberg, che intorno ai primi anni<br />

’80 dell’Ottocento diede avvio ai la -<br />

vori di ampliamento. Venne realizzato<br />

un nuovo ingresso principale,<br />

quello che ancora oggi si osserva,<br />

che collega il palazzo a via Ponte<br />

Nuovo (ora XX Settembre) attraver-


sando il giardino. Questo ingresso, sorprendentemente, non aveva<br />

un cancello di accesso per cui vi si poteva liberamente entrare, il<br />

che fa supporre una apertura al pubblico di almeno una parte del<br />

giardino. Al termine del viale, nei pressi del palazzo, il conte<br />

Alfredo fece collocare il monumento dell’avo Giovan Battista<br />

Coronini Cronberg che a 21 anni si distinse, nel 1594, al comando<br />

di 100 corazze austriache, nell’assedio e conquista della piazzaforte<br />

di Petrin, in Croazia, in mano ai Turchi. La statua era collocata,<br />

sin dal 1774, nel castello di Quisca, già proprietà dei Coronini, fino<br />

a quando non fu acquistata, nel 1883, dal conte Alfredo.<br />

La scala, posta vicino<br />

all’ingresso principale del giardino,<br />

conduce al pergolato cui segue<br />

la terrazza belvedere.<br />

Le palme che compaiono<br />

sulla destra<br />

sono state piantate,<br />

indicativamente,<br />

negli anni Trenta del Novecento<br />

87 giardini da visitare


Il nuovo aspetto paesaggistico del giardino fu ottenuto<br />

anche grazie a sapienti movimentazioni di terreno; furono<br />

realizzati nuovi percorsi interni, un pergolato, una<br />

scalinata d’accesso al pergolato e, alla conclusione di<br />

questa, una terrazza belvedere. Fu anche realizzato un<br />

muro di sostegno corredato da nicchie in cui, intorno al<br />

1885, il conte Alfredo fece collocare alcune statue del<br />

celebre scultore vicentino Orazio Marinali. Sulla parte<br />

retrostante la villa, nella scarpata che guarda verso<br />

Gorizia, fu realizzato il «Giardino delle rocce», costituito<br />

giardini da visitare<br />

88<br />

da grossi macigni tra i quali furono piantate specie esotiche<br />

tipiche del clima mediterraneo quali agavi, yucche<br />

e mirti, purtroppo oggi scomparse.<br />

La vegetazione prevalente del resto del giardino era<br />

costituita da molte specie sempreverdi di tipo mediterraneo,<br />

che ancora oggi si possono osservare, quali lecci<br />

(Quercus ilex), palme (Chamaerops humilis e Trachicarpus<br />

fortunei), pini (Pinus pinea, Pinus halepensis), allori e an -<br />

che qualche quercia da sughero (Quercus suber) di cui<br />

un esemplare è tuttora esistente.


Il conte completò l’interevento con la realizzazione, avvenuta nel<br />

1914, di un tempietto neoclassico progettato dall’architetto Giro -<br />

lamo Luzzato e posto su una montagnola artificiale che domina, per<br />

altezza, l’intero giardino, realizzata con 2300 metri cubi di terra provenienti<br />

dalla vicina Cronberg.<br />

Una delle statue<br />

scolpite dal<br />

vicentino Orazio<br />

Marinali e<br />

portate in<br />

giardino dal<br />

conte Alfredo<br />

intorno al 1885<br />

Il viale centrale<br />

è contornato<br />

da una ricca<br />

vegetazione in<br />

parte tenuta in<br />

forma obbligata<br />

La terrazza belvedere, un tempo non soffocata<br />

dalla vegetazione, era un punto panoramico<br />

da cui osservare il paesaggio circostante<br />

89 giardini da visitare


La proprietà subì gravi danni durante la Prima guerra<br />

mondiale in quanto Gorizia, e la zona circostante,<br />

erano teatro di furiosi combattimenti tra italiani e<br />

austriaci. Nel 1944 il palazzo fu sede di un comando<br />

tedesco che impose di realizzare un cancello per<br />

meglio proteggere l’accesso alla proprietà e una piscina<br />

per il diletto degli ufficiali. Il conte Guglielmo,<br />

nipote di Alfredo, al fine di esaudire le richieste fece<br />

collocare un portale prelevato da villa Attems Petze -<br />

stein nella vicina Piedimonte, distrutta durante la<br />

grande guerra, e disegnò personalmente la piscina.<br />

Nel secondo dopoguerra il conte collocò in giardino<br />

la Ecate tri formis del II<br />

secolo d.C. proveniente,<br />

mol to probabilmen -<br />

te, dal castello di Cron -<br />

berg, confiscato dalla<br />

Yugo sla via insieme ai<br />

terreni agricoli della<br />

fa miglia Coronini Cron -<br />

berg. Il conte Gugliel -<br />

mo, morto nel 1990,<br />

dispose l’istituzione di<br />

una Fonda zione (Fon -<br />

da zione Pa lazzo Co -<br />

ronini Cronberg) che<br />

attualmente gestisce la<br />

proprietà.<br />

Tra il folto della vegetazione<br />

si scorge a fatica<br />

il tempietto monoptero<br />

costruito nel 1914<br />

su una montagnola artificiale<br />

Una seduta in pietra locale<br />

che s’incontra lungo il sentiero<br />

che conduce al tempietto<br />

giardini da visitare<br />

90<br />

Il tempietto era il punto panoramico<br />

di osservazione a cui si accede mediante<br />

percorsi interni ad andamento irregolare.<br />

Fu lievemente danneggiato durante<br />

la Prima guerra mondiale e, in seguito,<br />

restaurato dai conti Coronini.<br />

Nei giardini di Gorizia sono presenti tempietti<br />

neoclassici, come accade, per esempio,<br />

nel giardino di palazzo Attems Santacroce,<br />

ora sede comunale


GIARDINO<br />

CORONINI<br />

CRONBERG<br />

GORIZIA<br />

Il giardino<br />

è aperto al pubblico e<br />

visitabile gratuitamente<br />

mentre il palazzo,<br />

che ospita le collezioni<br />

d’arte dei Coronini,<br />

è visitabile a pagamento.<br />

È possibile effettuare<br />

visite guidate del giardino.<br />

FONDAZIONE PALAZZO<br />

CORONINI CRONBERG<br />

viale XX Settembre 14<br />

Gorizia<br />

www.coronini.it<br />

info@coronini.it<br />

FRIULI<br />

VENEZIA GIULIA<br />

Udine<br />

PARCO CORONINI<br />

Trieste<br />

Gorizia<br />

Il castello di Gorizia<br />

visto dal giardino Coronini Cronberg<br />

Il grande prato<br />

posto nel tratto terminale del giardino,<br />

sotto il «Giardino delle rocce»,<br />

in direzione del centro di Gorizia.<br />

In quest’area, probabilmente,<br />

il conte Alfredo avrebbe voluto realizzare<br />

un laghetto artificiale<br />

91 giardini da visitare


La fioritura è veramente<br />

spettacolare<br />

SUSINE<br />

CINO-GIAPPONESI<br />

in giardino<br />

Le susine cino-giapponesi appartengono alla<br />

specie Prunus salicina, molto affini alle “prugne”<br />

europee (Prunus domestica), ma con caratteri<br />

distintivi. Le varietà di susine cino-giapponesi<br />

sono per alcuni aspetti meno rustiche delle “cugine”<br />

europee. La fioritura è molto precoce, quasi contemporanea<br />

ad albicocco e mandorlo, e comporta un maggior<br />

rischio di subire danni per le brinate primaverili. Se le<br />

condizioni climatiche durante l’impollinazione sono<br />

fredde e nebbiose l’allegagione può essere scarsa.<br />

In effetti gli areali ottimali per questa specie sono<br />

quelli meridionali o le aree con bassa umidità am -<br />

bientale, come la collina e la pedecollina. Non è un<br />

caso se la maggioranza delle nuove varietà provengono<br />

dallo stato della California, dove la coltivazione<br />

del susino cino-giapponese trova un ambiente particolarmente<br />

favorevole. Se proprio non si vuol rinunciare<br />

a questa specie anche in ambienti con frequenti<br />

ritorni di freddo, si dovrà provvedere a disporre le<br />

piante in posizione riparata, per esempio sul lato sud<br />

dell’abitazione.<br />

Le distanze di piantagione devono essere stabilite<br />

considerando la fertilità del terreno e le dimensioni<br />

della pianta. Inoltre si deve tener conto del diverso<br />

comportamento esistente tra le singole varietà: alcune<br />

(per esempio ‘Goccia d’Oro’ e ‘Obilnaja’) presentano<br />

rami laterali a crescita quasi orizzontale e assumono<br />

quindi una forma allargata (portamento espanso);<br />

altre, come ‘Fortune’ o ‘Angeleno’, presentano rami a<br />

crescita quasi verticale e si sviluppano più in altezza<br />

che in larghezza (portamento assurgente).<br />

frutticoltura<br />

La coltivazione in giardino regala<br />

grandi soddisfazioni con poco<br />

impegno: frutti in abbondanza<br />

e una bellissima fioritura<br />

Alcune susine, come la<br />

varietà ‘Goccia d’Oro’ qui<br />

raffigurata, tendono a<br />

svilupparsi in orizzontale.<br />

Le varietà di questo tipo<br />

vanno piantate a una<br />

distanza di 4-5 metri<br />

DI MASSIMO FORNACIARI<br />

In generale si tratta di piante abbastanza vigorose;<br />

normalmente sono innestate su mirabolano (Pru nus<br />

cerasus) e possono raggiungere dimensioni di circa<br />

4-5 metri d’altezza. Lo sviluppo è piuttosto rapido,<br />

come pure l’inizio della fruttificazione e, già al se -<br />

condo-terzo anno, potremo gustare i primi frutti.<br />

Altre varietà di susine,<br />

come la ‘Black Star’,<br />

hanno uno sviluppo<br />

verticale; in questo caso<br />

si possono ridurre<br />

le distanze tra le piante<br />

fino a 3-3,5 metri


Numerosi rami misti<br />

su una giovane pianta di susino,<br />

prima della potatura<br />

Una pianta generosa<br />

Con la potatura è stata eliminata<br />

una buona parte dei rami, per<br />

evitare un’eccessiva fruttificazione<br />

e favorire la penetrazione di luce<br />

e aria all’interno della chioma<br />

La fioritura di queste piante è veramente spettacolare: dai rami giovani<br />

di un anno, fino alle branche più vecchie, e il fusto sono completamente<br />

rivestiti di fiori. Una fioritura così precoce come quella delle<br />

susine cino-giapponesi è molto condizionata dall’andamento stagionale,<br />

che a volte presenta solo alcuni giorni utili per la fecondazione dei<br />

fiori. Di conseguenza si deve fare di tutto per assicurare un’impollinazione<br />

