memorie di un uomo semplice - FerrariDatabase.com

Club il
Rivista Ufficiale del Ferrari Club Italia Anno 8 • n° 2-2008
CALIFORNIA
FACCIA A FACCIA DI DUE SPIDER MITO
CINQUANT’ANNI DOPO
STESSO NOME, STESSO FASCINO
Sergio Scaglietti
MEMORIE DI UN UOMO SEMPLICE
Eventi
FERRARI FINALS
AL MUGELLO
Vita di Club
CAMPIONATO&TROFEO FCI
TUTTE LE CLASSIFICHE

il
Club
ilClub
Rivista ufficiale
del Ferrari Club Italia
Pubblicazione Quadrimestrale
Anno 8 • n° 2-2008
Presidente
Giovanni Perfetti
Direttore responsabile
Alessandro Giudice
Grafica e impaginazione
Aimone Bolliger
Hanno collaborato
Mauro Apicella, Alessandro Bugelli,
Lorenzo Carraro, Thomas J. Forsyte,
Carlo Gambaro, Franco Gozzi,
Paolo Loffredo, Ilaria Maraviglia,
Carlo Montanaro, Gianni Rogliatti,
Marco Vitali
Fotografie
Archivio Ferrari Club Italia,
Botti e Pincelli, Callo, Ferrari SpA,
Foto Parenti, Alessandro Giudice,
Walter Iscra, La Presse,
Marco Lussoso, Eros Maggi,
Gildo Mantovani, Gabriela Noris,
Frank Orel, Angelo Orsi,
Gianni Rogliatti, Nando Vescusio,
Roberto Viva, Renato Zacchia
Disegni
Sante Lusuardi
Ricerche iconografiche
Ferrari Image Service-La Presse
Editore
Golinelli Industrie Grafiche SpA
Stampa e confezione
Golinelli Industrie Grafiche SpA
www.golinelli.it
Stampata su carta
UPM Finesse premium silk
Prodotta da UPM-Kymmene
Copertina 200g/m2 , Interno 115g/m2 Distribuita da:
Testata di proprietà del Ferrari Club Italia
Via Abetone Inferiore, 4
41053 Maranello (Modena).
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contenuto in questa pubblicazione non
può essere riprodotto, né integralmente,
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della legislazione internazionale.
Autorizzazione del Tribunale di Modena
1595/2001
In questo numero
Tutto quello che fa della
Ferrari un mito sembra aver
trovato un suo spazio in
quest’ultimo numero
dell’anno. Si parte (e come
potrebbe essere
diversamente?) dalle
automobili, non due qualsiasi
ma la nuova California, nata
da poco e già così amata, e la
la 250 GT del 1957, sogno a
quattro ruote di intere
generazioni: non un
confronto, ci mancherebbe,
ma il naturale affiancamento
di due regine nate a mezzo
secolo di distanza l’una
dall’altra. Si arriva poi alla
parte emozionale, con i clienti
e i tifosi a condividere i giorni
delle Finali Mondiali, al
Mugello. Quindi è il momento
degli uomini: Sergio
Scaglietti, genio della
carrozzeria e maestro di stile
automobilistico, e Phil Hill,
campione americano iridato
in F1 con la Ferrari. Infine
l’arte, che nei miti trova
sempre fonte di ispirazione, e
l’amicizia con gli USA, ancora
oggi primo mercato Ferrari.
Infine il Club e le sue
iniziative, a cui sono dedicate
le Pagine Gialle, ancora più
numerose e piene di foto,
notizie, classifiche.
Sommario
2 Ferrari events
10 California
Una Nuova Era
26 Finali Mondiali
In pista. Tutti insieme.
36 Sergio Scaglietti
Memorie di un uomo semplice
44 In Galleria 1
Fotografie a olio
48 In Galleria 2
La seconda patria
52 Phil Hill
Dagli USA a Maranello
55 Vita di Club
79 In libreria
LA COPERTINA
Un paesaggio lunare,
dominato dal bianco accecante
di un lago salato americano,
dal vento teso che spazza ogni
cosa, da un profilo lontano di
montagne inospitali. E , in
primo piano, un dettaglio della
nuova Ferrari California. Con
le gialle insegne del Casato
esibite e la ruota che, potente,
calca un terreno arido, pronta
a conquistare una nuova
frontiera o semplicemente il
cuore di chi, in lei, vede l’inizio
di una Nuova Era del Cavallino

Ferrarievents Notizie, persone
e fatti: quello
che succede
nel mondo
Ferrari, giorno
dopo giorno
2 Ferrari events
Fonte: Ferrari Media Centre
Giugno
8La sfortuna (e la safety car)
frenano la Ferrari in Canada
Quattro punti sono una magra
consolazione per la Scuderia
Ferrari Marlboro nel Gran
Premio del Canada, arrivati
grazie a una grande prova di
guida di Felipe Massa che
chiude al quinto posto. Per la
seconda volta consecutiva, la
gara della Scuderia è stata
compromessa da Lewis
Hamilton e dalla safety car.
Kimi Raikkonen, approfittando
dell'unico ingresso in gara della
safety car, è rientrato ai box
come molti altri piloti.
Purtroppo il finlandese è stato
eliminato quando il pilota della
McLaren ha centrato il
retrotreno della sua Ferrari
mentre stava aspettando il
verde dal semaforo della pit
lane per rientrare in pista.
Nel giorno della prima vittoria
in carriera di Robert Kubica, la
Scuderia Ferrari Marlboro è
ancora in testa nella classifica
Costruttori, tre punti davanti
alla BMW-Sauber, con Massa
secondo e Raikkonen terzo
nella graduatoria dei Piloti.
22
La Ferrari espugna Magny-
Cours con una doppietta
Quinta vittoria e terza doppietta
della stagione per la Scuderia
Ferrari Marlboro nel Gran
Premio di Francia. Felipe Massa
ha conquistato l'ottavo
successo della sua carriera,
portando a 206 il totale delle
vittorie della Scuderia in 766
Gran Premi disputati, di cui 17
raccolte nella corsa francese.
Kimi Raikkonen si è classificato
al secondo posto. Il campione
del mondo in carica, partito
dalla pole position, è riuscito a
tagliare il traguardo nonostante
la rottura dello scarico destro,
verificatasi a cavallo della metà
gara: a lui resta la consolazione
di aver ottenuto la miglior
prestazione cronometrica della
giornata.
Luglio
6La pioggia intermittente
inganna la Ferrari al
GP di Gran Bretagna
Soltanto cinque i punti
conquistati dalla Scuderia
Ferrari Marlboro nel Gran
Premio di Gran Bretagna, frutto
del quarto posto ottenuto da
Kimi Raikkonen con Felipe
Massa tredicesimo. Punto di
svolta della gara di Silverstone
è stata la scelta di tenere
montato lo stesso treno di
gomme rain in occasione
del primo pit-stop.
Particolarmente
penalizzato è stato Kimi
che, rientrato in pit-lane
nella scia di Hamilton, non è poi
più riuscito a girare con tempi
competitivi fino alla seconda e
ultima sosta - nove giri più tardi
– quando ha utilizzato un treno
di gomme nuove. Massa ha
avuto problemi di aderenza sin
dall'inizio, pagando anche lui a
caro prezzo la scelta di non
cambiare gomme al primo pitstop.
Dopo questo risultato,
Felipe e Kimi sono a pari punti
in testa alla classifica Piloti e la
Scuderia mantiene il comando
nel Campionato Costruttori.
Fortune incorona la 430
Scuderia regina del lusso
Secondo il magazine americano
Fortune, la Ferrari 430 Scuderia
è la migliore auto di lusso del
2008. Una conferma di come,
nonostante la crisi del lusso, il
“made in Italy” continua a
essere sinonimo di eccellenza
negli Usa, un’eccellenza che le
vettire della casa di Maranello
rispecchiano alla perfezione.
20
Il GP di Germania conferma
il primato Ferrari
tra i Costruttori
Nel Gran Premio di Germania,
disputato sul circuito di
Hockenheim, il terzo posto di
Felipe Massa e del sesto di

Kimi Raikkonen fruttano ove i
punti alla Scuderia Ferrari
Marlboro. Dopo le prime dieci
gare della stagione, Felipe si
trova al secondo posto nella
classifica Piloti e Kimi al terzo,
rispettivamente a quattro e
sette lunghezze di ritardo dal
primo. La Scuderia continua
invece a condurre il
Campionato Costruttori. La
gara tedesca è l’ultima in
calendario prima dei quattro
giorni di prove cui la F2008 si
sottoporrà Jerez de la Frontera
con Luca Badoer, Kimi e Felipe.
29
I team di Formula 1
si incontrano a Maranello
Alla presenza di Bernie
Ecclestone e di Donald
McKenzie, tutte le squadre di
Formula 1 che partecipano al
Mondiale si sono incontrate a
Maranello. In programma, la
bozza di un accordo sui
regolamenti e sugli aspetti
commerciali che fornirà un
quadro di riferimento per uno
sport forte e dinamico come la
F1. Per arrivare alla definizione
dei termini e per lavorare
insieme alla FIA e alla FOM, le
squadre deciso all'unanimità di
dar vita alla nuova Formula 1
Teams Association.
Agosto
3Cede il motore di Massa
al GP di Ungheria
A Budapest, quando si trovava
in testa, Felipe Massa è stato
costretto al ritiro a tre giri dalla
fine per il cedimento del
propulsore. Il terzo posto di
Kimi Raikkonen frutta
comunque sei punti alla
Scuderia Ferrari Marlboro nel
Gran Premio d'Ungheria,
facendole mantenere il
comando della classifica
Costruttori con 111 punti. Dopo
undici gare, Kimi e Felipe sono
al secondo e al terzo posto in
quella Piloti, con un ritardo,
rispettivamente, di 5 e 8 punti
dal leader.
6Nasce la filiale Emea
responsabile per Europa,
Medio Oriente e Africa
Ferrari vara una nuova
organizzazione commerciale
per l'Europa, il Medio Oriente e
l'Africa per migliorare
ulteriormente la propria
presenza sui mercati storici e
quelli in sviluppo.
La nuova organizzazione
garantisce un'efficiente
distribuzione di risorse tra
sede centrale e sedi locali,
focalizzando quest'ultime
sulle attività commerciali e
tecniche di vendita e post
vendita.
La nuova organizzazione
prevede la creazione di una
filiale EMEA (Europe Middle
East Africa) con sede a
Maranello, dalla quale
dipenderanno quattro sedi
regionali (Europa Sud/Ovest,
con sede a Parigi; Europa
Centrale, con sede a
Wiesbaden; Nord Europa, con
sede a Londra; Medio Oriente e
Africa, con sede a Dubai).
La 500 del Cavallino
Fiat 500 e Ferrari, icone
dell'automobilismo “made in
Italy” nel mondo, hanno dato
vita a un prodotto che
rispecchia i rispettivi valori di
simpatia ed esclusività. La
Casa di Maranello ha infatti
scelto il modello Fiat per
produrre una tiratura limitata di
duecento "courtesy car" per i
propri clienti che apprezzano lo
stile italiano e si circondano di
prodotti unici.
Nate sulla base della versione
Sport e contraddistinte dal
tradizionale colore rosso, le
speciali Fiat 500 sono
equipaggiate con il brillante
1.4 6v da 100 CV e
propongono, studiati da
Magneti Marelli, assetto e
terminale di scarico specifici,
oltre a pinze freno rosse,
pedaliera sportiva, volante
speciale nero con cuciture
rosse e cerchi in lega da 16"
con pneumatici 195/45.
Rispetto al già ricco
equipaggiamento della versione
Sport, la Fiat 500
personalizzata per Ferrari
aggiunge climatizzatore
automatico, tetto apribile
elettrico, interni in pelle
Poltrona Frau, impianto Hi-Fi,
fendinebbia, targhetta
numerata sulla plancia e scritta
"Limited Edition" sul
batticalcagno.
Ferrari events 3

4 Ferrari events
24
Massa fa suo il GP d'Europa
a Valencia
Quarta vittoria stagionale per
Felipe Massa nel caldo solo
mediterraneo di Valencia. Sul
circuito iberico, ha invece
preoccupato il cedimento del
motore della F2008 di
Raikkonen, che si è dovuto
ritirare all'inizio del giro 46,
quando si trovava in sesta
posizione. Dopo il GP di
Valencia e grazie ai dieci punti
conquistati, il pilota brasiliano
si trova al secondo posto nella
classifica Piloti con un ritardo di
sei lunghezze sul leader
mentre Kimi è terzo, a meno
13. La Ferrari mantiene il
comando della classifica
Costruttori con un vantaggio di
otto punti sul più immediato
inseguitore.
28
Scompare Phil Hill,
primo pilota americano
campione del mondo F1
Muore all'ospedale di Salinas-
Monterey in California, Phil Hill,
campione del mondo di
Formula 1 nel 1961 con la
Ferrari. Oltre che iridato nella
massima formula, con le auto
del Cavallino Hill ha ottenuto
prestigiose vittorie anche nelle
Sport –prototipo, in famose
corse come la 24 Ore di Le
Mans e la 12 Ore di Sebring,
vinte per tre volte ciascuna. Il
presidente Luca di
Montezemolo ha ricordato così
il pilota americano: "Sono
personalmente molto
addolorato e con me tutta la
Ferrari per la scomparsa di Phil
Hill, un uomo e un campione
che ha dato molto alla Ferrari e
che ha sempre rappresentato
dentro e fuori i circuiti i nostri
valori. Siamo rimasti sempre in
contatto in questi anni. Ci
mancherà la sua passione e il
suo amore per la Ferrari".
Settembre
7L’asfalto viscido dice no a Kimi.
In Belgio vince Felipe.
Cavalcata vincente di Felipe
Massa (la quinta, per lui, della
stagione) sui saliscendi di Spa-
Francorchamps e dieci i punti
conquistati dalla Scuderia
Ferrari Marlboro nel Gran
Premio del Belgio. Finisce
contro le barriere di protezione
dopo un testacoda sull'asfalto
reso viscido dalla pioggia, la
gara di Kimi Raikkonen, che si
è dovuto ritirare nel corso del
42esimo giro. Felipe, che ha
ottenuto la decima vittoria della
sua carriera, ha portato a 208 il
totale dei Gran Premi vinti dalla
Scuderia nelle 771 gare
disputate. Il pilota brasiliano si
trova al secondo posto nella
classifica Piloti con un ritardo di
due lunghezze sul leader
mentre Kimi è quarto a meno
19. La Ferrari mantiene il
comando della classifica
Costruttori con un vantaggio di
dodici punti sul più immediato
inseguitore.
14
Un Gran Premio d'Italia non
all’altezza delle aspettative
Solo tre i punti conquistati dalla
Scuderia Ferrari Marlboro nel
Gran Premio d'Italia, a Monza,
grazie al sesto posto ottenuto
da Felipe Massa con Kimi
Raikkonen che si è classificato
nono. Nonostante il magro
bottino, Felipe ha ridotto ad una
sola lunghezza il distacco dal
leader nella classifica Piloti
mentre la Scuderia mantiene
cinque punti di vantaggio in
quella Costruttori.
Ferrari conquista la
Le Mans Series e vince a
Brno e Misano
Le Ferrari F430 GT trionfano
nella Le Mans Series, nel
Campionato FIA GT e quello
Italiano Gran Turismo.
Nel quinto e conclusivo round
della Le Mans Series a
Silverstone, la Ferrari si è
aggiudicata il titolo costruttori
grazie al successo di Robert
Bell e Jaime Melo, equipaggio
schierato dal Team Virgo
Motorsport, al secondo titolo
consecutivo. Bell ha anche
conquistato il successo nel
Campionato Piloti.
A Brno, Toni Vilander e
Gianmaria Bruni (AF Corse)
hanno vinto la settima prova del
Campionato FIA GT mentre nel

sesto round del Campionato
Italiano Gran Turismo disputato
al Misano World Circuit, Ferrari
ha riscattato la doppietta
Porsche registrata in Gara 1,
piazzando ben undici F430 nelle
prime 11 posizioni d'arrivo in
Gara 2. Gabriele Lancieri e
Massimiliano Busnelli
(Scuderia Playteam Sarafree)
sono saliti sul gradino più alto
del podio e guadagnato la vetta
dellla classifica, davanti a
Piergiuseppe Pierazzini e
Marco Cioci (Megadrive) ed
Emanuele Moncini e Alex Caffi
(Villorba Corse).
28
GP di Singapore
da dimenticare
La Scuderia Ferrari Marlboro
lascia Singapore a mani vuote.
Dopo una prima parte di gara
in cui Felipe Massa stava
confermando la pole position di
ieri e Kimi Raikkonen stava
avvicinandosi al suo diretto
avversario nella lotta per la
seconda posizione, l'entrata in
pista della safety-car al giro 15
determinava un doppio pit-stop
dei due ferraristi al giro 17.
Durante le operazioni di
rifornimento di Felipe, veniva
data la luce verde prima che il
rifornimento fosse completato:
il pilota partiva trascinandosi
dietro il tubo della benzina e
doveva poi fermarsi prima
dell'uscita della pit-lane,
sprofondando così in fondo al
gruppo. La sua corsa era
compromessa anche da una
penalità legata all'episodio e da
una foratura che lo costringeva
ad un rientro anticipato ai box
per la seconda sosta: il
brasiliano tagliava il traguardo
in tredicesima posizione. Kimi,
penalizzato dal doppio pit-stop,
rientrava in pista intorno alla
quindicesima posizione e
iniziava una rimonta che lo
avrebbe portato fino alla quinta
piazza. Nel corso del giro 58 il
finlandese perdeva il controllo
della sua macchina alla
chicane e finiva contro le
barriere di protezione. Dopo
questa battuta d'arresto, Felipe
si trova staccato di sette punti
dal leader della classifica del
campionato Piloti e la squadra
si trova adesso al secondo
posto, con una lunghezza di
ritardo nella classifica
Costruttori.
Ottobre
2La Ferrari California debutta
al Mondial dell'Automobile di
Parigi
Dopo le anteprime su internet e
gli eventi dedicati a Maranello e
Los Angeles, la nuova Ferrari
California debutta ufficialmente
al Salone di Parigi
Vettura estremamente
innovativa, la Ferrari California
ripropone i temi di esclusività,
eleganza e prestazioni
dell’omonima Ferrari del
passato: la 250 California del
'57.
Operativa la società Mugello
Circuit S.p.A.
Controllata interamente da
Ferrari S.p.A., la nuova società
ha lo scopo di gestire tutte le
attività dell'Autodromo
Internazionale del Mugello, che
vanno dall'organizzazione e
gestione di eventi motoristici a
livello internazionale ad
iniziative diversificate
attraverso cui si vuole anche
rafforzare il legame con il
territorio. I miglioramenti alle
Ferrari events 5

