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Waste n. 31 luglio 2024

Rigenerazione fibre, entriamo nel vivo del processo della filiera tessile Recupero e riciclo del vetro lastra per dare nuova vita al parabrezza

Rigenerazione fibre, entriamo nel vivo del processo della filiera tessile

Recupero e riciclo del vetro lastra per dare nuova vita al parabrezza

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Anno VIII<br />

Luglio<br />

<strong>2024</strong><br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

PLATEAU<br />

ROYAL<br />

ISSN 2610-9069<br />

9<br />

772610 906904<br />

0 0 0 3 1 ><br />

Casa Editrice<br />

la fiaccola srl<br />

RIGENERAZIONE FIBRE, ENTRIAMO<br />

NEL VIVO DEL PROCESSO DELLA<br />

FILIERA TESSILE<br />

RECUPERO E RICICLO DEL<br />

VETRO LASTRA PER DARE<br />

NUOVA VITA AL PARABREZZA


2 SOMMARIO<br />

wasteweb.it<br />

waste@fiaccola.it<br />

Stampato su carta FSC<br />

ISSN 2610-9069<br />

Numero <strong>31</strong><br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

EDITORIALE<br />

3<br />

In primo piano<br />

8 Cestino d’oro<br />

Parte l’impianto per riciclo<br />

chimico nel Molisano<br />

9 Up e Downcycling<br />

Progetti geniali, idee bizzarre<br />

10 <strong>Waste</strong> Strategy<br />

Il fine vita del fotovoltaico<br />

12 Pillole dal laboratorio<br />

Impianto minimi, PNNR e rifiuti<br />

14 App e Sturtup<br />

L’angolo delle nuove idee<br />

15 Impressioni Bavaresi<br />

IFAT fa ancora da trend setter?<br />

Economia circolare<br />

16 Non solo questioni idriche<br />

Al Salone di Monaco, tutte le<br />

tecnologie ambientali<br />

18 Strategie di circolarità<br />

Vetro lastra parabrezza.<br />

Recupero non facile ma vale la<br />

pena dargli una second life<br />

24 CircolarMente<br />

Tracciabilità dei materiali per<br />

una progettazione circolare<br />

28 Intelligenza artigianale<br />

Nel Biellese, gli esperti del<br />

recupero, rigenerazione e riciclo<br />

delle fibre più preziose<br />

Energia<br />

32 Bio-LNG, poco ma buono<br />

Ripartito il tema sui<br />

biocombustibili. Il bio-LNG<br />

è soluzione a metà<br />

Rifiuti solidi<br />

36 Rifiuti misti da cantiere<br />

Non solo scarti da C&D, ma<br />

anche quelli che si producono<br />

o già presenti nel cantiere<br />

38 Abbattimento polveri<br />

Lanciata una nuova linea di<br />

cannoni più compatti e versatili<br />

48 Trituratori smart<br />

Per produrre combustibili<br />

sostitutivi ad alto contenuto<br />

energetico<br />

50 Sempre più in alto<br />

Macchine da lavoro e di grande<br />

portata nel settore del riciclaggio<br />

e impianti biogas<br />

52 Sinergia d’Oltralpe<br />

Nasce Aktid Italia: impianti<br />

per la valorizzazione e selezione<br />

dei rifiuti<br />

Biowaste<br />

56 Energia rinnovabile<br />

La sfida della decarbonizzazione<br />

si vince con l’economia circolare.<br />

Questo il paradigma di Bioenerys<br />

58 Miniera marina<br />

Soluzioni già applicabili<br />

per recuperare sostanze<br />

preziose da carapaci e gusci<br />

Acque reflue<br />

62 Bioraffinerie<br />

Nasce CAP Evolution per operare<br />

nei settori del waste, wastewater<br />

ed energy<br />

Veicoli&Allestimenti<br />

66 Normative batterie<br />

Facciamo il punto, nel settore<br />

automotive, sulla gestione, riciclo<br />

e recupero delle batterie<br />

Rubrica<br />

3 Editoriale<br />

6 Numeri e poltrone<br />

22 News economia circolare<br />

34 News energia<br />

40 News rifiuti solidi<br />

60 News biowaste<br />

61 News acque reflue<br />

Direttore Responsabile<br />

Lucia Edvige Saronni<br />

lsaronni@fiaccola.it<br />

Direttore Editoriale<br />

Giuseppe Guzzardi<br />

gguzzardi@fiaccola.it<br />

Consulenza Tecnico-Scientifica<br />

Marco Comelli<br />

mcomelli@fiaccola.it<br />

Coordinamento Editoriale<br />

Federica Lugaresi<br />

flugaresi@fiaccola.it<br />

Redazione<br />

Mauro Armelloni, Matthieu Colombo<br />

Fabrizio Parati, Emilia Longoni<br />

waste@fiaccola.it<br />

Collaboratori<br />

Ludovica Bianchi, Marco Capellini, Damiano<br />

Diotti, Antonio Fargas, Ginevra Fontana,<br />

Annalisa Gussoni, Alessandro Marangoni,<br />

Giovanni Milio, Mattia Molena, Eliana Puccio,<br />

Michele Ragonese, Riccardo Rossi<br />

Segreteria<br />

Jole Campolucci<br />

jcampolucci@fiaccola.it<br />

Impaginazione e progetto grafico<br />

Studio Grafico Page<br />

Novate Milanese (MI)<br />

Amministrazione<br />

Margherita Russo<br />

amministrazione@fiaccola.it<br />

Marzia Salandini<br />

msalandini@fiaccola.it<br />

Abbonamenti<br />

Mariana Serci<br />

Patrizia Zanetti<br />

abbonamenti@fiaccola.it<br />

Traffico e pubblicità<br />

Giovanna Thorausch<br />

marketing@fiaccola.it<br />

Marketing e pubblicità<br />

Sabrina Levada (Responsabile estero)<br />

slevada@fiaccola.it<br />

Agenti<br />

Giorgio Casotto<br />

T 0425 34045 - Cell. 348 5121572<br />

info@ottoadv.it per Friuli Venezia Giulia,<br />

Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna<br />

(escluse Parma e Piacenza)<br />

Trimestrale - LO-NO/00516/02.2021CONV<br />

Reg. Trib. Milano N. 230 del 19/07/2017<br />

Stampa<br />

Colorshade - Peschiera Borromeo (Mi)<br />

ISCRIZIONE AL REGISTRO NAZIONALE<br />

STAMPA N.01740/Vol. 18/Foglio <strong>31</strong>3<br />

21/11/1985 - Roc 32150<br />

Prezzi di vendita<br />

abb. annuo Italia Euro 100,00<br />

abb. annuo Estero Euro 200,00<br />

una copia Euro 20,00<br />

una copia Estero Euro 40,00<br />

È vietata e perseguibile per legge la riproduzione totale o parziale<br />

di testi, articoli, pubblicità ed immagini pubblicate su questa<br />

rivista sia in forma scritta sia su supporti magnetici, digitali,<br />

ecc. La responsabilità di quanto espresso negli articoli firmati<br />

rimane esclusivamente agli autori. Il suo nominativo è inserito<br />

nella nostra mailing list esclusivamente per l'invio delle nostre<br />

comunicazioni e non sarà ceduto ad altri, in virtù del nuovo<br />

regolamento UE sulla Privacy N.2016/679. Qualora non desiderasse<br />

ricevere in futuro altre informazioni, può far richiesta<br />

alla Casa Editrice la fiaccola srl scrivendo a: info@fiaccola.it<br />

Organo di informazione<br />

e documentazione<br />

Questo periodico è associato<br />

all’Unione Stampa Periodica Italiana:<br />

numero di iscrizione 15794<br />

70 News veicoli&allestimenti Casa Editrice<br />

la fiaccola srl<br />

20123 Milano | Via Conca del Naviglio 37<br />

Tel. +39 02 89421350 - Fax +39 02 89421484<br />

fiaccola@fiaccola.it | www.fiaccola.com<br />

QUANDO<br />

LE IDEOLOGIE<br />

ESPLODONO<br />

È ormai luogo comune che la scomparsa del sacro dalle<br />

società occidentali sia in larga parte tradotto nella<br />

sacralizzazione autonoma di innumerevoli altri aspetti<br />

della vita. Spesso facevano parte di concetti religiosi più<br />

ampi, staccati dal contesto sono diventate religioni autonome,<br />

con chiese, sette, anatemi, evangelisti, eretici, e naturalmente<br />

fanatici.<br />

Si diceva delle chiese, definitori-garanti della credenza corretta.<br />

Ma il vero ruolo di queste organizzazioni è mediare tra le diverse credenze,<br />

stabilire una gerarchia delle stesse. Senza di esse, il panorama sarebbe dominato<br />

da microsette tutto sommato irrilevanti. Il potere, se volete l’influenza,<br />

è appannaggio delle chiese che meglio sanno definire le gerarchie di valori,<br />

con meccanismi per tenere insieme il maggior numero di credenti. Prima di<br />

accusarmi di cinismo o peggio, prendetevi cinque minuti per pensarci sopra.<br />

Il declino di una chiesa inizia quando la scala di valori comincia a non essere<br />

una scala, consentendo alle contraddizioni interne all’ideologia, insieme di credenze,<br />

di venire alla luce. Sta succedendo ora, prima ancora di avere raggiunto<br />

un livello ecclesiale, all’ideologia green. Nel mondo dell’energia, le contraddizioni<br />

sono esplose da tempo.<br />

Ora, sta purtroppo accadendo nella circolarità. Prendiamo il caso dell’automobile.<br />

Per una varietà di motivi, il riciclo è un fattore chiave della sostenibilità<br />

anche economica dell’industria, non ultimo il recupero dei materiali e dei componenti.<br />

Ne abbiamo parlato nello scorso numero. Il costo del riciclo è direttamente<br />

proporzionale allo sforzo necessario per smantellare un’auto in modo<br />

ordinato, ossia con i vari componenti individualmente gestibili. Altrimenti si finisce<br />

col prendersi a pugni col secondo principio della termodinamica, che<br />

vince sempre. I principi del design for disassembly scendono da lì.<br />

Con l’arrivo dell’elettrico, il 40% del valore di fine vita di un veicolo concentrato<br />

nelle batterie, la questione diventa cruciale. E in effetti, nelle considerazioni<br />

guida del nuovo regolamento EU, di cui parliamo in questo numero, al numero<br />

42 (sono 143 in tutto), appare il requisito della semplice rimozione e sostituzione<br />

delle batterie, sia a fine vita che in corso d’uso, dai veicoli a<br />

motore, anche da parte di professionisti indipendenti. Jubilate, exultate.<br />

Invece no. Nel regolamento non c’è un articolo, un comma, un punto,<br />

su questo. Prima di pensare alle famose manine, considerate che si<br />

tratti di un cratere lasciato dall’esplodere di una contraddizione: favorire<br />

il riciclo contro massima diffusione dell’auto a batterie, al minor costo<br />

e costruita con criteri tradizionali. Per non parlare di altre contraddizioni<br />

“minori”. Temo sia solo l’inizio delle esplosioni. Giù la testa.<br />

Musica: La colonna sonora di Ennio Morricone, 1971. Si, scion scion.<br />

Marco Comelli


9<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

4 PARTNERS<br />

ACCADUEO <strong>2024</strong> . . . . . . . . . . . . . .65<br />

bfwe.it<br />

AKTID ITALIA Srl . . . . . . . . . . .II Cop<br />

aktid.it<br />

BIOENERSYS Srl . . . . . . . . . . . . . . .5<br />

snam.it<br />

BUSI GROUP Srl . . . . . . . . . . . . . .21<br />

busigroup.it<br />

CAMS Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .41<br />

eu.camsrecycling.com<br />

CAP EVOLUTION Srl . . . . . . . . . . . .1<br />

capevolution.it<br />

DAIMLER TRUCK ITALIA Srl –<br />

MERCEDES BENZ . . . . . . . . . .IV Cop<br />

mercedes-benz-trucks.com<br />

ECOMONDO <strong>2024</strong> . . . . . . . . . .III Cop<br />

ecomondo.com<br />

ECOTEC SOLUTION Srl . . . . . .45, 47<br />

ecotecsolution.com<br />

FOR REC Srl . . . . . . . . . . . . . . . . .43<br />

forrec.eu<br />

MITAMBIENTE Srl . . . . . . . . . . . .23<br />

mitambiente.it<br />

NEXT GENERATION<br />

MOBILITY <strong>2024</strong> . . . . . . . . . . . . . . .71<br />

ngmobility.it<br />

OLEOMARKET Srl – OLMARK . . . .67<br />

olmark.com<br />

PALMIERI SpA . . . . . . . . . . . . . . .61<br />

palmierigroup.com<br />

POLLUTEC <strong>2024</strong> . . . . . . . . . . . . . .11<br />

pollutec.com<br />

SCAI SpA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .<strong>31</strong><br />

scaispa.it<br />

SIMA Srl . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .55<br />

sima-srl.it<br />

TANA ITALIA Srl . . . . . . . . . . . . . .27<br />

tanaitalia.com<br />

ZEROEMISSION/EOLICA <strong>2024</strong> . . .35<br />

zeroemission.show/eolica.show<br />

Anno VIII<br />

Luglio<br />

<strong>2024</strong><br />

RIGENERAZIONE FIBRE, ENTRIAMO<br />

NEL VIVO DEL PROCESSO DELLA<br />

FILIERA TESSILE<br />

PLATEAU<br />

ROYAL<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Casa Editrice<br />

la fiaccola srl<br />

ISSN 2610-9069<br />

772610 906904<br />

RECUPERO E RICICLO DEL<br />

VETRO LASTRA PER DARE<br />

NUOVA VITA AL PARABREZZA<br />

Si parla tanto di miniere urbane, ma anche<br />

quelle marine non scherzano.<br />

Dagli scarti ittici, ed in particolare da gusci<br />

di molluschi e carapaci di crostacei, che rappresentano<br />

uno scarto di lavorazione il cui<br />

range va dal 45% al 70%, si possono recuperare<br />

sostanze e composti preziosi. Da utilizzare<br />

soprattutto nell’industria alimentare,<br />

cosmetica, biomedica, farmaceutica e nutraceutica.<br />

Al momento, l’estrazione avviene<br />

con metodi chimici, non proprio redditizi dal<br />

punto di vista economico, ma si stanno cercando<br />

processi non tossici e a basso costo.<br />

0 0 0 3 1 ><br />

RACCOGLIAMO<br />

ENERGIA<br />

PER COSTRUIRE<br />

IL FUTURO<br />

BIOENERYS è la società, controllata al 100% da Snam, che si<br />

occupa di BIOMETANO con l’obiettivo di sviluppare il mercato<br />

attraverso l’incremento dei volumi di produzione contribuendo al<br />

raggiungimento dei target di decarbonizzazione.<br />

La società fa leva sulle competenze delle piattaforme BIOENERYS<br />

Agri e BIOENERYS Ambiente, che progettano, sviluppano e<br />

gestiscono impianti di biometano sia da rifiuti che da scarti<br />

agricoli e della filiera agro-industriale.<br />

Esempio perfetto di ECONOMIA CIRCOLARE, il biometano<br />

permette il completo recupero di scarti organici, agricoli e<br />

agroindustriali come fonte energetica utile nei trasporti e nei<br />

settori industriale, residenziale e terziario. Sfrutta le reti del gas<br />

esistenti e contribuisce a incrementare la produzione nazionale di<br />

energia rinnovabile.<br />

AZIENDE CITATE<br />

D<br />

Duracell . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .46<br />

N<br />

Niederstàtter . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50<br />

A<br />

Acimit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7<br />

Aiki . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21<br />

Aktid . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .52<br />

Althesys . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10<br />

Arera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12<br />

B<br />

Bini Technologies . . . . . . . . . . . . . . . .47<br />

Bioenerys . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .56<br />

Biofashiontech . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14<br />

Blue Alp . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9<br />

Busi Group . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .17<br />

C<br />

Cannoni Conrad . . . . . . . . . . . . . . . . . .38<br />

Cap Evolution . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .62<br />

Càpe Concept . . . . . . . . . . . . . . . . . . .44<br />

Cial . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6<br />

City Green Light . . . . . . . . . . . . . . . . . .22<br />

Co.Re.Ve. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18<br />

Codiger . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .42<br />

Contarina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40<br />

CRAI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9<br />

Cyclus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21<br />

E<br />

Ecopower . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7<br />

Ecospray . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .32<br />

EcotecSolution . . . . . . . . . . . . . . . . . .47<br />

F<br />

Fisia Italimpianti . . . . . . . . . . . . . . . . .61<br />

G<br />

Gruppo Safe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7<br />

Gruppo Snam . . . . . . . . . . . . . . . . . . .56<br />

Gruppo Zuser . . . . . . . . . . . . . . . . . . .48<br />

I<br />

Igus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .43<br />

K<br />

Kramer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50<br />

Krill Design . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .44<br />

M<br />

Mantovana Macchedil . . . . . . . . . . . . .38<br />

Matrec . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24<br />

MEC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .17<br />

O<br />

OMB Technology . . . . . . . . . . . . . . . . .17<br />

P<br />

Palmieri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .16<br />

Pasa Labs . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .36<br />

Petit Forestier . . . . . . . . . . . . . . . . . . .70<br />

Pneulife . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7<br />

R<br />

RDM Group . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .45<br />

RES . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8<br />

Retex . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7<br />

Ricrea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6<br />

S<br />

Stadler . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .17<br />

Starplast . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .16<br />

U<br />

U-Control . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .54<br />

Untha . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .48<br />

W<br />

Webuild . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .61<br />

www.bioenerys.it<br />

Luglio <strong>2024</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

2 3<br />

4<br />

6 PRIMO PIANO Soluzioni<br />

IN EVIDENZA<br />

1 2 3 4<br />

IN EVIDENZA<br />

PRIMO PIANO<br />

12 3<br />

4<br />

7<br />

Numeri e poltrone<br />

CIAL<br />

Poltrona<br />

d’alluminio<br />

Cambio al<br />

vertice del<br />

Consorzio<br />

Nazionale Imballaggi<br />

Alluminio: arriva infatti<br />

Stefano Stellini come<br />

nuovo Direttore<br />

Generale. CIAL dal 1997<br />

(in seno al sistema<br />

CONAI) si opera per<br />

avviare al recupero e al<br />

riciclo gli imballaggi di<br />

alluminio, arrivati al fine<br />

vita e provenienti dalla<br />

raccolta differenziata dei<br />

comuni e dei cittadini.<br />

RICREA<br />

Acciaio da record<br />

Abbiamo raggiunto un tasso di riciclo<br />

dell’immesso al consumo pari<br />

all’87,8% per la raccolta differenziata<br />

degli imballaggi in acciaio. Non solo: con<br />

487.548 tonnellate è stato largamente<br />

superato sia l’obiettivo del 70% fissato per il<br />

2025 che quello dell’80% fissato per il 2030<br />

dall’Unione Europea. Secondo il Consorzio<br />

Nazionale RICREA - uno dei sette sotto il<br />

cappello CONAI – sono state riciclate 428.043<br />

tonnellate di imballaggi in acciaio (+2%<br />

rispetto al 2022). La raccolta complessiva<br />

urbana (sia da superficie pubblica che<br />

privata) è stata di 499.063 tonnellate (anche<br />

qui con un incremento del 2% rispetto<br />

12 3<br />

4<br />

Stellini, laureato in<br />

Scienze Economiche e<br />

Bancarie all’Università<br />

di Siena e Master in<br />

Comunicazione presso<br />

Cà Foscari, ha ricoperto<br />

diversi incarichi in<br />

ambito comunicazione<br />

ambientale e per la<br />

promozione della<br />

raccolta differenziata e<br />

del riciclo del<br />

packaging.<br />

“Affronto questa nuova<br />

sfida con la stessa<br />

voglia e determinazione<br />

che ha caratterizzato la<br />

mia lunga esperienza<br />

nel settore del<br />

packaging,<br />

particolarmente vivace<br />

e in continua<br />

evoluzione, sia dal<br />

punto di vista normativo<br />

che tecnico e<br />

all’anno precedente). Nell’ultimo<br />

anno la quota di imballaggi procapite<br />

di imballaggi in acciaio<br />

raccolti è stata di 4,8 kg, un<br />

risultato raggiunto grazie<br />

all’Accordo Quadro ANCI-CONAI<br />

che sostiene il riciclo su di una<br />

copertura territoriale che vede<br />

attivi 50 milioni di abitanti, pari<br />

all’85% della popolazione italiana. Domenico<br />

Rinaldini, Presidente RICREA ha dichiarato:<br />

“Il ciclo virtuoso degli imballaggi in acciaio ha<br />

inizio nelle case degli italiani e si completa<br />

nelle acciaierie dove vengono fusi per<br />

rinascere in nuove forme. Continueremo a<br />

lavorare per confermare e se possibile<br />

migliorare ulteriormente i risultati ottenuti”.<br />

progettuale. Il compito<br />

di CIAL sarà sempre più<br />

favorire la naturale<br />

vocazione che pone la<br />

filiera del packaging in<br />

alluminio nella<br />

direzione della<br />

transizione ecologica<br />

del Paese, consapevoli<br />

del ruolo e del<br />

contributo che potrà<br />

continuare ad offrire per<br />

una concreta economia<br />

circolare, esprimendo<br />

una totale sostenibilità<br />

ambientale, economica<br />

e sociale” ha dichiarato<br />

il neo DG Stefano<br />

Stellini.<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

ACIMIT<br />

Second chance<br />

Secondo lo studio<br />

dell’Associazione<br />

Costruttori Tessili Italiani<br />

(ACIMIT), sulla base del rapporto<br />

della società di ricerca<br />

McKynsey, se ci fosse una filiera<br />

priva di limitazioni oggettive<br />

(come ad esempio la presenza di<br />

molteplici materiali all’interno di<br />

un capo tessile) il riciclaggio da<br />

fibra a fibra potrebbe<br />

raggiungere dal 18 al 26 per<br />

cento dei rifiuti tessili lordi nel<br />

2030. Ciò sarebbe possibile “con<br />

12 3<br />

4<br />

CENTRO DI<br />

COORDINAMENTO RAEE<br />

Passa la palla<br />

Per i prossimi due<br />

anni, sarà Giuliano<br />

Maddalena il nuovo<br />

Presidente del CdC RAEE.<br />

Questo il risultato<br />

dell’elezione uscito<br />

dall’assemblea dei<br />

consorziati che ha anche<br />

rinnovato il Consiglio di<br />

amministrazione. Il<br />

manager, direttore del<br />

Consorzio Ecoped, subentra<br />

nell’incarico ad Alberto<br />

Canni Ferrari che termina il<br />

suo mandato.<br />

Nato a Milano nel 1970,<br />

Maddalena ha maturato una<br />

solida esperienza all’interno<br />

di multinazionali nell’ambito<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

investimenti in conto capitale<br />

compresi tra i 6 e i 7 miliardi di<br />

euro che porterebbero il settore<br />

- una volta maturato - a<br />

diventare autonomo e redditizio<br />

con profitti compresi tra 1,5 e 2,2<br />

miliardi di euro entro il 2030. Si<br />

consideri anche il benefico<br />

impatto ambientale e sociale:<br />

riduzione di emissioni in termini<br />

di CO 2 pari a circa 4 milioni di<br />

tonnellate e creazione di 15.000<br />

posti di lavoro”. I tessili hanno un<br />

impatto di grande caratura dato<br />

che l’8-10% delle emissioni dei<br />

gas serra proviene da questo<br />

della gestione e della<br />

lavorazione di materie prime<br />

non ferrose. Nel 2006 entra<br />

nel mondo del riciclo dei<br />

rifiuti come direttore dei<br />

Consorzi Ecoped e Ridomus,<br />

entrambi attivi nella<br />

gestione dei RAEE. Dal 2016<br />

è Ceo del gruppo SAFE,<br />

l’hub di consorzi per le<br />

economie circolari che<br />

riunisce attualmente anche i<br />

consorzi Ecopower e<br />

settore. Basti pensare che sono<br />

12,6 milioni di tonnellate i rifiuti<br />

tessili generati in Ue all’anno e<br />

che in USA ne viene riciclato solo<br />

il 14,7% (con 17 milioni di<br />

tonnellate generati all’anno).<br />

Pneulife per la gestione<br />

rispettivamente di<br />

accumulatori esausti e di<br />

pneumatici, e i Consorzi<br />

Retex.Green e RECREA per<br />

la gestione dei rifiuti tessili e<br />

moda. “Gli obiettivi fissati<br />

dall’Unione Europea in<br />

termini innanzitutto di<br />

raccolta, ma anche di riciclo<br />

e di recupero di materie<br />

prime seconde sono quanto<br />

mai sfidanti, sono certo che i<br />

costruttivi rapporti di<br />

collaborazione consolidati<br />

negli anni con tutti i soggetti<br />

della filiera ci consentiranno<br />

di proseguire nel percorso di<br />

crescita di cui il nostro<br />

Paese ha bisogno” ha<br />

precisato Giuliano<br />

Maddalena.


