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GEOmedia_1_2024

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Rivista bimestrale - anno XXVIII - Numero - 1/<strong>2024</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />

TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />

GIS<br />

CATASTO<br />

3D CITY<br />

INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />

FOTOGRAMMETRIA EDILIZIA<br />

URBANISTICA DIGITAL TWIN<br />

LASER SCANNING<br />

REMOTE SENSING<br />

GNSS<br />

SPAZIO<br />

RILIEVO AMBIENTE TOPOGRAFIA<br />

LiDAR<br />

GEOBIM<br />

BENI CULTURALI<br />

SMART CITY<br />

anno XXVIII - N°1 <strong>2024</strong><br />

Basi Geocartografiche<br />

Nazionali e Territoriali<br />

DATI SATELLITARI, DIGITAL<br />

SERVICES E SOSTENIBILITÀ<br />

IL RUOLO DEL’UFFICIO<br />

CARTOGRAFICO<br />

ENTI LOCALI ANCORA<br />

UNA VOLTA AL CENTRO


Our in-field geographical data is on again!<br />

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StudioSit SA is a swiss, former italian company, operating in<br />

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geographical data in-field detection activities. We believe our<br />

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main goals will affect the eventuality of achieving the full territorial<br />

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mapping coverage of southern european countries, one day.<br />

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Urban<br />

Urban<br />

3D<br />

3D<br />

Model<br />

Model<br />

Deep map<br />

Deep map<br />

Toponymy<br />

Toponymy<br />

and house<br />

numbers and house<br />

numbers<br />

SOS<br />

SOS<br />

Urban sense<br />

of Urban security sense<br />

of security<br />

Parking<br />

areas Parking<br />

for areas urban<br />

comfort<br />

urban<br />

comfort<br />

Urban 3D MOdel, geolocated addresses, spot by spot parking lots, together they represent 100% of<br />

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our geodatabases and business. Our creed bring us to a deep respect for the three elements qualifying<br />

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a value added geographical data: Accuracy, Completeness and Updating.<br />

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With this focus on our mind, we travel towns, cities and countries, and we survey and detect all we can<br />

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reach (no matter if) driving or walking, cycling or flying. Discover our Sityround project!<br />

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Sityround<br />

StudioSit SA<br />

StudioSit SA<br />

Via Massimiliano Magatti 1 • 6900 Lugano · Switzerland • www.studiositsa.ch<br />

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Generare conoscenza<br />

partendo da dati di qualità<br />

“Generare conoscenza partendo da dati di qualità”, un obiettivo ampiamente condiviso<br />

da tutti coloro che a diverso titolo hanno responsabilità nel governo del territorio. Ma<br />

si sta lavorando in questa direzione? Le molteplici iniziative nazionali ed internazionali,<br />

inclusi i progetti derivanti dal PNRR, hanno messo in evidenza un disallineamento<br />

significativo tra le capacità istituzionali, le soluzioni tecnologiche proposte dagli attori<br />

del settore privato e i risultati della ricerca scientifica.<br />

Se da un lato, infatti, la ricerca scientifica deve fissare i propri obiettivi sulla base di<br />

(discutibili) parametri valutativi, rispetto ai quali occorre destreggiarsi per rispettare le<br />

soglie imposte ed ottenere finanziamenti, dall’altra esiste un settore privato che ha fatto<br />

sue le sfide emergenti, offrendo sovente soluzioni verticali e molto specializzate, il tutto<br />

da adattare necessariamente (talvolta in modo retroattivo) a quanto espresso in termini di<br />

fabbisogni dal settore pubblico.<br />

Superare questo divario non richiede uno sforzo creativo, la soluzione esiste ed è stata<br />

già molto spesso proclamata, occorre cioè promuovere una migliore collaborazione tra<br />

settore pubblico, privato e ricerca scientifica, definendo obiettivi comuni che rispondano<br />

alle esigenze del territorio, e promuovendo partenariati pubblico-privato per sviluppare<br />

e implementare soluzioni innovative. Tuttavia, diversamente dal passato, è in questo<br />

momento che le istituzioni e le pubbliche amministrazioni sono gli attori principali di<br />

un cambiamento radicale che può superare le limitate capacità delle pratiche e degli<br />

strumenti del passato, prendendo vita da un patrimonio fondante consolidato, come<br />

parte di un autentico Rinascimento.<br />

Oggi, infatti, la pervasività dei dati satellitari di osservazione della Terra, le acquisizioni in<br />

situ accurate e frequenti, una filiera del dato di qualità, la potenza di calcolo disponibile e<br />

le competenze che traducono i dati e le informazioni in conoscenza utente-centrica, sono,<br />

in modo integrato, la risposta metodologica che occorre costruire per concepire e gestire<br />

le città e il territorio del prossimo futuro.<br />

I contributi presenti in questo numero richiamano proprio alcuni tra questi aspetti.<br />

L’Osservazione della Terra è un fonte primaria di dati geospaziali atti a produrre una<br />

dettagliata base cartografica da utilizzare ad esempio in applicazioni in ambito urbano, a<br />

supporto di processi decisionali, per utenti non esperti. Utenti che, per lo svolgimento<br />

delle funzioni amministrative, necessitano di investimenti nei processi di qualità dei dati<br />

per basare le proprie decisioni su elementi conoscitivi che si declinano in dati territoriali<br />

di cui conoscere accuratezza, coerenza e attualità. E tra questi elementi conoscitivi, è<br />

sempre più forte l’esigenza di poter usufruire di una banca dati georiferita dei numeri<br />

civici rilevati, nazionale e aggiornata, per consentire ad Enti Locali e Aziende di Servizi<br />

di poter gestire attività specifiche, anche in ragione della progressiva automazione della<br />

guida automobilistica, per le quali è fondamentale conoscere lo stato delle infrastrutture<br />

viarie stradali, anche in termini di segnaletica e circolazione veicolare.<br />

Buona lettura,<br />

Monica Sebillo


FOCUS<br />

In questo<br />

numero...<br />

FOCUS<br />

REPORT<br />

AEROFOTOTECA<br />

ALTRE<br />

RUBRICHE<br />

Dati satellitari<br />

di osservazione<br />

della Terra,<br />

strumenti digitali e<br />

città sostenibili<br />

di Deodato Tapete<br />

6<br />

20 ESA<br />

30 TechnologyForAll<br />

32 MERCATO<br />

42 AGENDA<br />

Il ruolo<br />

dell’Ufficio<br />

Cartografico<br />

Regionale per la<br />

conoscenza del<br />

territorio<br />

di Ilaria Tabarrani<br />

14<br />

In copertina una<br />

ricostruzione digitale<br />

di una città europea.<br />

Il gemello digitale<br />

viene impiegato come<br />

base per lo sviluppo di<br />

servizi.<br />

4 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong><br />

<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />

Da oltre 25 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />

processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />

in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />

In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />

per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />

geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />

della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />

spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.


INSERZIONISTI<br />

22<br />

Enti Locali<br />

ancora una<br />

volta al centro<br />

(nel segmento<br />

automotive)<br />

di Valerio Zunino<br />

AVT 33<br />

Codevintec 13<br />

Epsilon 39<br />

Esri 37<br />

GEOBusiness 41<br />

Gistam 35<br />

Gter 9<br />

Marevivo 38<br />

Mediterra 31<br />

Planetek 44<br />

Stonex 43<br />

StudioSit SA 2<br />

Teorema 42<br />

La Grande Storia<br />

dall’alto:<br />

la Battaglia<br />

di Cassino,<br />

ottanta anni fa<br />

a cura di<br />

26<br />

Alessandra Dell’Anna<br />

una pubblicazione<br />

Science & Technology Communication<br />

<strong>GEOmedia</strong>, la prima rivista italiana di geomatica.<br />

ISSN 1128-8132<br />

Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />

Direttore<br />

RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />

Comitato editoriale<br />

Vyron Antoniou, Fabrizio Bernardini, Caterina Balletti,<br />

Roberto Capua, Mattia Crespi, Fabio Crosilla, Donatella<br />

Dominici, Michele Fasolo, Marco Lisi, Flavio Lupia, Luigi<br />

Mundula, Beniamino Murgante, Aldo Riggio, Monica<br />

Sebillo, Attilio Selvini, Donato Tufillaro, Valerio Zunino<br />

Direttore Responsabile<br />

FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it<br />

Redazione<br />

Gabriele Bagnulo, Valerio Carlucci, Massimo Morigi<br />

Gianluca Pititto, Maria Chiara Spiezia<br />

redazione@rivistageomedia.it<br />

Diffusione e Amministrazione<br />

TATIANA IASILLO, t.iasillo@mediageo.it<br />

Progetto grafico e impaginazione<br />

DANIELE CARLUCCI, dcarlucci@rivistageomedia.it<br />

Editore<br />

MediaGEO soc. coop. - Via Palestro, 95 00185 Roma<br />

Tel. 06.64871209 - Fax. 06.62209510<br />

info@rivistageomedia.it<br />

Stampato da Bona Digital Print Srl<br />

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Science & Technology Communication<br />

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riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in<br />

qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i<br />

sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />

Numero chiuso in redazione il 31 marzo <strong>2024</strong>.


FOCUS<br />

Dati satellitari di osservazione della Terra,<br />

strumenti digitali e città sostenibili<br />

di Deodato Tapete<br />

Dati e prodotti satellitari di<br />

osservazione della Terra sono<br />

una risorsa informativa per<br />

le applicazioni urbane, ma gli<br />

strumenti digitali che li rendono<br />

disponibili (GIS, piattaforme,<br />

cruscotti, Digital Twin) devono<br />

essere user-driven, sostenibili e<br />

di facile utilizzo.<br />

Le immagini acquisite dai<br />

satelliti di osservazione<br />

della Terra costituiscono<br />

oggi una fonte primaria<br />

di dati geospaziali a supporto<br />

delle applicazioni urbane. Con<br />

l’evoluzione degli strumenti<br />

informatici che consentono l’elaborazione<br />

delle immagini e la<br />

visualizzazione e analisi dei prodotti<br />

da esse derivati, si aprono<br />

molte opportunità per arricchire<br />

il tipico portfolio delle basi cartografiche.<br />

La filiera di questo processo<br />

inizia dalla visualizzazione delle<br />

immagini satellitari, in formato<br />

raster, all’interno di sistemi<br />

informativi geografici (GIS).<br />

L’utilizzo è sempre più pervasivo<br />

al punto tale che il binomio dati<br />

satellitari – sistemi GIS è sancito<br />

anche dalla denominazione<br />

e dai programmi dei moduli<br />

di insegnamento universitari,<br />

in Italia e all’estero. Infatti la<br />

formazione sulle tecniche e tecnologie<br />

di telerilevamento satellitare<br />

si abbina frequentemente<br />

ai fondamenti e funzionalità<br />

avanzate nell’uso del GIS.<br />

Come strati informativi, le<br />

immagini satellitari e i loro<br />

prodotti derivati sono impiegati<br />

per svolgere analisi di processi<br />

naturali e antropici, a diverse<br />

scale di studio e a supporto<br />

delle più svariate applicazioni.<br />

Gli usi spaziano dalla semplice<br />

base geografica di riferimento<br />

spaziale (la classica basemap per<br />

capire in quale parte del mondo<br />

ci si trova) alla generazione di<br />

veri e propri prodotti tematici e<br />

cartografici.<br />

In questo reame applicativo<br />

piuttosto ampio si riscontra un<br />

crescente ricorso alle immagini<br />

satellitari per realizzare aggiornamenti<br />

cartografici e produrre<br />

modelli 3D. Le precisioni che<br />

si possono raggiungere sono<br />

spesso molto alte, anche nell’ordine<br />

di poche decine di centimetri.<br />

Una tale performance è<br />

innanzitutto conseguenza delle<br />

risoluzioni spaziali con le quali<br />

le immagini vengono acquisite<br />

dai sensori a bordo dei satelliti.<br />

Un’ulteriore fattore è indubbiamente<br />

la robustezza dei metodi<br />

di restituzione, correzione delle<br />

distorsioni e georeferenziazione.<br />

Rispetto ai voli fotogrammetrici<br />

tradizionali e a rilievi con strumentazioni<br />

di prossimità (ad<br />

es. droni), le osservazioni satellitari<br />

presentano dei notevoli<br />

vantaggi, soprattutto in termini<br />

di copertura areale per singola<br />

ripresa e di rivisitazione temporale.<br />

Il fattore temporale è tanto<br />

importante quanto quello spaziale.<br />

Per semplicità è possibile<br />

distinguere due grandi tipologie<br />

di satelliti: quelli che effettuano<br />

acquisizioni regolari e ripetute<br />

nel tempo, secondo un piano di<br />

acquisizione predefinito, e quelli<br />

che acquisiscono immagini su<br />

richiesta (on demand), coprendo<br />

una data area a un determinato<br />

orario, in relazione all’esigenza<br />

specifica dell’utilizzatore finale.<br />

Esempi eccellenti della prima<br />

tipologia sono le missioni<br />

Landsat e i satelliti Sentinel<br />

6 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>


FOCUS<br />

del programma europeo Copernicus.<br />

Mentre del secondo<br />

tipo è possibile citare non solo i<br />

satelliti gestiti da operatori commerciali<br />

(ad es. WorldView), ma<br />

anche missioni nazionali quali<br />

COSMO-SkyMed e PRISMA<br />

dell’Agenzia Spaziale Italiana<br />

(ASI).<br />

Ruolo e programmi dell’ASI<br />

Nell’ambito della propria missione<br />

istituzionale quale ente<br />

pubblico nazionale con il compito<br />

di preparare e attuare la politica<br />

spaziale italiana in accordo<br />

con le linee guida del Governo,<br />

l’ASI favorisce la distribuzione<br />

dei dati delle missioni satellitari<br />

nazionali di osservazione della<br />

Terra. Inoltre l’ASI promuove<br />

attività di ricerca e sviluppo che<br />

mettono a frutto le sinergie con<br />

i dati del programma europeo<br />

Copernicus e delle missioni satellitari<br />

in cooperazione bilaterale,<br />

nonché con le infrastrutture<br />

di ricerca nazionali e comunitarie<br />

(ASI 2022).<br />

Gli investimenti degli ultimi<br />

decenni nella data exploitation<br />

(ossia l’utilizzo dei dati satellitari<br />

da parte degli utenti) hanno<br />

portato a un incremento sensibile<br />

nello spettro sia degli utilizzatori<br />

finali sia delle applicazioni<br />

realizzabili. Fra queste vanno<br />

annoverate anche le produzioni<br />

cartografiche. Un esempio<br />

eccellente di Pubblica Amministrazione<br />

che ha progressivamente<br />

inserito i dati satellitari<br />

nel proprio flusso di lavoro per<br />

la produzione cartografica è<br />

certamente la Regione Toscana,<br />

e in particolare l’ex Settore Cartografico,<br />

oggi Settore Sistema<br />

Informativo e Pianificazione del<br />

Territorio di Regione Toscana.<br />

A fianco della diffusione dei<br />

dati satellitari, l’ASI promuove<br />

lo sviluppo e la dimostrazione<br />

di nuovi servizi ed applicazioni<br />

satellitari (il cosiddetto<br />

downstream) che, una volta<br />

consolidati e validati, possono<br />

essere impiegati dai cittadini e<br />

valorizzati dalle Istituzioni per<br />

implementare le varie politiche<br />

nazionali in un’ottica di applicazioni<br />

integrate.<br />

Pertanto i dati satellitari e i prodotti<br />

da essi derivati – compresi<br />

quindi anche quelli cartografici<br />

– costituiscono uno dei vari e<br />

molteplici strati informativi che,<br />

ci si attende, siano combinati<br />

con dati di natura non spaziale<br />

e i risultati di metodi analitici<br />

di ultima generazione, ad es. di<br />

Intelligenza Artificiale. Gli ambienti<br />

in cui questa integrazione<br />

avviene più di frequente includono<br />

ambienti GIS, piattaforme<br />

applicative, cruscotti (dashboard)<br />

informatici e Digital Twin.<br />

Allo scopo di supportare la<br />

comunità nazionale in questo<br />

settore, a partire dalla fine del<br />

2021 l’ASI ha avviato un programma<br />

dedicato denominato<br />

Innovation for Downstream Preparation<br />

(I4DP) che promuove<br />

lo sviluppo dimostrativo (per<br />

casi d’uso) di servizi a valore<br />

aggiunto basati sull’utilizzo dei<br />

sistemi satellitari di telecomunicazioni<br />

(TLC), navigazione<br />

(NAV) e sui dati di osservazione<br />

della Terra (OT), anche combinati<br />

tra loro in modo sinergico<br />

e, ove necessario, integrati con<br />

servizi non-spaziali al fine di<br />

promuovere l’utilizzo degli asset<br />

spaziali di OT fruibili dalla<br />

comunità nazionale (sistemi nazionali,<br />

ESA, Copernicus, ecc.)<br />

riducendo il digital divide (ASI<br />

2022). Il programma si compone<br />

delle seguenti tre linee,<br />

ciascuna rivolta a uno specifico<br />

segmento della comunità utente:<br />

I4DP_PA per le Pubbliche<br />

Amministrazioni ai fini dello<br />

sviluppo di servizi istituzionali;<br />

I4DP_MARKET per l’Utenza<br />

Commerciale (micro, piccole,<br />

medie e grandi imprese, start-up<br />

e spin-off) che opera nell’ambito<br />

del downstream; I4DP_<br />

SCIENCE per le Università e<br />

gli Enti di Ricerca pubblici che<br />

siano interessati allo sviluppo di<br />

applicativi basati su nuovi metodi<br />

e algoritmi di analisi di dati<br />

satellitari e formazione di personale<br />

a qualificazione medio-alta,<br />

in diversi settori applicativi e del<br />

downstream scientifico.<br />

Nuovi prodotti satellitari e<br />

città sostenibili<br />

Nell’ambito della linea I4DP_<br />

SCIENCE, la prima chiamata<br />

alla manifestazione di interesse<br />

per la raccolta di idee progettuali<br />

(Call for ideas tematica)<br />

è stata incentrata sulle “Città<br />

Sostenibili”. Il tema conferma il<br />

riconoscimento da parte dell’A-<br />

SI della centralità delle applicazioni<br />

a supporto del miglioramento<br />

della sostenibilità degli<br />

ambienti urbani e antropizzati<br />

in termini ambientali e socioeconomici.<br />

Le idee progettuali<br />

che sono state raccolte mediante<br />

questa call for ideas potevano riguardare<br />

uno o più dei seguenti<br />

ambiti applicativi: gestione<br />

dei rischi naturali e antropici;<br />

salvaguardia dell’ambiente, del<br />

patrimonio culturale e paesaggistico<br />

nazionale; monitoraggio<br />

della qualità dell’aria e delle<br />

acque; mitigazione degli eventi<br />

meteo-climatici e degli effetti<br />

del riscaldamento globale; buona<br />

gestione del verde pubblico e<br />

dei beni pubblici.<br />

Fra i diversi progetti che sono<br />

stati attivati dall’ASI, in questo<br />

contesto merita citare il progetto<br />

denominato “Identificazione<br />

delle Local Climate Zones e studio<br />

della loro correlazione con<br />

la temperatura dell’aria nella<br />

Città Metropolitana di Milano<br />

tramite l’integrazione di dati geospaziali<br />

e tecnologie di Osservazione<br />

della Terra in ambiente<br />

Open Data Cube (LCZ-ODC)”,<br />

svolto in collaborazione con<br />

il Dipartimento di Ingegneria<br />

Civile e Ambientale (DICA)<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 7