Ferrarievents Il risultato al GP
del Giappone
per me ha
significato dire
“sayonara” al
titolo Piloti
Kimi Raikkonen
6 Ferrari events
strutture realizzati nell'ultimo
anno e gli investimenti già
programmati contribuiranno
allo sfruttamento a 360° di un
impianto riconosciuto a livello
mondiale per l'efficienza e la
funzionalità.
12
Formula 1 ai piedi del Fuji
La Scuderia Ferrari Marlboro
ha conquistato otto punti nel
Gran Premio del Giappone,
grazie al terzo posto di Kimi
Raikkonen e al settimo di Felipe
Massa. Con il risultato ottenuto
sul circuito del Monte Fuji, la
Ferrari ha riconquistato il
comando nella classifica
Costruttori mentre Felipe ha
ridotto a cinque le lunghezze di
ritardo dal leader nel
campionato Piloti.
16
La Ferrari festeggia il suo
500esimo cliente cinese
In autunno, stagione di
vendemmia, la Ferrari, il
marchio al top nel settore delle
macchine di lusso, festeggia il
suo 500esimo cliente in Cina
durante il fine settimana del
Gran Premio di F1 a Shanghai.
Jean Todt, Presidente del Board
of Directors di Ferrari Asia
Pacifico, e Marco Mattiacci, CEO
di Ferrari Asia Pacifico, hanno
preso parte alla cerimonia di
consegna della vettura che si è
tenuta nello showroom Ferrari
di Shanghai. Accompagnato da
una serie di suoni di motori,
Felipe Massa, ospite a
sorpresa, ha guidato
lentamente una Ferrari 612
Scaglietti di colore blu
consegnandola personalmente
al signor Lu, presidente di una
famosa società di investimenti
di Shanghai e un appassionato
di Formula 1.
In Cina, due Ferrari sul podio
del Gran Premio
La Scuderia Ferrari Marlboro
ha piazzato i due suoi pioti sul
podio del Gran Premio di
Shanghai conquistando
complessivamente quattordici
punti: Felipe Massa si è
classificato al secondo posto,
Kimi Raikkonen al terzo. Dopo
questo risultato, la Scuderia ha
consolidato il margine di
vantaggio nella classifica
Costruttori, salito a +11 sul
più immediato inseguitore,
mentre Felipe ha perso due
ulteriori lunghezze in quella
Piloti e si ritrova ora a -7 dal
leader.
27
Crescono del 22% i ricavi di
Ferrari S.p.A.
Il Consiglio di Amministrazione
di Ferrari SpA riunitosi sotto la
presidenza di Luca di
Montezemolo, ha esaminato
l'andamento economico del 3°
trimestre che ha, tra l'altro,
evidenziato una crescita dei
ricavi a 450 milioni di euro
(superiore del 22,3% rispetto
allo stesso periodo dello scorso
anno), e un utile della gestione
ordinaria di 79 milioni di euro
(pari al 17,6% dei ricavi) in
miglioramento del 41,1%
rispetto ai 56 milioni di euro
(15,2% dei ricavi) del terzo
trimestre 2007.
Novembre
2La stagione di F1
decisa in pochi metri
In un finale di stagione
emozionante, Felipe Massa ha
vinto il Gran Premio di casa, a
Interlagos, e la Scuderia
Ferrari Marlboro il
Campionato Mondiale
Costruttori 2008. Per alcuni
momenti, durante l'ultimo
giro, Felipe Massa sembrava
essersi assicurato anche la
corona dei Piloti, con Lewis
Hamilton relegato ad un
inutile sesto posto. Poi, negli
ultimissimi metri della corsa,
grazie ad un improvviso
acquazzone, l'inglese si
riprendeva la quinta posizione,
sufficiente a dare al pilota
della McLaren-Mercedes il
titolo iridato, per un solo
punto. Felipe quest'anno ha
vinto sei gare contro le cinque
di Lewis. Kimi Raikkonen ha
concluso la gara al terzo
posto.
3Luca di Montezemolo:
"Raggiunto un obiettivo
importantissimo"
“In tanti anni di Formula 1 non
avevo mai visto un finale di
campionato così

incredibilmente emozionante.
Avevo sempre detto che
avremmo lottato fino all'ultima
curva dell'ultimo Gran Premio
ed è proprio quello che è
accaduto, al termine di una
gara intensissima. La Ferrari
ha conquistato il sedicesimo
titolo Costruttori della sua
storia, un obiettivo
importantissimo perché
rappresenta il frutto del lavoro
della squadra e dei piloti
durante tutto il campionato e
che ci permetterà di avere
ancora una volta sulle nostre
macchine Gran Turismo il
simbolo dei campioni del
mondo. Aver vinto per l'ottava
volta in dieci anni, un risultato
che non ha eguali in nessuno
sport di squadra a livello
mondiale, dimostra che siamo
un gruppo straordinario”.
Abbiamo vinto grazie ad una
squadra che si è
profondamente rinnovata in
questi due anni, facendo
crescere tanti giovani
dall'interno. Ci sono stati errori
e momenti difficili ma tutti
hanno saputo reagire nella
maniera giusta, rimanendo
uniti e non mollando mai. Al
responsabile della Gestione
Sportiva, Stefano Domenicali ed
a tutti i suoi collaboratori va il
mio ringraziamento.
Abbiamo due grandi piloti,
Felipe e Kimi, che meritano i
complimenti di tutti.
Infine, voglio fare i complimenti
a Lewis Hamilton, il più giovane
campione del mondo della
storia della Formula 1, è stato
un avversario fortissimo che ha
vinto meritatamente, seppure
per un soffio. L'anno prossimo
avrà il numero 1 sulla sua
macchina ma di una cosa può
stare certo: faremo del nostro
meglio per riportare quel
numero su una Ferrari”.
7Risolto il rapporto con
Force India
La Ferrari ha raggiunto un
accordo con Force India
Formula One Team per la
risoluzione anticipata del
rapporto di collaborazione
tecnica fra le due squadre.
9Ferrari in festa per le Finali
Mondiali
Al Circuito Internazionale del
Mugello il mondo Ferrari è
sceso in pista al completo per
festeggiare la conclusione della
stagione sportiva insieme ai
tifosi, accorsi per salutare i
campioni della casa del
Cavallino rampante.
Nel programma agonistico
dell'evento, le gare conclusive
per le F430 iscritte alle serie
italiana, europea e
nordamericana del Ferrari
Challenge Trofeo Pirelli e per le
vetture d'epoca dello Shell
Historic.
Al Mugello, la Scuderia Spider
16M
Per celebrare la vittoria del
Campionato Mondiale
Costruttori di Formula 1 2008,
la Ferrari ha presentato a
sorpresa la Scuderia Spider
16M, sportiva prestazionale in
configurazione spider realizzata
in 499 esemplari, che racchiude
tutta la tecnologia del Casa di
Maranello per vetture dotate di
motore 8 cilindri centraleposteriore.
20
Il LAAS, Los Angeles Auto
Show, saluta la California
Dopo una serie di anteprime
speciali e il debutto mondiale
al Salone di Parigi del mese di
ottobre, dove è stata accolta
con grande entusiasmo, la
nuova Ferrari California viene
presentata ufficialmente al
Salone di Los Angeles.
Ferrari events 7

Ferrarievents
8 Ferrari events
20
La Nazionale Italiana Rugby
in visita alla Ferrari
Maranello, 20 novembre 2008 -
Mauro Bergamasco, Marco
Bortolami, Pablo Canavosio,
Andrea Lo Cicero, Andrea
Marcato e Giulio Toniolatti,
giocatori della Nazionale
Italiana Rugby, insieme al Team
Manager Carlo Checchinato e
altre persone della squadra,
hanno visitato gli stabilimenti di
produzione e la Gestione
Sportiva della Ferrari. A dar
loro il benvenuto,
l'Amministratore Delegato della
Ferrari Amedeo Felisa.
Una Rossa numero 46 per Rossi
Un insolito test all'Autodromo
Internazionale del Mugello: al
volante della F2008 che ha
conquistato il titolo Costruttori
nel Campionato del Mondo di
Formula 1 quest'anno c'era un
altro campione del mondo,
Valentino Rossi. Per il pilota
della Moto GP si è trattato di un
ritorno alla guida della Rossa
dopo i test fatti nel 2005 e nel
2006.
In omaggio a Valentino, la F2008
di Kimi Raikkonen era
contrassegnata dal numero 46.
Il test è iniziato poco dopo le
undici di mattina e si è concluso
intorno alle sedici e trenta.
Sono stati 320 i chilometri
percorsi e la prestazione
cronometrica è stata di tutto
rispetto, a conferma del fatto
che Valentino possiede tutte le
doti per essere un pilota di
Formula 1: se alla pausa pranzo
il giro più veloce era stato
1.23.76, nel pomeriggio si è
scesi fino a 1.22.55.
"Sono contentissimo di aver
avuto questa opportunità e
voglio ringraziare il Presidente
Luca di Montezemolo e Stefano
Domenicali per avermela
concessa" - ha dichiarato
Valentino incontrando i
giornalisti alla fine della
giornata - "Guidare una Ferrari
di Formula 1 su una pista
come il Mugello è qualcosa di
irreale, di incredibile ed è un
piacere lavorare con delle
persone di grande livello come
quelle che erano oggi qui in
pista. Abbiamo fatto un bel
lavoro, in maniera professionale,
cercando di migliorarci giro
dopo giro”.
23
Il più veloce anche da seduto
Usain Bolt, primatista mondiale
sui 100 e 200m alle Olimpiadi di
Pechino 2008, ha realizzato uno
dei suoi sogni guidando una
Ferrari F430 Spider a
Montecarlo, su un tratto del
circuito urbano di Formula 1.
Bolt si trova nel Principato per
il World Athletics Gala
organizzato dalla Iaaf, la
Federazione Internazionale di
Atletica, nel corso del quale
verrà assegnato il premio di
"Atleta dell'anno".
30
Spettacolo e divertimento
in kart
Per un pilota non c'è nulla di
più piacevole che correre per
divertimento ed è proprio con
questo spirito che Felipe Massa
ha organizzato sul kartodromo
di Florianopolis la Sfida delle
Stelle. Straordinario il livello
degli iscritti: oltre a Felipe
hanno partecipato, fra gli altri,
Michael Schumacher, Luca
Badoer, Rubens Barrichello,
Luciano Burti, Lucas Di Grassi,
Vitantonio Liuzzi, Jeff Gordon,
Xandinho Negrao e altri
protagonisti dell'automobilismo
sportivo brasiliano ed
internazionale. Il successo è
andato a Barrichello, che ha
preceduto di appena un punto
di Grassi con Massa al terzo
posto. La presenza dei
dodicimila spettatori che hanno
affollato le tribune del
kartodromo e le donazioni
effettuate o annunciate da tanti
protagonisti - fra cui lo stesso
Felipe (25.000 dollari) e Michael
Schumacher (10.000 Euro) –
hanno assicurato un buon
contributo alle vittime della
tragica e disastrosa alluvione
che pochi giorni prima
dell’evento ha colpito lo Stato di
Santa Catarina

Una Nuova Era
Testo
Alessandro Giudice
Foto
© Ferrari SpA
10 California
e rivoluzioni alla Ferrari
non esistono. Sono Lsostituite
dall’evoluzione,
che è un cambiamento
ragionato, studiato, portato a
termine passo dopo passo, con
prove e sperimentazioni.
La California, l’ultima nata del
Cavallino, ha però tutte le
caratteristiche che possono far
pensare a una rivoluzione. In un
solo colpo, infatti, Ferrari
presenta una 8 cilindri a motore
anteriore - fatto che, in
sessant’anni, non era mai
successo nell’ambito dei modelli
stradali -, e addirittura una
convertibile con tetto in lamiera
ripiegabile, roba da far storcere
il naso ai puristi, per i quali
un’auto a cielo aperto può
coprirsi solo ed esclusivamente
in un modo: con una capote di
tela. Quello che avrebbe potuto

È la prima otto cilindri stradale del Cavallino,
la prima con l’iniezione diretta,
la prima con il tetto rigido a scomparsa,
la prima con cambio a sette marce e doppia frizione.
Con la California, si apre un nuovo capitolo della storia Ferrari
considerarsi uno “scandalo” è
però sfumato sul nascere e la
“rivoluzione” è stata accolta da
un crescente entusiasmo perché,
è il caso di dirlo subito, la
California è un’auto
straordinaria, sia dal punto di
vista estetico sia da quello
meccanico. La percezione del
favore del pubblico, dei clienti e
degli addetti ai lavori si è avuta
sin dalle prime apparizioni, a
Maranello e negli USA, per poi
esplodere a Parigi, al Mondial de
l’Automobile, con lo stand del
Cavallino letteralmente
assediato. Tutti lì ad ammirare
la nuova creatura, ad osservarne
la bellezza e la genialità del
disegno, muscolose ma elegante.
Con quella scalfitura ascendente
che parte dal muso, corposo e
tondeggiante, da prototipo, e
attraversa la fiancata per
California 11
2008

aggiungere e conformare il
parafango posteriore e dar vita a
una coda alta, importante,
alleggerita da gruppi ottici
circolari, cilindrici, e dagli
scarichi inediti, sovrapposti
come le canne di un fucile
automatico. Una bellezza che si
esprime in entrambe le
configurazioni che, pur
convivendo, non rinunciano alla
loro personalità: la California sa
essere un’aggressiva coupé e
un’elegante spider.
Contemporaneamente, senza
compromessi. Neppure nella
tecnologia di apertura e
chiusura del tetto, in puro stile
Ferrari: con il segmenti che lo
compongono in alluminio,
leggero e resistente alle torsioni,
capace, in configurazione
chiusa, di soddisfare
12 California
un’ulteriore funzione strutturale
di irrigidimento del corpo
vettura; con il meccanismo che
completa l’operazione di
apertura e chiusura in soli 14
secondi, un record; con
l’attenzione progettuale che
colloca i segmenti ripiegati in
una posizione che influisce al
minimo sull’accesso al
bagagliaio e sulla sua capienza.
Possedere la California diventa
così possedere due auto davvero
differenti, tra l’altro
estremamente fruibili, anche al
di fuori di quelli che, fino ad
oggi, hanno rappresentato i
confini entro i quali scegliere
una GT di Maranello. La
presenza di due sedili posteriori,
ad esempio, apre l’utilizzo a
piccoli nuclei familiari, fin’ora
impossibilitati a godere insieme
di una Ferrari se non
rivolgendosi alle più
impegnative 2+2 a 12 cilindri. E
poi, la modularità della capienza
del bagagliaio, già soddisfacente
e aumentabile grazie agli
schienali posteriori ribaltabili,
soluzione che consente anche il
trasporto di oggetti
ingombranti, come un paio di

sci. Una nuova era, dunque, che
anche se pare interessare
specialmente il layout della
vettura va in realtà a toccare
anche le parti meno evidenti,
più nascoste, almeno fino a
quando non si accende il motore
e si parte. Èin quel preciso
momento, quando si preme il
pulsante rosso di accensione alla
sinistra del volante, che la
Per passare dalla configurazione
coupé a quella cabriolet, la California
impiega 14 secondi.
Un tempo da record, anche in
considerazione della complessità del
movimento, realizzato da un
meccanismo estremamente raffinato
California 13
2008

14 California

California 15
2008

La particolare architettura della
California permette di disporre non solo
di due veri posti posteriori, ma anche di
un bagagliaio capiente e di capacità
estensibile, grazie agli schienali
ribaltabili. Una vera primizia su una
Ferrari Granturismo
16 California
California torna ad essere la
Ferrari che ci si aspetta (e che,
travolti dalle novità, per un
momento avevamo
dimenticato), col borbottio
leggero dell’8 cilindri che, per il
fatto di adottare l’impianto di
iniezione diretta, è stato
ridisegnato. Èdavanti, è vero, ma
spostato verso l’abitacolo, più
centralmente, giusto per
rispettare quella ottimale
distribuzione dei pesi (47%
sull’avantreno, 53% dietro) che
fa della California un treno
veloce, impiantato sulla strada
come su rotaie anche nelle curve
più lunghe, e agile anche sul
leggendario “misto stretto”,
paradiso in terra di tutti gli
amanti della guida adrenalitica.
Il cambio della California è
l’ormai classico (per la Ferrari)
F1, comandato in punta di dita
dalle palette dietro il volante,
ma ha qualcosa in più: è a sette
marce ed è dotato di doppia
frizione, due novità che rendono
la sequenza delle marce ancora
più “motociclistica”. Il passaggio
da un rapporto all’altro è
praticamente contemporaneo
all’input che il cervello dà alle
dita per agire, effettuato con
una trascurabile perdita di giri
tra una marcia e l’altra: e, in
sottofondo, l’esaltante urlo del
motore, frutto di un lungo
lavoro di alta ingegneria
acustica. Dati questi parametri
prestazionali, che sfruttano al
meglio i 460 CV dell’8 cilindri, si
può immaginare il lavoro svolto
dal sistema F1-Trac, di diretta
derivazione dalle corse, per
rendere la guida sportiva sicura
ai massimi livelli, anche in virtù
del comportamento neutro
garantito dal nuovo telaio
modulare in alluminio e dalle
sospensioni posteriori con
schema Multilink, più precise ed
efficaci. Perfette per una Ferrari:
nuova, rivoluzionaria,
sorprendente ma sempre,
inevitabilmente, fortunatamente
Ferrari. Al cento per cento.

