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La mia ditta 3/2021

La rivista di AXA al servizio delle aziende vi informa tre volte all'anno su temi che interessano i piccoli imprenditori.

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INTERVISTA

«Nessun animale

deve morire per

un divano de Sede»

Quando nel 2014 Monika Walser ha rilevato la manifattura

di mobili de Sede, l’azienda era ormai prossima al fallimento.

L’appassionata velista ha rimesso le cose in ordine, salvando

dalla bancarotta l’impresa ricca di tradizione. Nell’intervista

la cinquantacinquenne racconta come ci è riuscita.

Testo Melanie Ade

Immagine Daniel Winkler

Signora Walser, perché dovrei acquistare mobili

de Sede? Che cosa distingue il vostro marchio?

Perché vuole acquistare mobili di design sostenibile

di primissima qualità. O desidera forse una risposta

più particolareggiata? (Ride).

Sì, volentieri.

de Sede si distingue fondamentalmente per la sua

qualità – per la qualità dei pellami, dell’imbottitura,

dell’ergonomia dei suoi oggetti di arredamento e per

la sua lavorazione. Integriamo ed esprimiamo questi

valori come marchio e azienda, il che trova espressione

in ciascuno dei nostri capolavori di artigianato.

Il nostro credo vissuto: se torna a casa tra 15 anni,

i nostri mobili devono ancora regalarle un sorriso.

Un divano che rimane di moda per oltre 15 anni?

Certo. Abbiamo numerosi clienti che hanno ereditato

i loro mobili de Sede dai genitori o dai nonni e

che forse vorrebbero solo farli ricoprire con un nuovo

colore. Ecco perché i nostri mobili imbottiti sono anche

tra i più sostenibili. Capisco naturalmente che i

giovani non vogliono investire molto denaro in un

nuovo divano. Ma acquistarne uno nuovo ogni due

anni non è neppure più conveniente né tantomeno

sostenibile.

«Il passo più importante è stato

però sicuramente riportare in Svizzera

la lavorazione di cuoio e

pellame dalla Germania orientale»

Lavorate 70 000 metri quadrati di pellami

all’anno. Si può davvero parlare di sostenibilità?

Assolutamente sì. Da un lato, per la loro qualità e

durata di vita i nostri mobili fatti a mano sono molto

più sostenibili dei mobili realizzati industrialmente,

che si rompono dopo un paio di anni. In più, mai nessun

animale viene ucciso per produrre un mobile imbottito

de Sede. Utilizziamo esclusivamente pelli di

tori morti per cause naturali o la cui carne è già stata

utilizzata per l’industria alimentare. Se non utilizzassimo

il prodotto di scarto che ne deriva – appunto

la pelle – questa verrebbe bruciata. Inoltre, importiamo

esclusivamente pelle di toro dall’Austria, dalla

Germania e dall’Italia che possa essere trasportata

via terra fino a noi. Grazie al design elegante e senza

tempo dei nostri prodotti, i mobili imbottiti de Sede

sono anche un investimento nel futuro. E noi di riflesso

siamo una delle aziende più sostenibili della

Svizzera.

Perché non utilizzate pelle di tori svizzeri?

Per un semplicissimo motivo: i tori svizzeri sono

troppo piccoli.

Quando ha rilevato de Sede nel 2014, l’azienda

era sull’orlo della bancarotta. Cosa l'ha attratta in

questo compito?

Il mio primo pensiero è stato che questo prodotto

svizzero di qualità, questo marchio davvero elegante

non doveva scomparire per nessuna ragione al

mondo. Dopo tre mesi trascorsi nel mio nuovo ruolo

sono state però le persone in organico a convincermi.

Le persone che giorno dopo giorno lavorano con passione,

orgoglio e dedizione per questo marchio e

La mia DITTA

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03/2021

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