FOCUS<br />

Fig. 1 - Mappa di Local<br />

Climate Zone (LCZ)<br />

della Città Metropolitana<br />

di Milano generata<br />

con metodologia<br />

WUDAPT. Legenda:<br />

1 – Compact High-Rise;<br />

2 – Compact Mid-Rise;<br />

3 – Compact Low-Rise;<br />

4 – Open High-Rise;<br />

5 – Open Mid-Rise;<br />

6 – Open Low-Rise; 7<br />

– Lightweight low-rise;<br />

8 – Large low-rise; 9 –<br />

Sparsely built; 10 – Heavy<br />

industry; A – Dense<br />

trees; B – Scattered trees;<br />

C –. Bush or scrub; D<br />

– Low plants; E – Bare<br />

rock or paved; F – Bare<br />

soil or sand; G – Water.<br />

La mappa è un prodotto<br />

distribuito con CC BY-<br />

SA 4.0 license da LCZ<br />

Generator (Demuzere<br />

et al. 2021): https://<br />

lcz-generator.rub.de/<br />

submissions<br />

del Politecnico di Milano (PO-<br />

LIMI). Il progetto LCZ-ODC<br />

ha affrontato il tema delle isole<br />

urbane di calore (Oxoli et al.<br />

2023), partendo dal modello<br />

delle Local Climate Zones (LCZ;<br />

Stewart & Oke 2012), il quale<br />

permette la segmentazione in<br />

classi del suolo urbano sulla<br />

base dell’intensità dell’isola di<br />

calore considerando le proprietà<br />

chimico-fisiche e termiche delle<br />

superfici.<br />

La figura 1 mostra un esempio<br />

di mappa di LCZ generata<br />

attraverso l’applicazione web<br />

LCZ Generator basata su dati e<br />

software liberamente accessibili<br />

(Demuzere et al. 2021). Questa<br />

mappa testimonia come oggi<br />

sia possibile creare prodotti applicativi<br />

da dati di osservazione<br />

della Terra e/o geospaziali che, a<br />

seguito di ulteriore elaborazione<br />

e analisi, possono confluire in<br />

uno o più prodotti cartografici.<br />

Gli scopi applicativi possono<br />

ricomprendere la modellazione<br />

microclimatica urbana, la<br />

pianificazione urbana, la progettazione<br />

e realizzazione di interventi<br />

che vanno dalla singola<br />

architettura alla riqualificazione<br />

urbana o alla stesura di un masterplan.<br />

Rispetto all’applicativo LCZ<br />

Generator e ad altre metodologie<br />

basate o solo sull’uso di<br />

immagini satellitari (remote<br />

sensing-based, ma mancanti di<br />

dati fondamentali sulla morfologia<br />

urbana come ad es. l’altezza<br />

degli edifici) o sul calcolo<br />

delle proprietà geometriche e<br />

termico-radiative delle superfici<br />

delle LCZ usando diversi<br />

dati geospaziali (GIS-based, ma<br />

dipendenti dalla disponibilità<br />

di questi dati per il contesto<br />

urbano di interesse), il progetto<br />

LCZ-ODC si è posto una sfida<br />

di innovazione.<br />

Il flusso di lavoro LCZ-ODC<br />

ha previsto l’integrazione di<br />

immagini satellitari iperspettrali<br />

della missione PRISMA<br />

e multispettrali della missione<br />

Sentinel-2, con dati geospaziali<br />

aperti, regionali e/o globali,<br />

per il calcolo dei parametri che<br />

consentono di descrivere le<br />

caratteristiche morfologiche costruttive<br />

di un ambiente urbano<br />

(Urban Canopy Parameters).<br />

L’algoritmo di classificazione<br />

supervisionato utilizzato è stato<br />

di tipo Random Forest. In particolare<br />

è stata usata la tecnologia<br />

Open Data Cube (ODC),<br />

ossia una piattaforma di cloudcomputing<br />

capace di integrare<br />

e gestire dati geospaziali multidimensionali<br />

e multi-temporali<br />

con formati e risoluzioni eterogenee<br />

in un singolo end-point.<br />

Il software è stato utilizzato per<br />

l’archiviazione e l’elaborazione<br />

delle immagini satellitari<br />

e come fonte di dati analysisready,<br />

utili alla generazione dei<br />

campioni di addestramento<br />

per la classificazione delle immagini.<br />

Gli strati informativi<br />

inseriti nell’ODC hanno incluso<br />

anche mappe di copertura<br />

del suolo, database topografici<br />

e Digital Terrain Model. Per lo<br />

studio della correlazione tra le<br />

LCZ e isola di calore sono stati<br />

infine considerati (e integrati<br />

nell’ODC) dati meteorologici,<br />

tra i quali la temperatura dell’aria.<br />

Nel caso della Città Metropolitana<br />

di Milano sono stati<br />

usati i dati forniti dalle stazioni<br />

di monitoraggio regionali di<br />

ARPA Lombardia (Oxoli et al.<br />

2023).<br />

A fianco dello sviluppo algoritmico<br />

e della sperimentazione,<br />

è stata condotta anche un’approfondita<br />

analisi dei requisiti<br />

utente (Vavassori et al. 2023),<br />

ossia dei requisiti che le mappe<br />

di LCZ risultanti dal flusso<br />

di lavoro dovevano soddisfare<br />

affinché potessero essere impiegate<br />

dagli utilizzatori finali (ad<br />

es. architetti, ingegneri, osservatori<br />

meteorologici, uffici tecnici<br />

delle ARPA). Fra i requisiti si è<br />

evidenziata una chiara differenziazione<br />

circa le preferenze di<br />

risoluzione spaziale delle mappe<br />

di LCZ, principalmente con<br />

riferimento a tre intervalli: inferiore<br />

a 30 m, fra 30 e 50 m, e<br />

superiore a 50 m. Ne consegue<br />

8 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>


FOCUS<br />

chiaramente un’evidente ricaduta<br />

in termini di scala di restituzione<br />

del prodotto cartografico<br />

all’interno del quale confluisce<br />

l’informazione di LCZ. Mappe<br />

di LCZ a risoluzioni spaziali più<br />

alte sono più indicate per ottenere<br />

prodotti cartografici a scala<br />

di raggruppamenti di edifici,<br />

mentre risoluzioni spaziali più<br />

grossolane sono sufficienti per<br />

modelli microclimatici urbani a<br />

scala di quartieri e settori della<br />

città.<br />

Piattaforme applicative e<br />

cruscotti informatici<br />

Il paradigma che l’ASI sta<br />

promuovendo è quello dello<br />

sviluppo tecnologico in chiave<br />

user-driven. È l’utilizzatore finale<br />

che definisce come accedere<br />

all’informazione generata dai<br />

dati satellitari e come essa debba<br />

essere strutturata all’interno di<br />

flussi di lavoro e/o di sistemi<br />

informativi di uso nell’ambito<br />

dello svolgimento delle funzioni<br />

istituzionali e professionali<br />

dell’utente stesso. Al contempo,<br />

l’utilizzatore finale deve poter<br />

accedere a strumenti pratici,<br />

di facile impiego, validati e di<br />

provata accuratezza (e associata<br />

incertezza), mediante i quali<br />

generare prodotti satellitari di<br />

carattere applicativo.<br />

Tra gli strumenti oggi disponibili<br />

occorre citare le piattaforme<br />

applicative e i cruscotti informatici.<br />

Una piattaforma applicativa<br />

(exploitation platform nel gergo<br />

delle agenzie spaziali) è tipicamente<br />

un ambiente di lavoro<br />

virtuale collaborativo che fornisce<br />

all’utente l’accesso non solo<br />

ai dati satellitari ma anche agli<br />

strumenti, processori e risorse<br />

di calcolo necessari per elaborare<br />

questi dati, attraverso un’interfaccia<br />

coerente. Piattaforme<br />

di questo tipo, tematiche, ossia<br />

dedicate a uno specifico macrotema<br />

applicativo, sono state sviluppate<br />

sia dall’Agenzia Spaziale<br />

Europea (ESA 2018) sia, in<br />

ambito nazionale, dall’ASI. In<br />

particolare, la Figura 2 mostra<br />

l’interfaccia della piattaforma<br />

costeLAB dell’ASI.<br />

costeLAB è un prototipo di<br />

piattaforma collaborativa nazionale<br />

dedicata al monitoraggio,<br />

gestione e studio delle aree<br />

costiere (queste ultime intese<br />

comprendendo sia mare sia terra).<br />

Sviluppata per funzionare<br />

in un contesto pre-operativo,<br />

costeLAB mette a disposizione<br />

algoritmi validati e risorse avanzate<br />

di gestione per analizzare<br />

dati multi-missione e multi-sensore,<br />

acquisiti in particolare dai<br />

satelliti Sentinel di Copernicus,<br />

dalla costellazione COSMO-<br />

SkyMed dell’ASI e da missioni<br />

di parte terza, per generare<br />

prodotti applicativi in base a<br />

parametri di input selezionati<br />

dall’utente, senza la necessità di<br />

trasferimenti di grandi volumi<br />

di dati. Allineata al concetto<br />

delle Thematic Exploitation Platform<br />

(TEP) di ESA, costeLAB<br />

mira a supportare le applicazioni<br />

di downstream da parte<br />

di una più ampia comunità di<br />

utenti comprendente la Protezione<br />

Civile, le agenzie di protezione<br />

ambientale regionali, gli<br />

enti regolatori, gli scienziati che<br />

si occupano dei processi costieri<br />

e il pubblico generico (Candela<br />

et al. 2021).<br />

Il portfolio completo delle catene<br />

di elaborazione dati (processori)<br />

di costeLAB consente di<br />

generare 30 prodotti differenti<br />

fra i quali, a titolo esemplificativo,<br />

le mappe di allagamento,<br />

uso del suolo costiero, consumo<br />

di suolo costiero, linea di costa,<br />

opere di difesa costiera ed<br />

evoluzione morfologica degli<br />

ecosistemi costieri terrestri.<br />

Alcuni prodotti sono generati<br />

completamente mediante procedure<br />

automatiche, mentre<br />

altri includono anche una<br />

fase di raffinamento mediata<br />

dall’operatore. È il caso per es.<br />

del prodotto linea di costa che<br />

può essere generato in modo<br />

automatico a diverse risoluzioni<br />

(nell’intervallo 0.5 – 12.5 m) a<br />

seconda del dato satellitare di<br />

partenza, ed essere successivamente<br />

perfezionato mediante<br />

fotointerpretazione, anche svolta<br />

dall’utente stesso avvalendosi<br />

di un apposito plugin di QGIS<br />

messo a disposizione in piattaforma.<br />

Operando direttamente all’interno<br />

dello spazio di visualizzazione<br />

della piattaforma,<br />

Fig. 2 - Interfaccia grafica della piattaforma costeLAB di ASI per le applicazioni marino-costiere<br />

basate su dati di osservazione della Terra.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 9


FOCUS<br />

l’utente può inoltre confrontare<br />

un prodotto appena generato<br />

con il processore costeLAB e<br />

analoghi prodotti generati precedentemente<br />

da lui stesso o da<br />

altri utenti e salvati nel catalogo<br />

della piattaforma, oppure<br />

con prodotti esterni importati<br />

all’interno di costeLAB. La<br />

piattaforma fornisce infatti la<br />

possibilità di caricare prodotti<br />

di proprietà dell’utente stesso,<br />

prodotti di parte terza o servizi<br />

OGC. Pertanto, costeLAB<br />

non solo è una piattaforma che<br />

consente di generare prodotti<br />

che, scaricati, possono essere<br />

input per prodotti cartografici<br />

di ulteriore approfondimento<br />

ed elaborazione, ma è anche<br />

ambiente stesso di analisi a fini<br />

cartografici.<br />

Se una piattaforma applicativa<br />

è tipicamente uno spazio di<br />

lavoro verso cui “portare l’utente”<br />

affinché acceda ai dati<br />

satellitari e ai necessari strumenti<br />

di calcolo per elaborarli,<br />

e pertanto è uno strumento di<br />

supporto, i cruscotti informatici<br />

sono invece lo strumento<br />

informatico che l’utente costruisce<br />

in house e impiega per la<br />

gestione corrente di uno o più<br />

flussi operativi o di specifiche<br />

mansioni. In quest’ottica, indipendentemente<br />

che sia stato<br />

generato da un’analisi appositamente<br />

condotta, durante una<br />

consulenza o all’interno di una<br />

piattaforma applicativa o sia<br />

recuperato da portali o repository<br />

esterni, il dato satellitare e/o<br />

il suo prodotto derivato devono<br />

a tutti gli effetti diventare parte<br />

degli strati informativi del cruscotto<br />

informatico mediante i<br />

quali l’utilizzatore finale fonda<br />

e conduce il proprio processo<br />

decisionale.<br />

Un esempio recente di collaborazione<br />

istituzionale ai fini della<br />

progettazione di un cruscotto<br />

informatico di gestione e di<br />

inserimento, al suo interno, di<br />

dati satellitari è quella svolta<br />

dal 2019 al 2023 con il Parco<br />

Archeologico del Colosseo per<br />

la messa a punto della piattaforma<br />

web denominata “System<br />

for the Protection and Education<br />

of Archaeological Heritage<br />

(SyPEAH)”. SyPEAH è un<br />

sistema multi-parametrico di<br />

controllo permanente dell’intera<br />

area archeologica del Parco<br />

Archeologico del Colosseo, con<br />

i relativi indicatori del livello di<br />

rischio derivati dall’integrazione<br />

di informazioni multi-sorgente<br />

e da diversa strumentazione e<br />

metodologie (Della Giovampaola<br />

2021). Il nuovo paradigma<br />

con cui è stato realizzato<br />

SyPEAH è quello di un programma<br />

di monitoraggio che<br />

combina l’osservazione satellitare<br />

con i più utilizzati dati di calibrazione<br />

e misurazione in situ.<br />

L’integrazione di informazioni<br />

di spostamento degli edifici e<br />

monumenti ricavate dall’analisi<br />

satellitare e dalla diagnostica<br />

strumentale di tipo tradizionale<br />

è funzionale a un’attività ispettiva<br />

costante e regolare che non<br />

si limita al solo accertamento<br />

del danno occorso (quindi<br />

quando ormai è già avvenuto),<br />

ma consente di fare valutazioni<br />

preventive, di stadio precoce,<br />

prima dell’accadimento del<br />

danno stesso.<br />

La figura 3 mostra l’impiego di<br />

dati di deformazione ottenuti<br />

dall’elaborazione interferometrica<br />

di immagini radar ad apertura<br />

sintetica (SAR) acquisite<br />

dai satelliti COSMO-SkyMed<br />

nell’intervallo temporale 2011-<br />

2018, per il monitoraggio<br />

strutturale del Colosseo. I dati<br />

interferometrici consistono<br />

in una griglia diffusa di punti<br />

di misura, distribuiti sulle<br />

facciate e le superfici murarie<br />

del monumento monitorato<br />

da satellite. Ciascun punto è<br />

Fig. 3 - Esempio di<br />

valutazione delle<br />

deformazioni strutturali<br />

dell'Anfiteatro<br />

Flavio all’interno del<br />

Parco Archeologico<br />

del Colosseo, all’interno<br />

della piattaforma<br />

Sypeah, mediante<br />

analisi di dati di<br />

spostamento generati<br />

da elaborazione<br />

interferometrica di<br />

immagini satellitari<br />

COSMO-SkyMed<br />

dell’ASI (da Della<br />

Giovampaola 2021).<br />

10 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>


FOCUS<br />

associato a un grafico che mostra<br />

se e come quel dato punto<br />

si è spostato nel tempo. I dati<br />

interferometrici sono uno degli<br />

strati informativi disponibili in<br />

SyPEAH e possono essere interrogati<br />

dall’operatore del Parco<br />

Archeologico (ad es. un funzionario<br />

ispettore) per accertare<br />

lo stato di stabilità strutturale<br />

del manufatto archeologico.<br />

L’identificazione di eventuali<br />

anomalie può essere contro-verificata,<br />

all’interno di SyPEAH,<br />

mediante l’analisi congiunta<br />

con dati da strumentazioni a<br />

terra installate sulla porzione di<br />

monumento sotto esame. Ne<br />

consegue che l’operatore può<br />

aggiornare la scheda di rapporto<br />

dello stato di conservazione o,<br />

nei casi più critici, inviare una<br />

segnalazione per lo svolgimento<br />

di ulteriori approfondimenti.<br />

SyPEAH funge quindi da vero<br />

e proprio cruscotto gestionale<br />

all’interno del quale i dati CO-<br />

SMO-SkyMed sono integrati<br />

nel flusso di lavoro dell’utente<br />

istituzionale, invece di rimanere<br />

un insieme di dati interpretato<br />

da un operatore o consulente<br />

esterno al processo decisionale.<br />

Fig. 4 - Visualizzazione del cubo di dati del Digital Twin Earth (DTE) Hydrology sul bacino del<br />

Fiume Po (da Brocca et al. <strong>2024</strong>).<br />

… e infine i Digital Twin<br />

Una delle ultime frontiere nella<br />

rappresentazione del mondo<br />

fisico, naturale e/o antropico,<br />

è indubbiamente rappresentata<br />

dai Digital Twin. Delle innumerevoli<br />

definizioni di Digital<br />

Twin, è interessante notare le<br />

parole chiave riportate in quella<br />

formulata da Glaessgen & Stargel<br />

(2012): “Un gemello digitale<br />

è una simulazione probabilistica<br />

multi-fisica, multi-scala e integrata<br />

di un prodotto complesso e<br />

utilizza i migliori modelli fisici<br />

disponibili, aggiornamenti di<br />

sensori, ecc., per rispecchiare la<br />

vita del suo gemello corrispondente<br />

... il Digital Twin aumenterà<br />

l’affidabilità … grazie alla sua<br />

capacità di monitorare”. Qualunque<br />

siano la configurazione<br />

e funzionalità del Digital Twin,<br />

questa definizione evidenzia<br />

che il Digital Twin non è solo<br />

una raccolta/repository di dati,<br />

modelli, etc., ma è anche uno<br />

strumento di rappresentazione<br />

(dinamica) e di studio dell’ambiente<br />

naturale e urbano.<br />

La dinamicità e il carattere<br />

multi-temporale sono peculiarità<br />

che si coniugano molto<br />

bene con le proprietà dei dati<br />

satellitari, specie se questi ultimi<br />

sono acquisiti da missioni che<br />

acquisiscono in modo regolare e<br />

in serie temporale e se, di conseguenza,<br />

anche i prodotti da<br />

essi derivati (o gli output di modelli<br />

che sono alimentati dalle<br />

informazioni satellitari) sono<br />

generati in continuo e aggiornati<br />

in modo dinamico.<br />

Un esempio dimostrativo in<br />

questo senso è il Digital Twin<br />

Earth (DTE) Hydrology dell’E-<br />

SA, consistente nella ricostruzione<br />

tridimensionale (4D; tre<br />

dimensioni nello spazio e una<br />

nel tempo) del ciclo dell’acqua<br />

terrestre ad alta risoluzione attraverso<br />

l’integrazione delle più<br />

recenti osservazioni satellitari e<br />

della modellazione idrologica<br />

avanzata. Le dimensioni del<br />

cubo di dati del DTE Hydrology<br />

includono l’umidità del suolo,<br />

le precipitazioni, l’evaporazione<br />

e la portata dei fiumi. L’integrazione<br />

avviene nel sistema<br />

avanzato di modellazione idrologica<br />

CONTINUUM per<br />

prevedere l’umidità del suolo,<br />

l’evaporazione e la portata dei<br />

fiumi ad alta risoluzione (ossia<br />

1 km, 1 ora). I risultati della<br />

modellizzazione sono combinati<br />

con le osservazioni satellitari nei<br />

moduli applicativi per la previsione<br />

delle frane, la simulazione<br />

delle inondazioni e l’irrigazione<br />

(Brocca et al. <strong>2024</strong>). Pertanto<br />

il DTE Hydrology può essere<br />

esplorato per sviluppare casi<br />

d’uso user-oriented rispetto a<br />

scenari what-if a supporto della<br />

gestione del rischio idrogeologico<br />

e dei regimi irrigui in agricoltura<br />

di precisione. la figura 4<br />

mostra il cubo di dati del DTE<br />

Hydrology sull’area del bacino<br />

del fiume Po.<br />

Come dimostrato dal processo<br />

di sviluppo delle piattaforme<br />

applicative e dei cruscotti informatici,<br />

affinché uno strumento<br />

informatico possa essere di utilità<br />

per l’utente evidentemente<br />

dovrà capitalizzare quanto già<br />

conseguito, disponibile e interoperabile.<br />

Con queste funzionalità,<br />

il Digital Twin può<br />

essere uno strumento evoluto<br />

che mette a frutto risorse, fonti<br />

di dati e modelli da applicativi,<br />

piattaforme, repository, etc. già<br />

esistenti, oltre che svilupparne<br />

e metterne a disposizione di<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 11


