01.01.2013 Views

Rolleiflex SL35 - Scatti nel Tempo

Rolleiflex SL35 - Scatti nel Tempo

Rolleiflex SL35 - Scatti nel Tempo

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

In nomine..: ad ogni obiettivo il suo nome<br />

Danilo Cecchi<br />

Quando ho cominciato a<br />

fotografare a cavallo fra la<br />

fine degli anni Sessanta e<br />

l’inizio degli anni Settanta, pressato<br />

fra esigenze culturali, economiche e<br />

politiche contrastanti, ho cercato di<br />

imparare a chiamare le fotocamere<br />

e gli obiettivi per nome. Mi piacevano<br />

ad esempio i nomi propri che<br />

identificavano immediatamente il<br />

prodotto rendendolo meno distante.<br />

Nomi come Spotmatic, Nikkormat,<br />

Leicaflex, Contarex o perfino Pellix.<br />

Oppure nomi come Sonnar, Tessar,<br />

Flektogon, Distagon. Mi piacevano<br />

meno, a causa della loro possibile<br />

equivocità, le sigle alfabetiche, tipo<br />

FT, SRT, FTN, FTL, OM, RTS. Meno<br />

che mai mi piacevano le sigle alfanumeriche<br />

tipo FX3, SRT101, SR7,<br />

500C, BL69. Non ho mai sopportato<br />

le sigle puramente numeriche, come<br />

127, 167, 66, 67 e neppure sigle come<br />

69, cifra che indicava un formato ma<br />

aveva anche altre possibili interpretazioni.<br />

Fra gli obiettivi mi piacevano<br />

anche nomi come Rokkor, Nikkor,<br />

Topcor, Takumar, Sekor, Zuiko, anche<br />

se individuavano delle intere famiglie<br />

di obiettivi piuttosto che dei<br />

tipi specifici di obiettivo. Ho sempre<br />

pensato invece che ogni obiettivo ed<br />

ogni fotocamera dovessero avere un<br />

nome proprio, magari un nome ed<br />

un cognome, come le persone e magari<br />

come le automobili. Fiat Panda,<br />

Renault Twingo, Ford Fiesta. Zeiss<br />

Distagon, Schneider Xenar, Meyer<br />

Lydith. Invece è finita che anche<br />

alle persone è stato dato un codice,<br />

un codice fiscale, ma sempre un codice<br />

alfanumerico. E magari anche<br />

un numero di cellulare, per chiudere<br />

il cerchio.<br />

La produzione fotografica ed ottica<br />

si è anch’essa adeguata a questa pessima<br />

abitudine, specialmente con la diffusione<br />

degli obiettivi zoom, in cui il numero delle<br />

lettere e delle cifre di identificazione è<br />

aumentato a dismisura. Prima bastava<br />

dire 35/2 o “Trentacinque effe due” e si<br />

capiva tutto. Oggi quando va bene biso-<br />

gna dire AF IF ED 35 – 135 / 3.5 – 4.5,<br />

oppure citare sigle complesse come AF<br />

D IF ASP ed elencare una lunghissima<br />

sequenza numerica. Non vorrei sembrare<br />

un irriducibile nostalgico, ma secondo me<br />

si è perso qualcosa. E’ vero che una nuova<br />

generazione di nomi è nata con una nuova<br />

generazione di pellicole, da Reala a Sensia,<br />

da Astia a Velvia, da Provia a Scala,<br />

fino ai più prevedibili Optima e Futura,<br />

ma si tratta di nomi piuttosto banali. Dietro<br />

la spinta dell’APS, una sigla peraltro<br />

bruttissima, troppo simile ad AIDS sono<br />

stati creati anche alcuni nomi nuovi e perfino<br />

dei neologismi. Alcuni di questi nomi<br />

erano piacevoli come Pronea, Vectis,<br />

Nuvis, Efina, Centurion, mentre altri nomi<br />

erano del tutto impronunciabili come Ixus,<br />

Advantix, Fotonex. Sono stati comunque<br />

nomi effimeri, trascinati a fondo insieme<br />

allo stesso APS, ma qualcuno di questi<br />

