Editoriale L'intervista - Centro Lucio Bini

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01.01.2013 Views

Aggiornamenti TERAPIA DELLA LUCE NELLA DEPRESSIONE La commissione "Ricerca sui Trattamenti Psichiatrici" della Associazione Americana di Psichiatria, ha esaminato, secondo i principi della medicina basata sull'evidenza, l'efficacia della terapia della luce e pubblicato i risultati sotto forma di review e di meta-analisi (Golden et al, 2005). La pubblicazione esamina tutti gli studi controllati e randomizzati che riguardano la terapia della luce nel trattamento della depressione, sia quella stagionale sia quella non-stagionale. Lo studio distingue due tipi di terapia della luce: Terapia a luce intensa (bright light) Terapia a effetto d'alba (dawn simulation) Risultati importanti sono stati: 1. Solo il 13% dei 333 studi esaminati sono stati condotti con metodologia soddisfacente. 2. La terapia della luce intensa è efficace nelle depressioni stagionali in otto studi e nelle depressioni non stagionali in tre studi. 3.La terapia a effetto d'alba è efficace nelle depressioni stagionali in cinque studi. Commenti: Sia pur rilevando che molti studi di efficacia della terapia della luce non sono validi, la pubblicazione indica che tale terapia esercita effetti antidepressivi comparabili in grandezza (più precisamente, in effect size) a quelli esercitati dai farmaci antidepressivi. LA "TERAPIA DEL BUIO" NELLA MANIA Un interessante studio pilota di Barbini et al (2005) esamina l'efficacia della "terapia del buio" nella mania. La terapia prescriveva 14 ore di buio e riposo forzato in una stanza insonorizzata e completamente priva di luce, dalle ore 18,00 alle 8,00 del mattino dopo, per tre giorni consecutivi. Hanno preso parte allo studio 32 pazienti in stato di eccitamento maniacale. Metà di questi sono stati trattati con la terapia del buio in aggiunta alla farmacoterapia usuale e quindi messi a confronto con l'altra metà trattata solamente con la terapia usuale. Risultati importanti sono stati: Rispetto ai controlli, i pazienti trattati con la terapia del buio: 1. Hanno dormito circa quattro ore di più per notte 2. Sono diventati asintomatici più rapidamente e sono stati dimessi dall'ospedale in anticipo 3. Hanno ricevuto minore dosaggio di antipsicotici 4. Hanno risposto meglio quelli con una mania della durata inferiore a due settimane. Commenti: La terapia della luce (Golden et al, 2005), gli esercizi fisici (Leppamaki et al, 2002), e la deprivazione del sonno (Berger et al, 2003) esercitano benefici terapeutici nei pazienti depressi; quindi, in via ipotetica, la terapia del buio, il riposo, e la facilitazione al sonno potrebbero essere 2 ARETÆUS news terapeutici nei pazienti maniacali. In questo studio, non è chiaro se l'effetto benefico sia dovuto all'esposizione al buio, al riposo forzato, o al miglioramento del sonno, o a una combinazione di questi tre fattori. Quale sia la ragione, l'esposizione al buio e al riposo velocizza la risposta al trattamento farmacologico nei pazienti maniacali, con una riduzione del dosaggio di antipsicotici e una dimissione ospedaliera precoce. Riferimenti: Barbini B, Benedetti F, Colombo C et al. Dark therapy for mania: a pilot study. Bipolar Disord 2005; 7: 98-101. Berger M, van Calker D, Riemann D. Sleep and manipulations of the sleep-wake rhythm in depression. Acta Psychiatr Scand Suppl 2003; 418: 83-91. Golden RN, Gaynes BN, Ekstrom RD et al. The efficacy of light therapy in the treatment of mood disorders: a review and meta-analysis of the evidence. Am J Psychiatry 2005; 162: 656-662. Leppamaki SJ, Partonen TT, Hurme J et al. Randomized trial of the efficacy of bright-light exposure and aerobic exercise on depressive symptoms and serum lipids. J Clin Psychiatry 2002; 63: 316-321. PRIMI RICOVERI PER DISTURBI MAGGIORI DELL'UMORE E ABUSO DI SOSTANZE: 1978-2002 Negli ultimi cinquanta anni, è stata rilevata un'aumentata incidenza di disturbi maggiori dell'umore e una diminuzione dell'età del loro esordio. L'abuso di sostanze illecite è spesso concomitante con i disturbi dell'umore e può influenzare il loro decorso e la prognosi. Visto che una valutazione cronologica di questa relazione non è stata studiata, gli autori hanno valutato le cartelle cliniche di 421 pazienti (233 uomini e 188 donne) al loro primo ricovero per depressione maggiore, mania o episodio misto (depressione e mania allo stesso tempo) presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell'Ospedale San Martino di Oristano. Gli anni dello studio vanno dal 1978 al 2002. Gli autori hanno aggiornato le cartelle secondo i criteri diagnostici del DSM-IV e confrontato alcuni fattori fra i pazienti con o senza disturbo da uso di sostanze, alla ricerca di un'associazione con una presentazione precoce dei disturbi dell'umore. Un abuso di sostanze è stato diagnosticato in 122 pazienti (29.0%) con un rischio maggiore negli uomini giovani, negli stati misti e con un diminuito rischio nella depressione. Il tasso di disturbo da uso di sostanze e disturbi dell'umore è costantemente e significativamente aumentato durante i 25 anni considerati, per tutte le sostanze, cannabis inclusa. Inoltre i pazienti con abuso di sostanze erano più giovani al loro primo ricovero di quelli senza abuso. Questi risultati indicano che nel corso degli anni, si è verificato un aumento della co-presenza di disturbi dell'umore e disturbi da uso di sostanze, specialmente nei giovani di sesso maschile, anche in associazione con l'uso di sostanze considerate "benigne", come hashish e marijuana. Minnai GP, Tondo L, Salis P, Ghiani C, Manfredi A, Paluello MM, Baethge C, Baldessarini RJ. Secular trends in first hospitalizations for major mood disorders with comorbid substance use. Int J Neuropsychopharmacol. 2005; 6:1-8 Dipartimento di Psichiatria, Ospedale San Martino, Oristano "Non è vero che il ricercatore insegue la verità, è la verità che insegue il ricercatore." Robert Musil

