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6 Giugno 20<strong>24</strong><br />
La Strada del vino dell’Alto Adige<br />
La “Strada del vino dell’Alto Adige”<br />
si snoda per 150 ch<strong>il</strong>ometri totali tra<br />
16 comuni e 70 cantine. Numeri notevoli<br />
che, ovviamente, non sono l’aspetto<br />
più interessante dell’itinerario. Anche<br />
in questo caso è la storia a farci da<br />
guida. Come sottolineato dal sito della<br />
Strada del Vino: “Diverse cesoie da vite<br />
e mestoli da botte del V secolo a. C.<br />
testimoniano come la cultura enologica<br />
altoatesina sia una delle più antiche<br />
d’Europa. Quando nel XV secolo a. C.<br />
i Romani arrivarono in Alto Adige, videro<br />
con stup<strong>ore</strong> che i Reti, che allora<br />
popolavano questa terra, <strong>sole</strong>vano già<br />
conservare <strong>il</strong> vino in botti di legno,<br />
mentre alla corte di Augusto ci si arrangiava<br />
ancora con anf<strong>ore</strong> d’arg<strong>il</strong>la e otri<br />
di cuoio. Successivamente, a partire dal<br />
XVIII secolo, diversi monasteri bavaresi<br />
e svevi acquistarono tenute viticole<br />
in Alto Adige e nel secolo successivo <strong>il</strong><br />
“Potzner” e <strong>il</strong> “Traminer” furono i primi<br />
due vini locali che presero <strong>il</strong> nome<br />
dalla loro origine geografica (Bolzano<br />
e Termeno). Successivamente,<br />
una spinta<br />
notevole alla viticoltura<br />
altoatesina fu impressa<br />
dalla monarchia austroungarica,<br />
quando si cominciarono<br />
a piantare anche <strong>il</strong> Riesling<br />
e i vitigni di Borgogna. Ma è dal<br />
1980 che la vitivinicoltura altoatesina<br />
ha vissuto un boom che ancora non accenna<br />
a fermarsi. Tornando al presente,<br />
non si può non sottolineare come<br />
le cantine dell’Alto Adige vengano apprezzate<br />
da tutti, astemi compresi. Gli<br />
edifici che le ospitano sono uno più<br />
bello dell’altro, quelli più tradizionali<br />
come quelli più contemporanei. I panorami<br />
che circondano le cantine altoatesine<br />
sono mozzafiato e sorseggiare un<br />
bicchiere di vino, ma anche un succo<br />
di mela, ammirando <strong>il</strong> panorama della<br />
valle dell’Adige può risultare un’esperienza<br />
indimenticab<strong>il</strong>e. Sulla Strada del<br />
Vino sorge anche una delle mete preferite<br />
dei turisti provenienti dal mondo<br />
tedesco: Caldaro e <strong>il</strong> suo lago. La<br />
Foto © IDM Alto Adige, Andreas Mierswa<br />
cittadina è caratterizzata da cantine e<br />
dehors sempre molto frequentati, mentre<br />
<strong>il</strong> lago è frequentato per tutta estate<br />
da bagnanti e amanti del windsurf.<br />
Ripassando dall’acqua al vino, la zona<br />
è caratterizzata da un clima particolarmente<br />
mite e nell’area che la circonda si<br />
produce una Schiava amab<strong>il</strong>e e leggera:<br />
<strong>il</strong> “Lago di Caldaro scelto” (Kalterersee<br />
Auslese) che oggi viene esportato in<br />
tutto <strong>il</strong> mondo. Quindi: “cin cin”, o se<br />
preferite “zum Wohl”, “Prosit” o “Salute”,<br />
senza mai dimenticare quel che<br />
scriveva Ludwig Feuerbach: “La felicità,<br />
come un vino pregiato, deve essere<br />
assaporata sorso a sorso.”<br />
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