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

8 PRIMO PIANO Soluzioni<br />

WASTE AWARD<br />

PUNTI COSPICUI<br />

PRIMO PIANO<br />

9<br />

Upcycling e Downcycling<br />

Marco Comelli<br />

Brava bravissima<br />

a RES che decide<br />

di investire nel<br />

riciclo chimico delle<br />

plastiche<br />

a Pettonarello (IS).<br />

Che verranno<br />

riconvertite in olio<br />

di pirolisi, chiudendo<br />

il cerchio almeno<br />

per alcuni di questi<br />

materiali. 20.000 ton<br />

all’anno in entrata<br />

e 15.000 di materia<br />

prima seconda<br />

in output. In parte<br />

i soldi arriveranno<br />

dal PNRR che<br />

imporrà l’avvio<br />

dell’impianto<br />

nel 2026.<br />

Cestino d’oro<br />

Anche il PNRR fa cose buone. E infatti parte l’investimento<br />

per la realizzazione di un impianto di riciclo chimico nel Molisano<br />

Questa è una storia apparentemente normale,<br />

che però ha caratteristiche che le<br />

fanno meritare il nostro non-premio. Un<br />

po’ sulla fiducia, visto che la realizzazione è appena<br />

iniziata, ma confidiamo per il meglio. Chi<br />

ci legge da sempre sa che una delle nostre aree<br />

di interesse prioritario è il riciclo chimico delle<br />

plastiche. Sul fronte meccanico siamo oramai<br />

arrivati al massimo da un punto di vista tecnologico,<br />

al netto di sorprese, e comunque la percentuale<br />

di sovvalli è sempre molto alta. Col chimico<br />

dovremmo riuscire a ripartire, col vantaggio<br />

che una pletora di plastiche ora escluse dal riciclo<br />

entrerebbero in gioco.<br />

Pronti…via!<br />

Rientra perfettamente nel quadro che la Re -<br />

cupero Etico Sostenibile (RES), società che opera<br />

da oltre 30 anni ed è quotata sul mercato EGM,<br />

abbia deciso di investire per la realizzazione a<br />

Pettonarello, in provincia di Isernia, entroterra<br />

Molisano, di un impianto di riciclo chimico con<br />

una potenzialità di 20.000 tonnellate l’anno in entrata,<br />

e 15.000 di materia prima seconda in uscita.<br />

L’impianto utilizzerà un processo a pirolisi per<br />

trattare il residuo plastico proveniente dall’adiacente<br />

impianto di recupero meccanico di RES.<br />

Tra le plastiche che verranno convertite in olio di<br />

pirolisi vi sono le pellicole a base di poliolefine, i<br />

termoretraibili utilizzati negli imballaggi anche<br />

di alimenti. In questo modo l’azienda riuscirà a<br />

coprire almeno per una parte dei rifiuti di plastica<br />

l’intero ciclo: raccolta, selezione, trattamento<br />

meccanico, trattamento chimico. Brava RES. Ma<br />

ancora più brava per due caratteristiche del progetto.<br />

In primo luogo, l’investimento di 20 milioni<br />

di euro sarà per buona parte finanziato con il<br />

PNRR, che tra l’altro imporrà il completamento<br />

e l’avviamento dell’impianto entro la metà del<br />

2026. Ma il “colpo da maestro” è il secondo fattore,<br />

la scelta della tecnologia.<br />

Come abbiamo, ahinoi, spesso documentato, le<br />

opposizioni locali agli impianti chimici di trattamento<br />

dei rifiuti si aggrappano alla “tecnologia<br />

non provata”, che per i processi sviluppati in Italia<br />

fotografa la situazione. Che poi non si riesca a<br />

provarla perché non te la fanno provare è un altro<br />

discorso. Al cuore di Pettonarello ci sarà un processo<br />

olandese, della BlueAlp, che ha alle spalle<br />

colossi come Shell e Borealis. L’impianto verrà<br />

costruito a moduli, come si fa oggi, a Eindhoven,<br />

e poi trasportato ed assemblato in Molise. Si<br />

tratta di una tecnologia alla portata delle nostre<br />

aziende, ma piuttosto che impantanarsi nelle<br />

politiche locali, RES ha tagliato la testa al toro.<br />

Come si dice a Milano, piuttosto che niente è<br />

meglio piuttosto.<br />

l<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

La pagina che sottolinea le notizie più interessanti del momento<br />

ma anche del futuro, in antitesi con baggianate sapienti<br />

e idee fuori moda o che hanno stancato o che lasciano il tempo che trovano<br />

wow<br />

Una sperimentazione<br />

della madonna...<br />

Che strategia! Siamo allineati sulla<br />

necessità di ridurre la produzione<br />

di rifiuti da imballaggio e<br />

promuovere un’economia<br />

circolare… ma non ci facciamo fare<br />

fessi dal progetto Reusable<br />

Packing Revolution. Viene proposto<br />

infatti insieme a CRAI di Torino, la<br />

possibilità di portare i propri<br />

contenitori da casa o l’utilizzo di<br />

quelli riutilizzabili Around, per<br />

l’acquisto di prodotti del banco<br />

gastronomia e del banco<br />

macelleria, al posto dei contenitori<br />

monouso.<br />

L’imballaggio Around è<br />

riutilizzabile fino a 200 volte e,<br />

dopo avere consumato il pasto<br />

senza produrre rifiuti da<br />

imballaggio, il contenitore andrà<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

Riciclo avanzato che<br />

avanza<br />

Un nuovo impianto di<br />

pirolisi, il primo in<br />

Italia per dimensione,<br />

investimenti e capacità<br />

produttiva. RES,<br />

società di Isernia ha<br />

siglato un accordo con BlueAlp per il<br />

completamento del ciclo del rifiuto<br />

plastico attraverso pirolisi. Gli scarti di<br />

lavorazione della plastica, mediante<br />

questi processi chimici, possono<br />

essere così trasformati in materia<br />

vergine secondaria, da utilizzare per nuovi<br />

prodotti plastici. Nel nuovo<br />

impianto che verrà realizzato, si<br />

ricicleranno i rifiuti plastici misti,<br />

come le frazioni di film<br />

restituito entro 7 giorni nel punto<br />

vendita, dove sarà sanificato e<br />

rimesso in circolo. “L’idea del<br />

progetto Reusable Packaging<br />

Revolution di un riuso virtuoso dei<br />

contenitori per alimenti che durino<br />

non una volta soltanto è<br />

fondamentale in un’ottica di<br />

rispetto dell’ambiente” ha<br />

commentato l’assessore al<br />

Commercio della Città di Torino,<br />

Paolo Chiavarino.<br />

Apparentemente l’idea<br />

potrebbe funzionare ma…<br />

solita superficialità! Nessuno<br />

si accorge che i<br />

contenitori<br />

riutilizzabili sono<br />

un ulteriore<br />

strumento di<br />

fidelizzazione? E chi<br />

sanifica i contenitori<br />

Federica Lugaresi<br />

poliolefinici, attraverso il processo di<br />

decomposizione termochimico degli<br />

scarti plastici. Una nuova vita quindi per<br />

questi rifiuti, che diversamente sarebbero<br />

termovalorizzati o conferiti in discarica.<br />

Senza contare che il nuovo impianto<br />

produttivo - che sarà in grado di gestire<br />

fino a 20mila tonnellate all’anno di<br />

materiale in ingresso e con una capacità<br />

di 15mila ton /anno di materiale in uscita<br />

- impiegherà circa 20 lavoratori.<br />

L’investimento presso il sito di<br />

Pettonarello (IS), dove stanno per entrare<br />

in funzione gli impianti di lavaggio e<br />

granulazione delle plastiche, una volta<br />

ultimata la realizzazione dell’impianto di<br />

pirolisi, si aggirerà sui 35 milioni di<br />

euro, di cui 6,6 milioni finanziati dal<br />

PNRR. Bravi, bravissimi!!!!<br />

bleah!<br />

portati da casa? Con cosa e con<br />

quali garanzie? Come<br />

devono essere questi<br />

contenitori? Non si tratta<br />

di lotta agli imballaggi<br />

monouso: qui bisogna<br />

lottare contro<br />

l’irriflessività!!!!


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

10 PRIMO PIANO DISMISSIONI<br />

Il fine vita del fotovoltaico<br />

tra energia e ambiente<br />

L’aumento esponenziale dei rifiuti di pannelli fotovoltaici<br />

richiederà nei prossimi anni strategie e tecnologie adeguate<br />

Alessandro Marangoni<br />

Alessandro Marangoni, economista<br />

e docente universitario, è fondatore e ceo di<br />

Althesys, società professionale indipendente<br />

specializzata nella consulenza strategica<br />

e nello sviluppo di conoscenza.<br />

Opera con competenze di eccellenza nei settori<br />

chiave di ambiente, energia, infrastrutture e<br />

utility, nei quali assiste imprese e istituzioni.<br />

La straordinaria crescita dell’industria fotovoltaica<br />

europea, spinta dalle strategie<br />

comunitarie e dal progressivo calo dei costi<br />

della tecnologia, richiederà uno sforzo senza<br />

precedenti per il settore della gestione dei rifiuti.<br />

Solo in Europa, i quantitativi da smaltire potrebbero,<br />

infatti, essere compresi tra le 60 e le 80<br />

milioni di tonnellate entro il 2050 (fonte Solar<br />

Power Europe) e questo senza considerare le<br />

strutture portanti, che incrementerebbero non<br />

di poco tale ammontare. L’Italia sarà il terzo<br />

Paese UE per aumento dei rifiuti, dopo<br />

Germania e Paesi Bassi, con circa 1 milione di<br />

moduli da smaltire nel periodo tra 2022 e 2032<br />

(fonte GSE).<br />

Punti critici<br />

I processi di recupero, tuttavia, presentano diverse<br />

complessità, ad esempio, riguardo alla separazione<br />

dei componenti e all’ottenimento di<br />

materie prime seconde di qualità, che potrebbero<br />

a volte non essere competitive in termini di costo.<br />

WAS è il think tank italiano sull’industria del waste management e del riciclo.<br />

Monitorare il comparto del waste management e del riciclo, cogliere i trend evolutivi,<br />

analizzare le strategie aziendali e indirizzare le policy è la sua mission. L’osservatorio<br />

sviluppa analisi e studi sulla gestione dei rifiuti, la valorizzazione delle risorse e<br />

l’economia circolare, monitorando il settore con l’Annual Report.<br />

Al contempo, i costi di dismissione di un impianto<br />

fotovoltaico possono differire significativamente<br />

da un caso all’altro, a seconda delle caratteristiche<br />

e della localizzazione della specifica installazione.<br />

La situazione in Europa si sta intanto muovendo<br />

e sono diversi gli impianti di trattamento e recupero<br />

avviati o la cui realizzazione è prevista<br />

per i prossimi anni.<br />

A contribuire sono anche le strategie di sviluppo<br />

dell’economia circolare di molti player del waste<br />

management e gli obiettivi europei di “de-risking”<br />

per le materie prime critiche mediante<br />

l’aumento del riciclo.<br />

L’attuazione di iniziative e la costruzione di impianti<br />

da parte degli operatori sta però avvenendo<br />

in un quadro in cui mancano sia una strategia<br />

nazionale, che una programmazione di mediolungo<br />

periodo. Sono entrambe prerogative necessarie<br />

per scongiurare una potenziale situazione<br />

di emergenza nei prossimi anni. A questo<br />

si aggiunge il rischio, come spesso accade nel<br />

settore del waste management, di avere uno sbilanciamento<br />

significativo tra la domanda e l’offerta<br />

di capacità di trattamento.<br />

Peraltro, le tempistiche previste per la dismissione<br />

degli impianti potrebbero anche essere<br />

anticipate, soprattutto in conseguenza dell’innovazione<br />

tecnologica, con consistenti aumenti<br />

di efficienza, e riduzioni dei costi. Diversi operatori<br />

energetici, infatti, hanno già avviato programmi<br />

di revamping-repowering degli impianti,<br />

anticipando così la dismissione di quelli<br />

esistenti rispetto alla vita utile originariamente<br />

prevista.<br />

l<br />

Luglio <strong>2024</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

12 PRIMO PIANO Soluzioni<br />

PNNR E RIFIUTI<br />

PNNR E RIFIUTI<br />

PRIMO PIANO<br />

13<br />

IL BILANCIO DI SMALTIMENTO E AVVIO A RECUPERO ENERGETICO DEI RIFIUTI URBANI<br />

Tonnellate* e quota di smaltimento in discarica**. Anno 2022<br />

Smaltimento in discarica (%)<br />

di Andrea Ballabio,<br />

Donato Berardi<br />

e Nicolò Valle<br />

Il Laboratorio REF<br />

Ricerche è un think tank<br />

che intende riunire<br />

selezionati rappresentanti<br />

del mondo dell´impresa,<br />

delle istituzioni e della<br />

finanza al fine di<br />

rilanciare il dibattito<br />

sul futuro dei Servizi<br />

Pubblici Locali.<br />

Pillole dal laboratorio<br />

Diventa necessario ricostruire i fabbisogni di trattamento<br />

delle varie Regioni e delineare una strategia per uscire<br />

dall’impasse in cui versa il sistema. Qualè il percorso?<br />

Gli impianti "minimi" sono un istituto transitorio<br />

per superare i fallimenti di mercato<br />

e chiudere i divari territoriali. Per<br />

individuarli, occorre quantificare i fabbisogni di<br />

trattamento, all’interno di una strategia di policy<br />

codificata nella pianificazione regionale e in quella<br />

sovraordinata del Sistema-Paese.<br />

La strategia per classificare gli impianti<br />

“minimi”<br />

Secondo l’impostazione adottata dall’Autorità<br />

di Regolazione per Energia Reti e Ambiente<br />

(ARERA) con l’MTR-2, gli impianti “minimi”<br />

per il trattamento del Rifiuto Urbano Residuo<br />

(RUR) e della Frazione Organica (FORSU) sono<br />

quelle infrastrutture ritenute indispensabili<br />

per la gestione del ciclo dei rifiuti e vengono<br />

assoggettati alla regolazione dei costi riconosciuti<br />

e delle tariffe, che si caratterizza per incentivazioni<br />

coerenti con la gerarchia europea<br />

dei rifiuti. Una serie di pronunce giurisprudenziali,<br />

che si sono susseguite dall’inizio del<br />

2023, ha pesantemente messo in discussione<br />

l’intera materia, a partire dal ruolo di ARERA<br />

e di quello - da quest’ultima - affidato alle<br />

Regioni. Non soltanto, infatti, sono state sollevate<br />

questioni su talune categorizzazioni regionali<br />

del primo biennio (2022-2023), arrivan-<br />

LA STRATEGIA PER INDIVIDUARE GLI IMPIANTI “MINIMI”<br />

STATO<br />

individuazione degli impianti di recupero e<br />

di smaltimento di preminente interesse nazionale<br />

da realizzare<br />

Fonte: elaborazioni Laboratorio REF Ricerche<br />

Ministero dell’Ambiente<br />

e della Sicurezza Energetica<br />

PROGRAMMA NAZIONALE<br />

DI GESTIONE DEI RIFIUTI<br />

Analisi dei criteri di identificazione degli impianti<br />

«minimi», indispensabili alla chiusura<br />

dei cicli regionali di gestione dei rifiuti urbani<br />

REGIONI 1. Quantificazione dei relativi surplus/deficit territoriali nel trattamento,<br />

presenti e futuri<br />

2. Ricostruzione dei fabbisogni impiantistici da soddisfare, per RUR,<br />

rifiuti da trattamneto, scarti e rifiuto organico<br />

3. Adeguamento delle pianificazioni regionali e localizzazione degli<br />

impianti da realizzare, sulla base degli indirizzi del PNGR e dell’individuazione<br />

dello Stato<br />

4. Individuazione degli impianti di chiusura del ciclo «minimi», in tempo<br />

utile per la determinazione delle tariffe (30.06.<strong>2024</strong>)<br />

do all’annullamento dei provvedimenti, ma è<br />

stato richiesto un ripensamento generale del<br />

framework sotteso agli impianti “minimi”. Per<br />

ricomporre il quadro giuridico-regolatorio, appare<br />

più che mai necessario ricostruire quel<br />

“filo rosso” che tiene insieme gli indirizzi territoriali<br />

e nazionali, per restituire certezza alle<br />

regole e un level playing field agli operatori di<br />

mercato. Lo snodo cruciale di questa strategia<br />

è la quantificazione dei fabbisogni di trattamento,<br />

presenti e futuri, per tutti quei rifiuti<br />

che presentano particolari opportunità di recupero<br />

o criticità di smaltimento, adeguando<br />

di conseguenza la pianificazione regionale e<br />

realizzando gli impianti ove mancanti. Al contempo,<br />

andrebbe espletata un’attenta analisi<br />

delle condizioni di mercato in cui avviene la<br />

gestione dei rifiuti, poiché ogni intervento pubblico<br />

che porta all’individuazione degli impianti<br />

realmente strategici va giustificata adeguatamente.<br />

Alle Regioni, spetta il compito di declinare<br />

questa strategia, afferente alla pianificazione<br />

impiantistica, così da soddisfare i<br />

fabbisogni di trattamento attuali e prospettici,<br />

anche tenendo conto della produzione di rifiuti<br />

da parte delle attività economiche e dell’impatto<br />

atteso delle misure di prevenzione già<br />

previste. Al Ministero dell’Ambiente e della<br />

Sicurezza Energetica (MASE) compete, invece,<br />

vigilare circa l’esatta quantificazione dei fabbisogni<br />

impiantistici, operata dalle Regioni,<br />

arrivando financo al respingimento dei Piani<br />

Regionali non conformi.<br />

*Il bilancio è calcolato come differenza tra le tonnellate di rifiuti urbani e da trattamento dei rifiuti urbani gestite mediante incenerimento,<br />

coincenerimento e smaltimento in discarica e il fabbisogno di rifiuto indifferenziato (RU-RD) e di scarti della raccolta<br />

differenziata (19%).<br />

**Percentuale calcolata applicando la metodologia basata sui criteri previsti dall’Art. 5-bis “regole per calcolare il conseguimento<br />

degli obiettivi” del D.Lgs. 36/2003.<br />

Fonte: elaborazioni Laboratorio REF Ricerche sui dati ISPRA e Politecnico di Milano<br />

