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La mia ditta 3/2021

La rivista di AXA al servizio delle aziende vi informa tre volte all'anno su temi che interessano i piccoli imprenditori.

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CARE MANAGEMENT

Volere è potere

Ad agosto del 2017 la vita di José Di Felice viene sconvolta

da un tragico incidente. Ma mentre altri si sarebbero arresi,

lui si riappropria della sua esistenza. Anche grazie

all’aiuto della compagna – e a una buona dose di tenacia.

Testo Melanie Ade

Immagini Raffael Waldner

La mia ditta

José Di Felice è un uomo di mondo. Si gode la vita,

ha un’attività commerciale, ama viaggiare, andare in

vela e in moto. In altre parole: una vita sulla corsia di

sorpasso. E così quando, di ritorno dalle vacanze in

Italia, riceve la telefonata di un amico che lo invita

a partecipare a un training di due giorni per motociclisti

che inizierà il giorno dopo sulla pista di Digione,

il quarantanovenne non ha esitazioni: giunto

a casa, sbriga un paio di questioni amministrative in

azienda e riparte.

Il presentimento

Il primo giorno va alla grande: Di Felice affronta

bene la pista, e questo nonostante – come racconta al

telefono a Manuela, la sua compagna – la sera prima

in hotel abbia avuto un brutto presentimento. Anche

il secondo giorno inforca la

moto di buon umore, contento

anche per la visita a sorpresa

di Manuela, che quel mattino

Fondata nel 2009, La Peppina

vende prelibatezze mediterranee,

soprattutto italiane. Con

i suoi prodotti selezionati e

per lo più fatti in casa,

rifornisce negozi di specialità

gastronomiche o casalinghi,

ma anche enoteche. Sita a

Laupen (BE), La Peppina

conta 12 dipendenti.

→ lapeppina.ch

è improvvisamente arrivata ai

box dopo un viaggio in treno e

taxi.

José Di Felice sta facendo il giro

di decelerazione. È soddisfatto

della sua performance e pronto

a concludere il training. «Volevo

fermarmi già al giro precedente,

ma poi ho deciso di far

raffreddare un po’ i freni», così

l’appassionato delle due ruote.

E proprio allora si consuma il

dramma: alla penultima curva

– una curva a destra, come ben ricorda Di Felice – la

moto inizia a sbandare e si ribalta più volte. Di Felice

fa un brutto volo, ricade malamente al suolo e perde

la visiera del casco. «Uff, mi è andata bene, non mi

sono fatto niente» pensa in un primo momento, ma

poi si rende conto che non riesce ad alzarsi e capisce

che la situazione è grave.

Una diagnosi inizialmente poco chiara

Nel frattempo ai box Manuela Sala intuisce che deve

essere successo qualcosa: José avrebbe dovuto essere

di ritorno da un pezzo. Poi vede la moto completamente

distrutta. «In quel momento ho creduto che

fosse morto» ricorda la minuta trentottenne. Sotto

shock, Manuela si precipita nella tenda dei soccorsi,

dove si è già attivato il personale medico. «Tesoro,

occupati degli ordini e delle telefonate: l’attività

commerciale deve continuare» le dice José, che a

quel punto ha grosse difficoltà respiratorie ed è in

iperventilazione. Era il 2 agosto del 2017: una data

tragica, con cui si aprirà un nuovo capitolo nella vita

dell’imprenditore.

Di lì a poco José Di Felice si ritrova nel reparto di terapia

intensiva dell’ospedale di Digione. È stato fissato

al letto, in modo che non possa muoversi. Cadendo si

è infatti fratturato il collo e deve perciò essere sta-

«All’inizio non fai

che funzionare e sbrigare tutto

quel che c’è da sbrigare»

Manuela Sala, compagna

03/2021 19

La mia DITTA

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