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NELLE VALLI BOLOGNESI N°62

Il numero dell'estate 2024 della rivista su natura, cultura e tradizioni locali edito da Emil Banca

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QUESTO LO FACCIO IO<br />

Azioni e comportamenti<br />

per la tutela<br />

della biodiversità<br />

a cura di Andrea Morisi<br />

(Sustenia srl)<br />

L’ANGOLO DEL LEGNO MORTO<br />

Dopo aver trattato, nei numeri<br />

precedenti, della piantumazione di un<br />

boschetto, della messa a dimora di una<br />

siepe e della realizzazione di uno stagno<br />

come possibili azioni realizzabili anche<br />

dal singolo per aiutare la biodiversità,<br />

Nido di picchio su alberatura senescente - ph. P.Balboni<br />

continuiamo qui con un altro esempio<br />

pratico di aiuto alla conservazione<br />

dei preziosi organismi viventi che<br />

accompagnano la nostra esistenza<br />

quotidiana fornendoci insostituibili<br />

servizi ecosistemici.<br />

Tronco al suolo<br />

in decomposizione<br />

ph P.Balboni<br />

A COSA SERVE?<br />

Parliamo del legno morto, ovvero<br />

dell’ultima fase della vita degli<br />

alberi che permette l’esistenza di un<br />

insieme di specie normalmente poco<br />

considerate, ma fondamentali per il<br />

funzionamento degli ecosistemi. Si<br />

tratta degli organismi degradatori e<br />

decompositori della sostanza organica,<br />

in particolare del legno morto.<br />

Ormai è diffusa la consapevolezza<br />

dell’importanza degli alberi. Ma un<br />

albero, quando muore, diventa ancora<br />

più vivo. Sembra un gioco di parole,<br />

ma, effettivamente, gli organismi<br />

viventi che si possono giovare di un<br />

albero nel pieno della sua vitalità<br />

risulta inferiore rispetto a quelli che<br />

iniziano ad “abitare” sulle alberature<br />

deperienti o morte.<br />

Pensiamo ad un albero morente, con<br />

rami secchi o parti marcescenti e con<br />

cavità e nicchie, oppure ad un albero<br />

morto e con il fusto ancora in piedi,<br />

oppure abbattutosi al suolo e in fase di<br />

disfacimento. Tutte queste condizioni<br />

offrono numerose ed insostituibili<br />

Gelso secolare morto in piedi.<br />

opportunità per il nutrimento, la<br />

riproduzione e il rifugio di tantissimi<br />

organismi. Varie specie di picchi vi<br />

scavano nel fusto e nelle branche alla<br />

ricerca di larve di insetti che si stanno<br />

alimentando del legno, scalzano la<br />

corteccia che si sta distaccando e sotto<br />

cui rinvengono piccoli molluschi,<br />

crostacei terrestri, formiche, larve<br />

di vari organismi. Oppure scavano<br />

direttamente delle cavità nel tronco<br />

che utilizzano come nido. Quando<br />

questo nido viene abbandonato<br />

dai picchi, molti altri uccelli, come<br />

cinciallegre, cinciarelle, storni, ma<br />

anche rapaci notturni, li utilizzano a<br />

loro volta per allevare in modo protetto<br />

i loro pulcini. Anche lucertole, ghiri,<br />

apoidei selvatici possono usare queste<br />

cavità come rifugio e tane.<br />

Il legno morto rappresenta poi un<br />

essenziale alimento per moltissimi<br />

funghi, cosiddetti saproxilici, che,<br />

unici, assieme ai batteri, sono in grado<br />

di digerire le lunghe e resistenti catene<br />

carboniose di cellulosa e lignina.<br />

E inizia così la lenta disgregazione<br />

del legno, che diviene più poroso e<br />

leggero e più facilmente aggredibile<br />

da altri organismi. A loro volta i<br />

funghi offrono con i loro carpofori<br />

(vale a dire i corpi fruttiferi, ovvero<br />

quelle parti che, a volte, ci interessano<br />

perché buoni da mangiare) il cibo per<br />

limacce, larve di ditteri e altri insetti. E<br />

via con altra biodiversità.<br />

Una bellissima componente della<br />

biodiversità che necessita del legno<br />

morto e del sua degradazione è anche<br />

quella costituita da particolari insetti,<br />

come certi Coleotteri (scarabeo<br />

rinoceronte, cervo volante, Dorcus,<br />

Cetonia, Morimus) oppure l’ape<br />

legnaiuola (Xylocopa violacea),<br />

specie utili e belle, ma sempre più<br />

rare.<br />

Dalla lenta decomposizione del<br />

legno, mescolato magari con le<br />

foglie cadute al suolo, si origina la<br />

cosiddetta “necromassa”, ovvero<br />

l’importantissima biomassa morta<br />

che va a formare la lettiera sotto gli<br />

alberi dei boschi, vale a dire lo strato<br />

di terreno soffice, scuro, profumato e<br />

umido (talvolta chiamato humus) che<br />

protegge e fertilizza il suolo e ospita, a<br />

sua volta, ancora tanta vita (lombrichi,<br />

chiocciole, limacce, ragni) che a<br />

sua volta permette la sopravvivenza<br />

di ricci, talpe, topiragno, topolini,<br />

arvicole, nonché dei loro predatori<br />

naturali, come le donnole, le faine, le<br />

puzzole, gli uccelli rapaci.<br />

Ambiente e territorio<br />

COME FACCIAMO?<br />

Quando, come nel caso<br />

dell’antropizzata pianura bolognese,<br />

i boschi sono rari e quelli esistenti<br />

sono giovani perché tutti ripiantumati<br />

solamente da qualche decina d’anni,<br />

l’ecosistema ne risente in modo<br />

eclatante. Molte specie di funghi, di<br />

piante ed animali sono scomparsi o le<br />

loro popolazioni sono diventate rare.<br />

Per aiutare queste specie si può provare<br />

ad invecchiare artificialmente i giovani<br />

rimboschimenti. Introducendovi<br />

appositamente legno morto e creando<br />

negli alberi apposite nicchie.<br />

Ma anche senza avere un bosco<br />

possiamo essere in grado di fare<br />

piccole azioni nel nostro giardino.<br />

Innanzitutto è possibile lasciare gli<br />

alberi anche dopo morti. Ovviamente<br />

nei punti dove non creino potenziali<br />

problemi e, in ogni caso, abbassandone<br />

l’altezza a due-tre metri. In sostanza<br />

lasciando solo il fusto in piedi, vale a<br />

dire creando i cosiddetti “totem”. La<br />

deperienza del fusto passerà da una più<br />

o meno lunga fase di legno secco, la<br />

corteccia inizierà a sfaldarsi, creando<br />

nicchie e rifugi. Se in posizione poco<br />

disturbata, i picchi li visiteranno in<br />

cerca di cibo e, se sufficientemente<br />

grandi, vi scaveranno forse il nido.<br />

Dopo qualche anno il totem avrà<br />

le radici compromesse e basterà<br />

La catasta di legno morto<br />

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