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2024_01_e-Construction

- HI-TECH: Bomag - CANTIERE 4.0: Leica Geosystems; Topcon - PASSIONE CANTIERE: Piobesi Escavazioni - PERISCOPIO: Tonello Servizi / Tesmec; Blend Plants / Baudino Group; Bobcat - INTERMAT 2024: Emissioni sorvegliate speciali - ELETTRIFICAZIONE: Sicuri che sia l’unica soluzione? - IMPIANTI MOBILI: Forte attenzione ai consumi - ESCAVATORI: Ruolo strategico - PALE GOMMATE: in prima linea per il carico

- HI-TECH: Bomag
- CANTIERE 4.0: Leica Geosystems; Topcon
- PASSIONE CANTIERE: Piobesi Escavazioni
- PERISCOPIO: Tonello Servizi / Tesmec; Blend Plants / Baudino Group; Bobcat
- INTERMAT 2024: Emissioni sorvegliate speciali
- ELETTRIFICAZIONE: Sicuri che sia l’unica soluzione?
- IMPIANTI MOBILI: Forte attenzione ai consumi
- ESCAVATORI: Ruolo strategico
- PALE GOMMATE: in prima linea per il carico

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VADO E TORNO EDIZIONI<br />

www.vadoetorno.com<br />

ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p.<br />

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />

art. 1, comma 1, LO/MI<br />

SUPPLEMENTO A TRATTORI<br />

N°1 <strong>2024</strong><br />

APRILE<br />

FOCUS<br />

ELETTRIFICAZIONE<br />

Dai mezzi realmente<br />

utilizzabili (e utili) al<br />

marketing fine a sé<br />

stesso<br />

TEST IN CAMPO<br />

Escavatore idraulico<br />

HITACHI ZX400MC-7<br />

Pala gommata<br />

WACKER NEUSON WL95<br />

INTERMAT<br />

<strong>2024</strong><br />

ESCAVATORI IDRAULICI<br />

Un’offerta sempre più<br />

ampia con l’arrivo di nuovi<br />

e qualificati attori


Aprile <strong>2024</strong><br />

SEGUICI SUI<br />

SOCIAL:<br />

e-construction.org<br />

62<br />

44<br />

74<br />

HI-TECH<br />

6. Bomag<br />

TELESCOPICI<br />

36. Non solo per andare in alto<br />

km/h<br />

8<br />

13<br />

CANTIERE 4.0<br />

8. Leica Geosystems<br />

9. Topcon<br />

PASSIONE CANTIERE<br />

10. Piobesi Escavazioni<br />

PERISCOPIO<br />

13. Tonello Servizi / Tesmec<br />

14. Blend Plants / Baudino Group<br />

15. Bobcat<br />

INTERMAT <strong>2024</strong><br />

16. Emissioni sorvegliate speciali<br />

ELETTRIFICAZIONE<br />

20. Sicuri che sia l’unica soluzione?<br />

IMPIANTI MOBILI<br />

24. Forte attenzione ai consumi<br />

ESCAVATORI<br />

28. Ruolo strategico<br />

PALE GOMMATE<br />

32. In prima linea per il carico<br />

40. Kobelco<br />

42. Indeco<br />

44. Merlo<br />

46. Manitou<br />

48. Simex<br />

50. OMS / Sumitomo / Hanta<br />

52. Mantovanibenne<br />

54. Effer<br />

TEST<br />

56. HITACHI ZX400MC-7<br />

62. WACKER NEUSON WL95<br />

CAVA-CANTIERE<br />

68. Renault / Perino Piero<br />

70. Bell Equipment<br />

COMPONENTI<br />

72. Webasto<br />

IN PUNTA BRACCIO<br />

74. Ad ognuno la propria funzione<br />

STORIA<br />

78. Hitachi<br />

SOMMARIO<br />

3


A PASSI LENTI E INCERTI<br />

Macchine ed emissioni<br />

inquinanti. Ad INTERMAT<br />

<strong>2024</strong> faremo il punto su<br />

questo delicato tema. La<br />

kermesse parigina sarà l’occasione<br />

per capire quale sarà il reale stato<br />

dell’arte, la effettiva richiesta del<br />

mercato e le concrete possibilità che<br />

si possa continuare con un processo di<br />

elettrificazione che, oggettivamente,<br />

appare alquanto difficile.<br />

La mia non è visione ideologica ma<br />

una evidente presa d’atto che si basa<br />

su un’analisi delle attuali tecnologie a<br />

disposizione. Non è affatto un caso che<br />

in queste settimane gli stessi costruttori<br />

di automobili stiano ponendo molti dubbi<br />

facendo un vigoroso retro-front rispetto<br />

alle norme europee.<br />

Queste ultime si basano invece su una<br />

visione ideologica che imponendo “emissioni<br />

zero” allo scarico vuole imporre una<br />

tecnologia unica senza però tenere conto<br />

di tutto quello che accade prima del “tubo<br />

di scarico”. Parlo quindi di un bilancio<br />

energetico complessivo del mezzo, sia<br />

esso un veicolo stradale o altro, e di una<br />

produzione di energia elettrica che ha<br />

portato a dei veri e propri paradossi.<br />

Ne è un esempio la Germania, dove la<br />

visione talebana dei Verdi ha portato la<br />

chiusura delle centrali nucleari salvo<br />

produrre energia elettrica riattivando le<br />

centrali a carbone.<br />

Non sono contrario a prescindere all’elettrificazione.<br />

Ma occorre ragionare<br />

su come questo processo possa essere<br />

attuato. Se possibile. E come si possano<br />

invece risolvere i problemi delle emissioni<br />

in atmosfera laddove le tecnologie<br />

più evolute, di cui l’Italia è come sempre<br />

capofila, forniscano soluzioni alternative,<br />

possibili e concrete.<br />

Come il caso dell’HVO, in cui il nostro<br />

Paese è all’avanguardia con i poli produttivi<br />

di Gela e Monfalcone. Ma non<br />

solo. Ragionare su un mix energetico<br />

orientando la visione alle singole attività<br />

è la strada che qualsiasi esperto di settore<br />

indica in modo chiaro.Dalla mobilità<br />

delle persone, fino alle macchine industriali.<br />

E sempre con una visione globale<br />

che permetta di intervenire anche in zone<br />

geografiche dove le necessità energetiche<br />

saranno in fortissima crescita. Paesi che,<br />

giustamente, vogliono aumentare il proprio<br />

benessere e che hanno bisogno di più<br />

energia.<br />

Costantino Radis<br />

“Un partner di cui fidarsi”<br />

- Marco - Concessionario Kobelco<br />

EDITORIALE<br />

In Kobelco crediamo nella perfezione. Sappiamo anche<br />

che può essere raggiunta solo con gli strumenti giusti<br />

per il lavoro. Ecco perché, oltre a macchinari di alta<br />

qualità, costruiamo relazioni solide e durature con i<br />

nostri concessionari. Ascoltiamo le loro esigenze e li<br />

supportiamo con competenze affidabili, reti solide e<br />

servizi professionali. Prestando attenzione ai dettagli,<br />

cresciamo insieme verso il futuro.<br />

KOBELCO CONSTRUCTION MACHINERY EUROPE B.V.<br />

www.kobelco-europe.com<br />

4


Bomag Asphalt Pro, cantiere ottimizzato<br />

PIENO<br />

CONTROLLO<br />

Bomag Asphalt Pro permette di<br />

controllare tutto il processo operativo<br />

nel cantiere di stesa. Dalla produzione<br />

del conglomerato fino alla sua definitiva<br />

compattazione. Passando per il trasporto<br />

e la stesa tenendo sempre sotto controllo<br />

ogni minimo imprevisto e consentendo<br />

di trovare soluzioni immediate per<br />

controllare la qualità di tutto il lavoro<br />

Bomag non è solo macchine.<br />

Anzi. Stiamo parlando<br />

di un costruttore che sta<br />

sviluppando in house una lunga<br />

serie di strumenti informatizzati<br />

che consentano di aumentare al<br />

massimo la produttività all’interno<br />

del cantiere stradale.<br />

Le motivazioni sono ovvie.<br />

Controlli qualitativi stringenti,<br />

tempi di esecuzione sempre più<br />

sotto controllo, marginalità che<br />

dipendono da fattori spesso fuori<br />

controllo. Per questo motivo<br />

Bomag ha sviluppato Asphalt<br />

Pro, una app dal funzionamento<br />

intuitivo che consente di tenere<br />

sotto controllo ogni singolo<br />

aspetto del cantiere stradale.<br />

Partendo dal confezionamento<br />

dei conglomerati bituminosi<br />

nell’impianto di produzione, al<br />

trasporto su<br />

strada, alla<br />

stessa, alla<br />

compattazione<br />

finale.<br />

Ogni singola<br />

operazione,<br />

compreso il<br />

controllo della<br />

temperatura<br />

del conglomerato,<br />

è tenuta<br />

sotto controllo grazie ad una<br />

precisa e continua elaborazione<br />

dei dati che permette di trovare<br />

immediate soluzioni a problemi<br />

anche banali. Come ad esempio<br />

a ingorghi del traffico o ritardi<br />

legati a problemi nell’impianto<br />

di produzione.<br />

Smart Paving<br />

Bomag Aspahlt Pro raccoglie<br />

tutti i dati ed i parametri del<br />

cantiere in tempo reale. Le<br />

macchine e gli impianti interessati<br />

nel processo sono tutti<br />

monitorati ed il software è stato<br />

pensato per mettere in rete non<br />

solo le macchine del costruttore<br />

ma qualsiasi mezzo in qualche<br />

modo coinvolto nel cantiere.<br />

In questo modo è possibile rispettare<br />

i requisiti QSBW 4.0 e<br />

QAA 4.0. Il confronto continuo<br />

tra i valori richiesti dal cantiere<br />

per rispettare i criteri impostati<br />

ed i valori effettivi registrati al<br />

momento permette di mettere di<br />

reagire rapidamente ai problemi<br />

che potrebbero presentarsi durante<br />

lo svolgimento<br />

delle<br />

operazioni. In<br />

questo modo<br />

si evita che<br />

la finitrice rimanga<br />

ferma<br />

per mancanza<br />

di materiale<br />

da stendere.<br />

Tutti i soggetti<br />

coinvolti<br />

nel cantiere, dal responsabile dei<br />

lavori fino agli autisti, sono informati<br />

immediatamente in caso<br />

di cambiamenti di programma.<br />

Documenti sempre disponibili<br />

Tra i vantaggi di Bomag<br />

Asphalt Pro vi sono anche quelli<br />

di avere una documentazione<br />

completa e trasparente. È<br />

infatti possibile leggere tutte le<br />

informazioni di stesa tramite i<br />

sensori della finitrice.<br />

Larghezza di stesa, spessore<br />

dello strato e temperatura del<br />

conglomerato sono documentati<br />

nel tempo e collegati opzionalmente<br />

anche ai dati GPS ad alta<br />

precisione. In questo modo è<br />

possibile sapere con esattezza<br />

dove e come è stato steso il<br />

conglomerato per risalire eventualmente<br />

alla causa di problemi<br />

che potrebbero verificarsi.<br />

Asphalt Pro raccoglie quindi<br />

anche le passate di compattazione<br />

con la temperatura, il valore<br />

EVIB ed i valori di frequenza e<br />

ampiezza.<br />

HA6OC-11<br />

UNICA AL MONDO<br />

2.3 m 4.5 m 6.0 m<br />

Piastra tripla a variazione idraulica continua<br />

HA6OW-11<br />

F1432W5<br />

F14CE-5<br />

Larghezza di stesa 1.4 m- 3.2m<br />

Larghezza di stesa 0.4 m- 1.8m<br />

HI-TECH<br />

6


Leica Geosystems e il digitale integrato<br />

Topcon MC-Mobile e MC-X per le compatte<br />

ALLEANZE<br />

STRATEGICHE<br />

Leica Geosystems collabora oggi con<br />

i principali costruttori di macchine<br />

movimento terra. Questo grazie a<br />

specifici accordi che vedono il marchio<br />

svizzero, proprietà di Hexagon, proporsi<br />

sul mercato con la propria tecnologia<br />

integrata su escavatori, dozer e grader<br />

direttamente dalla fabbrica per agevolare<br />

il cliente finale nel processo di impiego<br />

CANTIERE 4.0<br />

Andare incontro al cliente<br />

semplificandogli la vita. E’<br />

questo l’obiettivo fondamentale<br />

di Leica Geosystems.<br />

La società, proprietà del Gruppo<br />

Hexagon, è sempre più presente<br />

negli accordi ufficiali che prevedono<br />

l’installazione integrata,<br />

direttamente in fabbrica, dei suoi<br />

sistemi digitali.<br />

La lista dei costruttori che hanno<br />

chiuso accordi ufficiali con Leica<br />

Geosystems è infatti sempre più<br />

lunga e corposa. L’ultimo in ordine<br />

di tempo è JCB. Il costruttore<br />

inglese e l’azienda svizzera hanno<br />

infatti previsto, per gli escavatori<br />

della Serie X, lo sviluppo congiunto<br />

della tecnologia integrata<br />

2D e 3D “Intelligrade” che gli<br />

utilizzatori potranno acquistare<br />

direttamente dalla rete JCB e<br />

che arriverà<br />

già montata<br />

in modo<br />

integrato dalla<br />

fabbrica. Il<br />

sistema prevede<br />

infatti non<br />

solo il classico<br />

funzionamento<br />

come sistema<br />

2D e 3D<br />

ma anche la<br />

modalità semiautomatica machine<br />

control. Per i clienti che scegliessero<br />

il sistema 2D in prima<br />

battuta sarà sempre possibile, sia<br />

tramite la rete JCB, sia tramite la<br />

rete Leica Geosystems, implementare<br />

al sistema 3D in after<br />

market in qualsiasi momento.<br />

Collaborazioni globali<br />

Gli accordi di questo tipo messi<br />

in campo da Leica Geosystems<br />

sono numerosi. E vanno da<br />

marchi globali come Liebherr<br />

e John Deere, fino a costruttori<br />

emergenti ma di alta qualità<br />

come Hidromek o Dressta,<br />

marchio di dozer di proprietà di<br />

LiuGong.<br />

Accordi che, come nel caso<br />

di John Deere, prevedono lo<br />

sviluppo congiunto di tecnologie<br />

digitali native per le macchine<br />

movimento terra e che<br />

comprendono tutte le differenti<br />

gamme del costruttore. Quindi<br />

non solo gli escavatori idraulici<br />

con la nuova gamma self-made<br />

in arrivo, ma anche i dozer ed<br />

i grader. Nel<br />

caso delle<br />

macchine<br />

del Cervo la<br />

collaborazione<br />

prevede<br />

uno scambio<br />

di esperienze<br />

e competenze<br />

mirate alla<br />

tecnologia<br />

integrata<br />

“SmartGrade”. Una vera e propria<br />

partnership strategica per<br />

accelerare l’uso delle tecnologie<br />

digitali sulle macchine movimento<br />

terra.<br />

Verso Oriente<br />

Leica Geosystems ha chiuso importanti<br />

collaborazioni anche con<br />

Hitachi. Il costruttore giapponese<br />

prevede infatti l’installazione in<br />

fabbrica, per chi lo volesse, dei<br />

sistemi iCON 3D. Un ulteriore<br />

plus per i clienti di entrambi i<br />

brand che possono così avere la<br />

completa e ottimale integrazione<br />

fra macchina e tecnologia.<br />

Sempre con l’obiettivo verso<br />

Oriente è strategica anche<br />

l’alleanza con Dressta. L’organizzazione<br />

della rete LiuGong<br />

sempre più presente, permette di<br />

essere un outsider dai contenuti<br />

rilevanti per quanto riguarda i<br />

dozer. Il costruttore si candida<br />

infatti come valida alternativa e<br />

la tecnologia integrata di Leica<br />

Geosystems è un plus di sicuro<br />

valore.<br />

PICCOLO È<br />

BELLO<br />

Topcon MC-X combina più tecnologie<br />

di comunicazione permettendo di<br />

personalizzare le soluzioni direttamente<br />

al flusso di lavoro della singola azienda.<br />

Con l’espansione MC-Mobile per<br />

macchine compatte le piccole imprese<br />

possono operare in modo snello e<br />

conveniente<br />

MC-Mobile è il sistema dedicato<br />

in modo specifico alle piccole<br />

e medie imprese che operano<br />

prevalentemente con le macchine<br />

compatte.<br />

Spesso il problema della diffusione<br />

della digitalizzazione nelle<br />

imprese edili è legato a diversi fattori<br />

fra cui il costo di investimento<br />

e la complessità di gestione sono<br />

tra quelli preponderanti. TopCon<br />

consente, con la soluzione compatta<br />

MC-Mobile, di avere quella<br />

snellezza operativa che le piccole<br />

aziende richiedono sempre più<br />

spesso per essere competitive.<br />

Il sistema permette infatti di effettuare<br />

i rilievi dei piccoli cantieri<br />

direttamente in situ ed in modo<br />

veloce. Eseguendo<br />

poi il tracciamento<br />

digitale in tempi<br />

rapidi così che si<br />

possa lavorare<br />

immediatamente.<br />

Si tiene quindi<br />

conto anche degli<br />

eventuali problemi<br />

e cambiamenti<br />

legati a situazioni<br />

che dipendono da<br />

fattori esterni che si<br />

possono verificare<br />

Topcon Positioning Systems<br />

mette a disposizione l’opzione<br />

di sistema satellitare<br />

di navigazione globale (GNSS)<br />

per la sua soluzione compatta<br />

di controllo macchina MC-<br />

Mobile. Si tratta di una funzione<br />

che completa il portafoglio di<br />

soluzioni compatte dell’azienda<br />

e permette agli appaltatori<br />

solo direttamente in loco. Come<br />

ad esempio sottoservizi non previsti<br />

o altri elementi che emergono<br />

in corso d’opera.<br />

Un modo di lavorare snello che<br />

coniuga il controllo diretto con la<br />

digitalizzazione. Con il vantaggio<br />

innegabile che quest’ultima<br />

fornisce in merito alla restituzione<br />

finale del lavoro effettivamente<br />

eseguito e con la possibilità di<br />

avere sempre perfettamente sotto<br />

controllo i quantitativi di materiali<br />

scavati o utilizzati.<br />

Il display e tutti gli altri componenti<br />

sono infatti progettati per<br />

essere facilmente condivisi tra<br />

più macchine all’interno di flotte<br />

di proprietà o a noleggio. Questi<br />

Il digitale snello per le piccole imprese<br />

componenti inoltre, possono essere<br />

spostati dall’asta portaprisma<br />

per le operazioni di tracciamento<br />

e controllo delle quote, alla macchina<br />

e viceversa.<br />

MC-Mobile è inoltre un sistema<br />

modulare e facile da imparare e<br />

utilizzare. Utilizza quindi un’unica<br />

interfaccia per migliorare la<br />

gestione delle risorse e consentire<br />

agli operatori di svolgere lavori<br />

che in precedenza richiedevano<br />

tre diverse figure: topografi,<br />

operatori di macchine da cantiere<br />

e addetti alla verifica del livellamento.<br />

Le soluzioni MC-Mobile di<br />

TopCon sono disponibili soluzioni<br />

per numerose marche e modelli<br />

di miniescavatori, pale cingolate<br />

compatte e minipale. Di fatto<br />

sono una perfetta combinazione<br />

delle tecnologie chiave di rilievo<br />

e machine control per aumentare<br />

l’efficienza, ridurre i tempi di<br />

attesa e il fabbisogno di personale<br />

per i cantieri di piccole e medie<br />

dimensioni.<br />

MC-Mobile fornisce quindi tutto il<br />

necessario per eseguire il tracciamento<br />

e la progettazione sul campo<br />

in modo da svolgere i lavori e<br />

verificarne i risultati in ogni fase<br />

del cantiere in modo snello.<br />

di integrare facilmente le loro<br />

macchine compatte in flotte già<br />

connesse con tecnologia GNSS.<br />

Una soluzione, dunque, pensata<br />

in modo specifico per i proprietari<br />

di minipale, pale compatte<br />

cingolate e mini escavatori che<br />

vogliano operare con sistemi<br />

digitali.<br />

Murray Lodge, vicepresidente<br />

esecutivo e direttore<br />

generale di Topcon, ha<br />

spiegato che «Inizialmente<br />

abbiamo<br />

costruito MC-Mobile<br />

pensando agli appaltatori<br />

di piccole e medie<br />

dimensioni. Lavorando<br />

con un’asta prismatica<br />

e il nostro strumento<br />

robotico 3D LN-150 gli<br />

utilizzatori misurano,<br />

progettano e costruiscono<br />

il modello di scavo<br />

facilmente sul posto<br />

con un’unica soluzione<br />

3-in-1. Ora questa nuova<br />

opzione GNSS consente ai<br />

gestori delle flotte di integrare<br />

facilmente macchine compatte in<br />

flussi di lavoro molto più ampi e<br />

complessi. Sfruttando la stessa<br />

modularità macchina-macchina<br />

e facilità d’uso che ha reso MC-<br />

Mobile uno dei nostri prodotti<br />

più venduti grazie alla piattaforma<br />

MC-X».<br />

8<br />

9


Piobesi Escavazioni al lavoro lungo il Po<br />

SPECIALISTI<br />

EFFICIENTI<br />

La piemontese Piobesi Eescavazioni è una<br />

delle aziende più importanti che opera<br />

nella regione del Nord Ovest.<br />

La tecnologia digitale di Leica Geosystems<br />

applicata agli escavatori Hidromek<br />

permette di svolgere importanti lavori con<br />

la massima precisione. Come il cantiere<br />

nel Parco Naturale del Po per sistemarne il<br />

letto dopo una piena<br />

PASSIONE CANTIERE<br />

Lavorare nei grandi cantieri<br />

fluviali non è semplice e<br />

immediato. Soprattutto alla<br />

luce delle sempre più stringenti<br />

normative che prevedono<br />

progetti estremamente accurati e<br />

precisi. La Piobesi Escavazioni,<br />

una delle più grandi e strutturate<br />

aziende che operano nel Nord<br />

Ovest, si occupa di movimento<br />

terra, demolizioni e riciclo di<br />

rifiuti da costruzione e demolizione<br />

con una propria piattaforma<br />

autorizzata. L’azienda<br />

piemontese ha la propria sede a<br />

Piobesi Torinese. Una cittadina<br />

nella zona a sud del capoluogo<br />

subalpino che si protende verso<br />

la provincia di Cuneo.<br />

La compagine infatti opera<br />

fra Piemonte, Valle d’Aosta e<br />

Liguria con una forte presenza<br />

proprio fra torinese e cuneese.<br />

L’elevata specializzazione e la<br />

dotazione di un parco macchine<br />

imponente che spazia dalle<br />

piccole macchine da cantiere<br />

fino ai grandi escavatori da<br />

demolizione consente di essere<br />

presente in opere di ogni tipo.<br />

Proprio come nei lavori fluviali<br />

dove la Piobesi Escavazioni è<br />

attiva da molto tempo.<br />

Tecnologia & macchine<br />

Questo tipo di attività, estremamente<br />

specialistica, prevede<br />

infatti di operare in modo<br />

estremamente preciso per<br />

rispondere alle prescrizioni di<br />

progetto. L’attenzione da parte<br />

delle autorità di controllo non<br />

permette infatti di compiere<br />

errori. Soprattutto quando i<br />

cantieri sono all’interno di aree<br />

protette che, però, richiedono<br />

una manutenzione ed una cura<br />

continua.<br />

L’azienda ha operato recentemente<br />

in una importante<br />

sistemazione fluviale all’interno<br />

del Parco Naturale del Po fra i<br />

comuni di Carmagnola e Carignano.<br />

Siamo nella zona pianeggiante<br />

alle porte di Torino dove<br />

il grande fiume padano inizia<br />

ad avere un letto di scorrimento<br />

importante e con portate elevate.<br />

A causa di una importante piena<br />

avvenuta lo scorso anno il corso<br />

è stato deviato in modo anomalo<br />

ed era necessario riportarlo nel<br />

suo corso storico. Un cantiere<br />

che la Piobesi Escavazioni<br />

ha affrontato impiegando un<br />

escavatore idraulico Hidromek<br />

HMK390NLC H4 dal peso<br />

operativo di circa 40 tonnellate<br />

e dotato di un impianto 3D<br />

iCON di Leica Geosystems.<br />

Un approccio tecnologico che<br />

la Piobesi Escavazioni ha fatto<br />

proprio da lungo tempo con<br />

diversi impianti installati su<br />

escavatori e dozer.<br />

In questo modo è stato possibile<br />

rispettare in modo preciso<br />

le quote di progetto con un<br />

controllo continuo delle effettive<br />

sezioni scavate per la massima<br />

tranquillità degli enti di controllo<br />

e dei progettisti.<br />

PARIGI NORD<br />

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10


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www.e-construction.org<br />

