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PS_1980-1981_032

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ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA

Gestione Autonoma dei Concerti

COMUNE DI ROMA

Assessorato Cultura

I CONCERTI AL CAMPIDOGLIO



ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA

GESTIONE AUTONOMA DEI CONCERTI

COMUNE DI ROMA

Assessorato Cultura

PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

Giovedì 22 luglio 1982 - ore 21,30

Venerdì 23 luglio 1982 - ore 21,30

DIRETTORE

MARCELLO PANNI

CONTRALTO

MILVA

ORCHESTRA STABILE DELL’ACCADEMIA




Mi Iva


ARTHUR HONEGGER - Pacific 231, movimento sinfonico

Le Havre 1892

per orchestra

Parigi 1955

Quando apparve Pacific 231, mouvement symphonique

pour orchestre, nel 1923, lo stesso Honegger rilasciò un’intervista

in cui spiegò il significato di questa partitura che

gli diede immediata celebrità: «Ho sempre amato le locomotive

con passione — disse il musicista —. Per me sono

esseri viventi e le amo come altri possono amare le donne

o i cavalli. Nel Pacific quello che ho cercato di fare non è

l’imitazione dei rumori della locomotiva, ma la traduzione

di una impressione visiva e di un godimento fisico in una

costruzione musicale. La composizione parte da una contemplazione

oggettiva: il respiro tranquillo della macchina in

riposo, lo sforzo deH’avviamento, e poi il progressivo aumento

della velocità finché si arriva allo stadio lirico o patetico

di un treno di trecento tonnellate lanciato in piena notte a

120 all’ora. Ho scelto a oggetto della composizione la locomotiva

Pacific tipo 231 per i convogli pesanti dalle grandi

velocità ». Il brano è un vigoroso e massiccio crescendo

costruito in forma di corale variato e, pur non eliminando

gli aspetti descrittivi, si richiama ai modelli contrappuntistici

bachiani, secondo le intenzioni espresse dallo stesso autore.

Quindi il treno con la sua incalzante velocità è l’equivalente

visivo di un problema musicale, già posto in Jeux

(1912) da Debussy, ne La Valse (1920) da Ravel e più tardi

nella Fonderia d’acciaio (1926) da Mossolov, ma risolto secondo

una visione saldamente architettonica nel rapporto fra

cellula tematica e sviluppo ritmico. Pacific 231 resta ancora

oggi un pezzo di musica di tagliente forza comunicativa, dove

si riflette la sigla espressiva di Honegger, fatta di costruttivismo

tedesco e di razionalismo francese, due culture

sempre presenti nel geniale creatore di Jeanne d’Are au

bùcher, che è il suo capolavoro.


DARIUS MILHAUD

Aix-en-Provence 1892

Parigi 1974

- Le boeuf sur le toit

Nel 1918 apparve in alcune librerie parigine un opuscolo

ai Jean Cocteau dal titolo «Le Coq et l’Arlequin » (Il Gallo

e l’Arlecchino), in cui l’animatore più lucido e scanzonato

della giovane avanguardia francese del tempo esprimeva pensieri

brillanti e osservazioni impertinenti sull’arte in generale

e sulla musica in particolare. Un parlare franco e senza metafora

su quella che doveva essere la strada da percorrere

per disintossicarsi dalla narcosi dell’impressionismo, così da

assumere un atteggiamento artistico più concreto e umano

sintetizzato nella seguente frase sottilmente polemica contro

il «mostro sacro » Debussy e che allora suscitò notevole

scalpore: « Assez de nuages, des vagues, d’ondines et de

parfums la nuit; il nous faut une musique sur la terre, une

musique de tous les jours ». Con questo ritorno della musica

sulla terra, in aperta reazione alle fumose e smidollate

atmosfere del decadentismo impressionistico, nasceva l’estetica

del cosiddetto « Gruppo dei Sei » (Darius Milhaud,

Arthur Honegger, Francis Poulenc, Georges Auric, Louis

Durey, Germaine Tailleferre), che elesse a suo patrono e

santo protettore Erik Satie, musicista estroso e disuguale,

ma importante e singolare soprattutto per lo spirito corrosivo

e il temperamento ribelle che dimostrò in più occasioni nei

confronti di ogni conformismo, dall’alto della sua socratica

irriverenza nella solitudine di Arcueil, un quartiere industriale

della periferia parigina.

Infatti la novità dei Sei non sta nell’aver proclamato e

organizzato una nuova scuola e un nuovo stile in musica

(erano artisti di diversa formazione e di varia provenienza

etnica e culturale), quanto nell’aver espresso una posizione

controcorrente di gusto decisamente francese (la lezione

del primo Stravinsky di Petruska e del Sacre du priniemps

è seguita attentamente, ma tenuta a debita distanza, perché

« inficiata di slaviSmo », come sostiene l’autorevole critico


dei Six, Paul Collaer) tesa a valorizzare forme e soggetti più

disparati con un linguaggio semplice e immediato, senza concessioni

alle ragioni del cuore, e in cui si ritrova di tutto:

dalla ricerca per le grandi costruzioni sonore ai ritmi vivaci

e taglienti del jazz; dai richiami a Bach, inteso come controaltare

di Beethoven, la cui grandezza è stata fin troppo

consumata da tutti, alle melodie carezzevoli e orecchiabili

del café-concert. Un movimento, quindi, di svecchiamento anche

formale della musica, al di là di una certa sventatezza di

libera fantasia solleticata e stimolata dall’esempio di Cocteau

e di Satie, i due « ragazzacci » della cultura parigina degli

anni ’20.