FOCUS<br />

nuovi. Nella ricchezza delle<br />

informazioni raccolte e<br />

nell’accuratezza della rappresentazione<br />

del mondo in un<br />

Digital Twin, particolare attenzione<br />

deve essere prestata<br />

alla struttura, ai componenti<br />

e alle funzionalità che il Digital<br />

Twin deve offrire rispetto<br />

alle necessità del fruitore.<br />

Infine, una considerazione<br />

che non può essere tralasciata<br />

è il carattere di sostenibilità<br />

dei Digital Twin. Questa<br />

caratteristica può essere declinata<br />

sotto molti aspetti, fra<br />

i quali il grado di aggiornamento<br />

dei dati e modelli di<br />

input, il flusso costante nel<br />

processo di trasferimento tecnologico<br />

verso l’utilizzatore<br />

finale che dovrà poter comprendere<br />

e utilizzare il Digital<br />

Twin, nonché la previsione<br />

di risorse finanziarie adeguate<br />

per sostenere i costi di operazione<br />

e manutenzione del<br />

Digital Twin. I dati satellitari<br />

certamente possono contribuire<br />

a indirizzare il primo<br />

dei tre aspetti sopra menzionati,<br />

specie se i Digital Twin<br />

si basano su dataset di input<br />

derivati da missioni satellitari<br />

di lungo termine, delle quali<br />

viene garantita la continuità<br />

temporale. Diversamente, gli<br />

altri due aspetti richiedono<br />

uno sforzo di pianificazione<br />

lungimirante che non è molto<br />

dissimile da quello che è già<br />

stato affrontato nell’approntare<br />

lo sviluppo di piattaforme<br />

e cruscotti informatici, o nel<br />

trasformare in servizi operativi<br />

i più promettenti dimostratori<br />

di nuove applicazioni<br />

satellitari.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

ASI (2022), Piano Triennale delle Attività (PTA) 2022-<strong>2024</strong>,<br />

https://rb.gy/1pmdgz<br />

Brocca, L. et al. (<strong>2024</strong>) A Digital Twin of the terrestrial water cycle: a glimpse<br />

into the future through high-resolution Earth observations. Frontiers in<br />

Science 1, https://doi.org/10.3389/fsci.2023.1190191<br />

Candela, L. et al. (2021) The Italian Thematic Platform costeLAB: from<br />

Earth Observation Big Data to products in support to coastal applications<br />

and downstream. Proceedings of the 2021 conference on Big Data from Space,<br />

Soille, P., Loekken, S. and Albani, S., eds., EUR 30697 EN, Publications Office<br />

of the European Union, Luxembourg, 2021, ISBN 978-92-76-37661-3,<br />

https://data.europa.eu/doi/10.2760/125905, JRC125131<br />

Della Giovampaola, I. (2021) SyPEAH: The WebAPP System for Protection<br />

and Education to Archaeological Heritage in the Parco Archeologico del Colosseo.<br />

Geosciences 11, 246. https://rb.gy/1pmdgz<br />

Demuzere, M., Kittner, J. & Bechtel, B. (2021) LCZ Generator: a web<br />

application to create Local Climate Zone maps. Frontiers in Environmental<br />

Science 9, 637455, https://rb.gy/m5lz7f<br />

ESA (2018), Thematic Exploitation Platform (TEPs), https://sdg.esa.int/<br />

activity/thematic-exploitation-platform-teps-4319 (Retrieved: 20.03.<strong>2024</strong>).<br />

Glaessgen, E. & Stargel, D. (2012) The digital twin paradigm for future<br />

NASA and US Air Force vehicles. 53rd AIAA/ASME/ASCE/AHS/ASC Structures,<br />

Structural Dynamics and Materials Conference 20th AIAA/ASME/AHS<br />

Adaptive Structures Conference 14th AIAA.<br />

Oxoli, D., Cedeno Jimenez, J. R., Capizzi, E., Brovelli, M. A., Siciliani de<br />

Cumis, M., Sacco, P., & Tapete, D. (2023) QGIS and Open Data Cube<br />

applications for Local Climate Zones analysis leveraging PRISMA hyperspectral<br />

satellite data. Int. Arch. Photogramm. Remote Sens. Spatial Inf. Sci.,<br />

XLVIII-1/W2-2023, 111–116, https://doi.org/10.5194/isprs-archives-XL-<br />

VIII-1-W2-2023-111-2023<br />

Stewart, I. D. & Oke, T. R. (2012) Local climate zones for urban temperature<br />

studies. Bulletin of the American Meteorological Society 93, 12, 1879–1900,<br />

https://doi.org/10.1175/BAMS-D-11-00019.1<br />

Vavassori, A., Brovelli, M. A., Capizzi, E., Venuti, G., Betti, B., Siciliani de<br />

Cumis, M., Sacco, P., & Tapete, D. (2023) Mapping Local Climate Zones<br />

with multiple geodata and the Open Data Cube: insights of domain user requirements<br />

and outlooks of the LCZ-ODC project. Int. Arch. Photogramm.<br />

Remote Sens. Spatial Inf. Sci., XLVIII-1/W2-2023, 581–587, https://isprsarchives.copernicus.org/articles/XLVIII-1-W2-2023/581/2023/,<br />

2023<br />

KEYWORDS<br />

Satelliti; Applicazioni, Città Sostenibili, Piattaforme Applicative,<br />

Digital Twin<br />

ABSTRACT<br />

Earth Observation (EO) is nowadays a primary source of geospatial data to<br />

address urban applications. As information layers imported into GIS, EO<br />

products are increasingly exploited for cartographic purposes to improve cities<br />

representation. The Italian Space Agency (ASI) invests in novel satellite-based<br />

applications and digital tools facilitating EO data utilization. Such tools include:<br />

thematic exploitation platforms enabling EO data processing by nonexpert<br />

users through validated processors; dashboards wherein satellite products<br />

are among the input data used during the decision-making process; Digital<br />

Twins allowing for what-if scenarios and forecast activities. Recent user-driven<br />

developments are presented with regard to urban heat island, coastal applications,<br />

conservation of cultural heritage, monitoring and modelling of processes<br />

related to terrestrial water cycle.<br />

AUTORE<br />

Deodato Tapete<br />

Agenzia Spaziale Italiana (ASI), deodato.tapete@asi.it<br />

12 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>


FOCUS<br />

Sottocontrollo<br />

Georadar, droni e tecnologie<br />

per infrastrutture e aree<br />

circostanti<br />

Tecnologie anche a noleggio per:<br />

manutenzione strade<br />

> analisi spessore delle pavimentazioni<br />

> mappatura 3D di sottoservizi e cavità<br />

> rilievi pre-scavo, OBI (UXO) e vuoti<br />

ponti e viadotti<br />

> deformazioni o cedimenti<br />

> ispezione strutture, calcestruzzi e parti sommerse<br />

> ricerca di vuoti, ammaloramenti o distacchi<br />

monitoraggio ambientale<br />

> frane, argini, cedimenti o smottamenti<br />

> rilievo di fondali, fiumi e bacini<br />

> ricerca di cavità, discariche, tubi e serbatoi<br />

di stoccaggio abbandonati<br />

> studio di grandi aree inaccessibili<br />

Tecnologie<br />

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<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 13


REPORT<br />

Il ruolo dell’Ufficio Cartografico<br />

Regionale per la conoscenza<br />

del territorio<br />

di Ilaria Tabarrani<br />

Le amministrazioni pubbliche<br />

devono basare le<br />

decisioni su elementi conoscitivi<br />

certi perché errori<br />

e inesattezze possono<br />

influenzare la decisione<br />

finale. Ciò è vero anche<br />

per i dati territoriali e,<br />

in quest’ottica, Regione<br />

Toscana prevede, oltre<br />

all’implementazione dei<br />

dati da telerilevamento, il<br />

miglioramento della qualità<br />

dei dati tematici georeferenziati<br />

prodotti per le<br />

funzioni amministrative di<br />

Schema della rete per l'informazione territoriale nella PA.<br />

competenza.<br />

Ripartiamo dai presupposti<br />

L’azione amministrativa deve<br />

basare le decisioni su elementi<br />

di razionalità, cioè sulla raccolta<br />

di elementi conoscitivi.<br />

Gli elementi conoscitivi sono<br />

informazioni necessarie allo<br />

svolgimento delle funzioni amministrative<br />

e, come ci ricorda<br />

con efficacia Vincenzo Cerulli<br />

Irelli, nella prima lezione di<br />

diritto amministrativo (Editori<br />

Laterza, 2021): “la titolarità<br />

della funzione amministrativa è<br />

circoscritta dall’attribuzione stabilita<br />

dalla legge per ogni singola<br />

organizzazione o per categoria<br />

di organizzazioni (comuni, province,<br />

ecc.), al di là della quale<br />

essa non può operare a pena di<br />

nullità dei relativi atti”.<br />

Tra le informazioni necessarie<br />

allo svolgimento dei compiti<br />

assegnati a ciascun’amministrazione<br />

vi sono quelle derivate dai<br />

dati territoriali ovvero georeferenziati.<br />

Questi richiami sono necessari<br />

per sottolineare i due presupposti<br />

fondamentali che dovrebbero<br />

guidare gli Uffici che, negli enti<br />

che governano il territorio (ovvero<br />

Comuni, Province, Città<br />

metropolitane, Regioni e Stato),<br />

producono dati, ovvero: 1) le<br />

attività conoscitive sono strumentali<br />

alle funzioni amministrative<br />

assegnate a ciascun ente;<br />

2) errori o inesattezze nella costruzione<br />

dei dati falsano la base<br />

conoscitiva e, pertanto, possono<br />

influenzare il provvedimento<br />

finale, ovvero la decisione pubblica.<br />

È fondamentale dunque parlare<br />

di qualità del dato territoriale,<br />

conoscere la sua accuratezza,<br />

completezza, coerenza e attualità<br />

per ridurre al minimo gli<br />

errori e migliorare la qualità<br />

complessiva delle informazioni.<br />

Il rispetto di procedure<br />

standardizzate di raccolta dati,<br />

rigorose misure di controllo<br />

della veridicità e operazioni<br />

ordinarie di manutenzione dei<br />

dati, è essenziale per migliorare<br />

la qualità dei dati. Investire nei<br />

processi di qualità dei dati è necessario<br />

per avere dati accurati<br />

e affidabili per generare mappe,<br />

analizzare relazioni spaziali e<br />

prendere decisioni informate,<br />

in sintesi, per migliorare l’efficienza<br />

e l’efficacia della Pubblica<br />

14 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>


REPORT<br />

Amministrazione. Quando la<br />

qualità dei dati è compromessa,<br />

si possono generare analisi geospaziali<br />

imperfette o, peggio,<br />

errate e dunque potenziali decisioni<br />

fuorvianti o sbagliate che<br />

portano a errori costosi sotto<br />

molti punti di vista. Inoltre,<br />

dati incompleti o obsoleti (o<br />

tendenziosi) possono ostacolare<br />

un’analisi e un processo decisionale<br />

imparziale ed efficace portando,<br />

ad esempio, a distruzione<br />

di risorse ambientali.<br />

Quindi, lo Stato e gli Enti<br />

Territoriali producono e gestiscono<br />

dati perché ne hanno<br />

bisogno per programmare, pianificare<br />

(tutelare, valorizzare),<br />

progettare, valutare e monitorare<br />

il territorio di riferimento ma<br />

anche, più puntualmente, ai fini<br />

istruttori per il rilascio di un<br />

provvedimento (autorizzazioni,<br />

titoli abilitativi, finanziamenti,<br />

ecc.). Gli stessi dati poi, una<br />

volta “aperti”, potranno essere<br />

“riusati” da altri soggetti diversi<br />

dal titolare della funzione amministrativa<br />

che li ha prodotti.<br />

Inverdendo la priorità, o insistendo<br />

troppo su questo secondo<br />

fine (certamente imperante),<br />

si potrebbe incorrere nel rischio<br />

di rallentarne la produzione e<br />

l’utilizzo principale, sviando<br />

l’amministrazione titolare dalle<br />

sue dirette finalità istituzionali.<br />

Chiariti questi due primi punti<br />

dovrebbe risultare evidente<br />

quanto segue: 3) i dati territoriali<br />

essenziali per il procedimento<br />

debbono essere pensati<br />

(ovvero programmati, progettati<br />

e gestiti) da chi ha la competenza<br />

sulla funzione amministrativa;<br />

4) è fondamentale che,<br />

almeno all’interno dello stesso<br />

ente, non vi siano ridondanze<br />

e/o incoerenze (ingiustificate)<br />

tra i dati che mappano gli stessi<br />

oggetti sul territorio.<br />

Conseguenza naturale dei<br />

quattro aspetti sopra richiamati<br />

dovrebbe essere la necessità di<br />

mantenere, internamente alla<br />

struttura organizzativa dell’ente<br />

che gestisce la funzione, l’Ufficio<br />

che si occupa di programmare,<br />

progettare, acquisire, verificare,<br />

archiviare e condividere<br />

i dati georeferenziati, ovvero<br />

le informazioni territoriali alla<br />

base dell’azione amministrativa,<br />

oggi più che mai.<br />

Le Regioni, in particolare ma<br />

non solo, avevano/hanno un<br />

Ufficio che si occupa dei temi<br />

“cartografici” (utilizzeremo<br />

questo termine nel senso più<br />

ampio che comprende anche<br />

gli attuali Sistemi Informativi<br />

Territoriali), che purtroppo nel<br />

tempo è stato ridimensionato<br />

e/o settorializzato mentre, in<br />

altri Enti (in particolare nei<br />

Comuni), queste strutture non<br />

sono quasi mai state presenti<br />

come specifica unità operativa<br />

ma ricondotte semmai all’Ufficio<br />

Urbanistica da cui effettivamente<br />

tutto nasce, almeno nella<br />

più recente storia del governo<br />

del territorio. È infatti innegabile<br />

che ci sia uno stretto legame<br />

tra pianificazione del territorio<br />

(sia essa urbanistica, territoriale<br />

che paesaggistica) e cartografia;<br />

ciò è dovuto al fatto che le<br />

carte topografiche, così come<br />

le tematiche, rappresentano un<br />

mezzo efficace per rappresentare,<br />

in forma sintetica, i dati di<br />

conoscenza territoriale necessari<br />

per adempiere ai compiti istituzionali<br />

di disciplina dei suoli.<br />

Così, quando con l’articolo 80<br />

del DPR 616 del 1977 (norma<br />

ancora in vigore), viene completato<br />

il trasferimento alle Regioni<br />

della funzione amministrativa<br />

relativa alla materia urbanistica,<br />

sono conferite anche le relative<br />

funzioni conoscitive, si legge<br />

infatti nel decreto che l’attribuzione<br />

avviene “comprensiva di<br />

tutti gli aspetti conoscitivi, normativi<br />

e gestionali riguardanti le<br />

operazioni di salvaguardia e di<br />

trasformazione del suolo nonché<br />

la protezione dell'ambiente”. In<br />

sostanza ricomprendendo suolo<br />

e ambiente, tutto.<br />

"Perdere il passato significa<br />

perdere il futuro" (frase attribuita<br />

a Wang Shu)<br />

Come ricordava il prof. Fondelli<br />

in una pubblicazione del 2004<br />

curata da IGM, “l’importanza<br />

di una cartografia tecnica a<br />

grande scala emerse in tutta la<br />

sua immediata urgenza, con il<br />

Fig. 1 - Schema delle principali strategie di Regione Toscana per la qualità<br />

dell'informazione territoriale.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 15


REPORT<br />

trasferimento alle Regioni italiane<br />

a statuto ordinario delle<br />

funzioni svolte dagli Organi<br />

centrali e periferici dello Stato<br />

in materia territoriale, operato<br />

dal DPR 15 gennaio 1972 n.8,<br />

nella comune convinzione che<br />

lo sviluppo armonico delle risorse<br />

naturali, la progettazione<br />

delle infrastrutture e la gestione<br />

del territorio, richiedessero una<br />

conoscenza molto più approfondita<br />

del territorio interessato,<br />

di quella tradizionalmente<br />

offerta dalla Carta topografica<br />

d’Italia alla scala 1:25.000 fino<br />

al quel momento disponibile”.<br />

La Carta Tecnica Regionale<br />

(CTR) nasceva infatti per individuare,<br />

alla scala opportuna e<br />

con un rilievo aggiornato prodotto<br />

mediante aerofotogrammetria,<br />

l’insieme degli elementi<br />

topografici da misurare e porre<br />

in relazione ma costituiva al<br />

contempo il riferimento topografico<br />

per la formazione di tutte<br />

le altre carte tematiche.<br />

Così, come in altre regioni,<br />

anche la Toscana fin dai primi<br />

anni ’70 ha realizzato appositi<br />

rilievi aerofogrammetrici,<br />

mostrando tuttavia anche una<br />

specifica lungimiranza (compresa<br />

e ripresa interamente ahimè<br />

solo molti anni dopo), quella<br />

relativa all’importanza del telerilevamento<br />

e nello specifico alla<br />

necessità di effettuare periodici<br />

rilievi di tutto il territorio regionale<br />

a prescindere dalla restituzione<br />

cartografica.<br />

Si legge infatti nella deliberazione<br />

di Consiglio Regionale del<br />

1975 che approva il progetto<br />

del primo rilievo coevo su tutta<br />

la Toscana quanto segue: “considerato<br />

come la disponibilità<br />

di rilievi aerofotogrammetrici<br />

di tipo e scala opportuni periodicamente<br />

aggiornabili, costituisce<br />

di per sé, anche prescindendo<br />

dalla restituzione cartografica,<br />

una documentazione di<br />

base indispensabile per corrette<br />

determinazioni di ordine comprensoriale,<br />

programmatorio e<br />

di pianificazione, nonché insostituibile<br />

strumento di consultazione<br />

storica per l’evoluzione<br />

del territorio nei suoi molteplici<br />

aspetti e che, quindi, appare<br />

opportuno procedere alla copertura<br />

aerofotogrammetrica<br />

dell’intero territorio regionale”.<br />

I rilievi aerei vengono infatti<br />

ritenuti, si legge ancora nella<br />

delibera del 1975, come la<br />

migliore soluzione di documentazione<br />

possibile, poiché<br />

“costituisce una valida base alle<br />

attività preminenti nel campo<br />

dell’urbanistica, dell’uso del<br />

territorio, della viabilità, dell’agricoltura,<br />

della tutela del patrimonio<br />

forestale e ambientale,<br />

della individuazione dei bacini e<br />

della regolamentazione dei corsi<br />

d’acqua, nonché della protezione<br />

delle coste”.<br />

Insomma, quello che oggi sono<br />

i sistemi di Osservazione della<br />

Terra per l’intero pianeta,<br />

lo erano prim’ancora i rilievi<br />

con le piattaforme aeree. E in<br />

quest’ottica le Regioni hanno<br />

programmato, progettato, acquisito<br />

e archiviato centinaia<br />

di immagini che costituiscono<br />

oggi un patrimonio informativo<br />

molto prezioso: si pensi che solo<br />

la Regione Toscana vanta un<br />

archivio di oltre 250.000 fotogrammi<br />

acquisiti in quasi cento<br />

campagne di rilievi (di cui 86 di<br />

titolarità propria). Senza parlare<br />

della cartografia, sia topografica<br />

(es. CTR) che tematica (es. carta<br />

di uso e copertura del suolo),<br />

che di tipo “costitutivo” (es.<br />

vincoli culturali e paesaggistici),<br />

derivata spesso proprio dai dati<br />

telerilevati e nel tempo aggiornata<br />

periodicamente.<br />

La cartografia che ne è derivata,<br />

tuttavia, per molto tempo ha<br />

spostato l’attenzione dall’informazione<br />

alla sua rappresentazione,<br />

dal dato al documento,<br />

mentre oggi stiamo passando<br />

dalla cura nel linguaggio da<br />

utilizzare (la rappresentazione<br />

dell’informazione appunto) alla<br />

saturazione informativa (dal<br />

messaggio al solo dato) che, secondo<br />

alcuni, sta vanificando il<br />

ruolo della “cartografia”, mentre<br />

al contrario altri pensano che lo<br />

stia rilanciando.<br />

Uno stralcio del primo rilievo aereo coevo su tutto il territorio regionale, realizzato da<br />