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SETTIMANALE<br />

GRATUITA<br />

Tesmec e Tonello Servizi<br />

TRENCHER &<br />

NOLEGGIO<br />

Le macchine specializzate come i trencher<br />

permettono di avere produzioni elevate<br />

in applicazioni spesso affrontate in modo<br />

convenzionale. Con un’efficienza che<br />

consente di aumentare la marginalità<br />

ed avere livelli produttivi molto alti. La<br />

scelta della Tonello Servizi di noleggiare<br />

i trencher di Tesmec va esattamente in<br />

questa direzione<br />

PERISCOPIO<br />

Tesmec è oggi uno dei maggiori<br />

costruttori mondiali di<br />

trencher. L’azienda bergamasca<br />

è infatti una specialista<br />

nel settore delle tecnologie delle<br />

comunicazioni, dell’energia,<br />

dell’automazione e del ferroviario.<br />

Tecnologie che richiedono<br />

una forte infrastrutturazione in<br />

cui i trencher svolgono un ruolo<br />

chiave a livello operativo.<br />

La gamma attuale comprende<br />

quindi macchine e attrezzature<br />

che coprono ogni nicchia applicativa<br />

dove le applicazioni di<br />

scavo e quelle di surface-miner<br />

vivono affiancate. La gamma<br />

Tesmec comprende quindi<br />

macchine a disco o a catenarie<br />

con pesi operativi che partono<br />

da 9 tonnellate e arrivano fino<br />

a 150 tonnellate. Stiamo quindi<br />

parlando di<br />

condizioni<br />

operative che<br />

spaziano dalle<br />

mini trincee<br />

fino a scavi di<br />

grande entità.<br />

La formula<br />

del noleggio<br />

è quindi oggi<br />

una grande<br />

opportunità<br />

che permette alle imprese di accedere<br />

a macchine estremamente<br />

specializzate in modo conveniente<br />

e con costi certi.<br />

La visione della Tonello Servizi<br />

Fra le aziende che si occupano<br />

di noleggio e distribuzione la<br />

Tonello Servizi è senza dubbio<br />

una di quelle maggiormente<br />

strutturate. Con sede a Oderzo,<br />

in provincia di Treviso, la Tonello<br />

Servizi fa parte del grande<br />

Gruppo Tonello che spazia<br />

dall’agricoltura, alle costruzioni<br />

edili fino all’impiantistica e al<br />

movimento terra.<br />

La visione lungimirante ha portato<br />

ad ingenti investimenti con<br />

una gamma di trencher a noleggio<br />

che spazia dalle piccole<br />

macchine a disco fino ai grandi<br />

mezzi a catena.<br />

Oggi l’offerta aziendale è<br />

composta da cinque macchine<br />

Tesmec. Si parte quindi dalle<br />

due compatte a disco 300 e<br />

400MCT RT1100 per arrivare<br />

ai tre modelli superiori Tesmec<br />

885, 950R e<br />

985. Le prime<br />

con pesi operativi<br />

di poco<br />

superiori alle<br />

10 tonnellate.<br />

Le ultime arrivano<br />

invece<br />

fino ai 37.000<br />

kg della 985<br />

per una potenza<br />

di 375<br />

cv. Si parla quindi di macchine<br />

importanti in grado di ottimizzare<br />

lo svolgimento dei cantieri<br />

di infrastrutturazione adattandosi<br />

a condizioni operative di ogni<br />

genere.<br />

La convenienza del noleggio<br />

Macchine non solo importanti,<br />

quindi, ma anche estremamente<br />

specializzate che richiedono, in<br />

caso di acquisto, investimenti<br />

mirati ed elevati. La possibilità<br />

di noleggiare macchine di questo<br />

tipo permette quindi di avere<br />

costi fissi e ottimizzare il proprio<br />

cantiere anche in base sia<br />

al tipo di terreno che si incontra,<br />

sia al tipo di situazione logistica<br />

e operativa.<br />

È quindi possibile, nello stesso<br />

cantiere, alternare tecniche<br />

differenti di scavo dove modalità<br />

convenzionali sono di fatto<br />

complementari all’impiego dei<br />

trencher. E dove questi ultimi<br />

possono essere a catena o a<br />

disco a seconda della profondità<br />

e della larghezza di scavo.<br />

13


BLEND PLANTS & BAUDINO GROUP<br />

I telescopici rotativi di Bobcat<br />

RECYCLING<br />

Gli impianti della Blend Plants sono ideali per operare<br />

nel campo del recycling grazie alla loro polivalenza<br />

e versatilità. Dai conglomerati cementizi ad RCK<br />

garantito fino a quelli bituminosi a freddo passando<br />

per quelli confezionati con aggregati riciclati. Ecco i<br />

perché della scelta di Baudino Group<br />

Blend Plants è oggi un<br />

riferimento a livello globale<br />

per gli impianti mobili per<br />

la produzione di conglomerati<br />

di vario tipo. I modelli del<br />

costruttore bresciano sono infatti<br />

presenti a livello globale sia in<br />

cantieri difficilmente accessibili,<br />

sia in situazione di forte urbanizzazione.<br />

La semplice trasportabilità,<br />

la elevata mobilità e la polivalenza<br />

operativa sono i punti di<br />

forza di queste macchine dall’elevato<br />

valore aggiunto. Spaziare<br />

dai conglomerati cementizi a<br />

resistenza garantita fino a quelli<br />

bituminosi a freddo permette<br />

agli impianti della Blend Plants<br />

alle imprese di operare in modo<br />

snello e rapido all’interno dei<br />

cantieri. Con il valore aggiunto<br />

che, all’occorrenza, molti modelli<br />

della gamma possono diventare<br />

anche comodi mezzi di trasporto<br />

di materiali granulari di vario<br />

genere. Materiali che rimangono<br />

divisi e possono essere scaricati<br />

con la massima precisione grazie<br />

ai nastri e alle celle di carico<br />

integrate nell’impianto.<br />

Occhio all’ambiente<br />

La flessibilità operativa degli<br />

impianti della Blend Plants<br />

permette di organizzare cantieri<br />

snelli ed efficienti utilizzando<br />

i materiali riciclati prodotti<br />

direttamente in situ. Un modo<br />

di ragionare che permette di ottimizzare<br />

l’efficienza operativa,<br />

di ridurre al minimo l’impatto<br />

ambientale legato ai trasporti<br />

e alla logistica, di sfruttare al<br />

meglio le risorse disponibili.<br />

Demolire, riciclare i materiali e<br />

riutilizzarli direttamente in loco<br />

è possibile grazie alla velocità di<br />

trasferimento e allestimento degli<br />

impianti della Blend Plants.<br />

Baudino Group<br />

ha investito in<br />

due impianti<br />

mobili Blend<br />

Plants Seventy<br />

che impiega sia<br />

nella propria<br />

sede operativa,<br />

sia nei diversi<br />

cantieri aziendali<br />

spostandoli<br />

all’occorrenza<br />

in modo molto<br />

rapido.<br />

GAMMA<br />

IN EVOLUZIONE<br />

Bobcat ha presentato i nuovi sollevatori<br />

telescopici rotativi che prendono origine<br />

dall’accordo quadro con Magni TH.<br />

Macchine da 5 a 8 tonnellate di capacità<br />

di carico con bracci fino a 39 metri di<br />

altezza massima. Comfort e prestazioni<br />

superiori i must dei nuovi modelli<br />

I<br />

sollevatori telescopici rappresentano<br />

uno dei mercati<br />

più interessanti ed in continuo<br />

sviluppo. Non è quindi<br />

un caso se Bobcat, nella sua<br />

strategia di crescita globale<br />

e sempre maggiore focalizzazione<br />

per le aziende che<br />

operano in campo edile, stia<br />

ampliamento la propria offerta<br />

in modo rapido ed efficiente.<br />

La presentazione dei nuovi<br />

modelli rotativi, frutto dell’accordo<br />

quadro con Magni TH,<br />

rientra in questa fondamentale<br />

dinamica commerciale.<br />

Comfort e prestazioni<br />

I nuovi modelli puntano su<br />

cabine rinnovate e su un incre-<br />

mento sostanziale delle prestazioni<br />

in termini di capacità di<br />

sollevamento. Parliamo quindi<br />

dei nuovi modelli che sono in<br />

grado di sollevare pesi da 5 ad<br />

8 tonnellate con altezze operative<br />

che vanno da 18 a 39<br />

metri di altezza massima. Vere<br />

e proprie efficienti e polivalenti<br />

autogrù compatte.<br />

PERISCOPIO<br />

Economia circolare<br />

Baudino Group è una delle realtà<br />

piemontesi in maggiore crescita.<br />

Le tre aziende del Gruppo sono<br />

la Baudino Trasporti, la Baudino<br />

Emilio e la Cava Belvedere. Ogni<br />

singola azienda ha una propria<br />

mission specifica con la Cava<br />

Belvedere che si occupa in modo<br />

specifico di riciclo dei rifiuti da<br />

costruzione e demolizione.<br />

Un’attività, quest’ultima, in cui<br />

le due Blend Plants Seventy<br />

entrate da poco nel parco macchine<br />

aziendale si integrano in<br />

modo ottimale con il processo di<br />

recupero dei materiali. Processo<br />

che è oggi uno dei core business<br />

aziendali anche alla luce<br />

del forte incremento dei lavori di<br />

demolizione e costruzione a cui<br />

sta assistendo il nostro paese.<br />

Ce ne parla Gabriele Baudino,<br />

terza generazione attiva<br />

nell’azienda di famiglia, e convinto<br />

sostenitore dell’economia<br />

circolare «La nostra azienda è<br />

sempre stata orientata ad una<br />

gestione efficiente dei cantieri.<br />

L’attenzione verso l’economia<br />

circolare è molto concreta e ha<br />

indirizzato tutti i nostri investimenti<br />

più recenti. Non solo gli<br />

impianti della Blend Plants ma<br />

anche il completo rinnovo di tutti<br />

gli impianti mobili per la selezione<br />

e lavorazione dei rifiuti da<br />

costruzione e demolizione. Investimenti<br />

importanti che però ci<br />

permettono di entrare in un circuito<br />

operativo virtuoso che, nel<br />

nord ovest, avrà un fortissimo<br />

impulso. Soprattutto con i grandi<br />

lavori di riqualificazione dell’Autostrada<br />

A6 Torino-Savona a cui<br />

partecipiamo attivamente. Alcuni<br />

lotti sono già in fase di esecuzione<br />

mentre altri sono in fase di<br />

partenza. Tutto il materiale verrà<br />

riutilizzato anche sotto forma di<br />

conglomerato e non impieghi<br />

non strutturali».<br />

Bobcat, i rotativi come macchine cruciali<br />

I nuovi modelli del costruttore<br />

presentano nuove cabine, accesso<br />

migliorato e più sicuro al posto<br />

guida, nuove prestazioni in termini<br />

di capacità di sollevamento.<br />

All’interno del posto guida vi è un<br />

nuovo display da 7” a 12” in grado<br />

di offrire tre diverse visualizzioni:<br />

diagramma di carico in tempo reale,<br />

diagramma di carico dinamico,<br />

vista dall’alto a 360°. Per agevolare<br />

l’accesso è ora presente un<br />

comodo pulsante sul joystick che<br />

allinea la torretta al telaio in modo<br />

automatico. L’ambiente di guida<br />

è completamente pressurizzato<br />

con filtrazione dell’aria al 100%.<br />

La visibilità, uno dei punti di forza<br />

di queste macchine, è rimasta<br />

invariata ed è stata ulteriormente<br />

migliorata con l’ausilio di<br />

nuove telecamere a 360°. Le<br />

motorizzazioni sono Volvo Penta<br />

Stage V.<br />

Bobcat sta quindi concentrando<br />

la propria attenzione non solo sui<br />

prodotti che identificano da sempre<br />

il proprio core business ma anche<br />

sui sollevatori telescopici.<br />

La presenza del marchio con i<br />

propri modelli fissi, a cui si sono<br />

affiancati i rotativi “made by Magni<br />

TH”, è infatti caratterizzata da<br />

contenuti di rilievo che nulla hanno<br />

da invidiare ai consolidati costruttori<br />

storici di queste macchine.<br />

Si tratta infatti di un mercato in<br />

crescita dove alla continua richiesta<br />

dei mercati “maturi” si affacciano<br />

nuovi mercati in cui queste<br />

macchine sono poco presenti.<br />

Per quanto riguarda i rotativi<br />

in modo particolare, i dati di<br />

vendita vedono una costante<br />

ascesa in tutto il mondo. Nel<br />

2023 sono state infatti vendute<br />

più di 4.500 macchine. Il settore<br />

è principalmente concentrato<br />

in Europa (85%), dove Italia,<br />

Germania, Francia e Benelux<br />

rappresentano il 76% del mercato.<br />

Il Nord America rappresenta il 10%<br />

del mercato mondiale, mentre il<br />

restante 5% è distribuito nel resto<br />

del mondo.<br />

14<br />

15


INTERMAT <strong>2024</strong>. Obiettivo emissioni<br />

EMISSIONI<br />

SORVEGLIATE<br />

SPECIALI<br />

Non è un caso se INTERMAT <strong>2024</strong> focalizza<br />

la propria attenzione sulla riduzione delle<br />

emissioni e sull’elettrificazione delle<br />

macchine da cantiere. La capitale francese<br />

è infatti la prima in Europa ad aver vietato<br />

l’accesso ai veicoli diesel dal 1 gennaio<br />

<strong>2024</strong>. Salvo poi rimandare il divieto a data<br />

sconosciuta. Un percorso in evoluzione,<br />

quindi, in cui si cercano soluzioni concrete<br />

INTERMAT <strong>2024</strong><br />

Intermat <strong>2024</strong> punterà il proprio obiettivo sulla decarbonizzazione.<br />