Una prima ricostruzione dei fabbisogni di<br />

trattamento<br />

Se per il rifiuto organico, eccezion fatta per la<br />

Campania, non si rinvengono situazioni di particolare<br />

criticità, ben diverso è il quadro relativo<br />

al RUR, ai rifiuti decadenti dagli urbani e agli<br />

scarti della raccolta differenziata. Pur trattandosi<br />

di una prima stima parziale e conservativa,<br />

emerge un fabbisogno complessivo di oltre<br />

2,8 milioni di tonnellate a livello nazionale,<br />

con appena 5 Regioni in grado di far fronte alle<br />

necessità di trattamento. Si tratta di un importo<br />

notevole, superiore agli 1,8 milioni di<br />

tonnellate quantificati dallo Sblocca Italia, che<br />

implica un ricorso “obbligato” all’export di rifiuti<br />

o che provoca l’insorgere di situazioni<br />

emergenziali che mettono a dura prova la tenuta<br />

dei territori.<br />

La Lombardia risulta essere la regione con il<br />

surplus più consistente (+247mila ton), a cui<br />

si aggiunge una gestione particolarmente virtuosa,<br />

dato che lo smaltimento in discarica è<br />

già ben al di sotto della soglia critica del 10%,<br />

prevista dalle politiche comunitarie per il 2035.<br />

Situazioni di particolare criticità si rinvengono<br />

in Lazio (-852mila ton) e in Campania<br />

(-690mila ton). Pertanto, ben 15 Regioni dovrebbero<br />

procedere ad individuare gli impianti<br />

“minimi”, in quanto il trattamento del RUR,<br />

dei rifiuti da rifiuti e degli scarti nei loro territori<br />

presenta dei deficit gestionali conclamati.<br />

Un’attività di pianificazione (regionale) ben<br />

fatta dovrebbe rispondere a tali fabbisogni, garantendo<br />

tariffe regolate e conferimenti certi<br />

all’impiantistica regionale.<br />

l<br />

Lombardia<br />

Molise<br />

Marche<br />

Basilicata<br />

Valle d’Aosta<br />

Emilia-Romagna<br />

Toscana<br />

Sardegna<br />

Umbria<br />

Piemonte<br />

Trentino-Alto Adige<br />

Friuli-Venezia Giulia<br />

Liguria<br />

Abruzzo<br />

Calabria<br />

Veneto<br />

Puglia<br />

Sicilia<br />

Campania<br />

Lazio<br />

NORD<br />

CENTRO<br />

SUD<br />

Per approfondire<br />

"Mercato" vs "regole":<br />

quale percorso?<br />

Position Paper n. 268 -<br />

Laboratorio REF, maggio<br />

<strong>2024</strong><br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

Luglio <strong>2024</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

14 PRIMO PIANO Soluzioni<br />

ANGOLO INNOVAZIONE<br />

IMPRESSIONI BAVARESI<br />

PRIMO PIANO<br />

15<br />

Trend setter?<br />

Federica Lugaresi<br />

App e Startup<br />

Eliana Puccio<br />

CARBON FOOTE<br />

Finora abbiamo parlato<br />

spesso di app per la<br />

raccolta dei rifiuti a<br />

360°. In questo numero<br />

ci soffermeremo sul<br />

riciclo dell’olio<br />

spiegandone la<br />

procedura. Ogni<br />

container è dotato di un<br />

sistema di gestione<br />

intelligente, che utilizza<br />

sensori per controllare<br />

l’interno dei contenitori.<br />

Quando viene raggiunta<br />

l’85% della capacità di<br />

La tecnologia può essere un ottimo alleato dell’uomo,<br />

anche nella raccolta differenziata. Spazio ad app e idee<br />

che generano nuove opportunità di business sostenibile<br />

raccolta, scatta la<br />

notifica e si procede<br />

con lo svuotamento.<br />

L'innovativa app dice<br />

agli utenti esattamente<br />

dove andare per<br />

posizionare gli oli,<br />

risparmiare loro<br />

tempo e<br />

incoraggiarli a<br />

riciclare.<br />

Lo<br />

smaltimento<br />

scorretto<br />

dell'olio<br />

contribuisce<br />

alla contaminazione di<br />

suoli e acque.<br />

Come spiegato<br />

dall’Agenzia portoghese<br />

per l’ambiente (APA),<br />

infatti, un unico “litro di<br />

olio domestico versato<br />

lungo lo scarico del<br />

lavello della cucina può<br />

contaminare un milione<br />

di litri d’acqua<br />

contemporaneamente,<br />

abbastanza perché una<br />

persona possa<br />

sopravvivere fino a 40<br />

anni.<br />

Numeri da capogiro, quelli snocciolati nel<br />

report finale di IFAT, con un’affluenza di<br />

pubblico al top: circa 142.000 visitatori<br />

provenienti da quasi 170 Paesi ed<br />

il 55% degli espositori dall’estero,<br />

con forte presenza, per la prima<br />

volta, dei cinesi.<br />

La forte connotazione internazionale<br />

del Salone bavarese è<br />

come sempre indiscussa, ma<br />

noi abbiamo avvertito quell’essere<br />

un filo sottotono rispetto<br />

alle edizioni precedenti: la foto<br />

di apertura (che si riferisce al<br />

primo giorno della kermesse) è<br />

emblematica, ma anche i prodotti<br />

e soluzioni presentati non erano proprio<br />

tutti “freschissimi”. Qualcosa avevamo già visto<br />

ad Ecomondo prima, e a Pollutec dopo.<br />

Non è la più forte<br />

delle specie che<br />

sopravvive,<br />

né la più intelligente,<br />

ma quella più reattiva<br />

ai cambiamenti<br />

(Charles Darwin)<br />

tutto a partire dal contesto residenziale. Il riutilizzo<br />

dell’acqua infatti diventerà uno strumento<br />

essenziale per garantire una fonte sicura,<br />

riducendo la pressione sulle falde e<br />

migliorando la resilienza dell’UE alle variazioni<br />

di clima. Diverse le soluzioni in vetrina (di alcune<br />

potete leggere nelle pagine seguenti)<br />

come per esempio il recupero delle acque<br />

grigie - non una preview di IFAT - per il quale<br />

è necessario seguire le leggi locali e ottenere<br />

le autorizzazioni necessarie prima di installare<br />

il sistema di recupero ad hoc.<br />

Gli occhi di <strong>Waste</strong> sono stati puntati anche sulla<br />

digitalizzazione nella gestione idrica. Per<br />

poter rispondere alle esigenze<br />

normative in costante evoluzione,<br />

si richiede sempre di più alle<br />

società del settore di avere sistemi<br />

digitali di raccolta e rendicontazione<br />

dei dati (al fine di<br />

comunicare e certificare i dati<br />

stessi che impattano sulla sostenibilità).<br />

A tal proposito, è<br />

stato presentato un dispositivo<br />

mobile per il rilevamento in loco<br />

della Legionella (o altri microrganismi),<br />

e capace di distinguere<br />

batteri vivi da quelli morti: requisiti che verranno<br />

applicati all’indagine batteriologica di<br />

qualsiasi risorsa idrica.<br />

BIOFASHIONTECH<br />

È una startup<br />

biotecnologica che<br />

trasforma gli scarti tessili<br />

in materie prime di pregio<br />

e prodotti intermedi con<br />

un impatto ambientale<br />

minimo. La missione è<br />

quella di dare ai rifiuti<br />

tessili un’altra possibilità<br />

di vita utile e ridurre<br />

l’impronta di carbonio<br />

dell’industria della moda.<br />

BFT tratta i rifiuti tessili<br />

utilizzando una tecnologia<br />

a basso consumo<br />

energetico, trasformandoli<br />

in nuovi materiali<br />

sostenibili. Rispetto alle<br />

comuni tecniche di riciclo,<br />

tra i vantaggi del BFT c’è<br />

che può essere utilizzato<br />

con materiali tessili<br />

multimateriali e di diversi<br />

colori oppure con una<br />

miscela di materiali tessili<br />

diversi senza che sia<br />

necessaria una selezione<br />

preliminare. Inoltre,<br />

non richiede nuove fibre<br />

vergini per<br />

migliorare le<br />

proprietà del<br />

filato riciclato<br />

finale, in quanto<br />

non genera nuovi<br />

filati o tessuti.<br />

É assodato che le sfide del nostro tempo,<br />

come la crisi climatica o la carenza di materie<br />

prime, possano essere risolte solo adattandosi<br />

ai cambiamenti, tramite una tecnologia<br />

intelligente ed efficiente anche dal punto di<br />

vista energetico. Questo è stato il messaggio<br />

passato dal Salone. Scontato che, per questa<br />

ragione, i rappresentanti dell’industria, economia<br />

e politica, associazioni e aziende siano<br />

stati richiamati dalla kermesse. In quest’ottica,<br />

ci ha colpito il concetto di “città spugna”,<br />

che mira a trasformare gli spazi urbani in sistemi<br />

capaci di assorbire, filtrare e gestire le<br />

risorse idriche in maniera efficiente, soprat-<br />

Un’occhiata nemmeno troppo veloce, l’abbiamo<br />

tirata pure alle soluzioni e tecnologie relative<br />

alla gestione dei flussi di materiale, di rifiuti e<br />

riciclaggio. E qui, abbiamo capito che nel 2030,<br />

si assisterà ad uno spostamento verso il disassemblaggio<br />

e riciclaggio automatizzati: i prodotti<br />

non verranno più scartati, ma sistematicamente<br />

smontati, aggiornati e riciclati, con<br />

pari livello di automazione degli attuali processi<br />

produttivi. Tiriamo le somme? Il settore delle<br />

tecnologie ambientali identifica senza dubbio<br />

una delle industrie innovative del momento.<br />

IFAT è solo una delle vetrine, ma c’è chi può e<br />

riesce a fare di meglio…<br />

l<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

Luglio <strong>2024</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

16 ECONOMIA CIRCOLARE Soluzioni<br />

VISTO A IFAT<br />

VISTO A IFAT<br />

ECONOMIA CIRCOLARE<br />

17<br />

Ludovica Bianchi<br />

Questioni idriche…<br />

e non solo<br />

Trattamenti ottimizzati per le acque, acque reflue e rifiuti,<br />

ma anche opportunità offerte dalla digitalizzazione e<br />

resilienza climatica. Al Salone bavarese delle tecnologie<br />

ambientali, abbiamo trovato tutti gli argomenti più attuali<br />

STARPLAST<br />

La medaglia per il riuso delle acque grigie e piovane<br />

va a Starplast. Col sistema biogrigio Home,<br />

che verrà immesso sul mercato a brevissimo, si<br />

recuperano a livello domestico e per un consumo<br />

famigliare circa 1000 litri di acqua al giorno. Queste<br />

acque arrivano dalle docce, dalla lavatrice e dal<br />

lavandino del bagno. La normativa che regola questo<br />

recupero verrà recepita a stretto giro a livello comunitario, mentre<br />

in Italia già alcune zone stanno applicando (provincia di Bologna,<br />

Roma e Ragusa è già obbligatorio).<br />

3 sono gli stadi di trattamento: separazione tra solidi (quali pellicine,<br />

capelli che finiscono in un filtro a tasca) e liquidi leggeri tramite sedimentazione,<br />

mentre il resto segue gli altri due stadi fino ad arrivare<br />

all’ultrafiltrazione a membrana. Una volta filtrata, l’acqua viene<br />

stoccata in un serbatoio di recupero che è in realtà la struttura<br />

stessa della macchina (grande quanto una lavatrice) con una capacità<br />

da 330 litri. L’acqua così trattata, può essere riutilizzata per<br />

sub irrigazione di terreni agricoli, alimentazione delle cassette di<br />

scarico o per rialimentare la lavatrice stessa. Col sistema Bio Blu,<br />

invece si recuperano le acque piovane.<br />

CHE PASS!<br />

Una macchina progettata da Palmieri che è capace di<br />

pre triturare, deferrizzare e separare le parti solide dal<br />

FORSU. Viene quindi prodotta una purea organica che<br />

immessa nei biodigestori, verrà utilizzata per la produzione<br />

di biogas.<br />

Numeri da capogiro (anche se noi abbiamo<br />

percepito un flusso minore). IFAT Monaco<br />

ha mostrato ancora una volta di quali sfide<br />

e stimoli del mercato, l’industria internazionale si<br />

stia attualmente occupando. Tema chiave di questa<br />

edizione, l’adattamento alle conseguenze del cambiamento<br />

climatico: città e comuni si trovano sempre<br />

più a dovere far fronte alle conseguenze di periodi<br />

siccitosi alternati a forti piogge. Diventa indispensabile<br />

quindi una città (e un territorio) attenta<br />

all’acqua. Ma anche ad una gestione circolare dei<br />

rifiuti che devono, e possono, essere recuperati e<br />

valorizzati. Qui di seguito qualche flash di ciò che<br />

abbiamo visto.<br />

l<br />

ALTA SPECIALIZZAZIONE<br />

A Monaco le acque la fanno da<br />

padrona. Largo quindi a macchinari<br />

super mirati per il<br />

trattamento di reflui industriali<br />

come quelli esposti da<br />

Eco-Techno. In particolare nell’ambito<br />

di aziende chimico-farmaceutiche,<br />

galvaniche e metalmeccaniche<br />

tramite un processo di evaporazione<br />

sottovuoto - che avviene successivamente alla separazione<br />

dell’acqua dal rifiuto liquido - se ne riducono<br />

i volumi con un notevole vantaggio sui costi di<br />

smaltimento, in aggiunta al recupero della parte liquida<br />

riutilizzabile sempre in ambito industriale<br />

(90%) sul restante 10% di rifiuto liquido.<br />

La tecnologia utilizzata di cui sopra, comporta macchinari<br />

energivori che condensano la frazione liquida<br />

“rifiuto”.<br />

SEMPLIFICARE LA TECNOLOGIA - Ecosistemi IoT per<br />

applicazioni nella raccolta rifiuti anche porta a porta,<br />

e accessi smart per la raccolta differenziata. È ciò di<br />

cui si occupa Partitalia attraverso produzione e commercializzazione<br />

di smart card, tag e soluzioni IoT.<br />

LE 3 R DI BONFIGLIOLI<br />

Per Ridurre, Riutilizzare e Rici -<br />

clare, è ampia la scelta presentata<br />

di prodotti per l’automazione<br />

nel settore trattamento<br />

acque; riciclaggio primario<br />

(macchine per il riciclaggio dei<br />

materiali più pesanti quali pneus<br />

e autovetture) ma anche per le<br />

macchine di raccolta lattine e<br />

bottiglie; e biogas. La novità introdotta<br />

riguarda la sensorizzazione<br />

(IoT) dei riduttori che, nella<br />

realtà al momento è applicata<br />

solo su macchine grosse ed è<br />

ancora in fase di sviluppo. Ma<br />

Bonfiglioli da quest’anno si sta<br />

focalizzando particolarmente<br />

sul mondo acque in cui c’è un<br />

margine di miglioramento sull’efficientamento<br />

dei sistemi.<br />

Ecco che quindi l’azienda è presente<br />

coi propri prodotti nella<br />

prima parte del processo di desalinizzazione<br />

e riciclaggio di acque<br />

industriali (con motori di<br />

WireX<br />

Una novità assoluta presentata dalla famiglia<br />

Stadler in occasione del Salone: la macchina<br />

per la rimozione automatica del filo di legatura<br />

delle balle. Si tratta di un compito complesso<br />

che solitamente viene svolto manualmente ma<br />

da oggi il processo è completamente automatizzato.<br />

WireX consente di liberare con un unico<br />

passaggio le balle dai fili metallici (anche in<br />

caso di doppia legatura incrociata), migliorando<br />

l’efficienza della linea di selezione. Il tutto avviene<br />

tramite il rilevamento di sensori ed i sistemi<br />

di misurazione delle balle. Al termine<br />

del taglio, i fili vengono arrotolati e scaricati in<br />

un piccolo contenitore separato, pronto per il<br />

riciclaggio.<br />

"In qualità di produttori di impianti e attrezzature,<br />

il nostro ruolo principale nella catena del<br />

valore è quello di supportare l'industria del riciclaggio<br />

fornendo sistemi di selezione ad alte<br />

prestazioni", ha dichiarato Julia Stadler, Chief<br />

Digital Officer . "Siamo costantemente alla ricerca<br />

di nuovi modi per aiutare l'industria del<br />

riciclaggio ad ampliare la sua portata e la sua<br />

efficacia”. “Ma dobbiamo ancora affrontare sfide<br />

importanti come la redditività economica,<br />

la complessità della progettazione dei prodotti<br />

e la necessità di normative e cooperazione globali”<br />

ha puntualizzato il CEO Willi Stadler.<br />

azionamento di filtro e paratie<br />

per intercettare le grosse impurità)<br />

ma anche per essicatori<br />

a presse con riduttori. In tema<br />

di biogas invece si sta sviluppando<br />

un discorso di sensori per<br />

motoriduttori specifici per macchinari<br />

dedicati alla miscelazione<br />

dei materiali.<br />

Serie R3: per la triturazione<br />

primaria e dotata di sensori che<br />

misurano prestazioni, consumi e<br />

il tempo di ciclo della macchina).<br />

BIOFILTRI E BIOMODULI<br />

Per depurare aria, gas proveniente dal trattamento dei rifiuti, e acque reflue,<br />

Ecochimica propone un nuovo sistema di biofiltrazione. Desolforatori per<br />

alte concentrazioni di biometano con alta efficienza di rimozione dell’H2S a<br />

bassi costi di gestione; chimico per basse concentrazioni, desolforatori con<br />

il recupero del reagente, ma anche biologico con il solo utilizzo di batteri.<br />

Biocelle e bio tunnel vengono invece applicati per il compostaggio del digestato<br />

frazione solida.<br />

Tecnologia all’avanguardia<br />

IFAT è stata una vetrina importante anche<br />

per Busi Group. “L’edizione <strong>2024</strong><br />

di IFAT sarà strategica perché ci permetterà<br />

di consolidare le nostre relazioni<br />

in Europa, specialmente in<br />

Spagna, Francia, Svizzera e ampliare<br />

ulteriormente i nostri orizzonti. Il mercato<br />

internazionale pesa ora circa il<br />

25% del fatturato” hanno dichiarato i<br />

fratelli Busi.<br />

Tra le soluzioni del gruppo erano in<br />

esposizione un sistema CMPL 8 di<br />

OMB Technology per la raccolta rifiuti<br />

laterale e i cassonetti +B Lid: la soluzione<br />

è molto apprezzata in alcuni<br />

Paesi, come la Spagna, perché permette<br />

di ottimizzare i costi di raccolta<br />

e aumenta sensibilmente il comfort<br />

degli operatori rispetto al sistema con<br />

porta a porta, che viene svolto con<br />

compattatori a carico posteriore.<br />

In vetrina anche un sistema Legend a<br />

carico posteriore di OMB per la raccolta<br />

e compattazione dei rifiuti, allestito<br />

su un veicolo ad alimentazione<br />

elettrica e un veicolo di piccole dimensioni<br />

allestito con sistema T-Rex di<br />

OMB, ideale per il sistema di raccolta<br />

rifiuti “porta a porta”, in piccoli comuni,<br />

centri storici, località montane e grandi<br />

città; ed anche un camion con attrezzatura<br />

scarrabile e gru MEC.<br />

DAR VALORE AI ROTTAMI - Con Tecno Recycling Technology<br />

materiali da processare quali cavi in rame o alluminio, RAEE,<br />

radiatori e altri materiali compositi avranno una seconda vita.<br />

Una vasta gamma di macchine per la separazione di materiale<br />

ferroso e non, plastica, gomma, tessuti e molti altri tipi di rifiuti,<br />

si associa anche a macchinari quali trituratori, granulatori e<br />

compattatori per una riduzione di volume.<br />

Luglio <strong>2024</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

18 ECONOMIA CIRCOLARE Soluzioni<br />

VETRO LASTRA<br />

VETRO LASTRA<br />

ECONOMIA CIRCOLARE<br />

19<br />

Un bel crash<br />

Spesso gli scarti<br />

di vetro vengono<br />

verificati<br />

manualmente,<br />

a metà del ciclo<br />

produttivo,<br />

per evitare<br />

che contengano<br />

particelle<br />

infondibili.<br />

Nelle demolizioni dei veicoli,<br />

il parabrezza identifica una parte<br />

in vetro non cosi semplice<br />

da recuperare e riciclare. Si tratta<br />

infatti di materiale in lastra che,<br />

a differenza del vetro cavo,<br />

non è regolamentato da nessun<br />

sistema. Ma vale sempre la pena<br />

smontarlo per dargli nuova vita<br />

Federica Lugaresi<br />

Da sempre utilizzato, il vetro è uno dei materiali<br />

più antichi e una risorsa che non va<br />

sprecata.<br />

Attualmente, ci si aspetta un importante sviluppo<br />

per il settore del vetro soprattutto in termini di<br />

riciclo e di crescita di domanda per manufatti.<br />

In Italia abbiamo numeri relativi al vetro cavo<br />

(quindi tutto ciò che è imballaggio) che è regolamentato<br />

da Co.Re.Ve. e dal sistema nazionale<br />

EPR, mentre nell’ambito del vetro lastra si possono<br />

fare solo delle stime mancando i numeri<br />

ufficiali di raccolta e riciclo.<br />

Il mercato<br />

Nel panorama italiano, nel 2022 si è avuto un incremento<br />

pari al 3,3 per cento di raccolta di vetro<br />

(con 2.591.000 ton). La crescita stimata (da<br />

Co.Re.Ve.) per l’anno <strong>2024</strong> è del 5%, con un tasso<br />

di riciclo pari all’83,17% nel 2023 ed ogni chilogrammo<br />

di vetro riciclato in più consente un risparmio<br />

di 0,7 kg di CO 2 .<br />

Relativamente al vetro piano sono 1.040.595<br />

ton/anno di immesso al consumo nei suoi diversi<br />

utilizzi (automotive e nel settore edilizia).<br />

Ma qui non esiste ancora un regolamento europeo<br />

e le vetrerie che devono per forza riutilizzare<br />

questo tipo di materiale, si devono adeguare<br />

al regolamento europeo cui fa riferimento<br />

il Consorzio. Si può presumere che il mercato<br />

del vetro lastra si aggiri intorno alle 400.000 tonnellate,<br />

che sono destinate in massima parte al<br />

riciclo nel settore imballaggi.<br />

Necessari sono gli investimenti<br />

Nei vetri parabrezza sono presenti altre componenti<br />

che vanno ad inquinare il materiale che<br />

andrà incontro alla nuova fusione. Non è sufficiente<br />

infatti triturarlo e rifonderlo per fare nuove<br />

bottiglie (con il 97% di vetro imballaggio e piano<br />

si riproduce vetro imballaggio).<br />

Ma c’è chi vuole fare la differenza come Euro -<br />

vetro - azienda specializzata nel recupero e riciclo<br />

- che negli ultimi anni ha cercato di riprodurre<br />

vetro piano con una partnership importante insieme<br />

ad uno dei principali produttori di parabrezza.<br />

Per raggiungere infatti obiettivi significativi è<br />

necessario che si instauri un’ampia collaborazione<br />

tra produttori/utilizzatori di vetro lastra e<br />

le aziende specializzate nella raccolta/riciclo.<br />

Ma anche un continuo investimento tecnologico<br />

negli impianti di trattamento, per poter rendere<br />

disponibili alle vetrerie sia quantità che qualità<br />

adeguate di vetro lastra lavorata.<br />

EUROVETRO IN PILLOLE<br />

L’azienda lombarda si occupa di riciclare<br />

vetro dal secondo dopoguerra, trasformando<br />

un rifiuto in una materia prima<br />

ed è oggi realtà leader in Italia e tra le<br />

prime in Europa per processi, volumi,<br />

tecnologia:<br />

• 290.000 tonnellate/anno di imballaggi<br />

in vetro riciclato, equivalenti ad una produzione<br />

di circa 450 milioni di bottiglie<br />

• 100.000 tonnellate/anno di vetro in lastra<br />

riciclato<br />

• 260 mila tonnellate di emissioni di CO 2<br />

nell’atmosfera risparmiate ogni anno.<br />

Parabrezza<br />

a fine vita.<br />

Per recuperarne<br />

il vetro vanno<br />

eliminate<br />

le componenti<br />

inquinanti.<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

Luglio <strong>2024</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

20 ECONOMIA CIRCOLARE<br />

VETRO LASTRA<br />

VETRO LASTRA<br />

ECONOMIA CIRCOLARE<br />

21<br />

Scarti di vetro<br />

misto.<br />

Il vetro Flint<br />

ha un elevato<br />

indice<br />

di rifrazione<br />

che conferisce<br />

estrema<br />

lucentezza: viene<br />

usato<br />

per realizzare<br />

oggetti di pregio.<br />

Vetro cavo<br />

da imballaggio.<br />

Selezione importante<br />

L’operatore in cernita, verifica che non ci sia – a<br />

metà del ciclo produttivo - dell’infondibile. Se si<br />

parla di vetro urbano, è tutto ciò che è ceramica,<br />

vetroceramica e pirex che crea delle piccole bollicine<br />

non fastidiose all’interno della nuova bottiglia;<br />

ma se viene creato un nuovo vetro lastra,<br />

anche il più piccolo “puntino”, ne vanifica la produzione<br />

e va gettato.<br />

Le tipologie di riciclo effettuate da Eurovetro si<br />

concentrano sul vetro urbano, la lastra float e i<br />

parabrezza. Nel primo caso il materiale in uscita<br />

è classificato per granulometria e colore.<br />

In merito a vetro lastra sul mondo del parabrezza<br />

- in cui la tecnologia utilizzata è quella chiamata<br />

« leva all’interno di sicurezza» - si procede diversamente.<br />

Si tratta di un prodotto che non tutti<br />

riescono a trattare, in teoria è molto duro ma<br />

non infrangibile. Viene lavorato con delle apparecchiature<br />

particolari, dove mediante una serie<br />

di triturazioni e per uno staccamento termico, si<br />

riesce a separare.<br />

Fatto cento di quello che entra in azienda e grazie<br />

oltre 200 macchine in sequenza con l’obiettivo<br />

di ottimizzare ogni aspetto del processo, il 97%<br />

del rifiuto che viene avviato a riciclo diventa materia<br />

prima per industria vetraria, settore edile<br />

ed industria siderurgica. Solo 1,5% del rifiuto<br />

viene destinato al recupero energetico e soltanto<br />

il 1,5% va a smaltimento.<br />

I prodotti finiti<br />

Ciò che viene ottenuto è del misto (piccolo, medio<br />

fine e grande); un bianco, mezzo bianco;<br />

flint e Isomix. Come detto sopra, di tutti questi<br />

prodotti il 97% finisce nell’industria vetraria,<br />

ma il restante 3% si sta cercando di piazzarlo<br />

in altri settori: manufatti, industria della ceramica,<br />

sottofondi e isolanti, agglomerati cementizi.<br />

Tutto il materiale riciclato è tracciato, si<br />

deve comunicare alla Regione e alla Provincia<br />

che utilizzo se ne faccia e quanto ne venga dedicato<br />

ad una particolare attività. Si tratta di<br />

materiale riciclato certificato, ed anche l’azienda<br />

ricevente, deve certificarne la reimmissione nel<br />

mercato.Grazie poi alla collaborazione con Aiki<br />

(ex Cobat) è stato studiato e creato un circuito<br />

per il recupero dei parabrezza auto da tutto il<br />

mondo dei demolitori.<br />

l<br />

CYCLUS<br />

Nella gestione dei veicoli fuori uso si presentano sfide e opportunità.<br />

Una di queste è Cyclus che nasce sotto il cappello di Aiki, e<br />

che fa da collettore tra i protagonisti dell’ELV. È una rete certificata<br />

che offre la possibilità di demolire i veicoli fuori uso<br />

assicurando la corretta gestione di ogni componente ,e che<br />

consente a Case automobilistiche e autodemolitori di garantire<br />

trasparenza, tracciabilità e sicurezza di ogni componente<br />

nella gestione dei veicoli a fine vita. È anche possibile consultare<br />

report, statistiche e schede automezzi e di avere accesso<br />

immediato al magazzino sia del singolo veicolo che all’intera<br />

lista dei ricambi.<br />

LEADER NELLE SOLUZIONI INTEGRATE PER<br />

IGIENE URBANA E RACCOLTA, COMPATTAZIONE E TRASPORTO RIFIUTI<br />

Produzione di bottiglie in vetro riciclato.<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

