legal privilege - Studi sull'integrazione europea
legal privilege - Studi sull'integrazione europea
legal privilege - Studi sull'integrazione europea
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
256<br />
Günther Heydemann<br />
shock fu così profondo. Dalla guerra fredda, che era durata quattro decenni e<br />
aveva caratterizzato la seconda metà del XX secolo, gli USA, usciti come indiscussi<br />
vincitori, “da potere dell’occidente” erano diventati “potere del mondo” 3 .<br />
Essi rappresentavano, infatti, l’unico potere egemonico rimasto dopo il crollo e<br />
la dissoluzione della Unione Sovietica. Nessun altro Stato raggiungeva una tale<br />
potenza economica ed un tale arsenale militare. Eppure, di fronte alla violenza e<br />
alla precisione di quell’attacco, progettato con scaltrezza e eseguito senza pietà,<br />
questo gigante, apparentemente inattaccabile, si è dimostrato gravemente colpito.<br />
Comunque, non si è trattato solo di un attacco al superpotere mondiale, ma<br />
di un attacco consapevolmente calcolato al più grande potere “occidentale”,<br />
anzi, contro l’occidente in genere. E come tale è stato inteso dagli altri Stati<br />
occidentali, Germania inclusa. Essi hanno visto in tale attacco (e continuano a<br />
vedervi) una dichiarazione di guerra da parte del terrorismo contro i valori e le<br />
conquiste “occidentali”, cioè contro la democrazia, la salvaguardia dei diritti<br />
umani e civili, lo Stato di diritto, la libertà di religione, l’economia di mercato,<br />
la libertà di stampa e, non da ultimo, contro il pluralismo culturale. Di conseguenza<br />
era inerente all’attacco dell’11 settembre 2001 il rifiuto consapevole di<br />
tali valori. Non c’è quindi da meravigliarsi che la lotta al terrorismo internazionale<br />
sia divenuta uno dei compiti al quale i Ministeri degli esteri e della sicurezza<br />
interna di quasi tutti gli Stati danno maggiore precedenza.<br />
Dopo l’attacco è stato ripetutamente proclamato, in particolar modo da parte<br />
degli Stati dell’occidente, il comune impegno a combattere uniti il terrorismo<br />
internazionale, per salvaguardare i valori fondamentali della democrazia, dello<br />
Stato di diritto, dell’economia di mercato e del pluralismo. Nei fatti, però, alcuni<br />
avvenimenti non hanno contribuito per niente a rafforzare l’unione dell’occidente,<br />
come invece tutti si aspettavano. La guerra contro l’Iraq, infatti, condotta<br />
a seguito dell’attacco dell’11 settembre, ha provocato indubbiamente le maggiori<br />
tensioni tra gli USA e l’Europa dalla fine della seconda guerra mondiale. I<br />
rapporti tradizionalmente buoni tra la Germania e l’America ne hanno risentito<br />
in una maniera che ha sorpreso il mondo della politica, della stampa e della<br />
scienza politica su entrambi i lati dell’Atlantico. A parte gli errori diplomatici,<br />
le posizioni politiche differenti furono la conseguenza di percezioni, norme e<br />
valori differenti. Convinzioni fondamentali comuni e un’alleanza durata decenni<br />
non riuscirono più a prevalere sulle importanti differenze tra americani e europei,<br />
riguardanti per esempio il diritto internazionale, le politiche di sicurezza e<br />
le misure militari come mezzo politico, così come il rispetto dei diritti umani e<br />
civili. Il rapporto transatlantico tuttora ne risente. Anche se il cambio di governo<br />
in Germania, avvenuto nell’autunno 2005, ha portato ad un miglioramento del<br />
rapporto con gli USA, continua a persistere un dissenso “sottotraccia”, anche<br />
perché l’intervento militare deciso dal Presidente George W. Bush in Iraq non<br />
3 Ibidem.