efficiente, premessa indispensabile per l’allegagione dei frutti.<br />

D’altra parte, se le condizioni ambientali durante la fioritura sono favorevoli<br />

la fruttificazione può essere abbondante anche su piante giovani<br />

ed è allora indispensabile intervenire con un energico diradamento dei<br />

frutti per equilibrare il carico produttivo alle capacità della pianta.<br />

Potatura<br />

In base alla produttività della pianta la potatura delle susine cino-giapponesi<br />

potrà essere abbastanza intensa.<br />

Sulle piante giovani la fruttificazione avviene prevalentemente sui<br />

rami misti, rami di un anno d’età che portano gemme a fiore e gemme<br />

a legno. In questo caso l’obiettivo principale della potatura è il diradamento<br />

di questi rami, eliminando quelli troppo deboli o troppo vigorosi<br />

e lasciandone un numero adeguato. Sulle piante più produttive si<br />

potrà arrivare a eliminare fino al 50% dei rami.<br />

Col passare degli anni anche i rami di due-tre anni e le branchette di<br />

quattro anni o più si rivestono di fiori, portati dai “mazzetti di maggio”<br />

(rami di pochi centimetri di lunghezza che portano un gruppo di<br />

gemme a fiore). Su piante adulte, in piena fruttificazione, la potatura<br />

verrà eseguita con tagli “di rinnovo” per eliminare completamente<br />

qualche branchetta invecchiata e “spuntature” dei rami di 2-3 anni, che<br />

saranno accorciati a circa metà lunghezza. Inoltre potrà essere necessario<br />

continuare il diradamento dei rami di un anno.<br />

I rami di due-tre anni<br />

con la potatura vanno accorciati<br />

per eliminare una parte<br />

di dardi fioriferi e assicurare<br />

che i frutti possano essere<br />

ben alimentati dal ramo<br />

Sui rami misti (rami di un anno<br />

provvisti di gemme a fiore e a legno)<br />

a ogni nodo sono presenti tre<br />

gemme: quelle esterne hanno<br />

una forma tondeggiante e sono a<br />

fiore; quella centrale, più piccola<br />

e appuntita, è una gemma a legno<br />

e darà origine a un germoglio<br />

Sui rami di due anni iniziano poi<br />

a formarsi i dardi fioriferi o<br />

“mazzetti di maggio”: sono corti<br />

rami che crescono pochi millimetri<br />

ogni anno e portano una serie<br />

di gemme a fiore<br />

93 frutticoltura


Un’ampia scelta di cultivar<br />

Nell’ultimo decennio le susine cinogiapponesi<br />

si sono affermate sul mercato<br />

rispetto alle varietà europee, grazie<br />

all’introduzione di numerose nuove<br />

varietà dai frutti attraenti e di grossa<br />

pezzatura.<br />

Quasi tutte le varietà di susine cino-giapponesi<br />

sono autosterili. Per assicurare<br />

un’efficace im polli na zio -<br />

ne e fecondazione è indispensabile<br />

prevedere la<br />

vicinanza di altre varie -<br />

tà. Come im pollinatori si<br />

possono utilizzare il mi -<br />

rabolano selvatico o la<br />

varietà ‘Sorriso di primavera’,<br />

una susina a<br />

ma turazione precoce che<br />

presenta frutti non mol -<br />

to saporiti ma si può ri -<br />

tenere un impollinatore<br />

“universale”.<br />

Al contrario non serve la<br />

vicinanza di piante di<br />

susine europee poiché,<br />

appartenendo a una di -<br />

versa specie, il loro polline<br />

risulta incompatibile.<br />

frutticoltura<br />

In situazioni di forte allegagione è necessario intervenire con<br />

un energico diradamento frutti, che si deve eseguire precocemente<br />

entro 30 giorni dalla fioritura, per evitare l’alternanza<br />

di produzione e migliorare la qualità dei frutti dell’anno in corso<br />

Per assicurare una buona fruttificazione si deve prevedere<br />

la vicinanza di due diverse varietà di susino cino-giapponese.<br />

Nell’immagine, a destra una pianta di ‘Goccia d’Oro’ e a sinistra<br />

una di ‘Sorriso di Primavera’, un impollinatore “universale”<br />

per questa specie. La potatura dell‘impollinatore verrà eseguita<br />

al termine della fioritura per massimizzare la produzione di polline<br />

94


Il capostipite delle varietà a buccia gialla si può<br />

considerare la ‘Goccia d’Oro’ (sinonimo ‘Shiro’), che<br />

matura nella prima metà luglio ed è molto produttiva.<br />

Altre susine gialle sono: ‘Sorriso di Primavera’<br />

(giugno, ottimo impollinatore), ‘T.C. Sun’<br />

(metà agosto), ‘Songold’ (metà agosto)<br />

La regina delle varietà a frutto nero è ‘Angeleno’.<br />

Matura da metà settembre a inizio ottobre ed è molto<br />

produttiva. I frutti sono di buona qualità, purchè si<br />

lascino raggiungere la piena maturazione sulla pianta.<br />

Altre varietà nere sono: ‘Beauty Sun’ (fine giugno),<br />

‘Black Gold’ e ‘Black Diamond’ (fine luglio- agosto),<br />

‘Friar’ (metà agosto).<br />

‘Satsuma’ è una delle prime varietà a buccia rossa,<br />

selezionate negli Stati Uniti alla fine dell’800. Altre<br />

susine rosse: ‘Morettini’ (fine giugno), ‘Obilnaja’<br />

(metà luglio, molto produttiva), ‘Fortune’ e ‘Laroda’<br />

(metà agosto), ‘October Sun’ (fine settembre),<br />

‘Autumn Giant’ (settembre-ottobre)<br />

Oggi sono disponibili varietà di susine cino-giapponesi<br />

che si possono raggruppare in tre diverse “linee” in base<br />

al colore dei frutti: gialli, rossi e neri, con un periodo di<br />

maturazione che va dall’inizio dell’estate (giugno) fino<br />

all’autunno (settembre-ottobre). Più che di epoca di ma -<br />

turazione si dovrebbe parlare di periodo di maturazione:<br />

infatti la raccolta delle susine è sempre molto scalare.<br />

A livello familiare poi si possono eseguire dei passaggi<br />

molto ravvicinati, ogni 2-3 giorni, avendo cura di staccare<br />

solo i frutti completamente maturi. A questo riguardo<br />

per alcune varietà si dovrà fare un po’ di pratica poiché<br />

i frutti tendono a colorarsi molto in anticipo rispetto<br />

alla piena maturazione, che avviene solo quando la<br />

polpa inizia a perdere consistenza.<br />

95 frutticoltura


Sembra incredibile, ma l’agricoltura è uno dei<br />

settori produttivi che, più di ogni altro, è colpevole<br />

di immettere nell’atmosfera gas-serra. Lo<br />

denuncia un rapporto di Greenpeace redatto dal professor<br />

Peter Smith dell’Università di Aberdeen. Lo<br />

stesso rapporto ci ricorda che, per produrre un chilo<br />

di carne di manzo, vengono immessi nell’atmosfera<br />

13 chili di carbonio.<br />

Ma<br />

l’agricoltura?<br />

quanto<br />

inquina<br />

Alessandro Giusberti, Arte Fiera 2008<br />

Humus in calo<br />

Che l’avvento dell’industrializzazione nella gestione<br />

dell’azienda agricola abbia fortemente contribuito a<br />

cambiare l’economia alimentare della popolazione<br />

mondiale è indubbio. Nei paesi occidentali, dove l’agricoltura<br />

è fortemente industrializzata, le rese risultano<br />

ampiamente più elevate rispetto a quelle ottenute<br />

con tecniche bio. La forzatura con concimi chimici<br />

e il controllo delle erbe infestanti tramite diserbi consente<br />

rese quantitative per ettaro inimmaginabili all’inizio<br />

del secolo scorso, quando i terreni erano coltivati<br />

con l’uso delle braccia e dei buoi.<br />

Ma è ormai assodato che tali forzature stanno esaurendo<br />

l’humus dei terreni, causando una riduzione<br />

sempre più marcata delle produzioni. Ed è anche per<br />

arginare tale fenomeno che l’Unione Europea sta oggi<br />

finanziando sostegni economici a favore dell’agricoltura<br />

biologica.<br />

ambiente<br />

TESTO DI MARIA OTTAVIA DE PETRI<br />

FOTO DI DONATELLA FORNI<br />

96<br />

Aiuti così ingenti sono, tuttavia, giustificati anche dalla<br />

conferma che l’agroindustria inquina. Secondo il<br />

Manifesto sul Cambiamento Climatico e il Futuro della<br />

Sicurezza Alimentare redatto dalla Commissione Inter -<br />

nazionale sul Futuro della Nutrizione e dell’Agri col -<br />

tura, l’agricoltura industriale contribuisce a immettere<br />

nell’ambiente almeno il 25% di tutto il gas-serra riversato<br />

nell’atmosfera. Viceversa, ogni ettaro di terreno<br />

coltivato biologicamente sarebbe in grado, secondo<br />

l’AIAB (Associazione Italiana per<br />

l’Agricoltura Biologica) di assorbire nel nostro<br />

paese, ogni anno, una tonnellata e mezzo di<br />

CO2, con un risparmio di 66 milioni di euro nel<br />

debito che l’Italia sta accumulando per non<br />

essere in grado di rispettare quanto impostole<br />

dal protocollo di Kyoto. Anche l’allevamento<br />

bovino è sotto accusa. Secondo la FAO, i ruminanti<br />

allevati in stalla con mangimi proteici<br />

emettono il 18% del gas serra prodotto a livello<br />

mondiale, mentre Vandana Shiva [> GIARDINI<br />

236, MARZO 2009] si augura un ritorno al pascolo<br />

come tecnica di allevamento perché «le vacche che<br />

vivono all’aperto non producono metano».<br />

L’agricoltura industriale<br />

è accusata di inquinare<br />

come o più delle grandi<br />

aziende di produzione.<br />

È davvero così? E cosa<br />

cambierebbe se tutta<br />

l’agricoltura fosse bio?<br />

Ritorno alla filiera corta?<br />

Un discorso a parte meriterebbe, infine, il commercio<br />

mondiale delle derrate alimentari tramite trasporto<br />

aereo, fonte di ulteriori costi ambientali. Secondo COL-<br />

DIRETTI, gli ingredienti di un pasto medio italiano percorrono<br />

più di 1900 chilometri prima di arrivare sulla<br />

nostra tavola. È il risultato della cosiddetta filiera<br />

lunga a cui si contrappone, da qualche tempo, la filiera<br />

corta, con i farmer’s markets, i GAS (Gruppi di Ac qui -<br />

sto Solidale) e i ristoranti a km 0.<br />

Per approfondire<br />

www.greenpeace.org/international/press/<br />

reports/cool-farming-full-report<br />

il testo integrale del rapporto del professor<br />

Peter Smith (in inglese)


Fagus<br />

orientalis<br />

‘Iskander’<br />

La cultivar<br />

fastigiata<br />

dal fogliame<br />

brillante<br />

DI FRANCESCO VIGNOLI<br />

piante emergenti<br />

98<br />

Fagus orientalis è un albero<br />

imponente cha a maturità può<br />

arrivare a 30-40 metri di altezza.<br />

Differisce dal faggio comune<br />

(Fagus sylvatica) per le foglie più<br />

grandi, lucide e di un bel verde scuro,<br />

che in autunno virano vistosamente<br />

al giallo oro. Rispetto al faggio comune,<br />

la pianta giovane ha anche un<br />

maggiore sviluppo in altezza, ma le<br />

restanti caratteristiche e le esigenze<br />

di clima e terreno sono molto simili.<br />

Nonostante Fagus orientalis abbia<br />

mag giori valenze estetiche, nei vivai<br />

è una rarità, e sino a ora non ha dato<br />

varietà botaniche, al contrario del<br />

faggio comune, generosissimo nelle<br />

sue varietà coltivate, che arrivano al<br />

centinaio o più.