www.busigroup.it


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

22<br />

ECONOMIA CIRCOLARE<br />

NEWS<br />

A San Pier d'Isonzo il sistema<br />

di illuminazione pubblica è 100%<br />

circolare con il progetto<br />

avanguardistico di City Green Light<br />

Fiat Lux<br />

Irene Boschi<br />

Grazie al progetto avanguardistico di City<br />

Green Light, attiva nella promozione<br />

di strumenti per l'efficientamento<br />

energetico, il comune friulano di San Pier<br />

d'Isonzo ha ottenuto il sistema di illuminazione<br />

pubblica 100% circolare.<br />

L'intervento, realizzato nell'ambito del Ser -<br />

vizio Luce 4 Consip, ha interessato l’intera<br />

rete di pubblica illuminazione, dai componenti<br />

elettrici (cavi e quadri; apparecchiature<br />

di illuminazione) a quelli infrastrutturali (cavi<br />

di alimentazione; cabine di trasformazione;<br />

canalizzazioni) ed è stato realizzato utilizzando<br />

oltre il 70% di materiali riciclati. L'opera<br />

di riqualificazione è stata avviata nel dicembre<br />

2023 e rientra in un contratto della durata di<br />

9 anni, che comprende anche la gestione, la<br />

manutenzione e l'ottimizzazione degli impianti<br />

di illuminazione pubblica, oltre alla fornitura<br />

di energia elettrica proveniente al 100%<br />

da fonti rinnovabili. Dai primi risultati che riguardano<br />

i consumi, è emerso che la sostituzione<br />

dei vecchi corpi illuminati ha portato<br />

a un risparmio energetico superiore al 60%,<br />

passando dai 189,82 MWh/annui pre-riqualificazione<br />

ai 59,28 MWh/annui post-riqualificazione.<br />

Al termine del mandato di City<br />

Green Light, probabilmente il risparmio energetico<br />

ottenuto dal Comune sarà di 130,54<br />

MWh/annui, pari al consumo medio annuo<br />

di circa 50 famiglie; mentre per quanto riguarda<br />

le emissioni di CO 2 , si ipotizza una riduzione<br />

di 33,4 tonnellate. “La combinazione<br />

di efficienza energetica, circolarità dei materiali<br />

e promozione della sostenibilità offre<br />

un modello replicabile nelle altre comunità<br />

- ha dichiarato Tomaso Naldi, Business Unit<br />

Director Northern Italy di City Green Light -<br />

, affinchè possano dare impulso concreto al<br />

loro sviluppo sostenibile".<br />

l<br />

Luglio <strong>2024</strong>


24 ECONOMIA CIRCOLARE ESPR<br />

ESPR<br />

ECONOMIA CIRCOLARE<br />

25<br />

Circolarmente<br />

Appuntamento con lo spazio dedicato a materiali<br />

e design circolari, nonché alle risorse materiche.<br />

Su questo numero un tema molto caldo: tracciabilità<br />

dei materiali per una progettazione circolare<br />

Marco Capellini<br />

CEO Matrec.com<br />

Con l’approvazione del regolamento europeo<br />

sulla “progettazione ecocompatibile”<br />

(ESPR – Ecodesign for Su -<br />

stai nable Products Regulation), la<br />

trac ciabilità dei materiali diventa un aspetto<br />

cruciale per le imprese. In particolare con<br />

l’introduzione del Passaporto digitale di prodotto<br />

(Allegato III del regolamento), sarà necessario<br />

fornire una serie di informazioni sul<br />

prodotto e sui materiali impiegati, al fine di<br />

permettere al consumatore di valutare le<br />

performances di sostenibilità e circolarità in<br />

fase di acquisto. Informazioni relative ad<br />

esempio alla presenza di sostanze pericolose,<br />

alla presenza di materiali riciclati o da<br />

fonte rinnovabile, alle certificazioni ambientali<br />

di materiali e prodotti, alle istruzioni di<br />

manutenzione, riparazione e disassemblaggio<br />

dei prodotti.<br />

Tutto più easy<br />

Con la tracciabilità sarà possibile separare più<br />

facilmente i materiali riciclabili da quelli non<br />

riciclabili, migliorando la qualità dei processi<br />

di riciclo ed il relativo tasso. Si assicura inoltre<br />

che i materiali riciclati siano utilizzati in modo<br />

appropriato, mantenendo il loro valore all'interno<br />

della catena produttiva.<br />

La tracciabilità, in particolare dei materiali,<br />

sarà inoltre utile e funzionale alle aziende per<br />

comunicare (e garantire), al mercato la qualità<br />

ambientale del prodotto finale. Ma non solo:<br />

è la base fondamentale per perseguire una<br />

misurazione della circolarità di prodotto e progetto.<br />

Per sapere quanto è circolare un prodotto<br />

è necessario infatti conoscere tutte le<br />

caratteristiche dei materiali impiegati e di<br />

come questi vengono trasformati per diventare<br />

componenti.<br />

L’avvio del processo di tracciabilità richiede necessariamente<br />

la capacità di seguire il percorso<br />

dei materiali lungo tutta la catena di produzione<br />

e distribuzione per entrare in possesso delle informazioni<br />

utili per il proprio progetto. Questo<br />

richiede il coinvolgimento dei fornitori che dovranno,<br />

a loro volta, coinvolgere altri fornitori<br />

per arrivare all’origine dell’informazione richiesta:<br />

un processo che inevitabilmente richiede<br />

tempo e preparazione da parte delle aziende.<br />

Non sfugge più nulla<br />

Nel progetto della Commissione è previsto un<br />

sistema di Blockchain dove a cascata le informazioni<br />

(validate e certificate), verranno messe<br />

a disposizione della filiera garantendo la privacy<br />

dei contenuti.<br />

L’importanza della tracciabilità dei dati ambientali<br />

relativi ai materiali è finalizzata a:<br />

- monitorare l'origine e il percorso dei materiali<br />

per assicurare che essi provengano da<br />

fonti responsabili e sostenibili, verso una riduzione<br />

dell'impatto ambientale della produzione;<br />

- aiutare le aziende a conoscere tutti gli<br />

aspetti che caratterizzano i materiali nel rispetto<br />

delle normative ambientali, per garantire<br />

la qualità dell’informazione da comunicare<br />

al consumatore;<br />

- fornire trasparenza sulle filiere di approvvigionamento,<br />

per evitare che taluni materiali<br />

possano provenire da aeree dove gli aspetti<br />

sociali non vengono tenuti adeguatamente in<br />

considerazione o dove i controlli ambientali<br />

non sono garantiti.<br />

Ad esempio, grazie alla tracciabilità sarà più<br />

semplice certificare l'origine del contenuto di<br />

riciclato di un materiale, garantendo che provenga<br />

da processi di riciclo responsabili.<br />

Questo non solo può ridurre l'uso di materiali<br />

vergini, ma ci si aspetta che possa essere una<br />

soluzione anche per ridurre il volume di rifiuti<br />

nelle discariche.<br />

Punto a favore<br />

Un altro aspetto fondamentale della tracciabilità<br />

è favorire il processo di recupero e riciclo<br />

delle materie prime critiche (CRM), su cui la<br />

stessa Commissione UE ha posto molta attenzione<br />

in quanto sono materiali di strategica<br />

importanza economica per l’Europa e caratterizzati<br />

allo stesso tempo da alto rischio di<br />

fornitura. Queste materie prime sono fondamentali<br />

per numerose attività industriali, e<br />

sono particolarmente importanti per la transizione<br />

ecologica: infatti, vengono utilizzate<br />

per esempio nelle turbine eoliche, nei pannelli<br />

fotovoltaici e nelle batterie. Queste tecnologie<br />

richiedono una grande quantità di minerali e<br />

metalli, con una domanda prevista in continua<br />

crescita nei prossimi anni. Si stima, per esempio,<br />

che al 2030 l’Europa avrà bisogno di 18<br />

volte più litio e 5 volte più cobalto rispetto ai<br />

livelli attuali per la fabbricazione di batterie<br />

per veicoli elettrici e stoccaggio di energia.<br />

Pronti a partire<br />

Le aziende a questo punto devono iniziare ad<br />

organizzarsi per evitare di trovarsi impreparate<br />

alle prossime scadenze legislative previste per<br />

il 2027/2028: scadenze che in prima battuta<br />

riguarderanno il settore del fashion e dell’arredo,<br />

che la Commissione UE ha definito come<br />

prioritari.Organizzarsi vuol dire iniziare a dialogare<br />

con la filiera (fornitori), per pianificare<br />

un percorso di raccolta e gestione delle informazioni<br />

utili a raccontare le caratteristiche di<br />

sostenibilità e circolarità del prodotto. l<br />

I circuiti sono<br />

considerati una vera<br />

miniera urbana<br />

di CRM, che sono<br />

ad alto rischio<br />

di fornitura. Con<br />

la tracciabilità<br />

si favorisce il loro<br />

recupero e riciclo.<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

Luglio <strong>2024</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

26<br />

ECONOMIA CIRCOLARE<br />

ANTICIPAZIONI<br />

Circola che ti ricircola<br />

Eliana Puccio<br />

Dal 5 all'8 novembre Rimini ospiterà la 27esima edizione<br />

di Ecomondo. Il layout espositivo si rinnova e si amplia. Spazio<br />

alla Gen Z, con la seconda edizione del Premio Lorenzo<br />

Cagnoni, che sarà assegnato alle tre start-up più innovative<br />

Èpartito il countdown per la fiera più<br />

attesa per le aziende protagoniste della<br />

circular economy, e non solo. Ecomondo,<br />

giunto alla sua 27esima edizione, attira da anni<br />

un bacino di utenti in continua crescita.<br />

Anche nel <strong>2024</strong> la manifestazione si presenta<br />

con numeri e progetti che lo riconfermano<br />

evento internazionale di riferimento in Europa<br />

e nel bacino del Mediterraneo per le tecnologie,<br />

i servizi e le soluzioni industriali nei settori dell'economia<br />

circolare. Sarà spazio di condivisione<br />

e co-progettazione sulle policy del Green Deal<br />

Europeo, in cui esperti, decision maker, imprenditori<br />

e professionisti del settore discuteranno<br />

le sfide e le opportunità legate alla politica<br />

ambientale e alla transizione energetica.<br />

Soprattutto, si respira più aria internazionale.<br />

Nella nuova edizione sono attese delegazioni<br />

di 120 paesi, 60 associazioni internazionali di<br />

settore e sono state attivate collaborazioni<br />

con oltre 100 riviste specializzate estere, per<br />

essere sempre più luogo d´incontro tra le<br />

best practice del ‘Made in Europe’ e la domanda<br />

internazionale di soluzioni per la transizione<br />

green. Tra i temi focus, intorno ai quali<br />

si svilupperanno l’area espositiva e il ricco<br />

programma di appuntamenti e conferenze,<br />

ci sono: Big data, intelligenza artificiale e sistemi<br />

predittivi per la transizione ecologica<br />

e la gestione degli effetti del cambiamento<br />

climatico; New Space economy per la sorveglianza<br />

ambientale e l’osservazione terrestre;<br />

Agricoltura 4.0 e capitale naturale per massimizzare<br />

la resa e tutelare i raccolti; Urban<br />

mining per il recupero di materiali preziosi e<br />

critici dai Raee.<br />

Cinque i distretti espositivi dedicati a progetti<br />

rivolti alle industries verticali, tra cui il Textile<br />

District; il Paper District; l’area Blue Economy,<br />

il progetto Green Jobs & Skills, l´Innovation<br />

District, dove sono attese 30 start up nell´area<br />

Start-Up & Scale-Up.<br />

l<br />

Luglio <strong>2024</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

28 ECONOMIA CIRCOLARE Soluzioni<br />

In uno dei distretti tessili più<br />

famoso del mondo esiste chi, già<br />

da tempo, applica il paradigma della<br />

circolarità. Col recupero, rigenerazione<br />

e riciclo delle fibre più preziose<br />

ESCLUSIVA<br />

ECOFIBRE<br />

Laps. Materiale<br />

di scarto prezioso<br />

in quanto a fibra<br />

lunga.<br />

ECOFIBRE<br />

ECONOMIA CIRCOLARE<br />

29<br />

Intelligenza<br />

artigianale<br />

Federica Lugaresi<br />

La cernita delle<br />

fibre avviene<br />

in manuale.<br />

Selezione visiva<br />

per i colori, tattile<br />

per quanto<br />

riguarda<br />

la finezza,<br />

olfattiva per<br />

la natura della<br />

fibra stessa<br />

(viene effettuata<br />

anche la prova<br />

con la fiamma).<br />

Non si butta via niente. Cosi come per<br />

il maiale anche per il tessile. Ma bisogna<br />

saperlo fare.<br />

In realtà nel biellese, questa è una tradizione.<br />

Il recupero dei sottoprodotti di lavorazione c’è<br />

da sempre ma non tutte le aziende in questo<br />

ambito sono sopravvissute. E chi ha saputo unire<br />

una parte più industriale (con l’acquisto di<br />

materie prime all’origine) mantenendo quella<br />

dei sottoprodotti, ha creato una realtà che potesse<br />

essere interessante anche per la fornitura<br />

ai lanifici.<br />

Stiamo parlando dell’azienda Felice De Palma<br />

che da più di cinquant’anni recupera materie<br />

prime (lane, fibre naturali, sete) che hanno subito<br />

degli stress di lavorazione (filatura, pettinatura,<br />

lavorazioni di tintoria): scarti insomma<br />

dei vari step della filiera, per essere riusati nella<br />

filatura cardata. Si tratta per la precisione di fibre<br />

scartate perché non sufficientemente lunghe<br />

e quindi non idonee a certe applicazioni,<br />

ma che combinate con materie prime vergini<br />

(e qui sta la lungimiranza del suo fondatore<br />

N.d.R.), danno un prodotto di assoluta qualità<br />

pur essendo derivato da scarti.<br />

ETICHETTATURA<br />

La certificazione GRS (Global Recycled<br />

Standard) permette di marcare come tale<br />

una mista che contenga almeno un 51%<br />

che proviene da riciclo (tra il 20 e il 50% è<br />

necessario dichiarare la percentuale, sotto<br />

il 20% non è dichiarabile).<br />

Riuso e vero riciclo<br />

Tutto quello che viene ritirato, intendendo sempre<br />

le fibre dei vari processi della filiera tessile, non<br />

può essere contemplato come rifiuto, e quindi non<br />

si può parlare di riciclo. Per il riutilizzo di questi<br />

sottoprodotti e materie secondarie, è stata ottenuta<br />

ad hoc un’etichettatura ecolabel dell’Ue che può<br />

essere riportata nella vendita ai clienti e che è conservativa<br />

all’interno dei vari step nella produzione<br />

dei clienti stessi. ”Con gli impianti di mistatura poi,<br />

vengono fatti dei blend andando a colore miscelando<br />

i vari colori” dichiara Al berto Garbaccio. “Noi<br />

infatti non tingiamo ma riutilizziamo fibre già colorate,<br />

e quindi siamo a impatto zero sull’ambiente<br />

anche perchè evitiamo l’utilizzo dell’acqua”.<br />

In merito al riciclo vero e proprio, l’azienda è in<br />

grado di recuperare le filandre quindi scarti di<br />

filato o ritagli di tessuto (che sono considerati<br />

veri rifiuti in quanto non sottoposti alla lavorazione<br />

che viene chiamata sostanziale, e quindi<br />

destinati a discarica). “In questo caso, avvalendoci<br />

di un impianto interno, riportiamo le filandre e i<br />

ritagli di tessuto a fibra (con macchinari dotati<br />

di carde molto fini capaci di aprire tessuti e filati,<br />

e da cui esce una fibra lunga che dipende dalla<br />

natura del materiale in origine). In pratica più il<br />

tessuto di partenza è fatto da filati ritorti, più sarà<br />

scadente il prodotto che se ne ricava e in percentuali<br />

più basse si potrà utilizzare.<br />

Quello che esce dal recupero di questi scarti,<br />

non ha mai una lunghezza tale da poter essere<br />

usato al 100%. Nel senso che i filati hanno bisogno<br />

di una certa tenacità e resistenza, e quindi<br />

IMPRONTA<br />

Si tratta di un sistema di tracciamento in blockchain che Felice<br />

De Palma ha adottato combinando le tecnologie dei tag RFID,<br />

sensori IoT e rete per garantire la tracciabilità dei propri prodotti.<br />

Si possono così avere la provenienza dei materiali (i prodotti<br />

recuperati, ovvero riciclati sono di origine italiana e arrivano<br />

dal territorio biellese), origine delle fibre, data e ora e localizzazione<br />

dei processi; ma anche i dati di processo (limitato<br />

impatto ambientale poiché non vengono utilizzati prodotti<br />

chimici e intaccate risorse idriche).<br />

utilizzare un prodotto 100% di recupero non è<br />

fattibile (almeno per quanto riguarda l’abbigliamento)<br />

e quindi necessita sempre di venire miscelato<br />

con fibre più lunghe che ne aumentino<br />

le performance” continua Garbaccio.<br />

Quanto è riciclabile?<br />

I rifiuti ritirati, vengono sottoposti ad una lavorazione<br />

che ne consente il riutilizzo. Dal filato<br />

o dal tessuto, viene ricavata una fibra che può<br />

Macchina<br />

cardalupo<br />

per aprire la fibra<br />

che viene<br />

sfioccata.<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

Luglio <strong>2024</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

30 ECONOMIA CIRCOLARE<br />

ECOFIBRE<br />

Altri due<br />

momenti della<br />

lavorazione<br />

che portano alla<br />

filatura.<br />

CAPSULE<br />

Con una parte di questi filati cardati (in puro cachemire e pura<br />

lana) realizzati con materie prime seconde, vengono prodotti<br />

dei plaid con tutte le fibre recuperate. C’è anche una piccola collezione,<br />

chiamata Re-cachemire, composta da maglie dolcevita,<br />

girocollo e cappelli realizzati in cashmere sostenibile prodotto<br />

rigenerando fibre naturali, attraverso un’accurata selezione di<br />

materie prime provenienti dal recupero di sottoprodotti dei<br />

lanifici biellesi.<br />

essere riciclata. Ma quanto si allunga il fine<br />

vita? Bisogna ovviamente considerare che queste<br />

operazioni di riciclo producono delle fibre<br />

corte che vengono utilizzate in percentuale in<br />

una mista (in cui ci sono fibre più lunghe che<br />

ne garantiscono caratteristiche determinanti).<br />

Lo stesso tessuto o capo, prodotto con una parte<br />

di fibre riciclate, potrà a sua volta essere riciclato<br />

sempre.<br />

“Dipende anche quante volte si riesce a rimescolare<br />

con altre materie prime: ad un certo<br />

punto la fibra in sé viene stressata e si polverizza,<br />

quindi ha dei limiti strutturali. Ma l’utilizzo<br />

della fibra riciclata nella miscela della fibra vergine,<br />

(in percentuali variabili e che vengono dichiarate,<br />

quindi una sorta di diluizione) comunque<br />

ne allunga la vita e le da una nuova chance”<br />

precisa Luisa De Palma, figlia del fondatore.<br />

Questa sorta di rimpasto, si spiega meglio tramite<br />

un progetto in corso con brand di capi sportivi:<br />

sono stati recuperati dei loro scarti di tessuto<br />

elastico che è stato riportato a fibra. Ne è uscita<br />

una fibra molto corta e il fiocco ricavato è stato<br />

utilizzato al 20% per produrre un filato per la fabbricazione<br />

di berretti.<br />

Con la fine in mente<br />

La rigenerazione e il rimpasto di materiale scartato,<br />

viene pensato con un utilizzo finale.<br />

Il risultato della prima fase di riciclo, ovvero la trasformazione<br />

del tessuto (o del filato) in fibra, la si<br />

vede solo una volta eseguita e quindi si faranno<br />

le debite miscelazioni. Solo a questo punto si potrà<br />

valutare in che percentuale utilizzarla. Solitamente<br />

viene ordinata da clienti e quindi questo rigenerato<br />

è assolutamente customizzato.<br />

Un altro bell’esempio di economia circolare, è<br />

dato dalla raccolta di ritagli di tessuto (scarti di<br />

confezione abiti di un grande Gruppo), trasformati<br />

in fibra e riutilizzate al 55% con altre materie<br />

seconde ma non riciclate. Questa miscelazione<br />

è stata passata ad un’azienda che fa feltri per<br />

imbottiture, che verranno vendute allo stesso<br />

Gruppo dei ritagli di tessuto, che li utilizzerà<br />

come imbottiture per giacche: il fornitore è anche<br />

cliente finale!<br />

l<br />

Luglio <strong>2024</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

32 ENERGIA GAS DA SCARTI E RIFIUTI<br />

GAS DA SCARTI E RIFIUTI<br />

ENERGIA<br />

33<br />

Ecosistema bioLNG<br />

basato su impianti<br />

di micro e nanoliquefazione<br />

vista<br />

da Ecospray.<br />

Credit: Ecospray<br />

BIO-LNG: un poco di buono<br />

Marco Comelli<br />

Impianto di nanoliquefazione<br />

installato<br />

da Ecospray presso la<br />

discarica di Novi<br />

Ligure.<br />

Credit: Ecospray<br />

I recenti inciampi dell’elettrificazione dei trasporti hanno<br />

rilanciato il tema sui biocombustibili di seconda generazione.<br />

Ci occupiamo del bio-LNG, che è una soluzione ma non la soluzione<br />

Al bio-LNG si arriva in fondo ad una catena<br />

di produzione a più fasi. All’inizio c’è la<br />

raccolta di rifiuti e residui a base biologica,<br />

dalla FORSU ai residui agricoli, dalle deiezioni<br />

animali agli scarti della produzione alimentare,<br />

sino ai fanghi di depurazione acque e alle tradizionali<br />

discariche. Dopo trattamenti specifici, le<br />

matrici vengono date in pasto a colonie di batteri<br />

cosiddetti metanogeni, in assenza d’aria. La digestione<br />

anaerobica produce un biogas, di composizione<br />

molto variabile, che dipende dalle predette<br />

matrici.<br />

Come funziona<br />

In tutti i biogas i maggiori componenti sono il<br />

metano e la CO 2 , Un biogas di buona qualità<br />

contiene almeno il 50% di metano. È molto improbabile<br />

che la percentuale si discosti troppo<br />

verso l’alto da matrici simil-rifiuto. Avuto il biogas,<br />

se ne estrae il metano, isolandolo con diversi<br />

metodi. Tralasciamo il problema di cosa fare della<br />

CO 2. È il momento della liquefazione. Rispetto<br />

a qualche anno fa, quando l’unica soluzione era<br />

di mandare il metano via tubo a un impianto industriale<br />

di liquefazione, sono disponibili sistemi<br />

di micro (meno di 40 tonnellate al giorno) e persino<br />

nano-liquefazione (meno di dieci). A dire il<br />

vero questi impianti non nascono per il bio-LNG<br />

ma per risolvere il problema del cosiddetto<br />

“stranded and remote gas”, ossia il gas naturale<br />

presente insieme al petrolio su pozzi isolati (piattaforme)<br />

oppure in zone remote, che non si riusciva<br />

a gestire in forma gassosa e quindi veniva<br />

bruciato in torcia: uno spreco energetico colossale.<br />

In forma liquida il gas naturale è trasportabile,<br />

stoccabile e anche meno pericoloso.<br />

Potenzialità in soldoni<br />

Per dare un’idea dove sia arrivata la tecnologia,<br />

un’unità Ecospray è in grado di produrre 2,4 tonnellate<br />

di biometano liquefatto partendo da un<br />

flusso di biogas di 145 metri 3 /ora, che è quello<br />

che alimenta un impianto di cogenerazione agricola<br />

da 500 kW. L’assorbimento elettrico di iso-<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