MOTORE
Tipo V8-90°
Iniezione diretta di benzina
Alesaggio e corsa 94x77,4 mm
Cilindrata unitaria 537 cm3
Cilindrata totale 4297 cm3
Rapporto di compressione 12,2:1
Potenza massima 338 kW (460 CV)
Coppia massima 485 Nm (49 kgm)
CAMBIO
F1, doppia frizione 7 marce+RM
Manuale 6 marce + RM
CONTROLLI ELETTRONICI
CST con sistema F1 Trac
(controllo stabilità e trazione)
Sistema di controllo pressione
degli pneumatici (TPMS)
DIMENSIONI E PESI
Lunghezza 4563 mm
Larghezza 1902 mm
Altezza 1308 mm
Passo 2670 mm
Peso a secco 1630 kg
Peso in ordine di marcia 1735 kg
PRESTAZIONI
Velocità massima 310 km/h
0-100 km/h meno di 4 s
0-400 m 12,2 s
0-1000 m 22,1 s
California 17
2008

18 California

California 19
2008

1957
La bellezza
fatta spider
B
rigitte Bardot, la giovane
seducente B.B., è a terra,
imbottita di sonnifero, la
faccia schiacciata contro l’erba
del giardino della villa di
Cabrolle, vicino a Mentone. A 26
anni ha tentato il suicidio, ma i
medici la tireranno presto fuori
dai pasticci. È il 1960, B.B. ha
tutto: successo, uomini, denaro.
Tutto le è permesso di fare e
forse per questo si annoia. Nel
garage di Cabrolle è chiuso uno
dei suoi capricci: la Ferrari
California, la spider che i divi
amano per lo “struscio” sul
lungomare di Cannes e
Montecarlo e che i piloti cercano
di comprare nonostante le
tirature limitate.
La California è la più bella delle
20 California
Ferrari scoperte. Le forme
tracciate da Pinin Farina sono,
come sempre, magistralmente
realizzate da Scaglietti: la
materia è dominata da linee che
si allungano, semplicemente e
senza interruzioni, fino
all’armonico sbalzo posteriore. È
una spider da dolce vita,
bellissima per essere guardata e
per farsi guardare.
“Bella, elegante, aggressiva,
raffinata”. Così fu definita la
spider California in un libro a lei
completamento dedicato,
realizzato da George M. Carrick,
un americano perdutamente
innamorato della splendida
automobile. Carrick spiega che il
nome venne in mente a Ferrari
perché quella striscia di terra
che si affaccia sul Pacifico, gli
ricordava spiagge, mare, vita
eccitante e facile. Una favola
per l’uomo che si vantava,
con calvinista civetteria, di
non potere “permettersi una
Ferrari” e di essere andato
una sola volta a Roma.
Il prototipo (o meglio
l’archetipo) della California
risaliva al 1955, anno in cui
Scaglietti aveva realizzato per
il re Leopoldo del Belgio la
spider fuoriserie 375 America.
“Il re veniva a Modena –
racconta Scaglietti – per
vedere a che punto erano i
lavori. Non avvisava e
piombava all’improvviso con
la scorta dei carabinieri. Io,
quando lavoravo, non mi
l'ineguagliabile profilo della 250 GT
California non è certo penalizzato,
anzi, dal montaggio dell'hard-top.
A destra, un dettaglio del
caratteristico sfiato d'aria in
alluminio della spider di Scaglietti

Un sogno a quattro ruote
che ha agitato i pensieri di intere
generazioni di appassionati. Dal 1957
Testo
Carlo Montanaro
Direttore di Style – Corriere della Sera
Foto
© Ferrari SpA
California 21

1957
Sopra, due immagini di uno dei primi
esemplari di 250 California a passo
lungo, fotografata da Gildo
Mantovani ai giardini pubblici di
Modena nel 1957. Da notare le
maniglie a bacchetta.
A lato e sotto, un’altra “passo
lungo”, prodotta a cavallo tra il ’58 e
il ’59: l’hard-top, fornibile a richiesta,
la trasformava in un’elegante coupé
22 California
accorgevo quasi di nulla. La testa
bassa sulle lamiere, gli
occhialoni di protezione e il
martello da battilastra in mano.
Mi sentivo toccare la spalla e
scoprivo l’officina piena di
gente. C’era Ferrari e il Leopoldo
che si riguardava la sua spider
con un sorriso stampato in
faccia. Bravo signor Scaglietti,
diceva. E io, un po’ impacciato,
rispondevo: grazie, signor re”.
Il primo esemplare della
California fu allestito nel 1957 e
consegnato nel gennaio 1958 da
Luigi Chinetti a George Arents,
un ricco ed eccentrico
americano di New York. Il nome
era Ferrari 250 Granturismo
California e la meccanica era in
effetti identica a quella della
celebre berlinetta. Se ne era
occupato un trio di ingegneri:
inizialmente Giotto Bizzarrini e
A sinistra, il regista francese
Roger Vadim con la sua
California “passo corto” del
1964. Insieme alla moglie,
l’attrice Brigitte Bardot, ne
possedeva anche un’altra, a
passo lungo.
Sopra, la prima California a
scendere in pista fu quella a
passo lungo di Fernand Tavano
e Bob Grossman.
Debuttò alla 24 Ore di Le Mans
del 1959, dove si classificò al
quinto posto

Tre 250 GT California a passo corto,
tutte del 1960, anno in cui fu
presentata al Salone di Ginevra.
Dall’alto, un suggestivo esemplare
bianco; un modello con hard-top di
colore contrastante; un’immagine
che mette in risalto la compattezza
e la grinta acquisita dalla California
con l’accorciamento del passo
Carlo Chiti, in seguito Mauro
Forghieri. Il motore è il 12
cilindri a V di 60° (2953,211 cc)
progettato da Gioachino
Colombo, indistruttibile al
punto che Colombo sfidava i
piloti: “Tirategli pure il collo –
diceva – tanto non riuscite a
romperlo”. La California entrò in
produzione nel 1958 e vi rimase
fino al 1963 ma in questo arco
di tempo gli esemplari usciti da
Maranello furono rari come
capolavori. Ne furono costruiti
poco più di cento, dei quali 46
“passo lungo” e 57 “passo
corto”.
La spider di Maranello, pur non
essendo nata per la pista, ebbe
un discreto successo al suo
debutto agonistico. A Sebring
nel 1959, Richie Ginther e
Howard Hively ottennero il
nono posto assoluto (dietro 4
Ferrari Testarossa e 4 Porsche
RSK) e il primo nella categoria
Granturismo, battendo una
Porsche RSK, una Porsche
Carrera, due Lister-Jaguar e altre
sei Ferrari. Al volante della
California, Bob Grossman e
Fernand Tavano conquistarono
il quinto posto assoluto alla “24
Ore” di Le Mans mentre un altro
piazzamento onorevole fu
ottenuto da Giorgio Scarlatti e
Fabrizio Serena nella “12 Ore” di
Sebring del 1960 (ottavi assoluti
e primi nella Categoria Gran
Turismo).
Ma la vera vocazione della
California era quella di essere
“auto-symbol” di una
generazione di gaudenti, di
raffinati, di animatori delle notti
di mezza Europa. Brigitte Bardot
con il marito, il regista Roger
Vadim, ne comprarono
addirittura due (una passo lungo
e una passo corto). Un’altra
famosa francese, Francoise
Sagan, definita da Enzo Ferrari
“scrittrice dai polsi esili, ma
spericolata al volante”, aveva
fatto della California la sua
dida da scrivere
California 23

1957
vettura preferita. Julio Batista,
nipote del dittatore cubano e
play boy di facili conquiste, si
fece il viaggio in Constellation
dalla Florida all’Italia per ritirare
il suo esemplare personalizzato.
Vittorio Emanuele di Savoia
approdò alla California dopo gli
scarsi successi scolastici in un
esclusivo college svizzero,
mentre un eclettico
aristocratico, il conte Giovanni
Volpi di Misurata, inserì più di
una California nella sua scuderia
corse privata, la Serenissima.
Anche l’ingegner Innocenti,
famoso costruttore di
automobili e motociclette a
Milano, da anni cliente della
casa di Maranello, dopo aver
acquistato la California, nella
sua smania di perfezione,
provvide a far ricostruire
maniglie, paraurti e altri
accessori della vettura in un più
duraturo acciaio inossidabile.
James Coburn, uno dei più noti
“duri” del cinema americano,
usava la sua California
per le strade di
Hollywood.
La spider ebbe
una sua
24 California
modesta evoluzione nel tempo,
dai motori che passarono dagli
iniziali 240 cavalli ai 280 delle
ultime versioni, ai particolari
fanalini di coda, agli interni che
i clienti in cerca di originalità
volevano adattati a proprie
esigenze estetiche. Così, ad
esempio, sulle California in
versione standard la
strumentazione è disposta con
gli orologi allineati
orizzontalmente lungo il
cruscotto mentre altri modelli
hanno magari gli indicatori
raggruppati intorno a
tachimetro e contagiri.
Piccolezze che distinguevano,
tuttavia, i “bon vivant”. Erano
gli anni della pazza voglia di
divertirsi, delle prime
trasgressioni
notturne,

del famoso spogliarello della
ballerina Aiché Nanà, alla festa
per i 24 anni della contessa
Olghina de Robilant.
Avere per le mani la spider di
Maranello, presentarsi con la
California era allora una specie
di biglietto di raccomandazione
per l’ingresso in società. Ma
c’era anche chi aveva scelto la
rischiosa vita del pilota, come il
tedesco Wolfgang von Trips e lo
svizzero Josef Siffert. Loro non
amavano la mondanità. Se ne
stavano spesso rintanati, il
barone nel suo castello in
Germania, il meccanico nella
sua officina di Friburgo.
Entrambi erano innamorati
della 250 California. Era per loro
la macchina più divertente,
quella che consentiva di
prolungare sulla strada il brivido
delle corse appagando, nello
stesso tempo, un difficile senso
estetico.
Wolfgang von Trips, che aveva
affascinato Enzo Ferrari con la
sua malinconica signorilità, a
Maranello ci veniva solo per
provare le monoposto di
Formula 1. Ci veniva con la sua
California. Esiste una foto del
pilota, seduto sul cofano della
sua California, in cui sembra
accarezzare con le mani la
Uno splendido esemplare di 250
California passo corto del 1962.
Rispetto alla precedente
versione con passo di 2600 mm,
questa è riconoscibile dalla
presa d’aria incassata nel cofano
motore e dalle luci posteriori più
grandi.
Il modello fotografato in queste
pagine ha i fari avanzati e quindi
non carenati dalla cupoletta in
plexiglass: una variante più
elegante e meno sportiva che
Scaglietti realizzava a richiesta
del cliente.
Foto © Alessandro Giudice
pulita e carnale linearità delle
forme. Quando von Trips, il 10
settembre 1961, morì a Monza
durante il Gran Premio d’Italia, i
genitori straziati vollero rendere
un estremo omaggio alla sua
passione per le auto e per il
Cavallino. Sulla California,
targata MO-64497, il feretro del
giovane Wolfgang fece l’ultimo,
lentissimo viaggio verso il
cimitero.
California 25

Eventi I Finali Mondiali 2008 Consueto
bagno di folla
per il mondo
Ferrari riunito
al Mugello.
Clienti, piloti,
collezionisti
e tanti, tanti
appassionati,
a salutare il
titolo mondiale
Costruttori F1
e due speciali
ospiti a quattro
ruote

In pista.
Tutti insieme
Testo
Marco Vitali
Foto
© Ferrari SpA
emperature e sole fanno
pensare a una giornata di Tinizio
autunno, quando al
piacevole tepore si accompagna
una luce che inizia a calare
presto, sicuramente prima di
quanto occorrerebbe al nostro
lavoro. Siamo a novembre, il
mondiale di Formula 1 si è
chiuso da pochi giorni: la Ferrari
è Campione del Mondo tra i
Costruttori per la sedicesima
volta, l’ottava negli ultimi dieci
campionati disputati. Un record
difficile da battere. A Interlagos,
sede dell’ultimo GP della
stagione, Felipe Massa è stato
iridato per quaranta secondi, poi
Hamilton ha ghermito all’ultima
curva quel quinto posto che
voleva dire Mondiale, mentre
per l’universo rosso significava
doversi rassegnare a una vittoria
svanita per quello stesso punto
che nel 2007 aveva premiato
Raikkonen. È venerdi, siamo al
Mugello, sede delle Finali
Mondiali 2008, che non sono
solo F1 e che fanno dimenticare
quelle ultime curve brasiliane. È
soprattutto la festa dei clienti
corsaioli del Cavallino rampante,
quelli che in Italia, in Europa e
nel resto del mondo
contribuiscono a scrivere la
storia della marca, con
competizioni come il Challenge
F430 e l’Historic, con il
programma FXX e con le
monoposto del dipartimento F1
Clienti. Ecco quindi la cronaca di
un weekend straordinario, con il
rosso come colore base.
Eventi 27

28 Eventi
La Coppa Shell Europa aspetta
ancora il proprio vincitore. Ma i
dubbi sono pochi. Solo Cantillon
e Forer possono aggiudicarsi il
campionato, ma il vantaggio
dell’inglese sull’italiano è troppo
importante per poter essere
rimontato. Mentre le vetture si
schierano, inizia a piovere e così
in pit lane e sulla griglia di
partenza le gomme vengono
sostituite su diverse vetture. Ma
non tutti credono nella pioggia e
qualcuno parte con le slick. La
gara è stravolta ed emergono
piloti che sino ad ora non
avevano trovato spazio, come
Valint, che regala la prima
vittoria alla concessionaria
ungherese Warm Up. Cantillon
arriva lontanissimo, ma sempre
davanti a Forer e per l’inglese è
la matematica del titolo della
Coppa Shell.
C’è grande suspense per il
Trofeo Pirelli Europa. Sono in
quattro a poter vincere:
Grossmann, Baron, Blancardi e il
campione uscente, Barde. La
gioventù contro l’esperienza.
Mentre Grossmann davanti è
imprendibile, dietro è battaglia a
tre con Blancardi che approfitta
dell’uscita di scena di Barde,
tamponato da Baron (e del
giovane austriaco, punito con la
bandiera nera, oltre che dal
rimbrotto paterno al rientro ai
box). Vince Grossmann davanti a
Blancardi e saranno loro due a
giocarsi il titolo il giorno
successivo.

È l’ora di Cadei. Il pilota di
Rossocorsa, vincitore sino a
questo momento di otto gare su
nove disputate, ha la possibilità
di piazzare l’allungo decisivo in
campionato. Gianniberti ha
pagato a carissimo prezzo
l’unica distrazione avuta in una
stagione straordinaria, e la sua
F430 avrà bisogno di molte cure
per poter disputare, oltre alla
seconda gara del Challenge,
anche la Finale mondiale. È una
gara senza storia. Cadei scatta
perfettamente dalla pole e gli
avversari, Sernagiotto e Mapelli,
lo vedranno solo sul podio. Il
trionfo 2008 ripaga il pilota
Rossocorsa delle delusioni del
2005 e del 2007. È il ritorno al
titolo di un pilota che con le
proprie vittorie - quasi trenta -,
ha contribuito a scrivere la
storia del monomarca del
Cavallino. Applausi.
Eventi 29

30 Eventi
L’Europa si tinge di tricolore. La
gara conclusiva della stagione
del Challenge Europa consegna
il titolo a un pilota italiano: Max
Blancardi. Alla partenza sono
rimasti in due a potersi
aggiudicare il titolo: Grossmann,
forte di una classifica che lo
vede in vantaggio di 13 punti sul
suo più vicino inseguitore, ma
che in gara2 partirà dal fondo; e
poi Blancardi, da sempre nel
Challenge, con l’occasione della
vita a portata di mano che parte
in pole. E dalla pole al titolo ci
stanno in mezzo quaranta
minuti di assolo, impreziositi
anche dal giro più veloce in
gara, che vale un punto. Proprio
quel punto, che alla fine fa la
differenza tra lui e Grossmann
in classifica per la gioia sua e del
Team Malucelli. Bravo Max.
Ma chi l’ha detto che le storiche
vanno adagio? A smentire
questa teoria sono i piloti della
Griglia C, con le vetture degli
anni Settanta a fare la parte del
leone. Anche se la più ammirata
è la vettura di David Franklin,
una 312 P di dieci anni più
vecchia, una vera gioia per gli
occhi e per le orecchie,
ammaliate dalla musica del suo
possente dodici cilindri dal
sound inimitabile.

La seconda gara del Challenge
Italia assegna la Coppa
Concessionarie, una specie di
titolo Costruttori. La partita è
tra la lombarda Rossocorsa che
trionfa in questa classifica da
cinque anni consecutivi, e
l’emiliana Motor, seconda per
pochi punti. Rossocorsa, oltre
che sulle sue vetture, si affida al
contributo del team
Rossocorsa/Pellin, mentre la
Motor ha come alleati
Motor/Malucelli e
Motor/Piacenza. La gara
attribuisce il titolo alla Motor,
che piazza tre vetture sul podio
nel Trofeo Pirelli con Cirò,
Sernagiotto e Belluzzi, e vince
anche nella Coppa Shell, con
Marti. Dopo tanti anni, il titolo
torna a Modena.
A Enzo Ferrari vedere ben sei
Maserati davanti alla prima
Ferrari avrebbe certamente dato
noia. Ma l’esito della prima gara
della griglia A+B è questo, come
è un fatto assodato che il
Tridente sia ora sotto lo stesso
ombrello del Cavallino. Il tempo
appiana e modifica.
Consegnato il titolo della Coppa
Shell a Cantillon, anche se nel
Challenge Europa resta da
definire quale sarà il team
campione tra i dealer. Qui la
sfida è tra Ferrari GB Dealers
Team e il Kessel Racing,
campione uscente. La gara va ad
una vettura di Kessel, quella
guidata dall’italiano Carbon, che
precede Cantillon, ma il titolo va
in Gran Bretagna per la grande
soddisfazione di Massimo Fedeli
ed Enrico Bertaggia, anima
tricolore della Ferrari
d’oltremanica.