Tematica da far tremare i polsi e<br />

che coinvolge anche il mondo delle macchine da<br />

costruzione. Sarà sicuramente interessante vedere<br />

da vicino le soluzioni che i costruttori hanno pensato<br />

per andare incontro agli obiettivi imposti dal<br />

quadro normativo europeo.<br />

In realtà si sta dando molta enfasi a questi aspetti<br />

che coinvolgono soprattutto i Paesi del nord Europa.<br />

Paesi che prevedono forti incentivazioni fiscali<br />

per coloro che acquistano macchine da costruzione<br />

elettrificate per ottenere zero emissioni allo scarico.<br />

Essere a Parigi ha sicuramente un significato che<br />

aggiunge contenuti oltre a quelli puramente simbolici.<br />

La capitale francese ha infatti imposto fortissime<br />

limitazioni ai veicoli con motorizzazioni<br />

a combustione interna con un divieto assoluto di<br />

accesso a tutti i veicoli con motore diesel a partire<br />

dal 1 gennaio <strong>2024</strong>. Salvo poi rimandare il divieto<br />

a data sconosciuta. In parole povere, non si ha ancora<br />

una soluzione concreta. Anzi, le soluzioni ci<br />

sarebbero. Basterebbe non affrontare il problema<br />

in modo ideologico ma scientifico.<br />

Si rincorre l’elettrificazione<br />

La parola d’ordine è sicuramente elettrificazione.<br />

Tutti i costruttori si sono in qualche modo concentrati<br />

su queste tecnologie proponendo macchine che<br />

derivano dai modelli standard. Si tratta di percorsi<br />

di studio dove motorizzazioni a carburanti alternativi<br />

possono fare la loro parte in modo positivo.<br />

L’elettrificazione è oggi vista più come un argomento<br />

di marketing che non come la soluzione<br />

effettiva ad un problema operativo di riduzione<br />

delle emissioni. Gli obiettivi ambiziosi del settore<br />

costruzioni di ridurre le emissioni di carbonio<br />

del 40% da qui al 2030 sono sicuramente uno<br />

stimolo fondamentale per i costruttori e per le<br />

imprese che utilizzano ogni giorno le macchine<br />

da cantiere. Ma occorre capire in che contesto<br />

si andrà ad operare e in che modo raggiungere<br />

questi obiettivi. La kermesse di Parigi potrà sicuramente<br />

fornire spunti interessanti per capire<br />

quale direzione poter prendere.<br />

Il ruolo dei costruttori<br />

Dal punto di vista tecnologico ogni costruttore sta<br />

cercando di proporre soluzioni che possano portare<br />

ad un risultato concreto. Soprattutto tenendo bene a<br />

mente l’ambito operativo e l’effettivo impatto delle<br />

proprie macchine. Non è infatti un caso se alcuni<br />

grandi brand non hanno ancora proposto soluzioni<br />

elettrificate a fronte di macchine che, già nella realtà<br />

quotidiana, hanno un basso impatto in termini<br />

di emissioni. Ci sono infatti aziende che già oggi<br />

sono fortemente impegnate sul mercato con mezzi<br />

convenzionali che, alla luce dei motori di ultima<br />

generazione (molti anche funzionanti ad HVO) e<br />

del funzionamento particolarmente efficiente, hanno<br />

consumi ed emissioni ridottissime.<br />

Sarà interessante capire chi, alla luce della propria<br />

capacità di trasmettere i reali valori delle proprie<br />

macchine, riuscirà a spiegare al mercato soluzioni<br />

concrete, affidabili, meno impattanti e soprattutto<br />

fattibili. Il percorso che va verso l’effettiva transione<br />

ecologica comincia infatti da oggi. Con soluzioni<br />

concrete e utilizzabili, alla portata delle imprese,<br />

che risolvano problematiche effettive e che facciano<br />

risparmiare. Questa è la via maestra.<br />

I piccoli cantieri stradali urbani<br />

Analizzando il comparto in ottica evolutiva le attrezzature<br />

ed i cantieri stradali urbani di piccola dimensione<br />

sono quelli che hanno avuto il maggiore<br />

progresso in termini tecnologici per quanto riguarda<br />

l’abbattimento delle emissioni.<br />

Di fatto si tratta di tutti quei cantieri legati soprattutto<br />

alle manutenzioni che, effettivamente, arrecano<br />

il maggior disturbo alle persone e che, per loro<br />

natura, provocano i maggiori disagi anche a fronte<br />

delle emissioni. Non fosse altro per la presenza,<br />

spesso, di conglomerati bituminosi che per loro<br />

natura emettono calore e forti odori.<br />

Ad Intermat si farà il punto in modo specifico<br />

su questi aspetti con molti costruttori che si presentano<br />

con macchine compatte che prevedono<br />

Develon, a<br />

sinistra, arriverà<br />

ad Intermat con<br />

il miniescavatore<br />

elettrificato DX20ZE<br />

per lavori in<br />

ambienti chiusi ed<br />

in ambito urbano.<br />

La macchina è<br />

in gamma come<br />

modello di serie<br />

e si presenta<br />

come interessante<br />

soluzione sia per<br />

il noleggio, sia per<br />

le imprese che<br />

operano dove sono<br />

richieste emissioni<br />

locali pari a zero.<br />

Hitachi, sotto,<br />

propone la<br />

propria gamma di<br />

mezzi elettrificati<br />

sviluppati con<br />

KTEG ed in<br />

collaborazione con<br />

e-Deutz per quanto<br />

riguarda i sistemi<br />

di alimentazione<br />

e ricarica delle<br />

batterie.<br />

16<br />

17


Fra le tecnologie realmente a basso impatto ambientale<br />

la ART1000 di Simex, sopra, è oggi quella che, a livello<br />

di manutenzioni stradali, permette di ridurre in modo<br />

drastico non solo l’uso delle macchine ma anche<br />

l’impiego di conglomerati bituminosi grazie al riciclaggio<br />

in situ del materiale esistente con additivi biologici.<br />

Sunward, a fianco, arriva ad Intermat con un’offerta<br />

ampia di escavatori idraulici elettrificati.<br />

l’alimentazione a batteria o con sistemi che intervengono<br />

in modo diretto nel ciclo operativo.<br />

Quest’ultimo aspetto comprende non solo le macchine,<br />

ovviamente, ma anche i materiali ed i processi<br />

innovativi per ridurre al minimo l’impatto<br />

ambientale.<br />

INTERMAT <strong>2024</strong><br />

Attrezzature e tecnologie<br />

Processi e tecnologie sono infatti in prima linea per<br />

l’abbattimento delle emissioni. Da questo punto di<br />

vista è quindi fondamentale l’apporto che la tecnologia<br />

è in grado di offrire all’interno dei cantieri.<br />

Ad esempio, fra le innovazioni più interessanti da<br />

questo punto di vista vi è sicuramente la ART1000<br />

di Simex che, grazie al riciclaggio in situ di piccole<br />

superfici di pavimentazioni stradali, permette di<br />

ridurre in modo consistente l’uso delle macchine<br />

abbattendo le emissioni. Usando poi additivi biologici<br />

si ha anche un ulteriore vantaggio in termini<br />

ambientali.<br />

Il ruolo delle attrezzature e delle tecnologie, anche<br />

digitali, è quindi primario in questo fondamentale<br />

processo di ottimizzazione delle risorse.<br />

Risparmiare tempo, ridurre i cicli operativi, utilizzare<br />

meno macchine in cantiere riduce inevitabilmente<br />

le emissioni.<br />

Il tema fondamentale sarà quindi come riuscire a<br />

spiegare questi aspetti a tutti agli addett ai lavori e<br />

soprattutto come quantificare, in termini economici,<br />

questi evidenti elementi competitivi. Quantificazione<br />

che è fondamentale per capire se la direzione<br />

intrapresa è quella corretta. Sarà quindi interessante<br />

capire se Intermat riuscirà ad essere un reale megafono<br />

da questo punto di vista.<br />

Cosa che ad esempio Samoter ha saputo essere sotto<br />

molti punti di vista. Sia da quello che riguarda le<br />

tecnologie digitali, sia da quello che coinvolge l’economia<br />

di sistema basata sull’efficienza comples-<br />

siva del cantiere che si appoggia alle più evolute<br />

tecnologie di settore.<br />

Una finestra sul nord Europa<br />

Intermat sarà sicuramente una finestra sul Nord<br />

Europa mostrando le tendenze di un mercato che,<br />

grazie a politiche di forti aiuti fiscali, sembra voler<br />

intraprendere l’unica strada dell’elettrificazione<br />

come soluzione alla riduzione delle emissioni.<br />

Strada che non è tecnologicamente neutrale e che<br />

nasconde diverse insidie.<br />

La fiera di Parigi cade oltretutto in un periodo storico<br />

complesso dove, a fronte di queste dinamiche<br />

ideologiche, ci sarà la chiara verifica di inizio estate<br />

con le elezioni europee dove la realtà dovrà fare i<br />

conti con la fantasia. Ci sono già evidenti segni di<br />

scricchiolamento delle attuali norme che, come tutti<br />

ben sanno, non sono fisse e ineludibili. Basti vedere<br />

cosa è successo proprio a Parigi che, dopo aver<br />

annunciato circa una decina di anni fa l’obiettivo<br />

di chiudere completamente la città ai motori diesel,<br />

ha ora rimandato la decisione a data da destinarsi.<br />

L’ora X non è quindi nemmeno stata spostata in<br />

avanti come già successo per altre limitazioni ma<br />

si è preferito non parlarne proprio.<br />

Questo a causa delle evidenti difficoltà tecnologiche<br />

legate ad una visione che non ha tenuto conto delle<br />

effettive tecnologie alternative a disposizione.<br />

Di fatto si preferisce stare alla finestra a guardare.<br />

Una visione attendista che in realtà frena il reale<br />

progresso in termini di abbattimento delle emissioni<br />

pensando ad un’unica soluzione possibile.<br />

Una visione maggiormente organica, che tenga conto<br />

di ogni minimo aspetto, sarebbe invece auspicabile<br />

da tutti i punti di vista. Sia per gli addetti ai<br />

lavori, sia per l’ambiente e per una chiara soluzione<br />

delle problematiche che sono evidenti e sotto gli<br />

occhi di tutti.<br />

18<br />

19


FOCUS. Luci e ombre dell’elettrico<br />

SICURI CHE<br />

SIA L’UNICA<br />

SOLUZIONE?<br />

Se nelle macchine compatte è una delle possibili,<br />

concrete e attuabili alternative, l’elettrificazione<br />

non si prospetta come una strada oggettivamente<br />

percorribile su quelle di grandi dimensioni. A<br />

meno di applicazioni speciali. Anche a fronte di un<br />

ipotetico salto in avanti tecnologico delle batterie.<br />

Una scelta spesso mistificatoria a fronte di strategie<br />

di marketing dove il “green washing” conta più della<br />

sostanza e della neutralità tecnologica<br />

ELETTRIFICAZIONE<br />

Elettrico. Sembra essere la parola d’ordine e chi<br />

non segue questo mantra è considerato out.<br />

A prescindere dal fatto che sarebbe corretto<br />

parlare di elettrificazione e non di elettrico, qual<br />

è l’attuale situazione del mercato? Come possono<br />

eventualmente orientarsi le imprese che intendono<br />

lavorare con macchine ad emissioni locali zero?<br />

Occorre fare una chiara distinzione e capire esattamente<br />

quali sono le applicazioni, cosa si deve fare<br />

e dove si deve lavorare. Anche perché ci sono costruttori,<br />

come ad esempio Wacker Neuson, che da<br />

oltre dieci anni propongono macchine compatte e<br />

attrezzature ad azionamento elettrico con un ottimo<br />

riscontro del mercato. Questo grazie a tecnologie<br />

collaudate e ad una graduale e progressiva introduzione<br />

sul mercato senza mai rinunciare alle attrezzature<br />

e alle macchine convenzionali ma guidando<br />

il cliente attraverso scelte che sono poi diventate<br />

naturali. E anche con costi di investimento sostenibili<br />

da parte degli utilizzatori finali.<br />

Oltre l’ideologia<br />

Che l’obiettivo di ridurre le emissioni sia prioritario<br />

è evidente e sotto gli occhi di tutti. Ma che questo<br />

debba essere fatto con una visione non ideologica<br />

è altrettanto vero. L’approccio in modo tecnologicamente<br />

non neutro comporta infatti evidenti difficoltà<br />

che, nei fatti, trascinano in avanti l’obiettivo<br />

finale portando ad un rallentamento del processo<br />

quando, invece, si potrebbero ottenere buoni risultati<br />

fin da subito andando a migliorare una situzione<br />

oggettivamente critica. Alcuni costruttori, stanno<br />

percorrendo questa strada in modo analitico anche<br />

utilizzando tecnologie che potrebbero sembrare<br />

meno evolute ma che, nella realtà, sono alla portata<br />

delle aziende e ampiamente collaudate.<br />

Oltre a Wacker Neuson, per esempio, Merlo si è<br />

affacciata al mercato dei telescopici compatti con<br />

una macchina completamente nuova che sfrutta la<br />

tecnologia, conosciuta e impiegata da decenni, delle<br />

batterie al piombo. Un tipo di approccio che ha consentito<br />

di impiegare batterie che provengono ormai<br />

al 90% dal mercato del riciclo e che hanno un im-<br />

patto ambientale molto basso. Grazie al dispositivo<br />

di aggancio e sgancio rapido è possibile sostituirle<br />

in meno di cinque minuti garantendo cicli operativi<br />

molto lunghi.<br />

Si tratta di un approccio costruttivo che non solo ha<br />

aperto le porte di un nuovo mercato ma ha anche<br />

fatto capire ai propri clienti il potenziale operativo<br />

di un prodotto nuovo.<br />

La parola al mercato<br />

È poi comprensibile che le strategie di alcuni costruttori<br />

vogliano dare un segnale al mercato. Ma<br />

laddove la visione nega l’evidenza fisica sarà il<br />

mercato stesso ad emettere le proprie sentenze. Dichiarare<br />

tempi di durata della carica delle batterie<br />

che non siano compatibili con i dati stessi della<br />

macchina, infatti, non è sicuramente una strategia<br />

lungimirante. Volvo sta puntando molto sulle<br />

proprie macchine elettrificate con una visione che,<br />

però, appare spesso più entusiastica che realistica.<br />

Dimenticando, nel comunicare i propri dati di durata<br />

della ricarica delle batterie, che la fisica non è<br />

un’opinione e che i numeri non mentono.<br />

Se nelle macchine compatte la gestione della ricarica<br />

è però gestibile, nel bene e nel male, negli<br />

ordinari cantieri, sulle grandi macchine questo passaggio<br />

non è affatto automatico.<br />

L’EC230 Electric, a fronte di una capacità della<br />

batteria di 264 kWh per una potenza installata di<br />

picco di 160 kW e in continuo di 105 kW, difficile<br />

che riesca a mantenere un’autonomia di 4 o 5 ore (a<br />

seconda dell’impiego) come dichiarato dal costruttore.<br />

Così come risulta difficile, a patto di non avere<br />

in cantiere un carica batterie da oltre 132 kWh, che<br />

in un paio d’ore si possa effettuare la ricarica. Vero<br />

è che Volvo fornisce in opzione un caricabatterie<br />

rapido da 150 kW con interfaccia CCS2 in grado<br />

di caricare la batteria in circa 90 minuti, ma occorre,<br />

cosa non da poco, avere un’allacciamento al<br />

cantiere che sia in grado di alimentare un flusso di<br />

questo tipo. Un cantiere medio ordinario oggi ha<br />

tendenzialmente un fabbisogno di circa 30/40 kW.<br />

Stiamo parlando quindi di grandezze superiori di<br />

A sinistra, VOLVO<br />

CE sta puntando<br />

sulle macchine<br />

elettrificate con la<br />

volontà di essere<br />

presente nel<br />

compatto solo con<br />

veicoli elettrici. Fra<br />

le grandi macchine<br />

è presente<br />

l’escavatore EC230<br />

Electric dove<br />

il costruttore<br />

dichiara numeri<br />

di durata e tempi<br />

di ricarica che<br />

sono difficilmente<br />

compatibili sia con<br />

le leggi fisiche,<br />

sia con la realtà<br />

operativa dei<br />

cantieri ordinari.<br />

In basso, Wacker<br />

Neuson ha iniziato<br />

il proprio percorso<br />

di elettrificazione<br />

di attrezzature e<br />

macchine compatte<br />

nel lontano 2<strong>01</strong>3<br />

con una gestione<br />

modulare e<br />

comoda. Ad oggi<br />

è il costruttore<br />

che propone le<br />

tecnologie più<br />

collaudate del<br />

mercato con la<br />

terza generazione<br />

del miniescavatore<br />

EZ17e e della pala<br />

compatta WL20e<br />

con gestione del<br />

tutto comparabile a<br />

quella dei modelli<br />

ordinari.<br />

20<br />

21


Liugong, in alto, è uno dei costruttori che si presenta al mercato<br />

con una gamma di macchine elettrificate che comprende tipologie<br />

di ogni genere. Fra queste anche la pala gommata 856HE con<br />

alcuni esemplari operativi a Londra nell’alimentazione di un<br />

impianto di calcestruzzo cittadino. Un’applicazione che richiede<br />

un uso leggero e sporadico della macchina ed è compatibile con<br />

la durata della carica delle batterie. Merlo, a destra, è presente<br />

con il suo e-Worker con una tecnologia collaudata e pienamente<br />

compatibile con l’impiego di una macchina di questo tipo e di<br />

queste dimensioni in magazzini edili o piccoli cantieri.<br />

ELETTRIFICAZIONE<br />

circa sei volte e che sarebbero necessarie solo per<br />

poter garantire l’uso di un escavatore per i pochi<br />

giorni necessari per le opere di demolizione o movimento<br />

terra.<br />

Oltre l’esercizio di stile<br />

Occorre quindi andare oltre l’esercizio di stile e<br />

le strategie di marketing dove il “green washing”<br />

è più uno slogan che non una visione sostanziale<br />

indirizzata al cliente e alla soluzione di specifiche<br />

problematiche operative.<br />

Di fatto il mercato è divisibile in due grandi categorie<br />

dove il compatto viaggia su un binario a parte e<br />

dove l’elettrificazione può avere un senso se si basa<br />

su tecnologie “amiche” dove affidabilità, semplicità<br />

di impiego e costi di investimento accettabili sono<br />

i tre elementi di base.<br />

Le grandi macchine sono invece oggi difficilmente<br />

adattabili, se non in casi estremamente specifici,<br />

alle esigenze delle imprese comuni.<br />

LiuGong, ad esempio, è presente con una gamma<br />

elettrificata che prevede anche pale gommate di<br />

media dimensione come la 856HE da 21 tonnellate<br />

di peso operativo per una capacità benna di<br />

3,5 metri cubi. Alcuni esemplari sono operativi in<br />

un impianto di calcestruzzo di Londra in una tipica<br />

applicazione che, come risaputo, richiede un uso<br />

sporadico nel corso della giornata e quindi in linea<br />

con l’autonomia della batteria in base alla dimensione<br />

della macchina.<br />

Si tratta però di applicazioni molto specifiche dove<br />

anche le grandi macchine possono, con determinate<br />

condizioni al contorno, soddisfare i requisiti operativi<br />

richiesti. La stessa Holcim ha appena acquistato<br />

600 macchine elettrificate dalla stessa LiuGong per<br />

l’impiego nei propri stabilimenti produttivi.<br />

Una tecnologia che può avere un futuro?<br />

L’elettrificazione ha sicuramente un futuro nel<br />

mercato delle macchine movimento terra. Tutti i<br />

costruttori, soprattutto nelle macchine compatte, si<br />

stanno infatti impegnando con soluzioni già oggi<br />

operative o con dei concept molto interessanti dove<br />

si intravedono possibili scenari operativi. Come nel<br />

caso di Hitachi che, con la joint-venture EAC insieme<br />

a KTEG, propone sul mercato un mini escavatore<br />

elettrificato da 5,5 tonnellate a sua volta integrato<br />

da modelli che arrivano fino alla classe delle 15<br />

tonnellate.<br />

Bobcat ha presentato il suo Concept completamente<br />

elettrico T7X. Parliamo di elettrico e non di elettrificato<br />

perché non è una macchina idraulica azionata<br />

da un motore elettrico ma un track-loader dove<br />

tutti i movimenti sono azionati da degli attuatori<br />

elettrici. Una vera e propria nuova frontiera che<br />

potrà avere, grazie alla superiore efficienza, sviluppi<br />

interessanti. A patto che gli attuatori, grazie ad<br />

una produzione di serie con grandi numeri, possano<br />

arrivare ad un costo di costruzione accettabile. Per<br />

il modello T7X si parla oggi di circa 25.000 dollari<br />

per attuatore della Moog raggiungendo quindi il<br />

costo di circa 100.000 dollari (a Bobcat) per la sola<br />

movimentazione del braccio.<br />

Siamo ancora lontani da un impiego diffuso delle<br />

macchine movimento terra elettrificate e fintanto<br />

che non vi sarà una visione di mix tecnologico questo<br />

obiettivo si allontanerà di volta in volta.<br />

A fronte di questo potrebbe invece essere molto<br />

proficuo l’impiego di macchine con tecnologie miste,<br />

come vediamo da tempo su molto grandi macchine<br />

da miniera o su molti impianti mobili di frantumazione<br />

e vagliatura, dove motori a basso impatto<br />

ambientale ad HVO (faccio un esempio) alimentino<br />

motori elettrici che azionano impianti idraulici e<br />

powertrain. Il tutto con dei consumi molto bassi,<br />

emissioni molto basse ed un’efficienza decisamente<br />

più alta. Vedremo.<br />

E l’idrogeno?<br />

I motori ad idrogeno rappresentano oggi un’altra<br />

strategia di marketing che non un’applicazione concreta.<br />

Da un lato i motori a ciclo Diesel ben si prestano<br />

ad operare con questo carburante. Dall’altra<br />

il fabbisogno energetico per ottenere la molecola ha<br />

un bilancio negativo. Oltretutto la corretta gestione<br />

per il rifornimento è particolarmente complessa e<br />

non rappresenta una valida alternativa nemmeno<br />

per l’alimentazione delle celle a combustibile la<br />

cui efficienza, invece, supera il 95%. Stiamo alla<br />

finestra ad aspettare. Intanto una mossa concreta<br />

potrebbe essere semplicemente quella di sostituire<br />

tutti i mezzi più obsoleti.<br />

22<br />

23


IMPIANTI MOBILI. Riciciclare con efficienza<br />

FORTE<br />

ATTENZIONE<br />

AI CONSUMI<br />

Da macchine “grossolane” che non guardavano troppo<br />

per il sottile a impianti con un’altissima tecnologia che<br />

mira ad aumentare l’efficienza. Gli impianti mobili di<br />

frantumazione e vagliatura sono oggi completamente<br />

differenti rispetto a pochi anni fa. Con i costruttori che<br />

pongono grande attenzione ai consumi, alla produttività<br />

e alle soluzioni di gestione integrata<br />

IMPIANTI MOBILI<br />

Chi lavora in modo professionale nel campo del<br />

riciclaggio sa molto bene come l’impianto di<br />

frantumazione e vagliatura sia fondamentale<br />

per riuscire ad ottenere risultati che siano in linea<br />

non solo con le aspettative aziendali ma anche con<br />

i capitolati e le normative. Aspetti produttivi fondamentali<br />

che, nella estrema complessità operativa del<br />

vecchio continente, fanno la differenza.<br />

Ottimizzare i flussi, ridurre i consumi e aumentare<br />

la produttività sono sempre stati gli obiettivi<br />

principali scaturiti dalle esplicite richieste del mercato.<br />

Un percorso che tutti i principali costruttori<br />

stanno seguendo e che sta portando ottimi risultati<br />

dal punto di vista dell’efficienza aziendale. Con<br />

l’alimentazione elettrica che, finalmente, sta prendendo<br />

sempre più piede. Esattamente come succede<br />

negli impianti fissi di lavorazione degli inerti.<br />

MCCLOSKEY<br />

Il costruttore canadese, nato nel 1985, ha profonde<br />

radici anche in Europa grazie alla sede di Tyrone,<br />

in Irlanda del Nord. La gamma è composta da impianti<br />

mobili per la selezione, la frantumazione, il<br />

lavaggio e lo stoccaggio dei materiali inerti. Macchine<br />

che spaziano dai vagli sgrossatori e arrivano<br />

fino ai grandi frantoio ad urto con vagli integrati.<br />

Si tratta di macchine pensate sia per operare<br />

nelle grandi cave, sia per essere facilmente trasportate<br />

e utilizzate nei complessi cantieri urbani.<br />

Come nel caso del vaglio sgrossatore R70 che,<br />

forte di un peso operativo di 15,4 tonnellate e di<br />

dimensioni di trasporto molto compatte, consente<br />

di ottenere tre diverse categorie di materiali con<br />

produzioni importanti. Questo grazie all’High<br />

Energy Screenbox e all’alimentatore da 1.200 mm<br />

di larghezza. La sgrossatura con i finger metallici<br />

permette di lavorare anche con materiali difficili<br />

e umidi. Si tratta di una macchina estremamente<br />

agile che si rivolge al mercato crescente dei cantieri<br />

urbani di medie dimensioni grazie anche al<br />

breve tempo necessario per essere operativi. In<br />

meno di dieci minuti la macchina è infatti pronta<br />

per essere operativa grazie alle regolazioni completamente<br />

idrauliche di ogni elemento. La gamma<br />

McCloskey comprende ovviamente anche i<br />

classici frantoi a mascelle che, oggi, sono anche<br />

disponibili con tecnologia di alimentazione diesel/<br />

elettrica. Le opzioni disponibili, fra cui anche il<br />

lavaggio del materiale, permettono di ottenere aggregati<br />

riciclati di alta qualità abbinando fra loro<br />

impianti complementari per cicli completi di fran-<br />

tumazione e vagliatura.<br />

KLEEMAN<br />

Il marchio del Gruppo Wirtgen, di proprietà John<br />

Deere, punta da sempre al massimo contenimento<br />

dei consumi. La gamma di impianti mobili del<br />

marchio permette infatti di selezionare e frantumare<br />

materiali di vario tipo con diverse macchine<br />

funzionanti da tempo con tecnologia ibrida diesel/<br />

elettrico. Kleeman fa leva sui diversi tipi di azionamento<br />

offrendo una specifica consulenza sul tipo<br />

di applicazione, sul contesto applicativo e sulle effettive<br />

esigenze operative dell’utilizzatore finale.<br />

L’offerta si articola su frantoi a mascelle, frantoi a<br />

cono, frantoi ad urto e impianti di selezione con vagli<br />

sgrossatori e classici frantoi mobili per materiali<br />

già frantumati o materiali inerti naturali ghiaiosi.<br />

La tecnologia a funzionamento diesel/elettrico<br />

è disponibile in opzione e permette di operare solo<br />

con il motore endotermico che aziona la macchina<br />

idraulicamente oppure con alimentazione elettrica<br />

esterna e con il funzionamento delle funzioni con<br />

motori elettrici che azionano il movimento dei singoli<br />

componenti. Ad esempio nel vagli sgrossatore<br />

MSS 802 EVO il funzionamento dell’alimentatore,<br />

del vaglio e dei nastri può essere con motori elettrici<br />

o con motori idraulici a seconda del cantiere e<br />

del tipo di alimentazione e vincoli esterni.<br />

FABO<br />

Il costruttore turco ha la propria sede a Smirne con<br />

diversi stabilimenti cresciuti e ampliati nel tempo<br />

fino ad avere, attualmente, una superficie produttiva<br />

di 85.000 mq. FABO è uno dei costruttori più<br />

interessanti del mercato perché propone non solo<br />

impianti mobili ma anche impianti fissi e impianti<br />

per la produzione del calcestruzzo. Un’esperienza<br />

maturata in 21 anni di attività e che vede oggi proporre<br />

una gamma di oltre 245 diversi prodotti.<br />

Entrando nello specifico degli impianti mobili<br />

di frantumazione e vagliatura, tutte le macchine<br />

presenti in gamma dispongono solo di tecnologia<br />

Hybrid diesel/elettrico con alimentazione tramite<br />

gruppo elettrogeno di bordo o rete esterna a seconda<br />

MCCLOSKEY, in alto,<br />

è un costruttore<br />

canadese con<br />

una gamma<br />

estremamente<br />

ampia che spazia<br />

dalla sgrossatura<br />

alla frantumazione<br />

di altissima qualità<br />

con i frantoi rotativi<br />

e a cono. Passando<br />

ovviamente per la<br />

classica selezione<br />

multiclasse e la<br />

frantumazione con<br />

le mascelle. Fra<br />

le opzioni anche<br />

l’alimentazione<br />

ibrida e le<br />

macchine per la<br />

selezione dei rifiuti.<br />

KLEEMAN, in<br />

basso, è presente<br />

con vagli e<br />

frantoi mobili con<br />

tecnologie di vario<br />

tipo. La Linea<br />

PRO funziona ad<br />

alimentazione ibrida<br />

diesel/elettrico<br />

o solo elettrico.<br />

Non tutti i modelli<br />

sono disponibili<br />

con questo tipo di<br />

alimentazione.<br />

24<br />

25


FABO, in alto e a<br />

destra, è un costruttore<br />

turco che si è<br />

affacciato al mercato<br />

europeo grazie all’elevato<br />

livello qualitativo.<br />

Tutte le macchine<br />

utilizzano la tecnologia<br />

Hybrid diesel/elettrico<br />

permettendo un’elevata<br />

economia di funzionamento.<br />

KEESTRACK, in<br />

alto a destra, è uno dei<br />

riferimenti del mercato<br />

con macchine dalla<br />

tecnologia consolidata<br />

e con alimentazione<br />

diesel e ibrida in arrivo.<br />

POWERSCREEN, sotto, è<br />

un marchio di riferimento<br />

con una gamma<br />

ampia e articolata.<br />

delle specifiche necessità operative. FABO unisce<br />

quindi un’impostazione delle carpenterie pensate<br />

per operare nel difficile contesto casalingo ad un’economia<br />

di esercizio che ha una visione costante<br />

verso la riduzione massima dei consumi. La gamma<br />

comprende vagli sgrossatori, vagli convenzionali,<br />

frantoi a mascelle e ad urto. Il costruttore si sta affacciando<br />

con grande interesse al mercato europeo<br />

forte proprio di una tecnologia e di una visione qualitativa<br />

che gli permettono di essere competitivo nei<br />

confronti delle esigenze di un mercato fortemente<br />

restrittivo in termini di emissioni e di consumi. Per<br />

andare incontro ai mercati specifici, le power-unit<br />

che equipaggiano i singoli modelli possono essere<br />

motorizzate con propulsori FPT, Scania, Volvo Penta,<br />

Deutz o Caterpillar consentendo al cliente finale<br />

di rivolgersi al costruttore preferito anche in base<br />

alla rete assistenziale. La gamma si sta ampliando<br />

ora verso il basso con nuovi modelli che guardano<br />

con interesse al mercato urbano europeo.<br />

IMPIANTI MOBILI<br />

KEESTRACK<br />

Il Gruppo belga ha una forte storicità nel campo<br />

della vagliatura e, dopo l’acquisizione della OM<br />

di Ponzano Veneto, ha rafforzato in modo determinante<br />

la propria presenza nella frantumazione senza<br />

abbandonare i suoi punti di forza nella selezione dei<br />

materiali difficili tipici delle bonifiche. La gamma<br />

è una delle più complete del mercato ed il completo<br />

aggiornamento delle linee di prodotto ha portato<br />

l’arrivo della tecnologia ibrida tramite power-unit<br />

di bordo che possono, all’occorrenza, operare anche<br />

lontano dall’impianto al riparo da polvere e<br />

sollecitazioni contribuendo anche a fornire energia<br />

elettrica per più impianti.<br />

POWERSCREEN<br />

Il marchio di Tyrone, nell’Irlanda del Nord, è nato<br />

nel 1966 ed è uno dei più consolidati a livello globale.<br />

Si tratta infatti di un costruttore, facente parte<br />

del Gruppo Terex, presente a livello mondiale e che<br />

offre oggi una delle gamme più ampie e complete a<br />

livello dimensionale, applicativo e di tecnologie<br />

di alimentazione. I suoi impianti<br />

trovano applicazione nel comparto estrattivo<br />

e del riciclo. Settore, quest’ultimo,<br />

che è particolarmente sentito anche con la<br />

presenza di una gamma di vagli sgrossatori<br />

ad alto valore aggiunto come la gamma<br />

Warrior e Powertrack che uniscono elevate<br />

prestazioni produttive con modelli dalle<br />

dimensioni e dal peso operativo estremamente<br />

contenuti. Alla base dell’offerta vi<br />

è infatti il Warrior 800 che, a fronte di un<br />

peso operativo di 16.700 kg, garantisce<br />

una produzione oraria di 280 tonnellate/<br />

ora operando anche con materiali bagnati<br />

e complessi derivanti dalle bonifiche.<br />

1 a EDIZIONE<br />

Innovation <strong>Construction</strong> Tour <strong>2024</strong><br />

26


ESCAVATORI. Sempre più indispensabili<br />

RUOLO<br />

STRATEGICO<br />

Gli escavatori idraulici confermano il loro ruolo<br />

strategico nei cantieri di ogni tipo e dimensione. Con<br />

una presenza che va al di là del semplice scavo che<br />

rimane, comunque, l'attività primaria. Stiamo infatti<br />

parlando di porta attrezzi dove gli impianti ausiliari, le<br />

funzioni tecnologiche e le prestazioni idrauliche sono<br />

fondamentali e si affiancano alle doti strutturali.<br />

ESCAVATORI<br />

Sono gli indiscussi protagonisti dei cantieri. Non<br />

c'è lavoro dove non vi sia un escavatore idraulico<br />

in azione allestito dalla semplice benna<br />

fino alle attrezzature idrauliche più particolari e di<br />

nicchia. La visione di queste macchine sta fortemente<br />

cambiando anche da noi. Si stanno infatti<br />

moltiplicando le applicazioni con impianti digitali<br />

e tiltrotator di ogni genere. Lo stesso vale per<br />

gli attacchi rapidi che sono stati visti come inutili<br />

e che, finalmente, si stanno diffondendo in modo<br />

sempre più capillare. Ma l'Italia rimane ancora un<br />

fanalino di coda fra i mercati più evoluti. L'aspetto<br />

positivo è che c'è ancora un grandissimo spazio per<br />

crescere ed evolversi. Nella concretezza progettuale<br />

i costruttori di escavatori si stanno orientando verso<br />

contenuti tecnici e tecnologici che vanno in questa<br />

specifica direzione fornendo macchine che, per assurdo,<br />

non sempre sono completamente sfruttate da<br />

tutti gli utilizzatori.<br />

Alcuni costruttori si stanno affacciando anche ai<br />

modelli elettrificati di grande dimensione. Per ora<br />

ancora dedicati a specifiche esigenze operative e<br />

con dei contenuti che, oggettivamente, sembrano<br />

più indirizzati al marketing che non alle reali applicazioni<br />

diffuse.<br />

HITACHI<br />

Il costruttore giapponese è presente con una gamma<br />

cingolata e gommata fra le più complete del<br />

mercato in grado di coprire il 100% delle esigenze<br />