lamento del metano e liquefazione è di circa 210<br />

kW, quindi tecnicamente un impianto a biogas<br />

sarebbe autonomo se raddoppiasse la produzione<br />

del digestore, e continuerebbe a poter vendere<br />

energia alla rete, anche se in misura circa<br />

dimezzata. Questo senza considerare la gestione<br />

della CO 2 . Ma quanto biometano sarebbe disponibile<br />

da liquefare, in altre parole quanto biogas<br />

e prima ancora che quantità di matrici potenzialmente<br />

sarebbe dedicabile al bio-LNG? E infine,<br />

che percentuale dell’energia utilizzata oggi<br />

per due tipologie di trasporti, quello pesante su<br />

strada e quello via mare, potrebbero essere coperte<br />

usando il bio-LNG?<br />

Dati scientifici<br />

Una ricerca del 2022 dell’università di Hanze, utilizzata<br />

tra l’altro dall’EBA (European Biogas<br />

Association) quindi tutt’altro che ostile, e relativa<br />

all’utilizzo del bio-LNG nei trasporti, è estremamente<br />

dettagliata e ricorre ad un’analisi di scenario<br />

per tenere conto di tutte le variabili. Per il<br />

potenziale di matrici utilizza i dati dello studio<br />

della società di ricerca Guidehouse International<br />

per conto dell’associazione Gas for Climate. Ci<br />

sarebbe da dire molto sulle metodologie di questo<br />

studio, ma Hanze lo prende a valore facciale. Lo<br />

studio considera solo il biometano da digestione<br />

anaerobica. Al 2030 viene così adottato il valore<br />

di 38 miliardi di metri cubi di biometano, che salirebbero<br />

a 91 miliardi metri cubi nel 2050. Da<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

notare che questo assume che quasi tutto il biogas<br />

venga isolato in biometano. Nel 2023 il consumo<br />

di gas naturale EU-27 è stato di 322,8 miliardi<br />

di metri cubi, il livello del 1995, ma al prezzo<br />

dell’asfissia di importanti industrie, dalla metallurgica<br />

alla chimica, compresi i fertilizzanti. Hanze<br />

assume come consumi di gas al 2050, una forchetta<br />

tra 238 e <strong>31</strong>7 miliardi metri cubi. Circa la<br />

metà dei 91 miliardi di metri cubi di biometano<br />

sarebbe disponibile per i trasporti pesanti su strada<br />

e per il marittimo. Si tratta di una stima massima,<br />

e lo studio tiene presente altre due possibilità,<br />

una media 30% e una bassa 10%.<br />

L’Università non lo dice, ma questi due dati possono<br />

essere visti anche come correttivi se la stima<br />

sulla disponibilità di matrici sostenibili e sullo sviluppo<br />

degli impianti si rivelasse troppo alta.<br />

Inoltre, suppone che tutto il bioemetano per trasporti<br />

venga liquefatto. Combinando questi dati<br />

con quelli (ricavati da diversi studi) della richiesta<br />

di energia dei settori trasporto pesante su strada<br />

e marittimo - una forchetta tra 72.7 e 161,7 miliardi<br />

di metri cubi di gas equivalenti al 2050 - e<br />

considerando le perdite e i consumi ausiliari,<br />

Hanze arriva alla conclusione che nella migliore<br />

delle ipotesi il bio-LNG potrà coprire il 18,7% del<br />

fabbisogno energetico di entrambi questi settori<br />

di trasporto in Europa. Nel caso peggiore la quota<br />

crolla all’1,7%, ma il dato medio sta tra l’8 e l’11%.<br />

Quindi, buono ma poco. E il resto, se resteranno<br />

gli imperativi alla neutralità carbonica? l


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

34 ENERGIA NEWS Soluzioni<br />

I ricercatori di NREL (Stati Uniti) hanno<br />

sfruttato l'assistenza robotica nella<br />

produzione di turbine eoliche lame<br />

Guarda che<br />

t’invento<br />

16-18<br />

OTTOBRE<br />

<strong>2024</strong><br />

FIERA<br />

ROMA<br />

CO-ORGANIZZATO DA<br />

SPONSOR<br />

Eliana Puccio<br />

Costruire lame eoliche con l'aiuto dei robot.<br />

Lo considera un successo Hunter<br />

Huth, ingegnere robotico di NREL e autore<br />

principale di un documento che descrive<br />

l'opera in tutti i dettagli.<br />

Insieme a lui di NREL, ci sono Casey Nichols,<br />

Scott Lambert, Petr Sindler, Derek Berry,<br />

David Barnes, Ryan Beach e David Snowberg.<br />

Il team si è avvalso dell'assistenza robotica<br />

per la produzione di turbine eoliche, che consentono<br />

l'eliminazione di condizioni di lavoro<br />

difficili per l'uomo, e migliorano anche la consistenza<br />

delle lame.<br />

Lo studio<br />

La ricerca si focalizza sulle operazioni post<br />

stampaggio. Le fasi successive interessano la<br />

rifinitura delle parti per rimuovere le sbavature<br />

rimaste, la molatura per produrre la forma<br />

del profilo alare desiderata, la levigatura, la<br />

sovralaminazione e la verniciatura.<br />

Tutto il lavoro deve essere svolto indossando<br />

respiratori e tute in Tyvek per proteggerli dalla<br />

polvere composita.<br />

“Lo scopo di questa ricerca era quello di sviluppare<br />

metodi di automazione che potessero<br />

essere utilizzati per rendere le pale prodotte<br />

a livello nazionale competitive a livello globale”,<br />

ha commentato Huth. “Attualmente le pale<br />

offshore non vengono prodotte negli Stati Uniti<br />

a causa degli alti tassi di manodopera.<br />

Il processo di finitura richiede molta manodopera<br />

ed ha un alto turnover a causa della natura<br />

dura del lavoro. Automatizzandolo, la produzione<br />

nazionale di pale offshore può diventare economicamente<br />

più fattibile”.<br />

l<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

FOTOVOLTAICO, ENERGIE RINNOVABILI, E-STORAGE,<br />

EV-CHARGING, E-MOBILITY, ADVANCED AIR MOBILITY,<br />

COMUNITÀ ENERGETICHE E TECNOLOGIE VERDI<br />

IN UN GRANDE EVENTO INTERNAZIONALE<br />

AREE SPECIALI<br />

FIERA E CONFERENZA INTERNAZIONALE<br />

flow batteries<br />

IN CONTEMPORANEA CON<br />

WWW.ZEROEMISSION.SHOW


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

36 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

RIFIUTI MISTI<br />

RIFIUTI MISTI<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

37<br />

C&D e poi e poi<br />

La sfida della gestione dei rifiuti nei cantieri<br />

non interessa solo gli scarti da demolizioni.<br />

Si producono, o si trovano, infatti enormi<br />

quantità di rifiuti misti e quindi…<br />

Annalisa Gussoni,<br />

Direttore<br />

Commerciale<br />

Pasa Labs srl<br />

Nel settore delle costruzioni, la gestione<br />

dei rifiuti rappresenta un tema rilevante<br />

non solo per le implicazioni ambientali,<br />

ma anche per quelle economiche e normative.<br />

L'attenzione generale si concentra spesso sui<br />

rifiuti derivanti dalle demolizioni, dati i volumi<br />

significativi e la complessità del loro trattamento.<br />

Tuttavia, una componente altrettanto<br />

cruciale, ma meno dibattuta, riguarda i rifiuti<br />

misti non derivanti da demolizione che includono<br />

un’enorme varietà di materiali che si formano<br />

durante la vita del cantiere, come ad es.<br />

residui di lavorazione e imballaggi, piccoli dispositivi<br />

elettronici, ecc. o che si ritrovano nei<br />

siti dismessi abbandonati dai precedenti utilizzatori,<br />

come latte di vernice, batterie, pannelli,<br />

cisternette con contenuto sconosciuto, o<br />

ancora residui di attività abitative abusive come<br />

abiti, residui alimentari, ecc..<br />

Parola d’ordine: caratterizzare…<br />

La corretta gestione di questi rifiuti è fondamentale<br />

per ridurre l’impatto ambientale<br />

complessivo del settore delle costruzioni, ed<br />

è un tema che si intreccia con le politiche di<br />

sostenibilità, l'efficienza delle risorse e la riduzione<br />

delle emissioni di carbonio. A livello<br />

I cantieri devono<br />

essere sempre<br />

più circolari.<br />

Qui un chiaro<br />

esempio<br />

di riutilizzo<br />

creativo di scarti<br />

di legno<br />

per costruzioni<br />

temporanee.<br />

globale, la produzione di rifiuti da costruzione<br />

è stimata in miliardi di tonnellate ogni anno,<br />

con una percentuale significativa costituita<br />

da rifiuti misti non derivanti da demolizione.<br />

Questi rifiuti, se non adeguatamente gestiti,<br />

possono contribuire all’inquinamento del<br />

suolo e delle acque, nonché alla proliferazione<br />

di discariche non controllate e non ultimo<br />

al blocco del cantiere a seguito di controlli da<br />

parte degli enti preposti. La gestione di tutti<br />

questi materiali appartenenti a tipologie molto<br />

differenti implica un costo importante sia<br />

in termini di caratterizzazione degli stessi<br />

che di smaltimento. Il costo medio di un’analisi<br />

di caratterizzazione di rifiuto per l’attribuzione<br />

dell’ EER è indicativamente pari a<br />

600 €: questo vuol dire che, se si ritrovano 5<br />

o 6 tipologie differenti di materiali, il costo<br />

per le sole analisi si aggirerà intorno ai 3000-<br />

4000 € a cui aggiungere il costo di campionamento<br />

e poi di smaltimento.<br />

…e analizzare<br />

Spesso si trovano contenitori, fusti o fustini,<br />

con tipologie di contenuto simili dal punto di<br />

vista visivo ma senza etichetta o codici di riferimento:<br />

questo comporta la necessità di analizzare<br />

il contenuto di ogni singolo contenitore<br />

con un aumento di costi rilevante. Per quanto<br />

riguarda lo smaltimento è bene tenere conto<br />

che i prezzi sono molto variabili in funzione<br />

della classificazione del materiale e che, spesso,<br />

è necessario contattare più di un’impresa<br />

di smaltimento in funzione dei EER che possono<br />

trattare.<br />

Rifiuti Misti che si formano con l’attività di cantiere non derivanti<br />

da demolizione e costruzione<br />

Materiali di imballaggio<br />

Residui di lavorazione<br />

Altri materiali<br />

cartone e carta plastica<br />

(pellicole e contenitori)<br />

scarti di legno, metalli<br />

tessili, elettronici<br />

Rifiuti misti che si possono trovare in cantiere<br />

non derivanti da demolizione e costruzione<br />

Materiali di imballaggio cartone e carta, plastica,<br />

pellicole, contenitori<br />

Residui di lavorazioni pregresse vernici, oli, liquidi antigelo,<br />

Altri materiali<br />

batterie, pneumatici, estintori<br />

Rifiuti generici<br />

scarti alimentari,<br />

rifiuti domestici, tessili<br />

Cantieri sempre più circolari<br />

Il ricorso a procedure attente e sostenibili che<br />

implementano il riutilizzo dei materiali come<br />

ad esempio il riuso creativo di scarti di legno<br />

per costruzioni temporanee, garantiscono lo<br />

smaltimento sostenibile ed il contenimento dell’impatto<br />

dell’intera filiera. Inoltre, porre attenzione,<br />

per lo smaltimento dei rifiuti speciali e<br />

pericolosi, nella scelta dei fornitori in modo che<br />

sia garantito il ricorso ad aziende iscritte all’Albo<br />

dei Gestori Ambientali nonchè la verifica dei codici<br />

che le stesse possono trattare evita la formazione<br />

di discariche ed abbandoni incontrollati.<br />

È estremamente importante in questo<br />

panorama anche la formazione e la sensibilizzazione<br />

del personale. Guardando al futuro, l’industria<br />

delle costruzioni deve affrontare la sfida<br />

di integrare principi di economia circolare e sostenibilità<br />

ambientale nei propri processi. La<br />

gestione dei rifiuti misti non derivanti da demolizione<br />

nei cantieri rappresenta una sfida, ma<br />

anche un'opportunità per promuovere pratiche<br />

sostenibili e innovative. La collaborazione tra<br />

tutti gli attori del settore edilizio e una visione a<br />

lungo termine orientata alla sostenibilità sono<br />

cruciali per trasformare i rifiuti da problema a<br />

risorsa, contribuendo a un futuro più verde per<br />

le prossime generazioni.<br />

l<br />

Durante la vita<br />

del cantiere si trovano<br />

quantità di rifiuti<br />

non ascrivibili alla<br />

tipologia da C&D.<br />

Come per esempio<br />

batterie di estintori,<br />

il cui contenuto deve<br />

essere verificato.<br />

Contenitori residui<br />

da lavorazioni<br />

pregresse all’interno<br />

del cantiere. Il costo<br />

per ciascuna analisi<br />

di caratterizzazione<br />

del rifiuto, affinchè<br />

si attribuisca<br />

il relativo EER,<br />

si aggira sui 600 €.<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

Luglio <strong>2024</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

38 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

CONTENIMENTO POLVERI<br />

CONTENIMENTO POLVERI<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

39<br />

Il cannone<br />

nebulizzatore<br />

Phoenix Plus<br />

in azione in una cava<br />

di inerti.<br />

Proiettili<br />

d’acqua<br />

Cannoni Conrad ha lanciato una nuova linea<br />

compatta di cannoni per l’abbattimento<br />

delle polveri: le origini e le nuove tendenze<br />

Eliana Puccio<br />

della nebulizzazione per l’abbattimento<br />

polveri ha avuto diffusione nel<br />

L’uso<br />

settore della demolizione e del riciclo<br />

materiali. I cannoni hanno cominciato a essere<br />

affiancati agli escavatori dotati di martello idraulico,<br />

pinza demolitrice o benna a polipo, per intercettare<br />

le emissioni polverose dell’attività demolitiva<br />

e delle attività successive di smaltimento<br />

e trasformazione del rifiuto.<br />

Sin dall’inizio il trend dei cannoni ha sempre seguito<br />

l’estetica e le dimensioni di quelli da neve,<br />

“antenati” da cui discende. Per questo motivo<br />

era comune trovare nei cantieri grandi escavatori<br />

al lavoro impiegati a demolire, in affiancamento<br />

a grandi cannoni dediti ad abbattere polveri con<br />

grandi quantità di acqua e con consumi elettrici<br />

ragguardevoli. Nell’ultimo decennio si è avuto<br />

un cambio di direzione, dando la precedenza a<br />

soluzioni più compatte e maneggevoli con consumi<br />

contenuti, ma con prestazioni che fanno<br />

invidia ai grossi cannoni in lamiera verniciata.<br />

Cannoni Conrad, marchio italiano dell’abbattimento<br />

polveri, è certamente la principale complice<br />

di questa inversione di tendenza. Con la<br />

sua nuova gamma di nebulizzatori ha dimostrato<br />

al settore e al mercato quanto le dimensioni<br />

non fossero importanti, bensì le prestazioni e<br />

gli allestimenti.<br />

Cannoni Conrad, divisione ecologica della<br />

Mantovana Macchedil, si concentra sulla nuova<br />

linea compatta di cannoni abbattimento polveri<br />

capace di raggiungere i 35 metri di gittata, andando<br />

così a coprire la stragrande maggioranza<br />

delle problematiche di contenimento polveri in<br />

edilizia e nel settore del riciclo.<br />

Compatta e potente<br />

Durante l’ultima edizione di IFAT a Monaco di<br />

Baviera, Cannoni Conrad ha presentato i nuovi<br />

prodotti con caratteristiche innovative nelle funzioni,<br />

nei consumi e nel design. I riscontri ricevuti<br />

sono stati positivi e decisamente incoraggianti,<br />

segno che il binomio dimensioni compatte + gittata<br />

al pari dei grandi modelli, convince gli utilizzatori<br />

e i dealer. I vantaggi, dopotutto, sono<br />

evidenti: la semplicità nel trasporto, l’ingombro<br />

ridotto, e l’estrema maneggevolezza, sono i primi<br />

plus che balzano all’occhio. Sintomo che<br />

l’aspetto logistico ha un peso anche nella scelta<br />

di questa tipologia di attrezzatura per il cantiere.<br />

Durante l’uso, la nuova funzione che regola la<br />

lunghezza del getto nebulizzante da 10 fino 35<br />

metri, è un vero passo avanti.<br />

Questa gamma offre infatti la possibilità di sfruttare<br />

al massimo la potenza del motore solo<br />

quando serve, andando a ridurre i consumi elettrici<br />

in modo significativo. Gli operatori in cantiere<br />

faranno un uso più puntuale e strategico del nebulizzatore,<br />

perché grazie alla regolazione potranno<br />

gestire il getto senza creare interferenze<br />

con altre aree di lavoro nelle vicinanze. La linea<br />

Phoenix ha finalmente superato il preconcetto<br />

di nebulizzatore piccolo per piccoli lavori. Oggi<br />

Phoenix Plus viene utilizzato nelle demolizioni<br />

interne ed esterne, nelle cave, in supporto a<br />

frantumatori, nelle discariche e nelle bonifiche.<br />

Esperienza sul campo<br />

Cannoni Conrad si contraddistingue per un approccio<br />

spalla a spalla con i clienti.<br />

La costante presenza dei propri tecnici in cantiere<br />

per approfondire le problematiche delle<br />

emissioni presso le sedi dei clienti ha permesso<br />

a questo brand italiano di proporre soluzioni<br />

personalizzate ad ampio spettro, come ad<br />

esempio le stazioni di abbattimento polveri autonome.<br />

Molto apprezzate sia nel settore delle<br />

demolizioni che nelle discariche, perché integrano<br />

il nebulizzatore con il serbatoio per l’acqua<br />

e il generatore di corrente per l’energia, creando<br />

a tutti gli effetti una stazione viaggiante perfettamente<br />

indipendente in grado di risolvere qualsiasi<br />

problema di polveri e odori. Queste stazioni<br />

possono essere allestite su skid inforcabili o<br />

carrellati, oppure possono essere realizzate<br />

selle personalizzate per camion dotati di gancio<br />

scarrabile.<br />

Il prossimo appuntamento con Cannoni Conrad<br />

sarà a Ecomondo di Rimini nel Padiglione C3<br />

stand n. 307 e sarà una nuova opportunità per<br />

parlare di come ridurre polveri e odori nei cantieri<br />

nel miglior modo possibile assicurando così<br />

un ambiente di lavoro salutare e sicuro per gli<br />

operatori.<br />

l<br />

Un esempio<br />

di stazione mobile<br />

per abbattimento<br />

polveri.<br />

A sinistra, come<br />

si presentava lo stand<br />

Cannoni Conrad<br />

a IFAT di Monaco.<br />

Lavori<br />

di rimozione<br />

pavimentazione<br />

in uno stabilimento<br />

di Torino. L’utilizzo<br />

del nebulizzatore<br />

consente di contenere<br />

le emissioni<br />

polverose.<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

Luglio <strong>2024</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

40 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

NEWS<br />

Eliana Puccio<br />

L’eredità<br />

ingombrante<br />

Al via i lavori di intervento per mettere in sicurezza l'area lungo<br />

Strada Claudia isolando le ex discariche di Roncade, con<br />

un finanziamento dalla regione Veneto di oltre 3,6 mln di euro<br />

Le ex discariche di Roncade, profonde tra<br />

i 5 e gli 8 metri, negli anni sono state<br />

oggetto di numerosi monitoraggi con la<br />

necessità di nuovi lavori per garantire la loro<br />

definitiva messa in sicurezza. La città ha ottenuto<br />

un finanziamento regionale di oltre 3,6<br />

milioni di euro nell’ambito del piano di bonifica<br />

dei siti inquinati. I lavori, iniziati a maggio, hanno<br />

interessato un’area complessiva di circa 60.000<br />

m 2 dove sono state conferite circa 260.000 tonnellate<br />

di rifiuti. La sindaca Pieranna Zottarelli<br />

ha commentato: “Grazie a un impegno costante<br />

della nostra Amministrazione con la collaborazione<br />

e il coordinamento del Bacino Priula -<br />

in virtù anche della qualità del progetto proposto<br />

da Contarina - siamo riusciti a ottenere un finanziamento<br />

dalla Regione del Veneto, che ci<br />

consente di ripristinare un’importante area del<br />

nostro territorio. 40 anni fa tutti i rifiuti prodotti<br />

venivano portati in discarica, senza nessuna<br />

cernita o attività di riciclo’.<br />

L’intervento di messa in sicurezza<br />

I lavori prevedono la sistemazione del capping<br />

per garantire l’isolamento dei rifiuti dall'ambiente<br />

esterno, la minimizzazione delle infiltrazioni<br />

d'acqua, il contenimento dei fenomeni<br />

di erosione e la resistenza agli assestamenti e<br />

abbassamenti dei terreni. L’intervento prevede:<br />

il taglio della vegetazione presente e la pulizia<br />

dell’area la sagomatura, compattazione e regolarizzazione<br />

della parte sommitale della copertura<br />

attuale per eliminare dossi e concavità<br />

e per aumentare le pendenze; la realizzazione<br />

del capping definitivo con uno spessore di 2 metri;<br />

semina di essenze erbacee sulla superficie<br />

risistemata; messa in opera di nuovi pozzi di<br />

controllo; sistemazione della recinzione e dei<br />

cancelli di accesso.<br />

l<br />

Dicembre Luglio 2023 <strong>2024</strong><br />

LA TECNOLOGIA GREEN CHE FA LA DIFFERENZA<br />

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Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

42<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

SINERGIE<br />

NEWS<br />

43<br />

Irene Boschi<br />

Un team che spacca<br />

Consiglio Nazionale delle Ricerche, Codiger e CdC RAEE<br />

sottoscrivono un accordo quadro di collaborazione<br />

per la gestione dei rifiuti elettronici e la divulgazione scientifica<br />

La disinformazione sul<br />

corretto smaltimento dei<br />

rifiuti RAEE ad oggi è un lusso<br />

che non possiamo prenderci.<br />

A tal proposito, il Consiglio Na -<br />

zionale delle Ricerche (Cnr), la Con -<br />

ferenza permanente dei Di rettori<br />

Generali degli Enti Pubblici di Ri -<br />

cerca Italiani (Codiger) e il Centro di<br />

Coordinamento RAEE (CdC RAEE),<br />

l’organismo centrale che si occupa in Italia di<br />

ottimizzare la raccolta, il ritiro e la gestione dei<br />

RAEE provenienti dai nuclei domestici, hanno<br />

sottoscritto un accordo quadro di collaborazione.<br />

L'accordo prevede la promozione in tutti gli<br />

enti di ricerca pubblici nazionali la divulgazione<br />

scientifica sull’importanza del<br />

corretto riciclo e recupero dei<br />

RAEE.<br />

I tre enti svolgeranno attività di informazione<br />

e formazione sulla natura<br />

e la pericolosità dei RAEE per<br />

l’ambiente, ma anche sulle loro potenzialità<br />

economiche in termini di<br />

‘sostenibilità’ e sull’importanza del<br />

loro corretto riciclo e recupero.<br />

Il Cnr metterà a disposizione il proprio<br />

know-how e le informazioni acquisite direttamente<br />

dall’esperienza attualmente in corso. Il<br />

CdC RAEE opererà in sinergia con il Codiger<br />

per identificare gli argomenti di maggiore interesse<br />

scientifico.<br />

l<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

Maneggevole e futuristica<br />

n RCYL è la bicicletta<br />

totalmente in plastica<br />

realizzata dall'azienda<br />

tedesca Igus.<br />

Il 50% deriva dal riciclo<br />

delle reti da pesca.<br />

L’avvio della produzione<br />

in serie della bicicletta<br />

RCYL è stato annunciato<br />

in anteprima alla fiera<br />

CyclingWorld Europe<br />

di Düsseldorf.<br />

"I visitatori facevano<br />

letteralmente la fila<br />

per fare un giro di prova,<br />

apprezzando sia la<br />

maneggevolezza,<br />

sia il design futuristico",<br />

ha raccontato Sven<br />

Terhardt, responsabile<br />

vendite e marketing di<br />

RCYL. Tra gli obiettivi c’è<br />

quello di immettere nel<br />

mercato internazionale<br />

5.000 biciclette entro<br />

il 2025. "Non si tratta<br />

solo di una bicicletta - ha<br />

aggiunto Terhardt - per<br />

noi è una piattaforma.<br />

Tutti i componenti in<br />

plastica utilizzati<br />

per la bici RCYL, infatti,<br />

sono prodotti da Igus<br />

che intende metterli<br />

a disposizione anche<br />

degli altri produttori.<br />

L'intera industria della<br />

bicicletta può lavorare<br />

con i nostri componenti,<br />

costruire filiere locali,<br />

scegliere soluzioni<br />

antiruggine, esenti da<br />

lubrificazione e ancora<br />

più sostenibili". Igus<br />

vuole creare una rete di<br />

concessionari o di aprire<br />

negozi propri nelle<br />

principali città. Tutte le<br />

biciclette saranno<br />

vendute comprensive<br />

dell'opzione di<br />

assistenza.


