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Paolo Massobrio AGOSTO 2010 • SARDEGNA ... - Il Club di Papillon

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<strong>AGOSTO</strong> <strong>2010</strong> <strong>•</strong> <strong>SARDEGNA</strong> DEL SUD un itinerario in se<strong>di</strong>ci tappe<br />

An<strong>di</strong>amo nel sud della<br />

Sardegna, con le sue<br />

spiagge da urlo e le<br />

antiche tra<strong>di</strong>zioni, guidati<br />

dal profumo del tonno,<br />

del mirto, dei dolci locali.<br />

Seguiteci!<br />

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<strong>Paolo</strong> <strong>Massobrio</strong>


1 Villasimius, perla del Me<strong>di</strong>terraneo<br />

Un tempo semplice villaggio <strong>di</strong> pescatori, oggi basta il suo nome per evocare le spiagge più belle del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo, da scoprire nelle insenatura <strong>di</strong> una costa frastagliata e nelle baie amate dagli snorkeller<br />

per i fondali bassi e cristallini. La spiaggia più vicina è Simius, una <strong>di</strong>stesa <strong>di</strong> sabbia dove partono escursioni<br />

in mare per ammirare i fondali dov’è appoggiata una Vergine Maria lasciata cadere in acqua per<br />

commemorare i marinai morti in mare. Questa è solo una delle bellezza dell’Area Marina Protetta <strong>di</strong> Capo<br />

Carbonara con lo spettacolo delle due isolette <strong>di</strong> Cavoli e Serpentari, che annovera le specie ittiche più<br />

pregiate della Sardegna e gli stormi <strong>di</strong> fenicotteri rosa che faranno la felicità degli amanti del bird watching.<br />

A ridosso del promontorio <strong>di</strong> Capo Carbonara è possibile passeggiare nel porto turistico, mentre<br />

chi si avventura nell’entroterra potrà scoprire la Fortezza Vecchia risalente al XII secolo, ma anche i<br />

resti dell’inse<strong>di</strong>amento fenicio e romano <strong>di</strong> Cuccureddus, con tracce <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti tra il VII secolo a.c<br />

e il IV secolo d.c. Gli amanti del mare troveranno altre spiagge <strong>di</strong> ineguagliabile bellezza a Cala Giungo,<br />

conosciuta anche come Notteri, e a Punta Molentis, formata da una striscia <strong>di</strong> sabbia bianca interrotta da<br />

un promontorio. Per gli amanti del pesce i due in<strong>di</strong>rizzi da annotarsi sono Carbonara (via Umberto I 56<br />

<strong>•</strong> tel. 070791270) con le insalatine orto e mare e il Ragno Blu (via Lago <strong>di</strong> Garda, 6 loc. Santo Stefano<br />

<strong>•</strong> tel. 070797061) dove nella veranda vista mare si assaggeranno cozze, vongole e spaghetti al sugo <strong>di</strong><br />

gamberi. Per dormire, suggestivo il Cala Caterina Resort (via Lago Maggiore, 32 <strong>•</strong> tel. 070797410).<br />

2 Quartu Sant’Elena, gola e mare<br />

Terza città per numero <strong>di</strong> abitanti dell’isola, Quartu si è sviluppata soprattutto negli ultimi decenni<br />

grazie a una intensa attività artigianale e commerciale e al successo della zona costiera. Antico inse<strong>di</strong>amento<br />

del neolitico, conserva nell’area citta<strong>di</strong>na i resti <strong>di</strong> ben 18 nuraghi oltre che una serie <strong>di</strong><br />

e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> particolare interesse storico culturale, come la Parrocchiale <strong>di</strong> Sant’Elena Imperatrice che<br />

conserva ancora una bella cappella gotica a pianta quadrangolare oppure la chiesa <strong>di</strong> Sant’Agata e<strong>di</strong>ficata<br />

nell’XI secolo, dove si può ammirare un’antica croce <strong>di</strong> forme gotiche del XIV secolo. Ad attrarre<br />

maggiormente i turisti, tuttavia, è la bella costiera <strong>di</strong>etro cui si ammira lo stagno <strong>di</strong> Quartu dove hanno<br />

ni<strong>di</strong>ficato <strong>di</strong>verse famiglie <strong>di</strong> fenicotteri rosa. Quartu può anche contare su un artigianato alimentare <strong>di</strong><br />

rilievo, a cominciare dalle paste <strong>di</strong> Corona e Manca (via Marconi, 503 b <strong>•</strong> tel. 070822327) come fregula<br />

e malloreddus, oppure i dolci tipici <strong>di</strong> Piccioni (via Marconi, 312 <strong>•</strong> tel. 070810112) come Candelaus<br />

(sfoglia <strong>di</strong> mandorle con limoni e acqua fior d’arancio). Da provare anche le varietà <strong>di</strong> pane proposte<br />

dal Panificio Artigiano Quartese (via XX Settembre, 21 <strong>•</strong> tel. 070821370) come il Civraxu e il Coccoi,<br />

pani bianchi <strong>di</strong> pasta dura, o il pane <strong>di</strong> riso, mentre per il vino si segnala Villa <strong>di</strong> Quartu (via Garibal<strong>di</strong><br />