La nuova cultivar<br />

L’introduzione della nuova cultivar, Fagus<br />

orientalis ‘Iskander’, di forma fastigiata, è<br />

stata quindi accolta con molta curiosità. La<br />

madre di tutte le piante, che si stanno lentamente<br />

diffondendo in Europa, risulta essere<br />

un maestoso esemplare esistente in un orto<br />

botanico privato, quello<br />

dei vivai Biloba a<br />

Zundert (Olanda), con -<br />

dotti da un Boomer,<br />

famiglia di vivaisti che<br />

tanto ha dato nella<br />

ricerca di nuove va -<br />

rietà.<br />

Fagus orientalis<br />

‘Iskander’ è una<br />

pianta che ha<br />

un aspetto a colonna<br />

solido e imponente.<br />

Le foglie verde<br />

brillante, più grandi<br />

di quelle del faggio<br />

comune, risultano<br />

di aspetto più sano,<br />

impressione dovuta<br />

forse alla loro lucidità<br />

sulla pagina superiore.<br />

Il colore autunnale<br />

è giallo oro e le foglie<br />

restano sulla pianta<br />

più a lungo rispetto<br />

a quelle del faggio<br />

comune.<br />

Fagus orientalis<br />

‘Iskander’ può essere<br />

collocato in giardino da solo, o in gruppi,<br />

in viali o alte cortine di schermatura.<br />

Se piantato in vialetti occorre tener<br />

presente che, come tutti i faggi,<br />

non deve avere pavimentazione<br />

da entrambi i lati della pianta,<br />

altrimenti non si adatta bene.<br />

Il faggio esige terreni profondi,<br />

ben drenati, non troppo umidi.<br />

È un’ottima pianta, sicuramente<br />

una delle migliori per i giardini<br />

di montagna.<br />

99 piante emergenti


BIOPISCINE<br />

Il concetto di biopiscina, detta anche laghetto naturale<br />

balneabile, è relativamente nuovo e inizia ad affermarsi,<br />

in Svizzera, Austria e Germania, nei primi<br />

anni Ottanta del secolo scorso. La differenza principale<br />

tra la piscina tradizionale e la biopiscina sta nel differente<br />

trattamento delle acque. Infatti la piscina tradizionale,<br />

per purificare l’acqua e renderla atta al nuoto e allo svago,<br />

si affida a sistemi chimici. La biopiscina invece si affida a<br />

sistemi di filtrazione naturale rappresentati dal la microflora<br />

e microfauna e dalle piante acquatiche (spon dali,<br />

palustri, sommerse, galleggianti). Le piante hanno la funzione<br />

di assorbire azoto disciolto nell’acqua per limitare i<br />

fenomeni di eutrofizzazione che portano a una forte presenza<br />

di alghe e a un intorbidimento dell’acqua; la mi -<br />

croflora e la microfauna hanno la funzione di vero e proprio<br />

filtraggio. Per potere ottenere un filtraggio naturale<br />

occorre dividere la biopiscina in due parti: la zona balneabile,<br />

utilizzabile per il nuoto e le attività ri creative, e la<br />

zona cosiddetta di rigenerazione, dove si collocano le piante<br />

acquatiche e si ha la maggior presenza di microflora e<br />

microfauna utile (presenti, anche, nell’acqua della zona<br />

balneabile). L’imper mea biliz zazione si ottiene con teli in<br />

PVC. La biopiscina, pertanto, è un luogo vivo che deve<br />

raggiungere un equilibrio tra le popolazioni degli organismi<br />

viventi che lo abitano; al contrario, la piscina tradizionale<br />

è un ambiente asettico in cui la balneabilità è raggiunta<br />

in totale artificialità.<br />

progettare il giardino<br />

100<br />

DI<br />

ERALDO<br />

ANTONINI<br />

Biopiscina a Merano:<br />

a destra la zona di rigenerazione<br />

e a sinistra la zona di balneazione<br />

L’acqua di ritorno spinta dalla pompa<br />

deve essere indirizzata in modo da creare<br />

un flusso superficiale che asporta<br />

il materiale organico grossolano,<br />

ma non lo zooplancton<br />

posto più in profondità


Vista d’insieme di una biopiscina<br />

all’inizio della primavera.<br />

Si notano chiaramente<br />

la zona di rigenerazione<br />

e la zona di balneazione.<br />

Le biopiscine non necessitano<br />

di essere svuotate<br />

a fine stagione,<br />

così mantengono<br />

il loro aspetto<br />

ornamentale<br />

per tutto l’anno<br />

La scaletta<br />

in legno<br />

di accesso<br />

e uscita<br />

dalla zona<br />

balneabile<br />

Separazione,<br />

superficiale,<br />

tra le zone di<br />

balneazione e<br />

rigenerazione.<br />

Sul pelo<br />

d’acqua i pappi<br />

dei pioppi,<br />

che saranno<br />

allontanati<br />

dal flusso<br />

superficiale<br />

dell’acqua<br />

Skimmer<br />

a sfioro o<br />

galleggiante<br />

mentre sta<br />

incamerando<br />

una foglia<br />

Pozzetto<br />

tecnico<br />

con<br />

galleggiante<br />

e troppopieno<br />

Lo zampillo<br />

crea un moto<br />

superficiale<br />

dell’acqua<br />

che facilita<br />

l’intercettazione<br />

del<br />

materiale<br />

grossolano da<br />

parte degli<br />

skimmer<br />

Il disegno<br />

La “biopiscina” può assumere un disegno classico<br />

regolare, per lo più rettangolare, ma si possono creare<br />

anche soluzioni miste in cui a una parte regolare se<br />

ne associa una di forma irregolare, o addirittura realizzare<br />

una forma completamente irregolare. Questi<br />

due ultimi disegni si adattano meglio ai giardini<br />

“irregolari” o naturaliformi, dove la vegetazione as -<br />

sume una disposizione e una forma che imita la natura.<br />

La piscina tradizionale può essere convertita, con<br />

opportuni accorgimenti, in una biopiscina e se ne può<br />

anche cambiare il disegno generale, ampliando la<br />

superficie destinata a quest’uso.<br />

Le varie tipologie<br />

Le biopiscine possono avere un grado di naturalezza<br />

più o meno spinto. Si passa cioè da biopiscine in cui<br />

non vi sono elementi tecnici accessori a biopiscine in<br />

cui il filtraggio naturale è molto spinto. Nel primo<br />

caso i costi sono più contenuti, ma si hanno tutti gli<br />

“inconvenienti” di nuotare in un laghetto artificiale.<br />

Nel secondo caso ci si avvicina maggiormente alle<br />

condizioni di acqua e di ambiente acquatico che si<br />

possono trovare in una piscina tradizionale, con costi<br />

più alti rispetto al primo caso. Le biopiscine naturali,<br />

a bassa tecnologia e a media tecnologia, se ben progettate<br />

e convenientemente manutenute raggiungono<br />

un equilibrio biologico in 3-5 anni, dopodiché l’impegno<br />

manutentivo subirà una notevole riduzione.<br />

101 progettare il giardino


Biopiscina naturale<br />

La biopiscina naturale, quindi, rappresenta la tipologia<br />

più semplice, in cui il controllo dell’acqua non<br />

prevede apporti tecnologici esterni quali pompe e<br />

filtri. La zona balneabile e la zona di rigenerazione<br />

vi hanno le stesse dimensioni (rapporto 1:1) e deve,<br />

per raggiungere un equilibrio naturale, essere di<br />

almeno 150 mq; la componente vegetale deve essere<br />

differenziata (piante palustri, spondali, sommerse<br />

e galleggianti); vi è una certa ricchezza di fauna,<br />

rappresentata prevalentemente da insetti e anfibi, e<br />

quando si nuota si passa molto vicino alle piante,<br />

proprio come se si nuotasse in un laghetto naturale.<br />

La manutenzione deve essere regolare per garantire<br />

una durata nel tempo delle condizioni di balneabilità<br />

dell’acqua.<br />

Biopiscina a bassa tecnologia<br />

La biopiscina a bassa tecnologia prevede l’applicazione<br />

di una pompa, posizionata all’esterno della<br />

biopiscina, a basso consumo (24 volt), che consente<br />

il ricircolo dell’acqua pari al 20% del volume totale<br />

nell’arco delle 24 ore. Il rapporto tra area balneabile<br />

e area di rigenerazione e la tipologia di vegetazione<br />

da adottare sono analoghi alla precedente categoria.<br />

Phragmites australis<br />

e Typha latifolia costituiscono,<br />

in questo caso, buona parte della<br />

vegetazione della zona di rigenerazione<br />

progettare il giardino<br />

102<br />

Vista d’insieme della biopiscina<br />

e sua integrazione con i fabbricati<br />

dell’agriturismo Gruberhof a Lagundo<br />

In evidenza in questa foto<br />

la separazione tra zona di rigenerazione<br />

(in primo piano) e zona di balneazione<br />

Biopiscina a media tecnologia<br />

La biopiscina a media tecnologia rappresenta la soluzione<br />

maggiormente utilizzata in quanto consente un migliore<br />

controllo delle condizione ambientali e allo stesso tempo<br />

mantiene un alto grado di “naturalezza” a costi relativamente<br />

contenuti. Prevede l’applicazione di una pompa,<br />

posta all’esterno della biopiscina, in grado di assicurare la<br />

circolazione dell’intero volume di acqua entro le 24 ore; e<br />

di skimmers. L’acqua deve essere im messa nella biopiscina<br />

dalla pompa in modo tale da creare un flusso superficiale<br />

che contribuisce alla pulizia dei materiali più grossolani<br />

quali foglie, semi, alghe, che sono intercettati dagli<br />

skimmer. La zona di ri ge nerazione deve occupare il 40%<br />

del totale e la vegetazione,<br />

Piante acquatiche<br />

a foglia galleggiante, come le ninfee,<br />

danno una nota di colore<br />

nella zona di rigenerazione<br />

essendoci me no elementi<br />

nutritivi di origine organica,<br />

deve essere selezionata<br />

escludendo le piante con<br />

foglie galleggianti (per e -<br />

sempio le ninfee). La ma -<br />

nutenzione va so prattutto<br />

rivolta alla pulizia delle<br />

ceste degli skimmer che<br />

raccolgono la sostanza or -<br />

ganica grossolana, al controllo<br />

delle piante, che non<br />

di ventino troppo invasive,<br />

e alla pulizia del fondo<br />

almeno una volta all’anno.


