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La mia ditta 1/2021

La rivista di AXA al servizio delle aziende vi informa tre volte all'anno su temi che interessano i piccoli imprenditori.

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CYBERCRIMINALITÀ

La mia ditta

parte dei casi succede quando i collaboratori cliccano

su un documento infetto – ad esempio un allegato

di un’e-mail. «Ma non mi sembra giusto additare

i collaboratori come la principale fonte di rischio.

Piuttosto possiamo dare loro maggiori possibilità di

evitare eventi del genere con la corretta formazione

e sensibilizzazione», afferma convinto l’esperto Ellenberger.

Hello, dear friend!

Poco dopo avere iniziato le operazioni di verifica

l’impresa IT constata che gli intrusi hanno già criptato

tutti i dati. «Era sparito tutto, sia i documenti sui

progetti in corso sia l’archivio e le e-mail», prosegue

Hofer. Ad alcuni progetti lavoravano già da più di

dieci anni. La sua impresa non vende solo un prodotto

ma, in primo luogo, know-how. Ancora più critica

quindi la perdita dei dati, visto che tutte queste conoscenze

erano archiviate in formato digitale. Mentre

Oneconsult AG fa parte del

gruppo aziendale Oneconsult

fondato nel 2003 e vanta uffici a

Thalwil, Berna e Monaco di

Baviera. I suoi esperti di cyber

security offrono consulenza alla

clientela in materia di minacce

interne ed esterne alla sicurezza

informatica.

→ www.oneconsult.com

«Spesso vengono dimenticate

le possibili conseguenze psichiche

dovute alla cybercriminalità»

Tobias Ellenberger, COO Oneconsult AG & Vice Chairman Oneconsult

International AG

il servizio di supporto tenta di recuperare i dati persi

anche i sabotatori si fanno vivi offrendo una mano,

ovviamente dietro pagamento di un riscatto. In un

messaggio gli estorsori salutano Hofer con «Hello,

dear friend!» intimandolo a contattarli per negoziare

le condizioni. Egli però si rifiuta. «Pagare non è mai

stata un’opzione, da questi impostori non avremmo

comunque ricevuto niente», afferma risoluto. Anche

Tobias Ellenberger sconsiglia di entrare in affari con

gli autori dell’attacco in quanto «non c’è nessuna garanzia

di riottenere l’accesso ai propri dati. Se si cede

al ricatto, inoltre, la voce potrebbe spargersi e provocare

un aumento degli attacchi». Gli hacker infatti

hanno una vasta rete di contatti e, come qualsiasi

altra impresa, sono organizzati anche in modo professionale.

Una ragione in più, quindi, per vagliare in

anticipo le conseguenze di una perdita totale dei dati

e adottare le opportune misure.

Impatto a più livelli

I danni sono stati molto contenuti, prende oggi atto

Josef Hofer. L'attività è rimasta sospesa solo per

alcuni giorni e – tranne per le e-mail degli ultimi

giorni – è stato possibile recuperare tutti i dati. Inoltre

la sua assicurazione Cyber si è fatta carico della

maggior parte dei costi di ripristino. Non tutti se

la cavano con così poco, conferma Ellenberger: «Ci

sono già stati dei casi in cui le imprese sono state

costrette a cedere alle richieste di riscatto poiché non

erano in grado di sostenere i danni finanziari che

sarebbero insorti con la perdita dei dati». Un altro

aspetto – a detta dello specialista – spesso ingiustamente

dimenticato è anche l’impatto psicologico

di un attacco informatico. «Per un team può essere

estremamente angosciante e spazia dai sensi di colpa

alle paure esistenziali». Il modo più conveniente ed

efficace per proteggersi? «L’impresa deve svolgere

costantemente i "compiti per casa" e prepararsi agli

scenari più ricorrenti», aggiunge. Un’impresa non

può avere la certezza assoluta di non subire un attacco

ma con i giusti provvedimenti può andare in

questa direzione.

Meglio prevenire che rimediare

Hofer si è rivolto alla polizia e ha sporto denuncia

contro ignoti, una condizione posta dalla sua assicurazione.

Non nutre però alcuna speranza che questo

serva a sanzionare i colpevoli. Ciò nonostante è

importante presentare denuncia, ritiene invece Ellenberger,

e spiega: «Con ogni denuncia ricevuta la

polizia ottiene maggiori informazioni sulle strutture

criminali. Lavora a stretto contatto con le autorità internazionali

– infatti i criminali hanno solitamente

sede all’estero – e può così contribuire a smascherare

le bande di hacker. Intanto, per non ritrovarsi nella

stessa situazione, Hofer ha aggiornato i programmi

e salva ora i suoi backup anche su un server supplementare

separato dalla rete. «Niente è gratis. Chi

vuole proteggersi deve investire. Ed essere preda

di un attacco informatico sicuramente non costa

meno», sa per esperienza.

Marcel Rubin

La mia DITTA

20 01/2021

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