CONSIGLI AGLI ANSIOSI L'ansia è una diffusa patologia con svariate manifestazioni che colpisce milioni di persone nel mondo e che, in qualche modo, viene da tutti sperimentata almeno come paura e allarme in varie situazioni della vita. Nei libri di psichiatria, l'ansia è rappresentata come disturbo da attacchi di panico con o senza fobie, disturbo d'ansia generalizzato, fobie semplici come quelle per animali, fobia sociale, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo post-traumatico da stress. Un individuo deve capire di cosa soffre: vi sono delle condizioni mediche generali che possono manifestarsi anche con ansia come i disturbi tiroidei, il feocromocitoma (un tumore che produce catecolamine), l'ipoglicemia, malattie che provocano aumento di produzione di cortisolo, malattie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, neurologiche. Come primo intervento il medico deve escludere queste patologie. Nel frattempo è molto probabile che il paziente assuma già degli ansiolitici ma deve ricordare che sono farmaci sintomatici e non terapeutici. Questi farmaci causano spesso delle forme di dipendenza e la loro astinenza è molto simile alla patologia iniziale e di lunga durata. È però vero che raramente essi sono nocivi e che possono essere assunti anche per lunghi periodi, mente va tenuto conto che possono interagire con altri farmaci e sono controindicati in gravidanza. Concentriamoci sul disturbo forse più diffuso cioè il disturbo da attacchi di panico con fobie. Questo è caratterizzato dalla imprevedibilità ("a ciel sereno", "a tradimento") nell'assalire il paziente con una miriade di sintomi fisici come difficoltà di respirazione, disturbi che sembrano cardiaci, sintomi gastrointestinali, formicolii, senso di perdita dell'equilibrio oppure con vari sintomi psichici come la paura d'impazzire o perdere il controllo, la paura di far del male a un proprio caro, la paura di morire, ma più semplicemente con paura dell'aereo, dell'ascensore, della guida dell'auto. Le paure descritte e molte altre vengono chiamate ? Appuntamenti Suggerimenti fobie. L'individuo cerca di evitarle e così facendo comincia a limitare i vari aspetti della sua vita diventando, anche, in qualche modo dipendente dagli altri nella continua e affannosa ricerca di rassicurazioni e di aiuto; le persone che soffrono di fobie evitano di sottoporsi a certi "pericoli" o vi si sottopongono con estrema difficoltà o in presenza di persone delle quali si fidano ciecamente e che possono dare aiuto in caso di necessità. Oltre a queste fobie i pazienti avranno anche paure accessorie, come apprensività per la salute o la separazione da persone amate. Si può diventare catastrofici e ipocondriaci (una cefalea viene spesso attribuita a un tumore cerebrale) tanto che le persone vanno spesso dal medico o si rivolgono ai servizi di pronto soccorso. I pazienti spesso si demoralizzano, si scoraggiano o si vergognano per le difficoltà a condurre una vita normale. Pensano di non avere "forza" o "carattere", quindi possono assentarsi dal lavoro o dalla scuola. L'età di esordio del disturbo di panico varia di molto ma, tipicamente, va dalla tarda adolescenza ai 35 anni. La maggior parte dei pazienti si rivolge al medico di famiglia e la prima risposta è quella di somministrare ansiolitici (benzodiazepine). Un trattamento più specialistico è invece misto e include anche dei farmaci antidepressivi. Inoltre è consigliabile interrompere gli ansiolitici quando il miglioramento sarà evidente per evitare possibili condizioni di dipendenza. Il paziente dovrà proseguire la terapia antidepressiva finché avrà vinto tutte le fobie. A questo scopo, la psicoterapia cognitivo-comportamentale può essere fondamentale per identificare e vincere gli evitamenti, e per abbreviare la terapia farmacologia. Ciò agirà da profilassi anche contro eventuali ricadute e se queste si presentassero saranno probabilmente più lievi, più brevi e comunque più facilmente affrontabili. 21-25 FEBBRAIO 2006, ROMA XI CONGRESSO DELLA SOCIETÀ ITALIANA ITALIANA DI PSICOPATOLOGIA PSICOP TOLOGIA "TERAPIA PSICHIATRICA UN PROBLEMA DI LIBERTÀ" Coordinatore: Athanasios Koukopoulos Relatori: Leonardo Tondo: Rischio di suicidio in Bipolari I e II Gian Paolo Minnai: I decorsi cronici Michele Raja: L'impatto degli antipsicotici atipici sul decorso bipolare Athanasio Koukopoulos: Le depressioni bipolari secondo la sequenza del ciclo Chi è considerato il padre della psicoterapia? a) Carl Jung b) Erik Erickson c) Sigmund Freud d) James Watson (Vedere la foto a pagina 4) Gianfranco Floris “ASPETTI BIOLOGICI DEL SUICIDIO” Coordinatore: Leonardo Tondo Relatori: Ross J. Baldessarini: Suicide as a Treatable Condition Göran Isacsson: Suicide rates and use of antidepressants John J. Mann: Neurologic basis for suicide: New findings Leonardo Tondo: An international perspective on suicide Altre informazioni disponibili su sopsi.2006@flashnet.it e www.centrobini.it ARETÆUS news 3