39 <strong>•</strong> tel. 070826997) dove assaggiare i migliori prodotti da uve autoctone come vermentino, monica,<br />

bovale e cannonau. A cena l’in<strong>di</strong>rizzo è quello <strong>di</strong> Hibiscus (via Dante, 81 <strong>•</strong> tel. 070881373) per i<br />

tagliolini con ortaggi <strong>di</strong> stagione<br />

e buon pesce in padella. Per dormire,<br />

un buon in<strong>di</strong>rizzo è quello<br />

dell’hotel Setar (via Lipari, 1/3 <strong>•</strong><br />

tell. 070892031).<br />

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3 Quartucciu e Selargius<br />

Da Quartu proseguendo verso Cagliari, in una manciata <strong>di</strong> chilometri, si incontra Quartucciu, situato<br />

nella parte sud orientale della pianura del Campidano, dove si consiglia una visita nel centro storico<br />

per visitare la Parrocchiale <strong>di</strong> San Giorgio Martire costruita dagli aragonesi nel XIV secolo. è in stile gotico<br />

e conserva un bel polittico settecentesco che rappresenta la Crocifissione <strong>di</strong> San Biagio, opera del<br />

pittore manierista napoletano Bartolomeo Castagnola, mentre appena fuori dal centro abitato la tappa<br />

obbligata è alla tomba dei giganti Is Concias risalente al XIV secolo a.C., una delle meglio conservate <strong>di</strong><br />

tutta l’isola. Quartucciu è anche uno dei paesi della bottarga che si acquista da Stefano Rocca (loc.<br />

Pill’a Matta Z.I. <strong>•</strong> tel. 0708476087 ), nella versioni <strong>di</strong> muggine e <strong>di</strong> tonno, mentre per il dolce si va da<br />

Zia Peppina (via Rosselli, 12 <strong>•</strong> tel. 070881576) ad assaggiare pardulas con la ricotta, pabassinos,<br />

pistoccheddus, pastissus e amaretti. A pochi chilometri da Quartuccio sorge la citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Selargius<br />

con la chiesa romanica <strong>di</strong> San Giuliano e<strong>di</strong>ficata nel XII secolo e quella <strong>di</strong> San Lussorio, con la classica<br />

facciata sormontata da un campanile a vela. Ma qui si viene anche per l’ottimo mirto prodotto dalla San<br />

Martino Fabbrica Liquori Artigianali (via Archimede - zona industriale <strong>•</strong> tel. 070852637) nella versione<br />

classica, Bianco, più secco, ottimo dopo i pasti oppure come sfizioso Nusk, da vaporizzare o Mirto al<br />

volo in bustine pronte all’uso. Qui però c’è anche una delle migliori cantine della zona, Meloni Vini (via<br />

Gallus, 79 <strong>•</strong> tel. 070852822) dove<br />

provare uno dei Top Hundred <strong>di</strong><br />

<strong>Papillon</strong>, il Girò <strong>di</strong> Cagliari “Donna<br />

Jolanda”. Per pernottare, a Selargius,<br />

ecco l’Hinterland Hotel (viale<br />

Vienna <strong>•</strong> tel. 070853009).<br />

4 Da Settimo San Pietro a Maracalagonis<br />

Uscendo da Selargius, proseguendo verso l’interno, si raggiunge in pochi chilometri Settimo San<br />

Pietro con il bel centro storico che conserva molte abitazioni e<strong>di</strong>ficate con mattoni cru<strong>di</strong>, ma soprattutto<br />

può vantare il sito archeologico <strong>di</strong> Cuccurru Nuraxi, che comprende un nuraghe, oggi <strong>di</strong>strutto,<br />

un pozzetto votivo e un tempio a pozzo datati tra l’Età del Bronzo recente e l’età del ferro. Da Settimo<br />

percorrendo la strada provinciale si raggiunge Sinnai, dove si visita la Chiesa <strong>di</strong> Santa Barbara, del<br />

XVI secolo, per poi uscire dall’abitato e <strong>di</strong>rigersi al Parco Naturale dei Sette Fratelli e del Monte Genis,<br />

con flora e fauna <strong>di</strong> montagna. <strong>Il</strong> suo territorio si sviluppa però fino al mare, alla costiera dove la<br />

frazione Solanas è celebre per il mare cristallino e la sabbia bianca. Da qui, in pochi chilometri verso<br />

l’entroterra si arriva a Maracalagonis, dove sono presenti alcune tombe dei giganti mentre in centro<br />

si ammirano le due chiese <strong>di</strong> origine me<strong>di</strong>evale: la Parrocchiale della Vergine degli Angeli e la Chiesa<br />

<strong>di</strong> Sant’<strong>Il</strong>ario. A Maracalagonis c’è anche uno dei birrifici migliori dell’isola, il Birrificio Artigianale<br />

Barley (via Colombo <strong>•</strong> tel. 070789496) dove si produce la mitica birra con la sapa <strong>di</strong> cannonau, la<br />