Regione Toscana nel 1975.<br />

Rinnovare il ruolo degli Uffici<br />

Cartografici delle Regioni<br />

Torniamo dunque al punto di<br />

partenza domandandoci quale<br />

sia l’utilità della cartografia e<br />

16 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>


REPORT<br />

dunque il ruolo di un “Ufficio<br />

cartografico”: le carte sono una<br />

rappresentazione della realtà<br />

del territorio, sono un prodotto<br />

grafico nel quale si riportano<br />

in modo sintetico il lavoro di<br />

misura e comprensione del<br />

territorio. La cartografia è uno<br />

strumento utile alla descrizione<br />

del territorio, necessaria per<br />

visualizzare i dati e le loro relazioni,<br />

non per farne una copia<br />

esatta (noto il paradosso di<br />

Jorge Luis Borges relativo alla<br />

«Mappa dell’Impero» in scala<br />

1:1) a meno che non si operi<br />

nel mondo della ricerca scientifica<br />

o in particolari tipi di funzioni,<br />

come quella relativa alle<br />

emergenze, dove (ammesso che<br />

possa succedere) la tendenza alla<br />

costruzione dei “gemelli digitali”<br />

può assumere tutta un’altra<br />

rilevanza.<br />

È evidente che negli ultimi anni<br />

(direi dall’entrata in operatività<br />

del programma Copernicus)<br />

stiamo assistendo ad un’esplosione<br />

dell’acquisizione dei dati<br />

territoriali che facilitano la produzione<br />

di elaborazioni tematiche;<br />

ma come possono questi<br />

dati tradursi in una maggiore<br />

conoscenza anche per supportare<br />

le funzioni amministrative<br />

degli enti territoriali che governano<br />

il territorio?<br />

La risposta non è univoca,<br />

ma potremmo ripartire riconsiderando,<br />

in primo luogo<br />

all’interno delle Regioni, il<br />

ruolo della tecnica cartografica.<br />

Riconoscendo che la facilità di<br />

accesso all’acquisizione dei dati<br />

da elaborare non sostituisce il<br />

sapere cartografico necessario<br />

per produrre informazione certificata<br />

da porre alla base del<br />

procedimento amministrativo.<br />

Ripartiamo riconoscendo e valorizzando<br />

il ruolo centrale delle<br />

Regioni anche in questo campo;<br />

recuperiamo il forte coordinamento<br />

tra le regioni che è nato<br />

(e probabilmente ha toccato il<br />

suo apice) solo grazie al Centro<br />

Interregionale di coordinamento<br />

e documentazione per i problemi<br />

inerenti alle informazioni<br />

territoriali costituito, a seguito<br />

della conferenza nazionale sulla<br />

cartografia, promossa ed organizzata<br />

proprio dalla Regione<br />

Toscana nel 1979 ma fortemente<br />

voluta anche da Piemonte,<br />

Veneto, ecc.<br />

L’ufficio Cartografico della<br />

Regione Toscana<br />

In quest’ottica la strategia generale<br />

che persegue la Regione<br />

Toscana è quella che prevede<br />

oltre all’implementazione anche<br />

il miglioramento dell’informazione<br />

territoriale alla base<br />

dell’azione amministrativa,<br />

salvaguardando e valorizzando<br />

il patrimonio conoscitivo costruito<br />

in 50 anni di attività.<br />

Strategia che, nell’operatività, si<br />

declina in due obiettivi principali<br />

che tendono a rendere più<br />

efficiente il sistema informativo<br />

territoriale regionale: 1) la rinnovata<br />

attenzione alla qualità<br />

del dato; 2) l’integrazione delle<br />

fonti di acquisizione.<br />

Obiettivi che si raggiungono in<br />

primo luogo attuando rinnovate<br />

azioni di condivisione e coordinamento.<br />

Ovvero, condivisione<br />

della programmazione delle acquisizioni<br />

e poi delle specifiche<br />

tecniche dei dati che, se adeguatamente<br />

svolte, consentono di<br />

intercettare eventuali sinergie,<br />

parlare un linguaggio noto (a<br />

chiunque voglia poi acquisire/<br />

comprendere il dato) e identificare<br />

e risolvere i potenziali<br />

problemi che potrebbero verificarsi<br />

prima che diventino critici<br />

per le tempistiche, i budget o<br />

la qualità del prodotto finale.<br />

In riferimento alla programmazione<br />

in Toscana viene annualmente<br />

approvato dalla Giunta<br />

regionale un atto di indirizzo<br />

dove sono definite le priorità<br />

per l’aggiornamento della Base<br />

Informativa Territoriale (BIT)<br />

ed è prevista una convenzione<br />

per la partecipazione degli altri<br />

Enti che vogliono partecipare<br />

alla costruzione della BIT; mentre<br />

in riferimento le specifiche<br />

tecniche dei dati territoriali<br />

sono approvate/aggiornate con<br />

decreto.<br />

Obiettivi che si perseguono poi<br />

anche mantenendo le consolidate<br />

verifiche sui dati e prevedendo<br />

periodiche bonifiche<br />

dei dati ormai obsoleti o incoerenti<br />

(da sempre in Regione<br />

Fig. 3 – Uno stralcio dell'ultimo rilievo aereo coevo su tutto il territorio regionale, realizzato<br />

da Regione Toscana nel 2023.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 17


REPORT<br />

le verifiche vengono svolte ad<br />

opera di soggetti terzi rispetto<br />

a chi produce il dato). Ma anche<br />

implementando la verità<br />

a terra (la Regione ha proprio<br />

recentemente affidato rilievi per<br />

aggiornare gli oltre 330 punti di<br />

controllo fotografici, verificare<br />

oltre 3000 elementi a campione<br />

della “carta” di uso e copertura<br />

del suolo, acquisito oltre 150<br />

punti di campionatura per firme<br />

spettrali). Continuando poi<br />

ad acquisire le informazioni di<br />

base da rilievi aerofotogrammetrici<br />

(RGB+infrarosso con GSD<br />

medio 15 cm) con un processo<br />

certificato in tutte le sue fasi<br />

(dopo quello del 2021, ad<br />

integrazione dei consueti voli<br />

Agea, è stato fatto un nuovo<br />

volo regionale coevo su tutta la<br />

Toscana nel 2023 in corso di rilascio<br />

per tutti e in maniera gratuita).<br />

Organizzando infine, in<br />

maniera graduale, l’impiego dei<br />

dati satellitari all’interno dei sistemi<br />

informativi territoriali (in<br />

Toscana la Giunta regionale ha<br />

approvato dal 2019 due accordi<br />

con l’Agenzia Spaziale Italiane<br />

e due con l’Agenzia Spaziale<br />

Europea, finalizzati proprio a<br />

questo scopo, compresa la necessaria<br />

formazione).<br />

Guardiamo avanti<br />

Se quelle viste sopra sono le linee<br />

strategiche, operativamente<br />

parlando adesso è necessario<br />

mettere in pratica -tutti insieme-<br />

quanto già da anni è ampiamente<br />

condiviso (ma pare<br />

dimenticato), magari con qualche<br />

piccolo correttivo, ad esempio:<br />

il dato va acquisito una<br />

sola volta alla scala più opportuna<br />

(mentre in Italia abbiamo<br />

almeno 4 diverse banche dati di<br />

uso e copertura del suolo, con<br />

investimenti al seguito); occorre<br />

rispettare gli standard (magari<br />

prima di imporli cercare di<br />

condividerli in maniera trasparente<br />

e realmente partecipativa<br />

con tutti i soggetti interessati);<br />

occorre riportare la metainformazione<br />

ad una forma più<br />

snella e renderla obbligatoria,<br />

seriamente.<br />

Per fare tutto questo, potrebbe<br />

essere utile anche solo riconoscere<br />

(nuovamente e/o rinnovare)<br />

il ruolo di coordinamento<br />

di un Ufficio Cartografico regionale?<br />

Oppure, è più efficace,<br />

imporre a chiunque produca<br />

un dato geografico per la PA di<br />

usare un processo standardizzato<br />

che si concretizzi alla fine<br />

in un certificato di attendibilità<br />

Fig. 4 - La stessa zona dei rilievi aerei delle figure precedenti rappresentata nella CTR e<br />

nella copertura/uso del suolo.<br />

che ne valida il superamento di<br />

soglie minime di qualità?<br />

Su questo secondo punto potremmo<br />

aprire un dibattito<br />

infinito (e probabilmente la<br />

difficoltà di superare certi livelli<br />

potrebbe portare alla paralisi<br />

o all’inefficacia del sistema),<br />

mentre rispetto alla soluzione<br />

di rinnovare il ruolo dell’Ufficio<br />

Cartografico regionale di<br />

supporto a tutti gli altri, basterebbe<br />

forse solo prendere atto e<br />

pensarlo con un nuovo assetto<br />

organizzativo, non più statico:<br />

oggi è evidentemente “a geometria<br />

variabile” nel tempo e<br />

nello spazio (non è un’isola ma<br />

un arcipelago) è fatto da tanti<br />

operatori nei diversi Uffici di<br />

settore e deve necessariamente<br />

avere un nucleo centrale stabile,<br />

dotato delle principali figure<br />

altamente qualificate necessarie<br />

al processo di costruzione e gestione<br />

dell’informazione georeferenziata,<br />

ovvero lo specialista:<br />

nel telerilevamento, in topografia,<br />

nella rappresentazione<br />

dell’informazione sia essa di carta<br />

che su webgis, nella gestione<br />

dell’infrastruttura informatica,<br />

ecc. ma al tempo stesso deve<br />

essere capace di comunicare con<br />

i vari soggetti (le altre isole) che<br />

producono, ciascuno nella sua<br />

materia, i dati territoriali tematici<br />

necessari allo svolgimento<br />

delle funzioni amministrativa<br />

curata.<br />

Mentre il nucleo centrale, nodo<br />

di una rete che si connette agli<br />

uffici tecnici degli enti territoriali<br />

e a quelli centrali (che<br />

dovrebbero occuparsi solo di<br />

coordinare requisiti minimi<br />

omogenei alla scala nazionale),<br />

deve conoscere e presidiare<br />

il rispetto degli oltre 30 testi<br />

normativi che disciplinano la<br />

materia cartografica, le isole<br />

tematiche (i colleghi dei diversi<br />

uffici aree protette, viabilità,<br />

agricoltura, foreste ecc.) dovrebbero<br />

solo ricordarsi di consul-<br />

18 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>


REPORT<br />

tare preventivamente l’Ufficio<br />

Cartografico. Questo Ufficio<br />

può, anzi deve, aiutarli a seguire<br />

le specifiche fasi necessarie<br />

per la produzione dell’informazione<br />

georeferenziata (quelle<br />

che vanno dalla programmazione,<br />

alla progettazione delle<br />

specifiche tecniche secondo la<br />

normativa europea e nazionale<br />

ma anche regionale, all’acquisizione<br />

con le verifiche in corso<br />

d’opera, all’archiviazione e al<br />

rilascio); oltre che, ovviamente,<br />

trasmettere un minimo di alfabetizzazione<br />

cartografica che<br />

non può ridursi a conoscere le<br />

sole regole di funzionamento<br />

di un software GIS (esattamente<br />

come conoscere un programma<br />

di videoscrittura non<br />

significa saper scrivere un atto<br />

normativo).<br />

Oggi sono molti i servizi che<br />

restituiscono informazioni georeferenziate<br />

e chiunque, scaricandosi<br />

un software GIS gratuito,<br />

può avventurarsi nell’uso<br />

o addirittura nella produzione<br />

di dati territoriali, ma non per<br />

questo ottiene/produce un’informazione<br />

utile e affidabile.<br />

Se non sappiamo gestire<br />

questo cambiamento saremo<br />

sepolti da una mole di dati di<br />

nessun valore, che non produco<br />

informazione ma incertezze<br />

e perderemo per sempre la<br />

memoria perseverando negli<br />

stessi errori. Abbiamo bisogno<br />

di “illuminati” che sappiano<br />

guidare questo cambiamento<br />

ma, nel frattempo che attendiamo<br />

una guida, potremmo<br />

iniziare il percorso riconoscendo<br />

nuovamente la figura<br />

del "cartografo", professione<br />

finalmente entrata quest’anno<br />

anche nella classificazione delle<br />

professioni curata da ISTAT. Il<br />

perché è semplice e in termini<br />

generali lo diceva già nel 1975<br />

l’Assessore all’Urbanistica della<br />

Regione Toscana Giacomo<br />

Maccheroni: “Le conseguenze<br />

di ogni mancato riscontro tra<br />

conoscenza del reale e ipotesi<br />

progettuali, si pagano nella<br />

sfera accademica con fughe<br />

nell’utopia, nella sfera pratica<br />

in termini di spreco di spazio e<br />

di distruzione di risorse."<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Cartografia; GIS; telerilevamento; dati<br />

territoriali; qualità; Regioni; funzioni<br />

amministrative.<br />

ABSTRACT<br />

Administrative action must base decisions<br />

on certified georeferenced cognitive elements<br />

because errors and inaccuracies can affect<br />

public decision-making. With this in mind, the<br />

Tuscany Region's overall strategy is one that<br />

includes, in addition to the implementation of<br />

remote sensing data, improving the quality of<br />

spatial data produced as part of the administrative<br />

functions under its jurisdiction. To do this,<br />

the Region renews the role of its Cartographic<br />

Office, recognizing its variable geometry but<br />

placing it at the center of the complex coordination<br />

system for the certified acquisition of<br />

georeferenced information.<br />

AUTORE<br />

Ilaria Tabarrani<br />

ilaria.tabarrani@regione.toscana.it<br />

Ufficio Cartografico Regionale<br />

Regione Toscana<br />

Rielaborazione del contributo presentato<br />

per Regione Toscana nell’ambito<br />

della Sessione “Impianti e progetti<br />

geocartografici nazionali e territoriali.<br />

Quali direzioni, percorsi, scenari”<br />

dell’evento: La trasformazione digitale è<br />

già in atto…e la componente geografica,<br />

stavolta, è protagonista per davvero!,<br />

16 ottobre 2023 Roma<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 19


Sud-est del Kenya<br />

Il sorprendente contrasto del variegato<br />

paesaggio nel sud-est del Kenya è mostrato in questa<br />

immagine a falsi colori catturata da Copernicus Sentinel-2.<br />

La Repubblica del Kenya si trova nell'Africa orientale ed è rinomata per<br />

i suoi paesaggi naturalistici panoramici e le vaste riserve naturali.<br />

La sua bassa pianura costiera di fronte all'Oceano Indiano ospita alcune delle<br />

spiagge più belle dell'Africa, che nell'immagine possono essere riconosciute come<br />

strisce di colore marrone chiaro lungo tutta la costa.<br />

Alcune insenature naturali sono visibili lungo la costa nelle tonalità dell'azzurro. Mombasa,<br />

il porto principale del Kenya e la seconda città in estensione, si trova sulla grande insenatura<br />

visibile nella parte inferiore dell'immagine.<br />

La famosa città turistica di Malindi può essere individuata come una area grigia sulla costa a circa<br />

120 km a nord-est di Mombasa, alla foce del fiume Athi-Galana-Sabaki, il secondo fiume più lungo<br />

del Kenya. Il corso del fiume può essere visto in alto a sinistra dell'immagine. Scorre in direzione sudovest<br />

e conclude il suo percorso sfociando nell'Oceano Indiano.<br />

Questa immagine a falsi colori è stata elaborata includendo il canale nel vicino infrarosso di Copernicus<br />

Sentinel-2. Questo tipo di combinazione di bande è più comunemente usato per valutare la densità e<br />

la salute delle piante, poiché le piante riflettono il vicino infrarosso e la luce verde, mentre assorbono<br />

il rosso. Poiché riflettono più il vicino infrarosso che il verde, il terreno denso di copertura di piante<br />

appare di colore rosso brillante.<br />

La striscia rossa di terra lungo la costa indica aree densamente vegetate, tra cui varie riserve naturali<br />

e parchi. Questo fatto contrasta con le aree verdi e gialle dell'entroterra, che al contrario appaiono<br />

relativamente prive di vegetazione.<br />

Uno strato di nuvole simili a ‘popcorn’ si estende uniformemente sulle aree vegetate lungo<br />

la costa. Queste nuvole sono il risultato del vapore acqueo evaporato dagli alberi e da<br />

altre piante. Man mano che l'aria sale, si raffredda e il vapore acqueo si condensa<br />

nelle minuscole nuvole che sono qui visibili.<br />

Crediti: contains modified Copernicus Sentinel data (<strong>2024</strong>),<br />