Aggiornamenti<br />

TERAPIA DELLA LUCE NELLA DEPRESSIONE<br />

La commissione "Ricerca sui Trattamenti Psichiatrici" della<br />

Associazione Americana di Psichiatria, ha esaminato,<br />

secondo i principi della medicina basata sull'evidenza, l'efficacia<br />

della terapia della luce e pubblicato i risultati sotto forma di<br />

review e di meta-analisi (Golden et al, 2005). La pubblicazione<br />

esamina tutti gli studi controllati e randomizzati che riguardano<br />

la terapia della luce nel trattamento della depressione, sia quella<br />

stagionale sia quella non-stagionale. Lo studio distingue due<br />

tipi di terapia della luce:<br />

Terapia a luce intensa (bright light)<br />

Terapia a effetto d'alba (dawn simulation)<br />

Risultati importanti sono stati:<br />

1. Solo il 13% dei 333 studi esaminati sono stati condotti con metodologia<br />

soddisfacente.<br />

2. La terapia della luce intensa è efficace nelle depressioni stagionali in<br />

otto studi e nelle depressioni non stagionali in tre studi.<br />

3.La terapia a effetto d'alba è efficace nelle depressioni stagionali in<br />

cinque studi.<br />

Commenti:<br />

Sia pur rilevando che molti studi di efficacia della terapia della luce non<br />