BB10, dai piacevoli sentori <strong>di</strong> caramello, cacao, prugna e amarena. Per i vini si va invece a Settimo<br />

San Pietro, da Ferruccio Deiana: Vermentino, Nasco, Carignano. Per il pasto invece ci si sposta a Sinnai<br />

da Barbara (S.P. per Villasimius km 35 <strong>•</strong> tel. 070750630) per i crostacei e i fritti. Per dormire, a<br />

Maracalagonis, consigliamo il bel<br />

B&B Alchimissa (via dei Gemelli,<br />

2 <strong>•</strong> tel. 070786452).<br />

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5 Ser<strong>di</strong>ana e Dolianova, gran<strong>di</strong> vini<br />

Accanto alla piana del Campidano si sviluppa la regione Parteolla con un territorio <strong>di</strong> colline e montagne,<br />

particolarmente adatto per agricoltura e pastorizia. Qui si incontra la città <strong>di</strong> Ser<strong>di</strong>ana dove<br />

ammirare Casa Carcassona, elegante villa del XVIII secolo, e la Parrocchiale dov’è conservata un’acquasantiera<br />

del XII secolo. A Ser<strong>di</strong>ana incontriamo anche due importanti cantine come Argiolas<br />

(via Roma, 28/30 <strong>•</strong> tel. 070740606), dov’è nato il Turriga, grande rosso da uve cannonau, malvasia,<br />

carignano e boval e dove si possono gustare anche oli da varietà Tonda <strong>di</strong> Cagliari e Pitz’ e Carroga,<br />

e la Cantina Pala (via Ver<strong>di</strong>, 7 <strong>•</strong> tel. 070740284) per assaggiare vini come l’Isola dei Nuraghi<br />

“S’Arai” da uve carignano, cannonau e bovale e l’ “Entemari” bianco da uve chardonnay, vermentino<br />

e malvasia <strong>di</strong> Cagliari. Sempre a Ser<strong>di</strong>ana sosta obbligata da Sa Muskera (via Regina Margherita,<br />

8 <strong>•</strong> tel. 070743687), deliziosa osteria, dove Bruno Paba porta in tavola tortelli <strong>di</strong> patate e pecorino,<br />

fregola incasada e carne <strong>di</strong> pecora e agnello cucinate in varie versioni. Da Ser<strong>di</strong>ana si prosegue verso<br />

Dolianova dove visitare la Cattedrale <strong>di</strong> San Pantaleo costruita nel XIII secolo e caratterizzata da<br />

uno stile oscillante tra romanico maturo e inizio gotico. Dolianova è anche un centro della produzione<br />

vitivinicola come testimoniato dalla produzione della Cantina Sociale (loc. Sant’Esu - S.S. 387<br />

km 17,150 <strong>•</strong> tel. 070 74410224)<br />

dove assaggiare Cannonau e<br />

Vermentino.<br />

6 Cagliari da vedere<br />

<strong>Il</strong> capoluogo della regione Sardegna nasconde tesori architettonici notevoli a cominciare dal quartiere<br />

Castello con le sue viuzze me<strong>di</strong>evali con le torri in calcare tuttora ben conservate. <strong>Il</strong> Castello <strong>di</strong> San<br />

Michele conserva l’impianto spagnolo originario ed è decorato, nello stile me<strong>di</strong>terraneo, con le azulejos,<br />

la tipica ceramica colorata. Non lontano la Cattedrale risalente al XIII secolo e rimaneggiata in forme<br />

barocche nel XVII secolo, si ammira una statua lignea della Madonna Nera, risalente al XII secolo. La<br />

torre dell’Elefante, eretta a inizio Trecento, rappresenta la principale testimonianza della dominazione<br />

pisana mentre gli amanti dell’archeologia potranno visitare l’Anfiteatro romano risalente al II sec. a.C.<br />

e la suggestiva necropoli <strong>di</strong> Tuvixeddu, antica città fenicio-punica. Notevoli anche i musei, cominciando<br />

proprio dal Museo Archeologico Nazionale che conserva reperti delle principali popolazioni che hanno<br />

abitato l’isola e pezzi <strong>di</strong> particolare pregio come la Venere <strong>di</strong> Macomer e la famosa stele <strong>di</strong> Nora. <strong>Il</strong> Museo<br />

apre le porte sulla bella piazza dell’Arsenale, una delle principali, insieme alla Piazza San Cosimo, dove<br />

si affaccia la Basilica <strong>di</strong> San Saturnino, patrono della città. Tra le altre curiosità si segnalano il Museo<br />

d’Arte Siamese “S. Cardu” nel quale troviamo pezzi rari dell’artigianato thailandese e la Galleria delle<br />

Cere Anatomiche.<br />

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7 Cagliari da gustare<br />

Un tour goloso nel capoluogo non può che iniziare da Durke (via Napoli, 66 <strong>•</strong> tel. 070667984) laboratorio<br />

dolciario celebre per i Papassinos de Vitza con uva sultanina e mandorle e i Gueffus aromatizzati<br />

all’acqua <strong>di</strong> fiori <strong>di</strong> arancio. Sempre in tema dolce, la Pasticceria Piemontese (via Cocco Ortu, 39 <strong>•</strong> tel.<br />