processed by ESA<br />

Traduzione: Gianluca Pititto


REPORT<br />

Enti Locali ancora una volta al<br />

centro (nel segmento automotive)<br />

Il rinnovo delle principali banche dati<br />

attinenti la viabilità stavolta è necessario<br />

di Valerio Zunino<br />

Oggi sussistono due<br />

problematiche rilevanti<br />

nella gestione del patrimonio<br />

informativo a<br />

valenza territoriale, alla<br />

scala comunale cosi<br />

come a quella provinciale<br />

o sovraordinata.<br />

La prima gode di ottima<br />

salute, nonostante sia<br />

avvertita almeno fin<br />

dalla metà degli anni<br />

'90 da parte degli EELL<br />

e degli altri players che<br />

necessitano dati geografici<br />

per le loro attività o<br />

procedure correnti.<br />

Perchè la seconda questione<br />

è invece decisamente<br />

recente anzi nuova di<br />

zecca, e riguarda gli effetti di<br />

un Regolamento UE che a dispetto<br />

dell'annualità di approvazione<br />

(2019/2044), entrerà<br />

in vigore, e lo farà in forze, a<br />

partire dal prossimo 7 luglio. Si<br />

tratta di lSA (Intelligent Speed<br />

Assistant), innovazione facente<br />

parte di un pacchetto più ampio<br />

di regole inerenti il sostanziale<br />

controllo dell'attitudine alla<br />

guida, che interesserà fondamentalmente<br />

tutti, o almeno<br />

coloro tra noi che dispongano<br />

di un permesso di condurre<br />

(francesismo buono) che sia<br />

in corso di validità a partire da<br />

quella data.<br />

E questo poichè è certamente<br />

vero che l'obbligo della dotazione<br />

ISA all'interno di ciascun autoveicolo<br />

di nuova immatricolazione<br />

coinvolge fin d'ora solo<br />

e soltanto i produttori, ma forse<br />

ben presto risulterà anche ben<br />

più reale e tangibile il fatto che<br />

le conseguenze di ciò che ISA<br />

implica annetterà invece ciascun<br />

automobilista, per il tramite dei<br />

soggetti economici tradizionalmente<br />

investiti (!) del compito<br />

della pianificazione, manutenzione<br />

e riordino della segnaletica<br />

in questione, affinchè possa<br />

divenire adatta a ricevere tali<br />

novità tecnologiche giocoforza<br />

basate proprio su di essa.<br />

ISA agisce in particolar modo<br />

e, come vedremo tra poco in<br />

misura piuttosto spiccata, sulle<br />

informazioni derivanti dalla<br />

segnaletica dei limiti di velocità<br />

esposta su tutta la rete stradale<br />

di un qualsiasi Paese dell'Unione.<br />

E lo fa in due modi in<br />

un certo senso alternativi: in<br />

funzione del grado di efficacia<br />

della lettura del segnale su strada,<br />

realizzata in tempo reale da<br />

un mini sistema di videocamere<br />

sistemate all'interno del veicolo,<br />

nonché attraverso una banca<br />

dati geografica dei segnali medesimi,<br />

preventivamente rilevata<br />

e depositata fra i livelli informativi<br />

della navigazione, capace di<br />

sostituirsi alla prima modalità in<br />

caso di segnaletica illeggibile per<br />

le più svariate ragioni, manutentive,<br />

ambientali, ecc.<br />

Ma che cosa c'entrano gli Enti<br />

Locali e le altre Istituzioni preposte?<br />

Beh, in parte si tratta di<br />

una questione manutentiva - lo<br />

abbiamo già accennato - ma c'è<br />

22 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>


REPORT<br />

molto di più. ISA, e quindi in<br />

sostanza tutte le auto di imminente<br />

nuova immatricolazione,<br />

emette un triplice o quadruplice<br />

avviso acustico per ogni superamento<br />

di ciascuno dei limiti di<br />

velocità riscontrati sul territorio<br />

in modalità live o da banca dati<br />

preinstallata. E questo in una<br />

prima fase, a seguito della quale<br />

si passerà direttamente al blocco<br />

automatico e parziale dell'effetto<br />

desiderato sul pedale dell'acceleratore.<br />

E' chiaro che a questo punto è<br />

probabile che intorno alla fantasia<br />

di un certo numero di lettori<br />

sopraggiunga la curiosità di sapere<br />

in quale condizione di fruibilità<br />

effettiva versi la rete infrastrutturale<br />

della segnaletica dei<br />

limiti di velocità in Italia. Bene,<br />

ci ha pensato Quattroruote,<br />

almeno a MIlano. In un'indagine<br />

che ha coinvolto il test<br />

su sei diversi veicoli dotati di<br />

ISA, guidati in zona tangenziale<br />

ovest ed un po' più a sud, in<br />

corrispondenza di tratti stradali<br />

misti. Cartelli contraddittori<br />

in rapida sequenza, storti,<br />

sbiaditi o posizionati con un<br />

orientamento non ortogonale<br />

alla direzione di marcia, mancata<br />

rimozione di un segnale da<br />

cantiere che è stato lasciato sul<br />

posto a lavori conclusi, segnaletica<br />

allestita in modo approssimativo<br />

o strumentale per scopi<br />

che poco hanno a che fare con<br />

la sicurezza. Sono queste alcune<br />

delle problematiche riscontrate,<br />

in un contesto viario talmente<br />

ricco di segnaletica e di prescrizioni,<br />

tale da totalizzare in una<br />

distanza complessiva di quasi 40<br />

km, qualcosa come trentadue<br />

variazioni di velocità imposte,<br />

ovvero mediamente un cartello<br />

ogni 1.265 metri, con punte<br />

di tre prescrizioni diverse in un<br />

rettilineo nello spazio di 700<br />

metri: rispettarle o assecondarne<br />

il rispetto con il supporto di<br />

ISA significa concentrarsi esclusivamente<br />

su quello, tralasciando<br />

una parte dell'attenzione<br />

necessaria alla guida stessa. E<br />

senza badare – per il momento<br />

- ai fattori più preoccupanti,<br />

attinenti la pericolosità per gli<br />

utenti e il traffico irrazionale e a<br />

scatti che ne deriva.<br />

La segnaletica presente, allo stato<br />

attuale, non è né ordinata né<br />

sensata. Di conseguenza la riorganizzazione<br />

della rete inerente<br />

gli speed limits, il suo buon grado<br />

manutentivo e soprattutto<br />

la conseguente fluidità di una<br />

percorrenza stradale effettiva<br />

nell'ambito di una circolazione<br />

veicolare che all'improvviso si<br />

irrigidisce di un altro step evolutivo<br />

nel lungo percorso verso<br />

la guida autonoma di livello 5,<br />

diventa ora e alla prova dei fatti<br />

una necessità imperativa e impellente<br />

da soddisfare, comportando<br />

in tanti casi una nuova<br />

pianificazione e un parziale rifacimento<br />

della segnaletica stessa.<br />

ISA rappresenterà, a breve e tra<br />

le altre cose, un parametro incontestabile<br />

della qualità di una<br />

infrastruttura viaria stradale,<br />

almeno per quel che riguarda la<br />

sua percorribilità attraverso le<br />

prescrizioni dei limiti di velocità<br />

che le verranno ri-assegnati, si<br />

presume con crescente attenzione<br />

in ogni suo singolo tratto da<br />

parte delle Autorità competenti.<br />

Ma che cosa sta facendo<br />

StudioSit SA in questo spazio?<br />

Sta aiutando le Amministrazioni<br />

a rivedere la segnaletica verticale<br />

in un'ottica (leggasi necessità<br />

ancor più che obbligo) di adeguamento<br />

effettivo della fluidità<br />

di guida in favore della collettività<br />

degli automobilisti, non<br />

tanto perchè piaccia agli Enti<br />

Locali migliorare le condizioni<br />

di attraversamento dei propri<br />

territori tramite viabilità ordinaria,<br />

quanto piuttosto al fine di<br />

evitare conseguenze ben più impattanti,<br />

anche al livello politico<br />

locale. Due limiti consecutivi e<br />

soltanto parzialmente giustificabili<br />

nelle rispettive prescrizioni<br />

di 110 e 40 km/h, posti su di<br />

una strada a distanza ravvicinata,<br />

possono risultare ininfluenti<br />

soltanto quando vengono<br />

ignorati. Se nel gioco entra una<br />

variabile che progressivamente<br />

autogestisce il traffico basandosi<br />

su tali prescrizioni, queste ultime<br />

devono essere normalizzate.<br />

Sarà anche solo uno dei tanti<br />

atteggiamenti invasivi dei dati<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 23


REPORT<br />

sulle nostre vite, ma osserviamolo<br />

con positività, ci sono le<br />

condizioni per farlo. Oltre a<br />

non esistere altra scelta.<br />

StudioSit SA Sta percorrendo<br />

tutte le strade italiane, sta<br />

desumendo tramite Artificial<br />

Intelligence tutte le prescrizioni<br />

di limite di velocità esistenti,<br />

attribuendo loro le rispettive<br />

coordinate geografiche e conseguentemente<br />

costruendo la<br />

mappatura dei limiti di velocità<br />

d'Italia.<br />

La seconda questione, altrettanto<br />

pienamente coinvolta dalla<br />

rivoluzione geo-automotive<br />

in corso, è quella che riguarda<br />

un'altra necessità di normalizzazione,<br />

la cui onda lunga<br />

non smette di alimentarsi. Gli<br />

indirizzi, nella loro componente<br />

più preziosa (un toponimo, un<br />

numero civico e una posizione<br />

geografica), stanno attraversando<br />

una fase di bonifica lenta e<br />

inesorabile, caratterizzata dagli<br />

elementi completezza, aggiornamento<br />

e accuratezza e mossa<br />

dal fattore domanda, finalmente<br />

protagonista in misura significativa<br />

e insistente.<br />

Non solo l'importanza del livello<br />

informativo dei numeri<br />

civici georiferiti non accenna<br />

a diminuire, sembra piuttosto<br />

che questo aumento non lo si<br />

sappia battezzare in un modo o<br />

nell'altro; sappiamo che sussiste<br />

e che contribuisce ad arricchire<br />

un mercato dei dati geografici<br />

che per quanto riguarda quegli<br />

strati informativi diciamo cosi,<br />

di ampia diffusione, riporta<br />

annualmente livelli di pricing<br />

incredibilmente stabili, almeno<br />

in un Paese come il nostro, dove<br />

è difficile ottenere opendata<br />

qualificati, sistematicamente<br />

aggiornati e di alta qualità in<br />

materia di geoinformazione a<br />

grande e grandissima scala.<br />

I circa 24 milioni reali ed<br />

univoci di cui si compone la<br />

banca dati georiferita nazionale<br />

aggiornata dei numeri civici<br />

rilevati e di proprietà StudioSit<br />

SA (con l'eccezione di un 13%<br />

di territori comunali resi disponibili<br />

in opendata di elevato<br />

standard e precisione geometrica),<br />

rappresenta oggi il dato<br />

geografico di riferimento per<br />

tutti gli Enti Locali italiani, per<br />

le multiutilities e per gli altri<br />

soggetti pubblici e privati in<br />

qualche modo interessati alla<br />

gestione, alla pianificazione o<br />

alla segmentazione investitoria<br />

di territori abbastanza ampi sui<br />

quali poter realizzare le proprie<br />

analisi geolocalizzative necessarie<br />

alle varie attività produttive<br />

e di servizio.<br />

Nel caso degli Enti Locali (comuni<br />

e province in particolare)<br />

e delle Aziende si servizi pubblici,<br />

disporre di questa banca dati<br />

consente di poter padroneggiare<br />

al contempo la fiscalità locale,<br />

la gestione delle utenze e delle<br />

bollettazioni, gli interventi manutentivi,<br />

la pianificazione strategica<br />

e ottimale dei servizi di<br />

raccolta rifiuti e la distribuzione<br />

di risorse al cittadino (verde<br />

pubblico, piste ciclabili, etc...).<br />

Ma per gli stessi soggetti, significa<br />

altresì cogliere l'occasione<br />

per riordinare la toponomastica<br />

stessa, cosa da non sottovalutare<br />

mai. Anche in ragione<br />

della progressiva automazione<br />

della guida automobilistica, che<br />

come si scriveva poc'anzi, è processo<br />

che non farà sconti sulle<br />

nostre strade.<br />

Come abbiamo già avuto<br />

modo di approfondire in altri<br />

contributi su questa e altre<br />

riviste di settore, l'Italia è un<br />

Paese difficile da rappresentare<br />

esaurientemente sul piano<br />

cartografico quantitativo (GIS)<br />

a grande scala, in particolare<br />

dove il segmento informativo di<br />

interesse sia quello toponomastico<br />

e stradale, e ciò a causa di<br />

elementi facenti riferimento alla<br />

morfologia, alla presenza di una<br />

povertà sociale diffusa in aree<br />

svantaggiate e di un numero di<br />

centri storici che per bellezza<br />

incomparabile purtroppo non<br />

godono (diremo anche per fortuna)<br />

di altrettanta facilità di<br />

percorrenza stradale e a volte<br />

persino pedonale. Ve ne sono<br />

altre, ma queste sono alcune<br />

delle motivazioni per le quali i<br />

prezzi dei numeri civici georiferiti,<br />

quelli integrali naturalmente,<br />

non accennano a diminuire.<br />

Naturalmente sono stati invece<br />

e comunque premiati quei Paesi<br />

che in passato avevano provveduto<br />

a investire sulle attività di<br />

rilevamento rivelatesi magari<br />

anche un po' più agevoli che<br />

non da noi, e che ora stanno<br />

raccogliendo i risultati, essendosi<br />

i rispettivi governi prefigurati<br />

e premurati di una politica di<br />

aggiornamento dei dati condivisa<br />

tra i diversi soggetti aventi<br />

le diverse responsabiità sul territorio.<br />

Durante l'anno in corso, ma<br />

24 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>


REPORT<br />

fin da tempi non sospetti,<br />

StudioSIt SA ha potuto definire<br />

un modello di archiviazione<br />

e di aggiornamento dati, che<br />

i propri clienti internazionali<br />

hanno definito il migliore del<br />

sud Europa; questo modello<br />

non dimentica l'adeguamento<br />

alla direttiva ANNCSU diramata<br />

da ISTAT, ma anche in<br />

quest'ottica pone l'accento sul<br />

fatto che nel passato, i numeri<br />

civici del nostro Paese erano<br />

stati mappati senza affrontare e<br />

superare le difficoltà che abbiamo<br />

appena accennate. Fino a<br />

qualche anno fa gli stessi grandi<br />

player disponevano di banche<br />

dati incomplete ancorchè magari<br />

interessanti con riferimento<br />

ai numeri civici; negli scorsi<br />

decenni questi operatori hanno<br />

fatto il mercato, realizzando<br />

un'offerta che è stata recepita<br />

da una domanda ancora incerta<br />

e tuttavia attratta da soluzioni<br />

game changer, come potevano<br />

ad esempio essere quelle fondate<br />

sull'utilizzo dei primi navigatori<br />

per auto. D'altra parte è un<br />

classico, l'offerta genera la domanda<br />

e lo fa spesso attraverso<br />

intuizioni.<br />

Ma con il passare del tempo,<br />

e complice proprio il fatto che<br />

questo livello informativo sembra<br />

non conoscere crisi, ebbene<br />

sul reiterato utilizzo dei dati<br />

geografici toponomastici e dei<br />

numeri civici, proprio su di<br />

esso, è cresciuta la consapevolezza<br />

da parte degli utilizzatori<br />

più attenti, soprattutto da parte<br />

di quelli che appartengono a un<br />

segmento di mercato in cui la<br />

posizione precisa di un indirizzo<br />

è maledettamente importante<br />

e decisiva, insieme alla sua disponibilità<br />

diffusa e completa<br />

su di un territorio; insomma la<br />

domanda più evoluta ha manifestato<br />

e tuttora sta esprimendo<br />

un disagio nella disponibilità di<br />

livelli informativi a carattere geografico<br />

inadeguati alle esigenze<br />

che le erano state prospettate.<br />

Naturalmente ci sono ambiti<br />

produttivi che per vocazione<br />

professionale non ricevono dalle<br />

proprie esperienze professionali<br />

un input, una spinta, verso la<br />

manifestazione di una domanda<br />

più strutturata. Mentre sul<br />

fronte degli investimenti e della<br />

gestione immobiliare, della<br />

fiscalità locale e centrale, delle<br />

multiutilities a tutti i livelli ovvero<br />

dei servizi pubblici a rete<br />

sopra e sotto la superficie, la<br />

posizione (geografica) contributiva<br />

dei soggetti di imposta e<br />

degli utilizzatori sta diventando<br />

informazione decisiva, fondamentale.<br />

Di fronte a una banca dati<br />

come questa, non è fuori luogo,<br />

infine, tracciare un breve cenno<br />

tecnologico legato alla sua acquisizione<br />

ottimale: le modalità<br />

di rilevamento più efficaci e al<br />

contempo cost-effective sono<br />

più o meno le stesse di trent'anni<br />

fa e non sembra proprio<br />

che al momento ve ne possano<br />

essere di più convenienti e adeguate.<br />

Da un aereo non si legge<br />

un civico; una ripresa obliqua<br />

da drone può fare al caso ma<br />

risulta impraticabile su vasta<br />

scala. Persino la copertura da<br />

rilevamento terrestre può risultare<br />

difficoltosa. E sicuramente<br />

non è decisiva. Spesso occorre<br />

muoversi a piedi, talora per lunghi<br />

tratti.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Limiti di velocità; geolocation; automotive;<br />

Enti Locali; artificial intelligence;<br />

viabilità; patrimonio informativo; ISA; numerazione<br />

civica; pianificazione territoriale<br />

ABSTRACT<br />

The recent Union legislation, in the direction<br />

of level 3 and 4 autonomous driving, obliges<br />

car manufacturers and consequently motorists,<br />

respectively, to equip and use, among other<br />

innovations, ISA (Intelligent Speed ​Assistant),<br />

which in one step following the first, it will<br />

inhibit the use of the accelerator pedal whenever<br />

the speed limit is exceeded. The geographical<br />

and prescriptive arrangement of speed limit signs<br />

in Italy is inadequate. The consequences and<br />

solutions.<br />

AUTORE<br />

Valerio Zunino<br />

valerio.zunino@studiosit.ch<br />

StudioSit SA CEO & Founder<br />

Già docente IUAV Venezia e UNIGE<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 25


AEROFOTOTECA<br />

LA GRANDE STORIA DALL’ALTO:<br />

LA BATTAGLIA DI CASSINO,<br />

OTTANTA ANNI FA<br />

L’Aerofototeca<br />

Nazionale<br />

racconta…<br />

a cura di<br />

Alessandra Dell’Anna<br />

La parola ”archivio” nella<br />

definizione del vocabolario<br />

Treccani significa “raccolta<br />

di documenti privati o pubblici<br />

relativi a una persona,<br />

una famiglia, un comune, uno<br />

stato, ecc.”. Tante sono le storie<br />

dei comuni italiani (e non<br />

solo) raccolte nelle fotografie<br />

aeree conservate negli archivi<br />

dell’Aerofototeca Nazionale di<br />

Roma. Qui vogliamo raccontare<br />

una parte della storia della città<br />

di Cassino, nel basso Lazio,<br />

nota alla nazione intera per<br />

la sua Abbazia che svetta sul<br />

Monte da cui il centro prende<br />

il nome e che si impone ancora<br />

oggi alla vista dei tanti viaggiatori<br />

che in macchina attraversano<br />

il Paese da nord a sud, da<br />

est ad ovest.<br />

Fig. 1 – 12th Photo Reconnaissance Aerial squadron RAF, 15 marzo 1944. Le rovine dell’Abbazia<br />

sovrastano la città bombardata. © AFN, fondo MAPRW-BSR-RAF, str.28, f. 4006.<br />

Questa sua centralità è<br />

stata, in alcuni casi,<br />

anche la sua condanna.<br />

Ottant’anni fa la città con<br />

il suo monastero, si ritrovò,<br />

infatti, al centro dell’area di<br />

combattimento lungo la Linea<br />

difensiva “Gustav”, attraversata<br />

dall’unica via di comunicazione<br />

interna che permetteva ai<br />

mezzi degli Alleati di raggiungere<br />

Roma (la S.S. Casilina 6).<br />

Secondo le testimonianze dei<br />

comandanti presenti qui sul<br />

fronte fu impossibile non arrecare<br />

danni al monastero fondato<br />

da San Benedetto durante<br />

l’avanzata che costrinse le forze<br />

alleate a sostare e a combattere<br />

in questo territorio per circa<br />

nove mesi (dal settembre 1943<br />

al maggio 1944). Come si può<br />

immaginare, le ricognizioni aeree<br />

in questo punto nevralgico<br />

furono tante e sistematiche. Il<br />

nostro breve racconto parte dai<br />

voli del 15 marzo 1944 le cui<br />

immagini testimoniano senza<br />

filtri la realtà di quei momenti:<br />

le ore del bombardamento della<br />

“Città Martire”.<br />

Sulle fotografie scattate a 6000<br />

metri di altezza (20.000 piedi<br />

di quota) dal 12th Photo Reconnaissance<br />

Aerial [squadron] alla<br />

sua 485 a missione compiuta in<br />

quell’anno (questo significa la<br />

sigla 12PRA485 visibile in bas-<br />

26 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>


AEROFOTOTECA<br />

so nella foto), è documentata<br />

la Terza Battaglia di Montecassino:<br />

“15-MAR- 44, 10:45….”<br />

(fig.1).<br />

Quella mattina di marzo una<br />

squadriglia fu inviata a documentare<br />

la pioggia di bombe<br />

che stava distruggendo la città.<br />

Solo trenta giorni prima, il 15<br />

febbraio, era stato raso al suolo<br />

l’antico monastero fondato nel<br />

529 da San Benedetto, un monumento<br />

artistico e religioso di<br />

importanza mondiale. Il Comando<br />

delle Forze Alleate aveva<br />

deciso di sfruttare la superiorità<br />

aerea in modo mai fatto<br />

prima, nella convinzione che<br />

l’azione dei bombardieri fosse<br />

decisiva per rimuovere l’impasse<br />

in cui si trovava da mesi la<br />

battaglia terrestre. Alle 10.45,<br />

quando arrivarono i ricognitori<br />

della nostra foto, il bombardamento<br />

stava procedendo senza<br />

sosta da più di due ore (fig.2).<br />

L’obiettivo si era spostato ai<br />

piedi del Monte per un attacco<br />

frontale su Cassino e sulla collina<br />

del monastero, così da aprire<br />

la via alle truppe alleate tra<br />

lo schieramento nemico grazie<br />

allo sforzo congiunto di aviazione<br />

e artiglieria. Con questa<br />

offensiva la città, già duramente<br />

colpita nei mesi precedenti,<br />

sarebbe diventata un cumulo di<br />

macerie, faticoso da oltrepassare<br />

per gli stessi soldati a terra.<br />

La città, infatti, era già stata<br />

colpita gravemente a febbraio<br />

nel secondo attacco sferrato<br />

dagli Alleati che orientarono il<br />

fuoco sull’Abbazia. Due ore di<br />

bombardamento aereo e fuoco<br />

di artiglieria che distrussero il<br />

monastero per la quarta volta<br />

dalla sua fondazione, perché,<br />

secondo le ipotesi dei comandanti<br />

a capo delle operazioni,<br />

ospitava delle truppe tedesche<br />

(fig. 3, b).<br />

Il passare degli anni non ha<br />

alleggerito la gravità di tale<br />

Fig. 2 – 12th Photo Reconnaissance Aerial squadron RAF, 15 marzo 1944. La città sepolta da<br />

nuvole di fumo e di polvere durante il bombardamento. © AFN, fondo MAPRW-BSR-RAF,<br />

str.28, f. 4005.<br />

operazione e delle conseguenze<br />

che ne seguirono dal punto<br />

di vista militare e civile ma<br />

al contrario, e anche grazie al<br />

supporto delle testimonianze<br />

postume, ha consolidato la teoria<br />

che il bombardamento del<br />

monastero fu un mero errore di<br />

valutazione. Dopo ottant’anni<br />

la lettura delle critiche sull’operato<br />

da una parte, e delle<br />

motivazioni dall’altra, sugge-<br />

Fig. 3 – Le rovine dell’Abbazia prima (a) e dopo (b) il bombardamento del 15 febbraio 1944. 3rd Photo<br />