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

44 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

NEWS<br />

NEWS<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

45<br />

Ma che<br />

Bon Bon!<br />

Càpe Concept, brand sartoriale etico<br />

e sostenibile, realizza insieme a Krill Design<br />

un prototipo di borsa del tutto esclusivo.<br />

Ma soprattutto a basso impatto ambientale<br />

Eliana Puccio<br />

Bon Bon, la borsa<br />

realizzata<br />

con materiali<br />

eco-compatibili<br />

e processi produttivi<br />

a basso impatto<br />

ambientale.<br />

Chic e, perché no, anche green. È la bor sa<br />

“Bon Bon” firmata Càpe Con cept e realizzata<br />

in collaborazione con lo studio di<br />

design specializzato nello sviluppo di nuovi prodotti<br />

attraverso un processo 100% circolare.<br />

Unica nel suo genere per la sua natura assemblabile:<br />

i due manici tondi, curati, non<br />

sono solo un elemento di supporto, ma sono<br />

stati progettati per consentire al tessuto di essere<br />

intrecciato e annodato, creando una<br />

struttura avvolgente, a forma di caramella.<br />

Accessorio perfetto per le giornate primaverili<br />

ed estive: pensata per essere portata a mano<br />

o a braccio, e adatta a qualsiasi occasione, dal<br />

brunch in città alla passeggiata al tramonto<br />

lungo la spiaggia.<br />

La borsa è stata concepita a partire da un pannello<br />

di tessuto innovativo, composto da<br />

Cotone ed Econyl rigenerato, un materiale all'avanguardia<br />

ottenuto con il riciclo di rifiuti<br />

plastici, che consente di conferire alla borsa<br />

non solo una straordinaria<br />

resistenza, ma anche un'impronta<br />

ambientale ridotta.<br />

L’imbottitura interna è invece<br />

realizzata interamente con<br />

PET composto da 50% di fibra<br />

riciclata post consumo.<br />

Infine, i manici sono realizzati<br />

con l’utilizzo di Rekrill ® ,<br />

il biomateriale brevettato da<br />

Krill Design 100% naturale<br />

e privo di qualsiasi componente<br />

plastica.<br />

Ogni manico è un pezzo unico<br />

in quanto stampato grazie<br />

alle più innovative tecniche<br />

di stampa 3D. l<br />

Dicembre Luglio 2023 <strong>2024</strong><br />

Un carico carico di...?<br />

n RDM Group, produttore<br />

europeo di cartoncino a<br />

base riciclata ha aperto<br />

le porte dei propri<br />

stabilimenti italiani di<br />

Santa Giustina (Belluno)<br />

e Villa Santa Lucia<br />

(Frosinone) a tutti<br />

gli interessati, in occasione<br />

della Paper Week.<br />

L'iniziativa è stata<br />

realizzata nell’ambito<br />

della campagna di<br />

The reliable brand!<br />

AFFIDABILITÀ GARANTITA<br />

sensibilizzazione nazionale<br />

a favore della carta<br />

e del cartoncino e<br />

organizzata da Comieco<br />

in collaborazione con<br />

Federazione Carta<br />

e Grafica, Assocarta,<br />

Assografici e Unirima,<br />

con il patrocinio di ANCI<br />

e del Ministero<br />

dell’Ambiente e della<br />

Sicurezza Energetica.<br />

Bambini e i ragazzi hanno<br />

avuto l'opportunità di<br />

conoscere dal vivo questi<br />

materiali con alle spalle<br />

una storia secolare, e che<br />

nel corso del tempo hanno<br />

saputo trasformarsi e, in<br />

qualche modo innovarsi, al<br />

punto da rappresentare<br />

oggi uno dei cardini<br />

dell’economia circolare.<br />

PRODUZIONE DI CDR E CSS CON I TRITURATORI PRIMARI E SECONDARI DELLA LINEA UNTHA XR<br />

» Massima flessibilità per materiali e pezzatura<br />

» Motorizzazioni a ridotto consumo energetico<br />

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azionamento elettrico<br />

» Alta produttività anche in un solo passaggio<br />

» Facile accessibilità per una manutenzione semplice


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

46 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

NEWS<br />

NEWS<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

47<br />

Una carica<br />

Net Zero<br />

Che smart<br />

questo tracker<br />

n Niente più scuse, né<br />

domande su come smaltire<br />

i propri rifiuti domestici.<br />

Bini Technologies ha lanciato<br />

il nuovo localizzatore di rifiuti<br />

domestici che grazie a GPT<br />

guida gli utenti nello<br />

smistamento dei propri rifiuti.<br />

Questo dispositivo intelligente<br />

analizza gli scarti e fornisce<br />

facilitarne il riciclaggio.<br />

Integrando l'intelligenza<br />

artificiale nella robotica<br />

domestica, Bini Technologies<br />

intende aumentare la<br />

consapevolezza delle abitudini<br />

di smistamento selettive<br />

da adottare per comportarsi<br />

in modo più rispettoso con<br />

l’ambiente che ci circonda.<br />

Il programma ‘Diamo la carica ad un futuro più<br />

Green’, al passo con il nuovo Regolamento UE.<br />

Duracell promuove la raccolta di ulteriori 100<br />

milioni di batterie esauste entro il 2030<br />

Ginevra Fontana<br />

Duracell ha lanciato il programma<br />

‘Diamo la carica ad un futuro più<br />

Green', avviando nuove campagne di<br />

informazione e sensibilizzazione per i cittadini<br />

che coinvolgeranno anche il nostro Paese.<br />

Dopo il successo delle iniziative “Big Battery<br />

Hunt” nel Regno Unito e “Batterie Challenge”<br />

in Germania che incentivavano i bambini a<br />

cercare le pile esauste in casa e smaltirle correttamente,<br />

Duracell promuoverà nuove attività<br />

educative nelle scuole che coinvolgeranno<br />

200 mila giovani studenti in Europa, di cui oltre<br />

45 mila solo in Italia.<br />

Ad oggi le pile alcaline vengono riciclate per<br />

più dell'85% permettendo di recuperare materie<br />

prime preziose (come ferro, zinco, manganese,<br />

grafite) che vengono riutilizzate in di-<br />

versi ambiti, come la costruzione di strade e la<br />

produzione di acciaio, zinco, rame, cemento e<br />

fertilizzanti. Già dagli anni Ottanta Duracell è<br />

stata pioniera nel passaggio dalle pile zincocarbone<br />

alla tecnologia alcalina che, grazie a<br />

un’efficienza 10 volte superiore, ha permesso<br />

di ridurre il suo impatto ambientale fino al 69%.<br />

In anticipo<br />

Il 98% degli imballaggi primari e secondari in<br />

cartone è realizzato con materiale riciclato e<br />

100% riciclabile. Marco Ferrari, Direttore<br />

Supply Chain di Duracell e responsabile<br />

Europa per la raccolta e il riciclo (in foto) ha<br />

spiegato: "Duracell ha anticipato i nuovi requisiti<br />

del Regolamento Europeo sulle<br />

Batterie, specialmente in materia di qualità<br />

e sicurezza.<br />

Non solo, ci siamo dati obiettivi di sostenibilità<br />

sempre più ambiziosi attraverso tutto il ciclo<br />

di vita delle batterie, mentre continueremo ad<br />

offrire prodotti al più alto standard di affidabilità,<br />

sicurezza e performance ai nostri consumatori".<br />

l<br />

Dicembre Luglio 2023 <strong>2024</strong><br />

istruzioni precise su come<br />

riciclarli correttamente.<br />

Grazie a questa tecnologia<br />

avanzata, gli utenti possono<br />

ridurre al minimo il loro<br />

impatto ambientale ricevendo<br />

consigli personalizzati sulla<br />

selezione dei rifiuti.<br />

Il tracker utilizza l’intelligenza<br />

artificiale, e in particolare<br />

la chat di Chat GPT per<br />

riconoscere diversi tipi<br />

di rifiuti e suggerire metodi<br />

di selezione appropriati per<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

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e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