del mercato. Si spazia infatti dal miniescavatore da<br />

1.100 kg di peso operativo fino alle macchine da<br />

miniera con il grande EX8000-7 da 840 tonnellate.<br />

Nei gommati si parte dai midi da 10 tonnellate per<br />

arrivare a macchine da 25 tonnellate di peso operativo.<br />

Un'orizzonte di gamma che trova pochi riscontri<br />

nei competitor e che si basa su una tecnologia<br />

propria che vede oggi il costruttore presente su<br />

molteplici fronti. Dalle macchine termiche a quelle<br />

elettrificate. Dove queste ultime comprendono alcuni<br />

modelli di miniescavatori e si spingono fino<br />

all'EX135US-7 Electric. Macchine, queste ultime,<br />

sviluppate in modo specifico per il mercato europeo<br />

che, fino ad ora, è l'unico ad aver manifestato un<br />

certo interesse per questa tecnologia.<br />

Nella gamma ordinaria invece spicca l'impianto<br />

idraulico Trias III che equipaggia i modelli dallo<br />

ZX210LC-7 fino allo ZX350LC-7. Un impianto<br />

idraulico che vede tre pompe idrauliche lavorare<br />

insieme e che è arrivato oggi alla sua terza release<br />

dopo la comparsa sulla Serie 5 e la prima evoluzione<br />

della Serie 6.<br />

Si tratta di un plus che posiziona gli escavatori<br />

della Serie 7 in una classe di mercato a sé grazie<br />

all'esuberanza idraulica. Una prerogativa che,<br />

nell'impiego con le attrezzature idrauliche ad alte<br />

prestazioni, permette di avere una maggiore efficienza<br />

operativa con elevati livelli di produttività.<br />

KOBELCO<br />

L'azienda di Hiroshima è uno degli specialisti globali<br />

nel settore degli escavatori idraulici con una<br />

fortissima vocazione per le macchine da demolizione<br />

dove è presente con mezzi self-made che<br />

arrivano anche a 350 tonnellate ci peso operativo.<br />

La gamma convenzionale prevede oggi modelli<br />

cingolati che spaziano da 800 kg fino a quasi 90<br />

tonnellate. Con una fortissima presenza di modelli<br />

con architettura short-radius.<br />

Fra le più importanti novità di Kobelco vi è l'aggiornamento<br />

della gamma con l'abbandono delle<br />

motorizzazioni Hino a favore di Yanmar e Isuzu. I<br />

due nuovi partner a livello motoristico si dividono<br />

le classi di peso. Con Yanmar che fornisce la po-<br />

DEVELON. Visione di mercato<br />

Develon punta da sempre ad un<br />

elevato rapporto qualità/prezzo. Una<br />

strategia che lo ha portato nel tempo<br />

a diventare non più un comprimario<br />

ma una delle prime scelte delle<br />

imprese. L'ampliamento della gamma<br />

e lo sviluppo di nuove tecnologie<br />

proprie come l'impianto idraulico VBO<br />

lo posizionano oggi fra i marchi più<br />

interessanti del mercato in merito a<br />

presenza, completezza di gamma e<br />

presenza sul territorio con una rete<br />

capillare e qualificata.<br />

L'inglobamento nella grande famiglia<br />

Hyundai, che ha portato al cambio di<br />

brand, non ha di fatto sortito nessun<br />

effetto collaterale in termini di sviluppo<br />

del prodotto e contenuti tecnologici.<br />

Questo grazie alla tecnologia<br />

proprietaria di ogni singola gamma di<br />

prodotti. Anzi. Dando anche in prestito<br />

alcune proprie macchine come i dumper<br />

all'altro brand del Gruppo. Lo sviluppo<br />

dei prodotti e la visione di mercato che<br />

distinguono da sempre Develon hanno<br />

portato l'arrivo di nuovi prodotti come il<br />

midi escavatore gommato DX100W-7<br />

che entra in diretta competizione con<br />

storici brand di livello.<br />

La gamma del costruttore è composta<br />

oggi da 23 modelli cingolati da 14 a<br />

100 tonnellate di peso operativo con<br />

architetture convenzionali e shortradius.<br />

Macchina a cui si aggiungono<br />

7 modelli di escavatori gommati dalle<br />

10 alle 22 tonnellate di peso operativo.<br />

Un'offerta che consente ai concessionari<br />

del costruttore di posizionarsi sul<br />

mercato in modo competitivo e completo<br />

potendo contare su un portfolio che,<br />

fra macchine standard, allestimenti<br />

speciali e bracci di diverso tipo, arriva a<br />

coprire una percentuale di mercato che<br />

HITACHI è il<br />

costruttore di<br />

riferimento nel<br />

mercato degli<br />

escavatori idraulici.<br />

Con la attuale<br />

Serie 7 sono<br />

stati aumentati<br />

gli standard<br />

di ergonomia<br />

ed efficienza<br />

complessiva<br />

puntando ad<br />

una riduzione<br />

dei consumi<br />

rispetto alle serie<br />

precedenti senza<br />

penalizzare le<br />

prestazioni e con<br />

una struttura che<br />

non rinuncia alla<br />

filosofia di base del<br />

costruttore.<br />

supera il 90% della richiesta attuale.<br />

Gli investimenti effettuati anche nei<br />

nuovi centri di formazione in Francia<br />

e Germania consolida ulteriormente<br />

una presenza fortemente radicata sul<br />

territorio e che prosegue con le stesse<br />

linee guida che fino ad ora hanno<br />

guidato la crescita del marchio. L'entrata<br />

nel Gruppo Hyundai ha ulteriormente<br />

incrementato questa visione legata<br />

a mercato e prodotto che si basa su<br />

un'evoluta tecnologia di proprietà.<br />

28


A destra,<br />

l'Hidromek<br />

HMK520LCHD<br />

H4 è il modello<br />

di punta attuale<br />

della gamma del<br />

costruttore turco.<br />

Si tratta di un<br />

escavatore idraulico<br />

dal peso operativo<br />

che supera le 52<br />

tonnellate e che<br />

si candida come<br />

macchina da<br />

produzione per<br />

cave e cantieri<br />

dove sono<br />

necessari importanti<br />

movimentazioni di<br />

materiale.<br />

In alto il LiuGong<br />

915F CR è la<br />

macchina del<br />

costruttore cinese<br />

che presidia la<br />

fascia delle 15<br />

tonnellate e si<br />

presenta con dei<br />

contenuti di riliveo<br />

come i comandi<br />

elettroidraulici.<br />

In basso il Kobelco<br />

SK140SRLC-7 è uno<br />

degli short-radius<br />

più diffusi ed è<br />

uno dei riferimenti<br />

del mercato.<br />

Il costruttore<br />

giapponese è uno<br />

specialista degli<br />

escavatori con una<br />

forte connotazione<br />

mirata ai bassi<br />

consumi e<br />

all'idraulica fluida e<br />

precisa. ll'efficienza<br />

operativa e a<br />

ESCAVATORI<br />

tenza per le macchine fra le 18 e le 30 tonnellate<br />

di peso operativo e Isuzu che scende in basso con<br />

i modelli short-radius della classe 15 tonnellate e<br />

poi fa un salto verso l'alto sulle macchine dalle 35<br />

tonnellate fino al top di gamma.<br />

Cambiano i motori ma non la filosofia di base<br />

con un'idraulica pensata per ridurre i consumi e al<br />

contempo avere una controllabilità fluida e riposante.<br />

I modelli short-radius, di cui parliamo in modo<br />

approfondito in un altro articolo, si caratterizzano<br />

per l'architettura iNDr che riduce le emissioni sonore<br />

e favorisce il bilanciamento della macchina.<br />

HIDROMEK<br />

L'azienda turca sta crescendo in modo continuo<br />

e lineare sul mercato europeo grazie a macchine<br />

che si stanno distinguendo per qualità costruttiva,<br />

robustezza e accurato studio dell'ergonomia e dei<br />

contenuti tecnologici. La gamma di escavatori comprende<br />

oggi sette modelli cingolati e tre gommati.<br />

Una suddivisione dell'offerta che distingue in modo<br />

molto netto le classi di peso e presenta, nella fascia<br />

delle 15/18 tonnellate, anche il modello short-radius<br />

HMK145 LCSR che è pensato in modo specifico<br />

per il mercato europeo.<br />

All'ultimo Bauma abbiamo visto alcune gradite<br />

news come lo short-radius HMK245 SRLC di<br />

prossimo arrivo. Stesso discorso vale per i model-<br />

li midi che insistono fra le 7 e le 10 tonnellate di<br />

peso operativo. Lo sviluppo della tecnologia degli<br />

escavatori ha inoltre portato anche dei preserie, visti<br />

sempre a Bauma, dove l'architettura con braccio<br />

gru telescopico riprende in modo chiaro macchine<br />

molto diffuse in Giappone e, più in generale, nei<br />

mercati orientali.<br />

Fra le caratteristiche qualificanti di Hidromek vi<br />

sono sicuramente il design molto curato e l'ergonomia<br />

delle cabine. Provenendo da una storia di mercato<br />

dove le prime macchine sono nate nel difficile<br />

periodo dell'embargo causato dalla guerra con Cipro,<br />

Hidromek ha inoltre sviluppato una tecnologia<br />

propria dove l'accoppiamento fra motore e pompe<br />

sfrutta al massimo la coppia a disposizione per limitare<br />

al massimo i consumi ed elevare la durata dei<br />

componenti al massimo possibile. Stesso discorso<br />

vale per la struttura e le carpenterie dove la roccia<br />

della Turchia ha obbligato il costruttore a scelte di<br />

sovradimensionamento.<br />

LIUGONG<br />

L'azienda cinese è l'ultima arrivata sul territorio<br />

nazionale e si distingue, fra i costruttori del dragone,<br />

per il livello qualitativo e la tecnologia di<br />

cui sono dotate le sue macchine. Parliamo quindi<br />

di comandi elettroidraulici con un impianto sviluppato<br />

insieme a Kawasaki che è il partner ufficiale<br />

di LiuGong. Da un punto di vista del design è evidente<br />

la "mano" di Gary Major, designer che ha<br />

sviluppato tutta la nuova linea della gamma JCB<br />

e che ormai da diversi anni è a capo della progettazione<br />

LiuGong. Il centro di sviluppo prodotto<br />

è infatti collocato non solo in Cina, nella città di<br />

Liuzhou, ma anche a Londra e negli stabilimenti<br />

Macchina matura o suscettibile di un'ulteriore<br />

evoluzione?<br />

Definire l'escavatore idraulico non è così<br />

semplice come si potrebbe pensare.<br />

La continua ricerca di nuove tecnologie<br />

indirizzate soprattutto all'impiego sempre<br />

più performante e semplice delle<br />

attrezzature sta di fatto facendo vivere<br />

una seconda e dinamica primavera a<br />

queste fondamentali macchine.<br />

L'evoluzione del mercato delle demolizioni,<br />

che in Europa troverà un ulteriore<br />

e ampio sviluppo legato alla riqualificazione<br />

immobiliare e ambientale,<br />

sta inoltre portando i costruttori verso<br />

trasformazioni che raccolgano le esigenze<br />

delle imprese. Alcune aziende, come<br />

della Dressta in Polonia. Oggi il costruttore è sicuramente<br />

fra i più radicati nel vecchio continente<br />

con una mentalità che lo avvicina maggiormente<br />

ai costruttori globali coreani che non alle classiche<br />

aziende cinesi. La gamma spazia dai mini escavatori<br />

da 1,5 tonnellate per arrivare fino al 995E,<br />

macchina da cava da quasi 100 tonnellate.<br />

Esigenze in continua e rapida evoluzione<br />

Kobelco, sono presenti con macchine<br />

self-made che hanno alle spalle una<br />

storicità tecnologica che le posiziona<br />

in modo privilegiato sul mercato. Altre<br />

aziende come Hitachi sono presenti con<br />

tecnologie specifiche sviluppate insieme<br />

a partner europei come KTEG ma<br />

sempre sotto l'egida ufficiale del marchio.<br />

Elemento non da poco in termini<br />

di assistenza, garanzia, certificazione<br />

e rivendibilità. Entrambi con tecnologie<br />

di livello dove efficienza operativa,<br />

trasportabilità e risparmio di tempo sono<br />

fondamentali<br />

Altri costruttori si presentano con<br />

soluzioni ufficiali ma molto più convenzionali<br />

dove i tempi di allestimento delle<br />

macchine sono molto più lunghi e meno<br />

vantaggiosi essendo legati a tecnologie<br />

di aggancio e sgancio dei bracci<br />

sicuramente più economiche all'acquisto<br />

ma al contempo superate da un punto di<br />

vista tecnologico.<br />

Stanno inoltre arrivando anche macchine<br />

alimentate a batteria che, a dire il<br />

vero, sono spesso più degli esercizi di<br />

marketing che non effettivi modelli utilizzabili<br />

nei cantieri ordinari. E non parlo di<br />

quelli italiani ma anche di quelli del nord<br />

Europa. Stiamo comunque assistendo<br />

ad una forte rincorsa tecnologica che<br />

sarà poi come sempre selezionata dal<br />

mercato. L'unico vero e inoppugnabile<br />

giudice di qualsiasi innovazione.<br />

30<br />

31


PALE GOMMATE. Movimentazione in primis<br />

IN PRIMA<br />

LINEA PER<br />

IL CARICO<br />

Sono le regine della movimentazione.<br />

Parliamo ovviamente delle pale gommate.<br />

Macchine che stanno compiendo<br />

un’interessante evoluzione in termini di<br />

efficienza, equilibrio dinamico e varietà di<br />

powertrain. L’obiettivo è di caricare quanto<br />

più materiale possibile con il minor costo<br />

unitario con le elettrificate che puntano a<br />

specifiche nicchie di mercato<br />

PALE GOMMATE<br />

Sono le regine degli impianti di lavorazione<br />

inerti. Ma non solo. Sempre più frequenti anche<br />

nell’industria e in agricoltura, le pale gommate<br />

puntano ad abbassare il più possibile il costo<br />

unitario di movimentazione del materiale. In Italia<br />

si parla prevalentemente di grandi macchine mentre<br />

oltre frontiera si spazia verso il basso anche con i<br />

piccoli modelli dal peso operativo di poco superiore<br />

alla tonnellata. Con l’arrivo di trasmissioni CVT è<br />

aumentata in modo importante l’efficienza ma chi<br />

impiega schemi più convenzionali non è sicuramente<br />

rimasto a guardare. I consumi si sono abbassati in<br />

modo drastico e le cabine sono diventate sempre più<br />

comode con veri centri di comando digitale. L’elettrificazione<br />

ha fatto la sua comparsa anche sui<br />

grandi modelli. Soprattutto in casa dei costruttori<br />

del dragone. La Cina detiene infatti oggi il primato<br />

tecnologico in questo specifico settore e punta alle<br />

possibili nicchie di mercato.<br />

HIDROMEK<br />

Il costruttore di Ankara è conosciuto soprattutto<br />

per gli escavatori e si è affacciato su questo mercato<br />

negli ultimi anni. Attualmente la gamma turca<br />

è composta da due modelli, la HMK640 WL e la<br />

HMK635 WL, che presidiano le due classi più importanti<br />

da un punto di vista del mercato con benne<br />

di 4 e 3,5 metri cubi. A Bauma abbamo visto<br />

anche la HMK630 WL che è in fase di prossimo<br />

arrivo. Hidromek sarà presente ad Intermat con la<br />

HMK635 WL arrivata sul mercato qualche tempo<br />

dopo la sorella maggiore. Una macchina che però<br />

ha uno schema completamente differente rispetto<br />

alla sorella maggiore e che la accomuna con<br />

il modello più piccolo. Abbiamo infatti un layout<br />

macchina che posiziona oggi Hidromek tra i pochi<br />

costruttori che hanno collocato il motore in posizione<br />

arretrata e il modulo di raffreddamento dietro<br />

la cabina. A vantaggio ovviamente di un maggior<br />

carico di ribaltamento a parità di peso operativo, di<br />

minori consumi, di un miglior equilibrio dinamico<br />

e di un accesso semplificato per la manutenzione<br />

grazie ai cofani completamente apribili.<br />

DEVELON<br />

Le pale gommate del brand coreano hanno un riscontro<br />

positivo sul mercato grazie ad un’evoluzione<br />

storica molto positiva dell’apprezzata gamma<br />

Daewoo. La serie DL copre oggi il mercato fino a<br />

capacità standard delle benne di oltre 6 metri cubi<br />

con la DL580-7 che si colloca al top dell’offerta.<br />

Fra i punti di forza vi sono un comportamento dinamico<br />

ed efficiente che vede anche la presenza, sulla<br />

DL4207 CVT, di una trasmissione a variazione continua<br />

sviluppata insieme a ZF. Il costruttore ha inoltre<br />

sviluppato una tecnologia digitale per la sicurezza di<br />

altissimo livello. Come ad esempio la Transparente<br />

Bucket che permette di vedere cosa succede di fronte<br />

alla benna nel momento in cui la posizione oscura<br />

completamente la visuale anteriore. Questo avviene<br />

grazie all’impiego di un sistema di telecamere con<br />

immagini interpolate tramite software con algoritmi<br />

che sfruttano l’AI. Develon sta continuando anche lo<br />

sviluppo di questi sistemi anche per quanto riguarda<br />

la riduzione al minimo del rischio di investimento.<br />

L’altro punto di forza del costruttore è l’estrema<br />

frammentazione della gamma che presenta modelli<br />

molto ravvicinati in grado di soddisfare esigenze<br />

operative estremamente specifiche e dettagliate.<br />

LIUGONG<br />

Il costruttore cinese si è affacciato sul mercato nazionale<br />

da circa un anno. La presenza europea è<br />

però fortemente consolidata dalle forti radici nel<br />

vecchio continente date dallo stabilimento in Polonia<br />

e dal quartier generale di Londra dove si opera<br />

a livello progettuale. Ad oggi LiuGong è il primo<br />

costruttore mondiale di pale gommate. Tradizione<br />

costruttiva nata nel lontano 1966 e che ha acquisito<br />

una robusta esperienza con la ultradecennale jointventure<br />

con Caterpillar in questa specifica categoria<br />

merceologica.<br />

Hidromek è<br />

presente sul<br />

mercato con due<br />

modelli di pale<br />

gommate da 3,5<br />

e 4 metri cubi in<br />

attesa dell’arrivo<br />

alla rete vendita<br />

del terzo modello<br />

da 3 metri cubi.<br />

La HMK635 WL è<br />

l’ultima arrivata e<br />

si caratterizza per<br />

l’architettura con<br />

motore arretrato<br />

e modulo di<br />

raffreddamento<br />

collocato dietro<br />

la cabina di guida<br />

a vantaggio di<br />

equilibrio dinamico<br />

e carico di<br />

ribaltamento.<br />

Develon punta sulla<br />

tecnologia digitale<br />

di ausilio per la<br />

sicurezza dinamica<br />

mirata a diminuire il<br />

rischio specifico di<br />

investimento.<br />

32<br />

33


Sopra, LiuGong è presente con una gamma elettrificata ad alte<br />

prestazioni che sta raccogliendo consensi su diversi mercati.<br />

A destra la ZW310-7, attuale modello di punta del costruttore<br />

giapponese che punta su efficienza ed affidabilità. In basso la<br />

nuova pala gommata telescopica T80 che allarga verso l’alto<br />

la gamma di pale gommate Dieci indirizzate ad un mercato<br />

che richiede polivalenza e flessibilità. Bobcat ha recentemente<br />

aggiornate le sue pale gommate compatte con nuove funzionalità.<br />

PALE GOMMATE<br />

34<br />

Da un punto di vista tecnologico stiamo parlando<br />

di macchine dagli schemi convenzionali collaudati<br />

ma estremamente funzionali da un punto di vista<br />

dell’efficienza operativa. A lato della gamma convenzionale<br />

vi è una gamma elettrificata, in espansione,<br />

che comprende diversi modelli di pale gommate. Ad<br />

oggi è presente la 856HE con un peso operativo di<br />

21.000 kg ed una capacità della benna standard di 3,5<br />

metri cubi. Una macchina già operativa da tempo sul<br />

mercato europeo con presenze importanti soprattutto<br />

in grandi città come Londra. Anche Holcim, recentemente,<br />

ha deciso per l’acquisto di 600 unità fra<br />

pale gommate, escavatori e dumper elettrificati da<br />

LiuGong dopo la prima esperienza positiva con le<br />

prime 856HE acquistate nel 2021.<br />

HITACHI<br />

La gamma del costruttore giapponese è arrivata<br />

oggi alla Serie 7 ed è composta da quattro modelli<br />

con benne da 2 a 4,1 metri cubi di capacità. Si tratta<br />

però di un’offerta in evoluzione dove l’aggiornamento<br />

motoristico dei modelli porterà ad avere altri<br />

modelli nel portfolio aziendale. Le pale gommate<br />

del costruttore arrivano dalla duplice tradizione industriale<br />

e tecnologica di Furukawa e Kawasaki.<br />

Due costruttori assorbiti da Hitachi nel corso del<br />

tempo e che hanno fornito elementi fondamentali in<br />

termini di equilibrio dinamico, affidabilità e prestazioni.<br />

Lo schema convenzionale di queste macchine<br />

prevede il classico motore con radiatore posteriore<br />

e trasmissione Power Shift sui tre modelli maggiori<br />

e idrostatica sulla ZW160-7 che si colloca alla base<br />

della gamma. L’evoluzione del prodotto nel tempo<br />

ha portato oggi a curare in modo dettagliato l’efficienza<br />

del Power Train puntando alla riduzione dei<br />

consumi grazie ad una gestione elettronica ottimizzata<br />

di motore, trasmissione e impianto idraulico.<br />

DIECI<br />

L’azienda di Reggio Emilia, conosciuta più per i<br />

suoi sollevatori telescopici, è presente anche con<br />

tre pale gommate sempre a braccio telescopico.<br />

Macchine molto interessanti e che si rivolgono<br />

soprattutto a mercati come quello tedesco e francese.<br />

In Italia queste macchine fanno più fatica ad<br />

entrare nella mentalità nonostante la loro grande<br />

polivalenza e utilità. L’arrivo del nuovo modello<br />

T80 che dispone di una portata di 3.500 kg, allarga<br />

verso l’alto la gamma composta in precedenza<br />

dalla T60 e T70. Dieci ha dotato la sua macchina<br />

di un impianto idraulico Load Sensing Flow<br />

Sharing e di funzionalità elettroniche di memorizzazione<br />

dei comandi e di ausilio alla guida che<br />

indicano chiaramente l’interesse di un mercato in<br />

forte sviluppo. La presenza dell’assale posteriore<br />

oscillante invece dell’oscillazione sull’articolazione<br />

di sterzo preferita da molti costruttori indica<br />

anche una chiara visione di sicurezza di alto livello<br />

che, in una pala gommata con braccio telescopico,<br />

è fondamentale per applicazioni in ogni ambito<br />

operativo.<br />

BOBCAT<br />

Le pale gommate della Lince si limitano ovviamente<br />

alle macchine compatte, ossia al core business<br />

aziendale. L’evoluzione del prodotto ha<br />

portato ad un aggiornamento dei modelli L75 ed<br />

L85 presentate nel 2021 e che raccolgono le novità<br />

viste sulla L95, macchina al top di gamma.<br />

L’obiettivo del costruttore è di rendere ancora più<br />

semplice e sicuro l’impiego di queste macchine<br />

che si propongono con carichi di ribaltamento da<br />

poco più di 2,5 tonnellate fino ad oltre 3,3 tonnellate.<br />

Ma non solo. La visione multifunzione di<br />

Bobcat prevede infatti la gestione ottimizzata degli<br />

accessori con la possibilità, grazie alla funzione<br />

Flex-Drive, di cambiare il règime motore in modo<br />

indipendente dall’acceleratore semplificando l’uso<br />

di frese idrauliche, spazzole o altre attrezzature da<br />

usare in movimento.<br />

35


TELESCOPICI. I tuttofare del cantiere<br />

NON SOLO<br />

PER ANDARE<br />

IN ALTO<br />

Sempre più diffusi nei cantieri edili, i<br />

sollevatori telescopici vanno ormai ben<br />

oltre le semplici macchine da sollevamento.<br />

Dei veri tuttofare che, se capiti in modo<br />

corretto, permettono di affrontare numerose<br />

applicazioni complesse e specifiche con<br />

un’efficienza molto alta. Grazie anche ad<br />

impianti idraulici pensati per attrezzature che<br />

richiedono flussi importanti<br />

TELESCOPICI<br />

Molto più che semplici macchine per sollevare.<br />

I sollevatori telescopici conquistano<br />

sempre più spazio nei cantieri di imprese<br />

di ogni genere. Tanto che moltissimi costruttori si<br />

stanno affacciando a questo mercato che, però, richiede<br />

estrema professionalità e non concede spazio<br />

all’improvvisazione. Ecco quindi che i nomi storici<br />

rilanciano in grande stile con nuovi modelli, nuove<br />

tecnologie e un’elettrificazione che, lo possiamo<br />

dire, è realmente utile.<br />

Queste macchine, infatti, operano in spazi di<br />

ogni genere, spesso al chiuso, e la richiesta di modelli<br />

che possano funzionare ad alimentazione elettrica<br />

non è affatto sporadica. Un altro aspetto fondamentale<br />

è la sempre maggiore ricerca di sicurezza e<br />

polivalenza. I sollevatori telescopici sono infatti tra<br />

i protagonisti principali nel mercato del noleggio.<br />

Avere quindi macchine sicure e semplici da usare<br />

è una delle richieste fondamentali.<br />

MERLO<br />

L’azienda di Cuneo è spesso un vero e proprio sinonimo<br />

di sollevatore telescopico. Di fatto possiamo<br />

tranquillamente affermare come sia il costruttore<br />

che ha concretamente sdoganato queste macchine<br />

nel mercato delle costruzioni con una presenza che<br />

nel tempo ha definito le classi di portata di queste<br />

macchine indirizzando il mercato.<br />

Merlo ha introdotto il concetto di modularità nelle<br />

sue gamme con un’unificazione delle cabine che,<br />

tranne per il super compatto elettrificato e-Worker,<br />

caratterizzano tutti i suoi modelli. Da quelli più piccoli<br />

fino ai grandi alta portata e ai Roto. Una scelta<br />

che ha innalzato il livello di comfort e di qualità<br />

percepita contribuendo a consolidare ancora di più<br />

un brand di valore.<br />

Fra gli ultimi modelli arrivati sul mercato il piccolo<br />

e-Worker è sicuramente uno dei modelli di maggiore<br />

successo vista la sua progettazione che ha<br />

tenuto realmente conto delle esigenze di chi lavora<br />

ogni giorno con una macchina elettrificata. Scelte<br />

tecniche condivisibili che vanno dalla particolare<br />

architettura del sistema di trazione fino all’uso delle<br />

batterie al piombo. L’impiego come PLE semovente<br />

è un valore aggiunto notevole che consente di aumentare<br />

in modo drastico la sicurezza nelle aziende.<br />

Soprattutto in campo industriale dove spesso<br />

si compiono manovre errate sollevando le persone<br />

senza seguire il dettato normativo.<br />

DIECI<br />

L’azienda di Reggio Emilia è un altro riferimento<br />

del mercato ed è uno dei nomi storici del mercato.<br />

Un costruttore che ha sempre badato alla concretezza<br />

delle sue macchine con soluzioni semplici e<br />

affidabili. Ma anche in casa Dieci abbiamo assistito<br />

ad una forte crescita tecnologica che ha investito<br />

in modo trasversale tutta la gamma. Dai rotativi<br />

Pegasus, che oggi arrivano a maxi altezze e maxi<br />

portate con il 60.35 e con il 75.25, fino ai più compatti<br />

Smart, Apollo, Dedalus, Icarus e Samson. Per<br />

arrivare agli alta portata Hercules.<br />

L’azienda si è presentata sul mercato anche con il<br />

suo primo modello elettrificato Mini Agri e-26.6<br />

che, in realtà, è declinabile anche nei cantieri edili<br />

e per il mercato industriale. Si tratta del primo<br />

esemplare che darà vita al progetto DIECI-e che<br />

nasce per conseguire tre obiettivi: economicità, innovazione<br />

e sostenibilità.<br />

MANITOU<br />

Il costruttore francese ha presentato moltissime novità<br />

negli ultimi due anni. Dai modelli super-compatti<br />

fino alle versioni elettrificate che fanno parte<br />

della gamma Oxygen. Un programma imponente<br />

che ha di fatto scardinato la stessa visione aziendale<br />

del mondo dei sollevatori telescopici.<br />

Fra i modelli più apprezzati vi sono sicuramente i<br />

rotativi MRT Vision + che, finalmente a règime sul<br />

mercato, hanno riposizionato i criteri di mercato per<br />

la valutazione di queste macchine.<br />

Le nuove funzionalità comprendono, oltre ai modelli<br />

elettrificati che dispongono anche di kit di<br />

alimentazione che li rendono di fatto dei pratici<br />

Merlo, a sinistra,<br />

è presente sul<br />

mercato con una<br />

gamma che copre<br />

ogni specifica<br />

nicchia di mercato.<br />

L’e-Worker è il<br />

primo modello<br />

completamente<br />

elettrificato e<br />

può anche essere<br />

utilizzato come<br />

PLE mobile per<br />

operazioni di<br />

manutenzione.<br />

Dieci, in basso,<br />

si presenta<br />

anch’essa con il<br />

primo modello<br />

elettrificato che<br />

nascono sulla base<br />

del collaudato ed<br />

apprezzato 26.6.<br />

36<br />

37


In alto, Wacker Neuson punta al mercato dei compatti con macchine<br />

dalle caratteristiche uniche che uniscono dimensioni ridotte con<br />

prestazioni elevate e con prestazioni idrauliche di rilievo.<br />

Manitou, a destra, sta rccogliendo grandi consensi con i suoi rotativi<br />

MRT Vision + che si presentano con caratteristiche uniche come la guida<br />

totale con radiocomando, la possibilità di essere utilizzati come PLE<br />

mobili dal cestello e con una cabina dal comfort elevatissimo.<br />

ibridi, anche la guida con radiocomando per ogni<br />

funzionalità. Compresa quella di PLE semovente<br />

con uomo a bordo. Si tratta di macchine che, nei<br />

cantieri, hanno permesso di ridurre in modo importante<br />

i tempi di esecuzione delle manovre guadagnando<br />

in efficienza e sicurezza.<br />

TELESCOPICI<br />

WACKER NEUSON<br />

Il costruttore tedesco è oggi presente sul mercato sia<br />

con il proprio brand, sia con quello di Weidemann e<br />

Kramer. Con gli ultimi modelli compatti che nascono<br />

da un crossover fra le tecnologie e le rispettive<br />

specializzazioni delle due aziende che fanno parte<br />

del gruppo. La presenza del modello compatto<br />

elettrificato TH412e, che fa parte della gamma di<br />

attrezzature e macchine di questo tipo, è un chiaro<br />

segno di vicinanza ad un mercato in sviluppo e che<br />

guarda soprattutto al compatto.<br />

Le caratteristiche dei telescopici Wacker Neuson<br />

sono tutte incentrate sull’impiego delle attrezzature<br />

per implementare l’efficienza di cantiere. Non solo<br />

andare in alto, quindi, ma utilizzare queste macchine<br />

al posto di altri mezzi meno efficienti. Sgombero<br />

neve, impiego di attrezzature idrauliche, carico dei<br />

mezzi e logistica di cantiere sono solo alcuni degli<br />

impieghi che il costruttore riserva a queste macchine.<br />

Anche in forza di prestazioni idrauliche di<br />

rilievo e di un catalogo di accessori che copre molte<br />

applicazioni specifiche. La presenza degli impianti<br />

High-Flow va proprio in questa specifica direzione.<br />

FARESIN<br />

Il costruttore veneto è presente con macchine frontali<br />

fisse anche stabilizzate per altezze superiori ai<br />

10 metri. Modelli che oggi si propongono al mercato<br />

anche in versione elettrificata dove, di fatto,<br />

rappresentano un unicum decisamente interessante.<br />

Faresin è quindi in grado di fornire dei mezzi ad<br />

emissioni locali pari a zero per operare ad altezze<br />

fino a 17 metri andando a coprire quelle nicchie di<br />

mercato dove questo tipo di macchine è sempre più<br />

richiesto. Parliamo quindi di impieghi in cantieri nei<br />

centri storici, nelle aree urbane dove le normative<br />

sono sempre più stringenti o in ambito industriale<br />

dove negli spazi chiusi o in lavorazioni particolari<br />

si richiedono macchine elettrificate.<br />

BOBCAT<br />

La Lince arriva ad Intermat con una gamma di<br />

macchine sempre più completa. Nel campo dei telescopici,<br />

alla produzione self-made di frontali fissi<br />

che nasce a Pontchateau, affianca oggi i rotativi che<br />

derivano dall’accordo quadro con Magni TH.<br />

La gamma di questo tipo di macchine, che si rivolgono<br />

sia al mercato dei noleggiatori, sia a quello<br />

delle imprese di costruzione e montaggio più strutturate,<br />

è stata recentemente rinnovata in toto.<br />

Sono stati infatti migliorati molteplici aspetti<br />

inerenti il comfort, la sicurezza di accesso e utilizzo<br />

e l’ergonomia generale. Da un punto di vista<br />

prestazionale abbiamo avuto in ulteriore incremento<br />

delle prestazioni in alcune fasce di altezze. Si arriva<br />

infatti fino a 8 tonnellate di portata con altezze<br />

massime operative che sfiorano i 40 metri. Stiamo<br />

di fatto parlando di vere e proprie piccole autogru<br />

off-road che uniscono, però, il fatto di poter essere<br />

impiegate anche come PLE. Utilizzo, quest’ultimo,<br />

che accompagnato con il JIB idraulico, consente<br />

di operare in negativo nell’ispezione dei viadotti<br />

autostradali come una sottoponte o, in altezza, a<br />

superare altezze di 50 metri.<br />

Le motorizzazioni sono Volvo Penta per avere<br />

una presenza assistenziale globale e seguono ovviamente<br />

la scelta di partnership fra il fornitore di motori<br />

e Magni TH. Con i nuovi modelli rotativi Bobcat<br />

intende rivolgersi ad un mercato specializzato<br />

ma in forte e continua crescita a livello mondiale<br />

che attualmente si concentra per l’85% in Europa<br />

ma anche in nord America è in pieno sviluppo.<br />

38<br />

39


KOBELCO. Short-radius in prima linea<br />

COMPATTI<br />

MA STRONG<br />

Kobelco è uno dei riferimenti del mercato per la<br />

cura che riserva ai propri escavatori. Con i modelli<br />

short-radius che conquistano uno spazio sempre più<br />

importante e qualificato grazie a prestazioni del tutto<br />

in linea con i modelli convenzionali. Il costruttore<br />

di Hiroshima, aggiornando la gamma, ha puntato su<br />

queste macchine polivalenti e compatte.<br />

La gamma shortradius<br />

di Kobelco<br />

è oggi una delle<br />

più complete<br />

del mercato<br />

con macchine<br />

che vanno da<br />

14 a circa 40<br />

tonnellate di peso<br />

operativo. Mezzi<br />

che coniugano<br />

compattezza con<br />

prestazioni in grado<br />

di competere<br />

con macchine<br />

convenzionali.<br />

KOBELCO<br />

Definire il livello tecnologico di un costruttore<br />

di escavatori non è oggi così immediato. Il<br />

forte crossover tecnologico fra grandi fornitori<br />

di componenti mescola infatti le carte in modo<br />