Biopiscina ad alta tecnologia<br />

Le biopiscine ad alta tecnologia, rispetto alla categoria<br />

precedente, prevedono un filtraggio più spinto<br />

mediante l’apposizione di filtri di natura organica o<br />

minerale (ghiaia o microfibre). La pompa deve essere<br />

più potente rispetto alla precedente in quanto il ricircolo<br />

dell’intero volume di acqua deve avvenire due<br />

volte al giorno; da qui maggiori costi di energia elettrica<br />

ma anche maggiori oneri manutentivi. I vantaggi,<br />

se tali si possono considerare, sono una maggiore<br />

limpidezza e trasparenza dell’acqua, la possibilità di<br />

un utilizzo intenso e una maggiore area di balneazione:<br />

infatti la zona di rigenerazione può essere ridotta<br />

al 30-35% del totale.<br />

Biopiscina ad altissima tecnologia<br />

Le biopiscine ad altissima tecnologia impiegano maggiori<br />

ausili tecnici per aumentare la zona balneabile a<br />

scapito di quella destinata alla rigenerazione, che solitamente<br />

non è contigua alla balneabile e si limita a interessare<br />

il 30% circa della superficie complessiva. Si ri -<br />

corre al filtraggio soprattutto mediante impiego di filtri<br />

minerali (zeolite, ghiaia ecc.) e si tende a ridurre anche<br />

considerevolmente la presenza delle piante acquatiche.<br />

Il sistema di pompaggio deve assicurare il ricircolo dell’acqua<br />

più volte al giorno. Si ha, quindi un aumento<br />

dei costi gestionali e manutentivi (pulizia o sostituzione<br />

dei filtri).<br />

Una biopiscina ottenuta<br />

dalla trasformazione di una piscina tradizionale.<br />

Quest’ultima rappresenta l’area balneabile<br />

mentre tutt’intorno è stata opportunamente<br />

creata la zona di rigenerazione;<br />

in questo modo si è ottenuto<br />

un biolago naturaliforme che<br />

meglio si integra col paesaggio circostante.<br />

Da notare il corrimano, perfettamente integrato<br />

nell’ambiente della biopiscina,<br />

che facilita l’ingresso<br />

e l’uscita dalla zona balneabile<br />

La vegetazione nella zona di rigenerazione.<br />

A un’osservazione superficiale non si vede<br />

la differenza tra zona balneabile<br />

e zona di rigenerazione<br />

Le foto che illustrano l’articolo si riferiscono a realizzazioni della ditta Luther di Merano


Le generose fioriture<br />

di CAMPO IMPERATORE<br />

Il celebre alpinista Folco Maraini, poliedrico scrittore<br />

e fotografo, autore di pagine straordinarie<br />

sulla montagna himalayana, ha definito l’altopiano<br />

di Campo Imperatore «un piccolo scorcio di Tibet».<br />

Questo luogo dai panorami meravigliosi ricordava<br />

all’esperto orientalista la sconfinata pianura di Phari<br />

Dzong, a quattromiladuecento metri di quota, sulla via<br />

tra l’India e Lhasa, uno dei paesaggi più belli di quel -<br />

l’Asia che tanto lui aveva amato. Campo Imperatore è<br />

uno dei luoghi più suggestivi dell’Ap pennino, capace<br />

di offrire scenari ed emozioni differenti a ogni stagione:<br />

bianco e immobile in inverno, con la neve che lo copre<br />

per intero e brulicante di vita in estate, con i prati verdi,<br />

gli animali al pascolo e i fiori che riempiono la valle di<br />

un’infinità di colori.<br />

itinerari verdi<br />

104<br />

Non appena la neve si scioglie<br />

spuntano a migliaia i crochi<br />

insieme con Scilla bifolia e Gagea fistulosa<br />

DI FABIANO SODI<br />

Campo Imperatore è un’immensa depressione carsica,<br />

la più grande d’Europa. È un’ampia vallata pianeggiante<br />

lunga circa ventisei chilometri e larga ap -<br />

prossimativamente sette, costituita da declivi e pianori<br />

che si alternano a formare un paesaggio unico,<br />

modellato nel corso di migliaia d’anni da un grande<br />

lago glaciale. L’altopiano, posto a una quota media di<br />

milleottocento metri, si trova nel cuore del Gran<br />

Sasso d’Italia ed è circondato da cime molto importanti,<br />

tra le quali spicca il Corno Grande, che con i<br />

suoi duemilanovecentododici metri di quota rappresenta<br />

la vetta più alta della penisola italiana. L’unica<br />

dell’Europa meridionale che conserva ancora un vero<br />

e proprio ghiacciaio.


Scilla bifolia<br />

105 itinerari verdi


Una grande roccia affiorante ricoperta di<br />

Sempervivum arachnoideum, mentre intorno<br />

i prati sono gialli per la fioritura delle viole<br />

In passato, probabilmente fin dal Medioevo se non<br />

addirittura in epoca anteriore, la valle era un’importante<br />

area di pascolo e una via di transito per la transumanza<br />

del bestiame, soprattutto greggi di pecore, che i<br />

pastori percorrevano per condurre gli animali alle distese<br />

erbose del Tavoliere delle Puglie. Cronache del XVI<br />

secolo raccontano che, da metà maggio fino alla fine di<br />

luglio, potevano sostare nell’area anche sessanta o settanta<br />

mila pecore al pascolo, oltre a cavalli e bovini. Una<br />

vera e propria “via della lana” la cui importanza economica<br />

è sottolineata anche dalle numerose fortificazioni che sono poste a protezione<br />

del territorio, come Rocca Calascio, e dall’interesse che la famiglia Medici, i<br />

potenti signori fiorentini, mostrò per questo territorio con l’acquisto di terre e<br />

feudi. A Santo Stefano di Sessanio, uno dei borghi più belli della zona,<br />

lo stemma mediceo accoglie ancora i turisti all’ingresso del paese.<br />

Anemone narcissiflora Gentiana lutea<br />

itinerari verdi<br />

106<br />

Sempervivum<br />

arachnoideum fiorisce<br />

in piena estate<br />

Saxifraga porophylla:<br />

rara sassifraga endemica<br />

dell’Appennino Centrale


Oggi Campo Imperatore è un’importante stazione<br />

sciistica, una delle più rinomate dell’Appennino: possiede<br />

quindici chilometri di piste per lo sci alpino e<br />

sessanta chilometri per lo sci di fondo. Mentre nel<br />

periodo estivo offre un’infinità di percorsi escursionistici<br />

da fare a piedi, in mountain bike oppure a cavallo.<br />

In particolare ospita la più lunga ippovia del no -<br />

stro paese, uno dei più grandi osservatori astronomici<br />

d’Italia e, per chi ama le piante, un piccolo giardino<br />

botanico dedicato alle specie autoctone dell’Ap pen -<br />

nino Centrale.<br />

Arnica montana preferisce<br />

i terreni sassosi dei versanti<br />

al margine della valle<br />

Orchis pallens: una delle<br />

numerose orchidee spontanee<br />

del Gran Sasso<br />

In maggio<br />

Viola eugeniae subsp.<br />

eugeniae ricopre<br />

con i suoi fiori<br />

chilometri<br />

e chilometri<br />

di prateria<br />

Viola eugeniae<br />

subsp. eugeniae<br />

è una pianta<br />

dal portamento esile<br />

ma allo stesso tempo<br />

anche molto tenace<br />

e invadente<br />

Ranunculus millefoliatus<br />

s’insedia sul fondo delle doline,<br />

dove il terreno è più umido<br />

107 itinerari verdi


L’aspetto più rilevante della flora del Gran Sasso è rappresentato dalla vegetazione<br />

rupicola che popola i ghiaioni, le cenge e le fessure rocciose alle quote<br />

più elevate. Ne sono un esempio gli eleganti papaveri alpini (Papaver degenii<br />

e Papaver julicum) che vivono nella sella tra i due Corni, lungo il crinale<br />

del Monte Portella e sulle pendici del Corno Grande, oppure la rara stella<br />

alpina dell’Appennino (Leontopodium nivale) o anche il genepì (Artemisia<br />

umbelliformis subsp. eriantha). Questa varietà di artemisia è reperibile esclusivamente<br />

sulla Maiella, sui Monti Sibillini e appunto sul Gran Sasso, dove si<br />

insedia sui pendii esposti a nord, soprattutto in prossimità delle creste rocciose<br />