In questa équipe dei Six (la denominazione fu lanciata da

Henri Collet in un articolo del periodico « Comoedia » intitolato:

«Les Cinq Russes, les Six Francais et Erik Satie»)

il ruolo assolto da Milhaud, il francese di Provenza di religione

israelitica, come egli stesso amava definirsi, è stato

molto rilevante sia per la impressionante prolificità della

produzione (più di 300 lavori, spazianti dall’operistica alla

sinfonica — ben 12 sinfonie —, dalla cameristica e vocalistica

al balletto) e sia per i risultati espressivi raggiunti in

alcuni dei suoi componimenti, dove ha utilizzato con spregiudicata

versatilità tecniche antiche e moderne, modi arcaici

e politonalismi, temi della liturgia ebraica e ritmi sudamericani,

fino alla predilezione per il rumore e le figurazioni

cubiste, così care ai futuristi. A questo proposito vale la pena

di ricordare i titoli di alcune composizioni più tipiche e degne

di maggiore interesse di questo musicista, considerato, a

giusto motivo, il presidente effettivo dei Six: il balletto

Le boeuf sur le toit, la rutilante fantasia in forma di rondò

su temi brasiliani che nel 1920 gli diede fama internazionale,

la suite di danze per orchestra Saudades do Brasil

(1920), La creation du monde (1923), i tre atti Les Malheurs

d’Orphée (1926), l’atto unico Le pauvre matelot (1927) il balletto

Salade (1924), il mastodontico affresco teatrale Christophe

Colombe (1930), la vigorosa cantata La mort d’un tyran

(1932), l’opera David (1954), la trilogia da Eschilo L’Orestie

(Agamennon, Les Choéphores, Les Euménides') (1963) e La


mère coupable (1966), tre atti ricavati da un testo spiritoso di

Beaumarchais, ultima parte del trittico dedicato al personaggio

di Figaro.

Sentimentale, lirico, ma non dichiaratamente romantico,

sanguigno, aggressivo, ironico, eccentrico e anticlassico (il

suo rifiuto della razionale clarté raveliana è molto più marcato

di quello espresso nei confronti delle evanescenti nuages

debussyane), Milhuad è stato definito dai suoi esegeti un

temperamento eclettico con tendenza all’estroversa fastosità

barocca per la disinvolta bravura nel costruire opere grandiose

e monumentali e « opéras-minules », anche a scopo didascalico

e descrittivo; ma a nostro avviso quello che colpisce

di più in lui è la sua natura di artista solare e mediterraneo,

amante più del colore che del discorso strumentale (il suo

primo entusiasmo giovanile, a parte il legame profondo con

la poesia di Claudel, è stata la pittura di Cézanne) e rivolto

a tratteggiare situazioni psicologiche chiare e dai contorni

netti, espresse con una musica sostanzialmente sobria nella

ricerca dell’equilibrio sonoro ed estremamente varia e articolata

nella strumentazione.

Del resto Le boeuf sur le toit è indicativo dello stile vivacemente

coloristico di Milhaud, il quale in un articolo apparso

nell’aprile del 1919 sulla rivista « Littérature » scrisse

una specie di autointervista, in cui tra l’altro era detto: «E’

al momento del Carnevale, nel pieno dell’estate tropicale, che

ogni anno nascono le nuove danze che rimpiazzano quelle

dell anno precedente e si diffondono ovunque: le si sente

suonare dalle bande militari, dalle orchestrine dei cinema,

dalle pianole e dai fonografi... Una sera ho incontrato Darius

Milhaud in una strada dove si ballava. Abbiamo passeggiato

e al momento del congedo, sotto le palme bagnate dai raggi

lunari, egli mi ha detto: Adoro il Brasile. Com’è piena di vita

e di fantasia la sua musica! C’è molto da imparare da

questi ritmi mossi, da queste melodie che, ripetute per tutta

una notte, generano alla fine un’impressione di grandezza.

Scriverò forse un balletto sul Carnevale di Rio e lo intitolerò

Le boeuf sur le toit, dal nome della samba che suonavano

quella sera, mentre danzavano le ragazze negre vestite di

blu ».


Le boeuf sur le toit, definito nel sottotitolo « fantasia cinematografica

su arie sud-americane », è un divertimento

gaio e leggero basato su melodie popolari brasiliane, condite

con gusto politonale: tale apparve sin dalla prima esecuzione

parigina nella versione ballettistica voluta da Jean Cocteau

e disegnata da Raoul Dufy e in questo spirito va ascoltato

e apprezzato, al di là di ogni pruderie intellettualistica fuori

posto.


KURT WEILL

Dessau 1900

New York 1950

- Die sieben Todsünden der Kleinbürger

(I sette peccati capitali dei piccoloborghesi)

Non c’è dubbio che la fortuna di Kurt Weill sia legata

strettamente al teatro di Bertolt Brecht, anche se oggi c’è

la tendenza a rivalutare in senso più autonomo la figura

del musicista tedesco, formatosi alla scuola berlinese di

Humperdinck e Krasselt e seguace dei corsi di composizione

di Ferruccio Busoni negli anni Venti nella capitale tedesca.

Anche la moglie e principale interprete delle musiche di

Weill, Lotte Lenya sostiene, in una intervista rilasciata a

Steven Paul il 22 ottobre 1975, che « la collaborazione con

Brecht, benché molto importante, non offre una immagine

completa di Weill musicista. Tutto viene ridotto al rapporto

Brecht-Weill, dimenticando che esisteva una produzione di

Weill precedente, come II protagonista, che nel 1926 ebbe

molto successo, e diversa musica orchestrale e da camera.

Il compositore non era stato tranquillamente ad aspettare

che Brecht lo scoprisse ». Naturalmente questa tesi ha degli

aspetti di verità, ma non si può negare che Weill non sarebbe

giunto ad occupare il posto che ha nella storia musicale

del Novecento se il dramma epico e didascalico dello scrittore

di Augusta, del quale in un primo tempo egli condivideva

l’impegno sociale e politico, non lo avesse spinto nel-

Tassecondare con il suono la concezione rappresentativa

brechtiana. Dice giustamente Vittorio Fellegara che « la

genialità di Weill è testimoniata dalla sapienza con cui nella

musica le forme del consumo musicale corrente, da quelle

classiche a quelle leggere, subiscono un continuo interscambio

di valori stilistici, per cui l’apparente piacevolezza

o la sembianza parodistica con la quale si manifestano, risultano

in realtà capovolte in una ironica e spesso amara

resa significativa, perfettamente adeguata ai contenuti dei

testi brechtiani e alla loro forma diretta a una comprensione

immediata ».