32 Eventi
La prima colazione servita dal
“grand buffet” Finali Mondiali,
vede subito in pista le
“storiche”, impegnate
nell’ultima battaglia di una
stagione memorabile. E, se nella
prima gara della classe A+B
erano sei le Maserati davanti alla
Ferrari, il successo si conferma
nella seconda frazione, con
cinque vetture.
Scatta la Finale Mondiale della
Coppa Shell: quasi cinquanta
vetture si sfidano per il primo
dei due titoli in palio. Il primo
via genera un tamponamento
con qualche vettura ammaccata,
un po’ di spavento, ma nessun
danno ai piloti. La nuova
partenza vede Ragazzi prendere
subito il comando ed involarsi
verso il suo secondo trionfo
stagionale dopo la vittoria nella
Coppa Shell Italia, ma proprio
all’ultimo giro deve guardarsi da
un Mantovani orgoglioso e
deciso a tutto. Terzo è Angel
Santos davanti a Nina Jerancic e
al giovane Gai.

Mentre su podio i piloti della F1
premiano i colleghi del
Challenge, nella sala stampa il
presidente Montezemolo in gran
forma dà vita ad una conferenza
stampa effervescente. In meno
di mezz’ora ripercorre la
stagione di F1 chiusa solo
qualche giorno prima in Brasile,
sino a toccare temi di attualità,
come i cambi regolamentari
della massima categoria.
Quando entrano in pista le
monoposto di F1 Clienti sembra
scatti una specie di Gran Premio
tutto rosso.
È il momento delle storiche. Le
vetture della Griglia C entrano
in pista per dare spettacolo e
sembra di tornare indietro di
qualche decina d’anni scorrendo
le auto in partenza, con le 512
nelle loro varie versioni a
caratterizzare, oltre che le prime
file dello schieramento, anche la
gara…
È l’ora del Trofeo Pirelli. I
migliori specialisti di tutto il
mondo si sfidano, da
regolamento, nell’arco di 35
minuti più un giro. Nel 1993 a
dare spettacolo era un giovane
austriaco magro e con la voce
simile a quella di Berger: Karl
Baron. Oggi, a dominare la
Finale Mondiale è il figlio di
Karl, Philippe, che tenuta a
freno l’irruenza eccessiva vince
davanti a Cirò e De Lorenzi. In
sedici anni di Challenge, la
Finale Mondiale non era mai
andata all’estero considerando
Belluzzi, sanmarinese d’origine
quale pilota tricolore. E la
vittoria di un pilota non italiano
regala, se ce ne fosse ancora
bisogno, un tocco
d’internazionalità in più al
Challenge.
Eventi 33

34 Eventi
“Signori accendete i vostri
motori”: deve essere questo
l’annuncio che i piloti delle FXX
ascoltano nel loro interfono
prima di premere i pulsante di
start del loro 12 cilindri. È uno
spettacolo entusiasmante: tra
colori e suoni, spicca una
vettura nera con il numero 30
sul cofano. È quella di Michael
Schumacher con il pilota
tedesco a bordo. Quando è lui in
pista, gli altri, anche se bravi,
devono farsi da parte e
ammirare. Poi, se la giornata è
di quelle di festa come oggi, ecco
Michael regalare i tanto attesi
burn-out, sul rettilineo di
partenza, e avere Luca Badoer
come passeggero.
Dopo le FXX ed il Ferrari
Challenge, sono ancora le F430
le protagoniste in pista. Sono le
vetture del Team Risi e di AF
Corse, dominatrici nei
campionati e nelle gare
internazionali GT. È il trionfo
per Amato Ferrari e Giuseppe
Risi, i due team manager, e per
piloti straordinari come Jimmy
Bruni, Tony Vilander e Thomas
Biagi.
La giornata è decisamente bella
e al Mugello non fa neppure
freddo. Il clima ideale per un
giro di pista con la nuovissima
California in versione aperta.
Sono due le vetture che si fanno
ammirare sui quasi sei
chilometri dell’impianto
toscano: alla guida Luca di
Montezemolo e Piero Ferrari.

È il momento più atteso dalla folla. Il rombo dei due otto cilindri
lacera il silenzio nel quale è caduto il Mugello, quasi che il pubblico
voglia ascoltare in religioso silenzio solo l’urlo mondiale delle due
F2008 di Felipe Massa e di Kimi Raikkonen. I quali, liberi di
“giocare” con le monoposto, si divertono a sorpassarsi dopo finte e
controfinte, con manovre al limite dei 300 all’ora. Poi, il classico
pit-stop con cambio gomme e il saluto finale, con una serie di testacoda
da affumicare, con i loro perfetti cerchi a gomme roventi, il
pubblico presente. È il momento del saluto della squadra, di
Montezemolo, di Domenicali, di un Massa felice e di un Raikkonen
persino sorridente. Con un altro mondiale in cassaforte, pensiamo
già tutti al 2009 e al Mondiale che verrà…
LA SCUDERIA
SI SCOPRE
E DIVENTA 16M
Un numero, 16, come i
titoli Costruttori che la
Ferrari ha conquistato dal
1950, anno del primo
campionato di Formula 1,
e una lettera, M, a
rappresentare la caratura
mondiale dei successi.
Ma non basta il nome a
fare un prodotto eccelso e
allora, per un
festeggiamento tanto
prestigioso, la Ferrari ha
fatto ricorso a due
caratteristiche che
sintetizzano lo spirito dei
clienti più appassionati:
alta tecnologia e fascino
della guida a cielo aperto.
Ecco allora la Scuderia
spider 16M, il massimo
delle prestazioni, della
formula costruttiva a base
di compositi,
dell’elettronica racchiuso
in una carrozzeria aperta,
per sentire il rombo dell’8
cilindri da 510 CV e
godersi sole e aria.
Solo 499 esemplari per
questa supercar,
presentata al Mugello in
occasione delle Finali
Mondiali
Eventi 35

Personaggi I Sergio Scaglietti
Q
uando nacque Ferrari,
nevicava. E,
nell’impossibilità di
raggiungere gli uffici comunali, il
piccolo Enzo fu registrato
all’anagrafe qualche giorno dopo.
Anche lo scorso 28 novembre
nevicava ma, anche se
l’autostrada A1 era quasi
impraticabile, a me non è
neppure passato per la mente di
rinunciare al viaggio: avevo un
appuntamento a Modena con
Scaglietti Sergio, carrozzaio,
classe 1920, per festeggiare la
biografia che di lui ha scritto
Franco Gozzi, suo amico di una
vita. Al Baluardo - palazzetto
davanti allo stadio, creato dalla
famiglia Panini (quelli delle
figurine) recuperando un sito
storico della città - avrei trovato
un consesso di modenesi DOC, di
quelli dove, per me milanese,
sarebbe stato un onore anche
soltanto esserci: Piero Ferrari, un
nome che si presenta da sé;
Mauro Forghieri, l’ingegnere degli
ingegneri, con all’attivo 12 titoli
mondiali conquistati con la
Ferrari tra Piloti e Costruttori;
Valerio Massimo Manfredi,
scrittore e archeologo, capace di
rendere vivi e attuali racconti di
fatti successi migliaia di anni fa;
Antonio Giacobazzi, industriale
del vino, primo sponsor del
Tra le passioni di Sergio Scaglietti,
oltre alla caccia e agli orologi,
c’è anche la pittura.
Nei suoi paesaggi dipinti ad olio
non è raro incontrare una delle sue auto
36 Personaggi

mitico Gilles Villeneuve e
mecenate del libro. E poi: Franco
Gozzi, braccio destro di Enzo
Ferrari e riservatissimo custode
delle vicende del Cavallino
rampante, e Scaglietti Sergio (la
sequenza cognome-nome è
volutamente e affettuosamente
rispettosa del suo modo di
firmarsi e presentarsi), creatore
delle più belle macchine uscite da
Maranello. Per intenderci, modelli
tipo la 250 California, la 250 GTO,
la Berlinetta passo corto, ma
anche 250 Testa Rossa e 500
Mondial, insomma, cose così.
In autostrada, a 70 all’ora,
circondato dalla neve, in un
paesaggio lunare e ovattato,
guidavo tranquillo la mia 4x4. E
pensavo. Pensavo a uomini come
Scaglietti, alla loro grandezza
assoluta, al genio delle loro
realizzazioni. Mi è subito venuto
in mente il libro che stavo
leggendo su Michelangelo, la sua
semplicità e la pulsione di fare, di
creare e, non sembri eccessivo né
blasfemo, tra le due personalità
ho trovato parecchi punti di
contatto. Come Michelangelo,
Scaglietti ha avuto una clientela
fatta di re, ministri, personalità;
gli è mancato giusto un papa, ma
solo perché la sua opera è stata
meno spirituale di quella del
Buonarroti, anche se altrettanto
estatica. Come Michelangelo,
anche Sergio si trovava di fronte
alla materia grezza da plasmare.
Che fosse una lastra d’alluminio
piuttosto che un blocco di marmo
di Carrara da cui “estrarre la
figura che vi stava dentro”, aveva
poca importanza: un dettaglio
legato alla diversa natura dei due
lavori, da svolgere, entrambi e
comunque, con il solo ausilio di
un martello. Come succede quasi
sempre, probabilmente per una
strana forma di miopia
intellettuale, si tende a dare il
giusto peso alle persone di genio
a partire da un paio di
generazioni dopo la loro
scomparsa: tutto ciò che è
contemporaneo sembra destinato
ad essere valutato con colpevole
leggerezza. Se è un destino che ha
accomunato Michelangelo e una
moltitudine di altri grandi, con
Scaglietti è invece il caso di aprire
gli occhi ora, di spalancarli
adesso, e di ripensare subito a
cosa ha fatto. Rendendosi conto
di come le sue creazioni facciano
impazzire il mercato delle auto
d’epoca; di come ci siano persone,
in ogni parte del globo, disposte a
fare qualsiasi cosa e sborsare
qualunque cifra per avere una
delle sue opere; di come il mondo
dell’auto non sia stato in grado di
proporre nulla di così perfetto nei
decenni a seguire; e di quanto i
suoi modelli siano senza tempo,
immutati nel fascino e nella
freschezza del disegno, di
un’eleganza classica, che non
invecchia e che, anzi, diventa un
punto di riferimento. Chiariamo
A partire dal 1951,
ha realizzato le più belle auto
del Cavallino, spesso decidendone
la forma mentre le costruiva.
A colpi di martello, quello del battilastra, e di ingegno.
una cosa: l’automobile non si è
dimenticata di Scaglietti; la
Ferrari gli ha persino dedicato
una vettura, la 612, e il
programma di personalizzazione
dei modelli del Cavallino si
intitola alla sua carrozzeria.
Credo però che siamo noi,
appassionati cultori delle quattro
ruote, ammiratori della bellezza
automobilistica, a dover
contribuire a ricordare come lo
stile e il gusto si siano evoluti
non solo per merito dei grandi
designer e delle firme altisonanti
della carrozzeria italiana ma
anche grazie alla creatività e al
talento di uomini semplici,
“colpevoli” solo di essere defilati e
riottosi e, per questo,
dimenticabili.
A questo pensavo, all’impegno di
Gozzi e Giacobazzi, mentre
guidavo lento nella neve, verso
Modena. In ritardo di mezz’ora
all’appuntamento con Scaglietti
Sergio, carrozzaio.
Memorie
di un uomo
semplice
Testo e foto
Alessandro Giudice
Personaggi 37

L’ê andéda acsé
38 Personaggi
ê andéda acsè (È andata
L’ così) è il titolo in modenese
della biografia di Sergio
Scaglietti scritta da Franco Gozzi.
240 pagine, testo in italiano e
inglese, tiratura di 1.500 copie
fuori commercio stampato dal
Poligrafico Artioli, il volume è
realizzato sottoforma di
intervista, con domande che
diventano spunti di discussione
e suggerimento, e risposte che
rivelano i risvolti e i retroscena
più incredibili e inaspettati di un
mondo, quello della Ferrari e
delle corse automobilistiche,
apparentemente semplice ma in
realtà complicatissimo. Del
lungo, gustoso e - per certi versi -
esilarante racconto di una vita,
abbiamo selezionato alcuni passi
particolarmente interessanti.
Giusto per avere un’idea della
ricchezza di valori ed esperienze
di una persona semplice, che ha
dedicato il suo straordinario
talento a un uomo leggendario
come Enzo Ferrari (che lui
chiamava, con bonario rispetto,
l’Omone) e alle sue macchine.
Il primo colloquio
con Ferrari
Gozzi: Come andò il colloquio?
Scaglietti: Colloquio? Parlò
soltanto lui. Lui seduto, io in
piedi, mi propose un accordo
per carrozzare un suo nuovo
modello, la 500 Mondial che
stava per entrare in produzione
e di seguito, senza aspettare
risposta, passò a precisare le
condizioni, la commessa, il
pagamento con fatture a mese, i
tempi di consegna eccetera
eccetera. Io dicevo solo “sì” ad
ogni singola voce. Tutto
predisposto. Quando stavo per
uscire mi mise in mano anche il
simbolo che aveva disegnato per
contrassegnare la produzione,
già pronto con la S di Scaglietti e
i colori, da adottare come
marchio della carrozzeria.
Ero frastornato. Ero emozionato.
(…) Questo era successo sabato
sera. Il lunedì mattina c’era già
un camion della Ferrari davanti
al capannone con un autotelaio
da scaricare e la relativa bolla
d’ordine.
Testo
Franco Gozzi
Foto
© Ferrari SpA
Sul nome delle auto
G. (…) Testarossa. Sai com’è
saltato fuori questo nome?
S. Perché in officina eravamo
rimasti senza vernice nera per le
teste del motore, quella pittura
increspata che copre i carter
degli assi a camme.
C’era disponibile solo un fusto
di colore rosso e fu usato per
tamponare la carenza e poi,
visto che risultava gradito
all’occhio, siamo andati avanti
col rosso e non l’avete più fatto
smettere. Sei contento se noi
dell’officina una volta tanto
abbiamo dato lo spunto a te, che
sudavi in ufficio, per un nome di
successo?
Bizze da primadonna
S: L’attore Ernest Borgnine
venne in officina quando noi
eravamo già a San Lazzaro e mi
spiegò: “I miei erano di Carpi e
siamo emigrati in America nel
’32. Quando ero ancora in Italia
e vedevo passare le Alfa Romeo
sognavo che da grande avrei
comperato una macchina simile

a quelle: una macchina bella,
lussuosa, rossa e con gli interni
neri. Con quei ricordi ho sempre
identificato il benessere, la
ricchezza, in una macchina
rossa con gli interni neri e
adesso, dopo tanti anni di
sacrifici e rinunce posso
realizzare il mio sogno.
Voglio una spider rossa con gli
interni neri.
Gli diedi subito ragione,
concordando pienamente su
quanto era bello e sfarzoso il
rosso e insieme informammo la
signora che lo accompagnava
della scelta da noi ampiamente
condivisa. “Peccato – tagliò corto
lei – che a me piaccia questa”.
E segnò con il dito una
California grigio perla.
Litigarono un bel po’ e sentii che
lui insisteva “ma cara, sai che è
tutta la vita che desidero una
macchina rossa con gli interni
neri!”.
Vuoi che ti dica di che colore è
andata via la macchina?
G: Lo so, perché dalla tua
officina la coppia è venuta a
Alla presentazione della biografia di
Sergio Scaglietti (sopra), al Baluardo di
Modena venerdì 28 novembre 2008, non
mancavano ospiti illustri e amici di una
vita. Oltre a Franco Gozzi (qui a lato, con
Scaglietti), autore del volume, sul palco
si sono avvicendati anche l’archeologo e
scrittore Valerio Massimo Manfredi e,
nella foto a sinistra, l’ingegner Mauro
Forghieri (in primo piano), Piero Ferrari
(alla sua sinistra) e Antonio Giacobazzi
(sullo sfondo)
Personaggi 39

Sopra, Scaglietti, nel 1963, in giro per il
suo stabilimento modenese con
l’ingegner Tagliaferri, davanti alla
carrozzeria di una 250 GT Lusso. Sotto, in
occasione del suo “primo viaggio”,
ritratto allo stand Ferrari del Salone
dell’Automobile di Torino del 1953 con
una 212 Inter coupé carrozzata da
Vignale
40 Personaggi
Maranello a fare l’ordine: 250 GT
California colore grigio perla
interni cuoio naturale. La
signora era sua moglie, l’attrice
Katy Jurado. (…). Vuoi che ti dica
io la vera ragione per la quale
Borgnine pare abbia dovuto
rinunciare al suo sogno?
S: Lo so, la signora me l’aveva
detto: perché aveva una pelliccia
di cincillà che si accompagnava
bene a quel colore.
Le Ferrari personali
G: (…) Tu sei stato cliente, hai
avuto delle macchine Ferrari?
S: Ne ho avute due, una 250 GT
California che ho tenuto un
mese, adoperata una volta sola
poi venduta all’inglese David
Piper che la prese volentieri per
il prezzo basso e perché era
versione guida a destra.
L’altra era una Berlinetta,
rilevata dall’avvocato Ferrero e
rivenduta subito rimettendoci
100.000 lire.
L’occasione 007
S: venne da me un tizio di
Londra che dichiarò di essere il
property man (il trovarobe) di
una casa cinematografica che
stava allestendo il set di un film
basato su un romanzo di Jan
Fleming. Ordinò una Berlinetta
grigio 23 canna di fucile
G: Contemporaneamente il
regista Terence Young stava
illustrando a me, al direttore
commerciale Manicardi e al
direttore Florini degli uffici di
Modena il progetto che avevano
in animo. Il titolo non era stato
ancora deciso, pensavano a
qualcosa come “Agente 007
autorizzato ad uccidere”,
l’attore era Sean Connery, i
produttori Albert Broccoli e
Harry Saltzman avevano
ottenuto un fido bancario di un
milione di dollari dalla United
Artists.
Chiedevano una macchina che il
protagonista avrebbe
spettacolarmente usato negli
inseguimenti, e proponevano un
cambio alla pari: macchina
contro pubblicità. Noi eravamo
indecisi (…) perché la regola di
Ferrari “la macchina si paga” era
inderogabile e così proponemmo
un prestito: macchina da
restituire dopo l’uso. Furono
inflessibili: no, la macchina
doveva rimanere di proprietà
della Casa cinematografica
perché il film era il primo di una
lunga serie e loro l’avrebbero
utilizzata ancora.