oltre i duemilacinquecento metri di quota. Il<br />

genepì è un’erba dalle proprietà aromatiche utilizzata<br />

nella preparazione artigianale di liquori e proprio a<br />

causa della raccolta che viene fatta, in alcuni casi eccessiva,<br />

corre il rischio di scomparire. Le piante che popolano<br />

l’ambiente montano più estremo sono costituite in<br />

massima parte dai così detti relitti glaciali, vale a dire da<br />

specie botaniche la cui origine è da mettere in relazione<br />

con le regioni fredde del nord Europa. Queste essenze<br />

vegetali migrarono verso sud in conseguenza delle glaciazioni<br />

e oggi, che i ghiacci si sono ritirati a latitudini<br />

più settentrionali, vivono accantonate in stazioni di<br />

rifugio isolate sulle cime dei monti più alti, dove trovano<br />

le condizioni necessarie alla loro sopravvivenza.<br />

itinerari verdi<br />

108<br />

Gentiana<br />

kochiana<br />

Crocus albiflorus<br />

insieme con<br />

Scilla bifolia


Tutto il comprensorio del Gran Sasso è un<br />

paradiso di fiori rari, un luna park per botanici<br />

in cerca di emozioni. Questo prezioso<br />

gioiello dell’Appennino ospita endemismi,<br />

relitti e specie uniche, ma tutto questo non<br />

sarebbe niente senza le spettacolari fioriture<br />

che in primavera ed estate accendono di colori,<br />

sempre differenti, le infinite praterie di<br />

Campo Imperatore. Lo scenario è uno dei più<br />

suggestivi. Non appena la neve si scioglie<br />

spuntano impazienti i primi crochi (Crocus<br />

albiflorus): il bulbo ha trascorso l’inverno a<br />

riposo nel terreno e adesso non chiede altro<br />

che di germogliare. All’inizio emerge qualche<br />

corolla qua e la, alcuni fiori fanno capolino<br />

tra la neve che a chiazze ingombra ancora il<br />

suolo, poi diventano sempre di più, germogliano<br />

in gruppi, in -<br />

vadono il terreno li -<br />

bero e alla fine e -<br />

splodono come una<br />

valanga a decine e<br />

decine di migliaia<br />

fino a ricoprire interamente<br />

il suolo.<br />

Qualcuno è bianco,<br />

altri sono rosati o<br />

più spesso violetti e<br />

li accompagna un<br />

numero altrettanto<br />

grande di Scilla bi -<br />

folia, insieme a qual -<br />

che sparsa gagea<br />

(Gagea fistulosa) di<br />

colore giallo.<br />

Tra le specie endemiche una delle più caratteristiche<br />

è Cynoglossum magellense<br />

I delicati<br />

fiori<br />

di Androsace<br />

villosa<br />

109 itinerari verdi


La stagione avanza e con il crescere della temperatura tutto<br />

diventa verde, in maggio i prati raggiungono il massimo del<br />

loro vigore e la maggior parte delle piante comincia a fiorire.<br />

Ecco che sbocciano il timo, i trifogli, i ranuncoli, gli anemoni, le<br />

pulsatille, le genziane e non mancano specie inusuali come la<br />

Valeriana tuberosa o le orchidee spontanee. In un solo metro<br />

quadrato di prateria si può arrivare a contare decine e decine di<br />

specie differenti; mentre gli affioramenti rocciosi accolgono<br />

androsace, borracine, semprevivi e rare sassifraghe. Tra le nu -<br />

merose specie endemiche che fanno parte di questo ecosistema<br />

si può ricordare Cynoglossum magellense, Saxifraga porophylla<br />

e l’impareggiabile Viola eugeniae subsp. eugeniae, una violetta<br />

esclusiva dell’Appennino centrale che può avere fiori indifferentemente<br />

di colore giallo o<br />

violetto con la gola gialla.<br />

Quest’erba dal portamento<br />

minuto ma dalle doti insospettabili<br />

è in grado, con la sua esuberante<br />

fioritura, di ricoprire<br />

prati interi per chilometri e chilometri<br />

dando vita a un altro<br />

degli spettacoli più belli offerti<br />

da questo altopiano.<br />

itinerari verdi<br />

Le rocce ospitano arbusti<br />

contorti e striscianti come<br />

Rhamnus pumilus<br />

110<br />

Dactylorhiza sambucina,<br />

precoce orchidea che popola<br />

i prati di Campo Imperatore,<br />

può avere indifferentemente<br />

fiori gialli o porpora


Pulsatilla alpina<br />

con i suoi fiori candidi<br />

è una delle prime<br />

specie a fiorire<br />

111 itinerari verdi


TESTO E FOTO DI ALESSANDRO MESINI<br />

DISEGNO DI GABRIELLA GALLERANI<br />

Il piacere<br />

di essere<br />

gialli<br />

piante spontanee<br />

Gli Alyssum sono piante da fiore perenni, originarie dell’area<br />

mediterranea, diffusesi in tutto il continente europeo, fino<br />

ai monti Carpazi. Adattati ai climi aridi e montani,<br />

mostrano comunque una grande versatilità. Molto simili al genere<br />

Alyssum sono le piante appartenenti al genere Alyssoides, e spesso<br />

tutte, senza distinzione tra i due generi botanici, vengono chiamate<br />

volgarmente “alissi”: elemento di riconoscimento caratterizzante per<br />

entrambi è la vistosa fioritura gialla.<br />

Alyssoides utriculata, chiamato anche vescicaria maggiore o alisso<br />

utriculato, per la forma dei frutti simili a borracce di pelle, si distingue<br />

dalle altre specie perché in natura radica in suoli superficiali e rocciosi,<br />