Da questa collaborazione, o meglio da questa intesa artistica

con Brecht, nacquero i lavori migliori e più duraturi

di Weill, cioè L’opera da tre soldi (Die Dreigroschenoper,

1928), Ascesa e rovina della città di Mahagonny (Aufstieg

und Fall der Stadt Mahagonny, revisionata nel 1930 in tre

atti dal precedente Songspiel intitolato Mahagonny) e Colui

che dice sì (Der Ja-Sager, 1930), un’opera didattica in due

atti. A queste composizioni vanno aggiunti anche il balletto

con musiche e canzoni 1 sette peccati capitali dei piccoloborghesi

(Die sieben Todsünden der Kleinbürger, 1933) e la

cantata per soli, coro e orchestra La trasvolata di Lindbergh

(Der Flug Lindberghs, 1928), ancora su testo di Brecht. Ovunque

è presente, con maggiore o minore pregnanza espressiva,

lo stile compositivo di Weill fatto di musica brillante, tagliente,

ironico-sarcastica, melodica e ritmicamente pruriginosa,

in prevalenza affidata ad una strumentazione di gusto jazzistico

e scontornata in forma canzonettistica da cabaret

degli anni Venti. Oltre tutto un simile linguaggio orecchiabile

e di facile acquisizione, tipico della musica di consumo

o Gebrauchsmusik., come veniva definita allora in Germania,

serviva a rendere più accettabile, se non piacevole, la

dissacrante polemica antiborghese e anticapitalista contenuta

nei versi di Brecht, per il quale la musica aveva uno scopo

puramente funzionale, allo stesso modo di uno strato di

zucchero sul bordo di un bicchiere contenente il veleno.

I sette peccati capitali dei piccolo-borghesi furono l’ultima

opera scritta in collaborazione fra Brecht e Weill, dopo

la vittoria di Hitler in Germania, che avrebbe segnato la

fine della feconda amicizia artistica fra il drammaturgo e

il musicista. Questo poema ballato e cantato venne scritto

a Parigi per la compagnia di balletti di Edward James

denominata appunto Ballets 1933 e andò in scena in quell’anno

nella capitale francese con la coreografia di Georges

Balanchine e la scenografia di Caspar Neher: la cantante

era Lotte Lenya e la ballerina Tilly Losch. Non mancò il

successo e il lavoro venne ripreso poco dopo a Londra con

il titolo di Anna-Anna. Soltanto nel 1958 Balanchine lo riportò

sulle scene nella versione inglese con la celebre compagnia


del New York City Ballet. Il rilancio europeo de I sette

peccati avvenne il 6 aprile del 1960 all’Opera di Francoforte,

nell’edizione coreografica di Tatjana Gsovsky e per l’interpretazione

nella parte cantata di Lotte Lenya e per la parte

danzata di Arin von Aroldingen. L’esito fù folgorante e da

allora il testo di Brecht-Weill entrò stabilmente nel repertorio

di molti teatri tedeschi; Maurice Béjart ne ha allestito

una versione per i Ballets du XXme siècle. La prima rappresentazione

italiana risale al 14 maggio 1961 al Teatro

Eliseo per la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana:

direttore Daniele Paris, regista Luigi Squarzina, coreografo

Jacques Lecoq, scenografo Renzo Vespignani, protagoniste

Laura Betti e Carla Fracci.

I sette peccati si articolano in nove parti: prologo, sette

songs corrispondenti agli altrettanti peccati capitali, epilogo.

E’ la storia di una ragazza che lascia il suo paesino della

Luisiana e la sua famiglia e si reca in varie città americane

in cerca di fortuna a guadagnare quel tanto che basta per

costruirsi una casa. Unica raccomandazione dei genitori:

non violare mai i sette peccati capitali, visti dal profilo

degli ideali piccolo-borghesi, cioè come altrettanti ostacoli

a raggiungere risultati concreti nella vita. In tal modo l’ira

è semplicemente lo sdegno e la ribellione al sopruso, da cui

chi ha intenzione di fare strada dovrà ben guardarsi; la

lussuria è l’abbandonarsi all’amore disinteressato, colpevolmente

trascurando l’amore a pagamento, e così di seguito

vanno raffigurati gli altri peccati, secondo l’ideologia schiettamente

brechtiana. La ragazza percorre a malincuore il

suo calvario e alla fine torna a casa, dopo sette anni di

tristi esperienze, con il suo gruzzolo di denari, ma senza

più la giovinezza.

Per rendere più appetibile l’apologo dalla morale piuttosto

amara Brecht fa ricorso al balletto cantato, secondo

la sua poetica del teatro epico, che ammette accanto alla

rappresentazione la narrazione dei fatti e il loro esplicito

commento. Nel caso dei Sette peccati il rapporto fra narrazione

e rappresentazione viene espresso con uno sdoppiamento

di personalità: Anna I che vive e agisce, lasciandosi


guidare dai propri impulsi istintivi e Anna II che è la proiezione

della sua coscienza piccolo-borghese, mirante a reprimere

gli impulsi allo scopo di far fortuna. L’Anna vera

viene impersonata tìa una danzatrice che mima la rappresentazione

degli eventi e l’altra Anna si esprime invece con

il canto, raccontando e commentando i fatti (in questa esecuzione

la cantante svolge entrambi i ruoli). La stessa cosa

fanno i quattro componenti della famiglia: i due fratelli di

Anna, il padre e la madre, realizzata in modo grottesco da

una voce di basso; costoro seguono la vicenda a distanza,

ripetendo i consigli della loro concezione di vita. In questo

quadro si muove la musica di Weill perfettamente funzionale

nel commentare gli avvenimenti e non ad esprimere

direttamente le varie situazioni sceniche, anche se non mancano

interessanti e acute caratterizzazioni psicologiche. Weill

fa ricorso a forme musicali diverse, utilizzando ariosi bachiani

e classicheggianti oppure temi di carattere sinfonico,

affiancati a stilemi della musica orecchiabile e. da

cabaret, il tutto impastato orchestralmente con indiscussa

abilità, ricorrendo agli strumenti a fiato nei momenti più

aggressivi e mettendo in evidenza le dolci sonorità degli

archi per solleticare l’emozione dell’ascoltatore. Non si può

negare che Weill colpisce spesso nel segno e la sua musica

rivendica i propri diritti e non si limita ad essere una pura

e semplice « colonna sonora », come richiedeva in modo

intransigente la concezione teatrale di Brecht.