clamoroso.<br />

Sicuramente uno dei fattori che possono essere<br />

un chiaro segnale è la presenza in gamma di modelli<br />

con architettura short-radius. Si tratta infatti<br />

di escavatori che richiedono un’esperienza che non<br />

si improvvisa e che coinvolge competenze tecniche<br />

di alto livello.<br />

Si parla quindi non solo di progettare e costruire<br />

un escavatore a raggio posteriore ridotto ma di capire<br />

come organizzare il layout in modo che tutto<br />

funzioni a dovere. Le problematiche sono infatti<br />

complesse. Dal raffreddamento dei flussi idraulici<br />

e del motore, al bilanciamento dinamico della macchina,<br />

al necessario spazio per fare in modo che distributori<br />

e funzionalità di servizio trovino adeguato<br />

spazio senza penalizzare la manutenzione ordinaria<br />

e straordinaria.<br />

La tecnologia Kobelco iNDr<br />

Il costruttore di Hiroshima è oggi presente sul mercato<br />

con numerosi modelli short-radius. Dai piccoli<br />

miniescavatori fino ai grandi modelli con peso operativo<br />

che arriva a sfiorare le 40 tonnellate. E lo fa<br />

in modo non banale. Con una cura tecnologica che<br />

prevede numerosi accorgimenti tecnici di pregio.<br />

Dal diffusore dei gas di scarico al posto del classico<br />

tubo di scappamento sui miniescavatori fino alla<br />

cura per l’accesso per la manutenzione.<br />

Ma sicuramente uno degli elementi più qualificanti<br />

è la tecnologia iNDr che, comparsa ormai da<br />

circa una quindicina d’anni sui midi del costruttore,<br />

si sta evolvendo e diffondendo anche sui mini e<br />

sulle macchine più grandi.<br />

Si parla quindi di un sistema complessivo dove<br />

tutta la macchina short-radius è pensata e costruita,<br />

anche a livello strutturale, per ottimizzare ogni<br />

singolo aspetto. Dai flussi di raffreddamento, alla<br />

riduzione del rumore fino all’equilibro dinamico<br />

complessivo di tutta la macchina. Se infatti in molti<br />

si cimentano con layout short-radius con risultati<br />

molto buoni, in pochi sono riusciti ad avere un<br />

coinvolgimento complessivo di tutti i componenti<br />

della macchina in modo così completo ed efficiente.<br />

Un progetto che ha previsto ingenti investimenti<br />

che riguardano in primis la realizzazione di una<br />

struttura posteriore in fusione per avere una maggiore<br />

rigidezza strutturale. Rigidezza funzionale<br />

alla riduzione delle vibrazioni che sono una delle<br />

principali cause di emissioni sonore. Una struttura<br />

che convoglia i flussi d’aria verso l’alto in modo da<br />

ridurre la pressione sonora per coloro che lavorano<br />

intorno alla macchina. Allo stesso tempo avere questo<br />

grande elemento integrato in fusione permette<br />

di distribuire il peso in modo uniforme evitando<br />

sbilanciamenti o contrappesi eccessivi.<br />

Kobelco SK230SRLC-7, un vero tuttofare<br />

L’evoluzione della gamma del costruttore ha previsto<br />

la sostituzione dei motori Hino con quelli Yanmar.<br />

Una scelta di ragione dove i vantaggi da un<br />

punto di vista di densità di coppia e potenza sono<br />

evidenti. Fra i modelli interessati vi è stato anche il<br />

Kobelco SK230SRLC-7 ed il suo gemello diverso<br />

SK270SRLC-7.<br />

Stiamo parlando dello Yanmar 4TN107FTT tarato<br />

a 127 kW (172 cv) che azionano un impianto<br />

idraulico da 2 x 220 l/min + 1 x 40,6 l/min.<br />

Una macchina che, con il suo carro da tre metri<br />

di larghezza e la sua torretta fortemente compatta<br />

permette di svolgere lavori di precisione o, in alternativa,<br />

produzioni importanti in spazi proibitibi<br />

come, ad esempio, il carico in galleria o in sezioni<br />

obbligate. Il peso operativo di circa 24 tonnellate<br />

lo pone infatti in piena competizione con modelli<br />

convenzionali di pari peso operativo. La possibilità,<br />

inoltre, di avere anche il braccio con triplice<br />

articolazione lo posiziona in modo competitivo per<br />

il mercato italiano. Si tratta di un vero e proprio<br />

tuttofare che è in grado di affrontare sia i cantieri<br />

urbani, sia quelli ordinari. Tutto questo in modo<br />

efficiente e liberando l’operatore dai pensieri degli<br />

ingombri della torretta. Questa classe di macchine<br />

con architettura ad ingombro posteriore ridotto non<br />

è ancora pienamente entrata nel DNA delle aziende<br />

italiane nonostante gli evidenti vantaggi operativi.<br />

Gli scogli da superare sono ovviamente più mentali<br />

che concreti. Tranne forse un costo di investimento<br />

superiore rispetto alla media di una pari macchina<br />

convenzionale. Ovvio. Si tratta inoltre di mezzi che<br />

hanno un’architettura unica ma che richiedono, nel<br />

caso delle macchine sopra le 20 tonnellate di peso<br />

operativo, un mezzo di trasporto con i permessi per<br />

sforare la sagoma limite dei 2,5 metri di larghezza.<br />

Non è infatti un caso se questi escavatori trovino<br />

sempre più diffusione proprio fra le imprese più<br />

strutturate o comunque in quelle che impiegano già<br />

quotidianamente escavatori con carro da tre metri<br />

di larghezza.<br />

Kobelco SK140SRLC-7, un medio polivalente<br />

Fra i modelli di maggior successo e diffusione di<br />

Kobelco c’è sicuramente l’SK140SRLC-7 declinato<br />

in diverse versioni grazie ai bracci monoblocco,<br />

triplice articolazione e deportée. Con un peso operativo<br />

che spazia fra 15 e 18 tonnellate, a seconda<br />

dell’allestimento, è una macchina che si adatta<br />

molto bene sia a cantieri edili urbani, sia a cantieri<br />

stradali, sia ad impieghi forestali medi. Applicazione,<br />

quest’ultima, che vede l’architettura short-radius<br />

porsi in modo vantaggioso per quanto riguarda l’agilità<br />

all’interno dell’ambiente boschivo.<br />

Sulla base dell’SK140SRLC-7 prende vita anche<br />

lo specialista ED160-7 Blade Runner. Un escavatore<br />

di fatto unico sul mercato che permette di massimizzare<br />

l’efficienza in cantiere grazie alla possibilità<br />

di portare a termine piccoli spianamenti o<br />

affrontare sbancamenti e costruzioni stradali alpine.<br />

Anche in questo caso con un impiego in campo forestale<br />

che si rivela produttivo e polivalente grazie<br />

ad una forza di spinta che lo avvicina ad un dozer<br />

di pari peso.<br />

Kobelco è presente<br />

nella fascia fra<br />

le 14 e le 18<br />

tonnellate di peso<br />

operativo con<br />

un modello di<br />

grande successo.<br />

Stiamo parlando<br />

dell’SK140SRLC-7<br />

in versione<br />

monoblocco<br />

o triplice<br />

articolazione. La<br />

stessa macchina,<br />

con carro<br />

dell’SK210 e lama<br />

dozer a sei vie è<br />

disponibile nella<br />

versione ED160-<br />

7 Blade Runner.<br />

La declinazione<br />

dell’architettura<br />

short-radius è<br />

per Kobelco una<br />

vera e propria<br />

visione filosofica<br />

con i modelli<br />

SK230SLRC-7,<br />

SK270SRLC-7 ed<br />

SK380SRLC-7.<br />

Macchine che<br />

presidiano le fasce<br />

di mercato da 24,<br />

28 e 38 tonnellate<br />

di peso operativo.<br />

Un’offerta che<br />

si integra con i<br />

modelli più piccoli,<br />

con i midi e con<br />

i mini. Segno di<br />

una competenza<br />

tecnolgia di alto<br />

livello.<br />

40<br />

41


INDECO. La demolizione nel DNA<br />

DEMOLIRE<br />

A 360 GRADI<br />

Dai martelli demolitori idraulici alle cesoie. Passando<br />

per pinze primarie, frantumatori e multifunzione. Una<br />

vocazione per la demolizione che l’azienda barese<br />

ha costruito nel tempo ampliando la propria offerta<br />

con prodotti di volta in volta complementari fra loro.<br />

Questo con l’obiettivo di essere un fornitore full-liner<br />

per clienti e concessionari<br />

INDECO si presenta<br />

al mercato delle<br />

demolizioni con<br />

una gamma ampia<br />

e diversificata in<br />

grado di affrontare<br />

sia le fasi primarie<br />

che secondarie<br />

dei lavori più<br />

complessi. Oltre ai<br />

martelli, che sono<br />

il core business<br />

aziendale dal 1989,<br />

vi sono pinze,<br />

frantumatori e<br />

cesoie.<br />

INDECO<br />

La storia di Indeco è quella che caratterizza<br />

tantissime aziende famigliari italiane. Nata<br />

e cresciuta attorno ad un prodotto “core” si<br />

è poi sviluppata ampliando il proprio campo d’azione<br />

allargando la propria offerta nel principale<br />

settore di attività.<br />

Partendo quindi dai martelli demolitori idraulici<br />

è in seguito passata ad avere una gamma completa<br />

di attrezzature per la demolizione.<br />

Oggi Indeco si presenta sul mercato con cinque<br />

gamme di prodotti che coprono i diversi settori<br />

operativi del complesso mondo che ruota intorno<br />

a questa attività.<br />

Oltre ai martelli, quindi, abbiamo pinze selezionatrici,<br />

pinze multifunzione per la demolizione<br />

primaria e secondaria, frantumatori fissi e girevoli<br />

e cesoie declinate anche in versione spaccabinari.<br />

IMP, la macchina giusta al momento giusto<br />

Tra i prodotti offerti sviluppati dal costruttore italiano<br />

la serie multifunzione IMP è sicuramente<br />

uno dei più interessanti. Stiamo infatti parlando<br />

di attrezzature in grado di variare il proprio assetto<br />

operativo permettendo di passare dalla demolizione<br />

di strutture in calcestruzzo a quelle in<br />

acciaio. Senza ovviamente rinunciare alla frantumazione<br />

e alla funzione inedita Combi Cutter.<br />

Quest’ultima vuole essere un’alternativa più efficiente<br />

nella demolizione primaria di strutture in<br />

calcestruzzo armato. Rispetto alla configurazione<br />

Demolitore con ganasce strette, presenta infatti<br />

due piastre dentate intercambiabili nella parte anteriore.<br />

Posteriormente è invece dotata di lame<br />

allungate, reversibili e intercambiabili che hanno<br />

la funzione di tagliare in modo più efficiente il<br />

tondino di armatura.<br />

La configurazione Demolitore presenta invece<br />

ganasce di rottura del calcestruzzo più strette e<br />

allungate I coltelli sono più corti dando quindi la<br />

precedenza alla rottura del calcestruzzo. Si tratta<br />

di fatto di un’attrezzature primaria dedicata in<br />

modo particolare alle strutture che presentano calcestruzzo<br />

particolarmente resistente.<br />

Con la configurazione Cesoia è invece possibile<br />

passare alla demolizione primaria di strutture in<br />

acciaio. La geometria riprende alcune delle caratteristiche<br />

peculiari delle cesoie Indeco ISS. In<br />

primis le geometrie di taglio. In secondo luogo i<br />

coltelli sono realizzati con acciai speciali e sono<br />

perfettamente reversibili e intercambiabili in modo<br />

da essere sfruttati in tutti gli angoli di taglio. La<br />

punta presenta l’esclusivo duplice sistema di incisione<br />

sia superiore che inferiore che permette una<br />

più efficace progressione del taglio.<br />

Fra le caratteristiche funzionali di rilievo vi è<br />

la rotazione idraulica continua a 360°, il fulcro di<br />

rotazione unico che velocizza la sostituzione del<br />

kit di utensili, la protezione dei cilindri di azionamento<br />

e l’ingrassaggio automatico. Sia il corpo<br />

macchina che le ganasce sono realizzati in Hardox<br />

per limitare le usure legate all’impiego gravoso.<br />

Multi Grab, le pinze per la movimentazione<br />

Fra le attrezzature che hanno maggiormente faticato<br />

a prendere piede nel nostro paese vi sono sicuramente<br />

le pinze selezionatrici. Quando in realtà<br />

oltre frontiera erano spesso utilizzate addirittura<br />

più di altri attachements. La possibilità di demolire<br />

in modo selettivo e controllato è infatti entrata nella<br />

mentalità italiana abbastanza tardi e oggi questo<br />

tipo di attrezzature sta vivendo quasi una seconda<br />

giovinezza. Indeco si presenta con una gamma<br />

molto interessante che suddivide in cinque grandi<br />

famiglie con specifici campi applicativi. Le IMG S<br />

sono infatti destinate alla vagliatura del materiale,<br />

le IMG D sono indicate per la demolizione selettiva,<br />

le IMG H servono per la movimentazione, le<br />

IMG L sono indicate per il carico e infine le IMG<br />

T sono per uso forestale.<br />

La base strutturale e idraulica è comune a tutte<br />

le famiglie ed ognuna di loro è invece dotata di<br />

chele dedicate a quella specifica applicazione. Anche<br />

in questo caso l’impiego di un design innovativo,<br />

appositamente studiato per ciascuna variante di<br />

prodotto, si accompagna con l’uso di acciai speciali<br />

Hardox antiusura. Alla base di tutta la gamma vi<br />

sono robustezza, un peso ridotto, elevata capacità<br />

di carico ed una forza di presa superiore alla media.<br />

L’obiettivo è di avere attrezzature maneggevoli,<br />

compatibili con gli altri prodotti Indeco e con<br />

un sistema idraulico efficiente e tale da assicurare<br />

la massima precisione operativa con dei costi di<br />

gestione ridotti.<br />

La Serie HP, un punto di riferimento<br />

Ovviamente quando si parla di martelli demolitori<br />

non è possibile non citare la Serie HP. Il costruttore<br />

barese ha costruito la propria solida reputazione<br />

su questo prodotto che ha sempre avuto una forte<br />

connotazione innovativa.<br />

Si tratta infatti del primo martello con sistema<br />

idraulico intelligente in grado di variare automaticamente<br />

energia e frequenza del colpo in base alla<br />

durezza, e quindi alla resistenza, del materiale da<br />

demolire. La tecnologia sviluppata dal costruttore<br />

prevede infatti la presenza del distributore interno<br />

sincronizzato ed in linea con il pistone, i cuscini<br />

di olio per lo smorzamento delle vibrazioni ed<br />

il sistema idraulico con tenute dinamiche. Soluzioni<br />

che consentono la completa eliminazione<br />

delle guarnizioni nella zona della distribuzione<br />

allungando la vita utile del martello e riducendo<br />

in modo drastico i guasti. Tutti gli acciai speciali<br />

basso-legati utilizzati per la costruzione sono realizzati<br />

appositamente su una formula di Indeco che<br />

consente di aumentarne la durata e abbassare la<br />

corrosione. La carcassa è realizzata in Hardox per<br />

abbassare l’usura derivante dall’impiego pesante.<br />

Il sistema ammortizzante è duplice e consente di<br />

ridurre sensibilmente le vibrazioni trasmesse al<br />

braccio dell’escavatore.<br />

Le prestazioni permettono inoltre di avere, a<br />

parità di energia e colpi al minuto, martelli meno<br />

pesanti rispetto ai diretti competitori sollecitando<br />

meno la macchina su cui sono installati.<br />

In alto, la gamma<br />

dei multifunzione<br />

IMP di Indeco<br />

prevede quattro<br />

differenti tipi<br />

di utensili per<br />

demolizione<br />

primaria e<br />

secondaria. Le<br />

versioni specifiche<br />

per il calcestruzzo<br />

prevedono due<br />

differenti versioni<br />

Demolitore e<br />

Combi Cutter con<br />

impieghi indirizzati<br />

a calcestruzzi più<br />

e meno coriacei.<br />

La Combi Cutter,<br />

infatti, prevede<br />

una zona di<br />

frantumazione più<br />

larga e concentrata<br />

dando ampio<br />

spazio ai coltelli<br />

per il taglio dei<br />

ferri di armatura.<br />

In basso la<br />

gamma di pinze<br />

selezionatrici<br />

prevede cinque<br />

famiglie di prodotti,<br />

sulla stessa base<br />

strutturale e<br />

idraulica, con<br />

specifiche chele<br />

progettate per<br />

la vagliatura<br />

del materiale,<br />

la demolizione<br />

selettiva, il<br />

forestale e la<br />

movimentazione ed<br />

il carico.<br />

42<br />

43


MERLO. P30.7, compatto di sfondamento<br />

PICCOLO<br />

A CHI?<br />

MERLO è da sempre specialista nei sollevatori<br />

telescopici compatti. Con il nuovo P30.7 si presenta<br />

sul mercato con un modello che a fronte di ingombri<br />

estremamente contenuti non rinuncia alle prestazioni.<br />

Un polivalente che va oltre le classiche applicazioni<br />

a cui siamo abituati per un telescopico frontale fisso.<br />

Da sollevatore a gommata compatta<br />

I sollevatori<br />

telescopici<br />

compatti della<br />

Merlo si sono<br />

ritagliati una<br />

posizione<br />

di mercato<br />

estremamente<br />

importante<br />

grazie alle loro<br />

caratteristiche<br />

prestazionali<br />

a fronte di<br />

dimensioni molto<br />

ridotte.<br />

MERLO<br />

Quando si pensa ad un sollevatore telescopico<br />

si ha spesso in mente una macchina deputata<br />

al semplice sollevamento. In realtà chi ha<br />

“fatto il salto” e si è portata in casa un sollevatore<br />

telescopico non è più disposto a rinunciarvi. Non<br />

solo sollevamento ma movimentazione, carico dei<br />

mezzi, spostamento di materiale, impiego con forche,<br />

benne e attrezzature idrauliche di ogni tipo.<br />

I sollevatori telescopici sono l’emblema della<br />

polivalenza. Merlo lo sa molto bene ed è ben consapevole<br />

che puntare su prestazioni, comfort e compattezza<br />

sono i punti vincenti che portano ad avere<br />

macchine apprezzate dai clienti. Il nuovo P30.7,<br />

presente sul mercato dai primi mesi del <strong>2024</strong>, è il<br />

frutto di un modo di ragionare che da sempre distingue<br />

il costruttore di Cuneo. Presentato in anteprima<br />

nel 2023, vincitore del Samoter Innovation Award e<br />

premiato, in versione TF che identifica le versioni<br />

per agricoltura, con la “Novità Tecnica” ad Agrilevante,<br />

il P30.7 è il riassunto di un modo di intendere i<br />

sollevatori telescopici compatti che distingue Merlo.<br />

Piccolo a chi?<br />

Con un peso operativo di 6.450 kg a fronte di un’altezza<br />

di 2,12 metri per una larghezza di 2,00 metri<br />

è sicuramente un mezzo compatto. Ma chiamarlo<br />

“piccolo” non sarebbe corretto.<br />

La portata massima è infatti pari a 3.000 kg che<br />

si possono sollevare fino all’altezza di 5,40 metri.<br />

Quindi ampiamente sufficiente per caricare mezzi<br />

di trasporto ordinari con carichi di rilievo. Se vogliamo<br />

pensare in ottica di impresa edile possiamo<br />

dire che il P30.7 è in grado di scaricare due bancali<br />

di autobloccanti (o mattoni...o blocchi) alla volta<br />

visto il peso tabellare di 1.500 kg per ogni bancale.<br />

La massima altezza operativa è di 6,70 metri con<br />

una portata di 2.000 kg. Quindi, sempre ragionando<br />

in ottica di impresa edile, il bancale di riferimento è<br />

movimentato praticamente ovunque. Si tratta di prestazioni<br />

di rilievo che permettono quindi di avere<br />

in azienda un mezzo polivalente e performante con<br />

ingombri veramente molto ridotti. Non è infatti un<br />

segreto che Merlo curi in modo molto accurato i<br />

diagrammi di lavoro delle proprie macchine grazie<br />

ad un concetto, mai cambiato nel tempo, che porta<br />

ad avere un baricentro molto basso ed un peso distribuito<br />

in modo uniforme.<br />

Una meccanica pensata per le costruzioni<br />

Sotto i cofani non è lasciato nulla al caso. La motorizzazione<br />

è infatti un Kohler KDI2504 da 2,5 litri<br />

per 4 cilindri ed una potenza di 55,4 kW (75 cv).<br />

La conformità con lo Stage V è ottenuta con un<br />

modulo integrato a bassa manutenzione composto<br />

da DPF+DOC. Un propulsore sempre più diffuso<br />

nel mondo delle macchine da costruzione con tutti i<br />

vantaggi correlati in termini di post-vendita. Per chi<br />

invece optasse per il TF30.7, “gemello agricoltore”<br />

del P30.7, avrà un motore Deutz la cui diffusione<br />

nel mondo agri è elevatissima.<br />

L’impianto idraulico prevede le uscite ausiliarie<br />

in punta braccio a cui si possono aggiungere quelle<br />

posteriori in opzione.<br />

Decisamente interessanti le prestazioni che prevedono<br />

100 l/min alla pressione di lavoro di 250<br />

bar. Portata che consente di operare con moltissime<br />

attrezzature idrauliche come spazzole, benne miscelatrici<br />

o qualsiasi altra attrezzatura che sia utile nei<br />

cantieri edili e stradali. Ed ovviamente anche con<br />

le semplici benne per il carico di mezzi di trasporto<br />

con materiale granulare o anche semplicemente per<br />

realizzare piccoli movimenti terra.<br />

Piace inoltre la soluzione di adottare una pompa<br />

ad ingranaggi associata ad un distributore Load<br />

Sensing Flow Sharing. Uno schema equilibrato da<br />

un punto di vista dei costi e della fluidità operativa<br />

impiegato moltissimo anche dai principali costruttori<br />

di miniescavatori.<br />

ASCS, safety first<br />

L’impiego in piena sicurezza è assicurato dalle doti<br />

di equilibrio dinamico insite nel progetto del P30.7<br />

e dalla presenza del nuovo sistema elettronico di<br />

sicurezza ASCS, acronimo di Adaptive Stability<br />

Control System. Questo sistema, mutuato dalle<br />

macchine rotative, permette di monitorare in modo<br />

costante il carico evitando il ribaltamento della<br />

macchina in ogni condizione operativa.<br />

La gestione delle attrezzature avviene infatti in<br />

modo completamente integrato basandosi su tre<br />

elementi fondamentali: carico movimentato, la sua<br />

posizione e l’attrezzatura in uso. Quest’ultima è riconosciuta<br />

in modo automatico andando a settare il<br />

sistema in base ai parametri preimpostati per ogni<br />

singolo accessorio.<br />

Un esempio classico è l’uso del P30.7 con benna<br />

o con forche. Dove nel primo caso la macchina,<br />

riconoscendo che si sta lavorando con questa<br />

specifica attrezzatura, imposta i parametri in modo<br />

che il telescopico abbia un comportamento dinamico<br />

del tutto simile a quello di una pala gommata<br />

fino ad un’altezza di lavoro che sia consona con la<br />

massima sicurezza per la macchina. Diversamente,<br />

con le forche, la macchina ha un’impostazione<br />

del sistema che lo “vede” come un apparecchio di<br />

sollevamento. Questo permette di avere un mezzo<br />

sicuro, performante e produttivo in ogni condizione<br />

di lavoro aumentandone la polivalenza.<br />

Una cabina da “maxi”<br />

Merlo ha iniziato tempo fa un percorso virtuoso di<br />

unificazione delle proprie cabine. Sia in ottica di<br />

piattaforma modulare, sia con la volontà di offrire<br />

un elevato livello di comfort su qualsiasi prodotto.<br />

Il posto guida del P30.7 è infatti del tutto<br />

identico a quello dei modelli rotativi. Ovviamente<br />

con comandi specifici ma con lo stesso livello di<br />

finitura e di spazio interno. Tra i punti di forza vi<br />

sono un’ergonomia ed una climatizzazione di alto<br />

livello che permettono, nonostante il P30.7 sia una<br />

macchina compatta che si colloca sui primi gradini<br />

della gamma Merlo, di offrire un comfort del tutto<br />

simile a quello che i suoi clienti possono trovare<br />

sulle macchine di alta gamma. Una visione che ci<br />

piace e che aumenta il valore residuo di questo versatile<br />

compatto.<br />

Il Merlo P30.7<br />

è un compatto<br />

che eredita tutta<br />

l’esperienza del<br />

costruttore di<br />

Cuneo dove, a<br />

fronte di diagrammi<br />

di sollevamento<br />

molto performanti,<br />

si hanno dimensioni<br />

che permettono<br />

di operare in spazi<br />

molto ristretti.<br />

La polivalenza di<br />

questa macchina,<br />

insieme alle sue<br />

dotazioni in tema<br />

di gestione delle<br />

attrezzature e di<br />

sicurezza attiva<br />

e passiva, ne<br />

permettono un<br />

impiego sia come<br />

mezzo dedicato<br />

alla logistica,<br />

sia come pala<br />

gommata compatta.<br />

Senza dimenticarsi<br />

delle attrezzature<br />

idrauliche che<br />

spaziano dalle<br />

benne miscelatrici<br />

per arrivare a ganci,<br />

spazzatrici e benne<br />

speciali.<br />

44<br />

45


MANITOU. Skid & track-loader<br />

OLTRE I<br />

TELESCOPICI<br />

Manitou fa sul serio. Il riordino dell’offerta delle<br />

minipale gommate e cingolate ha portato il costruttore<br />

francese ad offrire con i suoi colori la rinnovata<br />

gamma Gehl a fianco della gamma da sollevamento.<br />

Macchine dalle caratteristiche uniche che puntano<br />

ad un target dove contenuti, concretezza e presenza<br />

della rete sono fondamentali<br />

Manitou punta<br />

alle imprese edili<br />

e stradali con la<br />

sua gamma di<br />

minipale gommate<br />

e cingolate che<br />

arrivano dalla<br />

gamma Gehl.<br />

Macchine offerte<br />

con i colori<br />

del marchio<br />

francese alla rete<br />

vendita ufficiale.<br />

Una decisa<br />

riorganizzazione<br />

della presenza<br />

dei diversi<br />

marchi aziendali<br />

per rafforzare<br />

ulteriormente un<br />

brand di valore.<br />

MANITOU<br />

Manitou raccoglie in toto la straordinaria<br />

eredità tecnologica del marchio Gehl e<br />

si posiziona sul mercato con le minipale<br />

gommate e cingolate con i suoi prestigiosi colori.<br />

Una scelta legata al riordino della divisione movimento<br />

terra con la definitiva scomparsa del marchio<br />

Mustang e la presenza dei due brand Gehl e<br />

Manitou distribuiti su due canali differenti e non<br />

in competizione fra loro.<br />

Una scelta logica e razionale che permette ai dealer<br />

delle macchine rosse e nere di essere presenti,<br />

con prodotti di alto livello, a fianco dei propri clienti<br />

delle imprese edili, stradali e di movimento terra.<br />

E anche di proporsi sul mercato del noleggio con<br />

un’immagine integrata e di sostanza.<br />

Una gamma che copre tutto il mercato<br />

La gamma completamente rinnovata ha puntato su<br />

contenuti tecnologici superiori senza però rinunciare<br />

alla concretezza a cui siamo abituati pensando<br />

alle macchine Gehl. Gli investimenti del costruttore<br />

portano verso una marcata diminuzione dei costi<br />

di esercizio. Tutti i nuovi modelli hanno una forza<br />

di strappo mediamente superiore del 12% rispetto<br />

alla gamma precedente. La capacità del serbatoio<br />

è aumentata del 14% dando quindi origine ad una<br />

superiore autonomia.<br />

Sono inoltre dotati di avviamento senza chiave che<br />

richiede l’attivazione tramite codice. Interessante, e<br />

siamo curiosi di toccarlo con mano, il nuovo sistema<br />

di comando con joystick pilotato e brevettato di<br />

serie. L’illuminazione a LED si associa a numerose<br />

innovazioni che facilitano la manutenzione grazie<br />

alla cabina sollevabile e ai punti di manutenzione<br />

centralizzati.<br />

Si tratta infatti di macchine con un profondo DNA<br />

“made in USA” dove i contenuti concreti sono<br />

sempre stati il vero punto di forza. Ragion per cui,<br />

storicamente, il posto guida ed il comfort sono<br />

stati messi in secondo piano. A fronte di elementi<br />

tecnici come l’elevata resistenza alle sollecitazioni<br />

idrauliche e la robustezza che permette di operare in<br />

modo produttivo con frese e attrezzature idrauliche<br />

performanti.<br />

Oggi le cose sono profondamente cambiate e a fianco<br />

di questi fondamentali contenuti tecnici ne sono<br />

stati aggiunti altri.<br />

Infatti i progettisti Manitou puntano oggi ad un<br />

comfort superiore grazie alla presenza di serie del<br />

sistema brevettato “IdealTrax”. Si tratta di un tensionamento<br />

automatico dei cingoli che da un lato ne<br />

prolunga la durata. Dall’altro, invece, permettono di<br />

aumentare il comfort grazie ad un costante e corretto<br />

tensionamento dei cingoli.<br />

La dotazione opzionale prevede LED aggiuntivi sui<br />

lati, impianto idraulico high-flow, telecamera posteriore<br />

e altri allestimenti per soddisfare le esigenze<br />

degli utilizzatori. Da chi opera su strada fino a chi,<br />

invece, lavora in agricoltura.<br />

L’attenzione per la riduzione del TCO<br />

Il costruttore francese ha inoltre puntato in modo<br />

chiaro verso un TCO più competitivo. Il costo totale<br />

di proprietà dei nuovi modelli, infatti, si è ridotto.<br />

Il modello 2750VT, ad esempio, ha un TCO di 16<br />

€ l’ora con una riduzione media del 7,2% rispetto<br />

alla gamma precedente.<br />

Con i nuovi modelli il gruppo Manitou propone<br />

inoltre al mercato un design nuovo e meno massiccio.<br />

Segno della volontà aziendale di aumentare la<br />

propria presenza nel settore con macchine nuove,<br />

più prestazionali e che vadano incontro alle esigenze<br />

degli operatori attuali.<br />

L’offerta si articola oggi su 22 modelli con capa-<br />

cità operative nominali che spaziano da 386 kg a<br />

1.497 kg. L’architettura dei bracci è sia radiale, sia<br />

verticale per andare incontro ad esigenze operative<br />

differenti. Le motorizzazioni sono Yanmar per garantire<br />

le prestazioni e l’affidabilità a cui i clienti<br />

Manitou sono abituati. Ai due estremi delle gamme<br />

abbiamo due macchine gommate.<br />

Parliamo della piccola 850R, con una larghezza di<br />

90 cm ed un peso operativo di 1.352 kg per arrivare<br />

alla 3300V NXT2 da 4.123 kg per una larghezza di<br />

lavori di 1.880 mm.<br />

In mezzo abbiamo modelli, gommati e cingolati,<br />

con impostazioni indirizzate a specifici target e<br />

soluzioni che, per chi impiega queste macchine in<br />

modo specifico con attrezzature ad alte prestazioni<br />

per lavori stradali.<br />

Di fatto il costruttore dispone oggi di una gamma<br />

che non vuole rinnegare le sue tradizioni di alte<br />

prestazioni e affidabilità costruttiva. Al contempo<br />

si propone con dei nuovi contenuti che strizzano<br />

l’occhio a chi invece rincorre le novità ad ogni costo.<br />

Il concetto chiave che non è mai abbandonato<br />

è di avere delle macchine in grado di lavorare con<br />

risultati positivi e senza dare noie a chi, in cantiere,<br />

ha delle evidenti esigenze produttive.<br />

Un settore che sta diventando strategico<br />

Nathan Ryan, responsabile della linea di minipale<br />

compatte di Manitou, ha sottolineato che «abbiamo<br />

concentrato i nostri sforzi sul miglioramento<br />

di cinque aree principali. Ossia sicurezza, comfort,<br />

produttività, semplificazione e facilità di manutenzione.<br />

Tutti i modelli sono a sollevamento verticale<br />

e offrono un design rinnovato del braccio di sollevamento.<br />

Anche la postazione di guida è stata ridisegnata,<br />

con una versione migliorata del nostro<br />

sportello pieghevole brevettato. La nuova cabina<br />

offre inoltre una delle migliori visibilità sul mercato,<br />

grazie al nuovo design dei finestrini e del<br />

tettuccio».<br />

Gli investimenti effettuati dal costruttore francese<br />

in questo specifico settore iniziano quindi a dare i<br />

risultati previsti con una visione strategica che, nel<br />

passato, è forse stata leggermente offuscata dalla<br />

ovvia attenzione verso il principale core-business<br />

aziendale rappresentato dai sollevatori telescopici.<br />

Oggi Manitou è sicuramente uno dei costruttori di<br />

macchine per le costruzioni più attivo e in fase di<br />

sviluppo di tutto il mercato. Il movimento terra è<br />

oggi uno degli asset su cui l’azienda si sta concentrando<br />

con attenzione e la nuova gamma di minipale<br />

gommate e cingolate è il segno evidente che il marchio<br />

voglia ampliare i propri orizzonti.<br />

La gamma di<br />

minipale gommate<br />

e cingolate di<br />

Manitou riprende<br />

tutte le novità dei<br />

nuovi modelli Gehl<br />

che il costruttore<br />

aveva presentato in<br />

anteprima a Bauma<br />

2022. Macchine<br />

ad elevato valore<br />

aggiunto con<br />

soluzioni di alta<br />

gamma che stanno<br />

arrivando sul<br />

mercato europeo in<br />

modo organizzato<br />

e rappresentano<br />

una seria alternativa<br />

in un mercato<br />

che ha bisogno<br />

di concretezza,<br />

affidabilità ed una<br />

presenza stabile<br />

sul mercato. I<br />

concessionari<br />

Manitou che<br />

hanno deciso di<br />

commercializzare<br />

queste macchine<br />

sono stati<br />

appositamente<br />

selezionati e<br />

avranno un<br />

canale distributivo<br />

preferenziale.<br />

46<br />

47


SIMEX. Le soluzioni per gallerie<br />

NECESSITÀ<br />

E SOLUZIONE<br />

Simex propone al mercato la nuova fresatrice<br />

per gallerie MP 1000HD. Una risposta tecnica<br />

e precisa alle sempre crescenti necessità che<br />

i lavori di adeguamento delle gallerie esistenti<br />

richiedono. Pensata per escavatori da 35 a 60<br />

tonnellate modificati per il tunnelling, dispone<br />

di un motore idraulico a pistoni in grado di<br />

sviluppare una potenza di 200 kW<br />

SIMEX ha sviluppato<br />

un’attrezzatura<br />

idraulica specifica<br />

per la scarifica e<br />

la sanificazione<br />

delle calotte<br />

delle gallerie.<br />

Un’applicazione<br />

sempre più diffusa<br />

per fare fronte<br />

alle manutenzioni<br />

necessarie di questi<br />

manufatti.<br />

SIMEX<br />

Simex è un costruttore che ha scritto pagine<br />

importanti nel mondo delle attrezzature<br />

idrauliche ad alte prestazioni. E’ quindi stato<br />

immediato, declinando il concetto di scarificatrice<br />

stradale, fornire una risposta concreta alla sempre<br />

maggiore esigenza di operare sulle calotte delle<br />

gallerie. Lavori che richiedono precisione operativa<br />