sulle rupi, in posizioni ben esposte e sempre molto panoramiche; anche<br />

su detriti non compattati, in ambienti termofili e xerofili dove assume il<br />

ruolo di pianta colonizzatrice, da 200 metri di quota fino a 1800.<br />

È pianta suffruticosa con fusti legnosi o semilegnosi che<br />

portano rami eretti o leggermente arcuati, così<br />

da formare cespugli semisferci arrotondati.<br />

Le dimensioni sono condizionate dalle<br />

caratteristiche del substrato: può raggiungere i<br />

50 cm di altezza, ma nella maggior parte dei<br />

casi si arresta a poco più di 20 cm.<br />

Le foglie della rosetta basale, lunghe da 2 a 4 cm<br />

e larghe poco più di mezzo centimetro, sono<br />

a forma di spatola allungata, e caratterizzate<br />

da una nervatura centrale marcata.<br />

Al centro delle rosette fogliari si<br />

sviluppa lo scapo fiorale, che porta foglie<br />

alterne simili a quella della base.<br />

I fiori, tipici della famiglia delle<br />

Crucifere, sono abbastanza grandi, di<br />

colore giallo oro deciso. I petali, di forma<br />

arrotondata, sono lunghi circa 2 cm,<br />

i sepali la metà. Il fiore è ermafrodito.<br />

Il frutto è una piccola siliqua di forma sferica<br />

leggermente compressa<br />

che vira progressivamente di<br />

colore dal verde chiaro al<br />

bruno. Al suo interno a maturità<br />

si trovano semi scuri e lucidi simili a<br />

piccolissime lenticchie.<br />

I frutti sono presenti<br />

sulla pianta mentre<br />

la fioritura è ancora<br />

in corso, e virano<br />

dal verde tenero al bruno<br />

112<br />

Alisso


Dove in giardino<br />

Pianta ideale per giardini rocciosi, è coltivabile in tutta<br />

Italia perché resistente al freddo. Dove gli inverni sono rigidi<br />

e con temperature sotto lo zero per lunghi periodi mantiene<br />

il suo carattere perenne, disseccando in parte o tutta<br />

la parte aerea, per tornare a vegetare in primavera.<br />

La posizione scelta deve essere sempre ben esposta, anche<br />

calda e in pieno sole, purché si effettuino bagnature di soccorso<br />

durante il periodo estivo. In ogni caso, per una fioritura<br />

copiosa è necessario garantire almeno tre-quattro ore<br />

di sole pieno.<br />

I boccioli<br />

prima di<br />

aprirsi<br />

si tingono<br />

di un<br />

colore<br />

rosso<br />

vinato<br />

I fiori sono<br />

riuniti in<br />

strutture<br />

semiglobose<br />

e<br />

si aprono<br />

in modo<br />

scalare<br />

dalla<br />

periferia<br />

verso<br />

il centro<br />

Esigenze colturali<br />

Gli Alyssoides vogliono poche cure, perché resistenti e rustici;<br />

solo se posti in condizioni lontane da quelle naturali sono<br />

soggetti ad attacchi di parassiti e problematiche sanitarie.<br />

PREVENZIONE L’eccesso di umidità e una scarsa circolazione<br />

dell’aria, favorita anche dalla presenza di impianti di<br />

irrigazione a pioggia, può predisporre all’attacco da parte<br />

di miceti e insetti di specie diverse. Per controllare entrambi,<br />

in via preventiva, si consiglia di effettuare a primavera,<br />

sempre prima della fioritura, quando i boccioli non sono<br />

ancora molto sviluppati, due trattamenti in successione: il<br />

primo applicando un insetticida ad ampio spettro, il secondo<br />

un fungicida. Questi trattamenti non sono necessari nei<br />

giardini rocciosi caratterizzati da apporti idrici moderati,<br />

suoli ben drenati e privi di ristagno.<br />

È adatta a formare macchie di colore: il consiglio è di porle<br />

a dimora in gruppi così che i cespuglietti possano concrescere<br />

formando una massa piacevolmente mossa e arrotondata.<br />

Il terreno deve essere fresco e soprattutto ben drenato, perché<br />

la pianta soffre i suoli pesanti, argillosi e con ristagno.<br />

Torba e sabbia dovrebbero rappresentare in parti uguali la<br />

metà del substrato impiegato, il comune terriccio da fiori la<br />

restante parte.<br />

Le foglie<br />

della<br />

rosetta<br />

basale<br />

sono<br />

allungate<br />

e con<br />

nervatura<br />

centrale<br />

evidente<br />

Gli<br />

Alyssoides<br />

prediligono<br />

terreni<br />

superficiali<br />

su<br />

substrati<br />

rocciosi,<br />

sempre<br />

ben<br />

esposti<br />

al sole<br />

CONCIMAZIONI Le piante si nutrono ogni 3-4 settimane<br />

diluendo nell’acqua di bagnatura un fertilizzante per piante<br />

da fiore; in alternativa distribuendo nel sottochioma un<br />

prodotto in granuli a lenta cessione ogni 90-120 giorni.<br />

IRRIGAZIONI Le bagnature in condizioni normali e nella<br />

buona stagione devono essere distanziate di almeno una<br />

set timana; in primavera e in suoli profondi e freschi l’intervallo<br />

può essere anche doppio. Vale l’indicazione pratica di<br />

saggiare il terreno con le mani e solo quando si presenta<br />

asciutto da un paio di giorni si può bagnare. Si bagna il terreno<br />

a fondo senza infradiciarlo. Durante il lungo riposo<br />

vegetativo la pianta non deve essere irrigata, ma ci si deve<br />

limitare a mantenere il terreno fresco a fronte di un periodo<br />

di prolungata siccità.<br />

113 piante spontanee


1<br />

Quante erbe in un prato! Da lontano sembrano<br />

tutte uguali ma se ci si avvicina si co -<br />

mincia a distinguerle: i sonaglini della bri -<br />

za, il loglio, la coda di topo, l’avena, il trifoglio, la festuca…<br />

E tra le erbe vivono tanti fiori: ombrelle di fiori bianchi della<br />

carota selvatica, o gialle del finocchio, e poi salvie dalle spighe<br />

blu, veroniche azzurre, pratoline, ranuncoli, camomille<br />

e il tarassaco che, dopo aver coperto d’oro il prato, lo ricopre<br />

di soffici soffioni. Ogni fiore, ogni zolla del prato, ogni filo<br />

d’erba sono popolati di visitatori che volano, strisciano, saltellano,<br />

corrono: afidi, formiche, coccinelle, uccelli, api, bombi,<br />

farfalle, ragni, rospi, cavallette, grilli… Tutti insieme, vegetali,<br />

animali e suolo formano un ecosistema complesso in<br />

cui ciascuno ha un ruolo preciso.<br />

Campi e prati<br />

A volte si fa confusione tra campi e prati, ma non è difficile<br />

distinguere gli uni dagli altri. Il prato, infatti, d’autunno<br />

appassisce, si copre di erbe secche e brune e sembra morto,<br />

ma ecco che, a primavera, dai semi e dalle radici nascoste<br />

spuntano nuove piantine, nuovi fili d’erba e in breve tutto si<br />

copre di verde e di fiori. Nessun prato è uguale a un altro: ci<br />

sono prati di pianura e prati di montagna, prati soleggiati e<br />

prati ombrosi, prati umidi o asciutti e ciascuno ospita erbe,<br />

fiori e animali che sono adatti al luogo. I campi, invece,<br />

ospitano piante omogenee o monocolture e ogni anno<br />

devono essere nuovamente seminati perché la loro<br />

vita dipende interamente dall’azione dell’uomo. 2<br />

bambini e ambiente<br />

114<br />

AMBIENTI<br />

DI ELIANA CONTRI E ERMES LASAGNI<br />

IL PRATO


3 4<br />

L’uomo e i prati<br />

In realtà anche i prati sono opera dell’uomo: infatti, se fossero<br />

completamente abbandonati, ben presto sarebbero in -<br />

vasi da arbusti e alberi e si trasformerebbero in boscaglie<br />

incolte e foreste selvagge così come erano un tempo, prima<br />

che l’uomo, con fatica, li ripulisse per farvi pascolare i suoi<br />

animali. Persino i prati naturali, i prati alpini che troviamo<br />

oltre il limite degli alberi, sono influenzati dalle azioni u -<br />

mane come la pastorizia: gli animali, infatti, brucando e calpestando<br />

le erbe con i loro zoccoli favoriscono la crescita<br />

delle specie più resistenti rispetto ad altre. Un prato comunque<br />

continua a vivere soltanto se viene pascolato o falciato<br />

almeno una volta l’anno.<br />

Radici preziose<br />

Perché, se camminiamo in un prato, ci sembra di camminare<br />

su un folto tappeto? Perché il terreno è ricco di humus e<br />

quindi spugnoso e leggero. Basta tagliare una piccola zolla<br />

per capirlo: in uno strato profondo circa 5 cm troviamo un<br />

intrico di radici più numerose delle erbe che crescono in<br />

superficie. Sono le radici che garantiscono la sopravvivenza<br />

di erbe e fiori dopo lo sfalcio o il pascolo e costituiscono<br />

anche il nutrimento per animali, batteri e funghi che nell’ecosistema<br />

del prato hanno il ruolo di decompositori. Parti -<br />

colarmente preziose sono le radici di piante leguminose<br />

come il trifoglio, perché hanno la capacità di arricchire di<br />

azoto il terreno che, quindi, non ha la necessità di essere<br />

concimato con fertlizzanti azotati.<br />

La vita nascosta<br />

Sono numerosi gli animali che vivono fra le erbe e che possiamo<br />

facilmente osservare e numerosissimi quelli che vi vono<br />

nascosti nel terreno, fra le radici o ben mimetizzati e sfuggono<br />

invece al nostro sguardo. La sputacchina, per esempio, è<br />

una larva di insetto che si nasconde dentro una schiuma che<br />

emette e posa sugli steli di erbe e fiori. Un altro animale segreto<br />

è la talpa, che vive sotto terra e scava lunghe gallerie: in<br />

superficie vediamo solo piccoli cu muli di terra, frutto dei suoi<br />

scavi. Nascosti ma molto utili sono i lombrichi: rimescolano<br />

detriti vegetali e terra rendendo soffice e ricco il terreno. Pen -<br />

sate che in un anno i lombrichi riescono a smuovere circa 5<br />

tonnellate di terra per ettaro: un lavoro straordinario!<br />

5 6<br />

Nel prossimo numero: LO STAGNO<br />

Catene alimentari del prato<br />

Come sempre, alla base dell’ecosistema ci sono i produttori,<br />

che sono le piante verdi, in questo caso le erbe, che per<br />

mezzo della clorofilla, della luce solare, dell’acqua trasportata<br />

dalle radici e dell’anidride carbonica assorbita dall’aria<br />

producono zuccheri, grassi e proteine che servono a fabbricare<br />

le piante stesse. E poi ci sono i consumatori di 1°<br />

ordine, che sono animali erbivori, per esempio quelli che<br />

pascolano o anche molte specie di insetti; e i consumatori di<br />

2° ordine, che si nutrono di erbivori e diventeranno a loro<br />

volta preda di carnivori; e così via sino ai decompositori,<br />

l’ultimo anello della catena che riporta tutto alla terra e<br />

quindi di nuovo alle piante.<br />

115 bambini e ambiente


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concimazione, all’irrigazione, alla potatura, all’innesto e ai trattamenti<br />

antiparassitari)<br />

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Un tempo poco comune, la ghiandaia (Garrulus glandarius)<br />

è uno degli uccelli che meglio hanno saputo adattarsi<br />

TESTO DI<br />

ai cambiamenti apportati dall’uomo all’ambiente, sfruttando<br />

ALESSANDRO MESINI<br />

DISEGNO DI<br />

spesso spazi nuovi quali parchi e giardini e la vicinanza agli insediamenti<br />

GABRIELLA GALLERANI<br />

come occasione per procacciarsi cibo e rifugio. Uccello tipico dei boschi,<br />

e in particolar modo dei querceti, dal piano al monte, si trova spesso a<br />

saltellare sul prato dei giardini<br />

GHIANDAIA<br />

dove trova vermi, semi, bacche<br />

e protezione da gazze e<br />

cornacchie che ne<br />

depredano<br />

i nidiacei.<br />

amici animali<br />

118


Oggi piuttosto comune, è uno degli uccelli<br />

più facilmente riconoscibili per le dimensioni<br />

tutt’altro che trascurabili (34 cm di altezza<br />

e 54 cm di apertura alare), per la livrea<br />

colorata e per la modalità di volo che prevede<br />

partenze da terra con rapidi tratti ascendenti<br />

verso la vegetazione dove trova rifugio.<br />

Uccello abbastanza timido, una volta<br />

individuata la presenza dell’uomo tende<br />

a nascondersi e frequenta le mangiatoie<br />

in vernali solo quando deserte.<br />

Il piumaggio, uguale in tutto e per tutto nei<br />

due sessi, a terra è poco vistoso quando predomina<br />

il colore di fondo nocciola sfumato in<br />

toni più accesi; una volta in volo, ad ali spiegate,<br />

si manifesta in tutto il suo splendore<br />

evidenziando le barrature nere e azzurre<br />

delle copritrici, le remiganti bianche e nere, la<br />

coda nera che contrastano nette con il colore<br />

del corpo. Il becco e i grandi occhi tondi sono<br />

scuri, nera la picchiettatura della fronte, bianca<br />

la gola, ornata lateralmente di nero.<br />

Diffusa in tutta Europa a eccezione dell’area baltica<br />

e dell’Islanda, ha carattere stanziale e assume soltanto<br />

dopo l’involo dei piccoli un habitus erratico.<br />

Le migrazioni invernali, e il conseguente<br />

incremento nelle nostre regioni di questi<br />

uccelli, riguardano le sole popolazioni<br />

del Nord Europa.<br />

La dieta della ghiandaia è molto varia e questo le<br />

permette di potersi adattare ad ambienti diversi.<br />

Si nutre di vegetali: in autunno, per esempio, predilige<br />

le ghiande, ma non disdegna all’occasione anche<br />

prede animali, le uova di altri uccelli in primis.<br />

Il nido è di norma collocato su di un pino o altra<br />

conifera ben esposta alla luce. A un’altezza di cir -<br />

ca quattro metri da terra la ghiandaia forma un<br />

nido abbastanza grande e di forma esternamente<br />

non troppo curata, costruito ammucchiando ra -<br />

metti, muschio, erba secca e materiali diversi. Nei<br />

giardini può nidificare anche nelle siepi in mancanza<br />

di conifere oppure se queste sono già state<br />

occupate dalle più combattive gazze.<br />

Ogni coppia produce una sola nidiata nell’anno perché i<br />

piccoli una volta involatisi dal nido restano insieme ai<br />

genitori. La femmina depone al massimo sette uova, più<br />

normalmente cinque, lunghe poco più di 3 cm, con il<br />

guscio a colorazione finemente puntinata. La cova, a<br />

opera di entrambi i genitori, dura due settimane e mez -<br />

zo, e tre settimane dopo la schiusa i piccoli abbandonano<br />

il nido.<br />

119 amici animali


Primavera in<br />

VAL SERIANA<br />

itinerari verdi<br />

DI ELIANA CONTRI E ERMES LASAGNI<br />

Tra fioriture spontanee<br />

e specie rare<br />

I fiori rosa-malva<br />

striati di viola di<br />

Orchis mascula sono<br />

raccolti in lunghe<br />

spighe erette che<br />

si alzano al di sopra<br />

delle erbe, perciò sono<br />

facili da individuare<br />

sui pendii dei pascoli.<br />

Questa è un’orchidea<br />

abbastanza diffusa<br />

nel nostro paese<br />

ma è sempre molto<br />

piacevole poterla<br />

ammirare<br />

120<br />

Il sentiero taglia<br />

con una linea netta<br />

la costa soleggiata;<br />

dall’alto si notano<br />

le case rustiche,<br />

il verde nuovo dei<br />

frassini e degli aceri<br />

e il prato che da anni<br />

non è più tagliato<br />

e comincia a essere<br />

invaso da arbusti.<br />

Fra qualche anno, se<br />

non ci sarà pascolo o<br />

il taglio dell’erba, qui<br />

ci sarà una boscaglia<br />

LOMBARDIA<br />

VAL SERIANA<br />

Bergamo<br />

Milano<br />

Sulla Filaressa la roccia<br />

calcarea esce in<br />

superficie, mostrando<br />

fenditure ricche<br />

di vegetazione. Qui<br />

gli arbusti di pero<br />

corvino riescono<br />

a trovare tasche di terreno<br />

per vivere e fiorire<br />

generosamente accanto<br />

a sassifraghe,<br />

semprevivi e sedum<br />

Èbella la Val Seriana,<br />

e ricca di paesaggi<br />

diversi, caratterizzati<br />

da ampie zone pianeggianti<br />

a terrazzi, delimi tate<br />

da gradini e scarpate ripide.<br />

Basta camminare un<br />

po’ e dopo conche luminose e pendii verdissimi si<br />

incontrano faggete dense e abetaie cupe e poi, all’improvviso,<br />

ecco faglie e falesie che mettono a nudo<br />

pareti calcaree di antica origine marina, che sono tipiche<br />

dei paesaggi dolomitici e, più su ancora, rocce<br />

scure di origine vulcanica.<br />

Profondamente incisa dal fiume Serio che ha scavato<br />

nei secoli profonde gole, marmitte dei giganti, orridi e<br />

spettacolari cascate, la valle si suddivide in numerose<br />

vallette laterali pensili, tutte di grande valore naturalistico.<br />

In questa zona, occupata dai versanti meridionali<br />

delle Alpi e delle Prealpi Orobiche, sopravvissero<br />

infatti, durante il periodo della glaciazione, specie<br />

di fiori oggi considerati preziosi perché estinti altrove<br />

e quindi rari.<br />

Sono fiori come il Ranuculus thora, la dafne odorosa,<br />

la bellissima silene di Elisabetta (Silene elisabethae) e<br />

poi campanule, genziane, viole, aquilegie, primule,<br />

orchidee… innumerevoli specie che da primavera<br />

all’autunno qui si possono ammirare.