DIE SIEBEN TODSÜNDEN

(Bertolt Brecht)

PROLOG

Anna I

Meine Schwester und ich stammen au Louisiana,

wo die Wasser des Mississippi unterm Monde fliessen,

wie Sie aus den Liedern erfahren können.

Dorthin wollen wir zurückkehren,

lieber heute als morgen.

Lieber heute als morgen!

Anna II

Anna I

Wir sind aufgebrochen vor vier Wochen

nach den grossen Städten, unser Glück zu versuchen.

In sieben Jahren haben wir’s geschafft,

dann kehren wir zurück.

Aber lieber schon in sechs!

Anna II

Anna I

Denn auf uns warten unsre Eltern und zwei Brüder in

[Louisiana,

ihnen schicken wir das Geld, das wir verdienen,

und von dem Gelde soll gebaut werden ein kleines

Haus, ein kleines Haus am Mississippi in Louisiana. Nicht

[wahr, Anna?

Ja, Anna.

Anna II


I SETTE PECCATI CAPITALI

PROLOGO

Anna I

Mia sorella ed. io veniamo dalla Luisiana

dove le acque del Mississippi scorrono sotto la luna,

come saprete dalle canzoni.

Desideriamo tornare là,

meglio oggi che domani.

Meglio oggi che domani!

Anna II

Anna I

Siamo in viaggio da quattro settimane

alla volta delle grandi città, a cercar fortuna.

In sette anni l’avremo raggiunta,

e poi torneremo a casa.

Anna II

Meglio sarebbe già in sei anni!

Anna I

Ci attendono in Luisiana i genitori e due fratelli,

a loro manderemo il denaro da noi guadagnato,

e con quel denaro verrà costruita una casetta,

una casetta in riva al Mississippi in Luisiana.

Non è vero, Anna?

Sì, Anna.

Anna II


Anna I

Meine Schwester ist schön, ich bin praktisch.

Sie ist etwas verrückt, ich bin bei Verstand.

Wir sind eigentlich nicht zwei Personen,

sondern nur eine einzige.

Wir heissen beide Anna,

wir haben eine Vergangenheit und eine Zukunft,

ein Herz und ein Sparkassenbuch,

und jede tut nur, was für die andre gut ist.

Nicht wahr, Anna?

Ja, Anna.

Anna II

FAULHEIT

Familie

Hoffentlich nimmt sich unsre Anna auch zusammen,

— Müssiggang ist aller Laster Anfang —

sie war ja immer etwas eigen und bequem,

— Müssiggang ist aller Laster Anfang —

und wenn mann die nicht aus dem Bett herauswarf,

— Müssiggang ist aller Laster Anfang —

dann stand das faule Stück nicht auf am Morgen.

— Müssiggang ist aller Laster Anfang —

Andrerseits ist ja unsre Anna ein sehr

Aufmerksamens Kind,

— Müssiggang ist aller Laster Anfang —

sie war immer folgsam und dem Eltern treu ergeben,

— Müssiggang ist aller Laster Anfang —

und so wird sie es, wir wollen hoffen,

— Müssiggang- ist aller Laster Anfang —

nicht am nöt’gen Fleisse fehlen lassen in der Fremde.

— Müssiggang ist aller Laster Anfang —

Der Herr erleuchte unsre Kinder,

dass sie den Weg erkennen, der zum Wohlstand führt.

Er gebe ihnen die Kraft und die Freudigkeit,

dass sie nicht sündigen gegen die Gesetze,

die da reich und glücklich machen!


Anna I

Mia sorella è bella, io sono efficiente.

Lei è un po’ stravagante, io ho la testa a posto.

In verità non siamo affatto due persone,

ma una soltanto.

Ci chiamiamo entrambe Anna,

entrambe abbiamo un passato e un futuro,

un cuore e un libretto di risparmio,

e ognuna fa soltanto quello che va bene all’altra.

Non è vero, Anna?

Sì, Anna.

Anna II

ACCIDIA

La famiglia

Speriamo che la nostra Anna sappia amministrarsi,

— l’ozio è il principio di ogni vizio —

ella è sempre stata un po’ bizzarra e pigra,

— l’ozio è il principio di ogni vizio —

e se non la si avesse buttata giù dal letto,

— l’ozio è il principio di ogni vizio —

forse quella pigraccia non avrebbe mai visto la luce.

— l’ozio è il principio di ogni vizio —

D’altra parte la nostra Anna è sempre stata

una bimba piena di premure,

— l’ozio è il principio di ogni vizio —

è sempre stata rispettosa e davvero sottomessa ai genitori,

— l’ozio è il principio di ogni vizio —

e così continuerà ad esserlo, almeno lo vogliamo sperare,

— l’ozio è il principio di ogni vizio —

e non rinuncerà alla necessaria diligenza in paesi lontani.

— l’ozio è il principio di ogni vizio —

Possa il Signore proteggere le nostre creature,

perché conoscano la via che conduce alla prosperità.

Possa dar loro la forza e la giocondità,

perché non abbiano a peccare contro le leggi,

che fanno ricchi e felici!


STOLZ

Anna I

Als wir aber ausgestattet waren,

Wäsche hatten, Kleider und Hüte,

fanden wir auch bald eine Stelle

in einem Kabarett als Tänzerin,

und zwar in Memphis, der zweiten Stadt unsrer Reise.