07041365) introduce ai prodotti con cioccolato e nocciola Tonda Gentile, mentre chi ama il gelato scoprirà<br />

il Gelato alla Pardula (con ricotta) <strong>di</strong> Tutto Gelato (viale Poetto, 100/c <strong>•</strong> tel. 070371333) oppure i<br />

gusti tropicali <strong>di</strong> Sa Carapigna (via Monte Mixi, 10 <strong>•</strong> tel. 070308443). Le sfiziosità dell’enogastronomia<br />

sarda, dalla pasta fatta a mano allo zafferano <strong>di</strong> Turri, si possono trovare da Squisito (via Pacinotti,<br />

15/17 <strong>•</strong> tel. 070486981), mentre per ricotte e caprini l’in<strong>di</strong>rizzo giusto è quello <strong>di</strong> Bonu (via Sassari,<br />

50 <strong>•</strong> tel. 070650745). Vini e liquori da tutta l’isola, ma anche dal resto d’Italia si possono assaggiare<br />

all’Enoteca Cagliaritana (salita Santa Chiara, 21 <strong>•</strong> tel. 070655611) e da Liquorvini (viale Trieste, 51<br />

<strong>•</strong> tel. 070650825), mentre per uno spuntino <strong>di</strong> qualità o un buon dolce si va all’Antico Caffé (piazza<br />

Costituzione, 10/11 <strong>•</strong> tel. 070658206). Non mancano anche i ristoranti <strong>di</strong> prestigio, cominciando dalla<br />

trattoria Lillicu (via Sardegna, 78 <strong>•</strong> tel. 070652970) per gli spaghetti alla bottarga, lo stoccafisso e il<br />

pescato del giorno in ottimo rapporto qualità prezzo. Sale eleganti e grande attenzione per la materia<br />

prima Dal Corsaro (viale Regina Margherita, 28 <strong>•</strong> tel. 070664318) dove si assaggiano tonno rosso <strong>di</strong><br />

Carloforte, fregola mantecata con caglio <strong>di</strong> capretto e favette novelle<br />

e agnello spolpato in fricassea, laccato con il suo fondo e zabaione<br />

alla senape. Una cucina <strong>di</strong> innovazione che sempre poggia però<br />

sulla tra<strong>di</strong>zione cagliaritana viene proposta al Lisboa (via Tuveri, 2 <strong>•</strong><br />

tel. 07043707) con piatti come crema <strong>di</strong> riso basmati con crudo <strong>di</strong><br />

pesce azzurro profumato agli agrumi e ricci <strong>di</strong> mare, pillus <strong>di</strong> casa<br />

con sugo <strong>di</strong> triglie, pomodorini appassiti, olivette e noci e scaloppa<br />

<strong>di</strong> lenza con guazzetto <strong>di</strong> lenticchie e castagne. Infine per gli amanti<br />

del sushi me<strong>di</strong>terraneo sosta d’obbligo al ristorante <strong>di</strong> Luigi Pomata<br />

(viale Regina Margherita, 18 <strong>•</strong> tel. 070 672058) dove si gusta il<br />

tonno rosso <strong>di</strong> Carloforte, luogo d’origine dello chef. Per dormire,<br />

valido il Sardegna Hotel (via Lunigiana, 50 <strong>•</strong> tel. 070290469).<br />

8 Sestu e Elmas<br />

Spostandoci nella zona a nord <strong>di</strong> Cagliari incontriamo Sestu, il cui nome in latino in<strong>di</strong>ca le sei miglia che<br />

separavano questo villaggio da Cagliari. Oggi Sestu è una citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> 15mila abitanti che al suo interno<br />

conserva due e<strong>di</strong>fici religiosi <strong>di</strong> valore (la Parrocchiale <strong>di</strong> San Giorgio e la Chiesa <strong>di</strong> San Salvatore) e la<br />

casa <strong>di</strong> Tzia Ofelia, una tipica abitazione realizzata con mattoni cru<strong>di</strong> e con il tipico loggiato “sa iolla”<br />

da cui si accede a tutte le stanze della casa. Oggi dopo un’attenta ristrutturazione è trasformata in un<br />

museo e accoglie <strong>di</strong>versi eventi nell’arco dell’anno. Da qui, a soli 5 chilometri <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza, sorge Elmas,<br />

cruciale perché ospita l’aereoporto <strong>di</strong> Cagliari. Proprio nella zona <strong>di</strong>etro l’aereoporto si trova il Santuario<br />

<strong>di</strong> Santa Caterina <strong>di</strong> Semelia, de<strong>di</strong>cato alla statua della Vergine rinvenuta dai monaci sulle sponde dello<br />

stagno. La chiesa ha una sola navata e si trova all’interno <strong>di</strong> un ampio cortile in cui sono ancora presenti<br />

le celle dei religiosi <strong>di</strong>venute “cumbessias”, ovvero ricovero per i pellegrini durante le feste. Una sosta a<br />

Elmas può <strong>di</strong>ventare l’occasione prima <strong>di</strong> riprendere l’aereo per acquistare le paste tipiche sarde come i<br />

