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syndicom rivista N.38

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L'unione fa la forza!

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L'unione fa la forza!

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Matteo Antonini punta anche sulle «analisi della parità salariale»,<br />

una leva dal grande potenziale, visto che le donne<br />

guadagnano tuttora il 18 per cento in meno rispetto agli<br />

uomini. «La legge sull’uguaglianza impone alle aziende<br />

con più di cento dipendenti di effettuare queste analisi.<br />

Proponiamo che questa regola venga estesa alle piccole e<br />

medie imprese e che non abbia un carattere meramente<br />

informativo nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori,<br />

bensì che porti a misure vincolanti per la realizzazione<br />

dell’obiettivo». Infine, <strong>syndicom</strong> contesta la tolleranza del<br />

5 per cento permessa dalla legge, che Matteo Antonini ritiene<br />

«troppo alta e inaccettabile».<br />

«La partecipazione e la<br />

mobilitazione dei lavoratori<br />

possono invertire<br />

la tendenza» Matteo Antonini<br />

Ampliamento delle disuguaglianze<br />

Adeguamento completo al costo della vita, salari minimi<br />

dignitosi, analisi della parità salariale anche per le piccole<br />

imprese, contributi per i premi di assicurazione malattia:<br />

queste le richieste salariali di <strong>syndicom</strong> per il 2024 per i settori<br />

Logistica, ICT e Media. «Solo la partecipazione e la mobilitazione<br />

dei lavoratori possono invertire la tendenza»,<br />

prosegue il presidente di <strong>syndicom</strong>. Altrimenti, i datori di<br />

lavoro continueranno a intascare i soldi guadagnati con gli<br />

aumenti di produttività, scaricando gran parte del rincaro<br />

sui loro dipendenti. Questa situazione è ingiusta soprattutto<br />

in considerazione del fatto che sono le aziende stesse a<br />

essere fortemente responsabili della spirale inflazionistica<br />

(come spiega anche il professor Sergio Rossi nell’intervista<br />

a pagina 14). In uno studio pubblicato a giugno, il Fondo<br />

monetario internazionale (FMI) ha calcolato che i forti aumenti<br />

dei loro margini durante e dopo la crisi del Covid<br />

sono «responsabili di quasi la metà dell’aumento dell’inflazione<br />

in Europa negli ultimi due anni».<br />

Infatti, come ha ribadito Pierre-Yves Maillard, «non tutti<br />

sono minacciati dall’impoverimento». Mentre dal 2016<br />

la maggior parte dei dipendenti ha subito una perdita (–0,9<br />

per cento in media), il 10 per cento con i salari più elevati<br />

ha visto aumentare la propria retribuzione in modo significativo<br />

(+5,4 per cento). Sono dati riportati da uno studio<br />

di Unia pubblicato nell’agosto 2023. E questo processo favorevole<br />

ai piani alti ha fatto molta strada: in venticinque<br />

anni, il numero di dipendenti che guadagnano più di un<br />

milione di franchi è quadruplicato, mentre il livello dei dividendi<br />

pagati agli azionisti è quintuplicato!<br />

Per una compensazione automatica del rincaro<br />

Per il presidente dell’USS, è evidente che l’impennata dei<br />

prezzi viene ora usata come pretesto dai datori di lavoro e<br />

dalla maggioranza borghese di Palazzo federale per mantenere<br />

questo «meccanismo inarrestabile di ridistribuzione<br />

della ricchezza verso l’alto», a cui contribuiscono anche<br />

i tagli alle tasse. Oltre alle trattative economiche, Pierre-Yves<br />

Maillard chiede la reintroduzione nei CCL delle clausole<br />

di adeguamento automatico all’inflazione, abbandonate<br />

negli anni Novanta. Secondo Matteo Antonini, questa<br />

è una richiesta che <strong>syndicom</strong> avanzerà ogni volta che verrà<br />

firmato un nuovo accordo.<br />

Se non diversamente specificato, le cifre riportate in questo articolo<br />

provengono dall’Ufficio Federale di Statistica.<br />

Il video della manifestazione<br />

del 16 settembre a Berna

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