Ach, es war nicht leicht für Anna.

Kleider und Hüte machen ein Mädchen hoffärtig.

Wenn die Tiger trinkend sich im Wasser, erblicken,

werden sie oft gefährlich!

Also wollte sie eine Künstlerin sein

und wollte Kunst machen in dem Kabarett,

in Memphis, der zweiten Stadt unsrer Reise.

Und das war nicht, was dort die Leute wollen,

was dort die Leute wollen, war das nicht.

Denn diese Leute zahlen und wollen,

dass man etwas herzeigt für ihr Geld.

Und wenn da eine ihre Blösse versteckt wie ’nen faulen Fisch,

kann sie auf keinen Beifall rechnen.

Also sagte ich meiner Schwester Anna:

Stolz ist nur etwas für reiche Leute!

Tu was man von dir verlangt und nicht

was du willst, dass sie von dir verlangen!

Anna I

Manchen Abend hatt’ ich meine Mühe,

ihr den Hochmut abzugewöhnen.

Manchmal brachte ich sie zu Bette,

tröstete sie und sagte ihr:

Denk an das kleine Haus in Louisiana!

Familie

Der Herr erleuchte unsre Kinder,

D


SUPERBIA

Anna I

Quando fummo bene equipaggiate,

con biancheria, vestiti e cappelli nuovi,

abbiamo trovato subito un posto

in un cabaret come ballerina,

accadde a Memphis, la seconda città del nostro viaggio.

Ah, non fu certo facile per Anna.

I vestiti e i cappelli fanno una ragazza altera.

Quando la tigre, abbeverandosi, vede nell’acqua il suo volto,

spesso può diventare pericolosa!

Volle quindi essere un’artista

e al cabaret volle fare dell’arte,

a Memphis, la seconda città del nostro viaggio.

E questo non era quanto là voleva la gente,

quanto là voleva la gente, questo non era.

Perché questa gente paga e per questo vuole,

che le si mostri qualcosa per il suo denaro.

E quando uno nasconde la sua nudità come fosse un pesce

[marcio,

non può far affidamento su alcun successo.

Parlai allora a mia sorella Anna così:

la superbia è soltanto per la gente ricca!

Tu fa quel che ti si chiede e non

quel che tu vorresti che ti si chiedesse!

Anna I

Certe sere ho dovuto faticare,

per aver ragione del suo orgoglio.

Certe volte l’ho messa a letto,

l’ho consolata e le ho detto

Pensa alla piccola casetta in Luisiana!

La famiglia

Possa il Signore proteggere le nostre creature.


dass sie den Weg erkennen, der zum Wohlstand führt.

Wer über sich selber den Sieg erringt,

der erringt auch den Lohn.

ZORN

Familie

Das geht nicht vorwärts! Was die da schicken,

das sind keine Summen, mit denen man ein Haus baut!

Die verfressen alles selber! .

Denen muss man mal den Kopf waschen,

sonst geht das nicht vorwärts!

Denn was die da schicken,

das sind keine Summen, mit denen man ein Haus baut!

Die verfressen alles selber!

Denen muss man mal den Kopf waschen!

Denn was die dummen Tiere schicken,

das sind doch wirklich keine Summen,

mit denen man ein kleines Haus baut!

Anna I

Jetzt geht es vorwärts!

Wir sind schon in Los Angeles!

Und den Statisten stehen alle Türen offen.

Wenn wir uns jetzt zusammennehmen

und jeden Fehltritt vermeiden,

dann geht es unaufhaltsam weiter nach oben.

Familie

Der Herr erleuchte unsre Kinder,

dass sie den Weg erkennen, der zum Wohlstand führt!

Anna I

Wer dem Unrecht in den Arm fällt,

den will man nirgends haben,


perché conoscano la via, che conduce alla prosperità.

Colui che potrà vincere se stesso,

ne otterrà la ricompensa.

IRA

La famiglia

Non fanno progressi! Quello che ci mandano,

non sono somme con cui si fa una casa!

Si mangiano loro stesse ogni soldo!

Dobbiamo far sì che abbiano chiaro in testa il da farsi,

altrimenti la situazione non migliorerà!

Perché quanto loro ci mandano,

non sono somme con cui si fa una casa!

Si mangiano loro stesse ogni soldo !

Dobbiamo far sì che abbiano chiaro in testa il da farsi!

Perché quanto mandano quegli stupidi animali,

non sono davvero somme,

con cui si può costruire una piccola casa!

Anna I

Ora invece si va avanti!

Noi siamo già a Los Angeles!

E alle comparse si aprono tutte le porte.

Se ora noi staremo bene attente

e non faremo passi falsi

andremo senza posa sempre più in alto.

La famiglia

Possa il Signore proteggere le nostre creature,

perché conoscano la via, che conduce alla prosperità.

Anna I

Chi cerca d’opporsi all’ingiustizia,

viene sfuggito in ogni luogo,


und wer über die Roheit in Zorn gerät,

der lasse sich gleich begraben.

Wer keine Gemeinheit duldet,

wie soll der geduldet werden?

Wer da nichts verschuldet,

der sühnt auf Erden.

Und so hab’ ich meiner Schwester den Zorn abgewöhnt

in Los Angeles, der dritten Stadt der Reise,

und die offene Missbilligung des Unrechts,

die so sehr geahndet wird.

Immer sagte ich ihr: Halte dich zurück, Anna,

denn du weisst, wohin die Unbeherrschtheit führt.

Und sie gab mir recht und sagte:

Ich weiss es, Anna.

Anna II

VÖLLEREI

Familie

Da ist ein Brief aus Philadelphia:

Anna geht es gut. Sie verdient jetzt endlich.

Sie hat einen Kontrakt als Solotänzerin;

danach darf sie nicht mehr essen, was sie will

und wann sie will.

Das wird schwer sein für unsre Anna,

denn sie ist doch so sehr verfressen.