Malloreddus, i Maccaronis de busa e la Fregola presso la Casa del Grano (Zona Industriale Casic - via<br />

Cettolini, 24 <strong>•</strong> tel. 070240401) oppure gustare culurgiones (ravioli con ripieno al profumo <strong>di</strong> cipolla),<br />

malloreddus alla campidanese e porceddu da Pani e casu (via Moguru <strong>•</strong> tel. 070216691).<br />

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9 Pula e Sarroch<br />

Proseguendo da Elmas verso Teulada incontriamo la zona del Sulcis Inglesiente con la bellissima spiaggia<br />

<strong>di</strong> sabbia bianca finissima <strong>di</strong> Santa Margherita <strong>di</strong> Pula, in un territorio che cambia aspetto procedendo<br />

verso l’interno e arrivando a Pula <strong>di</strong>venta paesaggio <strong>di</strong> montagna. Qui c’è spazio anche per una merenda<br />

eccellente con i 40 gusti del gelato proposto da Su Nuraghe (via Nora, 53 <strong>•</strong> tel. 0709209943),<br />

con vere e proprie chicche come il gelato ai fichi d’In<strong>di</strong>a. Attraversato il paese dopo circa tre chilometri<br />

si giunge alla spiaggia <strong>di</strong> Nora dove troviamo la Chiesa <strong>di</strong> Sant’Efisio realizzata nel periodo bizantino e,<br />

nei pressi del paese, l’ampia area archeologica, la maggiore della Sardegna, dove sono visibili <strong>di</strong>versi<br />

resti della dominazione romana sull’isola, con i resti delle strade, il Foro, i templi e il teatro che oggi,<br />

ristrutturato, è tornato alla sua funzione originaria accogliendo spettacoli e rappresentazioni. In otto<br />

chilometri da Pula si giunge infine all’agglomerato <strong>di</strong> Sarroch celebre per il suo <strong>di</strong>stretto industriale e<br />

l’attività della raffineria <strong>di</strong> petrolio. Questo non deve però ingannare: nel suo territorio scopriamo infatti<br />

la bella spiaggia <strong>di</strong> Perd’e Sali a anche il nuraghe arcaico Sa Domu e S’Orcu e il complesso nuragico<br />

Antigori con numerose torri. Da segnalare tra le tappe golose a Sarroch il ristorante Dal Pescatore<br />

(Strada Pedemontana - Loc. Balloi <strong>•</strong> tel. 070 900331) dove assaggiare il pescato in agrodolce alle rose,<br />

creme <strong>di</strong> pesce e paste saporite.<br />

Per dormire (ma fa anche ristorazione)<br />

consigliamo, a Pula, l’agriturismo<br />

Bau Arena (loc. Bau Arena<br />

– cell. 348.7938066).<br />

10 Da Teulada a Sant’Anna Arresi<br />

Proseguendo lungo la costa del Sulcis incontriamo Teulada, citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> origine romana come testimoniato<br />

dal nome che si fa derivare dal latino “tegula” a testimonianza della grande produzione <strong>di</strong> terracotta<br />

della zona. L’inse<strong>di</strong>amento che in età me<strong>di</strong>evale è stato trasferito all’interno nell’attuale sito conserva<br />

ancora l’impianto <strong>di</strong> vicoli stretti nel centro storico, che convergono alla Parrocchiale della Madonna del<br />

Carmelo e<strong>di</strong>ficata alla metà del Seicento. Di fronte a questa si può ammirare la casa baronale dei Sanjust,<br />

che oggi restaurata viene utilizzata per l’allestimento <strong>di</strong> mostre temporanee. Da ammirare soprattutto<br />

il paesaggio fatto <strong>di</strong> spiagge con rocce affacciate sul mare da cui si scorge l’Isola Rossa. Percorrendo la<br />

strada lungo la costa del sud è tutto un susseguirsi <strong>di</strong> cale e baie tra cui la celebre spiaggia <strong>di</strong> Tuerredda,<br />

dal mare trasparente e circondata dalla macchia me<strong>di</strong>terranea. Superando il promontorio <strong>di</strong> Capo Teulada,<br />

proprietà dell’esercito, si arriva a Sant’Anna Arresi celebre per le spiagge tra cui la famosissima<br />

frazione balneare <strong>di</strong> Porto Pino con la sua sabbia fine e quasi bianca. A Sant’Anna ha sede la Cantina<br />

Mesa (loc. Su Baroni <strong>•</strong> tel. 0781965057) del celebre pubblicitario Gavino Sanna che qui produce un<br />

grande Vermentino, l’Ppale, già premiato tra i Top Hundred <strong>di</strong> <strong>Papillon</strong>. Per la cena sosta consigliata da<br />

Gianni (loc. Porto Budello <strong>•</strong> tel. 070 9283015), bella trattoria vista mare tra Teulada e Capo Malfatano,<br />

dove si viene per julienne <strong>di</strong><br />

seppia al nero, raviolini <strong>di</strong> pesce<br />

con ragù <strong>di</strong> pomodorini e vongole<br />

e pesci al sale.<br />

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11 Santa<strong>di</strong>, storia, grotte e vino<br />