S: C’era solo un uomo che
poteva dire l’ultima parola. Io
partecipai alla riunione
conclusiva perché ero “indagato”
per via dell’ordinazione che
avevo accettato ritenendo fosse
tutto a posto, gli altri erano
accusati di “complicità in affare
balordo”. L’Omone fu
irremovibile.
G: I cinematografari
combinarono con l’Aston Martin
che mise a loro disposizione una
DB5, diventata famosa in
seguito al fenomenale filone
“007”
Confidenza
G: Pietro Barilla è stato un
grande amico di Ferrari, uno dei
tre personaggi che potevano
rivolgersi a lui usando il “tu”
confidenziale. Sai chi erano gli
altri due?
S: Ne so uno: il pilota Gilles
Villeneuve (…). Chi è il terzo?
G: Il terzo era un italo-svizzero
proprietario dell’Hotel Quirinale
a Roma, Francois Ferrario, e si
trattava di un’amicizia degli
anni di gioventù, Va a sapere…
Nell’orbita FIAT
G: Matura così il progetto della
società Fiat-Ferrari con quote
paritarie al 50%. E tu come vai
dentro?
S: Mi infilo in scia: tra il 1969 e
il 1970 la mia ditta si trasforma
da individuale in azionaria e le
quote vengono ripartite in
ragione di 1/3 a Fiat, 1/3 a
Ferrari e 1/3 a Scaglietti. Quando
è scoccata l’ora del destino Fiat i
miei dipendenti erano 157, e sui
5000 metri di terra che avevo
comprato avevamo costruito
anche il secondo set di campate
e la palazzina con gli uffici (…).
G: Nella circostanza dell’accordo
hai parlato con l’avvocato
Gianni Agnelli?
S: No, non l’ho mai incontrato.
I miei riferimenti Fiat erano
Sopra, Scaglietti alla presentazione
dell’auto che la Ferrari gli ha voluto
dedicare: la 612 Scaglietti. Sotto, con
Sergio Pininfarina: grande intesa tra i
due e una collaborazione che dura
ancora oggi.
Personaggi 41

42 Personaggi
Francesco Bellicardi e
l’ingegnere Oscar Montabone,
fermo restando che mi sono
attenuto fiduciosamente a
quello che orchestrava il
Commendatore, specialmente
quando, nel 1970, c’è stata
l’integrazione alla Fiat della mia
quota di azioni.
La riunione conclusiva
dell’integrazione avvenne
nell’ufficio del Capo a Maranello
e Benzi mi aveva istruito:
“Quando sarà il momento ti
suggerisco di tenere un
contegno dignitoso: non proprio
che tu debba discutere e
nemmeno far cadere la cosa
troppo dall’alto, ma un minimo
d’esitazione ci vuole, quel tanto
che ti dia un tono da
negoziatore. Insomma, fa un po’
il sostenuto. Hai capito?”
Avevo capito, ma nell’ufficio del
Commendatore per me fu come
Da sopra, in senso orario:
Scaglietti alla presentazione della
612 Scaglietti nel 2003;
nel 1979, alla presentazione della
312 T4 al Centro Civico di Maranello
insieme a Carlo Benzi, amministratore
personale di Enzo Ferrari;
impegnato con Sergio Pininfarina
in una discussione tecnica;
nello stabilimento di Modena (1963).
la prima volta che gli ero
capitato davanti nel suo ufficio
di Modena quasi vent’anni
prima. Parlò a lungo,
illustrandomi il piano,
proponendo le condizioni e
quando toccò a me replicare,
non riuscii a dire altro che: “Dio
bòun, Comendator, quant sòld!
In do gh’òia da firmér?” (Dio
buono, Commendatore, quanti
soldi! Dove devo firmare?)
G: Quant sòld, hai detto. Quanti
erano?
S: Non te lo dico. Per
solennizzare l’evento comprai il
mio attuale appartamento, uno
per ciascuno ai miei figli e una

casetta in collina sopra
Solignano, che è la mia
villeggiatura estiva preferita.
Piloti
S: (su Gilles Villeneuve) Di
questo pilota confesso una
intrigante infatuazione. Per la
sua faccia da ragazzino, la vita
semplice che viveva, come
amava la macchina, l’agonismo
che possedeva. (…)
Ogni Gran Premio era uno
spettacolo, la folla gli chiedeva
emozioni e lui non deludeva
mai. Non era nemmeno
importante che vincesse: la sua
Ferrari paradossalmente vinceva
anche quando perdeva. (…) Una
sera eravamo in Provenza alla
cena di Gala del Ferrari Club
Francia che festeggiava il suo
25° anniversario. Al mio tavolo
si incominciò a parlare del
duello di Digione tra la Renault
di Arnoux e la Ferrari di
Villeneuve e per oltre un’ora
non si parlò d’altro, finché Jean
Pierre Jabouille, seduto con noi,
sorrise mestamente: “C’è
qualcuno di questo tavolo a
conoscenza che quel Gran
Premio l’ho vinto io?”
G: S’è capito che Gilles
Villeneuve è un tuo beniamino.
Fammi qualche esempio di piloti
“lottatori”. In Italia si
definiscono “garibaldini”, in
Francia “bagarreurs”.
S: Prima ti indico alcuni esempi
della categoria opposta, cioè i
non lottatori: Taruffi
(ingegnere), Fangio (calcolatore),
Lauda (computer), Stewart
(ragioniere), Prost (stratega).
L’elenco dei lottatori “cattivi”
secondo me comprende:
Nuvolari, Moll, Farina, Moss,
Mairesse, Andretti, Regazzoni,
Mansell, Arnoux e, quando gli
pestavano i piedi, Senna.
(…) Alboreto merita una
citazione particolare, in primo
luogo perché l’ho sempre sentito
ragionare da saggio e poi perché
la Ferrari gli deve delle scuse
perché gli ha fatto perdere il
Campionato 1985. È andata
proprio così. Per diatribe interne
(i motoristi chiedevano prese
d’aria nella carrozzeria per
ventilare di più il motore, i
carrozzai rifiutavano di aprire
qualsiasi presa d’aria dicendo
che avrebbe alterato
l’aerodinamica) il povero
Michele si fermò in gara per
surriscaldamento cinque volte di
fila e Prost con la McLaren gli
soffiò il titolo mondiale.
G: Vuoi dire qualcosa su
Schumacher (…)?
S: Quando scrivevi sui giornali,
Schumacher l’avevi
soprannominato al màster (il
mostro). Non c’è altro da dire.
La Ferrari di oggi
G: Torniamo alla Fiat, e ti
domando un giudizio
sull’attuale Ferrari adesso che
appartiene quasi tutta alla Casa
Torinese
LA BOTTIGLIA DI SERGIO
Per l’amico fraterno Antonio Giacobazzi,
presidente di Donelli Vini, Sergio Scaglietti ha
compiuto l’ennesimo capolavoro, disegnando
una bottiglia da vino di un’eleganza e uno stile
così semplici da lasciare senza parole. Di forma
leggermente svasata, che contrasta con il collo
lungo e sottile, la bottiglia di Scaglietti è
destinata a custodire la qualità di un vino
carico di tradizioni: “Produrre Lambrusco è
un’arte. Questo vino è l’espressione di una
terra e della sua gente, che si distingue per
intraprendenza, socievolezza, schiettezza e
brio” ama ripetere Giacobazzi, che il
Lambrusco esporta in tutto il mondo e che, con
una produzione annua di 25 milioni di bottiglie,
pone la Donelli Vini nella ristretta cerchia delle
più importanti case vitivinicole italiane.
S: Hai visto cos’è la Ferrari di
Maranello adesso? Hai visto la
Scaglietti a Modena, la Gestione
Corsa, la Pista di Fiorano, la
squadra sportiva,
l’organizzazione commerciale, la
produzione?
Se tornasse al mondo il
Commendatore e potesse vedere
tòt l’ambaradan (tutto il
complesso) rimarrebbe
meravigliato per come viene
portato avanti il suo sogno. Gli
hanno persino comprato la
Maserati, come fosse un regalo
personale in risoluzione di
un’antica rivalità.
Personaggi 43

In galleria 1 I Enrico Ghinato
Fotografie a olio
I suoi soggetti preferiti
sono le auto, con una
predilezione per le Ferrari.
Tanto che, quando ha visto
la nuova California…
44 In galleria
Testo
Carlo Gambaro
Foto
© Ferrari SpA
n un primo momento, davanti ad
un’opera di Enrico Ghinato si rimane Iinterdetti.
Ma come – si pensa – credevo
di trovarmi a un’esposizione di quadri e
invece eccomi circondato da fotografie. Poi
si coglie qualcosa di “imperfetto”, una
sensazione di manualità, e una pennellata
un po’ più pronunciata rivela che non si
tratta di una foto ma di un quadro. Pieno di
particolari, dettagli, luci e riflessi, tutti

In galleria 45

46 In galleria
riprodotti in maniera minuziosa e dipinti a
olio. Non è un caso che Ghinato vanti un
background di appassionato fotografo, un
talento che ha sentito di dover esercitare e
completare nella pittura. Il risultato di
questa migrazione artistica è davvero
straordinario. Le opere di Enrico Ghinato
sono un inno all’iperrealismo più estremo,
dove l’interpretazione lascia il posto alla
riproduzione tanto fedele della realtà da
farla apparire visionaria, artefatta. Ma c’è un
altro aspetto del passato dell’artista che ne
influenza la produzione. È il lavoro del
padre che, meccanico, trasmette al figlio la
passione per i motori, per le auto e, su tutte,
per le Ferrari, incontrastate icone di bellezza
e potenza. Ghinato le ama tutte: quelle
moderne, per il valore tecnologico, e quelle
classiche, per le linee e il fascino senza
tempo. Dalla prima personale del 2003
presso la Galleria d’Arte Contini di Cortina
d’Ampezzo - rifugio del bel mondo e base di
gare per autostoriche come la Coppa d’Oro
delle Dolomiti - a Maranello, il passo non è

eve (ci vorranno cinque anni…) ma
naturale. Con la nascita della Ferrari
California, è proprio all’artista rovighese che
viene data l’opportunità di riprodurre a
pennello, in esclusiva, le linee della nuova
GT del Cavallino. Delle sue opere, una parte
serviranno ad illustrare l’auto sulle pagine
del primo numero della rivista ufficiale
Ferrari, mentre nella loro totalità daranno
vita ad una mostra che, sino al 15 dicembre,
trova posto nei locali della Galleria Ferrari
di Maranello. Quadri che sembrano foto,
dunque, ad affiancare l’auto vera,
provocatoriamente, come per indurre il
visitatore ad un confronto in diretta tra il
modello e il suo ritratto, tra la realtà e la
sua trasposizione. Tra il metallo e la tela.
In galleria 47

In galleria 2 I La Ferrari negli USA
La seconda patria
48 In galleria

Un amore a prima vista, quello
tra il Cavallino e gli Stati Uniti.
Un rapporto che dura da oltre
mezzo secolo e che una mostra
itinerante celebra con immagini
suggestive e sorprendenti
Testo
Thomas J. Forsyte
Foto
© Ferrari SpA
el 1949, il milanese Luigi Chinetti,
emigrato a Parigi alla nascita del Nfascismo
e poi, da lì, negli Stati Uniti
poco prima dello scoppio della Seconda
Guerra mondiale, vince la 24 Ore di Le Mans
alla guida di una Ferrari 166 MM. Per lui,
commerciante di auto e appassionato di
motori, è il terzo successo sul circuito
francese mentre per il Cavallino è la prima
affermazione in una delle corse più
prestigiose al mondo. Motivo sufficiente per
convincere Enzo Ferrari ad affidargli la
vendita esclusiva delle sue vetture oltre
Oceano, in un paese in piena crescita, dove
si stanno creando fortune enormi e dove le
auto, specie se europee, esercitano un
fascino irresistibile. Per soddisfare la propria
passione e quella di un ristretto gruppo di
amici, Chinetti fonda anche una Scuderia, la
North American Racing Team (NART), che
corre e vince con le Ferrari un po’ in tutto il
mondo. La Ferrari fece la fortuna di Chinetti
e Chinetti della Ferrari che, ancora oggi,
vede in quello americano il suo primo
mercato. L’amore tra il Cavallino e gli States
è dunque di lunga data. È un sentimento
reciproco, con la Ferrari che al mercato USA
ha dedicato parecchie auto, come la
California, la Daytona spider e la spider
NART, splendida scoperta su base 275
GTB/4, modelli che gli Stati Uniti hanno
elevato a simbolo di successo ed eleganza.
Con una mostra che conta una trentina di
Nel magico skyline di New York, svetta l’Empire State
Buiding con la sommità illuminata di rosso, in onore dei
50 anni di Ferrari negli USA festeggiati nel 2004 (foto
Renato Zacchia)
In galleria 49

50 In galleria

fotografie, realizzate da professionisti
dell’immagine, la Galleria Ferrari ospita,
fino alla fine di aprile, la prima di una serie
di tappe che porteranno proprio in giro per
gli Stati Uniti la collezione dedicata a questa
magica alchimia che si è creata negli anni
tra Ferrari e USA. Lo fa con immagini che,
attraverso diversi e privilegiati punti vista,
scoprono un mondo che, per quanto
lontano da Modena e dintorni, ne condivide
i valori e l’entusiasmo, la schiettezza e la
voglia di fare.
In galleria 51

Piloti I Phil Hill
Testo
Gianni Rogliatti
Foto
© Ferrari SpA
52 Piloti
Dagli USA
a Maranello
U
na cosa bella del mestiere
di giornalista è che senti
parlare di un personaggio
e poi hai l’occasione di
diventarne amico, quella brutta
è che a volte gli amici muoiono:
nel caso di Phil Hill primo e
unico americano Campione del
Mondo piloti proprio con la
Ferrari, mi sono capitate
entrambe.
L’ho conosciuto a Buenos Aires
dove già facevo il giornalista e
dove lui ha vinto la 1000 km nel
1958 e 1960 e così potei essergli
vicino il 10 settembre a Monza
quando vinse gara e titolo
mondiale nel 1961.
È stato uno dei grandi nel
periodo a cavallo tra gli anni
cinquanta e sessanta
ugualmente bravo in pista e
sulle lunghe distanze delle gare
stradali: aveva cominciato a
correre con macchine inglesi
che elaborava dopo essere stato
sei mesi in Inghilterra ad
imparare il mestiere, poi si era
messo in luce nella Carrera
Panamericana del 1954
arrivando secondo dietro a
Maglioli su una Ferrari prestata
tipo 375 MM, inferiore quindi
alla 375 Plus del vincitore.
Proprio con le sport ha
continuato a vincere nel 1955 e,
con la squadra ufficiale di
Maranello, notevoli sono state le
sue prestazioni alla 24 ore di Le
Mans che ha vinto tre volte,
sempre in coppia col belga
Olivier Gendebien nel 1958,
1961 e 1962 e alla 12 ore di
Sebring vinta nel 1958, 1959 e
1961 e la 1000 km di Buenos
Aires vinta nel 1958 con Collins
e nel 1960 con Allison.
Ha iniziato a correre anche con
le monoposto nel 1958
disputando 48 gran premi, 32
dei quali con la Ferrari.
Il successo nel campionato del
1961 coincide col il debutto
nella nuova Formula 1 delle
monoposto Ferrari a motore
posteriore di soli 1500 cm 3 .
Con la 156 F1 Hill partiva in
pole position ben cinque volte
nelle sette corse in cui ha preso
parte (delle otto che
componevano il campionato
1961) ed in due occasioni
stabiliva anche il record sul
giro in gara, prova delle sue
capacità velocistiche; a
Spa-Francorchamps conquistava
la sua prima vittoria in
Formula 1