nomi si è trasferito inopinatamente verso il<br />

settore del digitale. Con il trionfo del digitale<br />

e con lo scopo di individuare le nuove<br />

fotocamere è nato perfino qualche nuovo<br />

nome, da Mavica a Camedia, da Optio a<br />

Caplio, da Easyshare a Dimage, da Exilim<br />

a Photosmart, da Finecam a Powercam, da<br />

Coolpix a Digilux, da Finepix a Digimax.<br />

Roba da intrecciarsi la lingua.<br />

Ma dove sono finiti i bei nomi degli<br />

obiettivi di una volta? Sono scomparsi i<br />

Takumar ed i Rokkor, sostituiti dai più<br />

banali Pentax e Minolta, sono scomparsi<br />

gli Jena ed i Meyer sostituiti dai Prakticar,<br />

mentre gli obiettivi di Canon sono rimasti<br />

Canon e gli obiettivi di Nikon sono rimasti<br />

Nikkor. Ma lo sono sempre stati. Solo<br />

alcuni degli obiettivi costruiti da Zeiss e<br />

da Leitz mantengono ancora oggi alcuni<br />

dei propri nomi originali, ma la produzione<br />

moderna si è già omologata <strong>nel</strong>la<br />

denominazione, i nuovi obiettivi sono tutti<br />

dei Vario Sonnar o dei Vario Elmar. Se in<br />

fotografia ci fossero i conservatori verdi<br />

strillerebbero per la perdita della diversità,<br />

intesa come diversificazione.<br />

L’infinita varietà di nomi che hanno<br />

accompagnato gli obiettivi fino dalle<br />

origini della fotografia e prima ancora<br />

delle fotocamere è un retaggio del passato.<br />

Forse occorre rivisitarlo per non rischiare<br />

di dimenticarlo. Fino dall’inizio della<br />

produzione ottica si cerca di individuare<br />

con un nome le qualità degli obiettivi,<br />

da Achromat ad Aplanat, da Anastigmat<br />

ad Ortostygmat, da Rectilinear a Orthocentric.<br />

Per gli obiettivi grandangolari<br />

vengono coniati i nomi come Eurygraph<br />

ed Euryscop, e poi da Perigraph fino a<br />

Pantoscop. Tutto questo nominare e battezzare<br />

ha uno scopo ed una funzione ben<br />

precisa, ma serve anche a rendere piacevole<br />

il prodotto umanizzandolo e rendendolo<br />

un poco più familiare.<br />

Goerz conia nomi significativi come<br />

Lynkeioskop ed Hypergon, ma anche<br />

nomi più neutri come Pantar, Hypar, Artar<br />

ed Aletar, prima di partorire l’aggressivo<br />

Dagor. Plaubel inventa nomi come Orthar<br />

e Peconar. Zeiss conia i nomi Protar, Amatar,<br />

Dominar e Citonar, tanto per non citare<br />

che i più vecchi.<br />

I nomi più significativi vengono dalla<br />

vecchia Europa, dalla Germania come<br />

dalla Francia e dall’Inghilterra. Chi non<br />

ricorda gli inglesi Pentac, i Dallac, ed i<br />

Dalrac di Dallmeyer, per non parlare del<br />

teleobiettivo Adon? Oppure i francesi<br />

Stylor Roussel, Safir Boyer, Topaz Boyer,<br />

Flor Berthiot. Ma anche dall’Italia sono<br />

usciti nomi di un certo fascino e di un certo<br />

significato. Chi non ricorda gli obiettivi<br />

Koristka come Sideran, Silvar, Meridian,<br />

Lucifer, Sagital, Equator, Orion, oppure<br />

gli obiettivi Galileo, dai Monog ai Terog,<br />

dai Tesaog agli Esaog, dagli Eliog agli<br />

Esamitar? Oppure gli obiettivi delle piccole<br />

Ducati come Dugon e Luxtor, Argon<br />

ed Eltor, Vitor e Lator?<br />

Ma la maggiore inventiva per i nomi<br />

40 ___________________________________________ scatti <strong>nel</strong> tempo

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!