Allontanandosi dalla costa, merita una deviazione verso l’interno per il paese <strong>di</strong> Santa<strong>di</strong>, particolarmente<br />

importante per la produzione agroalimentare. Un viaggio fin qui sarà anche l’occasione per ammirare la<br />

Parrocchiale <strong>di</strong> San Nicolò e visitare il Museo Etnografico detto “Sa Domu Antiga”, che rappresenta un<br />

viaggio storico nel mondo conta<strong>di</strong>no dei primi del ‘900, e il Museo Archeologico che raccoglie reperti dell’età<br />

preistorica, nuragica e punica. Proprio accanto a Santa<strong>di</strong> infatti ci sono la grotta <strong>di</strong> Pirosu, dov’è stato<br />

ritrovato un santuario nuragico con <strong>di</strong>versi oggetti, e la grotta <strong>di</strong> Is Zuddas al cui ingresso è presente<br />

un fossile, il “prolagus sardus”, simile alla lepre e datato tra i 10 e i 25 milioni <strong>di</strong> anni fa. Tra Santa<strong>di</strong> e<br />

Giba poi sono presenti le rovine dell’inse<strong>di</strong>amento fenicio <strong>di</strong> Pani - Loriga con acropoli, necropoli e resti<br />

della cinta muraria. Santa<strong>di</strong> però è anche vino, con l’agricola Punica e il suo Isola dei Nuraghi “Barrua” a<br />

base <strong>di</strong> carignano, cebernet sauvignon e merlot, e la Cantina sociale con il Carignano del Sulcis superiore<br />

“Terre brune”, entrambi Top Hundred <strong>di</strong> <strong>Papillon</strong>. Gli amanti del miele invece potranno andare a La Casa<br />

del miele (via Is Collus, 53 <strong>•</strong> tel. 0781955787) per assaggiare i prodotti al cardo ed eucalipto, millefiori,<br />

asfodelo e amaro <strong>di</strong> corbezzolo, ottimi anche in abbinamento a formaggi caprini e pecorini come quelli<br />

prodotti dalla Latteria Sociale (via Cagliari, 72 <strong>•</strong> tel. 0781950333) da gustare accompagnati dai pani tipici<br />

come il pane Civrasu e la Tundra che qui produce il Panificio Pilloni (via Roma, 50 <strong>•</strong> tel. 0781955082).<br />

Al ristorante ci si sposta nella vicina Nuxis dove apre le sue porte Letizia (via San Pietro, 14 <strong>•</strong> tel.<br />

0781 957021) con le zuppe <strong>di</strong> legumi,<br />

grano ed erbette, gi strudel<br />

<strong>di</strong> ricotta e porcini e la crema <strong>di</strong><br />

mirto e cioccolato. Per dormire,<br />

consigliamo l’agriturismo Piga, a<br />

Capoterra (loc. Baccalamanza <strong>•</strong><br />

tel. 0702110296. che ha in serbo<br />

anche una cucina legata al territorio<br />

e fatta con i prodotti coltivati in<br />

azienda.<br />

12 Sant’Antioco, spiagge incantate<br />

Da Santa<strong>di</strong> ritorniamo verso la costa, raggiungendo San Giovanni Suergiu porta d’accesso per l’Isola <strong>di</strong><br />

Sant’Antioco. Attraversando infatti l’istmo che <strong>di</strong>vide il mare dallo stagno <strong>di</strong> Santa Caterina si giunge al<br />

nuovo ponte da cui si scorge ancora il ponte romano utilizzato fino al 1984 come unica via d’accesso.<br />

La città <strong>di</strong> Sant’Antioco infatti è antichissima, fu uno dei maggiori porti fenici nel me<strong>di</strong>terraneo mentre<br />

in periodo romano si concentrò sulle attività estrattive. Oggi il paese si estende intorno ai resti del forte<br />

sabaudo, in un centro storico che ricorda i villaggi dei pescatori con case basse e colorate, anche se non<br />

mancano il corso e la piazza dove d’estate si svolgono eventi e spettacoli. Una visita a Sant’Antioco deve<br />

contemplare una sosta alla parrocchiale <strong>di</strong> Sant’Antioco Martire, sotto cui si trovano le catacombe paleocristiane,<br />

e una gita ai resti del forte da cui si accede all’ampia zona archeologica fenicio-punica, con i resti<br />

del tophet, la necropoli dei bambini. La vera bellezza dell’isola sono però le spiagge, dal piccolo porto<br />

nascosto <strong>di</strong> Portixeddu a Cala Maladroxia dove sgorga una sorgente termale, dalla Baia <strong>di</strong> Coaquaddus,<br />

la più attrezzata dell’isola, fino all’incantevole Porto Cannai con le sue acque cristalline e da dove è possibile<br />

ammirare le tre isole del Toro, della Vacca e del Vitello. Accanto alle bellezze naturalistiche e agli<br />

scorci incantevoli, l’isola offre anche una cucina impeccabile come quella dell’Hotel Moderno - Achille<br />

