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legal privilege - Studi sull'integrazione europea

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Günther Heydemann<br />

si evidenziarono il 16 novembre 2001, quando il Cancelliere Schröder si vide<br />

costretto a porre la questione di fiducia a favore di un intervento militare antiterroristico<br />

della Bundeswehr (l’esercito tedesco) in Afghanistan, contro la base<br />

operativa dell’organizzazione terroristica Al Qaida, responsabile degli attacchi<br />

negli USA. Il risultato, con una maggioranza di soli due voti per il Cancelliere<br />

Schröder, fu molto scarso. Nonostante ciò, la votazione portò all’invio di 3.900<br />

soldati tedeschi in Afghanistan, nell’ambito dell’operazione antiterroristica<br />

Enduring Freedom 6 .<br />

La coalizione governativa Schröder-Fischer aveva serie intenzioni non solo<br />

di riconfermare il sostegno agli USA sotto l’aspetto militare, ma anche di giocare<br />

un ruolo attivo a livello multilaterale ed internazionale, e lo dimostrò organizzando<br />

la conferenza di pace per l’Afghanistan. Gli accordi di pace firmati a<br />

Bonn il 5 dicembre 2001 crearono i fondamenti politico-giuridici per un governo<br />

di transizione di una durata massima di sei mesi dopo la caduta del regime talibano.<br />

Nello stesso momento il governo tedesco approvava la partecipazione<br />

della Bundeswehr alla forza internazionale di sicurezza per l’Afghanistan<br />

(ISAF), a partire da gennaio 2002. Inoltre la Bundesmarine cominciò nello<br />

stesso periodo, nell’ambito di Enduring Freedom, delle missioni di controllo<br />

intorno al corno d’Africa, così come il collocamento di idrovolanti di ricognizione<br />

a Mombasa (in Kenya). Inoltre, furono mandati dei carri armati in ricognizione<br />

in Kuwait. Nel suo insieme, si trattò della più grande operazione all’estero<br />

nella storia della Bundeswehr. A fine 2001-inizio 2002 tra la Germania e gli<br />

USA c’era quindi, tutto sommato, un consenso sia politico che militare.<br />

Questo rapporto peggiorò sensibilmente a fine gennaio 2002. Un primo<br />

motivo fu il tradizionale messaggio sullo stato dell’Unione 7 del 29 gennaio<br />

2002, nel quale George W. Bush definì l’Iraq, l’Iran e la Corea del Nord l’asse<br />

del male (“axis of evil”), che minaccerebbe il mondo. Poiché solo tre giorni dopo<br />

era previsto un incontro del Presidente Bush e del suo Ministro degli esteri Colin<br />

Powell con il Cancelliere tedesco e il suo Ministro degli esteri Joschka Fischer,<br />

Schröder scelse una formula diplomatica, affermando di interpretare il concetto<br />

di “asse del male” come un avvertimento al fine di non dare armi ai terroristi 8 .<br />

Il Ministro degli esteri francese Hubert Védrine fu molto più critico al riguardo.<br />

In un’intervista del 6 febbraio 2002 parlò di una “eccesiva semplificazione”<br />

della situazione mondiale da parte di George W. Bush, affermando che nei confronti<br />

della “superpotenza USA” l’Europa avrebbe dovuto sottolineare la propria<br />

identità 9 . Sei giorni dopo il Ministro degli esteri Fischer diffidò per la prima<br />

volta da un attacco militare contro l’Iraq. La coalizione internazionale contro il<br />

6 Vedi la richiesta del Governo tedesco del 7 novembre 2001 per l’impiego dell’esercito nella<br />

“guerra contro il terrore”, decisa dal Bundestag tedesco il 14 novembre 2001, in Blätter für<br />

deutsche und internationale Politik, 2001, p. 1506.<br />

7 Reperibile on line all’indirizzo www.whitehouse.gov.<br />

8 Vedi Chronik des Monats Februar 2002, in Blätter für deutsche und internationale Politik,<br />

2002, p. 262.<br />

9 Intervista con France Inter del 6 febbraio 2002, in Internationale Politik, 2002, n. 4, p. 112.

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