48 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

TRITURATORI SMART<br />

TRITURATORI SMART<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

49<br />

Soluzioni sostenibili:<br />

l’azienda Zuser investe<br />

nella tecnologia<br />

di triturazione UNTHA per<br />

ridurre le emissioni di CO 2<br />

Ad alta efficienza<br />

energetica<br />

Eliana Puccio<br />

La protezione dell'ambiente e la riduzione<br />

delle emissioni di CO 2 sono temi centrali<br />

per il Gruppo Zuser.<br />

Nel sito di Zuser Ressourcenmanagement<br />

GmbH a Peggau, in Austria, sono stati effettuati<br />

consistenti investimenti per rendere l'azienda<br />

ancora più sostenibile: sistemi fotovoltaici su<br />

larga scala, mobilità elettrica e tecnologia di triturazione<br />

ad alta efficienza energetica.<br />

Zuser utilizza i trituratori UNTHA per produrre<br />

combustibile derivato dai rifiuti di alta qualità ,<br />

il cui utilizzo consente di risparmiare combustibili<br />

fossili.<br />

L’azienda produce oltre 100.000 tonnellate di<br />

combustibili sostitutivi (RDF) ad alto contenuto<br />

energetico ed elevato grado di purezza ogni anno.<br />

I materiali lavorati includono rifiuti commerciali,<br />

imballaggi leggeri, pneumatici usati e gomma.<br />

Un altro focus è il riciclaggio dei materiali.<br />

Vengono selezionati plastica di alta qualità come<br />

il PET e pellicole, nonché metalli ferrosi e non<br />

ferrosi dai rifiuti, assicurandosi che ritornino nel<br />

ciclo dei materiali. Gli scarti vengono processati<br />

utilizzando due trituratori UNTHA.<br />

André Riemer, responsabile della tecnologia di<br />

lavorazione in Zuser Ressourcenmanagement<br />

GmbH, riguardo ai due trituratori UNTHA ha<br />

spiegato:"I trituratori UNTHA XR3000RC mobile<br />

e XR3000C mobil-e sono efficienti dal punto<br />

di vista energetico, assicurano elevata velocità<br />

di produzione e un materiale in uscita estremamente<br />

omogeneo. Possono essere utilizzati in<br />

modo flessibile: grazie ai vari accessori disponibili<br />

come griglie e barre, sono adatti a triturare<br />

diverse tipologie materiali. Le versioni mobil-e<br />

sono dotate di cingoli, in questo modo i trituratori<br />

possono essere spostati con agio e collegati con<br />

una sola spina di corrente”.<br />

Tecnologia di triturazione efficiente<br />

La Zuser Ressourcenmanagement si affida a<br />

UNTHA da anni. I criteri di selezione per gli<br />

ultimi trituratori per il sito di Peggau includevano:<br />

efficienza energetica, motore elettrico,<br />

incremento di produzione e un materiale in<br />

uscita omogeneo.<br />

Vengono trattati materiali come imballaggi leggeri<br />

e rifiuti commerciali, oltre a pneumatici<br />

usati e gomma. La serie di modelli XR di UNTHA<br />

è ideale per queste applicazioni: trituratori monoalbero<br />

con velocità di produzione particolarmente<br />

elevate e un'unità motrice economica.<br />

Il sistema a bassa velocità Eco Power Drive di<br />

UNTHA consuma fino al 75 percento in meno<br />

di energia rispetto ai trituratori alimentati a diesel<br />

comparabili. Un separatore magnetico, posizionato<br />

sopra il nastro trasportatore di scarico,<br />

separa i metalli che vengono poi riciclati.<br />

Grazie al sottocarro elettrico a cingoli, il trituratore<br />

può essere utilizzato anche in altre posizioni<br />

del sito aziendale, garantendo una disponibilità<br />

del sistema del 100%. Le unità di<br />

taglio, le griglie perforate e barre utilizzate differiscono<br />

a seconda del materiale e dello scopo<br />

del riciclaggio.<br />

Sistema di taglio RC (Ripper-Cutter):<br />

Si tratta di un triturazione grossolana di vari<br />

materiali, come rifiuti commerciali e imballaggi<br />

leggeri. La forma speciale dei denti as-<br />

sicura una continua e ottimale presa del materiale.<br />

Questo elimina la necessità di un sistema<br />

di pressione aggiuntivo e la camera di<br />

taglio rimane più grande, consentendo velocità<br />

di produzione più elevate (fino a 70 t/h).<br />

A seconda della griglia forata utilizzata, sono<br />

possibili pezzature tra 90 e 300 mm.<br />

Sistema di taglio C (Cutter):<br />

Perfetto per la triturazione in un'unica fase di<br />

materiali impegnativi, quali pneumatici usati<br />

e gomma, fino a una dimensione delle frazioni<br />

da 45 a 130 mm (a seconda della griglia forata<br />

utilizzata). Quattro file di coltelli assicurano<br />

elevate velocità di produzione.<br />

Le piastre di taglio sono reversibili e possono<br />

essere riutilizzate fino a quattro volte. l<br />

Il trituratore UNTHA<br />

XR3000RC<br />

mobil-e tritura circa 18<br />

tonnellate/ora<br />

di imballaggi leggeri<br />

e rifiuti commerciali<br />

presso il sito Zuser<br />

Ressourcenmanagement.<br />

Triturazione<br />

dei pneumatici<br />

con un UNTHA<br />

XR3000C mobil-e: fino<br />

a 10 tonnellate di<br />

materiale sono<br />

triturate all'ora.<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

Luglio <strong>2024</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

50 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

MOVIMENTAZIONE<br />

MOVIMENTAZIONE<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

51<br />

Il sollevatore<br />

telescopico Kramer<br />

5509 è impiegato<br />

nella movimentazione<br />

dei rifiuti nei centri<br />

di raccolta Chiocchetti<br />

in Val Gardena (BZ).<br />

Sempre più in alto<br />

che per i servizi di rifiuti materiali, autospurgo<br />

e spazzamenti.<br />

Gli esperti Niederstätter al servizio<br />

del riciclaggio e degli impianti biogas.<br />

Consulenza e manutenzione al top<br />

Ginevra Fontana<br />

Sollevatori telescopici e pale caricatrici<br />

Kramer sono le macchine ideali per la<br />

movimentazione dei materiali industriali.<br />

I settori del riciclaggio e degli impianti biogas<br />

richiedono macchine da lavoro dotate di grande<br />

portata di sollevamento e ottime prestazioni,<br />

che possano trasportare o impilare i vari<br />

materiali agevolmente e in piena sicurezza.<br />

Le macchine operatrici Kramer sono state<br />

progettate per garantire la massima affidabilità<br />

nei lavori gravosi e il lavoro a turni.<br />

Al servizio 24 ore su 24<br />

Niederstätter SpA, azienda leader nel mercato<br />

della vendita, del noleggio e dei servizi<br />

per le macchine industriali, offre tanti modelli<br />

di sollevatori e pale.<br />

In caso di acquisto della macchina gli esperti<br />

possono analizzare i vari metodi di finanziamento,<br />

affrontando insieme all’azienda i passi<br />

burocratici per far fronte ai nuovi investimenti.<br />

Anche dopo l'acquisto, gli esperti tecnici del<br />

servizio Niederstätter sono al servizio 24 ore<br />

su 24 per dare il supporto adeguato con le<br />

manutenzioni periodiche o le riparazioni con<br />

ricambi originali. Con i veicoli propri dotati di<br />

officine mobili il servizio è disponibile e pronto<br />

per intervenire direttamente sul posto.<br />

Il sollevatore telescopico Kramer 5509 in<br />

azione: Chiocchetti conta su Niederstätter<br />

per la movimentazione rifiuti<br />

Niederstätter ha individuato nel sollevatore<br />

telescopico Kramer 5509 la macchina ideale<br />

da essere impiegata nella movimentazione<br />

dei rifiuti nei centri di raccolta rifiuti Chiocchetti<br />

in Val Gardena (BZ).<br />

La Chiocchetti Luigi Srl è un’azienda famigliare<br />

con diversi centri di raccolta rifiuti dislocati<br />

nella regione Trentino-Alto Adige. L’impresa<br />

offre una molteplicità di servizi sia per il settore<br />

pubblico sia per quello privato. Tra i servizi si<br />

trovano raccolta, smaltimento e riciclaggio di<br />

rifiuti, oltre ai servizi pubblici e lo spazzamento.<br />

Consulenza efficace e personalizzata<br />

Gli esperti della Niederstätter SpA hanno<br />

analizzato insieme al team Chiocchetti il tipo<br />

di esigenze specifiche richieste in azienda,<br />

per riuscire a lavorare efficientemente. Il<br />

macchinario che doveva essere sostituito,<br />

operava nel settore della movimentazione<br />

dei rifiuti nei centri di raccolta rifiuti della<br />

Chiocchetti Luigi Srl, ma veniva utilizzato an-<br />

Raggiunge i 9 metri di altezza<br />

Gli esperti hanno individuato nel sollevatore telescopico<br />

Kramer 5509 la macchina ideale per<br />

l’utilizzo designato. L'altezza di sollevamento<br />

fino a 9 metri, abbinata al carico utile massimo<br />

(LSP 500 mm) di 5.500 kg, sono gli elementi<br />

che caratterizzano il più grande sollevatore telescopico<br />

di Kramer. A garanzia dello svolgimento<br />

dei lavori più difficili in maniera efficiente,<br />

il motore Deutz integrato offre una coppia elevata,<br />

mentre il cambio ecospeedPRO integrato<br />

di serie garantisce un lavoro confortevole a velocità<br />

di marcia fino a 40 km/h. Infine, cicli di<br />

lavoro sicuri e veloci sono garantiti dai sistemi<br />

di assistenza intelligenti.<br />

L’opinione dell’esperto<br />

La macchina “sta rispondendo molto bene<br />

alle aspettative”, dichiara così Michele Chioc -<br />

chetti sull’utilizzo della Kramer 5509 nella propria<br />

azienda. Una delle tante ragioni per l’acquisto<br />

di questa macchina, oltre all’affidabilità<br />

del marchio Kramer, è stata la sua grande<br />

versatilità operativa. Al momento la macchina<br />

è impiegata nella sede in Val Gardena, dove<br />

carica cassoni scarrabili, ma veniva anche<br />

usato per alimentare una pressa stazionaria<br />

per il cartone e durante la stagione invernale<br />

è indispensabile per lo sgombero neve dell’area<br />

aziendale piuttosto vasto di 4.000 metri.<br />

La Chiocchetti Luigi Srl ha manifestato una<br />

grande soddisfazione dalla collaborazione<br />

con Niederstätter, per i servizi, come la consulenza<br />

e la manutenzione, che anche per la<br />

prestazione della macchina.<br />

Niederstätter ha recentemente partecipato<br />

alla fiera Edil Bergamo presentando tra le novità<br />

nuovi modelli di macchine Kramer, gru Liebherr<br />

e un accumulatore di energia per industria,<br />

eventi e gastronomia.<br />

l<br />

Le macchine<br />

operatrici Kramer<br />

sono state progettate<br />

per garantire<br />

la massima<br />

affidabilità<br />

nei lavori gravosi<br />

e dai turni pesanti.<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

Luglio <strong>2024</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

52 RIFIUTI SOLIDI Soluzioni<br />

SELEZIONE E RECUPERO<br />

SELEZIONE E RECUPERO<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

53<br />

Sinergia<br />

d’oltralpe<br />

Aktid, costruttore dei centri di selezione<br />

rifiuti di domani, si espande<br />

con la creazione di Aktid Italia<br />

per offrire al mercato internazionale le proprie<br />

soluzioni impiantistiche all’avanguardia<br />

Eliana Puccio<br />

Dal 1995 Aktid<br />

progetta e realizza<br />

impianti<br />

per la selezione<br />

e il recupero<br />

di tutte le tipologie<br />

di rifiuti solidi.<br />

Aktid, azienda con sede a Chambéry<br />

(Francia), leader francese nella progettazione<br />

e costruzione di impianti chiavi<br />

in mano per la selezione e il recupero di rifiuti,<br />

ha avviato un importante progetto di internazionalizzazione.<br />

Dopo avere aperto il capitale durante l’estate<br />

2023 per accelerare la crescita all’estero, Aktid<br />

ha creato Aktid Italia e acquisito Italproget, società<br />

italiana specializzata nella produzione di<br />

macchinari e componenti per gli impianti di selezione<br />

e valorizzazione dei rifiuti che lavora a<br />

stretto contatto con Aktid da oltre dieci anni.<br />

Con questa prima acquisizione, rafforza la sua<br />

posizione e amplia l’attività sul mercato europeo.<br />

Aktid Italia si occuperà della parte impiantistica.<br />

“Attingendo alla nostra esperienza e integrando<br />

la profonda conoscenza del mercato custodita<br />

da Italproget, crediamo che Aktid Italia possa<br />

diventare rapidamente uno dei principali attori<br />

del mercato italiano”, ha spiegato entusiasta<br />

Pierre-André Payerne, presidente di Aktid.<br />

“Siamo entusiasti di iniziare una storia comune<br />

con Aktid. Ci conosciamo da molto tempo e condividiamo<br />

gli stessi valori: soddisfazione del<br />

cliente, rispetto degli impegni presi e realizzazione<br />

di soluzioni affidabili, sostenibili ed efficienti<br />

nel tempo. Con il know-how tecnico e le innovazioni<br />

tecnologiche dei team R&S di Aktid potremo<br />

far crescere enormemente la nostra attività<br />

in Italia.” ha commentato Marco Crociani,<br />

amministratore delegato delle società italiane.<br />

Una storia iniziata anni fa...<br />

Dal 1995 Aktid progetta e realizza impianti<br />

per la selezione e il recupero di tutte le tipologie<br />

di rifiuti solidi: raccolta differenziata; rifiuti<br />

urbani indifferenziati; rifiuti commerciali<br />

e industriali; rifiuti da costruzione e demolizione;<br />

riciclaggio della plastica. Inoltre, è<br />

esperta nella messa in opera di impianti per<br />

la produzione di combustibili solidi secondari.<br />

Si occupa sia dello sviluppo di nuove linee, dalle<br />

più semplici alle più complesse, sia della modernizzazione<br />

e del revamping di impianti già<br />

esistenti per migliorarne le performance.<br />

Nel 2023 Aktid ha raggiunto gli 80 milioni di euro<br />

di fatturato con 120 dipendenti.<br />

I suoi clienti principali sono enti pubblici locali<br />

(Savoie Déchets, Metropoli di Tours, ecc.), grandi<br />

gruppi (Veolia, Suez e Gruppo Paprec) e centri<br />

di raccolta privati (Guyot Environnement, Gruppo<br />

Rouvreau, Gruppo Cassous).<br />

Installazioni e strumenti innovativi<br />

Le installazioni realizzate sono più di 150, tra le<br />

più significative ricordiamo: Syproval, che tratta<br />

110.000 ton/anno di rifiuti domestici, rifiuti industriali,<br />

rifiuti ingombranti e scarti per produrre<br />

CSS; Bennes Services, che tratta 150.000<br />

ton/anno di rifiuti da demolizione; Paprec<br />

Plastiques, che tratta 52.000 ton/anno di plastiche.<br />

Oltre alla realizzazione di grandi impianti,<br />

nel corso degli anni Aktid ha implementato anche<br />

numerosi strumenti innovativi tra cui le<br />

Smart Solutions®, una gamma di prodotti che<br />

applica processi di intelligenza artificiale per ottimizzare<br />

il funzionamento e migliorare le performance,<br />

la disponibilità e la qualità di selezione<br />

delle installazioni. Queste includono: ABI, Smart<br />

Regulation, Smart Packing e Smart Assistant.<br />

ABI (Aktid Business Intelligence) è il primo sistema<br />

di controllo (tipo MES) appositamente<br />

progettato per gli operatori dei centri di selezione<br />

e per tutti i segmenti di mercato. Disponibile su<br />

console e su applicazione mobile, presenta tutti<br />

i dati di funzionamento in modo visivo e molto<br />

intuitivo, consentendo un perfetto controllo della<br />

produttività e delle prestazioni degli impianti.<br />

Smart Regulation è invece un sistema automatizzato<br />

di regolazione del flusso, posizionato al-<br />

l’ingresso della linea, pensato e sviluppato per<br />

garantire un flusso regolare e costante dei rifiuti.<br />

Questa innovazione aumenta la produttività del<br />

processo e garantisce il controllo della qualità<br />

del prodotto selezionato. Smart Packing è un<br />

sistema automatico di svuotamento di silos e<br />

messa in balle che ottimizza il processo di confezionamento<br />

del materiale.<br />

Sulla base di tutti i dati raccolti, Smart Packing<br />

determina il ciclo ottimale di svuotamento e<br />

controlla di conseguenza tutte le apparecchiature<br />

di confezionamento (silos, nastri trasportatori,<br />

pressa per balle) senza necessità di ulteriore<br />

intervento manuale.<br />

Infine, Smart Assistant è una soluzione portatile<br />

che avvisa in maniera predittiva in caso di problemi<br />

imminenti e consiglia la manovra d’azione<br />

più corretta al personale operativo in tempo reale.<br />

Il valore aggiunto di Aktid risiede proprio nei<br />

significativi investimenti in innovazione. Inoltre,<br />

il ritorno di esperienza raccolto e analizzato in<br />

quasi trent’anni di attività consente all’azienda<br />

di offrire soluzioni altamente performanti. l<br />

Aktid ha realizzato<br />

strumenti innovativi<br />

tra cui<br />

le Smart Solutions®,<br />

una gamma<br />

di prodotti<br />

che applica processi<br />

di intelligenza<br />

artificiale<br />

per ottimizzare<br />

il funzionamento<br />

e migliorare<br />

le performance,<br />

la disponibilità<br />

e la qualità<br />

di selezione<br />

delle installazioni.<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

Luglio <strong>2024</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

54<br />

RIFIUTI SOLIDI<br />

NEWS<br />

NOVITÀ<br />

URRACO 5000 EK<br />

il trituratore elettrico semimobile Lindner<br />

Approccio Human-centered<br />

Irene Boschi<br />

<strong>Waste</strong> TAG+ si differenzia dagli altri sistemi tag per la sua<br />

soluzione plug and play: può essere montato,<br />

collegato e utilizzato anche in totale autonomia<br />

<strong>Waste</strong> TAG+ è il nuovo sistema integrato<br />

di pesatura e identificazione per il<br />

monitoraggio della raccolta rifiuti di<br />

U-Control. Si rivolge agli attori del settore Urban<br />

e Municipale per affrontare le nuove sfide della<br />

sostenibilità e della nettezza urbana, dalla velocizzazione<br />

dello smaltimento rifiuti all'incentivazione<br />

di un riciclo consapevole, con una conseguente<br />

razionalizzazione della tassazione sui<br />

rifiuti. <strong>Waste</strong> TAG+ monitora il processo di raccolta<br />

rifiuti, con lo scopo di tracciare il rifiuto<br />

dal punto di carico fino al punto di scarico. Infatti,<br />

il sistema consente di registrare - oltre al peso<br />

del rifiuto nel contenitore - anche dove viene<br />

trasportato e conferito.<br />

A realizzarlo è il Ceo di U-Control Alessandro<br />

Passera (in foto) accompagnato dal suo team<br />

di ingegneria software U-Control. A differenza<br />

degli altri sistemi, il tag può essere montato,<br />

collegato e utilizzato anche in totale autonomia.<br />

Pensato per due target principali<br />

Il primo, corrisponde ai costruttori di macchine<br />

all’interno dei settori Urban e Municipale, consentendo<br />

ai mezzi di tracciare il carico sin dal<br />

punto di raccolta; il secondo target è rappresentato<br />

dagli enti pubblici, dando loro la possibilità<br />

di avere accesso a un sistema di gestione<br />

della flotta mezzi e di raccolta di dati<br />

del peso del contenitore, correlabili alla<br />

fatturazione, grazie alla certificabilità<br />

OIML R76 delle sue celle<br />

di carico.<br />

“Grazie alle celle di carico certificabili<br />

e alla rilevazione del tag univoco<br />

applicato sul contenitore - ha<br />

commentato Passera - viene corredato<br />

il valore di carico della macchina in quel<br />

preciso momento.<br />

Inoltre, attraverso la soluzione plug and play,<br />

qualsiasi mezzo può essere dotato del sistema<br />

<strong>Waste</strong> TAG+ che viene applicato in autonomia<br />

o tramite l’assistenza sia tecnica che di montaggio<br />

dei nostri ingegneri.<br />

Dopo essere stati immagazzinati all’interno del<br />

display (dove subiscono un primo controllo di<br />

integrità) i dati vengono inviati nelle migliori condizioni<br />

verso il cloud, per essere verificati tramite<br />

un secondo controllo per poi venire finalmente<br />

stoccati e resi fruibili al cliente tramite accesso<br />

alle API o semplicemente al portale web". l<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

WASTE SOLUTION<br />

Alessandro Mandelli<br />

CEO di SIMA srl<br />

• PERSONALE QUALIFICATO<br />

• TECNOLOGIE ALL’AVANGUARDIA<br />

• NOLEGGIO MACCHINARI<br />

• SERVIZIO CHIAVI IN MANO<br />

• ASSISTENZA E MANUTENZIONE<br />

IMPIANTI DI RICICLAGGIO<br />

CUSTOMIZZATI<br />

A SOSTEGNO<br />

DELL’ECONOMIA<br />

CIRCOLARE<br />

SIMA S.R.L<br />

Via E. De Amicis, 50<br />

20872 Cornate d’Adda (MB) Italia<br />

Centro strategico per il Service<br />

Via E. Berlinguer, 25<br />

20872 Cornate d'Adda (MB) Italia<br />

Tel. +39 039 585 27<br />

info@sima-srl.it<br />

www.sima-srl.it


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

56 BIOWASTE Soluzioni<br />

ENERGIA RINNOVABILE<br />

ENERGIA RINNOVABILE<br />

BIOWASTE<br />

57<br />

La sfida della decarbonizzazione<br />

si vince con l’economia circolare<br />

Continua la crescita di Bioenerys, l’azienda controllata al 100%<br />

da Gruppo Snam e leader nel settore della produzione di biometano<br />

Negli ultimi due anni, Bioenerys ha intrapreso<br />

un percorso di profonda riorganizzazione<br />

aziendale, diventando il<br />

principale operatore del mercato biogas-biometano<br />

in Italia, grazie alla gestione di 10 impianti<br />

dedicati al recupero di rifiuti organici e<br />

<strong>31</strong> agli scarti agricoli e agroindustriali.<br />

Posizionamento strategico<br />

Bioenerys Ambiente è la società del gruppo<br />

che si occupa specificamente della gestione<br />

degli impianti di biometano da FORSU (Fra -<br />

zione Organica del Rifiuto Solido Urbano), ed<br />

ha una distribuzione degli impianti lungo tutto<br />

il territorio nazionale. Questo approccio contribuisce<br />

alla soluzione efficace dei problemi legati<br />

alla gestione dei rifiuti per i Comuni e favorisce<br />

la produzione di energia rinnovabile. La distribuzione<br />

strategica degli impianti di Bioenerys<br />

Ambiente permette di ottimizzare la raccolta<br />

delle biomasse, riducendo le distanze di trasporto<br />

e, di conseguenza, l'impatto ambientale<br />

legato alla logistica. Questa rete capillare assicura<br />

inoltre che le biomasse siano trattate<br />

nel modo più efficiente possibile,<br />

riducendo al minimo l'emissione<br />

di CO 2 e migliorando l'efficienza<br />

com plessiva del processo di produzione<br />

di biometano.<br />

Gli impianti gestiti da Bioenerys<br />

Ambiente, grazie agli investimenti<br />

e all’impegno nella ricerca e sviluppo<br />

delle migliori tecnologie,<br />

hanno visto un incremento costante<br />

dei volumi di produzione<br />

che sono passati dai 13.000.000<br />

Smc del 2022 a 16.500.000 Smc<br />

dello scorso anno (+21%), biometano<br />

che è stato interamente inserito<br />

nella rete di trasporto e<br />

distribuzione del gas. Il trattamento<br />

degli scarti nel 2023 si è<br />

attestato a 212.000 ton/anno per la frazione<br />

organica dei rifiuti e a oltre a 50.000 t/anno<br />

di sfalci e potature, con una produzione di oltre<br />

50.000 t di compost che sono state utilizzate<br />

dagli agricoltori delle zone limitrofe agli<br />

impianti come fertilizzante in sostituzione dei<br />

concimi chimici.<br />

Collaborazione, la chiave vincente<br />

Bioenerys Ambiente lavora a stretto contatto<br />

con le amministrazioni comunali in cui sono<br />

situati gli impianti. Il recupero degli scarti e la<br />

loro trasformazione in biometano rappresentano<br />

un importante contributo, sia alla gestione<br />

sostenibile dei rifiuti, sia all’aumento della<br />

produzione di energia rinnovabile in ottica di<br />

economia circolare.<br />

La collaborazione con le amministrazioni locali<br />

è fondamentale per garantire che gli impianti<br />

operino in modo efficiente e in armonia<br />

con le esigenze della comunità. Questo include<br />

l'adozione di pratiche e processi all’avanguardia,<br />

l'uso di tecnologie a basse<br />

emissioni e la promozione di una cultura della<br />

sostenibilità all'interno e all'esterno dell'azienda.<br />

Bioenerys è infatti consapevole dell'importanza<br />

di educare e coinvolgere le<br />

comunità locali, promuovendo e incoraggiando<br />

pratiche di vita attente all’ambiente e ad<br />

un futuro più sostenibile. Un esempio virtuoso<br />

di questo tipo di collaborazioni è il progetto<br />

"In Classe con Bioenerys" attività educational<br />

realizzata da Bioenerys nelle scuole primarie<br />

e secondarie di 1° grado che vogliono esplo-<br />

rare e rafforzare una consapevolezza ambientale<br />

in modo interattivo e coinvolgente.<br />

Sensibilizzare da subito<br />

Attraverso attività didattiche pensate appositamente<br />

per questo progetto, studentesse e<br />

studenti possono comprendere l'importanza<br />

della riduzione, del riutilizzo e del riciclo delle<br />

risorse. Approcciare e studiare questi temi a<br />

scuola, consente di fornire non solo conoscenze<br />

teoriche, ma anche competenze pratiche<br />

e consapevolezza dei propri comportamenti<br />

quotidiani. La transizione ecologica rappresenta<br />

un imperativo per affrontare sfide quali<br />

il cambiamento climatico e la scarsità delle<br />

risorse naturali: il biometano è al centro di<br />

questo progetto, poiché rappresenta un esempio<br />

tangibile di come sia possibile coniugare<br />

sostenibilità ambientale ed energia pulita.<br />

Nel corso del <strong>2024</strong>, anno di lancio del progetto,<br />

l’attività ha toccato 86 scuole primarie e secon -<br />

darie di 1° grado dei Comuni in cui Bioenerys<br />

Ambiente ha i propri impianti per la produzione<br />

di biometano, raggiungendo oltre 6.000 persone<br />

tra alunni, genitori e personale scolastico.<br />

In conclusione, Bioenerys rappresenta un<br />

modello di eccellenza nel settore del biometano,<br />

combinando innovazione, sostenibilità<br />

e sicurezza. Con una visione chiara e un piano<br />

strategico ben definito, l’azienda continua a<br />

crescere e a contribuire attivamente alla transizione<br />

energetica, dimostrando che sia possibile<br />

costruire un futuro sostenibile partendo<br />

dai rifiuti e dagli scarti agricoli. l<br />

Nell’anno di lancio<br />

del progetto, l’attività<br />

ha interessato 86<br />

scuole primarie<br />

e secondarie<br />

dei Comuni in cui<br />

si trovano gli impianti<br />

di Bioenerys<br />

Ambiente<br />

per la produzione<br />

di biometano,<br />

raggiungendo oltre<br />

6.000 presenze<br />

tra alunni, genitori<br />

e personale<br />

scolastico.<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

Luglio <strong>2024</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

58 BIOWASTE Soluzioni<br />

In fondo<br />

al mar…<br />

COVER STORY<br />

Federica Lugaresi<br />

Del maiale non si butta via nulla. Adagio<br />

che vale anche per molluschi marini<br />

dotati di esoscheletro. Parti dure e molli<br />

da cui si ottengono biofiltri naturali, chitina e<br />

chitosano, e una “lana di mare” dalle proprietà<br />

acustiche e isolanti uniche. Ma andiamo con<br />

ordine.<br />

Chi e chi<br />

La FAO nell’anno 2022 ha registrato una produzione<br />

mondiale per il settore della pesca e<br />

acquacoltura in crescita dell’1,2%, con una<br />

produzione di circa 184,1 milioni di tonnellate.<br />

Nella fattispecie, solo il 40% dei crostacei è<br />

costituito da parti commestibili, mentre il restante<br />

60% è praticamente scarto, che va trattato<br />

e smaltito con i relativi costi. In realtà si<br />

GUSCI E MOLLUSCHI<br />

Esistono progetti, ma anche<br />

soluzioni già applicate<br />

e scalabili, per recuperare<br />

e riutilizzare gusci e carapaci<br />

di crostacei. Una miniera<br />

marina di sostanze preziose<br />

in nutraceutica e materiali<br />

di grande valore<br />

tratta di esoscheletri che contengono minerali<br />

e sostanze preziose, ricercate ed utilizzate in<br />

cosmesi, medicina, ma anche nel trattamento<br />

delle acque reflue.<br />

Dopo la cellulosa, la chitina è la biomassa naturale<br />

più abbondante, e viene prodotta in natura<br />

dagli artropodi per la fabbricazione del proprio<br />

esoscheletro. Attraverso la deacetilazione (processo<br />

chimico) si ottiene il chitosano. Queste<br />

due sostanze svolgono un ruolo importante per<br />

la salute umana (la prima ha un’azione antimicrobica,<br />

mentre la seconda riduce la pericolosità<br />

dei metalli pesanti). Vengono pertanto utilizzate<br />

come antiossidanti e agenti stabilizzanti, nonché<br />

come chelanti di molti metalli responsabili di<br />

allergie della pelle e utilizzati per il trattamento<br />

di alcune intossicazioni dovute all’accumulo di<br />

metalli nell’organismo. Da qui se ne può comprendere<br />

l’importanza: basti pensare che il relativo<br />

mercato è stato valutato 3,8 miliardi di dollari<br />

nel 2020, ma si stima che entro il 2027<br />

raggiungerà i 12,3 mld di dollari. Ricercatori<br />

dell’ENEA in sinergia con l’industria di settore,<br />

Aree di applicazione di chitina e chitosano.<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

hanno iniziato a sviluppare tecnologie per valorizzare<br />

di questi scarti, puntando ad una produzione<br />

industriale ed economicamente sostenibile<br />

di chitosano.<br />

Al momento l’estrazione di queste due sostanze<br />

avviene con metodi chimici, non proprio redditizi<br />

dal punto di vista economico e nemmeno troppo<br />

rispettosi dell’ambiente, in quanto generano acque<br />

reflue contenenti sostanze chimiche tossiche.<br />

Si tratta di processi pure energivori che richiedono<br />

temperature elevate e grandi volumi<br />

di acqua. Tutte voci che incidono pesantemente<br />

sui costi del processo.<br />

Soluzioni verdi<br />

Esiste però un’alternativa ecologica con miscele<br />

di solventi verdi che consentono di estrarre chitina<br />

e chitosano arrivando a preparazioni non<br />

tossiche e a basso costo. Meglio ancora la via<br />

biologica per il recupero della chitina, poco costosa<br />

e meno dannosa per l’ambiente rispetto<br />

al trattamento di cui sopra. Ma purtroppo questo<br />

processo di estrazione è ancora limitato a studi<br />

di laboratorio che non risultano ancora scalabili.<br />

Passando dai crostacei ai bivalvi, in particolare<br />

le cozze, si sta lavorando per ottenere dal bisso<br />

(la parte molle con cui la conchiglia si ancora al<br />

substrato rigido) un filamento 100% rinnovabile,<br />

riciclabile e biodegradabile, il cosiddetto seawool<br />

(lana di mare).<br />

Il merito va alla startup inglese Seastex, che ha<br />

creato questo materiale innovativo, con proprietà<br />

acustiche ed isolanti pazzesche, che viene utilizzato<br />

comprimendolo in pannelli di forma e<br />

dimensioni variabili, grazie alla sua grande versatilità.<br />

Il Seastex proviene solo da cozze coltivate<br />

in linea, metodo che assicura la produzione di<br />

fibre più lunghe e quindi adatte ad una filatura.<br />

Si recuperano quindi queste barbe che vengono<br />

pulite da frammenti di gusci e sedimento, per<br />

poi trasformarle con una formula ecologica in<br />

fibre di bisso completamente nuove.<br />

La fibra così ottenuta, ha anche proprietà antincendio<br />

e, se venisse esposta a grande calore,<br />

la struttura della sua membrana cellulare<br />

tenderebbe a gonfiarsi, e creerebbe uno strato<br />

isolante capace di evitare la propagazione del<br />

fuoco. Un’alternativa ancora più ecologica di<br />

altre fibre naturali (seta, canapa, lana di pecora<br />

o seta) in quanto non ha bisogno di alimentazione,<br />

antibiotici o pesticidi; senza contare che<br />

è poi capace di assorbire CO2 (da viva e du-<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

GUSCI E MOLLUSCHI<br />

BIOWASTE<br />

rante la crescita). Uno degli obiettivi ambiziosi<br />

di Seastex è quello di catturare in modo definitivo<br />

il 25% delle emissioni globali di rifiuti di<br />

mitili su base annua entro il 2030.<br />

Non solo perle<br />

Sembra un po’ un esercizio di stile ma neanche<br />

più di tanto. Stiamo parlando del progetto<br />

Oyster2life portato avanti dal Politecnico di<br />

Milano per contrastare il cambiamento climatico,<br />

prendendosi cura degli oceani, utilizzando<br />

i gusci di scarto delle ostriche (che diversamente<br />

andrebbero smaltite). Il carbonato di calcio di<br />

cui sono costituite, permette la rimozione del<br />

carbonio e dell’azoto presente nelle acque marine,<br />

favorendo l’equilibrio degli ecosistemi marini,<br />

biodiversità e proteggendo la vita marina.<br />

Gli scarti delle ostriche, secondo un’idea dei<br />

ricercatori della Louisiana, potrebbero anche<br />

essere utilizzati per ripristinare e ricreare le<br />

barriere coralline lungo le coste.<br />

I gusci infatti andrebbero a costruire<br />

barriere artificiali composte<br />

da materiali naturali, sedimentando<br />

e creando rocce<br />

marine: queste ultime fungerebbero<br />

da base per la colonizzazione<br />

di coralli ed altri organismi<br />

costituenti le popolazioni<br />

tipiche dei reef.<br />

l<br />

Bissi di cozza.<br />

Prima di diventare<br />

“lana di mare”<br />

vengono ripuliti<br />

da frammenti<br />

di conchiglia<br />

e sedimenti.<br />

Il filamento che<br />

si ottiene è 100%<br />

rinnovabile,<br />

biodegradabile<br />

e riciclabile.<br />

59<br />

A sinistra, fibre<br />

derivate dal bisso<br />

che hanno proprietà<br />

isolanti e acustiche<br />

uniche. Vengono<br />

utilizzate per pannelli<br />

da interni.