Group, 12th Squadron USAAF, 10 febbraio 1944, str.56, f. 3007 (part.); 12th Photo Reconnaissance Aerial<br />

squadron RAF, 15 marzo 1944, str.28, f. 4006 (part.). © AFN, fondo MAPRW-BSR-RAF.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 27


AEROFOTOTECA<br />

risce ancora spunti di riflessione<br />

nei racconti degli stessi<br />

cassinati: dalle giustificazioni<br />

espresse dai comandanti americani<br />

e inglesi, alla mancata<br />

condivisione della strategia da<br />

parte dei militari neozelandesi<br />

che volutamente, nonostante<br />

fossero stati chiamati a supporto<br />

della V Armata, in questa<br />

occasione rimasero semplici<br />

spettatori del disastro civile e<br />

militare a pochi km di distanza<br />

dalla città; alle testimonianze<br />

dei monaci che in sei, insieme<br />

all’Abate, riuscirono a salvare<br />

se stessi e pochi civili rifugiandosi<br />

nelle zone più basse<br />

dell’Abbazia, e nulla poterono<br />

fare per fermare e proteggere<br />

coloro che invece, per paura<br />

di rimanere schiacciati sotto le<br />

macerie del monumento colpito,<br />

persero la vita uscendo fuori<br />

allo scoperto.<br />

In questa fase critica dell’offensiva<br />

tra le Divisioni aggiunte<br />

alla V Armata, il generale<br />

H. Alexander inserì insieme<br />

a quella neozelandese e alla<br />

fanteria britannica, la 4° Divisione<br />

di fanteria indiana il cui<br />

comandante F.S. Tuker suggerì<br />

come tattica difensiva la distruzione<br />

totale del monumento<br />

accolta poi dal resto degli<br />

ufficiali.<br />

In una libreria napoletana i<br />

militari indiani avevano rintracciato<br />

un libro del 1879<br />

con piante e dettagli del monastero,<br />

compresa l’imponenza<br />

delle sue mura che suggeriva,<br />

quindi, come unica possibilità<br />

Fig. 4 – Volantino V Armata, 14 febbraio 1944, (coll. priv.).<br />

Fig. 5 - 3rd Photo Group, 5 CMS USAAF, 6 aprile 1944. L’effetto dei bombardamenti a Cassino.<br />

© AFN, fondo MAPRW-BSR-RAF, str.43, f. 3007 (part.).<br />

di accesso la porta di ingresso.<br />

A questo si aggiunse, come più<br />

volte scritto, la convinzione<br />

della presenza di soldati tedeschi<br />

all’interno dell’Abbazia di<br />

cui però fu riscontrata l’assenza<br />

dieci giorni dopo senza diffonderne<br />

ufficialmente la notizia.<br />

Una delle giustificazioni portate<br />

avanti dal comandante<br />

H. Alexander fu quella che “È<br />

dovere del comandante generale<br />

dare la preferenza alla vita dei<br />

soldati rispetto ai mattoni e al<br />

cemento, non importa quanto<br />

venerabili”. Principio che però<br />

non salvò la vita alle sue truppe,<br />

visti i successivi duri mesi<br />

di battaglia prima della liberazione<br />

della città e del territorio<br />

avvenuta solo a maggio, grazie<br />

al grosso supporto del contingente<br />

polacco.<br />

Gli scatti del 12th Squadron<br />

della RAF in volo la mattina<br />

del 10 febbraio 1944 testimoniano<br />

la situazione cinque<br />

giorni prima dalla distruzione<br />

dell’Abbazia e documentano i<br />

pesanti bombardamenti subiti<br />

dalla città nelle settimane pre-<br />

28 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>


GEOMATICA E ROBOTICA<br />

cedenti. Questi avevano solo<br />

parzialmente risparmiato il<br />

monastero, il cui tetto è visibilmente<br />

danneggiato dai colpi di<br />

cannone sparati dagli eserciti<br />

contrapposti (fig.3, a).<br />

Nel pomeriggio del 14 febbraio<br />

gli aerei alleati lanciarono dei<br />

volantini per avvisare la popolazione<br />

dell’imminente bombardamento<br />

(“Amici italiani<br />

ATTENZIONE!”), invitandola<br />

a lasciare il “Sacro Recinto” e<br />

a mettersi al riparo: ma pochi<br />

vi avevano creduto (fig.4).<br />

Sembrava impossibile che una<br />

simile azione potesse compiersi<br />

su un monumento come quello<br />

di Montecassino, anche perché<br />

vi erano delle norme che regolavano<br />

la salvaguardia dei monumenti<br />

storici e religiosi in<br />

periodo di guerra, emanate nel<br />

1943 dallo stesso generale D.<br />

Eisenhower, comandante supremo<br />

per le operazioni in Europa.<br />

Inoltre si aspettava una<br />

tregua temporanea da parte dei<br />

comandanti alleati per consentire<br />

a chi si trovava all’interno<br />

del monastero di uscire.<br />

Con un accordo tra il luogotenente<br />

tedesco Deiber, al comando<br />

di due carri armati della<br />

90esima Divisione Granatieri<br />

Panzer, e l’Abate Gregorio Diamare<br />

venne pianificata l’evacuazione<br />

del monastero per il<br />

16 febbraio alle 5 del mattino.<br />

Il bombardamento iniziò alle<br />

9:30 del 15 febbraio.<br />

Il 15 marzo 1944 toccò alla<br />

città, che fu letteralmente rasa<br />

al suolo. Dalle 8.30 alle 12.30,<br />

ad ondate di 10-15 minuti l’una<br />

dall’altra, 550 bombardieri<br />

medi e pesanti e 200 cacciabombardieri,<br />

decollati da aeroporti<br />

italiani, nordafricani ed<br />

inglesi, sganciarono su Cassino<br />

1250 (per alcuni 2000) tonnellate<br />

di bombe, lasciando sepolti<br />

sotto le macerie militari e civili.<br />

“Ci rendemmo conto che ci volevano<br />

annientare […] fu come<br />

la fine del mondo” scrisse nei<br />

suoi ricordi un soldato tedesco.<br />

Al bombardamento aereo seguì,<br />

infatti, il fuoco di artiglieria su<br />

tutta la montagna contro gli ultimi<br />

avamposti tedeschi, e poi<br />

l’avanzata di 400 carri armati<br />

accompagnati dalla fanteria<br />

neozelandese ed indiana. Toccò<br />

infatti al corpo neozelandese<br />

avanzare in città tra le rovine<br />

diventate rifugio per i paracadutisti<br />

tedeschi superstiti della<br />

1° Divisione. Questi ultimi,<br />

nonostante l’esiguo numero rispetto<br />

ai soldati alleati, resero<br />

più difficile la presa dei punti<br />

strategici; alla divisione indiana<br />

toccò il compito di avanzare<br />

sulla montagna fino alla quota<br />

435, l’avamposto più alto,<br />

la c.d. Hangman’s Hill (‘collina<br />

del boia’). Solo dopo sette<br />

giorni, il 22 marzo, il generale<br />

H. Alexander ordinerà di interrompere<br />

gli attacchi sulla città<br />

e sul monte. Bisognerà tuttavia<br />

aspettare maggio (tra l’11 ed il<br />

18) per vedere il territorio intorno<br />

a Montecassino occupato<br />

esclusivamente dalle truppe<br />

alleate (fig.5).<br />

Grazie alle foto oggi conservate<br />

negli archivi dell’Aerofototeca<br />

Nazionale, scattate dalla<br />

Mediterranean Allied Photo<br />

Reconnaissance Wing, è possibile<br />

ripercorrere visivamente<br />

le tragiche vicende della città<br />

di Cassino, un tempo ritenuta<br />

intoccabile per la sua vicinanza<br />

ad un monumento da preservare<br />

e divenuta invece una<br />

città martire a causa di errori<br />

di valutazione strategica, sacrificata<br />

dalla spietata logica della<br />

guerra.<br />

NOTE<br />

La Battaglia di Cassino è la fase della guerra in<br />

Italia su cui si è più scritto, a partire dalle analisi<br />

militari dei comandi fino ai ricordi personali<br />

dei protagonisti, dai generali fino ai soldati che<br />

vi parteciparono. Anche un grande regista, John<br />

Houston, girò un documentario su questa battaglia,<br />

recentemente recuperato e valorizzato https://<br />

www.youtube.com/watch?v=g1abpPHb1Hc.<br />

Di conseguenza, diamo qui solo alcuni riferimenti<br />

relativi alle foto aeree e alla tutela dei beni culturali<br />

durante la II GM.<br />

H. Bloch, The bombardment of Monte Cassino (February<br />

14-16, 1944) – A New Appraisal, Montecassino<br />

1979.<br />

G. Ceraudo, Fotografia aerea: documentazione<br />

di guerra. Montecassino, in Ager Aquinas.<br />

Aerotopografia archeologica lungo la valle<br />

dell’antico Liris, Caramanica Editore,<br />

Marina di Minturno, 2004, pp. 100-102.<br />

G. Ceraudo, Montecassino, in G. Ceraudo,<br />

E.J. Shepherd, Italian aerial photographic archives:<br />

holdings and case studies, D. Cowley, R.<br />

Standring, M. Abicht (a c.), Landscape through<br />

the lens. Aerial photographs and historical<br />

environment, Oxford, 2010, pp. 242-246.<br />

I. Dagnini Brey, Salvate Venere!, La storia sconosciuta<br />

dei soldati alleati che salvarono le opere d’arte nella<br />

Seconda guerra mondiale, Milano, 2010.<br />

K. Ford, Cassino, gennaio-maggio 1944. Le quattro<br />

battaglie di Cassino. Lo sfondamento della Linea Gustav,<br />

Osprey, 2004 (ed. italiana RBA Italia, 2008).<br />

PAROLE CHIAVE<br />

fotografia aerea; fotogrammi; archivio aerofototeca;<br />

Cassino; RAF; bombardamento; ricognitore<br />

ABSTRACT<br />

On the occasion of the 80th anniversary of the destruction<br />

of the Abbey of Montecassino, and of the city of<br />

Cassino, we remember here these tragic events that<br />

affected both culture and civil society, retracing them<br />

through the WWII aerial photographs preserved in<br />

Aerofototeca Nazionale in the Mediterranean Allied<br />

Photographic Reconnaissance Wing (MAPRW) collection.<br />

They were taken by British Royal Air Force (RAF)<br />

reconnaissance aircraft on the morning of March 15th,<br />

1944, during the Third Battle of Montecassino. One<br />

month after the Second Battle (February 15th, 1944)<br />

- in which military strategies bomber and completely<br />

destroyed the sacred Abbey founded by Saint Benedict<br />

in 529 A.D. - nothing can be seen of the city, as it is<br />

covered by ground artillery smoke, while the Abbey is in<br />

ruins. Together with many others kept in the archives of<br />

the Aerofototeca Nazionale in Rome, these outstanding<br />

images show one of the more salient moments of Italian<br />

national history.<br />

AUTORE<br />

Alessandra Dell'Anna<br />

aledell81@gmail.com<br />

La rubrica "L'Aerofototeca Nazionale racconta...." è a<br />

cura di A. Dell'Anna.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 29


Grazie alle partnership con istituzioni, enti di ricerca,<br />

università, ordini professionali e aziende specializzate,<br />

il Forum si propone di esporre tecnologie innovative<br />

per la Tutela e la Valorizzazione del Territorio, dei Beni<br />

Culturali e delle Smart City: un’occasione di aggiornamento<br />

professionale e di formazione sull'avanguardia<br />

tecnologica.<br />

L’evento affronta processi legati all’acquisizione, elaborazione<br />

e diffusione dei dati coinvolgendo una vasta<br />

gamma di utenti: dal mondo istituzionale alle aziende<br />

private. Le attività di laboratorio consentono ai partecipanti<br />

di vedere in azione tecnologie innovative e<br />

consolidare competenze precedentemente acquisite sui<br />

seguenti temi:<br />

TECHNOLOGY FOR ALL<br />

ON-THE-ROAD<br />

PRIMO APPUNTAMENTO: TINDARI<br />

A distanza di circa dieci anni dalla sua prima edizione,<br />

TECHNOLOGYforALL amplia la propria portata<br />

innovativa con tre canali paralleli e strettamente interconnessi<br />

tra loro: OnTheRoad, Academy ed Expo.<br />

Una serie di eventi itineranti, espositivi e formativi alterneranno<br />

dimostrazioni pratiche, workshop e convegni<br />

di alto livello diffusi sul territorio italiano, terminando<br />

in un unico grande evento espositivo a Roma<br />

nel 2025.<br />

TECHNOLOGYforALL porta così il proprio savoirfaire<br />

tecnologico nelle province italiane stimolando il<br />

confronto con le realtà locali, fucine di innovazione e<br />

creatività.<br />

On-The-Road <strong>2024</strong> è attualmente programmato nelle<br />

seguenti regioni:<br />

• SICILIA, Tindari (Patti, area metropolitana di<br />

Messina), 30 maggio <strong>2024</strong>;<br />

• LAZIO, Civitavecchia (area metropolitana di<br />

Roma), 12 settembre <strong>2024</strong><br />

• UMBRIA, Foligno, 25 e 26 ottobre <strong>2024</strong>.<br />

• Monitoraggio del territorio (incendi boschivi);<br />

• Agricoltura di precisione;<br />

• Geolocalizzazione e mapping;<br />

• Osservazione della Terra;<br />

• Digitalizzazione e Digital Twin;<br />

• Acquisizione digitale della realtà per il BIM (Building<br />

Information Modeling);<br />

• Tecnologie e scanner di precisione per i Beni<br />

Culturali e la valorizzazione turistica;<br />

Queste giornate saranno di supporto agli enti locali,<br />

alle associazioni e alle pubbliche amministrazioni interessate<br />

a esplorare, preservare e proteggere l’Ambiente,<br />

il Territorio e i Beni Culturali con tecnologie e metodi<br />

di indagine di ultima generazione. Al contempo,<br />

si proporranno momenti di promozione e diffusione<br />

delle conoscenze tecnico-scientifiche.<br />

L’obiettivo è illustrare - attraverso eventi itineranti<br />

progettati con le comunità - come le tecnologie possano<br />

migliorare la vita quotidiana e la sostenibilità ambientale,<br />

affrontando temi come la gestione della città<br />

e del territorio, l’agricoltura, la protezione civile, il patrimonio<br />

culturale e la valorizzazione turistica.<br />

Esperti condurranno seminari, workshop ed esperienze<br />

hands-on, evidenziando con casi studio il ruolo cruciale<br />

delle tecnologie nei vari contesti, coinvolgendo<br />

cittadini, professionisti e amministratori locali e incoraggiando<br />

partnership tra aziende ed enti locali per lo<br />

sviluppo di progetti concreti.<br />

Visita il sito per maggiori informazioni<br />

WWW.TECHNOLOGYFORALL.IT


ww w.mediterraeditrice.it<br />

CONFINI i<br />

di un<br />

PAESE<br />

il valore<br />

dei ...<br />

...<br />

varia sovente, procede ad ondate e in funzione delle strategie di politica internazio-<br />

...<br />

America praticamente non esistono neanche .<br />

cose che ci appartengono in forza di tutti i Trattati e le Convenzioni sottoscritte e