e velocità esecutiva sia per i ritmi di cantiere,<br />

sia per non danneggiare le strutture ammalorate.<br />

Strutture che vanno risanate una volta rimosso lo<br />

strato superficiale danneggiato. L’azienda di San<br />

Giovanni in Persiceto ha maturato un’esperienza<br />

di grande respiro nelle scarificatrici tale da consentirgli<br />

di affrontare applicazioni gravose in modo<br />

efficiente.<br />

MP 1000HD, 200 kW contro il calcestruzzo<br />

Il progetto della MP 1000HD nasce da un’esigenza<br />

specifica di Amplia Infrastructures per l’asportazione<br />

di superfici ammalorate sulle volte delle gallerie.<br />

Si tratta di una scarifica ad alte prestazioni in grado<br />

di affrontare lavori particolarmente gravosi. La sigla<br />

HD è infatti il classico acronimo di Heavy-Duty<br />

ed indica in modo chiaro le caratteristiche costruttive<br />

ed operative.<br />

L’attrezzatura è stata pensata per escavatori<br />

idraulici con peso operativo fra 35 e 60 tonnellate.<br />

Ovviamente macchine trasformate in modo specifico<br />

per operare in galleria.<br />

Le caratteristiche tecniche di base sono molto<br />

interessanti:<br />

- motori a pistoni in presa diretta con il tamburo<br />

in grado di fornire una potenza idraulica di 200 kW<br />

ed una forza al dente di 65 kN (6.620 kgf)<br />

- regolazione idraulica della profondità di scarifica<br />

fino a 150 mm tramite ruote laterali<br />

- regolazione idraulica indipendente fra ruota<br />

destra e ruota sinistra per realizzare agevolmente<br />

passate parallele continue<br />

- dispositivo idraulico di allineamento con la<br />

parete<br />

- rotazione idraulica a 360°<br />

- kit potenziato di nebulizzazione acqua per abbattimento<br />

polveri<br />

Una 4.000 kg con una base speciale<br />

Il peso operativo della MP 4000HD è di 4.000 kg.<br />

Per l’accoppiamento è ovviamente necessario un<br />

escavatore in grado di fornire le prestazioni idrauliche<br />

necessarie. Macchine che siano in grado di<br />

essere performanti nel lavoro sotto alla calotta della<br />

galleria. Nel caso specifico Amplia Infrastructures<br />

ha deciso per la costruzione di una macchina specifica<br />

affidata alla Laurini Costruzioni Meccaniche<br />

di Busseto (PR).<br />

Più che di un escavatore, di cui condivide il sottocarro<br />

e la torretta su ralla, si tratta di una macchina<br />

espressamente dedicata a questo impiego.<br />

La particolare geometria di lavoro, ottenuta grazie<br />

ad un braccio telescopico che ruota su ralla, consente<br />

di collocare la macchina nella mezzeria della galleria<br />

per procedere poi lungo l’asse. Il braccio è in grado<br />

di compiere un arco di rotazione di 240° che consente<br />

di scarificare la calotta in modo preciso e continuo.<br />

Operando per passate successive affiancate, la<br />

macchina procede in modo continuo lasciando una<br />

superficie perfettamente levigata.<br />

Stiamo quindi parlando di un vero e proprio<br />

porta attrezzi realizzato in modo specifico per questa<br />

applicazione e che, insieme alla MP 4000HD<br />

consente di aumentare in modo esponenziale l’efficienza<br />

operativa del cantiere realizzando un lavoro<br />

ottimamente rifinito con ritmi produttivi elevati.<br />

Nelle gallerie della A1<br />

L’applicazione della Simex MP 1000HD avviene in<br />

numerose gallerie che insistono sul tracciato autostradale<br />

della A1. Manufatti che risentono del peso<br />

dell’età e che richiedono numerosi interventi di risanamento<br />

per allungarne la vita operativa.<br />

La profondità di scarifica, insieme all’uniformità<br />

del lavoro eseguito, sono garantite dalle ruote laterali<br />

a gestione idraulica indipendente.<br />

Fondamentale è anche l’attacco inclinabile ad<br />

ammortizzazione idraulica. I controlli avvengono<br />

tutti da remoto da parte di un operatore che può<br />

quindi controllare in modo diretto l’avanzare del<br />

lavoro in posizione protetta e sicura.<br />

La geometria di lavoro consente di eseguire una<br />

scarifica ottimale partendo da terra, proseguendo sui<br />

piedritti e andando fino al culmine della calotta per<br />

poi proseguire sulla seconda metà dell’arco.<br />

La rimozione delle parti ammalorate<br />

Operando con la MP 1000HD si è constatato come<br />

le calotte di copertura presentassero diverse fessurazioni,<br />

nidi di ghiaia e profonde infiltrazioni. La possibilità<br />

di regolare con precisione ed idraulicamente<br />

la profondità di lavoro ha consentito di intervenire<br />

in modo molto puntuale a seconda del danno rilevato.<br />

La scarifica è stata quindi di 5 cm laddove<br />

il problema era solo superficiale. Si è potuto poi<br />

procedere localmente fino a 10 cm nel momento in<br />

cui il danno era invece più profondo.<br />

La possibilità di portare a termine delle operazioni<br />

di rimozione del calcestruzzo in modo così “chirurgico”<br />

ha poi consentito di rendere più efficaci gli<br />

interventi di risanamento.<br />

Infatti il ripristino successivo tiene conto del tipo di<br />

danneggiamento pregresso. Dopo la scarifica delle<br />

superfici asciutte si sono impiegate malte pensate<br />

per ridare la giusta consistenza.<br />

Laddove invece si sono presentate infiltrazioni d’acqua<br />

si è lavorato con membane drenanti. In questo<br />

modo l’umidità e l’eccesso di acqua sono state convogliate<br />

in apposite canalette per poi essere smaltite<br />

all’esterno della galleria.<br />

La MP 1000HD, partendo dal concetto base delle<br />

scarificatrici a cui siamo abituati ha portato in cantiere<br />

un modo differente e più efficiente di affrontare<br />

questi delicati e sempre più diffusi lavori in galleria.<br />

SIMEX ha spostato<br />

ancora una volta<br />

più in alto l’asticella<br />

dell’efficienza<br />

operativa in lavori<br />

complessi e<br />

delicati.<br />

La nuova MP<br />

4000HD è infatti in<br />

grado di scarificare<br />

le calotte delle<br />

gallerie in modo<br />

efficiente e<br />

performante.<br />

Pensata infatti per<br />

impieghi gravosi è<br />

in grado allo stesso<br />

tempo di operare<br />

con precisione<br />

molto elevata.<br />

Questo grazie<br />

alla regolazione<br />

idraulica della<br />

profondità di 150<br />

mm. Il dispositivo<br />

di allineamento<br />

idraulico con<br />

la parete e la<br />

possibilità di<br />

ruotare a 360°<br />

permettono<br />

di adattarsi<br />

perfettamente a<br />

qualsiasi profilo<br />

delle calotte.<br />

48<br />

49


OMS. Al di là delle “semplici” finitrici<br />

SPECIALISTI<br />

DEL PAVING<br />

L’esperienza sul campo della OMS si è concretizzata<br />

nel tempo con una struttura di riconosciuti specialisti<br />

del paving consacrata con l’importazione europea<br />

delle finitrici Sumitomo. Ma non solo. Anche le<br />

minifinitrici Hanta ed i rulli Ammann affiancati da<br />

tecnologie di gestione del processo e additivi<br />

ecologici vegetali per il riciclaggio a freddo<br />

La OMS è ormai<br />

conosciuta per il<br />

forte legame con<br />

Sumitomo con cui<br />

collabora ormai<br />

da oltre dieci<br />

anni. Un rapporto<br />

consolidato<br />

che ha portato<br />

alla gestione<br />

dell’importazione<br />

europea delle<br />

finitrici giapponesi.<br />

OMS<br />

Ci sono aziende che, sebbene piccole, sono riconosciute<br />

per la loro professionalità e competenza.<br />

Nel mondo delle costruzoni stradali<br />

la OMS della famiglia Bressan è sicuramente una di<br />

queste. Nata nel 1989, la OMS è stata a lungo legata<br />

al marchio tedesco ABG fino a quando il costruttore<br />

non è entrato nell’orbita di Volvo CE.<br />

Da allora la OMS ha iniziato un percorso virtuoso<br />

con Sumitomo che è arrivato oggi con l’ufficialità<br />

dell’importazione europea.<br />

Un cammino dove la competenza tecnica ed<br />

il posto vendita sono stati determinanti per dare<br />

supporto ai clienti ed ai concessionari europei che<br />

hanno deciso di operare con il costruttore giapponese.<br />

Ma non solo.<br />

Per chi ha necessità di lavorare in spazi ristretti<br />

sono arrivate anche le minifinitrici Hanta e la gamma<br />

di compattazione Ammann. Una filiera, quella<br />

della pavimentazione, gestita in toto anche con<br />

sistemi di controllo dei flussi operativi e additivi<br />

biologici per il riciclaggio a freddo.<br />

La visione comune con Sumitomo<br />

Il binomio OMS-Sumitomo è ormai conosciuto tra<br />

gli addetti ai lavori. Una vera e propria visione comune<br />

dove i contenuti tecnici di alto livello delle<br />

macchine giapponesi sono un valore aggiunto per le<br />

imprese. I modelli gommati e cingolati del marchio<br />

si distinguono per il banco J-Paver con caratteristiche<br />

uniche sul mercato. La prima e più evidente<br />

è la possibilità di lavorare in continuo fra 2,30 e<br />

6,00 metri senza utilizzare allargatori meccanici.<br />

Questo permette anche il trasporto della macchina<br />

nella sagoma limite di 2,50 metri di larghezza senza<br />

smontare le sponde laterali La regolazione idraulica<br />

trasversale consente di mantenere in modo corretto<br />

la planarità senza quei salti di livello che, anche se<br />

corretti in seguito con il rullo compattatore, generano<br />

comunque una differenza di densità nel conglomerato.<br />

Operazione che si effettua in pochi istanti<br />

direttamente dalla pulsantiera del banco.<br />

Fondamentale anche la precompattazione data<br />

dall’azione congiunta fra lo Strike-Off e il Mold-<br />

Board. Questo permette di limitare l’azione dei rulli<br />

compattatori che lavorano al seguito della macchina.<br />

Accorgimenti tecnici che aumentano l’efficienza<br />

complessiva, la durata del tamper e richiedono<br />

meno passaggi di compattazione. Un’ottimizzazione<br />

complessiva che prevede minori consumi della<br />

finitrice associati ad una maggiore economia di<br />

cantiere.<br />

Hanta, piccole e tecnologiche<br />

Per chi invece ha esigenze operative legate a piccoli<br />

cantieri, stesa su marciapiedi o chiusura di trincee<br />

per la posa di servizi vi sono le minifinitrici Hanta.<br />

Si tratta di macchine compatte e versatili progettate<br />

per operare su strade secondarie, marciapiedi o<br />

piazzali dove l’accesso può essere difficile per macchine<br />

più grandi. Le caratteristiche fondamentali<br />

sono le dimensioni compatte, la facilità di trasporto<br />

e la manovrabilità. Al tempo stesso offrono prestazioni<br />

affidabili e di alta qualità. I modelli disponibili<br />

sono caratterizzati da larghezza di stesa regolabile<br />

tra 0,8 e 1,4 metri oppure tra 1,4 e 3,2 metri.<br />

Una delle caratteristiche di punta delle minifinitrici<br />

Hanta è la piastra Zscreed. La sua forza<br />

operativa è quella di potersi estendere da 1,4 a 3,2<br />

m in continuo. Risulta fondamentale la comodità<br />

di poter modificare istantaneamente la larghezza di<br />

stesa durante la pavimentazione. Questo non preclu-<br />

de però l’elevata rigidità per un eccellente livello di<br />

finitura. La pedana estendibile per l’intera larghezza<br />

di 3,2 m consente inoltre all’operatore di spostarsi<br />

fino alla fine della larghezza di stesa.<br />

La qualità costruttiva rientra nei canoni classici<br />

delle macchine giapponesi con una grande cura dei<br />

dettagli e dell’affidabilità complessiva.<br />

Ammann, compattazione efficiente<br />

Nella compattazione la OMS ha invece stretto<br />

una partnership con la elvetica Ammann. Stiamo<br />

parlando in particolare dei rulli e della gamma di<br />

compattazione leggera in grado di essere un valido<br />

complemento per le imprese che operano con l’azienda<br />

lombarda e che si appoggiano al loro servizio<br />

post-vendita.<br />

Tecnologia e additivi. La strada dell’efficienza<br />

A fianco delle macchine è però fondamentale l’apporto<br />

tecnologico. La OMS ha infatti sviluppato<br />

diversi dispositivi per la telemetria. Come il PPCS<br />

che, tramite una serie di sensori di bordo, monitora<br />

costantemente i parametri di lavoro delle finitrici.<br />

Li trasmette ad un server per l’utilizzo in tempo<br />

reale ed in fase di rendicontazione. I sensori a sfilo<br />

montati sulle estensioni idrauliche del banco misurano<br />

e registrano in modo continuo le larghezze<br />

di stesa. Il display con tastierino integrato mostra<br />

i dati registrati dallo strumento e i valori in tempo<br />

reale di lunghezza, larghezza di stesa, area pavimentata<br />

e velocità di avanzamento. Inserendo i dati<br />

di alimentazione della finitrice si ha il totale del<br />

materiale steso e la quantità per metro quadrato. Il<br />

server raccoglie tutte le informazioni inviate dallo<br />

strumento in tempo reale. Si controlla quindi la<br />

logistica ed il computo dei lavori eseguiti. Tutti i<br />

lavori, memorizzati e salvati, sono consultabili in<br />

qualsiasi momento. PPCS traccia e memorizza tutte<br />

le aree pavimentate tramite l’antenna GPS visualizzando<br />

tutti i tracciati su mappe integrate. Un altro<br />

dispositivo è il MatManager<br />

– Paving quality System per<br />

controllare la rendicontazione di<br />

tutti i parametri chiave dei lavori<br />

di pavimentazione stradale come<br />

richiesto nei capitolati degli Enti<br />

appaltanti.<br />

A questo sistema organico<br />

di macchine e tecnologie si affiancano<br />

anche i nuovi additivi<br />

ecologici per i conglomerati bituminosi<br />

riciclati a freddo. L’impiego<br />

è estremamente semplice<br />

ed efficace e le caratteristiche<br />

tecniche di base permettono una<br />

veloce asciugatura con tempi di<br />

riapertura al traffico estremamente<br />

veloci a favore di sicurezza<br />

ed efficienza con un impatto<br />

ambientale ridotto a 360°.<br />

Le finitrici<br />

Sumitomo e Hanta<br />

si completano in<br />

modo organico<br />

mirando a<br />

target differenti<br />

ma offrendo<br />

comunque un<br />

livello tecnologico<br />

molto elevato in<br />

due ambiti operativi<br />

differenti. Oltre<br />

ai due costruttori<br />

del Sol Levante la<br />

OMS si affida anche<br />

ad Ammann per<br />

la compattazione<br />

con la gamma di<br />

macchine leggere<br />

del costruttore<br />

svizzero. Si tratta<br />

quindi di un’offerta<br />

completa che<br />

permette alle<br />

imprese che<br />

lavorano con la<br />

OMS di avere<br />

un riferimento<br />

affidabile e<br />

professionale per il<br />

post vendita.<br />

50<br />

51


Mantovanibenne. Booster demolition<br />

DOPPIO<br />

BOOSTER<br />

Continua l’ampliamento della gamma di attrezzature<br />

dotate di moltiplicatore di pressione. Dopo il<br />

frantumatore rotante RP20-IT BB presentato nel corso<br />

dell’ultimo Samoter è in arrivo la pinza primaria<br />

CR26 BB. L’abbiamo vista a confronto con il modello<br />

convenzionale CR26 nel cantiere di Cambiago della<br />

Monaci Demolizioni<br />

MANTOVANIBENNE<br />

sta allargando la<br />

propria gamma di<br />

attrezzature dotate<br />

di moltiplicatore di<br />

pressione. Dopo<br />

il frantumatore<br />

RP10-IT BB visto a<br />

Samoter è in arrivo<br />

la primaria CR26 BB.<br />

MANTOVANIBENNE<br />

Mantovanibenne non si ferma mai e continua<br />

lo sviluppo della sua gamma di attrezzature<br />

per la demolizione. L’azienda di Mirandola,<br />

che ha appena compiuto 60 anni e vede oggi ben<br />

tre generazioni attive in azienda, basa da sempre<br />

il suo successo su ricerca e sviluppo. Un mantra<br />

che ha visto l’arrivo del moltiplicatore di pressione<br />

sulle sue attrezzature medie. Con la presentazione,<br />

all’ultimo Samoter, del frantumatore RP20-IT BB.<br />

Dopo la frantumazione secondaria, dove la velocità<br />

di esecuzione è spesso determinante in termini<br />

di efficienza e produttività, ecco arrivare il “booster”<br />

anche sulle attrezzature dedicate alla demolizione<br />

primaria. Una scelta di affiancamento alla<br />

linea convenzionale che va verso target differenti<br />

fra loro.<br />

La doppia tecnologia<br />

Abbiamo visto la nuova CR16 BB in un cantiere<br />

della Monaci Demolizioni. Azienda specializzata<br />

e cliente di riferimento del costruttore. Abbiamo<br />

parlato con Jacopo Mantovani, responsabile commerciale<br />

e marketing dell’azienda di Mirandola,<br />

di questa doppia tecnologia nella propria gamma.<br />

«Siamo consapevoli che le nostre macchine con<br />

tecnologia convenzionale” ci ha spiegato Jacopo<br />

“siano molto apprezzate e produttive. Ciò non toglie<br />

che la tecnologia dei moltiplicatori di pressione<br />

sia costruttivamente molto interessante. Così come<br />

succede con le nostre cesoie, che sono oggi presenti<br />

con due gamme affiancate, anche le attrezzature<br />

con il booster ci permetteranno di avere target diversificati.<br />

O quanto meno di consentire ai nostri<br />

clienti di scegliere in che modo operare».<br />

E continua. «In Mantovanibenne investiamo<br />

sempre in nuove soluzioni e nuove tecnologie. La<br />

nostra filosofia è di avere una crescita costante nel<br />

tempo. E la sosteniamo passo dopo passo in modo<br />

sostenibile e concreto. Non amiamo i voli pindarici<br />

e ci piace essere sul mercato con macchine che<br />

siano un vero aiuto per chi lavora in cantiere. Lo<br />

sviluppo delle attrezzature con il moltiplicatore di<br />

pressione segue ovviamente questo rigido percorso.<br />

Un iter che ci vede in campo al fianco dei nostri<br />

clienti storici per lavorare insieme a loro cogliendo<br />

suggerimenti e indicazioni operative».<br />

Le due tecnologie si confrontano<br />

La collaborazione fra Monaci Demolizioni e Mantovanibenne<br />

va oltre il semplice rapporto cliente/<br />

fornitore. Le due realtà collaborano attivamente<br />

anche nel testare sul campo le nuove attrezzature e<br />

le nuove tecnologie.<br />

Nel cantiere di Cambiago la Monaci Demolizioni<br />

è impegnata nel completo abbattimento di un fabbricato<br />

industriale per fare spazio a nuovi edifici<br />

produttivi. «Si tratta di un complesso edilizio tutto<br />

sommato recente - ci spiega Michael Monaci<br />

dell’impresa omonima - Questo significa che il calcestruzzo<br />

è di una qualità molto buona mettendo<br />

alla prova le attrezzature. E’ quindi il palcoscenico<br />

ideale per confrontare la nostra CR26R con la nuova<br />

CR26R BB».<br />

E prosegue. «Questo tipo di demolizioni saranno<br />

sempre più frequenti in futuro. La scelta di introdurre<br />

nuove tecnologie da parte di Mantovanibenne<br />

va proprio in questa direzione. Anche se dobbiamo<br />

dire con tutta onestà che fino ad ora le attrezzature<br />

con tecnologia convenzionale sono veramente<br />

efficienti e ben riuscite. La CR26R in particolare<br />

è una pinza estremamente produttiva che usiamo<br />

sia sulle macchine medie con braccio scavo, sia<br />

sulle macchine grandi con bracci per grandi altezze.<br />

Mettere la nuova CR26R BB a confronto con la<br />

CR26R convenzionale è un buon banco di prova. Si<br />

tratta infatti di una prova indicativa sia per Mantovanibenne<br />

che per noi».<br />

CR26 e CR16 BB. Gemelle diverse in azione<br />

Con un peso operativo di 2.100 kg comprensivo di<br />

attacco standard del costruttore, la CR26R si caratterizza<br />

per un’apertura massima delle chele di 1.100<br />

mm. L’altezza è di 2.100 mm e l’operatività avviene<br />

con una pressione dell’olio fra 280 e 320 bar. A fronte<br />

di portate fra 220 e 250 l/min.<br />

Si tratta di fatto di una macchina che presidia la<br />

fascia più importante del mercato e con cui Mantovanibenne<br />

ha costruito una fetta importante della<br />

propria reputazione. La rotazione è idraulica a 360°.<br />

La CR26R BB segue la stessa geometria con<br />

il telaio di base di identica impostazione. La differenza<br />

sostanziale consiste nella dimensione dei<br />

cilindri. Nel caso della CR26R abbiamo infatti<br />

un diametro, e di conseguenza un volume d’olio,<br />

superiore. La CR26R BB dispone invece di cilindri<br />

con un diametro inferiore. La ovvia differenza<br />

di prestazioni in termini di forza è colmata dalla<br />

presenza del doppio booster. Mantovanibenne ha<br />

infatti scelto di dotare ogni cilindro di un moltiplicatore<br />

integrato nella struttura stessa del cilindro.<br />

Infatti la maggiore forza di rottura, legata in<br />

modo proporzionale alla superficie di lavoro<br />

dell’olio idraulico, è data dalla presenza del moltiplicatore<br />

di pressione. Il minore volume di cilindri,<br />

e di conseguenza il minore flusso di olio idraulico,<br />

permette quindi di avere una velocità superiore e<br />

quindi una maggiore efficienza.<br />

L’apprezzata efficienza della CR26R con tecnologia<br />

convenzionale deriva da un’impostazione<br />

di base dove la geometria di lavoro, il profilo dei<br />

denti e la Speed-Valve sono elementi fondamentali.<br />

Una macchina che ha contribuito in modo determinante<br />

al successo di Mantovanibenne.<br />

La geometria a doppio perno centrale permette<br />

infatti l’apertura di 1.100 mm e al contempo<br />

aumenta la forza trasferita alle punte. La Speed-<br />

Valve, coperta da brevetto, permette di avere cicli<br />

più rapidi e proteggere l’impianto idraulico dai<br />

picchi di pressione. Il profilo dei denti è ottimizzato<br />

per mantenere a lungo la forma affilata. A<br />

richiesta sono anche disponibili chele con denti<br />

intercambiabili. Un tipo di allestimento che trova<br />

ampio consenso soprattutto sul mercato tedesco<br />

ma che penalizza leggermente le prestazioni con<br />

materiali compatti.<br />

La pinza primaria<br />

Mantovanibenne<br />

CR26 BB si<br />

affianca al modello<br />

convenzionale e<br />

allarga l’offerta<br />

del costruttore<br />

emiliano delle<br />

attrezzature dotate<br />

di moltiplicatore di<br />

pressione iniziata<br />

con il frantumatore<br />

RP20-IT BB<br />

presentato allo<br />

scorso Samoter.<br />

L’arrivo di questa<br />

tecnologia sulle<br />

attrezzature<br />

dell’azienda di<br />

Mirandola si<br />

concentra per<br />

ora sui modelli<br />

medi più diffusi<br />

da impiegare su<br />

macchine con pesi<br />

operativi dalle 25<br />

alle 35 tonnellate<br />

di peso operativo.<br />

Una scelta legata<br />

agli effettivi<br />

vantaggi che<br />

potrebbero<br />

esserci su questa<br />

taglia di macchine<br />

e attrezzature<br />

impegnate a 360°<br />

in demolizioni<br />

di ogni tipo e<br />

dimensione.<br />

52<br />

53


EFFER. La gamma iQ<br />

MISSIONE<br />

CANTIERE<br />

La gamma iQ di EFFER è pensata per massimizzare<br />

le prestazioni in ambiti complessi e difficilmente<br />

programmabili come i cantieri edili. Le soluzioni<br />

tecniche messe a punto dal costruttore sono<br />

infatti pensate per risolvere i problemi concreti di<br />

piazzamento, spazio di manovra e sollevamenti ad<br />

altezze importanti con ostacoli di ogni tipo.<br />

Le gru EFFER<br />

hanno un’ottima<br />

reputazione nel<br />

mercato delle<br />

macchine ad<br />

alte prestazioni<br />

e la gamma iQ<br />

ha ulteriormente<br />

alzato il livello<br />

delle prestazioni<br />

operative.<br />

EFFER<br />

EFFER è uno dei nomi del sollevamento che<br />

evoca prestazioni, robustezza e sollevamenti<br />

impegnativi. Il marchio è infatti uno dei costruttori<br />

che si è costruito una solida reputazione<br />

nel settore delle gru articolate per autocarro ad alte<br />

prestazioni. L’azienda emiliana fa oggi parte della<br />

Cargotec Corporation insieme a HIAB e non ha mai<br />

snaturato la propria filosofia di base. Al contrario, le<br />

sinergie tecnologiche fondamentali fra le due realtà<br />

hanno permesso di rafforzare ulteriormente le prestazioni<br />

e le potenzialità operative delle macchine<br />

del Gruppo.<br />

La gamma iQ è esattamente il frutto di queste<br />

fondamentali sinergie dove da un lato abbiamo una<br />

forte esperienza nelle alte prestazioni e dall’altro<br />

una visione globale, organizzativa e tecnologica.<br />

Elementi complementari che, fondendosi tra loro<br />

in modo organico, permettono di affacciarsi sul<br />

mercato con prodotti dall’elevato valore aggiunto.<br />

Macchine che si presentano oggi con caratteristiche<br />

sostanzialmente uniche.<br />

Safety first<br />

La sicurezza, in particolar modo nel campo del<br />

sollevamento, è molto più che fondamentale. Poter<br />

operare con elevate prestazioni in spazi spesso<br />

preclusi alle convenzionali gru da autocarro a cui<br />

siamo mentalmente abituati è uno degli obiettivi<br />

primari della gamma iQ.<br />

Il sistema alla base di questo nuovo modo di<br />

immaginare e vedere il cantiere è il sistema di controllo<br />

SPACEevo.<br />

Si tratta di una piattaforma software, aperta e<br />

moderna, che permette anche di aggiungere funzionalità<br />

nel tempo. Questo assicura alle macchine<br />

della gamma iQ una lunga vita d’uso ed un valore<br />

maggiore rispetto a macchine convenzionali.<br />

Il fatto di poter continuamente aggiornare la<br />

macchina con funzionalità di livello superiore permette<br />

di rispondere, ad esempio, ad esigenze operative<br />

molto specifiche e calate sull’utilizzatore.<br />

Un software a poco serve se non vi è un equipaggiamento<br />

hardware di livello. A bordo è quindi<br />

presente un processore dual-core con attuatori<br />

e cablaggi che permettono di lavorare in qualsiasi<br />

condizione ambientale. Anche le più estreme.<br />

È quindi possibile dare potenza alla gru quando<br />

è necessario ma, al contempo, aumentando sempre<br />

l’affidabilità e la durabilità durante ogni tipo di applicazione.<br />

Questo perché la macchina viene sfruttata<br />

in modo intelligente ed in base alla sua effettiva<br />

posizione di lavoro, alla sua stabilizzazione ed al<br />

carico che sta sollevando in quel preciso istante.<br />

CombiDrive4, il pieno controllo dei movimenti<br />

Il controllo di tutti i movimenti avviene tramite il<br />

radiocomando CombiDrive4. Si tratta di un dispositivo<br />

ad alte prestazioni che permette di avere un<br />

eccellente controllo su tutta la macchina. Infatti<br />

l’operatore riceve continue informazioni ed eventuali<br />

allarmi in caso di necessità. Ogni informazione<br />

trasmessa risulta chiara e immediata grazie ai<br />

tre grandi display a colori ottimizzati per avere la<br />

massima visibilità anche in condizioni di forte luminosità<br />

esterna.<br />

Da un punto di vista operativo, in piena sintonia<br />

con le linee progettuali della gamma iQ, è possibile<br />

eseguire dei settaggi personalizzati. Ogni operatore<br />

può quindi selezionare le configurazioni operative a<br />

lui più adatte. Questo consente di ottimizzare l’impiego<br />

della gru in ogni condizione operativa aumentando<br />

quindi il livello di sicurezza e le potenzialità<br />

applicative.<br />

Da un punto di vista operativo le batterie utilizzate<br />

per il radiocomando CombiDrive4 permettono<br />

di memorizzare queste impostazioni. Esattamente<br />

come succede nel caso di alcuni modelli di drone.<br />

L’operatore può così utilizzarle ogni volta che usa<br />

la macchina trovandosi le impostazioni personalizzate<br />

in modo immediato. Fra queste impostazioni<br />

vi sono molteplici elementi operativi fondamentali.<br />

Fra queste anche la velocità dei movimenti della<br />

macchina. Inoltre le batterie hanno un’autonomia<br />

superiore ed il sistema di feedback ad impulsi invia<br />

segnali specifici che consentono all’operatore di<br />

capire le reazioni della gru ed utilizzarla quindi in<br />

modo più sicuro, efficiente e semplice.<br />

La gamma iQ è infatti composta da gru ad alte prestazioni<br />

spesso impiegate in cantieri complessi. Il<br />

radiocomando a volte non consente di avere il pieno<br />

controllo delle reazioni della macchina. Avere quindi<br />

dei segnali che indicano le reazioni della macchine<br />

è quindi fondamentali. Da questo punto di vista<br />

sia gli operatori molto esperti che quelli con meno<br />

esperienza potranno avere dei vantaggi immediati in<br />

termini di sicurezza. La gestione dei carichi avviene<br />

infatti in piena sicurezza riducendo, fra le altre cose,<br />

la complessità delle manovre più complesse.<br />

Confirm View<br />

La nuova generazione del CombiDrive4 comprende,<br />

tra le funzionalità legate alla sicurezza operativa,<br />

l’individuazione automatica da parte della gru<br />

della posizione dell’operatore. In questo modo sono<br />

abilitati gli stabilizzatori dove si trova la persona<br />

che aziona la gru con la certezza che siano nel suo<br />

cono visivo.<br />

Dynamic Load Charts<br />

La gamma iQ comprende questo sistema che simula<br />

una stabilizzazione preventiva riducendo i tempi<br />

di piazzamento della macchina ed aumentando sia<br />

il comfort dell’operatore che usa il radiocomando,<br />

sia l’effettiva sicurezza. Una funzione che permette<br />

di controllare una fase fondamentale per la sicurezza<br />

e l’efficienza del cantiere. Evitando quindi quindi<br />

qualsiasi successiva manovra di aggiustamento.<br />

Variable Stability Logic Plus<br />

Operazione che avviene in base all’apertura effetiva<br />

degli stabilizzatori e del carico presente sul camion<br />

usando in modo dinamico il peso del carico stesso<br />

per aumentare la prestazione totale in sollevamento<br />

affidandosi sulla stabilità effettiva del veicolo in<br />

base al suo peso in quel preciso istante.<br />

La gamma iQ di<br />

EFFER si distingue<br />

per una lunga<br />

serie di soluzioni<br />

tecniche che<br />

ottimizzano le<br />

prestazioni e<br />

permettono di<br />

operare in contesti<br />

complessi come<br />

i cantieri edili.<br />

Situazioni operative<br />

dove i piazzamenti<br />

non sono sempre<br />

ottimali e dove<br />

occorre, quindi,<br />

poter comunque<br />

sfruttare al massimo<br />

le potenzialità della<br />

gru.<br />

La sezione<br />

decagonale<br />

dei bracci V10<br />

Force è uno dei<br />

cardini con cui<br />

l’ottimizzazione di<br />

peso e prestazioni<br />

secondo tutti gli<br />

assi permette<br />

di muoversi in<br />

modo agile e<br />

sicuro in spazi<br />

ristretti e difficili.<br />

Insieme all’High<br />

Speed System che<br />

controlla la velocità<br />

di sfilo permette<br />

di avere un’eleva<br />

sicurezza dinamica.<br />

54<br />

55


HITACHI ZX400MC-7, oltre la demolizione<br />

UNICO NEL<br />

SUO GENERE<br />

© E-costruction <strong>2024</strong><br />

TEST<br />

HITACHI<br />

DEMOLITION<br />

ZX400MC-7<br />

Abbiamo provato il primo<br />

escavatore da demolizione<br />

Hitachi ZX400MC-7 venduto<br />

in Italia. Una macchina unica<br />

nel suo genere grazie alla<br />

tecnologia sviluppata con<br />

KTEG nella joint-venture EAC<br />

L’escavatore da<br />

demolizione Hitachi<br />

ZX400MC-7 è il<br />

primo modello<br />

sul mercato che<br />

nasce dall’accordo<br />

ufficiale tra KTEG e<br />

Hitachi all’interno<br />

della joint-venture<br />

EAC ed è stata<br />

presentata al<br />

mercato nel corso<br />

di Bauma 2022.<br />

Il primo modello<br />

venduto in Italia<br />

è stato acquistato<br />

dalla Edil Scavi di<br />

Cuneo tramite il<br />

dealer Massucco T.<br />

l+ l-<br />

l Braccio intercambiabile in poche decine<br />

di secondi<br />

l Impianto idraulico Trias III di nuova generazione<br />

con altissima disponibilità di olio<br />

l Carro allargabile idraulicamente<br />

l Gestione intuitiva dell’attrezzatura<br />

l Ampia disponibilità di bracci per<br />

affrontare lavori di diverso tipo<br />

SCHEDA TECNICA<br />

Escavatore provato<br />

L’escavatore da demolizione<br />

Hitachi ZX400MC-7 deriva<br />

dallo ZX350LCN-7. Una<br />

macchina che si propone al<br />

mercato in modo del tutto<br />

unico grazie alla tecnologia<br />

OilQuick applicata non solo<br />

al classico attacco rapido in<br />

punta braccio ma anche per<br />

la sostituzione dei bracci da<br />

scavo e demolizione. Si tratta<br />

di una trasformazione che<br />

nasce dalle ormai conosciute<br />

e apprezzate macchine che<br />

KTEG, costola di Kiesel, importatore<br />

tedesco del marchio<br />

giapponese, ha messo a punto<br />

da molti anni ovviamente su<br />

base Hitachi. I punti di forza<br />

di queste macchine e dello<br />

ZX400MC-7 in particolare,<br />

sono la semplice trasportabilità<br />

e la elevatissima flessibilità<br />

in cantiere. Grazie all’attacco<br />

rapido dei bracci su base Oil-<br />

Quick è infatti possibile variare<br />

completamente allestimento in<br />

qualche decina di secondi.<br />

Dati tecnici<br />

Motore ISUZU 6KH1X Stage<br />

V con DOC+CSF+SCR a 6<br />

cilindri da 7,8 litri, 210 kW (285<br />

cv), 1.080 Nm @ 1.500 giri/<br />

min. Impianto idraulico Trias<br />

III da 288 x 2 l/min + 260 l/min<br />

per un totale di 836 l/min.<br />

CONSUMO* l/h 24,50<br />

AUTONOMIA 25,7 ore<br />

PREZZO EURO<br />

Non dichiarato<br />

* Consumo medio orario rilevato<br />

nell’applicazione specifica.<br />

l Il software di gestione delle connessioni<br />

