NELLE VALLI BOLOGNESI N°62
Il numero dell'estate 2024 della rivista su natura, cultura e tradizioni locali edito da Emil Banca
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In dialetto si dice...<br />
LA FAUNA LOCALE NELLA TRADIZIONE<br />
DELLA BASSA BOLOGNESE<br />
Foto e testi a cura di Mario Chiarini<br />
Avocetta – BECCH-ARVERS<br />
L’avocetta è un uccello di piccole-medie dimensioni, con elegante<br />
livrea bianca e nera con zampe estremamente lunghe, se rapportate<br />
alle dimensioni della specie, e di colore grigio. Presenta un volo<br />
aggraziato con battute d’ala piuttosto lente; spesso si riunisce in<br />
piccoli gruppetti e quando sono in volo, l’alternarsi del bianco e del<br />
nero nel corso delle loro evoluzioni, offre una suggestiva visione.<br />
Fino a qualche decennio fa assai rara, frequentatrice occasionale<br />
nelle aree umide del basso bolognese solo nel corso delle<br />
migrazioni, sia primaverile che autunnale. Oggi in ripresa e piccoli<br />
stormi che risultano svernanti.<br />
Dicevamo uccello raro fino agli ultimi decenni del secolo scorso, e<br />
forse proprio per questo, specie ambita dai cacciatori: infatti nelle<br />
piccole collezioni private di uccelli impagliati che ho potuto visitare<br />
di amici e conoscenti molto spesso l’avocetta faceva, purtroppo,<br />
parte della collezione; e tutti rimarcavano, tra le caratteristiche, la<br />
rarità della specie, la bellezza e , soprattutto il caratteristico becco.<br />
L’avocetta presenta infatti un lungo becco , sottile e ricurvo verso<br />
l’alto. Certo, ci sono altri uccelli con il becco ricurvo, penso al<br />
chiurlo, al mignattaio, ma in queste specie il becco è rivoltato verso<br />
il basso e per alimentarsi “beccano” muovendo il capo, appunto<br />
dall’alto verso il basso. L’avocetta invece affonda il becco nell’acqua<br />
per catturare con movimento verso l’alto, piccoli insetti e molli<br />
animaletti; ed è questo suo caratteristico a dare il nome dialettale<br />
a questa specie che viene chiamata becch-arvers; anche il nome<br />
scientifico, Recurvirostra avosetta risente di questo particolare; infatti<br />
Canapiglia - ALBAR<br />
La canapiglia è un uccello acquatico di dimensioni medio-grandi<br />
con collo abbastanza lungo, zampe palmate becco con punta<br />
arrotondata , con colorazione differente nei due sessi ed appartiene<br />
al gruppo delle cosiddette anatre di superficie; specie vegetariana<br />
e onnivora, cerca il cibo immergendo solo capo e petto e facendo<br />
emergere il posteriore; come tutte le anatre di superficie si alza in<br />
volo senza “camminare sull’acqua” come invece fanno le anatre<br />
tuffatrici. A differenza di altre famiglie di uccelli, alle anatre siano<br />
esse di superficie che tuffatrici, non sono stati assegnati nomi<br />
dialettali collettivi (come abbiamo visto nel caso dei limicoli il cui<br />
nome dialettale veniva individuato non soggettivamente, ma sulla<br />
base una caratteristica comune a più specie, da cui Gamblen e<br />
Gambell), ma ogni specie era ben conosciuta e riconosciuta tanto<br />
da vedersi assegnato uno specifico nome dialettale; questo anche<br />
perché tutte le anatre sono state oggetto di una fortissima e diffusa<br />
pressione venatoria per la qualità delle loro carni e nei periodi di<br />
passo ed in inverno nei luoghi adatti venivano fatte delle vere e<br />
proprie stragi creando di fatto un valore commerciale per ciascuna<br />
specie. Era quindi indispensabile, al momento dell’acquisto,<br />
conoscere il nome della specie per poter valutare la convenienza<br />
del prezzo perché non tutte le specie avevano lo stesso pregio<br />
alimentare. Ed ovviamente il loro riconoscimento passava attraverso<br />
Ascolta il canto dell’ avocetta<br />
il genere di appartenenza della specie viene chiamato recurvirostra<br />
dal latino “recurvus” e “rostrum”, rispettivamente ricurvo e becco.<br />
Una curiosità: in alcuni ristretti areali della bassa bolognese, ma<br />
anche del ravennate, l’avocetta veniva chiamata anche becch a<br />
leisna o solamente leisna; e questo perché il becco, così ricurvo<br />
verso l’alto, e molto somigliante alla lesina, arnese da calzolaio,<br />
costituito da un grosso ago ricurvo e assai appuntito, sostenuto da<br />
un corto manico, con cui si forava il cuoio per poterlo cucire.<br />
Ascolta il canto della canapiglia<br />
il loro nome dialettale.<br />
Il nome dialettale della canapiglia è Alber (o Albar) e pare sia<br />
attribuibile alla colorazione corporea ventrale chiara ed alla sua<br />
porzione alare bianca evidente durante il volo , e questo con<br />
riferimento al termine latino Albarius (imbianchino o che serve per<br />
imbiancare).<br />
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