Ach, wenn sie sich da nur an den Kontrakt hält,

denn die wollen kein Nilpferd in Philadelphia.

Sie wird jeden Tag gewogen.

Wehe, wenn sie ein Gramm zunimmt!

Denn die stehen auf dem Standpunkt:

52 Kilo haben wir erworben,

52 Kilo ist sie wert.

Wehe, wenn sie ein Gramm zunimmt!

Und was mehr ist, ist vom Übel.


e chi si adira davanti al sopruso

può farsi seppellire.

Chi non tollera alcuna volgarità

come potrà esser tollerato?

Soltanto chi è senza colpe

espia sulla terra.

E così sono riuscita a svezzare mia sorella dall’ira,

a Los Angeles, la terza città del nostro viaggio,

e dal suo manifesto sfavore verso l’ingiustizia,

un peccato che si paga.

Sempre le ho detto: bada a trattenerti, Anna,

perché tu sai bene dove porta la perdita del proprio controllo.

E lei mi diede ragione e disse:

Anna II

Lo so bene, Anna. .

GOLA

La famiglia

Ecco una lettera da Filadelfia:

Anna va bene. Ora finalmente guadagna.

Ha un contratto come solista di danza;

e quindi non può più mangiare,

quando e come vuole.

Sarà duro per la nostra Anna,

perché è sempre così ghiotta.

Ah, dovrà attenersi al contratto,

perché non vogliono un ippopotamo a Filadelfia.

Ogni giorno viene pesata sulla bilancia.

Guai se crescesse un solo grammo!

Perché stanno fermi al patto fondamentale:

52 chili abbiamo scritturato

52 chili è il suo valore.

Guai se cresce solo un grammo!

E quel che vi è in più, è solo zavorra.


Aber Anna ist ja sehr verständig,

sie wird sorgen, dass Kontrakt—Kontrakt ist.

Sie wird sagen: Essen kannst du schliesslich in Louisiana,

[Anna.

Hörnchen! Schnitzel! Spargel! Hühnchen!

Und die kleinen gelben Honigkuchen!

Denk an unser Haus in Louisiana!

Sieh, es wächst schon, Stock um Stockwerk wächst es!

Darum halte an dich: Fresssucht ist vom Übel!

Halte an dich, Anna! Denn die Fresssucht ist vom Übel.

UNZUCHT

Anna I

Und wir fanden einen Mann in Boston,

der bezahlte gut, und zwar aus Liebe.

Und ich hatte meine Not mit Anna,

denn auch sie liebte, aber einen andern,

und den bezahlte sie, und auch aus Liebe.

Ach, ich sagte ihr oft: Ohne Treue

bist du höchstens die Hälfte wert.

Man bezahlt doch nicht immer aufs neue,

sondern nur für das, was man verehrt!

Das kann höchstens eine machen,

die auf niemand angewiesen ist.

Eine andre hat nichts zu lachen,

wenn sie einmal ihre Situation vergisst.

Ich sagte ihr: Setz dich nicht zwischen zwei Stühle!

Und dann besuchte ich ihn

und sagte ihm: Solche Gefühle

sind für meine Schwester Anna der Ruin.

Das kann höchstens eine machen,

die auf niemand angewiesen ist.

Eine andre hat nichts zu lachen,

wenn sie einmal ihre Situation vergisst.


Ma Anna è molto ragionevole,

penserà bene, che un contratto è un contratto.

Dirà a se stessa: potrai mangiare alla fine,

Anna, quando tornerai in Luisiana.

Capretti! Cotolette! Asparagi! Polli!

E le piccole gialle focacce di pan melato!

Pensa alla nostra casa in Luisiana!

Guarda, come già sta crescendo, piano dopo piano

sta crescendo!

Moderati dunque: dalla gola non viene alcun bene!

Moderati dunque, Anna! Perché dalla gola non viene alcun

[bene!

LUSSURIA

Anna I

E trovammo un uomo a Boston,

che pagava bene, e anche per amore.

E io ebbi i miei problemi con Anna,

perché amava anche lei, ma amava un altro,

e lei pagava lui, e anche lei per amore.

Ah, io le ho detto spesso: a non esser fedele

tu varrai la metà in più

Non si paga sempre la novità,

ma soltanto quanto si adora!

Questo è possibile soltanto a chi

non è legato a nessuno.

Un altro non avrà nulla da ridere,

se lei una volta dimenticherà il suo stato.

Io le ho detto: non star seduta tra due sedie!

E poi sono andata a trovare quell’uomo

e gli ho detto: questi sentimenti

sono una rovina per mia sorella Anna.

Questo è possibile soltanto

a chi non è legato a nessuno.

Un altro non avrà nulla da ridere,

se lei una volta dimenticherà il suo stato.


Leider traf ich Fernando noch öfter.

Es war gar nichts zwischen uns. (Lächerlich!)

Aber Anna sah uns, und leider

stürzte sie sich gleich auf mich.

Familie

Der Herr erleuchte unsre Kinder,

dass sie den Weg erkennen, der zum Wohlstand führt,

dass sie nicht sündigen gegen die Gesetze,

die da reich und glücklich machen! .

Anna I

Und sie zeigt ihren kleinen weissen Hintern,

mehr wert als eine kleine Fabrik,

zeigt ihn gratis den Gaffern und Strassenkindern,

der Welt profanem Blick.

Das gibt immer solche Sachen,

wenn man sich ein einz’ges Mal vergisst.

Das kann höchstens mal eine machen,

die auf keinen Menschen angewiesen ist.

Familie

Wer über sich selber den Sieg erringt,

erringt auch den Lohn.

Anna I

Ach, war das schwierig, alles einzurenken:

Abschied zu nehmen von Fernando

und sich bei Edward zu entschuldigen.

Und die langen Nächte,

wo ich meine Schwester weinen hörte und sagen:

Anna II

Es ist richtig so, Anna, aber so schwer!


Purtroppo ancora spesso incontrai Fernando.

Non c’era nulla tra di noi. (E’ ridicolo!)