Con le Sport vinse a Le Mans,
Sebring, Buenos Aires.
Ma fu la Formula 1 a laurearlo
Campione del Mondo.
Con la Ferrari, nel 1961
Phil Hill sorridente sulla 250 Testa Rossa
dopo la vittoria alla 1000 Chilometri di
Buenos Aires, nel 1960 (sopra) e alla
Mille Miglia storica del 1992 (a destra).
In alto, con Gianni Rogliatti, autore di
questo articolo.
Nella pagina accanto: in alto, Hill si
slaccia il casco al termine delle prove del
GP d’Italia e d’Europa del 1960, che lo
vedrà vincente il giorno successivo, e,
sotto, a Maranello, con Enzo e Piero
Ferrari in occasione di “40 anni di
Macchine e Piloti”, evento organizzato
nel 1987 dal Ferrari Club Italia
La stagione 1962 è stata l’ultima
con la Ferrari, alla fine della
quale decise di accettare l’offerta
fattagli dalla ATS, una nuova
marca automobilistica creata da
un industriale toscano.
Quella avventura non ebbe
successo ma lui ha continuato a
correre con vetture sport fino al
1967 ottenendo strepitose
vittorie con la americana
Chaparral, una macchina
sensazionale dotata di cambio
automatico.
È rimasto nel mondo dell’auto
interessandosi al restauro dei
modelli d’epoca e come
apprezzato collaboratore della
rivista Road & Track: non sono
in molti a poter raccontare le
grandi gare dal posto di guida
della macchina vincente !
Fin qui il personaggio dello
sport automobilistico, ma vorrei
ricordare l’uomo, di una
Piloti 53

straordinaria simpatia e
modestia, uno che veramente
vorresti avere come amico ed
incontrare più spesso di quanto
consentito dalla distanza tra
Torino e Santa Monica in
California.
Con gli anni i viaggi nei due
sensi diradavano e quando ci
incontrammo a Monza in
occasione della fotografia che mi
feci scattare con la mia
macchina, lui mi chiese di
54 Piloti
annotare sul mio taccuino il suo
indirizzo e telefono per restare
in contatto.
Quel foglietto l’ho ritrovato nel
mio archivio in occasione della
sua morte e lo conservo nel
dossier a lui dedicato.
È morto il 28 agosto 2008 a
Santa Monica in California dove
ha sempre vissuto; era nato in
Florida il 20 aprile 1927.
Lascia la moglie Alma ed i figli
Derek, Vanessa e Jennifer .
A lato, Phil Hill allo Stadio dei
Marmi, a Roma, durante i
festeggiamenti dei 50 anni
della Ferrari, nel 1997;
sotto, a Los Angeles, alla guida
di una 500 F2 durante un
meeting di auto storiche.
In basso, in versione cow-boy
yankee, nel 1955
“
Era un buon pilota sulle
monoposto, ottimo sulle vetture
Sport, perché nelle corse
di lunga distanza, riusciva ad
armonizzare le sue innate doti
di velocità con la regolarità
e il rispetto della meccanica:
una combinazione vincente.
”
Enzo Ferrari, “Piloti, che gente…”

Clubeventi
Raduni, manifestazioni, iniziative
del Ferrari Club Italia
con un occhio particolare rivolto
al grande mondo degli appassionati
del Cavallino
56 Vita di Club
La cronaca delle ultime prove di
Campionato e Trofeo, le due
manifestazioni del Ferrari Club
Italia che riuniscono i soci più
appassionati e competitivi. E poi
le classifiche finali perché, dopo
una stagione di gare, ogni
ferrarista aspira al titolo.
79 In Libreria
Ferrari e il cinema, con le
immagini di Paul Newman e
delle star in Costa Azzurra;
Ferrari e la F1, con la biografia
di Mauro Forghieri e l’analisi
tecnica della stagione 2008;
Ferrari semplice e glamour,
con la storia della ricerca della
prima auto costruita dal
Commendatore e le esaltanti
foto di Gunther Raupp.
Tanti libri da guardare, da
leggere, da conservare.
Vita di Club 55

Vita diClub
56 Vita di Club
Marco Bassetto, socio del Club, vince con la
F430 la GT Cup nell’Endurance GT Serie 2008
C’è una buona parte d’Italia,
nella vittoria della “GT Cup” nel
contesto dell’EGTStargato 2008
da parte di Marco Bassetto. Si,
perché il questo vero e proprio
manager da corsa è di origini
venete, ha trascorso buona
parte della gioventù a Roma ed
adesso è naturalizzato…
toscano, in quanto abita a
Montecatini Terme. Una
vittoria, quella di Bassetto,
arrivata al culmine di una
stagione sopra le righe insieme
al suo compagno di avventura,
il veneto Mauro Trentin, con la
loro Ferrari F430 affidata alle
amorevoli cure della Scuderia
marchigiana La.Na. Tanto
sopra le righe che la coppia si
è aggiudicata la vittoria con
addirittura una gara di anticipo,
per la precisione a settembre
scorso, durante un week-end di
fine settembre caratterizzato
dalla pioggia tra le insidiose
curve dell’Autodromo del
Mugello.
“Una stagione esaltante – dice
Bassetto, che ha debuttato in
gara nel 2000 a 42 anni – in cui
abbiamo avuto avversari di
valore e grandi uomini di sport.
Da parte nostra, con Trentin e
la squadra abbiamo cercato
sempre di dare il massimo.
Abbiamo dato tanto e siamo
stati ripagati con la moneta più
importante, quella della
vittoria. Proprio una gran bella
stagione, che ci fa guardare
alla prossima con serenità, visti
i mezzi che abbiamo a
disposizione e soprattutto la
grande passione che anima
tutto il team”.
Bassetto, Trentin e la Scuderia
La.Na sono stati festeggiati
dagli amici della
Concessionaria Ferrari per la
Toscana LEONE di Prato in una
serata dedicata tutta a loro ed
al loro trionfo, ennesima buona
occasione per parlare di corse e
di passione per tutto quanto è
“cavallino rampante”. La
serata, svoltasi nell’atelier della
concessionaria stessa tra una
Ferrari da corsa o una Maserati
Campionato e Trofeo:
i fiori all’occhiello del Ferrari Club Italia
Grande lavoro per la segreteria
del Ferrari Club Italia,
impegnata nell’organizzazione
dei due eventi sportivi che,
anche nel 2008, hanno
registrato un’entusiastica
adesione: il Campionato di
Regolarità, disputato su cinque
appuntamenti, e il Trofeo, corso
in sei diversi circuiti. Una media
Lo staff del Ferrari
Club Italia: il presidente Giovanni
Perfetti, al centro, con Ilaria
Maraviglia, responsabile Eventi
Sportivi, e Mauro Apicella,
responsabile
Organizzazione Generale
stradale è stata anche
l’occasione buona per
annunciare quello che sarà lo
scenario 2009 per Bassetto: il
tricolore GT, ovviamente
sempre con la F430, oltre ad
alcune partecipazioni di
prestigio all’estero. Con lo
sfondo della passione delle
corse e per un amore colorato
di rosso. Ferrari.
Alessandro Bugelli
di quaranta auto per ognuna
delle tappe delle singole serie è
più che una promessa per lo
sviluppo futuro: è piuttosto una
solida base su cui
intraprendere anche una
campagna iscrizioni
sostanziosa. Non bisogna
dimenticare, infatti, che a molti
ferraristi non iscritti al Club è
stata offerta l’opportunità di
partecipare ugualmente alle
gare, dando vita ad una
classifica separata, e che
questi, sicuramente soddisfatti
dell’organizzazione e dello
spirito che ha caratterizzato gli
incontri, aderiscano al FCI nel
2009.

Vita
Campionato Ferrari Club Italia
Arezzo-Todi,
5-6 luglio 2008
Per la quarta prova di
Campionato Regolarità Ferrari
Club Italia, il percorso che, da
Arezzo, attraversava la
campagna toscana per arrivare
in quella umbra, a Todi, ha
toccato luoghi di interesse
culturale davvero importanti.
La sera del 4 luglio i
partecipanti sono giunti ad
Arezzo e dopo la procedura di
verifica sportiva sono stati a
cena in un esclusivo ristorante
storico della città dove al
fascino di Piazza Grande hanno
unito il piacere della tavola
toscana.
Ma la magia di questa serata
non stava solo nella location
scelta per la cena, ma anche
nella visione di filmati di F1
storici che mostravano
l’evoluzione delle gare in pista,
della velocità e delle
aerodinamiche partendo dagli
inizi dell’avventura F1. Ad
organizzare l’inaspettato e
interessantissimo programma,
Piero Comanducci che, nella
sua carica di presidente dell’ACI
di Arezzo, ha aperto la propria
cineteca e le porte di casa sua
ai soci del Ferrari Club Italia.
La mattina del 5 luglio,
partenza in relax, per un
percorso di gara piuttosto
articolato che prevedeva soste
interessanti nel centro storico
di Cortona per poi raggiungere
Camicia, lungo la strada della
più nota, omonima salita
Cortona-Camicia, valevole per il
Campionato Italiano di Velocità.
Gli equipaggi hanno dunque
lasciato la toscana per dirigersi
sulle sponde del lago
Trasimeno e concludere la gara
Vita di Club 57

Vita diClub
58 Vira di Club
presso la Concessionaria De
Poi di Perugia .
La giornata è proseguita con
la visita all’importante museo
della ceramica, a Deruta, per
concludersi a Todi dove, a
bordo piscina, si è svolta la
cerimonia di premiazione,
con un riconoscimento
speciale al socio parigino che
ha raggiunto l’Italia proprio
per la manifestazione.
Il carattere turistico oltre che
agonistico di questa
manifestazione ha coinvolto
con entusiasmo Fausto
Cominelli e l’elegante Sara
che, con la loro 430 Spider si
sono goduti i paesaggi e non si
sono persi neppure una visita
guidata; come Pierluigi Locchi
che si è fatto seguire da un folto
gruppo di amici umbri.
Il buon umore e lo spirito di
gruppo che caratterizzano la
vita del Ferrari Club in questa
occasione sono stati davvero
fondamentali per far vivere ai
partecipanti momenti di grande
allegria.
COM’È ANDATA
Categoria H
Vince la categoria Alessandro
Bolzan Mariotti su 550
Maranello seguito da Lamberto
Fuso su 360 Modena. Oltre alla
vittoria di categoria, Alessandro,
che utilizza un normalissimo
orologio per queste gare di
regolarità, è riuscito ad ottenere
anche il terzo posto assoluto,
anche grazie al forte
affiatamento che ha con la sua
bella navigatrice Maria Teresa
Vallecchi.
Il giovane Riccardo Fuso si
deve accontentare invece con
il padre Lamberto della
seconda postizione a causa di
un errore fatto proprio sulle
ultime prove.
Il terzo posto posto lo
conquista Adriano Monaco su
612 Scaglietti. Adriano, dal
sorriso sempre smagliante,

ha fatto parlare di sé anche
in questa occasione quando
in un momento di relax in
piscina, ha scoperto un nuovo
gioco… Leonardo Giardina,
navigato da Giuseppina Di
Serio, conquista la quarta
posizione. Un po’ sfortunata in
questa manifestazione la coppia
romana, solitamente piazzata
sul podio. Pierluigi Santoro e il
figlio Vittorio si aggiudicano la
quinta posizione seguiti dal
parigino Dominique Bellet.
Genny di Tommaso, ritrovato il
suo fedele amico e navigatore
Luigi Piscitelli, non riesce ad
andare oltre la settima
posizione seguito
dall’equipaggio Sciommeri,
Luigi il padre, Erica la figlia.
Infine, nonostante si pensasse
che la gara di casa potesse
giocare a loro favore, ultima
posizione per l’equipaggio Piero
Corrado e Manuela Cambi.
Categoria T
Netta e schiacciante vittoria di
Gino Verghini con Ambra
Micolitti su 512 TR, seguiti da
un equipaggio storico della
regolarità, il duo Ugo Norbedo
e Gianluca Madriz su 360
Spider. Gran bella gara per
l’avvocato Francesco Majocco e
Patrizia Bennato che stanno
trovando il giusto feeling con la
nuova 430 spider. Mancano il
podio William Gubellini e Catia
Achiluzzi che si devono
accontentare di un quarto
posto. In quinta posizione,
ottima per il campionato,
l’equipaggio Fiorentino Alberto
Niccolai-Rossella Nazzario su
550 Maranello.
Vita di Club 59

Vita diClub
60 Vita di Club
Porretta Terme (BO)
11-12 ottobre 2008
Come ogni anno, Porretta
Terme è stata la base della
rievocazione storica del
Circuito delle Tre Province,
gara valevole come prova per il
Campionato Regolarità Ferrari
Club Italia.
Al via 27 Ferrari che si sono
contese le prime postazioni dei
rispettivi raggruppamenti
confrontandosi anche con
professionisti della specialità
su vetture storiche di gran
rilievo.
La gara, valevole per il
Campionato Italiano di
Regolarità, aveva un percorso
che si snodava lungo le
province di Bologna, Modena e
Pistoia, in un susseguirsi di
paesaggi resi vivaci dai colori
caldi dell’autunno, dai profumi
della natura, dal clima freddo
ma gradevole.
Hanno ripercorso la strada in
cui Enzo Ferrari corse per
l’ultima volta, concludendo la
sua esperienza da pilota per
cedere il passo al fenomeno
Tazio Nuvolari.
La gara, lunga ed impegnativa,
ha richiesto agli equipaggi una
concentrazione costante,
rivelandosi come una delle
prove più difficili disputate,
non solo in termini di
chilometri da percorrere ma
soprattutto di tratti
cronometrati, di controlli
timbro segreti, di innumerevoli
controlli orari. In tutto questo,
i soci del Ferrari Club Italia si
sono comportati egregiamente
dando lustro al Cavallino e alle
loro vetture.
COM’È ANDATA
Categoria H
Bella rivincita di Leonardo
Giardina su 360 Modena, che
aveva perduto per pochissimo
la postazione del podio nella
gara di Arezzo. È seguito da
Lamberto e Riccardo Fuso con
Pierluigi e Vittorio Santoro che
si aggiudicano un meritato
terzo posto, sofferto e
combattuto fino all’ultima

prova con il concittadino
Adriano Monaco su 612
Scaglietti, navigato
eccezionalmente dalla
segretaria del Maserati Club
Eleonora. Gianluigi Scarpari e
Alda Tonon si devono
accontentare del quinto posto,
anche se non dobbiamo
dimenticare che Gianluigi era
reduce da un’altra importante
gara in circuito, al Mugello, il
giorno prima.
Alessandro Bolzan Mariotti e
Maria Teresa Vallecchi
nonostante il trionfo di
Arezzo, in questa gara hanno
avuto qualche problema di
cronometro che, purtroppo
ha fatto perdere loro punti
davvero importanti.
Ha esordito con una battuta
che ha fatto sorridere il
pubblico e gli organizzatori
(“la vittoria per noi sarà non
smarrirsi”) l’equipaggio
napoletano Gennaro Di
Tommaso e Gennaro Tortora,
ma, alla fine, non solo ha
trovato tutte le strade, ma si
è anche classificato al primo
posto del 10°
raggruppamento: un trionfo
a piene mani.
All’ottavo posto troviamo i
toscani Piero Corrado e
Manuela Cambi seguiti da
Luigi ed Erica Sciommeri.
Davide Toni, con un
navigatore alle prime armi,
si è cimentato riuscendo a
classificarsi decimo, seguito
da un altro debuttante in
questa specialità, Daniele
Scabini. Per Gianlorenzo
Bottalico, del tutto nuovo
alla materia regolarità, l’ultima
posizione ha avuto il merito di
spronarlo a far meglio senza
privarlo, soprattutto, del
piacere di divertirsi con gli altri
partecipanti.
Categoria T
Rientro in grande stile, con
quella maestria di chi non ha
mai smesso di fare gare di
regolarità. Ivan Bartoli e
Claudia Barbieri conquistano,
da veri campioni quali sono
stati per anni, la prima
posizione, seguiti da William
Gubellini e Catia Achiluzzi e da
Ugo Norbedo e Gianluca
Madriz.
Francesco Majocco nonostante
l’ottima prova di Arezzo con la
sua 430 spider si trova in
difficoltà a Porretta, nel tratto
iniziale, e si trova relegato in
quarta posizione.
Alberto Niccolai e Rossella
Nazzaro, in ultima posizione,
conquistano comunque punti
importanti per il campionato.
Vita di Club 61

Vita diClub
62 Vita di Club
Fiorano (MO),
23 novembre 2008
Ultimo, importante
appuntamento del Campionato
di Regolarità del Ferrari club
Italia sul circuito di casa, a
Fiorano.
Il maltempo dei giorni
precedenti e addirtittura il
rischio di neve hanno dato una
tregua alla manifestazione del
Club, che si è svolta sotto un
tiepido sole e animata da una
leggera brezza fredda.
I 30 partecipanti, in piedi
quando ancora il sole non era
sorto, si sono diretti ancora
assonnati al circuito per dare
inizio alla gara denominata
“Sulle orme dei Collaudatori
Ferrari”. Ben 13 le prove
cronometrate che hanno
dovuto affrontare i
concorrenti, con un totale di
quattro controlli orari. Assenti
in questa gara due nomi
importanti: Lamberto Fuso e
Alessandro Bolzan Mariotti
La gara si è protratta fino al
pomeriggio, una piccola pausa
di 40 minuti per rapido
spuntino e poi di nuovo tutti a
duellare a suon di cronometro.
La cerimonia di premiazione è
stata animata dalla presenza
di Maria Teresa de Filippis,
una delle prime donne pilota
di Formula 1 negli anni
Cinquanta, protagonista di
tante sfide con, tra gli altri,
Fangio e Musso.
La “Signora del Volante” dato
un tocco unico alla
premiazione del Club, con
applausi scroscianti e
interminabili, tributo al
coraggio e all’energia di una
vera rappresentante dello
sport automobilistico.
COM’È ANDATA
Categoria H
Adriano Monaco,
accompagnato a sorpresa
dall’amico Genni Di Tommaso,
si aggiudica il primo posto.
Bello evidenziare l’amicizia tra i
due campani: infatti Genni,
rimasto in panne con la sua
208, ha chiesto all’amico di
sempre di recuperarlo per non
perdere un appuntamento del
campionato.
Al secondo posto, seguono
Leonardo Giardina e
Giuseppina Di Serio che,
nonostante qualche sbavatura
nella gara, hanno recuperato
aggiudicandosi un importante
piazzamento. Terzo Giovanni
Baruzzi con Patrizia Nevi, che

