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NELLE VALLI BOLOGNESI N°62

Il numero dell'estate 2024 della rivista su natura, cultura e tradizioni locali edito da Emil Banca

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ALLE ORIGINI DEL VINO<br />

La storia<br />

dei vitigni<br />

dei Colli Bolognesi<br />

Si chiamano PIWI e sono varietà di vite<br />

sviluppate per resistere alle malattie<br />

e per adattarsi meglio alle condizioni<br />

climatiche avverse<br />

I vitigni<br />

del futuro<br />

Testo di Alessio Atti<br />

La cultura enologica tradizionale, maestra di leggende<br />

e passioni, incontra una nuova danza, una sinergia tra<br />

passato e avanguardia. In questo intricato gioco tra radici<br />

profonde e rami che abbracciano il cielo, si dipana la tela<br />

di un destino viticolo.<br />

Nell’era del cambiamento climatico e della crescente<br />

consapevolezza ambientale, la viticoltura si trova di fronte a<br />

sfide senza precedenti. I viticoltori di tutto il mondo stanno<br />

cercando soluzioni innovative per preservare la qualità dei<br />

loro vini e ridurre l’impatto ecologico delle loro pratiche<br />

agricole. Una delle risposte più promettenti a queste sfide<br />

è rappresentata dai vitigni resistenti: i PIWI, varietà di vite<br />

sviluppate per resistere alle malattie e adattarsi meglio<br />

alle condizioni climatiche avverse. PIWI è un acronimo<br />

cheviene dal tedesco pilzwiderstandfähig che significa “viti<br />

resistenti ai funghi”.<br />

Questi vitigni non solo offrono una speranza per<br />

un’agricoltura più sostenibile, ma promettono anche di<br />

mantenere intatta l’eccellenza enologica che i consumatori<br />

di vino apprezzano da molti decenni.<br />

Da più di un secolo, nel periodo forse peggiore per la<br />

viticoltura europea, quando la fillossera devastava il<br />

vigneto continentale, si studiano questi nuovi vitigni capaci<br />

di resistere a minacce fungine.<br />

L’obiettivo di questi studi e sperimentazioni era incrociare<br />

in maniera vantaggiosa alcune varietà di vite europea,<br />

lasciando intatte le loro elevate qualità organolettiche, con<br />

vite americana solitamente resistenti alle crittogame e alla<br />

stessa fillossera.<br />

Nacquero, all’epoca, alcune nuove varietà tra le quali<br />

Herbemont, Isabella e Clinton ma non dimostravano però<br />

predisposizioni a vinificazioni di qualità.<br />

Con la tecnica degli incroci multipli, negli ultimi decenni,<br />

si è giunti ad incrociare frequentemente gli ibridi di prima<br />

generazione con varietà del genere vitis ottenendo varietà<br />

con DNA quasi totale di vitis vinifera (europea) ma con le<br />

tipiche resistenze alla malattie delle viti americane.<br />

I vitigni PIWI quindi hanno un’altissima resistenza alle<br />

malattie e riducono significativamente l’uso di pesticidi tra<br />

i filari.<br />

Ad oggi sono iscritte al Registro Nazionale queste nuove<br />

varietà, Bronner, Cabernet Blanc, Charvir, Fleurtai, Helios,<br />

Kersus, Johanniter, Muscaris, Palma, Pinot Iskra, Sauvignon<br />

Kretos, Sauvignon Rytos, Sauvignon Nepis, Solaris, Soreli,<br />

Souvignier Gris e Valnosia sono quelle a bacca bianca<br />

invece Cabernet Carbon, Cabernet Cortis, Cabernet Eldos,<br />

Cabernet Volos, Cabertin, Julius, Merlot Khorus, Merlot<br />

Kanthus, Nermantis, Pinotin, Pinot Kors, Pinot Regina,<br />

Prior, Regent, Sevar, Termantis e Volturnis sono quelle<br />

bacca nera.<br />

Attualmente PIWI è sinonimo di uve resistenti, uve pronte<br />

ad affrontare il futuro.<br />

Presenti in tutti i Paesi vitivinicoli europei, sui nostri<br />

Colli alcuni vigneron si stanno prodigando per utilizzarli<br />

sperimentando in vigna e in vinificazione, taluni con<br />

risultati non ancora ottimali, altri invece con risultati<br />

migliori. Utilizzati in blend con vitigni tradizionali<br />

raggiungono anche eccellenti qualità una volta in bottiglia.<br />

Al momento si possono produrre solo IGT non ancora DOC<br />

poiché non ancora entrati nei disciplinari di produzione<br />

ma la strada è spianata, basta percorrerla.<br />

Le implicazioni future dei vitigni sono un caleidoscopio<br />

di possibilità, continuare a investire nella ricerca e nello<br />

sviluppo di queste varietà potrebbe portare a ulteriori<br />

miglioramenti in termini di resistenza alle malattie e<br />

adattamento ai cambiamenti climatici, consentendo ai<br />

viticoltori di affrontare le sfide globali con maggiore<br />

efficacia. Inoltre, l’adozione di vitigni resistenti potrebbe<br />

stimolare un cambiamento positivo nelle pratiche agricole<br />

a livello mondiale, incoraggiando una maggiore adozione<br />

di metodi sostenibili.<br />

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