(via Nazionale, 82 <strong>•</strong> tel. 078183105) che propone carpaccio <strong>di</strong> ricciola con emulsione <strong>di</strong> agrumi, erba<br />

cipollina e pepe rosa, paccheri con cozze, zucchine e bottarga e scaloppe <strong>di</strong> dentice con asparagi e crema<br />

<strong>di</strong> topinambur (qui si può anche pernottare). Oppure, a Calasetta,<br />

Da Pasqualino (via Regina Margherita, 85 <strong>•</strong> tel. 0781 88473) con un<br />

classico menu con mosciame e bottarga <strong>di</strong> tonno, zuppa <strong>di</strong> vongole<br />

e arselle, l’aragosta alla calasettana. Sant’Antioco è anche terra <strong>di</strong><br />

vini, come <strong>di</strong>mostrano le produzioni delle Cantine Sardus Pater (via<br />

Rinascita, 46 <strong>•</strong> tel. 0781800274) con i Carignano del Sulcis “Arenas”<br />

e “Katai”.<br />

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13 La tonnara <strong>di</strong> Portoscuso<br />

Lasciando Sant’Antioco per tornare sulla costa raggiungiamo Portoscuso, paese del tonno che qui viene<br />

celebrato con una sagra a giugno. Nella piazza Santa Maria d’Itria sorge poi il cinquecentesco palazzotto<br />

della Tonnara con uno spettacolare spazio interno aperto verso il mare detto “Su Pranu” e ai lati le abitazioni<br />

dei tonnarotti, vicino alla Chiesa <strong>di</strong> Sant’Antonio, patrono <strong>di</strong> questi particolari lavoratori. Questa antica<br />

tonnara è uno dei simboli <strong>di</strong> Portoscuso insieme alla Torre Spagnola che domina il golfo circostante<br />

e la cui costruzione risale al periodo della dominazione spagnola quando serviva per avvistare le navi dei<br />

pirati che venivano a depredare la tonnara. Per gli amanti del mare anche qui non mancano le spiagge<br />

nella costiera del paese lunga complessivamente otto chilometri e ricca <strong>di</strong> insenature come Portopaleddu,<br />

circondato dalla pineta. Portoscuso sarà anche una piacevole tappa gastronomica nel grazioso albergo e<br />

ristorante La Ghinghetta (loc. Sa Caletta - via Cavour, 26 <strong>•</strong> tel. 0781 508143), graziosa casa marinara<br />

dove si trovano ottimi tagliolini allo zafferano e ragù <strong>di</strong> pesce e guazzetto <strong>di</strong> crostacei e coquillage, mentre<br />

sul Lungomare Cristoforo Colombo la taverna Sa Musciara (tel. 0781 507099) sarà un sollazzo per chi<br />

ama il tonno, proposto, morbi<strong>di</strong>ssimo sott’olio, oppure lessato negli spaghetti insieme a pomodoro, basilico<br />

e bottarga, o alla portoscusese<br />

in una sorta <strong>di</strong> spezzatino cotto nel<br />

vino rosso.<br />

14 Carloforte, enclave genovese<br />

Portoscuso è anche l’unico approdo sulla costa per i traghetti che conducono all’Isola <strong>di</strong> San Pietro, dove<br />

incontriamo il celebre borgo <strong>di</strong> Carloforte, <strong>di</strong> chiara impronta ligure come <strong>di</strong>mostrato dalle inflessioni del<br />

<strong>di</strong>aletto simile a quello <strong>di</strong> Pegli. La sua storia inizia nel Settecento quando Carlo Emanuele III <strong>di</strong> Savoia<br />

organizza il riscatto <strong>di</strong> alcuni pescatori <strong>di</strong>scendenti dei liguri tenuti in schiavitù in Marocco e li fece trasferire<br />

in questa isola. In suo onore fondarono la città <strong>di</strong> Carloforte che si sviluppò come porto, un tempo<br />

fondamentale per le attività <strong>di</strong> trasporto dei minerali estratti dal Sulcis, e per le attività legate alla pesca<br />

del tonno. Bellissima tutta la costa dell’isola, dalla spiaggia <strong>di</strong> Girin, famosa per la spiaggia bianca, alla<br />

Punta Nera, dal particolare colore della scogliera, da La Bobba, con i faraglioni detti Le Colonne, al Golfo <strong>di</strong><br />

Mezzaluna con le sue insenature e le grotte naturali, mentre proseguendo verso nord si arriva alla Punta<br />

Regolina, famosa per le tonnare e alla Grotta delle Oche, la maggiore dell’isola. Carloforte è anche gastronomia,<br />

a cominciare dal pesce fresco - tonno su tutti - proposto dalla Pescheria F.lli Feola (via Magenta,<br />

66 <strong>•</strong> tel. 0781854434), da cucinare con le paste fresche <strong>di</strong> Luxoro (viale Osservatorio Astronomico, 12 <strong>•</strong><br />

tel. 0781856161) come curzetti, cassuli e maccaruni, mentre per il vino si va da Tanca Gioia Carloforte<br />