La classifica finale del
Campionato FCI
categoria T - soci
1 VERGHINI Gino 39
2 GUBELLINI William 37
3 NORBEDO Ugo 35
4 MAJOCCO Francesco 31,5
5 NICCOLAI Alberto
categoria T - non soci
29
1 MICOLITTI Ambra 39
2 ACHILUZZI Katia 37
3 ZENNATO Patrizia 32
4 NAZZARO Rossella 29,5
5 MADRIZ Gianluca
categoria H - soci
27
1 BOLZAN MARIOTTI 36,5
2 GIARDINA Leonardo 34,5
3 MONACO Adriano 34,5
4 SANTORO Pierluigi 30
5 DI TOMMASO Gennaro
categoria H - non soci
27,5
1 VALLECCHI Maria T. 37
2 DI SERIO Giuseppina 36,5
3 SANTORO Vittorio 30,5
4 SCIOMMERI Erika 27
5 FUSO Riccardo 27
si sono divertiti per le strade
dei collaudatori a conoscere
più a fondo la loro vettura.
Davide Toni, maranellese DOC,
si conquista una meritata
quarta posizione nonostante il
suo navigatore Marco Borsari
fosse ancora “in rodaggio”
nelle gare di regolarità.
Gianluigi Scarpari si deve
accontentare di un quinto posto
per un malore accorso ad Alda,
moglie e navigatrice, nel corso
delle prove in pista. Luigi
Sciommeri, senza la figlia
Erica, non riesce ad ottenere
grandi risultati e finisce in
sesta posizione, seguito da uno
sfortunato Carlo Taichner. In
ottava posizione Giuseppe
Denti, esordiente di regolarità,
con Francesco Bruno in nona e
Cesare Damiano in decima.
Categoria T
Con questo primo posto, il
Ferrari Club è certo di aver
saldato un matrimonio tra Gino
Verghini e Ambra Micolitti che,
gara dopo gara, stanno
diventando sempre più precisi
centrando la loro migliore
performance proprio nella gara
di fine anno. Lungo viaggio ma
ben ripagato per Ugo Norbedo
e Gianluca Madriz, il duo
storico della regolarità: coloro
che fanno ancora tribolare i
cronometri degli avversari, si
sono aggiudicati un grande
secondo posto. Al terzo William
Gubellini con Catia Achiluzzi
che, per pochi scarti hanno
perduto la seconda posizione.
Al quarto posto sale Francesco
Majocco: anche la sua
navigatrice di sempre, Patrizia
Zennato, ha avuto problemi
nella seconda parte di gara,
pur tenendo duro fino alla fine
e ottenendo un brillante
piazzamento. I toscani Alberto
Niccolai e Rossella Nazzaro,
che da questo anno si sono
cimentati nella classe T, piano
piano stanno migliorando le
proprie performance, avendo
sempre maggiore affinità con il
satellitare e dimostrando
grande impegno e costanza.
Vita di Club 63

Vita diClub
64 Vita di Club
Trofeo Ferrari Club Italia
Autodromo Santamonica
Misano (RM), 12 luglio 2008
La sera del 12 Luglio, nel
circuito di Santa Monica a
Misano Adritico si è tenuta la
quarta prova del Trofeo Ferrari
Club Italia.
La gara in notturna riscuote
sempre il suo immancabile
fascino. Infatti al calar del sole i
fari profondi e intensi delle
Ferrari si accendono e le luci
sulla pista illuminano lo
scenario di gara, con i
particolari delle vetture del
Cavallino sembrano animarsi,
dando vita ad un magnifico
gioco di colori.
Al via, oltre 50 concorrenti
suddivisi nelle varie classi.
L’adrenalina è a mille, anche
perché la gara in notturna
comporta maggiore attenzione.
Nonostante ciò, i trofeisti si
sono dimostrati ancora una
volta veri e propri gentlman del
volante.
COM’È ANDATA
Classe B2
Dopo aver apportato le
opportune modifiche alla
propria vettura si affaccia nello
scenario delle gare in pista
Gino Verghini su 512 TR,
soddisfatto della propria
prestazione: corre in solitaria e
naturalmente vince la classe,
ma si piazza bene anche nella
classifica assoluta.
Classe C1
Eterni rivali , ma uniti da una
decennale amicizia, il duo
partenopeo Gennaro Di
Tommaso e Pino Galero, si
aggiudicano rispettivamente il
primo e il secondo posto.

Classe C2
Classe non eccessivamente
numerosa nella prova di
Misano, che vede in prima
posizione Pieremilio Lamera su
550 Maranello seguito dal
sempre sorridente e goliardico
Adriano Monaco, su 612
Scaglietti.
Classe D1
Inarrestabile Lucio Masutti che
con la F430 si aggiudica il
podio: nonostante
l’abbattimento di un birillo,
continua a stampare tempi da
“assoluta” e migliora di gara in
gara le proprie prestazioni. Al
secondo scalino sale Nazzareno
Vita di Club 65

Vita diClub
66 Vita di Club
Lattanzi e, al terzo, Massimo
Manna.
Per Marco Masutti,
giovanissimo pilota di appena
18 anni, la quarta posizione; in
quinta Gianluigi Scarpari che,
tolti i panni di vero gentleman,
messo il casco in pista riesce
sempre a dire la sua.
Lo svizzero Paolo Cattaneo
putroppo si deve accontentare
di un sesto posto seguito
dall’entusiasta Luciano Frattini,
ben lieto di portare i colori della
propria Scuderia Forza alla
ribalta. Natale Votta, a causa di
problemi alla vettura, è relegato
in ottava posizione seguito da
Giorgio Cantù. Nonostante le
ultime posizioni il loro spirito
goliardico è quello di coloro che
partecipano per divertirsi: Piero
Delfanti e Mario Cucchi si
posizionano rispettivamente in
decima e unidicima posizione.
Classe E1
Dopo aver fatto qualche gara
nel Ferrari Challenge, Renato
Di Amato è ritornato al vecchio
amore, il Trofeo FCI, nel quale è
sempre stato protagonista di
belle vittorie. Il rientro di
Renato su Challenge Stradale
ha determinato l’ennesimo
successo di classe, non
smentendo affatto il suo talento
di driver. Al secondo e terzo
posto si classificano Federico
Ferro e Francesco Turtoro. La
quarta posizione è appannaggio
di Sebastiano Caldarella che

non si è fatto trattenere dal
caldo e dal mare della sua
amata Sicilia; quinto si
classifica Salvatore Presti, altro
siciliano DOC che fatica sempre
a combinare impegni di lavoro
e trofeo; il sesto posto se lo
aggiudica Michele Delli Ponti
seguito dal maranellese Andrea
Toni. Il giovane della famiglia
Toni ha una vera e propria
dedizione per le auto
soprattutto quelle sportive,
chissà che non lo vedremo
calcare altri scenari agonistici
automobilistici.
Classe E2
Numerosissima con ben 15
partenti. Il più veloce e abile è
stato il figlio del delegato del
Lazio Claudio Ramacci su 430
Scuderia, seguito dal
precursore e promotore del
Trofeo Mario Bigo; il giovane
Jonathan si deve accontentare
della terza posizione
penalizzato nelle prove in
notturna, che non sono il suo
terreno ottimale di gara. Renato
Bottesini è in quarta posizione
seguito da Loris Chinello e
Roberto Bosio. Le forze di
Torino albergano tra le prime
dieci posizioni. Esordisce e
conquista la settima,
Gianfranco Di Marco seguito da
Luciano Grandoni, che fa di ogni
gara un punto da dedicare ai
propri nipoti. Enzo Garelli si
accontenta di una nona
posizione seguito da Fernando
Ramacci e Daniele Scabini. Ivan
Bartoli, che sta iniziando a
prender confidenza con la sua
gialla Scuderia, conquista la
tredicesima posizione. Ultimo,
lo svizzero di adozione, ma
italianissimo nel cuore, Carlo
Picco.
Classe F
In solitaria, il napoletano
Gennaro Tortora su 599 GTB
Fiorano conquista la classe e
un buon piazzamento in
assoluta.
Vita di Club 67

Vita diClub
68 Vita di Club
Circuito di Franciacorta
Castrezzato (BS), 6 settembre 2008
Per arrivare a Castrezzato, in
provincia di Brescia, si
attraversano campi coltivati ma
soprattutto vigneti.
La zona è infatti quella di
Franciacorta, un posto dove il
vino lo sanno fare bene.
L’omonimo circuito è un piccolo
gioiello: attrezzatissimo (ha
persino una pista coperta per i
kart, con tanto di rilevamento
elettronico dei tempi…), è
diventato il punto di
riferimento per quanti,
soprattutto tra i motociclisti,
vogliono cimentarsi in velocità
su un tracciato sicuro, senza
correre rischi. È qui che il 6
settembre si è svolta la sesta
prova del Trofeo Ferrari Club
Italia, il campionato sociale di
abilità che si svolge in pista e
che ogni anno attira un
numero crescente di iscritti. A
riprova del successo, il primo
appuntamento dopo il rientro
dalle vacanze è stato accolto da
ben 53 i partecipanti che, alla
ripresa del lavoro dopo la pausa
estiva, hanno voluto affiancare
quella dell’attività pistaiola.
Madrina della manifestazione la
giornalista Francesca Grimaldi,
ormai affezionata fan del FCI.
COM’È ANDATA
Classe B1
Vince Damiano Zanderighi
sull’amico e collega Enrico
Bonatti, entrambi su 328 GTS.
Classe C1
Si continuano ad alternare alla
prima posizione lasciando così

aperta la classifica finale di
Trofeo i campani Pino Galero e
Genni Di Tommaso, questa volta
rispettivamente in prima e
seconda posizione.
Classe B2
Anche se la prova in solitaria (è
l’unico della sua classe) non dà
gli stimoli che vorrebbe, è
sempre più appassionato Gino
Verghini che inizia ad ottenere
risultati interessanti anche
nella classifica assoluta.
Classe C2
Pieremilio Lamera con la 550
Maranello si impone su Adriano
Monaco, alla guida della sua
612 Scaglietti. Concorrente e
socio ideale, Adriano, che,
nonostante il secondo posto,
non ha perduto il suo
immancabile sorriso.
Classe D1
Podio storico per la famiglia
Masutti che conquista il primo
ed il secondo posto, con il figlio
Marco che ha avuto la meglio
sul padre Lucio. Lungo
applauso dai partecipanti per il
giovanissimo Marco che, nel
suo primo anno di competizioni,
agguanta subito una vittoria.
Al terzo posto, Giuseppe
Ramelli su F430, che si è
ripreso dalla negativa
esperienza vissuta a Misano.
Quarta posizione per Nazzareno
Lattanzi seguito da Gianluigi
Scarpai e Luciano Frattini.
Massimo Manna si deve
accontentare della settima
posizione, seguito dal sempre
abile Guido Rava. Buon
piazzamento per Mirko
Sturmann, decimo, mentre
all’unidicesimo posto troviamo
l’esordiente Giuseppe Pozzo.
Classe E1
Immancabile l’esperienza di
Francesco Turtoro, che la mette
a frutto sul circuito di
Franciacorta vincendo la classe
riservata alle Challenge
Stradale. Federico Ferro,
ugualmente sul podio, occupa
la seconda piazza seguito da un
entusiasta Michele Delli Ponti.
Il siciliano Salvatore Presti deve
accontentarsi del quinto posto a
causa di alcuni problemi alla
Vita di Club 69

Vita diClub
70 Vita di Club
sua vettura, seguito da
Fabrizio Albergati che,
nonostante i risultati ancora
tardino ad arrivare, non
rinuncia ad impegnarsi a
fondo nella specialità.
Classe E2
Con una bellissima gara e una
prestazione super, vince la
classe Jonathan Picco,
sostenuto dalla soddisfazione
del padre e dal tifo sfegatato
della fidanzata Clotilde.
La seconda posizione va
all’espertissimo Mario Bigo,
che dimostra di aver finalmente
trovato il giusto feeling con la
sua Scuderia. Renato Bottesini
sale al terzo posto seguito dal
biondo Loris Chinello. Roberto
Bosio, in quinta posizione,
ancora non riesce a trovare lo
stesso spunto che aveva nelle
gare di motociclismo dove
otteneva risultati notevoli. È
seguito da Dario Bertanza,
sesto. Assente dal podio,
Claudio Ramacci calcola male il
consumo della sua auto e
resta… senza benzina,
dovendosi accontentare della
settima piazza. Enzo Garelli
termina la propria prestazione
in ottava posizione, seguito da
Daniele Scabini, Fernando

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Vita diClub
72 Vita di Club
Ramacci e Rosario Colombrita.
Il super nonno (non certo per
età) Luciano Grandoni,
combatte ogni gare per i propri
nipotini, appassionati tifosi, e
conclude in undicesima
posizione. Nella gara di casa, il
delegato della Lombardia Ivan
Bartoli si deve accontentare del
penultimo posto seguito da
Carlo Picco, più impegnato a
fare il tifo per il figlio Jonathan
che a pilotare al meglio la sua
Scuderia.
Classe F
Stefano Inama festeggia con
una vittoria la sua nuova,
fiammante 599 GTB Fiorano.
LE SIGNORE IN ROSSO-CORSA
Sabato 6 settembre 2008, ore
9.00, Autodromo di
Franciacorta, un trofeo in
palio, un circuito da studiare,
una vettura nuova da capire:
potrebbe sembrare il prologo
alla telecronaca di una nuova
gara del Trofeo del Ferrari
Club Italia, invece questa
volta sarà anche molto altro;
le protagoniste di questa
giornata saranno le Donne.
In occasione della penultima
prova del Trofeo del FCI,
mogli, compagne e fidanzate
dei soci si sono sfidate su un
apposito circuito ricavato nell’area Paddock a bordo dei mini
bolidi Fiat 500 Abarth. Chi potrebbe pensare ad un'amichevole
sfida tra Signore si sbaglia: è stata una gara a cronometro
decisamente avvincente, dove l'impegno e la voglia di vincere si
sono visti fin dalla prima mattina. Come il grande Ayrton Senna
era solito fare, le “nostre” Signore, capitanate da Pupa Rava,
hanno percorso il mini circuito a piedi studiandone le
caratteristiche tecniche per capire meglio le traiettorie, i punti
di frenata, le parti più veloci della pista.
L’idea di una gara dedicata alle Donne si inserisce in un
percorso iniziato da Ferrari in questo 2008, anno in cui
Maranello ha voluto mettere al centro del proprio mondo,
indiscutibilmente dominato dalla clientela maschile, la figura
femminile attraverso una mostra fotografica itinerante
intitolata “La Ferrari e le Donne”, con ritratti ed immagini
storiche di celebri donne che sono state legate al Cavallino
rampante: una celebrazione del gentil sesso all'interno della
dimensione Ferrari.
Dai celebri scatti delle donne di ieri alle protagoniste di oggi
che, al volante delle 500 Abarth, hanno dato vita al Trofeo “Le
Signore in Rosso-Corsa”, un’accesissima sfida che ha animato
l’appuntamento bresciano del Club sponsorizzato da
Rossocorsa. La Concessionaria della Lombardia ha contributo
con grande piacere alla realizzazione dell’evento per
sottolineare l’importanza che hanno le iniziative in pista
all’interno del programma di attività FCI. La speranza
alimentata in Rossocorsa di far emergere da queste
competizioni qualche nuova promessa da far poi correre nel
Campionato Ferrari Challenge sembra trovare riscontro
nell’abilità di due candidati ideali come Jonathan Picco e
Claudio Ramacci.
Ora che, con splendide giornate come questa in Franciacorta,
si può salutare l’inizio di un maggior coinvolgimento delle
Signore nel Trofeo FCI - non più solo spettatrici di leali e
appassionate sfide al maschile ma loro stesse attive
protagoniste di vivaci duelli sul filo dei decimi di secondo –
chissà che non si possa far nascere nel Club l’idea di un Trofeo
Ferrari Club Italia tutto al femminile ?
Lorenzo Carraro
Responsabile Marketing di Rossocorsa

Autodromo del Mugello
Scarperia (FI), 10 ottobre 2008
Nonostante fosse un venerdì,
sono stati quaranta i
partecipanti che hanno dato vita
all’ultima prova del Trofeo
Ferrari Club Italia, disputata il
10 ottobre scorso presso il
circuito Internazionale del
Mugello. Non è quindi bastata
la giornata lavorativa e
nemmeno la fredda brezza del
mattino a smorzare
l’entusiasmo e la passione di
chi non voleva rinunciare a
correre su uno dei più belli e
impegnativi circuiti europei. La
mattinata si è svolta
regolarmente con i giri liberi in
pista poi, subito dopo pranzo, la
bandiera tricolore si è alzata ed
i concorrenti hanno preso la
partenza per l’ultima gara della
stagione 2008. Adrenalina alle
stelle e tensione percepibile per
quella che sarebbe stata la
gara decisiva ai fini della
classifica finale del Trofeo.
Vita di Club 73

Vita diClub
74 Vita di Club
COM’È ANDATA
Classe B1
Stavolta la vittoria è andata a
Enrico Bonatti seguito da
Damiano Zanderighi. Da
registrare il rientro di
Francesco De Falco, abbastanza
assente durante tutta la
stagione.
Classe C1
Il senso di amicizia è palpabile
nel Club. Come ha dimostrato
Pino Galero che ha prestato la
propria 360 Modena all’amico
Genni di Tommaso, “orfano” di
Ferrari in questa ultima prova.
Tuttavia il primo posto se lo
aggiudica Fiorenzo Meghi,
seguito da Genni di Tommaso e
da Pino “cuore grande” Galero.
Classe C2
Sempre solitario nella sua
classe, ma determinatissimo a
confrontarsi nell’assoluta,
Pieremilio Lamera su 550
Maranello.
Classe D1
Lucio Masutti vince ancora,
vanificando una volta di più gli
sforzi dei suoi avversari per
salire sul gradino più alto del
podio. È un affare di famiglia
anche il secondo posto perché
Lucio è seguito dal
giovanissimo figlio Marco.
Terzo si classifica Renato Votta,
grande protagonista nella
passata stagione che, a causa
dei numerosi impegni, non ha
potuto essere altrettanto
costante in questa stagione.
Nazzareno Lattanzi è al quarto
posto, seguito da Mirko
Sturmann, quinto, che sta
iniziando a prendere il giusto
ritmo nelle gare. Gianluigi
Scarpai, sempre grandemente
supportato dalla moglie Alda,
conclude in sesta posizione
seguito da Massimo Manna e
Marco Elia Sturmann. Luciano

