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NELLE VALLI BOLOGNESI N°62

Il numero dell'estate 2024 della rivista su natura, cultura e tradizioni locali edito da Emil Banca

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La posta di Nelle Valli Bolognesi<br />

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di un abitante di Villa di<br />

Cedrecchia, piccola e affascinante frazione del Comune di San<br />

Benedetto val di Sambro<br />

L’APPENNINO CHE RESISTE<br />

Testi di Gastone Ferlini<br />

Nonostante i nubifragi, le frane, le strade<br />

interrotte o dissestate, lo spopolamento,<br />

ci sono persone che sono affezionate e ci<br />

tengono alla località e a una chiesetta che<br />

anch’essa ha resistito a intemperie, guerre,<br />

povertà e abbandoni: la chiesa di San<br />

Lorenzo della Villa di Cedrecchia, piccola<br />

frazione del Comune di San Benedetto Val<br />

di Sambro.<br />

Questa chiesa, nata come antico oratorio<br />

o santuario dedicato a San Lorenzo, risale<br />

almeno al periodo medievale e, forse, ai<br />

primi tempi cristiani, quando la religione<br />

cristiana divenne l’unica religione ufficiale<br />

dell’impero romano. Tale chiesa ha bisogno<br />

di molta manutenzione e alcuni interventi<br />

strutturali.<br />

È con il contributo economico e la solidarietà<br />

dei residenti e non residenti (e di<br />

Emil Banca), e la partecipazione di alcune<br />

Istituzioni, che si sta provvedendo agli interventi<br />

più urgenti a partire dal tetto, dal<br />

coperto e alla manutenzione straordinaria<br />

di alcune strutture.<br />

Si spera con tutto ciò di contribuire a mantenere<br />

viva la memoria della ricchezza<br />

culturale e religiosa della chiesa che rappresenta<br />

un importante punto di riferimento<br />

e di aggregazione per la popolazione<br />

residente dei dintorni e non solo.<br />

È un piccolo esempio come tentare di<br />

mantenere vivo un pò di Appennino, la<br />

sua cultura, la sua storia, fatta di piccole/<br />

grandi storie famigliari, personali, di opere,<br />

tramandate sempre oralmente quasi mai<br />

scritte nella “grande storia” quindi occasione<br />

utile anche a mantenere la presenza<br />

delle persone, presenza necessaria per la<br />

cura e il mantenimento della natura incontaminata,<br />

dei boschi e dei sentieri insieme<br />

alle necessarie iniziative istituzionali.<br />

Per chi la volesse raggiungere questa<br />

chiesa si trova al km. 7 del tracciato della<br />

Provinciale n. 79 detta anche Strada Provinciale<br />

degli Dei, alternativa asfaltata alla<br />

famosa “Via degli Dei” che collega Bologna<br />

e Firenze sui crinali dei vicini monti<br />

Adone, Venere, Galletto ecc, percorsa<br />

ogni anno da migliaia di camminatori sul<br />

tracciato di una antica via di epoca romana<br />

ancora oggi individuabile in alcuni tratti<br />

e nei toponimi dei luoghi.<br />

La Borgata della Villa è una buona tappa a<br />

670 m. s.l.m. sul percorso della via degli<br />

Dei, per la frescura delle sue ombre, per il<br />

ristoro delle fresche acque della sorgente<br />

che si trova a meno di 50 metri dal campanile.<br />

Si deve ringraziare il Cai e i sui volontari<br />

per la riapertura di diversi sentieri e la loro<br />

manutenzione, sentieri che da Madonna<br />

dei Fornelli, attraverso la Villa, Cedrecchia,<br />

Riolo, Le Croci, Loiano, Sant’Andrea,<br />

Monghidoro e ritorno (tutte località dei<br />

dintorni), consentono di fare più o meno<br />

lunghe passeggiate a piacere secondo le<br />

proprie possibilità.<br />

Naturalmente la chiesa della Borgata ha la<br />

sua festa popolare il 10 Agosto, San Lorenzo,<br />

quando oltre alle celebrazioni religiose<br />

con l’aiuto della popolazione locale nella<br />

preparazione di dolci e specialità caratteristiche<br />

vengono offerte un pò a tutti compresi<br />

eventuali camminatori e pellegrini<br />

come nelle migliori tradizioni emilianoromagnole.<br />

Un cenno particolare va fatto sullo stato<br />

della strada provinciale n.79, unica via<br />

di accesso a questa borgata come a tutte<br />