sviluppato da OilQuick obbliga ad<br />

impiegare solo gli attacchi compatibili<br />

limitando a volte le portate in uscita<br />

Hitachi, quanto meno per il mercato<br />

europeo, ha rotto gli indugi.<br />

Il costruttore disponde<br />

infatti di un’idraulica da sempre apprezzata<br />

per la sua precisione ed in<br />

grado di reggere, con il Trias III, le<br />

trasformazioni e le applicazioni più<br />

impegnative. Operare quindi a grandi<br />

altezze non rappresenta un problema<br />

e posizionarsi sul mercato con macchine<br />

dall’elevato valore aggiunto può<br />

rappresentare un vantaggio competitivo.<br />

Soprattutto in un mercato, come<br />

quello italiano, dove la polivalenza e<br />

la trasportabilità della macchina sono<br />

fattori vincenti.<br />

La joint-venture EAC (European<br />

Application Center) tra il costruttore<br />

giapponese e KTEG si è quindi concretizzata<br />

con diverse nuove macchine<br />

speciali. Fra cui i modelli elettrificati<br />

e gli escavatori da demolizione<br />

ZX400MC-7 e ZX600MC-7.<br />

Fra le caratteristiche fondamentali<br />

la possibilità di cambiare i bracci in<br />

poche decine di secondi grazie alla<br />

tecnologia OilQuick declinata in grande<br />

stile. Potendo quindi avere a disposizione<br />

non solo bracci per grandi<br />

altezze ma anche diversi tipi di bracci<br />

da scavo.<br />

56<br />

57


cv!<br />

305!<br />

280!<br />

255!<br />

230!<br />

205!<br />

180!<br />

155!<br />

130!<br />

105!<br />

ISUZU 6HK1X<br />

135!<br />

123!<br />

110!<br />

98!<br />

85!<br />

73!<br />

60!<br />

48!<br />

80!<br />

35!<br />

700! 1.300! 1.900! 2.500!<br />

giri / minuto !<br />

POTENZA CV! COPPIA KGM!<br />

kgm!<br />

Il grafico, realizzato da e-<strong>Construction</strong>, è<br />

disegnato in modo che le curve di potenza<br />

e di coppia si incontrino al regime di rotazione<br />

in cui si rileva il minor consumo<br />

specifico: 150 grammi per cavallo ora a<br />

1.300 giri.<br />

MOTORE<br />

Marca e sigla<br />

ISUZU 6HK1X<br />

Alesaggio/corsa mm 115/125<br />

Cilindri/cc/valvole 4/7.790/16<br />

Potenza nominale cv/giri 285/1.900<br />

Potenza specifica cv/litro 36,58<br />

Coppia Nm(kgm)/giri 1.080(110)/1.500<br />

Riserva di coppia % 32<br />

Rapporto di compressione 16:1<br />

Aspirazione<br />

Intercooler + EGR<br />

Iniezione<br />

Common rail<br />

Massa kg 640<br />

Massa specifica kg/litri 82,15<br />

Rendimento 0,42<br />

Cons. spec. min g/cvh/giri 150/1.300<br />

Cons. spec. pot. max litri/h 71,1<br />

Cons. spec. coppia max litri/h 64,6<br />

Autonomia in pot. max ore 9,2<br />

Indice sollecitazione 10,5<br />

Emissioni<br />

Stage V<br />

INDICE DIESEL e-<strong>Construction</strong> 7<br />

Qui a fianco, il primo<br />

Hitachi ZX400MC-7<br />

venduto in Italia alla<br />

Edil Scavi di Cuneo<br />

in azione nel suo<br />

primo cantiere.<br />

Una macchina<br />

acquistata per la<br />

sua elevatissima<br />

polivalenza e la sua<br />

grande semplicità<br />

di montaggio e<br />

allestimento.<br />

L’accessibilità<br />

per i controlli e<br />

la manutenzione<br />

è semplice e<br />

rapida. Notevole<br />

la cura costruttiva<br />

dell’impianto idraulico<br />

Trias III valorizzato in<br />

questa applicazione.<br />

Demolition? No!<br />

Smart-demolition<br />

Il mercato delle demolizioni, e quindi delle<br />

macchine dedicate a questa specifica<br />

applicazione, è piena crescita. Stiamo<br />

quindi assistendo ad un’evoluzione che<br />

sta portando tutti i costruttori a lanciarsi,<br />

spesso in modo funambolico, in queste<br />

applicazioni. L’escavatore ZX400MC-7 è<br />

una macchina che si posiziona in modo<br />

estremamente intelligente in un mercato<br />

dove la polivalenza applicativa e la<br />

flessibilità di utilizzo sono i due elementi<br />

che le imprese cercano. La tecnologia<br />

OilQuick, che ha l’unico limite di obbligare<br />

ad impiegare in punta braccio degli<br />

attacchi rapidi compatibili, permette infatti<br />

di scambiare i bracci in poche decine di<br />

secondi. Con un’efficienza operativa, specie<br />

nelle demolizioni urbane, che nessuna<br />

macchina è oggi in grado di offrire in questa<br />

misura. Passare da un braccio scavo ad<br />

uno da demolizione in meno di un minuto,<br />

poter variare l’assetto della macchina in<br />

modo completamente idraulico e prepararla<br />

per il trasporto in una decina di minuti è un<br />

vantaggio competitivo enorme.<br />

La Edil Scavi di Cuneo ha scelto questa<br />

macchina per questo motivo per i numerosi<br />

cantieri di demolizione e ricostruzione in<br />

ambito urbano. Un vero e proprio<br />

Smart-demolition ad alte prestazioni.<br />

TEST<br />

LA MECCANICA<br />

Made in Japan<br />

ISUZU e Hitachi.<br />

Tanta coppia per il Trias III<br />

L<br />

'escavatore<br />

da demolizione Hitachi<br />

ZX400MC-7 è una macchina oggettivamente<br />

unica nel panorama attuale di mercato.<br />

Tutto quello che conosciamo a proposito<br />

dello ZX350LCN-7 lo troviamo anche qui, ma<br />

con un bel po’ di plus in più, che si basano in<br />

particolar modo sulle elevatissime performance<br />

dell’impianto idraulico Trias III. Impianto che si<br />

appoggia su un propulsore apprezzato e diffuso<br />

come il sei cilindri Isuzu da 7,8 litri e 285 cv<br />

di potenza.<br />

L’ultima edizione del Trias III fornisce una<br />

quantità di olio idraulico che posiziona lo<br />

ZX400MC-7 in una classe a sé. Abbiamo infatti<br />

tre pompe a portata variabile che lavorano insieme<br />

in modo intelligente e che forniscono 2 x<br />

288 l/min + 1 x 260 l/min. L’operatore ha quindi<br />

a dispozione, in totale, ben 836 l/min.<br />

Si tratta quindi di un impianto che, nelle specifiche<br />

applicazioni per la demolizione, non ha<br />

particolari problemi.<br />

Sappiamo infatti come queste macchine debbano<br />

spesso essere riviste nei loro contenuti oleodinamici<br />

per sopperire a perdite di pressione,<br />

maggiore capacità dell’impianto con i bracchi a<br />

grandi altezze e consentire prestazioni ottimali<br />

alle attrezzature. Ostacoli che il Trias III affronta<br />

senza problemi e senza dover intervenire in<br />

modo specifico.<br />

Un “viso noto” declinato Stage V<br />

Gli escavatori Hitachi sono stati sdoganati nel<br />

nostro paese dalla fortunata joint-venture con<br />

Fiat. Con gli EX abbiamo imparato anche a conoscere<br />

i motori Isuzu che, in particolar modo<br />

sull’EX355, vero e proprio “padre putativo”<br />

degli attuali ZX350NLC-7, ha lasciato ricordi<br />

positivi. Hitachi ha ovviamente proseguito su<br />

quella strada e oggi il 6HK1X equipaggia anche<br />

lo ZX400MC-7 nella sua variante da 210<br />

kW (285 cv) erogati a 1.900 giri/min. La coppia<br />

massima è pari a ben 1.080 Nm a 1.500 giri/min.<br />

L’aspirazione è aiutata da un turbocompressore a<br />

geometria variabile che aiuta ai bassi règimi ed<br />

è accoppiato ad un intercooler con EGR raffreddato.<br />

Un tipo di architettura che, per rispettare i<br />

parametri Stage V, richiede il lavoro congiunto<br />

di DOC, CSF ed SCR.<br />

Con quest’ultimo che lavora in modo leggero<br />

e con il filtro antiparticolato, grazie alla presenza<br />

dell’ossidatore (DOC) non presenta particolari<br />

problematiche gestionali.<br />

Il rapporto geometrico fra alessaggio (115<br />

millimetri) e corsa (125 millimetri) lo avvicina<br />

molto ad un superquadro. Ha quindi il vantaggio<br />

di un rendimento volumetrico molto alto senza<br />

58<br />

59


STRUTTURA DEL CARRO<br />

Il carro dello ZX400MC-7 è a carreggiata<br />

variabile idraulicamente. In pochi istanti si<br />

passa quindi dalla larghezza di trasporto di<br />

2.999 mm a quella di lavoro di 4.300 mm.<br />

Un salto notevole che permette quindi di<br />

aumentare la base d’appoggio di 1,3 metri<br />

in più conferendo quella necessaria stabilità<br />

operativa che è fondamentale quando si<br />

lavora a grandi altezze.<br />

BRACCI<br />

L’Hitachi ZX400MC-7 permette di avere un<br />

allestimento che prevede due bracci scavo<br />

e due bracci da demolizione. I bracci scavo<br />

possono essere di tipo fisso o con triplice<br />

articolazione idraulica. I bracci da demolizione<br />

possono arrivare a 21,5 o 24 metri di<br />

altezza massima al perno. La Edil Scavi ha<br />

optato per l’acquisto del braccio scavo fisso<br />

e per entrambi i bracci da demolizione. Volendo<br />

è possibile acquistare i diversi bracci<br />

anche in after market. E’ anche possibile<br />

impiegare in azienda più escavatori di<br />

questo tipo utilizzando i diversi bracci su<br />

diverse macchine.<br />

IMPIANTO IDRAULICO<br />

L’impianto idraulico Hitachi Trias III è oggi<br />

uno dei più performanti sul mercato. Questo<br />

consente di gestire in modo ottimale le<br />

applicazioni di demolizione dove attrezzature<br />

ad alte prestazioni ed altezze elevate<br />

sono un mix temibile per impianti idraulici<br />

non performanti. La portata complessiva<br />

di 836 l/min con tre pompe che lavorano in<br />

sinergia permette è infatti elevatissima. La<br />

presenza del terzo cilindro di sollevamento<br />

e la tecnologia OilQuick richiedono infatti<br />

un’idraulica di alto livello. Presente già nella<br />

dotazione standard dello ZX350LCN-7 da<br />

cui deriva lo ZX400MC-7.<br />

TECNOLOGIA OILQUICK<br />

La tecnologia OilQuick su cui si basa il cambio<br />

rapido sia dei bracci che delle attrezzature<br />

consente di risparmiare moltissimo tempo<br />

ottimizzando l’investimento e consentendo<br />

ad una sola macchina di affrontare cantieri<br />

dove spesso si opera con più escavatori.<br />

A lato, la cabina<br />

dello ZX400MC-7<br />

deriva da quella<br />

dello ZX350LCN-7<br />

tranne per la<br />

presenza dei<br />

monitor aggiuntivi<br />

per il controllo di<br />

attrezzature e bracci<br />

con il software<br />

OilQuick. L’ergonomia<br />

interna è stata<br />

portata ad alti livelli<br />

con la Serie 7. Tutto<br />

il modulo è tiltabile<br />

di 30° per agevolare<br />

la visibilità a grandi<br />

altezze. Subito<br />

dietro la cabina è<br />

presente l’attacco<br />

per l’impianto di<br />

abbattimento polveri.<br />

Metro e bilancia<br />

Lunghezza trasp. mm 7.600<br />

Larghezza carro mm 2.999/4.300<br />

Altezza trasp. mm 3.370<br />

Lunghezza carro mm 4.950<br />

Altezza massima dem. 1 m 21,50<br />

Altezza massima dem 2 m 24,00<br />

Peso trasp. kg 43.200<br />

Peso op. scavo kg 51.200<br />

Peso op. dem. 1 kg 53.400<br />

Peso op. dem. 2 kg 56.100<br />

Serbatoio gasolio l 630<br />

Serbatoio AdBlue l 70<br />

Serbatoio olio idraulico l 198<br />

Impianto idraulico l 340<br />

Velocità traslaz. km/h (1°-2°)<br />

5,00 - 3,20<br />

TEST<br />

però avere gli svantaggi di un minor rendimento<br />

termico e di una minore tenuta delle fasce.<br />

TRIAS III. Tre pompe viste da Hitachi<br />

Come anticipato l’impianto idraulico è il Trias<br />

III che prevede tre pompe che lavorano insieme<br />

con un’attenta gestione elettronica. L’efficienza<br />

complessiva della macchina è molto elevata<br />

anche con la presenza del terzo cilindro di sollevamento.<br />

Una scelta di alto livello che consente un’elevatissima<br />

stabilità e precisione operativa alle<br />

grandi altezze ma che non tutti gli impianti<br />

idraulici sopportano in modo equilibrato senza<br />

apportare sostanziali modifiche. Tutta la componentistica<br />

è prodotta direttamente da Hitachi con<br />

un livello di integrazione e di qualità costruttiva<br />

complessiva che si colloca ad alti livelli. Una<br />

scelta specifica che permette di avere il pieno<br />

controllo della catena del valore sui componenti<br />

tecnologici.<br />

LA CABINA<br />

Una lunga evoluzione<br />

Un posto guida in continua<br />

evoluzione<br />

Il posto guida dello ZX400MC-7 è ovviamente<br />

identico a quello della Serie 7 di Hitachi.<br />

Con i cambiamenti del caso relativi ai monitor<br />

supplementari per la gestione delle attrezzature<br />

e dei bracci con il software della OilQuick. Una<br />

cabina che non nasconde le sue origini e che<br />

deriva da un lungo percorso evolutivo iniziato<br />

con gli EX di fine anni ‘80 e che nel tempo non<br />

si è mai fermato.<br />

I passi avanti compiuti, soprattutto fra la Serie<br />

5 e la Serie 7 attuali, sono notevoli. I gruppi funzionali<br />

dei comandi non hanno quindi subito cambiamenti<br />

se non nella loro migliore accessibilità e<br />

individuazione. Tutto è molto più razionale rispetto<br />

al passato e i singoli controlli si memorizzano ora<br />

in modo più intuitivo.<br />

La cabina è ovviamente tiltabile per consentire<br />

di avere una visione ottimale quando si lavora<br />

a grandi altezze.<br />

L’angolo massimo di inclinazione è di 30°.<br />

I controlli delle attrezzature tramite i joystick<br />

avvengono con cursori proporzionali e pulsanti<br />

che permettono di avere tutto sotto pieno controllo<br />

in modo preciso e pienamente operativo.<br />

La parte superiore della cabina è completata da<br />

un tetto in cristallo antisfondamento dotato di<br />

protezioni per il sole e tergicristallo con getto<br />

d’acqua per avere sempre la massima visibilità<br />

sull’area di lavoro.<br />

Per diminuire il disagio legato alla presenza<br />

di polvere la dotazione di serie prevedeun<br />

impianto di abbattimento integrato con attacco<br />

laterale per l’alimentazione subito dietro la cabina<br />

che lo rende facilmente gestibile in fase di<br />

movimento.<br />

60<br />

61


WACKER NEUSON WL95, media decisamente strong<br />

NELLA BOTTE<br />

PICCOLA...<br />

La pala gommata<br />

WACKER<br />

NEUSON WL95<br />

ecospeedPRO<br />

delle nostra<br />

prova è della<br />

Berrone Maurizio<br />

di Garessio,<br />

località sulle Alpi<br />

Marittime ai confini<br />

tra Piemonte e<br />

Liguria. L’azienda<br />

è specializzata in<br />

sgombero neve,<br />

lavori forestali<br />

e manutenzioni<br />

stradali in territorio<br />

montani. La scelta<br />

della trasmissione<br />

ecospeed<br />

PRO permette<br />

di operare in<br />

montagna con<br />

un’efficienza<br />

operativa molto<br />

elevata.<br />

SCHEDA TECNICA<br />

Veicolo provato<br />

La pala gommata WACKER<br />

NEUSON WL95 ecospeedPRO<br />

è costruita negli<br />

stabilimenti Weidemann di<br />

Korbach, nel Land dell’Assia.<br />

Si colloca, insieme alla WL110<br />

di cui condivide la stessa<br />

base, al vertice della gamma<br />

del costruttore. Si tratta del<br />

primo progetto che ha unito le<br />

competenze ingegneristiche di<br />

Weidemann e Kramer Allrad.<br />

Tanto da trovare declinazione<br />

anche con il marchio di Pfullendorf<br />

in versione con telaio<br />

rigido e quattro ruote sterzanti.<br />

Notevoli le prestazioni della<br />

trasmissione idrostatica<br />

brevettata ecospeed PRO che<br />

nasce da una collaborazione<br />

storica di Kramer con Bosch-<br />

Rexroth<br />

Dati tecnici<br />

Motore Deutz TCD 4.1<br />

S5 Stage V, 4 cilindri da<br />

4,04 litri, 115 kW (156 cv),<br />

610 Nm. Trasmissione<br />

idrostatica ecospeedPRO<br />

a trasferimento continuo<br />

di coppia e velocità da 0 a<br />

40 km/h. Carico massimo<br />

di ribaltamento 6.529 kg<br />

(dritto) /5.748 kg (massima<br />

articolazione di sterzo). Forza<br />

di strappo 6.237 kgf.<br />

Peso operativo 10.390 kg.<br />

CONSUMO* l/h 8,5<br />

AUTONOMIA 16,4 ore<br />

PREZZO EURO<br />

Non dichiarato<br />

* Consumo medio orario rilevato<br />

nell’applicazione specifica.<br />

Quando si pensa ad una pala<br />

gommata siamo tutti abituati<br />

ad alcuni “nomi noti” che<br />

rientrano spesso in cliché già visti.<br />

Ma ci sono anche aziende che vanno<br />

a fondo sui contenuti e sulle proprie<br />

effettive necessità rivolgendosi a<br />

prodotti dall’elevato valore aggiunto.<br />

Come nel caso di Maurizio Berrone,<br />

proprietario della omonima azienda<br />

di Garessio, comune dell’alta valle<br />

Tanaro, che opera nel settore dello<br />

sgombero neve, delle manutenzioni<br />

stradali e del forestale. Impresa in<br />

cui le pale gommate hanno un ruolo<br />

importante e dove la Wacker Neuson<br />

WL95 ecospeedPRO si è ritagliata<br />

una fondamentale posizione operativa<br />

grazie alla sua compattezza a fronte di<br />

prestazioni che la posizionano in una<br />

fascia superiore. Anche grazie alla sua<br />

trasmissione idrostatica brevettata ad<br />

alte prestazioni e sviluppata insieme<br />

a Bosch-Rexroth. Una pala gommata<br />

da 10 tonnellate che strizza l’occhio<br />

ai modelli superiori e che consente di<br />

muoversi in modo agile e sicuro sui<br />

territori montani grazie ad una visibilità<br />

elevatissima e a “numeri” dove<br />

forza di strappo e carico di ribaltamento<br />

sono un riferimento.<br />

© E-costruction <strong>2024</strong><br />

TEST<br />

WACKER NEUSON<br />

WL95<br />

ecospeedPRO<br />

WACKER NEUSON eredita la grande<br />

esperienza nelle pale gommate<br />

compatte di Weidemann e Kramer<br />

Allrad. Con la WL95 ecospeedPRO<br />

le due ingegnerie si sposano alla<br />

perfezione per una macchina<br />

compatta ma con “l’anima da grande”<br />

l+ l-<br />

l Trasmissione ecospeedPRO fa la differenza<br />

l Cabina con visibilità e comfort di<br />

alto livello<br />

l Impianto idraulico ad alte prestazioni<br />

l Forza di strappo pari al 50% del<br />

peso operativo<br />

l Carico di ribaltamento macchina sterzata<br />

pari al 55% del peso operativo<br />

l Accesso per la manutenzione non<br />

semplice visti i radiatori posteriori e<br />

superiori avvolgenti<br />

62<br />

63


cv!<br />

175!<br />

160!<br />

145!<br />

130!<br />

115!<br />

100!<br />

85!<br />

70!<br />

55!<br />

TCD 4.1 S5<br />

kgm!<br />

69!<br />

66!<br />

63!<br />

60!<br />

57!<br />

54!<br />

51!<br />

48!<br />

45!<br />

40!<br />

42!<br />

700! 1.300! 1.900! 2.500!<br />

giri / minuto !<br />

POTENZA CV! COPPIA KGM!<br />

Il grafico, realizzato da e-<strong>Construction</strong>, è<br />

disegnato in modo che le curve di potenza<br />

e di coppia si incontrino al regime di rotazione<br />

in cui si rileva il minor consumo<br />

specifico: 152 grammi per cavallo ora a<br />

1.600 giri.<br />

MOTORE<br />

Marca e sigla<br />

Deutz TCD 4.1 S5<br />

Alesaggio/corsa mm 1<strong>01</strong>/126<br />

Cilindri/cc/valvole 4/7.790/16<br />

Potenza nominale cv/giri 156/2.300<br />

Potenza specifica cv/litro 38,63<br />

Coppia Nm(kgm)/giri 610/(62,1)1.600<br />

Riserva di coppia % 32<br />

Rapporto di compressione 16:1<br />

Aspirazione<br />

Intercooler<br />

Iniezione<br />

Common rail<br />

Massa kg 400<br />

Massa specifica kg/litri 99,05<br />

Rendimento 0,41<br />

Cons. spec. min g/cvh/giri 152/1.600<br />

Cons. spec. pot. max litri/h 31,1<br />

Cons. spec. coppia max litri/h 28,2<br />

Autonomia in pot. max ore 4,5<br />

Indice sollecitazione 9,8<br />

Emissioni<br />

Stage V<br />

INDICE DIESEL e-<strong>Construction</strong> 7<br />

Qui a fianco, la WL95<br />

in azione a Garessio<br />

nella sistemazione e<br />

carico di materiale per la<br />

manutenzione stradale.<br />

In basso, l’accesso per la<br />

manutenzione al motore<br />

è possibile grazie al<br />

cofano posteriore ad<br />

apertura completa. I<br />

radiatori avvolgono<br />

completamente il<br />

motore.<br />

La forza di strappo di<br />

6.237 kgf è ottenuta<br />

grazie al cinematismo<br />

con geometria TP-Link<br />

che favorisce anche<br />

la visibilità e l’agilità<br />

di manovra quando<br />

si caricano i mezzi di<br />

trasporto.<br />

Due scuole si<br />

incontrano<br />

Parlare di pale gommate compatte significa<br />

parlare di Germania. Wacker Neuson è oggi<br />

il maggiore costruttore tedesco non solo<br />

nel settore delle attrezzature e macchine<br />

da cantiere ma anche nelle pale gommate<br />

compatte. E’ infatti presente sul mercato<br />

anche con i brand Weidemann e Kramer<br />

Allrad utilizzati soprattutto in agricoltura. Le<br />

due aziende sono infatti quelle specializzate<br />

storicamente in questa tipologia di<br />

macchine con incursioni molto ben riuscite<br />

anche nei sollevatori telescopici.<br />

La WL95 si colloca al vertice della gamma<br />

insieme alla gemella WL110. Due macchine<br />

che nascono da un telaio modulare comune<br />

dove la trasmissione ecospeedPRO, nata in<br />

casa Kramer, ha trovato il proprio ottimale<br />

impiego su una macchina certamente<br />

compatta ma dalle prestazioni che insidiano<br />

una classe di peso superiore.<br />

La cabina e le prestazioni dell’impianto<br />

idraulico in grado di fornire 180 l/min<br />

per il funzionamento di attrezzature<br />

ausiliarie sono due fra gli elementi<br />

qualificanti di una macchina che si<br />

basa su contenuti di valore. L’efficienza<br />

operativa, già ampiamente sperimentata<br />

dall’impresa Berrone, si basa anche su un<br />

raffreddamento ottimale grazie ai radiatori<br />

generosi con ventole reversibili.<br />

TEST<br />

LA MECCANICA<br />

Deutz e ecospeedPRO<br />

Un motore affidabile ed un cambio<br />

che mette sotto scacco i CVT<br />

W<br />

acker<br />

Neuson ha tirato fuori dal cassetto<br />

tutta la sua esperienza e la sua sapienza<br />

tecnologica nel costruire pale gommate<br />

compatte. In realtà con la WL95 si sale di categoria<br />

e si va a combattere con i soliti noti in<br />

una fascia fino a poco fa ancora inedita per il<br />

marchio. E tutto questo avviene grazie ad un<br />

progetto dove l’esperienza di Weidemann nelle<br />

pale articolate si unisce a quella di Kramer nello<br />

sviluppo di specifici componenti. Il risultato<br />

è una piattaforma decisamente valida declinata<br />

in più marchi e versioni dove la Wacker Neuson<br />

WL95 si presenta con un collaudato motore<br />

Deutz TCD 4.1, una trasmissione idrostatica<br />

unica come la ecospeedPRO ed un cinematismo<br />

TP-Link che ne ottimizza l’efficienza in ogni<br />

situazione operativa.<br />

Elementi distintivi che l’hanno portata nel<br />

parco mezzi della Berrone Maurizio che opera<br />

sulle Alpi Marittime ed ha necessità di prestazioni<br />

di livello per potersi muovere in modo sicuro<br />

in territorio montano.<br />

Oltre le 10 tonnellate di peso operativo<br />

Le dimensioni compatte ed il design moderno e<br />

funzionale non fanno trasparire le reali potenzialità<br />

della WL95. Si tratta infatti di una pala<br />

gommata dal peso operativo di 10.390 kg che<br />

è possibile allestire con due diverse motorizzazioni.<br />

Non solo con il TCD 4.1 che equipaggia<br />

l’esemplare della prova ma anche con il TCD<br />

3.6 con meno cavalleria sotto al cofano. I 156<br />

cv della macchina provata permettono di avere<br />

una risposta molto pronta nei classici lavori<br />

aziendali. Fra cui ad esempio lo sgombero neve<br />

dove sono richiesti potenza, fluidità ed un elevato<br />

equilibrio dinamico.<br />

Dotazione di alto livello<br />

Il motore Deutz TCD 4.1 fornisce una potenza<br />

massima di 156 cv a 2.300 giri/min. Règime<br />

motore che difficilmente si raggiunge grazie alla<br />

coppia massima di 610 Nm a 1.600 giri/min. Il<br />

trattamento dei gas di scarico avviene in modo<br />

semplice tramite il modulo brevettato DIVERT.<br />

Di fatto l’uso della WL95 avviene in scioltezza<br />

e fluidità perché basta un filo di gas per avere<br />

piena risposta da parte della trasmissione. La<br />

idrostatica ecospeedPRO, frutto di un brevetto<br />

sviluppato ormai oltre dieci anni fa da Kramer,<br />

permette una trasmissione continua e progressiva<br />

della coppia in modo ininterrotto da o a<br />

40 km/h.<br />

L’impianto idraulico è un Load Sensing Flow<br />

Sharing che permette di copiere movimenti fluidi<br />

e proporzionali all’azionamento del joystick<br />

64<br />

65


TRASMISSIONE<br />

Tramissione idrostatica ecospeedPRO con<br />

variazione continua della coppia e velocità<br />

da 0 a 40 km/h. Brevettata e sviluppata<br />

insieme a Bosch-Rexroth, ha un comportamento<br />

del tutto identico ad una a variazione<br />

continua con il vantaggio di una minore<br />

complessità e minore manutenzione. Ottimizza<br />

prestazioni e consumi senza rinunciare<br />

a spinta e velocità anche in situazioni<br />

complesse come il lavoro in salita.<br />

TRAZIONE<br />

Sistema di trazione integrale con assale anteriore<br />

fisso e posteriore semiflottante con<br />

perno di articolazione e angolo di oscillazione<br />

di 24° (+12°, -12°). Riduttore a due stadi<br />

con differenziale a ripartizione di coppia.<br />

IMPIANTO IDRAULICO<br />

Impianto Load Sensing con pompa a portata<br />

variabile High Flow da 180 l/min disponibili<br />

per gli ausiliari.<br />

STERZO<br />

Telaio articolato con articolazione complessiva<br />

di 80° - 40° destra e 40° sinistra. Azionamento<br />

con cilindri a doppio effetto.<br />

FRENI<br />

Freni a disco in bagno d’olio sulle 4 ruote<br />

ad azionamento completamente idraulico<br />

montati entro bordo. Circuiti dei freni anteriore<br />

e posteriore indipendenti. Freni di<br />

stazionamento ad inserimento automatico.<br />

A lato, la cabina della<br />

WL95 è fra le più<br />

curate del mercato<br />

e strizza l’occhio alle<br />

grandi macchine.<br />

Spazio a bordo,<br />

ergonomia curata<br />

in ogni dettaglio e<br />

visibilità elevatissima<br />

in ogni direzione<br />

sono gli elementi<br />

di valore di questo<br />

poso guida. La<br />

consolle con joystck<br />

e comandi è integrata<br />

con il sedile sospeso<br />

pneumaticamente.<br />

La climatizzazione di<br />

serie dispone di flussi<br />

ottimizzati per la<br />

migliore circolazione<br />

interna..<br />

Metro e bilancia<br />

Lunghezza mm 6.470<br />

Larghezza mm 2.390<br />

Altezza mm 3.060<br />

Passo mm 2.660<br />

Altezza max. perno mm 3.820<br />

Luce da terra mm 500<br />

Angolo di sterzo gradi 40/40<br />

Carico rib. posiz. dritta kg 6.237<br />

Carico rib. max. angolaz. kg 5.748<br />

Peso operativo kg 10.390<br />

Serbatoio gasolio l 140<br />

Serbatoio AdBlue l 12<br />

Serbatoio olio idraulico l 240<br />

Olio motore l 11<br />

Liquido refrigerante motore l 28<br />

TEST<br />

multifunzione.<br />

L’impianto di servizio fornisce di serie un<br />

flusso di 150 l/min che, in opzione (scelta<br />

dall’impresa) diventano 180 l/min e permettono<br />

di azionare frese stradali e attrezzature ad alte<br />

prestazioni senza nessun problema.<br />

Il cinematismo è un TP-LINK che si rivela fra<br />

i più equilibrati e comodi per una pala gommata.<br />

Soprattutto di queste dimensioni. Ottimizza<br />

infatti le prestazioni idrauliche senza rinunciare<br />

alla comodità di non avere ingombri quando si<br />

caricano i mezzi di trasporto. Al contempo mantiene<br />

il parallelismo quando si usa la WL95 con<br />

le forche. Completa il quadro l’attacco rapido<br />

EU di serie che permette di cambiare attrezzatura<br />

in pochi istanti. Le connessioni idrauliche ausiliarie<br />

arrivano tutte in prossimità della benna e<br />

sono in posizione protetta. La cura dei dettagli<br />

prevede anche specifiche asole per le tubazioni<br />

sul cinematismo benna in modo che i tubi abbiano<br />

un percorso corretto.<br />

LA CABINA<br />

Nulla è lasciato al caso<br />

Ergonomia, visibilità e cura dei<br />

dettagli non lasciano nulla al caso<br />

W<br />

acker<br />

Neuson è conosciuto per essere<br />

uno dei costruttori che cura maggiormente<br />

il proprio design. Una “scuola”<br />

che nasce in modo particolare in casa Neuson e<br />

che è ormai nel DNA del Gruppo a partire dalla<br />

fusione delle due realtà nel 2007. La cabina della<br />

WL95 è oggi una delle più curate, funzionali e<br />

luminose del mercato.<br />

Il modulo guida composto dal sedile sospeso<br />

pneumaticamente e solidale con la consolle ed il<br />

joystick di destra consente lunghi periodi di guida<br />

con un comfort molto elevato. La superficie<br />

vetrata è fra le maggiori della categoria. La cura<br />

dei dettagli è molto alta e prevede anche il tergi-<br />

cristallo sul tettuccio trasparente. La visibilità è<br />

curata in ogni direzione anche grazie alla forma<br />

rastremata del cofano posteriore. I parametri di<br />

funzionamento della macchina sono controllabili<br />

in modo rapido tramite il display digitale da<br />

7” collocato in alto a destra. Collocazione che<br />

agevola l’uso della telecamera posteriore che si<br />

visualizza tramite lo stesso display quando si<br />

attiva la retro. La posizione in corrispondenza<br />

dell’altezza degli specchi retrovisori esterni permette<br />

con un colpo d’occhio di tenere tutto sotto<br />

controllo. Tutti gli interruttori sono individuati<br />

tramite colori che indicano la funzione specifica.<br />

La posizione razionale permette di memorizzarli<br />

in modo rapido.<br />

Non mancano ovviamente gli spazi portaoggetti<br />

collocati dietro e di fianco al sedile di<br />

guida. La porta di destra è apribile aumentando<br />

il livello di sicurezza. Luci di lavoro a LED e<br />

ventilazione con flussi ottimizzati completano il<br />

comfort generale.<br />

66<br />

67


RENAULT TRUCKS. Testimonial<br />

SCELTA DI<br />

RAGIONE<br />

La Perino Piero lavora dal 2021 con una piccola flotta<br />

composta da quattro Renault Trucks K. Un 8x4 ed un<br />

6x4 allestiti con cassone ribaltabile, un 6x4 trattore ed<br />

un 4x4 con trazione anteriore idraulica e semirimorchio<br />

Schwarzmüller con assale idraulico SAF Holland. Dopo<br />

tre anni di uso intenso in cantiere i bilanci complessivi<br />

sono decisamente positivi<br />

Renault Trucks<br />

è sempre più<br />

presente nei parchi<br />

macchine delle più<br />

importanti aziende<br />

di movimento terra<br />

come la Perino<br />

Piero grazie a<br />

contenuti di valore.<br />

CAVA-CANTIERE<br />

Un’azienda a cui piace sperimentare. All’interno<br />

della Perino Piero la proprietà non ha paraocchi<br />

ideologici nei confronti di marchi specifici.<br />

Un modo di pensare aperto alla sperimentazione<br />

che il Sig. Piero, ottantenne fondatore dell’azienda<br />

nel 1963, ha trasmesso ai figli Fabrizio e Giuliano.<br />

Ecco perché i marchi presenti in azienda, sia nelle<br />

macchine movimento terra, sia nei veicoli industriali,<br />

non sono univoci. Un’impresa dove il “monobrand”,<br />

giustamente, non fa parte del proprio modo di pensare<br />

e di essere. Sia per un equilibrio che solo la<br />

concorrenza riesce a costruire in modo corretto, sia<br />

perché il confronto tra diversi marchi è fondamentale<br />

per la salute stessa dell’impresa.<br />

Una visione aziendale che bada ai contenuti<br />

Sia Fabrizio che Giuliano Perino hanno una visione<br />

molto focalizzata sui contenuti. All’interno<br />

dell’organizzazione aziendale i trasporti non rappresentano<br />

un elemento cruciale. Infatti sono quasi<br />

totalmente appaltati all’esterno per specifica scelta<br />

imprenditoriale. «Ci appoggiamo ad una serie di<br />

aziende di trasporto specializzate - ci spiega Giuliano<br />

Perino - a seconda dei flussi di lavoro e anche<br />

del tipo di materiale da trasportare. Operiamo<br />

in modo particolare nel settore delle demolizioni<br />

e delle bonifiche e quindi spesso ci rivolgiamo ad<br />

aziende che hanno una forte verticalizzazione con<br />

autorizzazioni di trasporto che sono specifiche per<br />

determinati materiali».<br />

Questo tipo di organizzazione richiede quindi<br />

una forte flessibilità operativa nei trasporti che esce<br />

dallo specifico core business aziendale. «I nostri<br />

investimenti sono focalizzati su macchine speciali<br />

e impianti. Ma dobbiamo comunque avere in house<br />

una minima dotazione di mezzi di trasporto per<br />

curare la logistica di base. Parliamo quindi dei<br />

classici mezzi d’opera sia per il trasporto di materiali<br />

inerti convenzionali, sia per lo spostamento<br />

delle macchine movimento terra che rientrano nei<br />

pesi legali o in quelli dei mezzi d’opera. Parliamo<br />

quindi di escavatori con pesi operativi sotto le<br />

35/36 tonnellate e macchine ordinarie. Per i mezzi<br />

più grandi ci appoggiamo a chi effettua trasporti<br />

eccezionali tutti i giorni».<br />

Provare per capire<br />

La Perino Piero lavora infatti con quasi un centinaio<br />

di dipendenti ed un parco macchine che vede<br />

decine di escavatori, pale gommate, minipale, mini<br />

escavatori, sollevatori telescopici, dumper articolati<br />

e impianti mobili di frantumazione e vagliatura.<br />

«In rapporto alla effettiva dimensione aziendale<br />

il numero di veicoli industriali è molto basso. Ma<br />

proprio per questo cerchiamo una gestione snella<br />

e che non ci dia problemi. Per lungo tempo ci siamo<br />

quasi sempre affidati ad un marchio ma dopo<br />

alcune problematiche abbiamo deciso di provare<br />

a guardarci intorno trovando ottime risposte dal<br />

concessionario RE.VI Veicoli Industriali Spa. Ci ha<br />

