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Powertrain 2024-3

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INTERVISTA<br />

di una mia assenza, abbia sospeso la lezione e<br />

mandato tutti a casa».<br />

Infine, l’ingegner Benetti entrò nel mondo del lavoro.<br />

Quale fu l’impatto? «Ottimo, fortunatamente,<br />

nell’azienda eravamo un gruppo eterogeneo e misto,<br />

dove veniva data priorità al merito e il genere<br />

veniva in secondo piano. Naturalmente sono capitati<br />

e capitano episodi in cui si viene sottovalutati:<br />

potrebbe sembrare umiliante, di primo acchito, ma<br />

alla fine rappresenta un vantaggio. Disponi di una<br />

informazione che l’interlocutore non conosce e te<br />

la puoi giocare al momento opportuno, magari in<br />

una fase di trattativa, quando sono richiesti tatto e<br />

diplomazia. Durante una discussione professionale,<br />

un tecnico di laboratorio mi ha apostrofato così:<br />

“Cosa fai lì, giochi con le bambole?”». Come ha<br />

reagito? «Per indole non mi arrabbio, preferisco<br />

buttarla sull’ironia: se in una e-mail uno sconosciuto<br />

mi si rivolge con il nome di battesimo rispondo<br />

anche io facendo lo stesso. D’altronde ormai siamo<br />

abituati all’understatement anglosassone…».<br />

Da diversi anni sono attivi dei network di donne<br />

impegnate nelle discipline Stem (Science, technology,<br />

engineering e mathematics, ndr). Sono promotrice<br />

di “Whats’s next fab lab”. L’associazione<br />

si occupa di eventi di orientamento scolastico, sia<br />

per le scuole medie che superiori. Nello statuto<br />

è previsto il supporto alle ragazze interessate a<br />

intraprendere percorsi Stem, che rischiano di farsi<br />

condizionare dal retaggio familiare e dai freni<br />

sociali. I modelli di ruolo femminili che caldeggiamo<br />

si riferiscono a modelli approcciabili,<br />

non necessariamente quello della Montalcini o di<br />

AstroSamantha. Incontriamo studentesse universitarie,<br />

altre agli inizi della loro attività lavorativa,<br />

e si cerca di “buttargliela lì”, come si dice. In un<br />

liceo, parteciparono al nostro incontro tantissime<br />

ragazze. Una di loro espresse l’intenzione di<br />

studiare lingua e letteratura spagnola. Nulla da<br />

eccepire, ma quando precisò di essere al livello<br />

C2, replicai: “Perché continuare a studiare spagnolo?”.<br />

O ti interessa estendere all’università la<br />

zona di comfort del liceo, oppure la prospettiva di<br />

insegnare quella lingua. Altrimenti questa è un’abilità<br />

di cui già disponi. Come insegna l’adagio<br />

popolare, “impara l’arte e mettila da parte” e applicati<br />

a qualcos’altro.<br />

Una brava insegnante di matematica delle scuole<br />

medie mi confessò che tuttora le famiglie considerano<br />

molto importante la sua materia, e sono pronte<br />

a prendere provvedimenti se il figlio maschio ha<br />

un basso rendimento. Purtroppo, accade anche che<br />

nel caso di una femmina, la reazione della madre<br />

sia stata la rassegnazione: “Anch’io andavo male<br />

in matematica”. C’è un evidente riflesso culturale<br />

che spiega anche come mai tante ragazze dimostrino<br />

profitto negli studi matematici fino a 12 o<br />

13 anni, per subire successivamente una flessione.<br />

Sicuramente non sono stimolate a proseguire. Il primo<br />

nucleo di apprendimento e autovalorizzazione è<br />

la famiglia. Si discute spesso del fatto che le donne<br />

guadagnano meno degli uomini. Una ragione per<br />

orientare le ragazze alle discipline Stem è anche<br />

il fatto che si guadagni bene, e questo rappresenta<br />

un aspetto tutt’altro che trascurabile. Però, mi<br />

lasci dire, “povere Stem!”: quale sarebbe il livello<br />

evolutivo di queste discipline se più donne avessero<br />

fornito storicamente il loro contributo a fisica, biologia<br />

e alle discipline Stem nel loro complesso? Secondo<br />

alcune ricerche, le coppie più longeve sono<br />

quelle in cui entrambi lavorano. Anche mio marito,<br />

come molti uomini, concorda sul dover conciliare<br />

la carriera di entrambi con il desiderio e gli oneri<br />

che comporta farsi una famiglia: purtroppo, spesso<br />

è l’elemento femminile della coppia che sacrifica<br />