Frattini, riconosciuto come uno
degli alfieri del team Forza in
questa classe, si deve
accontentare della nona
posizione a seguito di problemi
tecnici. Decimo, Giorgio Cantù.
Classe E1
Secondo successo consecutivo
per Francesco Turtoro su
Challege Stradale seguito da
Michele Delli Ponti,
agonisticamente cresciuto
rispetto all’inizio di stagione.
Mentre Davide Bosio, figlio
d’arte, sale al terzo posto,
Federico Ferro, che ha
dominato per quasi tutta la
stagione, per pochissimi
COME IN UN GRAN PREMIO
L’emozione di possedere una Ferrari non basta ai nostri clienti
e allora eccoci ad un nuovo appuntamento della stagione
sportiva Samocar, in pista al Mugello.
Il clima, atmosferico e agonistico, è perfetto: un bel venerdì di
inizio autunno, ideale per scendere in pista senza traumi
termici per il pilota e per la vettura, un fine settimana
all’insegna della sportività e del relax nell’affascinante
campagna toscana.
L’evento è programmato fin nei minimi particolari per dare
spazio in pista a tutti: sia i clienti Samocar non iscritti al FCI
che i Soci che si sfidano per l’ultima gara del Trofeo, decisiva
per l’assegnazione del titolo 2008.
L’atmosfera è quella di un vero Gran Premio: i box
dell’Assistenza Tecnica pronti per gli ultimi controlli; i tecnici e
il personale di pista riuniti in sala briefing per i dettagli
organizzativi; l’area ospitalità allestita di tutto punto per
accogliere chi non scenderà in pista.
Il programma, come consuetudine negli eventi sportivi
Samocar, prevede due sessioni principali. Nella prima, si
effettuano giri liberi in pista con la supervisione degli Istruttori
Piloti Ferrari per dare, a chi lo desidera, la possibilità di
approfondire la conoscenza, le caratteristiche e le potenzialità
della propria vettura. Nella seconda sessione della giornata,
spazio invece alla gara vera e propria. I partecipanti vengono
divisi in categorie a seconda del modello di auto posseduta, si
effettuano le prove che, come in un GP, stabiliranno la griglia
di partenza a seconda dei tempi. E poi, via alla gara! Si parte
uno alla volta, distanziati di 30 secondi: vince chi effettua il
miglior tempo sui 3 giri a disposizione. Per i nostri clienti, per i
quali è stata stilata una classifica particolare, il pranzo è
l’occasione ideale per dare sfogo alla sana rivalità sportiva,
rivalità condita, perché no, anche dagli sfottò. I commenti e i
confronti trai i partecipanti non finiscono mai: i più agguerriti
sono i possessori della 430 Scuderia, che sanno di avere la
vettura più “pistaiola” oggi in produzione, ma i possessori 12
cilindri fanno sentire le loro ragioni, in nome della tradizione di
un grande motore Ferrari.
Finalmente la premiazione, con più di 50 coppe di categoria
perché, oltre a
celebrare i più veloci clienti Samocar, c’è l’assegnazione del
Trofeo Ferrari Club 2008.
L’emozione è tanta perché veramente si respira aria di gara di
alto livello.
Con grande piacere, Samocar vanta un posto sul podio per
merito dell’affezionato Claudio Ramacci che, non a caso, corre
con una stupenda 430 Scuderia, ma la più grande
soddisfazione è constatare l’enorme passione con cui i nostri
clienti hanno partecipato alla stagione 2008 appena conclusa.
E, per il 2009, ne stiamo preparando una ancora più bella!
Paolo Loffredo
Responsabile Marketing di Samocar
Vita di Club 75

Vita diClub
76 Vita di Club
secondi si deve accontentare
del quarto posto. Fabrizio
Albergati, giunto in pista
all’ultimo moment,o ha
concluso la propria gara con
stile in quinta posizione.
Salvatore Presti e Sebastiano
Caldarella, probabilmente
stanchi dal viaggio che la sera
prima li ha portati dalla Sicilia
alle colline toscane, hanno
terminato in sesta e settima
posizione.
Classe E2
Con questa vittoria, l’italo
svizzero Jonathan Picco vince il
Trofeo di classe strappando al
giovane Claudio Ramacci un
titolo che, dopo la spettacolare
vittoria di Monza, sembrava
quasi certo. Sempre su 430
Scuderia, Loris Chinello si
aggiudica un secondo posto
mentre il bravissimo Mario
Bigo, a causa dei problemi
riscontrati agli pneumatici, si
deve accontentare della terza
posizione. Roberto Bosio, felice
per il terzo posto del figlio
Davide tra le Challenge
Stradaln conquista la quinta
posizione.
Renato Bottesini conclude
settimo, seguito da Enzo
Garelli. Scabini. Con Rosario
Colombrita nono, Daniele
Scabini soffia al proprio
delegato della Lombardia Ivan
Bartoli la decima posizione, per
pochi secondi. Luciano
Grandoni in dodicesima precede
il delegato del Lazio Fernando
Ramacci. Carlo Picco, che non
ha trovato il giusto feeling con i
saliscendi del Mugello, si piazza
in quattordicesima posizione.
Classe F
Gennaro Tortora su 599 GTB
Fiorano si aggiudica con una
schiacciante prestazione il
primo posto seguito
dall’itinerante Stefano Inama,
sempre sconvolto dai fusi orari
che è costretto a sopportare
per il suo lavoro.
La classifica finale
del Trofeo FCI
classe B1
1 BONATTI Enrico 29
2 ZANDERIGHI Damiano 19
3 DE FALCO Francesco
classe B2
18
1 VERGHINI Gino
classe C1
30
1 DI TOMMASO Gennaro 47
2 GALIERO Pino 46
3 AMBROSI Enrico 10
3 MEGHI Fiorenzo
classe C2
10
1 LAMERA Pieremilio 50
2 MONACO Adriano 43
3 PARONCILLI Bruno
classe D1
7,5
1 MASUTTI Lucio 50
2 LATTANZI Nazzareno 38,5
3 MANNA Massimo 38
3 MASUTTI Marco 38
5 RAMELLI Giuseppe 34,5
5 SCARPARI Gianluigi
classe D2
34,5
1 SARNO Silvio
classe E1
20
1 FERRO Federico 46
2 TURTORO Francesco 45
3 CALDARELLA Sebastiano38
4 DELLI PONTI Michele 37,5
5 ALBERGATI Fabrizio
classe E2
33,5
1 PICCO Jonathan 45
2 RAMACCI Claudio 43
3 BIGO Mari 42,5
4 CHINELLO Loris 42,5
5 BOSIO Roberto
classe F
35
1 TORTORA Gennaro 40
2 INAMA Stefano 32,5
3 CAMASSA Antonio 10
4 MAZZANTI Gianfranco 9

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Il debutto è dello scorso giugno, ma l’avventura
è partita ben prima. Si è identificata
una formula, grafica ed editoriale, un editore
di caratura internazionale, un vice direttore
all’altezza del compito -
non facile -
di trasformare ottime idee in un
ottimo giornale.
Perché le idee, da subito, non sono
mancate, così come non mancava
il direttore, Antonio Ghini. Ed è
proprio lui, dopo 15 anni impiegati
a portare la comunicazione Ferrari
al livello qualitativo dell’azienda, a
cogliere la necessità di una rivista
ufficiale del Cavallino che proseguisse
la funzione dello storico
Annuario con un taglio più moderno, proiettato
al futuro, alle richieste di un cliente più
giovane, abituato a forme di comunicazione
tecnologiche e ad avere il mondo intero come
riferimento. Nasce così The Official Ferrari
Magazine, un progetto più che una semplice
rivista, che svolge la sua funzione per dodici
mesi l’anno, con quattro uscite a cadenza trimestrale,
di cui tre da 180 pagine e la quarta,
a dicembre, con una foliazione di 280, a
sostituire l’Annuario, tradizionalmente corposo
e ricco degli avvenimenti di un anno
intero.
E, a proposito di Annuario, le dimensioni di
The Official Ferrari Magazine sono esattamente
le stesse, 240x330 mm, di
una carta consistente
ma elastica, elegantemente semiopaca,
per far risaltare le fotografie e la
stampa dei colori, due elementi essenziali
per una rivista che punta molto sul life style.
Non a caso è stato concluso un accordo di
produzione con una casa editrice come
Condé Nast - che, con testate come Vogue e
Vanity Fair, rappresenta l’espressione massima
del glamour internazionale - e che
l’art direction sia stata affidata
a Rebecca Smith, una
delle creatrici di Wall
Paper, rivista culto per la
grafica evoluta e il modo di
comunicare. Tutta questa
attenzione alla forma esteriore
del prodotto non deve
far pensare che i contenuti
siano passati in secondo
piano, anzi. Grazie all’apporto
di Jason Barlow, una
solida esperienza nella
stampa motoristica, nel ruolo di vice direttore
esecutivo, l’auto resta tema centrale,
svolto però in un modo che ne estende la
portata a fenomeno di cultura, di passione,
di viaggio, di sport. Un esempio: nel primo
numero Michael Schumacher, nella inedita
veste di giornalista, intervista Luca di
Montezemolo, Presidente della Ferrari e del
Gruppo Fiat. Tanti spunti inediti e poi,
sapendo le reazioni di Montezemolo quando
nei GP le cose vanno male, una domanda:
"Presidente, quanti televisori ha rotto, per
colpa mia, guardando i GP?". Alla risposta:
"Direi quattro", Schumacher replica: "Per
fortuna che non mi ha mandato il conto…”.
Di numeri di The Official Ferrari
Magazine, nel frattempo, ne sono usciti
altri due, l’ultimo dei quali, il 3, è
nella versione da 280 pagine. Tra gli
argomenti trattati: i prototipi Ferrari
mai realizzati; una prova completa
della nuova California fatta… in
California da Derek Hill, figlio dell’indimenticabile
Phil, campione del
mondo di F1 con la Ferrari nel 1961;
un’intervista che il collezionista e
batterista dei Pink Floyd Nick Mason
fa al collega Eric Clapton. Poi due
ampi portfolio: sul tour Magic India
Discovery e sulla stagione 2008 di Formula
1, raccontata nei dettagli di ogni gara dai
protagonisti, con rivelazioni a volte sorprendenti
e sempre inedite. Insomma, una quantità
di testimonianze dei personaggi più
famosi legati al mondo Ferrari, di storie del
passato e del presente, che vanno dalla tecnica
allo stile, dalla moda all’arte, dalla tradizione
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belle immagini di
1000 copie numerate per un
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secolo Emilio Storchi Fermi,
appassionato cultore
dell’automobile. Nato a San
Gunther Raupp, fotografo
tedesco famoso per il modo
sublime di ritrarre i modelli del
Cavallino. Un libro
irrinunciabile, da sfogliare in
totale relax, per godere di una
galleria unica di vetture
straordinarie, immartalate in
pista o su set fotografici
curatissimi e molto suggestivi.
Paul Newman, interprete di se
stesso nelle multiformi attività
della sua vita intensa. Tardivo
appassionato di motori,
Newman divenne presto un
pilota di una certa abilità che lo
portò, nel 1983, a fondare una
squadra corse, la Scuderia
Newman–Haas,
impegnata nelle
gare di ChampCar
e vincitrice del
Mondiale nel 2004.
Compongono
questa splendida
biografia
fotografica, 34
immagini a colori
e ben 115 in
bianco e nero.
Martino in Rio, in provincia di
Reggio Emilia, e considerato dai
suoi compaesani come uno che
“an ga mia voia ed lavurer” (che
non ha voglia di lavorare),
Barighin mette a frutto il
suo straordinario talento
di scopritore di rarità a
quattro ruote, dando vita
ad un museo dell’auto
proprio nel suo paese
natale. Il volume,
arricchito con le foto di
Paolo Maggi, racconta, tra
le altre, l’avventura del
ritrovamento della 815, la
prima vettura costruita da
Enzo Ferrari con il
marchio Auto Avio
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40
SOSPENSIONE ANTERIORE
La parte più innovativa della
nuova F2007 è stata rappresentata
dalla sospensione anteriore con
il triangolo inferiore non più monolitico
ma sdoppiato e fissato direttamente
ai lati del telaio (1), come
hanno fatto molte squadre nella
stagione 2006, seguendo l’esempio
della McLaren. Ciò ha permesso
l’introduzione di un ulteriore
miniprofilo (2) cui spetta il compito
di collegare i sofisticati schermi,
che presentano nella zona
all’interno delle sospensioni una
porzione (4) orizzontale. (3) Il piccolo
profilo applicato alla presa
dei freni è spostato in basso
rispetto alla posizione che aveva
sulla 248 F1. Inedita la forma del
triangolo superiore in carbonio,
ricurvo (5) verso l’avanti nella zona
d’attacco con la scocca. In realtà
questa carenatura nasconde l’attacco
a sbalzo rispetto al telaio
del triangolo superiore (si veda il
capitolo Sospensioni).
Un piacere per gli occhi, alla
scoperta dei mille particolari di
uno star system che faceva
MAURO FORGHIERI
30 ANNI DI FERRARI E OLTRE
Autori: Daniele Buzzonetti, Mauro
Forghieri
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“Una vita con le corse. Eppure
le corse non erano affatto la
mia aspirazione iniziale…” Con
la semplicità dei grandi e la
passione che da sempre lo
distingue, per la prima volta
Mauro Forghieri ripercorre oltre
quarant’anni di un’avventura
personale ineguagliabile ai
vertici dell’automobilismo
sportivo. E trent’anni di Ferrari,
Come da molti anni a questa
parte, è l’esperto Giorgio Piola
ad analizzare l’evoluzione
tecnica e a svelare i segreti più
nascosti delle monoposto
F2007: ZERO CHIGLIA
Nella vista frontale della F2007 (nella versione mostrata a fine stagione
con le pinne in alto, ai lati del telaio, introdotte in Francia), si vede bene
come il triangolo inferiore sia stato notevolmente rialzato.
Nel disegno della scocca è evidenziata (nel cerchio) la singola
pinna della 248 F1, che serviva per ancorare il triangolo inferiore.
Nel confronto si può apprezzare come la vecchia soluzione
creasse interferenze al flusso.
La scocca è più lunga nella zona davanti alla pedaliera.
PUNTONE
La F2007 ha conservato il concetto del puntone infulcrato direttamente
al portamozzo, ma il punto d’ancoraggio è più basso del triangolo inferiore.
In questo modo si è mantenuta quasi inalterata la sua inclinazione.
F2007: TEST IN BAHRAIN
Subito dopo la presentazione, già nelle
prove a Barcellona e nel primo test in
Bahrain sono stati introdotti i nuovi
alettoni anteriori e posteriori. Nella vista
dall’alto sono messi a confronto con le
versioni iniziali (staccate negli ovali).
Nella parte interna il secondo flap è
nuovo in tutti i suoi dettagli. L’alettone
posteriore è invece a norma 2007, vale
adire con due elementi d’irrigidimento
longitudinali e con una forma diversa,
sia del profilo principale sia del flap,
che prevede un andamento del bordo
d’entrata sinuoso.
CAMBIO
Aconfronto il cambio della
F2007 e quello della 248 F1.
Invariato lo schema costruttivo
della fusione in titanio, irrigidita
con una pelle di carbonio.
In (1) è evidenziato il radiatore del
circuito idraulico, con la carenatura
che prende aria dallo sdoppiamento
della presa dinamica
del motore. Si notino le carenature
aerodinamiche (2) dei bracci
della sospensione. Nel 2007 la
forma della struttura deformabile TEST IN BHARAIN
(3) è stata imposta dal regola- Sempre nei test pre-stagione in
mento. (4) Pinna verticale di Baharin ha debuttato l’alettone
scuola Toyota.
posteriore conforme alle regole
2007, ossia dotato di due irrigidimenti
longitudinali; completamente
nuovi entrambi i profili,
con quello principale che ha un
andamento molto sinuoso nel
bordo d’ entrata.
Ferrari Ferrari
dell’auto un simbolo, un
piacere, un’espressione della
personalità. Con foto di grande
formato, tutte in bianco e nero
e scattate soprattutto in Costa
Azzurra, i vizi e i vezzi delle
personalità del cinema, della
letteratura, del business
internazionale. Auto da sogno
trattate in modo normale,
grazie ai quali il marchio del
Cavallino ha conquistato, sfida
dopo sfida, il primato sui
circuiti del mondo. In un libro
scritto a quattro mani con il
giornalista Daniele Buzzonetti,
la storia
248 F1
protagoniste della stagione di
Formula 1 appena conclusa.
Illustrato con disegni
dettagliatissimi e spiegazioni
chiare e comprensibili, il
volume fa una
panoramica di tutte le
squadre impegnate
nel Mondiale e delle
modifiche che, nel
corso dell’anno,
hanno permesso alle
monoposto di
migliorare le loro
prestazioni. Un
“classico” della
letteratura dedicata
alla massima
formula.
41
magari sporche, impolverate e
con improbabili accessori
(come il portapacchi esterno
della 250 California di Alain
Delon…), riportano ad un uso
quotidiano e assolutamente
normale quelle fuoriserie che
oggi sono il desiderio
inarrivabile della maggior parte
degli appassionati.
della F1 raccontata da un
protagonista assoluto e dal suo
punto di osservazione
privilegiato.

... DOVE 620 CAVALLI NON
LASCIANO IL SEGNO...
Bellissime, esclusive, resistenti,
inattaccabili, facili da pulire...
Test su strada lo provano: 620
cavalli lasciati liberi sono in
grado di bruciare l’asfalto ma
non scalfiscono minimamente le
lastre GranitiFiandre. Le tracce
di gomma possono essere
cancellate con un colpo di spugna
ed il pavimento torna nuovissimo.
Un risultato che premia la volontà
di ricercare l’eccellenza
attraverso l’innovazione e la
qualità.

A Maranello
i custodi del mito.
In Maranello
the keepers of the myth.
www.ferrariworld.com
Apertura: tutti i giorni dalle 9:30 alle 18:00 | Opening: everyday from 9:30 a.m. to 6:00 p.m.