Nel prato, dove spiccano i fiori gialli<br />

e i “soffioni” del tarassaco, è quasi<br />

giunto il tempo della prima fienagione.<br />

Intorno spiccano i pendii coperti<br />

I grandi fiori a imbuto della<br />

Gentiana clusii, che viene spesso<br />

confusa con la kochiana; in realtà<br />

le due specie non solo hanno<br />

particolari diversi nella forma<br />

di fiori e foglie, ma crescono<br />

in ambienti diversi: la prima solo<br />

in terreni calcarei, la seconda<br />

in terreni silicei<br />

da densi boschi, in basso si stende<br />

la pianura fittamente abitata,<br />

ma qui domina il silenzio: non sono<br />

ancora salite le mandrie ai pascoli estivi<br />

L’incontro con la dafne odorosa,<br />

Daphne cneorum, non può certo passare<br />

inosservato, perché a notevole distanza<br />

già si fa preannunciare dal suo intenso,<br />

inconfondibile profumo. Si tratta<br />

di un cespuglio prostrato che cresce<br />

su substrato calcareo e da aprile a luglio<br />

forma cuscini di fiorellini rosa. È una<br />

specie piuttosto rara nel nostro paese<br />

Miniere<br />

pascoli<br />

fiori<br />

Sino agli anni Ottanta su<br />

questi monti erano ancora<br />

attive numerose mi -<br />

niere per l’estrazione di<br />

ferro, zinco e piombo e<br />

altri minerali che servivano<br />

ad alimentare le<br />

industrie della pianura<br />

sottostante. Oggi, esauriti<br />

i minerali e chiuse le<br />

miniere, delle quali qua e<br />

là si vedono ancora gli<br />

imbocchi, la montagna<br />

non ha smesso di vivere:<br />

lo dicono i sentieri ben<br />

attrezzati, i rifugi accoglienti,<br />

i paesi ricchi di<br />

tradizioni e di folclore, i<br />

prati sfalciati e i pascoli<br />

alti che ogni anno da giugno<br />

a settembre vedono<br />

il ritorno di mandrie e di<br />

greggi. Oggi, in questi<br />

luoghi restano comunque<br />

le ricchezze del paesaggio<br />

e di una natura in<br />

gran parte intatta che<br />

richiama numerosi visitatori.<br />

Gli itinerari da percorrere<br />

sono davvero tanti,<br />

ognuno ha un periodo<br />

“perfetto” per ammirare<br />

una specie piuttosto che<br />

un’altra: per esempio il<br />

Sentiero dei fiori, che<br />

scorre ai piedi del monte<br />

Arera, a duemila metri di<br />

al tezza, tra le rocce e i<br />

ghiaioni, deve essere vi -<br />

sitato intorno a giugno se<br />

si vuole godere la sua<br />

spettacolare fioritura. A<br />

primavera, tra aprile e<br />

maggio, conviene fare<br />

percorsi a quote inferiori,<br />

dove la fioritura arriva<br />

prima.<br />

121 itinerari verdi


Nell’ombra discreta del bosco è facile incontrare<br />

il “sigillo di Salomone”, Polygonatum odoratum.<br />

I suoi fiori, solitari o appaiati, pendono dal fusto<br />

angoloso come piccoli campanelli bianchi,<br />

appena sfumati di verde. La specie simile,<br />

P. multiflorum, si distingue per i fiori riuniti<br />

a 3 o a 5 e il fusto cilindrico<br />

Ophrys apifera è una piccola orchidea<br />

piuttosto rara e molto graziosa; caratteristico<br />

è il labello, che assomiglia al dorso di un bombo,<br />

uno stratagemma che serve alla pianta<br />

per attirare un vero bombo e farsi così impollinare.<br />

Cresce nei prati magri, su terreno calcareo,<br />

sino a 1500 m di altitudine<br />

itinerari verdi<br />

122<br />

Nei prati aridi, fra le fessure delle rocce,<br />

dove poche piante riuscirebbero<br />

a sopravvivere, il citiso, Cytisus emeriflorus,<br />

è in grado di produrre un’abbondanza<br />

di fiori gialli. Questa specie è un endemismo<br />

prealpino-insubrico, diffuso<br />

in questa zona<br />

Fra le mille erbe che spuntano è facile trovare<br />

il crescione dei prati, Barbarea vulgaris,<br />

dai fiori gialli. Le sue foglie lucenti, ricchissime<br />

di vitamina C e dal gusto amaro, si consumano<br />

in insalata; un tempo curavano le ferite causate<br />

dalle esplosioni nelle miniere, da qui il nome che<br />

deriva da santa Barbara, protettrice dei minatori


La Filaressa<br />

Tra gli itinerari primaverili interessanti e poco faticosi da percorrere c’è<br />

per esempio quello che da una quota di circa 800 m porta a 1135, sul<br />

cucuzzolo della Filaressa, nome che ha il significato di “montagna ricca”.<br />

Per raggiungere la zona, da Bergamo si deve imboccare la strada che<br />

conduce in Val Seriana deviando in direzione di Alzano Lombardo. Poi<br />

si gira a sinistra per Nese e si sale, curva dopo curva, sino a Monte di<br />

Nese. Qui si parcheggia l’auto dietro la chiesa e ci si incammina sul sentiero<br />

che a destra conduce alla Forcella e quindi alla cima della Filaressa.<br />

Si va tra prati soleggiati coperti di tappeti di erbe e di fiori e subito tra il<br />

verde si vedono cuscini di genzianelle (Gentiana verna) di un blu così<br />

brillante da sembrare fosforescenti e piccole Ophrys insectifera dai fiori<br />

bruno-porporini. Più avanti si alzano numerose spighe di fiori rosa di<br />

Orchis mascula, orchidee che quasi si confondono con le vicine Poly -<br />

gala comosa dal colore simile. In cima alla Forcella, proprio al limite di<br />

un bosco di faggi ci sorprendono alcune spighe di Cephalanthera rubra,<br />

orchidee dai meravigliosi fiori di un rosa violaceo. Lasciati i prati, pro-<br />

prio a ridosso di un sentiero sassoso e preannunciati da un intenso profumo,<br />

ecco alcuni cespugli di fiori rosa di dafne odorosa (Daphne cneorum)<br />

e appena più su, con le radici che s’aggrappano tra le rocce di calcare,<br />

ci sono numerosi peri corvini (Amelanchier ovalis) con la loro candida<br />

fioritura. Tra le pareti rocciose, in piccole conche e fenditure, ci sono<br />

sassifraghe, semprevivi, sedum e saponarie in fiore… Tra i tanti altri<br />

fiori incontrati cito solo il raro Ranunculus thora con la tipica, grande<br />

foglia rotonda che pare messa a proteggere il mazzetto di fiori gialli, l’ultimo<br />

dono di una giornata perfetta. Poi si ritorna a valle.<br />

Sulle pendici più aride di questa valle è facile trovare il pero corvino,<br />

Amelanchier ovalis, piccolo arbusto che ama i terreni calcarei e assolati e<br />

non teme la siccità. È particolarmente ornamentale a primavera, quando<br />

i suoi rami ancora privi di foglie si coprono di grappoli di candidi fiori<br />

che, come le foglie giovani, sono protetti all’esterno da una soffice<br />

lanugine che li difende da gelate primaverili che non sono rare quassù<br />

Amelanchier ovalis:<br />

al termine della<br />

fioritura sul pero<br />

corvino si formano<br />

numerosi frutti,<br />

dapprima rossastri<br />

e poi, a fine estate,<br />

di un blu nerastro;<br />

probabilmente è proprio<br />

da questo colore scuro<br />

che è derivato<br />

l’aggettivo “corvino”<br />

dato alla pianta.<br />

Si tratta di frutti piccoli<br />

e dolciastri, molto<br />

appetiti dagli uccelli<br />

123 itinerari verdi


Al limitare di un bosco e protetta dall’ombra<br />

di un cespuglio ecco una bella orchidea,<br />

la Cephalanthera rubra, comunemente chiamata<br />

“elleborina rosea”. Si tratta di una specie<br />

che cresce prevalentemente su terreni calcarei;<br />

i suoi bellissimi fiori di un rosa vivace sono<br />

caratterizzati da un labbro bianco<br />

Ecco un fiore che potrebbe sembrare comune,<br />

ma non lo è: si tratta di Ranunculus thora,<br />

una specie piuttosto rara in Italia.<br />

Cresce dai 1000 ai 2000 m di altitudine.<br />

Ha fiori gialli solitari ed è caratterizzato<br />

da una foglia particolarmente grande,<br />

quasi rotonda<br />

itinerari verdi<br />

124<br />

Le corolle della genzianella, Gentiana verna,<br />

sono di un blu così intenso e luminoso<br />

da renderle immediatamente visibili tra il verde<br />

dell’erba dei pascoli. Si trovano<br />

nelle piccole conche, dove il terreno<br />

resta sempre un po’ umido: sono piccole<br />

ma bellissime<br />

Le belle infiorescenze della poligala,<br />

Polygala vulgaris, spesso colonizzano<br />

i prati aridi e i pascoli. I suoi fiori, che sono<br />

in numero da 10 a 40 per ogni infiorescenza,<br />

possono assumere colori diversi:<br />

bianco, rosa, malva o azzurro


Tra i pascoli e i prati fioriti si vedono le costruzioni rustiche che serviranno per gli alpeggi:<br />

presto le mandrie saliranno dalla pianura e la montagna tornerà a riempirsi<br />