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

60 BIOWASTE NEWS Soluzioni<br />

NEWS<br />

ACQUE REFLUE<br />

61<br />

Eliana Puccio<br />

Organico e durevole<br />

Krill Design, studio di design italiano specializzato nello sviluppo<br />

di prodotti all'interno di un processo 100% circolare e sostenibile,<br />

ha lanciato REKRILL-MENT Orange, un filamento speciale<br />

ganico e durevole, oltre che sostenibile: per<br />

ogni chilogrammo di REKRILL-MENT prodotto,<br />

viene compensato un chilogrammo<br />

di CO 2 .<br />

Il filamento consente una riduzione del 95%<br />

di CO 2 rispetto a uno di plastica convenzionale<br />

ed è prodotto in Italia.<br />

Un impianto record<br />

n È il più grande progetto degli ultimi<br />

dieci anni che riguarda il trattamento<br />

delle acque in Italia.<br />

A realizzarlo un consorzio di imprese<br />

guidato da Fisia Italimpianti (Gruppo<br />

Webuild) con una quota pari al 69,8%.<br />

Ha un valore di 91 milioni di euro, e<br />

prevede l’ampliamento e la gestione per<br />

quattro anni dell’impianto di depurazione<br />

delle acque reflue della città di Vicenza.<br />

Il progetto include la progettazione<br />

esecutiva, le attività di bonifica bellica, la<br />

riorganizzazione e la razionalizzazione del<br />

sistema fognario e di depurazione delle<br />

acque dell’area di Vicenza.<br />

Il progetto sarà completato entro 5 anni.<br />

REKRILL-MENT Oran -<br />

ge è un filamento innovativo,<br />

prodotto con<br />

il biomateriale brevettato<br />

REKRILL, che consente ai<br />

consumatori di realizzare<br />

creazioni 100% sostenibili.<br />

Viene generato con<br />

una miscela avanzata di<br />

biomateriali derivati dalle<br />

arance, è utilizzabile<br />

con qualsiasi stampante<br />

3D FDM, ed è 100% or-<br />

Il processo di trasformazione<br />

Stiamo parlando di una combinazione affascinante<br />

di tecnologia e sostenibilità.<br />

Prendiamo in esempio il percorso che parte<br />

dalla raccolta alla creazione di un materiale<br />

innovativo utilizzando le arance.<br />

Inizia con la raccolta di sottoprodotti alimentari,<br />

come bucce, semi e gusci di arance (elementi,<br />

considerati rifiuti, che in questo caso<br />

vengono valorizzati).<br />

Successivamente si passa alla fase di essiccazione<br />

che consente di eliminare l’umidità<br />

e garantire la stabilità del materiale.<br />

Questa fase è cruciale per preservare le caratteristiche<br />

del biomateriale e prevenirne<br />

la decomposizione.<br />

Yack Humberto Di Maio, R&D Director &<br />

Cofounder di Krill Design ha dichiarato: "RE-<br />

KRILL-MENT Orange è un traguardo unico<br />

per noi.<br />

Vedere un materiale sostenibile, nato da<br />

semplici bucce di arancia, trasformarsi in<br />

uno strumento alla portata di tutti per la realizzazione<br />

delle proprie idee e progetti, ci<br />

rende particolarmente orgogliosi. l<br />

FACILE MANUTENZIONE<br />

COMPATTA<br />

VERSATILE<br />

ROBUSTA<br />

Producing Biogas is easier and faster.<br />

Un innova 琀 vo sistema di pretra 琀 amento ri 昀 u 琀 solidi<br />

urbani in un unica macchina<br />

che vi farà evitare sprechi<br />

e risparmiare spazio,<br />

energia e tempo.<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

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e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

62 ACQUE REFLUE Soluzioni<br />

BIORAFFINERIE<br />

BIORAFFINERIE<br />

ACQUE REFLUE<br />

63<br />

Nasce CAP Evolution, la società<br />

di Gruppo CAP che opera nei settori<br />

del waste, wastewater ed energy<br />

CAP Evolution<br />

gestisce 40<br />

impianti<br />

di depurazione<br />

di Gruppo CAP,<br />

vere e proprie<br />

bioraffinerie.<br />

In foto,<br />

il Direttore<br />

Generale<br />

di CAP Evolution,<br />

Avv. Michele<br />

Falcone.<br />

Un upgrade circolare<br />

Gruppo CAP (Consorzio Acque Potabili)<br />

nasce nel 1928 con l’obiettivo di portare<br />

l’acqua nelle case milanesi. Ad oggi garantisce<br />

il servizio idrico integrato<br />

in un bacino di oltre 2 milioni di<br />

abitanti, gestisce il patrimonio di<br />

reti e impianti, pianifica e realizza<br />

gli investimenti e le opere di manutenzione<br />

ordinaria e straordinaria.<br />

Gestire il servizio idrico significa<br />

garantire a tutti acqua di<br />

qualità, sicura e costantemente controllata.<br />

L’azienda da anni ha abbracciato i principi su cui<br />

si basa l’economia circolare - riuso, riciclo e<br />

reimpiego - applicandoli a tutti gli<br />

ambiti della propria attività. Negli<br />

ultimi anni, l’utility lombarda ha<br />

intrapreso un percorso per diventare<br />

un’autentica holding della<br />

sostenibilità. In particolare, nel<br />

2019 ha adottato un Piano di<br />

Sostenibilità con il quale si è posta<br />

ambiziosi obiettivi nell’ambito del<br />

risparmio energetico, della transizione<br />

green e del trattamento<br />

delle acque reflue.<br />

L’Evolution per l’economia circolare<br />

Per sfruttare al meglio le nuove opportunità offerte<br />

dall’applicazione dei principi dell’economia circolare,<br />

è nata CAP Evolution, la società di Gruppo<br />

CAP che opera nei settori del waste, wastewater<br />

ed energy. Il settore idrico si allarga quindi anche<br />

ad altri ambiti, come quello degli scarti organici,<br />

che, nel corso del tempo, ha portato il Gruppo ad<br />

avvicinarsi a quello dei rifiuti, trasformando i depuratori<br />

in impianti di recupero risorse.<br />

CAP Evolution gestisce i 40 impianti di depurazione<br />

di Gruppo CAP, vere e proprie bioraffinerie<br />

che, oltre a occuparsi del trattamento delle acque<br />

reflue, agiscono in ottica di valorizzazione<br />

degli scarti ottenendo fertilizzanti, bioplastiche,<br />

cellulosa, minerali e biometano.<br />

Oggi, CAP Evolution intende dare nuova vita a<br />

scarti e rifiuti avviati a recupero per ottenere materie<br />

prime seconde, biogas, biometano ed elettricità.<br />

Dalla parte dell’ambiente<br />

Depurazione, rifiuti ed energia sono i settori nei<br />

quali opera CAP Evolution.<br />

Questi settori, diversi ma estremamente interconnessi<br />

tra di loro, nel corso degli anni sono stati<br />

al centro di numerose direttive nazionali ed europee<br />

per la tutela ambientale, come per esempio<br />

l’agenda 2030 dell’UE che prevede una diminuzione<br />

delle emissioni di gas serra del 40% (rispetto<br />

al 1990), l’aumento al 32% della quota di<br />

fonti rinnovabili sul totale e il miglioramento dell’efficienza<br />

energetica del 32,5%. Lavorare in ambito<br />

wastewater, gestire quindi il processo di depurazione<br />

delle acque reflue, significa venire a<br />

contatto con dei materiali di scarto quali sabbie,<br />

rifiuti organici ecc. L’obiettivo di CAP Evolution,<br />

anche grazie all’integrazione con impianti innovativi,<br />

è di arrivare a valorizzare energeticamente<br />

fino a 65mila tonnellate di fanghi e trasformarne<br />

20mila in fertilizzanti. Sempre in ottica di gestione<br />

rifiuti e simbiosi industriale, sono stati avviati progetti<br />

dedicati al recupero dei rifiuti liquidi, come<br />

ad esempio i residui delle aziende agro-alimentari<br />

del territorio, con la previsione di arrivare a<br />

200mila tonnellate autorizzate nel 2028. Per<br />

quanto riguarda il settore Energy, CAP Evolution<br />

gestisce gli impianti fotovoltaici e agrivoltaici di<br />

Gruppo CAP con l'ambizioso obiettivo di coprire<br />

il 50% dei consumi energetici di tutta l’azienda<br />

entro il 2030.<br />

Attualmente, il contributo energetico è del 3%,<br />

con previsioni di crescita al 35% entro il 2025 e al<br />

40% entro il 2026.<br />

L’obiettivo futuro è quello di aumentare la produzione<br />

di energia pulita, anche sfruttando gli<br />

impianti di depurazione, per poter ridurre la<br />

quantità di energia comprata e perseguire la<br />

neutralità energetica.<br />

l<br />

In foto, l'impianto<br />

di Robecco<br />

sul Naviglio.<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

Luglio <strong>2024</strong>


Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

64<br />

ACQUE REFLUE<br />

NEWS<br />

Nuova Fiera del Levante, Bari<br />

Irene Boschi<br />

Chi inquina paga<br />

Aziende farmaceutiche e cosmetiche dovranno coprire i costi<br />

per il trattamento delle acque reflue e ammodernamento<br />

degli impianti. Lo stabilisce una nuova direttiva europea<br />

La manifestazione<br />

internazionale<br />

di riferimento per gli<br />

operatori del settore<br />

idrico, arriva per la<br />

17° edizione in Puglia.<br />

Promosso da<br />

In collaborazione con<br />

Main Media Partner<br />

Segreteria Organizzativa<br />

www.accadueo.com<br />

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Chi arreca danni ambientali, deve ritenersi<br />

responsabile e rimediare. A stabilirlo è il<br />

Trattato sul funzionamento dell’Unione<br />

Europea, in occasione dell’accordo concluso a<br />

fine gennaio tra Parlamento e Paesi Ue.<br />

Tra le dirette interessate ci sono le aziende farmaceutiche<br />

e quelle cosmetiche, che dovranno<br />

coprire fino all’80 per cento, i costi sostenuti<br />

dagli Stati membri per ammodernare gli impianti<br />

di trattamento delle acque reflue.<br />

L’accordo impone alle industrie dei due comparti<br />

di coprire appunto l’80% dei costi aggiuntivi di<br />

ammodernamento e trattamento per l’eliminazione<br />

di tali sostanze, mentre il restante 20%<br />

arriverà da finanziamenti nazionali.<br />

Secondo Bruxelles, infatti, il 59% dei microinquinanti<br />

rintracciati negli impianti di trattamento<br />

arriva proprio dalla produzione farmaceutica,<br />

il 14% da quella cosmetica.<br />

Ma ci sarà tempo fino al 2035 per adeguarsi a<br />

questa disposizione.<br />

Il trattamento delle acque reflue avviene in diversi<br />

modi: quello che prevede di rimuovere le<br />

sostanze organiche biodegradabili; quello che<br />

riduce il carico di fosforo e azoto; quello per i<br />

contaminanti più difficili quali appunto i composti<br />

farmaceutici, altri microinquinanti, e le microplastiche.<br />

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con il patrocinio di<br />

ASSOCIAZIONE<br />

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Luglio <strong>2024</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

66 VEICOLI&ALLESTIMENTI Soluzioni<br />

NORMATIVE<br />

NORMATIVE<br />

VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />

67<br />

Regolamento batterie EU,<br />

ambizioni e realtà<br />

Sostituzione della batteria<br />

elettrica in un’auto.<br />

Il regolamento europeo<br />

definisce due parametri<br />

per il riciclo delle batterie:<br />

la percentuale<br />

di materia recuperata<br />

dal processo di riciclo,<br />

e la percentuale di materia<br />

riciclata utilizzata nelle batterie<br />

nuove. Sotto, pacco di batterie<br />

Tesla.<br />

recuperata dal processo di riciclo e la percentuale<br />

di materia riciclata utilizzata nelle<br />

batterie nuove. Va premesso che il regolamento<br />

riguarda tutte le batterie immesse<br />

sul mercato UE, quindi sia prodotte sul territorio<br />

dell’Unione che importate.<br />

Lo strumento di controllo è l’assegnazione<br />

della certificazione CE, che per le batterie deve<br />

seguire dei canoni molto stringenti, e che l’obbligo<br />

di passaporto digitale, accessibile da<br />

chiunque tramite un codice QR, rende in teoria<br />

difficilmente aggirabile.<br />

Il regolamento nella forma approvata (la<br />

Commissione si riserva di modificare i target<br />

Lo scorso febbraio è entrato in vigore<br />

il regolamento2023/1542/UE, che disciplina<br />

il riciclo (e non solo) di queste componenti.<br />

Cerchiamo di mettere ordine e fare chiarezza<br />

Marco Comelli<br />

Batterie Nissan Leaf<br />

in dettaglio.<br />

Il ruolo delle batterie nella tecnoeconomia<br />

di oggi è innegabile e non fa che crescere.<br />

Senza batterie non esisterebbero gli apparecchi<br />

digitali personali, a partire dagli<br />

smartphone. La transizione energetica, sia<br />

nella mobilità che nella diffusione delle rinnovabili,<br />

si fonda sulla disponibilità di sistemi<br />

di accumulo di energia elettrica. Un sistema<br />

economico che vuole rimanere competitivo<br />

deve lavorare affinché le tecnologie delle batterie<br />

e i materiali di cui sono costituite siano<br />

reperibili presso fonti affidabili e non ostili,<br />

economicamente o politicamente. L’utilizzo<br />

delle apparecchiature al massimo della loro<br />

vita utile e, dopo, il riciclo dei materiali cosiddetti<br />

critici, sono le strade con cui un’area<br />

economica che si trova svantaggiata sia sul<br />

fronte della tecnologia che delle materie prime<br />

può perseguire per avviarsi alla relativa<br />

indipendenza nel settore.<br />

Normativa corposa<br />

Il regolamento2023/1542/UE è il concentrato<br />

ambizioso di tutti quegli obiettivi e ne spiega<br />

le dimensioni: 117 pagine che cresceranno<br />

con il progressivo arrivo degli atti delegati che<br />

ne dettaglieranno le numerose aree tecniche<br />

di realizzazione. In questo primo esame ci concentreremo<br />

su due aspetti, che costituiscono<br />

anche due dei pilastri del testo. Per il secondo,<br />

ossia il passaporto digitale delle batterie, rimandiamo<br />

all’ampio box.<br />

Il primo definisce, in modo ormai classico<br />

per le policy UE, due parametri relativi al riciclo<br />

delle batterie: la percentuale di materia<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

Luglio <strong>2024</strong>


68 VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />

NORMATIVE<br />

NORMATIVE<br />

VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />

69<br />

Tabella 1.<br />

Obiettivo 2025 2027 2030 20<strong>31</strong><br />

Efficienza di riciclo 75 % delle piombo-acido<br />

in peso per tipo di batteria 65 % delle litio<br />

80 % delle nickel-cadmio<br />

50 % degli altri rifiuti<br />

Livello minimo<br />

90 %; Co 90 % di<br />

di materiali recuperati Cu; 90 % di Pb; 50 %<br />

di Li; 90 % di Ni<br />

Efficienza di riciclo<br />

80 % delle piombo-acido;<br />

in peso per tipo di batteria<br />

70 % delle litio<br />

Livello minimo<br />

95 % di Co; 95 % of Cu;<br />

di materiali recuperati<br />

95 % di Pb; 80 % di Li;<br />

95 % di Ni<br />

Obiettivo 20<strong>31</strong> 2036<br />

Livelli minimo 16 % di Co; 85 % di Pb; 26 % di Co; 85 % di Pb;<br />

di contenuto da riciclo 6 % di Li; 6 % di Ni 12 % di Li; 12 % di Ni<br />

sulla base dell’evoluzione tecnologica) definisce,<br />

al 2025 e al 2030, due obiettivi per l’efficienza<br />

di recupero complessivo dei materiali<br />

delle batterie in peso. Definisce anche due altri<br />

obiettivi, al 2027 e al 20<strong>31</strong>, per quanto riguarda<br />

il livello minimo degli specifici materiali recuperati<br />

(si veda tabella 1).<br />

Step by step<br />

Il secondo target temporale, il 20<strong>31</strong>, vede anche<br />

il debutto di un altro obiettivo: la percentuale minima<br />

di contenuto riciclato per alcuni materiali<br />

presenti nei componenti attivi delle batterie per<br />

autoveicoli elettrici, per le batterie industriali con<br />

potenza superiore a 2 kW e per le batterie di av-<br />

viamento al piombo (SLI). Obiettivi più ambiziosi<br />

si ripresenteranno nel 2036 (si veda tabella 2).<br />

Non stupiscano gli orizzonti temporali del target<br />

del contenuto di riciclo. Per arrivarci è necessario<br />

che esista il materiale riciclato e, per ora e fino<br />

almeno al 2030 se non oltre, del mercato di materie<br />

prime seconde da batterie al litio in Europa<br />

semplicemente non esiste in volume. Sono comunque<br />

obiettivi ambiziosi, non tanto in sè ma<br />

per come la UE vuole arrivarci, con una infrastruttura<br />

informativa, di tracciamento e di certificazione<br />

molto capillare, e che non si comprende<br />

se non si considera che l’obiettivo primario è l’indipendenza<br />

nel settore. Torneremo su altri aspetti<br />

del regolamento in prossimi articoli. l<br />

Tabella 2.<br />

Passaporto digitale delle batterie<br />

Sarà un documento complesso, a multipli livelli di protezione<br />

ed accesso contenente una quantità molto rilevante<br />

di informazioni relative sia alla batteria isolata che<br />

all’aggregazione di più batterie in un insieme unico, il cosiddetto<br />

“battery pack”. Il documento verrà conservato<br />

in un repository e sarà collegato in modo biunivoco ad<br />

una batteria fisica attraverso un QR-Code, e in futuro un<br />

tag RF-ID. Questo documento, che esisterà sia per le<br />

batterie isolate che concepite per essere inserite in un<br />

veicolo o un’apparecchiatura, vien reso necessario per i<br />

requisiti che il regolamento delle batterie in diversi articoli<br />

prescrive sia per la sostenibilità delle batterie (esempio<br />

l’impronta carbonica, ma anche il contenuto di materiale<br />

riciclato) sia per consentirne in sicurezza il riciclo, il riuso<br />

e la rilavorazione.<br />

È evidente che il passaporto si presta ad altri utilizzi, come<br />

il far rispettare eventuali limitazioni o divieti di importazione,<br />

o divieti di utilizzo di materie prime provenienti da<br />

determinati Paesi, per esempio zone di guerra o sotto<br />

embargo. Chiaramente, questi utilizzi, ma anche quelli<br />

più banali, richiedono che esista un modo per tracciare<br />

i materiali e le materie prime utilizzate. Per questo l’EU<br />

ha incaricato il JRC di Ispra di avviare un’attività di ricerca,<br />

anche con la collaborazione delle aziende, per individuare<br />

metodologie e realizzare un progetto di sistema. Ma vediamo<br />

cosa ci dovrà essere nel passaporto, dividendo per<br />

soggetti abilitati all’accesso.<br />

1. INFORMAZIONI RELATIVE AL MODELLO DI BATTERIA<br />

ACCESSIBILI AL PUBBLICO<br />

a) Parametri relativi alle prestazioni elettrochimiche e alla<br />

durabilità<br />

b) la composizione materiale della batteria, comprese la<br />

sua composizione chimica, le sostanze pericolose presenti<br />

nella batteria diverse dal mercurio, dal cadmio o dal piombo<br />

e le materie prime critiche presenti nella batteria;<br />

c) le informazioni sull’impronta di carbonio;<br />

d) le informazioni sull’approvvigionamento responsabile indicate<br />

nella relazione concernente la strategia relativa al<br />

dovere di diligenza per le batterie;<br />

e) le informazioni sul contenuto riciclato;<br />

f) la quota di contenuto rinnovabile;<br />

g) la capacità nominale (in Ah);<br />

h) la tensione minima, nominale e massima, con indicazione<br />

degli intervalli di temperatura ove pertinenti;<br />

i) la capacità di potenza originaria (in W) e limiti, con indicazione<br />

dell’intervallo di temperatura, ove pertinente;<br />

j) la durata di vita prevista della batteria, espressa in cicli, e<br />

la prova di riferimento utilizzata;<br />

k) la soglia di capacità per l’esaurimento (solo per le batterie<br />

per veicoli elettrici);<br />

l) l’intervallo di temperatura che la batteria può sopportare<br />

quando non è in uso (prova di riferimento);<br />

m) il periodo di applicazione della garanzia commerciale relativa<br />

alla vita di calendario;<br />

n) l’efficienza energetica di carica/scarica iniziale e al 50 %<br />

della vita in cicli;<br />

o) la resistenza interna degli elementi di batteria e del pacco<br />

batterie;<br />

p) il tasso C (C-rate) rilevato nella pertinente prova della vita<br />

in cicli;<br />

q) i requisiti relativi alla marcatura;<br />

r) la dichiarazione di conformità UE (CE);<br />

s) le informazioni relative alla prevenzione e gestione dei<br />

rifiuti di batterie<br />

2. INFORMAZIONI RELATIVE AL MODELLO DI BATTERIA<br />

ACCESSIBILI UNICAMENTE A PERSONE AVENTI UN IN-<br />

TERESSE LEGITTIMO E ALLA COMMISSIONE<br />

a) la composizione dettagliata, compresa l’indicazione dei<br />

materiali usati nel catodo, nell’anodo e nell’elettrolita;<br />

b) i numeri identificativi dei componenti e i recapiti dei fornitori<br />

dei ricambi;<br />

c) le informazioni necessarie allo smantellamento, comprendenti<br />

almeno:<br />

- i diagrammi esplosi del sistema a batteria/pacco batterie,<br />

con l’indicazione della posizione degli elementi di batteria;<br />

- le sequenze di smontaggio;<br />

- il tipo e il numero di tecniche di fissaggio da sbloccare;<br />

- gli utensili necessari per lo smontaggio;<br />

- le avvertenze circa eventuali rischi di danneggiamento delle<br />

parti;<br />

- la quantità di elementi usati e loro disposizione<br />

- le misure di sicurezza.<br />

3. INFORMAZIONI ACCESSIBILI UNICAMENTE AGLI OR-<br />

GANISMI NOTIFICATI, ALLE AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL<br />

MERCATO E ALLA COMMISSIONE<br />

- i risultati delle relazioni di prova attestanti la conformità ai<br />

requisiti stabiliti nel presente regolamento o in qualsiasi atto<br />

delegato o atto di esecuzione adottato ai sensi del presente<br />

regolamento.<br />

4. INFORMAZIONI E DATI RELATIVI A UNA SINGOLA BAT-<br />

TERIA ACCESSIBILI SOLO A PERSONE AVENTI UN INTE-<br />

RESSE LEGITTIMO<br />

a) i valori dei parametri di prestazione e durabilità quando<br />

la batteria è immessa sul mercato ed è soggetta a variazioni<br />

di stato;<br />

b) le informazioni sullo stato di salute della batteria;<br />

c) le informazioni sullo stato della batteria, definita come<br />

«originale», «sottoposta a cambio di destinazione», «riutilizzata»,<br />

«rifabbricata» oppure «rifiuto».<br />

d) le informazioni e i dati derivanti dal suo utilizzo, compreso<br />

il numero di cicli di carica e scarica e gli eventi<br />

negativi, quali gli incidenti, nonché le informazioni registrate<br />

periodicamente sulle condizioni ambientali di esercizio, inclusa<br />

la temperatura, e sullo stato di carica.<br />

Luglio <strong>2024</strong><br />

Luglio <strong>2024</strong>


e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

70 VEICOLI&ALLESTIMENTI Soluzioni<br />

NEWS<br />

Petit Forestier, leader europeo<br />

nel noleggio frigorifero,<br />

vuole accelerare la transizione<br />

energetica del settore<br />

con i suoi 15.000 clienti<br />

Traguardi<br />

ambiziosi<br />

Ginevra Fontana<br />

Leader europeo della refrigerazione, il<br />

Gruppo Petit Forestier continua a reinventarsi<br />

con due progetti strategici: la<br />

transizione energetica e la customer experience.<br />

Tra gli obiettivi del Gruppo c'è sicuramente quello<br />

di convertire il 40 per cento della propria flotta<br />

in elettrico e il 70% dei nuovi veicoli entro il 2030,<br />

e ridurre la propria impronta di carbonio del<br />

25% per camion.<br />

"Passare dal diesel all'elettrico significa trasformare<br />

l'ecosistema operativo dei nostri clienti.<br />

Non possiamo pensare di affrontare questo progetto<br />

senza mettere la loro soddisfazione al centro<br />

di tutti i nostri sforzi quotidiani’ ha dichiarato<br />

Jérôme Payonne, Direttore Marketing e Inno -<br />

vazione del Gruppo Petit Forestier, responsabile<br />

della strategia di sviluppo sostenibile.<br />

Aggiornamenti costanti<br />

Petit Forestier da anni lavora a soluzioni che includono<br />

veicoli commerciali di piccole dimensioni<br />

come i e-Doblò, e-Scudo furgonato e cassonato,<br />

adatti per le consegne espresse in<br />

centro città, veicoli commerciali più tradizionali<br />

come l'eDAILY declinato in 42q e 72q in anteprima,<br />

nonché veicoli commerciali pesanti,<br />

come la Renault D16 E-Tech da 16 tonnellate.<br />

Queste nuove soluzioni consentono a Petit<br />

Forestier e a tutti i suoi clienti di beneficiare di<br />

un'esperienza di consegna con un impatto inferiore:<br />

Zero emissioni di polveri sottili da combustione<br />

e zero emissioni di ossidi di azoto durante<br />

la guida; una riduzione dal 30 al 70% delle<br />

emissioni di CO 2 , legata al funzionamento di<br />

questi motori elettrici e al loro metodo di ricarica;<br />

meno rifiuti generati. Inoltre, l'azienda ha sviluppato<br />

una serie di servizi connessi sempre in<br />

un'ottica di riduzione delle emissioni: Smart<br />

Connect, una soluzione telematica semplice ed<br />

efficace per ottimizzare la gestione della flotta,<br />

Smart Elec, il servizio di ricarica 100% mobile e<br />

modulare, e un supporto specifico per il piano<br />

di transizione energetica.<br />

l<br />

Luglio <strong>2024</strong>


9<br />

LA RIVISTA TECNICA<br />

SULL’ECONOMIA CIRCOLARE<br />

Anno VIII<br />

Luglio<br />

<strong>2024</strong><br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

PLATEAU<br />

ROYAL<br />

ISSN 2610-9069<br />

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