le località del suo tracciato tra Madonna<br />

dei Fornelli e Monzuno, che è interrotta al<br />

Km.8 e in uno stato di dissesto permanente<br />

da diversi anni e soprattutto dopo il nubifragio<br />

del maggio 2023 che, oltre a inondare<br />

la pianura e la Romagna, ha colpito a<br />

partire dall’Appennino molte località compresa<br />

questa zona, rendendo questa strada<br />

sempre più precaria, non ancora riparata,<br />

nonostante i frequenti solleciti e le rimostranze<br />

ai Tecnici della Città Metropolitana<br />

di Bologna.<br />

Restiamo fiduciosi e, pensando positivo, se<br />

è vero che c’è un Appennino che resiste,<br />

anche questi inconvenienti verranno superati,<br />

sperando pure che qualcuno dei responsabili<br />

legga anche queste poche righe.<br />

IL NONNO DELLA BASSA RACCONTA<br />

Il molto dilettevole<br />

giuoco dell’oca<br />

Quando, oggi, si fa riferimento al Gioco<br />

dell’Oca (un tempo noto come Il molto<br />

dilettevole Giuoco dell’Oca), molti<br />

lettori saranno probabilmente convinti di<br />

avere a che fare con un attempato svago<br />

di società, la cui pratica si svolgeva negli<br />

anni d’infanzia o di gioventù. In verità, è<br />

invece un antico gioco da tavolo con un<br />

complicato percorso a caselle numerate<br />

(con insidie, trabocchetti, pagamento<br />

forzato di pedaggi, “premi” e “punizioni”),<br />

che si sviluppa su un tabellone stampato<br />

e con l’uso di pedine e di due dadi. Il<br />

Giuoco non può certo competere con<br />

i moderni divertimenti tecnologici,<br />

ma in aggiornata funzione educativa e<br />

didattica è tuttora proposto in diverse<br />

occasioni, grazie alla sua adattabilità: per<br />

esempio, a scuola, nei musei e durante<br />

le più svariate manifestazioni, dalle<br />

rievocazioni storiche all’illustrazione di<br />

itinerari ambientali.<br />

Gli stampatori, nei secoli, lo hanno<br />

realizzato con diverse tecniche, a<br />

partire dalla xilografia e proseguendo<br />

con la calcografia, l’oleografia e la<br />

litografia. Cito, tra i più noti, la francese<br />

Imagerie Pellerin di Épinal e la Stamperia<br />

Remondini di Bassano, fino a giungere,<br />

in anni a noi più vicini, alle produzioni<br />

milanesi Marca Stella. Altrettanto<br />

importante va considerato il ruolo<br />

dei venditori itineranti che, in epoche<br />

diverse, lo hanno diffuso fin nei borghi<br />

più sperduti. Questo gioco di fortuna,<br />

rivolto inizialmente agli adulti, si fa<br />

Gian Paolo Borghi<br />

Le tradizioni popolari<br />

della pianura bolognese<br />

tra fede, storia<br />

e dialetto<br />

generalmente risalire alla seconda metà<br />

del ‘500, ma pare addirittura che tragga<br />

ispirazione a ben più antichi giochi<br />

cinesi o egiziani. È assodato, inoltre, che<br />

racchiuda, tra i suoi vari aspetti, richiami<br />

simbolici, messaggi a sfondo morale e,<br />

ancora, riferimenti al ciclo della vita e<br />

al pensiero alchemico. Il suo percorso a<br />

spirale è in genere articolato in 63 caselle<br />

e deve essere raggiunto in modo esatto,<br />

perché il suo superamento determina<br />

una retrocessione pari al numero delle<br />

caselle scavalcate in eccesso. Precisa,<br />

a questo proposito, Roberta Borsani,<br />

autrice dell’interessante libro Sul dorso<br />

di un’oca. Il simbolismo iniziatico del<br />

Grande Gioco (Moretti & Vitali, Bergamo,<br />

2015): Le caselle sono 63, cioè 7 per 9;<br />

nove è il numero di ciò che è circolare,<br />

perfettamente compiuto, essendo il<br />

prodotto del tre, numero della perfezione<br />

trinitaria; sette è il numero centrale del<br />

testo biblico, anche nell’Apocalisse<br />

neotestamentaria.<br />

Chiudo ricordando che esistono varie<br />

ipotesi sulla denominazione del gioco.<br />

Personalmente mi attira la seguente,<br />

sempre citata nelle pagine del libro di<br />

Roberta Borsani: nell’antico Egitto, si<br />

lanciavano quattro oche, ai quattro punti<br />

cardinali, per celebrare l’incoronazione<br />

del Faraone.<br />

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