infatti seguito in modo specifico spiegandoci i contenuti<br />

dei veicoli cava-cantiere di Renault e siamo<br />

rimasti colpiti».<br />

L’approccio con un nuovo prodotto non è mai<br />

semplice, soprattutto per un marchio a cui non ci si<br />

è mai rivolti prima. Occorre quindi che il concessionario<br />

sia propositivo da tutti i punti di vista.<br />

Continua infatti Giuliano Perino «Ci hanno seguiti<br />

con un veicolo in prova che abbiamo potuto<br />

far guidare ai nostri autisti storici. Sono rimasti<br />

tutti molto entusiasti delle capacità operative e<br />

dall’approccio molto professionale della struttura.<br />

Da lì all’acquisto dei veicoli il passo è stato breve».<br />

Allestimenti ad hoc<br />

Le esigenze aziendali spaziano in modo differenziato<br />

e occorreva anche allestire i veicoli puntando<br />

alla massima versatilità.<br />

«Sicuramente l’esperienza nel settore non ci<br />

manca ma siamo stati seguiti molto bene in ogni<br />

nostra richiesta - si spiega Giuliano Perino - La<br />

scelta è quindi caduta su un ribaltabile trilaterale<br />

6x4 con agganciamento per il rimorchio per trasportare<br />

le macchine operatrici, un veicolo 8x4 con<br />

ribaltabile posteriore per i trasporti più generici di<br />

materiali di scavo.<br />

Entrambi i cassoni sono dei Cantoni, azienda<br />

con cui lavoriamo da sempre. Il trattore 6x4 era<br />

invece destinato sia al trasporto di macchine operatrici<br />

con carrellone ribassato, sia al movimento<br />

terra con semirimochio ribaltabile posteriore. Decisamente<br />

interessante il mezzo 4x4 con trazione<br />

anteriore idraulica inseribile a comando».<br />

Una macchina strategica<br />

Questo veicolo si è rivelato strategico per la logistica<br />

quotidiana aziendale. Continua infatti Giuliano<br />

Perino «Non avevamo considerato un mezzo di questo<br />

tipo ma quando ci hanno proposto l’accoppiamento<br />

con un semirimorchio Schwarzmüller dotato<br />

di assale trazionato idraulicamente SAF Holland<br />

abbiamo iniziato a pensare in modo differente. In<br />

effetti si sta rivelando una macchina strategica in<br />

grado di muoversi, nel cantiere, come un mezzo<br />

d’opera.<br />

In certe situazioni anche meglio. Con il vantaggio<br />

del peso legale su strada e di una velocità media<br />

di percorrenza decisamente superiore. Lo abbiamo<br />

anche accoppiato con un nuovo carrellone ribassato<br />

per il trasporto delle macchine operatrici.<br />

Si muove agilmente sia in strada che in off-road<br />

disimpegnandosi nei cantieri con grande facilità».<br />

La scelta della ragione<br />

Tutti i mezzi sono stati scelti con la motorizzazione<br />

D13 TC da 480 e 520 cv ed il cambio automatizzato<br />

Optidrive con specifico programma per l’off-road.<br />

Il K in versione trattore stradale è dotato di cabina<br />

lunga per aumentarne la polivalenza ed il valore<br />

residuo. Scelte tecniche ragionate sui contenuti dei<br />

mezzi e sul loro effettivo impiego quotidiano.<br />

«Ad oggi, dopo tre anni di lavoro, il bilancio<br />

complessivo è decisamente positivo - spiega Giuliano<br />

Perino - con un livello di affidabilità altissimo e,<br />

cosa ancora più importante per noi, con una piena<br />

soddisfazione degli autisti che li usano volentieri e<br />

si sono trovati bene sia come prestazioni, sia come<br />

comfort, sia come consumi».<br />

La Perino Piero<br />

opera dal 2021<br />

con i Renault<br />

Trucks K. Dopo<br />

tre anni il bilancio<br />

complessivo è<br />

decisamente<br />

positivo grazie<br />

ad un livello di<br />

affidabilità e<br />

di prestazioni<br />

perfettamente<br />

in linea con<br />

le aspettative<br />

aziendali. L’altro<br />

aspetto positivo<br />

sono i consumi.<br />

Da un punto di<br />

vista operativo la<br />

versione trattore<br />

stradale 4x4 con<br />

trazione anteriore<br />

idraulica inseribile<br />

e semirimorchio<br />

Schwarzmüller<br />

con assale SAF<br />

Holland trazionato<br />

idraulicamente si è<br />

rivelata strategica<br />

nella gestione della<br />

logistica quotidiana<br />

sia dei materiali<br />

inerti, sia delle<br />

macchine operatrici<br />

con pesi operativi<br />

al di sotto delle 25<br />

tonnellate.<br />

68<br />

69


BELL EQUIPMENT. Dumper articolati<br />

70 ANNI E<br />

NON SENTIRLI<br />

Il costruttore sudafricano, specialista dei dumper<br />

articolati, compie 7 decenni di vita. Una storia iniziata,<br />

come tanti costruttori, dal settore dell’agricoltura. Un<br />

campo d’azione mai abbandonato a cui nel 1984 si<br />

sono affiancati i dumper articolati. Oggi declinati in<br />

versioni che spaziano dai classici 6x6 fino ai trattori e<br />

agli allestimenti per applicazioni speciali<br />

BELL EQUIPMENT<br />

punta da sempre<br />

a contenuti molto<br />

concreti dove<br />

solidità, robustezza<br />

ed economia di<br />

esercizio sono<br />

valori fondamentali<br />

per ricurre al<br />

massimo i costi di<br />

trasporto in<br />

off-road.<br />

CAVA-CANTIERE<br />

Non è da tutti compiere compleanni così importanti.<br />

Essere presenti sul mercato da 70<br />

anni è sicuramente un traguardo importante.<br />

Esserlo da azienda con una presenza globale e con<br />

prodotti così particolari lo è ancora di più.<br />

La sudafricana Bell Equipment è infatti una di quelle<br />

aziende che possono essere prese come esempio<br />

positivo quando si parla di innovazione, contenuti<br />

e visione di mercato.<br />

Conosciuta alle nostre latitudini per i suoi dumper<br />

articolati, la produzione aziendale spazia in settori<br />

molto particolari come quello delle macchine<br />

forestali. Il tutto partendo dalla costruzione di macchine<br />

agricole. Una storia quindi comune con molte<br />

altre realtà del settore dove il punto in comune fra le<br />

diverse branche aziendali è proprio la terra.<br />

I dumper, un’intuizione globale<br />

Se teniamo conto che la BELL è arrivata nel settore<br />

dei dumper nel 1984 possiamo parlare senza problemi<br />

di un’azienda tutto sommato giovane rispetto a<br />

molti altri costruttori già attivi in questa specifica<br />

nicchia di mercato dalla fine degli anni ‘60.<br />

Eppure in poco tempo l’azienda fondata nel 1954 da<br />

Irvine Bell ha saputo ritagliarsi una fetta importante<br />

di mercato.<br />

Le importanti collaborazioni sviluppate nel tempo<br />

hanno portato BELL ad essere fornitore di John<br />

Deere e di Hitachi per un lungo periodo. Collaborazioni<br />

commerciali che hanno consentito ai dumper<br />

costruiti nello stabilimento di Richards Bay di<br />

essere conosciuti in tutto il mondo.<br />

Ma soprattutto l’affidabilità riconosciuta di questi<br />

prodotti ha portato l’azienda a stabilire solidi<br />

contatti con una rete distributiva che, nel tempo,<br />

è diventata fedele ad un prodotto che si è sempre<br />

basato su tecnologie collaudate e fornitori di rilievo.<br />

Le motorizzazioni Mercedes, le catene cinematiche<br />

Allison, gli assali e i differenziali Kessler hanno<br />

fatto la differenza sia in termini di durata, sia in<br />

termini di efficienza complessiva di tutta la macchina.<br />

Il responso dei clienti che utilizzano i dumper<br />

BELL è sempre univoco: trazione ottimale su tutti<br />

i terreni, consumi molto contenuti rispetto ai diretti<br />

competitor, affidabilità elevata.<br />

Un marchio che bada al sodo<br />

Come anticipato, i dumper BELL sono stati associati<br />

a importanti collaborazioni globali. Tanto che<br />

oggi, quanto meno nel Vecchio Continente, queste<br />

macchine sono il più delle volte distribuite dalla<br />

rete Hitachi. Un rapporto che è nato nel tempo con<br />

i prodotti venduti con il classico colore arancio del<br />

brand giapponese per poi continuare con la divisa<br />

ufficiale della casa madre.<br />

Questo grazie ad una gamma che copre le esigenze<br />

di imprese e cave di ogni dimensione e dove<br />

gli allestimenti speciali sono all’ordine del giorno.<br />

Proprio grazie all’attività della BELL in settori<br />

attigui e complementari come, ad esempio, quello<br />

forestale. Campo di attività che vede i dumper<br />

sudafricani essere allestiti come dei logger per il<br />

trasporto off-road in ambito forestale.<br />

Da 18 a 60 tonnellate di portata<br />

La gamma di dumper articolati BELL è oggi composta<br />

da due modelli 6x4 da 18 e 25 tonnellate di<br />

portata, da sei modelli 6x6 che vanno dalle 15 alle<br />

50 tonnellate di portata e da due modelli 4x4 da 30<br />

e 60 tonnellate. Stiamo quindi parlando di un’offerta<br />

che va incontro ad aziende di ogni tipo con applicazioni<br />

più leggere in contesti applicativi medi,<br />

come ad esempio i classici impianti di lavorazione<br />

inerti, fino ai grandi cantieri dove il contesto operativo<br />

è caratterizzato da terreni cedevoli, impegnativi<br />

e con forti sollecitazioni sulla catena cinematica. La<br />

filosofia del costruttore è infatti di essere uno specialista<br />

del settore grazie ad un’impostazione che<br />

mette al primo posto la massima efficienza in termini<br />

di TCO per ridurre al minimo il costo di trasporto<br />

dei materiali all’interno della cava o del cantiere.<br />

Affidarsi ad uno specialista dei cambi automatici<br />

come Allison, riconosciuto leader di mercato in termini<br />

di efficienza operativa, è sicuramente una delle<br />

scelte fondamentali di BELL in termini di soluzioni<br />

tecnologiche adottate per ottimizzare il comportamento<br />

delle proprie macchine.<br />

Un powertrain che punta all’efficienza<br />

I dumper articolati sono infatti macchine sostanzialmente<br />

e concettualmente semplici dove l’efficienza<br />

operativa si ottiene con un equilibrio ideale<br />

fra motorizzazione, cambio e trasmissione a terra<br />

del movimento.<br />

Le scelte di BELL sono indirizzate verso questo<br />

chiaro obiettivo con i motori Mercedes Benz<br />

conosciuti per la loro architettura che ottimizza<br />

la combustione a favore di bassi consumi, ridotta<br />

produzione di particolato ed elevata disponibilità<br />

di coppia.<br />

I cambi automatici Allison, come anticipato,<br />

sono riconosciuti oggi per essere fra i più lineari<br />

in termini di funzionamento, passaggio di rapporti<br />

e fluidità di azionamento. Elementi nodali per ottimizzare<br />

lo sfruttamento della coppia del motore in<br />

modo da abbassare i consumi ed avere una guida<br />

che privilegi i ritmi di carico intensi senza stressare<br />

l’operatore. La coppia a terra è scaricata dagli assali<br />

Kessler coadiuvati dal differenziale interassiale che<br />

permette di distribuire la coppia in modo proporzionale.<br />

La cabina di guida<br />

Il posto guida ha una concezione convenzionale con<br />

accesso posteriore e collocazione del sedile in posizione<br />

centrale/destra. Il quadro comandi è composto<br />

da un display digitale dietro al piantone di sterzo,<br />

da una pulsantiera laterale con cui si comanda tutta<br />

la macchina. Dai comandi di base fra cui marcia<br />

avanti/indietro, al livello di rallentamento fino alle<br />

manovre di scarico. Tutto si esegue semplicemente<br />

con la mano destra e con un solo dito. Il comfort è<br />

assicurato dalle sospensioni idropneumatiche anteriori.<br />

Quelle posteriori sono le classiche cantilever<br />

che assicurano un’aderenza costante al terreno e<br />

assorbono le asperità grazie agli ancoraggi elastici.<br />

In alto l’evoluzione<br />

della gamma di<br />

dumper articolati<br />

BELL EQUIPMENT<br />

nel corso del<br />

tempo. L’azienda<br />

sudafricana compie<br />

70 anni di vita nel<br />

<strong>2024</strong> ed è presente<br />

nel mercato dei<br />

dumper articolati<br />

dal 1984.<br />

40 anni di attività<br />

in questo specifico<br />

settore che gli<br />

hanno permesso<br />

di arrivare nelle<br />

posizioni di<br />

leadership globale<br />

in un mercato dove<br />

i player importanti<br />

sicuramente non<br />

mancano.<br />

Alla base ci sono<br />

contenuti che da<br />

sempre mirano ad<br />

avere un powertrain<br />

di alto livello<br />

dove l’efficienza<br />

complessiva<br />

ha portato ad<br />

avere consumi<br />

molto contenuti<br />

in rapporto al<br />

carico trasportato<br />

ed un’affidabilità<br />

ampiamente<br />

riconosciuta.<br />

70<br />

71


WEBASTO. Elettrificare gli escavatori<br />

SCOSSA<br />

ELETTRICA<br />

WEBASTO fornisce la propria tecnologia a E.C.E,<br />

azienda del Gruppo Staad, per l’elettrificazione degli<br />

escavatori Develon. L’azienda olandese impiega infatti<br />

i Powerbox modulari e facilmente sostituibili al cui<br />

sviluppo e costruzione partecipa anche il Gruppo<br />

Tedesco con il suo stabilimento italiano di Molinella<br />

specializzato nei sistemi di raffreddamento<br />

L’elettrificazione<br />

delle macchine<br />

da costruzione<br />

si è sviluppata in<br />

modo particolare<br />

nei paesi del nord<br />

Europa dove molti<br />

governi, come<br />

quello olandese,<br />

ha previsto forti<br />

incentivi fiscali.<br />

WEBASTO<br />

Webasto è uno degli attori che sta lavorando<br />

attivamente all’elettrificazione delle macchine<br />

movimento terra. Il Gruppo ha infatti<br />

sviluppato una delle tecnologie più complesse e collaudate<br />

nel settore dell’azionamento elettrificato dei<br />

veicoli di qualsiasi genere. Pensiamo ad esempio<br />

alle automobili KIA che impiegano la tecnologia<br />

Webasto nei modelli ibridi o completamente elettrificati.<br />

Per quanto riguarda il movimento terra l’azione<br />

si concentra invece su alcune macchine specifiche<br />

grazie a collaborazioni con piccole aziende<br />

o start-up che si occupano di trasformazione di<br />

mezzi specifici.<br />

Collaborazioni che per ora si sono sviluppate soprattutto<br />

in certe aree geografiche. Infatti i mercati<br />

nord europei sono oggi fra i più recettivi e fra i più<br />

proattivi per quanto riguarda l’elettrificazione delle<br />

macchine da costruzione. A loro vantaggio una forte<br />

incentivazione fiscale che prevede, ad esempio nei<br />

Paesi Bassi, un contributo a fondo perduto pari al<br />

40% della differenza di costo fra la macchina convenzionale<br />

e la identica versione elettrificata.<br />

Molti costruttori, soprattutto tramite specialisti<br />

locali, hanno quindi deciso di trasformare macchine<br />

con propulsione diesel in mezzi elettrificati. Fra le<br />

soluzioni impiegate vi sono proprio quelle sviluppate<br />

nello stabilimento italiano di Webasto.<br />

Tecnologia made in Italy<br />

La tecnologia del costruttore è stata individuata, fra<br />

le tante disponibili sul mercato, per l’elevato valore<br />

aggiunto. Fra gli elementi strategici vi sono ad<br />

esempio la modularità del sistema e la garanzia di<br />

una sicurezza operativa che deriva da un’esperienza<br />

sul campo di alto livello. Senza contare il fondamentale<br />

supporto tecnico che un costruttore come<br />

Webasto è in grado di offrire. Supporto che si rivela<br />

prezioso per ottimizzare al massimo l’impiego delle<br />

batterie modulari tramite il V.I.B. Vehicle Interface<br />

Box. Che, di fatto, è il vero cuore del sistema. Un<br />

“cuore” che è in grado di dialogare con il veicolo<br />

tramite il BMS, ossia il sistema di gestione della<br />

batteria. Si tratta quindi di componenti costruttivi<br />

ad alto valore aggiunto.<br />

La modularità dei Powerbox<br />

Il progetto nasce in Olanda per motivazioni molto<br />

stringenti. L’inquinamento da ossidi di azoto è<br />

attualmente molto alto e il Governo olandese sta<br />

mettendo in atto delle politiche ambientali incentivando<br />

anche l’impiego di macchine movimento<br />

terra a funzionamento elettrico. Favorendo ovviamente<br />

i contesti urbani. Ma non solo.<br />

L’impiego dei nuovi escavatori elettrici sta infatti<br />

trovando largo interesse anche in applicazioni che<br />

non siano limitate al solo mondo delle costruzioni.<br />

Parliamo quindi del mondo del riciclo, degli impianti<br />

e più in generale dell’industria.<br />

Si tratta di opportunità che Staad Group, concessionario<br />

Develon, e E.C.E. Electric <strong>Construction</strong><br />

Equipment stanno cogliendo in modo proattivo ed<br />

efficace. Questo grazie ad una profonda conoscenza<br />

del settore movimento terra che li porta a comprendere<br />

le reali esigenze degli utilizzatori.<br />

E.C.E. è di fatto una “costola” della struttura distributiva<br />

che opera in modo specializzato sul mercato.<br />

L’analisi di mercato ha portato le due aziende<br />

ad operare sulla elettrificazione di alcuni modelli<br />

della gamma di escavatori Develon. In modo particolare<br />

i modelli gommati che sono quelli che non<br />

solo operano maggiormente nei centri urbani ma<br />

sono anche fra i più diffusi nei mercati del nord Europa.<br />

La collaborazione con Develon è ovviamente<br />

supportata dal fatto che il marchio sia distribuito<br />

ufficialmente da Staad Group nella parte centrale e<br />

meridionale del territorio olandese.<br />

Come anticipato, la base della trasformazione è<br />

il Powerbox che integra anche un sistema autonomo<br />

di raffreddamento per ottimizzare il funzionamento<br />

del modulo batteria.<br />

Si tratta di una tecnologia modulare che, tutto<br />

sommato, è concettualmente molto semplice. Stiamo<br />

infatti parlando di veri e propri pacchi batterie<br />

dotati dell’Active Climate Control System. Ossia<br />

un dispositivo fondamentale per il controllo della<br />

temperatura sviluppato e costruito nello stabilimento<br />

italiano Webasto di Molinella.<br />

La trasformazione ha coinvolto l’escavatore<br />

gommato DX165W-7 e il cingolato DX300LC-7<br />

trasformati nella omologa versione elettrificata<br />

identificata con la sigla “Electric”. I due escavatori<br />

utilizzano un doppio e un triplo sistema di batterie<br />

standard. La differenza consiste nello schema funzionale.<br />

Che è simile ma con ovvie<br />

differenze legate alla dimensione e<br />

alla potenza richiesta.<br />

Il concept con le batterie intercambiabili<br />

sfrutta infatti un intelligente<br />

mix di tecnologie Webasto.<br />

Il pacco intercambiabile di batterie<br />

Powerbox è stato fornito sulla base<br />

delle specifiche dettagliate di E.C.E.<br />

Ad esempio il DX165W Electric<br />

utilizza un doppio pacco di batterie<br />

da 140 kWh ciascuno per complessivi<br />

280 kWh. Mentre il DX300LC<br />

Electric ne utilizza tre da 130 kWh<br />

per un totale di 390 kWh. Una differenza<br />

necessaria per far fronte ai<br />

diversi livelli di potenza delle due<br />

macchine.<br />

L’intervento della tecnologia Webasto<br />

non si limita però ai soli moduli<br />

Powerbox. Infatti l’escavatore<br />

gommato DX165W Electric è mosso<br />

da un motore elettrico Danfoss da<br />

102 kW. Mentre invece il DX300LC<br />

Electric ne impiega uno da 145 kW.<br />

Il Gruppo fornisce quindi tutti i componenti<br />

fondamentali.<br />

Webasto è oggi<br />

uno dei principali<br />

fornitori di sistemi<br />

di alimentazione<br />

a batteria e di<br />

componenti<br />

core per quanto<br />

riguarda i veicoli<br />

elettrificati. Anche<br />

nel movimento<br />

terra. L’azienda<br />

interviene sia<br />

nell’alimentazione<br />

del mezzo con i<br />

sistemi modulari<br />

Powerbox, sia nella<br />

movimentazione<br />

con i motori<br />

elettrici che<br />

azionano le pompe<br />

idrauliche. La<br />

gestione completa<br />

dei sistemi avviene<br />

anche con la<br />

fornitura dei display<br />

di monitoraggio<br />

collocati in cabina<br />

per tenere sotto<br />

controllo potenza e<br />

carica.<br />

72<br />

73


IN PUNTA BRACCIO. Polivalenza in primis<br />

AD OGNUNO<br />

LA PROPRIA<br />

FUNZIONE<br />

Uscendo dal classico cliché delle attrezzature<br />

da demolizione, oggi il mercato delle<br />

attrezzature è in fortissima evoluzione. Le<br />

applicazioni a cui il mercato chiede soluzioni<br />

efficienti e sicure sono sempre più numerose<br />

valorizzando la funzione di porta attrezzi delle<br />

attuali macchine movimento terra. Con attacchi<br />

rapidi totalmente idraulici e tilt-rotator in forte<br />

crescita per alzare l’efficienza<br />

A sinistra, la gamma<br />

Lehnhoff spazia<br />

dagli attacchi rapidi<br />

idraulici fino alle<br />

benne. Fra i suoi<br />

prodotti anche il<br />

Powertilt Rotator<br />

che permette di<br />

avere un unico<br />

interlocutore<br />

con attrezzature<br />

perfettamente<br />

integrate per<br />

aumentare la<br />

produttività e<br />

l’efficienza dei<br />

propri cantieri.<br />

Steelwrist, in basso,<br />

è uno dei nomi<br />

di riferimento<br />

nel settore dei<br />

tilt-rotator che<br />

permettono di<br />

sfruttare al massimo<br />

la polivalenza e<br />

le potenzialità<br />

idrauliche degli<br />

escavatori.<br />

AT TREZZ ATURE<br />

Oltre i classici impieghi. Le attrezzature sono<br />

ormai non solo più delegate alla demolizione<br />

ma rivestono un compito sempre più importante<br />

a livello di efficienza aziendale, sicurezza<br />

operativa e compiti specialististici. L’Italia, come<br />

sempre, ci ha messo un po’ a capire che il valore<br />

delle macchine movimento terra, escavatori idraulici<br />

in primis, è ulteriormente esaltato proprio da<br />

allestimenti che ne mettano in rilievo le capacità<br />

idraulica e la possibilità di muoversi in ambienti<br />

complessi. Lezione che in nord Europa, in particolare<br />

la Penisola Scandinava, hanno appreso nei<br />

primi anni ‘70 con costruttori di escavatori come la<br />

Akerman che avevano dotato le proprie macchine<br />

di più pompe per soddisfare le esigenze idrauliche.<br />

Ma le cose per fortuna cambiano e si va avanti.<br />

Oggi infatti la richiesta di tilt-rotator, attacchi rapidi<br />

idraulici e attrezzature sempre più specifiche<br />

sta crescendo anche da noi. Con tante aziende che<br />

propongono soluzioni che vanno incontro a tutte<br />

le imprese.<br />

LEHNHOFF<br />

Il costruttore di Baden Baden ha mantenuto la piena<br />

autonomia di sviluppo e marchio pur essendo di<br />

proprietà di Komatsu. Compresa la rete distributiva<br />

che cammina, giustamente, su un binario parallelo<br />

a quello della rete del costruttore giapponese.<br />

L’offerta spazia dalle classiche benne, il cui livello<br />

qualitativo sia in termini di disegno, sia in termini<br />

di materiali, è riconosciuto dal mercato, fino ai<br />

Powertilt / Rotator che permettono di aumentare<br />

in modo esponenziale l’efficienza degli escavatori<br />

idraulici. Soprattutto nei cantieri stradali, di urbanizzazioni<br />

e di lavori speciali. La gamma spazia da<br />

modelli per escavatori dal peso operativo da 1 a 40<br />

tonnellate. Coprendo di fatto tutta la richiesta di<br />

mercato per quanto riguarda questi dispositivi. La<br />

visione a 360° di Lehnhoff permette di avere una<br />

completa dotazione che spazia dagli attacchi rapidi<br />

con innesti idraulici integrati fino ai denti ripper o<br />

alle pinze selezionatrici. Con gli attacchi Lehmatic<br />

che sono oggi fra i più performanti da un punto di<br />

vista dei flussi idraulici.<br />

STEELWRIST<br />

Steelwrist è il costruttore che ha dato inizio alla<br />

costruzione degli attacchi rapidi idraulici negli anni<br />

‘70 e proprio in collaborazione con Akerman. La<br />

storia aziendale ha portato ad uno sviluppo sempre<br />

più spinto della tecnologia idraulica per attacchi rapidi<br />

e attrezzature per escavatori idraulici. Portando<br />

nel tempo allo sviluppo dei primi tilt-rotator. Oggi<br />

il marchio svedese è uno dei riferimenti principali<br />

del mercato anche grazie ad alcune iniziative specifiche<br />

come il consorzio Open-S e l’acquisizione<br />

della SVAB per quanto riguarda i sistemi di controllo<br />

Open-Connect da installare sugli escavatori<br />

idraulici. Non solo “acciaio e tubi verdi”, quindi,<br />

ma anche tecnologia digitale per ottimizzare l’uso<br />

di queste attrezzature in ogni contesto e con ogni<br />

escavatore.<br />

Tra le caratteristiche tecniche di Steelwrist all’interno<br />

dei costruttori di attacchi rapidi con innesti<br />

idraulici integrati che rispondono allo standard simmetrico<br />

vi è la costruzione degli elementi di aggancio<br />

in fusione. Un accorgimento che conferisce<br />

una minore leva all’attacco, ottimizzando le forze<br />

di strappo, ed una maggiore rigidezza in caso di<br />

applicazioni pesanti con attrezzature da demolizione.<br />

Rigidezza che consente anche di preservare più<br />

a lungo la durata dei frutti. Questi ultimi, inoltre,<br />

possono essere sostituiti in modo più semplice e<br />

comodo grazie ad una costruzione che tiene conto<br />

dei tempi di manutenzione.<br />

KEMROC<br />

Il costruttore tedesco è uno specialista nelle attrezzature<br />

ad alte prestazioni per il taglio, la scarifica e<br />

lo scavo di trincee con catenarie da applicare agli<br />

escavatori idraulici. La gamma di Kemroc arriva<br />

anche a coprire settori come le scarificatrici per<br />

asfalto ma la mission aziendale si concentra soprattutto<br />

sulle attrezzature idrauliche che trovano<br />

ampia applicazione nella demolizione controllata.<br />

Alla base c’è una grande esperienza nelle tecnolo-<br />

74<br />

75


Kemroc, in<br />

alto, dispone<br />

di una gamma<br />

di attrezzature<br />

altamente<br />

performanti per<br />

la demolizione<br />

controllata, lo<br />

scavo di trincee, il<br />

taglio e la scarifica<br />

di manufatti in<br />

calcestruzzo<br />

armato.<br />

In basso, la<br />

coreana Everdigm è<br />

presente con una<br />

gamma di martelli<br />

e attrezzature da<br />

demolizione.<br />

AT TREZZ ATURE<br />

gie idrauliche ad alte prestazioni e nella costruzione<br />

accurata degli elementi strutturali fondamentali. Fra<br />

le attrezzature spiccano quelle dedicate al taglio di<br />

roccia e calcestruzzo. Stiamo parlando delle grandi<br />

ruote dentate la cui tecnologia si basa sull’impiego<br />

di due motori idraulici ad alta coppia con modelli<br />

che si accoppiano con escavatori idraulici che vanno<br />

dalle 14 alle 60 tonnellate di peso operativo. Le<br />

profondità di taglio arrivano fino ad un metro con<br />

larghezze massime fino a 40 centimetri consentendo<br />

un impiego a 360° che spazia dal classico taglio<br />

di strutture, a quello dell’impiego in cava fino allo<br />

scavo di mini trincee in terreni molto duri. La resistenza<br />

massima dei materiali deve essere minore o<br />

uguale a 120 MPa.<br />

TAETS<br />

L’azienda olandese, nata nel 1973, è oggi la specialista<br />

di riferimento per quanto riguarda gli<br />

scapitozzatori di pali trivellati. Una mission che<br />

non è nata per caso ma si è sviluppata nel tempo<br />

proprio in un mercato, quello dei Paesi Bassi, che<br />

fa uso da lungo tempo di queste tecnologie. Sia<br />

per i pali con sezioni circolari, sia per quelli con<br />

sezioni rettangolari.<br />

L’uso degli scapitozzatori permette di salvaguardare<br />

l’integrità strutturale delle armature e<br />

del calcestruzzo nelle zone di innesto di travi o<br />

solette a cima palo. L’operazione di rottura della<br />

testa del palo veniva spesso eseguita in passato<br />

con martelli idraulici che non solo trasmettevano<br />

forti vibrazioni ma non effettuavano in modo corretto<br />

la lavorazione. I capitolati sempre più stringenti<br />

hanno imposto l’uso di queste attrezzature,<br />

molto più efficienti e funzionali, anche nel nostro<br />

paese con la Timeco che, oggi, si propone anche<br />

come noleggiatore oltre che concessionario delle<br />

attrezzature della Taets.<br />

EVERDIGM<br />

Il costruttore coreano, parte del Gruppo Hyundai,<br />

si propone al mercato con una gamma di attrezzature<br />

per la demolizione primaria che spaziano<br />

dai classici martelli idraulici fino alla frantumazione.<br />

Passando per la demolizione primaria con<br />

multi processori e pinze selezionatrici. Si tratta<br />

di attrezzature con un rapporto qualità prezzo decisamente<br />

positivo grazie a tecnologie idrauliche<br />

affidabili e consolidate che permettono di avere<br />

un’elevata efficienza in cantiere con un TCO<br />

conveniente.<br />

KINSHOFER<br />

Il grande Gruppo tedesco, forte dell’acquisizione di<br />

moltissimi marchi importanti soprattutto italiani, si<br />

propone al mercato con una delle più vaste gamme<br />

di attrezzature che coprono applicazioni realmente<br />

di ogni tipo. Nel portfolio aziendale vi sono anche<br />

i Tiltrotator NOX che si distinguono per la compattezza<br />

e l’assenza di cilindri di tiltaggio. Il funzionamento<br />

è infatti affidato a motori ad alta coppia che<br />

sono in grado di orientare benna o altri accessori<br />

in modo snello e veloce. Con una gamma che può<br />

equipaggiare escavatori idraulici fino a 25 tonnellate<br />

di peso operativo, i Tiltrator NOX sono anche<br />

dotati del sistema di controllo GPS NOXPROP+<br />

che si interfaccia con tutti i più moderni sistemi 3D<br />

anche in retrofit. Una funzionalità che permette di<br />

impiegare queste attrezzature in modo ancora più<br />

efficiente e funzionale per l’esecuzione di lavori<br />

complessi. Kinshofer è ovviamente in grado di fornire<br />

tutta la filiera delle attrezzature che si integrano<br />

con il sistema.<br />

In alto gli<br />

scapitozzatori della<br />

Taets raccolgono<br />

sul campo i risultati<br />

di decenni di alta<br />

specializzazione<br />

in questa delicata<br />

applicazione.<br />

In basso i<br />

Tiltrotator NOX<br />

della Kinshofer<br />

sono fra le<br />

attrezzature<br />

più versatili<br />

e polivalenti<br />

della gamma<br />

del costruttore<br />

tedesco.<br />

Caratterizzati<br />

da ingombri<br />

ridottissimi,<br />

permettono di<br />

lavorare in trincee<br />

molto strette senza<br />

la problematica dei<br />

cilindri di tiltaggio.<br />

76<br />

77


HITACHI CONSTRUCTION MACHINERY<br />

UH081, IL PAPÀ<br />

DEGLI ATTUALI ZX<br />

Gli escavatori HITACHI affondano le<br />

proprie radici nel lontano 1965. Ma è negli<br />

anni ‘80 che arrivano in Europa e che, con<br />

la serie UH, iniziano a prendere la strada<br />

che ha poi caratterizzati i successivi EX.<br />

Con il modello UH081 che, nella sostanza,<br />

è il vero padre degli attuali escavatori del<br />

costruttore. Una macchina che ancora<br />

lavora in alcuni cantieri<br />

In pochi avrebbero scommesso<br />

che HITACHI sarebbe diventato<br />

un nome di riferimento<br />

del mercato mondiale degli<br />

escavatori idraulici. Il costruttore<br />

ha infatti debuttato in questo<br />

mercato nel 1965 con il primo<br />

modello UH03. Una macchina<br />

che, già allora, aveva una chiara<br />

visione ben diversa da quanto si<br />

vedeva alle nostre latitudini.<br />

Ma la diffusione di queste macchine<br />

fu più lenta del previsto<br />

e limitata quasi solo ad alcuni<br />

paesi del nord Europa. Gli anni<br />

‘80 furono il periodo in cui<br />

Hitachi arrivò sul nostro mercato<br />

con alcuni modelli iconici<br />

come l’UH081. Modello che<br />

occupava la fondamentale fascia<br />

di mercato delle 20 tonnellate<br />

di peso operativo con soluzioni<br />

rivoluzionarie e mai viste per<br />

l’epoca.<br />

Hitachi UH081, il papà degli EX<br />

Era infatti dotato del motore Hino<br />

EL 100, un sei cilindri aspirato<br />

da 7,86 litri che erogava 81 kW<br />

(110 cv) a soli 1.750 giri/min.<br />

Grande cilindrata e coppia per un<br />

basso numero di giri. L’impianto<br />

idraulico, sviluppato insieme a<br />

Kayaba, non trovava rivali nella<br />

fascia di peso. Era infatti equipaggiato<br />

con due pompe a portata<br />

variabile da 220 l/min ciascuna. In<br />

totale, quindi, 440 l/min per una<br />

visione prestazionale assolutamente<br />

innovativa e che distingueva, in<br />

generale, la scuola giapponese.<br />

Oltre all’impianto era fondamentale<br />

anche l’impostazione strutturale.<br />

Infatti carro, bracci e layout<br />

complessivo guidarono chiaramente<br />

i progettisti giapponesi verso<br />

soluzioni che, ancora oggi, sono<br />

alla base non solo delle macchine<br />

Hitachi ma, in generale, di tutti gli<br />

escavatori di nuova generazione.<br />

Stiamo parlando di un modo<br />

di pensare gli escavatori dove<br />

snellezza, dinamismo e velocità<br />

si affiancavano a forze di strappo<br />

e di scavo di alto livello. Il posto<br />

guida iniziava a definire elementi<br />

fondamentali a livello di comfort<br />

come la disposizione razionale dei<br />

comandi, la presenza della radio<br />

di bordo, dei parasole anteriori<br />

e laterali e la botola sul tetto per<br />

favorire visibilità e ventilazione<br />

della cabina.<br />

Cultura, storia, tecnica, impieghi<br />

e mercato delle macchine movimento terra<br />

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Impaginazione e grafica<br />

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Gestione editoriale<br />

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