Rolleiflex SL35 - Scatti nel Tempo
Rolleiflex SL35 - Scatti nel Tempo
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<strong>Rolleiflex</strong> <strong>SL35</strong><br />
degli anni ha subito diversi aggiornamenti per l’accoppiamento<br />
con il simulatore del diaframma della <strong>SL35</strong>0 (type<br />
II), per le reflex elettroniche (type III), e per sfruttare tutte le<br />
funzioni delle reflex “a cubo” (type IV).<br />
Il meccanismo che presiede alla chiusura automatica del<br />
diaframma al momento dello scatto (e alla sua riapertura<br />
dopo) è praticamente lo stesso di quello adottato per le fotocamere<br />
con passo a vite 42x1 (con il perno che fuoriesce dal<br />
retro dell’obiettivo), tanto che con un apposito adattatore<br />
prodotto dalla casa è possibile mantenere questa funzione<br />
anche montando gli obiettivi a vite.<br />
Ancora oggi sorprendentemente luminoso ed uniforme<br />
il mirino, attrezzato con un vetrino di messa a fuoco fisso<br />
con lente di Fres<strong>nel</strong>, superficie finemente smerigliata e con<br />
una piccola zona centrale dotata di microprismi. Ben corretto<br />
otticamente (quasi impercettibile ad occhio una lieve<br />
distorsione a cuscinetto) e con una resa cromatica neutra,<br />
presenta sulla destra l’ago del galvanometro con il riferimento<br />
a semiluna per la misurazione esposimetrica; nessun’altra<br />
indicazione interviene a disturbare la composizione<br />
dell’immagine.<br />
L’esposimetro della <strong>SL35</strong> è costituito da una coppia di<br />
cellule al solfuro di cadmio (CdS), poste <strong>nel</strong> pentaprisma,<br />
che effettuano una lettura TTL media su tutto il campo<br />
inquadrato con prevalenza al centro. Per la loro posizione<br />
possono essere soggette, con forti illuminazioni laterali, ad<br />
infiltrazioni di luce dal mirino che potrebbero falsarne la<br />
lettura. In queste situazioni è bene schermare il mirino con<br />
una mano durante la lettura o montare la classica conchiglia<br />
in gomma. La gamma di sensibilità si estende tra 12 e 6400<br />
ISO.<br />
L’esposizione è solo manuale, e la lettura va effettuata<br />
in stop-down, vale a dire con il diaframma alla chiusura<br />
effettiva. Occorre quindi schiacciare il bottone che chiude<br />
il diaframma (con il conseguente oscuramento più o meno<br />
intenso del mirino), trovare la corretta esposizione agendo<br />
Il rocchetto ricevente è chiaramente<br />
ereditato da quello della compatta<br />
Rollei 35. Da notare, a destra<br />
del mirino, la scritta “made<br />
in Germany”, considerata<br />
garanzia di qualità rispetto alla<br />
successiva produzione “made in<br />
Singapore”.<br />
sulle ghiere dei tempi e/o dei diaframmi e scattare. Per<br />
l’adozione del simulatore del diaframma occorrerà attendere<br />
l’arrivo della successiva <strong>SL35</strong>0.<br />
L’otturatore di questa <strong>Rolleiflex</strong> fu all’epoca al centro di<br />
una furiosa polemica: alcuni, infatti, lo ritenevano “ispirato”<br />
– se non addirittura copiato – da quello della diffusissima<br />
Asahi Pentax Spotmatic, insieme ai meccanismi dello specchio<br />
e ad altri particolari meccanici. L’architettura è quella<br />
tipica degli otturatori sul piano focale, con tendine in tela<br />
gommata a scorrimento orizzontale controllato meccanicamente.<br />
I tempi d’esposizione si estendono da 1 ad 1/1000 di<br />
secondo più la posa B. Il sincro-flash, pari ad 1/60 di secondo,<br />
è da ritenersi adeguato alla conformazione dell’otturatore;<br />
la sincronizzazione può avvenire con il flash elettronico<br />
(X) o con le lampade lampo (FP = Focal Plane).<br />
Il meccanismo ritardatore dell’autoscatto meccanico<br />
viene caricato tramite la levetta posta sul frontale, mentre<br />
per avviarlo occorre premere il pulsantino cromato, nascosto<br />
dalla levetta stessa quando si trova in posizione di<br />
riposo. Non è revocabile.<br />
Questa Rollei è completamente meccanica, quindi<br />
l’energia elettrica serve esclusivamente ad alimentarne il<br />
circuito esposimetrico. Una singola pastiglia al mercurio<br />
da 1,35 Volt tipo PX625 può avere una vita molto lunga:<br />
infatti l’ago del galvanometro determina uno scarsissimo<br />
assorbimento elettrico; inoltre viene attivato solamente<br />
durante la misurazione esposimetrica, mentre si schiaccia<br />
il relativo pulsante. Oggi, per motivi ecologici, le batterie<br />
al mercurio non vengono più prodotte nei paesi occidentali,<br />
ed il loro reperimento è estremamente difficoltoso. E’ però<br />
rimpiazzabile con un elemento zinco-aria della Wein Cell,<br />
meno duraturo ma dotato dello stesso voltaggio.<br />
Conclusioni<br />
L’esperienza della casa tedesca con le reflex mono<br />
obiettivo 35mm non è stata delle più felici. La <strong>SL35</strong><br />
22 ___________________________________________ scatti <strong>nel</strong> tempo