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Giovanni Battista Boncori, Campli 1643 - Roma 1699

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Il dipinto biblico di Tolosa, riferito a Gherardi prima di essere ricondotto a Boncori da Petrucci,

rappresenta un importante tassello per la ricostruzione del suo percorso. Il dipinto mostra tutti i

caratteri stilistici del pittore, oltre a una vicinanza notevole con la Presentazione nel modo tagliente

e plastico di condurre i panneggi. Si noti ancora che la figura femminile in basso a destra si assimila

in modo assai stretto a quella che regge le colombe nella pala di Campli. Il dipinto di Tolosa non

può essere datato prima dell’ultimo decennio del Seicento, data la presenza di caratteri e tipologie

già settecentesche ed è possibile che esso sia il “quadro, con l’istoria di Moisè che calpestò la

corona di faraone, di Giovan Battista Boncori, vinto al lotto di Santa Marta e Sensini” che fu

esposto a San Salvatore in Lauro nel 1703 da Giovanni Andrea Piscina, che lo aveva avuto dallo

spedizioniere Francesco Alessandro Sensini, committente nel 1692 di altre due pitture all’artista

camplese. Ristabilito così il percorso verosimile dell’attività di Boncori sarà possibile ampliarlo in

futuro con altri ritrovamenti.

10 - Giovan Battista Boncori “Riposo nella fuga in Egitto” Roma, collezione privata

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