Ma Anna ci vide e purtroppo

si gettò subito furente su di me.

La famiglia

Possa il Signore proteggere le nostre creature,

perché conoscano la strada che conduce alla prosperità,

perché non abbiano a peccare contro le leggi

che fanno ricchi e felici!

Anna I

Ed ella mostra il suo piccolo bianco sederino,

un sederino che vale più di una piccola fabbrica,

lo mostra gratis ai monelli e agli sfaccendati,

allo sguardo profano del mondo.

Questo accade sempre,

se ci si dimentica di se stessi un’unica volta.

E questo è possibile solo per chi

non è legato ad alcun uomo.

La famiglia

Colui che potrà vincere se stesso,

ne otterrà la ricompensa.

Anna I

Ah, come è stato difficile, sistemare tutto:

prender congedo da Fernando

e scusarsi con Edoardo.

E le lunghe notti,

in cui sentivo mia sorella piangere e dire:

. Anna II

E’ giusto così, Anna, ma è così difficile!


HABSUCHT

Familie

Wie hier in der Zeitung steht,

ist Anna schon in Baltimore,

und um sie schiessen sich

allerhand Leute tot.

Da wird sie viel Geld verdienen,

wenn so was in der Zeitung steht!

Das ist gut, das macht einen Namen

und hilft einem Mädchen vorwärts! .

Wenn sie da nur nicht zu gierig ist,

sonst macht man sich nichts mehr aus ihr;

sonst macht man bald einen grossen Bogen um sie.

Wer seine Habsucht zeigt,

um den wird ein Bogen gemacht.

Mit Fingern zeigt man auf ihn,

dessen Geiz ohne Massen ist.

Wenn die eine Hand nimmt, muss die andere geben.

Nehmen für Geben, so muss es heissen.

Pfund für Pfund, so heisst das Gesetz!

Darum hoffen wir, dass unsere Anna

auch so vernünftig ist

und den Leuten nicht ihr letztes Hemd wegnimmt

und ihr letztes Geld.

Nackte Habsucht gilt nicht als Empfehlung.

NEID

Anna I

Und die letzte Stadt der Reise war San Francisco.

Alles ging gut;

aber Anna war oft müde und beneidete jeden,

der seine Tage zubringen durfte in Trägheit,

nicht zu kaufen und stolz,

in Zorn geratend über jede Roheit,


AVARIZIA

La famiglia

C’è oggi sul giornale,

che Anna è già a Baltimora,

e che per lei tutti

son pazzi da morire.

Certo guadagnerà tanto denaro,

se notizie del genere compaiono sui giornali!

Questo è bene, questo serve per farsi un nome

e giova alla carriera di una fanciulla!

Purché lei non abbia ad esser troppo avida,

se no la gente non se ne fa niente di lei;

se no la gente presto fa un gran vuoto attorno a lei.

Chi mostra la propria avarizia

gli si fa attorno un gran vuoto.

Sarà segnato a dito,

perché non sa moderarsi.

Se una mano prende, l’altra deve dare.

Prendere per dare, questa è la legge.

Libbra per libbra, questa è la legge!

Per questo speriamo che la nostra Anna

sia quindi ragionevole

al punto da non portar via alla gente l’ultima camicia

e l’ultimo spicciolo.

L’avarizia estrema non è una buona raccomandazione.

INVIDIA

Anna I

E l’ultima città del nostro viaggio fa San Francisco.

Tutto andò bene;

ma Anna fa spesso stanca e provava invidia per quelli

che possono passare tutti i loro giorni nell’indolenza,

cui è permesso di non farsi comperare e di essere orgogliosi,

di abbandonarsi all’ira per ogni sopruso,


hingegeben seinen Trieben, ein Glücklicher,

liebend nur den Geliebten

und offen nehmend, was immer er braucht.

Und ich sagte meiner armen Schwester,

als sie neidisch auf die andern sah:

Schwester, wir alle sind frei geboren,

und wie es uns gefällt, können wir gehen im Licht.

Also gehen aufrecht im Triumphe die Toren,

aber wohin sie gehn, das wissen sie nicht.

Schwester, folg mir und verzieht auf die Freuden,

nach denen es dich wie die andern verlangt.

Ach, überlass sie den törichten Leuten,

denen es nicht vor dem Ende bangt!

Iss nicht und trink nicht und sei nicht träge,

die Strafe bedenk, die auf Liebe steht!

Bedenk, was geschieht, wenn du täst, was dir läge!

Nütze die Jugend nicht, denn sie vergeht.

Schwester, folg mir, du wirst sehen, am Ende

gehst im Triumph du aus allem hervor.

Sie aber stehen, o schreckliche Wende,

zitternd im Nichts vor geschlossenem Tor.

Familie

Wer über sich selber den Sieg erringt,

der erringt auch den Lohn.

EPILOG

Anna I

Darauf kehrten wir zurück nach Louisiana,

wo die Wasser des Mississippi unterm Monde fliessen.

Sieben Jahre waren wir in den Städten,

unser Glück zu versuchen.

Jetzt haben wir’s geschafft!

Jetzt steht es da,

unser kleines Haus in Louisiana.


di seguire il proprio istinto, fortunati loro,

amando solo d’amore

e prendendo apertamente quanto gli va.

Dissi allora alla mia povera sorella,

quando guardava con invidia gli altri:

sorella, tutti Siamo nati liberi,

e, quando ci piace, possiamo camminare nella luce.

Procedono trionfanti i pazzi,

ma dove vanno a finire, essi stessi non lo sanno.

Sorella mia, dà retta a me e rinuncia a tutti i piaceri,

per i quali provi invidia al pari degli altri.

Ah, lasciali agli stolti,

che non hanno timore della fine!

Tu non mangiare e non bere e non essere indolente,

pensa alla punizione che è il prezzo dell’amore!

Pensa a quanto può accadere se fai quel che ti piace!

Non vale la gioventù, perché passa.

Sorella, dà retta a me, tu vedrai, alla fine

sarai tu in trionfo, emergendo su tutto.