dei suoni dei campanacci e dei richiami dei pastori<br />

Un tempo non c’era pascolo<br />

di queste e altre valli dove,<br />

ad aprile, non sbocciassero<br />

a distesa i profumatissimi<br />

narcisi, Narcissus poeticus.<br />

Purtroppo la raccolta<br />

indiscriminata li ha resi via via<br />

sempre più rari. Ora è una vera festa<br />

quando li possiamo incontrare,<br />

ma è d’obbligo non coglierli! Geranium molle<br />

Fra le erbe del prato spicca<br />

l’azzurro intenso delle veroniche,<br />

il bianco dei fiori delle fragole,<br />

dell’ornitogallo e della stellaria,<br />

il giallo luminoso delle potentille,<br />

dei ranuncoli, del tarassaco,<br />

il rosa del Geranium molle<br />

e del trifoglio…<br />

Ogni zolla porta fiori<br />

e colori diversi<br />

125 itinerari verdi


DI ERALDO ANTONINI<br />

I<br />

l giardino storico ha in sé una natura<br />

mutevole, derivante dal trascorrere<br />

del tempo che si manifesta con cambiamenti<br />

causati da molteplici fattori tra<br />

cui i passaggi di proprietà, la sua evoluzione<br />

naturale (piante che crescono, che<br />

deperiscono, che, nel crescere, mutano<br />

di forma, piante infestanti che prendono<br />

il sopravvento su quelle originariamente<br />

piantate), i rapporti col paesaggio circostante<br />

(costruzione di strade, ponti, centri<br />

commerciali, ca pannoni industriali).<br />

Ma allo stesso tempo presenta una complessità<br />

nella sua corretta interpretazione,<br />

derivante dal fatto che tra chi l’ha<br />

ideato, progettato e commissionato e noi<br />

è trascorso del tempo. Allora molti ri -<br />

mandi simbolici, manufatti e sculture, se<br />

non svelati e interpretati correttamente,<br />

restano poco o per nulla comprensibili e<br />

se ne perde il senso profondo. Si corre<br />

così il rischio di percorrere un giardino<br />

storico senza capirne appieno il significato,<br />

la valenza evocativa, e quando si<br />

termina la visita poco o nulla rimane.<br />

Ecco che allora è importante lo psicopompo:<br />

una figura mitologica presente nelle<br />

religioni antiche sia politeiste che monoteiste,<br />

un epiteto che deriva dalle parole<br />

greche psyche (anima) e pompós (colui che<br />

conduce). Era colui, o colei, che traghettava<br />

le anime nell’aldilà.<br />

Applicato al giardino lo psicopompo è<br />

colui che svela l’essenza del giardino<br />

stesso, aiuta a comprenderlo, svolgendo<br />

una funzione di medium tra chi l’ha<br />

pensato e realizzato e noi, poveri e in -<br />

cauti viaggiatori nel verde, lontani nel<br />

tempo e nello spazio dal momento creativo<br />

e dal contesto storico e culturale<br />

che hanno generato quel preciso giardi-<br />

oltre il giardino<br />

• Oltre il giardino •<br />

Lo psicopompo<br />

del giardino<br />

no. Lo psicopompo del giardino è colui il<br />

quale vive tra due poli, quello del visitatore<br />

e quello del realizzatore, ma anche<br />

tra due epoche, quella presente e quella<br />

in cui il giardino ha avuto origine.<br />

Visitare un giardino storico infatti è<br />

diverso dal percorrere un giardino storico;<br />

il più delle volte il giardino storico è<br />

percorso ma non visitato. Recente mente<br />

ci è capitato di andare a visitare un giardino<br />

storico, quello dalla Scarzuola, so -<br />

gno (o allucinazione) privato dell’architetto<br />

Tommaso Buzzi, luogo sospeso nel<br />

nulla dei boschi del l’Um bria, raggiungibile<br />

percorrendo una strada sterrata.<br />

Della Scarzuola avevamo visto le foto e<br />

letto in diversi ar ticoli, ma quello che ci<br />

muoveva era più l’interesse a vedere un<br />

luogo noto che l’attesa di particolari sollecitazioni<br />

dell’animo. E invece ecco che<br />

arriva l’inaspettato: l’attuale proprietario<br />

Mar co Solari, nipote di Buzzi,<br />

ci ha portato a visitare il suo<br />

giardino, e quello che prima<br />

era un i strionico “ventre dell’architetto”<br />

è diventato un<br />

percorso formidabile.<br />

Perché Marco è lo psicopompo<br />

del giardino, colui che<br />

conduce l’anima del visitatore<br />

nella lucida follia<br />

di Tom ma so Buzzi e<br />

alla fi ne del percorso<br />

si ha l’illusione<br />

di a ver passeggiato<br />

con Buz zi in persona<br />

o con qualcuno,<br />

più buzziano del<br />

Buzzi, che ne è di -<br />

ve nu to il traghettatore.<br />

126


BAYER GARDEN<br />

Milano<br />

tel. 02 397 21<br />

www.bayergarden.it<br />

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San Giorgio di Piano (Bo)<br />

tel. 051 665 55 11<br />

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Tradate (Va)<br />

tel. 0331 687.1<br />

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Villa Lagarina (Tn)<br />

tel. 0464 49 02 20<br />

www.floragard.de/italiano<br />

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Treviso<br />

tel. 0422 43 63 31<br />

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Isola Vicentina (Vi)<br />

tel. 0444 97 65 62<br />

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Calvisano (Bs)<br />

tel. 030 996 81 01<br />

www.tercomposti.com<br />

VALAGRO<br />

Atessa (Ch)<br />

n.verde 800 25 93 28<br />

www.valagro.com<br />

VIGORPLANT<br />

Fombio (Lo)<br />

tel. 0377 43 03 45<br />

www.vigorplant.it<br />

5. «Ninfea»<br />

>STEFANO ASCORTI<br />

Bernareggio (Mi)<br />

6. «Un incanto!»<br />

>LUIGI FURLAN<br />

Castelminio di Resana (Tv)<br />

7. «Senza titolo»<br />

>STEFANO ASCORTI<br />

Bernareggio (Mi)<br />

8. «Senza titolo»<br />

>SARA MOLINARI<br />

Genova<br />

1. «Volant camelia»<br />

>RINUCCIA MARABOTTO COMETTO<br />

Chiusa di Pesio (Cn)<br />

3. «Senza titolo»<br />

>M. TERESA RINALDI<br />

Londra<br />

1 2<br />

3 4<br />

5 6<br />

7 8<br />

Indirizzario<br />

2. «Senza titolo»<br />

>M. TERESA RINALDI<br />

Londra<br />

4. «Complicata»<br />

>FRANCA AGNETTI<br />

Torrazza Coste (Pv)<br />

127 indirizzario<br />

Mostra fotografica di <strong>Giardini</strong>


Piante in giardino<br />

Aloe ornamentali<br />

Giardinaggio pratico<br />

Fra gelo e canicola,<br />

fra umido e secco<br />

Piante emergenti<br />

Carpinus betulus ‘Lucas’<br />

Aiuola del mese<br />

Aiuola di maggio<br />

Agricoltura biodinamica<br />

Controllo biodinamico<br />

delle lumache<br />

Cura della pianta<br />

“Virescenza”<br />

della digitale<br />

Parassita delle<br />

aromatiche<br />

Piante spontanee<br />

Orchidee selvatiche<br />

Frutticoltura<br />

Fico<br />

Orticoltura<br />

Melone<br />

Scorzobianca<br />

<strong>Giardini</strong> da visitare<br />

Piovene Fracanzan<br />

in Veneto<br />

Progettazione<br />

Organizzazione degli<br />

spazi nei piccoli giardini<br />

Attualità verdi<br />

Nuove rose dal mondo<br />

Ambiente<br />

Ristoranti a km 0,<br />

a salvaguardia<br />

della biodiversità<br />

Amici animali<br />

Zanzara tigre<br />

Maggio<br />

& Ambiente<br />

www.giardini.biz<br />

NEL PROSSIMO<br />

NUMERO<br />

Pianta vedette<br />

Delphinium<br />

perenni, una sfida<br />

per il giardiniere<br />

Direttore di testata: Donatella Forni<br />

donatella.forni@logos.info<br />

Coordinatore tecnico-scientifico: Eraldo Antonini<br />

eraldo.antonini@logos.info<br />

Art director: Daniele Bini<br />

Collaborazione grafica: Roberto Vergara<br />

Correzione bozze: Daniele Bini<br />

Comitato<br />

di redazione<br />

Maria Grazia Bellardi<br />

fitopatologo, docente<br />

Facoltà di Agraria<br />

Università di Bologna<br />

Alessandro Bertolini<br />

specialista in tappeti erbosi<br />

Paolo Cottini<br />

fotografo botanico<br />

Hanno collaborato a questo numero:<br />

Maria Grazia Bellardi, Alessandro Bertolini, Daniele Bini, Eliana Contri,<br />

Paolo Cottini, Silvano Cristiani, Maria Ottavia De Petri, Mario Ferrari,<br />

Massimo Fornaciari, Alessandro Mesini, Paolo Pistis, Giancarlo Pozzi,<br />

Fabiano Sodi, Mario Vietti, Francesco Vignoli, Maurizio Zarpellon<br />

Fotografi:<br />

Maria Grazia Bellardi, Paolo Cottini, Maria Ottavia De Petri, Mario Ferrari,<br />

Massimo Fornaciari, Ermes Lasagni, Alessandro Mesini, Fabiano Sodi,<br />

Francesco Vignoli, International Flower Bulb Centre<br />

Disegni:<br />

Daniela Baldoni, Claudio Cristiani, Gabriella Gallerani, Ermes Lasagni<br />

Copertina: Paolo Cottini<br />

Giustino De Lorenzo<br />

fotografo<br />

Carlo Del Prete<br />

professore di Botanica<br />

Università di Modena<br />

e Reggio Emilia<br />

Mario Ferrari<br />

fitoiatra ed entomologo,<br />

docente Istituto Tecnico<br />

Agrario di Reggio Emilia<br />

e Facoltà di Agraria<br />

Università di Modena<br />

e Reggio Emilia<br />

Massimo Fornaciari<br />

agronomo esperto in frutticoltura<br />

Alessandro Mesini<br />

agronomo alimentarista<br />

Riccardo Motti<br />

curatore Orto Botanico di<br />

Portici (Na)<br />

Marcello Parisini<br />

agronomo<br />

Maurizio Vecchia<br />

esperto di flora esotica<br />

Supplemento a <strong>Giardini</strong> • aprile-maggio 2009<br />

Direttore Responsabile: Antonio Vergara Meersohn<br />

Direzione e Amministrazione: Logos Publishing srl<br />

via Curtatona 5/2 • 41100 Modena • tel. 059 41 25 48 • fax 059 41 24 36<br />

Aut. Trib. Modena n. 817 del 10/5/1986 Iscritto al R.O.C. con il n. 7727 ISSN 0394/0853<br />

Sped. A.P. Comma 26 Art. 2 - L. 549/95 Aut. Filiale Epi Modena - bim.<br />

Fotolito: Paganelli Litoincisa, Modena<br />

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Editore: Mauro Cagnoni<br />

Distributore esclusivo per l’Italia:<br />

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