(loc. Gioia) ad assaggiare il passito Isola dei Nuraghi U-Tabarka “Quae” da uve moscato <strong>di</strong> Sardegna<br />

e nasco, già Top Hundred <strong>di</strong> <strong>Papillon</strong>. Ottima anche la proposta <strong>di</strong> ristoranti: Nicolo (c.so Cavour, 32 <strong>•</strong><br />

tel. 0781 854048) per i maccheroni<br />

con fior fiore <strong>di</strong> tonno con erbe<br />

aromatiche, Dau Bobba (lungocanale<br />

delle Saline km 0,300 <strong>•</strong> tel.<br />

0781 854037) per il tonno all’agro<br />

<strong>di</strong> mela e il cous cous e Tonno <strong>di</strong><br />

corsa (via Marconi, 47 <strong>•</strong> tel. 0781<br />

855106) con un menu a base <strong>di</strong><br />

tonno cucinato in ogni modo. Per<br />

dormire, ecco il B&B <strong>Il</strong> Ghiro (via<br />

Solferino, 1 <strong>•</strong> cell. 3382050553).<br />

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15 Iglesias, città dalle cento chiese<br />

Abbandonando l’Isola <strong>di</strong> San Pietro e proseguendo verso l’interno si giunge al centro minerario e commerciale<br />

<strong>di</strong> Iglesias, che nel Cinquecento costituiva la riserva <strong>di</strong> argento dei conti della Gherardesca che qui<br />

fecero coniare le prime monete d’argento. La ricchezza è anche alla base della costruzione dei tanti e<strong>di</strong>fici<br />

religiosi che ancora fanno sì che sia chiamata la città dalle cento chiese. Da visitare la cattedrale <strong>di</strong> Santa<br />

Chiara <strong>di</strong> Assisi, fatta e<strong>di</strong>ficare da Ugolino della Gherardesca, che oggi vanta ancora l’originale facciata del<br />

1284, ma meritano una sosta anche il convento Francescano del XV secolo, la chiesa <strong>di</strong> San Domenico<br />

del 1610 e il settecentesco Santuario della Vergine del Buoncammino. Uscendo dal centro si raggiunge il<br />

complesso minerario <strong>di</strong> Monteponi da cui è possibile accedere alla Grotta <strong>di</strong> Santa Barbara ricca <strong>di</strong> rari<br />

cristalli. In frazione Sant’Angelo <strong>di</strong> Iglesias troviamo poi il Tempio <strong>di</strong> Antas e<strong>di</strong>ficato dai cartaginesi nel<br />

V secolo a.C. che ora costituisce uno dei reperti archeologici più importanti dell’isola. Per gli amanti della<br />

tavola consigliamo Villa <strong>di</strong> Chiesa (piazza Municipio 10 <strong>•</strong> tel. 0781 31641 ), in pieno centro, dove gustare<br />

linguine con asparagi <strong>di</strong> campo e pesce fresco e il Gazebo Me<strong>di</strong>oevale (via Musio, 21 <strong>•</strong> tel. 0781 30871) con<br />

i carpacci <strong>di</strong> pescato, la fregola con le arselle e le tappadas (lumache) in umido. Per i dolci e le paste fresche<br />

tappa obbligata al Pastificio Artigiano (zona industriale Sa Stoia <strong>•</strong> tel. 0781 21211) per la pasta ripiena e il<br />

celebre dolce locale, le Seadas.<br />

16 Gonnosfana<strong>di</strong>ga e San Gavino <strong>di</strong> Monreale<br />

Da Iglesias procedendo verso l’interno arriveremo a Gonnosfana<strong>di</strong>ga, importante centro agricolo<br />

dove fuori dall’abitato si visita il Santuario <strong>di</strong> Santa Severa, e<strong>di</strong>ficato nei primi secoli del cristianesimo<br />

in un’area dove sono stati ritrovati i resti <strong>di</strong> una necropoli romana, che conserva una campana in<br />

bronzo del 1388. Sulla strada <strong>di</strong> Arbus si incontra invece la Tomba dei Giganti <strong>di</strong> San Cosimo, una<br />

delle più gran<strong>di</strong> della Sardegna, mentre gli amanti della natura possono organizzare un’escursione sul<br />

massiccio del Monte Linas che ospita il parco Perda de Libera. A Gonnosfana<strong>di</strong>ga si può trovare anche<br />

un ottimo olio da cultivar Nera e Bianca <strong>di</strong> Gonnos prodotti dalla Cooperativa Olearia Santa Barbara<br />

(via Pavilonis, 1 <strong>•</strong> tel. 0709799092). Procedendo nell’interno giungiamo infine nel paese dello zafferano,<br />

San Gavino Monreale, che conserva anche la Chiesa <strong>di</strong> San Gavino, e<strong>di</strong>ficata nel XIV secolo da<br />

maestranze pisane, dove si può ammirare un altorilievo che rappresenta gli ultimi giu<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Arborea.<br />

A San Gavino naturalmente si acquista il tipico zafferano, raccolto e lavorato dalla Cooperativa Su<br />

Zafferanu (via Sauro, 12 <strong>•</strong> tel. 0709339207).<br />

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