Tutti alla fine, o terribile destino,

tremeranno nel nulla di fronte a una porta sbarrata.

La famiglia

Colui che potrà vincere se stesso,

ne otterrà la ricompensa.

EPILOGO

Anna I

E di nuovo siamo tornate in Luisiana.

dove scorrono le acque del Mississippi sotto la luna.

Sette anni siamo state nelle città,

a cercar la nostra fortuna.

Ce l’abbiamo fatta ormai!

Adesso c’è, .

la nostra casetta in Luisiana.


Jetzt kehren wir zurück in unser kleines Haus

am Mississippifluss in Louisiana.

Nicht wahr, Anna?

Ja, Anna.

Anna II


PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

Mercoledì 28 luglio 1982 - ore 21,30

ORCHESTRA DA CAMERA

DI SANTA CECILIA

CORNISTI

SALVATORE ACCARDI

ARCANGELO LOSAVIO

PROGRAMMA

MOZART - Divertimento in re maggiore K. 136

- Serenata notturna in re maggiore per due piccole

orchestre d’archi e timpani K. 239

HAYDN - Concerto n. 2 in mi bemolle maggiore per due

corni e orchestra da camera

- Sinfonia n. 44 in mi minore (« Trauer Symphonie »)


Adesso torniamo nella nostra casetta

sul Mississippi in Luisiana.

Non è vero, Anna?

Si, Anna.

Anna II

(Traduzione di Luigi Bellingardi)


PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

Giovedì 29 luglio 1982 - ore 21,30

Venerdì 30 luglio 1982 - ore 21,30

DIRETTORE

ALDO CECCATO

PROGRAMMA

VERDI

Dai Quattro Pezzi sacri: Stabat Mater - Te Deum, per coro

e orchestra

I Vespri siciliani: Sinfonia

Balletto delle stagioni

Inno delle nazioni, per coro, tenore e orchestra

tenore: ANTONIO SAVASTANO

MAESTRO DEL CORO

GIULIO BERTOLA

ORCHESTRA E CORO STABILI DELL’ACCADEMIA


ORCHESTRA DELL'ACCADEMIA DI SANTA CECILIA

VIOLINI PRIMI

• Giuseppe Prencipe (1)

• Angelo Stefanato (1)

* Maryse Regard

Adriano Cunetta

Gilberto Losi

Maurizio Lottini

Antonio Del Vecchio

Antonio Bolognese

Nereo Zampieri

Renato De Francesco

Fauno Paioncini

Giulio DI Amico

Francesco Squarcia

Emilio Fortunato

Alessandro Mancuso

Giuseppe Consiglio

Cesare Cesellato

Isabella Durand

VIOLINI SECONDI

• Antonio Marchetti

• Guido Cosarono

Santi Interdonato

Luciano Capicchionl

Alessandro Lugli

Anna Calieri

' Aldo Spizzichino

Marina Turili!

Luca Turrisi

Bozena Mozdzonek

Carlo Ancis

Augusto Nieddu

Margaret Quervo

Massimo Coen

Diego Cescotti

P. Vincenzo Bigi

VIOLE

• Fausto Anzelmo

• Margot Burton

Orazio Grossi

Giuseppe Capodieci

Umberto Vassallo

Carlo Falliva

Valentino Greci

Ferruccio Catanese

Maria Burugieva

Giovanni Leonetti

Angela Spinei

Almut Schneider

Luca Sanzò

Francesco Negroni

VIOLONCELLI

• Luigi Bossoni

• Nicolae Sarpe

Luigi Chiapperino

Antonio Loporchio

Giovanni Costamagna

Jo Lane Bevers

Ignazio Aitarono

Michael Vinatzer

Giorgio Schultis

Massimo Macri

Vincenzo Cavallo

CONTRABBASSI

• Giuseppe Viri

’ Corrado Penta

Giorgio Pani

Federico Rossi

Giampaolo Simoncinl

Giovanni Ducei

Paolo Marzo

Sergio Perra

Pierluigi Capanni

FLAUTI

• Angelo Persichilli

’ Carlo Tamponi

Pietro Deflorian

Sandra Pirruccio

OTTAVINO

Sandra Pirruccio

OBOI

• Augusto Loppi

• Pietro Gaburro

Antonio Floriano

Mary Cotton Savini

CORNO INGLESE

Mary Cotton Savini

CLARINETTI

• Vincenzo Mariozzl

* Michele Incenzo

Nicola Conte

Claudio Taddei

Vincenzo Buonomo

CLARINETTO PICCOLO

Claudio Taddei

CLARINETTO BASSO

Vincenzo Buonomo

FAGOTTI

• Fernando Zodini

• Rino Vernizzl

Filiberto Tentoni

Domenico Burioni

CONTROFAGOTTO

Domenico Burioni

CORNI

* Franco Traverso

• Salvatore Accordi

Agostino Vacchiano

Arcangelo Losavio

Giulio Giannelli

Biagio Frascella

TROMBE

* Vincenzo Camaglia

• Antonio Ruggeri

Bruno Gonizzi

Biagio Bartiloro

TROMBONI

• Luciano Leonardi

• Basilio Sanfilippo

Agostino Spera

Giuseppe Consiglio

TUBA

Italo Tagliagambe

ARPE

* Anna Maria Palombini

M. Luisa Torchio

TIMPANI

Adolf Neumeier

Diego Petrera

PERCUSSIONE

Diego Petrera

Giorgio Angelini

Fabio Marconcinl

Marco Bugarini

PIANOFORTE

Mario Caporalonl

• Prime parti soliate.

(1) I due primi violini solisti sono indicati in ordine alfabetico

A CURA DELL'UFFICIO PROGRAMMI

Tip. EUROSIA - ROMA - P.S. Eurosla, 3 L 1.000




ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA

Gestione Autonoma dei Concerti

COMUNE DI ROMA

Assessorato Cultura

I CONCERTI AL CAMPIDOGLIO

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£2/10

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