MERCATO<br />

LA TECNOLOGIA LIDAR<br />

PER LA MAPPATU-<br />

RA E IL RIPRISTINO<br />

DEI MARI. PRENDE IL<br />

LARGO IL PROGETTO<br />

MARINE ECOSYSTEM<br />

RESTORATION<br />

Nell’ambito del progetto<br />

Marine Ecosystem Restoration<br />

(MER) è stata assegnata la<br />

gara d’appalto per mappare<br />

gli habitat costieri dell’intera costa Italiana, un’iniziativa<br />

innovativa nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e<br />

Resilienza.<br />

L’ISPRA ha selezionato il consorzio guidato da Fugro per<br />

utilizzare la sua tecnologia all'avanguardia per la mappatura<br />

degli ambienti costieri, un approccio rivoluzionario<br />

che è destinato a trasformare la conservazione e gli sforzi<br />

per il ripristino degli ecosistemi marini. Le attività di rilievo<br />

verranno condotte su tutto il territorio costiero nazionale<br />

e prevedono la mappatura delle praterie di Posidonia<br />

oceanica e Cymodocea nodosa, utilizzando sensori all'avanguardia,<br />

tra cui:<br />

• LiDAR e sensori ottici aviotrasportati;<br />

• gravimetria aerea (tecnica che utilizza sensori che misurano<br />

la gravità, utile ad arrivare ad un maggior dettaglio);<br />

• sensori satellitari, arrivando a coprire una superficie di<br />

10.200 km2;<br />

• una tecnologia multibeam;<br />

• l’impiego di un veicolo sottomarino autonomo per l’osservazione<br />

diretta di 4000 chilometri di costa.<br />

Il progetto prevede inoltre una mappatura completa della<br />

fascia costiera fino a 800 metri a partire dalla linea di<br />

costa verso l'interno con sensori ottici e gravimetro. Con<br />

questo intervento, che si svolgerà in tre sotto-regioni costiere<br />

(Mar Mediterraneo Occidentale, Mar Ionio e Mare<br />

Mediterraneo Centrale, Mare Adriatico), il progetto MER<br />

mira a rafforzare il Sistema Nazionale di Osservazione<br />

degli ecosistemi marini e costieri avviando una campagna<br />

straordinaria di monitoraggio delle coste dell’Italia,<br />

la prima senza precedenti, che restituirà dati ad altissima<br />

risoluzione migliorando, così, il processo decisionale dei<br />

governi locali per la protezione degli habitat e delle specie<br />

marine di interesse conservazionistico.<br />

“Con l’avvio delle procedure per i rilievi LiDAR, nell’ambito<br />

del piano MER del PNRR, l’Ispra potrà creare l’Atlante<br />

digitale dei mari per custodire la biodiversità”<br />

“Prende il largo il più grande progetto di mappatura e<br />

ripristino degli ecosistemi marini, il piano MER (Marine<br />

Ecosystem Restoration) del PNRR, un vero e proprio laboratorio<br />

di restauro degli habitat e osservatorio dei fondali<br />

che traccerà la rotta per interventi futuri. È stato infatti<br />

sottoscritto da Ispra, nell’ambito del progetto MER,<br />

il verbale di consegna e avvio delle prestazioni in via<br />

d’urgenza con l’operatore economico<br />

RT per lo svolgimento<br />

delle attività riguardanti i rilievi<br />

LiDAR batimetrici e le indagini<br />

geofisiche di completamento”.<br />

Lo comunica in una nota<br />

l’Ispra. “Il progetto di mappatura<br />

delle nostre coste compie<br />

il primo passo, grazie alla tecnologia<br />

LiDAR creeremo l’Atlante<br />

digitale dei nostri mari”,<br />

afferma il Presidente di ISPRA, Stefano Laporta. “Con il<br />

piano MER, l’Ispra ha avviato un ambizioso pacchetto di<br />

interventi per la tutela e la valorizzazione dell'ecosistema<br />

del Mediterraneo. Tra questi rientrano le attività con il<br />

sensore LiDAR, uno dei pilastri su cui si fonda il nostro<br />

programma straordinario di restauro dei mari. Grazie ai<br />

rilievi condotti su tutta la costa per un totale di 7.500<br />

km, senza precedenti in Italia in termini di estensione ma<br />

anche di dettaglio, avremo informazioni estremamente<br />

preziose sia nell’ambito della scoperta di nuove specie e<br />

habitat che nell’ambito della conformazione dei fondali<br />

per la geotermia”. “Il sensore LiDAR ci consentirà di creare<br />

lo scrigno in cui custodiremo la biodiversità marina”,<br />

aggiunge Maria Siclari, direttore generale di ISPRA. “La<br />

mappatura degli habitat marini profondi si occuperà di<br />

censire anche più di 70 monti sottomarini, da 500 fino a<br />

2.000 metri di profondità, indagando aree che non sono<br />

mai state monitorate e sono quasi completamente sconosciute.<br />

Grazie a questo progetto potremo identificare gli<br />

habitat marini costieri con una elevata risoluzione e fornire<br />

informazioni dettagliate sulla batimetria e la morfologia<br />

della costa, consentendo di effettuare previsioni affidabili<br />

sui fenomeni di erosione costiera e la vulnerabilità delle<br />

coste in caso di eventi estremi quali le mareggiate e le<br />

inondazioni costiere”.<br />

Pnrr. I progetti realizzati da Ispra per il piano MER<br />

Dai campi di ormeggio alla rimozione delle reti fantasma,<br />

dal ripopolamento delle ostriche alla nuova nave oceanografica<br />

Con l’avvio delle prestazioni per lo svolgimento<br />

delle attività riguardanti i rilievi condotti tramite la tecnologia<br />

LiDAR, il piano MER (finanziato nell’ambito del<br />

PNRR con un fondo da 400 milioni di euro per il periodo<br />

2022-2026) è in fase sempre più avanzata. Sono stati stipulati<br />

tutti gli accordi per realizzare i campi di ormeggio<br />

che costituiscono un rilevante strumento per la tutela degli<br />

habitat di pregio marino costieri e che consentono la<br />

mitigazione e l’eliminazione del disturbo legato all’ancoraggio<br />

e al conseguente danneggiamento dei fondali. Ispra<br />

ha infatti approvato 18 progetti che coinvolgono aree marine<br />

protette, Parchi Nazionali e oltre 29 Zone Speciali di<br />

Conservazione secondo l’Unione Europea, dove verranno<br />

installati, entro il 2026, ben 91 campi ormeggio per un<br />

totale di 1769 ormeggi. La realizzazione di aree di sosta<br />

precostituite quali i campi ormeggio, dove è vietato l’ancoraggio<br />

sul fondo marino, con gavitelli assicurati al fondale<br />

da sistemi a basso impatto ambientale e visivo sarà<br />

progettata a tutela delle zone con fondali sensibili (fanero-<br />

32 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>


WEFLY ITALY<br />

MERCATO<br />

game marine, coralligeno), delle aree con presenza di specie<br />

bentoniche protette e di interesse comunitario. E’ stata<br />

inoltre aperta la procedura per affidare il servizio di rimozione<br />

e conferimento delle cosiddette "Ghost Nets", le reti<br />

fantasma e tutti gli attrezzi da pesca abbandonati in mare.<br />

I dati ISPRA mostrano che l’86,5% dei rifiuti in mare è<br />

legato alle attività di pesca e il 94% di questi sono reti<br />

abbandonate, alcune addirittura lunghe chilometri. Ecco<br />

perché l’Istituto ha già avviato le attività di monitoraggio<br />

per identificare con precisione i siti critici per la rimozione<br />

di questi oggetti e preservare la flora e la fauna locale:<br />

una procedura che coinvolgerà una squadra di subacquei<br />

altamente specializzati e che prevederà anche l'impiego di<br />

strumentazioni avanzate come ROV, Multibeam e Side<br />

Scan Sonar. Le operazioni subacquee saranno condotte<br />

tra i 20 e i 70 metri di profondità, nel rispetto di un rigoroso<br />

piano di sicurezza. Il piano, che include la rimozione,<br />

la raccolta, il trasporto, lo smaltimento e il riciclo degli<br />

attrezzi da pesca e acquacoltura abbandonati, durerà 28<br />

mesi, con scadenza entro il 30 giugno 2026: un passo significativo<br />

nella tutela del nostro prezioso ecosistema marino.<br />

È inoltre stato avviato l’allevamento di un milione di<br />

larve di ostriche in vista della ricostruzione dei banchi di<br />

ostrica piatta europea (Ostrea edulis, una specie autoctona<br />

dell’Adriatico), in cinque regioni italiane: Friuli Venezia<br />

Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. A<br />

livello globale, si stima che l'85% dei banchi naturali di<br />

ostriche sia andato perduto, rendendo questo habitat uno<br />

dei più minacciati al mondo. Le ostriche hanno la capacità<br />

di costruire veri e propri reef calcarei, cioè l'equivalente,<br />

alle nostre latitudini, delle scogliere coralline tropicali, per<br />

questo sono chiamate "ingegneri ecosistemici”. A breve<br />

sarà pubblicato il bando di gara per la fornitura della<br />

nuova nave da ricerca oceanografica, frutto di un lavoro<br />

congiunto svolto grazie alla preziosa collaborazione con la<br />

Marina Militare, in particolare Maristat e NAVARM. Si<br />

tratta di una unità dotata di tecnologie all'avanguardia in<br />

grado di svolgere attività di monitoraggio in acque profonde<br />

con ROV (Remote Operating Vehicle fino a 4.000<br />

m di profondità), AUV (Automated Unmanned Vehicle<br />

fino a 3000 m di profondità) e strumenti acustici ad altissima<br />

risoluzione. Il tutto utilizzando tecnologie sostenibili<br />

quali la propulsione diesel-elettrica, certificazione di classe<br />

green-plus e, non da ultimo, una certificazione di classe<br />

silenziosa per garantire un monitoraggio affidabile del<br />

rumore sottomarino. Ed è infine in costruzione la piattaforma<br />

informativa che consentirà la completa fruibilità di<br />

tutte le informazioni e dati acquisiti con il progetto MER<br />

e consentendo di valutare la sostenibilità delle attività marine<br />

e di pianificare le misure di mitigazione necessarie<br />

per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici nel<br />

Mar Mediterraneo.<br />

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<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 33


MERCATO<br />

GMSDE IL NUOVO PRODOTTO COPERNICUS<br />

PER IL MONITORAGGIO DEL SUOLO<br />

Nell’ambito del programma Copernicus appare un nuovo<br />

prodotto finale utilizzabile per il monitoraggio dei movimenti<br />

del suolo in Europa, denominato “Ground Motion<br />

Spatial Database of Europe” o “GMSDE”.<br />

Diversi paesi si sono pronunciati sulla necessità di avere<br />

una banca dati sui movimenti del suolo nell’Europa<br />

continentale. I concetti di un database dei movimenti<br />

del suolo sono già stati proposti e avviati su scala locale<br />

e nazionale. Tuttavia, tali concetti si sono concentrati su<br />

applicazioni dedicate. Affinché i dati dei movimenti del<br />

suolo possano essere ampiamente utilizzati, è stato evidenziato<br />

che tali prodotti dovrebbero essere potenziati per<br />

essere utilizzati direttamente in diversi campi (ad esempio<br />

emergenza, ricerca mineraria, ecc.) e conformi ai formati<br />

standard europei e internazionali.<br />

Alcuni paesi europei beneficiano già di alternative di archiviazione<br />

ed elaborazione dei dati (ad esempio i payload<br />

data ground segment, i national collaborative ground segment,<br />

e i local ground segment).<br />

L’importanza evidenziata dalla Commissione Europea per<br />

sviluppare GMSDE è che creerebbe un’economia di scala,<br />

garantendo che i dati vengano elaborati una volta e messi<br />

a disposizione degli Stati membri, riducendo tempi, costi<br />

e ottenendo un coordinamento dei risultati. Si prevede<br />

che tale prodotto avvantaggerà gli utenti finali, pubblici<br />

o privati, nonché l'industria dell'osservazione della Terra<br />

poiché potrebbero essere creati numerosi prodotti e servizi<br />

derivati a valore aggiunto.<br />

Con il GMSDE la Commissione Europea punta a fornire<br />

un prodotto con un unico servizio di diffusione. Tale servizio<br />

mira inoltre a fornire un approccio di visualizzazione<br />

dei dati di navigazione facile e rapidamente comprensibile<br />

per utenti familiari e non familiari.<br />

In corso di implementazione ed aggiornamento (Bando<br />

di gara o di concessione – regime ordinario End-to-end<br />

Implementation and Operation of the European Ground<br />

Motion Service (EGMS)/<strong>2024</strong>-2027 updates OJ S<br />

47/<strong>2024</strong> 06/03/<strong>2024</strong> ) ha le seguenti specifiche tecniche,<br />

identificate attraverso workshop e consultazioni, per rispondere<br />

alle esigenze delle comunità di utenti:<br />

• GMSDE contiene tutte le immagini Sentinel-1 acquisite<br />

attraverso la geometria della linea di vista (dati ascendenti<br />

e discendenti) al fine di creare un primo prodotto europeo<br />

sul movimento del suolo. Sarebbero preferibilmente utilizzati<br />

dati ascendenti e discendenti poiché il movimento<br />

della superficie terrestre cambierà in tre dimensioni (est/<br />

ovest, nord/sud, su/giù) e InSAR può rilevare solo uno<br />

spostamento dimensionale nella linea di vista del satellite.<br />

Pertanto, è impossibile determinare in quale direzione si<br />

sta evolvendo la superficie terrestre da un singolo interferogramma<br />

SAR. La determinazione della direzione può<br />

essere effettuata combinando i vari dati provenienti da<br />

direzioni diverse (dati ascendenti e discendenti).<br />

• GMSDE utilizza un set di dati di serie temporali con<br />

piena risoluzione spaziale e si basa sulle misurazioni<br />

delle serie temporali dell'interferometria con Persistent<br />

Scatteres (PSI) e Distributed Scatterers(DSI). Questa elaborazione<br />

PSI e DSI consentirà il monitoraggio del moto<br />

del suolo in Europa su aree edificate e rurali. Le serie temporali<br />

di spostamento e il campo di velocità derivanti da<br />

tali elaborazioni consentiranno il monitoraggio del moto<br />

del suolo sull'Europa continentale. Si ritiene che un aggiornamento<br />

annuale sia sufficiente per il prodotto e per<br />

coprire le esigenze delle comunità di utenti.<br />

Nell'ambito del servizio sono resi disponibili 3 livelli di<br />

prodotto che vanno dal dato originale (level 1), al prodotto<br />

intermedio (level 2a) che da informazioni sullo spostamento<br />

di base fornite nella linea di vista del satellite<br />

(LOS), con geometria proiettata al suolo e misure di qualità<br />

per punto di misurazione, nella geometria radar. Un<br />

ulteriore prodotto (level 2b) vede i prodotti di livello 2a<br />

integrati in un quadro di riferimento standardizzato mediante<br />

strumenti esterni informazioni come misurazioni<br />

della rete GNSS e mosaicate.<br />

Il prodotto finale (level 3) fornirà i tassi di deformazione<br />

Est-Ovest e Up-Down prodotti combinando i dati di<br />

Livello 2b provenienti da orbite ascendenti e discendenti.<br />

La granularità del prodotto di livello 3, ovvero la granularità<br />

massima, la dimensione della griglia di campionamento,<br />

dipenderà dall'area di interesse e dal segnale di<br />

deformazione.<br />

I diversi prodotti sono stati definiti per soddisfare le diverse<br />

esigenze degli utenti: il prodotto di livello 2a consente<br />

una distribuzione anticipata a utenti esperti, come<br />

il mondo accademico, specialisti InSAR e società di ingegneria.<br />

I prodotti di Livello 2b e Livello 3 contengono più<br />

informazioni e quindi sono adatti come primo prodotto<br />

di riferimento per un pubblico più ampio, come i cittadini<br />

e le parti interessate coinvolte nella mappatura e nella<br />

gestione del rischio.<br />

Ciò include la valutazione del rischio geografico, la geodesia<br />

e la gestione del territorio, la pianificazione urbana e<br />

rurale, la protezione del patrimonio culturale, i servizi climatici,<br />

lo sviluppo delle infrastrutture, l'estrazione mineraria<br />

e di altre risorse naturali, il monitoraggio di dighe e<br />

acque sotterranee, questioni assicurative e contenziosi, ingegneria<br />

strutturale e civile, proprietà mercato e trasporti.<br />

E’ attualmente in corso la gara per l’affidamento della realizzazione<br />

del servizio .<br />

34 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>


MERCATO<br />

GISTAM<br />

<strong>2024</strong><br />

10 th International Conference on Geographical Information<br />

Systems Theory, Applications and Management<br />

Angers, France<br />

2 - 4 May, <strong>2024</strong><br />

The International Conference on Geographical Information Systems Theory, Applications and Management aims at creating a<br />

meeting point of researchers and practitioners that address new challenges in geo-spatial data sensing, observation, representation,<br />

processing, visualization, sharing and managing, in all aspects concerning both information communication and technologies (ICT)<br />

as well as management information systems and knowledge-based systems. The conference welcomes original papers of either<br />

practical or theoretical nature, presenting research or applications, of specialized or interdisciplinary nature, addressing any aspect<br />