i traguardi professionali sull’altare dei doveri coniugali.<br />

Il 70% dei lavori domestici è appannaggio<br />

delle sole donne».<br />

E in quali ambiti Stem potrebbe trovare terreno<br />

fertile l’intelligenza femminile? «Per esempio, nel<br />

campo aerospaziale, che sarà sempre più in auge.<br />

Mi conceda una citazione. Amalia Ercoli Finzi, la<br />

cosiddetta “signora delle comete”, è stata la prima<br />

donna laureata in ingegneria aerospaziale in Italia.<br />

Nella sua vita ha conciliato la carriera accademica<br />

con la progettazione di diversi sistemi per la missione<br />

Rosetta e le consulenze a Nasa, Asi ed Esa.<br />

Nonostante questo, ha messo al mondo e cresciuto<br />

cinque figli».<br />

La regola dei tre metalli<br />

Cosa si nasconde dietro una donna ingegnere che,<br />

come lei, riesce a coltivare interessi, dedicarsi ad<br />

una carriera eccezionale e seguire la famiglia? Lei<br />

risponde che «vale sicuramente la regola dei tre<br />

metalli: salute di ferro, carattere d’acciaio, marito<br />

d’oro!». Prosegue: «C’è un aneddoto che riguarda<br />

la ex first lady Michelle Obama. Presenziava a un<br />

ricevimento un ex fidanzato di Michelle, che di mestiere<br />

è chef. Obama pungolò la moglie facendole<br />

notare che con lui sarebbe diventata la moglie di<br />

uno chef. Lei, per tutta risposta, gli fece notare<br />

che, al contrario, il suo ex probabilmente avrebbe<br />

fatto il presidente. Occupandomi direttamente<br />

di efficienza energetica, mi sento di caldeggiarla<br />

all’utenza femminile, perché in questo ambito servono<br />

sia l’approccio analitico che quello sintetico.<br />

Alla Veil fatichiamo a trovare risorse femminili.<br />

Alla richiesta di profili tecnici rispondono esclusivamente<br />

candidati maschi».<br />

Qualche esempio pratico degli effetti dell’egemonia<br />

maschile nella tecnica? «Pensi alla progettazione<br />

delle cinture di sicurezza. Gli incidenti stradali<br />

mietono vittime tanto tra maschi che tra femmine,<br />

adulti e bambini. Eppure, furono ricalibrate<br />

perché, nella fase pionieristica del loro sviluppo,<br />

concepite e testate da maschi, che semplicemente<br />

non considerarono le differenze anatomiche tra un<br />

maschio adulto, donne e bambini. L’Italia conserva<br />

sacche di arretratezza, sotto questo punto di<br />

vista, ma nella mia esperienza professionale non<br />

ho mai ammirato “un gran splendore” nemmeno<br />

negli Stati Uniti e in Germania. Anche in quei Paesi<br />

è attuale il tema della disparità di genere. In<br />

Germania la situazione è molta cambiata nel corso<br />

degli ultimi anni. Lo dimostrano provvedimenti<br />

come l’applicazione del diritto alla paternità fino a<br />

quando i figli raggiungono l’età di tre anni. Devo<br />

riconoscere che qualcosa si muove anche in Italia.<br />

La mia parrucchiera, per esempio, vive in Veneto,<br />

con il marito, che ha un contratto di lavoro dipendente,<br />

mentre lei è lavoratrice autonoma. È convenuto<br />

dunque al padre assumersi questa responsabilità,<br />

e hanno così potuto crescere due bambini in<br />

condivisione dei compiti e delle gioie annesse. Nel<br />

recente passato questa scelta sarebbe stata oggetto<br />

di stigma sociale per il papà. Sono esperienze<br />

come questa che incidono sul cambio di mentalità.<br />

Per concludere la parentesi sull’ecosistema culturale<br />

italiano, mi conceda di spezzare una lancia<br />

in favore dei colleghi con cui ho finora lavorato».<br />

Cosa ne pensa delle quote rosa? «Tendenzialmente<br />

sono contraria, perché credo nella meritocrazia.<br />

Penso, però, che possano servire per ampliare la<br />

possibilità di accesso delle donne a quegli ambienti<br />

tuttora egemonizzati da uomini. Probabilmente è<br />

un “male necessario”. Organizziamo corsi di digitalizzazione<br />

e robotica, alle elementari, e “minacciamo”<br />

di imporre le quote rosa ai genitori, per<br />

attrarre le scolare».<br />

«Il 24 maggio del<br />

2022 abbiamo<br />

festeggiato i primi<br />

dieci anni di Veil.<br />

Siamo verticali<br />

al principio<br />

dell’efficienza<br />

energetica, che<br />

trova le più svariate<br />

applicazoni».<br />

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