sono validi, la pubblicazione indica che tale terapia esercita effetti<br />

antidepressivi comparabili in grandezza (più precisamente, in effect<br />

size) a quelli esercitati dai farmaci antidepressivi.<br />

LA "TERAPIA DEL BUIO" NELLA MANIA<br />

Un interessante studio pilota di Barbini et al (2005) esamina<br />

l'efficacia della "terapia del buio" nella mania. La terapia<br />

prescriveva 14 ore di buio e riposo forzato in una stanza<br />

insonorizzata e completamente priva di luce, dalle ore 18,00 alle<br />

8,00 del mattino dopo, per tre giorni consecutivi. Hanno preso<br />

parte allo studio 32 pazienti in stato di eccitamento maniacale.<br />

Metà di questi sono stati trattati con la terapia del buio in<br />

aggiunta alla farmacoterapia usuale e quindi messi a confronto<br />

con l'altra metà trattata solamente con la terapia usuale.<br />

Risultati importanti sono stati:<br />

Rispetto ai controlli, i pazienti trattati con la terapia del buio:<br />

1. Hanno dormito circa quattro ore di più per notte<br />

2. Sono diventati asintomatici più rapidamente e sono stati dimessi<br />

dall'ospedale in anticipo<br />

3. Hanno ricevuto minore dosaggio di antipsicotici<br />

4. Hanno risposto meglio quelli con una mania della durata inferiore a<br />

due settimane.<br />

Commenti:<br />

La terapia della luce (Golden et al, 2005), gli esercizi fisici (Leppamaki<br />

et al, 2002), e la deprivazione del sonno (Berger et al, 2003) esercitano<br />

benefici terapeutici nei pazienti depressi; quindi, in via ipotetica, la<br />

terapia del buio, il riposo, e la facilitazione al sonno potrebbero essere<br />

2 ARETÆUS news<br />

terapeutici nei pazienti maniacali. In questo studio, non è chiaro se<br />

l'effetto benefico sia dovuto all'esposizione al buio, al riposo forzato, o<br />

al miglioramento del sonno, o a una combinazione di questi tre fattori.<br />

Quale sia la ragione, l'esposizione al buio e al riposo velocizza la risposta<br />

al trattamento farmacologico nei pazienti maniacali, con una riduzione<br />

del dosaggio di antipsicotici e una dimissione ospedaliera precoce.<br />

Riferimenti:<br />

Barbini B, Benedetti F, Colombo C et al. Dark therapy for mania: a pilot<br />

study. Bipolar Disord 2005; 7: 98-101.<br />

Berger M, van Calker D, Riemann D. Sleep and manipulations of the<br />

sleep-wake rhythm in depression. Acta Psychiatr Scand<br />

Suppl 2003;<br />

418: 83-91.<br />

Golden RN, Gaynes BN, Ekstrom RD et al. The efficacy of light therapy<br />

in the treatment of mood disorders: a review and meta-analysis of the<br />

evidence. Am J Psychiatry 2005; 162: 656-662.<br />

Leppamaki SJ, Partonen TT, Hurme J et al. Randomized trial of the<br />

efficacy of bright-light exposure and aerobic exercise on depressive<br />

symptoms and serum lipids. J Clin Psychiatry 2002; 63: 316-321.<br />

PRIMI RICOVERI PER DISTURBI MAGGIORI<br />

DELL'UMORE E ABUSO DI SOSTANZE: 1978-2002<br />

Negli ultimi cinquanta anni, è stata rilevata un'aumentata<br />

incidenza di disturbi maggiori dell'umore e una<br />

diminuzione dell'età del loro esordio. L'abuso di sostanze illecite<br />

è spesso concomitante con i disturbi dell'umore e può influenzare<br />

il loro decorso e la prognosi. Visto che una valutazione<br />

cronologica di questa relazione non è stata studiata, gli autori<br />

hanno valutato le cartelle cliniche di 421 pazienti (233 uomini e<br />

188 donne) al loro primo ricovero per depressione maggiore,<br />

mania o episodio misto (depressione e mania allo stesso tempo)<br />

presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell'Ospedale<br />

San Martino di Oristano. Gli anni dello studio vanno dal 1978<br />

al 2002. Gli autori hanno aggiornato le cartelle secondo i criteri<br />

diagnostici del DSM-IV e confrontato alcuni fattori fra i pazienti<br />

con o senza disturbo da uso di sostanze, alla ricerca di<br />

un'associazione con una presentazione precoce dei disturbi<br />

dell'umore. Un abuso di sostanze è stato diagnosticato in 122<br />

pazienti (29.0%) con un rischio maggiore negli uomini giovani,<br />

negli stati misti e con un diminuito rischio nella depressione. Il<br />

tasso di disturbo da uso di sostanze e disturbi dell'umore è<br />

costantemente e significativamente aumentato durante i 25 anni<br />

considerati, per tutte le sostanze, cannabis inclusa. Inoltre i<br />

pazienti con abuso di sostanze erano più giovani al loro primo<br />

ricovero di quelli senza abuso. Questi risultati indicano che nel<br />

corso degli anni, si è verificato un aumento della co-presenza di<br />

disturbi dell'umore e disturbi da uso di sostanze, specialmente<br />

nei giovani di sesso maschile, anche in associazione con l'uso di<br />

sostanze considerate "benigne", come hashish e marijuana.<br />

Minnai GP, Tondo L, Salis P, Ghiani C, Manfredi A, Paluello MM, Baethge<br />

C, Baldessarini RJ. Secular trends in first hospitalizations for major mood<br />

disorders with comorbid substance use.<br />

Int J Neuropsychopharmacol. 2005; 6:1-8<br />

Dipartimento di Psichiatria, Ospedale San Martino, Oristano<br />

"Non è vero che il ricercatore insegue la verità, è la verità che insegue il ricercatore."<br />

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