of geographic information systems and technologies.<br />

CONFERENCE AREAS<br />

Data Acquisition and Processing<br />

Domain Applications<br />

Interaction with Spatial-Temporal Information<br />

Spatial Data Mining<br />

Managing Spatial Data<br />

Modeling, Representation and Visualization<br />

Remote Sensing<br />

MORE INFORMATION AT: HTTPS://GISTAM.SCITEVENTS.ORG/<br />

UPCOMING SUBMISSION DEADLINES<br />

REGULAR PAPER SUBMISSION: DECEMBER 13, 2023<br />

POSITION PAPER SUBMISSION: JANUARY 25, <strong>2024</strong><br />

SPONSORED BY: LOCALLY ORGANIZED AND HOSTED BY: INSTICC IS MEMBER OF: LOGISTICS:<br />

PUBLICATIONS:<br />

IN COOPERATION WITH:<br />

PROCEEDINGS WILL BE SUBMITTED FOR INDEXATION BY:<br />

Scan and connect to:<br />

gistam.scitevents.org<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 35


MERCATO<br />

PIONIERI E VISIONARI NEL MONDO DEL RI-<br />

LIEVO: LE NUOVE SOLUZIONI PER I PRO-<br />

GETTISTI<br />

Teorema di Milano si occupa da oltre 30 anni della distribuzione<br />

di strumenti di misura Leica Geosystems, specializzandosi<br />

negli ultimi anni nel campo del rilievo 3D tramite<br />

scansione laser.<br />

Questa tecnologia innovativa è sempre più utilizzata in un<br />

crescente numero di settori, migliorando la produttività e<br />

ottimizzando le modalità operative.<br />

Uno di questi settori è sicuramente quello dell’edilizia, in<br />

questo articolo vediamo vengono utilizzati alcuni degli<br />

strumenti più avanzati prodotti da Leica Geosystems.<br />

Rilievo preciso e restituzione dettagliata, ma non solo: monitoraggio<br />

del costruito per prevenire situazioni di pericolo, automazione<br />

delle macchine movimento terra al fine di ridurre<br />

costi operativi e consumi, scansione dello stato avanzamento,<br />

lavori per contabilità e una corretta manutenzione futura,<br />

sono solo alcune delle soluzioni di Leica Geosystems messe a<br />

punto per il mondo dell’edilizia professionale.<br />

Se in passato il mondo del rilievo del costruito e della conoscenza<br />

dettagliata dei territori era affidata ai topografi, unici<br />

in grado di utilizzare e gestire la complessa strumentazione<br />

necessaria allo scopo, oggi, grazie ai progressi tecnologici e<br />

agli strumenti di restituzione tridimensionale del costruito<br />

anche i progettisti possono affacciarsi in autonomia al<br />

mondo del rilievo. Il tutto a vantaggio della sicurezza e<br />

dell’ottimizzazione dei costi, e sempre nell’ottica di una<br />

più sostenibile gestione dell’ambiente che ci circonda. Ne<br />

abbiamo parlato con il project team di Leica Geosystems,<br />

una realtà con quasi 200 anni d’esperienza nel creare soluzioni<br />

di misura d’avanguardia per l’acquisizione, l’analisi e<br />

la presentazione di informazioni relative allo spazio in cui<br />

viviamo.<br />

Qual è il vostro rapporto con il mondo del progetto e come si è<br />

evoluto negli ultimi anni?<br />

Fino a non molti anni fa i progettisti erano obbligati ad affidarsi<br />

a studi specializzati per ottenere rilievi “As-is” da cui<br />

cominciare lo sviluppo di nuovi masterplan o di progetti<br />

di recupero. Gli strumenti necessari all’analisi e alla restituzione<br />

delle informazioni spaziali, stazioni totali o sistemi<br />

GNSS, richiedevano una conoscenza tecnica specialistica.<br />

Con l’avvento della tecnologia laser scanner 3D si è presentata<br />

subito l’opportunità per noi di avvicinarsi agli studi di<br />

progettazione.<br />

Tuttavia, solo negli ultimi cinque anni, con l’introduzione<br />

del Leica BLK360, il laser scanner più piccolo e semplice<br />

presente sul mercato, siamo finalmente riusciti a trasferire<br />

ai progettisti la possibilità di condurre in autonomia.<br />

Che dialogo si è instaurato dunque con architetti e pianificatori<br />

all’interno delle diverse fasi della costruzione?<br />

Trasferire in cantiere ciò che il progettista ha sviluppato<br />

rappresenta la nostra sfida più grande, data la complessità e<br />

le diverse discipline tecnologiche presenti in ogni progetto.<br />

Oggi affrontiamo il processo di costruzione con particolare<br />

attenzione, fornendo soluzioni specifiche per le diverse fasi<br />

e discipline. In primis, per esempio, monitoriamo i fabbricati<br />

adiacenti al cantiere per prevenire situazioni di pericolo<br />

dovute a cedimenti strutturali, installiamo sistemi di machine<br />

control, facili da usare per gli operatori dei mezzi movimento<br />

terra, per efficientare le operazioni, riducendo non<br />

solo i costi operativi, ma anche minimizzando il “carbon<br />

footprint (impronta di carbonio, una misura che esprime<br />

il totale delle emissioni di gas ad effetto serra)” di questa<br />

fase di cantiere. Leica Geosystems ha sviluppato una linea<br />

di prodotti da cantiere chiamata Leica iCON, che include<br />

stazioni totali e GNSS con un software a bordo macchina<br />

molto intuitivo. Questo consente alle maestranze del<br />

cantiere di accedere facilmente a tecniche di tracciamento<br />

e materializzazione dei punti di riferimento, necessarie<br />

per la definizione dei layout e il corretto posizionamento<br />

della parte impiantistica. Questi strumenti sono in grado<br />

di importare modelli IFC aggiornati dal cloud rendendoli<br />

disponibili in cantiere.<br />

Infine, utilizziamo sistemi laser scanner come Leica<br />

RTC360, che scansionano e fotografano il cantiere, a velocità<br />

impensabili prima d’ora, durante lo stato avanzamento<br />

lavori. Questo non solo per fini contabili, ma anche per<br />

conservare la memoria degli impianti che vengono nascosti<br />

da pavimenti galleggianti o controsoffitti. Informazioni<br />

utili alle successive e future operazioni di manutenzione.<br />

Leica Geosystems diventa in questo modo un partner tecnologico<br />

più che un semplice fornitore di hardware. Quali i servizi a<br />

disposizione dei professionisti?<br />

Le nostre consulenze specializzate iniziano dalle fasi progettuali,<br />

suggerendo le tecnologie e le tecniche più appropriate<br />

per le attività di monitoraggio, rilievo e controllo dimensionale.<br />

Mettiamo poi a disposizione la tecnologia necessaria<br />

in vendita e a noleggio, per adattarci alle esigenze specifiche<br />

dei clienti. Per mettere il professionista in grado di utilizzare<br />

sempre in modo efficace le nostre soluzioni organizziamo<br />

corsi di formazione. I nostri clienti hanno sempre a<br />

disposizione un supporto tecnico via telefono e via mail per<br />

risolvere qualsiasi problema o porre qualsivoglia domanda<br />

che possa sorgere durante l’utilizzo delle nostre tecnologie.<br />

Miriamo a fornire un pacchetto completo di servizi che<br />

vanno oltre la semplice fornitura di tecnologie, per essere<br />

un partner affidabile e di lungo termine per i nostri clienti.<br />

All’interno di progetti di rigenerazione, a scala urbana in particolare,<br />

quali gli strumenti a uso diretto dei progettisti che<br />

avete a disposizione?<br />

Il consiglio che possiamo dare è stabilire un sistema di coordinate<br />

univoco per tutte le fasi del progetto. Dal punto<br />

di vista hardware la stazione totale Leica MS60 è la scelta<br />

migliore per garantire precisione nelle misurazioni e velocità<br />

di esecuzione nella fase di creazione del sistema di coordi-<br />

36 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>


MERCATO<br />

nate di riferimento per le successive attività di costruzione.<br />

Successivamente a questa attività l’utilizzo del laser scanner<br />

Leica RTC360 risulta ideale, anche nel rilievo di quartieri,<br />

grazie alla sua velocità di acquisizione dei dati. In ambito<br />

software abbiamo particolare attenzione alla condivisione<br />

dei dati, soprattutto quando si tratta di grande mole di dati<br />

come le scansioni, grazie a piattaforme online come Reality<br />

Cloud Studio e GeoCloud permettiamo a tutti gli interlocutori<br />

del processo di poter accedere ai dati. L’obiettivo<br />

è, non solo fornire strumenti precisi per il rilievo ma anche,<br />

offrire soluzioni software che rendano i dati facilmente<br />

accessibili e interoperabili per chi si occupa delle decisioni<br />

operative durante il processo di rigenerazione urbana.<br />

Precisione tecnologica certificata dunque.<br />

Leica Geosystems ha un laboratorio accreditato per le misure<br />

di angoli e distanze, in accordo alla norma ISO/ IEC<br />

17025. Leica Geosystems è certificata ISO9000, ISO14000<br />

e ISO45000, dimostrando il nostro impegno per elevati standard<br />

di qualità, gestione ambientale e sicurezza sul lavoro.<br />

Quale, al contrario, il contributo che solo tecnici specializzati<br />

possono eseguire con i vostri prodotti?<br />

Tipicamente l’estensione del rilievo è un fattore decisivo<br />

nella scelta di coinvolgere studi specializzati, gestire infatti<br />

Laser scanner 3D e stazione totale insieme è un’operazione<br />

delicata. Definire una rete di punti precisi e affidabili da<br />

cui successivamente partire per le attività di tracciamento è<br />

operazione strategica e di elevata importanza.<br />

Fra i vostri settori di produzione la divisione Reality Capture<br />

è all’avanguardia nel fornire strumenti di restituzione dettagliata<br />

dell’“ambiente costruito”. Quali gli ambiti edilizi in<br />

cui vi è maggiore richiesta? Quali i diretti vantaggi di queste<br />

applicazioni?<br />

La semplicità d’uso degli strumenti unita a flussi di trattamento<br />

dati sempre più automatici o semplici da gestire<br />

sono i due principali driver che hanno permesso di plasmare<br />

il mercato al tal punto da creare una nuova aspettativa. Ci<br />

si aspetta che un rilievo di un fabbricato As-is sia effettuato<br />

con tecniche a scansione, perché solo in questo modo avremo<br />

tutti i dati necessari per sviluppare un progetto BIM,<br />

in particolare in un contesto edilizio come quello italiano<br />

in cui frequentemente si possono trovare fabbricati storici<br />

o sottoposti a vincolo, oppure fabbricati di cui i disegni di<br />

progetto sono andati persi. I vantaggi tangibili riguardano<br />

una ricchezza di informazioni disponibili per tutti i professionisti<br />

del settore dell’edilizia.<br />

Per avere maggiori informazioni tecniche e commerciali<br />

sulla strumentazione di scansione laser 3D e ricevere una<br />

dimostrazione gratuita dai tecnici del team Teorema:<br />

email info@geomatica.it - telefono 025398739.<br />

Schede tecniche e maggiori info consultabili al sito web<br />

www.geomatica.it<br />

Ergife Palace Hotel – Roma<br />

seguici sui social<br />

www.esriitalia.it<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 37


MERCATO<br />

MALIBU: MACHINE LEARNING ON BUS FOR<br />

ROAD STATUS ASSESSMENT<br />

Il progetto MALIBU (MAchine LearnIng on BUs for road<br />

status assessment), avviato a febbraio 2023, è un progetto<br />

co-finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea nell’ambito<br />

del programma ARTES 4.0 Business Applications –<br />

Space Solutions.<br />

Le attività sono portate avanti dal raggruppamento industriale<br />

che vede la NAIS S.r.l. come ideatore e capofila<br />

dell’iniziativa, insieme ai partner M.A.C., Yet It Moves,<br />

Urby et Orbit ed EURELETTRONICA.<br />

Il portfolio dei servizi MALIBU nasce come risposta<br />

operativa dettata dall’esigenza di molti Comuni italiani,<br />

e di società private che operano quotidianamente sulle<br />

strade, di garantire ai fruitori della rete viaria urbana<br />

degli adeguati standard di sicurezza e confort alla guida<br />

andando, dunque, a rilevare, mappare e monitorare i difetti<br />

superficiali presenti sul manto stradale.<br />

L’innovatività del monitoraggio proposto si basa sull'utilizzo<br />

congiunto di tecnologie integrate tra di esse per il<br />

rilevamento automatico di difetti quali buche e fessure<br />

presenti sull’asfalto. Per fare questo, MALIBU si avvale<br />

di tecnologie e strumenti quali Machine Learning,<br />

GNSS, satelliti di navigazione e osservazione della terra.<br />

Nell’ottica di fornire alle PA degli strumenti orientati<br />

all’ottimizzazione della gestione delle città in un’ottica<br />

sempre più “green”, MALIBU eroga anche servizi di<br />

monitoraggio della qualità dell'aria lungo le strade cittadine.<br />

Tutta la strumentistica sarà a breve installata a bordo di<br />

un mezzo del trasporto pubblico di Roma e avrà un’attività<br />

operativa di sei mesi.<br />

Per ulteriori informazioni:<br />

https://business.esa.int/projects/malibu<br />

https://www.nais-solutions.it/malibu/<br />

38 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>


MERCATO<br />

STONEX X70GO –<br />

TECNOLOGIA SLAM<br />

PER LA CREAZIONE<br />

DI PLANIMETRIE<br />

L'impiego di laser scanner<br />

SLAM (Simultaneous<br />

Localization and Mapping)<br />

per la creazione di planimetrie<br />

di precisione è una<br />

pratica comune in vari settori, tra cui l'edilizia, l'architettura,<br />

l'ingegneria civile, la geomatica e il rilevamento<br />

del territorio.<br />

Un laser scanner SLAM è uno strumento che utilizza<br />

la tecnologia LiDAR (Light Detection And Ranging)<br />

in combinazione a un’unita inerziale, per acquisire dati<br />

tridimensionali dell’ambiente circostante in movimento,<br />

garantendo elevata precisione e rapidità.<br />

X70GO SLAM Laser Scanner<br />

Stonex X70GO è uno strumento per la raccolta di dati<br />

3D in tempo reale che integra un modulo di navigazione<br />

inerziale, un computer ad alte prestazioni e un<br />

sistema di archiviazione. È dotato di una testa rotante<br />

a 360° che, combinata con l'algoritmo SLAM, genera<br />

nuvole di punti colorate ad alta precisione grazie anche<br />

alla camera integrata.<br />

La grande innovazione del sistema è la scansione ibrida:<br />

combina i vantaggi della modalità SLAM con la risoluzione<br />

di una scansione statica utilizzando la modalità<br />

X-Whizz. Niente più stazioni di scansione multiple,<br />

basta spostarsi sulla scena per raccogliere l'intera nuvola<br />

di punti 3D, senza perdere tempo con l'allineamento<br />

da nuvola a nuvola.<br />

L’acquisizione<br />

L’acquisizione dei dati viene effettuata utilizzando il rilevamento<br />

simultaneo della posizione e la mappatura; il<br />

dispositivo scansiona l'ambiente circostante emettendo<br />

impulsi laser e registrando il tempo impiegato per il<br />

ritorno del segnale. Questi dati vengono quindi utilizzati<br />

per creare una nuvola di punti tridimensionali che<br />

rappresenta l'ambiente.<br />

Dalla nuvola al CAD<br />

Utilizzando le informazioni raccolte dalla nuvola di<br />

punti tridimensionali, è possibile generare una planimetria<br />

dettagliata dell'area mappata. Questo può essere<br />

fatto utilizzando software specializzati che consentono<br />

di estrarre informazioni specifiche come muri, pavimenti,<br />

porte, finestre e altre caratteristiche dell'ambiente.<br />

In generale, l'utilizzo di laser scanner SLAM per la creazione<br />

di planimetrie di precisione offre numerosi vantaggi,<br />

tra cui una maggiore velocità di acquisizione dei<br />

dati, una maggiore precisione e una minore dipendenza<br />

dalle condizioni ambientali.<br />

Per avere più informazioni compila il form sul sito di<br />

Stonex: https://www.stonex.it/it/contatti/<br />

C’è vita nel nostro mondo.<br />

Trasformazione e pubblicazione di dati<br />

territoriali in conformità a INSPIRE<br />

Assistenza su Hight Value Datasets,<br />

APIs, Location Intelligence, Data Spaces<br />

INSPIRE Helpdesk<br />

We support all INSPIRE implementers<br />

Epsilon Italia S.r.l.<br />

Viale della Concordia, 79<br />

87040 Mendicino (CS)<br />

Tel. e Fax (+39) 0984 631949<br />

info@epsilon-italia.it<br />

www.epsilon-italia.it<br />

www.inspire-helpdesk.eu<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 39


MERCATO<br />

IL GEMELLO DIGITALE<br />

DI NAPOLI CON<br />

SMARTCITY 3D<br />

Lo scorso Novembre, «il<br />

Servizio Difesa Idrogeologica<br />

e Bonifiche del Comune di<br />

Napoli ha affidato alla società<br />

Digitarca la realizzazione<br />

di un modello digitale della<br />

città di Napoli utilizzando la<br />

piattaforma web informatica SmartCity3D (…) in grado di gestire gli<br />

strati informativi e i temi in possesso dell’Ente, incrociandoli coi dati<br />

documentali e, mediante utilizzo di geodatabase cartografico»*.<br />

SmartCity3D e il Gemello digitale della città di Napoli si offrono<br />

quale importante strumento di analisi e consultazione dello spazio costruito;<br />

in particolare, la finalità del progetto è quella di rendere possibile<br />

l’esplorazione virtuale del sottosuolo del capoluogo campano,<br />

connettendolo in maniera dinamica con la città e con il suo sviluppo,<br />

con l’intento di garantirne la gestione e la salvaguardia in un’ottica di<br />

cooperazione tra enti e realtà.<br />

La piattaforma di cui il comune ha scelto di dotarsi ed all’interno della<br />

quale si stanno riversando tutte le informazioni di cui si dispone allo<br />

stato attuale, si offre quale innovativa possibilità di fruizione dei dati<br />

tridimensionali e non, garantendo al contempo la possibilità di avere<br />

memoria storica – tanto dell’attuale in un futuro prossimo, quanto di<br />

un passato documentato attualmente solo in forma cartacea.<br />

Un’analisi delle attività in corso<br />

Allo stato attuale, il Comune di Napoli sta siglando un accordo con il<br />

Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università<br />

Federico II, con il quale si stanno organizzando incontri che possano<br />

mettere a disposizione la stessa piattaforma per la gestione e consultazione<br />

dei dati e dei database che verranno acquisiti e creati, in una<br />

ottica di cooperazione tra le parti.<br />

«Durante l’incontro tenutosi lo scorso venerdì 1 marzo presso la biblioteca<br />

del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale<br />

dell’Università degli studi di Napoli “Federico II’ è stato presentato<br />

il lavoro commissionato dal Comune di Napoli e in corso di realizzazione<br />

da parte di Digitarca della piattaforma (…). Presenti per il<br />

Comune di Napoli il Dirigente del Servizio Difesa idrogeologica e<br />

Bonifiche Fausto Marra accompagnato dai funzionari tecnici Stefano<br />

Napolitano e Antonino Barba, per l’Area Urbanistica Francesca ignataro,<br />

per l’Assessorato alle Infrastrutture Carmela Fedele, per l’Università<br />

il professare emerito Carlo Viggiani e i proff. Alessandro Flora,<br />

Marco Valerio Nicotera, Massimo Ramondini del Dipartimento di<br />

Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale, per ISPRA Paolo Guarino e<br />

per la Digitarça Leonardo Cechi con Valeria Di Lauro.»*<br />

SmartCity3D per la fruizione del modello digitale della città di Napoli<br />

La piattaforma software web-based messa a disposizione del comune<br />

di Napoli si offre quale strumento di gestione e consultazione del gemello<br />

digitale della città – sub divo e ipogea – nonché per la pianificazione<br />

di azioni di governance territoriale, per l’analisi e la gestione<br />

del rischio idrogeologico, nonché per la comprensione approfondita<br />

del territorio stesso.<br />

Come dichiarato dallo stesso sindaco della città – Gaetano Manfredi –<br />

«La volontà di dotarsi di una piattaforma digitale rientra nelle strategie<br />

di azione del Comune di Napoli (…)La disponibilità di dati e la possibilità<br />

di utilizzarli quale base di raffronto, consente un’attenta analisi<br />

del livello di rischio a cui sono esposte le persone e i beni e, quindi, di<br />

programmare gli interventi necessari».<br />

Le possibilità e gli strumenti messi a disposizione dalla piattaforma<br />

hanno consentito di sviluppare le prime, fondamentali considerazioni<br />

rispetto alla futura pianificazione delle attività da svolgersi, anche<br />

in previsione di una cooperazione tra enti e figure chiave all’interno<br />

del complesso e diversificato iter di gestione ed intervento in ambito<br />

cittadino.<br />

Presentazione del progetto e della piattaforma<br />

Lo scorso venerdì 1 Marzo, presso il Dipartimento di Ingegneria<br />

Civile, Edile e Ambientale dell’Università Federico II di Napoli,<br />

Digitarca ha presentato il progetto e la piattaforma. Come diffuso attraverso<br />

una nota dallo stesso Comune «consentirà (…) di avere una<br />

visione tridimensionale del sottosuolo in rapporto con il soprassuolo»,<br />

consentendo «nuovo impulso all’organizzazione e (la) messa a sistema<br />

del patrimonio di conoscenze sul sottosuolo di Napoli: un processo<br />

avviato negli anni Novanta e che ora può avvalersi delle nuove tecnologie».<br />

SmartCity3D, gestendo diverse tipologie di dato per la mappatura del<br />

patrimonio e supportando i dati di scansione 3D dei più moderni<br />

sistemi di acquisizione tridimensionali, ha messo a disposizione degli<br />

uffici competenti – nonché di quanti saranno connessi al gruppo di<br />

lavoro – strumenti per analizzare lo stato di fatto, rilevare e mappare<br />

ammaloramenti e criticità, leggere il territorio attraverso differenti livelli<br />

di mappa tipizzati assecondando le esigenze, nonché per estrarre<br />

elaborati CAD che attraverso la restituzione bidimensionale possano<br />

consentire nuove chiavi di lettura e di pianificazione degli interventi.<br />

SmartCity3DAR: nuove possibilità per la mappatura e gestione<br />

del territorio<br />

La piattaforma messa a disposizione dell’Ufficio Servizio Difesa<br />

Idrogeologica del Territorio del Comune di Napoli prevede, inoltre,<br />

la possibilità di gestione e interazione del modello digitale attraverso<br />

una app di Realtà Aumentata – SmartCity3D AR – che attraverso<br />

algoritmi proprietari per il confronto tra immagini (image matching),<br />

riesce a posizionare correttamente l’utente nello spazio, consentendo<br />

di definire la mappatura spaziale e puntuale degli edifici e delle cavità,<br />

mediante l’impiego di comuni smartphone.<br />

Lettura incrociata e piani strategici: SmartCity3D come strumento e memoria<br />

storica<br />

Le banche dati per la conoscenza e salvaguardia del patrimonio rappresentano<br />

una importante risorsa e ricchezza al fine di garantire una<br />

gestione efficace, veloce ed intelligente del territorio a supporto dei<br />

professionisti e degli uffici di competenza per l’elaborazione di progetti<br />

per piani strategici e sinergici. In questa ottica, l’accesso condiviso ai<br />

gemelli digitali e alle relative banche, sarà un elemento centrale per il<br />

prossimo futuro all’interno del gruppo di lavoro che va sviluppandosi<br />

e consolidandosi; SmartCity3D si offre quale possibile, nuova soluzione<br />

atta a semplificare i processi ed i flussi di lavoro, creando e garantendo<br />

memorie digitali 3D che consentiranno – assieme a confronti<br />

temporali – l’analisi di quelle che potranno essere le possibili direzioni<br />

da seguire nel prossimo futuro.<br />

*Tratto dal comunicato stampa del Comune di Napoli<br />

Scopri di più sulla piattaforma SmartCity3D e sull’app SmartCity3DAR<br />

Scopri le Soluzioni DigitArca<br />

Fonte: Digitarca<br />

40 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>


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<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 41


AGENDA<br />

2 - 4 MAY <strong>2024</strong><br />

GISTAM <strong>2024</strong><br />

International Conference on<br />

GIS Theory, Applications<br />

and Management<br />

Angers (France)<br />

https://gistam.scitevents.org/<br />

8 - 9 MAGGIO <strong>2024</strong><br />

Conferenza Esri Italia <strong>2024</strong><br />

Roma (Italy)<br />

https://www.esriitalia.it/<br />

13 - 16 maggio <strong>2024</strong><br />

Geospatial World Forum<br />

Rotterdam (Holland)<br />

https://<br />

geospatialworldforum.org/<br />

19 - 24 MAY<br />

FIG Working Week <strong>2024</strong><br />

Accra (Ghana)<br />

https://www.fig.net/fig<strong>2024</strong>/<br />

index.htm<br />

30 MAGGIO <strong>2024</strong><br />

TECHNOLOGYforAll<br />

OnTheRoad<br />

Tindari Messina (Italy)<br />

www.technologyforall.it<br />

5 - 6 GIUGNO <strong>2024</strong><br />

GEOBUSINESS<br />

London (UK)<br />

https://www.<br />

geobusinessshow.com<br />

6 - 7 GIUGNO <strong>2024</strong><br />

14° Workshop AIT - ENEA<br />

Telerilevamento applicato<br />

alla gestione delle risorse<br />

idriche<br />

Bologna (Italy)<br />

https://aitonline.org/<br />

15 – 19 LUGLIO <strong>2024</strong><br />

Esri User Conference<br />

San Diego (USA)<br />

www.esri.com<br />

16 - 19 SETTEMBRE <strong>2024</strong><br />

Remote Sensing for<br />

Agriculture, Ecosystems,<br />

and Hydrology XXVI<br />

Edinburgh (UK)<br />

https://spie.org/conferencesand-exhibitions/sensorsand-imaging<br />

25 – 27 SETTEMBRE <strong>2024</strong><br />

Convegno AIC Associazione<br />

Italiana di Cartografia<br />

Roma (Italy)<br />

https://aic-cartografia.it/<br />

convegni/<br />

24 - 26 SEPTEMBER <strong>2024</strong><br />

INTERGEO <strong>2024</strong><br />

Stuttgart (Germany)<br />

https://www.intergeo.de/en<br />

9 – 11 OTTOBRE <strong>2024</strong><br />

Dronitaly<br />

Bologna<br />

https://www.dronitaly.it/it/<br />

10 - 13 DICEMBRE <strong>2024</strong><br />

#ASITA<strong>2024</strong><br />

Conferenza Nazionale di<br />

Geomatica e Informazione<br />

Geografica<br />

Padova (Italy)<br />

http://www.asita.it/<br />

Il laser scanner Leica BLK360 G2<br />

cattura la realtà<br />

con una velocità di scansione<br />

senza precedenti,<br />

per permetterti di lavorare<br />

in modo più rapido e preciso.<br />

per maggiori<br />

informazioni<br />

Leica BLK360 G2<br />

Premendo un solo pulsante, è possibile acquisire una scansione completa con<br />

immagini sferiche in soli 20 secondi.<br />

La tecnologia VIS combina automaticamente le scansioni in loco per rendere<br />

più rapido il processo di cattura e garantirne la completezza.<br />

Le rilevazioni ottenute con Leica BLK360 vengono utilizzate in molti campi:<br />

ingegneria, architettura, costruzioni, ma anche per progetti di realtà virtuale o<br />

realizzazione di video con particolari effetti visivi.<br />

Gli utenti possono facilmente trasferire i dati e gestirli con i propri software per<br />

ottenere progetti estremamente precisi.<br />

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